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Lambrusco Salamino di Santa Croce DOC
Il Lambrusco ha una storia antichissima, che già i letterati dell’epoca romana come
Catone, Virgilio e Varrone descrissero nelle loro opere. Diversi autori classici infatti portano
la testimonianza dell’esistenza, nel territorio emiliano, di un vitigno selvatico denominato
“Labrusca vitis”, che cresceva negli ambienti più marginali delle campagne coltivate e che
aveva la particolarità di produrre un’uva dal gusto spiccatamente aspro.
Zona di produzione del Lambrusco modenese
La viticoltura del modenese è la più antica di tutta l’Emilia Romagna, e si vanta anche del
primato di ospitare la più antica cantina sociale italiana ancora in attività (Cantina Sociale
di Carpi) . Attualmente la superficie vitata si estende per un’area di circa 8000 ettari, ed è
volta alla produzione di Lambrusco Salamino di Santa Croce .
La Cantina di Carpi
La Cantina di Santa Croce, ha una lunga storia con profonde radici nel territorio, è stata
costituita nel 1907 come "Associazione fra i produttori di uve del territorio di S.Croce e
limitrofi". L'attività inizia nell'ottobre del 1908, con 54 soci e un conferimento di 5.900
quintali di uva.
Oggi la cantina conta oltre 250 soci ed ha una potenzialità di lavorazione annua pari a
130.000 quintali di uva. L'attenzione alla qualità ha fatto si che l'80% delle uve conferite
provenga da vigneti a D.O.C. e I.G.T.
La sede della Cantina di S. Croce è ancora oggi quella storica individuata nel lontano
1907, nel cuore dell'omonimo territorio, che dà il nome al classico Lambrusco Salamino di
S. Croce che in queste terre riesce a dare la massima espressione di sé. Si tratta di
un'uva particolare, caratteristica, da coltivare sapientemente ed alla quale i produttori locali
si sono legati con grande passione. Ed è proprio questo grande amore per il tradizionale
vitigno locale, che dalle uve di questo territorio viene prodotto il più tipico Lambrusco
Salamino di S. Croce a denominazione di origine protetta.
IL VINO
La coltura della vite, esclusi i terreni vallivi concentrati a nord - nord est del centro
cittadino, caratterizza da tempo immemorabile tutto il territorio carpigiano su cui, indelebili,
sono i segni dell'antica centuriazione. Sull'antichità di questa presenza non vi sono dubbi:
già Plinio, trattando della vite e del vino, ebbe a citare la lambrusca, ossia una particolare
specie di vite selvatica da cui era traibile l'agresto. Catone ne il "De Agricoltura" scriveva
che la coltivazione della vite nella nostra area, della specie denominata lambrusca,
rendeva circa 300 anfore di vino per Jugero. Il vino per eccellenza prodotto dalle uve del
territorio carpigiano è il Lambrusco Salamino di Santa Croce, strettamente imparentato
con quello di Sorbara e di Castelvetro sebbene gli venga riconosciuto di enucleare in sé i
caratteri degli altri due: la pienezza aromatica del Grasparossa e il frizzante guizzo del
Sorbara: è' questa produzione, non disgiunta da altre, che ha ottenuto il marchio DOC.
Viene prodotto principalmente (per un minimo dell’85%) con uve del vitigno autoctono
Lambrusco Salamino, con piccole percentuali di altri vitigni come Lambrusco Ancellotta e
Fortana (conosciuta localmente anche come “Uva d’Oro”), per un massimo del 15%. La
zona di produzione del Lambrusco Salamino di Santa Croce è nella porzione
nordoccidentale della provincia di Modena, localizzata principalmente attorno al territorio di
Carpi: proprio il nome di questo vitigno, “Santa Croce”, si riferisce ad una frazione di
questo comune modenese.
I grappoli di questo vitigno sono piccoli ma serrati,
con acini di colore blu-nerastro e dalla polpa
succosa leggermente acidula.
Il vitigno Lambrusco Salamino è caratterizzato da
una ottima produttività, costante nel tempo, e la
maturazione delle uve avviene nella prima decade
del mese di ottobre.
La produzione massima di uva per ettaro è di 19 tonnellate, mentre la resa in vino
dell’uva stessa non deve superare il 70%.
Il Salamino di Santa Croce viene prodotto nelle quattro diverse tipologie “rosso
spumante”, “rosato spumante”, “rosso frizzante” e “rosato frizzante”.
Il Salamino di Santa Croce “spumante” si presenta con un colore rosso rubino carico dai
riflessi violacei ed è corollato da una spuma del medesimo colore violaceo, vivace ed
evanescente. Il profumo è fresco, fruttato, persistente e dall’intendo aroma vinoso, che
richiama i sentori della frutta matura. Il sapore è armonico, leggermente acidulo e fresco,
sapido e di corpo medio, dal moderato grado alcolico; si può trovare nelle tipologie secco
(o asciutto), abboccato (o semisecco), amabile e dolce. Il titolo alcolometrico volumico
totale minimo per la tipologia “spumante” è di 11°, con un’acidità totale minima di 6 grammi
su litro; per il “rosso” l’estratto non riduttore minimo è di 18 g/l, mentre per il “rosato” è di
16 g/l.
La tipologia “frizzante” è molto simile a quella “spumante”, ma è caratterizzata da un titolo
al colometrico volumico totale minimo inferiore, e pari a 10.5°.
Il Salamino di Santa Croce è di un vino gradevole e beverino, apprezzato anche dai palati
più delicati e che si accompagna alla perfezione ai piatti locali come la pastasciutta col
ragù bianco, i tortellini in brodo e gli arrosti.
Istituto Comprensivo Carpi 3Scuola Primaria Don Milani
Gli alunni della classe 3 B