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DIABASIS DIABASIS L’ALTRA MAPPA Luisa Rossi, geografa, è nata alla Spezia, ha studiato a Firenze, è docente di Geografia e di Storia della geo- grafia e delle esplorazioni nell’Ateneo parmense e col- labora con l’Università di Genova e Istituzioni francesi. Si occupa di questioni ambientali, paesaggio, storia del viaggio, cartografia. Fra le più recenti pubblicazioni: La brigade topogra- phique et ses archives, in N. Salat et E. Pénicaut, Le Dépôt des fortifications et ses archives 1660-1940, Paris 2011; Napoleone e il Golfo della Spezia. Topogra- francesi in Liguria tra il 1809 e il 1811, Milano 2008; Carto-grafie femminili, in L. Rossi, R. Rizzo (a cura di), Ricamare il mondo. Le donne e le carte geografiche, Roma 2008. Dopo la prima edizione de L’Altra map- pa (2005), per Diabasis ha curato Alla fine del viaggio (2006, con Davide Papotti) e Mediterranei (2010 con Luca E. Cerretti). «Ah, se soltanto potessi scrivere! esclamò. Non dispone- va d’inchiostro, e di pochissima carta solamente. Fabbricò dell’inchiostro con delle more e del vino; e utilizzando alcuni spazi vuoti, poté descrivere il paesaggio.» Virginia Woolf, Orlando Le rappresentazioni di viaggio costituiscono la base su cui si fonda questa “storia della geografia delle donne”: un discor- so sul genere e sull’alterità – fil rouge che attraversa tutto il libro – volto anche a sollecitare una riflessione sulla società contemporanea. Luisa Rossi L’ALTRA MAPPA ESPLORATRICI VIAGGIATRICI GEOGRAFE Luisa Rossi 13 PASSAGES 25,00 È vero che «le donne non sanno leggere le carte» e che le loro attitudini territoriali sono molto meno svi- luppate, per natura, di quelle degli uomini? Davvero rispetto a essi, come afferma un solido pregiudizio, le donne hanno un minore senso di orientamento? E, infine, perché le donne sono rimaste, fino a tempi recentissimi, al di fuori delle istituzioni geografiche? La storia della geografia risulta essere fino ad oggi una «storia senza donne». Eppure dagli interstizi di una storia della geografia, della cartografia e del ter- ritorio scritte al maschile emerge, con Luisa Rossi, un quadro diverso, un’altra mappa del mondo. “Altra”, perché i risultati delle ricerche mettono in luce una partecipazione femminile assai più ampia di quella conosciuta. “Altra”, in quanto, anche per il sapere territoriale, vale la teoria del posizionamento, su cui si fonda l’analisi di genere. Dopo un’ampia intro- duzione teorica, il libro affronta una galleria di casi significativi della partecipazione delle donne al viag- gio, alla scoperta e alla rappresentazione del mondo (sia in spazi esotici che vicini), concludendosi alle soglie del secolo scorso, con il primo, ma non timido, ingresso di una geografa nell’Università. cop_altraMappa_ok_stampa.indd 1 cop_altraMappa_ok_stampa.indd 1 4-05-2011 11:10:50 4-05-2011 11:10:50

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Perché le donne non fanno parte, al pari dei loro colleghi maschi, della società di esploratori, viaggiatori e geografi? Eppure non sono poche le donne esploratrici, viaggiatrici e geografe che in età moderna e contemporanea hanno dato il loro contributo alla rappresentazione del mondo. Alcune sono più note: Lady Montagu in viaggio a Costantinopoli nella prima metà del Settecento; Léonie d'Aunet, compagna di Victor Hugo, in viaggio verso Polo Nord e Lapponia; Dora d'Istria, colta europeista ante litteram. E ancora la tedesca Ida Pfeiffer, viaggiatrice "patentata" da A. Von Humboldt; Alexandra David-Néel, prima donna a entrare nel cerchio sacro della città di Lhasa. Ma assai vasta sarebbe la galleria delle figure inedite.

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Luisa Rossi, geografa, è nata alla Spezia, ha studiato a Firenze, è docente di Geografi a e di Storia della geo-grafi a e delle esplorazioni nell’Ateneo parmense e col-labora con l’Università di Genova e Istituzioni francesi. Si occupa di questioni ambientali, paesaggio, storia del viaggio, cartografi a.Fra le più recenti pubblicazioni: La brigade topogra-phique et ses archives, in N. Salat et E. Pénicaut, Le Dépôt des fortifi cations et ses archives 1660-1940, Paris 2011; Napoleone e il Golfo della Spezia. Topogra-fi francesi in Liguria tra il 1809 e il 1811, Milano 2008; Carto-grafi e femminili, in L. Rossi, R. Rizzo (a cura di), Ricamare il mondo. Le donne e le carte geografi che, Roma 2008. Dopo la prima edizione de L’Altra map-pa (2005), per Diabasis ha curato Alla fi ne del viaggio (2006, con Davide Papotti) e Mediterranei (2010 con Luca E. Cerretti).

«Ah, se soltanto potessi scrivere! esclamò. Non dispone-va d’inchiostro, e di pochissima carta solamente. Fabbricò dell’inchiostro con delle more e del vino; e utilizzando alcuni spazi vuoti, poté descrivere il paesaggio.»

Virginia Woolf, Orlando

Le rappresentazioni di viaggio costituiscono la base su cui si fonda questa “storia della geografia delle donne”: un discor-so sul genere e sull’alterità – fil rouge che attraversa tutto il libro – volto anche a sollecitare una riflessione sulla società contemporanea.

Luisa Rossi

L’ALTRA MAPPAESPLORATRICI VIAGGIATRICI GEOGRAFE

Luis

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13PASSAGES

€ 25,00

È vero che «le donne non sanno leggere le carte» e che le loro attitudini territoriali sono molto meno svi-luppate, per natura, di quelle degli uomini? Davvero rispetto a essi, come afferma un solido pregiudizio, le donne hanno un minore senso di orientamento? E, infi ne, perché le donne sono rimaste, fi no a tempi recentissimi, al di fuori delle istituzioni geografi che? La storia della geografi a risulta essere fi no ad oggi una «storia senza donne». Eppure dagli interstizi di una storia della geografi a, della cartografi a e del ter-ritorio scritte al maschile emerge, con Luisa Rossi, un quadro diverso, un’altra mappa del mondo. “Altra”, perché i risultati delle ricerche mettono in luce una partecipazione femminile assai più ampia di quella conosciuta. “Altra”, in quanto, anche per il sapere territoriale, vale la teoria del posizionamento, su cui si fonda l’analisi di genere. Dopo un’ampia intro-duzione teorica, il libro affronta una galleria di casi signifi cativi della partecipazione delle donne al viag-gio, alla scoperta e alla rappresentazione del mondo (sia in spazi esotici che vicini), concludendosi alle soglie del secolo scorso, con il primo, ma non timido, ingresso di una geografa nell’Università.

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L a v o l t a d e l c i e l o

progetto di Massimo Quaini ed Eugenio Turridirezione Massimo Quaini

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In copertinaJean Antoine Claudet, The Geography Lesson

dagherrotipo stereoscopico, 1851

Progetto grafico e copertinaBosioAssociati, Savigliano (CN)

ISBN 978-88-8103-775-9

© 2011 Edizioni Diabasis seconda edizione© 2005 Edizioni Diabasis prima edizione

via Emilia S. Stefano 54 I-42121 Reggio Emilia Italiatelefono 0039.0522.432727 fax 0039.0522.434047

www.diabasis.it

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D I A B A S I S

Luisa Rossi

L’altra mappaEsploratrici viaggiatrici geografe

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Ringraziamenti

Nel quasi decennale lavoro di ricerca approdato a questo libro, che non avrei potuto scrivere sen-za l’affettuoso incoraggiamento e la generosa disponibilità di Massimo Quaini, ho contratto mol-ti debiti di riconoscenza nei confronti di studiosi e studiose, amici e amiche che mi hanno sostenutacon il loro sapere e il loro aiuto. A loro devo informazioni, consigli, documentazione, pazienti let-ture del manoscritto, traduzioni, immagini. Li ringrazio tutti, nella speranza di non avere dimen-ticato qualche nome: Emi Arcuri, Françoise Ardillier, Liana Borghi, Claudia Borri, Ilaria Caraci,Franca Cipriani, Zeffiro Ciuffoletti, Gisella Cortesi, Giorgio Cusatelli, Paola Roberta Faggioni,Lia Formentini, Nadia Fusco, Davide Galimberti, Graziella Galliano, Maria Luisa Gentileschi,Vincenzo Manuel Gismondi, Eli Greci, Claudio Greppi, Anna Guarducci, Juan Jil, Kim Leslie,Patrizia Licini, Ivo Lisi, Isabelle Montfort, Giorgio Mangani, Mary Mcmichael Ritzlin, AlgerinaNeri, Dida Paggi, Chiara Pagliettini, Benedetta Paoli, Monique Pelletier, Rossana Piccioli, FelicePozzo, Marzia Ratti, Luisa Reina, Marie Claire Robic, Leonardo Rombai, Roberto G. Salvadori,Mirella Scriboni, Simona Sperandio, Francesco Surdich, Judith A. Tyner, Vladimiro Valerio,Cristoph Wegmann, David Woodward. Un ringraziamento particolare alle giovani laureate e laureande che hanno accolto con entusiasmole mie proposte di tesi e di ricerca: Claudia Borgioli, Ilaria Catalano, Francesca Goldoni, Carla Guc-ci, Elettra Gullè, Chiara Lombardi, Diletta Mazzucchi, Antonella Passarelli, Stefania Scaravelli.Per la seconda edizione mi sono stati di prezioso aiuto Valentina de Santi e Carlo A. Gemignani.Ringrazio infine la casa editrice Diabasis per aver creduto nel mio progetto.

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Luisa RossiL’altra mappaEsploratrici viaggiatrici geografe

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IntroduzioneUno «schizzo» di storia della geografia femminile

Parte prima AI MARGINI DELLA GEOGRAFIA

LE IMMAGINI

I. La biblioteca nel vascelloII. La storia della monaca alfiere: esperienza vissuta

o viaggio immaginario?III. Il vulcano nel paniere. Sibylla MerianIV. Canterbury a Loreto. Cecilia RediV. Una donna sulla Stella. Jeanne BaréVI. L’altro orientalismo. Mary Montagu

Parte seconda IL VIAGGIO FEMMINILE: UNA RIVOLUZIONE GEOGRAFICA

I. Chi ha “soppresso” Alexander von Humboldt? II. Diario dai ghiacci. Léonie d’Aunet III. «El mundo es poco». Ida PfeifferIV. Meccanica “Rosa”. Mary SomervilleV. Una sola Europa. Dora d’IstriaVI. Lhasa in Provenza. Alexandra David-Néel

EpilogoDalla strada alla cattedra. Ellen Semple e la nascita della geografia scientifica femminile

Fonti

Letteratura

Indice dei nomi

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Introduzione1

Uno «schizzo» di storia della geografia femminile

Il biografo, a questo punto, si trova di fronte a una difficoltà; e tanto vale confessarla, piuttostoche ricorrere a scappatoie. Nel narrar la storia, documenti storici e privati ci hanno reso possibi-le, finora, di adempiere al primo compito di un biografo, il quale dovrebbe essere quello di por-re i propri piedi, senza guardare a dritta e a manca, entro le indelebili orme della verità; e senzapur lasciarsi sedurre, né indurre a riguardi da fiori come da ombre, procedere con metodo […].

Virginia Woolf, Orlando

1. Un mondo senza geografeQualche decennio fa, in Uno schizzo di storia della geografia in Italia, Lu-

cio Gambi rifletteva sull’idea corrente che faceva coincidere la nascita dellageografia con il suo regolare insegnamento nelle università o con la fonda-zione delle società geografiche e delle riviste geografiche. In disaccordo contale impostazione, egli affermava che «la geografia – come ogni ramo dellascienza – prima che su istituzioni (scuole, società, periodici ecc.) è costruitasu problemi, e più precisamente su una capacità o idoneità a partecipare – coisuoi metodi di ricerca e armi di lavoro – alla soluzione di determinati pro-blemi». Quindi, proseguiva, «per cogliere le origini della geografia modernabisogna esaminare quando – al di là di ogni loro ripartizione e denomina-zione – i problemi a cui la geografia moderna si è rivolta con particolare ef-ficienza emergono, sono coltivati, stimolano su diverse direzioni iniziativecoordinate di studio». E continuava motivando la sua convinzione che quelmomento fosse da ricercarsi nell’Illuminismo2.

Ricordo l’epoca esaltante della geografia italiana – esaltante perché Unageografia per la storia, il libro di Gambi in cui lo «schizzo» ha sede, squarcia-va a noi studenti di allora un velo sulle diverse nature di una disciplina che ciavevano insegnato positivista, oggettiva, unica, elencatoria, mnemonica, eche scoprivamo umana – per fare alcune considerazioni.

La prima è che né in quelle pagine, né nei successivi lavori, anche più am-pi, di Massimo Quaini3 e di Ilaria Caraci4 (per non dire di ricostruzioni piùtradizionali, per epoca o impostazione), fu trovata una ragione per ricorda-re qualche donna appartenente alla storia della nostra cultura che, se non dalSettecento, almeno dal tardo Ottocento in qua, avesse partecipato alla co-struzione dell’edificio della «geografia di casa nostra». In effetti di figurefemminili la geografia italiana è stata fino al secondo dopoguerra piuttosto

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sguarnita, e se ci furono (come nella prima metà del Novecento qualcuna cifu), la loro esistenza non presentava sufficiente interesse da sollecitare la con-siderazione di chi si stava dedicando a una riflessione rifondativa della geo-grafia nazionale.

In verità, nel lavoro di Ilaria Caraci un nome femminile lo si trova, là do-ve viene ricordato un articolo intitolato Per le monografie locali, pubblicatonel 1895 in un fascicolo della «Geografia per tutti». Si tratta di un saggio nelquale l’autrice, una certa Ernestina Macchi, «proponeva i primi schemi dimonografie regionali»5. Forse Arcangelo Ghisleri, il più popolare e demo-cratico dei geografi del tempo, aveva scoperto e dato spazio nella propria ri-vista a una sorta di Vidal de La Blache italiano e donna?

Nient’affatto. Dietro il nome di Ernestina Macchi si nascondeva il giova-ne Luigi Filippo De Magistris che, unico episodio nel panorama degli studiche ho compiuto in questi anni (è accaduto sempre alle donne di dover in-dossare, per riuscire ad affermarsi, abiti, e habitus, maschili), ambendo a unconfronto con due importanti cattedratici come Giovanni Marinelli e Filip-po Porena, usò questo stratagemma per attirare la loro attenzione sulle pro-prie riflessioni. «La sconosciuta» che trattava «metodicamente di quote d’al-titudine, di confini, di dati geografici e topografici, di regime idrografico, diclima eccetera» raggiunse lo scopo: alla «Signora» che mostrava «di volersioccupare di veri e propri argomenti geografici» rispose Porena (non si sa seignaro del trucco o stando al gioco, sospetta Caraci) con Una lettera del prof.Filippo Porena sulle monografie locali 6.

Tornando allo «schizzo» di Gambi e alla sua idea di geografia modernacome sapere territoriale, precedente ed esterno a quello disciplinare-istitu-zionale, egli indicava una serie di direzioni di indagine: «ricerca sopra i tenoridi vita di determinate popolazioni, esame di relazioni fra la situazione eco-nomica e la condizione ambientale di singole regioni, a volte pure indagini dispecifici insiemi naturali (clima, idrografia, vegetazione, suoli) in funzionedegli insediamenti umani». Più in dettaglio, Gambi citava i settori di inter-vento (e gli uomini: Arduino, Pini, Vallisneri, Fortis, Spallanzani, Perelli, Xi-menes…) di un sapere geografico al servizio dei vari stati dell’Italia sette-centesca (acque e foreste, viabilità e demografia, catasti) cui andavano som-mate, con l’epoca napoleonica, le conoscenze derivate dalla statistica appli-cata a ogni aspetto dell’organizzazione e dell’amministrazione dello Stato7.

Ebbene, tanto meno in una geografia così intesa, in questo sapere geogra-fico extra-accademico prodotto dalla gestione del territorio e dalla praticadel terreno, le donne fanno comparsa.

A considerazioni analoghe mi ha portato lo studio della storia della carto-grafia ufficiale che, da noi, non fa emergere l’esistenza di carte a stampa omanoscritte realizzate da donne, a parte l’affascinante ipotesi che riguarda la

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VI. L’altro orientalismo. Mary Montagu

[…] dopo essersi lavata, aveva indossato una di quelle casacche, e pantaloni alla turca, che s’ad-dicono indifferentemente ai due sessi […]; finalmente, si passò al collo alcuni fili di smeraldi edi perle del più bell’oriente, che avevano fatto parte del suo guardaroba d’ambasciatore.

Virginia Woolf, Orlando

«Non sono stata qui neanche un anno e già sto per andarmene: è il miodestino di girovaga», scrive Mary Montagu all’abate Conti il 19 maggio17181. In effetti la ventinovenne Lady era giunta a Costantinopoli, meta nonproprio consueta per una donna, pur nobile, del suo tempo, dopo un lun-ghissimo itinerario via terra attraverso mezza Europa, necessariamente fram-mentato in tante tappe, complicato da tratti ripercorsi a ritroso per consen-tire al marito ambasciatore gli abboccamenti necessari. Per lui, in missionediplomatica, un viaggiare precisamente finalizzato. Per lei, che lo accompa-gnava, un esaltante girovagare. E tuttavia la nobildonna inglese non potevasapere, allora, quanto il suo sarebbe stato davvero un destino da nomade.

L’altra esperienza determinante del suo “destino” è stata la scrittura: poe-sie, articoli giornalistici, saggi, ma soprattutto lettere. Ben novecento lettereraccontano la sua biografia sullo sfondo di una geografia settecentesca chescorre come una sequenza di acquarelli. Prima, gli ordinati paesaggi agrestie i lussuosi interni londinesi dell’Inghilterra aristocratica, poi, i microcosmiinesplorati del sontuoso Oriente (l’harem e l’hammam), quindi altri scenarimediterranei come quelli di Tunisi e di Genova e quelli pastello della Vene-zia del Canal Grande, della pianura bresciana, del lago d’Iseo. Infatti, oltreche dal viaggio in Oriente, la vita di Lady Montagu è segnata da una lunghis-sima permanenza in Italia: più di ventitré anni interrotti da soggiorni in Sviz-zera e Francia.

C’è quanto basta per intuire come l’epistolario di Lady Montagu rappre-senti il grande esordio della scrittura di viaggio femminile.

Nata nel 1689 a Thoresby, nella contea di Nottingham, e rimasta prestis-simo orfana di madre, Mary Pierrepont trascorre l’infanzia nel castello di Sa-lisbury, affidata alla nonna paterna2. Quando, nel 1698, anche questa muore,Mary ritorna dal padre, duca di Kingston, eletto in Parlamento, vivendo fra

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la casa di città, a Piccadilly, e la casa di Thoresby: una magnifica dimora dicampagna in stile palladiano, provvista di una vasta biblioteca.

Della propria formazione avrebbe avuto modo di dire che era stata «lapeggiore del mondo». Un’insoddisfazione già manifestata nella prefazione auna serie di poesie composte da adolescente: «Primo: sono una Donna; se-condo, senza alcuna Istruzione; terzo, tutto questo è stato scritto a quattor-dici anni». In altri scritti racconta di aver intrapreso lo studio del latino da so-la, ignara delle difficoltà, e di essere riuscita a impararlo grazie a una memo-ria non comune e a una forte volontà. Aveva appreso presto il francese; il pa-dre si era preoccupato anche di procurarle un maestro per «studi gentili»come l’italiano e il disegno3.

La futura Lady Montagu riesce, in tal modo, ad acquisire una cultura chedarà spessore, senza togliere leggerezza, alla descrizione del viaggio in Orien-te. Il diario che, senza eccedere, contiene citazioni storiche e letterarie, rife-rimenti ai classici e al mito, risulta brillante, ironico, mai appesantito dal pe-dante eruditismo di certa letteratura odeporica. Durante il percorso di ritor-no scrive da Tunisi una lettera intensa in cui racconta il «viaggio attraverso leparti più gradevoli del mondo, dove ogni vista rievoca un pensiero poetico»:la partenza da Costantinopoli, la vista di Gallipoli nel golfo del Chersoneso,il passaggio dei Dardanelli, la visita a Troia di cui «rimane solo il luogo ovesorgeva». Abbandonandosi, «come Don Chisciotte sul monte Montesinos»,per parecchie ore a piacevoli fantasticherie, Lady Montagu in sella a un asi-no contempla «queste pianure e questi fiumi tanto celebrati, ammirando l’e-sattezza geografica di Omero» di cui tiene in mano l’Iliade4.

Tornano alla biografia giovanile, nel 1712 sposa Edward Wortley Monta-gu, ex studente di Cambridge avviato alla politica e alla diplomazia, fratellodell’amica Anne Wortley, morta precocemente nel 1709. Il padre aveva perlei altri progetti e quando Wortley gli aveva chiesto la mano di Mary, tra i dueuomini si era aperta sulla questione della dote una sgradevole trattativa, cheaveva fatto sentire la giovane donna in vendita «come una schiava». Datoche un accordo non era stato raggiunto, Mary propone al fidanzato la fuga eil matrimonio segreto. Il tema della dote tornerà più volte negli scritti di LadyMary e le darà motivo per la stesura, nel 1726, del pamphlet significativa-mente intitolato Saggio sull’errore di dare patrimoni alle donne nel matrimo-nio5. Più in generale, saranno al centro delle sue riflessioni le problematichefemminili e i diritti delle donne, in primo luogo all’istruzione.

Dalle lettere di quegli anni risulta con evidenza che fra Mary e Wortleynon esisteva intesa; non sembra pertanto azzardato supporre che abbia vo-luto sposarlo, inventandosi una storia romantica, per spirito di ribellione.Tutto concentrato nella propria carriera, assente fisicamente ed affettiva-mente, Wortley non è il compagno desiderato.

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Nel 1715 Lady Mary segue a Londra il marito deputato dei Comuni per ilpartito whig. Ben accolta, conduce una vita molto brillante, frequenta la cor-te di Giorgio I e intellettuali come l’Abbé Antonio Conti, matematico e let-terato padovano, e il poeta Alexander Pope, ai quali indirizzerà diverse let-tere dal viaggio in Oriente. In questo stesso periodo viene colpita dal vaiolo;non ne muore, come era accaduto al fratello, ma rimane sciupata nel viso.

Nel 1716 Edward Montagu è incaricato dal Parlamento di una delicatamissione diplomatica a Costantinopoli: l’Inghilterra si propone di mediare lapace fra austriaci e turchi. Piena di entusiasmo, la moglie lo segue con il figliodi tre anni; in Turchia nascerà una bambina. La permanenza sarà assai menolunga del previsto. Le trattative condotte da Wortley non sono condivise dalcentro, l’ambasciatore a Vienna trama per sostituirlo nell’incarico e vi riesce:nel 1718 i Montagu devono rientrare a Londra.

Del vasto epistolario di cui Mary Montagu è autrice – le prime lettere do-cumentate risalgono al 17086 – il nucleo più interessante è senz’altro costitui-to dalle lettere scritte in quei due anni di viaggio. Siamo all’epoca e in un am-biente in cui le lettere di questo genere circolano pur senza essere pubblica-te, di modo che la fama “turca” precede Lady Mary al rientro in Inghilterra7.Delle lettere realmente scritte nei due anni di viaggio soltanto una è arrivataa noi. Tutte le altre sono state riscritte fra il 1719 e il 1724 sulla base di appun-ti e del diario personale, poi bruciato dalla figlia. La lunga rielaborazione e laprefazione che la nostra autrice chiede all’amica femminista Mary Astell, te-stimoniano come pensasse alla loro pubblicazione, sia pure postuma8.

In effetti le “lettere turche” furono stampate per la prima volta, sia in in-glese sia in francese, un anno dopo la morte della viaggiatrice, e successiva-mente ristampate numerose volte in entrambe le lingue9. L’edizione france-se del 1764 contiene la prefazione firmata «M.A. 18 dicembre 1724» accom-pagnata dalla precisazione che si tratta di «una signora a cui Milady Monta-gute aveva affidato queste lettere nel 1724». In tale introduzione la Astellspiega che la Montagu «ebbe occasione di conoscere ciò che era sfuggito al-le ricerche degli altri viaggiatori». Quindi prosegue: «L’autrice mi ha affida-to il suo manoscritto per soddisfare la mia curiosità sui suoi viaggi. Rispettan-do la sua volontà l’ho fatto stampare solo dopo la sua morte […]. I critici,che “mordono” soprattutto le opere migliori, non mancheranno di attacca-re questa, ma penso che il pubblico si renderà conto che le donne sanno me-glio degli uomini trarre partito dai loro viaggi. Il lettore non sarà per nienteannoiato dalla monotonia dei lunghi dettagli che i racconti di viaggio di so-lito presentano»10.

Al rientro da Costantinopoli Lady Montagu vive fra la casa di Covent Gar-den, a Londra, e quella di Twickenham, villaggio fuori città, cenacolo di in-tellettuali. Pope, dopo un’amicizia molto stretta, infastidito dal fatto che

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Fig. 7. Ritratto di Maria Sibylla Merian eseguito da Georg Gsell e inciso da Jacob Houbraken per lapubblicazione di Der Rupsen Begin…, Amsterdam (1713-1717).Basel, Öffentliche Kunstsammlung Kupferstichkabinett.

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Fig. 17. Charles Jervas, Ritratto di Lady Mary Wortley Montagu, inizio XVIII secolo.Archivio iconografico L.R.

Fig. 18. Jean-Baptiste Van Mour, Lady Wortley Montagu con il figlio, 1717.London, National Portrait Gallery.

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Fig. 21. Carle van Loo, Deux sultanes travaillant à la tapisserie, 1755.Paris, Musée des Arts décoratifs.

Fig. 22. Eduard Hildebrandt, particolare dello studio di Humboldt, XIX secolo.Berlin, Archiv der Alexander-von-Humboldt Forschungsstelle, Berlin-Brandenburgische Akademie der Wissenschaften.

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Fig. 32 e Fig. 33. Due ritratti (1870 e 1882) di Elena Ghika principessa Koltzoff-Massalski (Dora d’Istria).Foto Alinari. Paris, Bibliothèque Nationale de France.

Fig. 34. Lettera di Dora d’Istria ad Angelo de Gubernatis scritta da Firenze il 9 novembre 1872.Archivio iconografico L.R.

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Parte seconda

IL VIAGGIO FEMMINILE: UNA RIVOLUZIONE GEOGRAFICA

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I. Chi ha “soppresso” Alexander von Humboldt?

Non conosceva la geografia, trovava la matematica insopportabile, sosteneva, a volte, certe fan-faluche le quali stavano certamente meglio in bocca di una donna che non di un uomo, comequella, per esempio, che andando verso Sud si debba per forza andare in discesa.

Virginia Woolf, Orlando

L’ingresso delle donne nelle istituzioni geografiche è segnato da un pic-colo mistero. Siamo a Parigi, il 5 gennaio 1822: nella sede della Société d’En-couragement si tiene la quinta seduta della neonata Société de Géographie,prima Società geografica in assoluto, fondata nel luglio del 1821 e costituitadal fior fiore del mondo scientifico francese: lo studioso di lingue orientaliLanglès, i politecnici Fourier e Jomard, lo specialista di cartografia dell’An-tichità Barbié du Bocage, gli scienziati Cuvier e Laplace, l’egittologo Cham-pollion, il prefetto della Senna Chabrol de Volvic, lo scrittore-viaggiatoreChateaubriand, geografi come Malte-Brun e Alexander von Humboldt…

Laplace presiede la seduta, Malte-Brun funge da segretario generale,Humboldt è membro della sezione «corrispondenti». Sono presenti 27 dei227 iscritti raccolti in pochi mesi. Chi compila il verbale registra sul foglio ilsusseguirsi dei lavori: discorso del presidente, sottoscrizioni e stato finan-ziario, calendario delle sedute pubbliche, nomina di una commissione cherediga lo statuto…; fra le altre, una lapidaria annotazione: «Su richiesta delSignor Humboldt si decide che lo statuto non esclude le donne […]»1.

Nel giugno dello stesso 1822 esce il primo numero del bollettino ufficialedella Société. Nelle pagine iniziali si riportano, articolo dopo articolo, gliobiettivi che la nuova associazione si propone (incoraggiare viaggi nelle con-trade sconosciute; instaurare rapporti con viaggiatori e geografi e con altreistituzioni scientifiche; pubblicare relazioni inedite; dare alle stampe car-te…), la struttura organizzativa, le regole di ammissione dei cittadini fran-cesi e degli stranieri. Di seguito si pubblicano i verbali delle sedute fondati-ve, compreso quello del 5 gennaio. Esso corrisponde in tutti i suoi punti almanoscritto; in tutti tranne uno: l’intervento di Humboldt relativo alle don-ne è scomparso2.

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Inutilmente si cercherà ragione della frase soppressa nella documenta-zione manoscritta conservata negli archivi della Società e nei numeri subitosuccessivi del «Bulletin»: una richiesta di spiegazioni da parte di Humboldt,qualche osservazione in merito. Non si trova traccia dell’argomento nei ver-bali delle sedute fino a quello del 21 febbraio 1823 dove, dopo altri punti, ecome se si trattasse di questione mai affrontata prima, si legge: «Il SignorBarbié du Bocage (padre) propone di accettare le donne come membri del-la Società. Dopo aver ascoltato diversi interventi favorevoli e contrari, laCommissione accoglie la proposta»3. Di fatto, ancora a proposito dell’as-semblea generale del 5 dicembre 1828, presieduta da Cuvier, si segnala chela sala «presenta una riunione numerosa resa ancor più brillante per il fattoche ne fanno parte molte donne»4, ma le signore presenti sono ancora sem-plici gradite ascoltatrici dato che nell’elenco delle nuove ammissioni noncompare nessun nome femminile5.

Passerà ancora più di un ventennio prima che una donna risulti formal-mente iscritta: nel 1852 «Madame Alexandre Kerr è accolta fra i membri del-la Società su presentazione dei Signori Antoine d’Abbadie et Jomard»6.

A quel tempo Humboldt ha ottantatre anni e risiede stabilmente a Berli-no. Della Kerr sappiamo dal «Bulletin» soltanto che è vedova e che risiede aParigi7. Questi pochi elementi farebbero comunque escludere che quandoHumboldt, trent’anni prima, propose la clausola di apertura della Societàalle donne, pensasse a lei.

Lo storico della Società geografica di Parigi, Alfred Fierro, nella sua det-tagliata ricostruzione della nascita della Société accenna solo in nota al cu-rioso episodio della frase soppressa senza fare ipotesi8. Il piccolo enigma, inverità molto interessante dal mio punto di vista, è probabilmente destinatoa restare senza soluzione. Si può appena tentare una riflessione circa le ra-gioni che possono avere spinto Humboldt a fare la sua proposta. Si trattò diuna mozione di principio, avanzata dal grande «scienziato, esploratore, li-berale e ultimo grande spirito universale»9, o, anche, il padre della geografiaumana moderna aveva in mente qualche cultrice della disciplina il cui impe-gno meritava riconoscimento?

La prima ipotesi appare la più fondata. Anzitutto per il silenzio di Hum-boldt. Se egli avesse pensato a una persona precisa non avrebbe forse con-sentito che si accantonasse la sua proposta. Inoltre, non risulta che al mo-mento della fondazione della Società esistesse nel panorama culturale euro-peo una figura femminile capace di distinguersi per interessi e meriti squisi-tamente geografici: una Ida Pfeiffer ad esempio. Ciononostante Humboldt,che certamente non ignorava come per tutto il Settecento numerose donnesi fossero date alla pratica del viaggio e della scrittura di viaggio, deve aver ri-tenuto giusto il principio dell’accoglimento delle donne nel sodalizio. Di-

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versi anni dopo egli riconoscerà con generosità ed entusiasmo l’attività del-l’austriaca Ida Pfeiffer che entrerà in contatto con la Società geografica pa-rigina anche grazie al suo sostegno10. Non si sono invece finora trovate trac-ce circa una sua conoscenza diretta o indiretta della Kerr.

Sulla questione della frase scomparsa e della presenza delle donne nelleSocietà geografiche è intervenuto più recentemente un altro studioso dellediverse Società francesi, Dominique Lejeune che, ricordando la Kerr e laPfeiffer come prime aderenti alla Société, commenta:

L’estrema scarsità di donne «in geografia» si spiega parzialmente con il fatto chenon se ne trovavano allora in Francia fra i funzionari e gli impiegati dell’ammini-strazione, gruppi particolarmente ben rappresentati fra i geografi: è significativoil fatto che ho potuto ricordare solo un’inglese un’austriaca11.

La figura di Ida Pfeiffer merita l’attenzione che ne fa una delle protagoni-ste di questo lavoro. Quanto alla «anglaise» Kerr, la sua biografia rimane adoggi piuttosto misteriosa. Lejeune ci dice che questa «fedele londinese […]nel 1859 entrerà anche nella Società austriaca»12 ma non altro. Il nome concui viene ricordata – Alexander – è, all’uso inglese, il nome del marito. Sco-priamo il suo nome di battesimo e la sua intensa attività di viaggiatrice pro-prio nella nota biografica dedicata a Ida Pfeiffer contenuta nella Correspon-dance di Humboldt curata nel 1865 da de la Roquette là dove questi precisa:

A torto l’autore della notizia dedicata a Ida Pfeiffer nella Biographie Universelle(Michaud), pretende che ella ebbe l’onore, unica persona del suo sesso, di far par-te delle Società Geografiche di Parigi e di Berlino e di altre associazioni scientifi-che. Noi conosciamo infatti un’altra donna molto colta, un’inglese, viaggiatrice in-faticabile, Louisa Kerr, la quale, senza aver fatto il giro del mondo come la Pfeif-fer, ne ha come lei visitato quasi ogni parte, senza tuttavia pubblicare nulla. Cre-diamo che sia membro delle Società geografiche di Parigi, Vienna, Leipsick, Gi-nevra, Darmstadt e Francoforte e di più di venti Società archeologiche. Sarebbecertamente appartenuta alla Società londinese se questa avesse ammesso le don-ne, ma non ne figura alcuna fra i 1750 membri che oggi la compongono13.

In effetti non si è trovato il suo nome nei dizionari biografici né si sonorinvenuti manoscritti nell’archivio della Société o articoli nel «Bulletin». So-le testimonianze concrete dei viaggi in Oriente di Louisa Kerr restano alcu-ni oggetti.

«Senza tracce materiali il viaggio è cancellato. Quasi non esiste» dice Ma-rie-Noëlle Bourguet a proposito del «voyage des objets», le collezioni natu-ralistiche che specialmente dal Settecento in poi furono un altro modo perdescrivere il mondo14. Nel caso della Kerr non si può certo parlare di colle-zioni, ma la breve lista di oggetti che la riguarda è sufficiente a farci almeno

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Abbadie, Antoine (d’), 160Acerbi, Giuseppe, 170, 185Agnesi, Maria Gaetana, 54Albanese, Camillo, 56Algarotti, Francesco, 131-133, 153Alliata, Vittoria, 148, 150, 151, 156Almagià, Roberto, 276, 279, 286, 288, 289,

292-296Alpers, Svetlana, 54Amat di Sanfilippo, Pietro, 40Amici Giovanni Battista, 214, 215, 217, 218Amoretti, Maria Pellegrina, 54, 189Anet, Claude, 249, 253Angelis, Vanna (de), 155Angeville, Henriette (d’), 22, 23, 55, 252Anvar-Chenderoff, Leili, 149, 150, 152, 155,

156Arago, François, 210, 214Arago, Jacques, 185Archetti Maestri, Massimo, 60Arena, Gabriella, 37-39, 59Arendt, Hannah, 165, 184Artom Treves, Giuliana, 217, 219, 229, 230Arviset, Marie Louise, 56Astell, Mary, 130, 152Augerd, Victor, 252Aunet, Léonie (d’), 23, 43, 155, 165-186Autourou (Boutavery), 116, 120, 125

Bacler d’Albe, Louis Albert, 19Bailly, Antoine, 20, 49, 54, 57, 61Baldissone, Patrizia, 185Barbera, Gasparo, 218, 230Barbié du Bocage, 159, 160Barbiera, Raffaello, 252Baré (Baret), Jeanne, 83, 115-127Baretti, Giuseppe, 17, 54

Barrera, Giulia, 61Barreto, Isabel, 82, 83, 87Barrett Browning, Elizabeth, 217, 242Bassi, Laura Caterina, 54Bauzá, Felipe, 85Beaujeu-Garnier, Jacqueline, 26, 27Beauvoir, Simone (de), 56Belgioioso, Cristina (di), 23, 40, 44, 55, 147,

163, 237, 241 Bell, Gertrude, 40Bellezza, Giuliano, 293Belzoni, Sarah, 147Benzoni, Gerolamo, 79, 86, 96, 105Berger, E. (von), 71Berman, Mildred, 294-296Berthout, Henry, 184Besana, Enrico, 209Bettacci, Marcantonio, 114Biard, François-Auguste, 166-169, 171, 178,

184-186Bibesco, Marthe, 249, 250, 253Bideaux, Michel, 125-127Birkett, Dea, 60Bishop Bird, Isabella, 40Bladen, Wilford A., 293-296Blaeu, Joan, 54, 70Blanchard, Raoul, 27Blanckaert, Claude, 106, 163Blond, Georges, 54Blunt, Anna, 40Bocage, Madame du (Anne-Marie Le Page

du Boccage), 55, 132, 153Boiteau d’Ambly, Paul, 152Boivin, Louis, 184, 186Bondi, Liz, 27, 28, 30, 31, 57Bonne, Rigobert, 12Bonora, Paola, 37, 38

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Bonpland, Aimé, 12, 49, 53Borges, Jorge Luis, 84Borgioli, Claudia, 55Borghi, Liana, 61Borghi, Rachele, 39, 41, 57-60 Borri, Claudia, 60Borro (Borri, Borrius), Girolamo, 65-72Bosch Barret, M., 87Bossuet, Jacques-Bénigne, 18Botting, Douglas, 163, 184Bougainville, Louis Antoine (de), 83, 115-

118, 121-126Bourdieu, Pierre, 45, 61Bourguet, Marie-Noëlle, 100, 106, 161, 163Bouvier, Nicolas, 94, 104Bouyer, Marc, 103Boyd, Louise, 40Boyd-Bowman, Peter, 84Braidotti, Rosi, 28, 29, 57Branca, Gaetano, 40Bremer, Fredrika, 237, 242Briend, Anne-Marie, 56, 296Brilli, Attilio, 207Broc, Numa, 26, 27, 56, 60, 71, 74, 85, 86, 90,

103, 164, 255, 269, 272, 276, 279, 288-290, 293-296

Brocardo, Pellegrino, 69, 71Brosse, Jacques, 269, 270Brosses, Charles (de), 115Brunhes, Jean, 275, 293Bry, Johann Ismaël (de), 103Bry, Johann Theodor (de), 89, 90, 103Bry, Maria Magdalena (de), 103Bry, Théodore (de), 12, 86, 89, 90Buffon, Georges-Louis Leclerc (de), 124, 127Bute, Lady, 153Butler, Judith, 33, 57, Buzzard, Robert, 278, 294Byron, Lord, 215, 238, 245

Calabrese, Rita, 156, 208Calvo, Angela, 59Candolle, Augustin (de), 214Cannon, Susan, 223, 230Capellini, Giovanni, 219, 230Cappello, Bianca, 68Caraci Luzzana, Ilaria, 9, 10, 52, 86, 103, 105Carletti, Francesco, 77, 86

Caro, Jean-Louis, 117Carrara, Francesco Novello, 104Cassini, Gian Domenico, 19Cavour, Camillo, 217Cecchetti, Bartolomeo, 235, 251Cecilia di Svezia, 54Chabrol de Volvic, Gilbert, 159Chambers Patterson, Elizabeth, 229-230 Chateaubriand, 17, 159, 198Chaucer, Geoffrey, 107, 295Chaunu, Pierre, 116Chivallon, Christine, 56Chuvin, Pierre, 133, 153, 154, 156Cibo della Rovere, Isabetta, 69Cipriani, Franca, 59Ciuffoletti, Zeffiro, 71Ciureanu, Petre, 234, 251, 252Claval, Paul, 276, 292, 293, 295Cobbe Power, Frances, 217, 221Codazzi, Angela, 35, 36Colby, Charles C., 275, 293-295Collini, Silvia, 61Colombo, Cristoforo, 75, 79, 80, 84Comba, Letizia, 257, 269, 270Commelin, Caspar, 104Commerson, Philbert, 117-123, 125-127Conti, Antonio, 130Cook, James, 116, 189Corna Pellegrini, Giacomo, 58, 59Correnti, Cesare, 235Corsi, Dinora, 86, 107, 114, 152Cortambert, Richard, 84, 171, 235, 251-253Cortés, Hernán, 74Cortesi, Gisella, 38, 39, 56, 58, 59Courbet, Gustave, 232Crescenzi, Francesco, 85Crescenzi Giovan Battista, 86Crispino, Anna Maria, 57Cristaldi, Flavia, 59Cristoforo (Mangravio di Baden), 55Curatulo, Giacomo Emilio, 252Cuvier, Georges, 159, 160

D’Alembert (Le Rond), Jean-Baptiste, 102D’Amico, Rita, 58, 59D’Ancona, Alessandro, 153D'Alessandri, Antonio, 55D’Eaubonne, Françoise, 53, 57

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Dainville, François (de), 18, 19, 54Dalloway, James, 146Dardel, Eric, 230Darwin, Charles, 25, 285Davey, Mary, 41, 60David-Néel, Alexandra (o Alexandra My-

rial), 43, 50, 60, 163, 164, 169, 204, 250,254-270, 273

Davis, Angela, 57De Gubernatis, Angelo, 233, 235-237, 250,

251-253De Koster, Pietro, 85De Magistris, Luigi Filippo (Macchi, Erne-

stina), 10, 35De Michele, Francesco (Barone di Villau-

rea), 56Deffand, Madame du, 124Delisle, Joseph-Nicolas, 12Della Valle, Pietro, 75, 76, 82, 85, 86Demangeon, Albert, 26Dematteis, Giuseppe, 54Denys, Jeanne, 264, 270Derrida, Jacques, 31Desai, Anita, 152, 153Désiré-Marchand, Jöelle, 255, 256, 261, 265,

269, 270Diderot, Denis, 88, 102, 117, 121, 125, 126Dieulafoy, Jane, 24, 44, 60Dieulafoy, Marcel, 24, 64Domosh, Mona, 27, 28, 30, 31, 56, 57Donini, Elisabetta, 59Dronsart, Marie, 84Droogleever Fortuijn, Jos, 59Duby, Georges, 53, 234, 292Duchet, Michelle, 103Duchisna, Madame, 164Duclos-Guyot, Pierre, 117, 123, 127Dulong, Claude, 15, 53Dumont, Jean, 139, 154Dürer, Albrecht, 93, 104Duviols, Jean-Paul, 103, 184, 229

Eberhardt, Isabelle, 44, 60, 154Egeria, 108, 109, 112-114Elena di Savoia, 40Eugenio di Savoia, 135, 154Elisabetta I Tudor, 19Erauso, Antonio (de), 87

Erauso, Catalina (de), 42, 73-87Erodoto, 60, 137, 138, 154, 211Esiodo, 232Esoavelomandroso, Faranirina, 208Esteban, Ángel, 84-87Estrada, Maria (de), 74

Faessel, Sonia, 124-127Fairfax, William George, 211Fajardo, Simón, 85Fanshawe, Ann, 55Faraday, Michael, 217Farge, Arlette, 12, 53, 54Farinelli, Franco, 34, 58, 288, 293, 295Febvre, Lucien, 272, 289, 290, 293, 295, 296Feche, Charles-Pierre Felix, 117, 125Ferrer, Joaquín María, 85, 87Ferro, Gaetano, 35, 36, 58Fierro, Alfred, 160, 163Flaubert, Gustave, 147, 148Flegel, George, 103Foncin, Myriem, 27Forbes, Rosita, 40Foucault, Michel, 31, 33, 57Fourier, Charles, 159, 240Fragnito, Gigliola, 71Francesco I de’ Medici, 66, 68Franchetti Pardo, Vittorio, 114Frediani, Federica, 55, 56Frémont, Armand, 153Freycinet Rose (de), 168, 185Freycinet, Louis-Charles (de), 185

Gabba, Francesco Cesare, 235Gaimard, Paul, 167-169Galland, Antoine, 155Galliano, Graziella, 60, 61, 84, 208, 264, 269,

270Gambi, Lucio, 9-12, 35, 52García Ramón, María Dolors, 27, 38, 56Garibaldi, Giuseppe, 252Garms-Cornides, Elisabeth, 21, 55Gasparin, contessa di (Valérie Boissier), 147Gauguin, Paul, 117, 125Gay-Lussac, Joseph-Louis, 210, 214, 229Gelli, Bianca, 58, 59Gemelli Careri, Giovanni Francesco, 154Genlis, Madame de, 55

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Gentileschi, Maria Luisa, 37- 39, 56, 58, 59Geoffrin, Madame de, 16Ghisleri, Arcangelo, 10Giannarelli, Elena, 109, 114Gil, Juan, 83, 85, 87Giovanna, granduchessa, 66Goethe, Johann Wolfgang, 48, 55, 88, 102Goldoni, Francesca, 47, 214, 272, 292, 293Gonzague, Madame de (Rangoni, Elisabet-

ta), 55Gozzadini, Maria Teresa, 219Gould, Peter, 54, 57Graff, Dorothea Maria, 89Graff, Johann Andreas, 12, 90, 103, 104Graff, Johanna Helena, 103Grandidier, Alfred, 207Gregorio, Maria, 53, 102Gregory, Derek, 31, 57Grendi, Edoardo, 156Greppi, Claudio, 60, 61, 71, 85, 103Grundy, Isobel, 155Guadalupi, Gianni, 105Guarducci, Anna, 60, 200, 208Guerra, Lia, 154, 185Guevara, Isabel (de), 74Guiducci, Armanda, 53, 156Guimbaud, Louis, 166, 184Gullé, Elettra, 252Guys, Pierre-Augustin, 145, 146, 155Guzmán, Bernardino (de), 84, 85

Haggett, Peter, 27Hahn-Hahn, Ida, 147, 208, 242Halsband, Robert, 132, 152, 153, 155Hancock, Claire, 11, 27, 51, 52, 56, 61Hanfstaengl, Franz, 207Hanson, Susan, 27, 28, 38, 59Haraway, Donna J., 29, 30, 34, 40, 57Harley, Brian, 19, 54Harvey, David, 11, 27, 29, 33, 40, 57Harvey, Joy, 155, 229Harvey, William, 72Hauston, Jean, 257Heim, Johanna Sibylla, 103Heim, Wilhelm Christoph, 103Hérédia, José Maria, 84, 85Herschel, John, 210, 216, 217Hervel, Joseph, 117, 125

Hettner, Alfred, 26Hill, Aaron, 139, 155Hodgson, Barbara, 184Hommaire de Hell, Adèle, 24, 44, 163Hugo, Victor, 23, 166, 171, 184, 185, 186Humboldt, Alexander (von), 12, 13, 20, 45,

48, 49, 53, 58, 61, 75, 79, 86, 100, 159-161, 163, 165-167, 184, 189, 193-195,198-200, 205, 207, 208, 210, 214, 216,220, 223-226, 228, 229, 231, 237, 242,276, 290

Imhoff, Clara Regine, 106Ingres, Jean-Auguste-Dominique, 141, 148Invrea, Ferdinanda, 152Irigaray, Luce, 32, 56Istria, Dora (d’) (Elena Ghika), 23, 46, 55,

162, 164, 232-253

James, Preston E., 293-296Jameson Murphy, Anna, 217Johnson, Douglas W., 26Johnston, Ron J., 57Jomard, Edme-François, 159, 160, 195Julien, Charles-André, 86Jussieu, Antoine (de), 127

Kaplan, Caren, 29, 57Karan, Pradyumna P., 293-296Kerr, Louisa, 160-164Kingsley, Mary, 50 Kircher, Athanasius, 18Konetzke, Richard, 84, 86, 87Kouskouris, Polytimi, 52Krug-Genthe, Martha, 25

La Fayette, Madame de, 16La Pérouse, 116La Roche, Sophie (von), 55Lacépède, Etienne (de), 127Lacoste, Yves, 19, 20, 54Lafiteau, Joseph-François, 13, 53Lalande, Joseph-Jérôme (de), 123Lamarck, Jean Baptiste, 127Lamartine, Alphonse (de), 198Landor, Savage Walter, 230Langlès, Louis-Mathieu, 159Laplace, Pierre-Simon (de), 159, 210, 212,

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214, 216Latour, Bruno, 57Lauretis, Teresa (de), 57Lavollée, C., 187, 189, 203, 207, 209Lazari, Vincenzo, 226, 229, 231Le Moyne, Pierre, 17Le Page du Boccage (Bocage), Anne-Marie,

55, 153Leed, Eric J., 140, 153, 154Lefèvre, Marguerite, 26Lehms, Christian, 14Lejeune, Dominique, 161-164Leopoldo II di Toscana, 217Lepaute Etable de la Brière, Nicole-Reine,

12, 53Lescure, Jean, 104Lespinasse, Julie (de), 124, 125Lever, Charles James, 219Levier, Daniel, 152Lewes, Darby, 72Linch Piozzi, Ester, 55Linneo, 13, 88, 126Little, Francis, 280Livi Bacci, Nicoletta, 61Livingstone, David, 224, 228Lombardi Chiara, 208Longhi, Pietro, 19Lorraine, Nicolas (de), 70Lucchesi, Flavio, 60, 209Lyell, Charles, 216

Maczak, Antoni, 21, 54, 55Madrazo, Pedro (de), 85Maillart, Ella, 44Maintenon, Madame de, 18Malte-Brun, 159, 195Malvezzi, Augusta, 219Mandeville, John, 42, 74, 154Manin, Daniele, 235Mantegazza, Paolo, 186, 235-237, 251, 252Mantini, Silvia, 152, 153Mar, Lady, 134Marell (Marrel), Jacob, 90, 91, 103Marengo, Marina, 38Maria Antonietta, 55Marinelli, Giovanni, 10Marinelli, Olinto, 52Marmier, Xavier, 169, 170-172, 185

Marsh, George P., 20, 227, 231Martin, Emily, 29Martin, Geoffrey J., 295 Martin, Jean-Pierre, 184Martin-Allanic, Jean-Etienne, 124-126Martineau, Henriette, 242, 243Martonne, Emmanuel (de), 26, 56Massarani, Tullo, 235Maury, Alfred, 196Mayeur, Nicolas, 207Mazzi, Maria Serena, 76, 77, 86Mazzucchi, Diletta, 58Medici (Granduchesse), 69Melli, Umberto, 84Menabrea, Carlotta, 35Menabrea (famiglia), 217Menchu, Rigoberta, 20Mendana, Alvaro (de), 82, 83Mendoza, Pedro (de), 74Mercatore, Gerardo, 70Mercer, Wendy S., 168, 171, 184Merian Gräffinn, Maria Sibylla, 12-14, 42,

43, 53, 88-106, 202, 220Merian, Caspar, 12Merian, Matthäus il Giovane, 12Merian, Matthäus il Vecchio, 12Merleau-Ponty, Maurice, 30, 57Mernissi, Fatema (Fatima), 151, 156Michaud, 126, 127, 153, 155, 156Michelet, Jules, 88, 89, 102Michotte, Paul, 26Middleton, Doroty, 60, 184Mies, Maria, 30, 57Migliorini, Elio, 292, 294Mignaty, Margherita Albana, 217Milanesi, Marica, 54, 153Mills, Sara, 50, 61, 264Minca, Claudio, 34, 57, 58Minguet, Charles, 184, 229Miniscalchi Erizzo, Francesco, 211, 229, 230Mitchell Kendall, Phebe, 230Mitchell, Maria, 219, 230Moguel Sánchez Antonio, 85Molière, 16Momsen, Janet, 27Mondada, Lorenza, 48-51, 61 Monicat, Bénédicte, 23, 24, 50, 51, 55, 61,

184

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Monk, Janice, 27, 38, 58, 59Montagu Wortley Pierrepont, Lady Mary,

13, 14, 16, 42, 43, 46, 55, 128-156, 166,170, 239, 250, 265

Montagu Wortley, Edward (padre), 129, 130,153

Montagu Wortley, Edward (figlio), 131, 133Montaigne, Michel (de), 65, 66, 71, 111, 114,

138, 154Montalván, Juan Pérez (de), 85Montémont, Albert, 190, 207, 208Montesquieu, 13, 17, 53Moreau de Maupertuis, Pierre-Louis, 184Morgan, Lady, 242Morichini, Domenico, 215, 216, 229Moulin, Anne Marie, 133, 153, 154, 156Moussa, Sarga, 155, 156Munárriz, Jesús, 84, 87Muñoz y Ferrandiz, Juan Bautista, 85Müntzer, Sebastian, 70

Nangeroni, Giuseppe, 36Napoleone I, 19Nassau-Siegen d’Orange, Charles, 117, 119,

121, 122, 125, 126Necker, Suzanne, 16Néel, Philippe, 257Neeley, Kathryn A., 226, 229-231Negri, Francesco, 170, 185Negri, Giovanni, 294Newton, Isaac, 184, 212, 216, 270Nizzoli, Amalia, 24, 40, 44, 55, 56, 163Noble, David F., 14, 53, 105Nochlin, Linda, 103

Ogilvie, Marilyn, 155, 229Omero, 129Opicinus de Canistris, 70Ortelio, Abramo, 70Outhier, Réginald, 168, 184Oyama (principi giapponesi), 280

Pacheco, Francisco, 86Panunzio Cipriani, Lucrezia, 84Papadopulos, Gregorio Giorgio, 234, 239,

243, 244Parlatore, Filippo, 170, 185Parolini, Alberto, 214

Passerini, Luisa, 71Pastoureau, Mireille, 16, 54Pecora, Aldo, 272, 286, 287, 293, 295Pernigotti, Sergio, 56Perrot, Michelle, 53, 235Perugini, Carla, 87Petiver, James, 101, 106Petrignani, Sandra, 269Peyronnet, Marie-Madeleine, 255, 257, 258,

260, 269Pfeiffer Oscar, 191, 193, 207Pfeiffer Reyer, Ida Laura, 40, 43, 160, 161,

163, 164, 169, 187-209, 213, 241, 242,250.

Piero della Francesca, 109Pinchemel, Philippe, 56, 296Pinto, Olga, 40Pitte, Jean Robert, 20Pitti, Andrea, 68, 71Pizzano, Cristiana (da), 15, 53Pizzano, Tommaso (da), 53Pizzigalli, Daniela, 55Plaisant, Michèle, 131, 152Plumier, Charles, 104Poirier, Jean-Pierre, 54, 126, 127Polo, Marco, 74, 140Pope, Alexander, 130, 131Porena, Filippo, 10Potocka, Anna, 41, 60Pracchi, Roberto, 36Pratt, Geraldine, 57Prevost, M., 155Puigaudeau, Odette (du), 44

Quaini, Massimo, 9, 34, 52, 54, 58, 60, 104,153, 154

Quincey, Thomas (de), 84

Raicich, Marino, 207Rambouillet, Madame de, 16Rattner Gelbart, Nina, 53Ratzel, Friedrich, 11, 47, 165, 271, 272, 275,

276, 279, 285, 286, 288, 289, 292-294Recke, Elisa (von der), 55Reclus, Elisée, 20, 162, 163, 243, 256-258,

260, 261, 267, 270Redi, Cecilia, 107-114Redi, Francesco, 114

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Regnard, Jean-François, 171, 182, 184Reina, Luisa, 56Rémond, Nicolas-François, 152Rentería, Nicomedes (de), 87Revelli, Paolo, 36Riccardi, Riccardo, 294Ricchieri, Giuseppe, 35Ricorda, Ricciarda, 56Rinuccini Corsini, Eleonora, 35Ripa, Cesare, 70, 72Ritter, Carl, 165, 193-195, 205, 208, 209, 224,

264, 289Rizzetto, R., 40, 60Rizzi Zannoni, Giovanni Antonio, 12Robic, Marie-Claire, 26, 56, 296Rodocanacchi, Enrichetta, 235Rollin, Charles, 17-19, 54Roman d’Amat, Jean-Charles, 155Romano, Giovanni, 104Roncière, Charles (de la), 125Rondinone, Antonella, 37, 39, 57-59Roquette (Desoz de la), Jean-B.-Marie-A.,

161-163, 208Rossi, Luisa, 53, 56, 58, 60, 71, 153, 154, 251,

252, 269, 292Rossi Pisa, Paola, 59Rössler, Mechtild, 25, 26, 56, 296Rousseau, Jean-Jacques, 117, 236, 252Royer, Clémence Augustine, 25Rücker, Elisabeth, 102, 105, 106Rycaut, Paul, 139, 148

Saibene, Cesare, 36Said, Edward W., 147, 148, 156Saint-Exupéry, Antoine (de), 55Sainz De Robles, F.C., 87Salgari, Emilio, 204, 209Salvadori, Roberto G., 114San Paolo, 15Sand, George, 234, 250Sanson d’Abbeville, Nicolas, 16, 54Savant, Jean, 166, 167, 184Scaraffia, Lucetta, 61Scaramellini, Guglielmo, 41, 60, 153Scardini, Carla, 60, 84, 86Scariati, Renato, 61Scarin, Emilio, 36, 58Schama, Simon, 22, 55, 104, 250

Schiavoni, Felice, 253Sclafert Thérèse, 27Scriboni, Mirella, 55, 56, 163Scudéry, Madame de, 16Sechi Nuvole, Marina, 41, 60Segre, Anna, 39, 59Semple, Ellen, 11, 12, 25, 27, 47, 211, 213,

214, 271-296Serena, Carla (Hartog Morgensthein, Caro-

line), 23, 25, 40, 44, 55, 56, 162, 163Sestini, Aldo, 35, 58Sévigné, Madame de, 16, 146Shiva, Vandana, 20, 30, 57Silvani, Giovanna, 153Silvestre, Maria Luisa, 53, 61Simmel, Georg, 14, 15, 53, 151, 156Smith, Adam, 279Smith Charlotte, 280Smollett, Tobia, 153Soja, Edward W., 29, 57Soldani, Simonetta, 53Somerville Greig Fairfax, Mary (Maria), 12,

44, 47, 53, 205, 210-231, 239, 250Somerville, Margaret, 213, 221Somerville, Martha, 211, 213Somerville, Mary Charlotte, 213Somerville, William, 212-214, 217Sommelsdijk (famiglia), 98, 99Sonnet, Martine, 53Souchon, Paul, 184, 186Staël, Germaine (de), 16, 234Stark, Freya, 43, 44, 60Starobinski, Jean, 53Starot de Saint-Germain, Louis-Antoine, 117Staszak, Jean François, 56, 57Stearn, William T., 102Stedman, John Gabriel, 105Steinberg, Sylvie, 85, 87, 123, 124, 126, 127Storchi, Alfredina, 53Suárez, Inés, 74Suckau, M.W. (de), 207Surdich, Francesco, 41, 209Sutherland Harris, Ann, 103Swift, Jonathan, 131

Taillemite, Etienne, 116, 124-127Tilbury, Gervasio (di), 11Tinacci, Maria, 47

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Tinné (Tinne), Alexandrine, 40, 44, 60, 209Todd Bingham, Millicent, 26, 292Todorov, Tzvetan, 53, 71, 86, 87, 156Tolomeo, 138Tolomeo Lago, 67Tommaseo, Nicolò, 235Tott, François (de), 146, 155Treder, Uta, 61Tribout de Morembert, H., 155Trigueros, Cándido Maria, 85Trimmel, Franz Emil, 191, 208Tristan, Flora, 44Trollope Milton, Frances, 242Tucci, Giuseppe, 259, 267, 270

Ullmann, Ernst, 102Ullmann, Helga, 102

Valcanover, Anna Francesca, 153Valerio, Adriana, 53Vallbona, Rima (de), 85Valle, Gio Batta, 19Vallet, Odon, 269Vallini, Giulio, 229Vallino O., Fabienne, 61, 86, 229, 231Vannoni, Antonella, 61Vapereau, 207, 235Vaumorière (Ortigue), Pierre (de), 54Vega, Lope (de), 85Vergez-Tricom, Geneviève, 56Verne, Jules, 256

Véron, Pierre-Antoine, 124Vespucci, Amerigo, 71Vidal de La Blache, Paul, 10, 295Vigée-Lebrun, Elisabeth, 55Villaurea, baronessa di (Angelina Fatta), 24,

56Vincent, Levin, 94Vivez (Vivès), François, 117, 119-121, 125,

126Voilquin, Suzanne, 44, 147, 156Volckamer, Johann Georg, 100-102, 105, 106Volney, Constantin François (de), 46, 49, 61,

146Voltaire, 17

Wallace, William, 212Waquet, Françoise, 53Watts, Michael, 57Witsen, Nicolas, 94, 104Wollstonecraft, Mary, 170Wright, John K., 272, 273, 287, 293, 295

Yongden (Lama), 254, 255, 259, 265Young, Arthur, 243Young, Robinia, 217Yriarte, Charles, 252

Zavatti, Silvio, 40, 60, 71Zeiller, Martin, 90, 103Zemon Davis, Natalie, 36, 45, 53, 54, 58, 61,

87, 93, 102-105

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Questa edizione aggiornata

svelando con attento scandaglio

un’altra mappa del mondo

e l’irriducibilità delle donne

ai più escludenti steccati

vede la stampa

nel carattere Simoncini Garamond

dalla tipografia Nero Colore di Correggio

per conto di Diabasis

nel maggio

dell’anno

duemila

undici

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