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Laboratorio scrittura analitica

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Maura Vitale Laboratorio di scrittura analitica sovera edizioni

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INTERVISTA

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Maura Vitale, da dove nasce l’ideadi un laboratorio di scrittura anali-tica?L’utilizzo della scrittura per rappre-sentare la propria storia e le proprieemozioni è stata una parte fondamen-tale del progetto che ha portato al

mio libro “Donne che non valgono niente”. Proprio i racconti scritti dalle donne di @lice, inviatisul “gruppo di rete” o letti nel corso del “gruppo di car-ne” hanno consentito la realizzazione del libro.La scrittura al servizio di un’emozione, di una libera-zione.Quindi non una scrittura formalmente e struttural-mente corretta, ma una scrittura idonea a parlare di sé.Mi sono quindi chiesta se fosse possibile fare il percor-so contrario, cioè partendo da una modalità di scrittu-

ra si riuscisse ad arrivare ad esplorare e a rappresentarequalcosa di sé.

Come è stato messo a punto questo laboratorio?L’idea di un laboratorio di scrittura analitica nasce dal-l’intento di unire in modo originale due modalità diindagine e di espressione del Sè, quella letteraria equella analitica.L’interazione forte tra le due discipline, si fonderà sul-le loro caratteristiche specifiche e i loro rispettivi sta-tuti.Il laboratorio è assai differente dalle scuole di scritturacreativa tradizionali, dove in genere si mira a sviluppa-re tecniche ed esercizi per “imparare a scrivere” o gene-ricamente a “produrre idee creative” da gettare sullacarta, focalizzate cioè sull’oggetto da produrre; ma an-che dalla fisionomia di quei seminari, di taglio marca-tamente psicologico e analitico che, in modo comple-mentare, considerano la scrittura in quanto formad’espressione interiore, tecnicamente nativa nell’indi-viduo, ed escludono dall’ambito delle risorse disponi-bili per l’esplorazione e l’espressione dei contenuti psi-chici quelle che l’esperienza storica ha fornito attraver-so il consolidarsi concreto delle forme e delle istituzio-ni letterarie.Per fare una cosa diversa sono servite due competenze:quella mia, in qualità di psicoterapeuta, e quella di undocente di letteratura*, Carlo Boumis, con il quale col-laboro da anni e che interviene nei miei progetti inqualità di esperto di tecniche letterarie, ma è anche unricercatore appassionato delle implicazioni analitichenella letteratura. Abbiamo sperimentato, prima in sin-goli interventi mirati, poi in seminari di respiro più

LABORATORIO DI SCRITTURA ANALITICA

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ampio, la forza che la lettura di testi letterari ha nel-l’evocazione dei contenuti psichici profondi. Man ma-no che gli esperimenti si affinavano siamo stati condot-ti dal caso a condurre le nostre analisi non solo sui con-tenuti, ma anche sui modi della scrittura; anche i mo-di, quelli che i letterati chiamano “lo stile”, rivelano,nella loro autonomia formale, emozioni, traumi, con-tenuti emotivi sopiti o nascosti. Dal movimento di unafrase, dalla ripetizione di uno stilema in un dato con-testo, scattava la scommessa di trovare un nesso...Qualcosa, ogni tanto, scoprivamo. Chi partecipava aiseminari era portato, spesso autonomamente, a emula-re in modo creativo gli stimoli di quelle scoperte. Glielaborati prodotti diventavano a loro volta oggetto dianalisi, con una produzione di senso, soggettivo e co-mune, sorprendente. Da qui la scommessa di lavorareora sui generi, aggregati stilistici strutturati e comples-

si, che promettono risultati interessanti sia sul pianodell’analisi che della produzione.Affiancando le nostre due figure professionali nel labo-ratorio proporremo stimolazioni letterarie e analiticheche ci serviranno a recuperare il “senso” di ciò che si hadesiderio di esprimere, quindi affiancheremo i parteci-panti nella vera e propria costruzione della loro opera,dall’individuazione del contenuto emotivo, alla strut-tura della vicenda epistolare, alla scrittura.

A chi è destinato?Il laboratorio è destinato a coloro che hanno il deside-rio di produrre in modo “compiuto e strutturato”un’opera che abbia a che fare con la propria vita, i pro-pri sentimenti, scoperti all’interno della comunicazio-ne quotidiana, come tipicamente suggerisce il ricorsoal genere del romanzo epistolare, prescelto per questaprima edizione. Potrà trattarsi dell’analisi micrometri-ca di emozioni sfuggenti o della rappresentazione diveri e propri drammi, come sempre succede nella vitadi ognuno. Non è necessario, quindi, avere particolari competen-ze di scrittura, ma piuttosto essere disponibili a metter-si in gioco, utilizzando la dimensione corale per ampli-ficare il proprio modo di sentire le cose. Proprio le mo-dalità analitiche e la scelta del genere, in un certo sen-so “straniante” rispetto al sistema di comunicazionecorrente delle emozioni (pensiamo alla manipolazionedelle emozioni che propongono i media) garantiscel’autenticità del risultato.

Perché il laboratorio è in collaborazione con Sovera?Sovera ha una tradizione nella scoperta di nuovi auto-ri. Un laboratorio che facesse da incubatore per i pro-getti letterari e che, al riguardo, ponesse le condizioniper l’apertura di una ricerca sulla scrittura e sui suoicontenuti profondi, non era facilmente proponibile amolti altri editori. È, mi sembra, un esperimento nuo-vo, che offre la possibilità a chi si getta in questa avven-tura di vedere pubblicato il suo lavoro ma, dal suopunto di vista l’editore, scommette sulla qualità di unascrittura che si avvale di un processo di editing, finaliz-zato, una volta tanto, non alle esigenze del mercato,ma a quelle dell’espressione dei contenuti profondi deisingoli autori. Quanto meno c’è da sperare che ciò cheemergerà sia interessante.

Come è organizzato il laboratorio?Gli incontri avranno inizio a metà gennaio. Ogni in-contro prevede l’offerta di elementi di analisi, stru-menti, stimoli secondo una direttrice binaria: su un

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piano quelli letterari, sull’altro quelli analitici, tenutisempre in stretta relazione. Brani letterari sarannousati per mettere in contatto i partecipanti con la ma-nifestazione formalizzata nel genere di un determina-to contenuto emotivo: odio, aggressività, paura, sedu-zione, amore, ecc. Li si leggerà e li si analizzerà met-tendo in risalto la relazione tra la manifestazione del-le emozioni e la forma letteraria specifica che permet-te loro di manifestarsi. Penso, per esempio, all’apertu-ra della lettera della marchesa di Marteuil a Valmont,proprio alle prime battute delle Relazioni pericolose diPierre de Laclos: “Tornate, mio caro visconte, tornate:cosa state facendo, cosa potete fare in casa di una vecchiazia che vi ha già lasciato tutti i suoi beni? Partite subito;ho bisogno di voi. Ho avuto un’idea brillante e voglio chesiate voi a realizzarla. Queste poche parole dovrebberobastare; e, troppo onorato della mia scelta, dovreste cor-rere a ricevere i miei ordini in ginocchio: ma voi abusa-te della mia bontà, anche da quando non ne usate più; enell’alternativa tra un odio eterno e un’eccessiva indul-genza, la vostra fortuna vuole che la mia bontà abbia lameglio”. Ecco: qui c’è una vera e propria tempesta di-namica: seduzione, ambizione ed esibizione di potere,sublimazione del desiderio, umiliazione sadica… Mabisognerà fare ordine, comprendere i modi della co-municazione, confrontarli nel montaggio seriale delle

lettere, e d’altra parte analizzare le dinamiche psicolo-giche in senso proprio. La lettura analitica che segui-rà, approfondirà ogni volta le dinamiche emerse sulpiano letterario, facendole risuonare con le emozioniche nei partecipanti tali stimoli avranno prodotto. Laricerca diverrà quindi personale e di gruppo, e il vis-suto esistenziale di ognuno sarà chiamato in causa co-me possibile materiale di lavoro per la scrittura diun’opera originale a partire dai canoni del genere pre-scelto. Si giungerà quindi alla concreta stesura dei testi. Traun incontro e l’altro i partecipanti potranno contatta-re singolarmente gli organizzatori che, nei rispettiviambiti di competenza, dispenseranno i loro consiglisia per la prima stesura che per la revisione degli scrit-ti, fino al traguardo della pubblicazione. EugenioMontale diceva che ogni autore scrive, nella sua vita,sempre lo stesso libro. Alludeva alla presenza di un nu-cleo personale profondo, invariante, riconoscibile nel-le opere varie di ogni grande scrittore. Cercheremo difar scoprire ai partecipanti qual è il senso profondo delloro primo testo, assumendoci, per questa volta, lafunzione di editor.Per ulteriori informazioni sul laboratorio ci si può ri-volgere alla dott.ssa Maura Vitale (cell. 3928633394) o al dott. Carlo Boumis (cell. 3396467180) o scrivere all’indirizzo di posta elettronica [email protected].

*estratto del curriculum

Carlo Boumis è nato a Roma nel 1962. Si è laureato in

Storia della Letteratura Italiana Moderna e Contempo-

ranea presso l’Università La Sapienza di Roma, dove ha

poi conseguito il dottorato di ricerca in Italianistica.

La sua tesi di laurea, La presenza di Claude Debussy nel-

la poesia del primo Montale, ha vinto la X edizione del

Premio Internazionale Eugenio Montale.

Ha collaborato allo studio e all’edizione di carteggi di

scrittori contemporanei presso l’Archivio del Novecento

della Sapienza, dove ha svolto ricerche sulla storia della

letteratura italiana dei primi trent’anni del Novecento.

Dal 1995 insegna Lingua e Letteratura italiana e latina

al liceo. Da quattro anni ricerca con Maura Vitale i

punti di contatto tra l’analisi della psiche e quella dei

testi letterari.

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TERZA PAGINATRIMESTRALE DI EDITORIA E CULTURALUGLIO-DICEMBRE 2012

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