Sarò sincero: non conoscevo Au-des. O meglio, è un marchioche ho
sentito ma mai ascoltato,sapendo che esisteva ma senza
maiinteressarmene. Finché non è arrivatoil Direttore in persona a
casa mia conuno scatolone invero pesantino macompatto, dicendomi di
provare que-sti due bookshelf. Detto fatto: scartati e installati
subi-to dopo pranzo e fatti suonare men-tre si facevano due
chiacchiere sui di-vani. Dalle prime impressioni piace-voli, sono
presto arrivato ad un giu-dizio, che è quello di avere avuto perle
mani un componente onestissimoche ha fatto della correttezza
timbri-ca il suo cavallo di battaglia e puntofermo nella filosofia
costruttiva.
DESCRIZIONE E TECNICADal punto di vista tecnico niente dinuovo
sotto il sole: un due vie cari-cato in bass reflex (frontale) non
faspecie. Anzi, direi che l’impatto nonè grandioso, ma “toccando”
si per-cepiscono peso e finiture. Il tutto sembra molto solido e
ben fat-to, con la finitura direi perfetta e letinte troppo
classiche per poter sto-nare con qualsiasi arredamento. Gri-glie
magnetiche asportabili (sapete
quanto ci tengo per evitare polvere)rivelano due driver
anch’essi classi-cissimi: un tweeter a cupola morbi-da e un woofer
da 6 pollici e mezzo.
Ho cercato somiglianze estetiche percapire da chi venissero
prodotti, perpoi scoprire che sono fatti dalla stes-sa Audes,
un’azienda che producetutto da sé dalla A alla Z. Non pensate ad
una realtà tecnolo-gica emergente dall’ex blocco Sovie-tico: la
estone Audes un tempo sichiamava “RET” (Raadio-Elektro-tehnika
Tehas) e sta a Tallin dal 1935!Il brand si è poi evoluto in
“Estonia”e solo nel 1992 si arriva al nome at-tuale.L’azienda si è
occupata in passato diproduzione di trasformatori, di radio
a valvole e quant’altro, motivo percui ha sviluppato il know-how
perfarsi in casa tutto quel che serve perle sue elettroniche e
diffusori.Sul sito si possono vedere le facce dichi lavora,
sembrano tutti contenti diquel che fanno…Tornando alla descrizione
l’unicanota stonata sono i binding post(monowire) un po’ economici,
ma èbello vedere scritto a mano sull’eti-chetta metallica il numero
di serie ele caratteristiche di ogni diffusore:non per niente sullo
scatolone cam-peggia: “Handcrafted in Estonia”.Nelle note tecniche
in calce ho ri-portato il dato relativo alla frequen-za di
incrocio, perché è un incrocio“basso” che fa lavorare molto il
twee-ter nella gamma media favorendo laneutralità timbrica.
ASCOLTOParto subito col dire che dopo cinqueminuti di disonesto
ascolto senzapreventivo allenamento - leggasidare in pasto al mio
A200 le verginaliAudes - io e il Direttore ci siamo al-zati
furtivamente lasciando le nostremetà a discutere sui divani. Che
cosa cercavamo? La giusta messa a punto!
41audes 106▼ FDS 262
(...) la trasparenza dicerte esecuzioni fa sì chequeste Audes
entry leveldebbano essere ascoltatecome alternativa alle piùfamose
compagne in fasciadi prezzo.
Queste Audes risentono molto diuna corretta messa a punto e di
unacerta sensibilità al posizionamento inambiente. È bastato poco
per trova-re il giusto setup e cominciare gliascolti. Poiché lo
spazio è tiranno, inizio su-bito col citare il primo disco che
harappresentato, in seguito all’episodiodell’otturazione
dell’accordo, l’ascol-to critico. “Piano One”, eseguito dai
quattro pianisti Joachim Kuhn, Ryui-chi Sakamoto, Eddie Jobson e
EricWatson, è uno di quei dischi ascoltatiper caso e ricercati
forsennatamente,con esiti che potevano essere san-guinosissimi
(edizioni speciali giap-ponesi da oltre 100$), ma che haportato a
casa un bel po’ di buonamusica. Nella traccia 1, New
Feelings(Kuhn), la trama è sottile, ma le notesi espandono. Il
piano sembra leg-germente stoppato, ma è credibile edemozionante.
Nel secondo pezzo,l’arcifamoso Mer-ry Christmas Mr.Lawrence
(Saka-moto) c’è forseun po’ di enfasieccessiva, figliadei suoni di
que-gli anni. È unaversione stru-mentale, con
unarrangiamentodiverso da quellodella colonna so-nora di “Furyo”:la
timbrica è unpo’ fredda, macomunque trasci-nante. Nella traccia 3,
The Dark Room (Job-son), l’atmosfera si fa cupa, intrigantee con la
giusta profondità. Passandooltre, Puppet Flower (Watson) è ilpezzo
più jazz del disco e restituisceun’aria carica di attesa, con le
notescandite perfettamente dalle 106. Perfinire cito il bis di
Jobson, BallooningOver Texas, perché è il mio brano pre-ferito di
tutto il disco: veloce e pre-ciso, timbrica invidiabile.Per
sintetizzare dei concetti, validi an-che per ciò che segue come
ascolto,direi che le migliori qualità delleAudes 106 sono proprio
la bontàdella gamma media che da una par-te evidenzia le voci e
dall’altra ren-de brillanti e credibili anche certi stru-menti a
corda come piano e chitarre. La filosofia dell’incrocio in
bassonasce proprio dalla ricerca della cor-rettezza. Anche la grana
non è male.Una gamma media molto bella euna discesa verso il basso
importan-te e profonda …Ho voluto portare anche un disco chea me
piace molto e che è “Ballate frail Cielo e il Mare” degli Stadio.
Nellatraccia 5, Fra il Cielo e il Mare appunto,la resa complessiva
è molto buona,come sempre in particolare nellevoci. Ma anche il
piano elettrico e lechitarre vanno bene e la dinamica è
più che buona. In questo caso la bella escursione inbasso è ben
gestita. Se invece passoa Pelle a Pelle la chitarra sembra trop-po
compressa. Ma anche se si per-dono alcune sfumature aspre dellavoce
di Gaetano Curreri, la voce èsempre molto buona. Sono propenso alla
promozione!
CONCLUSIONIIl titolo che ho scelto mi è venuto na-turale ed è
scaturito già dopo pochi
ascolti, ancor primadi tutto il resto:queste 106 sonocorrette ed
equi-librate ed hannouna dignità piùche elevata incerti generi
mu-sicali dove la rap-presentaz ionerealistica dellevoci in
particola-re è condizionenecessaria. Beneanche il piano,ragion per
cuiquesti bookshelfpossono essere
buona scelta per iljazz cantato o per generi che con-templino
questi due strumenti. Sequalcuno pensa che ho reso vita fa-cile
dando loro da mangiare solo ilcibo preferito, vorrei aggiungere
chesi comportano bene con molta altramusica. Ma la trasparenza di
certeesecuzioni fa sì che queste Audes en-try level debbano essere
ascoltatecome alternativa alle più famosecompagne in fascia di
prezzo.
42 FDS 262 ▼ audes 106
ALCUNI DEI DISCHI UTILIZZATI:Piano One – AA. VV. - Private
Inc.Ballate fra il cielo e il mare – Stadio - EMI
IL MIO IMPIANTO
Sorgente digitale per musica liquida:Mac Book Air (Amarra
Simphony),Windows 7 Pro (Foobar). Sorgente digitale: SACD Sony
DVPNS930VL. Amplificatore integrato: MusicalFidelity A200.
Diffusori: Audiovector SR1 Avantgarde,Trenner & Friedl ART.
Cavi di segnale: Sound Fidelity Silver,Acrolink 7N-A2200 III. Cavi
di potenza: Autocostruiti a 24conduttori solid core. Cavi COAX:
Sound Fidelity Silver
CARATTERISTICHE TECNICHE
AUDES 106IMPEDENZA NOMINALE: 8 ohmPOTENZA: 75 WPOTENZA DI PICCO:
100 WRISPOSTA IN FREQUENZA: 45 – 20.000Hz (±3 dB)FREQUENZA DI
INCROCIO: 950 HzSENSIBILITÀ: 86 dB (2,83 V/1 m)ALTOPARLANTI: woofer
a cono da 6” e½; tweeter a cupola morbida da 1”DIMENSIONI: 335 x
198 x 285 mm (A xL x P)PESO: 8 kg
Prezzo: € 750,00
Distributore:HiFi24www.hifi24.it
(...) le migliori qualitàdelle Audes 106 sono propriola bontà
della gamma mediache da una parte evidenziale voci e dall’altra
rende bril-lanti e credibili anche certistrumenti a corda come
pia-no e chitarre. La filosofiadell’incrocio in basso nasceproprio
dalla ricerca della
correttezza.
