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L’AGRICOLTURA NELLA SICILIA IN CIFRE 2013 INEA 2014 REGIONE SICILIANA Ass.to Reg.le dell’Agricoltura, dello Sviluppo Rurale e della Pesca Mediterranea

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l’agricoltura nella sicilia in cifre 2013

INEA 2014

Le attività delle Sedi Regionali dell’Istituto sono molteplici, dall’assistenza alle Regioni e agli altri enti locali, in parti-colare per l’attuazione, il monitoraggio e la valutazione delle politiche comunitarie (interventi strutturali, di mercato, sviluppo rurale, ecc.), per la produzione di fonti informative originali sul funzionamento delle imprese agricole (RICA) e sulle dinamiche di importanti fenomeni che investono il settore primario: irrigazione, foreste, immigrati, mercato fondiario, filiere agroalimentari, produzioni di qualità e biologiche, ecc. Ma una componente di rilievo è rappresentata anche dalle attività di ricerca che le sedi regionali assicurano per la realizzazione di indagini condotte dalla sede na-zionale dell’Ente e dalle collaborazioni attivate in partnership con il mondo della ricerca nazionale e internazionale.La produzione tecnica e scientifica delle Sedi Regionali spazia dai rapporti finalizzati alle esigenze di supporto alle decisioni delle istituzioni locali ai quaderni divulgativi sul sistema della conoscenza in agricoltura e sulla evoluzione e gli scenari di sviluppo agricolo e rurale. Le competenze e le esperienze accumulate in molte sedi consentono anche di sviluppare autonome attività di studio e di ricerca mirate a fornire contributi metodologici e un avanzamento delle conoscenze

Collana: Pubblicazioni Regionali

isBn 978-88-8145-424-2

L’AG

RIC

OLTU

RA

NELLA

SICILIA

IN C

IFRE 2013

INEA

2014

REGIONE SICILIANAAss.to Reg.le dell’Agricoltura, dello Sviluppo

Rurale e della Pesca Mediterranea

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l’agricoltura nella sicilia in cifre 2013

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Il rapporto è stato finanziato dalla Regione Siciliana Assessorato dell’agricoltura, dello sviluppo rurale e della pesca mediterranea nell’ambito del PSR Sicilia 2007-2013

Il rapporto è a cura di Ida Agosta

La stesura delle singole parti si deve aEconomia e agricoltura: Raul Jorda Palomero (Occupazione); Dario Macaluso (Impiego degli immigrati in agricoltura); Alessandra Vaccaro (Superficie e

Popolazione, Prodotto interno lordo, Valore aggiunto, Produttività); Andamento congiunturale del settore: Ida Agosta (Mercato fondiario, Credito all’agricoltura); Alessio Allegra (Investimenti, Consumi intermedi, Risultati produttivi); Dario Macaluso (Clima e disponibilità idriche, Risultati produttivi secondo la RICA); Francesco Spatafora (Meccanizzazione secondo la RICA);

Filiera agroindustiale: Alessandra Vaccaro; Struttura delle aziende agricole: Raul Jorda Palomero;

Risorse naturali e multifunzionalità: Alessio Allegra (Uso dei prodotti chimici); Giovanni Dara Guccione (Energie rinnovabili, Prodotti a denominazione e di qualità, Agricoltura biologica, Agriturismo e fattorie didattiche, Agricoltura e consumo critico); Gabriella Ricciardi (Agricoltura sociale, Orti urbani); Francesco

Spatafora (Foreste e aree protette, Incendi);Legalità: Alberto Forte;

Politica agricola regionale: Dario Macaluso (Legislazione regionale in materia agricola); Francesco Spatafora (Spesa agricola regionale); Alessandra Vaccaro (PAC in Sicilia: I Pilastro); Francesca Varia (PAC in Sicilia: II Pilastro);

Sviluppo locale: Gabriella Ricciardi.

Coordinamento editoriale: Benedetto Venuto

Progetto grafico e realizzazione: Ufficio grafico INEA (Jacopo Barone, Piero Cesarini, Fabio Lapiana, Sofia Mannozzi)

Edizione Internet: Massimo Perinotto

Segreteria di Redazione: Roberta Capretti

Il rapporto è stato concluso nel mese di maggio 2014 è possibile consultare la pubblicazione su Internet, al sito http://www.inea.it/pubbl/

è consentita la riproduzione citando la fonte.

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L’Amministrazione regionale, sostenendo la realizzazione dell’opuscolo “L’agricol-tura nella Sicilia in cifre 2013”, quale strumento informativo sintetico e di faci-le consultazione, conferma la propria at-tenzione nei confronti del mondo agricolo e rurale. In questi ultimi anni l’agricoltura sta at-traversando un momento di particolare difficoltà a causa della crisi economica e finanziaria che ha colpito principalmente i produttori, anello debole della filiera agroalimentare, che hanno subito una progressiva riduzione del loro margine reddituale a seguito della forte volatili-tà dei prezzi agricoli e dell’ampliamento della forbice tra prezzi alla produzione e prezzi al consumo. Il valore aggiunto dell’agricoltura siciliana è infatti sceso dal 2003 al 2012, così come continua a diminuire l’occupazione. In questo contesto, risulta prioritaria la possibilità di disporre di informazioni e dati aggiornati riguardanti l’andamento

congiunturale del settore, la struttura delle aziende agricole, le filiere produt-tive e agroindustriali, le produzioni di qualità e la spesa pubblica regionale. Lo è per il mondo produttivo, ma anche per l’Amministrazione regionale, impegnata in questo momento nella definizione e nella messa a punto della programmazio-ne 2014-2020. Dall’analisi dei dati degli ultimi due Cen-simenti dell’agricoltura dell’ISTAT (2000 e 2010) è possibile mettere in evidenza un quadro del settore agricolo regiona-le caratterizzato dalla diminuzione del numero di aziende agricole (-37,1%) e dall’aumento della loro dimensione me-dia (da 3,7 ettari di a 6,3 ettari). Ciò va correlato agli effetti delle politiche comu-nitarie e dell’andamento dei mercati, che hanno determinato la fuoriuscita di un gran numero di aziende di piccole dimen-sioni e una progressiva ristrutturazione del settore a favore di realtà aziendali fi-sicamente più estese, a scapito di quelle

più marginali e meno organizzate. Rimane confermata la “storica” scarsa propensione all’aggregazione delle PMI agricole, che probabilmente va ricondotta anche ad una struttura demografica degli imprenditori agricoli siciliani caratteriz-zata ancora da una elevata senilizzazione (oltre il 93% delle aziende agricole censi-te nel 2010 è guidato da over 35). La Regione nell’ambito del programma di Sviluppo Rurale 2007/2013 con il Pac-chetto giovani (Mis. 112) ha attivato un intervento specifico a favore dei giovani. L’importanza di questa iniziativa, i cui ef-fetti non sono limitati al ringiovanimento del tessuto imprenditoriale ma altresì estesi, da un lato al miglioramento delle capacità imprenditoriali e dall’altro alla ristrutturazione e allo sviluppo dell’a-zienda agricola, è confermata dal notevo-le riscontro ottenuto. Le richieste infatti sono risultate di gran lunga superiori alla dotazione finanziaria della misura, sia per quanto riguarda la misura 112 che

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per le misure ad essa collegate, realizzan-do una vera integrazione tra interventi a favore del capitale umano e di quello fisico. Tra gli elementi di maggiore criticità per la competitività del settore agricolo vi è sicuramente la questione del credito e, più in generale, della creazione di un adeguato sistema di supporto finanziario, assicurativo e di garanzia alle imprese. Il settore agricolo siciliano deve essere sostenuto con scelte politiche ardue e coraggiose, soprattutto in considerazione dell’importante ruolo che esso assume sia

nell’economia regionale, sia come contri-buto al settore agricolo nazionale. Inol-tre, l’agricoltura può fornire, nell’attuale contesto socio-economico, una valida soluzione all’assorbimento della disoccu-pazione generale e di quella giovanile in particolare, nonché allo sviluppo di attivi-tà complementari di tipo sociale e ambien-tale, oltre che economiche.“L’agricoltura nella Sicilia in cifre 2013” fornisce un quadro generale della situa-zione agricola e rurale della regione, at-traverso la diffusione, in forma sintetica e facilmente accessibile, di una vasta

gamma di notizie, dati ed elaborazioni, derivanti da fonti differenti, a volte anche difficilmente reperibili. Grazie a specifi-che analisi sull’economia e l’agricoltura, sull’andamento congiunturale del settore, sulla filiera agroindustriale, sulla struttu-ra delle aziende agricole, sulle risorse naturali, sulla multifunzionalità, sui beni confiscati alla criminalità organizzata, sulla politica agricola regionale e sullo sviluppo locale, l’opuscolo rappresenta uno strumento divulgativo importante al servizio di tutti gli operatori del mondo agricolo e rurale.

ROSARIA BARRESIDirigente Generale - Dipartimento dell’Agricoltura

Assessorato regionale dell’agricoltura, dello sviluppo rurale e della pesca mediterranea della Regione Siciliana

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inDice

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ECONOMIA E AGRICOLTURA

Superficie e Popolazione pag. 10Prodotto interno lordo pag. 12 Valore aggiunto pag. 15 Occupazione pag. 16 Produttività pag. 18 Impiego immigrati in agricoltura pag. 20

ANDAMENTO CONGIUNTURALE DEL SETTORE

Mercato fondiario pag. 24 Investimenti pag. 28 Credito all’agricoltura pag. 30 Consumi intermedi pag. 32 Clima e disponibilità idriche pag. 33 Risultati produttivi pag. 38Risultati produttivi secondo la RICA pag. 43Meccanizzazione secondo la RICA pag. 47

FILIERA AGROINDUSTRIALE

Industria alimentare e delle bevande pag. 50Organizzazioni di produttori pag. 60 Distribuzione pag. 64 Consumi alimentari pag. 68 Commercio estero pag. 70

STRUTTURA DELLE AZIENDE AGRICOLE

Aziende agricole pag. 74 Coltivazioni pag. 77 Allevamenti pag. 79 Lavoro pag. 81Imprese straniere pag. 83

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RISORSE NATURALI E MULTIFUNZIONALITà

Uso dei prodotti Chimici pag. 86 Energie rinnovabili pag. 89 Foreste e aree protette pag. 93 Incendi pag. 100 Prodotti a denominazione e di qualità pag. 102Agricoltura biologica pag. 104 Agriturismo e fattorie didattiche pag. 107 Agricoltura sociale pag. 109Agricoltura e consumo critico pag. 113Orti urbani pag. 115

LEGALITà

Beni confiscati pag. 120

POLITICA AGRICOLA REGIONALE

Legislazione regionale in materia agricola pag. 128 Spesa agricola regionale pag. 132 La PAC in Sicilia I Pilastro pag. 136La PAC in Sicilia II Pilastro pag. 140

SvILUPPO LOCALE

LEADER in sicilia nel 2007/2013 pag. 146Distretti produttivi, rurali e agroalimentari pag. 152

GLOSSARIO

Glossario pag. 164

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economia e agricoltura

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La Sicilia, con una superficie di 25.832,39 km² e con 4.999.932 abitanti è la più estesa e la quarta più popolosa regione d’Italia. Il territorio è collinare per il 61%, mentre per quasi il 25% è montuoso e per poco meno del 14% pianeggiante. Le pianure sono di modesta estensione e localizzate lungo fascia costiera. La densità media è di 194 abitanti per Km2, superiore alla media del Mezzogiorno (167 abitanti per Km2) e di poco inferiore a quella nazionale (198 abitanti per Km2). La popola-zione residente, rappresentata per il 51,6% da donne, risulta pressoché invariata rispetto all’anno precedente. La provincia in cui è presente il maggior nume-ro di abitanti è Palermo (1.243.638), mentre la più densamente popolata è Catania (301 abitanti per Km2). Al contrario Enna, con 67 abitanti per Km2, risulta la provincia con la più bassa densità.La popolazione siciliana, con un’età media di 41,9 anni, è tra le più giovani d’Italia, preceduta solamente da quella campana (età media 40,4). L’età media nazionale è

suPerficie e PoPolazionedi 41,9 anni. L’indice di vecchiaia regiona-le, pari a 166,12, è di parecchio inferiore a quello nazionale, che si attesta su 189,71. L’andamento dei residenti negli ultimi 12 anni evidenzia una sostanziale staticità per l’isola, con una variazione di appena +0,7%, mentre a livello nazionale si è as-

sistito ad un incremento del 5%, passando da 57 milioni a 59,7 milioni di abitanti.In termini di superficie agricola, la Sicilia è la regione con la maggiore SAU, che in-cide sulla superficie totale per il 53,9%. A livello provinciale tale incidenza si man-tiene sempre superiore al dato nazionale

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT

Popolazione residente, densità e superficie per provincia, 2012

Provincia Popolazione residente (n.)

Densità (ab/Kmq)

Superficie(Kmq)

Trapani 430.478 174 2.469,62 Palermo 1.243.638 248 5.009,28 Messina 648.062 198 3.266,12 Agrigento 446.081 146 3.052,59 Caltanissetta 273.099 127 2.138,37 Enna 172.413 67 2.574,70 Catania 1.077.113 301 3.573,68 Ragusa 310.220 191 1.623,89 Siracusa 399.469 188 2.124,13 SICILIA 4.999.932 194 25.832,39 MEZZOGIORNO 20.621.144 167 123.731,97 ITALIA 59.685.227 198 302.072,84

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Fonte: elaborazioni su dati ISTAT

Rapporto popolazione/superficie agricola (residenti/100 ha di SAU), 2012

464,26

338,30

360,35

Italia

Mezzogiorno

Sicilia

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT

AnnoSicilia Italia

Popolazione (n.) Variarione % su anno precedente Popolazione (n.) Variarione % su

anno precedente2001 4.965.669 - 57.021.908 -2002 4.972.124 0,13 57.349.823 0,582003 5.003.262 0,63 57.917.486 0,992004 5.013.081 0,20 58.492.048 0,992005 5.017.212 0,08 58.781.710 0,502006 5.016.861 -0,01 59.161.655 0,652007 5.029.683 0,26 59.650.082 0,832008 5.037.799 0,16 60.076.337 0,712009 5.042.992 0,10 60.371.931 0,492010 5.051.075 0,16 60.659.123 0,482011 4.999.854 -1,01 59.427.232 -2,032012 4.999.932 0,00 59.685.227 0,43

(42,7%) e spesso superiore anche a quello del Mezzogiorno (49,5%). In particolare, si segnala un rapporto tra SAU e super-ficie totale pari al 71,2% nella provincia di Enna, dove, di contro, risiede appena il 3,5% della popolazione siciliana.

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT – 6° Censimento generale dell’agricoltura

Consistenza del territorio agricolo (000 Ha), 2010

Provincia SAU Superficie totale

SAU/ Superficie

totaleTrapani 137,45 246,17 55,84 Palermo 266,36 499,22 53,36 Messina 162,12 324,73 49,92 Agrigento 150,87 304,49 49,55 Caltanissetta 117,07 212,85 55,00 Enna 182,52 256,19 71,24 Catania 169,27 355,22 47,65 Ragusa 90,70 161,40 56,20 Siracusa 111,16 210,88 52,71 SICILIA 1.387,52 2.571,14 53,97 MEZZOGIORNO 6.095,56 12.302,50 49,55 ITALIA 12.856,05 30.136,66 42,66

Andamento popolazione in Sicilia e in Italia

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ProDotto interno lorDoIl PIL della Sicilia a prezzi correnti, nel 2012, si è attestato su circa 85 miliardi di euro, pari al 5,4% del valore nazionale e al 23,3% di quello del Mezzogiorno. Il PIL pro-capite a prezzi correnti, pari a 16.826 euro, risulta leggermente inferiore (-3,4%) al dato medio del Mezzogiorno (17.416 euro), ma distante dal livello nazionale (25.728 euro) di 34,6 punti percentuali, sintomo di un divario territoriale significa-tivo che colloca il risultato finale dell’atti-vità produttiva dell’isola ai livelli più bassi tra le regioni italiane, e superiore solo a quello della Calabria e della Campania. Nel 2012 il PIL pro capite ai prezzi di mer-cato ha subito una contrazione del 3,7%, leggermente superiore a quella del Mez-zogiorno (-2,9%) e dell’Italia (-2,8%). La fase di profonda recessione attraversata dal paese negli ultimi anni ha segnato, a partire dal 2009, un andamento al ribasso dell’indicatore di crescita economica che ha riportato il valore del PIL pro-capite quasi al livello registrato nel 2000.

Andamento del PIL per abitante a prezzi cor-renti (euro)

PIL/abitante

Anni Sicilia Mezzogiorno Italia

2000 13.382,1 13.969,2 21.044,0

2001 14.151,8 14.700,9 22.039,3

2002 14.607,9 15.203,3 22.777,0

2003 15.036,5 15.588,7 23.294,0

2004 15.474,3 16.060,6 24.026,0

2005 16.131,7 16.511,1 24.508,7

2006 16.750,8 17.199,8 25.330,7

2007 17.216,4 17.724,9 26.175,8

2008 17.364,7 17.913,5 26.326,0

2009 16.791,0 17.295,2 25.247,2

2010 16.859,7 17.378,7 25.658,0

2011 16.831,1 17.496,8 26.026,3

2012 16.825,9 17.415,8 25.728,6

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT

Andamento del PIL per Unità di Lavoro a prezzi correnti (euro)

PIL/unità lavorativa

Anni Sicilia Mezzogiorno Italia

2000 45.650,2 44.124,6 51.183,5

2001 46.767,4 45.105,8 52.700,1

2002 47.841,7 45.912,3 53.947,3

2003 49.792,6 47.366,6 55.259,1

2004 51.579,8 49.295,2 57.347,4

2005 53.134,2 50.814,8 58.840,0

2006 54.306,2 52.346,1 60.230,3

2007 56.495,4 54.124,7 62.102,4

2008 57.760,4 55.602,6 63.161,1

2009 56.595,7 55.621,7 62.726,3

2010 58.019,2 56.969,1 64.751,2

2011 58.539,6 57.569,1 65.843,6

2012 60.405,9 58.085,4 65.990,8

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT

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Differenziale PIL pro capite regione - PIL Italia (mln di euro concatenati al 2005), 2012L’andamento del PIL mostra una fase di crescita fino al 2008, una flessione nel 2009 e una leggera ripresa dal 2010. Se tali importi vengono depurati dalla dina-mica dei prezzi e si considera il PIL a va-lori concatenati al 2005 emerge un trend ascendente fino al 2007, con 82.481 milio-ni di euro, seguito da uno discendente fino ai 73.261 milioni del 2012.

-10000

-8000

-6000

-4000

-2000

0

2000

4000

6000

8000

10000

Bolza

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Trento Lazio

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Sicilia

Camp

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Calab

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Fonte: elaborazioni su dati ISTAT

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PIL prezzi correnti

PIL valori concatenati al 2005

70.000

72.000

74.000

76.000

78.000

80.000

82.000

84.000

86.000

88.000

90.000

20082004 2005 2006 2009 20102007 2011 2012

Andamento del PIL in Sicilia (mln di euro)

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT

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Il Valore Aggiunto ai prezzi di base in Sici-lia nel 2012 si è attestato su poco meno di 74 miliardi di euro, per l’82,2% prodotto dai servizi, a dimostrazione dell’impor-tanza che il settore terziario riveste per l’economia della regione. Il Valore Aggiunto dell’agricoltura, silvi-coltura e pesca ha ragguagliato 3 miliardi di euro, con un incremento del 7,4% ri-spetto all’anno precedente. Piuttosto alta è stata l’incidenza del set-

tore primario sull’economia regionale, che, attestandosi sul 3,6%, è risultata di poco superiore al dato del Mezzogiorno (3,1%), parecchio superiore rispetto al dato nazionale (1,8%), e in assoluto tra le più alte d’Italia (dopo Basilicata, Molise e Calabria). Va, inoltre, sottolineato che, con una quo-ta pari al 10,8%, la Sicilia svolge un ruolo di spicco nella formazione del VA agricolo del paese.

Valore aggiuntoIncidenza % del valore aggiunto dell’agricoltu-ra sul PIL regionale, 2012

13,7%

82,2%

4,1%

Agricoltura, silvicoltura, pescaIndustriaServizi

3.05510.12260.805

Regioni VA agricolo/PILPiemonte 1,4%Valle d'Aosta 1,1%Lombardia 0,9%Trentino Alto Adige 3,6%Veneto 1,7%Friuli Venezia Giulia 1,4%Liguria 1,1%Emilia Romagna 2,1%Toscana 1,7%Umbria 2,3%Marche 1,6%Lazio 0,9%Abruzzo 2,2%Molise 4,2%Campania 2,5%Puglia 3,1%Basilicata 5,0%Calabria 3,7%SICILIA 3,6%Sardegna 2,8%MEZZOGIORNO 3,1%ITALIA 1,8%

Fonte: elaborazioni su dati ISTATFonte: elaborazioni su dati ISTAT

VA ai prezzi base per settore, valori ai prezzi correnti (mln euro), 2011

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Andamento delle unità di lavoro del settore agricolo (000 unità)

occuPazioneNel 2012 le unità lavorative dell’Isola sono risultate pari a circa 1.405 mila, il 9% delle quali impiegate nel settore dell’agricoltura, silvicoltura e pesca. Le unità lavorative agricole, diminuite rispetto al 2011 (-3,3%), mostrano un trend in generale leggera de-crescita nel corso degli ultimi nove anni, passando dalle 135 mila del 2004 alle 126 mila del 2012, con un picco di 147 mila in corrispondenza del 2006.In termini di occupati agricoli, la Sicilia rappresenta l’11,6% dell’occupazione nazionale e il 22,8% di quella del Mezzo-giorno.In Sicilia l’incidenza dell’occupazione agri-cola sul totale regionale è risultata pari al 7,5%, in linea con il dato del Mezzogiorno (7,3%) e di parecchio superiore a quello del Nord e del Centro Italia (rispettivamente 2,5% e 2,3%). La componente femminile tra gli occupati in agricoltura è pari al 20,2%, ben al di sotto della quota del Mezzogiorno (30,8%) e di quella nazionale (29%).

2005 2007 2008 2009 2010115

120

125

130

135

140

145

150

2004 2006 2011 2012

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT

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Unità di lavoro per settori di attività economica, 2012

15,8%

75,3%

9,0%

Agricoltura, silvicoltura, pescaIndustria

Servizi

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT

Occupati totali e agricoli per ripartizione geografica e genere, 2012

Incidenza degli occupati agricoli sugli occupa-ti totali, 2012

Regioni Occ. agricoltura/occ.totali %Piemonte 3,4Valle d’Aosta 3,9Liguria 2,5Lombardia 1,5Trentino Alto Adige 4,5Veneto 3,1Friuli-Venezia Giulia 2,9Emilia-Romagna 3,3Toscana 2,5Umbria 2,6Marche 3,4Lazio 1,8Abruzzo 6,1Molise 9,1Campania 4,4Puglia 8,7Basilicata 9,0Calabria 13,1SICILIA 7,5Sardegna 6,6NORD 2,6CENTRO 2,3MEZZOGIORNO 7,3ITALIA 3,8Fonte: elaborazioni su dati ISTAT

Regioni Occupati totali Occupati agricoli000 unità % femmine 000 unità % femmine

Sicilia 1.434 35,2 108 20,2Mezzogiorno 6.446 36,3 473 30,8Italia 24.661 41,3 928 29,0

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ProDuttiVitàLa produttività del lavoro (VA/UL) in Sicilia, pari a 52.654 euro, mostra nell’ultimo anno segnali di ripresa in tutti i settori, ma in modo particolare nel settore agricolo con un

incremento dell’11%, contro il 2,9% nell’in-dustria e lo 0,9% dei servizi. Detto incremen-to è stato favorito anche dalla riduzione del numero delle unità di lavoro (-3,3%), peral-

tro non molto diversa da quella registratasi in Italia (-3,5%) e nel Mezzogiorno (-3,1%). Prendendo in considerazione l’andamen-to degli ultimi nove anni, risulta che tra il

Andamento della produttività del lavoro (VA/UL) per settore (euro)

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT

2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 201110000

20000

30000

40000

50000

60000

Agricoltura

Industria

Servizi

2012

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2004 e il 2012 la produttività del lavoro nel settore agricolo è cresciuta in misura molto più modesta (2,3%) rispetto sia all’industria (10,2%) che ai servizi (14,9%).

La produttività del lavoro del settore agri-colo, pari 24.261 euro, risulta superiore sia al dato nazionale (23.753 euro) sia al dato medio delle regioni del Mezzogiorno (20.499

euro). Dal 2004 al 2012 l’indicatore ha regi-strato una variazione del 2,3%, prossima a quella nazionale (2,6%) e nettamente miglio-re rispetto a quella del Mezzogiorno (-0,4%).

Andamento della produttività del lavoro (VA/UL) nel settore agricolo (euro)

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT

2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 20110

5000

10000

15000

20000

25000

30000

Sicilia

Mezzogiorno

Italia

2012

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imPiego immigrati in agricolturaA partire dalla fine degli anni ‘70 e duran-te gli anni ’80 il fenomeno migratorio ha subìto profondi cambiamenti. Molti dei pae-si dell’Europa meridionale, infatti, da aree di emigrazione hanno cominciato a trasfor-marsi in luoghi di immigrazione. Tra que-sti, l’Italia è probabilmente l’esempio più emblematico e in modo particolare la Sici-lia che rappresenta una terra di frontiera. Per lo più si tratta di flussi generati da pressioni espulsive connesse agli squilibri del mercato del lavoro e, sempre più spes-so, alla situazione geopolitica dei Paesi di origine. In Italia, infatti, soprattutto tra la fine degli anni ’90 e i primi anni del 2000, si è avuta una rapida crescita del numero di stranieri regolari residenti che nel 2013 ha sfiorato quota 4,5 milioni (circa il 7,4% della popolazione italiana censita). La pre-senza irregolare, invece, è stata stimata intorno alle 320.000 unità (Fondazione ISMU, 2012).Con riferimento alla Sicilia, i dati del Mi-nistero degli Interni, aggiornati al 31

dicembre 2013, indicano un numero di cittadini extracomunitari soggiornanti pari a 99.582 (2,6% del totale nazionale), concentrati in particolare nelle province di Palermo (24.525), Catania (18.759), Messina (17.660) e Ragusa (11.270). Ri-spetto all’anno precedente si registra un incremento a livello regionale del 5,2% mentre l’andamento nelle province risulta piuttosto diversificato. Nella maggioranza delle province, infatti, si registrano incre-menti cospicui (Catania +14,8%, Agrigento +11,5%, Siracusa +9,6%, Messina +9,2%, Trapani +9,1%), in altre il tasso di incre-mento è più modesto ma il dato più eviden-te è quello relativo al considerevole calo del numero di extracomunitari soggiornanti nella provincia di Ragusa (-16,5% pari a 2.230 unità in meno rispetto al 2012).La Sicilia è interessata dal fenomeno dell’immigrazione in tutto il suo territo-rio, tuttavia, come testimoniano anche i dati ISTAT relativi al numero di residenti stranieri per comune, le presenze maggiori

si rilevano nelle zone costiere (soprattut-to occidentale e meridionale) e nelle aree metropolitane.Sono presenti quasi tutte le etnie e na-zionalità dei Paesi in via di sviluppo; gli stranieri presenti nella regione, però, sono prevalentemente tunisini e marocchini ai quali si sono aggiunti, negli ultimi anni, anche rumeni, polacchi e ucraini. I lavora-tori immigrati sono per lo più impegnati a svolgere mansioni umili in differenti setto-ri, nei servizi (pulizia e ristorazione), nel terziario non avanzato (manovalanza in piccole officine di riparazione, stazioni di servizio, ecc.), in agricoltura e nel piccolo commercio.In particolare, la comunità tunisina è pre-valentemente occupata in agricoltura e vanta una presenza storica nell’isola, in provincia di Ragusa, dove viene impiegata nel comparto serricolo, e in quella di Trapa-ni, dove è indispensabile per la produzione viticola e per le attività della marineria di Mazara del Vallo.

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Le prime cinque nazionalità presenti in Sicilia – rumena, tunisina, marocchina, srilankese e albanese – rappresentano più del 50% di tutta la presenza straniera. Di queste comunità, quella rumena è l’unica ad essere caratterizzata dalla maggiore presenza femminile. A differenza degli anni passati, quando la maggioranza di cittadini stranieri residenti nell’Isola pro-veniva dai Paesi del Maghreb, soprattutto Tunisia e Marocco, negli ultimi anni, le for-ze lavoro provenienti dall’Europa dell’est, ed in particolare dalla Romania e dalla Po-lonia, sono aumentate considerevolmente al punto che, a partire dal 2007, i rumeni hanno superato la componente nordafrica-na attestandosi su circa il 18% di tutta la popolazione straniera residente.Scendendo nel dettaglio dell’occupazione in agricoltura, i dati dell’INPS relativi ai contratti agricoli a tempo determinato, stipulati nel 2013 a favore di extracomuni-tari, riportano per la Sicilia un numero di lavoratori pari a 14.996 (circa il 10% del Fonte: elaborazioni su dati ISTAT

Numero di residenti stranieri al 1° gennaio 2013

500 - 2.0002.000 - 5.000

5.000 - 10.00010.000 - 15.000

>15.000

N.residenti stranieri

0 - 500

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totale nazionale). Si evidenzia una forte concentrazione nella provincia di Ragusa che, con 8.406 unità, ragguaglia più della metà dei lavoratori extracomunitari as-sunti nell’isola e risulta, inoltre, la prima provincia a livello nazionale. Circa l’85% del totale dei contratti agricoli stipulati nella regione riguarda lavoratori di quat-tro province (Ragusa, Trapani, Siracusa e Catania), dove peraltro si trovano le aree più produttive e intensive, con colture specializzate (ortaggi, vigneti, agrumeti e uliveti).Con riferimento ai paesi di provenienza, il Maghreb si conferma la maggiore fonte di manodopera agricola straniera, mentre aumenta la consistenza della forza lavoro proveniente dall’Europa orientale. Si stima che questa incida sul totale per circa un quarto. Gli extracomunitari vengono prevalente-

mente impiegati durante le fasi di raccolta e pertanto il picco degli ingaggi si registra nel periodo estivo-autunnale, fatta eccezio-ne per le ortive di pieno campo per le quali la campagna di raccolta ha inizio già a fine inverno. Per comparti, quali l’ortofloricol-tura protetta, lo zootecnico, l’agroindu-stria e l’agriturismo, l’impiego di manodo-pera si protrae per tutto l’anno.La giornata lavorativa quasi sempre ha una durata media superiore rispetto a quella contrattuale e non di rado supera le 8-9 ore (soprattutto nel comparto orticolo) se non addirittura le 10 ore, come succede per alcuni tipi di allevamenti zootecnici. Sovente, i compensi sono lontani dal sala-rio sindacale (il salario effettivo medio è di circa 30 euro al giorno, con punte minime anche di 20 euro, contro quello sindacale di 48 euro). La maggiore incidenza dei con-tratti regolari si riscontra per l’orticoltura

protetta, la trasformazione di ortofrutta e l’agriturismo.Purtroppo, si registrano ancora, soprat-tutto nell’ambito del comparto orticolo da pieno campo (raccolta di pomodoro e patate), casi di sfruttamento da parte dei datori di lavoro e sopravvive il fenomeno del capolarato. Inoltre, negli ultimi anni si osserva una crescita del lavoro nero pre-stato da immigrati provenienti dall’Europa orientale. Gli impieghi fissi si riscontrano prevalen-temente nel settore zootecnico e in quello serricolo, dove gli immigrati vengono spes-so utilizzati per svolgere le mansioni più gravose, a volte anche malsane o potenzial-mente dannose, quali la cura e il governo delle stalle, la guardiania degli animali, i trattamenti antiparassitari, le disinfesta-zioni e i lavori colturali all’interno delle serre.

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anDamento congiunturale Del settore

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Il mercato fondiario in Sicilia è caratte-rizzato da una sostanziale staticità. Il perdurare dello stato di crisi generale dell’economia e delle difficoltà di accesso al credito bancario ha determinato nel 2012 un ulteriore decremento del volume degli scambi. Anche l’interesse per i terreni di pregio, che aveva in qualche modo animato gli scambi di fondi rustici nel recente pas-sato, sembra essersi affievolito, rientrando nel contesto di un settore primario parti-colarmente problematico. La combinazio-ne fra la dinamica negativa dei prezzi di molte produzioni e l’incremento del costo dei mezzi tecnici, ha contratto il reddito delle aziende, ridotto i capitali circolanti e irrigidito il mercato fondiario regionale, che peraltro non ha mai brillato per parti-colare vivacità.In generale, i più richiesti sono i terreni siti a ridosso delle fasce costiere, quali se-minativi irrigui di piccole dimensioni per colture orto-frutticole e vivai, oliveti spe-cializzati, e gli appezzamenti pedemontani

mercato fonDiario

2000 2010 Variazione

2010/2000

Aziende (n.)Solo in proprietà 327.777 175.661 -46,4%Solo in affitto 6.384 18.682 192,6%Proprietà e affitto 14.425 24.987 73,2%Totale** 349.036 219.677 -37,1%

SAU (Ha)Solo in proprietà 1.014.993 731.164 -28,0%Solo in affitto 68.425 242.108 253,8%In proprietà e affitto 196.289 414.249 111,0%Totale 1.279.707 1.387.521 8,4%SAU affitto/Totale 5,4% 17,5% SAU in proprietà/Totale 79,3% 52,7%

* la superficie in affitto è comprensiva dell’uso gratuito** Il dato complessivo comprende le aziende senza SAU.Fonte: elaborazioni su dati ISTAT – 5° e 6° Censimento generale dell’agricoltura

Aziende e SAU* per titolo di possesso dei terreni, 2000 e 2010

dell’Etna. Negli ultimi anni si è assistito ad una perdita di appeal da parte dei vigneti. Tuttavia, nel corso del 2012 si è registrata una lieve ripresa delle quotazioni dei ter-

reni viticoli, soprattutto nel trapanese e nell’agrigentino, come conseguenza del leg-gero aumento del prezzo dell’uva da vino registratosi nella scorsa annata.

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Quotazioni Minimo MassimoTrapaniSeminativi asciutti di piccole dimensioni - aree interne 8 14Vigneti irrigui di Marsala 20 30Oliveti da mensa della Valle del Belice 15 28PalermoBoschi piccole dimensioni delle Madonie 5 10Agrumeti irrigui della Piana di Lascari 34 51Vigneti da vino asciutti di piccole dimensioni di Monreale-Partinico 20 30Frassineti da manna di Castelbuono nelle Madonie 8 11MessinaVivai irrigui 140 200Vigneti da vino DOC 35 50Agrumeti irrigui della costa jonica 30 45Pascoli naturali montani dei Nebrodi (ME) 8 13AgrigentoSeminativi asciutti della collina interna 7 12Pescheti di Bivona 20 33Mandorleti delle zone interne 8 14Agrumeti irrigui di Ribera-Sciacca 27 42Sem. irrigui piccole dimensioni per colture orticole della zona costiera 24 40CaltanissettaSeminativi asciutti di piccole e medie dimensioni 5 13Seminativi irrigui di piccole dimensioni per colture orticole 25 43

Valori fondiari (000 di euro per ettaro), 2012

QuotazioniMinimo Massimo

Vigneti da tavola (a tendone) 20 44EnnaSeminativi asciutti di piccole dimensioni 5 10Pascoli naturali 2 5Oliveti asciutti per la produzione di olio 10 15Pescheti di Leonforte 20 30CataniaPistacchieti di piccole dimensioni delle pendici dell'Etna 12 23Noccioleti di piccole dimensioni delle pendici dell'Etna 10 18Vigneti da vino DOC e IGT delle pendici dell'Etna 25 55Frutteti su terrazzamenti della costa jonica 25 40Agrumeti irrigui della Piana di Catania 25 50RagusaPascoli naturali 5 7Oliveti per la produzione di olio - DOP Monti Iblei 20 28Appezzamenti irrigui piccole dim. per colture orticole di Vittoria 27 48SiracusaSeminativi asciutti di piccole dimensioni delle aree interne 8 15Mandorleti di Avola 12 25Agrumeti irrigui della zona costiera 28 45Appezzamenti irrigui piccole dim. per colture orticole - Piana di Lentini 22 40

Fonte: INEA

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Buona è stata la tenuta delle quotazioni dei vivai del messinese e dei vigneti DOC ubicati sulle pendici dell’Etna. In leggera ripresa sono apparsi gli appezzamenti frut-ticoli di varie aree, soprattutto dell’agri-gentino e del catanese. Invece sempre in crisi sono apparsi gli agrumeti in tutta la regione, nonostante i segnali incoraggianti giunti dalle produzioni di elevato standard qualitativo della Piana di Catania e del siracusano. Relativamente dinamico si è mantenuto il mercato legato ai piccoli ap-pezzamenti situati nelle vicinanze dei siti turistici, in particolare nelle isole minori (Lipari, Salina e Pantelleria), dove le quo-tazioni sono strettamente connesse alla suscettività extragricola, pur in presenza di un rinnovato interesse per produzioni di qualità e di nicchia (passito, malvasia, capperi, lenticchie).Dati interessanti, e al contempo preoccu-panti, giungono dal mercato dei diritti di reimpianto dei vigneti, che spesso vengono ceduti a compratori del Nord-Italia, dietro

Canoni Minimo MassimoTrapaniContratti in deroga per coltivazioni stagionali di ortaggi da pieno campo 250 450Contratti in deroga per ortive a Campobello di Mazara 500 1.200PalermoContratti in deroga per ortive a Termini Imerese 900 1.250Contratti in deroga per erbai di leguminose (veccia, sulla) 250 450MessinaContratti in deroga per pascoli montani dei Nebrodi 100 200Contratti in deroga per vivai a Milazzo e Barcellona Pozzo di Gotto 2.100 3.500AgrigentoContratti in deroga per ortive a Ribera e Sciacca 600 1.000Contratti in deroga per colture protette a Licata 8.000 10.000 CaltanissettaContratti in deroga per oliveti 200 250Contratti in deroga per ortive da pieno campo nella piana di Gela 700 1.300EnnaErbai di leguminose (veccia, sulla) 250 400Contratti in deroga per pascoli naturali 80 120CataniaSeminativi irrigui per la coltivazione di carciofi a Ramacca 1.000 1.500Agrumeti nella Piana di Catania 700 1.000RagusaContratti in deroga ortive a Ragusa e Santa Croce Camerina 1.000 1.300Contratti in deroga per pascoli naturali 110 180SiracusaContratti in deroga per pascoli nelle Colline orientali degli Iblei 100 130Contratti in deroga per ortive 1.000 1.500

Canoni di affitto per tipi di azienda e per qualità di coltura per provincia (euro per ettaro), 2012

Fonte: INEA

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corresponsione di cifre che si aggirano intorno ai 4.000 euro/Ha. L’intensa attivi-tà di vendita dei diritti ha portato, come conseguenza, alla perdita di quasi 10.000 ettari di vigneti in 4 anni (2009-2012), con evidente impoverimento del territorio siciliano.Per quanto riguarda il mercato degli af-fitti, appare interessante osservare come nell’ultimo decennio, secondo i dati del 6° Censimento dell’agricoltura, si sia avu-to un vero e proprio exploit del ricorso

all’affitto da parte delle aziende agricole. In particolare, la SAU esclusivamente in locazione, comprensiva degli usi gratu-iti, è cresciuta di quasi 174 mila ettari (+253,8%), rappresentando il 17,5% dell’intera SAU regionale, mentre le azien-de condotte con sole superfici in affitto e uso gratuito sono aumentate del 192,6%. Le tipologie di terreni concessi in locazio-ne dipendono dal contesto di riferimento. Nelle aree interne dell’isola, dove sono presenti gli allevamenti zootecnici bradi

o semibradi vengono concessi, in affitto stagionale, pascoli naturali o riposi pasco-lativi a un canone che si aggira tra gli 80 e i 120 euro/ha. Altre concessioni riguar-dano appezzamenti già seminati a legumi-nose (per lo più veccia e sulla) da destina-re al pascolamento. Nelle aree costiere la domanda è concentrata sui terreni irrigui, spesso di piccole e piccolissime dimensio-ni, da utilizzare per colture ortive e/o vi-vai, per i quali vengono corrisposti canoni consistenti.

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inVestimentiSecondo i dati Istat, nel 2011 gli investi-menti fissi lordi in agricoltura della Sici-lia si attestano su 536 milioni di euro, in leggero calo rispetto all’anno precedente (-0,8%) e rappresentano il 3,9% degli in-vestimenti totali regionali e il 4,7% degli investimenti agricoli nazionali. Negli ultimi sei anni, l’andamento degli in-vestimenti in agricoltura nell’isola ha mo-strato una certa stabilità, discostandosi di poco dalla media quinquennale di 550 mi-lioni di euro calcolata escludendo il 2008, anno in cui l’importo ha superato 750 mi-lioni di euro e ha ragguagliato il 4,3% del totale degli investimenti dell’Isola e quasi il 26% del VA agricolo regionale. L’importo degli investimenti agricoli per unità lavorativa (UL) è risultato pari a 4.116 euro, mostrando un lieve calo rispet-to all’anno precedente (-3,3%). Contrazio-ni si sono rilevate anche per gli altri setto-ri, più consistente per l’Industria (-9,8%) e più moderata per i Servizi (-1%).

% su

Anni Agricoltura* (mln €)

Totale investimenti

Totale investimento agricoltura Italia VA agricolo

2006 562,4 3,0 4,7 20,5

2007 586,9 3,0 4,9 22,5

2008 754,6 4,3 6,4 25,9

2009 526,4 3,2 5,1 18,4

2010 534,2 3,1 5,0 20,8

2011 536,0 3,9 4,7 19,2

Andamento degli investimenti fissi lordi agricoli

* Agricoltura, silvicoltura e pescaFonte: elaborazioni su dati ISTAT

Andamento degli investimenti fissi lordi per UL e per settore (€/UL)

* Agricoltura, silvicoltura e pescaFonte: elaborazioni su dati ISTAT

Anni Agricoltura* Industria Servizi Totale

2006 3.815,17 12.772,48 12.780,28 11.924,92

2007 4.293,34 14.202,14 13.327,21 12.686,18

2008 5.716,67 13.739,34 11.838,83 11.664,24

2009 4.118,94 10.775,38 11.773,74 10.943,29

2010 4.256,69 11.978,76 11.821,34 11.191,33

2011 4.116,74 10.803,37 11.713,25 10.883,18

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ItaliaSicilia

AGRIC

OLTU

RA*

INDU

STRIA

SERV

IZI

0 3000 6000 9000 12000 15000

Investimenti fissi lordi per UL e per settore (€/UL), 2011

* Agricoltura, silvicoltura e pescaFonte: elaborazioni su dati ISTAT

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creDito all’agricolturaIl perdurare della crisi economica continua a influenzare l’andamento del credito alle im-prese mantenendo difficile l’incontro tra la domanda e l’offerta di finanziamenti. Al dicem-bre del 2012 il totale dei finanziamenti in Sici-lia è risultato pari a 38 miliardi di euro, facen-do registrare un incremento del 29% rispetto al 2011. I finanziamenti al settore primario, comprese silvicoltura e pesca, hanno supera-to i 2,7 miliardi di euro, che rappresentano il 7,2% del totale degli impieghi complessivi di tutte le branche di attività economica. Dai dati riferiti al quinquennio 2008-2012 emerge un’incidenza del credito all’agricoltura sul to-tale dei finanziamenti che si mantiene sempre

al di sopra del dato nazionale e un’importante impennata degli importi del 2012, sia in termi-ni di valore assoluto che percentuale. In Sicilia nel 2013 sono stati erogati 55 mi-lioni di euro per finanziamenti oltre il breve termine, principalmente finalizzati all’acqui-sto di macchine e attrezzature, pur con una forte riduzione rispetto all’anno precedente (-32,7%). Va osservato il consistente calo delle erogazioni in generale, pari a -29,5%, in linea con il dato nazionale (-20,3%). Con riferimento alle consistenze, il credito oltre il breve termine ha raggiunto 464 mi-lioni di euro, pari al 3,3% del dato nazionale, mostrando una contrazione del 7,4% rispetto

2008 2009 2010 2011 2012

mln euro % su totale mln euro % su totale mln euro % su totale mln euro % su totale mln euro % su totale

Sicilia 1.912 7,4 1.939 7,4 1.595 5,5 1.697 5,8 2.748 7,2

Italia 37.421 3,9 38.663 4,1 40.893 4,3 43.787 4,4 44.210 4,6

Finanziamenti bancari per l’agricoltura, selvicoltura e pesca - consistenze

Fonte: elaborazioni su dati Banca d’Italia – Bollettini statistici

0

10

20

30

40

50

60

Sicilia

Italia

Credito/PLV Credito/VA

Incidenza percentuale dei finanziamenti oltre il breve termine (consistenze) sulla PLV e sul VA, 2012

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT e Banca d’Italia – Bollettini statistici

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EROGAZIONI CONSISTENZESicilia Italia Sicilia Italia

mln euro Var %2013/12 mln euro Var %

2013/12 mln euro Var %2013/12 mln euro Var %

2013/12Macchine e attrezzature 33 -32,7 954 -22,6 155 -8,3 5.087 -5,9

Acquisto immobili rurali 5 -16,7 278 3,3 165 -6,8 2.722 -2,1

Costruzione fabbricati rurali 17 -26,1 572 -24,9 144 -7,1 6.261 -8,4

Totale 55 -29,5 1.804 -20,3 464 -7,4 14.070 -6,3

Fonte: elaborazioni su dati Banca d’Italia – Bollettini statistici

Finanziamenti oltre il breve termine all’agricoltura, 2013

al 2012. È interessante osservare come nella regione, pur con una netta supremazia dei fi-nanziamenti non agevolati (88%), l’incidenza del credito agevolato sul totale (12%) si man-tenga molto al di sopra di quella del Sud-Italia (5,5%) e di quella del resto del paese (3,4%).Rapportando le consistenze dei finanziamenti oltre il breve termine alla Produzione vendibile e al Valore aggiunto dell’agricoltura emerge che in Sicilia nel 2012 l’incidenza del credito sulla PLV è risultata inferiore al 12%, contro quasi il 30% dell’Italia, e quella sul VA si è atte-

stata sul 18%, contro il 57% nazionale.Per quanto riguarda la consistenza dei finan-ziamenti agevolati, si evidenzia la tendenza alla riduzione del peso dei prestiti a medio-lun-go termine a vantaggio di quelli a breve termi-ne, sintomo della riluttanza all’indebitamento da parte delle imprese agricole e di carenza di liquidità. Tendenza che si ridimensiona nell’ul-timo anno con una ripresa degli importi per entrambe le tipologie dei prestiti agevolati, più consistente per quella a medio-lungo termine.

Anni Totalemln euro

Breve Termine %

Medio-Lungo Termine %

2008 57 3,5 96,5

2009 57 3,5 96,5

2010 29 24,1 75,9

2011 22 13,6 86,4

2012 22 22,7 77,3

2013 52 17,3 82,7

Finanziamenti agevolati ad agricoltura, foreste e pesca in Sicilia - consistenze

Fonte: elaborazioni su dati Banca d’Italia – Bollettini statistici

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consumi intermeDiNell’ultimo triennio la spesa per i consumi intermedi dell’agricoltura è aumentata del 9,6%, passando da 1.325 milioni di euro nel 2010 a 1.452 milioni di euro nel 2012. Sul valore totale hanno inciso in maniera pre-ponderante gli “Altri beni e servizi” (47%). Un peso consistente hanno avuto l’“Energia motrice” (15%), le “Sementi” (9%) e i “Man-gimi” (9%). In particolare, rispetto al 2011, i maggiori incrementi in valore si sono avuti a carico dei “Fitosanitari” (+14,2%), del-l’“Energia motrice” (+14,1%), delle “Sementi e piantine” (+12,6%) mentre i “reimpieghi” rappresentano l’unica voce in calo (-1,9%).

Distribuzione dei consumi intermedi dell’agricoltura in valore, 2012

Altri beni e servizi

Sementi e piantine

Mangimi e spese varie bestiame

Concimi

Fitosanitari

Energia motrice

Reimpieghi

15,0%

5,8%

46,8%

9,2%

6,7%

7,2%

9,2%

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT

2010 2011 2012 Var.% 2012/11Sementi e piantine 120.790 119.197 134.193 12,6Mangimi e spese varie per il bestiame 116.800 133.662 134.262 0,4Concimi 76.373 91.429 97.625 6,8Fitosanitari 96.848 91.217 104.201 14,2Energia motrice 177.500 191.381 218.348 14,1Reimpieghi 77.529 85.574 83.947 -1,9Altri beni e servizi 659.456 648.818 679.781 4,8Totale 1.325.296 1.361.278 1.452.357 6,7

Consumi intermedi dell’agricoltura (mln €), 2012

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT

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Il 2013 ha fatto rilevare, in generale, pa-rametri termo-pluviometrici al di sopra dei valori medi del periodo 1971-2000 assunti come media climatica.L’elaborazione dei dati CRA-CMA1, re-lativi alle precipitazioni medie mensili cumulate, evidenziano valori elevati per tutte le province. In particolare, nel pri-mo trimestre dell’anno, durante il quale si sono verificati diversi eventi calamito-si che hanno causato ingenti danni nella parte sudorientale dell’isola, e nei mesi di agosto e novembre. Al contrario i mesi di maggio, giugno e ottobre hanno fatto registrare livelli di precipitazioni decisa-mente al di sotto dei valori medi. L’ana-lisi dei dati medi provinciali, comunque, non consente di mettere in evidenza la disomogeneità della distribuzione del-le precipitazioni sul territorio. Il SIAS (Servizio Informativo Agrometeorologi-co della Regione Siciliana), infatti, grazie

clima e DisPonibilità iDrichePrecipitazioni cumulate medie mensili 2013 e medie climatiche 1971-2000 (mm)

0

20

40

60

80

100

120

140

160

180

Gennaio Febbraio Marzo Aprile Maggio Giugno Luglio Agosto Settembre Ottobre Novembre Dicembre

Palermo Agrigento Caltanissetta Catania Enna MessinaRagusa Siracusa Trapani Clima PA Clima AG Clima CLClima CT Clima EN Clima ME Clima RG Clima SR Clima TP

Fonte: elaborazioni INEA su dati CRA-CMA

1 Consiglio per la Ricerca e la sperimentazione in Agricoltura – Unità di ricerca per la Climatologia e la Meteorologia applicata all’Agricoltura.

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Temperature massime medie mensili 2013 - scarti dalla media climatica 1971-2000 (%)

-10

-5

0

5

10

15

20

25

Palermo Agrigento Caltanissetta Catania

Gen. Feb. Mar. Apr. Mag. Giu. Lug. Ago. Set. Ott. Nov. Dic.

Enna Messina Siracusa TrapaniRagusa

Fonte: elaborazioni INEA su dati CRA-CMA

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Temperature minime medie mensili 2013 - scarti dalla media climatica 1971-2000 (%)

-40

-30

-20

-10

0

10

20

30

40

50

Palermo Agrigento Caltanissetta Catania

Gen. Feb. Mar. Apr. Mag. Giu. Lug. Ago. Set. Ott. Nov. Dic.

Enna Messina Siracusa TrapaniRagusa

Fonte: elaborazioni INEA su dati CRA-CMA

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Volume totale invasato nei principali serbatoi ad uso irriguo siciliani e % di riempimento rispetto alla capacità totale dei singoli invasi, 2013

Fonte: elaborazioni su dati Regione Siciliana - Assessorato dell’Energia e dei Servizi di Pubblica Utilità – Osservatorio delle acque

0,00

100,00

200,00

300,00

400,00

500,00

0,00

20,00

40,00

60,00

80,00

100,00

gennaio febbraio marzo aprile maggio giugno luglio agosto settembre ottobre novembre dicembre

Totale

Mmc

% rie

mpim

ento

SCANZANO PIANA DEGLI ALBANESI POMA ARANCIO NICOLETTI S. ROSALIA TRINITA' OGLIASTRO RUBINO COMUNELLI CIMIA DISUERI ANCIPA POZZILLO GARCIA CASTELLO PRIZZI OLIVO S. GIOVANNI GORGO LAGO

600,00

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all’analisi dei dati rilevati dalle numero-se stazioni che gestisce, ha segnalato per i primi quattro mesi dell’anno un periodo di prolungata siccità su tutto il versante ionico della regione che ha determinato un aggravio dei costi per l’irrigazione e un calo produttivo per seminativi e fo-raggere.Le temperature massime medie mensili si sono mantenute, per tutte le province, quasi sempre ben al di sopra dei valori medi climatici; in alcuni casi i valori sono scesi appena al di sotto della media con l’eccezione del mese di febbraio che ha fatto registrare scarti negativi maggiori in quasi tutto il territorio regionale, ma

soprattutto nelle province di Caltanissetta (-7,7%) e Palermo (-6,9%). Con riferimen-to alle temperature minime medie mensili, l’andamento osservato è molto simile a quello appena descritto per le massime, ma con scarti rispetto ai valori medi cli-matici ancora più marcati, in particolare per il mese di febbraio nelle province di Enna (-39,1%), Catania (-25,5%), Palermo (-25,0%) e Caltanissetta (-18,9%).Nel corso del 2013, la disponibilità di risor-se idriche per usi irrigui si è mantenuta su livelli più che accettabili nonostante quan-to evidenziato a proposito dell’anomala distribuzione delle precipitazioni sul terri-torio. La quota di riempimento è cresciuta

nel corso dei primi mesi dell’anno per man-tenersi al di sopra del 70% della capacità regionale di invaso (poco più di 800 Mmc) durante tutto il secondo trimestre. Il livel-lo di riempimento è sceso al di sotto del 50% della capacità regionale solo a partire dal mese di settembre a causa dell’effetto combinato della riduzione degli apporti pluviometrici e dell’utilizzo della risorsa durante la stagione irrigua. Particolarmen-te ridotto il volume d’invaso del serbatoio Pozzillo, il più grande della Sicilia (150 Mmc), che nell’ultimo mese dell’anno ha raggiunto la soglia minima di riempimento degli ultimi cinque anni (circa il 5% della sua capacità massima).

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risultati ProDuttiViIl valore della produzione agricola ai prezzi di base nel 2012 è risultato pari a 4.702 milioni di euro, registrando un incremen-to del 7% rispetto all’anno precedente.

Alla sua formazione hanno contribuito in maniera preponderante le coltivazioni ar-boree (37,9%) ed erbacee (33,4%), mentre più contenuto è stato il peso dei servizi con-

Comparti 000 € % Variazione % 2011/2010

Arboree 1.613.301 37,9% 20,6Erbacee 1.421.734 33,4% -2,5Foraggere 43.907 1,0% 6,7Zootecnia 535.977 12,6% 8,5Servizi connessi* 716.735 16,9% 5,8(+) attività secondarie 31.625 0,7% -0,1(-) attività secondarie 110.808 2,6% -4,0Produzione della branca agricoltura 4.252.471 90,4 8,3Produzione della branca silvicoltura 5.980 0,1 -4,5Produzione della branca pesca 443.864 9,4 -3,9Totale 4.702.315 100,0 7,0

Produzione e servizi ai prezzi di base per principali comparti, 2012

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT

nessi (16,9%) e della zootecnia (12,6%). Dal confronto con i dati dell’anno prece-dente emerge il notevole incremento del valore delle produzioni arboree (+20,6%) e il buon aumento delle produzioni zootec-niche (+8,5%) e foraggere (+6,7%). Al con-trario, le produzioni erbacee hanno subito un moderato decremento (-2,5%).Analizzando i vari comparti, si rileva che il più importante si conferma quello ortico-lo (patate e ortaggi) con un’incidenza sul valore della produzione agricola regiona-le pari al 22,2%, seguito dall’agrumicolo (16,4%). Importante è stato il peso dei ser-vizi connessi (16,9%) e notevole il contri-buto della produzione vitivinicola (9,7%) e delle carni (8%). Scendendo nel dettaglio dei singoli prodotti emerge la supremazia delle arance (8,7%), seguite dal frumento duro (6,4%) e dai limoni (6,2%).Dal confronto con l’anno precedente, si rilevano valori in aumento, più deciso per uva da vino venduta (+76,7%), che ha recuperato le perdite del 2011, e man-

* a seguito dell’adozione della classificazione Ateco 2007, i servizi connessi all’agricoltura hanno preso la denominazione di “Attività di supporto all’agricoltura e attività successive alla raccolta”. Per attività secondaria va intesa sia quella, evidenziata con il segno (+) effettuata nell’ambito della branca di attività agricola e quindi non separabile (ad es. agriturismo) e sia quella, evidenziata con il segno (-) esercitata da altre branche (ad es. da imprese commerciali) nell’ambito delle coltivazioni e degli allevamenti.

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Fonte: elaborazioni su dati ISTAT

Produzione agricola ai prezzi di base per principali comparti, 2012

22,2%

16,4%

16,9%8,0%

7,6%

9,7%

5,3%

4,9%

3,9%1,0% 2,3% 1,9%

Patate e OrtaggiAgrumi

Servizi connessiCarni

Cereali e legumi secchiProdotti vitivinicoli

Prodotti olivicolturaFrutta

Fiori e piante da vasoColtivazioni foraggere

UovaAltre colture legnose

darini (+63,9%), e più contenuto per pe-sche (+36%), melanzane (+26,6%), limoni

(+25,9%) e pere (+24,7%). Al contrario, riduzioni di rilievo si sono registrate per

cocomeri (-32,4%) e orzo (-26,5%). Dal punto di vista quantitativo, sono aumen-

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tate le produzioni di peperoni (+58,9%) e orzo (+39,1%), mentre sono diminuite

quelle di cocomeri (-47,4%), mele (-32,8%) e arance (-14,7%). Particolarmente vistoso

è stato il calo produttivo di cipolle e porri (-90,7%), al quale è corrisposta una buona

Produzione agricola ai prezzi di base per principali prodotti, 2012

8,7%

6,4%

4,8%

4,2%

3,2%

2,9%

1,7%

2,3%3,0%

8,7%

6,4%

4,8%

4,2%

%

1,7%

2,3%,

AranceFrumento duro

LimoniCarni bovine

OlioUva da tavola

CarciofiPatate

ZucchineUovaVino

6,2%

4,3%

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT

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Quantità Valore

PRODOTTI 000 Qli Var % 2012/2011 000 € Var %

2012/2011 Frumento tenero 18 -10,0 465 -11,6Frumento duro 8.295 3,9 272.654 1,6Orzo 192 39,1 4.652 -26,5Granoturco ibrido 30 25,0 675 -10,4Patate 212 5,0 124.563 -1,8Fagioli freschi 66 -8,3 13.260 -11,0Cipolle e porri 26 -90,7 15.789 3,1Carote 1.210 0,2 61.334 13,1Carciofi 1.553 -0,3 137.671 -5,4Cavoli 177 -5,9 10.277 -9,3Cavolfiori 386 7,8 19.465 20,5Indivia 124 -5,3 5.847 -9,3Lattuga 460 10,3 25.901 18,4Radicchio 14 -6,7 720 -18,9Melanzane 837 28,4 44.679 26,6Peperoni 1.014 58,9 61.473 16,1Zucchine 895 -17,5 73.187 -13,8

Quantità Valore

PRODOTTI 000 Qli Var % 2012/2011 000 € Var %

2012/2011Cocomeri 339 -47,4 4.685 -32,4 Fragole 94 -6,0 10.844 -15,5 Uva da tavola 18.274 -45 182.747 15,2 Uva da vino venduta 4.266 22,0 101.690 76,7 Vino (000 hl) 2.115 43,5 125.845 65,4 Olio 499 -5,0 177.003 7,0 Arance 10.548 -14,7 371.051 19,1 Mandarini 677 -9,1 40.208 63,9 Limoni 4.052 -4,3 261.674 25,9 Clementine 513 -21,1 15.633 9,4 Pesche 1.040 10,8 33.303 36,0 Mele 123 -32,8 5.030 -5,2 Pere 568 -10,1 42.972 24,7 Mandorle 656 -7,9 45.685 -2,1 Nocciole 112 -10,4 18.747 -5,1 Noci 6 -14,3 2.262 -8,4 Actinidia 5 0,0 244 -39,0

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT

Principali prodotti vegetali, 2012

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rivalutazione delle quotazioni con aumento del valore della PLV pari al 3,1%. Tra i prodotti di prima trasformazione, in-vece, si segnala una maggiore produzione di vino (+43,5%), che in termini di valore fa segnare un +65,4%, e una leggera ri-duzione dell’olio di oliva (-5%), alla quale corrisponde un aumento in valore del 7%. Per quanto riguarda il valore della produ-zione animale, si segnala un trend in ge-nerale crescita, con variazioni positive di particolare rilievo per uova (+31,3%) e pol-lame (+10,1%). In aumento anche le quo-tazioni delle carni, mentre si ridimensiona il comparto mielicolo. In termini quan-titativi, invece, i prodotti zootecnici, ad eccezione del pollame, hanno subito delle contrazioni, per lo più contenute, che sono risultate consistenti per il miele (-16,7%), peraltro già in calo nel 2011 (-14,3%).

PRODOTTIQuantità Valore

000 Qli Var % 2012/2011 000 € Var %

2012/2011 Carni bovine 742 -1,2 205.574 4,9Carni suine 162 -4,1 25.792 5,2Carni ovicaprine 64 -1,5 23.918 2,0Pollame 364 4,9 58.835 10,1Latte di vacca e bufala (000 hl) 1.610 -1,5 68.399 -0,3Latte di pecora e capra (000 hl) 314 -4,8 25.946 1,5Uova (milioni di pezzi) 642 -2,6 99.428 31,3Miele 5 -16,7 1.660 -10,0

Principali prodotti zootecnici, 2012

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT

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risultati ProDuttiVi seconDo la ricaLe aziende agricole siciliane professionali2, secondo quanto emerge dai dati del cam-pione RICA regionale 2012, dispongono di una base aziendale pari mediamente a 12,8 ettari contro una media nazionale di 15,2 ettari. L’analisi per orientamento tecnico economico (OTE) evidenzia che le aziende con la maggiore superficie coltivata sono quelle specializzate nell’allevamento di er-bivori (40,3 ettari), seguite dalle aziende miste con coltivazioni e allevamento (27,3 ettari), dalle aziende con policoltura (19,7 ettari) e da quelle specializzate nei semina-tivi (19,1 ettari). Di gran lunga al di sotto della media regionale risultano, invece, le aziende specializzate nelle coltivazioni permanenti (6,4 ettari) e in ortofloricol-tura (3,9 ettari). Queste ultime, di contro, sono quelle che assorbono in assoluto più manodopera, pari a 2,8 Unità Lavorativa Annua (ULA) per azienda contro la me-

2 Il campo di osservazione della RICA è un sottoinsieme dell’universo UE in quanto esclude una fascia di aziende sulla base della dimensione economica. In considerazione della diversa situazione strutturale dell’agricoltura comunitaria, i limiti di dimensione economica dei campi di osservazione CE sono differenti per ciascuno Stato Membro: per l’Italia tale limite è stato fissato a 4.000 euro di valore standard della produzione (per maggiori dettagli sugli aspetti metodologici dell’indagine RICA si veda www.rica.inea.it).

SAU ULA ULAfamiliari UBA

Ha n. n. n.Seminativi 19,1 0,6 0,5 0,0Ortofloricoltura 3,9 2,8 1,2 0,0Coltivazioni permanenti 6,4 0,8 0,7 0,1Erbivori 40,3 1,3 1,1 35,5Policoltura 19,7 1,1 0,7 0,0Misto coltivazioni allevamento 27,3 1,3 1,0 14,2SICILIA 12,8 1,0 0,7 3,6

Dimensioni strutturali medie delle aziende RICA per comparto, 2012

Fonte: elaborazioni su dati AREA RICA, INEA

dia regionale pari a 1 ULA. Le aziende con allevamento di erbivori e quelle miste (coltivazioni e allevamento) impiegano an-nualmente 1,3 unità di lavoro; il minore impiego di manodopera, invece, si registra per gli OTE seminativi (0,6 ULA) e coltiva-

zioni permanenti (0,8 ULA).Da quanto detto consegue che l’intensità del lavoro, ovvero il rapporto tra SAU e unità di lavoro (cioè la quantità di superfi-cie coltivata gestita da un’unità di lavoro), è massima nelle aziende specializzate nei

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seminativi (32,1 ettari per unità di lavoro) e minima in quelle specializzate in ortoflo-ricoltura (1,4 ettari per unità di lavoro). E’ interessante notare, inoltre, come l’in-cidenza della manodopera familiare, ri-spetto al totale, sia sempre molto elevata (dal 67,4% nelle aziende con policoltura all’86,7% in quelle specializzate nei semi-nativi) fatta eccezione per le aziende or-tofloricole, nelle quali l’impiego del lavoro familiare è limitato al 41% della manodo-pera utilizzata.Con riferimento ai risultati gestionali, si evidenzia la migliore performance dell’or-tofloricoltura, sia in termini produttivi (PLV pari a circa 143.000 euro/azienda) che reddituali (reddito netto pari a circa 51.800 euro/azienda); al contrario, le colti-vazioni arboree e i seminativi conseguono i risultati peggiori, rispettivamente circa 9.500 euro e 10.300 euro di reddito netto medio aziendale.Anche in termini relativi, prendendo cioè in considerazione gli indici di produttività e di

Intensità del lavoro

(SAU/ULT)

Incidenza lavoro familiare (ULF/ULT)

Grado intensità zootecnica (UBA/ULT)

Carico bestiame

(UBA/SAU)

Ha %. n. n.Seminativi 32,1 86,7 0,0 0,0Ortofloricoltura 1,4 41,2 0,0 0,0Coltivazioni permanenti 7,7 78,9 0,1 0,0Erbivori 31,6 85,4 27,8 0,9Policoltura 18,3 67,4 0,0 0,0Misto coltivazioni allevamento 21,7 82,5 11,3 0,5

Indici strutturali per comparto, 2012

Fonte: elaborazioni su dati AREA RICA, INEA

redditività, viene confermata l’ottima per-formance dell’ortofloricoltura. Tutti gli altri comparti, invece, presentano valori degli indici decisamente più contenuti ed in modo particolare quelli riferiti alla SAU. Con 1.190 euro per ettaro, i seminativi presentano il valore più basso della produttività agricola della terra (PLV/SAU), seguiti a brevissi-ma distanza dall’ordinamento misto (circa

1.230 euro per ettaro) e dall’allevamento di erbivori (circa 1.330 euro per ettaro). La redditività netta della terra (RN/SAU) per tutti i comparti, ad eccezione dell’ortoflori-coltura (13.300 euro per ettaro), non supe-ra i 1.500 euro per ettaro.Va osservato inoltre che, con riferimento alla redditività netta del lavoro aziendale (RN/ULT), le distanze tra i vari comparti

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45

Produzione lordavendibile

Premi e contributi

ValoreAggiunto

Costivariabili

Costifissi

Prodottonetto

0

20.000

40.000

60.000

80.000

100.000

120.000

140000

160..000

Seminativi

Ortofloricoltura

Arboreo

Redditonetto

Erbivori

Policoltura

Misto coltivaz.allevamento

Fonte: elaborazioni su dati AREA RICA, INEA

Composizione dei ricavi per comparto, 2012

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si attenuano notevolmente. Soltanto i se-minativi e l’arboricoltura mostrano valori

più bassi (all’incirca 11.000 euro per unità di lavoro) rispetto agli altri orientamen-

ti tecnici (dai circa 17.000 euro a circa 20.000 euro per unità di lavoro).

Indici economici per comparto, 2012

Redditività nettalavoro aziendale

RN/ULT

Redditività lavoro familiare

RN/ULF

Produttività agricoladel lavoroPLV/ULT

Redditività nettadella terraRN/SAU

Produttività agricoladella terraPLV/SAU

0

10.000

20.000

30.000

40.000

50.000

60.000

Seminativi

Ortofloricoltura

Arboreo

Erbivori

Policoltura

Misto coltivaz.allevamento

Fonte: elaborazioni su dati AREA RICA, INEA

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meccanizzazione seconDo la ricaUn’apposita ricerca condotta dall’INEA, svolta sulla base della banca dati RICA - riferibile a circa 11.000 aziende con SAU e in possesso di macchine agricole - e pub-blicata nel 2013 sul volume “La meccaniz-zazione agricola in Italia”, è in grado di fornire interessanti informazioni anche sulla situazione regionale.Per i principali OTE è stato determinato il valore del parco macchine, espresso in euro per ettaro di SAU. Dal confronto con i dati riferiti all’Italia, si evidenzia come nel-le aziende siciliane, ad eccezione di quelle specializzate nell’ortofloricoltura, il cui dato si discosta di poco dalla media nazionale (-3,2%), si riscontri un minor grado di mec-canizzazione, inteso come valore ad ettaro del parco macchine. Ciò vale soprattutto per le aziende non specializzate (policoltura, poliallevamento, aziende miste). Lo studio, tuttavia, rileva anche un certo sovradimen-sionamento del parco macchine a livello nazionale e di conseguenza un uso poco efficiente che caratterizza l’agricoltura del

OTE Sicilia Italia Differenziale Sicilia/Italia

Seminativi 3.151 6.694 -52,9%Ortofloricoltura 21.822 22.543 -3,2%Colture permanenti 5.349 11.364 -52,9%Erbivori 2.400 6.203 -61,3%Granivori 4.029 11.007 -63,4%Policoltura 3.180 8.697 -63,4%Poliallevamento 1.637 9.190 -82,2%Aziende miste (colture-allevamento) 1.623 7.670 -78,9%

Valore del parco macchine delle aziende RICA (euro/ettaro di SAU), 2010

Fonte: INEA - “La meccanizzazione agricola in Italia” (2013)

paese soprattutto in certi comparti (es. se-minativi, colture permanenti). Peraltro, va ricordato che in Sicilia la dimensione media aziendale spesso modesta e la notevole dif-fusione di coltivazioni estensive rendono difficoltoso il mantenimento in proprio di un parco macchine completo e favoriscono il ri-corso al contoterzismo per varie operazioni.Di contro, prendendo in considerazione l’e-

tà media delle macchine inventariate nelle aziende RICA, la Sicilia mostra di essere una delle regioni d’Italia dotate di un parco macchine tra i più nuovi. Anche con riferimento alla potenza si os-serva un valore medio per ettaro di SAU superiore al dato nazionale, soprattutto con riguardo alle trattrici gommate e alle altre macchine semoventi.

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Età media (anni) Potenza (Cv/Ha)

Sicilia Italia Sicilia Italia

TrattriciTrattrice a cingoli 16 20 4,3 4,5Trattrice con ruote isodiametriche 14 17 1,4 2,7Trattrice gommata a 2 ruote motrici 16 19 7,0 3,5Trattrice gommata a 4 ruote motrici 15 15 6,5 4,2Operatrici semoventiAltre macchine operatrici semoventi 13 13 7,5 1,4Atomizzatore semovente 14 19 7,2 1,0Carrello elevatore 11 14 1,3 2,8Mietitrebbiatrice autolivellante 9 17 2,7 2,9Motocoltivatori 15 17 3,5 1,4Motofalciatrice 19 24 1,5 1,6Motoranghinatore 14 19 1,7 3,6Motozappatrice 14 16 3,1 2,7Piattaforma semovente - 13 - 2,4Raccoglitrice generica - 10 - 5,2Scuotitore semovente 11 8 1,9 7,2Spandimangime semovente - 12 - 7,1Vendemmiatrice 9 8 3,1 6,2

Età media e potenza media delle macchine delle aziende RICA, 2010

Fonte: INEA - “La meccanizzazione agricola in Italia” (2013)

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filiera agroinDustriale

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inDustria alimentare e Delle beVanDeSecondo i dati del 9° Censimento dell’in-dustria e dei servizi dell’ISTAT (2011), l’industria alimentare, delle bevande e del tabacco conta in Sicilia 6.828 imprese attive, che rappresentano il 30,2% delle imprese attive del settore manifatturiero dell’isola. Tale percentuale risulta supe-riore a quella che si registra sia nel Mez-zogiorno (24,5%) che in Italia (13,7%). Più del 95% delle imprese si concentra nel settore dell’industria alimentare in senso stretto, in linea con quanto avviene nel Mezzogiorno e in Italia, e la rimanente percentuale è da ricondurre all’industria delle bevande. In Sicilia non sono presenti imprese attive nell’industria del tabacco.Gli addetti ammontano a 25.501 e rappre-sentano il 28,3% degli addetti dell’indu-stria manifatturiera siciliana; di questi una percentuale pari al 92% è da ricon-durre all’industria alimentare in senso stretto. Le imprese che operano in Sicilia nel set-tore dell’industria alimentare e delle be-

Imprese attive nell’industria alimentare e delle bevande, 2011

0

10000

20000

30000

40000

50000

60000

Industria alimentare

Industria delle bevande

54.931

24.554

6.5232.874 1.269 305

SiciliaMezzogiornoItalia

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT, 9° Censimento dell’industria e dei servizi

vande sono di piccole dimensioni. Dai dati per classe di ampiezza risulta, infatti, che l’85% ha meno di 5 addetti. In particola-re, il 32,2% ricade nella classe fino ad un addetto, il 29% nella classe da 3 a 5 ad-detti e il 21,3% in quella fino a 2 addetti. Le forme giuridiche prevalenti nell’indu-

stria alimentare sono rappresentate dal-le imprese individuali (66,2%), mentre nell’industria delle bevande prevalgono le società a responsabilità limitata (44,6%) seguite dalle imprese individuali (19,3%) e dalle società cooperative (12,5%).Prendendo in esame la distribuzione del-

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le imprese per i principali settori di attività, è bene specificare che non sempre la statistica ufficiale è in grado di rispecchiare a pieno il complesso reale degli ambiti di attività delle

industrie alimentari. Infatti, le categorie, che fanno riferimento ai codici ATECO, conside-rano spesso la sola attività prevalente trala-sciando gli ambiti produttivi secondari.

In ogni caso, è interessante osservare che il 68,2% delle imprese e il 57,6% degli addetti afferiscono alla “produzione di prodotti da forno e farinacei”.

1,30,1

12,51,3

44,611,1

7,90,8

1,00,2

8,57,0

4,913,4

19,366,2

Altra forma d’impresa

Soc. coop.

S.r.l.

S.p.a.

Altra Soc. pers.

S.a.s

S.n.c

Impresa individuale

Industria bevande

Industria alimentare

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT, 9° Censimento dell’industria e dei servizi

Imprese attive per forma giuridica e macro-settore di attività, (val. %) 2011

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Delle 4.658 imprese presenti in Sicilia nel 2011, 3.667 (79%) si occupano della “pro-duzione di prodotti di panetteria freschi”, a testimonianza dell’importanza che riveste

la panificazione artigianale per le famiglie siciliane, con acquisto quotidiano (anche 2 volte al giorno) del prodotto fresco presso i produttori che effettuano anche la vendita

al dettaglio. La maggiore presenza di pani-fici e panetterie si registra nelle province di Palermo (25%) e Catania (22%). La produzione di pasticceria fresca (senza

0% 20% 40% 60% 80% 100%

Carne e produzione di prodotti a base di carne

Pesce, crostacei e molluschi

Frutta e ortaggi

Oli e grassi vegetali e animali

Lattiero-casearia

Granaglie, amidi e prodotti amidacei

Prodotti da forno e farinacei

Altri prodotti alimentari

Prodotti per l'alimentazione degli animali

Bevande Resto d’Italia

Sicilia

3.493

287

1.537

2.875

3.160

917

30.790

4.879

470

2.569

92

104

248

469

214

142

4.658

537

59

305

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT, 9° Censimento dell’industria e dei servizi

Imprese attive dell’industria alimentare per settore di attività, 2011

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Fonte: elaborazioni su dati ISTAT, 9° Censimento dell’industria e dei servizi

IMPRESE ADDETTI

numero % numero %

Carne e produzione di prodotti a base di carne 92 1,3 663 2,6Pesce, crostacei e molluschi 104 1,5 1.040 4,1Frutta e ortaggi 248 3,6 1.338 5,2Oli e grassi vegetali e animali 469 6,9 1.054 4,1Lattiero-casearia 214 3,1 1.302 5,1Granaglie, produzione di amidi e di prodotti amidacei 142 2,1 560 2,2Prodotti da forno e farinacei 4.658 68,2 14.698 57,6Altri prodotti alimentari 537 7,9 2.396 9,4Prodotti per l'alimentazione degli animali 59 0,9 428 1,7Bevande 305 4,5 2.022 7,9Totale industria alimentare e delle bevande 6.828 100,0 25.501 100,0

Imprese attive e addetti dell’industria alimentare per settore di attività, 2011

vendita diretta al pubblico) rappresenta il 13% delle imprese dell’industria di prodot-ti da forno e farinacei ed è ben rappresen-tata in provincia di Messina e Catania con il 22% delle imprese ciascuna. Il secondo settore per numerosità di impre-se attive è quello della “produzione di altri prodotti alimentari”, che conta 537 azien-de (7,9% del totale delle aziende dell’indu-stria alimentare e delle bevande) e 2.396 addetti (9,4% del totale degli addetti). È interessante osservare la buona presenza di imprese per la produzione di pasti e piat-ti pronti nella province di Catania (57%) e Trapani (31,5%), di imprese per la lavora-zione di tè e caffè (prevalentemente torre-fazione e confezionamento del caffè) nelle province di Trapani (46%), Palermo (31%) e Catania (29%).Le imprese che si occupano di “produzio-ne di oli e grassi vegetali e animali” sono 469 (6,9% delle imprese dell’industria ali-mentare e delle bevande) e contano 1.054 addetti (4,1% del totale degli addetti).

Tali imprese sono presenti su tutto il ter-ritorio della regione principalmente come produttori di olio di oliva da olive preva-lentemente non di produzione propria. La maggiore presenza si registra nelle provin-ce di Palermo (84 imprese) e Agrigento (81

imprese), seguite da Messina (74 imprese) e Trapani (52 imprese).Le industrie di trasformazione attive nel-la “lavorazione e conservazione di frutta e ortaggi” sono 248 con un numero di addetti pari a 1.338. Il maggior numero

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Sicilia AG CL CT EN ME PA RG SR TP

Produzione di prodotti da forno e farinacei 4.658 422 281 1.032 154 627 1.056 310 312 464

Produzione di prodotti di panetteria freschi 3.667 349 240 805 114 440 907 210 243 359

Produzione di pasticceria fresca 590 51 24 130 26 131 91 32 42 63

Produzione di fette biscottate, biscotti, prodotti di pasticceria conservati 194 13 10 50 10 26 27 33 13 12

Produzione di paste alimentari, di cuscus e di prodotti farinacei simili 207 9 7 47 4 30 31 35 14 30

Imprese attive nella produzione di prodotti da forno e farinacei per provincia (numero), 2011

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT, 9° Censimento dell’industria e dei servizi

Sicilia AG CL CT EN ME PA RG SR TP

Produzione di altri prodotti alimentari 537 31 18 203 24 49 76 55 30 211

Produzione di zucchero .. .. .. .. .. .. .. .. .. ..

Produzione di cacao in polvere, cioccolato, caramelle e confetterie 57 4 2 18 2 11 4 11 4 1

Lavorazione del tè e del caffè 106 2 6 31 3 12 33 7 2 49

Produzione di condimenti e spezie 13 1 1 6 .. 1 1 .. 2 9

Produzione di pasti e piatti pronti (preparati, conditi, cucinati e confezionati) 146 5 2 83 4 9 11 15 8 46

Produzione di preparati omogeneizzati e di alimenti dietetici 4 .. .. .. .. .. 2 .. 1 ..

Produzione di altri prodotti alimentari nca 211 19 7 65 15 16 25 22 13 106

Imprese attive nella produzione di altri prodotti alimentari per provincia (numero), 2011

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT, 9° Censimento dell’industria e dei servizi

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di imprese è localizzato in provincia di Ca-tania, dove la principale attività riguarda la lavorazione e conservazione di frutta e ortaggi. Invece, le imprese che producono succhi di frutta (prevalentemente agrumi) e ortaggi, 35 in tutto, sono distribuite tra Messina, Catania, Palermo e Ragusa, con una sola impresa in provincia di Trapani.Si osserva l’assenza di imprese nella cate-goria “lavorazione e conservazione delle patate”, che comprende la produzione di patatine fritte, purè di patate, patate sur-gelate preparate surgelate, ecc..

Per quanto concerne l’industria lattiero casearia propriamente detta, la cui pro-duzione principale è rappresentata dai formaggi, sono attive 185 imprese ben distribuite in tutte la province, con una maggiore presenza nella provincia di Pa-lermo, che annovera 35 imprese dedite alla produzione di derivati del latte. La produzione di gelati (senza vendita al dettaglio) è concentrata maggiormente nel-la Sicilia Occidentale (province di Palermo, Trapani e Agrigento).Le imprese attive nella lavorazione delle

granaglie, produzione di amidi e di prodotti amidacei sono 142, prevalentemente dedi-te alla molitura del frumento duro (produ-zione di farina, semole e semolini).Anche l’industria della lavorazione e con-servazione del pesce (mediante congela-mento, surgelamento, salatura, affumica-tura, essiccatura, inscatolamento, ecc.) si concentra per lo più nella Sicilia Occidenta-le, principalmente in provincia Agrigento (a Sciacca), Trapani (a Mazara del Vallo) e Palermo.L’industria della carne in Sicilia è rappresenta-

Sicilia AG CL CT EN ME PA RG SR TP

Totale produzione di oli e grassi vegetali e animali 469 83 30 52 27 78 88 30 28 53

Produzione di olio di oliva da olive prevalentemente non di produzione propria 450 81 26 51 27 74 84 27 28 52Produzione di olio raffinato o grezzo da semi oleosi o frutti oleosi prevalentemente non di produzione propria 17 2 4 .. .. 4 3 3 .. 1

Produzione di oli e grassi animali grezzi o raffinati 2 .. .. 1 .. .. 1 .. .. ..

Produzione di margarina e di grassi commestibili simili .. .. .. .. .. .. .. .. .. ..

Imprese attive nella produzione di oli e grassi vegetali e animali per provincia (numero), 2011

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT, 9° Censimento dell’industria e dei servizi

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ta per il 54% da imprese per la produzione di carne non di volatili e di prodotti della macella-zione (attività dei mattatoi), per il 42% da im-

prese che realizzano prodotti a base di carne (carne essiccata, salsicce, salami, prosciutti, mortadelle, carne in scatola, ecc.) e soltanto

da 3 imprese che lavorano la carne dei volatili.La provincia di Messina, con 26 industrie, si segnala come la più rappresentativa.

Sicilia AG CL CT EN ME PA RG SR TP

Totale lavorazione e conservazione di frutta e ortaggi 248 .. .. 70 .. 43 32 27 17 26

lavorazione e conservazione delle patate .. .. .. .. .. .. .. .. .. ..

produzione di succhi di frutta e di ortaggi 35 .. .. 9 .. 12 7 4 .. 1

lavorazione e conservazione di frutta e di ortaggi (esclusi i succhi di frutta e di ortaggi) 213 .. .. 61 .. 31 25 23 17 25

Imprese attive nella lavorazione e conservazione di frutta e ortaggi per provincia (numero), 2011

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT, 9° Censimento dell’industria e dei servizi

Sicilia AG CL CT EN ME PA RG SR TP

Totale industria lattiero casearia 214 27 12 24 15 23 42 19 17 35

industria lattiero-casearia, trattamento igienico, conservazione del latte di cui: 185 22 10 22 13 22 35 17 16 28

trattamento igienico del latte 7 3 2 1 1

produzione dei derivati del latte 178 22 7 20 12 21 35 17 16 28

produzione di gelati (senza vendita diretta al pubblico) 29 5 2 2 2 1 7 2 1 7

Imprese attive nell’industria lattiero-casearia per provincia (numero), 2011

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT, 9° Censimento dell’industria e dei servizi

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Sicilia AG CL CT EN ME PA RG SR TP

Totale lavorazione delle granaglie, produzione di amidi e di prodotti amidacei 142 11 12 25 19 11 26 17 10 11

lavorazione delle granaglie di cui 141 10 12 25 19 11 26 17 10 11

molitura del frumento 120 8 11 20 16 10 23 15 7 10

molitura di altri cereali 5 2 1 1 1

lavorazione del riso

altre lavorazioni di semi e granaglie 16 1 5 2 1 3 1 2 1

produzione di amidi e di prodotti amidacei (compresa produzione di olio di mais) 1 1

Imprese attive nella lavorazione delle granaglie, produzione di amidi e di prodotti amidacei per provincia (numero), 2011

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT, 9° Censimento dell’industria e dei servizi

L’industria mangimistica, quasi esclusivamen-te per l’alimentazione di animali da allevamen-to, si concentra principalmente in provincia di

Ragusa che annovera il 47% delle imprese del settore.L’“industria delle bevande” conta 305 im-

prese, ben distribuite in tutte le province, ed è rappresentata per l’80% da imprese dedite alla produzione di vino (245 impre-

Sicilia AG CL CT EN ME PA RG SR TP

Totale lavorazione e conservazione di pesce, crostacei e molluschi(mediante surgelamento, salatura, ecc.) 104 33 0 3 0 6 31 2 4 25

Imprese attive nella lavorazione e conservazione di pesce, crostacei e molluschi per provincia (numero), 2011

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT, 9° Censimento dell’industria e dei servizi

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58

Sicilia AG CL CT EN ME PA RG SR TP

Totale produzione di prodotti per l'alimentazione degli animali 59 3 .. 6 5 6 2 27 6 4

produzione di mangimi per l'alimentazione degli animali da allevamento 57 3 .. 6 5 6 2 27 5 3

produzione di prodotti per l'alimentazione degli animali da compagnia 2 .. .. .. .. .. .. .. 1 1

Imprese attive nella lavorazione e conservazione di carne e produzione di prodotti a base di carne per provincia (numero), 2011

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT, 9° Censimento dell’industria e dei servizi

Imprese attive nella produzione di prodotti per l’alimentazione animale per provincia (numero), 2011

Sicilia AG CL CT EN ME PA RG SR TP

Totale lavorazione e conservazione di carne e produzione di prodotti a base di carne 92 2 9 9 3 26 14 5 13 11

lavorazione e conservazione di carne, escluso volatili 50 1 6 5 2 9 8 5 4 10

lavorazione e conservazione di carne di volatili 3 1 2

produzione di prodotti a base di carne (compresa la carne di volatili) 39 1 3 4 1 17 5 6 1 1

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT, 9° Censimento dell’industria e dei servizi

se di cui 110 localizzate in provincia di Tra-pani). L’industria per la distillazione, retti-fica e miscelatura degli alcolici (distillerie,

produzione di amari, limoncello, nocino, altri liquori, alcool puro, ecc.) è rappresen-tata da 29 imprese. Altre 22 industrie pro-

ducono bibite analcoliche e acque minerali. Nell’isola sono presenti anche 6 imprese che producono birra.

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59

Imprese attive nell’industria delle bevande per provincia (numero), 2011

Sicilia AG CL CT EN ME PA RG SR TP

Totale industria delle bevande 305 21 9 41 5 39 48 19 6 117

distillazione, rettifica e miscelatura degli alcolici 29 1 2 9 .. 3 7 1 .. 6

produzione di vini da uve 245 19 7 27 3 27 35 11 6 110

produzione di sidro e di altri vini a base di frutta .. .. .. .. .. .. .. .. .. ..

produzione di altre bevande fermentate non distillate 3 .. .. .. 1 1 1 .. .. ..

produzione di birra 6 .. .. .. .. 1 1 3 .. 1

produzione di malto .. .. .. .. .. .. .. .. .. ..

industria delle bibite analcoliche, delle acque minerali e di altre acque in bottiglia 22 1 .. 5 1 7 4 4 .. ..

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT, 9° Censimento dell’industria e dei servizi

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60

organizzazioni Di ProDuttoriPer il comparto ortofrutticolo, al 2012 risul-tano riconosciute 46 Organizzazioni di Pro-duttori e una Associazione di OP (Reg. CE 1234/2007). La maggiore presenza di orga-nizzazioni si registra nella Sicilia Orientale,

in particolare nelle province di Siracusa (12 OP), Ragusa (11 OP) e Catania (10 OP). La superficie ortofrutticola delle aziende ade-renti alle OP risulta pari a 28.087 ettari, dei quali l’86% (pari a 24.066 ettari) desti-

nato alla coltivazione di frutta, il 14% (pari a 4.020 ettari) alla coltivazione di ortaggi e legumi e una minima parte (1,2 ettari) a quella di funghi. Il valore della produzione commercializzata, fresca e trasformata si

Provincia OP

Agrigento 2

Caltanissetta 2

Catania 10

Enna 0

Messina 4

Palermo 4

Ragusa 11

Siracusa 12

Trapani 0

SICILIA 45

Organizzazioni di Produttori per provincia (numero), 2012

Fonte: elaborazioni su dati Regione Siciliana -Assessorato dell’agricoltu-ra, dello sviluppo rurale e della pesca mediterranea

OP in Sicilia Comparto Ortofrutticolo - superficie in produzione (ettari)

2009 2010 2011 2012

OP (n.) 43 44 44 46

Superficie ortofrutticoli (escluso funghi) 29.641,02 28.013,00 29.824,92 28.086,54

Frutta 25.603,20 24.382,65 25.953,12 24.066,34

di cui: colture permanenti 25.603,20 23.022,66 21.854,98 19.867,35

colture non permanenti in pien’aria - 1.252,62 3.994,88 3.941,17

colture non permanenti in ambiente protetto - 107,37 103,27 257,82

Ortaggi e legumi 2.960,53 3.630,35 3.871,80 4.020,20

di cui: in pien’aria 1.436,44 1.900,99 1.979,74 1.977,93

in ambiente protetto 1.524,09 1.729,36 1.892,06 2.042,27

Superficie funghi - 1,00 2,00 1,20

Fonte: elaborazioni su dati Regione Siciliana - Relazione annuale parte A - Reg. CE 1234/07, anno 2012

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61

OP in Sicilia Comparto Ortofrutticolo - destinazione produzione in valore, 2012

OP in Sicilia Comparto Ortofrutticolo - produzione commercializzata (valori in 000 di euro)

2009 2010 2011 2012

Valore produzione commercializzata (fresca e trasformata) 213.440,2 322.699,1 328.034,6 308.951,6

di cui : prodotta da soci dell’OP/AOP 213.440,2 278.995,5 288.828,2 266.703,1

prodotta da soci di altre OP/AOP/GP - 271,4 235,4 112,9

prodotta da altri non soci OP/AOP/GP - 43.432,2 38.970,9 42.135,6

Fonte: elaborazioni su dati Regione Siciliana - Relazione annuale parte A - Reg. CE 1234/07, anno 2012

è attestato su 309 milioni di euro. Alla sua formazione hanno contribuito soprattutto gli agrumi con oltre il 50% e gli ortaggi con il 43%, rappresentati principalmente da pomodori (quasi per il 70%). Meno consi-stente è l’incidenza della frutta, che ha con-tribuito per meno del 6%, soprattutto con uva da tavola e pesche. La maggior parte della produzione commercializzata è stata

destinata al mercato del fresco (94,1% pari a circa 291 milioni di euro): in particolare, il 40,7% a catene di distribuzione e super-mercati senza intermediari, il 46,1% al mer-cato all’ingrosso e il 7,3% ad altre forme di dettaglio. Il valore dei prodotti destinati alla trasfor-mazione è stato pari a circa 18 milioni di euro (5,9% del totale).

GD

Ingrosso

Dettaglio

Trasformazione

7,3%

46,1%

40,7%

5,9%

Fonte: elaborazioni su dati Regione Siciliana - Relazione annuale parte A - Reg. CE 1234/07, anno 2012

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62

2009 2010 2011 2012

Agrumi 116.253.923,42 152.493.014,26 147.181.089,24 146.814.363,23

Limoni 41.801.209,03 52.656.280,91 49.083.182,35 39.711.397,00

Arance 67.581.969,45 94.602.124,74 90.410.944,51 84.854.492,64

Mandarini, clementine, satsuma 6.743.667,56 5.176.098,02 6.745.419,35 22.088.423,73

Pompelmi e pomeli 126.671,41 58.510,59 118.925,86 160.049,86

Altri agrumi 406,00 822.617,17 -

Frutta 7.379.213,05 15.501.907,86 16.428.636,07 16.119.159,99

Cocomeri 737.629,89 1.805.288,73 1.176.658,82 807.660,77

Altri meloni 79.280,21 2.113.096,66 638.770,52 2.312.275,91

Pesche 5.243.997,49 5.079.647,42 5.907.621,34 5.562.142,31

Altra frutta fresca 1.318.305,46 4.927.867,97 2.011.292,48 1.900.184,56

Uva da tavola 1.576.007,08 6.603.942,17 4.777.461,61

Prugne e prugnole - - 54.013,70 152.297,41

Albicocche - - 36.337,04 607.137,42

Ortaggi 80.453.568,03 128.197.255,42 121.669.368,95 126.090.152,00

Pomodori freschi o refrigerati 51.742.743,33 84.486.034,88 85.317.737,70 87.558.548,01

Asparagi - 61.779,35 - 271.447,90

Cetrioli 313.098,84 57.882,00 440.639,48 476.507,38

Valore della produzione commercializzata dalle OP (euro)

segue

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63

* Rientrano in questa categoria gli ortofrutticoli che rappresentano produzioni secondarie per le OP (le informazioni disponibili per singola OP riportano il valore nominale dei primi 4 prodotti; gli altri prodotti, quando presenti, vengono inclusi in una categoria unica indistinta)

Fonte: elaborazioni su dati Regione Siciliana - Relazione annuale parte A - Reg. CE 1234/07, anno 2012

2009 2010 2011 2012

Zucchine 14.538.444,57 25.251.957,23 16.126.508,92 19.394.462,40

Funghi e tartufi 225.630,00 214.824,00 - -

Carciofi 842.068,19 2.306.897,65 2.777.271,72 1.924.931,31

Fagioli - 28.451,43 26.407,96 33.140,11

Lattughe e insalate - 328.055,89 642.207,21 752.714,00

Carote e navoni 4.384.430,58 2.903.102,69 6.380.687,95 5.524.408,34

Melanzane 6.272.968,02 4.267.702,90 7.720.977,97 7.920.908,67

Peperoni 2.134.184,50 817.461,38 1.375.578,46 1.477.836,54

Cavolfiori e cavoli broccoli 320.032,43 755.248,34

Finocchi 130.384,46 -

Altri ortaggi e legumi - 7.473.106,02 410.934,69 -

Prodotti ortofrutticoli vari* 9.353.514,44 26.506.957,03 42.755.515,11 19.927.896,23

TOTALE ORTOFRUTTA 213.440.218,94 322.699.134,57 328.034.609,37 308.951.571,45

>> segue

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64

AG CL CT EN ME PA RG SR TP Totale

Prodotti alimentari, bevande e tabacco in esercizi specializzati 39 11 52 4 33 29 12 12 16 208

Frutta e verdura 119 102 343 45 196 384 106 100 156 1.551

Carni e di prodotti a base di carne 299 204 656 116 574 885 253 287 268 3.542

Pesci, crostacei e molluschi 81 46 255 24 200 232 68 91 120 1.117

Pane, torte, dolciumi e confetteria 78 40 133 51 142 317 36 47 95 939

Bevande 23 31 72 7 55 70 38 45 33 374

Altri prodotti alimentari in esercizi specializzati 55 40 184 10 118 223 61 68 72 831

Non specializzati prevalenza alimentare 844 498 1.568 354 1.286 2.023 567 621 872 8.633

Totale 1.538 972 3.263 611 2.604 4.163 1.141 1.271 1.632 17.195

% su totale esercizi commerciali al dettaglio 24,1 25,3 22,6 25,5 26,4 24,5 24,1 23,4 25,4 24,4

Densità (Abitanti/esercizi alimentari) 290 280 330 282 249 299 272 314 264 291

Esercizi commerciali alimentari al dettaglio in sede fissa per provincia, 2013

Fonte: elaborazioni su dati Osservatorio nazionale del commercio – Ministero dello Sviluppo Economico

In Sicilia nel 2013 sono presenti 17.195 esercizi commerciali alimentari al dettaglio, specializzati e non, in sede fissa, che rap-presentano il 24,4% del totale degli eser-cizi al dettaglio regionali. La categoria più rappresentata è quella degli esercizi “non

specializzati prevalenza alimentare”, con 8.633 esercizi, seguita dalla categoria “car-ne e prodotti a base di carne”, con 3.542. I dati relativi al commercio al dettaglio ambu-lante, a livello regionale, nel 2013 risultano quasi invariati (1%) rispetto al 2012, men-

tre la lettura dei dati a livello provinciale evidenzia una riduzione degli esercizi ad Agrigento (-5,4%) e ad Enna (-3,8%) e un incremento a Messina (4,3%) e a Palermo (3,6%); quest’ultima si conferma la provin-cia dove si registra la maggiore presenza di

Distribuzione

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Esercizi commerciali ambulanti per provincia, 2013

Fonte: elaborazioni su dati Osservatorio nazionale del commercio – Ministero dello Sviluppo Economico

ambulanti (6.436) pari al 30,6% del totale regionale. Gli esercizi ambulanti alimentari sono pari a 3.855 e rispetto al 2012 risultano meno rappresentativi, sia numericamente (-2,3%) che come peso relativo rispetto agli ambu-lanti totali (dal 19% del 2012 al 18% del 2013). Rimane confermata la maggiore pre-senza di ambulanti alimentari in provincia

di Catania con il 22% del totale regionale.Il numero degli esercizi commerciali all’ingros-so si attesta su 17.708 unità, 176 esercizi in meno rispetto al 2012. Il dettaglio provinciale mostra la perdita di 129 esercizi a Palermo e l’incremento di 39 esercizi a Siracusa, mentre nelle altre province il numero si è mantenuto pressoché costante.La grande distribuzione alimentare al 31 di-

cembre 2012 è presente in Sicilia con 719 su-permercati (il 7,2% del totale nazionale), 468 minimercati (l’8,4% del totale nazionale) e 31 ipermercati (il 5,2% del totale nazionale). Ri-spetto all’anno precedente si riduce il numero di supermercati e il numero medio di addetti (13,1%) mentre aumenta la superficie media di vendita (798 mq). La riduzione del numero di supermercati è da imputare prevalentemen-

AG CL CT EN ME PA RG SR TP Totale

Non specificato 122 226 552 58 63 212 58 34 114 1.439

Alimentare 465 339 844 140 552 548 322 374 271 3.855

Abbigliamento, Tessuti e Calzature 94 138 418 18 307 291 172 105 139 1.682

Abbigliamento e Tessuti 473 255 1.199 59 960 971 269 238 327 4.751

Calzature e Pelletterie 52 16 135 6 58 145 21 28 33 494

Altri Articoli 873 156 1.327 41 542 4.058 387 275 367 8.026

Mobili e Articoli di uso domestico 73 17 147 9 178 211 24 31 56 746

Totale 2.152 1.147 4.622 331 2.660 6.436 1.253 1.085 1.307 20.993

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te alla provincia di Palermo (-23% esercizi e -29% addetti) e in misura minore a Siracusa (-6%) e a Trapani (-2%). In tutte le altre pro-vince, al contrario, si è avuto un incremento. Per quando riguarda gli ipermercati, si regi-

stra una superficie media superiore a quella nazionale (6.308 mq, contro 6.055 mq degli ipermercati italiani), ma un numero medio di addetti inferiore (102 contro 137). I minimer-cati, la cui presenza resta significativa, dispon-

gono di una superficie media di 303 mq e di un numero medio di addetti pari a 6, in linea con la media nazionale. Ciò conferma come nell’Iso-la, soprattutto nei piccoli centri, sopravviva la tendenza a considerare l’approvvigionamento

Distribuzione degli esercizi commerciali all’ingrosso per specializzazione merceologica, 2013

Provincia Macchinari e attrezzature

Materie prime agricole e animali vivi

Prodotti alimentari, bevande e tabacco

Prodotti intermedi non agricoli, rottami e cascami Altri prodotti Altri prodotti di

consumo finale Totale

Agrigento 150 58 579 282 62 376 1.507

Caltanissetta 92 64 232 193 23 215 819

Catania 563 146 1.638 820 102 1.825 5.094

Enna 36 25 94 67 9 71 302

Messina 260 106 516 466 78 600 2.026

Palermo 470 124 879 619 95 1.349 3.536

Ragusa 167 138 658 375 28 267 1.633

Siracusa 117 25 421 207 46 242 1.058

Trapani 215 59 628 373 54 404 1.733

SICILIA 2.070 745 5.645 3.402 497 5.349 17.708

Fonte: elaborazioni su dati Osservatorio nazionale del commercio – Ministero dello Sviluppo Economico

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Provincia Supermercati Ipermercati Minimercati

N. Sup. di vendita mq Addetti N. Sup. di vendita

mq Addetti N. Sup. di vendita mq Addetti

Agrigento 87 65.221 473 3 14.858 104 76 22.573 383

Caltanissetta 38 29.756 489 1 2.946 40 25 7.838 132

Catania 131 114.119 2.178 8 65.461 1.237 30 10.095 215

Enna 40 24.707 335 1 2.770 37 19 5.953 117

Messina 95 73.994 1.294 4 23.789 186 94 27.794 594

Palermo 87 69.102 1.493 6 27.133 539 59 18.973 387

Ragusa 42 33.931 657 2 21.534 374 28 8.912 169

Siracusa 91 82.171 1.367 6 37.047 656 65 18.638 410

Trapani 108 80.736 1.168 0 0 0 72 21.379 407

SICILIA 719 573.737 9.454 31 195.538 3.173 468 142.155 2.814

Grande distribuzione alimentare per ripartizione provinciale, 2013

Fonte: elaborazioni su dati Osservatorio nazionale del commercio – Ministero dello Sviluppo Economico

di beni alimentari concettualmente separato da quello degli altri beni di consumo e come lo stesso avvenga preferibilmente nel contesto rionale. Infatti, gli ipermercati, sovente loca-lizzati in zone periferiche, e che, oltre a generi

alimentari, offrono spesso una vasta gamma di altri prodotti, anche a prezzi vantaggiosi, vengono considerati meta di acquisti specifici e per lo più occasionali, mentre vengono pri-vilegiati i minimercati e i supermercati per la

spesa alimentare abituale.I centri commerciali di maggiori dimensioni si trovano in provincia di Catania, con ipermer-cati in media di 8.183 mq, in lieve diminu-zione rispetto all’anno precedente.

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Il livello della spesa media mensile delle famiglie siciliane nel 2012 si è attestato su 1.628,18 euro, il 32,7% in meno rispetto al livello di spesa delle famiglie italiane (2.419,27 euro) e il 15% in meno di quelle del Sud Italia (1.919,74 euro). Osservando il trend degli ultimi cinque anni, si osser-va che, mentre a livello nazionale la spesa media delle famiglie risulta in crescita dal 2009 al 2011, nell’isola l’andamento rima-ne sempre negativo, sebbene con variazio-ni annue decrescenti. Nella spesa mensile delle famiglie siciliane l’incidenza più signi-ficativa spetta all’abitazione (27,7%), se-guita dagli acquisti per consumi alimenta-ri, che rappresentano il 27,1% della spesa complessiva, contro il 19,2% registrato a livello nazionale. Notevolmente al di sotto del dato nazionale è l’incidenza della spesa per il tempo libero (2,4% contro il 4,1% na-zionale), così come quella per l’istruzione (0,8% contro 1,2%), mentre rimane più alta la quota relativa all’acquisto dei tabac-chi (1,5% contro 0,8%).

consumi alimentariSpesa media mensile delle famiglie per gruppo di spesa (incidenza % sul totale), 2012

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT

Gruppo di spesa Italia % Sud % Isole % Sicilia %

Alimentari e bevande 19,4 25,0 26,1 27,0

Tabacchi 0,8 1,1 1,3 1,5

Abbigliamento e calzature 5,0 5,7 5,6 5,4

Abitazione 28,9 25,9 28,7 27,7

Combustibili ed energia 5,6 6,0 6,0 5,8

Arredamenti, ecc. 4,8 5,0 4,2 4,1

Sanità 3,6 3,4 3,5 3,5

Trasporti 14,5 12,8 12,8 12,7

Comunicazioni 1,9 2,2 2,2 2,2

Istruzione 1,2 1,2 0,8 0,8

Tempo libero, cultura e giochi 4,1 3,3 2,5 2,4

Altri beni e servizi 10,2 8,4 6,3 6,9

Totale in valore assoluto (euro) 2.419,28 1.919,74 1.692,67 1.628,17

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1.500

2.000

2.500 Italia

2011201020092008

Sud

Isole

Sicilia2.250

1.750

2012

Andamento della spesa media mensile familiare (euro)

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT

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Nel 2012 il valore dell’export agroalimen-tare siciliano si è attestato su 977,8 milio-ni di euro, in calo rispetto al 2011 (-7,3%), mentre quello dell’import è stato pari a 821,9 milioni di euro, mostrando una con-trazione del 5,2%. La bilancia commerciale agroalimentare presenta un saldo positivo di 156 milioni di euro, inferiore rispetto a quello dell’anno precedente (+181,6 milio-ni di euro). In particolare, si è avuta una contrazione delle esportazioni nel settore primario (-14,4%), e nell’Industria alimen-tare (-5,1%), mentre sono aumentate le esportazioni di bevande (15,2%). Le im-portazioni del settore primario si sono con-tratte del 15,7%, quelle delle bevande sono diminuite dell’8%, mentre le importazioni dell’industria alimentare sono rimaste so-stanzialmente invariate. Nel 2012 i succhi di frutta (principalmente agrumi) hanno alimentato un importante flusso commerciale verso i mercati esteri,

rappresentando il 13,1% del valore delle esportazioni agroalimentari siciliane, se-guti dall’uva da tavola (11%) e dal pomodo-ro (10,2%). Sul fronte delle importazioni, il principale approvvigionamento agroalimen-tare della Sicilia dall’estero riguarda i pro-dotti degli allevamenti e, in particolare, le carni suine (10,9%) e bovine (10,5%), men-tre i pesci lavorati e i formaggi rappresenta-no, ciascuno, circa il 7% delle importazioni agroalimentari dell’Isola.I principali mercati di sbocco dei prodotti si-ciliani sono Francia, Germania, Regno Uni-to e USA mentre i principali fornitori sono Francia, Spagna e Germania.Il valore del saldo normalizzato (SN), che esprime il grado di dipendenza dall’estero, del settore agroalimentare siciliano nel 2012 è risultato pari a 8,7 (contro il -9,3 di quello nazionale), dimostrando la buona per-formance commerciale della Sicilia.

commercio estero

PRIMI 4 PRODOTTI O AGGREGATI

Esportazioni % Importazioni %

Succhi di frutta 13,1 Carni suine 10,9

Uva da tavola 11,0 Carni bovine 10,5

Pomodori 10,2 Pesci lavorati 7,3

Vini confezionati 8,7 Formaggi 7,1

PRIMI 6 PAESI O AREE PARTNER

Esportazioni % Importazioni %

Francia 19,0 Francia 24,5

Germania 19,0 Spagna 13,6

Regno Unito 9,8 Germania 10,6

Stati Uniti d'America 7,1 Paesi Bassi 5,7

Svizzera 4,5 Vietnam 4,1

Spagna 4,4 Tunisia 3,2

Principali dati sugli scambi con l’estero, 2012

Fonte: INEA, “Il Commercio con l’Estero dei prodotti Agroalimentari 2012”

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IMPORTAZIONI ESPORTAZIONISN

Variazioni % 2012/2011

mln euro % su Agro Alimentare

% su Italia mln euro % su Agro

Alimentare% su Italia Import Export

Cereali 34,47 4,2 1,4 22,60 2,3 14,7 -20,8 -41,5 -68,9Legumi ed ortaggi freschi 13,80 1,7 1,7 128,39 13,1 11,5 80,6 -9,0 -6,8Legumi ed ortaggi secchi 1,70 0,2 0,7 2,26 0,2 5,6 14,1 -14,3 -2,6Agrumi 3,61 0,4 1,3 64,78 6,6 40,2 89,4 39,1 -20,1Altra frutta fresca 20,18 2,5 2,0 115,46 11,8 4,7 70,2 -0,7 6,4Frutta secca 35,81 4,4 4,9 29,04 3,0 10,7 -10,4 -16,4 4,1Vegetali filamentosi greggi 0,09 0,0 0,1 0,01 0,0 0,1 -80,0 57,0 4,9Semi e frutti oleosi 4,51 0,6 0,6 0,38 0,0 0,6 -84,5 -1,8 -19,1Cacao, caffè, tè e spezie 36,90 4,5 2,2 0,30 0,0 0,3 -98,4 11,3 55,6Prodotti del florovivaismo 14,92 1,8 3,1 46,69 4,8 6,9 51,6 -9,9 -4,0Altri prodotti agricoli 0,77 0,1 1,0 0,05 0,0 0,1 -87,8 -52,5 -14,5Animali vivi 24,10 2,9 1,7 0,26 0,0 0,5 -97,9 -7,5 -1,7Altri prodotti degli allevamenti 1,55 0,2 0,3 0,86 0,1 1,2 -28,6 -18,0 8,9Prodotti della silvicoltura 3,17 0,4 0,4 1,54 0,2 1,2 -34,6 -3,5 -16,4Prodotti della pesca 16,73 2,0 2,4 13,91 1,4 10,2 -9,2 -26,4 -12,7Settore primario 212,32 25,8 1,8 426,52 43,6 7,4 33,5 -15,7 -14,4Derivati dei cereali 13,06 1,6 1,1 28,90 3,0 0,7 37,8 73,1 4,8Zucchero e prodotti dolciari 4,75 0,6 0,2 3,15 0,3 0,2 -20,3 -26,4 -14,7

Commercio estero per principali comparti agroalimentari (mil. euro), 2012

segue

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IMPORTAZIONI ESPORTAZIONISN

Variazioni % 2012/2011

mln euro % su Agro Alimentare

% su Italia mln euro % su Agro

Alimentare% su Italia Import Export

Carni fresche e congelate 192,06 23,4 4,2 10,84 1,1 1,0 -89,3 9,9 -9,1Carni preparate 4,11 0,5 1,2 0,93 0,1 O,1 -63,1 12,2 6,0Pesce lavorato e conservato 148,67 18,1 4,2 35,01 3,6 9,4 -61,9 -8,6 -19,0Ortaggi trasformati 26,12 3,2 3,0 10,38 1,1 0,5 -43,1 -6,8 -4,9Frutta trasformata 16,75 2,0 3,0 136,21 13,9 12,8 78,1 -30,5 -2,6Prodotti lattiero-caseari 79,99 9,7 2,2 11,97 1,2 0,5 -74,0 -4,4 -7,6Olii e grassi 22,34 2,7 0,8 35,75 3,7 2,0 23,1 -25,6 23,2Mangimi 28,75 3,5 1,6 2,68 0,3 0,4 -82,9 13,0 27,1Altri prodotti alimentari trasformati 29,13 3,5 1,7 45,11 4,6 1,7 21,5 12,2 -21,2Altri prodotti non alimentari 6,94 0,8 0,5 101,25 10,4 20,9 87,2 55,1 -4,1Industria alimentare 572,7 69,7 2,3 422,2 43,2 2,1 -15,1 -0,7 -5,1Vino 1,59 0,2 0,5 100,40 10,3 2,1 96,9 17,4 2,6Altri alcolici 34,44 4,2 3,5 24,02 2,5 2,9 -17,8 -8,7 172,6Bevande non alcoliche 0,93 0,1 0,5 4,84 0,5 0,9 67,8 -15,1 -11,4Industria delle bevande 37,0 4,5 2,5 129,3 13,2 2,1 55,5 -8,0 15,2Industria alimentare e bevande 609,64 74,2 2,3 551,45 56,4 2,1 -5,0 -1,2 -1,0Totale bilancia agroalimentare 821,96 100,0 2,1 977,97 100,0 3,0 8,7 -5,4 -7,4Totale bilancia commerciale 20.998,08 5,5 13.051,65 3,4 -23,3 11,3 21,8

>> segue

Fonte: INEA, “Il Commercio con l’Estero dei prodotti Agroalimentari 2012”

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struttura Delle azienDe agricole

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Aziende agricole e superficie agricola, 2010

Aziende (n.) SAU (Ha) SAT (Ha)

2010 Var % 2010/00 2010 Var % 2010/00 2010 Var % 2010/00

Sicilia 219.677 -37,1 1.387.521 8,4 1.549.417 6,5

Sud e Isole 971.770 -29,9 6.095.560 3,8 7.446.750 -3,8

Italia 1.620.884 -32,4 12.856.048 -2,5 17.081.099 -9,0

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT, 6° e 5° Censimento generale dell’agricoltura.

Secondo i dati del 6° Censimento dell’agri-coltura dell’ISTAT, la Sicilia è la seconda re-gione d’Italia, dopo la Puglia, per numero di aziende agricole, che nel 2010 ammontano a 219.677, pari al 13,6% del totale nazionale. Risulta, inoltre, una Superficie Agricola To-tale (SAT) pari a 1.549.417 ettari (il 9,1% del totale nazionale) e una Superficie Agri-cola Utilizzata (SAU) di 1.387.521 ettari (il 10,8% del totale nazionale). Dal confron-to con il Censimento precedente emerge una forte riduzione del numero di aziende (-37,1%), superiore a quella riscontrata nel

resto del paese e un incremento della super-ficie, sia SAT che SAU, in controtendenza rispetto al dato medio nazionale. Altro dato interessante è quello relativo all’incremento, nel decennio intercensua-rio, della superficie media aziendale che passa da 3,7 a 6,3 ettari. La spiegazione di ciò va ricercata negli effetti delle politiche comunitarie e dell’andamento dei mercati, che hanno determinato la fuoriuscita di un gran numero di piccole aziende, favorito le compravendite, le acquisizioni e gli accor-pamenti, e di conseguenza concentrato le

attività agricole e zootecniche in strutture fisicamente ed economicamente più forti. Si nota, quindi, come sia in atto un processo di cambiamento che ha avvicinato le dimensio-ni dell’unità produttiva della Sicilia a quelle delle altre regioni d’Italia e d’Europa. Prendendo in considerazione i dati di In-focamere risulta che nel corso dell’ultimo quadriennio (2009-2013), il numero delle imprese attive nel settore agricoltura, silvicoltura e pesca, si è ridotto di 13.828 unità, pari a circa il 14%. Scendendo nel dettaglio delle tipologie giu-

azienDe agricole e imPrese attiVe

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Imprese attive in agricoltura, silvicoltura e pe-sca per tipologia giuridica (media 2009-2013)

92,9%

3,0%1,0%

Società di capitali 919Società di persone 2.778

Imprese individuali 83.721Altre forme 2.680

3,1%

Fonte: elaborazioni su dati infocamere

2009 2010 2011 2012 2013

Società di capitali 715 820 936 1.022 1.102

Società di persone 2.530 2.591 2.790 2.944 3.036

Imprese individuali 91.301 87.026 83.536 80.246 76.496

Altre forme 2.622 2.642 2.724 2.708 2.706

Totale 97.168 93.079 89.986 86.920 83.340

Imprese attive in agricoltura, silvicoltura e pesca per tipologia giuridica (numero)

Fonte: elaborazioni su dati Infocamere.

ridiche risulta che la diminuzione ha inte-ressato le imprese individuali, con una per-dita netta di 14.805 unità (-16%), mentre sono aumentate le forme di gestione socie-taria, seppur con incrementi in termini as-soluti piuttosto modesti. In particolare, le società di capitali sono cresciute del 54%, quelle di persone del 20%, mentre le “Altre forme” del 3,2%.La riduzione delle imprese attive ha inte-ressato in generale tutte le province sici-

liane. Nelle province con la maggiore con-centrazione di imprese, Catania (17,6%), Trapani (16,6%) e Agrigento (13,9%), si sono registrate contrazioni, rispettivamen-te, del 15%, del 16% e del 19%. Consisten-te è stata anche la perdita di imprese nelle province di Palermo (-16%), Caltanissetta (-15%) ed Enna (-14%), mentre a Siracusa si è avuta una riduzione dell’8,5% e a Ra-gusa e Messina dell’8%.

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2009 2013 Variazione 2013/09

n. % n. % n. %

Agrigento 14.297 14,7 11.546 13,9 -2.751 -19,2

Caltanissetta 6.060 6,2 5.138 6,2 -922 -15,2

Catania 17.240 17,7 14.649 17,6 -2.591 -15

Enna 5.788 6,0 4.985 6,0 -803 -13,9

Messina 6.655 6,8 6.129 7,4 -526 -7,9

Palermo 12.902 13,3 10.803 13 -2.099 -16,3

Ragusa 9.975 10,3 9.191 11 -784 -7,9

Siracusa 7.914 8,1 7.238 8,7 -676 -8,5

Trapani 16.426 16,9 13.813 16,6 -2.613 -15,9

Totale 97.257 100,0 83.340 100,0 -13.917 -14,3

Imprese attive in agricoltura, silvicoltura e pesca per provincia (numero), 2009 e 2013

Fonte: elaborazioni su dati Infocamere.

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coltiVazioniLa superficie delle coltivazioni presenti in Sicilia nel 2012 è costituita per circa il 40%, pari a 589.065 ettari, da seminati-vi, tra i quali risalta il grano duro (21,7%

delle SAU regionale e 22,6% della super-fici nazionale della coltura), per il 31% (465.470 ettari) da prati permanenti e pascoli e per il restante 29% (435.025 et-

tari) dalle coltivazioni legnose agrarie, tra le quali spiccano l’olivo (11,3% della SAU regionale e 16,4% della superficie olive-tata nazionale) e la vite (9,4% della SAU

Distribuzione della superficie investita per colture principali (ettari), 2012

Cereali e coltivazioni industrialiForaggere

Prati permanenti e pascoliOrtaggi

OlivoVite

Fruttiferi e altre arboreeAgrumi

32,4%

5,9%4,3%

9,1%

9,3%

10,9%

22,4%

5,7%

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT

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regionale e 19,1% della superficie vitata nazionale). Esaminando i dati dell’ultimo quinquennio, emerge una contrazione del-la superficie destinata ai seminativi del 6,4%, pari a 104.301 ettari. Particolar-mente significative sono state le riduzioni di superficie per leguminose da granella e ortaggi in pien’aria, mentre aumentano le coltivazioni di foraggere avvicendate e di ortaggi in ambiente protetto.Le arboree registrano nel complesso una lieve riduzione (-1,3%), essenzialmente determinata dal calo subito dagli agrumi che, nel quinquennio, perdono 6.236 etta-ri (-9%). Sostanzialmente stabili appaiono le superfici dedicate a olivo (-0,5%), vite (+0,8%) e fruttiferi (+0,4%).Le variazioni più rilevanti riguardano i prati permanenti e pascoli, che da 361.169 ettari nel 2008 passano a 465.470 nel 2012 (+28,9%).

SAU (Ha)

2012 Var.% 2012/10

Var.% 2012/08

Cereali e coltivazioni industriali 322.169 -2,4 -11,6

Leguminose da granella 11.213 -27,4 -35,8

Ortaggi in piena aria 64.352 -14,4 -14,1

Ortaggi in serra 5.920 59,2 11,5

Piante da tubero 11.239 -2,1 -2,8

Foraggere avvicendate 120.892 8,7 11,9

Prati permanenti e pascoli 465.470 2,6 28,9

Olivo 156.882 -1,6 -0,5

Vite 130.960 5,7 0,8

Fruttiferi e altre arboree 84.910 2,8 0,4

Agrumi 62.273 -8,0 -9,1

Superficie agricola utilizzata per principali coltivazioni e variazioni %, 2012

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT

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alleVamentiSecondo i dati dell’ultimo Censimento ge-nerale dell’agricoltura dell’ISTAT risul-ta che nel 2010 le aziende zootecniche siciliane erano 15.308 (il 16% in meno rispetto al 2000). Prendendo in conside-razione i dati dell’Anagrafe Nazionale Zo-otecnica risulta che le aziende con capi iscritti nel 2012 ammontano a 28.428 unità, pari al 5% del totale nazionale. Riguardo alla consistenza, l’Anagrafe conta 1.399.346 capi (il 5,9% del to-tale nazionale), rappresentati per Il 60,7% dagli ovini, cui seguono i bovini (24,0%), i caprini (9,9%), gli equini (2,7%) e i suini (2,6%). Dal confronto con i dati dell’anno precedente, si nota un netto aumento del numero di capi equini (+23,3%), un discreto incremen-to di quelli bufalini (+7,3%), mentre si è ridotto il numero di capi bovini, caprini e ovini. È bene sottolineare che i dati del Cen-simento dell’ISTAT e quelli dell’Anagrafe vanno esaminati distintamente. Infatti,

Aziende

2010 2000 Var % 2010/00

Bovini 9.153 9.045 1,2

Bufalini 21 9 133,3

Suini 741 1.924 -61,5

Equini 3.156 2.575 22,6

Ovini 5.633 5.979 -5,8

Caprini 2.073 2.276 --8,9

Avicoli 589 2.525 -76,6

Aziende con allevamenti per specie (numero), 2000 e 2010

il confronto diretto è reso incongruente dal differente sistema di rilevazione e registrazione delle due fonti. In parti-colare, si segnala la situazione degli al-levamenti equini, per i quali il campo di

osservazione dell’ISTAT (6° Censimento dell’agricoltura) esclude la gestione di scuderie di cavalli da corsa e di scuole di equitazione.

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT – 5° e 6° Censimento generale dell’agricoltura

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Aziende con allevamenti e numero di capi per specie di bestiame, 2012

Specie Sicilia Italia

Aziende Capi Aziende Capi

Bovini 10.786 335.197 170.036 5.554.545

Bufalini 7 1.268 3.200 377.156

Equini 13.523 38.108 123.439 399.154

Ovini 6.301 849.685 91.212 7.310.739

Caprini 1.232 138.679 51.919 1.078.614

Suini 1.601 36.409 132.435 8.858.651

Avicoli 528 - 19.194 -

Acquacoltura 9 - 1.920 -

Fonte: elaborazioni su dati Anagrafe Nazionale Zootecnica

Specie Var.% 2012/2011

Aziende Capi

Bovini -1,7 -3,9

Bufalini 16,7 7,3

Equini 5,0 23,3

Ovini 0,5 -1,5

Caprini 0,7 -2,0

Suini 2,4 1,6

Avicoli 21,7 -

Acquacoltura - -

Variazioni % delle aziende con allevamenti e del numero di capi per specie

Fonte: elaborazioni su dati Anagrafe Nazionale Zootecnica

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81

laVoroIl 6° Censimento generale dell’agricoltu-ra dell’ISTAT quantifica il lavoro prestato presso le aziende agricole siciliane nel 2010 in quasi 22 milioni di giornate, mo-strando una netta diminuzione rispetto al 2000 (-23%). Tale trend è perfettamente in linea con l’andamento nazionale, che nello stesso periodo ha fatto registrare una riduzione del numero di giornate lavorative pari al 23,4%. La riduzione del numero di giornate è dovuta quasi esclusivamente alla manodopera familia-re (-29,3%), mentre la manodopera extra familiare rimane essenzialmente invaria-ta (-0,8%), pur con un forte incremento della componente a tempo indeterminato (+53,8%). La manodopera familiare rimane tutta-via lo “zoccolo duro” del lavoro agricolo in Sicilia fornendo oltre il 71% del lavoro aziendale (51,3% il conduttore, 10,4% il coniuge e 9,7% gli altri familiari). Il re-stante 28,6% viene fornito da lavoratori esterni, in massima parte a tempo deter-

2010 2000 Var % 2010/00Manodopera familiare 15.565.445 22.025.242 -29,3

di cui: conduttore 11.183.893 14.707.716 -24,0

coniuge 2.267.127 3.905.630 -42,0

altri familiari 2.114.425 3.411.896 -38,0

Altra manodopera aziendale 6.247.102 6.296.584 -0,8

di cui: a tempo indeterminato 519.492 337.840 53,8

a tempo determinato 5.727.610 5.958.744 -3,9

Totale manodopera aziendale 21.812.547 28.321.826 -23,0

Giornate di lavoro per categoria di manodopera aziendale (numero), 2000 e 2010

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT – 5° e 6° Censimento generale dell’agricoltura

minato (26,3%) e per una quota modesta a tempo indeterminato (2,4%).In complesso si ha una prevalenza della manodopera agricola maschile (67,3%) che risulta leggermente superiore alla

media nazionale (62,9%). Un dato da evi-denziare è quello della incidenza della ma-nodopera extrafamiliare femminile (solo il 15,1%) che risulta essere quasi la metà di quella nazionale.

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82

Sicilia Mezzogiorno Italia

Manodopera familiare 363.693 1.737.839 2.932.651

di cui: conduttore 217.779 965.207 1.603.709

coniuge 81.527 442.835 696.084

altri familiari e parenti 64.387 329.797 632.858

Manodopera non familiare 126.419 580.433 939.103

di cui: in forma continuativa 24.746 73.371 163.145

in forma saltuaria 80.502 450.547 695.557

non assunti direttamente dall’azienda 21.171 56.515 79.401

Manodopera aziendale per categoria (numero persone), 2010

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT – 6° Censimento generale dell’agricoltura

Manodopera familiare Manodopera extrafamiliare Totale manodopera

maschi femmine maschi femmine maschi femmine

Sicilia 62,2% 37,8% 84,9% 15,1% 67,3% 32,7%

Italia 60,8% 39,2% 70,0% 30,0% 62,9% 37,1%

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT – 6° Censimento generale dell’agricoltura

Incidenza categorie di manodopera aziendale per genere, 2010

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83

imPrese straniereSecondo i dati di Infocamere, gli impren-ditori agricoli stranieri presenti in Ita-lia, nell’ultimo trimestre del 2012, sono 17.286. Toscana e Sicilia sono le regioni con le maggiori presenze, rispettivamente pari a 2.392 e 2.206, e assieme ragguaglia-no il 27% del totale nazionale. Si evidenzia che il 31,2% degli imprenditori agricoli stranieri presenti sul territorio nazionale è rappresentato da svizzeri e tedeschi. In Sicilia dette nazionalità costituiscono addi-rittura il 48% del totale. In particolare i soli tedeschi ragguagliano il 30%. A tal proposito, va sottolineato l’interes-se di investitori stranieri nei confronti dell’agroalimentare made in Sicily, grazie al forte appeal di alcuni comparti, in parti-colare il vitivinicolo di qualità, e di alcuni territori, quali le pendici dell’Etna e le isole minori (Pantelleria ed Eolie). Buona è anche la presenza di imprese agri-cole tunisine, che rappresentano il 12% del totale. Va inoltre sottolineato che le impre-se condotte da tunisini in Italia, nella metà

Paesi (primi 10) Imprenditori stranieri

Svizzera 2.768

Germania 2.629

Francia 1.332

Romania 916

Stati Uniti 755

Gran Bretagna 741

Belgio 570

Albania 541

Tunisia 486

Venezuela 481

Totale primi 10 paesi 11.219

Totale 17.286

Regioni Imprenditori stranieri

Toscana 2.392

Sicilia 2.206

Veneto 1.235

Lazio 1.215

Campania 1.199

Piemonte 1.049

Emilia Romagna 1.000

Puglia 940

Lombardia 824

Abruzzo 805

Umbria 720

Altre regioni 3.701

ITALIA 17.286

Distribuzione degli imprenditori agricoli stranieri per paese di provenienza (numero), 3° trimestre 2012.

Distribuzione degli imprenditori agricoli stranieri per regione (numero), 3° trimestre 2012

Fonte: elaborazioni su dati Infocamere (INEA “Le imprese straniere nel settore agricolo in Italia”, 2013)

Fonte: elaborazioni su dati Infocamere (INEA “Le imprese straniere nel settore agricolo in Italia”, 2013)

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dei casi (49,6%), sono localizzate nell’iso-la. La ragione di ciò va ricercata, oltre che nella prossimità geografica, nell’esistenza

di reti etniche sul territorio regionale. Infatti, la presenza di connazionali con esperienze simili rappresenta spesso un

incentivo, in quanto in grado di assicurare aiuto e assistenza nell’avvio delle attività imprenditoriali.

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risorse naturali e multifunzionalità

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86

uso Dei ProDotti chimici

0

2000

4000

6000

8000

10000

12000

14000

Fungicidi

Insetticidi e acaricidi

Erbicidi

Vari

Trappole (n X 100)200920082007 2010 2011 2012

Andamento dell’uso dei prodotti fitosanitari per categoria (tonnellate)

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT

In Sicilia l’acquisto dei prodotti fitosanitari è legato soprattutto alla lotta contro le pa-tologie fungine (peronospora, oidio, muffa grigia). Tuttavia, negli ultimi sei anni si è assistito a una riduzione dell’impiego di fungicidi, che da circa 13 mila tonnellate

utilizzate nel 2007 è passato a poco più di 8 mila tonnellate nel 2012. Analogamente è diminuito, seppur in misura minore, anche l’impiego di erbicidi, insetticidi e acaricidi. Su ciò ha sicuramente influito la crescente attenzione della comunità internazionale

nei confronti della salubrità dei prodotti agroalimentari e della tutela dell’ambien-te, anche attraverso l’uso equilibrato dei mezzi fitosanitari e l’adozione di sistemi di difesa integrata e biologica. A tal proposi-to va segnalato che a partire dal 2014 in

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Italia, come già avvenuto nel resto d’Euro-pa, la difesa integrata è diventata obbliga-toria. Infatti, attraverso il PAN, “Piano di azione nazionale” per l’applicazione della “direttiva quadro sull’uso sostenibile dei pesticidi” (Dir. 2009/128/CE recepita nell’ordinamento nazionale con il D. Lgs 150/2012), verranno attuate specifiche misure con l’obiettivo di ridurre l’impatto dei mezzi chimici di sintesi sull’ambiente e sulla salute umana. In particolare, le prin-cipali azioni riguarderanno: formazione degli operatori (utilizzatori professionali, distributori, consulenti); informazione e sensibilizzazione dei consumatori; cer-tificazione e controllo delle attrezzature per la distribuzione dei fitofarmaci; tutela dell’ambiente acquatico e delle aree natu-rali protette; manipolazione, stoccaggio dei prodotti fitosanitari e trattamento degli imballaggi; monitoraggio dell’applicazione della Direttiva. Dai dati ISTAT risulta, inoltre, un certo ri-dimensionamento del ricorso alle trappole,

Variazione % 2012-11 dei prodotti fitosanitari distribuiti per uso agricolo, per categoria e per provincia

Fungicidi Insetticidi e acaricidi Erbicidi Vari Totale

Trapani -1,2 -33,5 6,2 0,4 -2,0

Palermo -9,9 -83,0 -197,4 -174,4 -49,0

Messina -87,4 -15,8 -40,5 -169,3 -55,9

Agrigento -9,9 -14,1 36,6 -22,0 -6,6

Caltanissetta -50,9 -30,6 5,3 -80,3 -44,1

Enna -8,3 -42,1 35,9 10,6 10,5

Catania -55,9 -17,6 8,6 -2,7 -19,5

Ragusa -10,7 -23,8 20,8 -28,1 -18,2

Siracusa -91,3 -36,4 1,2 -46,3 -42,3

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT

che da 77 mila pezzi nel 2007 è passato a circa 34 mila nel 2012. Il dettaglio dell’im-piego delle diverse categorie per provincia vede incidenze differenti a seconda della diffusione delle tipologie colturali nei vari territori. Così a Trapani e Agrigento, dove

sono presenti le maggiori superfici a vigne-to, i fungicidi incidono, rispettivamente, per l’87,4% e per il 76,8%. A Catania, dove sono concentrati i più significativi impianti di agrumeto, si fa un consistente ricorso a insetticidi e acaricidi (40,4%), mentre a

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88

0

1.000

2.000

3.000

4.000

5.000

6.000

Tra

pani

Pa

lermo

Me

ssina

Ag

rigen

to

Calta

nisse

tta

En

na

Ca

tania

Ra

gusa

Sirac

usa

Biologici

Vari

Erbicidi

Insetticidi e acaricidi

Fungicidi

Uso dei prodotti fitosanitari per categoria e per provincia (tonnellate), 2012

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT

5.000 10.000

30.000 35.000 40.000 45.000 50.000

Tra

pani

Pa

lermo

Me

ssina

Ag

rigen

to

Calta

nisse

tta

En

na

Ca

tania

Ra

gusa

Sirac

usa

Ammendanti

Concimi organo-minerali

Concimi organici

Concimi minerali

15.000

20.000 25.000

Uso dei fertilizzanti per categoria e per provincia (tonnellate), 2012

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT

Ragusa, dove sono maggiormente diffusi gli ortaggi, si utilizzano principalmente fungi-cidi (44,6%) e prodotti vari (45,1%).Per quanto riguarda i fertilizzanti, va se-gnalato che in Sicilia l’apporto di elementi nutritivi alle colture è in generale piutto-sto equilibrato, almeno in termini relativi,

se paragonato al resto del paese. Nel corso del 2012 sono stati distribuiti complessi-vamente 141.354 tonnellate di fertilizzan-ti. Di questi, quasi il 46% è rappresentato da concimi minerali, il 33,5% da ammen-danti e il 20,7% da concimi organici e organo-minerali. Scendendo nel dettaglio

delle singole province, si evidenzia il peso di Ragusa e Catania che assieme concen-trano il 57,8% dei fertilizzanti utilizzati nell’isola. In particolare, Catania raggua-glia il 43,9% degli ammendanti e Ragusa oltre il 35% dei concimi minerali distribu-iti complessivamente.

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energie rinnoVabiliIn Sicilia, i consumi annuali di ener-gia elettrica negli ultimi quarant’anni sono passati da 7.601 GWh nel 1972 a 19.087,8 GWh nel 2012. Il fabbisogno siciliano rappresenta il 6,2% del totale nazionale e nel corso del periodo di ri-ferimento tale incidenza si è mantenuta costante. Rispetto al 2011 si è registra-ta una diminuzione dell’1,5% dei consu-mi, dato leggermente inferiore rispetto a quello nazionale (-1,9%). Il consumo per abitante, nel 2012, è stato pari a 3.824 kWh, attestandosi ben al di sot-to del dato italiano, pari a 5.168 kWh. Scendendo nel dettaglio per settore, si nota come in Sicilia i consumi di ener-gia riguardino per il 2,2% l’agricoltura, per il 35,4% l’industria, per il 30,5% il terziario e per circa il 32% gli usi dome-stici. La provincia con il maggiore con-sumo è Siracusa, dove peraltro si trova-no i principali poli industriali dell’Isola, seguita da Catania e Palermo. Invece, per quanto concerne il settore agricolo,

Andamento dei consumi di energia elettrica in Sicilia e in Italia (GWh)

Fonte: elaborazioni su dati TERNA

0

50.000

100.000

150.000

200.000

250.000

350.000

1972

1974

1976

1978

1980

1982

1984

1986

1988

1990

1992

1994

1996

1998

2000

2002

2004

2006

2008

2010

Italia

Sicilia

2012

300.000

la provincia con il consumo più elevato è Ragusa (105,7 GWh), seguita da Cata-nia (93,6 GWh) e Siracusa (79,1 GWh).

Nel 2012 la produzione lorda di energia elettrica in Italia è stata di circa 300 mila GWh dei quali oltre 92 mila GWh

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provengono da fonti rinnovabili (30%), mentre in Sicilia ha raggiunto circa 24.000 GWh, di cui 4.749 GWh (circa il 20%) da fonti rinnovabili. Di questi ultimi, circa il 63% deriva da impianti eolici, il 32% da impianti fotovoltaici e il restante 5% da impianti idroelettrici e bioenergie. La produzione siciliana da fonti rinnovabili rappresenta il 5,1% del totale nazionale e copre il 25% circa del fabbisogno regionale. La produzio-ne di energia eolica di 2.996 GWh, pari al 22,3% del totale nazionale, pone la Sicilia al secondo posto, dietro la Pu-glia, tra le regioni italiane. Invece, nel fotovoltaico, con 1.511,5 GWh prodotti, la Sicilia si colloca al 4° posto eviden-ziando un notevole incremento rispetto all’anno precedente (+55,6%).Nel complesso la produzione di energia rinnovabile in Sicilia è cresciuta del 31,6% rispetto all’anno precedente, fa-cendo registrare un aumento superiore rispetto al dato nazionale (+10%).

1000

2000

3000

4000

5000

6000

1972

1974

1976

1978

1980

1982

1984

1986

1988

1990

1992

1994

1996

1998

2000

2002

2004

2006

2008

2010

2012

Sicilia

Italia

Fonte: elaborazioni su dati TERNA

Andamento dei consumi di energia elettrica per abitante in Sicilia e in Italia (kWh)

Produzione di energia rinnovabile in Sicilia e in Italia per fonte (GWh), 2012

Idrica Eolica Fotovoltaica Geotermica Bioenergie Totale Var. % 2012/2011

Sicilia 171,7 2.995,9 1.511,5 - 69,6 4.748,7 31,6

Italia 41.874,9 13.407,1 18.861,7 5.591,7 12.486,9 92.222,3 10,0

Fonte: elaborazioni su dati TERNA

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Secondo i dati TERNA, nel 2012 in Sici-lia operavano 32.005 impianti fotovol-taici e 92 impianti eolici. Secondo i dati del GSE (Gestore Servi-zi Energetici), aggiornati al 19 marzo

2014, il numero di impianti fotovoltai-ci incentivati in produzione è pari a 37.792, per una potenza installata di 1.209,86 MW. La provincia con il mag-gior numero di impianti è Catania con

7.026, seguita da Palermo (4.881), Si-racusa (4.726) e Agrigento (4.659 im-pianti). La maggiore potenza installata si registra, invece, in provincia di Agri-gento per un totale di 193 MW, seguita

Impianti fotovoltaici per provincia, potenza installata e potenza media (dati aggiornati al 19 marzo 2014)

Provincia Impianti (n.) Potenza installata (MW) Potenza media (kW/impianto) Incremento % potenza installata 2014/2013

Agrigento 4.659 193,18 41,46 2,21

Caltanissetta 2.869 77,96 27,17 11,84

Catania 7.026 179,91 25,61 8,14

Enna 1.548 68,03 43,95 5,24

Messina 3.820 44,88 11,75 8,47

Palermo 4.881 145,05 29,72 8,35

Ragusa 4.022 189,22 47,05 12,52

Siracusa 4.726 186,04 39,37 3,19

Trapani 4.241 125,59 29,61 3,95

Totale 37.792 1.209,86 32,01 6,67

Fonte: elaborazioni su dati GSE - Atlasole

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Consumi di energia elettrica per provincia e per categoria (GWh), 2012

Agricoltura Industria Terziario Domestico Totale

Agrigento 27,7 161,2 427,5 522,8 1.139,2

Caltanissetta 16,9 642,6 265,4 296,4 1.221,3

Catania 93,6 1.028,6 1.384,7 1.266,4 3.773,3

Enna 12,1 48,8 171,3 174,7 406,9

Messina 22,5 948,0 813,4 782,9 2.566,8

Palermo 32,6 403,4 1.399,3 1.530,9 3.366,2

Ragusa 105,7 451,8 373,6 392,7 1.323,8

Siracusa 79,1 2.796,2 462,8 512,6 3.850,7

Trapani 28,8 213,9 487,8 557,8 1.288,3

Totale 419,0 6.694,5 5.785,8 6.037,2 18.936,5*

Incidenza % 2,2 35,4 30,5 31,9 100,0

*Al netto dei consumi F.S. per trazione pari a GWh 151,5

Fonte: elaborazioni su dati TERNA

da Ragusa con 189 MW e da Siracusa con 186 MW. La potenza media regiona-le per impianto è pari a 32 kW, variando dal minimo di 11,75 kW della provincia di Messina al massimo di 47 kW della provincia di Ragusa.A livello regionale, l’impianto che eroga la potenza maggiore è situato nel terri-torio comunale di Trapani, con una po-tenza di 19,3 MW, mentre il più piccolo si trova a Chiaramonte Gulfi (RG), con appena 1 kW di potenza.

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foreste e aree ProtetteSecondo l’inventario forestale, realizzato dal Comando del Corpo Forestale della Re-gione Siciliana nel 2009, le foreste dell’iso-la occupano una superficie di 512.121 etta-ri, pari a circa il 5% del totale nazionale. Le province più interessate sono Messina e Palermo, che assieme ragguagliano oltre il 53% dell’intera superficie boscata regiona-le; seguono Catania, Enna e Siracusa, che insieme rappresentano un ulteriore 30%. Le formazioni forestali coprono quasi il 20% della superficie regionale e sono di-stribuite piuttosto equamente tra “boschi” (53,6%), per lo più “boschi alti”, e “altre terre boscate” (46,4%), spesso rappre-sentate da arbusteti. I boschi puri sono costituiti per la maggior parte da latifoglie, soprattutto cerreti, concentrati nelle pro-vince di Messina (Nebrodi e Peloritani) e di Catania (Etna), seguiti dagli eucalipteti, distribuiti prevalentemente nelle province di Caltanissetta, Enna, Catania, Agrigento e Palermo. Tra le categorie forestali mag-giormente presenti nei “boschi alti” spic-

Distribuzione delle superficie forestale per provincia (Ha), 2009

AgrigentoCaltanissettaCataniaEnnaMessinaPalermoRagusaSiracusaTrapani

3,9%

32,4%

2,8%

7,9%

8,3%

20,7%

13,7%

4,0%

6,2%

31.82820.47369.90742.707

165.687106.224

14.54640.58820.161

Fonte: elaborazioni su dati del Corpo Forestale Regione Siciliana

cano i querceti di rovere e roverella, par-ticolarmente diffusi nelle montagne delle province Palermo e Messina.Per comprendere l’importanza del ruolo svolto dalle formazioni forestali vanno

considerati, da un lato, la particolare oro-grafia dell’isola, rappresentata per l’86% da collina e montagna, con poche superfici pianeggianti e pendici scoscese con pen-denze alte e/o medio-alte e, dall’altro, il

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94

Macro-categorie Categorie Superficie(ha)

% sumacro-

categorie

% susuperficieforestale

% susuperficie regionale

Boschi

Boschi alti 258.502 94,2

53,6 10,7Impianti di arboricoltura da legno 4.003 1,5

Aree temporaneamente prive di soprasuolo 11.949 4,3

Totale 274.454 100,0

Altre terre boscate

Boschi bassi 7.561 3,2

46,4 9,2

Boschi radi 12.677 5,3

Boscaglie 851 0,4

Arbusteti 101.161 42,6

Aree boscate inaccessibili o non classificate 115.417 48,5

Totale 237.667 100,0

Totale superficie forestale 512.121 100,0 19,9

Fonte: elaborazioni su dati del Corpo Forestale Regione Siciliana

Superficie forestale regionale per categorie inventariali, 2009

clima con precipitazioni spesso intense e concentrate. L’attitudine della copertura forestale siciliana è in primo luogo di difesa idrogeologica del territorio e pertanto va

salvaguardata con particolare attenzione.Il valore ambientale del territorio siciliano si esprime anche attraverso le aree na-turali protette che comprendono quattro

Parchi regionali, che hanno un’estensione di 185.551 ettari (7,2% della superficie dell’isola) e 76 riserve naturali regiona-li, istituite in base alla L.R. 98/1981 per

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una superficie complessiva di 85.164 ettari (3,3% della superficie dell’isola). La competenza circa la tutela delle aree a valenza ambientale fa capo alla Regio-ne tramite l’Assessorato del Territorio e dell’Ambiente, mentre a tutt’oggi non esistono parchi e riserve statali, pur es-sendo stata prevista l’istituzione del Par-co Nazionale dei Monti Iblei. Per quanto riguarda la Rete Natura 2000, nell’isola sono stati individuati 219 Siti di Impor-tanza Comunitaria (SIC) e 29 Zone di Protezione Speciale (ZPS), ai sensi della Direttiva “Uccelli”. Altre zone di grande importanza ambientale sono le 6 aree umide d’interesse internazionale (DPR n. 448 del 13/03/1976), che si estendono per circa 3.404 ettari complessivi.Inoltre, a tutela dell’ambiente marino sono state istituite 5 Aree Naturali Mari-ne e 1 Riserva Naturale Marina, con una superficie complessiva pari a 79.304 et-tari a mare.

Parchi regionali, 2010

Estensione Ha Anno istituzione Ente gestore

Parco delle Madonie 39.941,18 1989 Ente Parco

Parco dei Nebrodi 85.587,37 1993 Ente Parco

Parco dell’Etna 58.095,00 1987 Ente Parco

Parco Fluviale dell’Alcantara 1.927,48 2001 Ente Parco

Fonte: D.M. del 27/04/2010 del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare

Riserva Estensione Ha a mare

Anno istituzione Ente gestore

Riserva Naturale Marina Isole Egadi 53.992,00 1991 Comune di FavignanaArea Naturale Marina Capo Gallo – Isola delle Femmine 2.173,00 1997 Capitaneria di Porto di Palermo

Area Naturale Marina Ustica 15.951,00 1986 Capitaneria di Porto di Palermo

Area Naturale Marina Isola di Ciclopi 623,00 1989 Consorzio tra Comune di Aci Castello e Università di Catania

Area Naturale Marina Plemmirio 2.429,00 2004 Consorzio tra Provincia di Siracusa e Comune di Siracusa

Area Naturale Marina Isola Pelagie 4.136,00 2002 Comune di Lampedusa e Linosa

Aree Marine Protette, 2010

Fonte: D.M. del 27/04/2010 del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare

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Riserve Naturali, 2010

Riserva Estensione Ha Anno istituzione Ente gestore ProvinciaRNO Foce del Fiume Platani 206,88 1984 Azienda Foreste Demaniali

Agrigento (3.983,53 Ha)

RNO-RNI Isola di Linosa e Lampione 266,87 1997 Azienda ForesteRNO Monte Cammarata 2.049,37 2000 Azienda ForesteRNO Monte San Calogero (Kronio) 52,25 2000 Azienda ForesteRNO Isola di Lampedusa 369,68 1995 LEGAMBIENTERNO Torre Salsa 761,62 2000 WWFRNI Maccalube di Aragona 256,45 1995 LEGAMBIENTERNI Grotta di S. Angelo Muxaro 20,41 2000 LEGAMBIENTERNO Sughereta di Niscemi 2.939,37 1997 Azienda Foreste

Caltanissetta (5.077,42 Ha)

RNI Geologica di Contrada Scaleri 3,13 1997 Provincia di CaltanissettaRNO Lago Soprano 59,79 2000 Provincia di CaltanissettaRNO Biviere di Gela 331,88 1997 LIPURNI Lago Sfondato 13,13 1997 LEGAMBIENTERNO Monte Capodarso e Valle dell’Imera meridionale 1.485,12 1999 ITALIA NOSTRARNI Monte Conca 245,00 1995 CAIRNO Bosco Santo Pietro 6.559,38 1999 Aziende Foreste

Catania (8.727,57 Ha)

RNO La Timpa di Acireale 225,34 1999 Aziende ForesteRNI Complesso Immacolatella e Micio Conti 69,9 1998 Università di CataniaRNO Oasi del Simeto 1.859,16 1984 Provincia di CataniaRNO Fiume Fiumefreddo 10,38 1984 Provincia di CataniaRNI Isola Lachea e Faraglioni dei Ciclopi 3,41 1998 Università Catania

segue

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Riserva Estensione Ha Anno istituzione Ente gestore ProvinciaRNO Rossomanno-Grottascura-Bellia 2.011,45 2000 Azienda Foreste

Enna (5.710,66 Ha)RNO Sambuchetti Campanito 2.358,33 2000 Azienda ForesteRNO Monte Altesina 744,00 1997 Azienda ForesteRNS Lago di Pergusa 402,50 1995 Provincia di EnnaRNO Vallone di Piano della Corte 194,38 2000 Università di CataniaRNO Bosco di Malabotta 3.221,95 1997 Azienda Foreste

Messina (12.066,08 Ha)

RNO Fiumedinisi e Monte Scuderi 3.543,45 1998 Azienda ForesteRNO-RNI Isola di Filicudi e scogli Canna e Montenassari 635,93 1997 Azienda ForesteRNO Isola di Alicudi 371,25 1997 Azienda ForesteRNO-RNI Isola di Panarea e scogli vicinori 283,05 1997 Aziende ForesteRNO-RNI Isola di Stromboli e Strombolicchio 1.052,50 1997 Aziende ForesteRNO-RNI Isola di Vulcano 1.361,85 1997 Aziende ForesteRNI Vallone Calcagna sopra Tortorici 37,24 2000 Aziende ForesteRNO Isola Bella 10,49 1998 WWFRNO Laghetti di Marinello 401,25 1998 Provincia di MessinaRNO Laguna di Capo Peloro 68,12 2001 Provincia di MessinaRNO Le Montagne delle Felci e dei Porri 1.079,00 1984 Provincia di MessinaRNO Bosco di Favara e Bosco Granza 2.977,50 1997 Azienda Foreste

Palermo (30.432,62 Ha)RNO Bosco della Ficuzza, Rocca Busambra, Bosco del Cappelliere e Gorgo del Drago 7.398,30 2000 Azienda Foreste

RNO Capo Gallo 585,83 2001 Azienda ForesteRNO Monte Carcaci 1.437,87 1997 Azienda Foreste

segue

>> segue

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Riserva Estensione Ha Anno istituzione Ente gestore ProvinciaRNO Monte Genuardo e Santa Maria del Bosco 2.552,91 1997 Azienda Foreste

Palermo (30.432,62 Ha)

RNO Monte S. Calogero 2.818,95 1998 Azienda ForesteRNO Pizzo Cane, Pizzo Trigna e grotta Mazzamuto 4.643,74 2000 Azienda ForesteRNO Monti di Palazzo Adriano e Valle del Sosio 5.862,07 1997 Azienda ForesteRNO Serre della Pizzuta 414,37 1998 Azienda ForesteRNO Isola di Ustica 204,37 1995 Provincia di PalermoRNO Bagni di Cefalà Diana e Chiarastella 137,88 1997 Provincia di PalermoRNO Capo Rama 21,12 2000 WWFRNI Grotta Conza 4,37 1995 CAIRNI Grotta di Carburangeli 4,91 1995 LEGAMBIENTERNI Grotta Entella 10,63 1995 CAIRNO Isola delle Femmine 15,00 1997 LIPURNO Monte Pellegrino 1.016,87 1995 Rangers d’ItaliaRNO Serre di Ciminna 310,63 1997 Provincia di PalermoRNI Grotta dei Puntali 15,3 2002 Gruppi di Ricerca EcologicaRNO Cavagrande del Cassibile 1.059,62 1984 Azienda Foreste

Siracusa (6.797,12 Ha)

RNO Pantalica, Valle dell'Anapo e T. Cava Grande 3.712,07 1997 Azienda ForesteRNO Oasi faunistica di Vendicari 1.512,18 2004 Azienda ForesteRNI Complesso speleologico Villasmundo S. Alfio 71,66 1998 Università di CataniaRNO Fiume Ciane e Saline 316,68 1984 Provincia di SiracusaRNI Grotta Monello 59,16 1998 Università di Catania

>> segue

segue

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Fonte: D.M. del 27/04/2010 del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare

Riserva Estensione Ha Anno istituzione Ente gestore ProvinciaRNI Grotta Palombara 11,25 1998 Università di Catania

Siracusa (6.797,12 HaRNO Saline di Priolo 54,50 2000 LIPURNS Macchia Foresta del Fiume Irminio 134,70 1985 Provincia di Ragusa

Ragusa (3.766,70 Ha)RNO Pino d’Aleppo 3.632,00 1990 Provincia di RagusaRNO Monte Cofano 537,50 1997 Azienda Foreste

Trapani (8.602,18 Ha)

RNO Isola di Pantelleria 2.626,69 1998 Azienda ForesteRNO Zingaro 1.600,00 1981 Azienda ForesteRNO Isole dello Stagnone di Marsala 2.012,15 1984 Provincia di TrapaniRNO Saline di Trapani e Paceco 910,60 1995 WWFRNO Bosco di Alcamo 199,00 1984 Provincia di TrapaniRNO Foce del Fiume Belice e dune limitrofe 241,25 1984 Provincia di TrapaniRNI Grotta di Santa Ninfa 139,37 1995 LEGAMBIENTERNI Lago Preola e Gorghi Tondi 335,62 1998 WWF

>> segue

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incenDiDai dati del Corpo Forestale dello Stato e del Corpo Forestale della Regione Siciliana risulta che il 2012 è stato per la Sicilia un anno particolarmente critico. Infatti, dal confronto con le altre regioni d’Italia, ri-sulta che nell’isola si è registrato il più alto numero di incendi, con 1.270 roghi (15% del totale nazionale) e si è avuta la maggio-re superficie totale percorsa dal fuoco, con 55.740 ettari (42% del totale nazionale), dei quali circa il 49% rappresentato da bo-schi (27.326 ettari). Va sottolineato che i roghi sono stati di grosso impatto, con una superficie media incendiata pari a circa 44 ettari, contro il dato nazionale di 16 ettari. I maggiori danni al patrimonio forestale si sono avuti nella provincia di Palermo con più di 11.500 ettari di bosco andati in fumo, seguita da Messina con poco meno di 5.000 ettari, Trapani con 3.500 ettari e Catania con circa 2.300 ettari.Il fenomeno degli incendi in Sicilia assume connotazioni di gravità allarmante. Infatti il trend in continua crescita, per numero e

Lazio 5.597

Campania 6.531

Puglia 4.472

Calabria 16.750

Sicilia 27.326

Sardegna 3.057

Altre 10.799

6,0%

22,5%

14,5%

36,7%

8,8%

4,1%

7,5%

Superficie boscata percorsa dal fuoco per regione (Ha), 2012

Fonte: elaborazioni su dati del Servizio Antincendi Boschivi del Corpo Forestale Regione Siciliana

87,3%

7,9% 4,8%

non classificabili

dolose

colpose

Cause incendi in Sicilia

Fonte: elaborazioni su dati del Servizio Antincendi Boschivi del Corpo Forestale Regione Siciliana

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Fonte: elaborazioni su dati del Servizio Antincendi Boschivi del Corpo Forestale Regione Siciliana

Numero di incendi e superficie (boscata e totale) percorsa dal fuoco

0

200

400

600

800

1.000

1.200

1.400

0

10.000

20.000

30.000

40.000

50.000

60.000

1981

1982

1983

1984

1985

1986

1987

1988

1989

1990

1991

1992

1993

1994

1995

1996

1997

1998

1999

2000

2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007

2008

2009

2010

2011

2012

num

ero i

ncen

di

supe

rficie

perco

rsa da

l fuo

co (e

ttari)

anni

superficie boscata superficie totale numero incendi

linea di tendeza sup. boscata linea di tendenza sup. totale linea di tendenza n° incendi

dimensione, come mostrano le linee di ten-denza del grafico, ha determinato un forte impoverimento del substrato vegetale con

pesanti ripercussioni ambientali. È impor-tante sottolineare che la stragrande mag-gioranza degli incendi è di origine dolosa

(87%) e che, pertanto, la salvaguardia del territorio non può prescindere dall’attiva-zione di efficaci misure di controllo.

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ProDotti a Denominazione e Di qualitàProdotti DOP e IGP in Sicilia al 1° marzo 2014Al 1° marzo 2014 la Sicilia conta 28

produzioni a denominazione d’origine re-gistrate, delle quali 17 a Denominazione d’Origine Protetta (DOP) e 11 ad Indica-zione Geografica Protetta (IGP). I prodot-ti DOP sono rappresentati da 1 prodotto di panetteria, 6 prodotti ortofrutticoli, 6 oli d’oliva e 4 formaggi. I prodotti IGP sono costituiti da 9 prodotti ortofrutti-coli, 1 prodotto a base di carne e dal Sale Marino di Trapani. I prodotti ortofrutti-coli, con complessive 15 denominazioni, costituiscono la categoria più numerosa seguita dagli oli d’oliva e dai formaggi.In Italia, alla stessa data, i prodotti a denominazione registrati sono 243, di cui 143 DOP, 98 IGP e 2 STG. I prodotti siciliani rappresentano, quindi, l’11,5% del totale dei prodotti a denominazione Italiani. I primi prodotti ad essere regi-strati, nel giugno del 1996, sono stati l’Arancia Rossa di Sicilia, il Cappero di Pantelleria e il Pecorino Siciliano, l’ulti-mo, in ordine di tempo, ad essere stato

Categoria di prodotto Denominazione Tipo Data di registrazione

Formaggi

Piacentinu Ennese DOP 15/02/2011Vastedda della valle del Belìce DOP 29/10/2010Ragusano DOP 02/07/1996Pecorino Siciliano DOP 21/06/1996

Oli di oliva

Valdemone DOP 05/02/2005Valle del Belice DOP 21/08/2004Monte Etna DOP 26/08/2003Monti Iblei DOP 02/07/2003Val di Mazara DOP 25/01/2001Valli Trapanesi DOP 25/11/1997

Ortofrutticoli freschi o trasformati

Ficodindia di San Cono DOP 15/03/2013Ciliegia dell'Etna DOP 22/12/2011Arancia di Ribera DOP 04/02/2011Pistacchio verde di Bronte DOP 13/01/2010Ficodindia dell'Etna DOP 26/08/2003Nocellara del Belice DOP 21/01/1998Limone di Siracusa IGP 04/02/2011Carota Novella di Ispica IGP 18/12/2010Pesca di Leonforte IGP 16/07/2010Limone Interdonato Messina IGP 12/11/2009Pomodoro di Pachino IGP 05/04/2003Uva da tavola di Mazzarrone IGP 05/04/2003Uva da tavola di Canicattì IGP 25/11/1997Cappero di Pantelleria IGP 21/06/1996Arancia Rossa di Sicilia IGP 21/06/1996

Prodotti a base di carne Salame S. Angelo IGP 26/09/2008Prodotti di panetteria Pagnotta del Dittaino DOP 18/06/2009Altri prodotti Sale Marino di Trapani IGP 11/12/2012Fonte: Regione Siciliana – Assessorato dell’agricoltura, dello sviluppo rurale e della pesca mediterranea

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Vini DOCG, DOC e IGT in Sicilia a marzo 2014

Denominazione TipoCerasuolo di Vittoria DOCGAlcamo DOCContea di Sclafani DOCContessa Entellina DOCDelia Nivolelli DOCEloro DOCErice DOCEtna DOCFaro DOCMalvasia delle Lipari DOCMamertino o Mamertino di Milazzo DOCMarsala DOCMenfi DOCMonreale DOCPantelleria DOCNoto DOC

Denominazione TipoRiesi DOCSalaparuta DOCSambuca di Sicilia DOCSanta Margherita di Belice DOCSciacca DOCSicilia DOCSiracusa DOCVittoria DOCAvola IGTCamarro IGTFontana Rossa di Cerda IGTSalemi IGTSalina IGTValle del Belice IGTTerre Siciliane IGT

3 La campagna della Pescabivona con marchio IGP dovrebbe partire già a giugno 2014, in quanto il disciplinare e il dispositivo sono in fase di revisione e quindi sono prossimi all’applicazione.

registrato è il Ficodindia di San Cono. Nel 2013 è stata presentata la domanda per l’ottenimento del riconoscimento del marchio di qualità IGP Pescabivona3. Per quanto concerne i vini, i riconosci-menti riguardano 23 DOC, 1 DOCG (Cera-suolo di Vittoria) e 7 IGT.

Fonte: Regione Siciliana – Assessorato dell’agricoltura, dello sviluppo rurale e della pesca mediterranea

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agricoltura biologicaSecondo i dati SINAB al 31 dicembre 2012, la Sicilia è al primo posto in Italia per numero di operatori, con 7.918 uni-tà (+6% rispetto all’anno precedente), seguita da Calabria e Puglia. Se disag-gregato, tale dato rivela una massiccia presenza di produttori esclusivi (7.056) e una molto più modesta di produttori/preparatori (339), che pur in aumento rispetto agli anni precedenti (nell’ultimo quinquennio sono più che raddoppiati) rappresentano meno del 5% del totale dei produttori biologici dell’isola (la media nazionale è del 9,1%). Si rileva, inoltre, che la Sicilia si colloca al quarto posto tra le regioni italiane, dopo Emilia Romagna, Lombardia e Veneto, per numero di pre-paratori esclusivi (510, pari al 9,1% del totale nazionale), mentre appena 13 sono gli importatori che svolgono anche attivi-tà di produzione e preparazione.In termini di superficie, si registra un aumento del 2,8% rispetto all’anno pre-cedente. La Sicilia è leader a livello nazio-

nale nei comparti agrumicolo con 12.241 ettari (il 42,5% del totale nazionale), vi-ticolo con 16.144 ettari (il 27,2% a livello italiano), della frutta secca con 7.769 et-tari (il 20,6% del totale nazionale) e delle piante da radice con 157 ettari (36%). Con riferimento alla distribuzione coltu-rale, il 21,8% è rappresentato da prati e pascoli permanenti, seguono le foraggere (19,3%), i cereali (18,2%), le coltivazio-ni olivicole (9,6%) e le viticole (8,3%). Secondo i dati del SINAB, per quanto con-cerne la zootecnia biologica, la Sicilia nel 2012 si colloca al primo posto in Italia per numero di aziende, pari a 1.735, con un incremento di circa il 12% rispetto all’an-no precedente, e ragguaglia il 22,5% del totale nazionale (7.714 allevamenti). Complessivamente, la filiera dei prodotti biologici in Sicilia si caratterizza per al-cuni aspetti apparentemente contraddit-tori. All’elevata potenzialità produttiva regionale non corrisponde un’adeguata presenza di prodotti sui mercati, soprat-

cereali 35.233colture proteiche, leguminose da granella 3.711

ortaggi 3.500foraggere avvicendate 37.339

vite 16.144olivo 18.554

agrumi 12.241fruttiferi 10.281

prati permanenti e pascoli 42.213altre coltivazioni 14.136

7,3%

8,3%

21,8%

9,6%

6,3%

19,3%

1,9%

5,3%

18,2%

1,8%

Superficie biologica in Sicilia per coltura, %, 2012

Fonte: elaborazioni su dati Sinab

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tutto a livello nazionale, e la quota di prodotto trasformato è modesta anche a causa dell’obsolescenza di parte delle strutture siciliane. Molte imprese non sono in grado di con-centrare l’offerta e raggiungere una mas-sa critica adeguata alle esigenze della GDO, ma non mancano casi di imprese di successo, soprattutto tra quelle integrate verticalmente e operanti nell’ambito del sistema cooperativistico. Tuttavia, come evidenziato dai dati SI-NAB, il numero di produttori/preparatori è quasi raddoppiato negli ultimi quattro anni così come è cresciuto dell’11% circa quello dei preparatori esclusivi, eviden-ziando un’evoluzione positiva del settore verso una maggiore integrazione vertica-le. Con riguardo ai canali di commercia-lizzazione alternativi alla GDO, la Sicilia, pur in grande ritardo rispetto alle regioni del Centro-Nord, ha registrato nel corso degli ultimi anni un’importante crescita. Per esempio, i siti e-commerce specializ-

Colture SOI

Cereali 22.460,26

Colture proteiche, leguminose da granella 7.585,99

Colture industriali 31,18

Colture foraggere 47.097,73

Ortaggi 3.896,88

Frutta 1.701,25

Frutta in guscio 8.440,05

Agrumi 13.122,95

Vite 21.554,71

Olivo 21.100,97

Altre colture permanenti 13,07

Prati e pascoli (escluso il pascolo magro) 25.965,67

Pascolo magro 36.492,48

Piante aromatiche 69,07

Totale 209.532,26

Superfici Oggetto d’Impegno - misura 214 az. 1B agricoltura biologica - per coltura (ettari), 2013

Fonte: elaborazioni su dati Regione Siciliana, Assessorato dell’agricoltu-ra, dello sviluppo rurale e della pesca mediterranea

Provincia SOI

Agrigento 10.660,40

Caltanissetta 9.239,51

Catania 20.229,88

Enna 40.500,81

Messina 31.979,52

Palermo 47.991,77

Ragusa 7.926,81

Siracusa 21.062,63

Trapani 19.940,91

SICILIA 209.532,26

Superfici Oggetto d’Impegno - misura 214 az. 1B agricoltura biologica - per provincia (ettari), 2013

Fonte: elaborazioni su dati Regione Siciliana, Assessorato dell’agricoltu-ra, dello sviluppo rurale e della pesca mediterranea

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zati per la vendita di prodotti bio hanno raggiunto l’11,5% del totale nazionale. Basse, invece, sono le percentuali che riguardano la presenza di negozi bio (ap-pena 35, il 2,7% del totale nazionale), mercatini (3,4%) e ristoranti bio (1,7%). Le 12 mense scolastiche bio presenti in Si-cilia (appena l’1% del totale nazionale) te-stimoniano ancora il ritardo della regione per quanto concerne l’educazione alimen-tare e ambientale dei più giovani.

In Sicilia sono presenti due OP Biologiche localizzate una ad Acireale (CT) e l’al-tra a Bagheria (PA). Entrambe sono specializzate nella produzione e nella commercializzazione di agrumi e orto-frutta in genere.Un forte impulso all’introduzione e al mantenimento dell’agricoltura biologica è stato dato dal PSR con la Misura 214 “Pagamenti agroambientali” azione 1B - Agricoltura Biologica, grazie alla quale,

nel corso del 2013, sono stati sostenuti 209.532 ettari. Dall’analisi della Super-ficie Oggetto d’Impegno (SOI) risulta che le colture più rappresentate sono i prati permanenti e i pascoli (29,8%) e le foraggere (22,5%), seguite da cereali (10,7%), vite (10,3%) e olivo (10,1%). Le province maggiormente rappresen-tate sono Palermo (22,9% della SOI regionale), Enna (19,3%), e Messina (15,3%).

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agriturismo e fattorie DiDatticheSecondo l’ISTAT (Report sull’agriturismo, 2012) risulta che le aziende agrituristi-che siciliane rappresentano il 2,9% degli agriturismi italiani e il 15,7% di quelli relativi al Mezzogiorno. Nel quinquennio

2008-2012 gli agriturismi sono aumenta-ti del 31,7% a livello regionale, mentre, nel Mezzogiorno e in Italia l’incremento è più contenuto, pari rispettivamente al 4,1% e al 10,8%.

Gli agriturismi dell’isola gestiti da don-ne nel 2012 sono risultati in crescita (+4,9%), a fronte di una leggerissima riduzione a livello nazionale (-0,1%). Tut-tavia, negli ultimi 5 anni, il divario tra i

Provincia Aziende agrituristiche

Aziende agrituristiche con posti letto

Posti letto

Aziende agrituristiche

con ristorazione

Posti ristorazione

Fattoria-Azienda didattica accreditata

Agrigento 29 29 564 21 779 3

Caltanissetta 23 19 264 20 1.253 3

Catania 92 85 1.559 64 2.914 7

Enna 33 31 492 31 1.405 2

Messina 107 106 1.702 90 3.221 4

Palermo 94 86 1.805 83 6.092 6

Ragusa 60 49 918 44 2.442 1

Siracusa 112 100 1.878 81 3.432 4

Trapani 46 43 841 32 1.276 4

SICILIA 596 548 10.023 466 22.814 34

Aziende agrituristiche e fattorie/aziende didattiche accreditate per provincia, posti letto e ristorazione (numero), 2012

Fonte: elaborazioni su dati Regione Siciliana - Assessorato dell’agricoltura, dello sviluppo rurale e della pesca mediterranea

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generi si è allargato e nel 2012 le aziende agrituristiche a conduzione femminile si sono attestate sul 35%. La distribuzione altimetrica mostra la netta prevalenza degli agriturismi col-linari (63% sul totale) seguiti da quelli montani (23%), mentre le strutture delle aree pianeggianti rappresentano appena il 14%. Tali dati confermano il prezioso contributo fornito dall’agriturismo al mantenimento e al consolidamento delle attività agricole e al presidio del territo-rio nelle aree interne e spesso svantag-giate.

Dai dati dell’Assessorato regionale dell’a-gricoltura, dello sviluppo rurale e della pesca mediterranea, nel 2012 risultano accreditate 596 strutture agrituristiche per un totale di 10.023 posti letto auto-rizzati e 22.814 posti ristorazione. La provincia con il maggior numero di strut-ture e posti letto è Siracusa (112 struttu-re e 1.878 posti letto), seguita da Messi-na, Palermo e Catania. La provincia che offre il maggior numero di posti per la ristorazione è Palermo (6.092), seguita da Siracusa (3.432) e Messina (3.221).In Sicilia si registra, in media, un numero

di 18 posti letto per struttura, variando da un minimo di 14, in provincia di Calta-nissetta, ad un massimo di 21 nella pro-vincia di Palermo e di 49 posti ristora-zione per azienda, con una forbice molto ampia che da un minimo di 36, in provin-cia di Messina, arriva ad un massimo di 73, in provincia di Palermo.Le aziende e le fattorie didattiche accre-ditate nel 2012 sono in totale 34, delle quali 7 in provincia di Catania e 6 in provincia di Palermo, confermando che i maggiori bacini d’utenza ricadono nelle più grandi aree metropolitane dell’isola.

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agricoltura socialeCon l’espressione “agricoltura sociale” si fa riferimento a quell’insieme di attività che utilizzano le risorse dell’agricoltura per la realizzazione di percorsi di inseri-mento socio-lavorativo o di co-terapia per persone che vivono situazioni di disagio (problemi psichiatrici, disabilità psico-mo-torie, dipendenze, devianze, ecc.) o per l’e-rogazione di servizi per alcune fasce della popolazione (bambini, anziani).L’agricoltura sociale si basa su valori di reciprocità, gratuità e mutuo aiuto. Gli ambiti coinvolti sono diversi (produttivo, socio-sanitario, educativo, ecc.) e variano in base al tipo di attività svolta. Le esperienze di agricoltura sociale si ca-ratterizzano per il particolare modo in cui nascono e si affermano e per il modo in cui riescono ad incidere sulla qualità del-la vita delle persone e sullo sviluppo del territorio.In Sicilia le prime esperienze di agricoltu-ra sociale si sono registrate a partire da-gli anni ’80. Tuttavia, la conoscenza delle

opportunità offerte da questo particolare approccio innovativo, basato sul binomio composto dall’agricoltura e dall’inserimen-to socio-lavorativo di persone svantaggia-te, si è affermata con decisione nei primi anni del 2000 fino a sfociare nella costi-tuzione, nel 2011, dell’associazione «Rete delle Fattorie Sociali della Sicilia», con sede ad Acireale (CT). Tale Rete, che nel 2012 contava 36 aziende, nel 2014 ne ag-grega 70, composte da 46 fattorie sociali e 24 associazioni (di promozione sociale, fa-miliari) e cooperative sociali, concentrate prevalentemente nelle province di Catania (16 fattorie sociali e 18 tra associazioni e cooperative) e Palermo (12 fattorie so-ciali).Le attività portate avanti dalla Rete sici-liana tendono a offrire servizi educativi, culturali e formativi per soggetti deboli, o in contesti svantaggiati, e sono volte a favorire percorsi di inclusione sociale e terapeutici-riabilitativi. A tal proposito si citano le convenzioni stipulate con l’Azien-

Provincia N. fattorie sociali

N. associazioni e cooperative

sociali

Agrigento 3 0

Caltanissetta 0 2

Catania 16 18

Enna 1 0

Messina 5 0

Palermo 12 4

Ragusa 3 0

Siracusa 5 0

Trapani 1 0

Totale 46 24

Fonte: elaborazioni su dati della Rete Fattorie Sociali della Sicilia

Rete delle fattorie sociali della Sicilia: numero di aziende e di associazioni/cooperative aderenti per provincia, 2014

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da Sanitaria Provinciale (ASP) di Catania in favore dei pazienti psichiatrici (2010) e con la stessa ASP di Catania insieme all’associazione “Un futuro per l’Autismo” per la realizzazione del progetto “Nella fat-toria ci sono anch’io” (2011).Anche le istituzioni pubbliche hanno in-tensificato, negli ultimi anni, il sostegno all’avvio delle esperienze di agricoltura so-ciale. Con il Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013, e in particolare con la Misura 311 “Diversificazione verso attività non agricole” (azione C), la Sicilia ha previsto i primi finanziamenti in favore dei membri della famiglia agricola, singoli o associati, che diversificano le attività aziendali con l’inserimento di interventi di agricoltura sociale. A tal riguardo sono stati conces-si contributi, per un totale di 1,2 milioni di euro, a favore di 6 progetti classificati sotto la voce «agricoltura sociale», mentre attività di inclusione sociale sono state

previste anche in altri progetti finanziati con la stessa misura, che però perseguono altre finalità principali. Quali interventi significativi, vanno segna-late la sottoscrizione di un protocollo di intesa (con il Ministero della Salute, l’As-sessorato regionale della salute, l’Istituto Zooprofilattico sperimentale della Sicilia, l’Istituto Sperimentale Zootecnico per la Sicilia e l’Azienda ospedaliera universita-ria di Palermo) per la promozione e lo svi-luppo di Centri di agricoltura sociale in cui svolgere percorsi riabilitativi, terapeutici e di cura per persone in situazioni di disagio psichico, disabilità psico-fisica e tossicodi-pendenti, con l’impiego di attività terapeu-tiche o di co-terapia, come la pet-therapy, e l’istituzione, presso l’Assessorato regiona-le della Famiglia, delle politiche sociali e del Lavoro, del “Tavolo tecnico permanente di confronto” per la pianificazione e la razio-nalizzazione delle azioni rivolte al sistema

Denominazione Anno di avvio Comuni

Lavoro e non solo 2000Monreale (PA), Corleone

(PA), Canicattì (AG), Alcamo (TP) (sede)

Placido Rizzotto 2001 San Giuseppe Jato (PA)

Pio La Torre 2007 San Giuseppe Jato (PA)Cooperativa Beppe Montana 2010 Siracusa, Catania

Cooperativa Rosario Livatino 2012 Naro (AG)

Cooperative sociali di Libera Terra4, 2014

Fonte: elaborazioni su dati INEA

4 Alcune cooperative sociali di Libera Terra (Placido Rizzotto, Pio La Torre, Cooperativa Beppe Montana) aderiscono anche alla Rete delle Fattorie sociali della Sicilia..

“Fattorie sociali” e per lo studio e la predi-sposizione di proposte normative relative al settore (D.A. n. 4 del 31/07/2012).Di rilievo è la proposta di legge regionale (ddl n. 350/2013), che, oltre a definire l’agricoltura sociale e le fattorie sociali, ne individua gli attori e le attività, isti-

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tuendo un elenco delle fattorie sociali ri-conosciute presso l’Assessorato regionale dell’agricoltura, dello sviluppo rurale e della pesca mediterranea e prevedendo, tra l’altro, specifiche misure di sostegno. Tra queste, le più significative riguardano: l’inserimento, nelle gare di selezione indet-te da enti pubblici regionali e locali per i servizi di fornitura delle mense, di criteri di priorità a favore di prodotti agroalimen-tari provenienti dall’agricoltura sociale; la concessione, in via prioritaria, dei beni a destinazione agricola o forestale confiscati alla criminalità organizzata (e trasferiti al patrimonio della Regione, delle Province o dei Comuni) a soggetti che svolgono attivi-tà di agricoltura sociale. Un’importante opportunità per lo sfrutta-mento a fini sociali di terreni incolti e/o immobili abbandonati, di proprietà pub-blica o privata, è fornita dalla c.d. Banca della Terra di Sicilia, prevista dall’art. 21 della l.r. n. 5 del 28/01/2014. Si tratta di un albo contenente una serie di informa-

Denominazione Anno di avvio Comuni

Comunità terapeutica "Casa dei Giovani" 1983 Bagheria (PA)

NoE (NoEmarginazione) 1993 Partinico (PA)

Cooperativa San Giovanni Battista 1994 Ragusa

Cooperativa A.B.S. Agricoltura biologica Sud Società Coop. Sociale 1999 Mineo (CT)

Cooperativa sociale La Casa di Alberto 2001 Catania

Cooperativa sociale “Le Terre del Tau” - Ragusa

Cooperativa sociale agricola Terra Nostra 2004 Caltagirone (CT)

Associazione Nuova Vita 2007 Ragusa

Cooperativa sociale Galatea 2008 Mangano (CT)

Cooperativa sociale Alberto Portogallo (Via Sacro Cuore I) - Modica (RG)

Cooperativa sociale Lavoro e solidarietà 2009 Alcamo (TP)

Cooperativa sociale Rosalia 2009 Palermo

Il casale di Emma 2012 Resuttano (CL)

Fattoria solidale - ex Feudo Tagliavia 2013 Monreale (PA)

Cooperative sociali non aderenti alla Rete delle Fattorie sociali della Sicilia, 2014

Fonte: elaborazioni su dati INEA

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zioni su tali terreni e immobili e gli estre-mi della loro eventuale concessione a terzi (dati identificativi, oggetto, durata dell’atto di concessione, ecc.). I beni potranno es-sere concessi a imprenditori agricoli e a giovani, in forma singola o associata, che intendano avviare progetti di sviluppo in-novativi, anche di carattere sociale. Nell’ambito del “paradigma della giustizia riparativa”, caratterizzato da un percorso di responsabilizzazione del reo, compren-sione del danno causato e restituzione di una identità sociale positiva, si segnalano due interventi particolarmente innovativi.

Il primo riguarda un accordo operativo, sot-toscritto nel 2013 tra il Dipartimento di Giu-stizia minorile (Palermo) e il Dipartimento regionale Foreste demaniali (Palermo), che prevede attività riparative in favore dei rei minorenni. Il secondo, più recente, ha pre-visto la sottoscrizione di un protocollo d’in-tesa in data 21/02/2014 (tra il Ministero della Giustizia, il Dipartimento dell’Ammini-strazione Penitenziaria, l’Assessorato regio-nale dell’agricoltura, dello sviluppo rurale e della pesca mediterranea e l’Ente di Svi-luppo Agricolo), per l’attuazione di un «Pro-gramma sperimentale di agricoltura socia-

le» finalizzato al reinserimento lavorativo di soggetti reclusi negli istituti penitenziari di Castelvetrano, Sciacca e Trapani, attraver-so percorsi di accompagnamento persona-lizzati da svolgere presso l’Azienda agricola sperimentale regionale “Campo Carboj”. Inoltre, nell’ambito delle attività sui terreni confiscati alla mafia, si evidenzia l’esisten-za, nel territorio regionale, di cooperative sociali aderenti al circuito Libera Terra, supportate per lo sviluppo economico-im-prenditoriale dall’Agenzia per lo sviluppo cooperativo e la legalità (2006) e dal con-sorzio Libera Terra Mediterraneo (2008).

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agricoltura e consumo criticoL’agricoltura sostenibile e il rispetto dell’ambiente sono diventati temi centrali dell’agenda politica europea. Allo stesso tempo si sono definite nuove strategie nelle politiche per il consumo. Negli ultimi anni si stanno diffondendo rapidamente le Reti Alimentari Alternative o reti alimentari comunitarie tra produttori e consumatori. Tra queste forme alternative di consumo si possono annoverare i Gruppi di Acquisto Solidale (GAS), nati spontaneamente dall’a-nimazione di gruppi di consumatori che fungono da catalizzatori per la vendita dei prodotti di aziende agricole del territorio.Il fenomeno dei GAS in Italia è in conti-nua crescita: nel 2013 risultano attivi 974 gruppi, con un aumento del 22% rispetto al 2012 e del 64% rispetto al 2007. La diffu-sione dei GAS è dovuta principalmente alla sperimentazione di nuovi paradigmi sociali volti a promuovere lo sviluppo sostenibile

nelle aree rurali attraverso la riorganizza-zione attiva del settore agricolo e dell’indu-stria alimentare. In Sicilia, il fenomeno ha assunto negli ultimi anni un interesse crescente. I dati del 2013 contano 48 GAS, localizzati pre-valentemente nei grandi centri urbani di Palermo (14) e Catania (8), e vedono coin-volte 974 famiglie, il 41% delle quali pa-lermitane. La maggior parte delle aziende fornitrici sono biologiche, a conferma della particolare attenzione espressa dal consu-matore tipo aderente ai Gruppi di Acquisto Solidale nei confronti della sicurezza ali-mentare e del rispetto per l’ambienteTra le diverse esperienze di consumo alter-nativo, che promuovono relazioni dirette consumatore-produttore, riscuotono un crescente interesse i mercati dei produt-tori (Farmer’s Markets) che possono di-ventare anche occasione per la diffusione

Provincia GAS Famiglie aderenti ai GAS

Agrigento 3 23

Caltanissetta 3 45

Catania 8 230

Enna 2 20

Messina 4 90

Palermo 14 398

Ragusa 6 70

Siracusa 7 92

Trapani 1 6

SICILIA 48 974

Fonte: elaborazioni su dati Osservatorio CORES5, Università degli Studi di Palermo6

Gruppi d’Acquisto Solidale in Sicilia e famiglie aderenti ai GAS, per provincia (numero), 2013

5 Università degli Studi di Bergamo - Prof. Francesca Forno 6 Prof. Giorgio Schifani, Dr.ssa Giuseppina Migliore

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e lo sviluppo di una corretta e sana cultura alimentare. Negli ultimi anni sul territorio nazionale sono proliferate numerose ini-ziative volte alla promozione dei Farmer’s Markets, in alcuni casi incentivate da as-sociazioni di categoria (CIA e Coldiretti), dall’Associazione Italiana Agricoltura Bio-logica (AIAB), da Legambiente e per ini-ziativa di diversi Governi regionali che ne hanno promosso la diffusione attraverso specifiche misure legislative.In Sicilia gli interventi a favore dei Far-mer’s Markets, finanziati dalla Misura

321/A del PSR 2007-2013, riguardano la creazione e l’allestimento di aree merca-tali destinate alla vendita diretta.L’iniziativa regionale ha dato luogo alla costituzione di 49 Mercati del contadino distribuiti su tutto il territorio regionale. A questi si sommano 45 mercati di Cam-pagna Amica promossi dalla Coldiretti Sicilia e 4 manifestazioni di ‘A fera bio, sostenute, invece, da consumatori e pro-duttori in forma associata, a cui partecipa anche l’AIAB. Si tratta in tutti i casi di appuntamenti

a cadenza periodica, mensile o settima-nale, che evidenziano l’esistenza di un fenomeno in costante crescita, con un nu-mero sempre maggiore di aziende agrico-le coinvolte e una partecipazione sempre più consistente di consumatori. A titolo esemplificativo si citano i dati, riferiti all’inizio del 2014, della “Fondazione Cam-pagna Amica in Sicilia”, che segnalano il coinvolgimento di oltre 400 aziende di produzione, 10 Botteghe, 1 Bottega italia-na, 53 strutture agrituristiche e oltre 40 ristoranti.

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orti urbaniNel corso degli ultimi anni, nelle aree ur-bane della Sicilia si sta registrando un costante interesse da parte della società (famiglie, cooperative, associazioni, comi-tati di quartiere) per il recupero di terreni incolti o abbandonati. L’obiettivo è quello di migliorare l’ambiente, il paesaggio e la vivibilità delle zone abitate, coniugando il recupero delle zone verdi con attività educative e formative, spesso volte all’in-clusione sociale delle fasce più deboli della popolazione (disoccupati, immigrati, anzia-ni, detenuti, diversamente abili, ecc.).In linea con quanto accade nel resto d’Ita-lia e d’Europa, anche nell’isola sta crescen-do l’attenzione dei privati e delle ammini-strazioni pubbliche verso la possibilità di coltivare appezzamenti di terreno che, concessi in affitto o affidati gratuitamen-te ai cittadini, vengono sempre più spesso considerati strumenti di pianificazione del verde nell’ambito delle politiche comunali di riqualificazione urbana.Un altro fenome-no interessante che si sta diffondendo nel-

le aziende agricole ubicate a ridosso delle aree metropolitane è il “pick your own”, che offre ai cittadini la possibilità di par-tecipare ad alcune fasi della coltivazione e soprattutto alla raccolta dei prodotti che intendono acquistare.Secondo i dati forniti dall’ISTAT nel Focus sul Verde urbano del 2011, tra le 44 am-ministrazioni comunali italiane, che hanno previsto gli orti urbani come modalità di gestione delle aree verdi, è presente Paler-mo. Infatti, il Comune di Palermo nel 2008 ha previsto uno specifico regolamento per “l’assegnazione, la gestione, la vigilanza e la revoca degli orti ad uso famigliare rea-lizzati all’interno del territorio comunale”. Nel 2012, inoltre, è stato sottoscritto un protocollo di intesa “per la progettazione partecipata di un Piano Strategico Comu-nale finalizzato allo sviluppo dell’agri-coltura periurbana della Conca d’Oro”, un’iniziativa pilota finalizzata alla tutela e valorizzazione delle attività agricole svol-te in prossimità dell’area metropolitana

Caltanissetta

Catania

Messina

Palermo

Ragusa

Siracusa

Agrigento

50,0%

5,6%

11,1%

5,6%16,7%

5,6%5,6%

Distribuzione degli orti urbani avviati in Sicilia dal 2003 al 2014 per provincia

Fonte: elaborazioni su dati INEA

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di Palermo. Da un primo censimento degli orti urbani realizzati in Sicilia, risulta che ad oggi sono state avviate 18 esperienze, di cui 2 al momento non attive (Orto del Consorzio Codifas - Palermo Rione Bandita, Orto del Consorzio Codifas – Palermo Via Ponticello Oneto). Gli orti sono concentrati prevalentemente nelle zone periferiche dei maggiori centri urbani: 8 orti a Palermo, 1 a Catania, 2 a Caltanissetta, 2 a Ragusa, 1 a Siracusa e 1 a Messina. Altri 3 sono localizzati in comuni non capoluogo, quali Gangi (PA), Favara (AG) e Modica (RG).Gli orti urbani censiti hanno un’estensione molto variabile, compresa tra 13 are e 4 ettari, eccezion fatta per i piccoli orti rea-lizzati presso i due istituti scolastici di Cal-

tanissetta (150 e 500 mq) e nel comune di Modica (500 mq). La superficie complessi-va è superiore a 87 ettari, il 72% dei quali ubicati nel comune di Palermo.Gli orti urbani siciliani, in genere, sono dotati di uno specifico regolamento che raccoglie le norme per il funzionamen-to. È previsto il pagamento di un canone mensile variabile da 30 a 50 euro, che viene utilizzato per delimitare i lotti, per dotarli di acqua irrigua, di attrez-zi e, in alcuni casi, di mezzi meccanici (trattore, motozappa, ecc.) necessari per la lavorazione del terreno. In alcu-ni casi sono state previste aree comuni di ristoro, centri di aggregazione (club house, zone relax, zone barbecue, libre-

rie) e a volte anche zone attrezzate per l’allevamento di animali da cortile (galli-ne, conigli, ecc.), con l’obiettivo di crea-re delle “fattorie urbane”. Particolarmente interessante è il caso dei due orti di Caltanissetta, realizzati nell’ambito di istituti scolastici, i cui utilizzatori sono gli alunni della scuola dell’infanzia, primaria e secondaria, in-sieme a insegnanti, genitori e comunità locale. In essi un ruolo di particolare importanza è stato assegnato al “non-no ortolano” che, in qualità di custode di conoscenze nel campo agricolo, segue gli studenti durante l’intero anno scola-stico, insegnando le tecniche di coltiva-zione.

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Denominazione Localizzazione Anno avvio Estensione (Ha) N. ed estensione

particelleProprietà dei terreni

Orto urbano del Consorzio Codifas Palermo Rione Bandita 2010 00.40.00 - privataOrto urbano del Consorzio Codifas Palermo Via Ponticello Oneto 2011 00.30.00 - privataOrto condiviso del Consorzio Codifas Palermo Via Galletti 2013 01.20.00 80 lotti da 100 mq privataOrto urbano del Consorzio Codifas Palermo Velodromo 2014 01.00.00 lotti da 60 mq privataGli Orti delle Fate al Giardino Daniele Palermo Via Portello 2011 00.70.00 50 lotti da 100 mq privata

Gli Orti delle Fate a Villa Spina Palermo Via dei Quartieri 2014 00.70.00 di cui 3.500 mq ad orto e 3.500 mq ad agrumeto

40 lotti di varie quadrature privata

Orto Largo Pozzillo Borgo Nuovo Palermo Largo Pozzillo 2003 00.80.00 16 lotti pubblicaOrto Villa Turrisi Palermo Via S. Riccobono 2003 00.13.00 11 lotti pubblica

Orto sociale “Giardino dello spirito” Gangi (PA) Area adiacente al Santuario dello Spirito Santo 2013 00.64.00 16 lotti da 200 a 700 mq privata

Orto alla Norma Catania Via Ballo 2013 00.50.00 11 lotti da 25 mq privata

Gli orti in condotta di Slow food Caltanissetta c/o plesso Gianni Rodari della Scuola Elementa-re 6° Circolo Don Milani 2005 00.05.00 2 lotti pubblica

Gli orti in condotta di Slow food Caltanissetta c/o plesso Michele Abbate del 5° Circolo M. L. King 2008 00.01.50 1 lotto pubblica

L’Ortu Favara (AG) Contrada Vallone degli Orti 2013 04.00.00 1 lotto privataOrto sociale Messina Centro di Messina 2013 n.c. n.c. n.c.Orti sociali nella Vallata Santa Domenica Ragusa Vallata Santa Domenica 2008 n.c. n.c. n.c.Orto Coltiviamo la rete Ragusa Contrada Fiumicello n.c. n.c. n.c. n.c.Orto sociale Crisci ranni Modica (RG) Via Fontana 2013 00.05.00 20 lotti da 25 mq pubblicaOrti sociali a Siracusa Siracusa Viale Scala Greca 2014 00.60.00 100 lotti da 60 mq pubblica

Orti urbani avviati in Sicilia dal 2003 al 2014

Fonte: elaborazioni su rilevazioni INEA

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legalità

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I dati del Comando Generale della Guardia di Finanza evidenziano la grande rilevanza economica delle misure di prevenzione pa-trimoniali in Italia: il valore dei beni seque-

strati nel 2012 ammonta a 1.707.668.202 euro facendo registrare un progressivo in-cremento rispetto al 2010 (1.281.403.779 euro) e al 2011 (1.495.426.367 euro).

In netta crescita appare anche il valore delle confische di prevenzione (ancorché di primo grado): nel 2012 sono stati sot-tratti alla criminalità beni per un valore

beni confiscati

Provincia In gestione Destinati consegnati Destinati non consegnati Usciti dalla gestione Totale Non confiscati in

via autonoma

Palermo 1.581 1.348 184 130 3.243 905

Catania 108 161 254 14 537 1

Trapani 55 267 7 17 346 5

Messina 152 70 6 11 239 15

Agrigento 93 98 9 7 207 0

Caltanissetta 110 41 1 1 153 0

Siracusa 26 51 0 2 79 0

Enna 17 20 8 0 45 1

Ragusa 2 40 1 0 43 45

SICILIA 2.144 2.096 470 182 4.892 972

ITALIA 3.995 5.859 907 477 11.238 1.073

*con riferimento alle destinazioni degli immobili confiscati vd. glossario

Fonte: elaborazioni su dati ANBSC

Beni immobili confiscati per destinazione* e per provincia (numero), 2012

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di 1.152.668.541 euro, evidenziando un notevole incremento rispetto al 2010, anno in cui il valore dei beni confiscati am-montava a 134.120.593 euro, poi salito a 932.068.165 euro nel 2011. Da inchieste e reportage giornalistici, sem-pre più numerosi negli ultimi anni, emerge un valore complessivo dei beni confiscati compreso tra 16 e 40 miliardi di euro.Al 31 dicembre 2012, secondo i dati forni-ti dall’ANBSC (Agenzia Nazionale dei Beni Sequestrati e Confiscati alla criminalità organizzata) i beni immobili confiscati de-finitivamente in Italia, risultano 11.238, concentrati per poco meno del 75% in 3 regioni: Sicilia, Calabria e Campania. In Sicilia risultano confiscati 4.892 beni, cor-rispondenti al 43,5% del totale.In Italia le aziende confiscate alla crimi-nalità organizzata, in forma definitiva, ri-sultano essere complessivamente 1.708, di cui il 40% (pari a 623) ubicate in Sicilia; segue la Campania, con 347 aziende confi-

Provincia In gestione Uscite dalla gestione Totale

Palermo 340 54 394

Catania 77 15 92

Trapani 35 5 40

Messina 28 0 28

Agrigento 31 0 31

Caltanissetta 12 5 17

Siracusa 8 3 11

Enna 7 2 9

Ragusa 0 1 1

SICILIA 538 85 623

ITALIA 1.211 497 1.708

Fonte: elaborazioni su dati ANBSC

scate, mentre emerge il ruolo non trascu-rabile della Lombardia, terza regione per numero di aziende confiscate. Andando a considerare gli immobili e le aziende con-fiscate in Sicilia, si osserva che tutte le

province sono interessate dal fenomeno, ma la provincia di Palermo è quella che da sola presenta il 66,3% dei beni immobili e il 63,2% delle aziende confiscate nell’iso-la (28,9% degli immobili e il 23,1% delle

Aziende confiscate per destinazione e per provincia (numero), 2012

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aziende a livello nazionale). Seguono la provincia di Catania (11% dei beni im-mobili e 14,8% delle aziende confiscate in Sicilia), Trapani (7,1% dei beni e 6,4% delle aziende), Messina (4,9% dei beni e 4,5% delle aziende), Agrigento e Calta-nissetta. Nelle restanti province (Siracu-sa, Enna e Ragusa) il numero dei beni e delle aziende confiscate è di gran lunga inferiore. Al 7 gennaio 2013, il totale degli immobili destinati e consegnati in Sicilia è di 2.096, il 42,8% di quelli confi-scati, mentre quelli ancora da destinare e/o consegnare sono ben 2.144 (pari al 43,8%); 182 sono invece gli immobili che risultano “usciti dalla gestione”. La gran-de mole degli immobili da destinare insie-me ai lunghi tempi di gestione, rappre-sentano dunque i problemi cruciali della gestione dei beni confiscati nell’isola.In particolare, il divario tra i beni im-mobili da consegnare (“in gestione” e dunque in amministrazione giudiziaria o “destinati non consegnati” ed esclu-

Numero %

Costruzioni 477 27,9

Commercio ingrosso-dettaglio, riparazione veicoli, beni personali, casa 471 27,6

Alberghi e ristoranti 173 10,1

Attività immobiliari, noleggio, informatica, ricerca servizi alle imprese 140 8,2

Agricoltura, caccia e silvicoltura 92 5,4

Altri servizi pubblici, sociali e personali 87 5,1

In corso di aggiornamento 76 4,4

Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni 69 4,0

Attività manifatturiere 36 2,1

Attività finanziarie 24 1,4

Estrazione di minerali 23 1,3

Sanità e assistenza sociale 19 1,1

Pesca, piscicoltura e servizi connessi 15 0,9

Produzione e distribuzione di energia elettrica, gas e acqua 6 0,4

Totale 1.708 100,0

Aziende confiscate in Italia per settore di attività, 2012

Fonte: elaborazioni su dati del Rapporto dell’Agenzia Nazionale dei Bendi Sequestrati e Confiscati alla criminalità organizzata, anno 2013

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dendo quelli “usciti dalla gestione”) e i beni immobili consegnati, assume valori notevoli nelle province di Caltanissetta (72,5% di beni da consegnare contro il 26,8% di beni consegnati), Catania (rispet-tivamente il 67,4% contro il 30%), Messi-na (66,1% contro il 29,3%) Enna (55,6% contro il 44,4%) e Palermo (54,4% contro il 41,6%), mentre nelle altre province il rapporto si rovescia a vantaggio dei beni immobili destinati e consegnati (93% con-tro il 7% nella provincia di Ragusa, 77,2% contro il 17,9% nella provincia di Trapani e 64,6% contro il 32,9% della provincia di Siracusa); nella provincia di Agrigento i due valori sono quasi equivalenti (49,3% di beni da consegnare contro il 47,3% di beni destinati e consegnati). La distribuzione delle aziende confiscate vede una maggiore concentrazione in pro-vincia di Palermo (63,2%), seguita dalla provincia di Catania (15,8%) e da quelle di Trapani (6,4%), Agrigento e Messina (rispettivamente 5% e 4,5% del totale re-

gionale). La maggior parte delle aziende ri-sulta gestita dall’Agenzia (86,4%), mentre 85 risultano uscite dalla gestione.Si tratta di dati che illustrano quanto sia difficile il percorso “virtuoso” dalla gestio-ne da parte della criminalità organizzata a quella statale dell’ANBSC fino alla definiti-va destinazione del bene. Per meglio definire gli aspetti relativi alla distribuzione delle aziende mafiose in Italia nei diversi settori di attività, sono stati presi in considerazione i risultati del rapporto “Gli investimenti delle ma-fie” (Progetto afferente al PON Sicurezza 2007-2013) avente come obiettivo princi-pale quello di analizzare le strategie d’inve-stimento delle organizzazioni criminali per individuare le “best practices” di riutilizzo dei beni confiscati. Il dettaglio provinciale delle aziende confiscate restituisce un qua-dro in cui il peso delle regioni del Sud è preponderante; tra le prime 20 province ad intensità mafiosa, vi sono 6 province siciliane che ragguagliano il 39,4% delle

Settori

Estrazione di minerali 45,2

Sanità ed assistenza sociale 5,3

Costruzioni 4,9

Alberghi e ristoranti 4,1

Fornitura energia elettrica, gas e acqua 3,8

Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni 3,3

Commercio all’ingrosso e al dettaglio; Ripara-zione di autoveicoli e motocicli 2,9

Altri servizi pubblici, sociali e personali 2,7

Attività finanziarie 2,1

Attività immobiliari, noleggio, informatica 1,8

Agricoltura, caccia e pesca 1,2

Attività Manifatturiere 0,5

Altro 0,1

Indice Sintetico di Concentrazione Settoriale (per 10.000 aziende registrate) a livello nazionale, 2012

Fonte: elaborazioni su dati Transcrime

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aziende confiscate tra il 1983 ed il 2012. Per quanto concerne il tipo di attività delle aziende confiscate, un elemento interes-sante è rappresentato dall’indice sintetico

di concentrazione settoriale (ISCS) delle aziende mafiose per settore, costruito rap-portando il numero di aziende confiscate al totale delle aziende registrate e che costi-

tuisce un valido indicatore dell’attrattività dei settori nei confronti delle organizzazio-ni criminali nonché una misura del “peso” delle aziende mafiose sull’economia legale

Settori AG CL CT ME PA TP

Estrazione di minerali 56,6 0,0 0,0 0,0 14,9 38,3

Sanità ed assistenza sociale 0,0 0,0 1,2 0,0 0,6 0,0

Costruzioni 5,4 2,5 3,4 2,0 4,8 3,6

Alberghi e ristoranti 0,0 0,0 2,2 0,8 0,9 0,6

Fornitura energia elettrica, gas e acqua 0,0 0,0 0,0 0,0 4,6 0,0

Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni 2,6 10,0 2,2 0,0 1,9 4,4

Commercio all’ingrosso e al dettaglio; Riparazione di autoveicoli e motocicli 0,3 0,7 0,7 1,5 0,7 0,9

Altri servizi pubblici, sociali e personali 0,0 0,0 1,1 3,0 0,5 0,8

Attività finanziarie 0,0 0,0 1,4 0,0 0,5 0,0

Attività immobiliari, noleggio, informatica 0,0 0,0 0,6 0,0 0,6 1,6

Agricoltura, caccia e pesca 0,8 1,0 0,7 0,4 0,5 0,2

Attività Manifatturiere 0,0 0,0 0,3 0,0 0,2 0,0

ISCS (per 10.000 aziende registrate) per le province siciliane tra le prime venti a livello nazionale, 2012

Fonte: elaborazioni su dati Transcrime

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locale. Quando l’ISCS è uguale a 1 signifi-ca che la percentuale di imprese mafiose confiscate in quel settore è in linea con la presenza del settore in quel territorio; valori dell’ISCS superiori ad 1 indicano che le aziende confiscate rappresentano una quota percentualmente più grande di quanto non sia presente quel settore in quel dato territorio. Considerando l’indice ISCS, il comparto che mostra i valori più alti è quello delle “Estrazioni”, sebbene in termini assoluti rappresenti appena l’1,3% delle imprese confiscate in Italia. Seguono il settore delle “Costruzioni”, quello della “Sanità e assistenza sociale” e quello de-gli “Alberghi e ristoranti”, che registrano tassi molto elevati, mentre il peso delle “At-tività commerciali”, di quelle “Immobiliari e di noleggio” risulta fortemente ridimen-sionato, sebbene comunque significativo. L’interesse delle organizzazioni mafiose per il settore delle estrazioni è interpreta-bile sulla base del ruolo strategico giocato dal settore sia nell’ambito delle costruzio-

ni, dato che costituisce il primo anello della catena nella produzione di calcestruzzo e di materiale per l’edilizia, sia nell’ambito dello smaltimento illegale di rifiuti, consi-derato il fatto che le cave possono essere riutilizzate anche per lo stoccaggio dei residui (soprattutto tossici) della produ-zione industriale. La lettura attraverso l’ISCS evidenzia un’alta correlazione delle aziende confiscate con i settori ad alta in-tensità di manodopera, con un basso livello tecnologico, ad alta specificità territoriale e con distribuzione capillare sul territo-rio (es. attività immobiliari, commercio al dettaglio o settore alberghiero). Traspare invece una certa riluttanza a investire in settori molto regolamentati o controllati (come il settore finanziario) o caratte-rizzati da alti costi di ingresso (come le attività manifatturiere). In tale contesto, il settore agricolo risulta tra quelli meno compromessi dall’incidenza del fenome-no mafioso, con valori dell’indice in linea con la partecipazione dello stesso settore

al complesso delle attività economiche del territorio italiano.Tra le prime venti province italiane a in-cidenza di aziende confiscate alla mafia, quelle a mostrare un valore maggiore dell’ISCS nel comparto agricolo sono quelle di Cosenza (2,1) e Reggio Calabria (1,2), mentre tra le province siciliane, quella che manifesta valori più elevati è Caltanissetta (1), seguita da Agrigento (0,8) e Catania (0,7). Dall’analisi delle ricerche e degli studi disponibili sul tema dei beni confiscati, emergono le problematiche legate al se-questro, alla confisca, all’assegnazione e alla destinazione dei beni; sebbene risulti in maniera evidente dai numeri in gioco, in continuo aumento, che sono stati com-piuti molti ed importanti passi in avanti, vi sono una serie di rilevanti criticità da risolvere in maniera tempestiva, vista l’importanza culturale e sociale, oltre che economica che riveste la tematica. In pri-mo luogo, emerge la presenza di situazioni

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legali, giudiziarie e culturali di contorno che, unite talvolta alla scarsa efficienza e lentezza delle pubbliche amministrazioni, rallentano il procedimento di riutilizzo del bene e spesso ne compromettono il valore. Infatti, sovente si determinano condizioni di stallo che dilatano enormemente la du-rata dell’iter di assegnazione e il bene che, al momento della confisca, era in buone condizioni arriva all’assegnazione in sta-to di abbandono o di degrado. Per quanto riguarda le aziende agricole, le maggiori

criticità si riscontrano sul fronte banca-rio, con il blocco e la revoca dei prestiti, che già nella fase del sequestro ostacolano l’attività aziendale. Un altro nodo critico è rappresentato dai rapporti con i clienti e i fornitori poiché, dopo il sequestro, i primi tendono a revocare le commesse e i secondi a chiedere di rientrare immedia-tamente dei loro crediti. Quando le aziende vengono riallocate nel circuito legale scon-tano il conseguente aumento dei costi di gestione dovuti, in parte, alla regolare fat-

turazione, ma anche alla regolarizzazione dei rapporti di lavoro e, più in generale, al cambiamento dei rapporti di forza con gli attori interni ed esterni alle aziende stesse. Inoltre, la carenza di risorse e spesso di competenze specifiche da parte degli amministratori e dell’autorità giudi-ziaria costituisce un ulteriore problema che concorre a rendere antieconomica la gestione dell’azienda, con non rari casi di cessazione delle attività e licenziamento dei lavoratori.

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Politica agricola regionale

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legislazione regionale in materia agricolaNel biennio 2012-2013 la Regione Siciliana ha emanato una serie di atti normativi in gran parte rivolti al contenimento e alla ra-zionalizzazione della spesa pubblica.In attesa dell’approvazione del bilancio del-la Regione per l’esercizio finanziario 2012 (approvato in data 9 maggio 2012 con la legge regionale n. 27), la legge regionale n. 5 del 03 gennaio 2012 ha autorizzato l’esercizio provvisorio e, nelle more della definizione dei processi di stabilizzazione previsti dalla legge regionale n. 24/2010 e dalla legge dello Stato n. 102/2009, ha autorizzato, altresì, la proroga di contratti a tempo determinato tra i quali quelli a fa-vore del personale dei Consorzi di Bonifica.Con la legge regionale n. 7 del 10 gennaio 2012 la Regione ha disposto la partecipa-zione alla sperimentazione dell’armonizza-zione dei bilanci prevista dall’articolo 36 del decreto legislativo n. 118 del 23 giugno 2011. Inoltre, al fine di razionalizzare la spesa pubblica regionale, ne ha avviato il monitoraggio con l’obiettivo di definire i

fabbisogni standard dei dipartimenti regio-nali e di evidenziare eventuali duplicazioni di strutture.Anche la legge regionale n. 9 del 16 gen-naio 2012 include misure volte al conte-nimento della spesa e, nello specifico, in materia di personale. Per il triennio 2015-2017, infatti, è prevista una riduzione an-nuale della dotazione organica pari al 50 per cento del personale di ruolo cessato dal rapporto di lavoro nel corso dell’anno precedente. Tale legge, inoltre, autorizza i Consorzi di Bonifica a porre in essere, nel rispetto dei limiti degli stanziamenti di bi-lancio, le garanzie occupazionali previste da precedenti leggi regionali.Ulteriori misure tese alla salvaguardia degli equilibri di bilancio e alla razionaliz-zazione della spesa sono contenute nella legge regionale n. 26 del 9 maggio 2012 che prevede, in particolare, una riduzione annuale del 20% per gli anni 2012-2014 delle spese correnti relative a consumi intermedi e a trasferimenti correnti, con

l’esclusione di quelle che riguardano il set-tore sanitario e gli enti locali. La percen-tuale di riduzione viene diminuita al 5% o al 10% per alcune tipologie di spesa ricon-ducibili per lo più alla gestione del patrimo-nio naturalistico e artistico-culturale. La L.R. 26/2012 contiene, altresì, interventi volti alla salvaguardia e alla crescita della produzione agricola. Tale norma prevede, infatti, il rafforzamento dell’azione di con-trasto alle frodi in campo agroalimentare e delle misure volte a garantire la difesa dei prodotti agricoli locali attraverso la verifica della provenienza, della tracciabi-lità e del rispetto della normativa vigente in tema di etichettatura. A questo scopo viene istituito nel bilancio della Regione un apposito fondo la cui dotazione per cia-scuno degli esercizi finanziari 2012, 2013 e 2014 è pari a 300.000 euro. A fianco di queste misure, inoltre, viene introdotto il sostegno alla creazione di aree dedicate alla vendita di prodotti agricoli e, nell’am-bito degli appalti per i servizi di ristorazio-

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ne collettiva rivolti a strutture pubbliche o convenzionate con la Regione, viene favori-to l’impiego dei prodotti agricoli di qualità e “a chilometro zero”.A proposito di quest’ultima categoria di prodotti, il decreto dell’Assessorato delle risorse agricole e alimentari n. 53 del 18 maggio 2012 disciplina i criteri e le moda-lità per l’istituzione del logo “SICILIA KM ZERO” così come previsto dall’articolo 8 della L.R. 25/2011 e dall’articolo 81 del de-creto legislativo n. 59 del 26 marzo 2010.In tema di pianificazione delle risorse fo-restali va segnalata l’approvazione, con decreto presidenziale n. 158 del 10 aprile 2012, del piano forestale 2009-2013, uno strumento di indirizzo, finalizzato alla pianificazione, alla programmazione e alla gestione del territorio forestale e agrofore-stale regionale, che colma la mancanza di orientamenti organici per la politica regio-nale di settore.Con il decreto dell’Assessorato delle ri-sorse agricole e alimentari n. 2729 del

10 agosto 2012 sono state approvate le modalità e le procedure per la concessio-ne dei contributi in conto capitale alle imprese agricole socie di cooperative o di società di capitali previsti dall’articolo 18 della legge regionale n. 6 del 14 maggio 2009. Lo scopo dell’intervento è quello di sostenere il rafforzamento patrimoniale delle cooperative e delle società di capitali attraverso contributi in conto capitale, da concedere in regime de minimis, destinati ai soci per consentire un miglioramento della struttura finanziaria e patrimoniale delle aziende.Con riferimento al 2013, la legge regiona-le n. 1 del 9 gennaio 2013 ha autorizzato l’esercizio provvisorio del bilancio, men-tre la legge di stabilità regionale, ovvero la legge regionale n. 9 del 15 maggio 2013, ha stabilito ulteriori disposizioni volte al contenimento della spesa relativa al per-sonale e alla valorizzazione delle risorse umane nel settore forestale (alle mansio-ni abituali ne vengono aggiunte altre quali

la tutela ambientale e la prevenzione del dissesto idrogeologico; la manutenzione di aree verdi pubbliche, di SIC e ZPS, di siti archeologici, ecc.). Un punto partico-larmente qualificante della norma attiene alla razionalizzazione delle strutture am-ministrative. In particolare, l’articolo 34 dispone, con effetto dal 1 gennaio 2014, la riorganizzazione dell’Assessorato re-gionale delle risorse agricole e alimentari che viene trasformato in Assessorato re-gionale dell’agricoltura, dello sviluppo ru-rale e della pesca mediterranea. I quattro dipartimenti - Interventi strutturali per l’agricoltura, Interventi infrastrutturali per l’agricoltura, Interventi per la pesca e Azienda regionale foreste demaniali – vengono sostituiti dal Dipartimento regio-nale dell’agricoltura, dal Dipartimento re-gionale dello sviluppo rurale e territoriale e dal Dipartimento regionale della pesca mediterranea mentre tutte le funzioni ed i compiti attribuiti all’Azienda regionale delle foreste demaniali e al Dipartimento

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regionale Azienda regionale foreste dema-niali sono trasferiti al Dipartimento regio-nale dello sviluppo rurale e territoriale.La stessa norma prevede, altresì, alcuni interventi per il miglioramento della zoo-tecnia. A questo scopo è prevista l’eroga-zione, nel triennio 2013-2015, di un con-tributo annuo di 2 milioni di euro a favore dell’Associazione regionale allevatori sici-liani (ARAS) per la realizzazione di pro-grammi destinati al miglioramento ed allo sviluppo della zootecnia siciliana nonché alla prevenzione, alla cura ed al controllo delle malattie diffusive del bestiame. Con la legge regionale n. 21 del 5 dicembre 2013, che contiene disposizioni finanziarie urgenti per l’anno 2013, all’ARAS viene al-tresì concesso, per l’esercizio finanziario 2013, un contributo di 1,5 milioni di euro per il miglioramento della zootecnia e per la tenuta dei libri genealogici ed i controlli funzionali del bestiame; viene autorizzata, inoltre, la concessione di un contributo di 200.000 euro agli allevamenti colpiti dalla

“blue tongue” al fine di consentire il ripri-stino dei livelli di produzione.Con la legge regionale n. 10 del 15 maggio 2013 è stato approvato il Bilancio di previ-sione per l’anno finanziario 2013 e il bilan-cio pluriennale per il triennio 2013-2015.Un provvedimento che desta un certo in-teresse tra gli operatori del settore è la legge regionale n. 19 del 18 novembre 2013 sulla tutela e la valorizzazione del-le risorse genetiche “Born in Sicily” per l’agricoltura e l’alimentazione, ossia le ri-sorse genetiche autoctone, in particolare quelle a rischio di erosione genetica, che abbiano un interesse agrario, forestale e zootecnico oltre che rilevanza economica, scientifica, ambientale e culturale. A que-sto scopo, viene istituito il Repertorio vo-lontario regionale delle risorse genetiche nel quale, a seguito delle proposte da parte di Enti e istituzioni scientifiche, enti pub-blici, associazioni, organizzazioni private e singoli cittadini e del successivo parere espresso da una Commissione tecnico-

scientifica, vengono iscritte specie, razze, varietà, popolazioni, cultivar, ecotipi e clo-ni. Con un apposito regolamento vengono stabiliti:• i criteri in base ai quali le risorse geneti-

che sono considerate a rischio di erosio-ne genetica;

• le modalità e le procedure per l’iscrizio-ne al Repertorio volontario regionale del-le risorse genetiche;

• le modalità di funzionamento della Com-missione tecnico-scientifica ed i criteri in base ai quali viene espresso parere sull’iscrizione e la cancellazione dal Re-pertorio volontario regionale;

• le modalità di funzionamento delle strut-ture per la conservazione ex situ e le modalità di affidamento delle attività di conservazione alle stesse;

• i criteri per il conferimento dell’incarico di conservazione in situ o on farm agli Agricoltori custodi, i compiti a essi de-mandati e le modalità di eventuali agevo-lazioni.

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È inoltre prevista l’adozione di un program-ma operativo annuale mediante il quale la Regione pianifica le attività relative:• allo studio e al censimento dell’agrobio-

diversità animale e vegetale presente sul territorio regionale;

• alle iniziative pubbliche e private mirate alla conservazione della biodiversità di interesse agrario e alla diffusione delle conoscenze e delle innovazioni per la va-lorizzazione e l’uso di prodotti autoctoni;

• alle azioni, che la Regione svolge di-

rettamente, mirate alla tutela, al mi-glioramento, alla moltiplicazione e alla valorizzazione delle risorse genetiche autoctone;

• a specifiche iniziative per incentivare gli agricoltori custodi.

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132

sPesa agricola regionaleDall’analisi dei dati INEA sulla spesa pubblica in agricoltura risulta che, nel quadriennio 2008-2011, il sostegno al settore agricolo in Sicilia ha raggiunto un ammontare complessivo pari in media

a 1.760 milioni di euro, dei quali il 75,8% (1.346 milioni di euro) è rappresentato da trasferimenti monetari di politica agraria e il 24,2% (414 milioni di euro) dalle age-volazioni contributive e fiscali concesse. Si

nota, nel periodo considerato, un trend in aumento dell’incidenza dei trasferimenti, con un incremento di oltre 16 punti per-centuali, a scapito delle agevolazioni. I principali soggetti attuatori sono la Re-

mln € % sul VA

SICILIA 1.026,4 36,2

Nord-ovest 501,7 9,4

Nord-est 560,6 7,9

Centro 188,6 4,2

Sud 762,1 10,4

Isole 1.286,1 34,1

ITALIA 3.299,1 11,7

Pagamenti al settore agricolo (bilancio regionale) e incidenza % sul valore aggiunto agricolo, 2011

Fonte: INEA - banca dati Spesa pubblica in agricoltura

Fondi comunitari

Fondi statali

Fondi regionali

26,1%

37,7%

36,2%

Distribuzione degli stanziamenti per origine dei fondi, media 2008-2011

Fonte: INEA - banca dati Spesa pubblica in agricoltura

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133

2008 2009 2010 2011 Media 2008-11

mln € % mln € % mln € % mln € % mln € %

Agea 433 28,1 686 41,9 523 30,6 809 37,6 613 34,6

Mipaaf/OOPPRR 44 2,9 45 2,8 40 2,4 37 1,7 42 2,4

Ministero attività produttive 14 0,9 8 0,5 11 0,6 7 0,3 10 0,6

ISMEA - Sviluppo Italia 6 0,4 2 0,1 0 0,0 0 0,0 2 0,1

Regione Siciliana 547 35,4 497 30,3 721 42,2 953 44,3 680 38,1

Totale trasferimenti 1.045 67,7 1.239 75,6 1.295 75,8 1.806 84,0 1.346 75,8

Credito d'imposta 0 0,0 0 0,0 0 0,0 0 0,0 0 0,0

IVA 6 0,4 6 0,3 6 0,4 6 0,3 6 0,3

Agevolazioni carburanti 51 3,3 54 3,3 51 3,0 56 2,6 53 3,0

Agevolazioni su Irpef 176 11,4 110 6,7 103 6,0 65 3,0 113 6,8

Agevolazioni su Ici 13 0,8 11 0,7 15 0,9 14 0,7 13 0,8

Agevolazioni Irap 14 0,9 14 0,9 14 0,8 14 0,7 14 0,8

Agevolazioni previdenziali e contributive 238 15,4 205 12,5 224 13,1 183 8,8 214 12,5

Totale agevolazioni 499 32,3 400 24,4 414 24,2 344 16,0 414 24,2

Totale complessivo 1.543 100,0 1.639 100,0 1.709 100,0 2.150 100,0 1.760 100,0

Consolidamento del sostegno al settore agricolo in Sicilia

Fonte: INEA - banca dati Spesa pubblica in agricoltura

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Finanziamenti agricoli per destinazione economico-funzionale (mln di euro), 2011

Fonte: INEA - banca dati Spesa pubblica in agricoltura

gione con una media di pagamento di 680 milioni di euro (38,1% dei trasferimenti) e l’Agea con 613 milioni di euro (34,6%). Nel 2011 il valore complessivo dei pagamenti per il settore agricolo, relativi al solo bi-lancio regionale, si è attestato su 1.026,4 milioni di euro, in aumento rispetto agli

anni precedenti. In aumento è risultata anche l’incidenza dei pagamenti al settore sul valore aggiunto della branca agricoltura, silvicoltura e pesca, attestatasi sul 36,2% contro l’11,7% a livello nazionale. Conside-rando l’origine degli stanziamenti a favore dell’agricoltura (media 2008/2011) si evi-

denzia un contributo piuttosto sostenuto da parte dei fondi statali (37,7%) e comunita-ri (36,2%), e più contenuto da parte della Regione (26,1%). Analizzando le diverse categorie della classificazione della banca dati INEA sulla spesa pubblica in agricoltu-ra, risulta che in Sicilia la componente più

0

100

200

300

400

500

Stanziamenti di competenza

Assistenzatecnicae ricerca

Infrastrutture Difesaidrogeologica

Altro

Impegni totali

Pagamenti totali

Promozionee marketing

Investimentiaziendali

Gestioned'impresa

Attivitàforestali

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135

0

30

60

90

120

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2009

2010

2011

Capacità d'impegno Capacità di spesa Capacità di pagamento

80 7586

99

67

85 8998

124

Indicatori di efficienza della spesa (valori %)

Fonte: INEA - banca dati Spesa pubblica in agricoltura

importante dei pagamenti totali nel 2011 è stata quella destinata alla “gestione d’im-presa” (45,5%), seguita dalle “attività fo-restali” (25,5%), dall’“assistenza tecnica e ricerca” (11,2%) e dalla “promozione e mar-keting” (8,9%). L’incidenza dei pagamenti per “investimenti aziendali” si è attestata sul 6,6%.La performance della spesa può essere os-servata attraverso alcuni indici, quali la capacità di impegno (incidenza % degli im-pegni sugli stanziamenti di competenza), la capacità di spesa (incidenza % dei pagamen-ti sugli stanziamenti di competenza) e la capacità di pagamento (incidenza % dei pa-gamenti effettuati nell’anno sugli impegni).

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136

I contributi del primo pilastro della PAC (aiuti diretti e interventi sul mercato) sostenuti nell’ambito del FEAGA nel 2012 ammontano, in Sicilia, complessivamente a 294 milioni di euro, pari al 6,5% della quota nazionale. Il Regime di pagamento

unico (RPU) costituisce la voce di spesa più rilevante del I Pilastro con un valore di 207 milioni di euro (il 70% delle risor-se regionali del I Pilastro), su un totale di aiuti diretti pari a 229 milioni di euro. Il sostegno per l’articolo 68 del Reg. (CE)

73/2009 nel 2012 si è attestato su 19 mi-lioni di euro. La spesa per gli interventi sui mercati agricoli ammonta a 66 milioni di euro, che rappresentano l’8,5% del totale nazionale e il 22% della spesa del I Pilastro in Sicilia.

Pac in sicilia: i Pilastro

2012 2011 Variazione % 2012/11Sicilia Italia Sicilia Italia Sicilia Italia

Interventi sui mercati agricoli 66 771 88 819 -9,1 -5,8

Vitivinicolo 52 351 67 409 -22,5 -14,1

Ortofrutticolo 12 239 20 250 -41,2 -4,4

Programmi alimentari 1 85 0 69 - 22.5

Altro 1 96 1 91 0 5,4

Aiuti diretti 229 3.507 305 4.019 -24,7 -12,7

Aiuti diretti disaccoppiati (RPU) 207 3.130 260 3.422 -20,3 -8,5

Sostegno specifico (art. 68) 19 342 33 347 -42,1 -1,6

Altri aiuti diretti 3 35 12 250 -74,6 -86,0

Totale complessivo I pilastro 294 4.279 393 4.838 -24,9 -11,6

Pagamenti I Pilastro (mln euro)

Fonte: INEA - banca dati Spesa pubblica in agricoltura

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137

Va evidenziato che, rispetto al 2011, vi è stata una riduzione media dei trasferi-menti pari al 24,9% contro l’11,6 del dato nazionale.Per quanto riguarda gli interventi sui mer-cati agricoli, anche nel 2012 il comparto maggiormente coinvolto è stato quello vi-tivinicolo (79% del totale degli interventi sui mercati, in calo del 22,5% rispetto al 2011).

La voce di spesa più importante degli in-terventi è rappresentata dalla ristruttura-zione e riconversione dei vigneti che, dal 2000 ad oggi ha consentito di ammoderna-re una buona parte della superficie viticola regionale (quasi il 40%).La misura vendemmia verde per la campa-gna 2012-2013 non è stata attivata. I dati sugli aiuti erogati nelle tre campagne pre-cedenti, comprese tra il 2009 e il 2012, mo-

strano un importo complessivo di oltre 41 milioni di euro, dei quali quasi 22 milioni relativi alla sola campagna 2010-2011, per una superficie interessata di 13.295 ettari, ed esprimono il disagio di un comparto tra i più importanti per l’economia agricola dell’isola.Nel 2012 anche la misura arricchimento mo-sti non è stata attivata. Nel triennio 2009-2011 la stessa ha ragguagliato un importo

annoDomande (n.) Superficie (Ha) Importo (€)

Richieste Pagate Richiesta Pagata Richiesto Pagato

2009 1.141 1.069 3.057,65 2.766,89 27.224.243,74 24.877.865,53

2010 373 353 1.251,41 1.198,38 11.542.741,20 10.751.190,33

2011 1.326 1.244 3.235,73 3.054,16 30.170.910,30 28.401.888,90

2012 948 869 2.620,56 2.382,01 24.189.771,05 21.836.184,89

2013 966 945 2.391,43 2.366,07 22.021.681,01 21.858.894,06

OCM Vino - Misura ristrutturazione e riconversione vigneti

Fonte: elaborazioni su dati Regione Siciliana - Assessorato dell’agricoltura, dello sviluppo rurale e della pesca mediterranea

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138

Campagna Domande (n.) Superficie richiesta (Ha)

Superficie viticola pagata (Ha) Importo pagato (€)Tavola DOC IGT TOTALE

2009-2010 3.117 9.176,52 3.431,40 199,28 5.191,42 8.822,10 14.371.087,50

2010-2011 4.516 13.904,19 4.696,77 301,93 8.295,85 13.294,56 21.751.980,73

2011-2012 1.205 3.158,78 337,01 183,95 2.428,12 2.949,09 5.001.230,74

OCM Vino - Misura vendemmia verde

Fonte: Assessorato dell’agricoltura, dello sviluppo rurale e della pesca mediterranea

OCM Vino - Investimenti

Campagna Progetti annuali (n.) Importo pagato (€)

Richieste anticipi biennali

(n.)

Importo pagato anticipi biennali

(€)

Richieste saldi biennali (€)

Importo pagato saldi biennali (€) Totale anno (€)

2011-2012 19 2.193.003,00 28 2.782.737,00 4.975.740,00

2012-2013 31 5.662.249,00 53 15.507.044,00 21.169.293,00

Totale 50 7.855.252,00 2.782.737,00 53 15.507.044,00 26.145.033,00

Fonte: Assessorato dell’agricoltura, dello sviluppo rurale e della pesca mediterraneaa

complessivo di 7,3 milioni di euro.La misura investimenti, rivolta ad interventi a favore della trasformazione e commercia-

lizzazione, nelle ultime due campagne (2011-2013) ha comportato pagamenti per un im-porto complessivo di 26 milioni di euro.

Per la promozione nei paesi extra CE l’impor-to erogato dall’OCM vino, per la campagna 2011-2012, è stato pari a 4.975.741 euro.

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Anno Domande (N.) Mosto concentrato (hl)

Mosto concentrato rettificato (hl) Importo pagato (€)

2009 28 3.232,81 36.876,63 4.499.058,83

2010 16 2.129,00 16.778,28 2.016.186,44

2011 10 1.552,00 6.841,03 838.245,73

Totale 7.353.491,00

OCM Vino - Arricchimento mosti

Fonte: Assessorato dell’agricoltura, dello sviluppo rurale e della pesca mediterranea

I pagamenti per l’OCM Ortofrutta nel 2012 hanno raggiunto complessivamente 18,3 milioni di euro e hanno riguardato 45 OP, mentre per il comparto olivicolo hanno rag-guagliato 2,6 milioni di euro a favore di 17 OP per interventi di “Miglioramento dell’impatto ambientale in olivicoltura” e di “Miglioramen-to della qualità della produzione di olio d’oliva e delle olive da tavola”. I pagamenti per l’OCM Apicoltura, che preve-de azioni dirette a migliorare la produzione e commercializzazione del miele, nella campa-gna 2013/2014, sono stati di 397.426 euro.

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140

Pac in sicilia: ii PilastroIl Programma di Sviluppo Rurale (PSR) del-la Sicilia, approvato con Decisione Comuni-taria ai sensi del Reg. (CE) 1698/2005, ha l’obiettivo di “migliorare la competitività e l’attrattività delle zone rurali della regione come luogo in cui investire, lavorare, cre-are nuovi e migliori posti di lavoro nonché vivere con uguali opportunità rispetto ad altre zone”. Come di seguito evidenziato, il Programma si articola in tre Assi strate-gici e in un quarto di natura metodologica, che viene attuato, sulle misure dell’Asse 3, secondo l’approccio LEADER attraverso i Gruppi di Azione Locale (GAL).• Asse 1 “Miglioramento della competitivi-

tà del settore agricolo e forestale”;• Asse 2 “Miglioramento dell’ambiente e

dello spazio rurale”;• Asse 3 “Qualità della vita nelle zone

rurali e diversificazione dell’economia rurale”;

• Asse 4 “Attuazione dell’approccio LEA-DER”.

Secondo le indagini del valutatore indipen-

dente del PSR, realizzate nell’ambito di un approfondimento tematico sulle misure rivolte ai giovani, sono 5.435 gli impren-ditori agricoli con età inferiore a 40 anni che hanno beneficiato del sostegno del Pro-gramma. Essi rappresentano il 20,5% dei

giovani conduttori agricoli (26.395 sogget-ti) rilevati in Sicilia con il 6° Censimento Generale dell’Agricoltura dell’ISTAT. Si evi-denzia, inoltre, che su un totale di 21.965 domande di aiuto da parte di imprese agri-cole, ben il 39,2% è riconducibile a giovani

Attuazione PSR Sicilia 2007-2013 al 31 dicembre 2013 (mln di euro)

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100

200

300

400

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1000

Programmato

Speso

Asse 3Asse 2Asse 1 Asse 4 Assistenzatecnica

Fonte: elaborazioni su dati Regione Siciliana - Assessorato dell’agricoltura, dello sviluppo rurale e della pesca mediterranea

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141

MisureImprese agricole beneficiarie del PSR Imprese agricole giovani beneficiarie del PSR

Imprese individuali Imprese associate Totale Imprese giovani % su imprese bene-ficiarie

% sul totale imprese giovani

112 1.284 369 1.653 1.653 100,0 19,2

114 1.862 188 2.050 890 43,4 10,3

121 2.220 329 2.549 1.481 58,1 17,2

132 2.388 145 2.533 932 36,8 10,8

211 2.628 179 2.807 963 34,3 11,2

212 745 65 810 274 33,8 3,2

213 641 59 700 224 32,0 2,6

214 5.967 603 6.570 1.686 25,7 19,6

216 1.365 73 1.438 227 15,8 2,6

221 181 10 191 63 33,0 0,7

311 281 75 356 132 37,1 1,5

312 87 65 152 74 48,7 0,9

Altre 58 98 156 19 12,2 0,2

Totale 19.707 2.258 21.965 8.618 39,2 100,0

Domande di aiuto del PRS da parte di imprese agricole per misura e incidenza giovani, 2012

Fonte: elaborazioni su dati Agriconsulting – Regione Siciliana

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142

imprenditori con età inferiore a 40 anni. Oltre il 50% di questi giovani aderisce a due o più misure, anche grazie alle combi-nazioni di interventi previste dal “Pacchet-to giovani”.Al 31 dicembre 2013, il PSR della Sicilia ha attivato tutte le 32 misure previste. Come nelle annualità precedenti, nell’ultimo qua-drimestre del 2013 il PSR ha conseguito una forte accelerazione della spesa, supe-rando con ampio margine (+15,3 milioni

di euro) il livello minimo (167,3 milioni di euro) di quota del Fondo Europeo di Svi-luppo Rurale (FEASR) previsto per l’anno al fine di evitare il disimpegno automatico delle risorse finanziarie europee.Considerato il periodo 2007-2013, l’avan-zamento finanziario ha raggiunto, grazie all’ottima performance dell’Asse 2, il 64,0% della spesa totale programmata (pari a cir-ca 2.172,4 milioni di euro, come da piano finanziario del PSR Sicilia 2007-2013 v6).

Nel complesso, considerato l’insieme delle spese ordinarie e quelle sostenute con le risorse supplementari dell’Health Check (HC) e del Recovery Plan (RP), sono sta-ti erogati oltre 1.389,7 milioni di euro di spesa pubblica certificata (quota statale + regionale + FEASR); mentre i pagamenti dell’anno ammontano a 316,4 milioni di euro. In merito alla sola quota FEASR, a partire dall’inizio della programmazione sino a di-

Assi Stato + Regione FEASR Totale speso Totale programmato Avanzamento sul totale programmato (%)

Asse 1 284.448.874,46 226.483.220,61 510.932.095,07 861.858.379 59,3

Asse 2 210.809.900,09 541.529.482,37 752.339.382,46 927.453.393 81,1

Asse 3 41.878.710,93 56.719.351,16 98.598.062,09 238.183.099 41,4

Asse 4 7.801.617,92 10.773.662,88 18.575.280,80 120.121.206 15,5

Assistenza Tecnica 2.996.405,77 6.287.963,38 9.284.369,15 24.770.155 37,5

Totale 547.935.509,17 841.793.680,40 1.389.729.189,57 2.172.386.232 64,0

Lo stato di attuazione del PSR Sicilia 2007-2013 al 31 dicembre 2013 (euro)

Fonte: elaborazioni su dati Regione Siciliana - Assessorato dell’agricoltura, dello sviluppo rurale e della pesca mediterranea

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Assi Stato + Regione FEASR Totale speso Totale programmato Avanzamento sul totale programmato (%)

Asse 2 5.789.029,64 8.683.544,46 14.472.574,10 25.571.667,00 56,6

Asse 3 4.612.298,80 6.918.448,20 11.530.747,00 25.408.334,00 45,4

Totale 10.401.328,44 15.601.992,66 26.003.321,10 50.980.001,00 51,0

Attuazione PSR Sicilia 2007-2013 al 31 dicembre 2013. Risorse HC e RP (mln di euro)

Fonte: elaborazioni su dati Regione Siciliana - Assessorato dell’agricoltura, dello sviluppo rurale e della pesca mediterranea

cembre 2013 sono stati erogati oltre 841,7 milioni di euro, di cui il 21,7% nell’anno 2013. La quota FEASR rappresenta il 60,5% del totale speso.I dati di spesa pubblica cumulata al 2013 indicano l’elevato impatto che ha avuto l’Asse 2 sull’attuazione finanziaria del PSR. L’azione di traino esercitata dall’As-se appare evidente, in particolare, nel

confronto tra quanto speso a consuntivo e quanto programmato.L’analisi dell’avanzamento della spesa pubblica cumulata al 2013 delle risorse HC e RP evidenzia un palese recupero dell’As-se 2, dovuto principalmente all’attivazio-ne della misura 213 “Indennità Natura 2000”, con 6,3 milioni di euro di pagamen-ti nel corso dell’anno. Rispetto all’anno

precedente, invece, è rimasta invariata la performance di spesa dell’Asse 3 e, in particolare, della sottomisura 321/B “Reti tecnologiche di informazione e comunica-zione (ICT)”. Infatti, la capacità di spesa degli interventi RP per la realizzazione di infrastrutture di banda larga nelle aree rurali in digital divide è rimasta ferma al 45,4%.

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sViluPPo locale

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leaDer in sicilia nel 2007/2013L’Asse 4 “Attuazione dell’approccio Leader” del Programma di Sviluppo Rurale Sicilia 2007-2013 si pone l’obiettivo di rafforza-re la capacità progettuale e di governance locale attraverso la realizzazione di alcuni interventi finalizzati al miglioramento del-la qualità della vita nelle zone rurali e alla diversificazione delle attività economiche. Scopo ultimo è la creazione e il consolida-mento delle opportunità occupazionali e la riduzione del fenomeno di abbandono delle aree rurali. Nell’ambito di tale Asse, la progettazione e la realizzazione di interventi per lo svilup-po locale sono affidati a Gruppi di Azione Locale (GAL), ossia a partenariati pubbli-co/privati aggregati, rappresentativi delle diverse realtà socio-economiche del territo-rio e, in particolare, dei settori interessati dalla strategia di sviluppo locale prevista e illustrata in appositi Piani di Sviluppo Locale (PSL). Nell’ambito dell’Asse 4 sono state attiva-te la Misura 431 “Gestione dei Gruppi di

Carta dei GAL finanziati nell’ambito del PSR Sicilia 2007/2013

Fonte: Regione Siciliana, Assessorato dell’agricoltura, dello sviluppo rurale e della pesca mediterranea

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Denominazione GALProvincia

TotaleTP PA ME AG CL EN CT RG SR

I.S.C. Madonie - 29 - - 2 2 - - - 33

Peloritani: terre dei miti e della bellezza - - 46 - - - - - - 46

Terre dell’Etna e dell’Alcantara - - 4 - - - 16 - - 20

Kalat - - - - 1 - 11 - - 12

Terre del Nisseno - - - - 16 - - - - 16

Sicani - 7 - 25 - - - - - 32

Natiblei - - - - - - 4 3 8 15

Golfo di Castellammare 1 6 - - - - - - - 7

Metropoliest - 14 - - - - - - - 14

Rocca di Cerere - - - - 1 15 - - - 16

Terre Normanne - 18 - - - - - - - 18

Leader Sicilia Centro Meridionale - - - 10 - - - - - 10

Elimos 14 - - - - - - - - 14

Etna - - - - - 2 8 - - 10

Eloro - - - - - - - - 5 5

Isole di Sicilia 2 1 4 1 - - - - - 8

Nebrodi Plus - - 44 - - - - - - 44

GAL finanziati nell’ambito del PSR Sicilia 2007/2013 – numero dei Comuni e distribuzione per provincia

Fonte: elaborazioni su dati Regione Siciliana - Assessorato dell’agricoltura, dello sviluppo rurale e della pesca mediterranea

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Denominazione GAL Importo quota pubblica (€)

PSL Misura 431 Misura 413

Elimos 5.434.176,00 905.696,00 4.528.480,00

Eloro 4.920.000,00 820.000,00 4.100.000,00

Etna 6.245.479,80 1.040.913,30 5.204.566,50

Golfo di Castellammare 5.583.960,00 930.660,00 4.653.300,00

I.S.C. Madonie 6.620.950,00 940.250,00 5.680.700,00

Isole di Sicilia 4.000.000,00 666.667,00 3.333.333,00

Kalat 6.532.896,00 1.088.816,00 5.444.080,00

Leader Sicilia Centro Meridionale 7.196.880,00 1.199.480,00 5.997.400,00

Metropoliest 6.798.336,00 1.133.056,00 5.665.280,00

Natiblei 5.043.600,01 840.600,00 4.203.000,01

Nebrodi Plus 7.607.860,30 1.287.258,33 6.320.601,97

Peloritani: terre dei miti e della bellezza 6.254.580,00 1.042.430,00 5.212.150,00

Rocca di Cerere 6.947.328,00 1.157.888,00 5.789.440,00

Sicani 6.646.608,00 1.107.768,00 5.538.840,00

Terre del Nisseno 6.503.400,00 1.082.516,00 5.420.884,00

Terre dell’Etna e dell’Alcantara 7.111.680,00 1.185.280,00 5.926.400,00Terre Normanne 7.047.120,00 1.174.520,00 5.872.600,00

Fonte: elaborazioni su dati Regione Siciliana - Assessorato dell’agricoltura, dello sviluppo rurale e della pesca mediterranea

Dati finanziari dei Piani di Sviluppo Locale approvati, 2014Azione Locale, acquisizione di competenze e animazione”, la Misura 413 “Attuazione di strategie di sviluppo locale - Qualità della vita/diversificazione” e, successivamente, la Misura 421 “Cooperazione interterrito-riale, interregionale, transnazionale”.I GAL finanziati nell’ambito del PSR Sici-lia 2007/2013 sono 17 (D.D.G. n. 589 del 16/06/2010 e D.D.G. del 20/10/2011).Ogni GAL è dotato di un Ufficio di Piano composto almeno da:• un responsabile di piano (RdP), con fun-

zioni di coordinamento e direzione delle attività del GAL, che sia responsabile delle attività di monitoraggio e funga da supporto tecnico per l’attività dell’Orga-no decisionale;

• un responsabile amministrativo e finan-ziario (RAF), con funzioni di segretario dell’Organo decisionale del GAL e di responsabile della corretta e regolare applicazione delle procedure e del con-trollo della spesa;

• una struttura tecnico-amministrativa-

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Denominazione GAL

Importo quo-ta pubblica Misura 413

(€)

Interventi di attuazione, tramite approccio Leader, delle Misure 312, 313, 321, 322 e 323 dell’Asse 3 del PSR Sicilia 2007/2013 Azioni aggiuntive

a regia GAL (n.)

importo quota pubblica (€)

a bando (n.)

importo quota pubblica (€)

a regia GAL (n.)

a bando (n.)

importo quota pubblica (€)

Elimos 4.528.480,00 5 678.480,00 5 3.450.000,00 1 - 400.000,00Eloro 4.100.000,00 - - 7 4.100.000,00 - - -Etna 5.204.566,50 3 336.483,28 4 4.868.083,22 - - -Golfo di Castellammare 4.653.300,00 8 150.000,00 6 4.503.300,00 - - -I.S.C. Madonie 5.680.700,00 3 297.000,00 3 4.906.305,85 - 1 477.394,15Isole di Sicilia 3.333.333,00 2 342.500,00 5 2.990.833,25 - - -Kalat 5.444.080,00 2 650.000,00 6 4.394.080,00 1 - 400.000,00Leader Sicilia Centro Meridionale 5.997.400,00 3 439.376,00 3 5.558.024,00 - - -Metropoliest 5.665.280,00 1 260.704,00 8 5.000.000,00 - 1 325.000,00Natiblei 4.203.000,01 2 406.242,25 2 3.796.757,76 - - -Nebrodi Plus 6.320.601,97 2 272.218,97 4 6.048.383,00 - - -Peloritani: terre dei miti e della bellezza 5.212.150,00 - - 4 4.300.000,00 - - -Rocca di Cerere 5.789.440,00 1 200.000,00 9 5.589.440,00 - - -Sicani 5.538.840,00 - - 5 4.724.877,95 - 1 813.392,05Terre del Nisseno 5.420.884,00 1 40.000,00 7 5.380.884,00 - - -Terre dell’Etna e dell’Alcantara 5.926.400,00 2 345.968,13 4 5.580.431,87 - - -Terre Normanne 5.872.600,00 2 245.000,00 4 5.627.600,00 - - -

Dati finanziari afferenti alla Misura 413 distinti per tipologia di interventi e modalità di attuazione, 2014

Fonte: elaborazioni su dati Regione Siciliana - Assessorato dell’agricoltura, dello sviluppo rurale e della pesca mediterranea

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GAL Capofila Titolo del progetto Importo del progetto (€) Cooperazione

interterritoriale transnazionale

Nebrodi Plus Su. Art. 500.000,00 X

Elimos Social Market 499.990,00 X

Rocca di Cerere La campagna curri 500.000,00 X

Terre Normanne Il buon gusto Mediterraneo 500.000,00 X

Terre del Nisseno Patos 489.300,00 X

Isole di Sicilia Le vie dell’acqua e dell’aria 500.000,00 X

Elenco provvisorio dei progetti di cooperazione interterritoriale e transnazionale ammissibili a finanziamento, 2014

Fonte: elaborazioni su dati Regione Siciliana - Assessorato dell’agricoltura, dello sviluppo rurale e della pesca mediterranea

finanziaria, composta da almeno 3 ri-sorse e avente, tra le altre, funzioni di segreteria operativa del GAL, di anima-zione territoriale e di supporto tecnico alle attività svolte sia dal GAL che dai beneficiari finali.

Attraverso l’approccio Leader ai GAL è stata data l’opportunità di attivare, anche

parzialmente (singole azioni) le misure dell’Asse 3 “Qualità della vita nelle zone rurali e diversificazione dell’economia ru-rale”, di seguito elencate:• 312 “Sostegno alla creazione e allo svi-

luppo di microimprese”;• 313 “Incentivazione di attività turisti-

che”;

• 321 “Servizi essenziali per l’economia e la popolazione rurale”;

• 322 “Sviluppo e rinnovamento dei villaggi”;• 323 “Tutela e riqualificazione del patrimo-

nio rurale”;nonché altre azioni concorrenti al raggiun-gimento degli obiettivi dell’Asse (c.d. “azioni aggiuntive”).

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I PSL si fondano su aspetti peculiari del territorio e puntano sulla messa in rete e sulla valorizzazione delle eccellenze e del-le risorse locali, nonché sulla soluzione di problemi specifici, anche attraverso l’intro-duzione di attività innovative. Gli interventi previsti nei Piani possono essere attuati:• “a regia GAL”, ossia direttamente dal

GAL tramite risorse e personale proprio, e/o “a regia in convenzione”, ossia affi-dando apposito incarico a soggetti terzi, nel caso in cui gli interventi presentino caratteristiche di spiccata specificità;

• “a bando”, ossia affidando la progetta-

zione e la realizzazione dell’intervento a soggetti diversi dal GAL.

Dall’analisi dell’attuazione dei PSL si evin-ce che a fronte di oltre 120 interventi pre-visti 86 sono stati attivati tramite bandi pubblici, e di questi 19 con manifestazione di interesse. Con riguardo alla Misura 421 “Coope-razione interterritoriale, interregiona-le, transnazionale”, nel settembre del 2013 è stato approvato il bando per la selezione dei progetti (D.D.G. n. 955 del 20/09/2013). Per i progetti di cooperazione interterri-toriale è stato richiesto un partenariato

di almeno 3 GAL appartenenti alla Regio-ne Siciliana e di almeno 1 GAL non appar-tenente alla Sicilia in qualità di partner senza cofinanziamento. Per progetti di co-operazione transnazionale è stata richie-sta la presenza contemporanea di almeno 3 GAL siciliani, dei quali uno assume la qualifica di unico soggetto beneficiario e responsabile nei confronti dell’Autorità di Gestione del PSR.Entro il 31/12/2013, termine ultimo previsto dal bando, sono stati presentati 12 progetti di cooperazione e di questi 6 sono risultati ammissibili a finanziamen-to (D.D.G. n. 1387 del 13/05/2014).

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Distretti ProDuttiVi, rurali e agroalimentari In Sicilia i distretti produttivi, rurali e agroalimentari sono oggetto di diversa disciplina e si attestano su diversi livelli di attuazione. Infatti, nel corso degli ulti-mi anni hanno trovato concreta attuazio-ne soltanto i distretti produttivi, mentre i distretti rurali sono stati esclusiva-mente definiti a livello normativo e per quelli agroalimentari sono stati determi-nati disciplina e modalità di attuazione dei relativi interventi.Con riguardo ai distretti produttivi, l’art. 56 della L.R. n. 17 del 28/12/2004, in-tegrato dall’art. 15 della L.R. n. 20 del 22/12/2005, dispone che l’Assessore re-gionale alla Cooperazione, al Commercio, all’Artigianato e alla Pesca, (oggi Attività produttive), al fine di promuovere lo svi-luppo del sistema produttivo, adotta con proprio decreto le modalità e i criteri per il loro riconoscimento (D.A. n. 152 del 01/12/2005, modificato con D.A. n. 179/12S del 06/02/2008).Il distretto produttivo, quale forma pri-

vilegiata di sviluppo localizzato, rappre-senta un importante strumento di gover-nance territoriale e settoriale in grado di conferire alle imprese maggiore compe-titività. Alla formazione di un distretto possono concorrere:• enti locali territoriali, autonomie fun-

zionali, istituzioni pubbliche e private riconosciute e attive nel campo dell’i-struzione e della formazione profes-sionale, Università e la Regione Sici-liana;

• imprese con sede, anche operativa, nel territorio regionale;

• associazioni di categoria;• enti ed associazioni pubblici e privati,

consorzi, fondazioni, aziende speciali, società a partecipazione pubblica, che svolgono attività nell’ambito della pro-mozione, della ricerca dell’innovazio-ne, finalizzate allo sviluppo del siste-ma produttivo;

• associazioni non formalizzate, come le associazioni temporanee di imprese

(A.T.I.), le associazioni temporanee di imprese ed enti (A.T.I.E.), le associa-zioni permanenti di imprese (A.P.I.) e le associazioni permanenti di imprese ed enti (A.P.I.E.).

La capacità del sistema di imprese e isti-tuzioni locali di sviluppare una proget-tualità strategica “si esprime in un Patto per lo sviluppo del distretto, conforme agli strumenti legislativi e programma-tori regionali vigenti”. I requisiti minimi per l’individuazione dei distretti produttivi sono indicati dall’art. 56 della L.R. n. 17/2004 e sono stati ulteriormente precisati e integrati dall’art. 3 del D.A. n. 152/2005, modifi-cato dal D.A. n. 179/2008, come si evin-ce dalla tabella. Il Patto di sviluppo distrettuale “è un documento programmatico, di durata triennale, che evidenzia i contenuti delle azioni che il distretto propone di attuare per lo sviluppo della propria realtà pro-duttiva”.

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La valutazione dei Patti di Sviluppo Di-strettuale avviene sulla base di criteri espressamente definiti (art. 8 del D.A. n. 152, integrato dal D.A. n. 17), quali:• grado di completezza della filiera ver-

ticale;• grado di innovatività delle azioni pro-

poste dal Patto, comprovato da ori-

ginalità dei prodotti e/o dei processi produttivi;

• numerosità (oltre la soglia di ammis-sibilità) e concentrazione territoriale delle imprese aderenti al distretto;

• conformità agli strumenti legislativi e programmatori regionali vigenti e livello di integrazione con tutte le

iniziative per lo sviluppo del territo-rio previste dai programmi di svilup-po locale (ASI, PIT, Patti territoriali, Contratti d’area, Leader e altri stru-menti di programmazione negoziata) e di internazionalizzazione dell’econo-mia siciliana, nonché con le strategie territoriali dei programmi regionali

requisiti previsti dall’art. 56, comma secondo, L.R. n. 17 del 28/12/2004

requisiti previsti dall’art. 3 del D.A. n. 152 del 01/12/2005, modificato dal D.A. n. 179/12S del 06/02/2008

connotarsi come filiera produttiva verticale o orizzontale, possibilmente anche con eventuali dislocazioni in aree transnazionali caratterizzate da vantaggi localizzativi e competitivi

numero di imprese artigiane e piccole e medie imprese non inferiore a 150

numero di imprese, non inferiore a 50, operanti in aree che già presentino elevata densità imprenditoriale, anche in sistemi di specializzazione integrata come i consorzi di imprese

numero di addetti complessivo non inferiore a 150

elevato grado di integrazione produttiva e di servizio (ex art. 56 L.R.) documentabile dall'analisi organizzativa delle catene di fornitura riscontrabile per almeno un terzo delle imprese aderenti al patto e desumibile sulla base della dichiarazione effettuate dai soggetti proponenti (ex art. 3 D.A.)

saper esprimere capacità di innovazione, comprovata dalla presenza di imprese leader nei singoli settori

saper esprimere capacità di innovazione tecnologica, comprovata dai relativi processi di produzione o dalla presenza di imprese leader nei singoli settori, nonché dalla presenza di istituzioni formative specifiche o centri di documentazione sulla cultura locale del prodotto e del lavoro

Requisiti per il riconoscimento di distretti produttivi

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Patti di Sviluppo Distrettualeammessi con D.A. n. 546 del 16/03/2007 ammessi con D.A. n. 611 del 27/12/2011 ammessi con D.A. 184 del 24/07/20131. Distretto regionale dei lapidei di pregio (TP) 1. Distretto Produttivo Avicolo (RG) 1. Distretto Produttivo dell’Alluminio e Settori Collegati (RG) 2. CO.S.VA.P. Distretto produttivo della pesca industriale (TP) 2. Distretto Produttivo Arancia di Ribera (AG) 2. Distretto Nautico del Mediterraneo (PA) 3. Ortofrutticolo di qualità del Val di Noto (SR) 3. Distretto Produttivo Eda – Eco Domus (AG) 3. Distretto Produttivo del Benessere Termale (ME)4. Distretto produttivo Etna Valley Catania (CT) 4. Distretto Produttivo del Ficodindia del Calatino del Sud Simeto (CT)5. Distretto Produttivo dell’Arancia Rossa (CT) 5. Distretto Produttivo Lattierio Caseario (RG)6. Olivicolo Sicilia Terre d’Occidente (TP) 6. Dolce Siciliano (ME)7. Distretto della Ceramica di Caltagirone (CT) 7. Distretto Produttivo del Legno e dei Complementi d’Arredo (CT)8. Vitivinicolo della Sicilia Occidentale (TP) 8. Patto della Filiera della Carne Bovina (PA)9. Orticolo del Sud Est Sicilia (RG)10. Distretto produttivo della Meccanica (SR)11. Distretto Unico Regionale Cerali- SWB (EN)12. Distretto Produttivo della Nautica da Diporto (PA)13.Distretto Nautico dei due Mari (ME) 14. Distretto Produttivo Vitivinicolo Siciliano (PA)15. Distretto produttivo della Pietra Lavica (CT)16. Distretto Produttivo delle Ceramiche Siciliane (ME)17. Distretto dell’Uva da tavola Siciliana – IGP Mazzarrone (CT)18. Meccatronica (PA)19. Distretto Produttivo Sicilia Orientale- Filiera del Tessile (CT)20. Distretto regionale della Plastica (SR) 21. Distretto della filiera della Pesca e del Pescaturismo – Sicilia (TP)22. Distretto Produttivo della Logistica (PA)23. Distretto del florovivaismo siciliano (ME)

Patti di sviluppo distrettuale ammessi dal 2007 ad 2014

Fonte: elaborazioni su dati Regione Siciliana - Assessorato dell’agricoltura, dello sviluppo rurale e della pesca mediterranea

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finanziate dall’UE e dal Fondo Aree Sottoutilizzate (FAS);

• la presenza, all’interno del Patto, di aziende in una posizione di leadership nazionale o regionale nel settore di ri-ferimento;

• numero di brevetti registrati dalle im-prese sottoscrittrici del Patto;

• l’esistenza di marchi di qualità dei prodotti già registrati o in via di regi-strazione all’interno del Distretto;

• la presenza, all’interno del Patto, di istituzioni formative specifiche o di centri di documentazione sulla cultu-ra locale del prodotto e del lavoro.

Nel 2007 sono stati ammessi i primi 23 Patti di Sviluppo Distrettuale (D.A. n. 546 del 16/03/2007); ulteriori 8 Patti sono stati ammessi nel 2011 (D.A. n. 611 del 27/12/2011) e gli ultimi 3 nel 2013 (D.A. n. 184 del 24/07/2013).In Sicilia attualmente risultano ricono-sciuti 19 distretti produttivi, 9 dei quali sono stati rinnovati tra il 2011 e il 2013.

Dei 19 distretti riconosciuti, 9 distretti afferiscono al settore agroalimentare e della pesca, e in particolare 2 riguarda-no il comparto ortofrutticolo (Agrumi di Sicilia, Ficodindia del Calatino Sud Sime-to), 2 quello zootecnico (Avicolo, Carne bovina), 1 il settore cerealicolo (Distret-to Unico Regionale dei Cereali - SWB), 1 il florovivaistico (Florovivaismo Sici-liano), 1 il lattiero-caseario, 1 il settore ittico (Pesca Industriale - COSVAP) e 1 quello dolciario (Dolce Sicilia). Alcuni dei suddetti distretti, nel rispetto di quanto stabilito all’art. 6, commi 5 e 6, del D.A. n. 152/2005 e s.m.i., nasco-no dalla unificazione di diversi Patti di Sviluppo afferenti al medesimo settore, come nel caso del Distretto Dolce Sicilia che accorpa in sé il Distretto Produttivo Taormina Etna Filiera dell’Arte Pastic-cera, il Distretto del Dolce Tipico Sici-liano e il Distretto del Cannolo Siciliano.La distribuzione territoriale dei distret-ti denota come la partecipazione ad

essi sia più affermata nei Comuni della provincia di Catania (coinvolti in 12 di-stretti), seguita dalle province di Mes-sina, Palermo, Ragusa e Siracusa (i cui Comuni partecipano a 9 distretti).I distretti produttivi che registrano la più alta partecipazione di aziende priva-te sono il distretto produttivo Dolce Si-cilia, con 294 aziende concentrate tra le province di Catania (82), Agrigento (48) e Palermo (42), e il distretto produttivo lattiero-caseario, con 254 aziende ubi-cate prevalentemente nelle province di Ragusa (95), Agrigento (77) e Palermo (65). Seguono i distretti produttivi Car-ne bovina, con 118 aziende distribuite tra le province di Palermo (63) ed Enna (51), Pesca industriale – COSVAP, con 104 aziende quasi tutte con sede ope-rativa in provincia di Palermo (84), e Agrumi di Sicilia, con 103 aziende ubi-cate prevalentemente in provincia di Catania (51).Per quanto riguarda i distretti rurali e

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Denominazione Tipologia/ comparto

Area interessata

Province interessate

Soggetto capofila Partenariato N. Comuni

coinvoltiAtto di

riconoscimento

Agrumi di Sicilia

Ortofrutticoloarea centrale e sud

orientale della SiciliaCatania, Siracusa, Enna

Consorzio Distretto Produttivo Arancia Rossa – S.C.a r.l.

Enti locali, Provincia, Associazioni di categoria, Asso-ciazioni, Università di CT, Centri di ricerca regionali, Eurispes, Consorzi di tutela, GAL, Imprese private

11D.A. n. 614 del 27 DIC 2011, modifica-to con D.A. n. 894 del 18/09/2012 e

D.A. n. 174 del 17/07/2013

Avicolo Zootecnicoarea sud orientale

della SiciliaRagusa e Siracusa -

Ente locale, Provincia, Associazioni di categoria, Con-sorzi di ricerca regionali, Consorzio Universitario di RG, IRIPA Sicilia, Associazioni, Consorzi, Imprese private

1 D.A. n. 743 del 22/03/2012

AlluminioIndustria

dell’alluminioarea centrale e sud

orientale della SiciliaRagusa, Siracusa Catania e Enna

Consorzio per l’Area di Sviluppo Industriale di

Ragusa Imprese private - D.A. n. 360 del 30/01/2014

Benessere Termale

Termalearea occidentale e

orientale della SiciliaAgrigento, Catania,

Messina, Palermo, TrapaniComune di

Alì Terme (ME)Enti locali, Consorzio di promozione turistica Val

d’Agrò, Imprese private10 D.A. n. 361 del 30/01/2014

Carne bovina Zootecnico aree interne Palermo

Associazione Distretto Produttivo sulla “Filiera delle carni bovine delle aree interne di Sicilia”

Enti locali, Ente Parco delle Madonie, Consorzi di ricerca regionali, Parco Scientifico e Tecnologico,

Associazioni, Imprese private25 D.A. n. 744 del 22/03/2012

Cereali - SWB Cerealicolointero

territorio regionaleEnna

Società Consortile a r.l. Distretto Unico regionale

Cereali - SWB

Associazioni di categoria, Centri di ricerca, Enti di formazione, Imprese private

- D.A. 195/12S del 06 Febbraio 2008

Dolce Sicilia Dolciariointero

territorio regionaleMessina, Palermo, Siracusa e Catania

-Associazioni di categoria,

CNA di ME e PA, FEAPI, Imprese private- D.A. n. 746 del 22/03/2012

Distretti produttivi riconosciuti in Sicilia ad aprile 2014

segue

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157

Denominazione Tipologia/ comparto

Area interessata

Province interessate

Soggetto capofila Partenariato N. Comuni

coinvoltiAtto di

riconoscimento

Eda - EcoDomusEdilizia e

fonti energetiche rinnovabili

area occidentale e sud orientale della Sicilia

Agrigento, Siracusa, Calta-nissetta, Catania, Ragusa,

Trapani e Palermo

Ordine degli Architetti della Provincia di

AgrigentoIstituto di credito, Imprese private - D.A. n. 745 del 22/03/2012

Etna ValleyIndustria - ITC

Hi Techarea occidentale e sud orientale della Sicilia

Agrigento, Siracusa, Calta-nissetta, Catania, Ragusa,

Trapani e Palermo

Ordine degli Architetti della Provincia di

AgrigentoIstituto di credito, Imprese private - D.A. n. 745 del 22/03/2012

Ficodindia del Calatino Sud Simeto

Ortofrutticoloarea centrale della Sicilia

Enna e Caltanissetta

Agenzia di Sviluppo Integrato s.p.a

Enti locali, Assessorato regionale dell’agricoltura - U.O. Caltagirone, Associazioni di categoria, Consorzi di tutela, Istituto di credito, Slow food, Istituti di

formazione, Imprese private

10 D.A. n. 786 del 20/04/2012

Florovivaismo Siciliano Florovivaisticointero

territorio regionaleMessina e Catania -

Enti locali, Provincia, CCIAA di ME, Associazioni di categoria, Ordine degli Agronomi di ME, Associazioni,

Imprese private3

D.A. n. 183 del 06/02/2008, riproposto con D.A. n. 836 del

17/07/2012 e integrato con D.A. n. 111 del 22/05/2013

Lapidei di PregioArtigianato industriale

Trapani e Ragusa

Trapani e Ragusa -Associazioni di categoria, Parco Scientifico e

Tecnologico della Sicilia, Imprese private-

D.A. 195/12S del 06/02/2008, rinnovato con D.A. n. 835 del

17/07/2012 e integrato con D.A. n. 05 del 14/01/2013

Lattiero-Caseario Lattiero- Caseariointero

territorio regionalePalermo, Agrigento,

Caltanissetta, RagusaProvincia

Regionale di Ragusa

Assessorato regionale dell’agricoltura – U.O. Modica, Enti locali, Provincia, Università di PA, Consorzio

Universitario di RG, Consorzi di ricerca regionali, Enti di formazione, GAL, ARISE, Associazioni di categoria, Consorzi, Associazioni, CCIAA di RG, Imprese private

3D.A. n. 787 del 20/04/2012, integra-

to con D.A. n. 173 del 17/07/2013

segue

>> segue

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158

Denominazione Tipologia/ comparto

Area interessata

Province interessate

Soggetto capofila Partenariato N. Comuni

coinvoltiAtto di

riconoscimento

Legno e Componenti di arredo

Artigianato industriale

area centro-orientale della provincia di

CataniaCatania - Imprese private - D.A. n. 742 del 22/03/2012

MeccanicaIndustriaw Meccanica

area sud orientale della Sicilia

Siracusa, Catania, Ragusa, Messina e Caltanissetta

- Consorzi, Imprese private - D.A. n. 186 del 06/02/2008

MeccatronicaIndustria

Meccatronicaintero

territorio regionale

Palermo, Agrigento, Calta-nissetta, Catania, Messina,

Ragusa, Siracusa-

Associazioni di categoria, Ordine degli Ingegneri di PA, Associazioni, Consorzi, Imprese private

-D.A. n. 198 del 06/02/2008, rinnovato con D.A. n. 615 del

27/12/2012

Nautico del Mediterraneo

Industria - Nauticaintero territorio

regionale

Palermo, Messina, Catania, Siracusa, Ragusa, Agrigento

e Trapani-

Provincia, Autorità Portuale di PA, Associazioni di categoria, Università degli Studi di PA, CCIAA di PA,

Associazioni, Consorzi, Imprese private- D.A. n. 359 del 30/01/2014

Pesca Industriale - COSVAP

ItticoSicilia Occidentale e costa nord-africana

(Libia e Tunisia)Trapani e Palermo -

Lega Navale Italiana, Centri di ricerca regionali, Istituto Zooprofilattico Sperimentale Sicilia, CNR, Con-federazioni sindacali, Enti di formazione, Associazioni,

Imprese private

- D.A. n. 182/12S del 06/02/2008

Pietra Lavica dell’EtnaArtigianato industriale

area dominata dal vulcano Etna

Catania - Enti locali, Provincia di CT, Imprese private 2D.A. n. 200 del 06/02/2008, rinnovato con D.A. n. 895 del

18/09/2012

Fonte: elaborazioni su dati Regione Siciliana - Assessorato dell’agricoltura, dello sviluppo rurale e della pesca mediterranea

>> segue

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agroalimentari di qualità, la loro indivi-duazione è affidata alle regioni in base all’art. 13 del decreto legislativo n. 228 del 18 maggio 2001, che detta norme sull’orientamento e la modernizzazione del settore agricolo.In particolare, i distretti rurali sono de-finiti come “sistemi produttivi locali […] caratterizzati da un’identità storica e territoriale omogenea derivante dall’in-tegrazione fra attività agricole e altre attività locali, nonché dalla produzione di beni o servizi di particolare specifici-tà, coerenti con le tradizioni e le voca-zioni naturali e territoriali”. I distretti agroalimentari di qualità, invece, sono definiti come “sistemi produttivi locali, anche a carattere interregionale, carat-terizzati da significativa presenza eco-nomica e da interrelazione e interdipen-denza produttiva delle imprese agricole e agroalimentari, nonché da una o più produzioni certificate e tutelate ai sensi della vigente normativa comunitaria o

Sicilia CentraleSicilia OccidentaleSicilia Orientale

Trapani

Palermo

Agrigento

Caltanissetta

Enna

Catania

Messina

Ragusa

Siracusa

0 2 4 6 8 10 12

Distretti produttivi per provincia e area geografica

Fonte: elaborazioni su dati Regione Siciliana - Assessorato dell’agricoltura, dello sviluppo rurale e della pesca mediterranea

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160

nazionale, oppure da produzioni tradi-zionali o tipiche”.A tal proposito, va precisato che per i di-stretti rurali non è stata prevista alcuna disciplina specifica, mentre per i distret-ti agroalimentari la Regione Siciliana,

con L.R. n. 20 del 22/12/2005 recante “misure per la competitività del sistema produttivo”, ha dato mandato all’Asses-sorato regionale per l’agricoltura e per le foreste (oggi dell’agricoltura, dello sviluppo rurale e della pesca mediter-

ranea), di individuare modalità e criteri esclusivamente per il riconoscimento dei “distretti produttivi agroalimentari di comparto imperniati su un processo produttivo o su prodotti affini”. Ogni Distretto Agroalimentare di Quali-

Denominazione TP PA ME AG CL EN CT RG SR Totale

Agrumi di Sicilia - 2 2 27 1 - 51 - 20 103

Avicolo 1 - - - - - 2 51 7 61

Carne bovina - 63 4 - - 51 - - - 118

Cereali - SWB 1 1 1 - 1 20 26 - 3 53

Dolce Sicilia - 42 47 48 - 17 82 24 34 294

Ficodindia del Calatino Sud Simeto - - - - 22 18 12 2 1 55

Florovivaismo Siciliano 1 - 75 - 1 - 13 1 - 91

Lattiero-Caseario 4 65 - 77 11 - - 95 2 254

Pesca Industriale - COSVAP 84 6 - 10 1 - 2 - 1 104

Distretti produttivi agricoli e della pesca: numero di aziende per distretto e distribuzione per provincia

Fonte: elaborazioni su dati Regione Siciliana - Assessorato dell’agricoltura, dello sviluppo rurale e della pesca mediterranea

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tà può operare nell’ambito di uno o più prodotti e/o processi produttivi relativi

ad una sola delle filiere di seguito elen-cate, eccezion fatta per gli investimenti

infrastrutturali per i quali possono esse-re proposte azioni comuni a più filiere.

Filiere nelle quali devono operare i Distretti Agroalimentari di Qualità

Filiere Prodotti

filiera agrumicola arancia rossa, arancia bionda, limone, mandarini e agrumi minori

filiera vitivinicola vino rosso, vino bianco, vino rosé, vini liquorosi, vini spumanti, frizzanti, grappe

filiera carni carni bovine, suine, ovi-caprine, equine, cunicole, da allevamenti minori

filiera cerealicola pasta, pane, altri prodotti da forno

filiera apicola miele e derivati

filiera frutticola uva, ficodindia, frutta fresca, frutta secca, piccoli frutti

filiera lattiero casearia latte bovino, latte asinino, latte caprino, formaggi vaccini e bufalini, formaggi ovi-caprini

filiera olivicolo-oleicola olio, oliva da mensa

filiera orticola pomodoro, patata novella, carota, peperone, carciofo, altri ortaggi

filiera delle proteaginose legumi per alimentazione umana

filiera piante officinali frassino da manna, piante medicinali, aromatiche e cosmetiche

filiera di produzioni soggette a disciplina tecnica biologico, integrato, ecc.

Fonte: Regione Sicilia - D.A. n. 99092 del 18/005/2006

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glossario

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Agricoltura biologica:Sistema di gestione sostenibile dell’agri-coltura per ottenere prodotti e alimenti di qualità nel rispetto dell’ambiente e della salute umana, ai sensi del Reg. (CE) n. 834/2007. Non prevede l’uso di fitofarmaci e fertilizzanti di sinte-si, diserbanti, fitoregolatori, organismi geneticamente modificati, antibiotici e ormoni negli allevamenti zootecnici.

Agriturismo:Rappresenta la più diffusa attività a valenza multifunzionale per le imprese agricole. Oltre a ricezione e ospitalità, rientrano fra le attività agrituristiche anche quelle ricreative, culturali e di-dattiche, di pratica sportiva, nonché escursionistiche e di ippoturismo, la de-gustazione e vendita di prodotti azien-dali. I pasti e le bevande somministrati devono essere costituiti prevalentemen-te da prodotti dell’azienda o da aziende della zona, con preferenza per i prodotti

tipici, di qualità (DOP e IGP) e tradizio-nali.

Attività secondarie:Per attività secondaria va intesa sia quella effettuata nell’ambito della branca di atti-vità agricola e quindi non separabile, vale a dire agriturismo, trasformazione del latte, frutta e carne, sia quella esercitata da al-tre branche d’attività economiche nell’am-bito delle coltivazioni e degli allevamenti (per esempio da imprese commerciali).

Capacità d’impegno: Valore risultante dal rapporto tra gli impe-gni e gli stanziamenti di competenza. Veri-fica l’effettiva capacità di impegno dell’am-ministrazione a valutare l’attendibilità delle previsioni di competenza.

Capacità di spesa: Rapporto tra i pagamenti e gli stanziamen-ti di competenza. Esprime la capacità di effettivo utilizzo delle risorse disponibili.

Capacità di pagamento:Rapporto tra i pagamenti realizzati in un anno e gli impegni assunti.

Conduttore:Responsabile giuridico ed economico dell’a-zienda. Può essere una persona fisica, una società o un Ente pubblico. Nel caso di colonia parziaria appoderata (mezzadria) come con-duttore di azienda è considerato il mezzadro. Nel caso di soccida quale conduttore di azien-da è considerato il soccidante.

Consumi intermedi: Valore dei beni e dei servizi consumati quali input in un processo di produzione, escluso il capitale fisso il cui consumo è registrato come ammortamento. Derivano dalla som-ma dei costi specifici (inclusi i reimpieghi) e dei costi generali di produzione (costi non attribuibili specificatamente ad una singola produzione, quali manutenzioni ordinarie, energia, acqua, assicurazioni, utenze, ecc.) sostenuti nell’anno contabile di riferimento.

glossario

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Contributi alla produzione: Trasferimenti correnti che le ammini-strazioni pubbliche effettuano a favore dei produttori. Vengono classificati in: “Contributi ai prodotti”, “Altri contributi alla produzione” e “Contributi per altre attività economiche”. Con l’entrata in vigore nel 2005 della riforma della PAC e l’introduzione del pagamento unico per azienda è stata rivista la classificazione degli aiuti che prima confluivano nel prez-zo base. Ora, solo la categoria “Contributi ai prodotti” rientra nella valutazione del prezzo base.

DOC - Denominazione di Origine Controllata: È assegnata ai vini prodotti in zone deli-mitate (piccole e medie dimensioni) di cui portano il loro nome geografico.

DOCG - Denominazione di Origine Controlla-ta e Garantita:È assegnata ai vini di particolare pregio qualitativo, di notorietà nazionale e in-

ternazionale pro Agricoltura biologica:Sistema di gestione sostenibile dell’agri-coltura per ottenere prodotti e alimenti di qualità nel rispetto dell’ambiente e del-la salute umana, ai sensi del Reg. (CE) n. 834/2007. Non prevede l’uso di fitofarmaci e fertilizzanti di sintesi, diserbanti, fitore-golatori, organismi geneticamente modifi-cati, antibiotici e ormoni negli allevamenti zootecnici.

DOP - Denominazione di Origine Pro-tetta: È assegnata ad un prodotto agricolo o alimentare originario di una regione, di un luogo determinato o, in casi ec-cezionali, di un paese, ai sensi del rego-lamento (CE) n. 510/2006, quando “le caratteristiche sono dovute essenzial-mente o esclusivamente ad un particola-re ambiente geografico, inclusi i fattori naturali e umani, e la cui produzione, trasformazione ed elaborazione avven-gono nella zona geografica delimitata”.

Extracomunitari soggiornanti:Cittadini stranieri extracomunitari in pos-sesso di carta di soggiorno, ovvero di per-messo di soggiorno per motivi di lavoro (subordinato o autonomo) o per motivi fa-miliari (familiari in regola con il soggiorno).

Famiglia del conduttore: L’insieme delle persone legate da vincoli di matrimonio, parentela, affinità, adozione, tutela o da vincoli affettivi, coabitanti con il conduttore dell’azienda agricola ed aventi dimora abituale nello stesso comune.

FEAGA - Fondo europeo agricolo di ga-ranzia: Creato nel settembre 2005 e operativo dall’inizio del 2007 (subentrando alla se-zione “garanzia” del FEOGA) è destinato a cofinanziare varie operazioni, tra cui le esportazioni di prodotti agricoli verso i paesi terzi, le misure di intervento desti-nate a regolarizzare i mercati agricoli, i pagamenti diretti agli agricoltori.

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FEASR - Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale:Nasce dall’incrocio tra le sezioni “orien-tamento” e “garanzia” del FEOGA ed è finalizzato alla promozione dello svilup-po rurale attraverso il miglioramento della competitività dei settori agricolo e forestale, dell’ambiente e del paesaggio rurale, della qualità della vita e attra-verso la diversificazione dell’economia rurale.

Forze di lavoro:Comprendono le persone occupate e quel-le in cerca di occupazione (disoccupati, in cerca di prima occupazione e altre perso-ne in cerca di occupazione).

Grande distribuzione: L’impresa che possiede punti vendita operanti nella forma di supermercato, ipermercato, discount, grande magazzino, altra impresa specializzata di grande su-perficie.

Health Check (HC):È il cosiddetto processo di “valutazione dello stato di salute” della PAC attivato con lo sco-po di verificarne l’applicazione e di apportare eventuali nuove modifiche. Esso è stato adot-tato dalla UE con decisione del Consiglio del 20 novembre 2008 e ha prodotto importanti novità e un flusso di nuove risorse sia per il primo che per il secondo pilastro.

IGP - Indicazione Geografica Protetta: È assegnata a un prodotto agricolo o ali-mentare originario di una regione, di un luogo determinato o, in casi eccezionali, di un paese, ai sensi del regolamento (CE) n. 510/2006, quando “una determinata qualità, la reputazione o altre caratteri-stiche possono essere attribuiti all’origi-ne geografica e la cui produzione e/o tra-sformazione e/o elaborazione avvengono nell’area geografica delimitata”.

IGT - Indicazione Geografica Tipica: È assegnata ai vini le cui zone di pro-

duzione sono generalmente ampie e con disciplinare produttivo poco restrittivo. L’indicazione può essere accompagnata da altre menzioni (vitigno, tipologia eno-logica, ecc.).

Immobili confiscati, destinati e consegnati: Immobili che, con delibera del Consiglio direttivo dell’Agenzia Nazionale dei Beni Sequestrati e Confiscati alla criminalità or-ganizzata (ANBSC), sono stati destinati ad essere mantenuti a patrimonio dello Stato per finalità di giustizia, ordine pubblico e di protezione civile, ovvero destinati ad essere trasferiti a patrimonio indisponibile del Co-mune ove il bene è sito oppure al patrimonio della Provincia o della Regione. In tal caso, l’iter, dalla confisca alla riassegnazione, è stato completato, anche se non è certo che il progetto di riutilizzo sia già attivo.

Immobili confiscati, in gestione: Immobili le cui amministrazione e gestio-ne sono di competenza dell’Agenzia Nazio-

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nale dei Beni Sequestrati e Confiscati alla criminalità organizzata (ANBSC) in forza del decreto definitivo di confisca. In que-sta fase l’Agenzia Nazionale non ha anco-ra destinato l’immobile.

Immobili confiscati, destinati e non con-segnati: Immobili ai quali sono stati assegnati fi-nalità, uso e utilizzatore (associazioni, forze dell’ordine o gli stessi Comuni su cui quei beni ricadono) senza essere stati effettivamente consegnati al beneficiario. Si tratta, ad esempio di immobili occupati abusivamente, o gravati da ipoteche da parte di istituti bancari, ovvero in preca-rie condizioni e/o inagibili.

Immobili confiscati, usciti dalla gestione: Immobili non più oggetto di gestione ed am-ministrazione da parte dell’Agenzia Nazio-nale dei Beni Sequestrati e Confiscati alla criminalità organizzata (ANBSC). Le cause dell’uscita possono essere: la revoca della

confisca definitiva; le esecuzioni immobilia-ri; una vendita precedente al provvedimen-to di confisca definitivo; provvedimenti di espropriazione per pubblica utilità e/o de-molizioni; cessione al proprietario di quote dell’immobile non confiscate; acquisizione da parte del Demanio.

Immobili non confiscati in via autonoma: Immobili non più oggetto della gestione e amministrazione da parte dell’Agenzia Nazionale dei Beni Sequestrati e Confisca-ti alla criminalità organizzata (ANBSC). Si tratta di aziende cancellate dal Rea (Registro delle imprese e repertorio eco-nomico e amministrativo), aziende liqui-date, aziende la cui confisca definitiva è stata revocata, aziende vendute.

Impegno: Onere scaturente dalle obbligazioni pecu-niarie giuridicamente perfezionate. Gli im-pegni di spesa sono assunti con decreto del Dirigente competente per materia, nei limi-

ti degli stanziamenti di competenza iscritti nei pertinenti capitoli ad esso assegnati del bilancio gestionale in corso. L’atto di impegno costituisce accantonamento delle relative somme per le spese individuate e determina l’indisponibilità delle medesime per altri scopi.

Indice di vecchiaia:È il rapporto tra la popolazione di 65 anni e più e la popolazione di 0-14 anni, molti-plicato per 100.

Investimenti fissi lordi: Sono costituti dalle acquisizioni (al netto delle cessioni) di capitale fisso effettua-te dai produttori a cui si aggiungono gli incrementi di valore dei beni materiali non prodotti. Il capitale fisso consiste di beni materiali e immateriali prodotti destinati ad essere utilizzati nei proces-si produttivi per un periodo superiore ad un anno. (Sistema europeo dei conti, SEC 95).

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Ipermercato:Esercizio al dettaglio con superficie di vendi-ta superiore a 2.500 mq, suddiviso in reparti (alimentare e non alimentare), ciascuno dei quali aventi, rispettivamente, le caratteristi-che di supermercato e di grande magazzino.

Liquidazione: Verifica dell’esigibilità del credito, indivi-duazione del creditore e determinazione dell’esatto importo della somma da pagare. Manodopera extrafamiliare: Operai a tempo indeterminato, categorie speciali, impiegati, dirigenti, operai a tempo determinato e coloni impropri.

Manodopera familiare: Persone di 15 anni e più appartenenti alla famiglia del conduttore che svolgono lavoro agricolo nell’azienda.

Minimercato:Esercizio al dettaglio in sede fissa operan-

te nel campo alimentare con superficie di vendita che varia tra 200 e 399 mq e che presenta le medesime caratteristiche del supermercato.

Multifunzionalità:È un concetto che indica che un’attività eco-nomica può dare luogo a più prodotti congiunti e, in virtù di questo, può contribuire a rag-giungere contemporaneamente vari obiettivi sociali. Per l’agricoltura, si intende la nuova funzione non più legata soltanto alla produ-zione di cibo necessario all’alimentazione, ma anche alla fornitura di servizi, quali le attività legate all’agriturismo, la tutela e la protezione dell’ambiente e della biodiversità, la difesa del territorio e del paesaggio.

OCM - Organizzazione Comune di Mercato:È un insieme di misure che costituiscono un dispositivo che permette all’Unione eu-ropea di gestire il mercato di un determina-to prodotto agricolo (produzione e scambi). Lo scopo di tale gestione è quello di garan-

tire, agli agricoltori, uno sbocco per la loro produzione e la stabilità dei redditi e, ai consumatori, la sicurezza dell’approvvigio-namento a prezzi ragionevoli.

PAC - Politica agricola comune: Costituisce una delle più importanti poli-tiche dell’Unione Europea e si prefigge di incrementare la produttività dell’agricoltu-ra, assicurare un tenore di vita equo alla popolazione agricola, stabilizzare i merca-ti, garantire la sicurezza degli approvvigio-namenti e assicurare prezzi ragionevoli ai consumatori. Prevede misure di soste-gno al mercato, aiuti diretti ai produttori e misure di sostegno per lo sviluppo dell’agri-coltura e delle aree rurali.

Pagamento:Erogazione di denaro da parte della Tesore-ria che determina l’estinzione dell’obbliga-zione pecuniaria. Al pagamento delle spese provvede il tesoriere in base a mandati di pagamento legittimamente emessi.

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PIL - Prodotto interno lordo:È costituito dal valore complessivo dei beni e servizi prodotti all’interno di un paese, durante un determinato periodo di tempo (di solito un anno solare). Non comprende il valore dei beni e servizi intermedi.

PL - Produzione lorda: Valore delle produzioni delle colture e degli allevamenti e di altri prodotti aziendali; comprende: vendite, reimpieghi, autocon-sumi, variazioni delle scorte vive e del ma-gazzino, prodotti aziendali. A tale valore va sommato l’ammontare dei contributi pubbli-ci ricevuti da ciascuna azienda; la variabile così ottenuta misura quindi l’ammontare effettivo ricevuto dall’agricoltore per i pro-pri prodotti in accordo con il criterio del “prezzo di base” indicato nella metodologia del SEC95 (Sistema Europeo dei Conti).

PLV - Produzione lorda vendibile: Valore dei prodotti aziendali venduti, di quelli destinati all’autoconsumo, alla re-

munerazione dei salariati, alle immobiliz-zazioni; tiene conto delle variazioni delle giacenze di prodotti in magazzino. Per gli allevamenti, l’utile lordo, oltre che delle vendite e degli acquisti, tiene conto degli incrementi di valore registrati nell’eser-cizio per i capi destinati all’ingrasso e per quelli di allevamento che passano di categoria. La produzione vendibile com-prende anche le sopravvenienze attive (derivanti da crediti, portafoglio, debi-ti) e altre entrate aziendali tra le quali quelle derivanti da attività agrituristiche collegate all’azienda, dagli affitti attivi e dal noleggio di macchine aziendali (se occasionale), nonché i contributi pubblici percepiti dall’azienda per calamità, per sostegno agli oneri, per terreni presi in affitto, per contributi IVA attivi.

Primo pilastro della PAC: È la parte della Politica Agricola Comune che finanzia, attraverso il FEAGA, i paga-menti diretti agli agricoltori e le misure

di gestione dei mercati agricoli attuate nell’ambito delle OCM.

Produzione ai prezzi di base: Con il SEC 95 (Sistema Europeo dei Conti) vengono inclusi nella produzione i reimpieghi e gli scambi fra le aziende agricole, nonché i servizi annessi all’a-gricoltura. La valorizzazione della produ-zione viene effettuata al prezzo di base, cioè al prezzo ricevuto dal produttore per unità di prodotto, dedotte le imposte sul prodotto e inclusi tutti i contributi legati al prodotto stesso. Si escludono i contributi non commisurati ai prodotti.

Produzione di altri prodotti alimentari nca: Produzione di preparati per minestre e brodi, miele artificiale e caramello, con-centrati artificiali, alimenti preparati de-peribili come sandwich, lievito, estratti e succhi di pesci, crostacei o molluschi, succedanei del latte e del formaggio, derivati dalle uova, albume, uova in pol-

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vere o ricostituite, sgusciate eccetera, raffinazione e confezionamento del mie-le, estratti per liquori. Dalla classe sono escluse: produzione di alimenti preparati deperibili a base di frutta e verdure, pro-duzione di miele naturale, produzione di esaltatori di sapidità a base di glutam-mato, produzione di pizza confezionata, produzione di bevande alcoliche distilla-te, birra, vino e analcolici.

Protocollo di Kyoto:È un accordo internazionale per contrasta-re il riscaldamento globale: il trattato, di natura volontaria, è stato sottoscritto l’11 dicembre 1997 da più di 180 Paesi in occa-sione della Conferenza COP3 della Conven-zione quadro delle Nazioni Unite sui cam-biamenti climatici (UNFCCC). È entrato in vigore il 16 febbraio 2005 dopo la ratifica del Protocollo da parte della Russia.

PSR – Programma di Sviluppo Rurale:Programma da attuarsi a livello regionale,

per ciascun Stato membro, quale principale strumento di pianificazione del mondo ru-rale. Definisce le strategie, gli obiettivi e gli interventi per il settore agricolo, agro-industriale e forestale e per lo sviluppo rurale.

Recovery Plan (RP) – Piano europeo di ri-presa economica:Piano approvato dal Consiglio Europeo il 12 dicembre 2008 con lo scopo di contra-stare la crisi economica. Ha prodotto un flusso di risorse aggiuntivo e la necessità di una revisione dei documenti program-matori nell’ambito dello sviluppo rurale.

SAT – Superficie agricola totale:È l’area complessiva dei terreni dell’azien-da destinata a colture erbacee e/o legnose agrarie inclusi boschi e superficie agraria non utilizzata, nonché l’area occupata da parchi e giardini ornamentali, fabbricati, stagni e canali, situati entro il perimetro dei terreni che costituiscono l’azienda.

SAU - Superficie agricola utilizzata: È la superficie costituita dall’insieme dei seminativi, prati permanenti e pascoli, col-tivazioni legnose agrarie, orti familiari e castagneti da frutto.

Secondo pilastro della PAC: È la parte della Politica Agricola Comune che finanzia, attraverso il FEASR, le misu-re di sviluppo rurale.

Servizi connessi: Esercizio per conto terzi e noleggio di mez-zi e di macchine agricole con personale; raccolta, prima lavorazione (esclusa tra-sformazione), conservazione di prodotti agricoli e altre attività dei servizi connessi all’agricoltura svolti per conto terzi; siste-mazione di parchi, giardini e aiuole; attivi-tà dei servizi connessi all’allevamento del bestiame, esclusi i servizi veterinari.

SN - Saldo normalizzato: È dato dal rapporto percentuale tra il sal-

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do semplice (esportazioni - importazioni) e il volume di commercio (esportazioni + importazioni); varia tra -100 (assenza di esportazioni) e +100 (assenza di importa-zioni) e consente di confrontare la perfor-mance commerciale di aggregati di prodot-ti diversi e di diverso valore assoluto.

Supermercato:Esercizio al dettaglio operante nel campo alimentare, organizzato prevalentemente a libero servizio e con pagamento all’usci-ta, che dispone di una superficie di vendita superiore a 400 mq e di un vasto assor-timento di prodotti di largo consumo e in massima parte preconfezionati nonché, eventualmente, di alcuni articoli alimenta-ri di uso domestico corrente.

UBA – Unità bovine adulte:Unità di misura della consistenza di un allevamento che, rapportata alla SAU, con-sente di determinare la densità dell’alleva-mento stesso. La consistenza in UBA di un

allevamento si ottiene applicando al nume-ro dei capi presenti in azienda degli appo-siti coefficienti legati all’età ed alla specie degli animali (ad es. bovini di età superiore ai 2 anni: 1,00; bovini di età tra 6 mesi e 2 anni: 0,60; equini oltre 6 mesi: 1,00; su-ini da ingrasso: 0,40; scrofe e verri: 0,50; ovi-caprini: 0,15; galline ovaiole-100 capi: 1,30; polli da carne-100 capi: 0,80; galline da riproduzione-100 capi: 1,50; conigli-100 capi: 1,20).

UL - Unità di lavoro: Unità di analisi che quantifica in modo omogeneo il volume di lavoro svolto da coloro che partecipano, con diverse mo-dalità ed intensità di tempi, al processo di produzione di un paese, a prescindere dalla loro residenza. L’insieme delle uni-tà di lavoro è ottenuto dalla somma delle posizioni lavorative a tempo pieno e dal-le posizioni lavorative a tempo parziale (principali e secondarie), trasformate in unità a tempo pieno.

ULA - Unità di lavoro annuo: Rappresenta la quantità di lavoro prestato nell’anno da un occupato a tempo pieno Secon-do la definizione comunitaria, per le indagini strutturali l’ULA equivale al contributo di al-meno 2.200 ore/annuo per un lavoratore fa-miliare e di 1.800 ore/annuo per un salariato.

ULF - Unità di lavoro familiare: Unità di analisi che quantifica in modo omo-geneo il volume di lavoro svolto dalle perso-ne che lavorano in azienda e che non ricevo-no salario o stipendio ma sono remunerate attraverso il reddito che rimane alla fami-glia dallo svolgimento dell’attività agricola.

VA - Valore aggiunto: È il saldo tra la produzione e i consumi intermedi, in cui la produzione è valutata ai prezzi di base, cioè al netto delle impo-ste sui prodotti e al lordo dei contributi ai prodotti. La produzione valutata ai prezzi di base si differenzia da quella valutata al costo dei fattori: quest’ultima è al netto di

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tutte le imposte (sia quelle sui prodotti, sia le altre imposte sulla produzione) e al lordo di tutti i contributi (sia i contributi com-misurati al valore dei beni prodotti, sia gli altri contributi alla produzione).

Valori concatenati: Il concatenamento è il sistema di valuta-zione della produzione e dei prezzi in ter-mini reali. L’indice a catena considera le variazioni di prezzo o di volume non solo

nei valori assunti dalle variabili nell’an-no corrente e nell’anno base, ma anche rispetto all’andamento complessivo del fenomeno nell’intero intervallo tempora-le esaminato.

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Finito di stampare nel mese di settembre 2014

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l’agricoltura nella sicilia in cifre 2013

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Le attività delle Sedi Regionali dell’Istituto sono molteplici, dall’assistenza alle Regioni e agli altri enti locali, in parti-colare per l’attuazione, il monitoraggio e la valutazione delle politiche comunitarie (interventi strutturali, di mercato, sviluppo rurale, ecc.), per la produzione di fonti informative originali sul funzionamento delle imprese agricole (RICA) e sulle dinamiche di importanti fenomeni che investono il settore primario: irrigazione, foreste, immigrati, mercato fondiario, filiere agroalimentari, produzioni di qualità e biologiche, ecc. Ma una componente di rilievo è rappresentata anche dalle attività di ricerca che le sedi regionali assicurano per la realizzazione di indagini condotte dalla sede na-zionale dell’Ente e dalle collaborazioni attivate in partnership con il mondo della ricerca nazionale e internazionale.La produzione tecnica e scientifica delle Sedi Regionali spazia dai rapporti finalizzati alle esigenze di supporto alle decisioni delle istituzioni locali ai quaderni divulgativi sul sistema della conoscenza in agricoltura e sulla evoluzione e gli scenari di sviluppo agricolo e rurale. Le competenze e le esperienze accumulate in molte sedi consentono anche di sviluppare autonome attività di studio e di ricerca mirate a fornire contributi metodologici e un avanzamento delle conoscenze

Collana: Pubblicazioni Regionali

isBn 978-88-8145-424-2

L’AG

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NELLA

SICILIA

IN C

IFRE 2013

INEA

2014

REGIONE SICILIANAAss.to Reg.le dell’Agricoltura, dello Sviluppo

Rurale e della Pesca Mediterranea