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Laboratori Nazionali di Legnaro
SLD.AMB.17.18 Slide 1Patrizia Ingenito
Argomenti trattati1. Cos’è un sistema di gestione ambientale2. La certificazione ambientale dei Laboratori Nazionali di Legnaro3. Gli strumenti per la gestione ambientale: le procedure e il software4. Cosa fare per una buona gestione dell’ambiente5. Le procedure di interesse per il Servizio Sorgenti e Iniettori
Gestione degli scarichi idrici,Nuova classificazione e gestione degli agenti chimiciCenni sulla normativa ADR (trasporto di merci pericolose su strada)Nuova classificazione e gestione dei rifiuti prodotti,Emissioni in atmosfera (gas ozono lesivi e gas serra)Gestione delle non conformità, azioni correttive e azioni preventive, delle emergenze
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Slide 2Patrizia Ingenito SLD.AMB.17.18
1. I sistemi di gestione ambientale
PREVENIRE
SAPERAFFRONTARE
LE EMERGENZE AMBIENTALI
STRUMENTO per
INDIVIDUARE
SORVEGLIARE
MIGLIORARE
I PROBLEMI AMBIENTALI
Laboratori Nazionali di Legnaro
Slide 3Patrizia Ingenito SLD.AMB.17.18
1. I sistemi di gestione ambientale
Lo schema della norma UNI EN ISO 14001
RESPONSABILITA’ DELLA DIREZIONE 1
OBIETTIVI E PROGRAMMI AMBIENTALI
ANALISI INIZIALE
2
GESTIONE DELLE RISORSEGESTIONE DELLE COMUNICAZIONI
GESTIONE DELLE ATTIVITA’ 3
DEFINIZIONE DELLE PROCEDURE
PREPARAZIONE E RISPOSTA
ALLE EMERGENZE
SISTEMA DI GESTIONE
AMBIENTALESORVEGLIANZA, MISURAZIONE,
AUDIT
AZIONI CORRETTIVE E PREVENTIVE
4
RIESAME DEL SISTEMA
5
MIGLIORAMENTO CONTINUO6
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Slide 4Patrizia Ingenito SLD.AMB.17.18
Il Sistema di GestioneAmbientale dei LaboratoriNazionali di Legnaro èconforme alla norma UNIEN ISO 14001:2004
Esamina
ENTE DI CERTIFICAZIONE
VERIFICA PERIODICA DI SORVEGLIANZA
CERTIFICATO
DOCUMENTAZIONE DEL SISTEMA1
2 VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI AMBIENTALI E CONFORMITÀ LEGISLATIVA
3 APPLICAZIONE DEL SISTEMA
Ogni anno
DNV GL
Prossima: luglio 2016 (riesame)
2. La certificazione ambientale dei Laboratori Nazionali di Legnaro
Ottobre 2004 CertificazioneSettembre 2007 RiesameLuglio 2010 RiesameSettembre 2013 Riesame
Emana / rinnova ogni 3 anni
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Slide 5Patrizia Ingenito SLD.AMB.17.18
3. Gli strumenti per la gestione ambientale: le procedure e il software
PROCEDURE DI GESTIONEDEI PROCESSI RILEVANTI
ISTRUZIONI OPERATIVE DI LAVORO
MODULISTICA, DOCUMENTI DI REGISTRAZIONE,DOCUMENTAZIONE ESTERNA
Modalità di gestione
Azioni
Dati
MANUALE AUMENTA IL GRADO DI DETTAGLIO
Software INFN14001
Politica ambientale
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Slide 6Patrizia Ingenito SLD.AMB.17.18
1. SCOPO2. CAMPO DI APPLICAZIONE3. RIFERIMENTI4. DEFINIZIONI E ABBREVIAZIONI5. RESPONSABILITÀ COINVOLTE6. MODALITÀ OPERATIVE7. PARAMETRI AMBIENTALI
COSA
CHI
COME E QUANDO
I contenuti delle procedure
3. Gli strumenti per la gestione ambientale: le procedure e il software
I contenuti delle istruzioni operative
1. SCOPO E CAMPO DI APPLICAZIONE
2. MODALITÀ OPERATIVE
COSA
CHI
COME E QUANDO
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Slide 7Patrizia Ingenito SLD.AMB.17.18
4. Cosa fare per una buona gestione dell’ambiente
1
2
3
ASPETTI AMBIENTALI
Conoscere quali sono i problemi ambientali della propria attività
Sapere come gestire e tenere sotto controllo tali problemi
Sapere come prevenire e affrontare le emergenze ambientali
4 Sapere a chi rivolgersi per segnalare problemi, richiedere chiarimenti …
IMPATTI AMBIENTALIINFORMAZIONI
PROCEDURE SCRITTE
PROGRAMMI ATTIVITÀ
Segnalare guasti, anomalie di funzionamento a impianti, dispositivi di protezione incendio....o mediante compilazione del modulo presente sul sito www.lnl.infn.it (scheda di segnalazione da partedi personale interno)o avvertendo il proprio responsabile o il responsabile del servizio di prevenzione e protezione (SergioSartor) o la responsabile del sistema di gestione ambientale (Patrizia Ingenito)
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Slide 8Patrizia Ingenito SLD.AMB.17.18
4. Cosa fare per una buona gestione dell’ambiente
ATTIVITÀ SVOLTE ALL’INTERNO DEI LABORATORI NAZIONALI DI LEGNARO
ATTIVITÀ DI RICERCA E SVILUPPO
GESTIONE DEGLI ACCELERATORIESPERIMENTI PRESSO GLI ACCELERATORIESPERIMENTI PRESSO GLI APPARATI SPERIMENTALI OATTIVITÀ DI LABORATORI (es. laboratorio di superconduttività,laboratorio di radiobiologia, laboratorio per le ricerche in fisica deimateriali, laboratorio LARIM)SVILUPPO DI NUOVI APPARATI SPERIMENTALI
GESTIONE DEGLI APPARATI TECNOLOGICI E DELLE ATTIVITÀ
DI TIPO TECNICO
TRATTAMENTO E RAFFREDDAMENTO ACQUA PER GLIAPPARATI SPERIMENTALIDEPURAZIONE DELLE ACQUE DI SCARICOCENTRALI TERMICHE, GRUPPI ELETTROGENI, IMPIANTI ESERBATOI IN PRESSIONE, IMPIANTI DI CONDIZIONAMENTO EREFRIGERAZIONE…LAVORAZIONI MECCANICHE PRESSO L’OFFICINA
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Slide 9Patrizia Ingenito SLD.AMB.17.18
4. Cosa fare per una buona gestione dell’ambiente
ASPETTI E IMPATTI AMBIENTALI E PROCEDURE DI GESTIONE
GESTIONEDEI RIFIUTI
GESTIONE DEGLIAGENTI CHIMICI, GAS E LIQUIDI CRIOGENICI
GESTIONE DEGLI UTILIZZI DI ACQUA E DEGLI
IMPIANTI DI DEPURAZIONE
ENERGIA ELETTRICAACQUAAGENTI CHIMICIEMISSIONI GASSOSERIFIUTISCARICHI IDRICI …
VALUTAZIONE DEL RISCHIO AMBIENTALE
APPLICAZIONE DELLE PROCEDURE AMBIENTALI
GESTIONE DELLE EMERGENZE
GESTIONE DELLE
EMISSIONI GASSOSE
GESTIONE SORGENTI DI RADIAZIONE
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Slide 10Patrizia Ingenito SLD.AMB.17.18
4. Cosa fare per una buona gestione dell’ambiente
RADIAZIONI IONIZZANTI Monitoraggi ambientali
RISORSE IDRICHEMonitoraggio consumi da pozzo e acquedottoAnalisi allo scarico idrico
PREVENZIONE INCENDI E IMPIANTI
Manutenzioni e verifiche periodiche a impianti e presidi antincendioManutenzioni e verifiche periodiche a impianti
EMISSIONI GASSOSEAnalisi a emissioni gassoseMonitoraggio emissioni di esafluoruro di zolfoVerifiche di rendimento energetico per le centrali termiche
RISORSE ENERGETICHE Monitoraggio consumi
RIFIUTI Monitoraggio dei quantitativi presenti in deposito temporaneoMonitoraggio dei quantitativi di rifiuti avviati a recupero o smaltimento
APPLICAZIONE DELLE PROCEDURE
Audit ambientali e gestione delle non conformitàRiesame della direzione
AGENTI CHIMICI Monitoraggio consumi
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Slide 11Patrizia Ingenito SLD.AMB.17.18
Controllo operativo, sorveglianza e misurazioni
COD TitoloPGA.O.03 Gestione degli apparati sperimentali di ricerca e degli impianti tecnologici
IOP.O.03.nn.RIO Procedure di radioprotezione
IOP.O.03.01.ACC Procedure operative per il funzionamento dell’impianto di distribuzione gas a serviziodell’acceleratore CN
DOC.O.03.02.ACC Schema di flusso impianto distribuzione gas acceleratore CNDOC.O.03.03.ACC Schema di flusso impianto distribuzione gas acceleratore TandemDOC.O.03.04.ACC Dati relativi all’impianto di distribuzione gas a servizio dell’acceleratore Tandem XTU
5. Procedure di interesse per la gestione degli acceleratori
COD TitoloPGA.O.04 Gestione delle attivitàIOP.O.04.01.FOR Aspetti ambientali connessi alla gestione dei fornitoriIOP.O.04.01.RIC Gestione operativa ambientale delle attività di ricerca
IOP.O.04.06.ACC Procedure operative, di sicurezza e ambientali per la preparazione e gestione dellesorgenti di cesio
IOP.O.04.07.ACC Procedure operative, di sicurezza e ambientali per la pulizia delle sorgenti
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Slide 12Patrizia Ingenito SLD.AMB.17.18
Approvvigionamento idrico e scarichi idrici
IMPIEGO DI ACQUA
1. assicurare la chiusura di rubinetti, derivazioni d’acqua... quando non utilizzati2. segnalare la presenza di guasti, anomalie.... avvisando direttamente il Servizio
Edilizia e Attività Generali (problemi ai servizi igienici e simili) o il Servizi GestioneImpianti e Sicurezze (problemi all’impiantistica idraulica) o RGA (è possibileutilizzare anche l’apposita scheda di segnalazione presente sul sito webwww.lnl.infn.it – safety and environment)
SCARICHI IDRICI
1. Non sversare nei lavandini residui di lavaggi, agenti chimici…. I liquidi di scartovanno raccolti in appositi contenitori e conferiti al Reparto Sicurezze come rifiutispeciali
2. L’eventuale stoccaggio di agenti chimici liquidi all’esterno dei locali deve essereeffettuato su appositi bacini di contenimento, al fine di evitare che sversamentiaccidentali di sostanze pericolose possano confluire in corso d’acqua superficialeattraverso la rete di raccolta delle acque meteoriche
5. Procedure di interesse per la gestione degli acceleratori
Documentazione del Sistema di Gestione
Ambientale
COD TitoloIOP.O.02.01.ACQ Tutela delle risorse idriche
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Slide 13Patrizia Ingenito SLD.AMB.17.18
Sostanza • Elemento naturale o suoi composti chimici,• allo stato naturale o ottenuti mediante qualsiasi procedimento
Miscela • miscela o soluzione composta da due o più sostanze
Agenti chimici
• elementi o composti chimici,• da soli o nei loro miscugli,• allo stato naturale o ottenuti, utilizzati o smaltiti, compreso lo smaltimento
come rifiuti,• mediante qualsiasi attività lavorativa,• prodotti intenzionalmente o no• immessi o no sul mercato
Agenti chimici
pericolosi
• Classificati come sostanze pericolose o che corrispondono ai criteri diclassificazione come sostanze pericolose ai sensi delle direttive dell’UnioneEuropea e della legislazione italiana
• classificati come miscele pericolose o che rispondono ai criteri diclassificazione come preparati pericolosi ai sensi delle direttive dell’UnioneEuropea e della legislazione italiana
Gestione degli agenti chimici
5. Procedure di interesse per la gestione degli acceleratori
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Slide 14Patrizia Ingenito SLD.AMB.17.18
Gestione degli agenti chimici
Regolamento UE 1272/2008 (CLP)
• Riguarda la classificazione, l’etichettatura e l’imballaggio delle sostanze edelle miscele chimiche
• È in vigore dal 01/12/2010 per le sostanze e dal 01/06/2015 per le miscele
• Applica per la classificazione e l’etichettatura i criteri del Sistema Globalearmonizzato (GHS) (è il sistema di riferimento per la normativa ADR), diversarispetto alla classificazione adottata finora
• Prevede pittogrammi (simboli) di pericolo e indicazioni di pericolo (Hnnn) /consigli di prudenza (Pnnn) diversi rispetto a quelli della precedentenormativa
5. Procedure di interesse per la gestione degli acceleratori
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Slide 15Patrizia Ingenito SLD.AMB.17.18
Rischi per la sicurezza
Gestione degli agenti chimici
Etichetta di pericolo Classe di pericolosità Rischio
Esplosivo (GHS 01)• Esplosivi instabili• Esplosivi delle divisioni 1.1, 1.2, 1.3, 1.4, 1.5• Sostanze e miscele autoreattive tipi A e B• Perossidi organici tipi A e B
A seguito di reazionechimica sviluppo digas a unatemperatura, unapressione e unavelocità tali dacausare danninell'area circostante
----• Esplosivo div. 1.6
5. Procedure di interesse per la gestione degli acceleratori
Laboratori Nazionali di Legnaro
Slide 16Patrizia Ingenito SLD.AMB.17.18
Gestione degli agenti chimici
Rischi per la sicurezza
Etichetta di pericolo Classe di pericolosità Rischio
Infiammabile (GHS 02)• Gas infiammabili, cat. 1• Aerosol infiammabili cat. 1 e 2• Liquidi infiammabili, cat. 1, 2. 3• Solidi infiammabili cat. 1 e 2• Sostanze e miscele autoreattive tipi B, C, D, E, F• Liquidi pirofici, cat. 1• Solidi pirofici, cat. 1• Sostanze e miscele autoriscaldanti, cat. 1 e 2• Sostanze e miscele che a contatto con l’acqua emettono gas infiammabili,
cat. 1, 2, 3• Perossidi organici, tipi B, C, D, E, F
Possonodar luogo aincendio
---
• Gas infiammabili, cat. 2• Gas chimicamente instabile cat. A e B• Aerosol infiammabile cat. 3• Autoreattivo tipo G• Perossidi organici tipo G
5. Procedure di interesse per la gestione degli acceleratori
Laboratori Nazionali di Legnaro
Slide 17Patrizia Ingenito SLD.AMB.17.18
Rischi per la sicurezza
Etichetta di pericolo Classe di pericolosità Rischio
Comburente (GHS 03)• Gas comburenti, cat. pericolo 1• Liquidi comburenti, cat. pericolo 1,
2. 3• Solidi comburenti
cat. pericolo 1, 2, 3
Può, generalmente cedendoossigeno, causare o favorire lacombustione di altre materie
Gas (GHS 04)• Gas sotto pressione• Gas compressi• Gas liquefatti• Gas liquefatti refrigerati• Gas disciolti
Gas contenuti in un recipiente auna pressione relativa pari osuperiore a 200 kPa o sottoforma di gas liquefatti o di gasliquefatti e refrigerati(esplosione)
Corrosivo (GHS 05)• Corrosivo per metalli, cat. pericolo
1
Sostanza o miscela che, perazione chimica, può attaccare odistruggere i metalli
Gestione degli agenti chimici
5. Procedure di interesse per la gestione degli acceleratori
Laboratori Nazionali di Legnaro
Slide 18Patrizia Ingenito SLD.AMB.17.18
Rischi per la salute
Etichetta di pericolo
Classe di pericolosità Rischio
Corrosivo (GHS 05)• Corrosione
cutanea, cat.pericolo 1A, 1B,1C
• Gravi lesionioculari, cat.pericolo 1
Sostanza o miscela che, per azione chimica,può provocare• a seguito dell'applicazione per una durata
massima di quattro ore corrosione dellapelle (produzione di lesioni irreversibili dellapelle, quali una necrosi visibile attraversol'epidermide e nel derma)
• a seguito dell'applicazione per una duratamassima di 4 ore irritazione della pelle(produzione di lesioni reversibili della pelle)
• gravi lesioni oculari (lesioni dei tessutioculari o un grave deterioramento dellavista) non totalmente reversibili entro 21giorni dall'applicazione,
• irritazione oculare (alterazione dell'occhio)entro 21 giorni dall'applicazione.
Gestione degli agenti chimici
5. Procedure di interesse per la gestione degli acceleratori
Laboratori Nazionali di Legnaro
Slide 19Patrizia Ingenito SLD.AMB.17.18
Rischi per la salute
Etichetta di pericolo Classe di pericolosità Rischio
Tossico (GHS 06)• Tossicità acuta (per via orale, cutanea,
inalazione), cat. pericolo 1, 2, 3
Sostanza o miscela che può produrreeffetti nocivi che si manifestano inseguito alla somministrazione per viaorale o cutanea di una dose unica o dipiù dosi ripartite nell'arco di 24 ore, o inseguito ad una esposizione perinalazione di 4 ore
Pericolo generico (GHS 07)• Tossicità acuta (per via orale, cutanea,
inalazione), cat. pericolo 4• Irritazione cutanea, cat. pericolo 2• Irritazione oculare, cat. pericolo 2• Sensibilizzazione cutanea, cat. pericolo 1• Tossicità specifica per organi bersaglio-
esposizione singola, cat. pericolo 3
Sostanza o miscela che può produrreeffetti nocivi, irritazioni,sensibilizzazioni…
Gestione degli agenti chimici
5. Procedure di interesse per la gestione degli acceleratori
Laboratori Nazionali di Legnaro
Slide 20Patrizia Ingenito SLD.AMB.17.18
Gestione degli agenti chimici
Rischi per la salute
Etichetta di pericolo Classe di pericolosità Rischio
Tossicità specifica (GHS 08)• Sensibilizzazione delle vie
respiratorie, cat. 1,sottocategoria 1A e 1B
• Mutagenicità sulle cellulegerminali, cat. pericolo 1A, 1B, 2
• cancerogenicità, cat. 1A, 1B, 2• Tossicità per la riproduzione,
cat. 1A, 1B, 2• Tossicità specifica per organi
bersaglio-esposizione singola,cat. 1, 2
• Tossicità specifica per organibersaglio-esposizione ripetuta,cat. 1, 2
• Pericolo di aspirazione, cat. 1
• Possono provocare il cancro oaumentarne la frequenza
• Possono produrre difettigenetici ereditari o aumentarnela frequenza
• Possono provocare o renderepiù frequenti effetti nocivi nonereditari nella prole o danni acarico della funzione o dellecapacità riproduttive maschili ofemminili
• tossicità specifica e non letaleper organi bersaglio, risultanteda un'unica esposizione o daesposizioni ripetute….
STOT (tossicità specifica per
organi bersaglio)
5. Procedure di interesse per la gestione degli acceleratori
Laboratori Nazionali di Legnaro
Slide 21Patrizia Ingenito SLD.AMB.17.18
Gestione degli agenti chimici
Rischi per l’ambiente
Etichetta di pericolo Classe di pericolosità Rischio
Pericolo per l’ambiente (GHS 09)• Pericoloso per l’ambiente
acquatico acuto cat. 1, cronicocat. 1, 2
In grado di provocare danni perl’ambiente acquatico
--- • Pericoloso per l’ambienteacquatico cronico cat. 3, 4
Etichetta di pericolo Classe di pericolosità Rischio
• Pericoloso per lo strato diozono
può presentare un pericolo per lastruttura e/o la funzione dellostrato di ozono della stratosfera
5. Procedure di interesse per la gestione degli acceleratori
Laboratori Nazionali di Legnaro
Slide 22Patrizia Ingenito SLD.AMB.17.18
Gas – classificazione e etichettatura ADREtichetta Codice di classificazione
A asfissiante;O comburente;F infiammabile;T tossico;TF tossico, infiammabile;TC tossico, corrosivo;TO tossico, comburente;TFC tossico, infiammabile, corrosivo;TOC tossico, comburente, corrosivo1 Gas compresso2 Gas liquefatto3 Gas liquefatto refrigerato4 Gas disciolto5 Generatori d’aerosol e recipienti di piccola capacità contenenti del gas
(cartucce di gas);6 Altri oggetti contenenti un gas sotto pressione;7 Gas non compressi sottoposti a disposizioni particolari (campioni di gas)
5. Procedure di interesse per la gestione degli acceleratori
Laboratori Nazionali di Legnaro
Slide 23Patrizia Ingenito SLD.AMB.17.18
acetilene
ammoniaca
Argon
azoto
elioAnidride
carbonica
cloro
idrogeno
ossigeno
Protossido di azoto
Gas - colorazione ogiva
5. Procedure di interesse per la gestione degli acceleratori
Laboratori Nazionali di Legnaro
Slide 24Patrizia Ingenito SLD.AMB.17.18
Classificazione delle merci pericoloseAdempimenti specifici per le attività di trasporto (imballaggio, carico/scarico,spedizione, trasporto)
ADR
Garantire condizioni di sicurezza in tutte le attività di trasporto checoinvolgono merci pericolose
Obiettivo
Ricezione di merci pericolose come destinatario finale (Servizio Magazzino)Spedizione di rifiuti merci pericolose con applicazione solo di alcuni requisitiprevisti da ADR (no consulente per trasporto merci pericolose e limitazionequantitativi) (Reparto Sicurezze)Spedizione di contenitori di gas in pressione classe 2 gruppi A (asfissianti),O (comburenti), F (infiammabili) vuoti, destinati a essere ricaricati e/ocollaudati, effettuata attraverso la ditta assegnataria della gara d’appalto perla fornitura di gas. In questo caso, la spedizione non è soggetta allanormativa ADR (rif. esenzione 1.1.3.1 lett. f).
Laboratori Nazionali di Legnaro e
ADR
Regolamentazione delle merci pericolose (ADR - European Agreement concerning the International Carriage of Dangerous Goods by Road / Accordo europeo relativo al trasporto merci di
pericolose su strada)
5. Procedure di interesse per la gestione degli acceleratori
Laboratori Nazionali di Legnaro
Slide 25Patrizia Ingenito SLD.AMB.17.18
ADR
Le merci pericolose sono classificate da un codice ONU a quattro cifre del tipo UN nnnn edalla denominazione ufficiale (nome ufficiale).
Ad esempio: UN 1090 Acetone.
I rifiuti che sono anche merci pericolose vanno classificati anche secondo l’ADR facendoprecedere la designazione ufficiale dal termine «rifiuto».
Ad esempio: UN 1090 Rifiuto Acetone.
Nei documenti di trasporto, oltre alle diciture succitate, è necessario apporre anche irifermenti relativi a modelli di etichetta, gruppo imballaggio (codice restrizionegalleria) e eventuali altre diciture quali «rifiuti conformi a l 2.1.3.5.5 ADR».
Ad esempio: UN 3264 RIFIUTO liquido corrosivo inorganico acido n.a.s., 8, II (E) rifiuticonformi al 2.1.3.5.5 ADR.
5. Procedure di interesse per la gestione degli acceleratori
Laboratori Nazionali di Legnaro
Slide 26Patrizia Ingenito SLD.AMB.17.18
Classe Denominazione Etichetta
1 Materie e oggetti esplosivi
2 Gas
3 Liquidi infiammabili
4.1 Solidi infiammabili, materieautoreattive, esplosivi
4.2 Materie soggette adaccensione spontanea
Gestione delle merci
pericolose (ADR)
5. Procedure di interesse per la gestione degli acceleratori
Laboratori Nazionali di Legnaro
Slide 27Patrizia Ingenito SLD.AMB.17.18
Gestione delle merci pericolose (ADR)Classe Denominazione Etichetta
4.3Materie che a contattocon l’acqua sviluppanogas infiammabili
5.1 Materie comburenti
5.2 Perossidi organici
6.1 Materie tossiche
6.2 Materie infettanti
Classe Denominazione Etichetta
7Materieradioattive
8Materiecorrosive
9
Materie eoggettipericolosidiversi
5. Procedure di interesse per la gestione degli acceleratori
Laboratori Nazionali di Legnaro
Slide 28Patrizia Ingenito SLD.AMB.17.18
1) Elementi identificativi della sostanza o del preparato e della società/impresa2) Identificazione dei pericoli3) Composizione/informazione sugli ingredienti4) Misure di primo soccorso5) Misure antincendio6) Misure in caso di rilascio accidentale7) Manipolazione e immagazzinamento8) Controllo dell'esposizione/protezione individuale9) Proprietà fisiche e chimiche10) Stabilità e reattività11) Informazioni tossicologiche12) Informazioni ecologiche13) Considerazioni sullo smaltimento14) Informazioni sul trasporto15) Informazioni sulla regolamentazione16) Altre informazioni
Leggere le schede di sicurezzaGestione degli agenti chimici e dei gas
5. Procedure di interesse per la gestione degli acceleratori
Laboratori Nazionali di Legnaro
Slide 29Patrizia Ingenito SLD.AMB.17.18
Gestione degli agenti chimici e dei gas
Norme generali a carico dei
responsabili di esperimento /
servizio / laboratorio
Richiedere al Direttore dei Laboratori l’autorizzazione preventiva all’impiego diagenti cancerogeni di categoria 1A o 1B (H340) o mutageni di categoria 1A o 1B(H350);Valutare preventivamente con attenzione l’impiego di agenti cancerogeni di categoria2 (H341) o mutageni di categoria 2 (H351) o tossici per il ciclo riproduttivo dicategoria 1A, 1B o 2 (H360, H361);mettere a disposizione dei componenti del proprio esperimento / servizio / laboratoriole schede di sicurezza degli agenti chimici utilizzati e fornire le informazioni sulleprocedure specifiche di sicurezza da applicare durante lo svolgimento delle attività(database web della gestione ambientale)fornire ai fornitori esterni le pertinenti informazioni relativamente alla gestione degliagenti chimiciverificare che i quantitativi immagazzinati di agenti chimici non superino gli eventualiquantitativi massimi previsti
Norme generali per la gestione degli
agenti chimici
1.Individuare tipologia di agente chimico e sua classificazione di pericolosità2.Leggere le schede di sicurezza3.Applicare le norme di sicurezza
5. Procedure di interesse per la gestione degli acceleratori
Documentazione del Sistema di Gestione Ambientale
COD TitoloIOP.O.02.01.CHI Modalità di gestione degli agenti chimici
Laboratori Nazionali di Legnaro
Slide 30Patrizia Ingenito SLD.AMB.17.18
Gestione degli agenti chimici e dei gas Prescrizioni particolari – normativa fiscale
Acquisto di alcol etilicoVanno acquistate confezioni di capacità massima pari a 2,5 lL’acquisto in esenzione di accisa deve essere effettuato dalle ditta Nova Chimica e Locatelli Alcool diLocatelli StefanoL’acquisto in esenzione di accisa complessivo all’interno dei LNL non può superare i 400 l l’annoIl deposito di alcol etilico in esenzione di accisa complessivo dei LNL non piò superare i 200 l
Acquisto di alcol propilico, metilico, isopropilicoVanno acquistate confezioni di capacità massima pari a 2,5 lL’acquisto deve essere effettuato solo dalle ditte Carlo Erba, Coversol, Exacta + Optech Labcenter Spa,Nova Chimica, PQR, Sigma Aldrich, Titolchimica, Zetalab, Labochimica, VetrotecnicaI quantitativi sono riportati nella tabella sottostante
Tipo di alcole Quantità massima che in ogni momento può trovarsi all’interno dei LNL (litri)
Quantità massima che si prevede di utilizzare in un anno (litri)
Alcol metilico 70 100Alcol propilico 40 60Alcol isopropilico 40 60
5. Procedure di interesse per la gestione degli acceleratori
Laboratori Nazionali di Legnaro
Slide 31Patrizia Ingenito SLD.AMB.17.18
Gestione degli agenti chimici e dei gas
1. Conservare i prodotti chimici, in particolare quelli pericolosi e quelli liquidi, in contenitori eposti adeguati (armadi di sicurezza, bacini di contenimento …)
2. Non effettuare travasi, trasferimenti... di agenti chimici senza aver prima verificato chesiano state predisposte le necessarie misure di contenimento in caso di sversamento(bacini di contenimento fissi, sistemi di contenimento...)
3. Trasportare, maneggiare, conservare i prodotti pericolosi con ATTENZIONE4. Non versare prodotti chimici, acque di lavaggio … nei lavandini, nei servizi igienici, nei
tombini5. tenere sempre a disposizione materiali adeguati per assorbire o neutralizzare eventuali
agenti chimici sversati per terra o sui ripiani. In caso di sversamento, utilizzare guanti diprotezione per le operazioni di rimozione e bonifica. I dispositivi di protezione individualeutilizzati e non reimpiegabili (es. guanti usa e getta in lattice …) vanno raccolti comerifiuto entro i contenitori etichettati con il codice CER 15 02 02*
6. Eliminare periodicamente gli agenti chimici non più utilizzati o diventati vecchi
NO!
Conservare, trasportare, utilizzare agenti chimici
5. Procedure di interesse per la gestione degli acceleratori
Laboratori Nazionali di Legnaro
Slide 32Patrizia Ingenito SLD.AMB.17.18
Gestione degli agenti chimici e dei gas
Prima di utilizzare le bombole, controllare:tipo di gas contenuto (colore e simbolo riportato sull’ogiva)classificazione di pericolositàdati tecnici del recipiente (targhetta stampigliata sull’ogiva riportante: nome o sigla del fabbricante, numerod’ordine di fabbricazione, nome commerciale del gas, pressione massima di carica, pressione di prova,capacità e tara del recipiente, anno e mese del collaudo, mese e anno della revisione, nome, sigla, numerod’ordine del proprietario)
Conservare, trasportare, utilizzare gas compressi e liquefatti
5. Procedure di interesse per la gestione degli acceleratori
Trasportare le bombole:• inserendo il cappellotto di
protezione,• evitando di farle rotolare e di
trascinarle per il cappellotto,• utilizzando sempre carrelli
dotati di catena di fissaggio• evitando l’uso di sollevatori
magnetici, imbracature con funio catene
Conservare le bombole:• ancorando con catena le bombole piene alle pareti del locale oppure
fissandole a una struttura stabile e mantenendole in posizioneverticale
• separando gas tra loro incompatibili• separando quelle piene da quelle vuote• lontano da fonti di calore e in luoghi ove la temperatura sia inferiore a
50°C e non vi sia presenza di agenti corrosivi• in assenza di sostanze combustibili e infiammabili oltre ai gas
contenuti nelle bombole stesse• in modo tale da evitare collegamenti elettrici
Laboratori Nazionali di Legnaro
Slide 33Patrizia Ingenito SLD.AMB.17.18
Gestione degli agenti chimici e dei gas Acquisto di agenti chimici
Acquisto con ordine1. Individuare l’agente chimico da acquistare2. Verificare se l’agente chimico è già utilizzato all’interno dei Laboratori Nazionali di Legnaro e se
è presente la scheda di sicurezza (consultando il database web all’indirizzohttp://192.168.33.191:8080/Sito_chimici/indice.htm, attraverso il software INFN14001 oppurechiedendo alla responsabile del sistema di gestione ambientale Patrizia Ingenito, int. 506,[email protected])
3. In caso si tratti di agente chimico che non è già utilizzato all’interno dei Laboratori Nazionali diLegnaro, recuperare la scheda di sicurezza, chiedendo eventualmente supporto allaresponsabile del sistema di gestione ambientale
4. Verificare la classificazione di pericolosità dell’agente chimico: in caso di agenti chimicicancerogeni, mutageni o teratogeni deve essere richiesta l’autorizzazione all’impiego alDirettore dei Laboratori Nazionali di Legnaro,
5. Preparare la richiesta d’ordine indicando tipologia, quantità, fornitore dell’agente chimico daacquistare, allegare le schede di sicurezza, far siglare la richiesta al RSPP Sergio Sartor econsegnare il tutto al Servizio Amministrazione
5. Procedure di interesse per la gestione degli acceleratori
Laboratori Nazionali di Legnaro
Slide 34Patrizia Ingenito SLD.AMB.17.18
Gestione degli agenti chimici e dei gas Acquisto di agenti chimici
Acquisto in contanti1. Se agente chimico appartenente a una delle tipologie indicate nel modulo “Commissione di
acquisto in contanti”, barrare con una crocetta e indicare il quantitativo2. Se agente chimico non appartenente a una delle tipologie suindicate ma presente nell’inventario
generale dei LNL, contattare preventivamente RSPP o RGA per verificare la classificazione dipericolosità, indicare tipologia e quantitativo nella tabella iniziale e allegare la scheda di sicurezza(scaricabile dall’indirizzo dalla pagina web del sito dei laboratori www.lnl.infn.it pagine safety andenvironment)
3. Se agente chimico nuovo e non presente nell’inventario generale dei LNL, contattarepreventivamente RSPP o RGA per verificare la classificazione di pericolosità, indicare tipologia equantitativo nella tabella iniziale e allegare la scheda di sicurezza ricevuta dal fornitore
4. Far siglare la richiesta al RSPP Sergio Sartor e consegnare il tutto al Servizio Amministrazione
Acquisto di gas
L’acquisto dei gas va effettuato attraverso il Servizio Magazzino alla ditta SIAD (titolare dell’attualecontratto)
5. Procedure di interesse per la gestione degli acceleratori
Laboratori Nazionali di Legnaro
Slide 35Patrizia Ingenito SLD.AMB.17.18
I rifiuti sono individuati da un codice CER a sei cifre.
La struttura gerarchica del CER è composta da tre livelli:
I LIVELLO: categoria industriale e/o attività generatrici di rifiuti (prime due cifre del codice)
II LIVELLO: singoli processi all’interno delle singole categorie generatrici di attività (sub-attività) (secondedue cifre del codice)
III LIVELLO: descrizione della singola tipologia di rifiuto generalizzato (terze due cifre del codice)
Per codificare un rifiuto è pertanto necessario capire:
• origine e provenienza
• tipologia
UN RIFIUTO PUÒ AVERE CODICI DIVERSI A SECONDA DELL’ORIGINE
CER: CATALOGO EUROPEO dei RIFIUTI
Decisione UE del 18/12/2014Dal 01/06/2015
5. Procedure di interesse per la gestione degli acceleratori
Laboratori Nazionali di Legnaro
Slide 36Patrizia Ingenito SLD.AMB.17.18
Gestione dei rifiuti - classificazione
ORIGINE
URBANI
SPECIALI
a) rifiuti domestici, anche ingombranti, provenienti da locali e luoghi adibiti ad uso di civile abitazione;b) rifiuti non pericolosi provenienti da locali e luoghi adibiti ad usi diversi da quelli di cui alla lettera a),
assimilati ai rifiuti urbani per qualità e quantità, ai sensi dell'articolo 198, comma 2, lettera g);,c) rifiuti provenienti dallo spazzamento delle strade;d) rifiuti di qualunque natura o provenienza, giacenti sulle strade ed aree pubbliche o sulle strade ed
aree private comunque soggette ad uso pubblico o sulle spiagge marittime e lacuali e sulle rive deicorsi d'acqua;
e) rifiuti vegetali provenienti da aree verdi, quali giardini, parchi e aree cimiteriali;f) rifiuti provenienti da esumazioni ed estumulazioni, nonché gli altri rifiuti provenienti da attività
cimiteriale diversi da quelli di cui alle lettere b), c) ed e)
a) rifiuti da attività agricole e agro-industriali,b) rifiuti derivanti dalle attività di demolizione, costruzione, nonché i rifiuti che derivano dalle attività di
scavo,c) rifiuti da lavorazioni industriali;d) rifiuti da lavorazioni artigianali;e) rifiuti da attività commerciali;f) rifiuti da attività di servizio;g) rifiuti derivanti dalla attività di recupero e smaltimento di rifiuti, i fanghi prodotti dalla potabilizzazione e
da altri trattamenti delle acque e dalla depurazione delle acque reflue e da abbattimento di fumi;h) rifiuti derivanti da attività sanitarie
5. Procedure di interesse per la gestione degli acceleratori
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Slide 37Patrizia Ingenito SLD.AMB.17.18
Gestione dei rifiuti - classificazione
PERICOLOSITÀNON PERICOLOSI
PERICOLOSI
rifiuti contraddistintida * nel catalogoeuropeo dei rifiuti
COD Classificazione Etichetta
HP3 Infiammabile
HP4 Irritante
HP5Tossicità specifica per organibersaglio (STOT) / Tossicità incaso di aspirazione
HP6 Tossico
HP7 Cancerogeno
HP8 Corrosivo
Dal 01/06/2015
Dec. UE 18/12/2014 , Reg. UE 1357/2014 -
Classificazione dei rifiuti
5. Procedure di interesse per la gestione degli acceleratori
Laboratori Nazionali di Legnaro
Slide 38Patrizia Ingenito SLD.AMB.17.18
Gestione dei rifiuti - classificazione
COD Classificazione Etichetta
HP9 Infettivo
HP10 Teratogeno
HP11 Mutageno
HP12 Rifiuto che libera gas atossicità acuta
HP13 Sensibilizzante
HP14 Ecotossico
Dal 01/06/2015
Dec. UE 18/12/2014 , Reg. UE 1357/2014 -
Classificazione dei rifiuti
5. Procedure di interesse per la gestione degli acceleratori
Laboratori Nazionali di Legnaro
Slide 39Patrizia Ingenito SLD.AMB.17.18
Gestione dei rifiuti - classificazione
COD Classificazione Etichetta
HP1 Esplosivo
HP2 Comburente
HP15 Rifiuti che non possiedono direttamente una delle caratteristiche di pericoloda HP1 a HP14 ma possono manifestarla successivamente
Etichetta rifiuto
Dal 01/06/2015Dec. UE 18/12/2014 , Reg. UE 1357/2014 - Classificazione dei rifiuti
5. Procedure di interesse per la gestione degli acceleratori
Laboratori Nazionali di Legnaro
Slide 40Patrizia Ingenito SLD.AMB.17.18
Gestione dei rifiuti
1. Comunicazione esistenza rifiuto
CHI? Produttore del rifiuto
Scheda consegna rifiutoDOCUMENTO?
2b. Individuazione del codice CER e
dell’eventuale pericolosità
Scheda di classificazione rifiutoEtichette da apporre sui colliIstruzioni di imballaggio
Responsabile del reparto Sicurezze(RRS)Responsabile del Sistema di GestioneAmbientale (RGA)
2a. Classificazione del rifiuto in urbano
o speciale
CHI?
DOCUMENTO?2c. Eventuale
classificazione del rifiuto merce pericolosa
5. Procedure di interesse per la gestione degli acceleratori
Laboratori Nazionali di Legnaro
Slide 41Patrizia Ingenito SLD.AMB.17.18
Gestione dei rifiuti
3. Aggiornamento inventario rifiuti
Scheda classificazione rifiutoEtichette da apporre sui colliIstruzioni di imballaggio
Produttore del rifiuto incollaborazione al RepartoSicurezze
CHI?
Inventario rifiuti (database)
CHI?
Responsabile del Sistema di GestioneAmbientale (RGA)
4a. Etichettatura e imballaggio dei
rifiuti e delle merci pericolose
4b. Consegna del rifiuto al Reparto
Sicurezze
DOCUMENTO?
DOCUMENTO?
5. Procedure di interesse per la gestione degli acceleratori
Laboratori Nazionali di Legnaro
Slide 42Patrizia Ingenito SLD.AMB.17.18
5. Procedure di interesse per la gestione degli acceleratori
Attività: attività di manutenzione / gestione impianti
Rifiuto prodotto: contenitori vuoti cha hanno contenuto sostanza pericolose
Tipo di rifiuto: speciale
Codice CER: 15 01 10* imballaggi contenenti residui di sostanze pericolose o contaminatida tali sostanze
Pericolosità: rifiuto pericoloso
Classi di pericolosità: HP5 sostanza nociva
Etichette di pericolo:
Merce pericolosa: NO (esenzione ADR)
Gestione dei rifiuti – Esempi di classificazione
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Slide 43Patrizia Ingenito SLD.AMB.17.18
5. Procedure di interesse per la gestione degli acceleratori
Attività: attività di manutenzione / gestione impianti
Rifiuto prodotto: stracci, guanti, carta sporchi
Tipo di rifiuto: speciale
Codice CER: 15 02 02* assorbenti, materiali filtranti (inclusi filtri dell'olio non specificatialtrimenti), stracci e indumenti protettivi, contaminati da sostanze pericolose
Pericolosità: rifiuto pericoloso
Classi di pericolosità: HP5 sostanza nociva
Etichette di pericolo:
Merce pericolosa: NO
Gestione dei rifiuti – Esempi di classificazione
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Slide 44Patrizia Ingenito SLD.AMB.17.18
5. Procedure di interesse per la gestione degli acceleratori
Gestione dei rifiuti – Esempi di classificazione
Attività: gestione impianti e apparati
Rifiuto prodotto: olio esausto trasformatore Tandem
Tipo di rifiuto: speciale
Codice CER: 13 02 08* altri oli da motori, ingranaggi e lubrificazione
Pericolosità: rifiuto pericoloso
Classi di pericolosità: HP5 nocivo
Etichette di pericolo:
Merce pericolosa: NO
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Slide 45Patrizia Ingenito SLD.AMB.17.18
5. Procedure di interesse per la gestione degli acceleratori
Gestione dei rifiuti – Esempi di classificazione
Attività: gestione impianti e apparatiRifiuto prodotto: batterie esausteTipo di rifiuto: specialeCodice CER: 16 06 01* batterie al piomboPericolosità: rifiuto pericolosoClassi di pericolosità: HP5 nocivo, HP11 teratogeno, H8 corrosivo, HP14 pericoloso per
l'ambiente acquatico
Etichette di pericolo:
Merce pericolosa: Sì
Numero ONU: 2794
Denominazione ADR: Accumulatori elettrici riempiti di elettrolita acido
Etichette ADR:
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Patrizia Ingenito SLD.AMB.17.18 Slide 46
Gestione dei rifiuti
1. Separare gli scarti provenienti dall’attività per categorie omogenee (caratteristiche chimico-fisiche,codice CER), non miscelando rifiuti con classe di pericolosità diversa o rifiuti pericolosi con rifiuti nonpericolosi, in particolare per i rifiuti che possono reagire tra di loro dando luogo a formazione diprodotti esplosivi, infiammabili e/o tossici o sviluppo di calore
2. utilizzare per i rifiuti liquidi vasca di contenimento, per i rifiuti solidi contenitori o sacchi di adeguataresistenza, in relazione al tipo di rifiuto contenuto,
3. bonificare i recipienti che hanno contenuto rifiuti o che vengono riutilizzati per contenere rifiuti ditipologia diversa;
4. proteggere i rifiuti all'azione degli agenti meteorologici5. Imballare e etichettare i rifiuti secondo le indicazioni ricevute,6. Custodire i rifiuti all'interno dei / presso i locali occupati dalla propria attività fino alla consegna al
Reparto Sicurezze7. Compilare la scheda consegna rifiuto al momento della consegna al reparto Sicurezze
Attività a carico del produttore del rifiuto
Documentazione del Sistema di
Gestione Ambientale
COD TitoloIOP.O.02.01.RIF Gestione operativa dei rifiuti assimilati agli urbaniIOP.O.02.02.RIF Gestione operativa dei rifiuti specialiMOD.O.02.02.RIF Scheda di consegna rifiuto al reparto sicurezzeMOD.O.02.04.RIF Scheda di classificazione dei rifiuti
5. Procedure di interesse per la gestione degli acceleratori
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Slide 47Patrizia Ingenito SLD.AMB.17.18
Emissioni gassose dannose per l’ozono atmosferico
5. Procedure di interesse per la gestione degli acceleratori
OZONO ATMOSFERICO
(O3)
forma uno strato che blocca la radiazione ultravioletta proveniente dalsoleessenziale per l’esistenza della vita sulla terraalcune sostanze sono responsabili della scissione della molecola diozono
QUALI SONO LE SOSTANZE
OZONO DANNOSE?
Clorofluorocarburi (CFC);altri clorofluorocarburi completamente alogenati;halon;tetracloruro di carbonio (CCl4);Bromuro di metile1,1,1-tricloroetano (CHCl2 CH2Cl);Idrobromofluorocarburi e idroclorofluorocarburi (HBFC e HCFC)
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Slide 48Patrizia Ingenito SLD.AMB.17.18
Emissioni gassose dannose per l’ozono atmosferico
5. Procedure di interesse per la gestione degli acceleratori
Massima riduzione dell’ozono stratosferico (colore blu e viola) nell’emisfero australe (settembre 2006) enell’emisfero boreale (marzo 2011).Fonte: National Aeronautics and Space Administration (NASA) - Goddard Space Flight CenterFonte EEA http://www.eea.europa.eu/themes/climate/ozone-depleting-substances-and-climate-change
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Slide 49Patrizia Ingenito SLD.AMB.17.18
Emissioni gassose dannose per l’ozono
atmosferico
5. Procedure di interesse per la gestione degli acceleratori
Fonte EEA http://www.eea.europa.eu/themes/climate/ozone-depleting-substances-and-climate-change
Laboratori Nazionali di Legnaro
Slide 50Patrizia Ingenito SLD.AMB.17.18
Emissioni gassose dannose per l’ozono
atmosferico
5. Procedure di interesse per la gestione degli acceleratori
Fonte EEA http://www.eea.europa.eu/themes/climate/ozone-depleting-substances-and-climate-change
Laboratori Nazionali di Legnaro
Slide 51Patrizia Ingenito SLD.AMB.17.18
Emissioni gassose dannose per l’ozono atmosferico
5. Procedure di interesse per la gestione degli acceleratori
Tipo di gas Formula bruta Denominazione
Potenziale di diminuzione dell’ozono (ODP) (*)
Tempo di permanenza in atmosfera
(anni) (**)
Impianti utilizzatori
CFC-11 (R 11) CFCl3 Triclorofluorometano 1,0 45
CFC-12 (R 12) CF2Cl2 Diclorodifluorometano 1,0 100
HCFC-22 (R 22) CHF2Cl Clorodifluorometano 0,055 12Impianti di
condizionamento / refrigerazione
HCFC-132 C2H2F2Cl2 Diclorodifluoroetano 0,050 1700
CTC CCl4Tetraclorometano (tetracloruro di carbonio) 1,1 26 Apparati sperimentali
(*) Dati ricavati da allegato I Reg. UE 1005/2009(**) Dati ricavati dal rapporto del 2001 dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC)
POTENZIALE DI DIMINUZIONE DELL’OZONO
(ODP)
è definito come il valore esprimente l'effetto potenziale di ciascuna sostanza controllatao sostanza nuova sullo strato d'ozono (rif. allegati I e II del reg. UE 1005/2009)viene calcolato come il rapporto tra l’impatto sull’ozono di un prodotto chimico el’impatto di una massa analoga di CFC-11. L’ODP del CFC-11 è quindi 1,0.
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Slide 52Patrizia Ingenito SLD.AMB.17.18
Emissioni gassose dannose per l’ozono atmosferico
5. Procedure di interesse per la gestione degli acceleratori
D.P.R. 147/2006, Reg. UE 1005/2009 (gas dannosi per l’ozono stratosferico): controllo e recupero dellefughe di sostanze lesive della fascia di ozono stratosferico, D. Lgs. 108/2013 (Disciplina sanzionatoriaper la violazione delle disposizioni derivanti dal Regolamento (CE) n. 1005/2009)
Normative di riferimento
1. Censimento impianti contenenti sostanze controllate2. Istituzione e compilazione periodica del libretto di impianto se il quantitativo è > 3 kg3. Periodicità dei controlli in funzione del quantitativo di gas contenuto
Adempimenti previsti per impianti di condizionamento / refrigerazione, impianti antincendio
Dal 01/01/2015: divieto di riparazione per impianti contenenti R22
Le attività di manutenzione, controllo e verifica sono curate dal Servizio Gestione Impianti e SicurezzeGli adempimenti di legge sono curati da Responsabile del Sistema di Gestione Ambientale
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Slide 53Patrizia Ingenito SLD.AMB.17.18
Emissioni responsabili dell’effetto serra
5. Procedure di interesse per la gestione degli acceleratori
EFFETTO SERRAProgressivo aumento della temperatura media terrestreCausa = riscaldamento provocato dall’assorbimento della radiazioneinfrarossa emessa dalla superficie terrestre da parte di alcune sostanzepresenti nell’atmosfera
FATTORE DI RISCALDAMENTO GLOBALE (GWP)
effetto potenziale sul riscaldamento globale dell’atmosfera (capacità diassorbire la radiazione infrarossa emessa dal pianeta Terra) di una datamassa unitaria di gas rispetto all’effetto di riscaldamento provocato daun’analoga massa di biossido di carbonio (CO2), prendendo in considerazioneun orizzonte di 100 anni.Il GWP del biossido di carbonio è posto pari a 1Una Mt di CO2 equivalente è definita come una Mt di CO2 o una quantità diqualsiasi altro gas a effetto serra che abbia un equivalente potenziale diriscaldamento planetario
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Slide 54Patrizia Ingenito SLD.AMB.17.18
Emissioni responsabili
dell’effetto serra
5. Procedure di interesse per la gestione degli acceleratori
Fonte EEAhttp://www.eea.europa.eu/
Laboratori Nazionali di Legnaro
Slide 55Patrizia Ingenito SLD.AMB.17.18
Emissioni responsabili
dell’effetto serra
5. Procedure di interesse per la gestione degli acceleratori
Fonte EEA http://www.eea.europa.eu/
Laboratori Nazionali di Legnaro
Slide 56Patrizia Ingenito SLD.AMB.17.18
Emissioni responsabili dell’effetto serra
5. Procedure di interesse per la gestione degli acceleratori
Tipo di gas Formula bruta Tipo di gas Formula bruta
HFC-23 CHF3 HFC-143a C2H3F3
HFC-32 CH2F2 HFC-227ea C3HF7
HFC-41 CH3F HFC-236cb CH2FCF2CF3
HFC-43-10mee C5H2F10 HFC-236ea CHF2CHFCF3
HFC-125 C2HF5 HFC-236fa C3H2F6
HFC-134 C2H2F4 HFC-245ca C3H3F5
HFC-134a CH2FCF3 HFC-245fa CHF2CH2CF3
HFC-152a C2H4F4 HFC-365mfc CF3CH2CF2CH3
HFC-143 C2H3F3
Idrofluorocarburi (HFC)
Tipo di gas Formula bruta
Perfluorometano CF4
Perfluoroetano C2F6
Perfluoropropano C3F8
Perfluorobutano C4F10
Perfluoropentano C5F12
Perfluoroesano C6F14
Perfluorociclobutano c-C4F8
Perfluorocarburi (PFC)
Esafluoruro di zolfo SF6
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Slide 57Patrizia Ingenito SLD.AMB.17.18
Emissioni responsabili dell’effetto serra
5. Procedure di interesse per la gestione degli acceleratori
Sostanza Caratteristiche Tempo di permanenza in atmosfera (*) GWP (**) Impianto / apparato
responsabile dell’emissioneCO2 50 – 100 anni 1,00 Centrali termiche
R134a 13,8 anni 1.430,00
Impianti di condizionamento e refrigerazione
R407C miscela di HFC 32, HFC 125, HCF 134a
HFC 32: t(atm) = 5 anni,HFC 125: t(atm) = 29 anni,HFC 134a: t(atm) = 13,8 anni
1.773,85
R410a miscela di HFC 32, HFC 125
HFC 32: t(atm) = 5 anni,HFC 125: t(atm) = 29 anni 2.087,50
R404amiscela di HFC 143a, HFC 125, HFC 134a
HFC 125: t(atm) = 29 anniHFC 134a: t(atm) = 13,8 anni 3.921,60
SF6 3.200 anni 22,800,00 Acceleratori elettrostatici
(*) Dati ricavati dal rapporto del 2001 dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (www.IPCC.org) (**) Dati ricavati dal Reg. UE 517/2014
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Slide 58Patrizia Ingenito SLD.AMB.17.18
Emissioni responsabili dell’effetto serra
5. Procedure di interesse per la gestione degli acceleratori
D.P.R. 43/2012 (gestione controlli), D.Lgs. 26/2013 (sanzioni) e reg. UE517/2014 (in vigore dal 01/01/2015)
Normative di riferimento
1. Censimento impianti contenenti sostanze controllate2. Istituzione e compilazione periodica del libretto di impianto se il quantitativo di gas è > 5 ton CO2
equiv.3. Effettuazione delle verifiche con periodicità dipendente dal quantitativo di gas contenuto (in termini di
ton CO2 equiv.)4. In caso di esistenza di fughe, obbligo di riparazione e di verifica entro un mese dalla riparazione5. Trasmissione all’ISPRA della denuncia annuale inerente le emissioni di gas fluorurati a effetto serra
verificatesi l’anno precedente entro il 31/05 di ogni anno6. Incarico a ditte e manutentori iscritti al registro f-gas per installazione di apparecchiature non
ermeticamente sigillate, manutenzione, verifica e riparazione, recupero dei gas contenuti inapparecchiature fisse giunte a fine vita
Adempimenti periodici previsti
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Slide 59Patrizia Ingenito SLD.AMB.17.18
Emissioni responsabili dell’effetto serra5. Procedure di interesse per la gestione degli acceleratori
Commutatori elettrici (art. 2 punto 36 Reg. UE 517/2014): dispositivi di commutazione e apparecchiature dicontrollo, misura, protezione e regolazione a essi associate, così come gli insiemi di tali dispositivi eapparecchi, con le relative connessioni, gli accessori, i contenitori e le strutture di sostegno, il cui utilizzo èassociato alla generazione, trasmissione, distribuzione e conversione di energia elettrica:
Gli acceleratori elettrostaticisono commutatori elettrici?
NO Risposta del Ministero dell’AmbienteClassificazione europea impianti utilizzatori di SF6
a) apparecchiature fisse di refrigerazione; b) apparecchiature fisse di condizionamento d’aria; c) pompe di calore fisse; d) apparecchiature fisse di protezione antincendio; e) celle frigorifero di autocarri e rimorchi frigorifero; f) commutatori elettrici; g) cicli Rankine a fluido organico
Per le apparecchiature di cui alle lettere da a) a e), i controlli sono svolti da persone fisiche certificateconformemente alle norme di cui all’articolo 10 del reg. 517/2014.
Quali sono le apparecchiature soggette ai controlli delle perdite (art. 4 reg. 517/2014)?
Laboratori Nazionali di Legnaro
Slide 60Patrizia Ingenito SLD.AMB.17.18
Emissioni responsabili dell’effetto serra
5. Procedure di interesse per la gestione degli acceleratori
Massa SF6 reintegrato
totale Mtotale (kg)
% valutata su massa a 18°C
per CN + Tandem
2002 240,0 0,62003 3.240,0 8,42004 3.480,0 9,12005 3.480,0 9,12006 6.840,0 17,82007 720,0 1,92008 2.280,0 5,92009 2.800,0 7,32010 400,0 1,02011 3.400,0 8,82012 3.400,0 8,82013 3.320,0 8,62014 440,0 1,1
Valore medio annuale periodo
2002 - 20142.836,7 7,4
Acceleratore CN: volume dellatank 35 m 3̂, percentuale di gasnella miscela pari al 25%, massavalutata a P = 15 bar e T = 18°Cpari a 857 kg.
Acceleratore Tandem: volumedella tank 767 m^3, percentuale digas pari al 100%, massa valutataa P = 7 bar e T = 18°C pari a37.583 kg
Valutazione emissioni SF6 - Tutti gli acceleratori
Anno
Tandem + CN
Note
Dati comunicati a ISPRA a inizio 2015
Laboratori Nazionali di Legnaro
Slide 61Patrizia Ingenito SLD.AMB.17.18
Emissioni responsabili dell’effetto serra
5. Procedure di interesse per la gestione degli acceleratori
Anno Emissione di CO2 totali (t)
Emissione di CO2
(ELE) (t)
% ELE sul totale
Emissione di CO2 (CH4)
(t)
% CH4sul totale
Emissione CO2
(gasolio) (t)
Emissione di CO2 (SF6) (t)
% SF6 sul totale
2000 83.750 7.671 9,2 0 0,0 838 75.240 89,82001 9.062 8.453 93,3 578 6,4 31 0 0,02002 16.276 9.937 61,1 866 5,3 5.472 33,62003 82.664 8.178 9,9 614 0,7 73.872 89,42004 88.960 9.089 10,2 528 0,6 79.344 89,22005 88.525 8.552 9,7 628 0,7 79.344 89,62006 166.602 10.099 6,1 552 0,3 155.952 93,62007 26.642 9.772 36,7 454 1,7 16.416 61,62008 59.906 7.280 12,2 642 1,1 51.984 86,82009 72.086 7.716 10,7 530 0,7 63.840 88,62010 17.461 7.919 45,4 422 2,4 9.120 52,22011 86.556 8.608 9,9 428 0,5 77.520 89,62012 84.141 6.253 7,4 368 0,4 77.520 92,12013 81.953 5.802 7,1 455 0,6 75.696 92,42014 15.369 4.928 32,1 409 2,7 10.032 65,3
Laboratori Nazionali di Legnaro
Slide 62Patrizia Ingenito SLD.AMB.17.18
SCOPO1. rilevare, affrontare e risolvere le non conformità riscontrate durante le attività, nonché definire e
attuare le pertinenti azioni correttive2. individuare le potenziali non conformità, nonché definire e attuare le pertinenti azioni preventive
Non conformità non soddisfacimento di un requisito specificato
Azione correttiva azione intrapresa per eliminare le cause di esistenti non conformità, al fine diprevenirne il ripetersi
Azione preventivaazione intrapresa per eliminare le cause di potenziali non conformità, al fine diprevenirne il verificarsi
Non conformità, azioni correttive e preventive – punto 4.5.3 UNI EN ISO 14001
COD Titolo
PGA.S.04 Gestione delle non conformità ambientali, delle azioni correttive epreventive
MOD.S.04.01 Gestione delle non conformitàMOD.S.04.02 Gestione delle azioni correttive e preventive
5. Procedure di interesse per la gestione degli acceleratori
Documentazione del Sistema di
Gestione Ambientale
Laboratori Nazionali di Legnaro
Slide 63Patrizia Ingenito SLD.AMB.17.18
SCOPO
1. individuare e gestire emergenze e/o incidenti ambientali che si possono verificare,2. prevenire e attenuare l’impatto ambientale che ne può derivare,3. riesaminare e revisionare periodicamente e in conseguenza di incidenti ed emergenze
verificatesi le procedure e la documentazione connessa
Preparazione e risposta alle emergenze – punto 4.4.7 UNI EN ISO 14001
COD TitoloPGA.O.06 Gestione delle emergenze
MOD.O.06.01 Scheda emergenza reale o simulata
5. Procedure di interesse per la gestione degli acceleratori
Documentazione del Sistema di
Gestione Ambientale