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1 L’economia di Livorno: il 2011… in pillole. BREVE SINTESI DEL RAPPORTO SULL’ECONOMIA DELLA PROVINCIA DI LIVORNO NEL 2011 Sommario: 1. Premessa - 2. La crisi internazionale e nazionale – 3. Gli operatori economici di fronte al futuro – 4.L’analisi dei risultati – 5. La popolazione – 6. Il tessuto imprenditoriale – 7 La produzione agricola – 8. L’artigianato – 9. L’industria manifatturiera - 10. Il commercio - 11. Il commercio estero - 12. Il turismo – 13 Le attività portuali - 14. Il credito – 15. Il mercato del lavoro - 16. L’innovazione e l’attività brevettuale – 19. La contabilità economica territoriale - 18. Qualche previsione. Livorno, 30/5/2012

L’economia di Livorno: il 2011… in pillole....4 imprese per lo 0,43%. Le imprese provinciali con un valore della produzione che supera i 10 milioni di euro sono 124 (135 l’anno

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L’economia di Livorno:

il 2011… in pillole.

BREVE SINTESI DEL RAPPORTO SULL’ECONOMIA DELLA PROVINCIA DI

LIVORNO NEL 2011

Sommario: 1. Premessa - 2. La crisi internazionale e nazionale – 3. Gli operatori economici di

fronte al futuro – 4.L’analisi dei risultati – 5. La popolazione – 6. Il tessuto imprenditoriale – 7

La produzione agricola – 8. L’artigianato – 9. L’industria manifatturiera - 10. Il commercio - 11.

Il commercio estero - 12. Il turismo – 13 Le attività portuali - 14. Il credito – 15. Il mercato del

lavoro - 16. L’innovazione e l’attività brevettuale – 19. La contabilità economica territoriale -

18. Qualche previsione.

Livorno, 30/5/2012

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1. Come da tradizione la Camera di Commercio di Livorno, avvalendosi del proprio Centro

Studi, presenta il Rapporto sull’economia della Provincia di Livorno nel 2011. Sono già otto

anni che l’evoluzione della nostra economia viene dettagliatamente osservata con

approfondimenti dei fenomeni più rilevanti di ogni singolo comparto e con particolare riguardo

alle variegate realtà settoriali, per individuarne, non solo le serie storiche, ma anche le tendenze

di medio periodo. Il rapporto analizza i dati e le loro fonti per indagare sull’economia reale,

derivata dalle azioni e dalle finalità adottate e perseguite dal complesso motore di sviluppo

rappresentato dal sistema imprenditoriale e dal mondo del lavoro. L’analisi evidenzia che nella

nostra provincia è presente un modello di sviluppo integrato che opera per valorizzare la filiera

agroalimentare, quella del manifatturiero (industriale ed artigiano), quella logistica e quella

turistica, per continuare a dare voce all’industria tradizionale ed a quella a più alto valore

aggiunto, e che si propone come polo di rilevanza regionale e nazionale, anche grazie alla

presenza di uno dei principali porti italiani.

2. Quest’anno la nostra analisi non può che prendere atto del consolidarsi di una pesante crisi

internazionale e nazionale che dal biennio precedente ha avuto notevoli conseguenze sulla

generalità dei settori economici provinciali. Questi sono stati esaminati per valutare le

debolezze (e sono tante) ed i punti di forza (che purtroppo sono pochi). Il fine è quello di poter

validamente affrontare le prime per diminuirle ed aumentare i secondi per far decollare un

nuovo modello di sviluppo della nostra economia. E si parla di un modello “nuovo” perché,

dopo una crisi come quella presente, il futuro non potrà mai essere un ritorno uguale all’ieri, ed

i risultati del 2011 lo confermano. Per guardare al domani bisogna avere il coraggio di superare

i più naturali e diversi atteggiamenti (che qualcuno chiama lotte) difensivi, e porre più

entusiasmo e più carica verso nuovi traguardi. Si avverte da più parti che resistere (pur

imperativo categorico) non è azione sufficiente per uscire dalla crisi, sono quasi del tutto

assenti segnali di ripresa.

3. Nella libertà d’azione sempre più numerosi sono gli operatori che sfidano il futuro

affrontando logiche selettive che lasciano al loro destino sia le imprese marginali, sia quelle che

si affannano dietro la tradizione, ma non hanno sempre la forza di adottare nuove strategie

verso nuovi mercati, non solo nazionali. E, tuttavia, molti non solo si impegnano per la difesa

delle loro imprese e dei loro addetti, ma affrontano con entusiasmo e con impegno tutte le

responsabilità che sono necessarie per assicurare dignità sia al presente che al futuro. E lo

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sfidano e noi, che siamo dalla loro parte, confidiamo nella loro vittoria, che sarebbe anche la

nostra.

4. Il 2011 è stato, dopo un biennio critico, un anno particolarmente difficile e l’analisi dei

risultati , così come si evince dal nostro rapporto, vede uscire indenni solo alcuni settori

dell’economia locale. Ma di questa parleremo più avanti, quando verranno presentate le

dinamiche e le evoluzioni di breve e medio periodo. A questo punto appare molto più

opportuna una sintesi dei principali risultati che emergono dal Rapporto per avere chiara

visione e conoscenza dei punti di forza e dei punti di debolezza della nostra economia.

5. La popolazione provinciale, secondo i primi dati del Censimento dell’ottobre 2011,

ammonta a 336.943, e mancano 6.230 residenti rispetto a quelli registrati presso le anagrafi

comunali al 30/9/2011. Quella livornese è una popolazione in cui dominano le classi d’età più

avanzata: oltre il 18% dei residenti è un ultrasettantenne, contro solo l’11,9% che ha un’età

compresa fra gli zero ed i 14 anni.

6. Il tessuto imprenditoriale assiste ad una modesta diminuzione (-0,1%) del numero delle

imprese attive (28.743 al 31/12/2011). Sul dato influisce l’imprenditoria straniera che

rappresenta l’otto per cento del totale. L’evento non è di poco conto, rappresentando nel suo

complesso una sostanziale stagnazione del numero dei soggetti che offrono lavoro. Si ricorda

che il tasso di imprenditorialità di Livorno, calcolato sulla popolazione residente al censimento

2011 è dell’8,53%, con riferimento alle imprese attive (28.743), uno dei più bassi in Italia.

Le imprese livornesi entrate in liquidazione nel 2011 sono in diminuzione rispetto all’anno

precedente (504 contro 550), mentre il numero d’imprese verso le quali sono state avviate

procedure concorsuali è in netto aumento, passano, infatti, da 76 a 90.

Le imprese femminili sono 8.016, erano 8.082 nel 2010, mentre le imprese attive sono 2.522 e

rappresentano l’8,4% del tessuto imprenditoriale provinciale.

Le società con sede a Livorno che nel corso del 2011 hanno depositato bilancio (relativo

all’esercizio 2010) costituiscono il 14,44% delle imprese, percentuale inferiore sia alla media

regionale (16,29%) che alla media nazionale (15,93%). Va tuttavia notato che tutti i suddetti

valori (a livello locale, regionale e nazionale) risultano in crescita a seguito dell’espansione del

numero di società di capitali. A Livorno l’incidenza delle piccole imprese è pari al 92,57%,

quella delle medio piccole del 4,18%, le medio grandi pesano per il 2,82%, e le grandi

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imprese per lo 0,43%. Le imprese provinciali con un valore della produzione che supera i 10

milioni di euro sono 124 (135 l’anno precedente) di cui 24 con oltre 50 milioni di fatturato.

Da segnalare che il fatturato 2010 complessivo delle società depositanti bilancio è stato pari a

8.941.988.224 €, il 5,5% in più del 2009.

Sedi d'impresa attive al 31/12/2011 per comune, variazioni tendenziali % ed

incidenze %

COMUNI 2010 2011 Var. tend. % Incidenza %

Bibbona 484 472 -2,5 1,64

Campiglia Marittima 1.326 1.330 0,3 4,63

Campo nell'Elba 519 519 0,0 1,81

Capoliveri 495 496 0,2 1,73

Capraia Isola 58 56 -3,4 0,19

Castagneto Carducci 1.087 1.086 -0,1 3,78

Cecina 2.792 2.788 -0,1 9,70

Collesalvetti 1.159 1.157 -0,2 4,03

Livorno 12.087 12.034 -0,4 41,87

Marciana 262 268 2,3 0,93

Marciana Marina 233 238 2,1 0,83

Piombino 2.573 2.583 0,4 8,99

Porto Azzurro 418 416 -0,5 1,45

Portoferraio 1.210 1.213 0,2 4,22

Rio Marina 205 209 2,0 0,73

Rio nell'Elba 81 82 1,2 0,29

Rosignano Marittimo 2.535 2.540 0,2 8,84

San Vincenzo 754 754 0,0 2,62

Sassetta 48 49 2,1 0,17

Suvereto 438 453 3,4 1,58

Totale Provincia 28.764 28.743 -0,1 100,00

Elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati Infocamere

7. La produzione agricola d’eccellenza è, per la nostra provincia, quella vinicola che si è

ridotta nel suo complesso del 15,4%, in misura superiore a quella toscana (-12,6%). Anche il

tessuto imprenditoriale sconta una ormai consolidata diminuzione del numero delle imprese: le

attive che a fine 2010 erano 2.803, a fine 2011 sono 2.760.

Le aziende iscritte alle DOP livornesi ammontavano a fine 2011 a 171 unità, medesimo numero

del 2010, di queste 128 sono completamente autonome nel senso che producono, vinificano e

imbottigliano, mentre le altre producono uva per la successiva vendita alle aziende vinificatrici.

All’interno delle precedenti s’individuano 39 imprese (di cui 35 sono autonome) iscritte alle tre

DOCG provinciali: Suvereto, Val di Cornia Rosso ed Elba Aleatico. Nel corso del 2011 la

Camera di Livorno ha certificato 3,9 milioni di litri, dei quali poco più di 3,7 sono stati

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imbottigliati. Rispetto all’anno precedente si registra un forte aumento della quantità

imbottigliata (+23,9%), quasi del tutto attribuibile alla crescita della produzione di bottiglie di

Bolgheri e, in minor misura, dell’Elba, mentre ha avuto un rimarchevole calo il Terratico.

I terreni provinciali adibiti alla produzione di vini DOC ammontano a quasi 1.200 ettari i quali,

nella vendemmia del 2010, hanno portato alla produzione di oltre 55 mila ettolitri di vino. Nel

confronto con i dati della vendemmia dell’anno precedente, si registra un piccolo arretramento

non solo della superficie (-1,1%), ma anche delle quantità prodotte (-3,2% in quintali e -3,4%

in ettolitri).

Principali risultati della vendemmia 2010 e confronto con l'anno precedente

Valori vendemmia 2010 Var. tend. su vendemmia 2009

Superficie (Ha) Quantità

prodotta (Q.li)

Quantità

prodotta (hl)

Superficie

(Ha)

Produzione

(quintali)

Produzione

(ettolitri)

Bolgheri 841,43 59.767,13 41.559,02 -0,2% -2,9% -3,0%

Elba 122,84 6.401,90 4.020,62 6,6% 9,7% 8,5%

Terratico 15,94 1.207,40 845,18 -31,7% -18,1% -18,1%

Val di Cornia 193,47 12.567,64 8.665,90 -5,8% -8,1% -8,4%

Totale 1.173,69 79.944,07 55.090,72 -1,1% -3,2% -3,4%

Elaborazione Centro Studi e Ricerche su dati CCIAA Livorno

8. L’ Artigianato provinciale continua stabilmente a perdere quote di fatturato in misura simile

allo scorso anno, evidenziando una situazione particolarmente pesante soprattutto per l’edilizia.

Risulta aumentato il numero di imprese coinvolte in procedure di

fallimento/liquidazione/scioglimento, salito a 32 rispetto alle 20 del 2010. Al 31.12.2011 le

imprese artigiane attive sono 7.267, lo 0,7% in meno sul 2010.

Serie storica degli indici di andamento - Artigianato Livorno

2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011

Imprese attive 6.678 6.763 6.840 6.976 7.021 7.057 7.174 7.309 7.319 7.316 7.267

Variazione % imprese attive 2,2 1,3 1,1 1,9 0,6 0,5 1,7 1,9 0,1 -0,04 -0,7

Nuove iscrizioni 639 608 568 709 689 715 704 716 629 613 602

Tassi di natalità 9,7 9,1 8,4 10,3 9,8 10,1 9,9 10,0 8,6 8,4 8,2

Nuove cessazioni 489 514 490 558 647 650 649 574 621 610 638

Tassi di mortalità 7,5 7,7 7,2 8,1 9,2 9,2 9,1 8,0 8,5 8,3 8,7

Tassi di crescita 2,3 1,4 1,1 2,2 0,6 0,9 0,8 2,0 0,1 0,0 -0,5

Società di capitali 33 50 68 92 120 133 173 181 197 205 220

Incidenza % società di capitali 0,5 0,7 1,0 1,3 1,7 1,9 2,4 2,5 2,7 2,8 4,2

Grado di artigianalità 24,4 24,6 24,8 24,8 25,0 25,2 24,8 25,4 25,5 25,4 25,3

Variazioni % annue di fatturato 3,3 -3,1 -1,2 -1,7 -4,9 -0,7 -0,7 -4,2 -10,5 -8,9 -8,6

Variazioni % annue di addetti 3,3 0,3 1,1 0,2 -4,9 0,8 1,7 -1,1 -3,4 -0,2 -0,9

Fonte: Elaborazione Centro Studi su dati Infocamere e Osservatorio regionale toscano sull'Artigianato

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Continua la contrazione del bacino occupazionale del settore, che appare chiaramente in lento,

progressivo e stabile ridimensionamento. A ciò si accompagna, tuttavia, il costante sviluppo

delle società di capitali passate da 205 a 220 per un incremento annuo del 7,3%

finale sul tessuto imprenditoriale artigiano arrivata al 4,2% dal 2,8% del 2010.

Dal 2007 ad oggi il numero di imprese artigia

saldo positivo iscrizioni-cessazioni d

crescita sul 2007 pari a +1,6%, realizzato

artigiane dal 2008 ad oggi sia pari al 28,6% mentre il calo di addetti si misura in un

Elaborazione Centro Studi su dati Infocamere e Osservatorio regionale dell'Artigianato

9. L’ industria (secondo Prometeia)

dell’occupazione locale, e conta su 6.7

2011 non consentono ottimismo non solo per l

manifatturiero, ma anche per l’andamento degli ordinativi sia interni che esteri.

Principali indicatori di andamento del Manifatturiero non artigiano

2007

Var.% produzione 3,0

Var.% fatturato 2,3

Var.% addetti 1,0

Var.% investimenti 31,9

Var.% ordini interni 0,7

Var.% ordini estero -5,3

Var. % export 12,9

Var.% prezzi alla prod. 4,7

Elaborazione Centro Studi CCIAA Livorno su dati Unioncamere Toscana

Imprese attive

+1,3%

Tasso di crescita

+1,6%

contrazione del bacino occupazionale del settore, che appare chiaramente in lento,

progressivo e stabile ridimensionamento. A ciò si accompagna, tuttavia, il costante sviluppo

delle società di capitali passate da 205 a 220 per un incremento annuo del 7,3%

finale sul tessuto imprenditoriale artigiano arrivata al 4,2% dal 2,8% del 2010.

il numero di imprese artigiane attive è cresciuto dell’1,3%.

cessazioni del periodo 2008-2011 (+117) che determina un tasso di

sul 2007 pari a +1,6%, realizzato nonostante la perdita di fatturato subita dalle imprese

artigiane dal 2008 ad oggi sia pari al 28,6% mentre il calo di addetti si misura in un

I numeri dal 2007 ad oggi

razione Centro Studi su dati Infocamere e Osservatorio regionale dell'Artigianato

(secondo Prometeia) rappresenta circa il 15% del valore aggiunto e quasi il 1

, e conta su 6.718 imprese attive (di cui 4.496 artigiane)

consentono ottimismo non solo per la diminuzione dei livelli di output

ma anche per l’andamento degli ordinativi sia interni che esteri.

Principali indicatori di andamento del Manifatturiero non artigiano - anni 2007

Livorno e Toscana

Livorno Toscana

2008 2009 2010 2011 2007 2008 2009

-4,7 -16,3 17,2 -4,4 2,2 -3,7 -16,5

-1,4 -21,5 12,1 2,3 3,0 -2,8 -17,0

-1,2 -2,0 0,0 0,9 0,5 -0,4 -5,0

1,6 -18,0 -3,3 2,4 5,5 3,7 -4,0

-4,3 -12,6 20,9 -6,7 1,8 -4,4 -16,5

-5,3 -10,3 12,9 -1,6 1,7 -3,6 -17,0

11,5 -23,7 56,4 1,0 6,9 -4,9 -8,7

1,8 -4,6 4,2 9,3 2,7 2,4 -5,0

Elaborazione Centro Studi CCIAA Livorno su dati Unioncamere Toscana - I.G. Tagliacarne

Imprese attiveSocietà di

capitali

+27,2%

Saldo

iscritte-cessate

+117 unità

Tasso di crescita Fatturato

-28,6%

Addetti

-5,5%

6

contrazione del bacino occupazionale del settore, che appare chiaramente in lento,

progressivo e stabile ridimensionamento. A ciò si accompagna, tuttavia, il costante sviluppo

delle società di capitali passate da 205 a 220 per un incremento annuo del 7,3% ed un’incidenza

finale sul tessuto imprenditoriale artigiano arrivata al 4,2% dal 2,8% del 2010.

ne attive è cresciuto dell’1,3%. Ciò consegue dal

7) che determina un tasso di

nonostante la perdita di fatturato subita dalle imprese

artigiane dal 2008 ad oggi sia pari al 28,6% mentre il calo di addetti si misura in un -5,5%.

razione Centro Studi su dati Infocamere e Osservatorio regionale dell'Artigianato

% del valore aggiunto e quasi il 12%

artigiane). I risultati del

ei livelli di output del

ma anche per l’andamento degli ordinativi sia interni che esteri.

anni 2007-2011

oscana

2009 2010 2011

16,5 4,0 2,2

17,0 5,2 3,1

5,0 -0,4 0,2

4,0 -3,8 9,1

16,5 2,8 1,2

17,0 4,7 1,5

8,7 15,5 13,8

5,0 1,9 2,5

Tagliacarne

cessate

+117 unità

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Sono tuttavia da ridimensionare i risultati in termini di fatturato, mitigati dall’impennata dei

prezzi di listino. Le imprese potrebbero, pertanto, non essere ancora completamente uscite dai

problemi di liquidità e di recupero delle quote di fatturato perse nel 2009. Tuttavia migliora la

spesa per investimenti, anche se recupera poco rispetto al biennio precedente.

Esaurita la breve fase di ripresa del 2010, solo due settori registrano ancora una variazione

media annua dell’output negativa: Alimentari e Automotive, il cui andamento è legato

soprattutto alla domanda interna, e l’Automotive beneficia anche della domanda dai mercati

esteri. Sul fronte generale si segnala:

a) la Chimica sconta una pesante diminuzione degli ordinativi esteri;

b) sostanziale tenuta del comparto della Raffinazione e del trattamento dei derivati

petroliferi;

c) la peggiore performance riguarda il comparto Gomma-Plastica, con unica nota positiva la

tenuta della domanda estera;

d) pessima annata anche per il Metallo, al calo della domanda estera si abbina una perdita

del commercio locale, con il grado di utilizzo degli impianti più basso di tutto il manifatturiero;

e) il comparto Fabbricazione di apparecchiature elettriche, elettroniche, di precisione e

telecomunicazioni registra importanti incrementi dell’export, ma flettono i volumi produttivi.

La blanda crescita del fatturato sembra non influenzata da ritocchi nei prezzi di listino;

f) la situazione della Cantieristica è ancora molto incerta: i volumi di output sembrano

aumentare ma fatturato, portafoglio ordini ed export non danno segni di ripresa.

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Settore Industria - Imprese attive in provincia di Livorno divise tra artigiane e non

31/12/2011 Var. % 2011/2010

Tot. settore Di cui artig. Non artig. Tot. settore Di cui artig. Non artig.

C 10 Industria Alimentare 291 235 56 0,0 -1,3 5,7

C 11 Industria delle Bevande 14 4 10 27,3 0,0 42,9

C 13 Industria del Tessile 42 29 13 0,0 3,6 -7,1

C 14 Industria dell’Abbigliamento 83 62 21 -5,7 -4,6 -8,7

C 15 Industria della Pelle e simili 23 13 10 -4,2 -7,1 0,0

C 16 Industria del Legno e simili 187 157 30 -1,1 0,0 -6,3

C 17 Industria della Carta 9 5 4 0,0 0,0 0,0

C 18 industria dell’Editoria 84 59 25 5,0 3,5 8,7

C 19 Industria della Raffinazione 2 0 2 0,0 0,0 0,0

C 20 Industria Chimica 26 8 18 -3,7 -11,1 0,0

C 21 Industria Farmaceutica 0 0 0 0,0 0,0 0,0

C 22 Industria della Gomma e materie

plastiche 29 12 17 0,0 0,0 0,0

C 23 Industria dei Minerali non metalliferi 96 65 31 -6,8 -4,4 -11,4

C 24 Metallurgia 8 1 7 -20,0 0,0 -22,2

C 25 Industria dei prodotti in metallo (esclusi

macchinari) 429 258 171 -2,7 -1,5 -4,5

C 26 Industria dei prodotti di elettronica e

ottica 35 11 24 -2,8 -8,3 0,0

C 27 Industria delle apparecchiature elettriche,

elettroniche etc. 33 15 18 -5,7 -16,7 5,9

C 28 Industria dei macchinari/apparecchiature

nca 102 59 43 0,0 -9,2 16,2

C 29 Industria di autoveicoli, rimorchi e

semirimorchi 22 5 17 -4,3 -16,7 0,0

C 30 Industria di altri mezzi di trasporto 141 74 67 -9,0 -9,8 -8,2

C 31 Industria dei mobili 32 22 10 -5,9 -12,0 11,1

C 32 Altre industrie manifatturiere 227 169 58 0,9 1,8 -1,7

C 33 Riparazione, manutenzione ed

installazione 191 107 84 8,5 12,6 3,7

TOT. MANIFATTURIERO 2.106 1.370 736 -1,2 -1,4 -0,9

Ind. estrattive 18 2 16 0,0 0,0 0,0

Utilities 101 12 89 11,0 0,0 12,7

Ind. delle costruzioni 4.493 3.112 1.381 -0,9 -0,3 -2,3

Totale Industria 6.718 4.496 2.222 -0,9 -0,6 -1,3

Totale Imprese locali 28.743 7252 21491 -0,1 -0,9 0,2

Elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati Infocamere

10. Non è rosea nemmeno la situazione delle attività commerciali: l’andamento delle vendite

al dettaglio è desumibile dalla serie storica livornese e toscana (presente nel grafico seguente).

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9

Sia a Livorno che in Toscana si ha la totale assenza di variazioni di segno positivo. Dal secondo

semestre del 2011 le variazioni delle due serie assumono valori molto simili, diversamente da

quanto avvenuto nel passato.

La media più che la piccola distribuzione accusano una cospicua diminuzione del volume

d’affari. Il perdurare di questa situazione ha come conseguenza la perdita in termini di fatturato,

e l’uscita dal mercato di svariate imprese.

11. La provincia trae benefici della ripresa, anche se incerta, del commercio internazionale,

mettendo a segno variazioni positive, sia per quanto riguarda l’import, col +3,7%, sia l’export,

-1,5

-1,6

-2,8-4,0

-1,7

-1,3

-2,4

-4,2

-6,0

-5,0

-4,0

-3,0

-2,0

-1,0

0,0

IV° trim. I° trim. II° trim. III° trim. IV° trim. I° trim. II° trim. III° trim. IV° trim. I° trim. II° trim. III° trim. IV° trim.

2008 2009 2010 2011

Andamento delle variazioni % tendenziali trimestrali. Provincia di

Livorno e Toscana

Livorno Toscana

-3,7 -2,7

-3,8 -5,0

-0,4

-1,4

-3,6

-6,1

0,4

-0,6

-1,4

-2,1

-8,0

-7,0

-6,0

-5,0

-4,0

-3,0

-2,0

-1,0

0,0

1,0

2,0

IV° trim. I° trim. II° trim. III° trim. IV° trim. I° trim. II° trim. III° trim. IV° trim. I° trim. II° trim. III° trim. IV° trim.

2008 2009 2010 2011

Andamento delle variazioni % tendenziali per tipologia d'esercizio

Piccola distribuzione Media distribuzione Grande distribuzione

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10

col +0,6%. Il 2011 vede la nostra provincia al secondo posto (dopo Arezzo) per il valore di beni

importati. Tale aumento è diretta conseguenza della ripresa nel commercio mondiale (avvenuta

lo scorso anno) di quei prodotti e materie prime che caratterizzano l’economia locale (gas

naturale, petrolio greggio, mezzi di trasporto e prodotti metalliferi), nonché dei loro prezzi,

visto che si sta trattando di valori monetari.

Import ed export 2010 e 2011, province toscane ed Italia (valori in euro)

Territorio Anno 2010 Anno 2011 Variazione %

Import Export Import Export Import Export

Arezzo 3.931.798.142 5.372.771.478 5.273.581.892 7.708.034.919 34,1 43,5

Firenze 4.515.818.999 7.375.443.338 4.632.573.024 8.099.271.320 2,6 9,8

Grosseto 208.268.122 211.690.293 198.732.032 256.066.413 -4,6 21,0

Livorno 4.532.902.732 2.088.654.813 4.701.267.842 2.101.875.072 3,7 0,6

Lucca 1.690.269.559 3.251.734.193 1.698.960.268 3.483.451.272 0,5 7,1

Massa Carrara 531.961.613 1.304.230.970 474.626.885 1.192.557.301 -10,8 -8,6

Pisa 1.711.468.311 2.500.154.954 1.952.098.844 2.755.444.499 14,1 10,2

Pistoia 833.436.316 1.275.577.986 978.224.246 1.285.482.814 17,4 0,8

Prato 1.735.288.187 2.089.695.436 1.693.041.708 2.198.876.014 -2,4 5,2

Siena 509.775.070 1.093.583.967 499.814.434 1.120.094.188 -2,0 2,4

Toscana 20.200.987.051 26.563.537.428 22.102.921.175 30.201.153.812 9,4 13,7

Italia 367.389.805.492 337.346.283.197 400.479.614.304 375.849.580.721 9,0 11,4

Elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati ISTAT

12. I flussi turistici chiudono il 2011 con consistenti aumenti rispetto all’anno precedente: è

infatti in crescita il numero di arrivi e quello di presenze, sia della componente italiana, sia di

quella straniera, e risultano in crescita entrambi i comparti alberghiero ed extralberghiero.

Si sono difatti registrati arrivi per quasi un milione e 300 mila (+6,5% sul 2010) cui è seguito

un numero complessivo di presenze che si attesta oltre il tetto degli 8 milioni e mezzo (+5,3%).

7.708.427 7.927.5598.237.496 8.114.607

8.540.775

1.209.429 1.220.486 1.241.8641.207.854

1.286.841

1.000.000

2.000.000

0

10.000.000

2007 2008 2009 2010 2011

ArriviPresenze

Arrivi e presenze in Provincia di Livorno. Serie 2007-2011

Presenze Arrivi

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11

A questo risultato positivo si è giunti tramite l’aumento di tutte le componenti che vanno a

formare il mix turistico provinciale: da un lato crescono sia gli italiani (+6,9% negli arrivi e

+4,2% nelle presenze) sia gli stranieri (rispettivamente, +5,9% e +7,2%), e dall’altro si rafforza

sia la componente alberghiera (arrivi +2,5%, presenze +4,8%), sia, e soprattutto, quella

extralberghiera (arrivi +10,7% e presenze +5,5%). L’incidenza della componente straniera

raggiunge il suo picco nel 2011 e supera la quota del 36%.

Movimenti turistici 2010-2011 e variazioni tendenziali %

Italiani Stranieri Totali

Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze

2011

Alberghieri 457.910 2.155.188 169.739 888.987 627.649 3.044.175

Extralberghieri 411.198 3.291.790 247.994 2.204.810 659.192 5.496.600

Totale Esercizi 869.108 5.446.978 417.733 3.093.797 1.286.841 8.540.775

2010

Alberghieri 450.602 2.072.984 161.565 832.371 612.167 2.905.355

Extralberghieri 362.711 3.156.396 232.976 2.052.856 595.687 5.209.252

Totale Esercizi 813.313 5.229.380 394.541 2.885.227 1.207.854 8.114.607

Variazioni tendenziali

Alberghieri 1,6% 4,0% 5,1% 6,8% 2,5% 4,8%

Extralberghieri 13,4% 4,3% 6,4% 7,4% 10,7% 5,5%

Totale Esercizi 6,9% 4,2% 5,9% 7,2% 6,5% 5,3%

Elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati Provincia di Livorno

13. Nel 2011 cala la movimentazione complessiva del Porto di Livorno in tonnellate (-2,1%),

aumenta il numero dei TEUs movimentati (+1,5%), cala il traffico passeggeri dei traghetti (-

18,3%) e quello delle navi arrivate (-4,1%). Aumentano anche i croceristi (+9,5%) e le auto

nuove (+8,2%). Nonostante importanti segnali di recupero sull’anno scorso emerge comunque

ancora un quadro negativo dovuto alla flessione delle rinfuse sia liquide sia solide (-15,3%).

Dunque, nel suo complesso, il risultato è da ritenersi soddisfacente.

Porto di Livorno - Principali Indicatori di traffico

2010 2011 Var. %

Totale movimentazione del porto (ton) 30.298.751 29.672.529 -2,1

Navi arrivate 7.478 7.173 -4,1

TEUs 628.489 637.798 1,5

Rotabili (n. mezzi commerciali) 304.548 331.251 8,8

Passeggeri (unità) 2.552.214 2.085.119 -18,3

Croceristi (unità) 822.554 982.928 19,5

Auto nuove (unità) 421.794 456.246 8,2

Fonte: AP. Di Livorno

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12

Nel Porto di Piombino si è verificato che:

a) il traffico delle merci subisce la crisi del polo siderurgico e si assiste ad un calo sostanziale di

tale movimentazione (-7,9%) rispetto alla modesta ripresa del 2010;

b) il traffico passeggeri è in calo ormai dal 2006, quando erano 3.852.314, fino ai 3.220.757 del

2011, come è visibile nel grafico che segue.

14. Alla fine del 2011 i depositi bancari ammontavano a circa 3.300 milioni di euro (100

milioni in meno del 2010) e per il secondo anno consecutivo accusano un calo tendenziale (-

1,1% dopo -1,5% dell’anno precedente). Nel 2009 erano cresciuti con un ritmo decisamente

sostenuto (+10,4%). La crisi globale ha probabilmente spinto molte famiglie a comportamenti

d’acquisto più cauti ed oculati (ne è la prova il calo dei consumi, tuttora in corso), non solo

riguardo ai beni di consumo, ma anche a beni complessi (auto, elettrodomestici, ecc.) per i

quali si era previsto un rinvio nell’acquisto. Gli impieghi bancari sono in diminuzione

tendenziale a Livorno del 2,6%, così come in Toscana (-1,5%), mentre in Italia crescono del

2,3%. Nel 2011 vi è stata quanto meno una rigidità dei parametri con cui si valuta l’accesso al

credito, ed a renderla operativa non è stata tanto la diminuzione della raccolta dei risparmio

privato, quanto una maggiore attenzione ai rischi diretti ed indiretti di tutto il sistema Italia.

3.000.000

3.100.000

3.200.000

3.300.000

3.400.000

3.500.000

3.600.000

3.700.000

3.800.000

3.900.000

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011

Traffico passeggeri del Porto di Piombino

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13

A fine anno i volumi delle sofferenze bancarie ammontano a 393 milioni di euro (contro i 260

del 2010) con oltre 5.800 affidati. In termini tendenziali mostrano incrementi tendenziali

notevoli (51,2%), e la situazione appare preoccupante anche in ambito regionale (+47,8%) e

nazionale (+37,8%). La media dei crediti dati per perduti per ogni affidato supera, in provincia

di Livorno, i 67 mila euro, valore più elevato dei 60 mila in Toscana e dei 56 mila in Italia.

Sofferenze (milioni di euro), numero di affidati al 31/12/2011 e variazioni

tendenziali percentuali

Sofferenze Variazione %

tendenziale Numero di affidati

Variazione %

tendenziale

Livorno 393 51,2 5.830 22,0

Toscana 8.110 47,8 64.482 16,7

Italia 104.315 37,8 1.065.949 22,9

Elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati Banca d’Italia

-4,0

-2,0

0,0

2,0

4,0

6,0

8,0

10,0

12,0

14,0

2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011

Variazioni annuali dell'ammontare dei depositi

Livorno Toscana Italia

-6,0

-4,0

-2,0

0,0

2,0

4,0

6,0

8,0

10,0

12,0

14,0

16,0

2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011

Variazioni annuali dell'ammontare degli impieghi

Livorno Toscana Italia

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14

15. Il monte ore di Cassa Integrazione Guadagni autorizzato sulle imprese locali durante il

2011 è pari a 4.229.993 contro le 7.756.687 del 2010, un calo significativo imputabile

sostanzialmente alla CIG straordinaria. A livello settoriale cala notevolmente il monte ore

autorizzato verso l’Industria mentre entra pesantemente in gioco il settore dei servizi dove le

ore autorizzate sono cresciute del 94% rispetto al 2010. Su questo risultato pesano in maniera

significativa i settori Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni e Attività immobiliari,

noleggio, informatica, ricerca, servizi alle imprese, ma anche Alberghi e ristoranti. Per usare

una metafora, sembra trattarsi del passaggio di consegna del testimone della crisi dall’industria

ai servizi ovvero in certi casi dal committente al commissionato.

Ore di CIG autorizzate in Provincia di Livorno

2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011

Pesca e servizi connessi 0 0 0 0 0 17.060 2.300

Estrazione di minerali 2.499 214 3.496 0 4.549 7.605 2.053

Attività manifatturiere 211.546 155.025 806.742 979.507 5.487.861 6.695.760 2.682.725

Costruzioni 126.391 116.832 103.477 119.914 303.519 390.088 290.208

Commercio e riparazione 2.680 16 156 26.292 64.645 154.437 108.509

Alberghi e ristoranti 0 0 9.436 9.868 8.302 2.732 17.462

Trasporti, magazzinaggio 20.627 47.078 55.126 48.331 274.395 378.608 986.716

Attiv. immob.,noleg., informatica,

ricerca, servizi 14.103 221 14.894 7.522 80.044 70.805 108.607

Sanità e assistenza sociale 0 0 0 0 0 0 4.838

Altri servizi 0 0 0 0 11.810 39.592 26.575

Totale 377.846 319.386 993.327 1.191.434 6.235.125 7.756.687 4.229.993

Al 31/12/2011 gli iscritti nelle liste di disoccupazione ammontavano a 45.778, di cui 27.346

donne e 18.432 uomini, l’11,4% in più rispetto al 2010. Nel corso dell’anno le nuove iscrizioni

sono state 16.811.

Stock degli iscritti alle liste di disoccupazione (D.Lgs 181/00) al 31.12.2011 per sesso e Centro Impiego

CPI Stock al 31.12.2011 Var. % stock al 31.12.2011 Δ assoluta 2011/2010

M F T M F T M F T

Livorno 9.133 12.966 22.099 14,9% 8,9% 11,3% 1.181 1.062 2.243

Cecina 3.698 5.763 9.461 19,4% 9,7% 13,3% 601 509 1.110

Piombino 2.741 4.515 7.256 15,9% 8,3% 11,0% 377 345 722

Portoferraio 2.860 4.102 6.962 9,3% 9,4% 9,3% 243 351 594

Totale 18.432 27.346 45.778 15,00% 9,00% 11,40% 2.402 2.267 4.669

Fonte dati: IDOL Centri per l’Impiego

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Dal 2004 al 2009 il numero

segna quindi uno spartiacque profondo nel mercato del lavoro provinciale.

disoccupati sono 9.252 (507 unità in meno del 2010).

Il tasso di disoccupazione provinciale nel 2010

Secondo i dati CGIL, al 31/12/2011 i lavoratori coinvolti nelle varie crisi aziendali sono oltre

7.600, di cui 5.700 sono stati interessati dalle diverse tipologie di cassa integrazione e dalla

mobilità. Altri 530 hanno subito li

contratti di solidarietà.

12.01112.168

8.164

Entrata in vigore

dell'euro

2000 2001 2002

Serie storica del numero di disoccupati in provincia di Livorno

il numero dei disoccupati non aveva mai superato le 8.400 unità, il 2010

segna quindi uno spartiacque profondo nel mercato del lavoro provinciale.

disoccupati sono 9.252 (507 unità in meno del 2010).

Il tasso di disoccupazione provinciale nel 2010 era del 6,9%, mentre nel 2011 si attesta al 6,4%

Secondo i dati CGIL, al 31/12/2011 i lavoratori coinvolti nelle varie crisi aziendali sono oltre

7.600, di cui 5.700 sono stati interessati dalle diverse tipologie di cassa integrazione e dalla

mobilità. Altri 530 hanno subito licenziamenti collettivi e più di 700 sono stati

8.164

Entrata in vigore

dell'euro

8.578

7.550

Anno di partenza

della Riforma

Biagi

7.5728.337

6.1287.330

Crisi dei mercati

finanziari

9.759

2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2010

Serie storica del numero di disoccupati in provincia di Livorno

Lavoratori in mobilità

circa 500

Licenziamenti collettivi

circa 530

Contratto di solidarietà

oltre 700

CIGO, CIGS e CIGS in deroga

oltre 5.200 persone

Totale lavoratori coinvolti

oltre 7.600

15

aveva mai superato le 8.400 unità, il 2010

segna quindi uno spartiacque profondo nel mercato del lavoro provinciale. Nel 2011 i

l 2011 si attesta al 6,4%.

Secondo i dati CGIL, al 31/12/2011 i lavoratori coinvolti nelle varie crisi aziendali sono oltre

7.600, di cui 5.700 sono stati interessati dalle diverse tipologie di cassa integrazione e dalla

cenziamenti collettivi e più di 700 sono stati coinvolti in

Crisi dei mercati

finanziari

9.7599.252

2010 2011

Serie storica del numero di disoccupati in provincia di Livorno

Page 16: L’economia di Livorno: il 2011… in pillole....4 imprese per lo 0,43%. Le imprese provinciali con un valore della produzione che supera i 10 milioni di euro sono 124 (135 l’anno

16

16. Sono state 172 le domande per brevetto depositate presso la Camera di Commercio

Livorno, una in più rispetto allo scorso anno. Nell’analisi delle singole tipologie di domanda

emerge che la categoria in assoluto più diffusa, quella dei marchi, assume il valore che aveva

nel 2010, ossia 151. Sono in crescita i modelli di utilità (da 7 a 11 domande), mentre scende il

numero delle invenzioni (da 10 a 8) e quello dei disegni (da 3 a 2). A Livorno non mancano

certo imprese capaci d’innovare o di utilizzare tecnologie all’avanguardia, tutt’altro, sono

semmai meno diffuse rispetto ad altre realtà territoriali. Nella nostra provincia operano infatti

oltre 650 unità locali appartenenti a settori che, per le proprie caratteristiche produttive,

vengono annoverati fra quelli a maggior contenuto tecnologico, per un’occupazione

complessiva di 5.210 addetti. Queste costituiscono il 2,2% di quelle in totale presenti in

provincia, una percentuale non molto elevata se confrontata con la media Toscana ed Italiana.

Tuttavia, tanto a Livorno quanto nei contesti territoriali di confronto, la dimensione media (in

termini di addetti) risulta nettamente superiore a quella calcolata per il complesso del tessuto

economico.

Domande per tipo: consistenze 2010, 2011 e variazioni tendenziali

Territorio 2010 2011 Var. % 2010 2011 Var. %

Invenzioni Disegni

Livorno 10 8 -20,0 3 2 -33,3

Toscana 490 509 3,9 138 117 -15,2

ITALIA 9.661 9.501 -1,7 1.330 1.392 4,7

Modelli di utilità Marchi

Livorno 7 11 57,1 151 151 0,0

Toscana 158 180 13,9 3.729 3.832 2,8

ITALIA 2.442 2.406 -1,5 56.103 55.547 -1,0

DOMANDE TOTALI

Livorno 171 172 0,6

Toscana 4.515 4.638 2,7

ITALIA 69.536 68.846 -1,0

Elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati Infocamere

17. Quest’anno i dati relativi a valore aggiunto, PIL , reddito, consumi e patrimonio delle

famiglie sono fermi al 2010 e pertanto per un aggiornamento ed un quadro riepilogativo degli

avvenimenti 2011 saranno utilizzate, ove disponibili, le previsioni formulate dall’Istituto

Prometeia ed un indagine Unioncamere Toscana.. La tabella sottostante riassume l’andamento

2010-2011 dei principali indicatori economici della provincia nonché le previsioni formulate

con riferimento agli stessi per il 2012.

Page 17: L’economia di Livorno: il 2011… in pillole....4 imprese per lo 0,43%. Le imprese provinciali con un valore della produzione che supera i 10 milioni di euro sono 124 (135 l’anno

17

Cruscotto di indicatori economici della provincia e della regione

(stime in corsivo grassettato dove inesistenti i valori definitivi)

Indicatori

2010 2011 2012

Provincia Regione Provincia Regione Provincia Regione

Variazioni %

Valore aggiunto a pz base 2,29 1,42 1,28 0,76 -1,20 -1,61

Valore aggiunto a pz correnti 2,70 -0,15 2,41 1,80 0,50 0,06

Valore aggiunto pro capite 1,80 0,99 2,19 0,31 0,12 -2,15

PIL procapite 2,10 1,00 - 0,10 - -2,25

Reddito disponibile delle famiglie 0,42 0,90 1,99 2,17 -0,45 -0,34

Reddito disponibile delle famiglie pro

capite 0,09 0,34 1,77 1,72 -0,84 -0,88

Spesa per Consumi finali delle famiglie sul

territorio a pz correnti 2,67 3,20 2,88 2,88 0,02 0,02

Spesa per Consumi finali delle famiglie sul

territorio a valori deflazionati 1,19 1,17 0,20 0,19 -2,84 -2,84

Imprese attive 0,20 0,32 -0,07 -0,12 - -

Imprese entrate in liquidazione o in

procedura concorsuale 14,65 -2,71 -5,11 7,41 - -

Iscritti alle liste di disoccupazione 12,20 - 11,40 - - -

Residenti 0,44 0,53 0,23 0,43 0,26 0,58

Produzione Industria 17,2 4,0 -4,4 2,2 - -

Addetti Industria 0,00 -0,40 0,90 0,20 - -

Fatturato Artigianato -8,90 -6,20 -8,60 -10,20 - -

Addetti Artigiani -0,20 -0,90 -0,90 -1,30 - -

Esportazioni* 59,90 15,60 0,60 11,70 -8,54 5,34

Importazioni* 35,40 25,80 3,70 9,40 3,71 2,36

Vendite al dettaglio -3,00 -2,30 -2,50 -2,40 - -

Movimentazione Porto di Livorno 13,20 - -2,10

-

Presenze turistiche -1,50 2,60 5,30 3,30 - -

Prestiti alle imprese 2,50 - 2,88 - - -

Tasso di inflazione (NIC con tabacchi) 1,40 1,50 2,40 2,60 3,50 3,50

Valori %

Tasso di occupazione (valore indice) 59,30 63,80 61,20 63,60 59,87 63,07

Tasso di disoccupazione (valore indice) 6,90 6,10 6,40 6,70 8,43 7,51

Percentuale imprese con fatturato in calo 36,70 47,30 49,90 53,90 35,80 45,40

Percentuale imprese che investono - - 7,40 11,20 12,20 9,60

Elaborazione Centro Studi CCIAA Livorno su fonti diverse

Il 2011 ha confermato la tendenza evidenziata già nel quarto trimestre 2010 quando la

variazione tendenziale di produzione, addetti e ordinativi esteri dell’industria tornava

pesantemente in rosso, il crollo del fatturato artigiano era inarrestabile e le aspettative per il

nuovo anno si tingevano nuovamente di nero. Tornano, infatti, negative le variazioni

tendenziali annue legate a imprese attive, produzione manifatturiera, fatturato artigiano,

movimentazione portuale e vendite al dettaglio del commercio, mentre risultano in recupero i

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passeggeri verso l’Isola d’Elba ed i flussi turistici in provincia (cresce sia il numero dei turisti

che quello dei pernottamenti). L’incremento del tasso di occupazione ISTAT è da ritenersi

sostanzialmente “distorto” dalla lievitazione della flessibilità lavorativa indotta da un massiccio

ricorso a contratti a chiamata e a tempo determinato. Prova ne è il contemporaneo e consistente

incremento degli iscritti alle liste di disoccupazione (+11,4%) e mobilità (+7,6%).

La situazione occupazionale scaturisce da un tessuto produttivo fortemente provato, come

sottolinea un indagine di Unioncamere Toscana condotta anche sulla nostra provincia. Tale

indagine evidenzia come nel 2011 le imprese livornesi con fatturato in calo siano risultate il

50% del totale contro il 36,7% del 2010. La situazione più drammatica riguarda le imprese

produttrici di Servizi. Il crollo del fatturato e le difficoltà di accesso al credito consentono a

poche imprese di investire: nel 2011 lo hanno fatto appena il 7,4% delle imprese mentre nel

2012 prevedono di farlo il 12,2%. Di fatto il sistema produttivo livornese ha visto entrare in

liquidazione ben 504 imprese nel 2011, a cui si devono sommare gli ingressi in procedura

concorsuale (90). Il depauperamento del tessuto economico non può che avere ripercussioni

sulla ricchezza prodotta a livello locale.

18. In conclusione, Prometeia avanza qualche previsione, stimando per il 2012 un calo del

valore aggiunto a prezzi base pari a -1,2% mentre ipotizza uno scenario ancora sostenibile per

il 2011 che potrebbe essersi chiuso con un positivo +1,2%. La ricchezza prodotta a livello

locale potrebbe stentare ancora a crescere nel 2013 (+0,4% valore stimato) ma le variazioni

potrebbero migliorare progressivamente dal 2014.

Nel biennio 2011-2012 si assiste ad un forte surriscaldamento dei prezzi di listino a causa del

caro petrolio e del rialzo del prezzo di alcune materie prime e lavorate (oro, metallo, chimici di

base e altro), fattori a cui si aggiunge la maggior tassazione che induce una crescita

generalizzata dei prezzi. L’effetto prezzi potrebbe avere un ruolo determinante sulla crescita del

valore aggiunto provinciale stimata per il 2011, ovvero +1,28%, e per il 2012 quando si

dovrebbe toccare il fondo della recessione che taglierà la ricchezza prodotta in provincia

dell’1,2%.

Mentre nel 2011 solo il settore delle Costruzioni sembra aver registrato un calo del valore

aggiunto prodotto, nel 2012 la contrazione interesserà tutti i settori. Nel 2013 potrebbe essere

possibile un recupero parziale di valore aggiunto per tutti, fatta eccezione per i Servizi, la cui

ripresa sarà posticipata di un anno ancora.

Il reddito delle famiglie livornesi nel 2010 ammontava a 6.002,3 milioni di euro, e, secondo le

ultime stime disponibili nel 2011 la crisi non dovrebbe aver intaccato il reddito familiare, cosa

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che tuttavia avverrà invece a partire dal 2012. Questa previsione concorda con il previsto

incremento del tasso di disoccupazione ISTAT e con il saldo negativo tra entrate e uscite nel

mercato del lavoro previsto da Excelsior sempre nel 2012 (-600 unità), saldo che risulta

negativo dal 2009. Secondo un rapido calcolo, se le previsioni delle imprese raccolte da

Excelsior si fossero verificate pienamente, dal 2009 ad oggi il tessuto imprenditoriale livornese

si sarebbe alleggerito di circa 2.850 addetti.

Reddito e consumi si presentano al momento a due velocità: la spesa per consumi risulta in forte

rialzo a seguito dell’aumento dell’inflazione (+2,4% 2011, +3,5% 2012), rialzo non

compensato dal’aumento del reddito disponibile che rimane eccessivamente modesto tanto da

mantenere negativo il differenziale di crescita nel triennio 2010-2012. Nel 2012, in particolare,

la riduzione del reddito disponibile per consumi delle famiglie si accompagnerà al progressivo

azzeramento dell’espansione dei consumi con effetto domino su vendite al dettaglio, fatturato

artigiano etc. Di certo una forte contrazione della domanda interna, indotta anche dall’ulteriore

calo occupazionale previsto per il 2012, farà crollare ulteriormente anche la produzione delle

industrie più vincolate ai nostri mercati.

Nel 2012 si prevede un calo dell’export provinciale pari al -8,5%. Occorre sottolineare che già

il risultato 2011 dell’export non è da considerarsi di buon auspicio, sia perché l’incremento

tendenziale è stato esiguo, sia perché dovuto anche all’eccezionale rialzo del prezzo del

petrolio, dei prodotti chimici di base e del metallo. Si tenga inoltre presente che per il

manifatturiero livornese la domanda estera nel 2011 non ha avuto un andamento brillante,

infatti solo a fine anno si è assistito ad un parziale recupero dei valori negativi precedenti.

Occorre considerare che circa il 44% dell’export italiano viaggia via mare e che tale

percentuale risulta in calo rispetto al 2006 (46,2%). Ciò determina una minor possibilità da

parte di un eventuale futura ripresa dell’export di fare significativamente da traino anche alle

attività portuali livornesi e di conseguenza all’economia locale. In proposito anche il Porto di

Livorno sta vivendo un momento difficile: passato dalla fatua ripresa 2010 ad un calo della

movimentazione complessiva sia nel 2011 che nel primo trimestre 2012.

Non sono disponibili stime sul patrimonio delle famiglie 2011 ma esiste un interessante dato

2010 che ne valuta l’ammontare in oltre 59.642 milioni di euro per Livorno, ovvero 387.795 €

a famiglia. Dal 2007 al 2010 il patrimonio delle famiglie è cresciuto dello 0,7% all’anno. Per

contro, il patrimonio medio per singola famiglia si è ridotto dello 0,22% ogni anno.

Oltre il 67% del patrimonio delle famiglie livornesi (40.310 milioni di euro) è costituito da

abitazioni (62,4% media regionale), percentuale che sfiora il 69% se aggiungiamo i terreni. Ciò

significa che la ricomparsa dell’imposta sugli immobili (oggi IMU ieri ICI) graverà in modo

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significativo sul reddito disponibile. L’incidenza dei depositi sul patrimonio delle famiglie è

invece pari al 7,3% (9,2% media regionale), percentuale in calo rispetto al 2007 (8,2%).

Stando ai dati della Banca D’Italia i prestiti alle imprese nel 2011 sono cresciuti del 2,9%

mentre quelli erogati al complesso del territorio labronico sono aumentati del 3,15%.

Probabilmente è poca cosa in confronto al fabbisogno, il che spiega le difficoltà dichiarate dalle

imprese nell’accedere alle linee di credito. Da notare che a fine anno i volumi delle sofferenze

bancarie mostrano incrementi impressionati rispetto alla stessa data del 2010. In provincia di

Livorno esse raggiungono i 393 milioni di euro, e se ne calcola un aumento che supera

addirittura il 50 per cento (51,2%), e la situazione appare preoccupante anche in ambito

regionale (+47,8%) e nazionale (+37,8%). La media dei crediti dati per perduti per ogni

affidato supera, in provincia di Livorno, i 67 mila euro, valori più elevato dei 60 mila in

Toscana e dei 56 mila in Italia.

Oltre alle 28.743 imprese attive in provincia contribuiscono alla creazione di ricchezza sul

territorio anche 135.783 residenti. Si tratta di soggetti inseriti attivamente nel ciclo economico

di produzione del valore aggiunto provinciale mentre oltre il 48% dei residenti è fuori per

disoccupazione, mobilità, cassa integrazione o pensionamento. A questi vanno aggiunti coloro

che non fanno parte della forza lavoro, nonostante un età tra i 15 ed i 64 anni, perché sfiduciati

nella ricerca di un occupazione, studenti o soggetti dediti all’economia domestica, per un

ammontare complessivo di altre 74.791 persone che contribuiscono al consumo e non alla

produzione di valore aggiunto e gettito fiscale al pari di disoccupati, pensionati e cassaintegrati.

In definitiva, secondo una nostra stima basata sui dati a disposizione, contribuisce alla

creazione di ricchezza appena un livornese su tre se dai residenti togliamo pensionati,

cassaintegrati, iscritti alle liste di disoccupazione e non forze lavoro (67,43% dei residenti). Se

al posto degli iscritti alle liste di disoccupazione conteggiamo i disoccupati, stimati da ISTAT,

la percentuale passa dal 67,43% al 55,66%.