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L’ALLENATORE DI 3° LIVELLO: COME RICONOSCERE, GESTIRE E VALORIZZARE L’ATLETA DI TALENTO Tesista: Elena Mattivi Trento, 06 settembre 2014

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L’ALLENATORE DI 3° LIVELLO: COME RICONOSCERE, GESTIRE E

VALORIZZARE L’ATLETA DI TALENTO

Tesista: Elena Mattivi Trento, 06 settembre 2014

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Sommario

Introduzione ....................................................................................................................................... 3

1. Analisi della situazione esistente in Italia ................................................................................... 4

1.1. Evoluzione della pratica sportiva giovanile ......................................................................... 4

1.1.1 Evoluzione della pratica sportiva in numeri ...................................................................... 4

1.1.2 Il fenomeno del drop-out ................................................................................................... 7

1.2. Situazione attuale in Italia per la gestione del talento .......................................................... 9

2. Analisi dei programmi di reclutamento talenti in altri stati ...................................................... 13

2.1. USA .................................................................................................................................... 13

2.2. Australia ............................................................................................................................. 14

2.3. Cina .................................................................................................................................... 15

2.4. Germania ............................................................................................................................ 16

3. Riconoscere, gestire e valorizzare l'atleta di talento - criteri generali ...................................... 18

3.1. Caratteristiche fisiche ......................................................................................................... 18

3.2. Attenzione alle date ............................................................................................................ 18

3.3. 10.000 ore .......................................................................................................................... 18

3.4. Intelligenza ......................................................................................................................... 19

3.5. Famiglia ............................................................................................................................. 19

3.6. Allenatori ........................................................................................................................... 19

3.7. Struttura .............................................................................................................................. 19

3.8. Staff .................................................................................................................................... 20

3.9. Uomo giusto al momento giusto ........................................................................................ 20

4. Riconoscere, gestire e valorizzare l'atleta di talento nella specialità pattinaggio artistico ....... 21

4.1. Riconoscere ........................................................................................................................ 21

4.2. Gestire ................................................................................................................................ 22

4.2.1 Gestione dal punto di vista tecnico .................................................................................. 22

4.2.2 Gestione dal punto di vista psicologico ........................................................................... 23

5. Proposte di intervento a livello federale ................................................................................... 29

5.1. Il progetto talenti ora .......................................................................................................... 29

5.2. Proposta migliorativa del progetto talenti .......................................................................... 29

6. BIBLIOGRAFIA ...................................................................................................................... 32

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Introduzione La ricerca del talento è uno dei temi più dibattuti, a livello mondiale, nella letteratura delle

scienze motorie. Il discussione sul tema risulta essere ancora oggi aperta e di attualità e gli approcci ad esso sono diversi a seconda della disciplina e della nazione di provenienza.

In questo lavoro di tesi ho scelto di affrontare in modo sistematico la “questione talento”. Lo scopo è quello di arrivare a formulare una proposta a livello federale al fine di aumentare il numero di talenti.

Per fare ciò mi sono inizialmente chiesta in che momento si ha la maggior perdita di atleti di talento. Una volta individuato il momento chiave, l'analisi si sposta sui motivi che inducono l'atleta a lasciare lo sport.

Nel primo capitolo verranno quindi riportati ed analizzati i dati di abbandono prematuro della pratica sportiva, e si evidenzieranno i momenti nei quale si perde la maggior quantità di atleti. Segue quindi un'analisi delle motivazioni che portano all'abbandono. Seguirà l'analisi del processo di gestione del talento attualmente in corso in Italia, ovvero come e perché determinati atleti diventano di successo e quali siano, a livello federale, i fattori che ne determinano la bocciatura o meno.

Nel secondo capitolo verranno analizzati i programmi di reclutamento di talenti attivi oggi in America, in Australia, in Cina e in Germania. Si esporranno e discuteranno i diversi approcci e condizioni di partenza, al fine di trovare elementi che possano essere applicati in Italia.

Nel terzo capitolo verranno analizzate le caratteristiche tecniche e psicologiche che caratterizzano il talento in senso generale per essere definito tale; verrà successivamente analizzata la gestione e la valorizzazione dello stesso.

Nel quarto capitolo saranno ricercate in particolare le caratteristiche che deve avere l'atleta di talento per emergere nella disciplina del pattinaggio artistico. Verranno inoltre declinate le caratteristiche di gestione e di valorizzazione dello stesso all'interno della disciplina specifica.

Infine, nel capitolo sesto verranno avanzate alcune proposte da adottare a livello federale al fine di accrescere il numero di talenti, o meglio, al fine di individuare, per ogni atleta potenzialmente talentuoso, la sua condizione ottimale.

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1. Analisi della situazione esistente in Italia In questo capitolo verranno inizialmente portati i dati e le statistiche emerse da un'indagine

del Coni assieme all' ISTAT svoltasi fra il 2006 e il 2010, al fine di capire quali siano le percentuali e i numeri legati all'abbandono sportivo. Verranno poi approfondite le principali motivazioni che spingono l'atleta a smettere di praticare sport, il cosiddetto drop-out.

Le statistiche mostrano come con il drop-out si perda circa il 50% dei potenziali talenti.

1.1. Evoluzione della pratica sportiva giovanile

1.1.1 Evoluzione della pratica sportiva in numeri

In questo breve paragrafo vengono riportati i numeri e le percentuali dei giovani che praticano

attività fisica sportiva agonistica e non. I primi dati riportati sono rassicuranti: ad oggi, indicativamente il 90% dei giovani entra in

contatto con il mondo dello sport. Tale percentuale è alta ed indica come l'interesse a praticare un'attività sportiva oltre all'attività scolastica sia comunque alto.

Tuttavia, purtroppo tale percentuale subisce una drastica riduzione in fase adolescenziale. Infatti, il 90% diventa un 57% nell'arco di 5/6 anni. Il 33% infatti, abbandona la pratica sportiva ad una età media di 12,9 anni (+/- 2,6 anni). I principali motivi dell'abbandono sono da ricercarsi soprattutto “nella mancanza di tempo e nello spostamento verso altri interessi” (Savoia, 2009)

In una ricerca eseguita dal CONI su un campione di 1.284 tra ragazze e ragazzi delle scuole medie superiori, sono stati evidenziati i seguenti dati:

Non praticanti Praticanti TOT=59,4% TOT=40,6%

16,6% Non hanno mai praticato 20% Praticano ma hanno cambiato sport

42,7% Hanno praticato e hanno abbandonato

20,6% Praticano e non hanno cambiato sport

Tab 1. Percentuali di atleti praticanti e non praticanti. Indagine su un campione di 1.284 ragazzi delle scuole superiori.

Il dato che salta immediatamente all'occhio riguardo ai ragazzi frequentanti le scuole medie

superiori, è il 42,7%, relativo ai ragazzi che hanno inizialmente praticato, ma poi abbandonato l'attività sportiva.

Tale dato risulta doppiamente significativo nel momento in cui l'indagine viene approfondita ed emerge come, di questo 42,7%, il 28%, al momento del sondaggio, stia praticando attività sportive autonomamente.

Il dato è emblematico perchè dimostra come il ragazzo avrebbe comunque il desiderio di continuare l'attività sportiva, seppur non con i ritmi agonistici. Questa è la prima importante osservazione legata al drop out.

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La seconda è desumibile dall'osservazione dei seguenti dati: la tabella evidenza quale sia la divisione delle attività fisiche e sportive in Italia (fonte Istat

Fig 1. Suddivisione delle attività fisiche in Italia. Indagine 2010

Il dato importante è il 28,2%. Qu

vari motivi lasciano l'attività agonistica. Essi sono quasi pari al numero di atleti che praticano sport in modo continuativo e saltuario. La loro somma infatti è pari al 33%. E' quindi rapido calcolare come in questa fase si perda potenzialmente il 50% di talenti.

Dal grafico seguente si evince come la percentuale si giovani che praticano attività sportiva di

età compresa tra i 6 ed i 19 anni, rimanga pressoché inalterata tra il 2006 ed il 20

Fig 2. Evoluzione della pratica sportiva giovanile. Confronto fra i dati relativi al 2006, 2008, 2010.

La seconda è desumibile dall'osservazione dei seguenti dati: la tabella evidenza quale sia la divisione delle attività fisiche e sportive in Italia (fonte Istat-Coni, 2011).

Suddivisione delle attività fisiche in Italia. Indagine 2010

Il dato importante è il 28,2%. Questa percentuale infatti racchiude i possibili talenti che per vari motivi lasciano l'attività agonistica. Essi sono quasi pari al numero di atleti che praticano sport in modo continuativo e saltuario. La loro somma infatti è pari al 33%. E' quindi rapido calcolare come in questa fase si perda potenzialmente il 50% di talenti.

Dal grafico seguente si evince come la percentuale si giovani che praticano attività sportiva di età compresa tra i 6 ed i 19 anni, rimanga pressoché inalterata tra il 2006 ed il 20

Evoluzione della pratica sportiva giovanile. Confronto fra i dati relativi al 2006, 2008, 2010.

La seconda è desumibile dall'osservazione dei seguenti dati: la tabella evidenza quale sia la

esta percentuale infatti racchiude i possibili talenti che per vari motivi lasciano l'attività agonistica. Essi sono quasi pari al numero di atleti che praticano sport in modo continuativo e saltuario. La loro somma infatti è pari al 33%. E' quindi rapido

Dal grafico seguente si evince come la percentuale si giovani che praticano attività sportiva di età compresa tra i 6 ed i 19 anni, rimanga pressoché inalterata tra il 2006 ed il 2010:

Evoluzione della pratica sportiva giovanile. Confronto fra i dati relativi al 2006, 2008, 2010.

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Anche tale dato risulta emblematico: il momento di abbandono dell'attività è sempre verso I 15 anni.

Nel prossimo grafico viene invece esemplificato come tali cifre non siano solo relative al

quadrienni 2006-2010; anche per quanto riguarda i dati rpercentuali rimangano pressochè le stesse. Questo da un lato denota come il comportamento dei giovani nei confronti dello sport non sia mutato, ma dall'altro come anche negli ultimi 10 anni sia stato fatto ben poco per mutare la situazione, o che comunque, qualsiasi cosa sia stata fatta, non ha sortito gli effetti sperati.

Fig 3. Percentuali relative alla pratica sportiva negli ultimi anni. Dati dal 2000 al 2010

Il dato relativo agli atleti agonisti (colore azzurro) rimane costante e pari a circa il 20% dei

giovani di età compresa tra i 6 ed i 19 anni pratichi di tale dato è in crescita, seppur lieve.

Il prossimo grafico riporta in maniera ancor più dettagliata quali siano gli anni in cui si ha l'abbandono, differenziati anche in base al sesso dell'atleta. La maggsi ha nella fascia tra i 6 e i 14 anni. Dopo quest'iniziale picco, i dati ci forniscono un trend decrescente di aderenza alle attività sportive, dall'andamento abbastanza lineare dai 15 anni ai 44 anni e dai 45 anni ai 75. E' inoltre importante sottolineare come l'abbandono da parte delle femmine avvenga prima rispetto a quello dei maschi.

Anche tale dato risulta emblematico: il momento di abbandono dell'attività è sempre verso I

Nel prossimo grafico viene invece esemplificato come tali cifre non siano solo relative al 2010; anche per quanto riguarda i dati relativi al decennio 2000

percentuali rimangano pressochè le stesse. Questo da un lato denota come il comportamento dei giovani nei confronti dello sport non sia mutato, ma dall'altro come anche negli ultimi 10 anni sia

re la situazione, o che comunque, qualsiasi cosa sia stata fatta, non

Percentuali relative alla pratica sportiva negli ultimi anni. Dati dal 2000 al 2010

Il dato relativo agli atleti agonisti (colore azzurro) rimane costante e pari a circa il 20% dei giovani di età compresa tra i 6 ed i 19 anni pratichi in modo continuativo attività sportive. Il trend di tale dato è in crescita, seppur lieve.

Il prossimo grafico riporta in maniera ancor più dettagliata quali siano gli anni in cui si ha l'abbandono, differenziati anche in base al sesso dell'atleta. La maggior presenza di giovani atleti si ha nella fascia tra i 6 e i 14 anni. Dopo quest'iniziale picco, i dati ci forniscono un trend decrescente di aderenza alle attività sportive, dall'andamento abbastanza lineare dai 15 anni ai 44

inoltre importante sottolineare come l'abbandono da parte delle femmine avvenga prima rispetto a quello dei maschi.

Anche tale dato risulta emblematico: il momento di abbandono dell'attività è sempre verso I

Nel prossimo grafico viene invece esemplificato come tali cifre non siano solo relative al elativi al decennio 2000-2010 le

percentuali rimangano pressochè le stesse. Questo da un lato denota come il comportamento dei giovani nei confronti dello sport non sia mutato, ma dall'altro come anche negli ultimi 10 anni sia

re la situazione, o che comunque, qualsiasi cosa sia stata fatta, non

Il dato relativo agli atleti agonisti (colore azzurro) rimane costante e pari a circa il 20% dei in modo continuativo attività sportive. Il trend

Il prossimo grafico riporta in maniera ancor più dettagliata quali siano gli anni in cui si ha ior presenza di giovani atleti

si ha nella fascia tra i 6 e i 14 anni. Dopo quest'iniziale picco, i dati ci forniscono un trend decrescente di aderenza alle attività sportive, dall'andamento abbastanza lineare dai 15 anni ai 44

inoltre importante sottolineare come l'abbandono da parte delle

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Fig 4. Percentuali relative alla pratica sportiva

Come detto, il fenomeno di abbandono e di perdita di interesse verso l'agonismo, nel quale si

perdono tantissimi potenziali talenti, prdefinito nel paragrafo successivo.

1.1.2 Il fenomeno del drop-out

Il termine drop-out indica

prima che un atleta abbia potuto esprimer2004).

In questa fase viene perso circa il 50% di potenziali talenti (nel capitolo precedente si è visto come addirittura il 42% degli sportivi cessa la pratica sportiva in questa fase).

E' doveroso quindi analizzare le cause del dell'abbandono di atleti, ma intese in questo contesto come una delle maggiori cause di perdita di talenti.

Ad intervenire nella scelta di abbandono dell'attività sportiva compaiono diversche possono essere così riassunti:

◦ processi motivazionali

◦ aspetti psicopedagogici

◦ problemi di comunicazione Alla scelta dell'abbandono prematuro, contribuiscono motivazioni di tipo personale, fisico e

situazionale, bene illustrati nella figura sottostante:

Percentuali relative alla pratica sportiva divisa per genere. Dati 2010

Come detto, il fenomeno di abbandono e di perdita di interesse verso l'agonismo, nel quale si perdono tantissimi potenziali talenti, prende il nome di drop-out. Questo concetto verrà meglio definito nel paragrafo successivo.

"la fase di abbandono prematuro della carriera sportiva, ovvero prima che un atleta abbia potuto esprimere completamente il proprio potenziale

In questa fase viene perso circa il 50% di potenziali talenti (nel capitolo precedente si è visto come addirittura il 42% degli sportivi cessa la pratica sportiva in questa fase).

analizzare le cause del drop-out, identificate non solo come causa dell'abbandono di atleti, ma intese in questo contesto come una delle maggiori cause di perdita di

Ad intervenire nella scelta di abbandono dell'attività sportiva compaiono diversche possono essere così riassunti:

processi motivazionali

aspetti psicopedagogici

problemi di comunicazione

Alla scelta dell'abbandono prematuro, contribuiscono motivazioni di tipo personale, fisico e lla figura sottostante:

Come detto, il fenomeno di abbandono e di perdita di interesse verso l'agonismo, nel quale si Questo concetto verrà meglio

la fase di abbandono prematuro della carriera sportiva, ovvero e completamente il proprio potenziale" (Bussmann,

In questa fase viene perso circa il 50% di potenziali talenti (nel capitolo precedente si è visto come addirittura il 42% degli sportivi cessa la pratica sportiva in questa fase).

, identificate non solo come causa dell'abbandono di atleti, ma intese in questo contesto come una delle maggiori cause di perdita di

Ad intervenire nella scelta di abbandono dell'attività sportiva compaiono diversi contributi

Alla scelta dell'abbandono prematuro, contribuiscono motivazioni di tipo personale, fisico e

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Fig 5. Riassunto grafico delle motivazioni che portano l'atleta al coinvolgimento Ciò che appare in superficie ha radici ben più profonde. I problemi nascono principalmente da

tre grandi macro aree: orientamento, competenza e gestione dello stress. Da questo derivano le spiegazioni che vengono avvertite a livello conscio dal ragazzo. In realtà l'atleta fa a livello inconscio, un bilancio fra pro e contro delle motivazioni che lo spingono a proseguire con la pratica sportiva; se il bilancio è favorevole, l'atleta si sente coinvolto.

Può tuttavia accadere il processo inverso, illustrato nella figura seguente. Quando si arriva alla scelta dell'abbandono, il bilancio costi/benefici risulta essere negativo. Le spiegazioni che riguardano le macro spere di orientamento, competenza e gestione dello

stress danno a livello subconscio degli input negativi. A livello conscio l'atleta avverte interesse per altre attività, mancanza di divertimento, per

quanto riguarda la sfera psicologica. Per quanto riguarda le caratteristiche fisiche, l'atleta in difficoltà non vede miglioramenti e ritiene che le proprie capacità fisiche non siano sufficienti.

In realtà il processo avviene a livello inconsapevole.

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Fig 6. Riassunto grafico delle motivazioni che portano l'atleta all'abbandono

Entrambe le figure esemplificano in maniera chiara e diretta quali siano i fattori preponderanti appartenenti ad orientamento, competenza e gestione dello stress, che portano l'atleta a scegliere di andare avanti oppure di abbandonare.

Viste le ragioni della possibile perdita di potenziali talenti, è di fondamentale importanza porre l'attenzione sulle motivazioni di tipo situazionale: nel caso di abbandono da parte di un potenziale talento, infatti, sono soprattutto queste che incidono maggiormente.

Non sono le motivazioni di carattere fisico o psicologico che pesano nella scelta di abbandono definitivo della pratica sportiva, quanto soprattutto le carenze del contesto in cui si pratica lo sport: la mancanza dell'aspetto ludico, la distanza che si frappone fra i compagni ed il giovane sportivo talentuoso e l'incapacità dell'allenatore di stimolare in modo diverso ma efficace l'atleta più dotato.

Tali temi verranno poi ripresi nel capitolo 4.2.2 in quanto ritengo sia comunque importante che l'attenzione vi sia posta in modo da non perdere i ragazzi dotati, soprattutto una volta che sia stato già fatto il difficile processo di reclutamento e sviluppo.

1.2. Situazione attuale in Italia per la gestione del talento

Allo scopo di sviluppo del talento,il programma ideale si articola in diverse fasi che possono

essere così esemplificate: 1. Fase di reclutamento

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2. Fase di ricerca del talento 3. Fase di sviluppo del talento 4. Fase di conservazione del talento 5. Conseguimento delle massime prestazioni individuali 6. Mantenimento delle massime prestazioni individuali Con il reclutamento (termine tratto dal gergo militare) del talento si intende quella fase

iniziale, in cui avviene il raccoglimento di giovani “adatti al servizio”. Questa fase è caratterizzata soprattutto dalla mancanza di qualità nella scelta. Maggiore

attenzione è posta al numero di atleti. In fase di reclutamento, infatti, non esistono meccanismi di selezione accurata, mentre è importante l'elevato numero di atleti che aderiscono alla pratica sportiva.

Questa fase iniziale avviene generalmente per scelta individuale dell'atleta. Esso si avvicina ad una determinata disciplina sportiva, secondo i suoi particolari interessi del momento. L'organismo che successivamente ne controlla l'avanzamento è la società sportiva di aderenza (intesa come insieme di dirigenti ed allenatori).

In seguito al reclutamento, ha inizio la fase di individuazione dei ragazzi secondo

caratteristiche fisiche e psicologiche, anche se l'accento viene posto inizialmente soprattutto su standard fisici. Vengono posti in rilievo i ragazzi che siano più adatti di altri a praticare lo sport in questione. Anche in questa fase gli attori sono il ragazzo, potenziale talento, e la società.

Nella fase di sviluppo del talento, l'attenzione di società e allenatori è incentrata su atleti

selezionati come possibili talenti con lo scopo di migliorarne le caratteristiche nel minor tempo possibile. Nella maggior parte delle volte l'atleta identificato come talento, si spinge in maniera diversa rispetto agli altri componenti del gruppo. In questa fase gli attori in gioco rimangono sempre l'atleta e la società.

La fase di conservazione del talento, che generalmente si sviluppa nella fase adolescenziale e

post-adolescenziale, è una fase altamente delicata dal momento che lo scopo che ci si prefigge è quello di far sì che l'atleta non abbandoni il mondo sportivo e lavori al fine di sviluppare al meglio le competenze tecniche e psicologiche. In altre parole, in questa fase si impara a gestire il talento. In questa fase gli attori in gioco rimangono sempre l'atleta e la società.

La quinta fase, quella del conseguimento delle massime prestazioni individuali, corrisponde

al momento di massima manifestazione del talento ed avviene solitamente in età post-adolescenziale, ovvero è una caratteristica che appartiene specificamente all'atleta maturo. In questa fase, oltre che all'atleta ed alla società sportiva, iniziano ad intervenire anche la

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federazione e gli sponsor esterni, creando quindi una alterazione nell'equilibrio consolidato atleta-società.

Conseguite le massime prestazioni individuali, ha inizio la sesta fase, fatta di due parti

fondamentali: il raggiungimento di un nuovo stadio di equilibrio tra gli attori e l'inizio della fase di gestione dell'atleta talentuoso, al fine di conseguire i risultati aspettati al momento opportuno. Anche in questa fase intervengono soprattutto allenatori, atleta e federazione.

All'interno di questo processo, riveste una particolare importanza la scuola, intesa non solo

come luogo di apprendimento e socializzazione, ma anche come luogo che trasmette i valori dello sport. E' importante sottolineare come la scuola giochi un ruolo chiave in tutto il processo, ma purtroppo in termini negativi. Vi è infatti poca comunicazione fra il mondo dello sport e il sistema scolastico.

La mancanza di connessione fra questi due mondi causa la perdita di tantissimi atleti. Il sistema scolastico potrebbe infatti veicolare un maggior numeri di giovani verso attività motoria, o in alternativa, il primo processo di reclutamento dei talenti potrebbe essere creato proprio in comunione che l'organizzazione scolastica.

Oltre ad un maggior coinvolgimento della scuola nel mondo sportivo, sarebbe inoltre auspicabile un maggior coinvolgimento della federazione.

Essa infatti interviene quasi esclusivamente solo nelle fasi successive a quella delle massime prestazioni individuali. Società, allenatori ed atleti beneficerebbero sicuramente della presenza della federazioni anche nelle fasi precedenti. In questi caso, il maggior supporto incoraggerebbe e farebbe fiorire un maggior numero di talenti.

Nella tabella seguente viene esemplificato il funzionamento attuale, vengono presi in considerazione gli attori attuali, e analizzata una possibile ipotesi migliorativa.

FASE ETA' ATTORI ATTUALI SITUAZIONE

AUSPICABILE Reclutamento 6-10 anni Allenatori, Società Allenatori, Società, Scuola Ricerca 11-15 anni Allenatori, Società Allenatori, Società,

Selezioni ogni tot da parte di organismi federali

Sviluppo 16-20 anni Allenatori, Società Allenatori, Società, Controllo ogni tot da parte di organismi federali

Conservazione Allenatori, Società Allenatori, Società, Federazione

Massime prestazioni Allenatori, Società, Federazione

Allenatori, Società, Federazione

Mantenimento Allenatori, Società, Federazione

Allenatori, Società, Federazione

Tab 2. Confronto grafico fra la situazione attuale e la situazione auspicabile, diviso per fasi. Esistono comunque attualmente dei progetti talenti in quasi tutte le Federazioni; i numeri

sono i seguenti:

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◦ Attività specifica sul talento: 26 federazioni su 30

◦ Progetti speciali: 15 su 30 hanno progetti speciali tipo Club Italia

◦ Raduni giovanili: 30 federazioni su 30

IL PROGETTO TALENTO 2020

Uno degli esempi di Progetto Talenti è il progetto Talenti Trentini, avviato nel 2011 che ha

come scopo quello di portare giovani atleti alle Olimpiadi del 2020. Si tratta di un Protocollo d'Intesa firmato fra Coni e la Provincia Autonoma di Trento.

Breve descrizione del Progetto

Lo scopo è quello di arrivare a definire un percorso condiviso, di medio - lungo termine, che

“accompagni” e supporti il giovane talento nella crescita. Compito del Coni e delle Federazioni è quello di tracciare tale percorso. Compito della Provincia del Trentino è invece quello di proporre le proprie eccellenze, le proprie peculiarità ed unicità. I protocolli operativi che possano valorizzare al meglio gli atleti Trentini secondo le proprie caratteristiche vengono decisi da ogni singola Federazione.

Il C.O.N.I. ha individuato, di concerto con il C.O.N.I. di Trento, cinque Federazioni sportive nazionali, ed ha proposto loro le linee guida del progetto. Spetta a ciascuna delle singole Federazioni definire, in un quadro complessivo di opportunità proposte dal Trentino, i singoli percorsi ed atleti. Questa scelta avviene a seconda delle esigenze, delle peculiarità e dell’impostazione definite all'interno delle Federazioni.

Le singole Federazioni individuano gli atleti a livello nazionale e la fascia d’età (indicativamente compresa tra i 12 e i 16 anni) ai quali proporre il progetto.

In cambio, il C.O.N.I. e le singole Federazioni, definiscono i benefit che vengono riconosciuti al Trentino per il suo impegno nel progetto Talenti 2020. Tali benefit sono legati:

◦ alla comunicazione, attivando gli strumenti a disposizione del C.O.N.I. ed una specifica linea progettuale che valorizzi la partnership;

◦ al marketing, proponendo percorsi che vadano a valorizzare il territorio trentino e le sue peculiarità;

◦ ad altri progetti di interesse comune, legati all’organizzazione di eventi, manifestazioni, momenti di incontro, di formazione ed altri, da svolgersi in Trentino.

Tale progetto si prefigge di dare supporto alle Federazioni per la crescita di potenziali talenti, dando supporto dal punto di vista sanitario, logistico, formativo educativo e scientifico.

Ad ora però non sono tuttavia chiare le modalità di intervento e i risultati ottenuti finora.

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2. Analisi dei programmi di reclutamento talenti in altri stati Nel seguente capitolo, l'attenzione verrà messa soprattutto sul confronto fra il sistema

sportivo in Italia ed i sistemi sportivi di altri paesi europei ed extra europei. L'aspetto più importante da rilevare è nell'interazione fra il sistema scolastico e il mondo sportivo; attraverso una corretta e proficua interazione fra questi due mondi si possono infatti ottenere, in generale, i migliori risultati.

2.1. USA

Negli Stati Uniti d'America, lo sport è organizzato a livello di ciascun singolo Stato. Il

governo di Washington non ha influenza in materia di sport; l’unica reale istituzione è il Comitato Olimpico. Il sistema americano si muove secondo due grandi direzioni:

◦ Esiste una fortissima sinergia fra il sistema scolastico e lo sport.

◦ I numeri degli sportivi è altissimo. Una diretta conseguenza risiede nel fatto che l'atleta di talento diventa frutto della selezione naturale: un alto numero di atleti gareggia ma solo i migliori vincono.

Il sistema di reclutamento prende spunto dall'idea di libera impresa e dal liberalismo: Homo hominis lupus, ovvero il migliore primeggia sugli altri. Tale approccio è tipico del mondo anglosassone. Per quanto riguarda la forte sinergia fra il sistema scolastico, essa incide su più piani:

◦ Strutture: ogni scuola è attrezzata con una varietà di strutture sportive e numeri di insegnanti specifici per singole discipline (ad esempio football, basket, volley, atletica, nuoto.....)

◦ Facilitazioni: l'atleta sportivo di talento ha particolari sgravi sia per quanto riguarda i meriti scolastici al di fuori della disciplina sportiva, sia per quanto riguarda facilitazioni economiche.

Quanto ad esempio avviene per i college è qualcosa di questo tipo: Normalmente, per accedere ai migliori college in America, l'atleta che proviene dalla High School ha bisogno di una media alta in tutte le materie, ed in particolare per quanto riguarda le materie principali del corso di laurea alla quale vorrà iscriversi. Nel caso in cui il ragazzo sia particolarmente bravo nello sport, ad esempio il basket, e il college al quale ha intenzione di iscriversi vanta una squadra forte, allora la media richiesta nelle altre materie diventa sensibilmente inferiore: si passa da 1-1,5 (media per i migliori colleges) a 2,5. Inoltre esiste un'altra caratteristica; normalmente il ragazzo riesce ad ottenere una borsa di studio. I motivi grazie ai quali sono possibili questi facilitazioni derivano dalla struttura stessa del mondo dello sport in America: Le squadre dei colleges danno tantissima visibilità agli atleti e diventano un paniere nel quale gli agenti e le squadre di serie A potranno pescare giocatori.

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I migliori giocatori di hockey, basket, football, volley provengono nella quasi totalità dalle squadre dei colleges. Per quanto riguarda altri sport, come ad esempio l'atletica e il nuoto, è addirittura la singola Università che riesce a presentare la propria squadra. Questo sistema porta sicuramente tantissimi frutti, dal momento che i ragazzi sono fortemente incentivati ad impegnarsi nelle discipline sportive e la scuola non ostacola la possibile ascesa del possibile campione, anzi la incentiva. Il rovescio della medaglia, visto nell'ottica di una possibile applicazione al sistema Italiano, è il seguente:

◦ Si presuppone la presenza di fortissime somme di denaro da investire nella scuola per incentivare il mondo sportivo

◦ Problema di retaggio culturale: in Italia è difficilmente pensabile, al momento, “sacrificare” la bontà dei risultati scolastici per lo sport.

◦ Numeri altissimi di sportivi. Le perdite accettate dal sistema americano sono infatti importanti: come prima accennato, si tratta di selezione naturale. In Italia al momento non è possibile pensare di “buttar via” atleti e quindi possibili talenti. I numeri degli aderenti in Italia sono infatti sensibilmente inferiori e la storia ha più volte confermato che determinati atleti ritenuti buoni ma non eccelsi hanno invece ottenuto in seguito delle ottime performances e risultati. In Italia, non si scommette solo sugli atleti di talenti, ma anche su quelli buoni, perchè i numeri lo impongono.

2.2. Australia

Il Sistema Australiano presenta caratteristiche molto simili a quelle del sistema americano. Le

differenze sono da ricercare negli sport di squadra presentati all'Università. In Australia esiste una forte cultura sportiva che fa si che ogni campus, scuola e università

siano dotate di strutture all'avanguardia per la pratica dello sport. Le logiche e le facilitazioni sono molto simili a quelle presenti in America, citate sopra. Il processo di selezione e sviluppo dei talenti si differenzia soprattutto in merito a due grandi

caratteristiche:

◦ é vero che le strutture sono le stesse, ma il sistema è strutturato in modo diverso; esistono una serie di livelli e sottolivelli che appartengono ad ogni step scolastico. Ogni livello, a differenza degli Stati Uniti d'America, presuppone anche una responsabilità diversa, dal momento che ogni livello di sviluppo è di competenza di organi differenti (scuola, società, college, università, etc)

◦ da un'innovazione introdotta negli ultimi anni. L'AIS (Australian Institution for the Sport) ha deciso di sviluppare un programma di promozione del Talento. Riporto di seguito quanto finora trovato, anche se che purtroppo non è molto esaustivo. L'AIS ha deciso di raggruppare tutti gli atleti in un unico grande gruppo e di studiarne le caratteristiche fisiche. Tali caratteristiche vengono poi in seguito inserite in un database.

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In questo modo, l'atleta di talento, qualora non riuscisse ad emergere in modo deciso in una determinata disciplina, ha la possibilità di essere trasferito (TRANSFER) in un'altra disciplina con caratteristiche simili alla precedente ma che probabilmente si adatta mi maniera migliore al soggetto. Un altro criterio di scelta del soggetto è dato anche dalla mancanza o meno di atleti migliori nella pratica di tale sport. Grazie alla possibilità data agli atleti di essere trasferiti, i talenti che non riescono ad esprimersi al meglio in una disciplina hanno la possibilità di re-inventarsi in un'altra. Al momento tale programma è all'inizio e nei prossimi anni si vedranno i risultati di tale metodo. Un'altra caratteristica chiave del sistema australiano è data dalla formazione dei tecnici. Esiste infatti una forte interazione ed uno scambio fra gli insegnanti delle varie discipline al fine di migliorare a livello globale le tecniche. Per quanto riguarda una possibile applicazione al sistema Italiano le osservazioni sono le seguenti:

◦ Al momento tali programmi sono molto costosi e lo Stato Italiano non è in grado di farsene carico.

◦ Esistono problemi di retaggio culturale: in Italia è difficilmente pensabile, al momento, “sacrificare” la bontà dei risultati scolastici per lo sport.

◦ Al momento, almeno per quanto riguarda la disciplina dalla quale provengo, non è né facilitato né ricercato il dialogo e l'interazione da un punto di vista tecnico. Si sacrifica in questo modo il miglioramento globale al fine di “tenersi” gli atleti.

◦ Come prima detto nel caso degli Stati Uniti, tale sistema presuppone numeri alti di sportivi. Seppur esistendo la possibilità di “riciclare” i talenti, i numeri iniziali sono comunque molto più alti che in Italia e così le perdite accettate. In Italia tali percentuali di perdita devono essere invece ulteriormente abbassate.

2.3. Cina

In Cina esiste un vero e proprio sistema di reclutamento e gestione degli atleti. Nel caso della

Cina, il termine reclutamento può essere utilizzato nel suo senso pieno. Vanno innanzitutto sottoloneate le caratteristiche di partenza che contraddistinguono tale

sistema:

◦ il numero di atleti è elevatissimo,

◦ i costi per praticare sport sono relativamente bassi, dal momento che l'amministrazione Generale dello Stato contribuisce al sostentamento del mondo sportivo

◦ l'eta di reclutamento è molto molto bassa. E' vero che anche in Italia per alcune discipline si parla di specializzazione precoce, ma è anche vero che se paragonati agli atleti cinesi, i tempi italiani sembrano biblici.

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La diffusione dello sport è presente sia nelle strutture territoriali, nelle scuole dello Sport e nelle Università. Un grandissimo numero di atleti si allena in modo quasi militaresco in una disciplina e alla fine, così come nel sistema americano, la selezione naturale opera la scelta. Per quanto riguarda una possibile applicazione al sistema Italiano le osservazioni sono le seguenti:

◦ I numeri degli atleti cinesi non sono nemmeno paragonabili agli atleti Italiani.

◦ Cultura: il sistema cinese in Italia è difficilmente pensabile; La cultura italiana non è disponibile a sostenere gli stessi sacrifici richiesti dal modello cinese (prematuro allontanamento dell'atleta da casa, ritmi di lavoro elevatissimi, continua competizione e richiesta del meglio).

2.4. Germania

Da ultimo riporto il progetto e il sistema attualmente in Germania, paese che per numero

totale di partecipanti e percentuali di atleti sul totale di ragazzi è simile all'Italia. Esistono in Germania due grandi progetti:

◦ un sistema di sviluppo del talento che parte prestissimo, quasi dalla scuola materna

◦ Una grande attenzione al mondo degli allenatori. Al fine di massimizzare il numero di atleti forti nello stato tedesco, il comitato olimpico

tedesco ha emanato specifiche linee guida. Innanzitutto gli atleti considerati promettenti vengono selezionati. La selezione è basata su tre

temi fondamentali:

◦ test motori (92%)

◦ aspetti sociali (57%)

◦ test psicologici (14%) Al fine di trovare e riconoscere i talenti esistono un grande numero di osservatori federali che

ricercano i possibili talenti in tutta la Germania fra i ragazzi con un età compresa fra gli 11 e i 15 anni.

Una volta individuati, gli atleti possono godere dell'appoggio degli Stützpunkte (ovvero punti di sostegno e sviluppo – centri di formazione) dove vengono mandati. Gli Stützpunkte sono ben 366 su tutto il territorio tedesco; in questo modo gli atleti in giovane età non sono obbligati a trasferirsi lontano da casa.

Parallelamente gli atleti migliori vengono inseriti nei club che devono a loro volta rispettare determinati standard:

◦ Devono essere dotati di ottime strutture

◦ Gli allenatori devono essere aggiornati

◦ E' richiesta la presenza di medici e fisioterapisti

◦ E' richiesta la presenza di psicologi ed insegnanti

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Vorrei ora porre l'attenzione sui risultati avuti da tale metodo finora: negli ultimi 30 anni la nazionale di calcio tedesca è arrivata per ben tre volte a vincere il mondiale, ma a parte ciò è sempre arrivata come minimo in semifinale. Posso inoltre testimoniare, in base ad un'esperienza personale presso l'IAT (Institut für angewandte Trainingswissenschaft) come oltre alle università esistano centri di ricerca perfettamente organizzati che sostengono direttamente gli allenatori e gli atleti dotati ed in nazionale, in tutte le specialità sportive.

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3. Riconoscere, gestire e valorizzare l'atleta di talento - criteri generali

Il presente capitolo è risultato per me essere il più difficile da realizzare. Le domande che mi

sono posta mi portavano via via ad avere sempre più dubbi invece di certezze. E' stata mia decisione finale quindi quella di affrontare la questione talento a livello generale

in questo modo: mi sono chiesta perchè determinate persone riescano ad arrivare all'apice del successo e quali

siano gli elementi che intervengono. L'indagine e le domanda che mi sono posta sono quindi arrivate fino ad altri settori, non solo quello sportivo.

Illuminante per me è stata la lettura del libro Fuoriclasse – Storia naturale del successo di Malcolm Gladwell.

3.1. Caratteristiche fisiche

Innanzitutto credo sia necessario partire con un atleta dotato. Non sono riconoscibili

inizialmente tutte le caratteristiche che deve possedere il soggetto per diventare un possibile campione, ma inizialmente è sufficiente che abbia una buona coordinazione e propriocezione, e delle buone qualità atletiche.

E' inoltre importante verificare quali siano le caratteristiche fisiche dei genitori per capire più o meno quale sia il possibile sviluppo fisico del figlio.

3.2. Attenzione alle date

E' importantissimo, finchè si valutano atleti con un'età interiore a 10 anni, ricordarsi nella

comparazione che il mese di nascita conta moltissimo e fa molta differenza: atleti nati in gennaio saranno infatti fisicamente avvantaggiati rispetto ad atleti nati a dicembre dello stesso anno. Per quanto riguarda il pattinaggio artistico, essendo il 1 luglio la data che fa la differenza a livello di divisione agonistica, va tenuto in conto invece lo scarto fra luglio e giugno successivo. Atlete nate il 1 luglio non possono essere comparate ad atlete nate il 30 giugno dell'anno successivo. Tuttavia questo è ciò che avviene. Studi documentano come tale differenza venga colmata dagli 11 anni in poi e si arrivi circa all'età di 15-16 anni con le stesse capacità fisiche.

3.3. 10.000 ore

E' dimostrato come, al fine eccellere nella pratica si una disciplina siano necessarie 10.000

ore di prove ed allenamento. Ora, se si presuppone che un atleta inizi all'età di 6 anni e raggiunga il suo apice nel quale tentare le massime competizioni all'età di 20 anni, facendo un rapido calcolo risulta che:

Dividendo 10.000 sui 14 anni e calcolando 5 sedute di allenamento in settimana risulta che la MEDIA delle ore che un atleta deve allenarsi per raggiungere il massimo successo è circa di 3 ore al giorno per 5 giorni alla settimana per 14 anni.

Sono cifre esorbitanti che non vengono generalmente prese in considerazione.

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3.4. Intelligenza

Per intelligenza non viene inteso il Q.I. della persona, ma il termine viene considerato nella

sua accezione più ampia. Con intelligenza di intende sia il QI, ma soprattutto l'intelligenza pratica, le capacità di scegliere tempi e modi, la capacità di problem solving, la certezza dell'esistenza di possibili situazioni ai problemi.

Questo viene dato sia dall'analisi delle situazioni che dall'esperienza che dal background soprattutto famigliare.

Le capacità relazionali sono inoltre importanti. L'atleta non è infatti un semplice ammasso di muscoli ma è anche dotato di cervello, emozioni ed intelligenza.

3.5. Famiglia

La famiglia e in generale il back ground culturale costituiscono il secondo fattore più

importante per la crescita di un campione sportivo. E' l'educazione infatti che fa la differenza nelle diverse situazioni della vita.

Essere cresciuti in una famiglia che ha insegnato l'umiltà ma anche la consapevolezza di avere dei diritti da far rispettare, costituisce un elemento di forza per il talento.

La stessa convinzione che il lavoro e il sacrificio comunque paghi e dia soddisfazione, la capacità di riconoscere e riconoscersi miglioramenti viene dalla famiglia.

Se ai ragazzi è stato trasmesso che l'attività fisica e quello che stanno facendo è gratificante, in quanto complesso, autonomo e creativo, il ragazzo impara a conquistarsi ogni miglioramento con gioia.

L'atleta che emerge deve pensare che se lavora sodo e si fa valere, se usa testa e immaginazione, può plasmare il mondo secondo i suoi desideri.

In tale visione la possibilità di allenarsi e migliorare non viene percepita come un lavoro duro, ma come fonte di gioia.

3.6. Allenatori

Non può esistere un buon atleta senza un buon allenatore, che deve essere un mentore non

solo per la costruzione dell'atleta dal punto di vista fisico ma anche psicologico. Le caratteristiche di un buon allenatore per atleti di successo non sono solo tecniche, ma

soprattutto gestionali. A tal proposito, l'allenatore deve essere continuamente aggiornato e possedere una fortissima

empatia con il proprio atleta.

3.7. Struttura

Avere una struttura che facilita gli allenamenti e aumenta le possibilità per l'atleta è un fattore

di considerevole importanza.

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Con ciò viene anche intesa ed inclusa la scuola.

3.8. Staff

Un buon atleta deve essere circondato da molteplici figure differenziate in base al settore di

provenienza. Persone chiave sono: Preparatore atletico Fisioterapista Psicologo sportivo Più l'atleta progredisce, più gli esperti di ogni settore devono portare il loro contributo. Si

tratta infatti di un lavoro di gruppo.

3.9. Uomo giusto al momento giusto

Non da ultimo, un pizzico di fortuna e il caso giocano la loro parte. Il mix di eventi e casi a

volte è determinante. In poche parole, se esiste uno solo di questi fattori è molto difficile trovare il campione, ma se coesistono più fattori qui elencati allora le possibilità aumentano esponenzialmente.

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4. Riconoscere, gestire e valorizzare l'atleta di talento nella specialità pattinaggio artistico

Al fine di individuare criteri di riconoscimento e gestione del talento, in questo capitolo si è

introdotto un metodo basato sull'esperienza pratica di anni di attività di insegnamento, prendendo in considerazioni molteplici aspetti empirici.

Nell'approccio a tale analisi, si è voluto perlopiù concentrarsi su elementi nuovi, specificamente elaborati allo scopo di individuare il potenziale talento.

Si considera pertanto tale capitolo come una descrizione personale di un processo empirico basato sull'osservazione del comportamento globale dell'atleta e sul suo modo istintivo di approcciare la disciplina.

4.1. Riconoscere

Allo scopo di meglio comprendere cosa più colpisce in un potenziale talento e se un giovane

atleta può definirsi tale, si è voluto procedere con una analisi a ritroso, ovvero definire inizialmente quali siano le capacità che un campione in questa specialità deve possedere.

Tali capacità, nel campione nella specialità del pattinaggio artistico, sono:

◦ l'abilità di eseguire salti con un minimo di 2,5 rotazioni in aria;

◦ la sicurezza: un atleta non deve commettere errori (semplificare con il termine cadute);

◦ l'abilità di cambiare velocemente il gesto atletico;

◦ la flessibilità, al fine di eseguire trottole in posizioni particolari;

◦ il carisma. Per arrivare a queste capacità, viste come l'obiettivo dell'atleta nel pattinaggio artistico, il

giovane atleta deve preferenzialmente possedere le seguenti capacità fisico-tecniche: 1. nel salto: capacità di rimanere sospeso il tempo necessario per completare la rotazione. In

caso di salti tripli, il tempo è indicativamente 0,6s; 2. nel salto: capacità di portare a termine la rotazione nel minore tempo possibile. La velocità

di rotazione del salto è direttamente correlata all'inerzia che il corpo possiede quando in aria nonché alla capacità impulsiva in fase di stacco del salto. L'inerzia del corpo è legata direttamente alla forma del corpo: corpi sottili e con la massa concentrata nei pressi dell'asse di rotazione sono corpi che possono raggiungere velocità di rotazione maggiori e di conseguenza più adatti alla specialità del pattinaggio artistico;

3. sicurezza e stabilità: questo parametro coinvolge sia la sfera tecnica vera e propria, che la gestione dell'equilibrio e della propriocezione. Nell'atleta giovane, essendo la componente tecnica minoritaria, sono da valorizzare ragazzi che riescano a “salvarsi” in situazioni di difficoltà prossimi all'errore, ovvero che mettano in atto meccanismi di ri-equilibrio.

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4. carisma. Nel giovane atleta viene declinato nella mancanza di timore di fronte ad elementi complessi e nell'entusiasmo riposto nello sperimentare gesti nuovi che superino in complessità quelli noti.

Si possono quindi enucleare quattro caratteristiche-chiave che il campione, visto come

realizzazione del talento, deve possedere: 1. salto 2. impulso e rotazione rapida 3. elevata propriocezione ed equilibrio 4. carisma

Tali sono le caratteristiche da ricercarsi nell'atleta talentuoso. Tuttavia, nella fase di

reclutamento ed individuazione, che generalmente avviene nella fascia di età compresa tra i 6 ed i 10 anni, ci sono alcune sostanziali differenze.

La capacità di salto ed elevazione è collegata alla caratteristica di forza, caratteristica fisica che si sviluppa soltanto in età successiva ai 12 anni. E' di conseguenza una caratteristica che presenta una elevata variabilità e, seppur facendo parte della valutazione globale, non può giocare, un ruolo vincolante, soprattutto in età giovanile.

Per quanto riguarda la caratteristica dell'impulso, per noi esemplificabile come l'accelerazione da imporre al corpo in fase di stacco, anche essa è difficile da individuare nell'atleta giovane. E' tuttavia individuabile nel momento di stacco dei salti e di rotazione nelle trottole.

La caratteristica che emerge in maniera maggiore è invece la capacità dell'atleta di “salvarsi in qualsiasi situazione”. Seppur acquisibile con l'allenamento, questa dote è la caratteristica che il talento deve necessariamente possedere ed è inoltre quella maggiormente riconoscibile nella fascia di età fra i 6 ed i 10 anni. E' infatti questa la caratteristica che maggiormente discrimina il talento in giovane età.

Infine, per quanto siano i parametri più difficile da definire, in quanto validi estemporaneamente, e i più soggettivi, in quanto necessitano di una lettura esperta, la mancanza di timore nell'esecuzione di elementi complessi come l'entusiasmo nell'intraprendere passi di volta in volta di livello superiore, sono due elementi imprescindibili per definire l'atleta talentuoso.

4.2. Gestire

4.2.1 Gestione dal punto di vista tecnico

Anche in questo caso, al fine di enucleare le caratteristiche dell'atleta che più probabilmente arriverà all'apice della carriera sportiva, si è deciso di procedere a ritroso, ovvero di individuare quali siano le criticità/problematicità fisico-tecniche che possano interferire con la sua crescita agonistica.

Il regolare sviluppo di un atleta nella specialità del pattinaggio artistico avviene secondo 4 fondamentali criteri e quindi, un giovane atleta non diventa atleta di successo se intercorrono problemi di:

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1. forza 2. tecnica 3. completezza nell'esecuzione 4. stabilità Tali problemi posso essere superati se si adotta un approccio schematizzato nella seguente

tabella:

Problema Causa atleta Causa allenatore Soluzione Problema di forza XXX X Allenamento tecnico

necessario Problema di tecnica X XXX Correzione tecnica Problemi di differenziazione

XXX Allenamento differenziato

Problemi di stabilità XX XXX Allenamento variabile Tab 3. Tabella con cause e soluzioni dei quattro problemi frequenti nella pratica sportiva Nel caso di un atleta di talento, la sua gestione avviene in maniera leggermente diversa

rispetto all'atleta comune. L'atleta di talento ha meno bisogno di un allenatore "tecnico" ma ha più bisogno di un

allenatore "manager" che sappia gestirlo ed indirizzarlo per meglio porre a frutto le sue caratteristiche.

L'allenatore "tecnico" ha un ruolo secondario con l'atleta di talento, in quanto esso elabora autonomamente le strategie per risolvere i problemi tecnici.

4.2.2 Gestione dal punto di vista psicologico

Dal punto di vista psicologico, la gestione del talento è molto complessa. In questo capitolo verrà preso in analisi il metodo di insegnamento per il talento preso singolarmente, e quindi non come membro di un gruppo di atleti. Questo procedimento si rende necessario soprattutto per semplificare l'analisi, al fine di enucleare quali siano le criticità e necessità del singolo per poi inserirlo nella gestione complessiva del gruppo.

Per tale approccio si farà uso di una scala motivazionale che premi il miglioramento del singolo in relazione a se stesso e ad i suoi obiettivi.

La scala di giudizio della propria prestazione deriva dalla auto-percezione di competenza, ed è quindi soggettiva.

L'attenzione del singolo atleta deve venire posta sul “compito” e non sull'”io”. Gli standard ed il confronto diventano personali e le auto-valutazioni vengono fatte in base ai miglioramenti e/o peggioramenti nel tempo.

Per l'allenatore quindi l'elemento che definisce il talento, o più in generale per il singolo atleta, è la sua velocità di ottenere miglioramenti in tempi ridotti.

Un approccio di questo tipo viene definito come approccio basato su compito. L'approccio metodologico basato sul compito favorisce l'impegno anche di fronte alle

difficoltà e permette di adottare strategie e comportamenti funzionali all'esecuzione del compito.

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L'investimento emotivo è maggiore, così come il coinvolgimento. (Achievement goal Theory, Nicholls 1984, Ames,1992).

Le emozioni ed i sentimenti che scaturiscono dalla valutazione dei risultati della pratica sportiva diventano quindi per lo più positivi perché basati sul confronto continuo con se stessi.

Particolare attenzione deve venire inoltre posta al grado di difficoltà del compito che viene

dato dall'allenatore ad ogni singolo atleta. I seguenti grafici mettono in relazione la motivazione con la difficoltà del compito e la

risposta motivazionale di atleti che abbiano un orientamento sul compito. Come si evince dal grafico, la percezione di abilità, una volta dato il compito di difficoltà adeguata, influisce positivamente sulla motivazione dell'atleta. A seconda dell'abilità percepita, se il compito dato è di giusta difficoltà, l'atleta che a livello motivazionale è orientato su compito lo percepisce come sfida.

Fig 7. Risposta in base all'abilità percepita di atleti orientati sul compito Si nota invece un andamento opposto nel grafico che esemplifica la risposta a livello di

comportamento di atleti con livello motivazionale orientato sull'Io. La risposta degli atleti con un livello motivazionale orientato sull'io tende a dividersi una

volta assegnato il compito di giusta difficoltà. Gli atleti con bassa abilità percepita tendono a sentirsi molto motivati nel caso in cui il compito sia troppo facile o troppo difficile, in un caso perchè riescono a farlo facilmente, nell'altro perchè sono consapevoli che tale compito è comunque molto al di sopra delle proprie possibilità e hanno quindi una motivazione nel caso di non riuscita. Gli atleti con alta abilità percepita invece hanno una risposta molto più simile a quella degli atleti la cui motivazione è orientata sul compito.

Tuttavia la differenza è sostanziale. La bravura in un caso viene percepita in confronto agli altri, nell'altro caso in confronto a se

stessi.

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Fig 8. Risposta in base all'abilità percepita di atleti orientati sull'io Non è obiettivo di questa tesi quello di discutere degli approcci teorici sugli stati emozionali

nello sport, resta necessario tuttavia elencare i quattro maggiormente utilizzati, a seconda che un atleta sia un talento o meno, che, come noto, sono i seguenti:

◦ modello del flow (Csikzentmihalyi, 1975)

◦ modello del divertimento nello sport (Scalan e Lewthwaite, 1986)

◦ modello degli stati emozionali indotti dall’esercizio (Abele e Brehm, 1993)

◦ modello degli stati Psico-Bio-Sociali (Hanin, 2000; Robazza e Bortoli, 2003) Partendo quindi da un tipo di orientamento basato sulla competenza personale, si vogliono

indicare i due parametri principali attorno ai quali si sviluppa la gestione del talento. Innanzitutto è importante evidenziare, sulla base dell'esperienza e dell'analisi delle difficoltà

riscontrate allenando potenziali talenti, quelle strategie di insegnamento che devono essere messe in atto al fine di creare una "mente vincente", ovvero:

1. insegnare/sperimentare gesti atletici che siano più o meno sempre al limite delle capacità

dell'atleta; 2. impostare la comprensione del gesto atletico secondo il modello di AHA experience. L'andamento delle prestazioni di un potenziale atleta di alto livello sono, sulla base

dell'esperienza di insegnamento, descritte da un grafico di questo tipo:

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Fig 9. Confronto fra atleta normale e talento La proposta che si vuole avanzare è quella di sviluppare una metodologia di insegnamento

volta a stimolare la creatività del talento e quindi volta a favorire un apprendimento (e insegnamento) di tipo non deduttivo, bensì induttivo.

Il giovane atleta va il più possibile stimolato nel cercare connessioni e similitudini del gesto atletico nella realtà che lo circonda. Si dovranno successivamente stimolare nell'atleta quei processi logici del tipo causa-effetto, basati sulla corretta emulazione del gesto atletico, che possano far acquisire la piena consapevolezza ed il dominio delle proprie potenzialità.

Si vuole in questo modo stimolare il giovane atleta a trovare singolarmente le soluzioni alle criticità che si possano verificare in fase di allenamento.

Così facendo si riesce quindi a lavorare su differenti piani, ossia: 1. nel coinvolgimento 2. nell'ottenere una maggiore determinazione nel provare l'esercizio (essendo una soluzione

auto-prodotta dall'atleta, questo si impegnerà nel dimostrare di aver trovato la soluzione corretta) 3. nella consapevolezza che per ciascuna criticità esiste una soluzione (ricorrendo anche al

supporto dell'allenatore) Si ritiene importante per l'allenatore indirizzare l'atleta verso il corretto ragionamento e

rinforzarlo nella consapevolezza che per ciascuna criticità l'atleta stesso può trovare una soluzione ottimale.

Dal punto di vista operativo ed in massima sintesi, i punti fondamentali per l'allenatore

secondo questo metodo sono i seguenti: 1. evidenziare/enucleare il problema/criticità all'atleta; 2. prefiggersi uno scopo comune.

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In seguito, l'allenatore può agire sia con indicazioni puntuali (es. elevare maggiormente il ginocchio in fase di stacco) che con indicazioni di tipo generale (es. eseguire il salto cercando di staccare più in alto) e calibrare pertanto la strategia di supporto all'atleta in base al feedback di questo.

In entrambi i casi, l'obiettivo è quello dell'attivazione del “sistema di ricompensa interna”, in cui l'atleta è chiamato a reagire all'indicazione cercando autonomamente la soluzione. Soluzione che, secondo il “metodo creativo”, l'atleta talentuoso è portato a trovare concentrandosi sulle proprie sensazioni ed adattando il gesto atletico di conseguenza.

Funzione dell'allenatore in questa fase è anche quella di stimolare l'atleta ad apportare variazioni all'esercizio allo scopo di percepire differenti sensazioni fino alla determinazione del gesto atletico migliore.

Le variazioni proposte possono essere di qualsiasi tipo, ad esempio possono riguardare la percezione della propria potenza. All'atleta può essere richiesto per esempio di eseguire lo stesso elemento più lungo, più alto o con maggiore rotazione.

Si possono apportare, ad esempio, modifiche alle combinazioni o cambi nelle posizioni di uscita o entrata, in modo da modificare la percezione dell'equilibrio.

Questa fase va sempre alternata comunque ad allenamenti specifici dove si porti l'atleta a capire e sentire che cosa sta accadendo.

L'utilizzo di un metodo creativo di insegnamento ha anche lo scopo di favorire la “Aha

Experience”, elemento di fondamentale importanza per lo sviluppo di talenti. Con questo metodo, si favorisce l'intuizione, o meglio il cosiddetto insight. Insight

(letteralmente “visione interna”) è un termine inglese utilizzato in psicologia che definisce il concetto di “intuizione” nella forma immediata ed improvvisa.

L'insight consiste nella comprensione improvvisa e subitanea della strategia utile ad arrivare alla soluzione di un problema o della soluzione stessa – colloquialmente conosciuto come “lampo di genio” o con l'espressione inglese “Aha Experience”.

A differenza di ciò che è considerato problem solving in generale, dove la soluzione del problema è raggiunta tramite una costruzione analitica e consequenziale, l’insight avviene in un unico passo e compare inaspettatamente nella mente del solutore (Sternberg & Davidson, 1995). L’insight è spesso il risultato di una ristrutturazione degli elementi del problema, anche in assenza di preesistenti interpretazioni (Kounios & Beeman, 2009)

Nel pattinaggio artistico, i benefici di un meccanismo di questo tipo sono notevoli:

◦ soluzione improvvisa del sistema

◦ attenzione allo svolgimento della sequenza corretta nello svolgimento della soluzione

◦ correzione automatica di imprecisioni nelle fasi cruciali per l'atleta

◦ utilizzo del metodo in situazioni varie (trasportare la soluzione da un elemento all'altro)

◦ originalità della soluzione

◦ riproducibilità della soluzione anche a distanza temporale

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Nell'insight process gioca anche un ruolo fondamentale l'effetto sorpresa della soluzione, ovvero il fatto di imparare tramite valutazioni emotive positive. Imparare cose nuove dandosi contemporaneamente giudizi positivi ed incoraggiamenti, rende efficace in massima misura il processo di apprendimento.

Riassumendo, il metodo di insegnamento qui proposto come il migliore applicabile per il

talento, ha lo scopo di attivare un sistema di ricompensa proprio, di stimolare l'atleta ad imparare principi di funzionamento, di incoraggiarlo a trovare soluzioni ai problemi. Acconto a ciò, gioca sempre un ruolo importante la variabilità dell'allenamento proposto, anche nel caso in cui gli effetti non siano immediatamente visibili.

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5. Proposte di intervento a livello federale

5.1. Il progetto talenti ora

Il Progetto Talenti si prefigge l'obiettivo di raddoppiare i probabili atleti olimpici in

previsione dei Giochi del 2020. Un altro scopo è quello di “...passare dalla collaborazione FSN-CONI legata ad eventi

sporadici (es. YOG) ad una cooperazione sistematica e condivisa costruendo insieme tappa per tappa un progetto a lungo termine”.

In breve, il CONI si è prefisso i seguenti obiettivi per quanto riguarda l'attività giovanile:

◦ allocazione di specifiche risorse economiche sull'attività giovanile di alto livello

◦ istituzione della figura del DT per l'attività giovanile

◦ creazione di un settore tecnico dedicato all'attività giovanile Il progetto "Giovani talenti" è finalizzato:

◦ creazione di una banca dati di tutti i partecipanti ai raduni giovanili con orizzonte multidisciplinare

◦ ad ottimizzare la fruibilità dei Centri PO

◦ all'aggiornamento dei tecnici.

Il Progetto Talenti è anche un importante ponte tra le società sportive ed il CONI. SI vogliono infatti creare degli strumenti scientifici con i quali identificare e gestire i talenti.

Tuttavia, oggi la distanza tra queste due realtà è ancora ampia ed i dati ottenuti dal Progetto Talenti non sono utilizzabili dalle società (per motivi in via di chiarimento) . Nonostante le ottime prospettive future, oggi risulta essere uno strumento poco utile soprattutto per la marcata distanza di comunicazione tra i diversi organi.

5.2. Proposta migliorativa del progetto talenti

Visti i programmi sui giovani talenti esistenti in vari paesi in Europa e nel mondo, si sono evidenziate gli elementi adattabili alla situazione italiana.

Nella tabella seguente, si presenta quella che si ritiene essere una buona divisione dei passi necessari al fine di individuare e formare l'atleta talentuoso. In questa tabella vengono anche individuati i soggetti coinvolti in ciascuna delle fasi nonché le richieste specifiche per ciascuna fase.

Si vuole con questa proposta dare una rilevanza maggiore alla scuola, che diventa il primo organo territoriale di indirizzamento dei giovani verso il mondo dello sport. Conscia che la realizzazione del progetto presenta molti ostacoli e difficoltà soprattutto sul lato di retaggio culturale (l'atleta sottrae tempo prezioso allo studio) sono tuttavia persuasa che sia necessario un cambio di vedute sostanziale.

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La scuola infatti è un elemento decisivo nel reclutamento di giovani atleti (e giovani talenti) in quanto ha il grande vantaggio di possedere elevati numeri di alunni che praticano sport tra le altre discipline scolastiche.

Il benessere fisico è inoltre una delle priorità del sistema scolastico italiano e si ritiene pertanto che una collaborazione tra società sportive e scuola sul reclutamento di giovani atleti talentuosi potrà portare dei buoni frutti.

FASE SOGGETTO DIMENSIO

NE RICHIESTE

Reclutamento Scuola

Territoriale Indirizzamento

Società Sportive

Identificazione e selezione

Società Sportive

Territoriale

Selezioni agonistiche Comitato Regionale/Provinciale Test di valutazione

Condivisione di indirizzi tecnici

Collaborazioni con Università

Gestione

Società Sportive

Centrale

Staff tecnici dedicati

Federazione Assistenza tecnico-scientifica

Budget specifico

Collaborazioni con Università

Centri di preparazione Tab 4. Tabella riassuntiva che mette in relazione le fasi con i soggetti attori, la scala territoriale e le richieste. A livello di indirizzamento, che dev'essere fatto sia nella scuola che nelle società sportive,

andrebbe fatta inoltre una divisione sulla base di macro-categorie fisiche e psicologiche. La proposta di categorizzazione basa sulla divisione degli atleti in tre macro-gruppi ed è la seguente:

◦ gruppo sport spiccatamente di resistenza

◦ gruppo sport di forza-tecnica

◦ gruppo sport di forza-tattica A ciascuna categoria corrispondono differenti sport e vengono riportati in tabella alcuni esempi:

RESISTENZA FORZA-TECNICA FORZA TATTICA Sci fondo Sollevamento pesi Calcio Corsa lunghe distanze Tuffi Hockey Bicicletta lunghe distanze Pattinaggio artistico Box Canottaggio Skeleton Judo Nuoto lunghe distanze Ginnastica artistica Lotta Triathlon Salti … Biathlon … … Velocità su ghiaccio …

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Tab 5. Tabella esempio di suddivisione delle discipline in gruppi Una macro divisione di questo tipo serve soprattutto a dare una prima direzione al tipo di

lavoro basilare da intraprendere. Per ogni macrogruppo verranno infatti sviluppate le caratteristiche basilari legate alla resistenza, al controllo e alla visione di gioco.

Si dovranno successivamente trovare criteri di preparazione atletica di base che siano

adeguati ad ogni gruppo. Nei passi successivi al reclutamento, ovvero l'identificazione e la selezione del talento,

dovranno essere studiati specifici test e categorie conseguenti, al fine di identificare la disciplina più idonea per ciascun atleta.

Si arriva in questo modo ad una scelta via via più raffinata e specifica. Ovviamente nella scelta pesano anche le condizioni iniziali (sarà difficile trovare un

campione dello sci di fondo a Reggio Calabria) però, a parità di impianti sportivi, l'altleta avrà la possibilità di provare diverse specialità affini.

Tale processo ha un duplice vantaggio. Infatti, se in un secondo tempo, l'atleta, o per scelta propria, o per scelta tecnica decide di cambiare specialità, e di rimanere all'interno del proprio macro gruppo, si troverà già avvantaggiato dal momento che avrà già allenato caratteristiche simili.

Accanto a ciò sarebbe inoltre altamente opportuno ed auspicabile un continuo confronto tecnico fra gli insegnanti sia della stessa specialità che fra gli insegnanti appartenenti a specialità del proprio macro-gruppo.

Per noi allenatori di pattinaggio artistico sarebbe infatti un arricchimento sentire gli allenatori di salti, di ginnastica artistica, ritmica e tuffi al fine di allargare le vedute ed avere un'immagine più completa del gesto atletico.

Spero con queste idee di sviluppo e progetto di portare qualche nuovo spunto sul quale

riflettere, al fine di riuscire a sviluppare in Italia sempre più campioni nel pattinaggio artistico.

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6. BIBLIOGRAFIA

Gladwell, M., Fuoriclasse – Storia naturale del successo Slides seminario internazionale sull'allenamento dell'età evolutiva, Roma, 12 giugno 2012: Relatori selezionati:

• Dott.ssa Rossana Ciuffetti. Intervento su: "il progetto talento"

• Dott. Claudio Robazza. Intervento su: "Le fasi prico-sociali della crescita: gli obiettivi dell'allenamento"

Slides seminario: I giovani e lo sport della montagna, 4° convegno nazionale di formazione

Relatori selezionati: • Dott.ssa Laura Bortoli. Intervento su: "L'abbandono nello sport giovanile: i motivi

pro"

La Torre, Nicolini, Ranzetti, Il manuale dell'istruttore di atletica leggera: FIDAL

Knoll, K., Effektive Lernstrategien

Hartmann, U., Entwicklung eines energetisch orientierten Anforderungsprofils im Eiskunstlaufen