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Progetto di convenzione
Laboratorio di pitturaRISVEGLIARE LA TRACCIA SOPITA
Una esperienza di espressione
Daniele DonatiConsulente grafologo, educatore e rieducatore della scrittura, Praticien
Via Metauro n.11 – c.a.p. 47841 Cattolica (RN)C.f. DNTDNL78H01H294K P. iva 04058800402
e-mail: [email protected] tel +39 3923622180
INDICE
L'ATELIER DI PITTURA DI ARNO STERN: IL CLOSLIEU 3
INTRODUZIONE 4
ORGANIZZARE IL CLOSLIEU 5 Cosa è messo a disposizione dall'Istituto
Cosa è messo a disposizione dal Progetto
DIPINGERE NEL CLOSLIEU 10
I significati dell'attività
Dare forma alle proprie visioni
La Formulazione
SEMIOLOGIA DELL'ESPRESSIONE 13
Le Figure Primarie
Gli Oggetti-Immagine Le Figure Essenziali
I PRINCIPI 16
Evoluzione
Simultaneità
Reiterazione
LA TRACCIA: UN PATRIMONIO GRAFICO NATURALE E COMUNE 22
IL GIOCO DEL DIPINGERE 24
L'ATTIVITÀ DI RICERCA DI ARNO STERN (Allegato) 26
BIBLIOGRAFIA 31
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L' ATELIER DI PITTURA IDEATO DA ARNO STERN
IL CLOSLIEU
Un luogo inusuale, isolato dalle abitudini cognitive e
percettive, protetto da interferenze ed ingerenze esterne. Si
dipinge sulle pareti, in piedi, in ginocchio, seduti, su di una
predella. Non si dipinge per raffigurare, rappresentare, per un
osservatore da compiacere o stimolare; si dipinge per giocare.
Attraverso questo gioco, a cui libertà e rigore, insieme,
consegnano i tratti del ludiforme, si realizza un processo di
ripetizioni e di concentrazione che produce tracce grafiche
spontanee e permanenti. Questo processo è chiamato
Formulazione. L'atelier si chiama Closlieu, uno spazio senza
uno sguardo verso l'esterno.
3
L' ATELIER DI PITTURA IDEATO DA ARNO STERN
INTRODUZIONE
Lo spazio, i materiali, le regole, il Praticien, il gruppo; cinque
elementi, indispensabili, attraverso cui si realizza il processo
della Formulazione. Ogni elemento possiede una specifica
ragion d'essere. Lo spazio accoglie il novizio, lo libera dalle
tradizionali inferenze comunicative legate alle attività
artistiche; protegge i suoi dipinti, tracce tanto più intime
quanto meno pensate per la fruizione altrui.
I materiali presenti, colori, pennelli, fogli di carta, lo spazio
stesso, sono gli strumenti attraverso cui interpellare gli unici
referenti in gioco: la memoria e la fantasia. Le regole, poche
e rigorose, conferiscono una particolare dignità al gioco,
giocato singolarmente ma in mezzo ad altre persone. Il
Praticien, il servitore del gioco del dipingere, è lo strumento
più potente dell'atelier. Non insegna, non effettua richieste,
non impartisce ordini, non giudica il lavoro effettuato: serve
chi dipinge, fornendo ciò di cui ha bisogno nel momento in
cui ne ha bisogno. Il gruppo che dipinge instaura rapporti di
collaborazione e rispetto, impara il valore fondamentale
dell'utilizzo di mezzi comuni a tutti.
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L' ATELIER DI PITTURA IDEATO DA ARNO STERN
ORGANIZZARE IL CLOSLIEU
Cosa è messo a disposizione dall'Ente
Una stanza di dimensioni 4 mt x 5,5 mt x 3 mt senza finestre.
Accesso ad un bagno.
Corrente elettrica.
La stanza che ospita il Closlieu deve essere adibita a tale
scopo, dunque garantire una disponibilità continuativa.
L'allestimento tipico non può essere montato ad hoc e
smontato al termine di ogni seduta. É preferibile una stanza
regolare, priva di sporgenze e finestre – se presenti sarebbero
comunque ricoperte dal rivestimento murale – dotata di
corrente elettrica per l'illuminazione.
L'accesso ad un bagno facilita le operazioni di pulizia delle
mani e degli strumenti, pennelli, scodellini dei colori.
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L' ATELIER DI PITTURA IDEATO DA ARNO STERN
Cosa è messo a disposizione dal Progetto
I colori a tempera.
Diciotto colori a tempera (bianco, rosa, viola, azzurro, grigio, blu
oltremare, verde scuro, verde chiaro, giallo-verde, giallo, ocra, beige, arancio,
rosso cinabro, rosso carminio, marrone chiaro, marrone scuro, nero) naturali, a
pigmenti privi di metalli pesanti secondo la normativa
europea CE EN 71. Colori particolari, densi, atossici, ad alta
pigmentazione.
Vasetti da 500 cc.
I pennelli. Tre per ogni colore (due uguali di medie
dimensioni ed uno più grande) di ottima fattura per
raccogliere e trattenere una buona quantità di colore.
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L' ATELIER DI PITTURA IDEATO DA ARNO STERN
La carta da disegno.
Tipo offset, 50x70, 120 gr.
Le puntine.
Fissano i fogli alle pareti, sono lunghe 10 mm.
La tavolozza dei colori.
Posta al centro della stanza, è lunga due metri, larga venti
centimetri ed alta settanta.
A questa altezza si trova un piano contenente due file di fori
rotondi, ospitanti i bicchieri dell'acqua e gli scodellini del
colore, uno di fronte all'altro.
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L' ATELIER DI PITTURA IDEATO DA ARNO STERN
Fra ogni coppia bicchiere-scodellino, il supporto dei pennelli.
Tra i due montanti della struttura un ripiano per i barattoli del
colore.
L'allestimento.
Il rivestimento murale è composto di pannelli isolanti in
pastalegno tenera, avvolti da robusta carta da pacco. Il
rivestimento viene inchiodato od avvitato alle pareti, evitando
un intervento murario permanente.
Le pareti all'inizio
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L' ATELIER DI PITTURA IDEATO DA ARNO STERN
Le pareti dopo anni di tracce
L'illuminazione.
Quattro unità con paralume, ognuna con due tubi paralleli
(26 mm Ø, 150 cm di lunghezza, 58Watt) capaci di riprodurre
l'intero spettro solare. Collocati a tre metri d'altezza,
posizionati e distanziati in modo tale da non creare ombre né
produrre fastidiosi riflessi sul foglio.
Un armadio.
Per custodire i dipinti finiti e da finire, la carta da disegno,
scodellini e pennelli ausiliari per la preparazione di misture
non presenti nella scala cromatica della tavolozza.
Supporti per dipingere.
Una sedia (raramente utilizzata), predelle di diversa altezza,
una scala, alcuni cuscini e piccoli materassi.
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L' ATELIER DI PITTURA IDEATO DA ARNO STERN
DIPINGERE NEL CLOSLIEU
I significati dell'attività
Due sono i significati fondamentali che il progetto assume
mediante questa attività. Intimamente connessi e ricorsivi,
possono essere così sintetizzati: liberare l'espressione da
modalità comunicative, rendere disponibile ed operativo un
patrimonio grafico naturale e comune.
Dare forma alle proprie visioni
Per comprendere come possa una attività di tipo espressivo
spogliarsi di connotati comunicativi utilizziamo alcuni
riferimenti linguistici classici. R. Jakobson sintetizza gli
elementi dell'agire comunicativo, attribuendo ad ognuno una
specifica funzione all'interno di un sistema compiuto.
10
L' ATELIER DI PITTURA IDEATO DA ARNO STERN
La possibilità che una funzione del circuito comunicativo si
attivi si riduce nel tempo fino ad annullarsi, dacché i
partecipanti, presto o tardi, comprendono che il proprio
operato non è soggetto a giudizio e come tale non può essere
diretto verso un destinatario. Nel contesto del Closlieu viene
meno, con la pratica, l'emittente. Non si dipinge per
rappresentare, le forme pittoriche perdono l'intento figurativo.
Eliminare l'emittenza è l'esito di un processo, non un dato che
si assume la prima volta che si impugna il pennello.
Con P. Watzlawick estendiamo i confini dell'agire
comunicativo al comportamento generico, introduciamo la
variabile assenza di intenzionalità. In questo modo
riformuliamo il problema dell'emittenza calibrandolo sulla
persistenza della ricezione. Qualsiasi comportamento può
essere oggetto di attenzione e stimolare l'interpretazione di
chi osserva. A partire dal rapporto che si instaura con il
Praticien, i partecipanti si liberano dello sguardo e della
presenza interpretativa altrui, nella misura in cui, in prima
persona, smettono di essere riceventi. La stazione eretta priva
di movimenti non comunica nulla se chi ci sta intorno non se
ne occupa. É sufficiente lavorare, indirettamente, sui due
elementi emittenza/ricezione perché si instauri una
comunicazione intrapersonale che disvela un codice di cui il
Praticien è attento e silente osservatore.
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L' ATELIER DI PITTURA IDEATO DA ARNO STERN
È necessario liberare il gesto da inferenze comunicative
perché possa esprimersi un intimo messaggio che rimbalza
fra il disegno e chi lo produce. Le forme perdono la
codificazione riconosciuta ed accettata fuori dal Closlieu,
diventano prodotti reali di visioni intime che provocano
piacere. L'attività nel Closlieu prosegue il suo cammino
tipico quando dipingere provoca piacere. Un segno di tale
stato è il ripetersi delle forme, il loro pullulare, il loro
articolarsi, l'evoluzione in strutture più complesse in cui la
forma di base permane. Evoluzione grafo-pittorica che
avviene spontaneamente.
La Formulazione
È una manifestazione
grafo-pittorica articolata su più
livelli, che produce Tracciati ed
Oggetti-Immagine. I primi hanno
natura e corso impulsivi,
emotivo-affettivi; i secondi sono
connotati da ragione, frutto del
confronto fra la realtà
circostante, coi suoi oggetti,
persone, eventi e la propria
abilità pittorico-rappresentativa.
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L' ATELIER DI PITTURA IDEATO DA ARNO STERN
La Formulazione si realizza anche nell'adulto, ma è nel
bambino che passa attraverso le sue tappe tipiche, quelle delle
Figure Primarie, degli Oggetti-immagine e delle Figure
Essenziali. (L'immagine precedente mostra un esempio di
ciascuna fase in persone diverse)
SEMIOLOGIA DELL'ESPRESSIONE
Riportiamo uno schema ridotto delle tracce tipiche che la
Formulazione produce. Saranno presentati alcuni esempi
concreti.
Alcune Figure Primarie
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L' ATELIER DI PITTURA IDEATO DA ARNO STERN
Figure Primarie
Oggetti Immagine
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L' ATELIER DI PITTURA IDEATO DA ARNO STERN
Le Figure Essenziali
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L' ATELIER DI PITTURA IDEATO DA ARNO STERN
I PRINCIPI
Evoluzione
Evoluzione delle forme
Le prime tracce infantili,
spontanee, esplorative, maturano
nell'impulso di “conquistare”
l'ambiente circostante, nella
scoperta sorprendente di modificarlo lasciandovi un residuo
di sé; una traccia confusa, convulsa, spastica, riduttivamente
definita, una volta riprodotta sul foglio, scarabocchio.
Con l'esercizio le abilità motorie
migliorano, il gesto rallenta e
diviene più controllato. La gesticolazione assume, via via, i
caratteri di gesto; dalla traccia confusa emergono tratti dotati
di concisione, con un inizio ed una fine.
La tappa successiva, fondamentale,
segna il raccordo dei due punti del
tracciato. Nasce una o? Nasce un
cerchio? Nasce una forma, dal corso curvo, in cui inizio e
fine del tracciato sono uniti. La prima Figura Primaria.
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L' ATELIER DI PITTURA IDEATO DA ARNO STERN
Evoluzione delle fasi
Una importante transizione si ha quando il bambino nota
somiglianze fra le Figure Primarie e gli oggetti del suo
ambiente. La ragione prende il controllo del gesto, che
diviene figurativo, il bambino produce gli Oggetti-Immagine
(casa, personaggio, sole, fiore, animale, ecc., dodici in totale).
Fase importante, poiché il desiderio di rappresentare è forte.
Allora si mette in scena una immagine di movimento, un
avvenimento vissuto, si descrivono oggetti enumerandone gli
elementi, si rappresenta ciò che avviene in contesti famialiari
ed usuali.
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L' ATELIER DI PITTURA IDEATO DA ARNO STERN
Solitamente è in questa fase che si insegna al bambino a
disegnare. Se non lo si facesse si consentirebbe di mettere in
scena le sue esperienze significative attraverso il repertorio di
Oggetti-immagine di cui dispone, un repertorio ridotto, certo,
ma che, come un codice linguistico, può essere ricombinato e
così riprodurre infiniti scenari.
Lo sviluppo cognitivo e fine-motorio porta con sé la
possibilità di riprodurre e rappresentare la realtà con
accresciuto realismo. Diventano operativi i concetti di
dettaglio, proporzione, imitazione; è una fase a predominanza
intellettuale, in cui gli Oggetti-Immagine perdono i loro tratti
tipici. La pratica nel Closlieu concede tempo ad ogni
manifestazione, così che ognuno possa portare il proprio
mettere in scena la realtà alla sua forma compiuta e perfetta;
così che si possa, autonomamente, in seguito superare gli
irrigidimenti razionali della figurazione.
Ora la Formulazione può entrare nella sua terza fase, quella
delle Figure Essenziali, in cui l'attività riprende il suo corso
spontaneo, non ragionato ed attraverso cui la traccia recupera
la sua naturalezza. In questa fase Forma e Spazio si
incontrano, dialogano insieme all'interno del Tracciato
colorato, il quale assume un carattere fondamentale, il Ritmo.
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L' ATELIER DI PITTURA IDEATO DA ARNO STERN
La simultaneità
Lo sviluppo della traccia avviene per piani che si
sovrappongono, in un ordine evolutivo non selettivo. Due
gesticolazioni impulsive sono il punto di partenza.
Giruli Punctili
Come dai Giruli emerge la Figura Rotonda, dai Punctili
prima, allungando il punto d'impatto, si sperimentano linee
parallele e poi, con parziale sicurezza, controllo e concisione,
il tratto diritto.
19
L' ATELIER DI PITTURA IDEATO DA ARNO STERN
Due istanze forti giocano fra loro: la curvilineità e la linearità,
che si sviluppa come resistenza alla originaria tendenza al
tratto curvo. Con le capacità di interruzione e raccordo del
tratto, la traccia evolve.
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L' ATELIER DI PITTURA IDEATO DA ARNO STERN
La simultaneità riguarda anche la successione delle fasi;
esprimere gli Oggetti-immagine non implica un abbandono
delle tracce delle Figure Primarie. Tracciati ed
Oggetti-immagine si sovrappongono; i primi confluiscono nei
secondi, ne
determinano la
forma, come
nel caso del
triangolo,
Figura
Primaria ed
Oggetto-immagine, che è contenuto nella casa, nel
personaggio, nell'albero. Nel dipinto sopra, una figura
primaria costituisce la chioma degli alberi.
21
L' ATELIER DI PITTURA IDEATO DA ARNO STERN
La reiterazione
Reiterazione ed evoluzione sono complementari. É Proprio
ripetendo le stesse figure che il bambino le matura; ed è
questo che gli permetterà, al momento propizio, d'andare
verso una figura più evoluta, di passare dalla Figura Rotonda
al Quadrato, dalla Goccia al Triangolo. (Stern A., p. 58, Dal
disegno infantile alla semiologia dell'espressione, v. bibl.)
Il Closlieu è il luogo della permanenza.
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L' ATELIER DI PITTURA IDEATO DA ARNO STERN
LA TRACCIA:
UN PATRIMONIO GRAFICO NATURALE E COMUNE
Ciò che si produce nel Closlieu, quanto di visibile e
riconoscibile, è quanto ognuno acquisisce lungo il normale
cammino scolastico ed educativo. Ciò può essere detto per le
Figure Primarie che, di fatto, altro non sono che cerchi,
quadrati, linee rette, linee perpendicolari, triangoli …; oggetti
del nostro sapere, a cui associamo concetti matematici e
linguistici. Lo stesso vale per gli Oggetti-immagine, ossia gli
strumenti di una rappresentazione grafica che tutti, ciascuno
con modalità e temi diversi, mettono in pratica nel disegno.
Una differenza metodologica ed una sostanziale, tuttavia,
devono essere colte. Differenza significativa la prima, dato
che quelle forme del quotidiano didattico-educativo vengono
trovate, non presentate; vengono ripetute e così acquisite per
curiosità ed intimo piacere, non perché oggetto di una
esercitazione eterodiretta né come esito di attività che genera
stress psico-fisico. Dipingere nel Closlieu ripristina un
percorso interrotto, crea continuità con quella fase esplorativa
in cui il bambino veniva lasciato libero di tracciare perché
troppo piccolo per essere istruito e corretto. Torna libero di
tracciare innumerevoli volte la stessa forma o di deformarla
senza suscitare clamori.
23
L' ATELIER DI PITTURA IDEATO DA ARNO STERN
Per quanto riguarda gli aspetti sostanziali non può sfuggire il
percorso di comprensione che si intraprende quando oggetto
d'esperienza siano simboli privi di significato da giustificare.
Usiamo concretamente l'esempio dell'insegnamento della
scrittura, che è un sistema codificato e convenzionale di segni
che veicolano significati. Durante il periodo di
apprendimento il metodo più idoneo è quello che permette un
armonico progresso delle esperienze senso-motorie – la
costruzione grafica dell'alfabeto – e della esperienza
cognitiva – l'accordo sulla convenzione –. Ed è proprio
quest'ultima, anche nei casi in cui lo sviluppo psico-motorio
sia adeguato, a rimanere confinata in un ambito problematico
ed oscuro; a partire dalla difficoltà di far comprendere al
discente il legame fra una struttura simbolica ed il significato
che veicola. Legame che non può essere spiegato; può solo
essere accettato. La pratica nel Closlieu si concentra su forme
il cui significato è negoziato e rinegoziato continuamente da
chi le produce. In questo percorso, di pari passo con la
maturazione motoria, si sperimenta la polifunzionalità
semantica del tracciato. Scoperte le forme, acquisite le
prassie necessarie alla loro costruzione, si gioca a
ricombinarle, secondo il proprio gusto ed all'insegna del
piacere. Le forme diventano medium potenti, si scoprono tali,
si utilizzano come tali. É un gioco che prepara
all'acquisizione eterodiretta di significati. 24
L' ATELIER DI PITTURA IDEATO DA ARNO STERN
IL GIOCO DEL DIPINGERE
Dipingere nel Closlieu è un gioco. Avviene senza
competizione, senza antagonismo. Non esiste un regime di
concorrenza. L'attività del singolo non è compiuta a
detrimento delle possibilità altrui. Ognuno è libero di giocare
con le proprie immagini senza condizioni. Non si gioca per
un fine, per conseguire un risultato, per affermare una
posizione, una abilità, un talento. É un gioco in cui tutti i
partecipanti possono trovare un posto confortevole, di agio,
divertimento, soddisfazione. Non si vince né si perde; se il
piacere di dipingere è una vittoria, questa non può che essere
sui generis, poiché non necessita di una sconfitta che la
riconosca.
Si gioca con dei beni comuni. I pennelli vengono impugnati
al centro, tenuti con una pinza a tre dita, intinti leggermente
prima nell'acqua poi nel colore ed utilizzati con mano
parallela al foglio. Si ripongono in un solo modo, così che
ognuno li ritrovi sempre nella stessa posizione, senza
risciacquarli. Queste sono le regole. Non c'è un garante, un
arbitro. Il Praticien è un servitore, si assicura che tutti
possano giocare senza ostacoli, che nessuno sia distratto
dall'impulso creativo. Se dipingere la parte alta del foglio
diventa scomodo, il Praticien consegna una predella e la
rimuove quando non è più necessaria.
25
L' ATELIER DI PITTURA IDEATO DA ARNO STERN
Se la scala cromatica della tavolozza non è sufficiente,
prepara una mistura apposita per chi la richiede. Se una
puntina impedisce la pittura – non si dipinge sulle puntine – il
Praticien viene chiamato per rimuoverla. Fra Praticien e chi
dipinge si instaura un rapporto strumentale. Ma tale rapporto
ha un aspetto funzionale rilevante. Facciamo un esempio. La
puntina è lo strumento più prossimo al dipinto. Chi dipinge
può chiamare il Praticien più e più volte per la rimozione
delle puntine – solo lui può farlo – lasciandolo in questo
modo avvicinare al suo lavoro. Questo “dialogo” frequente
intorno alla puntina sostituisce quello che si creerebbe
inevitabilmente intorno al dipinto.
26
L' ATELIER DI PITTURA IDEATO DA ARNO STERN
Allegato - L'ATTIVITÀ DI RICERCA DI ARNO STERN
Arno Stern ha osservato la Traccia e la sua Formulazione per
circa settant'anni. La ricerca lo ha spinto oltre le mura del
Closlieu (1967-1972).
Afghanistan
L' ATELIER DI PITTURA IDEATO DA ARNO STERN
Perù
Ande Foresta vergine
Mauritania
L' ATELIER DI PITTURA IDEATO DA ARNO STERN
Niger
Niger (Fulani)
Guatemala
L' ATELIER DI PITTURA IDEATO DA ARNO STERN
Etiopia
Nuova Guinea
Messico
L' ATELIER DI PITTURA IDEATO DA ARNO STERN
BIBLIOGRAFIA
JAKOBSON R., (1966) Linguistica e poetica, in Saggi di linguistica generale, Milano, Feltrinelli.
STERN A., (1995) I bambini senza età, Milano, Luni Editrice
STERN A., (2000) Closlieu: il chiostro dei colori, Bergamo, Moretti & Vitali.
STERN A., (2001) Homo vulcanus. Il Closlieu e il rivelarsi dell'espressione, Roma, Edizioni Scientifiche Ma.Gi.
STERN A., (2003) Dal disegno infantile alla semiologia dell'espressione. Iniziazione ad un altro sguardo sulla traccia, Roma, Armando Editore.
STERN A., LINDBERGH P., (2006) Felice come un bambino che dipinge, Roma, Armando Editore.
STERN A., (2013) Il gioco del dipingere, Milano, Edizioni Uroboros.
WATZLAWICK P. et alii, (1971) Pragmatica della comunicazione umana, Astrolabio, Roma.
WERNER H., KAPLAN B., (1989) La formazione del simbolo, Milano, Raffaello Cortina Editore.
31
L' ATELIER DI PITTURA IDEATO DA ARNO STERN
Utilizzo di foto ed immagini autorizzato da A. Stern.Il progetto è stato visionato ed approvato da Arno Stern il13/10/2013, a Mendrisio, Svizzera, in occasione del corso diformazione alla pratica del Praticien, tenuto presso la ScuolaCantonale Operatori Sociali (SCOS).