Upload
others
View
2
Download
0
Embed Size (px)
Citation preview
Anno XX - Numero 208 Notiziario per i Soci Speciale Ottobre 2016
lala VoceVoce Cicloturistica Portogruarese
Randonnèe km 1200 “ SILK ROUTE 2016” Speciale Grandi Avventure
UZBEKISTAN di Giorgio Bozza
Q uante volte abbiamo
sentito parlare della
città di Samarcanda,
della via della seta e dei
vari conquistatori(Alessandro
Magno, Gengis Khan, Tamerla-
no) che hanno fatto la storia dell’
Asia Centrale e in particolare
dell’ Uzbekistan. Con l’organiz-
zazione della Randonnee “ SILK
ROUTE 2016” abbiamo potuto
finalmente percorrere in biciclet-
ta parte della via della seta e visi-
tare fugacemente le città di Sa-
marcanda e Bukhara. Sono 13 i
ciclisti che sono partiti alle 6 del
mattino di sabato 1 ottobre da
Tashkent e tra questi tre italiani
della Ciclotutristica Portogruare-
se (Diego Gallo, Francesco Pao-
lon , Giorgio Bozza). Il percorso
con una lunghezza di 1200 km,
da percorrere in un tempo massi-
mo di 90 ore, prevedeva il giro di
boa a Bukhara e il ritorno lungo
lo stesso percorso dell'andata.
Appena usciti dalla città ci siamo
immersi nella verde campagna
dove già alle prime ore del matti-
no erano al lavoro le donne dedi-
te alla raccolta del cotone e i ra-
gazzi con qualche adulto che
portavano le bestie al pascolo
(mucche, pecore e capre). Il no-
stro passaggio era salutato da tutti con gran-
de entusiasmo e curiosità che si manifestava
con il saluto da parte delle donne e le corse
dei ragazzi dai campi fino ai bordi della stra-
da. La prima parte del percorso che porta a
Samarcanda è costituita da una lunga strada
rettilinea che sembra non avere mai fine ai
cui lati si trovano spesso chioschi di bibite e
venditori di meloni e angurie. Si incontrano
inoltre innumerevoli carretti a due ruote trai-
nati da un asinello e guidati spesso da dei
ragazzini. In questa parte del percorso si è
formato un piccolo gruppo composto oltre
che da noi tre, da Oleg un medico russo e da
Magnus un giovane tedesco. Arriviamo a
Samarcanda verso le 21, con il buio della
sera, attraversando la via principale e ci fer-
miamo solo pochi minuti per alcune foto
rimandando al ritorno la possibilità di un
visita più approfondita alla città. Ci fermia-
mo al punto di controllo dove ceniamo e
dormiamo. Ripartiamo alle 5 del mattino con
l'obiettivo di arrivare a Bukhara prima dl
tramonto della sera in modo da poter visitare
il centro storico con la luce del sole. Questa
seconda parte del percorso si presenta subito
dopo pochi chilometri molto impegnativa a
causa delle condizioni del manto stradale. Ci
troviamo infatti a percorrere oltre 20 chilo-
metri su una strada completamente piena di
buche e di avvallamenti che oltre a costrin-
gerci ad andare piano e a mettere a dura pro-
va il nostro corpo ci fa temere per la tenuta
della nostra bicicletta. Lungo questa strada
inoltre ci sono continue interru-
zioni di corsie per cantieri di lavo-
ro di asfaltatura. Rispetto alla pri-
ma parte del percorso la strada
che da Samarcanda porta a Bu-
khara è una strada affollatissima.
E' una specie di autostrada, divisa
da una cordonata in cemento ogni
tanto interrotta per permettere il
passaggio delle persone da una
parte all'altra e alle macchine di
fare inversione di marcia. Una
strada caotica dove si vedono le
macchine sfrecciare veloci, la
gente e i bambini passare da una
parte all'altra della carreggiata, i
ragazzi e gli adulti (alle donne
non è permesso) correre con delle
biciclette datate sulla corsia di
emergenza, macchine che corrono
in retromarcia o anche controma-
no.E' lungo questa strada che
quando incontravamo dei ragazzi
in bicicletta questi incominciava-
no a gareggiare con noi felici di
stare al nostro fianco o di superar-
ci. Per fortuna il percorso era
leggermente in discesa e questo ci
ha permesso di potere essere a
Bukhara alle 17.30 con la luce del
sole e in tempo utile per una visita
alla città. Chiediamo ad un ragaz-
zino in bicicletta di portarci nel
centro storico e lui tutto eccitato
La Voce n. 208 Speciale Ottobre 2016 Pag.2
ci porta attraverso delle vie interne
nel cuore storico di Bukhara. Ormai
è quasi sera, la temperatura è ideale
e la luce del tramonto illumina ma-
gicamente la grande madrassa, le
moschee e i minareti vicino alla
piazza. Ci sediamo a margine del
piccolo laghetto per una foto e ci
godiamo per alcuni minuti questo
luogo incantevole intriso di magia
dove la storia racconta che si sono
consumate lotte di potere, guerre
religiose ma anche dove grandi ar-
chitetti hanno saputo costruire dei
veri capolavori. Da Bukhara ripar-
tiamo all'una di notte con l'obiettivo
di ritornare a Samarcanda a metà
pomeriggio in modo da potere visi-
tare la città. Il gruppo si è ridotto a
4 unità in quanto Magnus ha deciso
di partire assieme ad un inglese un
paio di ore prima. Alla prime luci
dell'alba però incomincia a soffiare
frontalmente un forte vento che
solleva tutta la polvere presente ai
lati della strada oscurando quasi
completamente la visibilità e co-
stringendoci a procedere faticosa-
mente a piccole velocità. Abbiamo
corso tutta la giornata con queste
raffiche di vento che ci hanno fatto
spendere una enorme quantità di
energie. Verso sera il vento è calato
leggermente ma si sono sommati i
problemi legati al fondo stradale
dell'ultima parte del percorso. Tutto
questo ha fatto si che siamo arrivati
a Sammarcanda alle ore 21.30 di
sera facendoci perdere la possibilità
di poterla vedere con la luce del
sole. Arrivati al controllo ci faccia-
mo una doccia e ceniamo. Sono
quasi le undici di sera e decido che
non posso avere fatto tutto questo
viaggio senza poter visitare la città.
Cerco di convincere Francesco e
Diego a fare un giro ma sono troppo
stanchi e decidono di andare a ripo-
sare. Allora convinco un ragazzo
dell'organizzazione ad accompagnarmi e con
un taxi incominciamo un bellissimo tour not-
turno. La prima fermata e al Registan che è
una grande piazza circondata da tre madrasse
gigantesche, costruite con mattoni colorati e
ricoperte da cupole blu. L'accesso di sera è
interdetto al pubblico ma il ragazzo che mi
accompagna parla con le guardie e mi permet-
tono di accedere per fare alcune foto. La guar-
dia mi si avvicina e mi dice che alle 6 di mat-
tina mi può far salire in cima al minareto alto
quasi 50 metri. Sono costretto a rifiutare in
quanto a quell'ora siamo già sulla strada di
ritorno a Tashkent. Continuiamo in taxi il giro
della città fermandoci a fotografare le princi-
pali moschee tra le quali la famosa moschea
di Sah-i-Zinda. Purtroppo fa freddo e sono
vestito solo con dei pantaloncini corti e una
giacca a vento e devo rinunciare ad andare a
vedere l'osservatorio di Ulug–Bek nipote di
Tamerlano che era un re appassionato di ma-
tematica e astronomia. Ripartiamo alle 5 del
mattino programmando il ritorno a Tashkent
entro il tempo massimo che era previsto alle
ore 24.00. Concludiamo la nostra corsa verso
le 23 della sera dopo 89 ore di corsa e nono-
stante il percorso accidentato senza nessun
incidente meccanico e nessuna foratura. Sia-
mo gli ultimi ad arrivare al traguardo, prima
di noi erano arrivati alcune ore prima tre cicli-
sti (Magnum, David e Jos) mentre lungo il
percorso in 6 avevano abbandonato. All'arrivo
ci aspetta una piccola festa a base di pizza
(molto buona) e birra locale. Alcune conside-
razioni finali: il cibo rappresenta sempre una
criticità quando hai bisogno di alimentarti
bene e ti trovi a dover utilizzare una cucina
diversa da quella abituale. C'è la siamo co-
munque cavata abbastanza bene mangiando
un piatto tipico a base di riso accompagnato
da carne e alcune verdure, carne arrostita
allo spiedo, una minestra di verdure, yo-
gurt, verdure varie e in abbondanza melone
e anguria. Tutto accompagnato da un pane
veramente molto buono. La gente Uzbeka
è molto cordiale e ospitale. Vi è al momen-
to una forte diversità tra quelli che vivono
in città e quelli che vivono in campagna.
Quest'ultimi lavorano nei campi di proprie-
tà dello stato al quale vanno anche i profit-
ti. La vita in campagna è molto dura ma
vedendoli alla sera ritornare dal lavoro,
seduti nei carretti trainati dall'asinello, mi
sembravano tutto sommato sereni. Mi face-
va una particolare sensazione vedere i ra-
gazzini nei campi e la gente al lavoro e mi
ricordava la mia gioventù dove le condizio-
ni di vita nelle campagne erano molto simi-
li. Un plauso va dato all'organizzazione
della corsa che ci ha sempre seguito per
tutto il percorso e ad ogni controllo ci orga-
nizzava il pranzo o la cena e ci faceva tro-
vare la nostra valigia. Le persone dell'orga-
nizzazione erano veramente instancabili,
sempre pronte a qualsiasi ora della notte e
del giorno a darci qualsiasi tipo di supporto
e a non farci mancare nulla. Un ringrazia-
mento particolare va a Daniel, Svetlana e
Rafkhat che più di tutti ci sono sempre stati
vicino. Un grande onore è stato inoltre cor-
rere con Oleg Volkov che oltre ad essere un
grande ciclista è veramente una grande
persona. Assieme alla moglie, anche lei
medico, e ad un amico pilota di rally si è
fatto 3000 km in macchina (abita vicino
alla Siberia) per venire a correre. Non aver
potuto visitare Samarcanda di giorno è sta-
to veramente un peccato. Tuttavia Samar-
canda e Bukhara meritano da sole un viag-
gio turistico ad hoc, magari allargato anche
alla città di Khiva.
La Voce n. 208 Speciale Ottobre 2016 Pag.3
Randonnèe km 1830 Pinerollo/Barcellona/Pinerollo dal 06 al 13 agosto 2016
di Francesco Paolon
A nche quest'anno la sirena si e
fatta sentire per una rando-
nee che dal punto di vista sia
chilometrico (2000km) e
altimetrico (16000 m di dislivello) appa-
re quasi proibitiva ma si sa le sfide sono
fatte per essere affrontate. L'evento 2016
e la Pinerolo-Barcellona-Pinerolo, svol-
tasi dal 6 al 13 agosto ,tempo max per
portare a termine il brevetto 175 ore e la
Portogruarese non poteva mancare, ora-
mai da qualche anno facciamo coppia
fissa io e Giorgio e cosi' sabato mattina
6 agosto alle ore 8 eravamo presenti e
pronti per la nuova avventura. I parteci-
panti in tutto erano 28 e quasi tutti italia-
ni a parte 3 tedeschi e una ragazza olan-
dese, anche 4 friulani compreso il nostro
amico Rinaldo con il quale ci siamo
accompagnati per tutta la corsa. I primi
250 km si presentano molto impegnativi
dal punto di vista altimetrico circa 5000
m di dislivello, si inizia subito con la
scalata al Sestriere, giusto come riscal-
damento ... una volta scollinato picco-
la sosta, qualche foto e via, panorama
bello e per qualche aspetto simile alle
nostre alpi carniche. Altra località degna
di nota è il Monginevro, rinomata zo-
na sciistica. Da qui in avanti si formerà
un gruppetto di 7 di noi con il quale
condivideremo la strada fino a Loret de
Mar (Spagna,costa brava) La giornata
passa velocemente, arriviamo a notte
inoltrata a Sault ai piedi di sua maestà il
mitico MONT VENTOUX, riposiamo
due orette al riparo di una veranda e
verso le 4,30 ripartiamo alla conquista
della vetta. La cima viene raggiunta con
il sorgere del sole uno spettacolo unico,
veramente eccezionale vista la bella
giornata e il poco vento. Da qui in avanti
la fanno da padroni traffico, vento e
caldo, i paesaggi sono tipici della Fran-
cia del sud. Per la prima volta una ran-
donnèe cosi lunga è in completa autono-
mia, senza bag drop, abbigliamento es-
senziale in modo da vestirsi a cipolla in
base alle condizioni del meteo. Per
quanto riguarda l'alimentazione pure
qui poco al seguito, soste per colazio-
ni spesso sui Mc Donald (purtroppo
per necessità visto che spesso li tro-
vavamo lungo la strada) o soste sui
supermercati, tipo a Perpignan dove
il caldo torrido ha acceso una contesa
tra il gruppo per una mezza anguria.
L'arrivo in catalogna riporta un po'
d'allegria, una buona cena con dell'
ottima birra ridà le energie giuste per
proseguire. Al giro di boa arriviamo
in tre io, Giorgio e Rinaldo Toson,
questo e 'significativo in quanto fa
capire che va bene viaggiare in grup-
po ma devi affrontare la corsa con il
tuo passo senza ostinarti a seguire
altri randagi altrimenti rischi.....Al
ritorno abbiamo tenuto un'andatura
più sostenuta e un ottima collabora-
zione dato che la gestione in tre era
piu' semplice. Nel pomeriggio a circa
50 km da Figueras veniamo sorpresi
da un violento temporale che ci co-
stringe a una sosta forzata ma ben
accolta, cosi approfittiamo per cenare
e dormire 4 orette giusto il tempo di
far passare la perturbazione. Parte
della notte e del giorno successivo
rimarranno ben impressi nella nostra
memoria per il forte vento che ci
accompagnò, spesso laterale e fronta-
le con raffiche che ci costringevano
anche a improvvisi stop. Da Sisteron
a Col de Larche ennesima tappa bella
e impegnativa con 50 km di salita per
scollinare sul col de Larche pure que-
sta rimarrà ben impressa sia per la
lunghezza della salita che per il fred-
do pungente della notte. L'ultima
tappa 140 km mentalmente la più
rilassata (ormai si intravedeva la fi-
ne)anche se fisicamente e stata per-
corsa a tutta come in una GF. Questo
viaggio mi ha confermato per l'enne-
sima volta che per correre lunghe
distanze e perseguire certi obbiettivi
ci vuole una motivazione estrema e
questa ormai mi appartiene e con
forza dico a tutti MAI MOLLARE!!
La Voce n.208 Speciale Ottobre 2016 Pag.4
Cicloturistica PORTOGRUARESE - Sede nuova in via Stadio n° 5 a Portogruaro 30026 Venezia Consiglio Direttivo: Presidente Centazzo Massimo — Vice Presidente Coordinatore Ceresatto Gabriele — Vice Presidente Coassin Claudio, Segretario Rossitto Gianluca, Consiglieri: , Ber-toli Renzo, Ceresatto Cristiano, Migliore Mario, Paolon Francesco, Pauletto Giuseppe, Travain Danie-le, Zanon Paolo. Cassiere: Zanon Paolo A questo numero hanno collaborato: Gabriele Ceresatto. Francesco Paolon, Giorgio Bozza, Maurizio Guglielmini.
Notiziario ” La VOCE “
Fondato Da: Luigi BOZZATO Ideato da: Antonio Di PALMA Redatto da: Gabriele CERESATTO
SITO INTERNET: www.portogruarese.it
A cura di Claudio Coassin
Facebook ; Cicloturistica Portogruarese A cura di Gianluca Rossitto
Viaggio in autonomia in Armenia e Nagorno Karabagh, in bici. Agosto 2016
di Maurizio Guglielmini
D opo aver pedalato in
solitaria nel 2008
da Portogruaro-
Istanbul(Turchia) e
nel 2011 da Teheran(Iran)-Van
(Turchia) mi sono voluti 5 anni
per tornare a viaggiare in bici-
cletta, e tra fine luglio e primi di
agosto di quest'anno ho percorso
le meravigliose strade del Cauca-
so meridionale ,con partenza da
Tiblisi, capitale georgiana, ,per
poi proseguire prevalentemente
in Armenia e Nagorno Karabagh.
Terre e luoghi straordinari dove
la montagna la fa da padrona
in un continuo cambio di pano-
rami e vegetazione. 1250 km
percorsi e 17000 metri di disli-
vello con le borse a seguito in
completa autonomia percorrendo
un territorio storicamente molto
frequentato essendo stato una
delle principali vie che in pas-
sato portavano nel lontano
oriente. Non è stata una passeg-
giata per il caldo e il continuo
saliscendi, le strade non sempre
erano ben asfaltate e quindi un
occhio per ammirare il panora-
ma e l'altro per scrutare il fondo
stradale. Ho visitato straordina-
ri monasteri costruiti in luoghi
dove lo spirito trova casa , grot-
te abitate nell'età del bronzo,
attraversato riserve naturali,
laghi e una ricchezza di fauna e
flora importante. L'ospitalità
della gente è stata travolgente
sebbene non si poteva comuni-
care molto a causa della com-
plicata lingua che parlano. Una
esperienza forte che conserverò
gelosamente.
29/07 Prima tappa Tbilisi-Alaverdi(Armenia) 203
km 1600 dislivello, Seconda tappa ALAVERDI-
DILIJAN 102 KM. disl. 1540, Terza tappa DILI-
JAN-MARTUNI 110 KM. 1085 m. di dislivello,
Quarta tappa Martuni-Vaik 87 km 900 metri di-
slivello, Quinta tappa Vaik-Sissian 64 km. 1300
dislivello, Sesta tappa Sissian-Stepanakert
135km. 2040 m il dislivello, Settima tappa 07/08
Stepanakert-Dadivank 130 km 2210 dislivello,
Ottava tappa 08/08 71 km 1325 m il dislivello
Dadivank-Vardenis, Nona tappa 09/08 Vardenis-
Noravank 122km. 1105 m. dislivello, X tappa
10/08 Noravank-Khor Virap 85 km 955 m. Il di-
slivello, XI tappa 11/08 Khor Virap-Yerevan
67 km. 350 m dislivello