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MACHIAVELLI Centro Studi Politici e Strategici Dossier del MACHIAVELLI Dossier del Machiavelli, n. 8 22 Settembre 2018 L’antisemitismo nell’Europa contemporanea AUTORE: Fiamma Nirenstein Jerusalem Center for Public Affairs Il Giornale

L'antisemitismo nell'Europa contemporanea · L’antisemitismo nell’Europa contemporanea Machiavelli 4 approdare in Israele, è il padre di questa definizione. Il termine "antisemitismo"

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MACHIAVELLICentro Studi Politicie Strategici

Dossierdel MACHIAVELLI

Dossier del Machiavelli, n. 822 Settembre 2018

L’antisemitismo nell’Europacontemporanea

AUTORE:

Fiamma NirensteinJerusalem Center for Public AffairsIl Giornale

L’antisemitismo nell’Europa contemporanea

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♦ L’antisemitismo è un fenomeno in crescita in tutta Europa, con violenze cheraggiungono l’omicidio e il terrorismo. Molti ebrei stanno perciò lasciando ilcontinente.

♦ Ai vecchi stilemi antisemiti se ne aggiungono oggi di nuovi, travestiti dacritiche a Israele ma in realtà motivati da odio verso gli ebrei in quanto tali.L’israelofobia appare la più diffusa forma d’antisemitismo nei giorni nostri.

♦ Nello spettro politico permanengono piccoli movimenti antisemiti di stamponeonazista ma le forze di destra e populiste hanno di fatto escluso le frangeestreme e adottato posizioni più apertamente filo-israeliane. Questa nuovadestra al potere ha in sé gli elementi per spingere l’UE ad abbandonare l’israe-lofobia che sembra oggi caratterizzarla.

♦ L’israelofobia alligna oggi prevalentemente a sinistra, che in molte sue frangesi presenta ormai come una forza antisemita. Ciò si manifesta dal livello movi-mentistico alle politiche nazionali fino alle scelte in sede ONU.

♦ Pesa inoltre molto l’antisemitismo di matrice islamica, la cui origine affondanell’odio religioso ma si nutre della retorica palestinese e dell’ideologia islamista.In questi anni attacchi terroristici hanno bersagliato gli ebrei in Europa.

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SOMMARIO ESECUTIVO

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1. INTRODUZIONE

Contro ogni previsione dopo soli 70 anni dallaShoah che compì la strage di 6 milioni di ebrei di cui2 milioni di bambini sul suolo europeo, l'antisemitismoè in drammatica crescita, nel pensiero, nella retoricae negli atti. l'odio per gli ebrei stavolta ha preso uncarattere etnico nazionalista supportato da unincitamento ossessivo, che usa stilemi classicidell'accumulo di invenzioni religiose e politiche informe nuove, dal terrorismo al BDS. Tutte si sommanonel quotidiano incitamento che ha soprattutto peroggetto lo Stato del popolo ebraico, Israele, ma chesi estende alle comunità della Diaspora.

Nel 2016, l'OSCE ha riportato 1661 attacchi di

natura antisemita, di cui 240 contro persone1. Datidell'Anti Defamation League ci descrivono unasituazione in cui un individuo su 4, nella sola EuropaOccidentale, cova sentimenti antisemiti2. E non sitratta solo di sentimenti, ma anche di un'ininterrottascia di sangue: nel 2012, un insegnante e tre bambinifreddati di fronte alla scuola ebraica dal francese-algerino Mohammed Merah; nel 2014, quattro personetrucidate al Museo Ebraico di Bruxelles da MehdiNemmouche, terrorista dell'ISIS; nel 2015, altriquattro morti all'Hypercacher di Parigi, sempre permano di un estremista islamico legato ai fratelliKouachi, autori della quasi contemporanea strage aCharlie Hebdo. Molti omicidi crudeli nella loro

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atroce determinazione sono stati compiuto controsingoli individui solo perché ebrei: da Ilan Halimi, aSarah Halimi, Mirelle Knoll…

Un post antisemita appare ogni 83 secondi suTwitter e altri social come Facebook e Youtube:questo fa 382mila post antisemiti in 20 diverse lingue;nel giugno del 2018 Berlino ha permesso unamanifestazione "per abolire lo Stato ebraico" gestitadagli Hezbollah, con cartelli di "morte agli ebrei";fra molte forme di discriminazione a manifestazioniculturali e sportive, si può ricordare solo per esempioun torneo sportivo in Dubai in cui i judoki israelianihanno gareggiato e sono stati premiati senza la lorobandiera e cantando da soli il loro inno. Ma episodidi boicottaggio punteggiano i campus, i teatri, isupermarket, i cinema... episodi terroristi a sfondogenocida si sono susseguiti da Gerusalemme a Parigia Tolosa a Bruxelles, senza che nessuno dica unaparola specifica sulla caccia agli ebrei. L'antisemitismoha allargato la sua tabe fino a forme di interventoistituzionale inconsulto, come quello dell'UNESCOche ha votato due risoluzioni che affermano cheGerusalemme è da considerarsi tutta araba.

Uno studio condotto nel 2012 dalla FriederichEbert Stiftung mostra come il 63 per cento deipolacchi e il 48 per cento dei tedeschi pensino che“Israele stia conducendo una guerra di sterminiocontro i palestinesi”, così anche il 41 per cento degliinglesi, il 42 per cento degli ungheresi e il 38 percento degli italiani. Secondo un'indagine dellaEuropean Union Agency for Fundamental Rights(FRA), il 48 per cento degli ebrei europei intervistatiha sentito o letto l'accusa secondo cui “gli Israelianisi comportano con i Palestinesi come i nazisti con gliebrei”.

La conseguenza di questo stato di cose è che gliebrei stanno disertando l'Europa. Malmo, terza città

svedese con altissima percentuale musulmana, èl'esempio più eclatante, ormai divenuta pressochéjudenfrei: sono rimasti meno di 500 ebrei, da duemilache erano qualche decennio fa. In Italia, le partenzeebraiche verso Israele hanno per la prima volta nel2015 superato le cifre del 1948, secondo uno studiodell'Institute for Jewish Policy Research. Ma i casipiù drammatici si hanno in Belgio e in Francia:quest'ultima ha contato un esodo di 14.000 ebreidagli attacchi del 20153.

Sono fuggiti dall'Europa un ebreo su quattro. Unfenomeno che si pensava ormai sepolto in un oscuropassato.

Da che cosa nasce questo rigurgito antisemita?Chi se ne fa alfiere, e attraverso quali strumenticoncettuali? In una parola: da chi devono guardarsigli ebrei oggi in Europa?

In queste pagine, abborderò in primis la natura,l'origine e l'evoluzione dell'antisemitismo moderno,mostrerò come lo stesso s'incarni ormai in manierapreponderante nell'israelofobia.

La crescita della destra europea è nel nostrotempo guardata con la lente d'ingrandimento neldibattito internazionale perché la destra nel passatoha certamente ospitato, nutrito, cresciuto i movimentiantisemita facendosene un'arma. E tuttavia, un'analisipiù attenta ci fornisce un altro quadro, cheesamineremo: quello della sinistra antisemita eisraelofoba, e delle comunità islamiche sempre piùradicalizzate.

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2. ANTISEMITISMO DI IERI E DI OGGI: DAGLI STEREOTIPI RAZZIALI AL-L’ISRAELOFOBIA

La settimana scorsa l'Amministrazione americanaha annunciato che il dipartimento dell'educazionecambierà il modo di investigare le accuse didiscriminazione contro gli studenti ebrei avendoadottato una nuova definizione di antisemitismo.Negli ultimi anni diverse agenzie governative inEuropa hanno compiuto la stessa strada, incluso ilministero degli esteri inglese e tedesco: già le loro

politiche collocano l'antisionismo nell'ambito dellepratiche discriminatorie, perché nega soltanto agliebrei il diritto di autogovernarsi. Ma la politica deldipartimento di Stato americano precisa il tema: iltest con cui si definisce l'antisemitismo è quello delle"tre D", Delegittimazione di Israele, Demonizzazione,e Doppio standard. Nathan Sharansky, che dopo 7anni in prigione nell'URSS riuscì finalmente ad

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approdare in Israele, è il padre di questa definizione.

Il termine "antisemitismo" nasce nel 1870 ed è lamodernizzazione etnico-razziale (cioè secondo lenuove teorie laiche e scientifiche in voga)dell'antiebraismo confessionale.

"Semita" è un termine prettamente linguistico,che include le lingue ebraica, araba, aramaica,babilonese, assira, etiope. Gli ariani contrapposti aisemiti sono gli invasori dell'India, anch'essi si chiamanocosì per motivi linguistici, non etnici. Non c'entranonulla con i tedeschi.

Il cristianesimo è il primo attore ad attribuire algiudaismo una qualità cosmica malefica fino alpontificato di Giovanni XXIII, più dei musulmani,poiché intendendo di sostituire l'ebraismo, la religionedi Gesù, e i suoi testi, tutti peraltro legati all'AnticoTestamento, lo demonizza come sede del male cheha portato alla condanna a morte di Cristo. I Vangelinon sono tutti d'accordo su questo, ma San Paolo hafatto premio su San Matteo, e purtroppo quindi laChiesa ha avuto il primato dell'antisemitismoprecedente a quello che nasce con i nazionalisminazista, fascista e comunista.

Il complotto, il massacro, il blood libel, ovverol'invenzione che gli ebrei si abbeverino del sanguedei loro vicini (trasformata in crudeltà e smania diuccidere), si accompagna con la fantasia altrettantomicidiale, da parte laica, delle teorie del complotto,del "cosmopolita senza regole" che è una serpe inseno alla sua società e alla sua nazione, che perquesto è pronto a mentire senza vergogna. Alle noteteorie genocide di Hitler si aggiunge la terminologiae il discorso politico dei Sovietici, che hanno penetratol'idioma della cultura di massa e che includono itermini "razzista", "genocida", "fascista",“occupazione", "campo della pace".

Tutti stereotipi che non sono affatto scomparsi,ma che si sono spostati in massa sullo Stato d'Israele,lo Stato Ebraico, l'Ebreo Collettivo. Basta pensarealla stravagante invenzione arafattiana, poi ripresatranquillamente da un corpo internazionale comel'UNESCO, che il rapporto degli ebrei conGerusalemme, col muro del Pianto, con la loro piùcertificata memoria storica (basta leggere Tacito, oGiuseppe Flavio, e prima ancora la Bibbia o anche iVangeli, o visitare l'Arco di Tito dove la deportazionedegli ebrei nel 70 dopo Cristo è fotografata) siaun'invenzione ad hoc per impossessarsi di una Terracui hanno ambito solo per motivi di brama dipossesso, di avidità colonialista.

Il nuovo antisemitismo è legato a una forma quasi

patologica di israeolofobia, che si esprime in modoossessivo e molto pericoloso per la società stessa chela alberga: il terrorismo è infatti fratello gemello diquesto antisemitismo, e per quanto gli ebrei siano lasua preda favorita, esso si espande a tutte le societàcircostanti.

Demonizzazione la si ha quando le azioni diIsraele vengono gonfiate al di là di ogni possibileproporzione, per esempio, cosa molto comune,comparando Auschwitz con Gaza, come fece ilpremio Nobel Saramago, o Mikis Theodorakis.Doppio standard lo si ha quando lo Stato Ebraicoviene selettivamente messo nel mirino dimenticandole pecche molto maggiori di altri Stati, come fannol'ONU e tutte le sue organizzazioni o l'UnioneEuropea. La Delegittimazione, tipica dell'atteggiamentoarabo e palestinese ma presente anche nel BDS, ilmovimento di boicottaggio e disinvestimento, sipresenta quando allo Stato degli ebrei si nega ildiritto fondamentale di esistere. Il BDS per esempioinvoca la soluzione di un solo Stato che porterebbenecessariamente alla conclusione di quello che essivedono come un esperimento fallito. Il suo nessocon una serie di organizzazioni islamiche in odore diterrorismo gli crea uno sfondo violento che èesattamente la negazione di ogni movimentodemocratico. La sua pretesa che Israele sia uno Statorazzista o di apartheid, ciò che contiene un implicitoparagone col defunto Sud Africa prima di Mandela,indica la strada: Israele delendum est.

Il BDS che si autoproclama movimento democraticodi protesta contro la violazione dei diritti umani, difatto è una prova evidente di come agisca oggi suscala mondiale l'antisemitismo del doppio standard:infatti prende di mira soltanto Israele mentre leviolazioni dei diritti umani riguardano con moltapiù evidenza i paesi che circondano Israele, tuttiviolatori seriali di diritti dell’uomo, delle donne,delle minoranze religiose e sessuali, laddove a Israeletutto ciò che si può rimproverare ha un caratterepuramente politico, una scelta di linea di prudenzache può essere interpretata come rifiuto di fidarsidel nemico, e un eccesso di teorie di sicurezza.

La criminalizzazione di questo atteggiamento èparte della complessa e sconcertante affermazionedi un nuovo antisemitismo di massa che rappresental'ultimo sviluppo di questa proteiforme, perdurantecaratura ideologica che percorre i secoli. Esso è unamalattia cognitiva della società, che diventa mortale,in diverse forme, quando una cultura soffre di unadissonanza basilare fra ciò che crede o che credevadi essere e la realtà storica.

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I movimenti più acutamente antisemiti oggiesprimono lo stesso senso di frustrazione che esprimevanegli anni ‘20 e ‘30 la Germania ridotta all'umiliazionedal trattato di Versailles dopo la prima guerramondiale. Allora il nazismo si avvalse dell'antisemitismocome sfondo ideologico di una gargantuesca intrapresadi conquista bellica. Oggi ci se ne serve come elemento

collaterale a un tentativo di recupero politico diforze sconfitte sul terreno occidentale e di una guerraterrorista sul fronte orientale. L'Europa in crisi èsempre più antisraeliana.

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3. LA SINISTRA E L’ISRAELOFOBIA

L'esempio che collega più palesemente il nuovoantisemitismo con il terrorismo riguarda un leaderoccidentale importante della sinistra, Jeremy Corbyn,segretario del Partito Laburista inglese: le rivelazionifotografiche apparse sulla stampa internazionale allafine del luglio 2018 vanno insieme a una contestazioneteorica della definizione dell'antisemitismodell'International Holocaust Remebrance Alliance(IHRA) che con 11 esempi, segue in pratica ladefinizione di Sharansky.

Mentre Corbyn in nome della "libertà diespressione" (importante punto teorico che definiscetutta la questione dell'antisemitismo odierno) rifiutavala definizione basata sulla teoria delle "3 D", variefoto scattate in Tunisia nell'ottobre del 2014 lomostravano mentre deponeva una corona sulla tombadei massacratori palestinesi degli atleti israeliani diMonaco. Vicino a Corbyn figurava, fotografata,Fatima Bernawi che tentò di far saltare per aria ilcinema Sion a Gerusalemme nell'Ottobre del '67.Corbyn ha orgogliosamente, in altre circostanze,chiamato fratelli gli uomini di Hamas, e ha incoronatola sua carriera pubblica di antisemita sostenendodopo un viaggio a Gaza di aver visto lo stesso tipo didistruzione che i nazisti avevano portato a Stalingrado.Altre volte, ha partecipato a convegni negazionistidella Shoah. Manca un'aggiunta significativa: nellefoto incriminate, Corbyn prega alla manieramusulmana, unendo quindi la sua fede antisemitanella distruzione terroristica di Israele a quella deisuoi compagni islamisti. È un gesto politico, si puòsupporre, dato che è difficile pensare che il leadersocialista sia stato colto da un'improvvisa crisi misticae di conversione.

Il seguito che si legge nel suo rifiuto, poi leggermentemodificato, di accettare la definizione internazionaledi antisemitismo ci aiuta in una chiarificazioneindispensabile di ciò che è l'antisemitismo di oggi,perché di nuovo Corbyn si appella alla libertà dicriticare Israele (non specifica naturalmente che sono

esclusi i criteri delle tre D) e alla fedeltà alla lotta "diliberazione del popolo palestinese".

È dunque indispensabile qui una chiarificazione,per capire da che parte viene l'antisemitismo odierno,del suo contenuto. E non è la cosa più semplice delmondo, dato il molteplice, ripetuto rifiuto delleNazioni Unite di certificarne la definizione: i motivisono stati sempre rimpallati fra due poli. Il primoquello delle legittimità di definire l'antisemitismosecondo criteri razziali ed etnici, dato che l'ebraismoè una religione. Il secondo, quello di definirlo secondocriteri religiosi, dato che gli ebrei sono un popolo eun'etnia, persino con una richiesta diautodeterminazione uguale, ma chissà perché, diversada quella riconosciuta a ogni altro popolo. Dunquecon questa o con quella motivazione le richieste didefinizione sono state sempre cassate.

E la condanna alla infame conferenza contro ilrazzismo di Durban del 2001 che veniva faticosamenteerogata all'antisemitismo, veniva annacquata conmolteplici condanne dell'islamofobia, dei conculcatidiritti dei Palestinesi, di accuse al colonialismo eall'imperialismo... Insomma veniva obliterata. Delresto Durban, non a caso tenutosi pochissimi giorniprima dell'attacco alle Twin Towers (coprii l'eventocome giornalista della Stampa, ma presto mi trovaiindicata a dito come ebrea, inseguita dalle NGOpresenti in Sud Africa, tutte, un giorno fra i tanti, inmarcia dietro una manifestazione in cui primeggiavanoritratti di Bin Laden) è stata la summa dellatrasformazione definitiva del main coredell'antisemitismo, fermo restando che quello didestra non è morto.

Come è accaduto?

La guerra tedesca aveva maciullato con la Shoahogni apparenza e pretesa di presentabilità umana, lalegittimità della legittima difesa come corollario delcomandamento non uccidere crollava mentre la pacediventava un valore dogmatico intimo, sostanziale

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dell'individuo occidentale, del cittadino democratico.Le campagne per la pace di quegli anni, inventatedall'URSS al tempo della Guerra Fredda mettono inmarcia donne e cittadini con bandiere multicoloriche marciano per la pace solo contro gli Stati Uniti,contro la minaccia atomica, in difesa della sovranitànazionale di qualche rivoluzione africana filosovietica,e poi dei palestinesi.

Gli ebrei, all'inizio, furono considerati alleati fra isimpatizzanti comunisti, dato quello che avevanosubito in tempo di guerra. Gli ebrei a loro voltaebbero bisogno del rapporto con la sinistra persentirsi di nuovo a casa in Europa, da cui la Shoah liaveva eliminati, setacciati, strappati via. La partedelle persecuzioni comuniste e del confino siberianovenne accantonata. Diventare di sinistra per gli ebreifu una questione di identità e di memoria.

Il valore semantico della parola pace prestoincorporò tutti i valori dei diritti umani e civili, soloche fu sequestrata da una parte politica illiberale.

Nel dicembre del 1968 dopo la guerra dei SeiGiorni - scrive lo storico Joel S. Fishman - BertrandRussell con una lettera aperta si appellò al primoministro polacco Wladisklaw Gomulka per protestarecontro una nuova ondata di antisemitismo: "Per unalogica perversa" scriveva" gli ebrei sono adessosionisti, i sionisti sono fascisti, i fascisti sono nazisti,e quindi gli ebrei, logicamente, devono essereidentificati con i criminali stessi che hanno di recentecercato di eliminarli". La Pravda scriveva il 4 ottobredel ‘67: "il sionismo è dedito al genocidio, razzismo,tradimento, aggressione, annessione". Bernard Lewis,il grande storico del Medio Oriente, riporta chenella "Dichiarazione di eguaglianza delle donne"della conferenza di Città del Messico nel Luglio delì75 si ripete più volte la partecipazione delle donnenella lotta contro il neocolonialismo, l'occupazionestraniera, il sionismo, il razzismo, la discriminazionerazziale e l'apartheid.

La pace in Medio Oriente diventò per la sinistramondiale una gigantesca palestra di retorica e bugie,con i cattivi "colonialisti" e guerrafondai da unaparte nella veste degli americani e degli israeliani, e ibuoni, i palestinesi e gli arabi (alleati dell'URSSdopo essere stati alleati della Germania nazista)dall’altra in una mostruosa revisione della vicendadelle origini e della vicenda intera di Israele e degliArabi.

Ma perché l'URSS ebbe tanto successo? Perchél'autocolpevolizzazione occidentale è il pensierodominante che conduce all'antisemitismo

contemporaneo: essa traveste da vittima ogniaspirazione illiberale, vede vittime ovunque le facciacomodo politicamente, camuffando da disperati idittatori e i terroristi, facendo recipienti di dirittiumani i soggetti che più i diritti umani negano. Delresto Stalin è stato per masse immense "il soldell'avvenir", Mussolini e Hitler hanno attratto massediseredate, Fidel Castro ancora oggi viene venerato,Bin Laden è una figura di cui si cerca di capire leragioni, e i terroristi che uccidono famiglie, donne,bambini israeliani, o ignari passanti, vengono allafine disegnati come minorenni diseredati, oppressi,vittime della prepotenza israeliana. Hamas èun'organizzazione che rappresenta non la sua ostentatavolontà distruttiva e antisemita, ma che rappresentai diseredati di Gaza. Come se essi non fossero taliper sua colpa.

La ministra degli esteri svedese Margaret Wallstromha accusato pubblicamente Israele di compiere,quando ferma i terroristi che assaltano i cittadini perla strada e li uccidono minacciandone poi quanti piùpossibile intorno, "esecuzioni extragiudiziarie". Imovimenti per la libertà si sono fatti spesso movimentiper la difesa degli sfruttati e dei sofferenti, quandoinvece chiaramente sono essi che infliggono sofferenza.Israele è un paese che solo in virtù di una straordinariacapacità di battaglia, e di un magnifico senso divitalità, vive una vita normale anche se il terrorismola assedia, e ai suoi confini Hamas, Iran e Hezbollahla minacciano con i missili.

E' un dato di fatto, tuttavia, che Israele ha vistocrescere l'odio antisemita e la disapprovazione europeada quando ha ricevuto un numero sempre maggioredi attentati terroristi; che non le sono state perdonatele guerre di difesa contro Hamas né contro gliHezbollah, che viene di continuo condannatadall'Unione Europea per una politica in cuil'aggressione continua viene semplicemente contenuta,e non si intraprendono azioni di forza che non sianodifensive, mentre la parte opposta non intende venirea compromesso e neppure a parlare. Eppure Israeleè considerata, con una netta violazione dei tre D,violenta, aggressiva, un paese da discriminare colBDS, vista come sempre sull'orlo della catastrofe,della sparizione anche se la sua economia e il suoumore socio culturale indicano tutt'altro. Stato diapartheid, genocida, odiatore di bambini, colonialista,feroce... insomma, indegno di vivere, e con esso tuttigli ebrei che nella diaspora ne sono parte sentimentaleo politica.

È triste dirlo, ma sono le organizzazioni per idiritti umani, prime fra tutte quelle dell'ONU,

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dall'Assemblea Generale alla Commissione per iDiritti Umani, e poi a ruota l'Unione Europea in cuila condanna incessante è il leit motiv, che definisconoun antisemitismo di tipo nuovo in cui in diritti umanisono usati come maschere per nascondere uncomportamento discriminante nei confronti di Israelee degli ebrei.

A Israele dunque vengono irrogate tutte le tipichecondanne destinate nel secolo scorso agli ebrei,ovvero quelle relative all'indegnità di vivere da esseriumani uguali agli altri. Ha giocato in questo unparanoide lato antioccidentale, una perversione checonsente di essere antisemita come nuova facileforma pratica dei diritti umani sostanzialmentegratuita, e che facilita la strada agli ignoranti e aiconfusi. Gli ebrei sono l'obiettivo, Israele lo schermodell'antisemitismo.

Le indispensabili origini di Israele come patria diun popolo che tende da secoli a tornare a Gerusalemmesono diventate una fantasia di vessazione ecolonizzazione dei palestinesi - in realtà un popolodefinitosi solo con l'avvento di Israele - sporadicamentee confusamente presenti su quella porzione di terracome in Giordania o in Siria per collocarsi idealmentesolo con la definizione dell'ONU del 1948 e poi conla guerra del '67.

La parola "sionismo" è stata dunque stravoltafino a farne beffa e orrore, sinonimo di tutte leperversioni ebraiche inventate dall'antisemitismo:

menzogna, blood libel, cospirazione, razzismo comeapartheid, pulizia etnica... L'antisemitismo ancoratonella risoluzione ONU "Sionismo uguale razzismo"del 1975, una formulazione perversa e geniale nellasua totale mancanza di relazione con la realtà manella complessità della sua chiara indicazione cheIsraele deve essere distrutta proprio come il razzismonel mondo del dopoguerra, si riferisce alla necessitàdi mettere al bando Israele e il popolo ebraico peruna sua carenza basilare, di nascita; approva quindidi fatto l'odio genocida palestinese, arabo, più avantiiraniano ("Israele è un tumore canceroso che deveessere estirpato" ripete il leader massimo iranianoKhamenei),

Il nuovo antisemitismo, implica la discriminazionedel diritto del popolo ebraico a vivere da egualenella famiglia delle nazioni, una caratteristica di ognitipo di antisemitismo. Dalla discriminazione controgli ebrei come individui a quella contro il Popoloebraico. Oggi, essa ha ancora la sua casa dove furonopiantati i semi di sinistra della visione imperialista,quella davvero tale, della Guerra Fredda vista dasinistra.

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4. EUROPA E ISRAELE, UN RAPPORTO CONFLITTUALE

Il processo che ha portato a questo nuovo tipo diantisemitismo connesso al paradigma dei dirittiumani, ha influenzato in maniera decisiva il rapportofra l'Europa e Israele. La premessa è che Israeleappartenga, dunque, allo schieramento di un Occidentecolpevole di usurpazione di territori, di sfruttamento,di oppressione. Questo ha portato innanzitutto a undistacco stupefacente nei confronti dell'aggressioneterroristica e bellica che Israele soffre di continuo,per cui le migliaia di vittime del terrorismo palestinese,per altro esercitato contro intere famiglie, passanti,neonati, bambini, donne incinte e ragazzini (famosoilrapimento e l'eliminazione di tre ragazzini per stradaverso la loro scuola nei territori nel giugno 2014)non vengono degnate altro che di una minimaattenzione rituale, senza rimpianto e senza riprovazioneeffettiva per i terroristi, come se gli ebrei non avessero

diritto alla vita.

Non solo: l'UE ha preso molte iniziativeantisraeliane basate su doppio standard, come nel2015 le "guidelines" per mettere fuori legge i prodottiprovenienti dai territori occupati, operazionediscriminante e quindi antisemita, mai usata per gliinteressi marocchini nel Sahara occidentale o per laparte di Cipro occupata dalla Turchia, o per ilKashmir indiano.

Le città dell'Unione Europea sono spesso stateteatro di grandi manifestazioni antisraeliane, mail'UE si è curata di spiegare la realtà delle guerreaffrontate da Israele a Gaza per bloccare ibombardamenti a pioggia o gli attacchi suicidi acatena. Il rifiuto di valutare con senso di realtà eprudenza i nemici di Israele, dai palestinesi agliHezbollah, ha portato a una mentalità di disprezzo

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continuo che si riflette nella crescita dell'ostilità dellapopolazione per cui il grande storico Robert Wistrichha raccontato la comprensione ammiccante degliintellettuali parigini quando una sinagoga è stataassediata e colpita da furiose manifestazioni di odioislamista e teppistico. Gran parte dell'Europaoccidentale, in particolare la Germania, la Francia,l'Inghilterra, alcuni paesi del Nord, hanno una grande

difficoltà a capire la dimensione ideale di Israelecome Paese del popolo ebraico finalmente ritornatonella sua patria, ai suoi confini, immerso in unaguerra di difesa.

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5. LA NUOVA DESTRA EUROPEA

E qui è il momento, per quanto questo possaapparire impegnativo, di un difficile spostamentoconcettuale: nonostante oggi sia vivace il dibattitosulla nuova destra sovranista e populista che siafferma in Europa, anche se al suo interno e specieal momento della sua nascita notevoli protuberanzeantisemitiche si sono fatte largo in un terreno asproe inesplorato, pure i nuovi governi populisti inEuropa non danno segni di particolare crescitadell'antisemitismo. Si può dire che via via che questimovimenti si sono istituzionalizzati, si sono allontanateo sono state neutralizzate le frange più estreme.

Il 27 Gennaio del 2013, Giorno della Memoria,mi trovavo a Budapest con una delegazione diparlamentari di molte nazioni europee, per reagireal fatto che il partito nazionalista Jobbik, forte del19 per cento dei consensi, aveva chiesto in Parlamentola lista degli ebrei nelle istituzioni sensibili, definitiun "pericolo per la Nazione". In quel momento idati mostrano che il 20 per cento degli Ungheresi(bianchi, occidentali) si definiva antisemita militante,e si assisteva a un rally in favore dell'Iran, baluardocontro l'imperialismo americo-sionista, mentre l'accusadi "industria dell'Olocausto" per assicurarsi il dominiodel mondo veniva sollevata in conferenze negazioniste.In Grecia il partito Alba Dorata salutava col salutonazista. Si può ricordare infine la figura di JorgHaider con la sua nostalgia per il passato autocraticogermanico.

Tale destra estrema, tuttavia, non ha retto allaprova delle elezioni, e dell'ostracismo stesso di cui èstata fatta oggetto dalla nuova destra che conquistaconsensi in tutta Europa.

Orban non è Gyöngyösi, come Kurz non è Haider,Marine non è Jean-Marie (Le Pen) e la Lega non èForza Nuova. In Italia la Lega infatti sembra noncondividere le mitologie negative relative a Israele,né si riconosce a questo partito nessun atteggiamento

antiebraico. Al contrario, alle sue manifestazioni enelle parole del leader, Matteo Salvini, come durantela sua visita in Israele, la stampa ha annotato deciseparole di simpatia per lo Stato Ebraico. Tuttavia,esse non sono condivise dall'altra grossa forza politicache siede nel nuovo governo, Cinque Stelle, che anziha dato molto volte segno di un'acuta insofferenzanei confronti di Israele e un classico sostegno aipalestinesi caratterizzato dalle consuete parole d'ordinedella propaganda precedentemente qui esaminata.Questo in generale contrasta con una generaletendenza di rinnovamento dell'atteggiamento europeonel campo sovranista.

Come emerso ormai in ripetuti incontri col governoisraeliano, i Paesi di Visegrad (al contrario dellaSpagna, la Francia, l'Inghilterra e alcuni dei Paesidel Nord Europa) hanno tenuto ferme le briglie diun'eventuale recrudescenza antisemita, nonostantele preoccupazioni di un possibile affiorare di sentimentiantiebraici nell'ambito delle nuove ideologie chefanno dei confini e delle identità nazionali oggi unanuova bandiera di fronte all'ondata di immigrazione,che per altro in Europa è stata gestita in crescentedisordine e senza criteri comuni.

Particolarmente significativi sono stati gli incontridi Benjamin Netanyahu con i governi dell'Europadell'Est, l'interesse della Repubblica Ceca e dellaBulgaria per portare l'ambasciata a Gerusalemme,intanto concretizzatasi nel disegno di centri di culturanella capitale di Israele. Particolarmente importanteè stata poi la visita in Israele del giovane Cancelliereaustriaco Sebastian Kurz a maggio: Kurz ha visitatoil Muro del Pianto e ha dichiarato che i suoi conterraneidevono assumersi la responsabilità per i loro criminicontro gli ebrei, riaffermando il suo sostegno alloStato Ebraico. Persino Heinz-Christian Strache,anch'egli al governo con un partito fortemente didestra quale la FPO, non si è sottratto a passare daqueste forche caudine. Dato che nel suo Paese

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l'antisemitismo, come il successo di Jobbik avevadimostrato, ottiene una discreta fetta di consensoelettorale, è stato il premier ungherese Victor Orbanche in Ungheria ha ostracizzato Jobbik. Orban hadichiarato in giugno, durante una visita seguita conla lente di ingrandimento per identificare il suoatteggiamento, che il suo paese ha compiuto unerrore fatale non difendendo gli ebrei dai nazistidurante la guerra mondiale, che oggi l'antisemitismoa casa sua è stato battuto e che verrà comunquecombattuto con decisione, che il rapporto con Israeleè privo di qualsiasi ombra. La Polonia a sua volta,fortemente (e giustamente) criticata per una leggeche vieta di menzionare complicità polacchenell'Olocausto su cui però poi, con dimostrazione dibuona volontà l'intero parlamento è tornato indietrosu richiesta di Israele, anche se in maniera menzognerae in certo senso tristemente ridicola per chi conoscele responsabilità polacche nello sterminio nazista,con il suo specifico negazionismo non ha, di fatto,dato prova di antisemitismo, ma non ha fatto cheribadire il suo verticale rigetto per un passato oscuroche non fa più parte del suo patrimonio politico.

Orban ha detto durante la sua visita in Israeleche l'Europa occidentale è più antisemita di quelladell'Est. La verità è che questo pensiero individuauna realtà in crescita: in un'Europa pavida, in predaa un crescente antisemitismo di sinistra ed islamicopervicacemente negato dalla vulgata politicamentecorretta e anche dalle istituzioni, il Gruppo diVisegrad e i Paesi in cui si è affermata la tendenza auna svolta continentale hanno per molti motiviun'impostazione culturale che li porta ad accettareIsraele e gli ebrei d'oggi, e a capire una situazione incui confini, identità, popolo sono importanti; quelloche invece l'UE onusiana, con il suo indispensabileglobalismo di elezione, non riesce a comprendere.

Guardando nella storia recente, per i Paesi excomunisti, è evidente che la loro volontà di prenderele distanze da un passato odiato e combattuto liporta a distanziarsi dall'impostazione sovieticaterzomondista, anticoloniale, anti capitalista eselettivamente pro diritti umani che faceva di Israeleil migliore amico degli USA e il peggior nemicodegli umili e degli sfruttati . Questo è vero anche intermini attuali: la linea trumpiana verso Israele èmolto più facile da digerire per i Paesi dell'Est esovranisti che per gli affezionati sostenitoridell'antagonismo europeo rispetto agli USA, specieagli USA di Trump. Per converso, trova consenso adEst la linea di Trump che comprende finalmente unaposizione antagonista verso l'Iran e gli Hezbollah

loro alleati, un nuovo atteggiamento verso Israele eanche l'ipotesi dell'ambasciata a Gerusalemme. Anchesulla Russia l'atteggiamento è diverso. Il quadrointernazionale, in sostanza, è vissuto in ogni casocome un universo alternativo rispetto a quello cheha dato vita alla struttura della politica estera europea,antisraeliana e filoaraba e filopalestinese.

Dal punto di vista ideologico, la base stessadell'antisemitismo che disegna l'ebreo nella visioneantisemita nazi-comunista come un anticorpo inquanto figura antinazionale, cosmopolita senza radici,parassita della società occidentale da essi osteggiata,segreto nemico, con l'idea che egli sia il responsabiledella crisi di valori occidentali è totalmente fuorigiuoco: semmai oggi Israele e anche gli ebrei delladiaspora vengono percepiti come custodi dei valorioccidentali più strutturali; semmai, a causadell'incessante incitamento musulmano contro gliebrei, essi vengono visti come strutturalmenteoccidentali, giudaico-cristiani, critici del globalismo,critici dei sistemi antioccidentali e grandi nemici delterrorismo internazionale. Semmai la destra li vedeschierati, nel momento in cui emigrano in massadall'Europa a causa dell'antisemitismo insorgente,con loro nello sguardo critico verso l'immigrazione.

Oltre a questo, non si è mai sentito che, come inogni ricorrenza storica antisemita, agli ebrei sia stataaffibbiata la responsabilità della crisi economica, deiguai dell'euro, della disoccupazione dilagante... laclassica accusa antisemita di complotto economicosembra non essere parte della prospettiva delle destreeuropee, che ne vedono le colpe soprattutto da partedell'Europa come struttura inefficiente.

Ancora di più, i paesi sovranisti hanno rispettodella necessità di Israele di difendersi dagli evidentipericoli nazional-islamici che lo perseguitano, e anzipensano che dall'esperienza di Israele nel campodella lotta al terrorismo, in cui primeggia nel mondo,l'Europa possa trarre grande vantaggio così comedal primato tecnologico e scientifico. Ed è vero cheNetanyahu, dopo aver a giugno affermato che Israeleha disinnescato molti piani terroristi, ha richiestoall'Europa, a luglio, di smettere di pacificareinutilmente il terrorismo iraniano, rivelando che unattentato era stato bloccato da Israele su suolofrancese pochi giorni prima.

Dunque la comune consapevolezza della minacciaislamista, che Israele vive sulla propria pelle ognigiorno, e che in Europa la sinistra continuaostinatamente a sminuire, benché vacillando semprepiù a fronte di ogni nuovo attacco terrorista, e l'ideadi nazione, di identità, di difesa indispensabile oggi

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ispirano una politica filoisraeliana che si vede gemmarein Europa come mai nel passato.

Questo desta una sensata preoccupazione in chiteme che con ciò possa andare perduta la memoriadi quel che la destra ha significato nella storia degliebrei, incluse le leggi razziali e le deportazioni, etuttavia non ci esime dal vedere con abbagliantechiarezza che può a taluni risultare spiacevole che asinistra e nel mondo musulmano l'antisemitismocontemporaneo, legato all'israelofobia, è diventatoun pericolo di grandi dimensioni e con moltesfaccettature, nutrito dal largo pensiero post-bellicoche porta i nomi di colonne intellettuali come ilpremio Nobel Jose Saramago, come Mikis Theodorakise Gunter Grass, a fare degli ebrei dei mostri assetatidi sangue, vittimisti e insieme cacciatori, paragonabili,nei loro scritti, ai nazisti: un modo classico percancellare le colpe dell'Europa e riabilitarla allacaccia agli ebrei, adesso persecutori insaziabili dipalestinesi.

È questo il filone di pensiero, erede di Durban eancor prima del terzomondismo e del blocco deinon allineati, che si riflette nelle maggioranzeautomatiche all'ONU forti di 120 stati su 193, insiemepaesi non allineati e blocco islamico. È tramite la suaforza istituzionale usata smodatamente in funzioneantiamericana e antisraeliana che l'antisemitismo haacquisito un tratto egemonico nelle istituzioni, percui l'Europa si permette di stabilire che i territorisono "occupati" e non "disputati" come dichiaratinel 1967 e disegna, lei stessa, cercando di imporle aIsraele senza curarsi della sua sicurezza, mappe diun futuro Stato palestinese che è stato rifiutato perben tre volte dai Palestinesi stessi. Così dunque imovimenti per i diritti umani europei hanno definitouna cultura del paradosso, chi difende l'Europa ne

viene condannato, mentre chi l'attacca viene difeso:le femministe - che in Occidente si battono contro leimposizioni del maschio e della Chiesa - arrivano adifendere il burqa, gli omosessuali liberal denuncianoun paradossale "pinkwashing" dato che, nella realtàdei fatti, il mondo gay perseguitato dagli arabi sirifugia a Tel Aviv, e marciano per Hamas che i gay innome della sharia li uccide; gli ebrei di Jstreet,l'organizzazione degli ebrei di sinistra, si occupa condedizione di "islamofobia", a fianco di coloro checensurano o edulcorano i rapporti sull'antisemitismoche mostrano un sempre crescente pericoloproveniente dalle popolazioni islamiche.

Non sarà mai ricordato a sufficienza lo straziantecaso di Ilan Halimi, un ragazzo di Parigi la cui madrecercò, inascoltata per settimane, di spiegare allapolizia che suo figlio era oggetto di un crimineantisemita: il giovane in una banlieu fu fatto a pezzi,stuprato, bruciato ancora vivo e poi buttato in unadiscarica da una banda islamica che lo uccise leggendoil Corano mentre la polizia rifiutava ostinatamentedi battere la pista islamista, nel timore di esseretacciata di "islamofobia". Avviene sovente in Europae anche negli USA che ci si rifiuti di seguire pisteislamiche per paura di essere accusati di pregiudizirazziali o religiosi: a Rotherham in Inghilterra, per lamedesima ragione le autorità hanno coperto peranni abusi sessuali a danno di centinaia di minoriperché compiuti da anglo-pakistani.

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6. L’ANTISEMITISMO ISLAMICO

L'antisemitismo islamico è una parte imponentedella grande ondata di antisemitismo contemporaneo.Haj Amin al Husseini, il mufti di Gerusalemme neglianni del nazismo, che cercò di coordinare con Hitler(incontrandolo nel novembre del '41) lo sterminiodegli ebrei e gli offri una brigata islamica, ha avutogrande impatto di pensiero sul popolo palestinese.L'adozione di stilemi tipicamente nazisti-antisemitiche si affolla di caricature col naso e la stella diDavid sanguinante insieme, adesso, ai missili di

Tzahal, si è nel tempo, quando il mondo musulmanoè passato all'appoggio sovietico, arricchita delleimmagini dei plutocrati carichi di dollari. Il bloodlibel più classico è stato esercitato su tutti i leaderisraeliani, primo fra tutti Ariel Sharon (che a unpremio internazionale di vignette fu rappresentatoalla Goya mentre si lordava il petto nudo di sanguesgranocchiando teste di bambini palestinesi) e subitosi è andato ad arricchire della dimensione terrorista.

Il terrorismo islamico ha al suo centro l'idea di

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annichilire nel sangue gli ebrei, di cancellarli dallafaccia della terra. Gli shahid considerati eroi ecelebrati sia nella società palestinese che fra i credentisparsi per l'Europa (naturalmente non sto parlandodi tutti gli immigrati musulmani) hanno al centrodella loro scelta di martirio l'idea di obliterare gliebrei dal mondo. Lo dice la carta di Hamas, loripete il leader della Fratellanza Musulmana, Yusufal-Qaradawi, che incita all'uccisione di civili israelianie promette che il prossimo Olocausto avverrà permano dei credenti4; l'establishment iranianoquotidianamente promette che il "cancro" sionistasarà spazzato via dalla faccia della terra. L'ebreo,come sostiene Peter Neumann, direttore del Centrointernazionale di studi sulla radicalizzazione, ha oggiin Europa e nel mondo "il ruolo del canarino nellaminiera di carbone"; allevati nel martellamentopsicologico dell'ebreo come nemico dell'Islam cheha usurpato le terre della umma molti musulmani inEuropa sono sempre più antisemiti, e atti d'odiocontro sinagoghe ed ebrei con la kippah sonoall'ordine del giorno, al punto che leader dellecomunità ebraiche in tutta Europa, per esempio inDanimarca, consigliano agli ebrei di riporla in uncassetto.

Il manifesto dell'Islam genocida lo proclamò urbiet orbi il Primo Ministro malesiano Mohamad Mahatirche invitò i suoi a una guerra frontale nel 2003,spiegando anche che "un miliardo di musulmaninon possono essere sconfitti da pochi milioni diebrei". La frase ebbe un applauso da quasi tutti i 57leader dei Paesi islamici presenti all'incontro aPutrajaya.

Gli attacchi islamici contro gli ebrei sono stati giàdescritti all'inizio: niente è comparabile all'odioestremo contro gli ebrei che promuove unantisemitismo genocida incomparabile con qualsiasialtro odio antisemita. È un sentimento che fa dacombustibile al terrorismo suicida, spinge i giovani ascegliere di diventare shahid anche perché questogarantisce loro una sorta di vita eterna nella famache la loro comunità gli dedica con edifici, piazze,istituzioni. Solo una per le tante migliaia: la conferenzasportiva intitolata allo shahid palestinese MarwanZalum, sotto l'auspicio di Arafat nel 2004. Zalumaveva comandato l'assassinio della neonata ShalhevetPas uccisa da un cecchino mentre giocava in ungiardino; poi aveva organizzato un attacco terroristasuicida in cui furono uccise 6 persone a Gerusalemmedurante la seconda Intifada, in cui furono fatti più di1600 morti. Sia in Israele che in Europa il sentimentoè sempre lo stesso: odio per Israele, odio per gli

ebrei: Albelghiam, il fratello del franco-algerinoMerah che uccise a Tolosa tre bambini e il loromaestro, tutti ebrei, ha raccontato che nella lorofamiglia era stata impartita a tutti i figli una decisaeducazione antisemita.

Tuttavia è tristemente passato alla storial'insabbiamento da parte della Commissione Prodi,nel 2003, di un rapporto sull'antisemitismocommissionato a due ricercatori dell'Università diBerlino da cui emergeva con chiarezza la matriceislamica e di sinistra di gran parte degli atti d'odiocontro gli ebrei in Europa. Eppure i dati, quandoraccolti, sono limpidamente sconcertanti: ilsummenzionato rapporto dell'Anti-Defamation Leaguerintraccia metà dell'antisemitismo mondiale nelcampione musulmano (laddove l'altra metà raccoglietutti insieme cristiani, atei, hindu e buddisti),percentuale che non può stupire laddove si consideriche nell'area di Medio-Oriente e Nord-Africa questisentimenti caratterizzano niente meno che il 74 percento della popolazione5. Cifre egualmente alte civengono da una ricerca condotta nel 2011 in Belgio,cioè in quello Stato che ha recentemente esportatoterroristi islamici in tutta Europa e che è diventatotristemente noto per il quartiere-ghetto di Molenbeek(tra gli altri), secondo cui il 50 per cento deglistudenti musulmani nelle scuole elementari provasentimenti apertamente antisemiti, contro il 10 percento dei cristiani. I risultati non cambiano al mutaredella nazionalità del campione musulmano preso inconsiderazione: in Francia, in Olanda, in Germania…ovunque può individuarsi una correlazione direttatra appartenenza islamica e antisemitismo6.

L'odio musulmano verso gli ebrei ha prodottouna lunga scia di sangue, che passa per gli attacchialla scuola di Tolosa nel 2014, al museo ebraico diBruxelles nel 2014, al supermercato Hypercasher aParigi nel 2015, all'uccisione della superstitedell'Olocausto Mireille Knoll nel 2018… e la listasarebbe ancora tragicamente lunga. Fenomeno che,già radicato nelle popolazioni autoctone, è ora increscita anche a causa della mancata integrazionedell'immigrazione musulmana, come dimostrano irecenti casi di Adam Armush, arabo-israelianoattaccato da un rifugiato palestinese siriano a Berlinoproprio mentre cercava di provare, kippah in testa,come i timori antisemiti fossero fortemente ingigantiti;o il terrorista palestinese che, dopo aver lanciatobombe molotov contro la sinagoga di Göteborg, havisto il suo decreto di espulsione revocato in appelloper timore che, se rimandato in Palestina, "Israelepotrebbe lederne i diritti fondamentali".

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Non intendiamo trarre conclusioni operative: itrend qui esaminati contengono novità ancora insviluppo, da cui si può tuttavia disegnare la nuovapossibilità che l'Europa sia costretta a deviare, acausa della spinta di molti Paesi che la pensanodiversamente, dalla consueta linea antagonista neiconfronti di Israele.

Questo non significa in alcun modo che Israeledebba forgiare il suo atteggiamento politico su questapossibilità: il suo compito è quello di difendere séstesso e tutta la comunità ebraica internazionale daogni forma di antisemitismo. Di conseguenza,un'attenta selezione deve essere compiuta dal governodi Israele, come per altro a mio parere avviene, percui si aprano rapporti commerciali, scientifici, disicurezza solo con chi si dimostra sinceramente inlotta contro l'antisemitismo.

I governi di destra, poiché la loro costituency èvaria e contiene frange antisemite, sono quindichiamate a un compito diretto e aspro, cui devonorispondere non solo per favorire i rapporti conIsraele, ovviamente, ma per costruire una cultura di

civiltà. L'antisemitismo di ogni genere deve esseremesso al bando senza tregua, molto di più di quantonon sia accaduto fino ad oggi da parte dei governioccidentali, e l'obiettivo di cambiare la politicaeuropea deve fornire la linea di condotta.

Il fatto che questa richiesta venga oggi rivolta adestra, non esime affatto, secondo la nostra analisi,l'Unione Europea dal cambiare strada: la lotta deveessere chiara, senza compromessi, abbandonare glistereotipi che salvaguardano l'antisemitismo islamico,abbandonare ogni connivenza col terrorismo. Vogliamochiudere con una nota positiva: nei giorni scorsi ilgoverno belga ha tagliato i finanziamenti alle scuolepalestinesi notando che l'Autorità palestinese intitolascuole e istituzioni culturali ai terroristi. L'Europafinanzia il peggiore dei terrorismi quando noncontrolla a sufficienza l'uso che nell'incitamento enel terrorismo viene fatto dei fondi donati all'AP.Sono gesti affermativi come questi che possonocombattere l'antisemitismo, ovvero lo sguardo sulpresente oltre che, doverosamente, sulla memoria.

Si ringrazia il dottor Tommaso Virgili per la preziosaassistenza

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7. CONCLUSIONI

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8. NOTE1. http://hatecrime.osce.org/what-hate-crime/anti-semitism

2. http://global100.adl.org/#map

3. http://www.jpr.org.uk/publication?id=4821

4. https://www.memri.org/tv/sheik-yousuf-al-qaradhawi-allah-imposed-hitler-upon-jews-punish-them-allah-willing-next-

time-will

5. http://global100.adl.org/#map/meast

6. https://www.jpost.com/Opinion/Op-Ed-Contributors/Mu-slim-anti-Semitism-in-Western-Europe

Centro Studi Politici e Strategici MachiavelliRomaE: [email protected]: www.centromachiavelli.com

Copyright © Centro Studi Politici e Strategici Machiavelli, 2018

L’AUTRICE

Fiamma Nirenstein, giornalista e scrittrice, èsenior fellow del Jerusalem Center for PublicAffairs ed editorialista de “Il Giornale”. Membrodell'Israeli Council of Foreign Relations delWorld Jewish Council e di NGO Monitor. Exparlamentare italiana.