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0 di 35 Sessione 4.2 L’approccio al paziente e alla famiglia Modulo 4 Assistenza al paziente e alla famiglia nel post-ictus durata: 60 min. P A C Modulo 4 Sessione 4.2

L’approccio al paziente e alla famiglia€¦ · processo interattivo di scambio tra il medico, il paziente e la sua famiglia per una valutazione e una gestione partecipata del rischio

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Sessione 4.2L’approccio al paziente

e alla famiglia

Modulo 4Assistenza al paziente e alla famiglia nel post-ictus

durata: 60 min.

P A C

Modulo 4 Sessione 4.2

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• il ruolo del mmg nel rapporto con il paziente, la famiglia e il team• le strategie comunicative ed educative• il ruolo della famiglia nella gestione del paziente• il ruolo degli altri operatori (infermieri,terapisti, associazioni…)

Obiettivi di apprendimento della sessione

descrivere:

P A C

Modulo 4 Sessione 4.2

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Medicina generale:definizione

disciplina accademica e scientifica

con contenuti educativi e ricerca

con base di evidenze e di attività clinica

specializzazione clinica orientata alle cure primarie

Wonca Europe, 2002

P A C

Modulo 4 Sessione 4.2

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Medicina generale: peculiarità

punto di primo contatto medico

assistenza coordinata

approccio centrato sulla persona (olistico)

processo di consultazione unico

continuità longitudinale della relazione di cura

gestione dei problemi sia acuti che cronici

responsabilità per la salute e il benessere della comunità

P A C

Modulo 4 Sessione 4.2

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Da un approccio centrato sulla malattia a uno centrato sul paziente

Ingredienti medico:correttezza professionale

onestà intellettuale abilità di informare

comunicazione conoscenze/informazioni

medico paziente

P A C

Modulo 4 Sessione 4.2

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conoscere i fattori di rischio

accettare e convivere con l’episodio ischemico

conoscere la malattia e partecipare attivamente alla sua gestione

… oltre l’informazione …Il paziente deve o può:

1/2P A C

Modulo 4 Sessione 4.2

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identificare i fattori che possono aggravarla

riconoscere i segni premonitori o i sintomi del peggioramento

seguire il piano terapeutico concordato con il medico

sapere come e quando assumere i farmaci

… oltre l’informazione …il paziente deve o può:

2/2P A C

Modulo 4 Sessione 4.2

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Comunicare il rischio:

funzione medica fondamentale

per indirizzare il percorso diagnostico

e terapeutico

per garantire soddisfazione e

consenso

fornire spiegazioni chiareaccertarsi sempre della comprensione dei messaggiascoltare problemi / opinionidiscutere e concordare il piano di trattamento

P A C

Modulo 4 Sessione 4.2

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Comunicazione del rischio

processo interattivo di scambio tra il medico, il paziente e la sua famiglia per una valutazione

e una gestione partecipata del rischio

obiettivo: promuovere un atteggiamento appropriato

in relazione al livello di rischio presente“Preoccupazione informata e vigile”

P A C

Modulo 4 Sessione 4.2

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Percezione del rischio cerebrovascolare

prodotto della capacità comunicative del medico e della componente emozionale che

ciascuno, in modo soggettivo, associa al rischio

altri fattori in gioco: valutazione della gravità effettiva del caso e

capacità oggettiva della situazione assistenziale, sanitaria e familiare

P A C

Modulo 4 Sessione 4.2

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Agire sulla percezione del rischioattraverso …

una solida alleanza tra medico e familiari

un’equilibrata e semplice informazione sui rischi futuri

nozioni di fisiopatologia e dei meccanismi patogenetici (se richieste)

P A C

Modulo 4 Sessione 4.2

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Il counselling: obiettivi

fiducia nelle proprie capacità

consapevolezza nelle scelte

potere decisionale

conoscenza e attuazione distrategie comunicative e relazionali

P A C

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Comunicare in modo efficace?

verbalenon verbaleparaverbalecoerenza

rinforzo

P A C

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Le competenze del medico

empatiaper comprendere i bisogni del paziente

autoconsapevolezzaper comprendere i propri schemi culturali di riferimento

ascolto attivoper creare la fiducia

P A C

Modulo 4 Sessione 4.2

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Il counselling: passaggi fondamentali

1. accoglienza… per motivare

2. ascolto attivo… per creare la fiducia

3. delucidazione… per comprendere

P A C

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Informazione ed educazione alla famiglia

per …

migliorare l’aderenza al trattamento

migliorare il processo di adattamento

incidere sulla motivazione del paziente

ottimizzare l’intervento della famiglia e dei servizi

condividere il progetto riabilitativo

P A C

Modulo 4 Sessione 4.2

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Malattia come evento complesso

paziente

obiettivo:ritorno alla massima autonomia possibile

famiglia

équipe multidisciplinare

definizione tempi e luoghi di incontro tra il team assistenziale e i caregiver

P A C

Modulo 4 Sessione 4.2

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Incontrarsi per …

condividere il progetto riabilitativo

ricercare la collaborazione dei familiari

individuare soluzioni nella gestione domiciliare del pz

esplorare le risorse fornite dall'istituzione e i modiper attivarle

identificare tecniche per favorire l'autonomia del pz

P A C

Modulo 4 Sessione 4.2

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È importante …

individuare un medico responsabile

per una comunicazione chiara e completa

creare un clima di fiducia e collaborazione

per la conquista di sicurezza ed autonomia

P A C

Modulo 4 Sessione 4.2

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Le richieste del paziente …

come si è verificato l’evento vascolare

quali conseguenze permanenti

come contenere o ridurre i deficit

quale rischio di recidiva

come modificare le abitudini di vita

quali controlli programmare

come informarsi e raccogliere suggerimenti

quali speranze per il futuro e nella ricerca

P A C

Modulo 4 Sessione 4.2

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per comprendere l’evento ictalegestirne le conseguenze

realizzare una efficace prevenzione

P A C

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I bisogni di conoscenza del paziente …

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un’organizzazione di servizi efficiente(criteri di ammissione, codifica di trattamento e dimissione,impiego ottimale risorse)

P A C

Modulo 4 Sessione 4.2

Profili di assistenza per garantire …

procedure assistenziali basate sull'evidenza

il coinvolgimento di pz e familiari nell'attività di recupero(identificazione dei ruoli di ogni componente)

la disponibilità di informazioni sull’entità del problema, sulle risorse assistenziali e sulla qualità di intervento dei diversi operatori

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Il fisioterapista

valuta in modo globale le risorse del paziente

insegna ai familiari la corretta mobilizzazione del paziente

segnala eventuali complicanze al mmg o allo specialista

P A C

Modulo 4 Sessione 4.2

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L’infermiere nell’équipe multidisciplinare

effettua un’anamnesi accurata

raccoglie informazioni sul paziente e la sua famiglia

crea un ambiente favorevole al dialogo

coordina

insegna

P A C

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Il neurologo

Conosce e descrive:

l’evento ictale

le complicanze dell’ictus e come prevenirlela demenza post-ictale e la prevenzione del danno vascolare diffuso

i tempi di intervento previsto in relazione alle diverse patogenesi dell’ictus le esigenze di follow-up dopo un ictus

P A C

Modulo 4 Sessione 4.2

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Conoscere l’evento ictale

in termini di classificazione, cause,

evoluzioni e rischio di recidive

ictus ischemiciemorragie intraparenchimaliemorragie subaracnoidee

P A C

Modulo 4 Sessione 4.2

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Conoscere le possibili complicanze

broncopolmoniti

disfagia con rischio di aspirazione e malnutrizione

alterato controllo sfinterico ed infezioni vie urinarie

costipazione

depressione post-ictale

condizioni di stress cardiovascolare (correlata ad alterazione della risposta adrenergica)

demenza vascolare

sindrome da immobilizzazione

sindrome da isolamento ambientale o relazionale (correlato al disturbo della comunicazione verbale)

epilessia vascolareP A C

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Conoscere le azioni da realizzare con la collaborazione del paziente

mobilizzazione e posizionamento sotto la guida degli operatori della riabilitazione

verifica delle condizioni cardiovascolari e tollerabilità allo sforzo ed ai cambiamenti di posizione

adattamento dell’alimentazione alle caratteristiche della deglutizione ed alle esigenze nutrizionali

1/2P A C

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Conoscere le azioni da realizzarecon la collaborazione del paziente

regolarizzazione dell’evoluzione e prevenzione della costipazione

attivazione ed eventuale trattamento antidepressivo -legame con associazioni laiche

predisposizione del setting assistenziale più idoneo alla comorbilità ed al recupero funzionale

verifica neurologica dell’evoluzione del danno cerebrale

2/2P A C

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Conoscere il rischio di demenza vascolare e le azioni di prevenzione

nei circuiti cerebrali responsabili dell’efficienzacognitiva

che si sommano al danno vascolare persistente (carico lesionale “critico”)

che si associano ad un danno sottocorticale diffuso (leucoaraiosi e lacune multiple)

prevenzione prognosi del danno vascolare e mantenimento efficienza cognitiva

cause: lesioni vascolari

P A C

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Conoscere i tempi di intervento medico e chirurgico contro le recidive

Terapia antitrombotica (antipiastrinica o TAO) immediata(differita di 1-2 settimane in caso di pregresso dannoemorragico)

Endoarterioctomia carotidea entro il primo mese

Terapia anti-ipertensiva entro la prima settimana

Terapia vs cause specifiche (arteriti, embolia…)quanto più precocemente possibile

P A C

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Conoscere le esigenze di follow-up

1-6internistacomorbilità metabolica o di altra natura

1-6cardiologocondizioni cardiocircolatorie

1-6neurologo neuropsicologo

condizioni psicologiche o cognitive

1-3neurosonologoverifica strumentale

1MMGcontrollo fattori di rischio

1-3fisiatra fisioterapista

monitoraggio ed adattamento del progetto riabilitativo individuale

1-3neurologovalutazione evoluzione del danno cerebrale

mesioperatoreper

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ruolo chiave nel “ritorno a casa” del paziente

MMG

autonomia nelle attività quotidiana

reinserimento sociale

équipe famiglia

Il medico di medicina generale1/3

P A C

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famiglia

MMG

informare (su risorse, limiti e obiettivi terapeutici)

orientare (uso e funzioni dei servizi)

sostenere (e rassicurare)

educare (somministrazione farmaci, compiti assistenziali)

potere decisionale

qualità dell’assistenza

3/3P A C

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Le associazioni promuovono e sostengono:

l’informazione sanitaria

la formazione degli operatori e dei volontari

reti di contatto tra operatori, pazienti, familiari e istituzioni

l’attivazione di servizi informativi o di consulenza

studi e ricerche sul tema e iniziative di prevenzione

P A C

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il supporto psicologico

la formazione al care-giving

Alla famiglia

la conoscenza degli obiettivi di assistenza

la partecipazione attiva aiprogrammi di recupero

la critica mirata al percorsoassistenziale

l’apprendimento di comportamenti per l’autonomiadel paziente

viene offerto si richiede

P A C

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