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della Parrocchia di SALGARE DA LA VOCE ANNO IV - Numero 8 - Notiziario della parrocchia di SAN MICHELE ARCANGELO Via Roma, 15 - 31040 Salgareda (TV) - Tel. 0422/747015 8 Domenica 25 febbraio “II a di Quaresima” Mc 9, 1-9 Dal Vangelo secondo Marco. In quel tempo, Gesù pre- se con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli. Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bian- che. E apparve loro Elia con Mosè e conversavano con Gesù. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Rab- bì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati. Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!». E im- provvisamente, guardandosi attorno, non videro più nes- suno, se non Gesù solo, con loro. Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risorto dai morti. Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti. LITURGIA DELLE ORE Ufficio delle Letture Dai «Discorsi» di san Leone Magno, papa Disc. 51, 3-4. 8; PL 54, 310-311. 313) La legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo Il Signore manifesta la sua gloria alla presenza di molti testimoni e fa risplendere quel corpo, che gli è comune con tutti gli uomini, di tanto splendore, che la sua faccia diventa simile al fulgore del sole e le sue vesti uguagliano il candore della neve. Questa trasfigurazio- ne, senza dubbio, mirava soprattutto a rimuovere dall’animo dei discepoli lo scandalo della croce, perché

LA VOCE - iclesia.comiclesia.com/system/uploads/posts/attachments/27512/foglietto... · grandezza sublime della dignità nascosta del Cristo. Ma, secondo un disegno non meno previ-

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della Parrocchia di SALGAREDA

LA VOCEANNO IV - Numero 8 - Notiziario della parrocchia di SAN MICHELE ARCANGELO Via Roma, 15 - 31040 Salgareda (TV) - Tel. 0422/747015

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Domenica 25 febbraio “IIa di Quaresima”

Mc 9, 1-9Dal Vangelo secondo Marco.

In quel tempo, Gesù pre-se con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli.

Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bian-che. E apparve loro Elia con Mosè e conversavano con

Gesù. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Rab-bì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Non sapeva

infatti che cosa dire, perché erano spaventati. Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!». E im-provvisamente, guardandosi attorno, non videro più nes-suno, se non Gesù solo, con loro.

Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non

dopo che il Figlio dell’uomo fosse risorto dai morti. Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti.

Liturgia deLLe OreUfficio delle Letture

Dai «Discorsi» di san Leone Magno, papa Disc. 51, 3-4. 8; PL 54, 310-311. 313)

La legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo

Il Signore manifesta la sua gloria alla presenza di molti testimoni e fa risplendere quel corpo, che gli è comune con tutti gli uomini, di tanto splendore, che la sua faccia diventa simile al fulgore del sole e le sue vesti uguagliano il candore della neve.

Questa trasfigurazio-ne, senza dubbio, mirava soprattutto a rimuovere dall’animo dei discepoli lo scandalo della croce, perché

Al sabato dalle 17.30 alle 18.20 don Corrado è disponibile in Chiesa per le Confessioni.

l’umiliazione della Passione, volontaria-mente accettata, non scuotesse la loro fede, dal momento che era stata rivelata loro la grandezza sublime della dignità nascosta del Cristo.

Ma, secondo un disegno non meno previ-dente, egli dava un fondamento solido alla speranza della santa Chiesa, perché tutto il Corpo di Cristo prendesse coscienza di qua-le trasformazione sarebbe stato soggetto, e perché anche le membra si ripromettessero la partecipazione a quella gloria, che era brillata nel Capo.

Di questa gloria lo stesso Signore, parlan-do della maestà della sua seconda venuta, aveva detto: «Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro» (Mt 13, 43). La stessa cosa affermava anche l’apostolo Paolo dicendo: «Io ritengo che le sofferenze del momento presente non sono paragonabili alla gloria futura che dovrà es-sere rivelata in noi» (Rm 8, 18). In un altro passo dice ancora: «Voi infatti siete morti e la vostra vita è ormai nascosta con Cristo in Dio! Quando si manifesterà Cristo, la vostra vita, allora anche voi sarete manifestati con lui nella gloria» (Col 3, 3. 4).

Ma, per confermare gli apostoli nella fede e per portarli ad una conoscenza perfetta, si ebbe in quel miracolo un altro insegna-mento. Infatti Mosè ed Elia, cioè la legge e i profeti, apparvero a parlare con il Signore, perché in quella presenza di cinque persone di adempisse esattamente quanto è detto: «Ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni» (Mt 18, 16).

Che cosa c’è di più stabile, di più saldo di

questa parola, alla cui proclamazione si uni-scono in perfetto accordo le voci dell’Antico e del Nuovo Testamento e, con la dottrina evangelica, concorrono i documenti delle antiche testimonianze?

Le pagine dell’uno e dell’altro Testamento si trovano vicendevolmente concordi, e co-lui che gli antichi simboli avevano promesso sotto il velo viene rivelato dallo splendore della gloria presente. Perché, come dice san Giovanni: «La Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mez-zo di Gesù Cristo» (Gv 1, 17). In lui si sono compiute le promesse delle figure profetiche e ha trovato attuazione il senso dei precetti legali: la sua presenza dimostra vere le pro-fezie e la grazia rende possibile l’osservanza dei comandamenti.

All’annunzio del Vangelo si rinvigorisca dunque la fede di voi tutti, e nessuno si ver-gogni della croce di Cristo, per mezzo della quale è stato redento il mondo.

Nessuno esiti a soffrire per la giustizia, nessuno dubiti di ricevere la ricompensa promessa, perché attraverso la fatica si pas-sa al riposo e attraverso la morte si giunge alla vita. Avendo egli assunto le debolezze della nostra condizione, anche noi, se per-severeremo nella confessione e nell’amore di lui, riporteremo la sua stessa vittoria e con-seguiremo il premio promesso.

Quindi, sia per osservare i comandamen-ti, sia per sopportare le contrarietà, risuoni sempre alle nostre orecchie la voce del Padre, che dice: «Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto. Ascoltatelo» (Mt 17, 5).

IN CHIESA IN CHIESA Sabato 24 febbraio ore 18.30 Santa Messa. (Def.ti Mario e P. Giacomo

Girardi; def.ti Bergamo Luigi, Cesira e Pierina; def.to Ferruccio Sartori; def.to De Nadai Terenzio; def.ti Marcello, Rina e Ve-nanzio Stefani; def.ti Eugenio e Maria Pio-vesan; def.to Diana Gianni)

Domenica 25 febbraio IIa di Quaresima

ore 8.00 Santa Messa. (Def.to De Nadai Terenzio; def.to Gobbo Vittorio)

ore 9.30 Santa Messa a Campobernardo.

ore 11.00 Santa Messa. (Def.ti Cesarina e Renato Bertocco; def.ti Rinaldo e Buoro)

Lunedì 26 febbraio ore 18.30 Santa Messa.

Martedì 27 febbraio ore 8.30 Santa Messa a Campobernardo.

Mercoledì 28 febbraio ore 8.30 Santa Messa.

ore 9.00 - 10.00 Adorazione Eucaristica.

Giovedì 1 marzo ore 8.30 Santa Messa in Oratorio.

Venerdì 2 marzo ore 8.30 Santa Messa in Oratorio.

ore 15.00 Via Crucis dei ragazzi.

ore 20.00 Via Crucis con i testi di papa Francesco al Colosseo.

Sabato 3 marzo ore 18.30 Santa Messa. (Def.to Marcello Rorato)

Domenica 4 marzo III° domenica di Quaresima

ore 8.00 Santa Messa. (Def.to Gobbo Vittorio)

ore 9.30 Santa Messa a Campobernardo.

ore 11.00 Santa Messa. (Def.to Davanzo Biagio; def.ta Favaro Caterina)

AVVISI pArrocchIAlII giorni di lunedì, giovedì e venerdì la Santa Messa sarà celebrata nella cappellina in Oratorio.Martedì 27 febbraio ore 18.30 Comitato scuola materna. Martedì 27 febbraio ore 20.45 Consiglio del NOI in Oratorio.Venerdì 2 marzo ore 20.30 Consegna del cammino sinodale a Monastier: è invitato il

consiglio pastorale, il consiglio affari economici. Sabato 3 marzo ore 14.30 Confessioni cresimandi in Chiesa.Sabato 10 marzo ore 17.30 Santa Messa con celebrazione del Sacramento della

Cresima.

All’alba del 24 aprile 1899 nasce Elisabetta Tasca, ultima di sette figli, da Angelo e Luigia Battagin, a S. Zenone degli Ezzelini (TV). La sua è una onesta famiglia di contadini, dove si lavora duramente, si prega, ci si vuol bene e ci si istruisce sulla fede cattolica. La figura pa-

terna era la più signi f icat iva. Elisabetta ci parla del suo bel ricordo di papà Angelo: “Mio padre non solo tutte le sere leggeva una pagina di Storia Sacra o del Vangelo, ma

ne faceva anche il commento”. È una bambina diligente e intelligente, seria e giudiziosa e di temperamento deciso, gioioso e autoritario. Già da giovanetta era appassionata dall’Eucaristia e aveva appreso dai genitori la devozione al Crocifisso e alla Madonna. Vedeva in tutto “la santa volontà di Dio”.

Sempre serena anche nelle avversità, spesso esprimeva la sua gioia con il canto e amava nu-trirsi di letture edificanti. Era molto socievole e attenta ai bisogni degli altri. Aveva l’incarico di portare il pranzo al fratello Antonio che lavorava alla costruzione della chiesa di S. Zenone. An-tonio si lamentava poiché il cibo gli sembrava insufficiente. Elisabetta disse alla mamma di aggiungere anche la sua razione perché avreb-bero mangiato insieme, ma lei saltava il pranzo. Dimagrì vistosamente ed ammalò e si scopri il

In questo periodo di Quaresima, ogni settimana verrà pubblicata la storia di alcune persone che sono nate o hanno vissuto in Veneto e che nella loro vita hanno incontrato e AMATO GESÙ, nutrendo la loro vita alla “linfa” della Croce.

IncontriAmo Gesù

ELISABETTA TASCA, madre di famiglia

caritatevole trucco. Arrivava intanto l’età in cui bisognava decidere del proprio futuro; Elisabet-ta era pronta ad accogliere la volontà di Dio che non tardò a manifestarsi. Conobbe occasional-mente il futuro sposo Giuseppe Serena, arruolato nel “VI Bersaglieri di Brescia”, durante la prima guerra mondiale. Era un giovane biondo, occhi azzurri, serio e generoso. Ma Elisabetta non ri-spose con molto entusiasmo al suo interessa-mento. Confesserà poi: “non mi veniva voglia di amarlo”. Prospettò il suo problema ad un sa-cerdote, che le rispose: “si ricordi che i giovani sono quasi tutti morti in guerra, quindi se vuole fondare una famiglia, prenda il primo che viene, se no avrà rischio di rimanere senza”.

A Elisabetta non piacque la risposta e ritornò a casa amareggiata. Che fare? Si recò allora al santuario della Madonna del Monte per esporre a Maria il suo problema. Si mise a recitare il Rosario. “Meditando il terzo mistero gaudioso, la nascita di Gesù – racconterà molte volte – nel mio cuore entrò un amore così intenso, ver-so il biondo bersagliere, che terminai in fretta il Rosario, scesi correndo dalla collina e, arri-vata a casa, gli dissi che mi sarei sposata con lui!”. Il matrimonio venne celebrato il 6 aprile 1921. “Nel giorno del mio matrimonio, durante la celebrazione Eucaristica – racconta Elisabet-ta – feci al Signore questa preghiera: “Signore, nel mio matrimonio farò sempre la tua volon-tà e accetterò tutti i figli che Tu vorrai darmi, però, ti prego, fa che alcuni siano sacerdoti e altre religiose; se Tu vuoi, prendili anche tutti al tuo servizio, ma ti chiedo che almeno la metà si donino al tuo servizio”. Dei dodici figli adulti il Signore se ne prese quattro; non mantenne del tutto il patto, ma sono contenta lo stesso, perché anche gli altri otto figli hanno formato buone famiglie”. Prese come guida spirituale il cappuccino san Leopoldo Mandic di Padova. Così lo ricordava: “Il mio matrimonio cristiano è nato nel confessionale di P. Leopoldo e là questo sacramento ha avuto la sua giusta luce, che mi ha portato sul Calvario, ma P. Leopoldo mi disse: “se mi ascolterà, Dio la benedirà per

mezzo della Madonna e in punto di morte sarà contenta!”. Ora anziana nel ripensare alla storia della mia famiglia, posso veramente affermare che la rettitudine di coscienza, la fedeltà quoti-diana ai propri doveri, e l’aver sempre visto in tutto la santa volontà di Dio, mi dà tanta sereni-tà, fiducia e speranza”.

La famiglia cresceva e Giuseppe si trasferì con la famiglia in un terreno più grande a Vò di Bren-dola (Vicenza). Poi anche i fi gli prendono la loro strada e Giuseppe e Elisabetta rimangono soli. Giuseppe si ammala ed Elisabetta lo accudisce con amore giorno e notte per lungo tempo.

La vita cristiana di “Mamma Elisabetta” era basata su basi molto solide: la Provvidenza, la Parola di Dio che conosceva in modo straordina-rio e citava a memoria, la Passione del Signore e la volontà di Dio. La sua vita era fatta di preghie-ra, Eucaristia e lavoro. Quando recitava il rosario da sola, impiegava molto tempo, rimanendo a meditare a lungo su ogni singolo Mistero. Dal-la prima comunione alla morte ebbe la grazia di partecipare alla messa quasi tutti i giorni. Per stare più tempo davanti a Gesù sacramentato arriva a chiedere al vescovo di poter conservare l’Eucaristia in casa, assicurandolo che avrebbe saputo fare degna e buona compagnia a Gesù sacramentato. Al figlio padre Galileo, animatore vocazionale, ricorda: “Susciterai più vocazioni nelle ore di adorazione davanti al SS. Sacra-mento, sgranan-do santi rosari, che non girando per le strade del mondo”.

Il 2 ottobre 1978 si sente male e il medico diagnostica una broncopolmoni-te. Nella malat-tia è paziente e completamente abbandonata alla volontà di Dio.

Non chiede preghiere per la sua guarigione, ma per avere la forza di fare in tutto la volontà di Dio. Nel letto di morte, due giorni prima di spirare, presenti i dodici figli, mamma Elisabetta chiese che si cele-brasse una santa Messa per ringra-ziare il Signore dei quattro figli religiosi, due sacerdoti pas-sionisti e due suore, considerandola la più grande grazia per la sua famiglia.

Raccomanda ai figli: “Dopo la mia morte, canterete per me il Te Deum, in ringraziamento a Dio per i tanti doni ricevuti, soprattutto per la fedeltà alla mia vocazione cristiana e familiare, la rettitudine di coscienza, il buon carattere, i 12 figli e in particolare per i 4 figli religiosi”.

Muore serenamente il 3 novembre 1978, dopo aver ricevuto la santa Eucaristia, assistita dai due figli sacerdoti. La salma di mamma Eli-sabetta venne posta nella tomba di famiglia nel cimitero di Brendola.

Ben presto la fama di santità di Elisabetta Tasca Serena si diffuse e così al cimitero ac-

correvano molti devoti, specialmente madri di famiglia, per venerarla e per raccomandarsi alla sua protezione. Innumerevoli sono le relazioni di

grandi grazie ricevu-te per sua interces-sione. I figli le hanno raccolte e custodite.

Aumentando la fama di santità di mamma Elisabetta, il Vescovo di Vicen-za, mons. Pietro No-nis, il 20 dicembre 1991 promosse la causa di canonizza-

zione; dopo di lui il Cardinale Patriarca di Vene-zia, S.E. Marco Cè.

Nel 1992 ebbe luogo il processo diocesano e nel 1994 venne presentata a Roma la Positio super virtutibus per la discussione sulla eroicità delle sue virtù.

Il 12 novembre 1997 la salma della Serva di Dio mamma Elisabetta venne riesumata ed il giorno seguente, il 13 novembre, trasportata dal cimitero di Brendola ad una cappella attigua alla chiesa dei Padri Passionisti di San Zenone degli Ezzelini.

Articoli nel bollettino parrocchiale LA VOCEChi ha articoli o avvisi riguardandi la parrocchia da pubblicare in questo

bollettino parrocchiale può inviare i testi entro la giornata di mercoledì a:

[email protected]

I Sacerdoti assolvono in nome di Dio dicendo:

Dio, Padre di misericordia, che ha riconciliato a sé il mondo nella morte e risurrezione del suo Figlio, e ha effuso

lo Spirito Santo per la remissione dei peccati, ti conceda, mediante il ministero della Chiesa, il perdono e la pace. E io ti assolvo dai tuoi peccati nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.

Cantiamo nella Via CrucisSanta Madre, deh! Voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore.

Noi ci glorieremo nella croce del nostro Salvatore; Egli è nostra salvezza, vita e risurrezione!

Don Giuseppe Geremia

Sono arrivate le foto di San Nicolò con i nostri

bambini!!

Potete ritirarle in Oratorio

Gli aiutanti di San Nicolò

Eccoci!! Siamo i ragazzi del post Cresima di Salgareda e Cam-pobernardo. Siamo 18 ragazzi e ragazze; abbiamo vissuto nel lungo weekend delle Ceneri un Camposcuola ad Assisi con un gruppo di 70 ra-gazzi della nostra collaborazione pastorale con 16 animatori e 11 catechiste, Don Gianni e Don Corrado alla scoperta della fi-gura di San Francesco. Le attività sono state molte, scandite da momenti di preghiera, riflessione personale e in gruppo, gioco, passeggiate e visite con testimonianze nei luoghi

UNO SGUARDO CHE TI CAMBIA LA VITACAMPOSCUOLA ASSISI 2018

Sono tornato con un bagaglio pieno di

esperienze legate al sentimento delle

persone!

Assisi è stato molto emozionante tra sfumature di allegria e strisce di serietà

e fede, con l’aiuto di San Francesco abbiamo aggiunto un bellissimo disegno nella

nostra vita.

Son tornata più leggera perché ho

capito molte cose che senza esperienza non

avrei potuto!

Sono tornata da Assisi con la voglia di fare gruppo perché

ho scoperto quanto è bello!!!!

Sono tornata con lo sguardo del crocifisso di San Damiano impresso nel cuore e con la

sensazione di essere più libera perché l’attività della maschera mi ha fatto riflettere su chi

sono veramente tirando fuori alcune emozioni o paure che nascondevo e rendendomi più

sicura per il resto del campo ! Spero che questa sicurezza mi accompagni per lungo

tempo senza vergognarmi di essere me stessa, a volte allegra e a volte triste e fragile.

dove Francesco e Chiara sono vissuti e han-no incrociato e accolto lo sguardo di Gesù che ha radicalmente cambiato la loro vita. È stato questo il filo conduttore LO SGUAR-DO DI GESÙ che è su ognuno di noi, nessu-no escluso, e che ci parla attraverso i suoi occhi ma anche attraverso gli occhi, le paro-le e i gesti di chi ci sta attorno. Sono stati giorni intensi, belli, allegri, ric-chi, gioiosi, sereni ma anche profondi che ci hanno permesso di metterci in gioco e sca-vare nel nostro cuore ... e chiederci “Cosa devo fare per essere felice?” ... La stessa do-manda che il giovane ricco fece a Gesù ...Eravamo partiti carichi di aspettative; sia-mo tornati carichi di una esperienza di ami-cizia, gioia, scoperta, e tanti sguardi ...Le catechiste ci hanno chiesto: “Con cosa sono tornato/a da Assisi ???” ... condividiamo con voi alcuni nostri pensieri ...

Buona lettura!!! I ragazzi del Post Cresima (3 media)