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Laboratorio di conoscenza architettura Materiale (CEGA) Modulo di Ecologia - Corsi A - B - C - A.A. 2008-2009. Proff. Deborah Pennestrì, Francesca Villari, Antonia Maria Rao
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UNIVERSITA' DEGLI STUDI MEDITERRANEA
DI REGGIO CALABRIA FACOLTA' DI ARCHITETTURA
CORSO DI LAUREA TRIENNALE IN
COSTRUZIONE E GESTIONE DELL’ARCHITETTURA- CEGA
LABORATORIO DI CONOSCENZA DELL’ARCHITETTURA MATERIALE
Anno Accademico 2008-09
Disciplina
ECOLOGIA
2 CFU
Prof.ssa: DEBORAH PENNESTRÌ (Corso A)
Prof.: FRANCESCA VILLARI (Corso B)
Prof.ssa: ANTONIA MARIA RAO (Corso C)
Dispensa IV
Laboratorio di conoscenza architettura Materiale (CEGA) Modulo di Ecologia - Corsi A - B - C - A.A. 2008-2009. Proff. Deborah Pennestrì, Francesca Villari, Antonia Maria Rao
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I PRODOTTI MINERALI:
Materiali silicei: cemento, calcestruzzo armato, blocchi di calcestruzzo, vetro.
IL CALCESTRUZZO: APPROVVIGIONAMENTO MATERIE PRIME
Il calcestruzzo è costituito da aggregati (75-80%), cemento (9-14%), acqua (5-11%) e
additivi. Questi materiali sono in reperibili a livello locale.
Cementi:
Sono leganti idraulici composti da miscele di ossido di calcio, silicio, alluminio e ferro. La
percentuale dei diversi ossidi varia a seconda del tipo di cemento (cemento Portland, cemento
composito Portland, cemento da altoforno, cemento pozzolanico, cemento composito).
Aggregati:
Possono essere leggeri (tufo, pomice, scorie di lava, argilla espansa, frammenti di laterizio,
perlite, lana di legno, sfere di polistirolo), per migliorare le caratteristiche di isolamento termico,
oppure normali (ghiaia, pietrisco, materiale di riciclaggio, sabbia) o pesanti (minerali di ferro,
granulato di ferro, solfato e barite), per costruzioni speciali.
Tipologia e dimensione dei granuli aggregati (65-80%) determinano le proprietà del calcestruzzo.
IL CALCESTRUZZO: CARATTERISTICHE FISICO-TECNICHE
- Mantiene a lungo l'umidità;
- Scarsa traspirabilità ed elevata conducibilità;
- Richiede complesse opere di isolamento termoacustico e in qualche caso l'utilizzo di
additivi chimici specifici a forte impatto ambientale.
In caso di realizzazione di blocchi per muratura:
- Buon accumulo termico
- Buona coibenza e traspirabilità
- Buona resistenza al fuoco
- Basso costo
…dalla produzione
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LA PRODUZIONE DEL CEMENTO
Il processo produttivo più impattante è la produzione del cemento. Per la produzione del cemento
Portland si procede alla cottura di una miscela di calcare e argilla al di sopra del livello di
sinterizzazione (1450°C). Il clinker di cemento viene poi macinato da mulini a sfera (con un
elevato consumo energetico) fino all’ottenimento di una polvere fine.
Le ceneri volatili e le scorie di altoforno, che hanno entrambe proprietà cementizie, possono
sostituire parzialmente il cemento (fino al 35%), potenziando le prestazioni del calcestruzzo e
riducendo gli impatti ambientali (riduzione degli impatti di produzione del cemento e riciclaggio
rifiuti industriali.
CALCESTRUZZO ARMATO: POSSIBILITÀ DI RICICLO
Il cemento armato, previo trattamento in appositi stabilimenti, può essere diviso in:
CALCESTRUZZO: Riciclabile, se privo di sostanze pericolose, per:
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- massetti,
- sottofondazioni,
- riempimenti
FERRO: Riciclabile nello stesso ciclo produttivo.
CALCESTRUZZO: SCENARI DI FINE VITA
In stabilimento gli elementi di calcestruzzo prefabbricato possono essere reimmessi nel processo
come aggregati (riciclaggio post-produzione).
Dopo l’uso, il calcestruzzo può essere frantumato e per usi secondari: sottofondi stradali,
materiale di riempimento. Alcune nazioni (Giappone, Olanda) consentono l’uso del calcestruzzo
riciclato per la realizzazione di nuovo calcestruzzo (può sostituire fino a un terzo degli aggregati).
L’uso del calcestruzzo riciclato come aggregato richiede però una quota più elevata di cemento
nell’impasto, annullando i vantaggi del riciclo (Hegger et alii, 2005).
IL CALCESTRUZZO: EVOLUZIONE DEL SISTEMA COSTRUTTIVO
Più interessanti dal punto di vista bioedile i blocchi per muratura in:
- Cemento e argilla espansa
FRANTUMAZIONE SEPARAZIONE DELLE MACERIE
SELEZIONE DEL FERRO GRANULOMETRIA INERTI
RICICLATI
CALCESTRUZZO ARMATO: RECUPERO E RIUSO
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- Legno - cemento (fibre di legno mineralizzate)
L’INNOVAZIONE DEI MATERIALI: CEMENTI E LEGANTI FOTOCATALITICI
Il principio fotocatalitico TX Active® è la base dei cementi e dei leganti fotoattivi formulati e
brevettati da Italcementi. Viene impiegato nella produzione dei più vari prodotti cementizi - dalle
pitture alle malte ai manufatti prefabbricati - con i quali vengono realizzate pavimentazioni,
intonaci e ogni tipo di struttura o rivestimento orizzontale e verticale.
Blocchi-cassero in cemento e legno mineralizzato
… dalla produzione
Il progetto, vincitore del concorso “50 chiese per Roma 2000” indetto dal Vicariato, era caratterizzato
da tre imponenti “vele” bianche che dovevano essere realizzate con conci prefabbricati di
calcestruzzo. Una struttura di tale prestigio architettonico e
significato simbolico imponeva l’impiego di un calcestruzzo straordinario, capace non solo di
prestazione meccanica e durevolezza di rilievo, ma caratterizzato anche da un colore bianco di
impareggiabile brillanza e dal potere di conservare inalterato nel tempo l’aspetto estetico grazie alle
proprietà autopulenti della superficie.
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La fotocatalisi è il fenomeno naturale, con molte affinità con la sintesi clorofilliana, per cui una
sostanza, chiamata fotocatalizzatore, attraverso l’azione della luce naturale o artificiale,
attiva un forte processo ossidativo che porta alla trasformazione di sostanze organiche e
inorganiche nocive in composti assolutamente innocui.
La fotocatalisi è quindi un acceleratore dei processi di ossidazione che già esistono in natura.
Favorisce una più rapida decomposizione degli inquinanti evitandone l’accumulo.
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I PRODOTTI MINERALI: IL VETRO
Il vetro si ottiene fondendo una miscela di silice, carbonato di sodio e di calcio. L’ingrediente base
è la silice (sabbia di cava)
Il vetro è un materiale riciclabile al 100% e per innumerevoli volte. La raccolta differenziata di
questo materiale e il suo riciclo comportano vantaggi ambientali: si risparmiano risorse,
necessarie alla produzione del vetro, perché si limita l’estrazione delle materie prime dalle
cave e dalle miniere.
IL VETRO: APPROVVIGIONAMENTO DELLE MATERIE PRIME
Il vetro utilizzato oggi come materiale per l’edilizia è un vetro sodico-calcico. La composizione del
vetro (secondo norma EN 572) è:
- ossidi di silicio o silice (SiO4) 69-74%
- ossido di calcio (CaO) 5-12%
- ossido di sodio (Na2O) 12-16%
- ossido di magnesio (MgO) 0-6%
- ossido di alluminio (AI2O3) 0-3%
IL VETRO: PROCESSO PRODUTTIVO
Il vetro è un solido amorfo composto di elementi inorganici. Durante la produzione le sostanze
vengono riscaldate a temperature così elevate (1400°C) da diventare fluido-viscose, per poi
essere sottoposte a raffreddamento.
Nel 1959 Alastair Pilkington sviluppò il procedimento float: la miscela vetrificabile viscosa viene
colata su un bagno piano di stagno fuso, dove galleggia. Grazie alle tensioni superficiali e alle
differenze di viscosità della massa vetrosa e del bagno di stagno, il vetro fluido assume la forma
di lastre spesse 6 mm. Oggi è possibile realizzare lastre spesse da 1,1 mm a 19 mm. Il vetro
piano costituisce il 20% del totale della produzione di vetro.
La produzione industriale del vetro e dei suoi derivati (lana di vetro) richiede il
funzionamento del forno 24 ore su 24 ore per l’intero anno poiché il raffreddamento
farebbe solidificare il vetro fuso sulla parete dell’impianto rendendolo inutilizzabile.
utilizzando 100 kg di rottame di vetro
si ricavano 100 kg di prodotto nuovo
RISPARMIO DI RISORSE
occorrono 120 kg di materie prime vergini
per avere 100 kg di prodotto nuovo
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Questo richiede una combustione continua con consumo di combustibile e con
produzione di emissioni atmosferiche.
Per la produzione di vetro colorato si aggiungono concentrazioni minime di altre sostanze (ossidi
metallici). I trattamenti possono essere: smaltatura, satinatura (opacità con acidi), sabbiatura,
serigrafia, temperatura, curvatura ecc.
IL VETRO: VANTAGGI DEL RICICLO
Riciclare vetro significa risparmiare materie prime ed energia, con coseguenti benefici ambientali:
minore quantità di energia utilizzata nella fusione
IL VETRO E LA PROGETTAZIONE DEGLI EDIFICI
Con l’inserimento dei cocci di vetro nella pasta di vetro, si riducono le emissioni in atmosfera connesse all’attività produttiva. Le minori temperature di fusione del rottame vitreo implicano la riduzione del volume dei fumi di combustione.
riduzione del 2,5% di combustibile impiegato
Produzione di nuovo vetro, utilizzando il 10% di rottame di vetro
Un impiego dell’80% di frammenti vetrosi porta a un’economia energetica del 20%.
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I PRODOTTI MINERALI:
Calcari, argille, marmo e le rocce saline
L’ARGILLA
È un materiale presente nell’ambiente in quantità consistenti
L’argilla costituisce, per le sue caratteristiche di assorbenza e di inerzia termica, un ottimo
volano termoigrometrico in grado di creare un clima abitativo ideale: accumula e irraggia
nuovamente il calore radiante prodotto all’interno delle abitazioni e tende ad equilibrare
l’umidità relativa dell’aria interna.
I manufatti in argilla sono dotati, pertanto, di grandi capacità di traspirazione e di isolamento
acustico.
IL LATERIZIO: CARATTERISTICHE GENERALI
Il laterizio è da considerare un materiale ecologico:
• la materia prima, l’argilla, è abbondantemente disponibile in quasi tutte le regioni;
• la produzione regionale rende le vie di trasporto relativamente brevi;
• il materiale possiede buone caratteristiche igrometriche;
• dismesso e frantumato può essere reimpiegato per la costruzione dei sottofondi di
strade e di piste, per la produzione di inerti da calcestruzzi (elementi speciale, canne
fumarie, coccio pesto, ecc.).
IL LATERIZIO: APPROVVIGIONAMENTO DELLE MATERIE PRIME
La materia prima del laterizio è l’argilla, che, in presenza di acqua, ha proprietà plastiche. Le
argille sono rocce sedimentarie clastiche incoerenti costituite principalmente da silice. A
esse vengono aggiunti minerali di tipo non plastico (feldspati, quarzo, calcite, ossidi di ferro ecc.)
e smagranti come sabbia, farina di quarzo, farina di laterizio, scarti (scorie, ceneri, trucioli di
segheria), per garantire la stabilità dopo essiccamento e cottura. Il colore del materiale dipende
dagli ossidi di metallo presenti nell’argilla e dalle temperature di cottura: l'ossido di ferro
conferisce colore rosso, e ad alte temperature colore verde-azzurro; il manganese conferisce
colore marrone, la grafite grigio e il calcio giallo.
In genere gli stabilimenti e le fornaci nascono in prossimità delle cave di estrazione. L’estrazione
avviene per strati.
IL LATERIZIO: LA PRODUZIONE
I composti vengono macinati, mescolati e bagnati, per formare l’impasto. Si procede quindi alla
formatura: l’impasto viene fatto passare attraverso una matrice (estrusione), che ne determina
la forma della sezione, e tagliato a pezzi tramite cavi. Piastrelle e forme complesse, come
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tegole vengono invece formate per stampaggio. L’impasto viene quindi essiccato a 120°C e
poi cotto nei forni a tunnel: a 600°C l’argilla espelle l’acqua e comincia a cristallizzarsi, a
800°C il materiale si consolida, a 1000°C avviene la compattazione della massa. Nel caso di
gres, clinker e ceramici, le temperature di cottura oltrepassano i 1200°C: la sinterizzazione porta
alla formazione di una struttura vetrosa superficiale.
In questi casi, prima della cottura vengono spruzzati fanghi e ossidi metallici (frittatura) per la
colorazione e la migliore sinterizzazione della superficie. Per realizzare laterizi porizzati,
vengono aggiunti inerti all’impasto a crudo: generalmente si tratta di palline di polistirolo (0,25%
della massa), segatura o residui fibrosi della lavorazione della carta (fino al 6% della massa). La
cottura elimina questi materiali, generando piccoli pori d’aria, che riducono la densità del laterizio
e migliorano le prestazioni di isolamento termico.
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IL LATERIZIO: CARATTERISTICHE DI NON COMPATIBILITA’ AMBIENTALE
• La cottura ad alta temperatura che varia a seconda dei prodotti tra i 900 e i 1200 °C,
esige un’elevata quantità di energia;
• L’estrazione in cave può comportare sensibili interventi nel paesaggio;
• Le argille usate possono essere leggermente radioattive (per la presenza di gas
Radon) ma la loro radioattività è normalmente troppo bassa per causare effetti negativi
sulla salute.
IL LATERIZIO: RIUSO- RECUPERO- RICICLO
• I laterizi sono componenti che presentano un’elevata attitudine al riuso sia per la
stessa destinazione che per le altre funzioni.
• E’ possibile prevedere un riuso secondario dal punto di vista prestazionale, ad
esempio da laterizio per struttura portante a laterizio per partizioni interne o
tamponamenti.
• Se il componente non presenta un buon stato di conservazione ed i componenti
costitutivi risultano compromessi nell’aspetto geometria e funzione, è consigliabile
prevedere stoccaggio separato dei laterizi ed avviarli a frantumazione per l’utilizzo quale
aggregato riciclato.
PRODOTTI MINERALI: LA PIETRA
LA PIETRA: CARATTERISTICHE GENERALI
• L’utilizzo di pietre naturali per la realizzazione di murature portanti non comporta un
costo energetico elevato per le fasi di prima lavorazione del materiale.
• Da valutare in relazione al luogo di provenienza del materiale, l’incidenza delle fasi di
trasporto e movimentazione.
• ...
LA PIETRA: CARATTERISTICHE DI NON COMPATIBILITÀ AMBIENTALE
• Notevole impatto ambientale derivante dalla cavazione;
• Possibile contenuto di radioattività naturale (come graniti o pietre di origine
vulcanica come il tufo).
LA PIETRA: RIUSO – RECUPERO - RICICLO
• I blocchi in pietra rappresentano un prodotto altamente recuperabile e/o riciclabile.
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• Se l’elemento presenta una buona prestazione residua, infatti, è consigliabile
recuperarne sia la funzionalità che il contenuto energetico e materico avviandolo al
RIUSO previa operazione di pulitura.
• E’ possibile avviare il prodotto a riciclo.
• I potenziali impieghi della pietra riciclata sono molteplici, questi infatti dopo essere stati
sottoposti a frantumazione potranno essere avviati alla realizzazione di nuovi
componenti.
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I PRODOTTI MINERALI:
Metalli e leghe metalliche: acciaio, alluminio, rame, ottone, titanio.
I METALLI: CARATTERISTICHE GENERALI
I metalli sono elementi indispensabili in edilizia e nell’industria ma, dati i consumi di energia e di
risorse non rinnovabili richiesti dalla produzione dei metalli vergini, è necessario preferire l’utilizzo
di metalli facilmente riciclabili e/o riciclati, limitando il loro utilizzo ai casi in cui esso sia
effettivamente giustificato.
I METALLI: CARATTERISTICHE DI NON COMPATIBILITA’ AMBIENTALE
- Attività estrattive;
- Sono risorse esauribili presenti in natura in piccole quantità;
- Elevato consumo energetico in fase di produzione e lavorazione;
- Le fasi di fusione e raffinazione liberano in aria e acqua grosse quantità di inquinanti
(ossidi di zolfo, arsenico, piombo e altri metalli pesanti).
L’ACCIAIO
L’ACCIAIO: CARATTERISTICHE GENERALI
L'acciaio è una lega a base di ferro, contenente carbonio in quantità variabile fino ad un massimo
del 2%, a cui si aggiungono altri elementi (metallici e non) per conferirgli particolari proprietà .
Il 40% della produzione mondiale di acciaio è costituita da materiali di riciclo (rottami di ferro),
per cui l’acciaio risulta essere, per quantità, il materiale più riciclato: 350 milioni di tonnellate
all’anno, che costituiscono un notevole risparmio di energia e di risorse naturali.
L’ACCIAIO: APPROVVIGIONAMENTO MATERIE PRIME
Vengono definite acciaio le leghe ottenute dalla fusione minerali di ferro (ossidi, come ematite,
magnetite, Iimonite, e idrossidi di ferro), carbonio e altri elementi accompagnatori (fosforo, zolfo,
azoto) e di lega (manganese, silicio, cromo, nichel, molibdeno). Ogni acciaio contiene quantità
minime di additivi che ne influenzano la qualità.
Stati Uniti, India, Russia, Svezia, Norvegia, Venezuela, Africa e Cina possiedono importanti
giacimenti di minerali di ferro. Brasile e Australia sono i principali paesi esportatori di minerali di
ferro sul mercato europeo. L'approvvigionamento in Italia dipende esclusivamente da
importazioni estere.
Oggi la produzione di acciaio prevede alti quantitativi di acciaio riciclato.
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L’ACCIAIO: LA PRODUZIONE
Il minerale viene triturato, distribuito su una griglia e scaldato, nell’impianto di agglomerazione, a
più di 1200°C con il coke, ottenuto a partire dal carbone. L’agglomerato e il coke vengono
caricati alternativamente per la bocca dell'altoforno. Le gocce di metallo, più pesanti, cadono sul
fondo dell'altoforno, mentre la Ioppa (scorie) resta in superficie. La ghisa liquida sul fondo viene
convogliata verso i convertitori ossigeno, dove sono stati introdotti i rottami fusi provenienti dal
riciclaggio (25-35%). Viene insufflato dell'ossigeno puro: il carbonio contenuto nella ghisa brucia e
i rottami fondono. Si ottiene così dell’acciaio liquido greggio. È possibile produrre acciaio liquido
anche partendo dai rottami (riciclaggio dell’acciaio), fondendoli in un forno elettrico.
L’acciaio liquido greggio acquisirà la sua composizione chimica finale nell’impianto di affinazione:
è possibile ottenere diversi tipi di acciaio a seconda del procedimento d'affinazione impiegato.
L’acciaio liquido è poi messo in forma allo stato solido mediante “colata continua" e trasformato in
semilavorati siderurgici (blumo, billetta, bramma).
Le bramme, riscaldate a 800-1200°C in forno, vanno al laminatoio a caldo, dove vengono
schiacciate e trafilate tra due cilindri contrastanti per ottenere prodotti piatti (lastre e lamiere in
rotoli) e prodotti lunghi (barre e profilati). Le lamiere in rotoli possono poi essere piegate a freddo
(CFS)
L’ACCIAIO: PRESTAZIONI AMBIENTALI
• Interamente e infinitamente riciclabile;
• Si ricava principalmente da rottami;
• La media di acciaio riciclato contenuto in ogni prodotto inox è circa del 70%;
• Non presenta nocività o emissioni nocive se non trattato con prodotti ignifughi;
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• La compattezza della superficie metallica ne garantisce l’igienicità non consentendo
l’annidamento di batteri;
• …
L’ACCIAIO: RECUPERO - RIUSO - RICICLO
• Gli elementi strutturali in acciaio sono interamente smontabili e completamente riusabili in
nuove strutture;
• Gli elementi sono completamente riciclabili in presenza di basse prestazioni residue
come materia destinata alla rifusione;
• La separazione dei metalli da macerie generiche, viene facilmente attuata negli impianti
fissi di trattamento tramite l’utilizzo di separatori elettrodinamici, detti deferrizzatori che
consentono il recupero integrale del materiale;
• L’acciaio, tradotto in fili normali o zincati mediante trafilatura a freddo del filo metallico
laminato, tagliato e piegato, può essere utilizzato nella pasta cementizia per
pavimentazioni industriali, aeroportuali in sostituzione della rete elettrosaldata ottenendo
migliori risultati poiché conferisce migliore elasticità al calcestruzzo
L’ALLUMINIO
L’ALLUMINIO: CARATTERISTICHE GENERALI
L’alluminio reperibile in natura viene estratto dalla bauxite, minerale molto comune (costituisce
circa l’8% della crosta terrestre), che si presenta sotto forma di argilla granulosa o rocciosa di
vario colore (rosa, rossa, bruna, grigia).
L’alluminio così prodotto è detto alluminio primario, che si differenzia da quello secondario
prodotto dal riciclaggio dei rottami di alluminio.
L’alluminio richiede l’aggiunta di piccole quantità di altri metalli - nichel, titanio, zirconio, cromo,
bismuto, piombo, cadmio, scandio ed anche stagno e ferro - che ne esaltino determinate
proprietà fisiche e meccaniche.
Caratteristiche dell’alluminio:
- leggero ma resistente agli urti;
- durevole;
- resistente alla corrosione;
- ottimo conduttore termico ed elettrico.
L’alluminio è un materiale totalmente riciclabile. Il suo recupero e riciclo, oltre a evitare
l’estrazione di bauxite, consente di risparmiare il 95% dell’energia richiesta per produrlo partendo
dalla materia prima.
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L’ALLUMINIO: APPROVVIGIONAMENTO DELLA MATERIE PRIME
L'alluminio è il terzo elemento chimico più comune nella crosta terrestre (dopo il silicio e
l’ossigeno) ed è largamente diffuso nel primo strato di 16 km della crosta terrestre. Si trova nella
bauxite, sotto forma di ossido di alluminio (circa il 40%). I giacimenti di bauxite sono localizzati al
90% nei Paesi della fascia tropicale. L’Australia copre il 30% della produzione mondiale. Altri
giacimenti si trovano in: Guinea, Camerun, Giamaica, Brasile.
L’alluminio di prima fusione ha una purezza compresa tra il 90% e il 99%. Oltre all'alluminio sono
presenti il manganese (0,9-1,5%) e un altro 2% di componenti di lega (ferro, silicio, zinco, cromo,
titanio).
L’ALLUMINIO: PROCESSO PRODUTTIVO
Dalla bauxite, tramite elettrolisi, viene ricavato l’ossido di alluminio (allumina), la materia prima
necessaria per la produzione di alluminio primario.
Sono necessarie 4-5 tonnellate di bauxite per fornire 2 tonnellate di allumina e produrre 1
tonnellata di alluminio. Con una soluzione di soda caustica l'idrossido di alluminio viene
separato dagli altri componenti del minerale: a 1200°C si ottiene l’ossido di alluminio. La
temperatura di fusione dell'allumina è molto elevata (2000°C). L’alluminio liquido viene prelevato
e portato in fonderia e colato in lingotti.
L’alluminio "puro" viene rifuso e mescolato in lega con ferro, silicio, rame, magnesio, a seconda
delle prestazioni attese. I lingotti ottenuti da queste mescole vengono diretti verso presse di
estrusione. Con la laminazione a freddo delle barre si ottengono nastri, lamiere e fogli di
spessore inferiore a 1 mm.
La produzione dell’alluminio richiede una notevole spesa energetica: il 40% del costo economico
dell'alluminio dipende dal costo energetico per produrlo.
L’ALLUMINIO: PRESTAZIONI AMBIENTALI
• E’ uno degli elementi più diffusi sulla crosta terrestre, secondo solo ad ossigeno e
silicio;
• E’ riciclabile;
• Il riciclo richiede un dispendio energetico 25-30 volte inferiore a quello richiesto per la
produzione di alluminio vergine;
• Il materiale secondario ha inoltre le stesse caratteristiche di quello primario a causa
del minimo deterioramento e della notevole resistenza a incorporare impurità nella fase di
utilizzo
• Circa il 30% della produzione mondiale di alluminio proviene dal metallo recuperato;
• In Italia vengono trasformate ogni anno 376.000 tonnellate di rottame, ovvero il 34% del
consumo totale.
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• L’alluminio è facilmente separabile dal resto delle macerie e dai metalli ferrosi con
l’utilizzo di separatori elettrodinamici;
L’ALLUMINIO: CARATTERISTICHE DI NON COMPATIBILITA’ AMBIENTALE
• Estrazione estremamente costosa – per produrre 1t di alluminio sono necessarie 4t di
bauxite;
• Elevato consumo energetico in fase di produzione – pari al doppio dell’acciaio;
• Le vernici impiegate per il trattamento dell’alluminio sono a base di resine acriliche,
epossidiche, poliesteri e poliuretaniche che sono potenzialmente emissive e causa di
fumi nocivi in caso di incendio.
LE LEGHE METALLICHE
LE LEGHE METALLICHE: CARATTERISTICHE GENERALI
Le leghe metalliche sono miscele di metalli o di metalli e non metalli che solidificando
presentano proprietà metalliche.
Sono ottenute generalmente a partire dai metalli allo stato fuso e poi raffreddando con cautela.
Permettono di ottenere proprietà specifiche o ottimizzare un insieme di proprietà.
LE LEGHE DI RAME
Il rame ha una spiccata capacità di legarsi agli altri metalli, che ne rafforzano le caratteristiche
meccaniche e chimico-fisiche.
Le leghe del rame: ottoni, bronzi, cupronickel
Lo zinco e il rame formano la famiglia più numerosa e utilizzata: gli ottoni (a seconda del tenore
di zinco presente, offrono caratteristiche molto diverse )
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Lo stagno e il rame danno origine ai bronzi, il cui uso più noto è quello artistico.
Il binomio rame-nickel forma il gruppo delle leghe denominate cupronickel, di particolare
interesse per la loro resistenza alla corrosione.
LE LEGHE DI RAME: PRESTAZIONI AMBIENTALI
• È un materiale riciclabile;
• Il rame riciclato può essere sottoposto a processi di raffinazione che gli consentono di
mantenere le sue proprietà;
• Il mercato del rame riciclato non è molto sviluppato: solo il 20% del rame in circolazione
deriva da riciclo.
LE LEGHE DI RAME: CARATTERISTICHE DI NON COMPATIBILITA’ AMBIENTALE
• Le leghe di rame contenenti cadmio provocano emissioni dannose sulla salute umana.
Uffici amministrativi WeberHaus, Rheinau/Linxs, Germania architetto Dipl.-Ing. Günter Hermann, Stoccarda costruttore Wittenauer GmbH, Sasbach
Alcuni sistemi Il rame: le applicazioni in architettura
Scaglie
Scandole rivestimento orizzontale
Scandole rivestimento a nido d’ape
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Con l’impiego di uno speciale procedimento industriale, le lastre in rame vengono patinate in verde su di un lato. Lo strato di ossido ha origine dal rame stesso – così come avviene in natura, ma solo in tempi molto più lunghi, con l’esposizione del rame all’influsso degli agenti atmosferici
Doghe verticali
Doghe orizzontali
Alcuni sistemi
Il rame: le applicazioni in architettura
La copertura della Chiesa è stata realizzata utilizzando scandole in rame, scelte per la loro caratteristica unica di modificare aspetto con il passare del tempo; da qui deriva il colore verde rame che conferisce uno stile unico all'intera opera del grande architetto.
Per il complesso design si sono resi necessari ben 19.500 m2 di questo materiale.
Renzo Piano La Chiesa del pellegrino San Giovanni Rotondo
Il rame: le applicazioni in architettura
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IL TITANIO E LE SUE LEGHE
Il Titanio è un elemento metallico presente in natura sotto forma di ossido. Titanio è disponibile
sul mercato come Titanio puro o come lega.
Le principali caratteristiche chimico fisiche del Titanio e sue leghe:
- Elevata resistenza alla corrosione
- Buona resistenza meccanica (soprattutto nelle leghe)
- Leggerezza (4.5 Kg/dm3)
- Basso coefficiente di dilatazione termica
- Elevata elasticità
Queste eccezionali caratteristiche hanno permesso un notevole incremento dell' utilizzo del Ti in
molti settori.
Con laminazione, trafilatura ed estrusione si ottengono i principali semilavorati disponibili sul
mercato: barre, nastri, fili, lamiere e tubi.
LASTRE OTTAGONALI
Si impiegano per manti a piccoli elementi per la realizzazione di coperture, ma si possono
utilizzare anche per rivestimenti di pareti esterne. Si fissano su listelli in legno, assiti o pannelli in
compensato e connessi con elementi di connessione e speciali a disegno.
Chiesa di S. Giacomo, Laives (BZ) architetti: Höller & Klotzner Architetti, Merano (BZ) installatore: Lavorazioni Metalli Renon SNC, Collalbo (BZ)
Superficie in ottone, ottenuta da una lega di rame e stagno. Con l’esposizione alle intemperie, il colore rosso-dorato della superficie si modifica. Dopo un’iniziale opacità, assume un colore verde-bruno, che successivamente sfuma gradualmente in una tonalità grigio-marrone, sino a tramutarsi in un intenso marrone-antracite. Sulle superfici inclinate si forma poi uno strato di patina che le caratterizza in modo del tutto singolare.
L’ottone: le applicazioni in architettura
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LASTRE QUADRATE
Si impiegano per manti a medi elementi per la realizzazione di coperture e di rivestimenti esterni
(anche per realizzare facciate ventilate).
LAMIERE GRECATE
Si tratta di elementi grecati con imbutitura di irrigidimento negli elementi piani. Si impiegano per
manti di copertura ad elementi di grandi dimensioni per applicazioni sia in edilizia industriale sia
in quella civile.
LASTRE OTTAGONALI LASTRE QUADRATE LAMIERE GRECATE
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I PRODOTTI VEGETALI
IL LEGNO
ASPETTI GENERALI
Il legno è il materiale ecologico da costruzione per eccellenza, per le sue caratteristiche di
resistenza meccanica, coibenza termica, traspirabilità e neutralità ai campi elettrostatici.
Il legno ha un’elevata resistenza alla deteriorazione e al fuoco grazie al fatto che, in caso di
incendio, lo strato più esterno del legno si carbonizza proteggendone gli strati più interni.
Anche quando viene separato dalle sue radici continua a vivere e a respirare migliorando la
qualità del microclima domestico compensando naturalmente tutte le variazioni di umidità
all’interno di un ambiente (assorbe l’umidità in eccesso per restituirla quando l’ambiente è secco).
Il legno:
• isola dalle correnti indotte;
• attutisce i suoni;
• filtra e depura l’aria;
• la sua durata è da considerarsi illimitata (in paesi come il Giappone o la Cina esistono
costruzioni millenarie realizzate in legno).
Tutte le specie di legno, hanno una propria e differente resistenza naturale all’attacco dei funghi e
dei parassiti che potrebbero indebolirne la resistenza meccanica.
Il mantenimento di tutte le caratteristiche del legno è sempre legato al corretto taglio e alla
corretta essiccazione delle varie essenze.
Caratteristiche Tecniche
- Ottima resistenza meccanica
- Forte potere termocoibente
- Ottima igroscopicità
- Stagionatura naturale
- Trattamento ignifugo: Sali di boro, vernici
- Tecniche di giunzione: Colle viniliche, a spina, con elementi metallici
IL LEGNO: CARATTERISTICHE AMBIENTALI GENERALI
Una parte dei prodotti da costruzione a base di legno utilizza materia vergine “tal quale” (ovvero
priva di trattamenti), per cui il legname recuperato da travi, travetti, telai di infissi, può essere
recuperato e riutilizzato direttamente, dopo il processo di nobilitazione che prevede pulitura,
consolidamento ed altri trattamenti di conservazione.
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Il legno, da sempre utilizzato nel settore edile, possiede caratteristiche favorevoli anche in tutela
dell’ambiente.
Il legno massello è un materiale:
• naturale biodegradabile;
• è una risorsa rinnovabile ed anche inesauribile (sempre che il patrimonio boschivo venga
gestito accuratamente per evitarne il depauperamento);
• immobilizzatore di CO2 (favorendo la diminuizione dell’effetto serra);
• la sua trasformazione richiede, in genere, poca energia.
IL LEGNO: OSSERVAZIONI E PRECAUZIONI AMBIENTALI
La caratteristica di compatibilità ambientale del legno viene facilmente meno se non si valutano
alcuni fattori determinanti legati all’origine, alla produzione e alla lavorazione del legname.
Precauzioni rispetto all’origine: Va sempre evitato l’utilizzo di legname proveniente da foreste
primarie, la cui formazione ha richiesto millenni di evoluzione e che rischia di distruggersi per
sempre a causa del suo sfruttamento intensivo.
La provenienza migliore è quella locale nazionale o europea e da foreste a gestione sostenibile e
a coltivazione controllata.
Precauzioni rispetto ai trattamenti: Per migliorare le qualità estetiche e prestazionali dei
manufatti ottenuti dalla materia prima “legno” è pratica comune l’uso di additivi derivanti chimici
quali colle, tinte di rifinitura e prodotti di protezione, che inevitabilmente compromettono la vita
ciclica del materiale ed il suo impatto ambientale.
I TRATTAMENTI DEL LEGNO
Se trattato con prodotti derivati dalla sintesi petrolchimica (impregnanti per uso all'esterno,
collanti e vernici protettive ricchi di formaldeide,solventi etc..) può essere un materiale pericoloso
per l’ambiente e per la salute umana. Questi prodotti, infatti:
- determinano un pericolo in fase di produzione e di applicazione per gli addetti;
- tendono a rilasciare VOC nei primi mesi dopo la posa e modificano le prestazioni del
legno (es: le vernici poliuretaniche per i pavimenti annullano l’igroscopicità del legno).
I trattamenti per la protezione e la cura del legno di origine naturale: prodotti di derivazione
vegetale o animale (olio di lino, resine di conifera, essenze di agrumi, cera d'api, etc..)
I semilavorati (i compensati, listellari, multistrati ecc) richiedono sempre l’uso di collanti
dipendenti dall’industria petrolchimica. Es: la formaldeide (molto presente nei lavori di protezione
ed incollaggio del legno).
IL LEGNO PER USI STRUTTURALI
Per l’uso strutturale vengono principalmente impiegati tre tipi di legno:
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• il legno massiccio,
• il legno lamellare
• il legno massiccio incollato a pettine.
Le essenze più utilizzate a tale scopo sono: abete, castagno, cipresso, faggio, larice, pino.
IL LEGNO LAMELLARE: CARATTERISTICHE GENERALI
Il legno lamellare è costituito da tavole di legno massello piallate ed incollate tra loro. Il
legno lamellare associa ai pregi estetici del legno massello qualità fisico meccaniche derivanti
dalla sezione dei legnami ed una tecnica di realizzazione che lo rendono controllato e garantito.
Le prestazioni del legno lamellare ed i pregi rispetto al legno massello riguardano la lavorazione
del materiale stesso con la possibilità di ridurre le imperfezioni intrinseche come sacche di
resina e nodi.
L’elemento che si ottiene è pertanto più omogeneo e riesce a garantire elevate prestazioni
meccaniche. Per questo motivo il lamellare nelle grandi strutture consente di ottenere luci molto
ampie con pesi assai contenuti.
Il lamellare, in relazione al suo processo di produzione, risulta meno sensibile del legno
massiccio alle aggressioni biologiche causate da insetti e funghi e presenta una maggior
resistenza ali agenti corrosivi.
Anche il lamellare come il legno massello richiede le accortezze costruttive tipiche del legno:
deve essere protetto dagli agenti atmosferici, progettando i dettagli costruttivi in relazione alla
caratteristica dl materiale (come il ristagno di umidità nell’attacco a terra).
Un aspetto fondamentale, però, che riguarda l’utilizzo del legno lamellare, è l’utilizzo di collanti
spesso con elevati contenuti di formaldeide.
MATERIALI DERIVATI DAL LEGNO
In commercio esistono molti materiali che derivano dal legno utilizzati per differenti scopi, quali la
produzione di pannelli per la realizzazione di arredi, o per il termo-fonoisolamento degli edifici.
Per ottenere pannelli in fibra di legno vengono normalmente utilizzati scarti di legno da
lavorazioni. Le fibre del legno vengono semplicemente sminuzzate e pressate senza
l’aggiunta di collanti particolari, ma solo con lignina.
I pannelli così ottenuti sono traspiranti e antistatici presentano un basso valore di
conducibilità termica, quindi sono termoisolanti e isolano anche acusticamente (12 cm di
legno corrispondono in termini di isolamento termico a sei volte quello del mattone e a dodici
volte quello del cemento, con una corrispondenza in spessori pari a 60 cm di muro in mattoni e
120 cm di muro in cemento).
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EFFICIENZA ENERGETICA IN FASE DI PRODUZIONE
IL RICICLO DEL LEGNO
La maggior parte dei prodotti da costruzione a base di legno utilizza materia vergine, per cui il
legname recuperato da travi, travetti, telai di infissi, puo’ essere recuperato e riutilizzato
direttamente, dopo il processo di nobilitazione che prevede pulitura, consolidamento ed altri
trattamenti di conservazione.
In modo alternativo si stanno rendendo disponibili alcune alternative basate sugli scarti lignei di
differente origine: possono essere elementi recuperati da edifici demoliti (travi, serramenti,
parquet….), sfridi da cantiere di nuova costruzione, ecc…
Nel campo del riciclaggio del legno si registrano impieghi innovativi: ad esempio per la
produzione di mattoni a basso coefficiente di trasmittanza termica o pannelli ed elementi a
sezione profonda anche curvilinei, ottenuti unendo fibre di legno e miscele acquose.
Un recente studio della società americana, la Waste Alternative, ha sperimentato la possibilità di
utilizzare le fibre di legno provenienti da impianti di riciclaggio C&D per la realizzazione di casseri
a perdere per muri isolanti. I casseri sono stati realizzati in un composito legno-cemento che ha
molti vantaggi: il prodotto è naturalmente resistente al fuoco ed alla putrefazione del legno, è
acusticamente assorbente ed ha un buon indice di isolamento termico.
La chiave di successo del prodotto è risultata essere, oltre al processo produttivo, la possibilità di
disporre di un materiale durevole, con energia incorporata ragionevolmente bassa, senza
formaldeide e senza VOC, ed in ultimo esso stesso riciclabile.
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LE MATERIE PLASTICHE
LE MATERIE PLASTICHE: CARATTERISTICHE GENERALI
Sono sostanze artificiali prodotte dall’industria utilizzando soprattutto petrolio oltre che gas
naturale e carbone per l’energia. Sono costituite da macromolecole dette polimeri che sono
catene di molecole più piccole, dette monomeri.
LE MATERIE PLASTICHE: TIPOLOGIE
Le materie plastiche più diffuse sul mercato dei prodotti di consumo sono:
• il Polietilene PE, (sacchetti, bottiglie e flaconi per detergenti, giocattoli, pellicole e altri
imballi);
• il Polipropilene PP, (oggetti per l’arredamento, contenitori per alimenti, flaconi per
detersivi e prodotti per l’igiene personale, moquette, ai mobili da giardino);
• il Cloruro di Polivinile PVC, (film e tubi. Lo si trova anche tra i muri, nelle porte, nelle
finestre o nelle piastrelle)
• il Polietilentereftalato PET, (oltre che trasformarsi in fibre sintetiche e nastro per
cassette, è utilizzato soprattutto per le bottiglie per bibite e l’acqua minerale);
• il Polistirene (Polistirolo) PS, (vaschette per alimenti, posate, piatti, tappi, isolanti).
LE MATERIE PLASTICHE: CARATTERISTICHE TECNICHE
Le caratteristiche vantaggiose delle materie plastiche rispetto ai materiali metallici e non metallici
sono:
• la grande facilità di lavorazione;
• l'economicità;
• la colorabilità;
• l'isolamento acustico, termico, elettrico, meccanico (vibrazioni);
• la resistenza alla corrosione e l'inerzia chimica;
• l'idrorepellenza e l'inattaccabilità da parte di muffe, funghi e batteri.
Lo smaltimento dei rifiuti plastici, quasi tutti non biodegradabili, avviene di solito per riciclaggio o
per stoccaggio in discariche.
LE MATERIE PLASTICHE: IL RICICLO
Molti tipi di plastica possono essere facilmente riciclati (è il caso del PET principalmente
avviato alla produzione di nuovo polimero, di poliesteri, e su cui è attiva l'organizzazione europea
PetCore ).
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Per altri tipi di plastica (specie di bassa qualità e/o termoindurenti) la procedura è più
complessa, in quanto il costo di rilavorazione è generalmente superiore al costo di produzione di
plastica nuova.
Le numerosissime materie plastiche presenti sul mercato non possono essere mescolate fra di
loro: un circolo vizioso da cui è difficile uscire, ma non impossibile (basta averne la volontà
politica).
Impianti a tecnologia avanzata permettono di separare automaticamente le varie tipologie di
plastiche in tempi rapidi e quindi economicamente vantaggiosi, e sono già stati adottati in diversi
paesi.
LE MATERIE PLASTICHE: RECUPERO, RIUSO, RICICLO
Dal riciclo di PET, PVC e PE è possibile ottenere nuove risorse.
IL POLIETILENE (PE)
APPROVVIGIONAMENTO MATERIE PRIME
Polimero termoplastico ottenuto dall'etilene, la più piccola molecola olefinica polimerizzabile. Si
tratta dunque di un materiale di sintesi chimica, composto esclusivamente da idrocarburi. Può
essere ad alta densità (HD) e bassa densità (LD).
PROCESSO PRODUTTIVO
Per la produzione viene usato il procedimento della polimerizzazione. Il grado di cristallizzazione
e di polimerizzazione (da rigido a morbido) ne influenzano l’impiego. E’ uno dei polimeri più
facilmente lavorabili. I processi di lavorazione impiegati sono l’estrusione di membrane e film, lo
Con il PET riciclato maglioni, "pile", moquette, interni per auto, lastre per imballaggi vari.
tubi, scarichi per l’acqua piovana….soprattutto per il settore edile (iglu per vespai areati, ecc..).
Con il PVC riciclato
IGLU IMPERMEABILIZZAZIONE
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stampaggio e l’estrusione di tubi. Viene utilizzato per i tubi di scarico, i teli di
impermeabilizzazione, barriera al vapore.
SCENARI DI FINE VITA
E’ possibile sia il riciclaggio sia il recupero energetico.
POLIPROPILENE (PP)
APPROVVIGIONAMENTO MATERIE PRIME
Polimero termoplastico, noto col nome Moplen (marchio registrato dalla Montedison). Rientra tra
le poliolefine.
PROCESSO PRODUTTIVO
Il propene proviene dal cracking di raffineria e deve essere purificato da residui di acqua,
ossigeno, monossido di carbonio e composti solforati. Il processo avviene a 60-70°C e 10 atm di
pressione. La reazione è esotermica e l’ambiente di reazione è raffreddato da serpentine. Il
prodotto viene asciugato e additivato da stabilizzanti prima di essere esposto all’aria (la polvere è
sensibile all’ossidazione atmosferica). La polvere viene quindi estrusa in pellets. Il granulato fuso
viene sagomato e si raffredda solidificandosi.
SCENARI DI FINE VITA
E’ possibile sia il riciclaggio sia il recupero energetico.
POLIVINILCLORURO (PVC)
APPROVVIGIONAMENTO MATERIE PRIME
Il PVC, o cloruro di polivinile, è il risultato della sintesi del cloro e dell’etilene. All’origine vi sono
sale e petrolio.
PROCESSO PRODUTTIVO
L’elettrolisi del sale permette la produzione di cloro. La raffinazione del petrolio, seguita dal
cracking con vapore d'acqua, produce l’etilene. La sintesi dell’etilene e del cloro permette di
produrre il cloruro di vinile, il quale, dopo un processo di polimerizzazione, è trasformato in
cloruro di polivinile. Gli additivi ne caratterizzano le qualità.
SCENARI DI FINE VITA
Oggi solo il 3% viene riciclato, il 17% viene incenerito (possibile rilascio di diossina) e l’80%
viene conferito in discarica (possibile rilascio di ftalati). A causa degli additivi (plastificanti,
coloranti, stabilizzanti ecc.) non può essere riciclato.
LE MATERIE PLASTICHE: CARATTERISTICHE DI NON COMPATIBILITA’ AMBIENTALE
• Non sono materiali biodegradabili
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• Difficoltà di smaltimento;
• Non sempre riciclabile;
• …
LE GOMME NATURALI
Le gomme naturali si ottengono coagulando il lattice ricavato da piante tropicali (in particolare
Hevea brasiliensis) e raccolte tramite incisione del tronco della pianta.
Hanno le seguenti caratteristiche:
• Elasticità, resistenza alla fatica;
• Ottime caratteristiche meccaniche,
• Elevata igienicità per le proprietà antibatteriche, anallergiche e l’alta traspirabilità
• Scarsa resistenza agli agenti atmosferici, alla temperatura ed a molti composti
chimici.
LA BIO-PLASTICA
I problemi ambientali legati alla non biodegradabilità delle materie plastiche, hanno incentivato
negli ultimi anni la diffusione della bioplastica, in cui una piccola percentuale di resina è
sostituita da farine vegetali quale quella di mais.
Il tempo di decomposizione è di qualche mese in compostaggio contro i 1000 richiesti dalle
materie plastiche.
Le plastiche bio, oltre ad essere organiche col vantaggio della biodegradabiità, hanno il
pregio di non rendere sterile il terreno sul quale vengono depositati.
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I MATERIALI ISOLANTI
I MATERIALI ISOLANTI: TIPOLOGIE
I MATERIALI ISOLANTI: LE CARATTERISTICHE
Le doti richieste ad un materiale per la coibentazione termoacustica sono:
- traspirabilità;
- igroscopicità;
- resistenza al fuoco;
- assenza di odore;
- assenza di radioattività;
- resistenza a muffe, funghi, insetti, roditori senza l’utilizzo di prodotti sintetici.
Fibra di cocco, juta, cotone, lino, canapa
Materiali coibenti di origine vegetale
Sughero
Legno mineralizzato
Cellulosa riciclata
Fibre di legno
Materiali coibenti di origine animale
Lana di pecora
Materiali coibenti di origine petrolchimica
Polistirene (Polistirolo)
Poliuretano
Materiali coibenti di origine minerale
Lana di roccia
Silicato di Calcio
Vermiculite
Lana di vetro
Perlite
Argilla espansa
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I MATERIALI ISOLANTI VEGETALI:
Sughero, Pannelli in fibra di legno, Pannelli in legno mineralizzato, Fibra di
cellulosa, Fibra di cotone
IL SUGHERO
CARATTERISTICHE GENERALI
Corteccia composta da un tessuto cellulare spugnoso, morbido e resinoso costituito da milioni di
alveoli che si stratificano lentamente, la corteccia, una volta asportata, si riproduce nell'arco di 10
anni.
L’utilizzo
• Granulato con diverse sezioni, può essere utilizzato senza ulteriori lavorazioni come
ottimo materiale coibente in intercapedini di murature, pavimenti e coperture
• Legato con calce o vetrificanti minerali specifici, nei massetti sottopavimento
• Agglomerato in pannelli a seguito dell’effetto combinato del calore e della compressione
I pannelli in sughero per essere di qualità devono essere :
• Privi di residui legnosi che favoriscono l’insorgere di muffe
• Non legati con colle sintetiche ma dalle capacità autocollanti della suberina (parte
resinosa che sottoposta a calore si scioglie legando i granuli, ma libera benzopirene
prodotto naturale ma tossico e dall'odore sgradevole).
- ottimo potere coibente termico e acustico
- grande traspirabilità
- Impermeabilità
- inattaccabilità da insetti e roditori
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APPROVVIGIONAMENTO MATERIE PRIME
Il sughero deriva dalla corteccia della quercia da sughero che proviene soprattutto da Portogallo,
Spagna, Turchia, Algeria, Sardegna e Sicilia. La scortecciatura può avvenire prima volta dopo 25-
30 anni di vita della pianta e in seguito ogni 8-10 anni, senza danneggiare l’albero.
PROCESSO PRODUTTIVO
Dopo 2 anni di stagionatura, la corteccia viene macinata e cotta in forno sotto pressione con
aggiunta di vapore acqueo caldo a circa 350-450°C. Il sughero si espande per il 20-30% del suo
volume e la resina liberata lega il granulato in blocchi. Alcuni produttori utilizzano anche collanti
sintetici a base di formaldeide o bitume.
SCENARI DI FINE VITA
Senza collanti è riutilizzabile, riciclabile e compostabile.
PANNELLI IN FIBRA DI LEGNO
APPROVVIGIONAMENTO MATERIE PRIME
Composto da legno tenero (abete, abete bianco, pino) di scarto proveniente da segherie o dalla
ripulitura dei boschi.
PROCESSO PRODUTTIVO
Il legno viene sminuzzato in fibre; le fibre vengono miscelate con acqua a formare un impasto e
compresse a caldo (160-180°C); l’impasto viene essiccato fino a un’umidità residua del 2% e
tagliato in pannelli. Il legame si basa sull’infeltrimento delle fibre e sulla capacità di adesione
degli ingredienti propri del legno (lignina). Alcuni produttori aggiungono quantità minime di
trattanti (solfato di alluminio,paraffina, colla) per aiutare il processo di legatura.
SCENARI DI FINE VITA
I pannelli possono essere riciclati oppure compostati (se non abbinati a materiali bituminosi nella
messa in opera).
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PANNELLI DI LEGNO MINERALIZZATO
APPROVVIGIONAMENTO MATERIE PRIME
Composto da residui legnosi piallati a lunghe fibre (in genere abete o pioppo, pianta a rapido
accrescimento).
PROCESSO PRODUTTIVO
La miscela di trucioli di legno e legante viene pressata ad alte temperature (350-450°C) con
l’aggiunta di leganti minerali (magnesite o cemento Portland) e infine essiccata. Il consumo di
energia complessivo è elevato a causa della produzione dei leganti. Un ulteriore pretrattamento
dei trucioli con solfato di magnesio serve come impregnamento di protezione contro l'attacco di
parassiti. Il legno perde le parti organiche deperibili e si mineralizza assumendo ottima
resistenza al fuoco
SCENARI DI FINE VITA
Il legante rende impossibile il recupero energetico e difficile il riciclaggio. Può essere usato, dopo
frantumazione, come inerte per il calcestruzzo.
- elevata capacità di dispersione del vapore
- completamente biodegradabile
- riciclabile
- ottima coibentazione termica e acustica di pavimenti, pareti e operture.
- elevata traspirazione, quindi ambienti più sani
- elevata stabilità
- lavorabilità
- nessun componente artificiale.
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I MATERIALI ISOLANTI: PANNELLI IN FIBRA DI LEGNO
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FIBRA DI CELLULOSA
CARATTERISTICHE GENERALI
• Proveniente da riciclaggio
• Non infiammabile inattaccabile dalle muffe, dai roditori e
dagli insetti
Utilizzo
Il materiale viene insufflato nelle intercapedini di pareti e
coperture.
APPROVVIGIONAMENTO MATERIE PRIME
Il materiale di partenza è la carta usata, per esempio, per
quotidiani con nero di stampa senza piombo, carta straccia e carta residua.
PROCESSO PRODUTTIVO
La carta usata viene sminuzzata in un processo di lavorazione in più fasi e mescolata
meccanicamente con l'aggiunta di sali di boro fino al 20% della massa, per migliorare le
proprietà antiparassitarie e antincendio. I fiocchi possono essere elaborati sotto forma di granuli
- coibenza termica e acustica
- traspirabilità
- igroscopicità
- inattaccabilità da insetti e roditori
- ottima resistenza al fuoco
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I MATERIALI ISOLANTI: PANNELLI DI LEGNO MINERALIZZATO
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(4 mm), mediante formatura a pressione senza aggiunta di leganti, o pannelli, mediante aggiunta
di fibra di poliestere e termofissaggio.
SCENARI DI FINE VITA
I fiocchi possono essere aspirati con poca spesa, asciugati e insufflati nuovamente,
riutilizzandoli.
COTONE
APPROVVIGIONAMENTO MATERIE PRIME
Composto per metà da cotone grezzo e per metà da scarti dell’industria tessile. Il cotone
richiede lunghi trasporti e uso di fitofarmaci e fertilizzanti per la coltivazione. Il cotone grezzo è
formato per il 90% di cellulosa, cera di cotone e pectina.
PROCESSO PRODUTTIVO
Le materie prime vengono pettinate, pulite meccanicamente e addizionate di sali di boro
(antiparassitari, protezione antincendio). Infine avviene la lavorazione in veli sottili, che vengono
stratificati gli uni sugli altri e cuciti a formare stuoie.
SCENARI DI FINE VITA
Se non trattato, è biodegradabile e può essere convogliato ai siti di compostaggio dove avviene
la decomposizione a opera di microrganismi e la reintegrazione in natura.
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I MATERIALI ISOLANTI MINERALI:
Silicato di calcio, Perlite, Argilla Espansa, Vermiculite, Lana di vetro, Lana di roccia
SILICATO DI CALCIO
APPROVVIGIONAMENTO MATERIE PRIME
I pannelli di silicato calcico sono composti da sabbia quarzitica, idrato di calce, cemento e un
fissatore con effetto idrofobizzante.
PROCESSO PRODUTTIVO
Il consumo di energia e alto per la produzione del cemento e della calce. Analogamente al
calcestruzzo poroso, la produzione (formazione di pori, indurimento ed essiccazione) avviene in
caldaie di tempra (autoclavi). La formazione dei pannelli comporta un consumo energetico
contenuto: il consolidamento e asciugatura del materiale avviene a basse temperature.
SCENARI DI FINE VITA
Può essere riciclato, dopo frantumazione, nella realizzazione di rilevati stradali e in sostituzione
della sabbia per riporti.
- materiale poroso
- pannelli leggeri, molto resistenti a compressione, di grande precisione dimensionale e di facile lavorabilità
- ininfiammabili e molto resistenti al fuoco
- privi di radioattività
- privi di emissione di polveri o altri agenti irritanti,
- traspiranti e riciclabili (per la produzione di cls).
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I MATERIALI ISOLANTI: CALCIO SILICATO
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PERLITE
APPROVVIGIONAMENTO MATERIE PRIME
La perlite, appartenente a un gruppo di rocce vetrose acquose di origine vulcanica, è un silicato
complesso naturale di alluminio, sodio e potassio.
PROCESSO PRODUTTIVO
La perlite grezza macinata viene cotta per un breve periodo a circa 1000°C fino al
raggiungimento di uno strato viscoso. Evaporando, l’acqua espande i granuli fino a 20 volte il loro
volume originario. Per migliorare l’idrorepellenza, i granuli possono essere trattati con silicone,
paraffina o silicato di potassio. Con l’aggiunta di fibre di vetro (10-20%), fibre cellulosiche (20-
35%), bitume (3-6%) e amido (2-5%) si possono formare pannelli.
SCENARI DI FINE VITA
I granuli sfusi possono essere riciclati come inerte per cls.
ARGILLA ESPANSA
“Materiale costituito da granuli di argilla espansa,
caratterizzata da una struttura interna cellulare racchiusa entro
una scorza dura e resistente”
• E' un inerte leggero, naturale ed isolante
termicamente ed acusticamente, caratterizzato da
bassa igroscopicità.
• È destinato all'impiego in sottofondi, alleggerimenti e
isolamenti.
• Permette applicazioni in luoghi umidi (esempio
massetti).
• È un materiale riutilizzabile e smaltibile.
APPROVVIGIONAMENTO MATERIE PRIME
L’argilla viene estratta da cave e giacimenti collinari a cielo aperto e in seguito stoccata in loco
per circa un anno.
PROCESSO PRODUTTIVO
L’argilla subisce una serie di lavorazioni (frantumazione, mescolatura e granulazione) per rendere
omogenea la pezzatura. I granuli vengono immessi in un forno rotante ad alta temperatura, che
opera a ciclo continuo, dove vengono prima essiccati e in seguito espansi a circa 1200°C con
l’evaporazione dell’acqua contenuta e la formazione di migliaia di micropori. Il rotolamento dei
granuli all’interno del forno ne conferisce la forma tondeggiante.
SCENARI DI FINE VITA
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Il materiale granulare sfuso è riutilizzabile, come riempitivo o come inerte per calcestruzzo.
VERMICULITE
APPROVVIGIONAMENTO MATERIE PRIME
Si tratta di un minerale di origine vulcanica, composto da alluminio, ferro e magnesio. E’ un
minerale di origine secondaria, ossia derivato dalla mica biotite e dalla flogopite in presenza di
acqua e calore.
PROCESSO PRODUTTIVO
Estratta in blocchi irregolari, subisce trattamenti simili alla perlite: viene frantumata, macinata e
sottoposta a trattamento termico, durante il quale l'acqua evapora e la espande. Si determinano
cosi minuscole celle piene d’aria che ne conferiscono potere termoisolante.
SCENARI DI FINE VITA
Il materiale ha una durata potenzialmente illimitata, quindi può essere riutilizzata più volte. Non va
trattata con bitume. Se conferito in discarica costituisce un materiale inerte.
Vermiculite, perlite:
Si usano a secco come riempimenti in intercapedini, soprattutto come inerte per intonaci leggeri
coibenti con buone prestazioni di coibentazione termoacustica. Va garantita l'assenza di
radioattività.
LANA DI VETRO
APPROVVIGIONAMENTO MATERIE PRIME
La lana di vetro è composta da vetro riciclato (generalmente per il 50%, ma anche fino al 90%),
sabbia quarzitica, feldspalto, bicarbonato di sodio e calcare. Inoltre sono contenuti il 3-9% di
leganti di resine artificiali (in genere resine fenolo-formaldeide) e circa l'1% di idrofobizzanti a
base di silicone o minerali.
PROCESSO PRODUTTIVO
Materie prime e aggregati vengono fusi a 1300-1500°C, la massa viene sfibrata e rilavorata con
l'aggiunta del legante.
SCENARI DI FINE VITA
Vermiculite Perlite
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Il riutilizzo è possibile se il materiale è ancora in buono stato, ma viene poco praticato poiché le
lane prodotte prima del 1995 sono sospette cancerogene. Il riciclaggio è possibile reinserendo il
materiale nel processo di produzione.
LANA DI ROCCIA
APPROVVIGIONAMENTO MATERIE PRIME
La lana di roccia viene ottenuta dalla fusione e filatura di rocce naturali di origine vulcanica
(diabase, basalto, dolomite e calcare), e materiali riciclati provenienti dagli scarti di produzione
del cemento, del laterizio o dell'acciaio (scorie di altoforno, materiale refrattario); inoltre è
presente un 4% di leganti (resine fenoliche).
PROCESSO PRODUTTIVO
Le rocce vulcaniche vengono mescolate con scarti di produzione industriali. Il collante è aggiunto
in una camera di filatura. Il prodotto così ottenuto viene posto in una camera di polimerizzazione
e infine tagliato in pannelli e imballato.
SCENARI DI FINE VITA
Come per la lana di vetro, il riutilizzo è possibile, ma viene poco praticato, reinserendo il materiale
nella produzione.
Fibre minerali: lana di roccia, lana di vetro.
- pericolosità delle microfibre: si possono liberare nell'aria dell'ambiente microfibre
particolarmente irritanti per le mucose dell'apparato respiratorio.
- nella produzione e nel confezionamento in pannelli di questi materiali sono utilizzati
prodotti collanti di origine petrolchimica.
Lana di roccia Lana di vetro
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I MATERIALI ISOLANTI DI ORIGINE PETROLCHIMICA:
Poliuretano, Polistirene (Polistirolo)
POLIURETANO
APPROVVIGIONAMENTO MATERIE PRIME
I principali componenti sono il difenilmetandiisocianato (MDI) e il poliolio polietere e/o poliestere.
Questi ultimi possono essere prodotti da petrolio greggio o materiali rinnovabili (per esempio
canna da zucchero, mais, patate).
PROCESSO PRODUTTIVO
L’espanso rigido di poliuretano nasce dalla miscelazione e dalle reazioni chimiche dei suoi
componenti liquidi con l'aggiunta di HFC, pentano o CO2 come agente espandente.
SCENARI DI FINE VITA
Essendo un polimero termoindurente, non può più essere fuso. Può essere riciclato, dopo
granulazione, come materiale di riempimento o per agglomerati. L’incenerimento consente il
recupero energetico, ma la combustione deve avvenire a temperature elevate per evitare
emissioni tossiche.
POLISTIRENE (POLISTIROLO)
APPROVVIGIONAMENTO MATERIE PRIME
Il polistirene espanso (EPS) è un polimero termoplastico derivato dallo stirene (ottenuto dal
petrolio o dal gas naturale) addizionato di un espandente (pentano).
PROCESSO PRODUTTIVO
Con la polimerizzazione dello stirene e l'aggiunta di un agente espandente volatile leggero
(pentano o CO2, dopo l'abolizione dei CFC e HCFC) Si ottengono perle di polistirene sinterizzato
grandi 0,1-2 mm. Dopo l’essiccazione e lo stoccaggio intermedio, il granulato viene riscaldato in
dispositivi specifici a temperature di circa 100°C ed espanso fino a 20-50 volte il suo volume.
SCENARI DI FINE VITA
Il materiale può essere avviato a riciclo (in prodotti meno nobili) o a termovalorizzazione
(feedstock circa 50 MJ/kg).
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FONTI
I paragrafi relativi a “Approvvigionamento materie prime”, “Processi Produttivi”, e “Scenari
di fine vita” sono interamente tratti da:
Lavagna M., Life cycle Assessment in edilizia. Progettare e costruire in una prospettiva di
sostenibilità ambientale, Hoepli, Milano 2008.
BIBLIOGRAFIA
- ANDIL, Secondo Rapporto Ambientale dell’industria Italiana dei Laterizi, ANDIL
Assolaterizi, 2005, http://www.laterizio.it
- Bigazzi D., Sala M., Capitolato: Materiali e Tecnologie ecocompatibili, Alinea Editrice,
Firenze 1999.
- Hegger M., Auch-Schwelk V., Fuchs M., Rosenkranz T., Atlante dei materiali, Utet,
Milano, 2006.
- Lavagna M., Life cycle Assessment in edilizia. Progettare e costruire in una prospettiva di
sostenibilità ambientale, Hoepli, Milano 2008.
- Sasso U., Isolanti sì, Isolanti no, Alinea Editrice, Firenze, 2003.