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Tweet Storia p. 358 L’Alto Medioevo L’Alto Medioevo 1. Che cos’è il «Medioevo»? L’inizio del Medioevo A metà del V secolo, l’Impero romano, che da secoli univa sotto un’unica autorità politica tutti i popoli del Mediterraneo e assumeva in sé l’eredità culturale delle ci- viltà antiche, era ormai diviso in due parti (l’Impero d’Oriente e l’Impero d’Occidente) e indebolito – soprattutto nella parte occi- dentale – da forti elementi di crisi. Da oltre un secolo i «barbari» – popoli di stirpe germanica provenienti da est – erano stati accettati all’interno dell’impero e ave- vano ingrossato le fila dell’esercito. Questo non aveva ridotto le imponenti migrazioni in Gallia, in Spagna e in Africa settentriona- le, né soprattutto aveva fatto cessare le scor- rerie e saccheggi da parte delle popolazioni germaniche. Ad esempio, nel 410 i Visigoti avevano saccheggiato Roma suscitando enorme sgomento nella popolazione roma- na. Dimostrazione che i barbari conviveva- no ancora a fatica con le popolazioni «lati- ne», cioè con le genti da secoli integrate nel sistema politico e nella cultura romana. Nel 475 divenne imperatore d’Occidente Romolo «Augustolo» («piccolo Augusto»), e fu l’ultimo: infatti nel 476 venne deposto da Odoacre, un generale di origini germaniche. Odoacre, tuttavia, non divenne mai impera- tore d’Occidente, né nominò un successore di sua fiducia, ma si sottomise volontaria- mente all’imperatore d’Oriente. Roma perdeva però la sede imperiale e soprattutto, dopo secoli di dominio, la sua posizione al centro della politica del Medi- terraneo. Per questo motivo gli storici, in maniera pressoché unanime, fissano, se- condo una convenzione cronologica, al 476 la fine dell’Età antica e il principio del «Me- dioevo». La fine del Medioevo Convenzionale è anche la data che conclu- de l’Età medievale e dà inizio all’Età moder- na: il 1492, anno della scoperta dell’Ame- rica da parte di Cristoforo Colombo, data che segna l’inizio dell’espansione europea nel resto del mondo e della lunga fase della conquista coloniale da parte delle potenze europee. Altri eventi culturali, sociali, politici, po- trebbero costituire – e costituiscono per non pochi studiosi – dei punti di riferimento per fissare l’inizio dell’Età moderna: per esempio l’affermazione – tra XII e XIV secolo – delle monarchie nazionali di Francia, Spagna e Inghilterra (che fece tramontare l’ideale di una rinascita dell’Impero romano, perse- guito a lungo nei secoli precedenti); oppure la fine dell’unità religiosa dell’Europa occi- dentale (e il tramonto dell’autorità univer- sale della Chiesa di Roma) con la Riforma luterana a partire dal 1517. Oppure, ancora, la conquista di Costantinopoli da parte dei Turchi e la conseguente caduta dell’Impero romano d’Oriente nel 1453. In generale, dunque, se il 1492 «funziona» come punto di svolta verso una nuova età, non dobbiamo dimenticarci che nella stessa epoca si verificavano altri fenomeni e proces- si storici di uguale e forse maggiore impor- tanza per la vita degli europei: sono la scelta e il consenso degli storici a fissare le date, che rimangono delle pure convenzioni. L’origine della parola «Medioevo» Il termine «Medioevo» significa quindi «età di mezzo» e sembrerebbe indicare in gene- rale una lunghissima fase storica priva di caratteristiche proprie e soprattutto pove- ra di elementi di valore per la storia della civiltà europea: una specie di «parentesi» tra le grandi civiltà dell’Età antica (da quel- la egizia a quella greca e romana) e l’intra- prendente, innovativa Età moderna. La connotazione negativa della parola «Medioevo» che tende a resistere ancora oggi è quindi dovuta alla particolare fase storica in cui ha avuto origine, cioè nell’epo- ca dell’Umanesimo e del Rinascimento, tra L’assedio di Costantinopoli in due miniature del XV sec. 8 V sec. 529-534 Giustiniano fa pubblicare il Corpus iuris civilis 529 Benedetto da Norcia fonda l'abbazia di Montecassino © Loescher Editore – Torino 9 1000 VIII sec. La sella con le staffe si diffonde in Occidente IX sec. I Vichinghi mettono a punto il drakkar © Loescher Editore – Torino

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L’Alto Medioevo

L’Alto Medioevo

1. Che cos’è il «Medioevo»?

L’inizio del Medioevo

A metà del V secolo, l’Impero romano, che da secoli univa sotto un’unica autorità politica tutti i popoli del Mediterraneo e assumeva in sé l’eredità culturale delle ci-viltà antiche, era ormai diviso in due parti (l’Impero d’Oriente e l’Impero d’Occidente) e indebolito – soprattutto nella parte occi-dentale – da forti elementi di crisi.Da oltre un secolo i «barbari»   – popoli di stirpe germanica provenienti da est – erano stati accettati all’interno dell’impero e ave-vano ingrossato le fila dell’esercito. Questo

non aveva ridotto le imponenti migrazioni in Gallia, in Spagna e in Africa settentriona-le, né soprattutto aveva fatto cessare le scor-rerie e saccheggi da parte delle popolazioni germaniche. Ad esempio, nel 410 i Visigoti avevano saccheggiato Roma suscitando enorme sgomento nella popolazione roma-na. Dimostrazione che i barbari conviveva-no ancora a fatica con le popolazioni «lati-ne», cioè con le genti da secoli integrate nel sistema politico e nella cultura romana.

Nel 475 divenne imperatore d’Occidente Romolo «Augustolo» («piccolo Augusto»), e fu l’ultimo: infatti nel 476 venne deposto da Odoacre, un generale di origini germaniche. Odoacre, tuttavia, non divenne mai impera-

tore d’Occidente, né nominò un successore di sua fiducia, ma si sottomise volontaria-mente all’imperatore d’Oriente.

Roma perdeva però la sede imperiale e soprattutto, dopo secoli di dominio, la sua posizione al centro della politica del Medi-terraneo. Per questo motivo gli storici, in maniera pressoché unanime, fissano, se-condo una convenzione cronologica, al 476 la fine dell’Età antica e il principio del «Me-dioevo».

La fine del Medioevo

Convenzionale è anche la data che conclu-de l’Età medievale e dà inizio all’Età moder-na: il 1492, anno della scoperta dell’Ame-rica da parte di Cristoforo Colombo, data che segna l’inizio dell’espansione europea nel resto del mondo e della lunga fase della conquista coloniale da parte delle potenze europee.

Altri eventi culturali, sociali, politici, po-trebbero costituire – e costituiscono per non pochi studiosi – dei punti di riferimento per fissare l’inizio dell’Età moderna: per esempio l’affermazione – tra XII e XIV secolo – delle monarchie nazionali di Francia, Spagna e Inghilterra (che fece tramontare l’ideale di una rinascita dell’Impero romano, perse-guito a lungo nei secoli precedenti); oppure la fine dell’unità religiosa dell’Europa occi-

dentale (e il tramonto dell’autorità univer-sale della Chiesa di Roma) con la Riforma luterana a partire dal 1517. Oppure, ancora, la conquista di Costantinopoli da parte dei Turchi e la conseguente caduta dell’Impero romano d’Oriente nel 1453.

In generale, dunque, se il 1492 «funziona» come punto di svolta verso una nuova età, non dobbiamo dimenticarci che nella stessa epoca si verificavano altri fenomeni e proces-si storici di uguale e forse maggiore impor-tanza per la vita degli europei: sono la scelta e il consenso degli storici a fissare le date, che rimangono delle pure convenzioni.

L’origine della parola «Medioevo»

Il termine «Medioevo» significa quindi «età di mezzo» e sembrerebbe indicare in gene-rale una lunghissima fase storica priva di caratteristiche proprie e soprattutto pove-ra di elementi di valore per la storia della civiltà europea: una specie di «parentesi» tra le grandi civiltà dell’Età antica (da quel-la egizia a quella greca e romana) e l’intra-prendente, innovativa Età moderna.

La connotazione negativa della parola «Medioevo» che tende a resistere ancora oggi è quindi dovuta alla particolare fase storica in cui ha avuto origine, cioè nell’epo-ca dell’Umanesimo e del Rinascimento, tra

L’assedio di Costantinopoli in due miniature del XV sec.

8 V sec. 529-534 Giustiniano fa pubblicare il Corpus iuris civilis529 Benedetto da Norcia fonda l'abbazia di Montecassino

© Loescher Editore – Torino

91000VIII sec. La sella con le staffe si diffonde in Occidente IX sec. I Vichinghi mettono a punto il drakkar

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L’Alto Medioevo L’Alto Medioevo

simi capitoli, che prendono avvio proprio dal passaggio tra X e XI secolo, il Basso Me-dioevo preparerà, di fatto, l’epoca moderna con la ripresa dei commerci, la nascita della borghesia dei mercanti e dei banchieri, l’af-fermazione delle autonomie comunali, la formazione degli Stati nazionali in Francia, Spagna e Inghilterra, e le forti contestazioni interne alla Chiesa di Roma.

In questo capitolo introduttivo vogliamo invece riprendere alcuni tratti fondamen-tali dell’Alto Medioevo. Gli storici ricostru-iscono la storia della civiltà europea fino all’anno Mille intorno a quattro temi-chia-ve, facenti riferimento rispettivamente alle dinamiche politico-territoriale, culturale-religiosa, sociale ed economica dell’Europa alto medievale:

1) le conseguenze del crollo dell’Impero romano d’Occidente e dell’espansione araba: la fine dell’unità culturale, eco-nomica e politica del Mediterraneo, ac-compagnata però dalla persistenza del modello «imperiale universale» fino (e oltre) alla sua temporanea riaffermazio-ne con l’Impero carolingio;

2) il ruolo della Chiesa, garante degli equi-libri politici di tutti questi secoli ed essa stessa potere universale, in quanto guida spirituale e culturale di tutte le popola-zioni europee;

3) il sistema sociale feudale, basato su una rigida piramide gerarchica tra i «tre ordi-ni» della società e sui rapporti di fedeltà personale tra i nobili e il sovrano e tra gli stessi nobili;

4) il temporaneo tramonto del dinamismo produttivo e commerciale dell’Impe-ro romano e lo sviluppo dell’economia «curtense».

2. L’assetto politico e territoriale dell’Alto Medioevo

Frammentazione e parziale riunificazione

L’equilibrio politico dell’Europa alto medie-vale conobbe sostanzialmente due fasi suc-cessive, seguite da un periodo di frammen-tazione e decadenza.

La prima fase, che va fino alla fine dell’VIII secolo, vide il persistere dell’Impero romano d’Oriente e, contemporaneamente, il venir meno dell’autorità centrale dell’Impero ro-mano d’Occidente cui seguì una crescente frammentazione in diversi regni, ciascuno dominato da un popolo di stirpe germanica. Questo periodo, dal IV secolo agli inizi del IX (300-800 d.C.), fu per questo definito l’epo-ca dei regni romano-barbarici.

Anche l’unità politica del Mediterraneo, che era stata la caratteristica principale della tarda antichità, venne interrotta dalle con-tinue e progressive conquiste degli Arabi e dalla diffusione della religione islamica.

La seconda fase, intorno al IX secolo, fu contraddistinta invece dall’espansione dei Franchi che sotto la guida di Carlo Magno e anche grazie all’appoggio della Chiesa di Roma riuscirono a restituire all’Europa oc-

XIV e XVI secolo. Questo perché gli umanisti facevano ricadere gli anni terribili del Tre-cento, fatti di guerre, carestie e pestilenze, su tutto quel lungo arco di tempo, come se questa lunghissima fase storica fosse priva di caratteristiche proprie e povera di elementi di valore per la storia della civiltà europea.

L’epoca compresa tra il crollo dell’Impero romano d’Occidente per mano dei «barba-ri» e la rinascita della cultura europea veni-va così ad essere presentata come una buia epoca di passaggio, animata dalla cieca fede religiosa cristiana, a cui tutti aderivano senza alcuno spirito critico; un’epoca pri-va di dibattito e ricerca, povera di progressi scientifici e tecnici e senza una significativa evoluzione dei rapporti sociali.

Oggi gli storici hanno quasi completa-mente abbandonato questa visione negati-va: per gli studiosi l’Età medievale è un labo-ratorio che creò una nuova civiltà europea dopo il tramonto dell’epoca antica.

Alto Medioevo e Basso Medioevo

Il progresso degli studi medievali ha portato anzitutto a superare il concetto che il Me-dioevo sia stata un’età omogenea, sostan-zialmente immobile e priva di evoluzioni, e a identificare, invece, in un periodo lungo oltre mille anni, almeno due fasi successive e diverse:

1) l’Alto Medioevo (dalla deposizione di Ro-molo Augustolo fino all’anno Mille);

2) il Basso Medioevo (dall’anno Mille in poi).

Gli aggettivi «alto» e «basso» indicano rispet-tivamente un periodo più lontano e più vici-no a noi. Come vedremo nel corso dei pros-

cidentale una unità politica. Nacque infatti l’Impero carolingio (o Sacro romano impe-ro) che diede inizio a una importantissima, seppur breve, stagione di riforme e di rilan-cio della cultura. Per questo gli storici defi-niscono questo momento come «rinascita carolingia».

Solo Carlo Magno e suo figlio Ludovico il Pio riuscirono a mantenere l’unità dell’Im-pero: infatti nel giro di poche generazioni, e a causa principalmente di problemi di successione e spartizioni tra eredi, l’Impero vide ridursi notevolmente la propria esten-sione. Tra IX e X secolo prendeva dunque avvio una nuova stagione di frammentazio-ne e decadenza durante la quale l’Europa occidentale – frazionata ancora una volta in regni più o meno grandi – si trovò di nuo-vo indifesa di fronte all’invasione di popoli ostili e incapace di contrastare la diffusione di insicurezza e povertà.

Il punto in comune tra i periodi che ab-biamo evidenziato fu rappresentato insie-me dal ruolo di potere svolto dalla Chiesa e dalla persistenza dell’ideale di un impero universale (ossia multietnico) sul modello di quello romano.

Tra Antichità e Medioevo, Chiesa e Im-pero, quindi, si andarono affermando (la prima) e riaffermando (il secondo), come i due supremi principi che univano gli euro-

Un rilievo longobardo con processione, VII sec., Capua, Museo Campano.

Un guerriero arabo raffigurato su una brocca di ottone e argento, XII sec., Napoli, Museo Archeologico nazionale.

Carlo Magno in una scultura del XII sec., Müstair, Chiesa di San Giovanni Battista.

476 1000 1492 1815

Le età della storia

Età medievale

Età moderna

Età contemporanea

Alto Medioevo Basso Medioevo

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111000VIII sec. La sella con le staffe si diffonde in Occidente IX sec. I Vichinghi mettono a punto il drakkar

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L’Alto Medioevo L’Alto Medioevo

pei. Entrambe queste forze sembravano le uniche effettivamente in grado di superare le divisioni tra i popoli e di garantire la pace e la sicurezza per tutti. La fede cristiana, cui aderivano tutti gli europei, costituiva il fon-damento spirituale, culturale e giuridico universale.

Il periodo dei regni romano-barbarici

La cartina rappresenta la situazione poli-tica dell’Europa agli inizi del VI secolo. A est, ancora forte, unito ed economicamente flo-rido, prosperava l’Impero romano d’Orien-te (detto anche «Bizantino», da Bisanzio, antico nome della capitale Costantinopoli, oggi Istanbul).

A ovest si erano invece formati i regni ro-mano-barbarici: i principali erano il regno degli Ostrogoti  , che comprendeva l’Italia e parte della regione balcanica, quello dei Franchi, tra Germania e Francia, quello dei Visigoti in Spagna e quello dei Vandali   in Africa settentrionale.

IMPERO D’ORIENTE

REGNO DEGLIOSTROGOTI

REGNO DEIVANDALI

REGNO DEI VISIGOTI

REGNODEI SUEBI

Britanni AngliSassoni Frisi

Sassoni

Angli

JutiDanesi

Turingi P o p o l i S l a v i

Bavari

Gepidi

LongobardiAlemanniR. DEI

BURGUNDI

REGNO DEIFRANCHI

Costantinopoli

Atene

RomaToledo

Mar Nero

M a r e M e d i t e r r a n e o

Oceano

Atlant ico

Gli imperatori bizantini non riconosceva-no a nessuno di questi regni alcun titolo di continuità con l’Impero romano d’Occiden-te; al contrario essi si consideravano unici legittimi eredi dell’Impero romano e quin-di, formalmente, possessori della sovranità sull’intero continente. L’adesione dei popoli germanici alla comune fede cristiana catto-lica – pur garantita dal legittimo vescovo di Roma – non era sufficiente per legittimare questi regni e i loro sovrani agli occhi dei Bi-zantini. Inoltre, per i sovrani d’Oriente an-che il centro della Chiesa cristiana doveva coincidere con la capitale dell’Impero, cioè con il patriarcato di Costantinopoli.

Tra il 527 e il 565 d.C. l’Imperatore d’Oriente Giustiniano I si sentì abbastanza forte per tentare di riaffermare militarmente i propri diritti di imperatore romano anche sull’Europa occidentale. Dopo una lunga e sanguinosa serie di guerre, riuscì a strap-pare a Ostrogoti, Vandali e Visigoti ampi territori sulle coste della Spagna e dell’Afri-ca e in Italia meridionale. Ma il tentativo di ricreare l’Impero romano sostanzialmente fallì, ottenendo anzi l’effetto di aumentare la distanza e la diffidenza tra popolazioni dell’Occidente, ormai legate ai propri sovra-ni, e signori d’Oriente, che si erano presen-tati come conquistatori e feroci sfruttatori dei territori assoggettati.

La convivenza tra barbari e latini nei regni romano-barbarici

Nei regni romano-barbarici i Germani erano considerati stranieri invasori: essi, infatti, si erano impadroniti di una parte delle terre, strappandole agli antichi proprietari. I Ger-mani erano gli unici, inoltre, a poter portare armi ed erano quindi in grado di imporre le proprie leggi e i propri costumi ai popoli sottomessi. Tuttavia, proprio perché costi-tuivano una minoranza, e soprattutto per-ché ammiravano la superiorità della cultura romana, raramente agivano da semplici invasori e oppressori. Erano infatti abili guerrieri e sapevano amministrare le pro-prie tribù, ma non avevano esperienza nel governo di vasti territori. Non conoscevano, ad esempio, il diritto romano, ma solo le proprie tradizioni, che i Romani considera-vano rozze e incivili. Inoltre non potevano rinunciare all’appoggio della Chiesa che, con i suoi vescovi, tutti di origine e cultura

diritto: è l’insieme delle norme che in un popolo regolano i rapporti tra gli individui e quelli tra sudditi (o, in epoca moderna, tra cittadini) e autorità dello Stato. Il termine indica anche la disciplina che si dedica allo studio delle leggi e ne valuta l’adeguatezza a garantire l’organizzazione pacifica della società.

latina, era considerata la vera autorità da gran parte della popolazione.Per queste ragioni Germani e Romani furo-no costretti a collaborare: i primi assunsero l’incarico di difendere il territorio del regno, gli altri continuarono ad amministrarlo come facevano ai tempi dell’Impero. Molti nobili e uomini di cultura latina divennero quindi consiglieri e ministri dei re barbari.Naturalmente tra regno e regno si registra-rono differenze nelle modalità di regolazio-ne delle relazioni tra le due popolazioni. Ad esempio i Vandali sottoposero i Romani a un pesante sfruttamento. Al contrario, in Italia la convivenza tra Ro-mano-italici e Ostrogoti fu, almeno fino al 520, caratterizzata da un certo equilibrio. Il re ostrogoto Teoderico si avvaleva di abili consiglieri romani, tra i quali il filosofo Bo-ezio e Simmaco, che era capo di un senato nel quale sedevano tuttora i rappresentanti delle più importanti famiglie romane. Ognu-no dei due popoli viveva in pace seguendo le proprie regole e tradizioni: ad esempio la giustizia era esercitata separatamente, con i barbari che applicavano la legge della ven-detta, mentre nei tribunali romani erano an-cora le leggi di Roma a stabilire le sanzioni.Questa situazione di sostanziale stabilità si ruppe quando Teoderico iniziò a temere che gli Italici potessero acquistare eccessiva influenza e puntassero a rovesciare il potere dei Goti. Egli avviò una serie di persecuzioni nelle quali persero la vita gli stessi Boezio e Simmaco. Alla morte di Teoderico, nel 526, era tuttavia chiaro che alla convivenza e, a poco a poco, addirittura alla fusione tra i due popoli, non c’era alcuna vera alternativa.

L’Italia longobarda e l’alleanza tra Chiesa e Franchi

Dal 568 l’Italia fu invasa e in parte con-quistata dai Longobardi  . I nuovi domi-natori della penisola, a differenza di molti altri popoli barbari, non avevano avuto molti contatti con la civiltà romana e perciò agli abitanti della penisola apparivano bru-tali e privi di cultura.

La chiesa ebbe un’influenza decisiva sui nuovi conquistatori. Ad esempio, nel 593 il papa Gregorio I Magno riuscì a dissuaderli dalla loro intenzione di saccheggiare Roma; inoltre molti di essi erano già diventati cri-stiani. I re longobardi, pur diffidenti, in bre-

I regni romano-barbarici all’inizio del VI secolo

Due esempi di oreficeria visigotica: fibule (sopra) e una corona votiva (a destra) del VII sec.

Un barbaro, scultura del II sec., Parigi, Museo del Louvre.

Giustiniano trionfante, dittico in avorio, VI sec., Parigi, Museo del Louvre.

Romani Barbari

Luogo di residenza Città e villaggi Erano nomadi o semi-nomadi

Economia Agricoltura e commercio Soprattutto pastorizia

Lingua Latino Dialetti e lingue di origine

Alimentazione Frumento, cacciagione; olio

Carne bovina e ovina; burro e grassi animali

Classe sociale al vertice Aristocrazia terriera Aristocrazia militare

Composizione dell’esercito Esercito di leva Tutta la popolazione

Romani e barbari: come vivevano? Un confronto

12 V sec. 529-534 Giustiniano fa pubblicare il Corpus iuris civilis529 Benedetto da Norcia fonda l'abbazia di Montecassino

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L’Alto Medioevo L’Alto Medioevo

ve compresero che la collaborazione con la Chiesa poteva aiutarli a dare stabilità

al loro dominio sull’Italia, e il regno longobardo conobbe un’importante evoluzione nel corso del VII secolo. Ad esempio, nel 643 il re Rotari fece pubblicare un testo che raccoglieva tutte le leggi del popolo longobardo.

Questo codice – conosciuto come «Editto di Rotari» – era scritto in latino

e conteneva alcuni elementi provenienti

Bordeaux

Barcellona

Narbonne

Cordoba

Parigi

Lione

Milano

Costanza

Magonza

Aquisgrana

Ravenna

RomaNapoli

Augusta

Colonia

E M I RATO DI CO RDOBA

A v a r i

Bu

lg

ar

i

Anglosassoni

Br

et

on

i

S lovacchi

Cechi

P o l a c c h iS o r b i

S a s s o n i

J u t i

Bretoni

Baschi

Asturiani

Roda

no

Loira

Reno

M a r e M e d i t e r r a n e o

O c e a n o

A t l a n t i c o

Danubio

Bizantini

Merovingi

Longobardi

O c e a n oA t l a n t i c o

M a r e M e d i t e r r a n e o

Mare del Nord

Barcellona

REGNODELLE ASTURIE

Saragozza

EMIRATO DI CORDOBA(OMAYYADI)

CordobaBaleari

Marca diSpagna

LioneBurgundia

ProvenzaArles

Settimania

Guascogna

AquitaniaBordeaux

Marca diBretagna

BretagnaNeustr ia

Parigi

R e g n o d ’ I t al i a

MilanoLombardia

Ravenna

Ducato diSpoleto

RomaCorsica

Sardegna

Sici l ia

Bruzio

Napoli

DUCATODI

BENEVENTO

RagusaR

EGN

O D

EI BU

LGARI

Venezia

S e r b i

Croati

Marca delFriuli

Carinzia

Marca diPannonia

REGNO DEGLI AVARI

Slovacchi

B o e m i

BavieraAugusta

Alemannia

Aquisgrana

A u s t r a s i aMagonza

P o l a c c h iTuringia

Marc

a Ve

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a

AboditriSassoniaF

r i s i a

REGNO DI DANIMARCA

REGNIDEGLI

ANGLOSASSONI

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NI

dal diritto romano.Il Mediterraneo meridionale fu invece

occupato e saldamente dominato dagli Ara-bi, un popolo che la religione islamica ave-va unificato dal punto di vista sia religioso che politico. La minaccia araba rese anche più difficile per l’Impero romano d’Oriente mantenere nella penisola italica il controllo dei propri territori. I Longobardi riuscirono infatti a strappare ai Bizantini Ravenna, la loro capitale in Italia, il Lazio e le Marche.

Nel 751 il vescovo di Roma era di fatto cir-condato dai Longobardi, che ormai erano a un passo dalla conquista di Roma e dalla conseguente sottomissione della Chiesa.

Il papa Stefano II si risolse allora a chie-dere aiuto ai Franchi, il cui potente regno era guidato proprio dal 751 da Pipino il Breve che, con la benedizione della Chiesa, aveva deposto l’ultimo re della dinastia dei merovingi. La dinastia a cui apparteneva Pipino il Breve – la dinastia «carolingia» – prendeva il nome dall’abile generale Carlo Martello, che nel 732 aveva guidato i Fran-chi alla vittoria di Poitiers (in Francia) con-tro gli Arabi, arrestando la loro espansione in Europa occidentale.

L’alleanza tra carolingi e papato, la capa-cità dei Franchi di opporsi agli Arabi e i con-trasti tra Chiesa e Longobardi furono le tre condizioni che resero possibile la formazio-ne di un nuovo impero universale in Europa occidentale.

La formazione del Sacro romano impero

Nelle cartine puoi vedere le conquiste territoriali dei Carolingi fino Carlo Magno (Carlo il «Grande»), quando i Franchi este-sero il proprio dominio a tutta l’Europa cen-trale, fino a buona parte dell’Italia.

Nella notte di Natale dell’800, Carlo fu così incoronato imperatore da papa Leone III, e si affermò definitivamente come il protetto-

re del pontefice, dei vescovi e dell’inte-ra cristianità contro la minaccia portata da Arabi e popoli pagani: nasceva l’Im-pero carolingio detto anche «Sacro roma-no impero». «Sacro» perché faceva della religione cristiana il collante fra genti diverse, e «romano» perché si poneva sulla scia dell’impero di Roma, nutrendo le sue stesse ambizioni universali: unire, sotto una sola legittima autorità, po-poli diversi e assicurare a tutti la pace.

Dopo oltre tre secoli di divisioni tra i re-gni romano-barbarici, con Carlo Magno sembravano tornare i tempi dell’Impero romano d’Occidente. Durante la cerimonia della sua incoronazione, il papa aveva an-che esclamato: «A Carlo, l’augusto incoro-nato da Dio, grande e pacifico imperatore dei Romani, vita e vittoria!»

Le parole di Leone III, tuttavia, non de-vono farci dimenticare alcune importanti differenze tra i due imperi:

1) Carlo era stato proclamato dal papa «im-peratore dei Romani», ma i suoi sudditi erano soprattutto genti non latine, cioè popoli un tempo considerati «barbari» dai Romani e che mantenevano proprie abitudini e usanze non riconoscendosi in una comune tradizione culturale. Ciò che

li univa, ormai, era solo la co-mune fede cristiana (mentre

l’antico Impero romano lasciava libertà di cul-

to ai popoli sotto-messi).

Il regno dei Franchi all’inizio della dinastia carolingia (prima metà dell’VIII secolo)

L’Impero carolingio alla morte di Carlo Magno (814)

Impero carolingio

Territori sottoinfluenza carolingia

Patrimoniodi San Pietro

Territori bizantini

Disco longobardo, oro, VII sec., Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana.

Un cavaliere raffigurato su uno scudo da parata, VII sec., Berna, Museo Storico.

Rotari emana l’Editto che porta il suo nome, miniatura, XI sec., Cava dei Tirreni, Badia. Il trono di Carlo Magno, Aquisgrana, Cappella palatina.

14 V sec. 529-534 Giustiniano fa pubblicare il Corpus iuris civilis529 Benedetto da Norcia fonda l'abbazia di Montecassino

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151000VIII sec. La sella con le staffe si diffonde in Occidente IX sec. I Vichinghi mettono a punto il drakkar

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L’Alto Medioevo L’Alto Medioevo

2) Il centro dell’Impero romano, che com-prendeva anche territori africani e del Vicino Oriente, era il Mar Mediterraneo. L’impero di Carlo, invece, si estendeva nelle vaste pianure dell’Europa centrale e settentrionale e la sua capitale, Aqui-sgrana (in Germania) era molto a nord.

3) Roma antica basava la sua prosperità eco-nomica sugli intensi commerci marittimi e sullo scambio di beni tra province an-che lontanissime. L’economia del Sacro romano impero era invece legata all’agri-coltura e alla ricchezza rappresentata dal possesso della terra, con scarsa circola-zione di merci.

4) I «cittadini romani» obbedivano tutti alle leggi di Roma, che l’imperatore, somma autorità, faceva rispettare. Carlo, inve-ce, poteva tenere unito il suo regno solo tramite l’appoggio del papa e stringendo rapporti personali di fedeltà con i vari principi e capi militari che avevano com-battuto con lui.

La struttura feudale dell’impero e il ruolo di garante della Chiesa

Carlo organizzò il suo territorio in province di due tipi: nelle aree interne dell’impero istituì le contee, guidate dai conti, e nelle aree periferiche le marche (marca infatti si-gnifica confine), guidate dai marchesi, che avevano il compito di controllare e difende-re le frontiere.Conti e marchesi erano i principali delegati dell’imperatore sul territorio: per suo conto radunavano l’esercito in vista della guerra, riscuotevano le tasse, amministravano la giustizia, facevano applicare i capitolari e le altre disposizioni decise da Carlo.

Poiché questi signori, godendo di grande libertà, tendevano spesso ad agire con ecces-siva autonomia, arricchendosi e abusando della propria autorità, la loro attività veniva controllata dall’imperatore attraverso i mis-si dominici (espressione latina che significa «inviati del signore», cioè del sovrano): essi erano funzionari che si presentavano senza preavviso nelle province con il compito di controllare e riferire poi all’imperatore. In molte altre occasioni era addirittura l’im-peratore in persona, durante i suoi viaggi,

a visitare conti e marchesi valutandone l’azione e la fedeltà.

Conti e marchesi erano vassalli dell’im-peratore, cioè suoi alleati e dipendenti. Il rapporto di vassallaggio nasceva con il giu-ramento al signore, che obbligava il vassallo alla fedeltà e alla prestazione di un servizio (nella maggior parte dei casi si trattava del servizio in armi nelle guerre volute dall’im-peratore). Il giuramento avveniva nel nome di Dio – implicava perciò anche un obbligo religioso – e sul proprio onore – dal che de-rivava un obbligo morale. Su questo giura-mento erano basati la stabilità e l’ordine del Sacro romano impero.

Naturalmente, l’obbligo di fedeltà non procurava ai vassalli   solo doveri. Grazie all’investitura , infatti, il signore ricom-pensava l'omaggio del vassallo affidandogli un territorio, chiamato «beneficio» o feudo, da cui egli ricavava grandi ricchezze. Per questo si parla di «sistema feudale».

È molto importante sottolineare che in questa fase storica il feudo poteva essere assegnato a vita, ma non essere lasciato in eredità; ossia alla morte del vassallo ritorna-va in possesso del sovrano che lo riassegna-va a chi preferiva.

Il ruolo della Chiesa in questo sistema era fondamentale: essa infatti garantiva la validità dei giuramenti solenni e solo il papa, in virtù della sua autorità spirituale, poteva sciogliere un suddito dal giuramento all’imperatore. I due mondi erano legati da una grande comunanza di interessi e ideali,

tanto che i missi dominici venivano spesso scelti tra le fila dei vescovi.

Carlo Magno protesse la Chiesa, difese con le armi i territori che dipendevano di-rettamente dal papa, e concesse molti bene-fici ai vescovi e ai grandi monasteri presenti sul territorio dell’impero.

In definitiva, i due presupposti su cui si basava l’unità del Sacro romano impero erano proprio la comune appartenenza alla fede cristiana e il rapporto personale tra il principe e i suoi sudditi, anche questo ga-rantito dalla Chiesa.

Il tramonto dell’impero

Nell’814 Carlo Magno morì e il suo unico fi-glio ancora in vita, Ludovico, detto «il Pio», ereditò tutto il Sacro romano impero. A dif-ferenza del padre, Ludovico non era un con-dottiero. Egli non intraprese nessuna spe-dizione militare per ampliare il suo regno e preferì difenderlo dalle incursioni di popoli ostili (i Vichinghi, a Nord, e i Saraceni, a Sud) e governare in pace.

La principale preoccupazione di Ludovi-co era il rafforzamento del potere imperiale e dell’unità del regno. Sotto la sua autorità, infatti, vivevano popoli diversi e non era facile tenere uniti territori così vasti. Per questo motivo, egli rafforzò ulteriormen-te la collaborazione con la Chiesa e tentò di trasmettere il trono al primogenito dei suoi figli, Lotario. Tuttavia la legge salica , che i Franchi avevano ereditato dai loro antenati barbari, imponeva che alla mor-te del padre il patrimonio venisse diviso in parti uguali tra tutti i figli maschi. Ludovi-co non riuscì a sfuggire a questa tradizione. Quando nell’840 egli morì, i tre eredi maschi scatenarono una guerra civile per la succes-sione. Nell’843, l’Accordo di Verdun (citta-dina den Nord-est della Francia) stabilì la seguente spartizione dell’impero:

1) Lotario ottenne il titolo di imperatore, ma ricevette il possesso solo sul territorio che comprendeva una parte di Francia e la Germania (la Lotaringia) e l’Italia set-tentrionale e centrale;

2) Ludovico, detto «il Germanico» divenne sovrano del regno di Germania;

3) Carlo il Calvo ereditò il regno di Francia.Dopo solo meno di cinquant’anni l’impe-

ro si divideva in tre regni; nei decenni suc-

capitolare: legge emanata dall’imperatore, che derivava il suo nome dalla caratteristica suddivisione in capitoli. A ciascun capitolare tutti dovevano obbedienza: nobili, ecclesiastici, uomini liberi e servi.

legge salica: insieme delle leggi e delle consuetudini che risalivano originariamente ai Salii, una delle tribù in cui era anticamente diviso il popolo dei Franchi. Secondo alcuni studiosi fu il re Clodoveo (466-511) a raccogliere queste tradizioni trasmettendole ai suoi eredi.

investitura: cerimonia solenne durante la quale un suddito dell’imperatore – il vassallo – giurava fedeltà al proprio signore. La cerimonia si svolgeva in tre momenti separati: l’atto di sottomissione (l’«omaggio»), il giuramento di fedeltà e l’atto di affidamento del feudo.L’interno della Cappella palatina di Aquisgrana, 786-804.

Rilievo in avorio e oro raffigurante re Davide o Carlo Magno in trono, Firenze, Museo del Bargello.

La morte di Carlo Magno in una miniatura medievale.

16 V sec. 529-534 Giustiniano fa pubblicare il Corpus iuris civilis529 Benedetto da Norcia fonda l'abbazia di Montecassino

© Loescher Editore – Torino

171000VIII sec. La sella con le staffe si diffonde in Occidente IX sec. I Vichinghi mettono a punto il drakkar

© Loescher Editore – Torino

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  Tweet Storia p. 358

Una testa di drago, ornamento della prua di una nave vichinga.

REGNO DI B

ULGARIA

PR I NCI PATO

DI K I EV

Costantinopoli

Alessandria

Tunisia

Roma

Mar Nero

Mare Mediterraneo

Oceano

Atlantico

Maredel

Nord

REGNODI

SVEZIA

REGNO DINORVEGIA

REGNO DIDANIMARCA

REGNO DIINGHILTERRA

R EG NO DIF RANCIA

REGNO DIBORGOGNA

R EG NO DI

GE RMAN IA

REGNO DIPOLONIA

I M P E R O B I Z A N T I N O

SERBIA

REGNO DICROAZIA

R EG NOD’U NG H E RIA

R. DINAVARRA

CONTEA DIBARCELLONA

REGNODI LEON ECASTIGLIA GEORGIA

M ar Bal

tico

Incusioni ungare

Incusioni saracene

Incusioni normanne

Le incursioni di Saraceni, Ungari e Normanni nell’Europa dopo la divisione dell’impero (IX-XII secolo)

L’Alto Medioevo L’Alto Medioevo

Musulmani: i musulmani sono i seguaci della religione islamica. Musulmano non è sinonimo di «arabo», che invece indica una persona o un popolo proveniente dall'area della penisola arabica. Perciò un arabo non è necessariamente musulmano, così come molti popoli non arabi professano la religione islamica (ad esempio gli indonesiani, oppure gli iraniani o i turchi).

Saraceni: tribù araba di nomadi e predoni originaria della penisola del Sinai. Il loro nome fu usato dai cristiani per indicare tutte le popolazioni musulmane dell’Africa settentrionale che si arricchivano con la pirateria e il saccheggio.

cessivi si frammentò sempre più, mentre i re di Francia, Germania, Italia non riuscivano a imporre la propria autorità sui feudatari   più potenti.

L’indebolimento del potere dei sovrani divenne evidente quando i feudi comincia-rono a trasformarsi in territori autonomi. I feudatari, infatti, pur rimanendo legati al re, dal quale ricevevano l’investitura, godevano di spazi di libertà sempre più vasti. La tra-sformazione fu completata nell’877, quando Carlo il Calvo, re di Francia, con il Capitola-re di Quierzy stabilì l’ereditarietà del feudo, che diventava quindi un bene posseduto a titolo definitivo dalla famiglia del signore. I feudi più importanti divenivano dei piccoli regni e i grandi feudatari crescevano in pre-stigio e autorità, costringendo il sovrano ad accordarsi continuamente con loro per il governo del territorio. Si imponeva così la frammentazione feudale: l’unica possibile divisione del potere in un’epoca di debolez-za del potere centrale.

Tra IX e X l’impero era ancora in vita, an-che se indebolito e diviso. Ma esisteva so-prattutto l’ideale dell’impero come potere universale, e come tale fu ripreso dai suc-cessori al trono imperiale germanico che tentarono di rinnovarlo nel corso del Basso Medioevo, tra X e XIII secolo.

La decadenza tra IX e X secolo

Quando, nel corso del IX secolo, l’Impero carolingio si divise in più regni e in feudi indipendenti, e anche l’Impero bizantino diede segni di debolezza, nuove invasioni da parte di popoli ostili si susseguirono in vaste regioni dell’Europa creando un clima di insicurezza e paura.

A est, la minaccia più grave era rappre-sentata dagli Slavi e soprattutto dagli Un-gari, una popolazione nomade proveniente dalle steppe dell’Asia.

Gli Arabi erano padroni del Mediterra-neo, quando l’impero dei Franchi si indebo-lì moltiplicarono le loro incursioni verso le coste dell’Italia e della Francia. I pirati mu-sulmani erano detti Saraceni . Nel corso del IX e X secolo le loro razzie si verificaro-no con sempre maggiore frequenza: tutte le principali città costiere subirono saccheggi (ad esempio Genova, Marsiglia, Taranto, Bari), ma non furono risparmiati Roma e altri centri ancora più lontani dal mare. I Saraceni giunsero anche alle porte di Parigi, in Piemonte e in Svizzera. Infine, nel corso del IX secolo gli Arabi occuparono la Sicilia e Palermo divenne la capitale di un fiorente regno.

Fin dall’antichità, la penisola scandinava

3. La Chiesa nell’Alto Medioevo: religione, politica e cultura

Un punto di riferimento per le popolazioni

Con l’Editto di tolleranza del 313, forte-mente voluto dall’imperatore Costantino, l’Impero romano aveva cessato definitiva-mente di perseguitare i cristiani, stabilen-do la libertà di culto per tutte le religioni. E nel 380 l’Imperatore Teodosio stabiliva, con l’Editto di Tessalonica, che il cristianesimo era l’unica religione ammessa nell’impero.

e quella danese erano occupate da un insie-me di popoli germanici che chiamavano se stessi Vichinghi. Da sempre insediati lungo le coste, i Vichinghi erano soprattutto abili costruttori di navi e marinai. Percorrendo le rotte del Mare del Nord e del Mar Baltico, essi si dedicavano da secoli al commercio (pesce, pellicce, pietre dure) e alla pirateria.

Quando, dopo l’830, le terre in cui abi-tavano e le loro tradizionali attività non fu-rono più sufficienti a mantenere la loro po-polazione, i Vichinghi presero a spostarsi in gruppi sempre più numerosi per saccheg-giare, come facevano gli Ungari e i Saraceni, ma anche per cercare nuovi territori in cui insediarsi.

Nella loro espansione i Vichinghi si spin-sero verso nord-ovest, raggiunsero e colo-nizzarono l’Islanda, la Groenlandia e, molto probabilmente, le coste dell’America set-tentrionale. Verso sud-est, invece, essi crea-rono basi commerciali sulle coste del Balti-co e da qui penetrarono, per svolgere i loro commerci, lungo i corsi dei grandi fiumi che solcano la pianura russa. Per queste vie giunsero fino all’Impero bizantino e al Mar Nero. Un terzo gruppo si diresse verso ovest e si dedicò alle incursioni e ai saccheggi sul-le coste dell’Inghilterra, della Francia, della Germania, dove furono chiamati «Norman-ni», cioè «uomini del Nord». In quest’area, i Normanni invasero terre ricche e fertili e non si limitarono al saccheggio, ma prete-sero il pagamento di tributi ; nell’887 si fe-cero addirittura assegnare dal re di Francia Carlo III il Grosso, l’ultimo discendente dai Carolingi, un vasto feudo che da loro prese il nome di Normandia.

I Normanni si spinsero anche verso il Mediterraneo, dove, tra l’XI e il XII secolo, cacciarono gli Arabi dalla Sicilia e dal Meri-dione d’Italia e fondarono un regno.

tributi: compenso, in denaro o in merci preziose, che un popolo vincitore esigeva da una popolazione sottomessa. Oggi il termine indica una tassa che l’autorità pubblica (ad esempio, in Italia Comune, Regione o Stato) impone ai propri cittadini.

Barcellona

Siviglia

Cordoba

EMIRATO DI CORDOBA

REGNO DIASTURIE E LEON

Narbonne

Bordeaux

Parigi

ToursDigione

REGNO DEGLI

ANGLOSASSONI

ColoniaAquisgrana

Brema

REGNO DI DANIMARCA

P o p o l i S l a v i

U n g a r i

B u l g a r i

Patrimonio di S. Pietro

Ravenna

Roma

Napoli

Venezia

DUCATO DIBENEVENTO

Lione

Milano

Arles

Costanza

Augusta

Magonza PragaRo

dano

Loira

Reno

M a r e M e d i t e r r a n e o

O c e a n o

A t l a n t i c oDanubio

Bizantini

Regno di Carlo il Calvo

Regno di Lodovico

Regno di Lotario

Bizantini

Regno di Carlo il Calvo

Regno di Lodovico

Regno di Lotario

La divisione dell’impero tra i tre figli di Ludovico il Pio stabilita dall’Accordo di Verdun (843)

Una nave vichinga incisa su una stele, Stoccolma, Museo di Storia Nazionale.

La donazione di Costantino, affresco del XII sec., Roma, Chiesa dei Quattro santi incoronati.

18 V sec. 529-534 Giustiniano fa pubblicare il Corpus iuris civilis529 Benedetto da Norcia fonda l'abbazia di Montecassino

© Loescher Editore – Torino

191000VIII sec. La sella con le staffe si diffonde in Occidente IX sec. I Vichinghi mettono a punto il drakkar

© Loescher Editore – Torino

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L’Alto Medioevo L’Alto Medioevo

L’Impero romano si affidava alla Chiesa affinché questa garantisse l’unità religiosa, indispensabile per mantenere stabile e forte l’immenso regno.

Nella lunga stagione delle invasioni e del-le migrazioni dei popoli germanici, caratte-rizzata dall’indebolimento delle autorità ci-vili, sempre più i vescovi, accanto al ruolo di guida spirituale, esercitarono la mansione di amministratori delle città al centro delle loro diocesi.

Abbiamo inoltre già accennato all’indi-spensabile opera di mediazione esercitata dalle autorità ecclesiastiche per giungere a una qualche forma di convivenza e poi alla fusione tra le componenti latina e germanica della società dei regni romano-barbarici. La Chiesa in poche parole era rimasta l’unico punto di riferimento della popolazione. Fin

dalle prime invasioni barbariche, i vescovi riuscirono in molti casi a limitare i saccheg-gi e le violenze dei popoli invasori, aiutaro-no i re a organizzare il loro Stato e offrirono a tutti, Latini e Germani, senza distinzioni, gli insegnamenti della fede cristiana e la preziosa eredità del sistema amministrativo e giuridico dell’Impero romano.

Nello stesso tempo, la conversione al cri-stianesimo dei re barbari (ad esempio quel-la di Clodoveo, re dei Franchi dal 481 al 511) e delle loro popolazioni, metteva in qualche modo queste monarchie sotto la tutela della Chiesa: essa forniva ai sovrani legittimità, consiglieri (dalle fila dei vescovi e dei mo-naci) e autorevolezza morale.

Il crescente prestigio morale, politico e culturale

Per tutto l’Alto Medioevo, tra V e VIII seco-lo, solo la Chiesa forniva aiuto ai più poveri in tempi di guerra e carestia. Chi possedeva beni, infatti, veniva invitato a donarne una parte ai vescovi e questi li utilizzavano non solo per costruire e abbellire grandi basili-che , ma anche per organizzare distribu-zioni di viveri.

In questo modo, già verso la fine del VI se-colo, la Chiesa rappresentava, ad esempio in Italia, una terza potenza accanto a Bizantini e Longobardi. Proprio a causa di questa au-torità, per un certo periodo i re Longobardi cercarono l’alleanza con il papa. Nel 728, ad esempio, il re longobardo Liutprando donò al papa Gregorio II il castello di Sutri, vicino a Viterbo. Da questo possedimento comin-ciò a svilupparsi il futuro Stato della Chiesa, che in seguito altri sovrani avrebbero arric-chito con nuove donazioni per dimostrare la loro fedeltà al papa.

Crebbe dunque la forza politica della Chiesa, ma essa si affermò anche come cen-tro della vita culturale. Intorno ai capi della Chiesa si radunarono i pochi uomini di let-tere e di studio del tempo. Le gerarchie ec-clesiastiche, infatti, incoraggiarono l’opera dei conoscitori della letteratura e delle leggi di Roma antica, e si preoccuparono di salva-re dalla distruzione molti testi – greci e latini – dei secoli precedenti che dovevano essere ricopiati a mano. In quest’opera di salva-taggio si distinsero, in particolare, i monaci benedettini.

potere temporale e spirituale: il potere spirituale riguarda le attività che danno vita alla Chiesa come comunità di credenti: la preghiera, la predicazione del Vangelo, i sacramenti. Il potere temporale, invece, riguarda realtà materiali: l’amministrazione delle ricchezze, le leggi, i rapporti di potere tra principi e le guerre.

I monasteri benedettini

Gli storici concordano nel sottolineare l’importanza dell’opera svolta per tutto il Medioevo dai numerosi monasteri dove vi-vevano comunità stabili di monaci ispirati soprattutto dalla Regola di San Benedetto da Norcia (498-543).

Ricordiamo che in questi monasteri ogni giorno i monaci dedicavano parte del loro tempo alla preghiera, parte al lavoro e parte allo studio. Il lavoro consisteva principal-mente nella coltivazione dei campi che cir-condavano il monastero, dai quali i monaci ricavavano il cibo necessario per se stessi, per i pellegrini e per i poveri che vivevano nei pressi del monastero. I nullatenenti, anzi, spesso, trovavano accoglienza e assi-stenza all’interno del monastero. Per secoli i monaci si dedicarono alla bonifica delle paludi, all’espansione delle terre coltivabi-li, al miglioramento delle tecniche agricole, all’allevamento del bestiame. In un’epoca di disordini e insicurezza, mantennero viva l’economia dell’Europa, garantendo le basi della successiva ripresa della produzione e degli scambi.

Inoltre, alcuni di questi monaci (i mona-ci «amanuensi»), che possedevano la poco diffusa abilità del leggere e dello scrivere, si dedicavano alla raccolta e alla copiatura degli antichi manoscritti e al loro l’abbel-limento con splendide illustrazioni, dette «miniature». In questo modo, assicurarono la conservazione delle testimonianze della cultura antica, consegnandole intatte ai se-coli successivi.

Ogni monastero aveva una sua bibliote-ca, dove almeno i figli delle famiglie più im-portanti potevano ricevere un’istruzione.

Papato e impero, anime religiosa e civile della cristianità

Per gli uomini dell’Alto Medioevo, l'essere cristiani, l’appartenenza alla Chiesa rap-presentava una condizione ovvia e costi-tuiva il fondamento della dignità umana. L’uomo medievale, indipendentemente dalla propria estrazione sociale, era parte della società cristiana (l’unica christianitas) considerata un corpo con due anime, la ci-vile e la religiosa, unite nel perseguimento degli stessi fini. L’ambito del potere civile e di quello religioso non erano dunque divisi,

ma, al contrario, strettamente legati l’uno all’altro.

L'incoronazione di Carlo Magno suggel-lata nell’800 per mano di papa Leone III, sembrava confermare per sempre questa concezione: l’imperatore, la cui prima at-tribuzione, secondo il modello germanico, era quella di supremo capo militare, era le-gittimato nel suo potere temporale (cioè nel suo essere guida civile del regno) dalla sua funzione di protettore e difensore della Chiesa, mentre a sua volta il papa esercitava il supremo potere spirituale : benediceva la missione dell’imperatore e l’assisteva (e in parte guidava) con l’aiuto del suo clero. Unico scopo di entrambi era l’affermazione della legge di Dio sulla terra e il consegui-mento della vita eterna, ciascuno avendo onorato la propria vocazione entro l’unica Chiesa di Cristo.

basilica: al tempo dell’Impero romano la basilica (dal greco basiliké che significa «portico reale») di una città era una grande costruzione aperta al pubblico in cui si amministrava la giustizia e si tenevano assemblee e trattative commerciali. Era dunque un edificio civile. Quando il cristianesimo si affermò e divenne l’unica religione ammessa, le basiliche vennero ampliate e adattate a luogo di culto.

Il battesimo di Clodoveo in una miniatura del XIV sec., Parigi, Biblioteca Nazionale.

Testa colossale in marmo di Costantino I, IV sec., Roma, Musei capitolini.

L’abbazia di Montecassino, fondata da Benedetto da Norcia nel 529: della costruzione originaria oggi non resta più nulla.

Ottone II consegna il pastorale al vescovo Adalberto, particolare della porta bronzea della cattedrale di Gniezno, XII sec.

20 V sec. 529-534 Giustiniano fa pubblicare il Corpus iuris civilis529 Benedetto da Norcia fonda l'abbazia di Montecassino

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L’Alto Medioevo L’Alto Medioevo

servi della gleba: l’espressione viene dal latino gleba, parola che significa «zolla di terra», e indicava i contadini destinati a lavorare per tutta la vita la terra per conto del signore, in condizioni di assoluta servitù.

pre più spesse, proteggevano il cavaliere da-gli assalti degli avversari. Questa pratica di guerra richiedeva lungo allenamento e un fisico robusto, cavalcatura e armi esigevano inoltre notevoli spese: solo i nobili potevano permettersi tutto ciò.

I nobili feudatari volevano evitare che, alla loro morte, il feudo venisse diviso in parti uguali tra i figli maschi, perché questo avrebbe portato, in breve tempo, a creare feudi sempre più piccoli e deboli. Nel corso del IX e X secolo, quindi, si impose ovunque la «legge del maggiorasco», che prevedeva che l’intero feudo venisse ereditato dal fi-glio maschio primogenito. I maschi «cadet-ti» (cioè i minori di età), esclusi dai vantaggi dell’eredità, si mettevano allora al servizio di qualche signore come soldati a cavallo e combattevano per lui contro i feudi vici-ni o provvedevano a costringere i contadini al pagamento dei tributi o allo svolgimento di qualche lavoro. Quando i cavalieri non trovavano posto presso un castellano e non c’erano guerre nelle quali servire, si trasfor-mavano facilmente in predoni, disposti a tutto pur di racimolare il necessario per vi-vere.

Fu l’intervento della Chiesa a determina-re il mutamento di tali costumi: essa desi-derava infatti indirizzare la forza di questi aspri combattenti alla difesa della cristiani-tà contro pagani e infedeli, e al sostegno dei poveri e dei deboli. Già verso la fine del X se-colo si diffuse così, a partire dalla Francia, la richiesta di stabilire «tregue di Dio»: per un certo periodo, ad esempio in Quaresima e a Pasqua, i cavalieri si impegnavano solenne-mente a non uccidere chi non portasse armi, a non infierire sul clero, sui contadini e sui

Compito della Chiesa era dunque vigila-re sui costumi, sulla cultura, sul rispetto dei giuramenti di fedeltà tra sovrano e suoi vas-salli. Essa, perciò, oltre che un enorme pote-re spirituale, esercitava anche una decisiva influenza politica; non va inoltre dimentica-to che i papi guidavano direttamente un loro Stato (lo Stato della Chiesa) ed erano perciò anche veri e propri sovrani. A loro volta, i sovrani europei, e soprattutto gli eredi ger-manici dei carolingi (che erano di diritto re d’Italia), si consideravano investiti del com-pito di mantenere la pace anche all’interno della Chiesa – intesa come l’intera comunità dei fedeli – e cercarono di limitare i suoi po-teri in campo civile.

Nel Basso Medioevo, da questo rapporto di alleanza inevitabile, ma anche difficile, nacquero contrasti sempre più accesi tra papato e impero.

mercanti e a non saccheggiare le chiese.Altro sbocco alle attitudini violente dei

cavalieri venne con la creazione di giochi in cui potessero misurare le proprie forze sen-za nuocere agli inermi. Nacquero in questo modo i tornei , nel corso dei quali i cava-lieri si lanciavano alla carica gli uni contro gli altri, per mostrare il proprio coraggio e venire poi premiati dai loro pari.

I cavalieri divennero gli eroi dell’epoca medievale: leg-gende, canti e poemi ce-lebravano le loro imprese generose a difesa dei più deboli e della fede cristiana, contro barbari e predoni mu-sulmani.

Il popolo lavoratore

Il popolo sostentava con il pro-prio lavoro se stesso e i due ordini maggiori della società. I commercianti erano pochis-simi, e raramente si avventu-ravano per le pericolose strade europee dell’epoca. Poco numerosi erano anche gli artigiani, i cui prodotti erano co-munque destinati quasi sempre all’uso del signore. Il popolo era perciò costituito in massima parte da contadini, tra i quali non prevalevano gli uomini liberi, ma i servi del-la gleba , individui obbligati per l’intera vita ad accudire le terre e i beni del castellano. In battaglia, i contadini liberi facevano parte della fanteria: affrontavano cioè il nemico a piedi e con scarso armamento. Erano pove-ri, analfabeti, e disprezzati dai membri degli altri ordini.

4. La società alto medievale

La società europea dell’Alto Medioevo era divisa in tre ordini, cioè in tre gruppi sociali rigidamente distinti e all’interno dei quali tutti gli uomini avevano una posizione e un compito precisi. I tre ordini erano costituiti da:

1) i membri della Chiesa, il clero, dediti alla preghiera;

2) i nobili e i guerrieri, che avevano il com-pito di difendere tutti gli altri;

3) il popolo lavoratore, composto principal-mente da contadini.

Il clero

Gli uomini di Chiesa avevano il compito di assistere spiritualmente la popolazione, ga-rantendo, con la loro preghiera, il favore di Dio sui fedeli e sulle loro attività. Ai gradini più bassi della gerarchia c’erano i sacerdoti e i monaci, mentre ruoli più importanti ve-nivano ricoperti da vescovi e abati, rispetti-vamente capi della Chiesa di una città o di un monastero.

Poiché lo stesso Carlo Magno e i suoi suc-cessori attribuivano spesso ai più importan-ti ecclesiastici il ruolo di feudatari, spesso il vescovo o l’abate erano a capo anche di un’ampia parte del territorio, ossia oltre al potere spirituale esercitavano anche il pote-re temporale.

La nobiltà

I nobili erano signori dei castelli (luoghi di difesa sempre più indispensabili, soprattut-to nei periodi bui tra IX e X secolo) e grandi proprietari terrieri; non avevano necessità di lavorare per sopravvivere. Godevano di grande ricchezza, prestigio e potere, e ave-vano il compito di proteggere la comunità con le armi.

Appartenevano a quest'ordine i cavalieri, che erano la parte più importante degli eser-citi. La loro arma più temibile era la lancia, micidiale se puntata contro il nemico du-rante una carica, dove acquistava una forza d’impatto tremenda. Per il combattimento corpo a corpo, invece, si utilizzava una pe-sante spada. Grandi scudi di cuoio e ferro, insieme a corazze a maglie metalliche sem-

Un presunto ritratto di Carlomagno, miniatura di una Bibbia carolingia dell’870-875 d.C.

Il papa, in posizione dominante rispetto a laici e uomini di chiesa, in un affresco trecentesco di Andrea Bonaiuto, Firenze, Santa Maria Novella.

Due monaci al lavoro nei campi in una miniatura dell’XI-XII sec. Un contadino e un soldato, Ferrara, Museo della Cattedrale.

Acquamanile a forma di cavaliere, XIII sec., Firenze, Museo del Bargello.

22 V sec. 529-534 Giustiniano fa pubblicare il Corpus iuris civilis529 Benedetto da Norcia fonda l'abbazia di Montecassino

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Il sistema curtense

Terreni più fertili lavorati dai servi

della gleba

Terre lavorate a mezzadria

Boschi e pascoli

Terreni del feudo

Pars dominica Pars colonica Parte comunitaria

L’Alto Medioevo L’Alto Medioevo

5. L’economia dell’Alto Medioevo: il «sistema curtense»

L’organizzazione della curtis

Mentre, tra IX e X secolo, le invasioni e le scorrerie dei barbari erano frequentissime e la povertà si diffondeva, la popolazione del-le campagne tendeva a stringersi attorno ai castelli per sentirsi protetta. La vita econo-mica delle comunità si riorganizzò quindi attorno all’azienda agricola dei nobili feu-datari.

Nacque il cosiddetto «sistema curtense»: ogni attività ruotava intorno al centro, rap-presentato dalla dimora del signore feuda-le, dalle abitazioni di servi e contadini e dai luoghi della comunità, il mulino, la fucina, la chiesa e la forca per le punizioni esempla-ri contro chi infrangeva le leggi stabilite dal signore. Il castello e le abitazioni circostanti costituivano quindi la curtis («corte») e tutta la vita degli abitanti del feudo si svolgeva tra questo centro e le campagne che lo circon-davano.

La dimora del signore era posta al centro dei suoi possedimenti e dominava lo spazio della corte. La terra del feudo veniva abi-tualmente divisa in tre parti.

1) La pars dominica (cioè «parte del signo-re») comprendeva i suoli più fertili e ve-niva coltivata dai servi della gleba, che la-voravano gratuitamente per il padrone. Il signore poteva imporre loro qualsiasi genere di tributo e mansione, dall’aratu-ra alla mietitura, alla cura del bestiame. In cambio i servi avevano diritto solo al vitto e all’alloggio. Nella pars dominica si trovavano il castello, le abitazioni dei ser-vi stessi, attrezzature agricole importanti come il mulino, il frantoio e i forni, e i la-boratori degli artigiani.

2) La pars colonica («parte dei coloni») comprendeva terre meno fertili e veniva concessa in affitto a contadini liberi. Era coltivata con il sistema della mezzadria, un accordo che prevedeva che metà del raccolto andasse al padrone come paga-mento dell’affitto e metà restasse al con-tadino. Il mezzadro era inoltre tenuto a svolgere alcuni servizi, chiamati corvée, a vantaggio del signore. Ad esempio, dove-va trascorrere almeno un paio di giornate

potere di banno: espressione derivante dalla parola ban, che nelle lingue germaniche indicava il potere del signore supremo esercitato sui propri sudditi. Nell’Alto Medioevo il banno poteva riguardare sia obblighi (ad esempio quello di lavorare per un certo periodo di tempo la terra del signore) sia divieti (ad esempio la proibizione di cacciar nelle riserve del signore) e tutti coloro che non erano vincolati da un giuramento vassallatico erano tenuti a rispettarlo.

alla settimana nella pars dominica per

aiutare i servi nei lavori più impegnativi.

Grazie al potere di banno , il signore ten-

deva poi a estendere arbitrariamente la

propria autorità: il contadino era spesso

costretto a pagare una tassa per l’utilizzo

del mulino o del forno e, con il tempo, fu

lentamente obbligato a risiedere sempre

nello stesso luogo.

3) La parte della comunità era costituita

da grandi foreste, da pascoli, da fiumi,

da paludi. In queste terre, contadini e

abitanti dei villaggi potevano raccogliere

legna e frutti selvatici o cacciare. La par-

te comune del feudo era insomma una

risorsa essenziale per la sopravvivenza di molte famiglie, in un’epoca in cui le rese agricole erano scarse e la produzione era quasi sempre destinata al signore.

Un’economia basata sull’autoconsumo

L’economia organizzata intorno alle corti dei signori era di tipo chiuso perché la quasi totale mancanza di traffici e commerci im-pediva lo scambio dei prodotti della terra o dell’artigianato. Spesso anche la vendita sui mercati della città più vicina era impossibi-le. Si trattava dunque di un’economia basa-ta sull’autoconsumo, dove ogni merce era

utilizzata nello stesso luogo in cui era prodotta, inclusi il vestiario, gli utensili di ogni giorno e gli strumenti per il lavoro dei campi.

Unica eccezione a questo sistema era dato dai beni che dovevano per forza es-sere acquistati altrove: ad esempio il ferro necessario alla forgiatura della armi o il sale indispensabile per la conservazione degli alimen-ti. Ma, in generale, si badava in primo luogo a produrre il necessario alla soprav-vivenza della famiglia del contadino e alla soddisfa-zione dei bisogni del signo-re. [ I NODI DELLA STORIA p. 40]

L’atto di vassallaggio in una miniatura medievale, Heidelberg, Biblioteca dell’Università.

Contadini e pastori al lavoro in una miniatura, Chantilly, Musée Condé.

La dura fatica dei contadini in una miniatura dal Salterio della regina Maria, XIV secolo, Londra, British Library.

Il baratto, miniatura del 1028 da Montecassino, Biblioteca dell’Abbazia.

24 V sec. 529-534 Giustiniano fa pubblicare il Corpus iuris civilis529 Benedetto da Norcia fonda l'abbazia di Montecassino

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251000VIII sec. La sella con le staffe si diffonde in Occidente IX sec. I Vichinghi mettono a punto il drakkar

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