43
COLLANA LUOGHI VERTICALI EDIZIONI VERSANTE SUD Pietro Buzzoni Eugenio Pesci LARIO ROCK Grigne Medale Valsassina Orobie Resegone Pareti del Lago Pareti

LARIO ROCK - Pareti - Grigne, Medale, Valsassina, Orobie, Resegone, Pareti del Lago

Embed Size (px)

DESCRIPTION

Molte delle vie tracciate sulle bastionate rocciose dei monti lariani, hanno reso la zona lecchese, e quella delle Grigne in particolare, celebre in un contesto internazionale. Dagli itinerari storici degli anni 30, sino alle numerose vie moderne attrezzate, sulle pareti lecchesi esiste oggi una possibilità di azione estremamente ampia. Questo volume mira a dare un quadro in gran parte esaustivo della situazione tecnica attuale, arrivando sino alle Orobie e non trascurando strutture minori. Gli autori hanno arricchito la guida con una serie di approfondimenti storici corredati da rare immagini, molto spesso inedite. Notevole spazio è stato inoltre dato alla dettagliata descrizione degli itinerari non solo attraverso un testo analitico ma anche e soprattutto attraverso i tracciati sulle fotografie.Assieme a Lario Rock - Falesie , questa guida rappresenta un punto di riferimento tecnico e storico per la conoscenza e l’evoluzione dell’arrampicata sulle pareti attorno al Lario.

Citation preview

Page 1: LARIO ROCK - Pareti - Grigne, Medale, Valsassina, Orobie, Resegone, Pareti del Lago

COLLANA LUOGHI VERTICALI

EDIZIONI VERSANTE SUD

Pietro Buzzoni

Eugenio Pesci

LARIO ROCKGrigneMedaleValsassinaOrobieResegonePareti del Lago

Pareti

Page 2: LARIO ROCK - Pareti - Grigne, Medale, Valsassina, Orobie, Resegone, Pareti del Lago

Prima edizione Dicembre 2011ISBN 978-88-96634-20-2

Copyright © 2011 VERSANTE SUD S.r.l. Milano via Longhi, 10, tel. 027490163www.versantesud.it

I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento, totale o parziale, con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi.

Copertina Pizzo d’Eghen, Adriano Selva e Pietro Buzzoni su L4 di Prigionieri dei sogni, 7c+ (foto Andrea Pozzi)

Testi Pietro Buzzoni, Eugenio Pesci

Disegni Marco Romelli

Mappa generale Carolina Quaresima

Stampa Monotipia Cremonese (CR)

NotaL’alpinismo è uno sport potenzialmente pericoloso, chi lo pratica lo fa a suo rischio e pericolo. Tutte le notizie riportate in quest’opera sono state aggiornate in base alle informazio-ni disponibili al momento, ma vanno verificate, e valutate sul posto e di volta in volta, da persone esperte prima di intraprendere qualsiasi scalata.

RingraziamentiTino Albani, Marco Anghileri, Silvano Arrigoni, Benigno Balatti, Alessio Bastianello, Biblioteca A. Gomba Milano, Don Agostino Butturini, Stefano Canali, iovanni Chiaffarelli, Roby Chiappa, Raffaele Dinoia, Famiglia Fasana, Ivo Ferrari, Marco Ferrazza, Lorenzo Festorazzi, Fondazione Riccardo Cassin, Renato Frigerio, Marco Galli, Roberta Geddo, Alessandro Gogna, Fabio Lenti, Rossano Libéra,

Eloisa Limonta, Michele Mandelli, Gianluigi Marini, Marino Marzorati, Oscar Meloni, Giovanni Nicoli, Sergio Panzeri, Matteo Piccardi, Andrea Pozzi, Bruno Quaresima, Gerardo Re Depaolini, Norberto Riva, Giancarlo Riva, Giovanni Rivolta, Giuseppe Rocchi, Andrea Savonitto, Adriano Selva, Andrea Spandri,Giorgio Tessari, Fabio Valseschini, Paolo Vitali & Sonja Brambati

Page 3: LARIO ROCK - Pareti - Grigne, Medale, Valsassina, Orobie, Resegone, Pareti del Lago

Pietro Buzzoni Eugenio Pesci

LARIO ROCKPARETI

Grigna MeridionaleMedalePareti del Lago di LeccoValsassinaGrigna SettentrionaleOrobie valsassinesiResegone

EDIZIONI VERSANTE SUD

Page 4: LARIO ROCK - Pareti - Grigne, Medale, Valsassina, Orobie, Resegone, Pareti del Lago

4

Pref

azio

ne PrefazioneIl territorio lariano, estremamente ricco di pareti rocciose è, da quasi cento anni, al centro dell’interesse alpinistico lombardo, soprattutto per la presenza di numerose e imponenti pareti, il cui sviluppo arriva talora a 600 metri. Queste pareti, esplorate già nei primi de-cenni del XX secolo, sono state in seguito salite, nelle diverse epoche, da alpinisti di differenti generazioni, che hanno, a seconda dei periodi e degli stili di scalata, aperto un numero elevatissimo di itinerari di ogni livello tecnico. Molte di queste vie hanno reso la zona lecchese, e quella delle Grigne in partico-lare, celebre non solo in Italia ma anche in un contesto internazionale. Dagli itinerari storici degli anni 30, alle impegnative salite miste degli anni 60 e 70, sino alle numerose vie moderne attrezzate in modo in genere sicuro, sulle pareti lecchesi esiste oggi una possibilità di azione su roccia estremamente ampia.Anche la tradizione descrittiva e bibliogra-fica inerente quest’area è diventata, con il passare dei decenni, imponente: dalle prime piccole guide dedicate negli anni 20 alle guglie della Grignetta, passando per le due edizioni della Guida dei Monti d’Italia edita dal CAI-TCI, concernente le Grigne, si è arrivati negli ultimi anni a varie pubblicazioni tecniche, tutte curate e valide, che descrivono in dettaglio le vie di più tiri nel lecchese. Proprio entro questa tradizione, si colloca

il presente volume, che mira a dare un quadro in gran parte esaustivo della situa-zione tecnica attuale delle pareti lecchesi, spaziando però non solo dalle Grigne al Resegone, al Monte San Martino, alla Valsassina, ma arrivando sino alle Orobie lecchesi e non trascurando strutture minori.Gli autori hanno volutamente dato al lavoro un taglio che unisce alla precisio-ne tecnica una serie di approfondimenti storici relativi alle vicende e ai personaggi che hanno animato nel tempo l’azione verticale su queste pareti.Per la prima volta vengono quindi appro-fondite, con schede specifiche corredate da un apparato iconografico arricchito da rare immagini, molto spesso inedite, le vicende che hanno portato alla creazione di molte vie celebri o di alta difficoltà. In particolare, con riferimento al Sasso Caval-lo, alla Grignetta, alla Corna di Medale e al Pizzo d’Eghen. Notevole spazio è stato inoltre dato alla dettagliata descrizione degli itinerari non solo attraverso un testo analitico ma anche e soprattutto attraverso i tracciati sulle fotografie.Presentando questo lavoro, gli autori si augurano che esso rimanga a lungo come punto di riferimento tecnico e storico per la conoscenza e l’evoluzione dell’arrampi-cata sulle pareti attorno al Lario.

Pietro Buzzoni, Eugenio Pesci

Page 5: LARIO ROCK - Pareti - Grigne, Medale, Valsassina, Orobie, Resegone, Pareti del Lago

5

CORY RICHARDS FOTOGRAFA SIMONE MORO DURANTE L’ACCLIMATAMENTO PER LA SPEDIZIONE INVERNALE GII IN PAKISTAN.

Simone ha più volte testato la robustezza e la massima protezione che la giacca e il pantalone Point Five o� rono in presenza di ra� che di vento e tempeste nel cuore dell’inverno del Karakoram. Entrambi si avvalgono di Gore- Tex® Pro Shell a tre strati per garantire anche una perfetta combinazione tra impermeabilità e traspirabilità.PER SAPERNE DI PIÙ VISITA THENORTHFACE.COM

DA SIMONE MORO, ALPINISTA, DURANTE L’ACCLIMATAMENTO PER LA SPEDIZIONE INVERNALE GII

TNF_F11_Point Five_Lario Climbing_150x210+5_ita_de.indd 1 22/07/11 14:34

Page 6: LARIO ROCK - Pareti - Grigne, Medale, Valsassina, Orobie, Resegone, Pareti del Lago

6

Introduzione tecnicaIn

trod

uzio

ne te

cnic

a

INFORMAZIONI GENERALIIl territorio prealpino lecchese presenta, come detto precedentemente, un numero molto elevato di pareti rocciose di altezza variabile fra i 60 e i 600 metri. Alcune di queste pareti calcaree si trovano a poca di-stanza dai centri abitati, come la Corna di Medale o le Pareti del Lago, facilmente raggiungibili da Lecco. Altre, come il Sasso Cavallo o il Pizzo d’Eghen, sono ubicate in zone più remote, o molto remote e necessi-tano di un approccio più meditato e critico. L’offerta di itinerari di ogni genere spazia dalle vie normali di modesta difficoltà, spesso frequentate da princi-pianti, a itinerari estremi che si collocano fra i più belli e severi delle Prealpi. Enorme il numero di vie moderne,talora di sviluppo notevole (300/400 m.) ben attrezzate a fix o molto spesso a fittoni resinati. Se, per quanto riguarda gli itinerari classici, il livello di difficoltà di rado supera il 5c/6a della scala fran-cese, per gli altri itinerari moderni il livello più rap-presentato è quello dei gradi che vanno dal 6b al 7a. Quasi tutte le vie della zona si svolgono su roccia buona o ottima, ove regna sovrana la placca tecnica, anche se non mancano belle fessure e diedri, come sulla Medale, in Grignetta e sul Pizzo d’Eghen, mentre modesta o quasi nulla è la presenza di itinerari forte-mente strapiombanti.La titanica opera di richiodatura sistematica a fittoni resinati, svolta alcuni anni fa e riguardante moltissime vie delle Grigne, ha migliorato in modo determinante la sicurezza degli itinerari ma non ha mutato l’im-pegno globale di varie salite, che spesso si svolgono su terreno esposto ed esigono sempre un approccio alpinistico.E’ possibile determinare una divisione per tipologia delle strutture lecchesi ove sono presenti itinerari di più tiri:Fra le pareti di maggior ampiezza, con vie di sviluppo già notevole, e che richiedono una buona esperienza alpinistica, vanno segnalate: la Corna di Medale, che ha facile accesso in ogni stagione, vie molto belle e frequentate, ma che rimane una parete complessa e da non prendere mai in modo leggero, sia per il pe-ricolo di caduta sassi, sia per la difficoltà di calata su parecchi itinerari. Il Sasso Cavallo presenta splendidi itinerari di notevole sviluppo, con accesso lungo e

faticoso, in un luogo isolato e con vie su cui le pro-tezioni vanno spesso integrate. La solitaria parete del Forcellino, su cui ci si cala per circa 300 metri, benché non particolarmente esposta, obbliga alla risalita e come tale rimane impegnativa. Le vie sono ben chio-date e in genere di soddisfazione. Il Pizzo d’Eghen è la struttura più remota e complessa della zona, acces-sibile attraverso un lungo zoccolo per nulla banale ed è caratterizzata da vie belle e difficili. I soccorsi sono molto problematici e già in passato si sono rivelati estremamente impegnativi. La parete ha copertura cellulare. Allo stesso modo, soccorsi problematici, che diventano drammatici con cattivo tempo, sono da considerarsi quelli sulla Parete Fasana, in quanto si svolgono su una parete articolata e friabile. Buona la copertura cellulare, che è invece assente sul Sasso Ca-vallo e sul Sasso dei Carbonari, così come nella zona orobica. Soprattutto per il Pizzo d’Eghen, la Parete Fa-sana e il Sasso dei Carbonari si sottolinea la necessità di una consolidata esperienza alpinistica che unisca la livello tecnico tutte le astuzie del caso. Per quanto riguarda le pareti minori, cioè di lunghez-za inferiore ai 200 metri, va osservato che esse richie-dono quasi sempre un approccio alpinistico, legato al terreno e all’ambiente, anche se sono ben chiodate e accessibili in meno di un’ora. In particolare ciò vale per la Grignetta, montagna bellissima ma infida e scoscesa, i cui versanti sono talora friabili - mentre le vie hanno quasi sempre roccia sana o ottima- e pre-sentano grande variabilità di condizioni legate anche ai residui di neve dopo l’inverno. Ciò consiglia, ad inizio stagione, un’adeguata attrezzatura.In genere, per tutte le vie della zona, si consigliano due corde, qualche friend e una dozzina di rinvii. Sempre necessario il casco.

VALUTAZIONE DELLA DIFFICOLTÀViene proposta come sulle altre guide di alpinismo una classificazione approfondita e completa, con una scala sulla proteggibilità espressa in numeri arabi abbinati alle lettere R o S per riconoscere il tipo di chiodatura (S = spit, R = chiodo, RS = chiodatura mista) affiancata da una scala in numeri romani (I, II, III, IV, V, VI, VII), che definisce lunghezza e impegno ambientale della via e che prende spunto dalla scala

Page 7: LARIO ROCK - Pareti - Grigne, Medale, Valsassina, Orobie, Resegone, Pareti del Lago

7

americana in uso per le big wall. Tutto naturalmen-te va preso con le dovute cautele perché, su queste pareti, non tutte le vie hanno chiodatura a spit siste-matica, dove non serve aggiungere altre protezioni; per il resto, si percorre un terreno che lascia spazio all’inventiva, alla fantasia, alla capacità di ognuno e quindi, non completamente preconfezionato.

La difficoltà tecnicaQuesta guida comprende sia itinerari moderni o spor-tivi protetti a fix o resinati, sia itinerari classici dove sono presenti rare protezioni fisse da integrare. Pochi e ben evidenziati gli itinerari con chiodatura normale a chiodi o sprotetti. Per ogni via si indica il grado massimo e quello obbligatorio, così come gli even-tuali passaggi in artificiale.

S1

S2

S3

S4

S5

S6

R1

R2

R3

R4

R5

R6

PROTEGGIBILITÀ

Spittatura normale, come quella utilizzata in falesia. Distanza mai superiore ai 3-4 m tra uno spit e l'altro. Lunghezza potenziale caduta qualche metro al massimo e volo senza conseguenze. Spittatura distanziata e tratti obbligatori tra le protezioni. Lunghezza potenziale caduta una decina di metri al massi-mo e volo senza conseguenze. Spittatura distanziata, passaggi quasi sempre obbligatori. Distanza tra gli spit anche superiore ai 5 metri, voli lunghi ma non eccessivamente pericolosi. Spittatura molto distanziata (oltre i 7 metri), passaggi obbligatori. Una caduta può potenzialmente provocare un infortunio. Spittatura oltre i 10 m, passaggi obbligatori e tratti dove una caduta può sicuramente provocare un infortunio (ca-duta su terrazzi e cengie o al suolo).

Spittatura solo parziale e posizionata lontano dai passaggi chiave, tratti molto lunghi, anche superiori ai 20 m, in cui una caduta può avere conseguenze anche letali.

Facilmente proteggibile con protezioni sempre solide, si-cure e numerose. Limitati tratti obbligatori. Lunghezza po-tenziale caduta qualche metro e volo senza conseguenze.

Mediamente proteggibile con protezioni sempre solide e sicure ma più rade. Tratti obbligatori tra le protezioni. Lunghezza potenziale caduta qualche metro al massimo e volo senza conseguenze.

Difficilmente proteggibile con protezioni non sempre buone e distanti. Lunghi tratti obbligatori. Lunghezza potenziale caduta fino a 7-8 metri al massimo e volo con possibile infortunio.

Difficilmente proteggibile con protezioni scarse o inaffi-dabili e/o distanti che terrebbero solo una piccola caduta. Lunghi tratti obbligatori. Lunghezza potenziale caduta fino a 15 metri con possibilità di fuoriuscita di ancoraggi e volo con probabile infortunio.

Difficilmente proteggibile con protezioni scarse, inaffi-dabili e distanti che terrebbero solo una piccola caduta. Lunghi tratti obbligatori. Possibilità di lunghe cadute e di fuoriuscita di ancoraggi che può determinare un volo fino a terra con infortunio sicuro.

Improteggibile se non per brevi e insignificanti tratti lonta-ni dai passaggi chiave del tiro. Una eventuale caduta può avere conseguenze anche letali.

Una via corta richiedente poche ore, nei pressi del-la strada e con comodo avvicinamento, ambiente solare e ritirata comoda.

Via di diverse lunghezze su una parete superiore ai 200 m, avvicinamento facile anche se può richie-dere una discreta marcia, comoda ritirata.

Via lunga oltre i 300 m, ambiente severo, richiede quasi tutta la giornata per essere superata. Può richiedere un lungo avvicinamento e la ritirata può non essere veloce.

Via molto lunga, superiore ai 500 m, su parete severa e distante dal fondovalle. Richiede un'intera giornata per essere superata. La ritirata può essere complicata e non svolgersi sulla linea di salita.

Via molto lunga stile big wall, richiede normal-mente un bivacco in parete. Ritirata difficile, am-biente severo.

Big wall che richiede più giorni di permanenza in parete, ambiente di alta montagna, ritirata difficile.

Tutte le caratteristiche proprie del grado VI esa-sperate, come nel caso di big-wall himalayane che necessitano di una spedizione per essere superate.

I

II

III

IV

V

VI

VII

IMPEGNO GLOBALE

Page 8: LARIO ROCK - Pareti - Grigne, Medale, Valsassina, Orobie, Resegone, Pareti del Lago

8

Intr

oduz

ione

tecn

ica ACCESSI E VIABILITÀ LOCALE

La zona di Lecco si raggiunge facilmente da sud, via Milano, per la SS36, che si imbocca da Viale Fulvio Testi o dalla bretella della Tangenziale Est. Attualmen-te (2011) è facile trovare molto traffico nella zona di Monza, a causa di una serie di lavori stradali. Prove-nendo da nord si può giungere a Lecco sempre dalla SS36 che scende da Colico. Nei pomeriggi festivi è spesso facile trovare molto traffico o code in direzio-ne sud, poco dopo Lecco, o all’altezza del tunnel del Monte Barro o ancora nella zona di Monza. La re-cente costruzione e apertura della nuova strada che collega Lecco e Ballabio ha facilitato grandemente il raggiungimento della Valsassina, ma si tenga sem-pre presente che, soprattutto in inverno quando nel pomeriggio ai turisti si sommano gli sciatori è quasi normale, nei giorni festivi, trovare code in direzione sud nel tunnel che porta a Lecco.

METEOLa zona del lago di Lecco presenta un clima ben de-finito, con inverni spesso mitigati dal calore del lago e giornate o periodi secchi e temperati. Alcune pareti locali, come la Medale e l’Antimedale, godono di un microclima che permette di arrampicare in maglietta anche in inverno, quando le temperature in pianura sono rigide, mentre risultano assolate e troppo calde in estate. Ovviamente molte pareti più in quota, come la Grignetta o il Sasso Cavallo, risultano inagibili in inverno e comunque una corretta documentazione e informazione meteorologica è obbligatoria per la fre-quentazione della gran parte delle pareti della zona.

INFOMETEO- Assai consigliabile e preciso: www.ilmeteo.it (Lecco), che da informazioni a sette giorni con detta-glio nelle ore della giornata.- Bollettino Nivometeo Regione Lombardia 848837077 (numero verde), copre 3 giorni dall’e-missione, che viene fatta il lunedì, mercoledì e ve-nerdi dopo le ore 12.- Bollettino Meteo Svizzera Italiana 0041848800162 (emissione con aggiornamento continuo)- http://www.meteosvizzera.ch/web/it.html- Bollettino del Centro Geofisico Prealpino 0332285111http://www.astrogeo.va.it/prevmete.htm- Bollettino Nivometeo AINEVA 0461230030.

INTERNEThttp://larioclimb.paolo-sonja.net/index.html

Page 9: LARIO ROCK - Pareti - Grigne, Medale, Valsassina, Orobie, Resegone, Pareti del Lago

www.camp.it

All you need is love.Il tuo amore per la montagna, il nostro amore per i prodotti.

Armour Air CR Campack M3 Nano 23- Grafica accattivante.- Regolazione con rotella e portalampada.- In 6 colori vivaci nella versione uomo, donna e bambino.- Peso: 340 g

- Per alpinismo di alto livello, ice climbing e arrampicate su lunghe vie in montagna; cosciali regolabili.- Imbottitura leggera e perforata per un’ottima aerazione, Mesh interno in poliestere per una rapida asciugatura.- 4 porta materiali, alloggiamenti per moschettone porta materiale.- Peso: 289 g

- Zaino da giornata, capacità 30 litri.- Portacasco, portacorda e portapiccozza.- Sistema Backdoor sullo schienale per accedere a qualsiasi livello dello zaino.- Peso: 1110 g

- Il moschettone più leggero al mondo per lunghe vie in montagna.- Sezione passaggio corda 8 mm.- Peso: 23 g (Nano 23), 53 g (Nano 23 Express)

Mar

tin R

iegl

er o

n “T

he fl

ying

pen

guin

” 5.

12b,

Bug

aboo

, Can

ada

– Ph

. Mic

hael

Mes

sner

ww

w.o

ps3.

com

- Id

eagr

aphi

cM

artin

Rie

gler

on

“The

flyi

ng p

engu

in”

5.12

b, B

ugab

oo, C

anad

a –

Ph. M

icha

el M

essn

erw

ww

.ops

3.co

m -

Idea

grap

hic

150X210 VersanteSud _Montagna.indd 1 04/10/11 10.05

Page 10: LARIO ROCK - Pareti - Grigne, Medale, Valsassina, Orobie, Resegone, Pareti del Lago

10

Edmondo Brusoni: GUIDA DELLE PREALPI DI LECCO* - 1903Gianni Barberi: GRIGNA - ARRAMPICATE GRIGNA MERIDIONALE - 1925Silvio Saglio: LE GRIGNE - CAI/TCI 1937Silvio Saglio: PREALPI LOMBARDE da rifugio a rifugio* - CAI/TCI 1957Claudio Cima: LE GRIGNE - Tamari Editori, Bologna 1971Walter Pause: 100 SCALATE CLASSICHE - Gorlich Editore, Milano 1974Claudio Cima: SCALATE NELLE GRIGNE - Tamari Editori, Bologna 1975Giancarlo Mauri: ESCURSIONI NELLE GRIGNE* - Tamari Editori, Bologna 1976Giorgio Tessari, Gian Maria Mandelli: VALMADRERA, montagne e it. alpinistici - P. Cattaneo, Oggiono 1979Alessandro Gogna: 100 NUOVI MATTINI - Zanichelli, Bologna 1981Andrea Savonitto: LA CHIUSA DELLA VALSASSINA - Ed. Agielle, Lecco 1981Gruppo Condor Lecco: LE PLACCHE - Studio EmmeBi, Lecco 1982Sandro Gandola: SENTIERI E FERRATE LECCHESI* - Ed. Il Gabbiano 1984Valerio Casari, Lele Dinoia: ARRAMPICATE SCELTE NEL LECCHESE - Melograno Edizioni 1985L. Buzzetti, M. e L. Caenazzo, S. Coradeschi: VALLI DELLE GRIGNE E DEL RESEGONE* - CAI/TCI 1986Ivo Mozzanica: ZUCCONE CAMPELLI - Tipolito Spinelli, Milano 1986Autori Vari: LUOGHI DELLA LIBERA/1 - Vivalda Editori 1987Gian Carlo Grassi: 90 SCALATE SU GUGLIE E MONOLITI - Ist. Geografico De Agostini, Novara 1987Eugenio Pesci: “MEDALE, ARRAMPICARE SOPRA IL LAGO” in ALP, febbraio 1987Eugenio Pesci: “IL LECCHESE E LA BERGAMASCA”. In I LUOGHI DELLA LIBERA, vol. 1, Vivalda, Torino 1987Angelo De Battista, Annibale Rota: ALTA VIA DELLE GRIGNE 2a ed.* - A.P.T. Lecco, C.M. Lario Or. 1988Pietro Corti, Paolo Galli: ZUCCO ANGELONE E PLACCHE DI INTROBIO - Ed. G. Stefanoni, Lecco 1988Eugenio Pesci, “TUTTI AL LAGO”. Novità dalle falesie lecchesi in ALP, ottobre 1988Marco Galli: FREE CLIMBING A LECCO E DINTORNI - Ed. Il Gabbiano 1988Mario Castiglioni: ARRAMPICARE IN BRIANZA - Ed. Il Gabbiano 1988Enrico Marcandalli: GIOCHI DI ROCCIA - Ed. Albatros, Valmadrera 1989Dante Porta, Bruno Morandin: ARRAMPICARE IN GRIGNETTA - Ed. Albatros, Valmadrera 1990Eugenio Pesci: “ARCOBALENI DI GRAVITA’” in Rivista Mensile dei C.A.I., giugno 1990Dante Porta: TUTTO IL RESEGONE - Ed. Albatros, Valmadrera 1990Annibale Rota: LE GRIGNE 5a ed.* - A.P.T. Lecco, C.M. Lario Or. 1991Valerio Casari: LE PERLE DEL LAGO - Ed. Albatros, Valmadrera 1991Maurizio Orsi: VAL MENAGGIO E DINTORNI - Ed. Albatros, Valmadrera 1991Lorenzo Meciani, Eugenio Pesci: ARRAMPICATE MODERNE NEL LECCHESE - Melograno Edizioni 1992Eugenio Pesci: “SASSO CAVALLO. GIGANTE DI CALCARE” in ALP, maggio 1992Flaviano Bessone: FALESIE/1 - Vivalda Editori 1994Eugenio Pesci: “C’ERA UNA VOLTA IN GRIGNA” in ALP, 1994Eugen E. Husler: INTORNO AL LAGO DI COMO* - Rother Editori, Bolzano 1995Jurg Von Kanel: SCHWEIZ PLAISIR OST - Edition Filidor 1996

Bibl

iogr

afia

Page 11: LARIO ROCK - Pareti - Grigne, Medale, Valsassina, Orobie, Resegone, Pareti del Lago

11

Pietro Corti: GRIGNETTA E VALGRANDE - Grafiche Cola, Lecco 1996Ruggero Dell’Oro: VALMADRERA, escursioni e it. alpinistici - Cattaneo Paolo, Oggiono 1996Eugenio Pesci, Bruno Tassi, Bruno Quaresima, Roberto Capucciati: ARRAMPICATE SPORTIVE E MODERNE FRA BERGAMO E BRESCIA - Versante Sud, Milano 1996Enrico Fumagalli: ITINERARI NEI MONTI LECCHESI* - Elemond Editori, Milano 1996Eugenio Pesci: “LA FEBBRE DELL’INOX” in Rivista della Montagna, Torino 1996Pietro Corti, Bruno Quaresima, Roberto Capucciati, Edgardo Quadri: ARRAMPICATE SPORTIVE E MODERNE FRA LECCO E COMO - Versante Sud, Milano 1997Ivo Mozzanica: ITINERARI IN VALSASSINA E VALVARRONE* - Elemond Editori, Milano 1997Jurg Von Kanel: SCHWEIZ PLAISIR SUD - Edition Filidor 1998Eugenio Pesci: LE GRIGNE. GUIDA DEI MONTI D’ITALIA - CAI/TCI 1998Ivo Mozzanica: ITINERARI NEL TRIANGOLO LARIANO* - Elemond Editori, Milano 1998Andrea Savonitto: LA CHIUSA DELLA VALSASSINA - Editrice lecchese 1999Ornella Gnecchi: RIFUGI LECCHESI Vol.1,2,3* - Casa Ed. Stefanoni, Lecco 1999/2000Jurg Von Kanel: SCHWEIZ PLAISIR SUD - Edition Filidor 2000Pietro Corti: ARRAMPICATE SPORTIVE E MODERNE FRA LECCO E COMO - Versante Sud, Milano 2001Jurg Von Kanel: SCHWEIZ EXTREME/BAND 2 - Edition Filidor 2001AAVV: “LE GRIGNE”, ALP – Grandi Montagne, novembre 2001Pietro Corti, Marco Anghileri: GRIGNETTA UN SECOLO DI ARRAMPICATE - Com. Montana Lario Occidentale, Lecco, 2003Pietro Corti: GRIGNETTA E MEDALE - Com. Montana Lario Occidentale, Lecco, 2005Marco Ferrazza: GRIGNA ASSASSINA - CDA & Vivalda, Torino 2006Eugenio Pesci: ARRAMPICATE SPORTIVE TRA LECCO E COMO - Versante Sud, Milano, 2006 (seconda ed. 2007)Piermauro Soregaroli: GRIGNE. GUIDA ESCURSIONISTICA E ALPINISTICA DELLA GRIGNA SETTENTRIONALE, DELLA GRIGNA MERIDIONALE E DEL COLTIGNONE - Nord Press, Chiari (Bs), 2006Pietro Buzzoni, Andrea Spandri, Giuseppe Carì: CALCARE D’AUTORE. ARRAMPICARE NELLA GRIGNA DIMENTICATA E SCONOSCIUTA - Bellavite, Missaglia (Lc), 2007Eugenio Pesci: “GRIGNE FOREVER” in ALP – Arrampicata, n.247, novembre 2007, pagg. 56/64Pietro Corti: ARRAMPICARE INTORNO AL LARIO ORIENTALE - Novantiqua Multimedia, Lecco 2008AAVV: “RICCARDO CASSIN”, ALP – Ritratti, settembre 2008Pietro Buzzoni: IL GRUPPO DEI CAMPELLI – Cattaneo Paolo grafiche, Oggiono, luglio 2009

* guida escursionistica

Page 12: LARIO ROCK - Pareti - Grigne, Medale, Valsassina, Orobie, Resegone, Pareti del Lago

12

L’area delle montagne circostanti il Lario è ricca di pareti anche di sviluppo notevole, e tali da raggiungere in alcuni casi i 500 metri. Se sulla Grigna Meridionale le pareti di rado superano i 200 metri di altezza, in altre zone lecchesi, come sul Monte San Martino o sul versante sud del Grignone esse si presentano imponenti, verticali e di notevole interesse alpinistico. Questo vale di sicuro per il Sasso Cavallo, per la Corna di Medale, per il Pizzo d’Eghen, per il Sasso dei Carbonari, sino al solitario Forcellino.L’esplorazione e l’apertura di vie alpinistiche su queste pareti è iniziata in epoca primordia-le, già nei primi decenni del 1900, a partire dalle affascinanti guglie della Grignetta, ove arrampicatori lombardi come Eugenio Fasa-na, che salì il Sigaro, o come Erminio Domes che aprì una difficile via sul Primo Magnaghi nel 1915, dimostrarono doti di coraggio e di capacità tecnica non comuni, superando la logica tardo ottocentesca di un alpinismo an-cora legato solo alla pura esplorazione e evi-dentemente in evoluzione verso l’epoca del chiodo e della ricerca dei tracciati più difficili. Entro gli anni ’20 molte delle guglie della

Grigna furono salite, e cominciarono a essere frequentate per le vie normali, data anche la grande vicinanza a Lecco, Como e Milano. Ai rocciatori locali si aggiunsero altri prove-nienti da fuori, come Arturo Andreoletti, nel 1914 sulla Guglia Angelina, o come Giuseppe Dorn, giovane tedesco che lavorava a Milano e che si avventurava spesso da solo sui Ma-gnaghi, alpinista di capacità fisiche incredi-bili, espresse soprattutto sul Monte Rosa in salite epiche per quei tempi. Gli anni ’20 videro la conclusione di un pe-riodo pionieristico non ancora indirizzato alla valorizzazione dell’elemento atletico nell’a-pertura delle vie su roccia nelle Grigne: an-che se Fasana e Dones erano valenti atleti dal fisico perfetto, ginnasta alla Forza e Coraggio il primo, campione europeo di canottaggio il secondo.All’inizio degli anni 30 la musica cambiò: un piccolo ma scelto gruppo di giovani operai lecchesi, fra cui si distinsero subito Riccardo Cassin e Mario dell’Oro (Boga), attaccò le pa-reti lecchesi alla ricerca della difficoltà, lungo linee impensabili fino a poco tempo prima. Sorretti da un entusiasmo eccezionale e da

Stor

ia a

lpin

istic

a Storia alpinistica

Eugenio Fasana Emilio Comici Mario dell’Oro (Boga) e Cassin

Page 13: LARIO ROCK - Pareti - Grigne, Medale, Valsassina, Orobie, Resegone, Pareti del Lago

13

ottimi mezzi fisici questi giovani tempestarono le Grigne di nuove vie, con non rari passaggi in libera intorno al VI° grado, cominciando anche a raffinare la tecnica della scalata artificiale che verrà loro insegnata a dovere da Emilio Comici quando a metà degli anni 30 si presenterà al Corno del Nibbio in compagnia di Mary Varale, la celebre “ragazza dal giubbetto rosso” valente arrampicatrice e moglie del giornalista sporti-vo Vittorio Varale. Fu Boga, giovanissimo nel settembre del 1930 ad aprire la nuova epoca insieme a Molteni e Villa salendo la Mongol-fiera per la via Lario, classificata “estremamente difficile” nella Scala Welzenbach, ossia VI° gra-do. Mentre altri scalatori storici (come gli aristo-cratici milanesi Ugo di Vallepiana e Bonacossa, talora accompagnato dal re Alberto dei Belgi che era solito fare campagne estive in Grigna risiedendo al Rifugio Porta) continuavano ad aprire vie di media difficoltà, sul tipo dello Spi-golo della Piramide Casati, Cassin e compagni salivano una dopo l’altra non solo le guglie e i torrioni sopra il Pian dei Resinelli, ma anche pareti più importanti, come la Medale. Nei primi anni 30 il valsassinese Giovanni Gan-din si distinse come rocciatore puro, e guida alpina, aprendo il 27 giugno 1932 un itinerario difficilissimo sulla estetica parete sud del Tor-rione del Cinquantenario, sul cui secondo tiro piantò probabilmente il primo chiodo fisso del-

la storia, nella forma di un fittone inserito in un buco di roccia migliorato. Al contempo superò passaggi in libera di VI grado. La via rimase irripetuta per circa 30 anni. Ma la caratteristica essenziale di questo alpinismo su roccia tipico dei lecchesi negli anni 30, inserendo nel grup-po anche il minuscolo Ercole Esposito (Ruchin) che morirà sulla Comici al Sassolungo poco pri-ma della fine della seconda guerra, fu di certo la capacità di sperimentare in Grigna difficoltà elevatissime su tratti brevi, come in laboratorio, cosa che permise poi a questi ragazzi di espri-mersi ad altissimo livello in Dolomiti e al Monte Bianco. Fra loro vanno ricordati Gigi Vitali, Rat-ti, fisicamente fortissimo, e soprattutto Vittorio Panzeri il massimo talento tecnico lombardo del periodo prebellico. Seppe dare il meglio di sé con l’apertura della Marinella al Primo Ma-gnaghi, salendo un primo tiro quasi sprotetto e valutabile oggi 6a/6a+, ove fra l’altro ci si è chiesti come sia stato possibile piantare un chiodo su un passo in cui non si può togliere la mano per chiodare: forse venne usato un arcai-co rampino di ferro, bisnonno del cliff-hanger attuale.Esaurite le pareti brevi - il Nibbio ormai diven-tato una palestra ginnica per un club a inviti – Cassin, Boga e gli altri passarono alle pareti più alte, iniziando con la famosa salita della Meda-le, significativa non per la difficoltà ma perché

Giovanni Gandin Ercole Esposito “Ruchin” Vittorio Panzeri

Page 14: LARIO ROCK - Pareti - Grigne, Medale, Valsassina, Orobie, Resegone, Pareti del Lago

14

concettualmente apre di fatto alle vie di fon-dovalle, in un’ottica in fondo sportiva e non così legata alla vetta, quanto al puro supera-mento di pareti al di là della loro ubicazione. Lo stesso Cassin spaziò sul Pizzo d’Eghen per il temibile Camino Centrale, sul Sasso Cavallo e dei Carbonari, aprendo queste pareti soli-tarie e impegnative all’interesse sportivo di altri: fu così che Nino Oppio e Oreste Dell’Era nel 1939 aprirono sulla sud del Sasso Cavallo la “Via delle Cento Ore”, con vari bivacchi e grande uso di chiodi di vario tipo. A lungo classificata come la più difficile e ardita via su roccia delle Alpi Centrali e forse oltre. L’itine-rario fu avvolto da un alone di leggenda fino agli anni 50. Tramontati gli astri del ventennio, gli anni 40 furono abbastanza poveri di aperture sulle pa-reti lariane, e ci si limitò a itinerari di minore interesse, spesso su roccia non buona. Tutta-via, agli inizi degli anni 50 un vento di novità soffiò nuovamente sul lago e sulle sue pareti: il raffinamento delle tecniche di chiodatura e dei materiali, unito alla frequentazione ormai massiva delle Grigne da parte dei rocciatori lombardi aprì nuovi orizzonti a pochi scelti scalatori, come ad esempio i monzesi Walter Bonatti, Andrea Oggioni e Josve Aiazzi, che si diedero da subito alla ripetizione delle vie più difficili, trainati dal fenomenale Bonatti, ven-tenne, che superò una dopo l’altra la parete

della Medale, la Torre Costanza, i Magnaghi, per itinerari di concezione innovativa e spesso di alto impegno tecnico. Ma anche gli anni 50 non furono ricchi di novità, e si dovette aspettare la metà del decennio successivo per vedere all’opera in zona apritori di vie crea-tivi e determinati. Finita l’epoca delle prime o seconde ripetizioni delle antiche vie della Grignetta l’attenzione dei più attivi si focalizzò sulla Corna di Medale, una parete chiave nella storia dell’arrampicata su calcare nel nord Ita-lia. La Medale fu attaccata per tracciati dall’e-stetica accattivante e molto esposti, in genere lungo sistemi di fessure e diedrini (il classico diedrino cieco e liscio della Medale…) ma an-che per alcune placche, già a gocce, dove non sempre si poteva chiodare, partendo dall’e-sempio del forte Giorgio Brianzi che all’inizio del decennio aveva appunto aperto una via in questo stile in cima allo zoccolo sul pilastro sud-ovest. Fra il ’65 e il ’69 arrivano le vie di Tiziano Nardella, fra cui spiccano la Taveg-gia – in seguito un vero feticcio verticale – e la Milano 68, e di Alessandro Gogna che, in compagnia di Leonardo Cerruti, apre un iti-nerario storico di notevole impatto non solo locale. Sul finire degli anni 60 e negli anni 70 la Medale diventa una parete di riferimento internazionale, data la comodità e la bellezza delle vie. Agli inizi degli anni 70 si distinguono in zona

Nino Oppio Walter Bonatti Josve Aiazzi e Andrea Oggioni

Stor

ia a

lpin

istic

a

Page 15: LARIO ROCK - Pareti - Grigne, Medale, Valsassina, Orobie, Resegone, Pareti del Lago

15

alcuni giovani arrampicatori lecchesi, come Ser-gio Panzeri e Giancarlo Riva, che di lì a poco apriranno due vie storiche, una sul Pilastro Ros-so del lago e l’altra sul Forcellino, seguendo le orme di Gigi e Giuseppe Alippi: quest’ultimo, il mitico Det, da annoverarsi tra i più forti roc-ciatori lombardi di sempre, a metà degli anni 70 apre sul “suo” Sasso Cavallo la via del Det, itinerario estremo sia in libera che in artificiale. Al fianco di Panzeri e Riva non può essere di-menticato Raffaele Dinoia, milanese, rocciatore di assoluta esperienza, già pronto al balzo sui gradi in arrampicata sportiva, disciplina che nel 1978 era agli albori.Ma gli anni 70 riuscirono in realtà a dire cose nuove, nel lecchese, per quanto riguarda l’aper-tura di vie su pareti, solo nella loro fase conclu-siva, quando le note vicende sociali e politiche che mandarono in risonanza il mondo, attec-chirono nella mente creativa di alcuni giovani scalatori decisi a chiudere i conti con un passato grondante retorica e ancora fermo a miti arcaici dell’alpinismo. Attivissimo, in epoca pionieristica, e molto im-portante per la formazione dei giovani alpinisti lecchesi fu Don Agostino Butturini, insieme al Gruppo Condor: il Don, un vero personaggio chiave, ancor oggi attivo, iniziò all’arrampicata molti futuri talenti, e con alcuni di loro aprì vie spesso impegnative in Antimedale, Medale (via

Luci della città, con Pietro Corti), sulla parete di Val Calolden e sul San Martino. Itinerari di rado divenuti classici ma testimonianze di un’epoca particolare di trasformazione dell’alpinismo su roccia nel lecchese.Ciò avvenne soprattutto per merito di un grup-po di milanesi, come Ivan Guerini, Monica Mazzucchi, sua compagna, Tiziano Capitoli, Mario Villa, Renato Comin, Ivano Zanetti, e altri, i quali anche attraverso un uso specifico dell’allenamento e delle logiche rivoluzionarie del movimento del Nuovo Mattino e di quello dei nascenti Sassisti della Val di Mello, inizia-rono a ripetere in arrampicata libera tante vie difficili del lecchese, con risultati stupefacenti, che portavano la scala dei gradi in zona fino all’ ottavo grado. Forti di soggiorni in Verdon e in Dolomiti, i membri di questo gruppo, così come non pochi lecchesi, si fecero portatori di un modo nuovo di arrampicare, in fondo uno stile di vita, che privilegiava l’arrampicata in libera.Proprio in questo periodo si distinse per la sua attività esplorativa e di apertura di itinerari in stile free-climbing Andrea Savonitto, vero sco-pritore e valorizzatore dello Zucco dell’Angelo-ne, in parte legato al gruppo di Guerini, ma sempre coerente con una propria personale impostazione alpinistica, poco legata a schemi e dogmatismi.

Tiziano Nardella Alessandro Gogna Sergio Panzeri e Giancarlo Riva

Page 16: LARIO ROCK - Pareti - Grigne, Medale, Valsassina, Orobie, Resegone, Pareti del Lago

16

Anche altri alpinisti lecchesi si distinsero in questi anni nell’apertura di nuovi itinerari, soprattutto nella zona dell’Antimedale, come i fratelli Daniele e Roby Chiappa. Il primo, nel corso di una lunga carriera alpinistica aprì va-rie vie al Lago, in Grignetta e salì fra l’altro il Cerro Torre con il gruppo di Casimiro Ferrari. La sua figura va inoltre ricordata per l’ecce-zionale impegno profuso nel Soccorso Alpino, che ricevette dalla sua azione, in zona, una spinta tecnica e operativa fondamentale. Ma verso il 1980/82 si cominciò a capire che per superare le placche verticali tanto tipiche della zona si doveva importare dalla Francia l’uso dell’ormai noto spit, parsimoniosamente presente già in Verdon. Fu Marco Ballerini, sul Sasso di Introbio a provarlo per primo su al-cuni monotiri sportivi, lanciando nuove diffi-coltà e aprendo all’arrampicata sportiva, ben presto esplosa in zona in tre falesie storiche: Antimedale, Lago, Nibbio.L’uso dello spit scatenò in zona, nell’arram-picata sportiva, nella prima metà degli anni 80, molti lecchesi e milanesi, fra cui Giusep-pe Bonfanti, i fratelli Dallona, Valerio Casa-ri, Norberto Riva, Massimo Colombo, Carlo Besana, e tanti altri che non è qui possibile enumerare. L’aumento delle capacità tecniche su roccia, dovuto alla frequentazione delle prime falesie lecchesi, portò ben presto a trasferire il gioco

sulle pareti più alte: si schiusero allora ina-spettati orizzonti, ossia la caccia alle placche, ai muri lisci, ove lo spit diventò la naturale guardia dell’arrampicata libera.Fu ancora la Medale a fare la parte del leone, intorno alla fine del 1984, quando, seguendo l’esempio di Manolo e Roberto Bassi (Zanza-ra e Labbradoro al Colodri di Arco, dall’alto però), Ivano Zanetti, Giovanni Chiaffarelli e Umberto Villotta salirono dal basso Breakdan-ce, splendida via moderna, quasi subito libe-rata da Ballerini e Casari con difficoltà di 7b, e destinata a uno strepitoso successo internazio-nale. Da qui la prima rinascita della Medale: Mary Poppins (P.Vitali, 1983, 6c+), Mexico e Nuvole (Meciani, Bambusi, Melacarne, 6c, 1986), Altri Tempi (Pesci e Galli, 6c+, 1986), Sulla Rotta di Poseidone (Galli e Pesci, 1985, 6c), Saronno 87 (Uboldi e Compagni, 1987, 6c), Via dell’Anniversario (Uboldi e Borghi, 1986, 6a+), Gocce Imperiali (Giorgio Anghi-leri e compagni, 6c+ expò, 1987), Eternium (Panzeri, Garota, Manni, 1989, 6c), precedute però dalla madre di queste vie, Rebus aper-ta da Zanetti, Chiaffarelli e Pesci nel lungo inverno 1985/86. Questa via, impegnativa, esposta e tecnicamente complessa per alcuni tratti su ganci, è rimasta a lungo la più diffici-le della zona e anche oggi viene salita di rado e con le dovute cautele. A lato di questa attività massiva vi furono in

Norberto Riva Marino Marzorati Paolo Vitali e Sonja Brambati

Stor

ia a

lpin

istic

a

Page 17: LARIO ROCK - Pareti - Grigne, Medale, Valsassina, Orobie, Resegone, Pareti del Lago

17

questi anni anche aperture in stile più classico sul Grignone (Sasso dei Carbonari, Sasso Ca-vallo) così come su zone minori del Medale e dell’Antimedale: in particolare va ricordata la figura di Lorenzo Mazzoleni, che scomparirà purtroppo durante la discesa dal K2, impegna-to proprio su queste pareti, sia in ripetizioni di prestigio che in vie nuove. Insieme a Giorgio Anghileri e Paolo Crippa “Cipo”, Mazzoleni può essere considerato una figura carismatica per l’alpinismo lecchese degli anni 80.L’inizio degli anni 90 vede una proliferazione di aperture su molte pareti della zona, soste-nuta da una frequentazione sempre più mas-siccia di tutta l’area lecchese che si colloca ben presto fra le più gettonate del nord Italia per l’arrampicata moderna. Inoltre, l’uso del trapa-no in apertura dà adito da subito alla ricerca di itinerari ben protetti e mai troppo pericolosi, nel tentativo di portare definitivamente lo spi-rito dell’arrampicata sportiva su vie di più tiri. È tutto un fiorire di belle vie, in particolare in Grignetta (Nastassia Kinsky, 7a Primo Magna-ghi, Pesci e Rivolta, 1989, roccia incredibile; Il Fantasma della Libertà, 6c, Torrione del Cin-quantenario, Pesci e Zanetti, dall’alto, 1990) ma soprattutto sul Sasso Cavallo, dove Marino Marzorati, arrampicatore tecnicissimo e di alto livello, Norberto Riva e altri aprono numero-se e storiche vie: Sognando California, 7a+ e

A2; L’Altra faccia della Luna, 6b e A2; fino alla fantastica Dieci piani di Morbidezza aperta da Riva, Tantardini e Villotta, lungo placche mono-litiche con difficoltà di 6c obbligato, e un breve tratto di A1 liberato a vista da Giuseppe Dallona con difficoltà di 7c+/8a. Indubbiamente la più bella via su calcare delle Prealpi. Marino Marzorati è di sicuro fra i più titolati apritori di vie nel lecchese, sia per il livello degli itinerari, sia per la continuità nel tempo, cor-roborata da un’attività di ripetizione sulle Alpi svolta ad alto livello. Allo stesso modo non si può dimenticare Benigno Balatti, mandellese, probabilmente il massimo esperto della costie-ra Cavallo-Carbonari, dove, sin dagli anni 70, in cui fu il compagno principale del Det, ha aper-to numerosissime vie nuove di stile classico, esplorandone altre poco ripetute e riportandole spesso a nuova vita storica, come ad esempio quelle del solitario Sasso di Sengg (via Vicen-za, aperta negli anni 30 da Eugenio Vinante e, per l’epoca, molto impegnativa in arrampicata libera). Lo stesso Balatti vanta poi un’attività densissima in Grignetta, sul Forcellino e sullo Zucco della Penduliva. A ciò si aggiunga una nota e continua attività di ghiacciatore di alto livello sulle Alpi e non solo. Sempre negli anni 90 il fortissimo Paolo Vitali, insieme a Sonja Brambati apre numerose vie su strutture poco esplorate, come lo Zucco di Teral,

Andrea Savonitto Don Agostino Butturini Benigno Balatti

Page 18: LARIO ROCK - Pareti - Grigne, Medale, Valsassina, Orobie, Resegone, Pareti del Lago

18

la stessa Parete Rossa del San Martino – già salita da Vittorio Panzeri per una via diffici-lissima e mai ripetuta per una frana successi-va – con puntate in Grignetta (Zerowatt, sulla Mongolfiera, con Pietro Corti, 1996, 6c+; Antiche Tracce, ancora con Pietro Corti, uno dei massimi esperti delle pareti lecchesi, otti-mo arrampicatore e affidabilissimo estensore di topoguide tecniche, 7a+, 1995). Nel 1993 sul Sasso Cavallo Manlio Motto, al-lora nel momento d’oro che fece di lui uno dei più forti apritori del decennio a livello internazionale, con Mario Giacherio e Gianni Predan, sale Ibis, splendida via moderna di alta difficoltà. Al contempo fra il 1992 e il 1995 è il turno della impressionante (più che altro a vedersi) Parete del Forcellino, su cui ci si cala dal bordo per 300 metri, dovendo poi per forza risalire…Gli esperti Garbi e Bergliavaz attrezzano dall’alto con un ciclopico e impegnativo lavo-ro tre vie, tutte divertenti e non facili (6c/7a): Astra, Discovery, Criss Cross, a cui si affianca nel 1996, tramite una voluta e studiata sali-ta dal basso, Eclisse, 7b, aperta da Zanetti, Chiaffarelli e Pesci, dieci anni dopo la storica Rebus. Altre pareti vengono esplorate sul finire degli anni 90: nel 1995 è la volta del remotissimo Pizzo d’Eghen, ove Zanetti, D’Alessio, Chiaf-

farelli e Tamagni attrezzano dall’alto la bella e mai pericolosa Soffiando nel Vento, al cui primo spit si arriva però dopo quasi cinque ore di complesso avvicinamento. Mentre il Resegone con le sue bastionate diventa meta di un pubblico ampio, già dai primi anni 90, attraverso il continuo lavoro di apertura e attrezzatura svolto da Giuseppe Rocchi, massimo esperto di questa monta-gna, e da un piccolo gruppo di rocciatori di Calolziocorte, con molte belle vie protette in modo moderno, ancora Paolo Vitali con Corti e Brambati negli anni successivi si dedica a nuovi itinerari al Dente del Lupo, alla Bastio-nata di Val Verde, in Grignetta, (L’altra faccia della Grigna, 6c+, Torre Costanza, 2003), cul-minati in tre vie nuove sulle pareti del lago, di notevole sviluppo e difficoltà (Panoramix, 7a+, splendida, Breva e Tivan, Chelidonia Express). Non mancano itinerari sparsi in Gri-gnetta, soprattutto sulla bella e storica parete ovest del Primo Magnaghi, come la via Anna, 7a+, Bianchetti e soci; Il chiodo del Bigio, Quaresima e Pesci, 7a+; La monachella ros-sa, i medesimi, Cinquantenario, Il sol dell’av-venire, Re Depaolini e Pesci, ancora Primo Magnaghi, 6b+. Lo stesso Gerardo Re Depa-olini deve essere considerato fra i più attivi esploratori del gruppo delle Grigne, ove ha alternato negli anni aperture di nuovi itinerari

Eugenio Pesci Daniele Chiappa Lorenzo Mazzoleni

Stor

ia a

lpin

istic

a

Page 19: LARIO ROCK - Pareti - Grigne, Medale, Valsassina, Orobie, Resegone, Pareti del Lago

19

di ampio respiro (Falce e martello, alla Medale, 7b+, 400 metri) con altri più brevi, in Grigna e in Antimedale.Nel contempo, a partire dalla fine degli anni 90, diventa trainante e attivissimo in zona il gruppo degli arrampicatori valsassinesi costitu-ito soprattutto da Pietro Buzzoni, Adriano Selva e Andrea Spandri. Sono loro a fare la parte del leone negli ultimi sette/otto anni, con l’aper-tura di un alto numero di vie in zona: si inizia con l’esplorazione sistematica delle pareti del-la cresta di Piancafornia, proseguendo con la più recente area dello Zuccone Campelli, con-tinuando con la Corna di Bobbio, per arrivare ancora al Pizzo d’Eghen, su cui Buzzoni e com-pagni salgono l’impegnativa Liberi di sognare, 600 metri, 7b+, un gran vione in ambiente remoto, e dove Adriano Selva esprimendosi ai suoi massimi livelli apre nel 2005, insieme ad Andrea Spandri, Prigionieri dei sogni, itinerario moderno estremo che conta due ripetizioni, e che può essere considerato fra i più difficili e impegnativi itinerari delle Alpi (7c+, 7b obbli-gato lontano dai chiodi). Ancora la Medale, il Sasso Cavallo, il Pilastro Rosso e il Forcellino, riservano novità dell’ulti-ma ora, con quattro vie molto interessanti e di notevole sviluppo per la zona: La sezione aurea, 7b+ e A1, 370 metri, a destra della Cassin in Medale, aperta da Pesci, Chiaffarelli e Bastianel-

lo nel 2011, e Febbre da Cavallo sul medesimo Sasso, di Buzzoni e Tantardini, 7b, 300 metri, Etica e Deontologia, di Selva e compagni al Pilastro Rosso e una nuova via attrezzata alla Parete del Forcellino; queste vie chiudono per ora le aperture sulle pareti lecchesi. Nel complesso si può dire che l’ormai trenten-nale attività di apertura di vie moderne nelle Grigne ha prodotto un gran numero di vie si-cure e molto belle, di vario stile e sparse in vari ambienti, dal fondovalle, alle coste del lago, agli ambienti alpini. Purtroppo si deve consta-tare che il numero delle persone dedite a que-sta impegnativa attività di ricerca e di creazione di nuovi itinerari è limitatissimo, e si chiude in pratica intorno a una decina di storici appassio-nati che ancor oggi cercano di regalare a tutti gli arrampicatori nuove vie per belle avventure verticali.

Eugenio Pesci

Ivano Zanetti Adriano Selva e Pietro BuzzoniGiorgio Anghileri

Page 20: LARIO ROCK - Pareti - Grigne, Medale, Valsassina, Orobie, Resegone, Pareti del Lago

20

LECCO

COMO

Moltrasio

Carate Urio

Canzo

ERBA

Valmadrera

Asso

AbbadiaLariana

Civate

Galbiate

Oggiono Olginate

Calolziocorte

Erve

Piani d’Erna

Piani deiResinelli

Ballabio

Introbio

Barzio

Esino Cortenova

Premana

Taceno

Varenna

Bellano

Bellagio

Menaggio

Argegno

Dervio

OlgiascaDongo

Gravedona

Gera Lario

COLICO

Dubino

Mandellodel Lario

Porlezza

Resegone

Grigna Merid.le

Grigna Sett.le

Legnone

Corni Canzo

Zuccone Campelli

P.zo Tre Signori

Morbegno1 PARETI DEL LAGO DI LECCO 23

Torre striata 24Sipario ocra 24Bastionata del Lariosauro 25Paretone 26Pilastro Rosso 28Zucco della Penduliva 36

2 SAN MARTINO – MEDALE 39

Parete Rossa 39Antimedale 44Pilastro Irene 50Corna di Medale 53Pizzo Boga 81Cima Calolden 82Torrione di Val Farina 83

3 GRIGNA MERIDIONALE 85

Sigaro-Magnaghi 91Torrione Fiorelli 115Casati- Vitali Palma 119Campaniletto- Lancia - Torre - Fungo 127Angelina - Teresita - Clerici 136Grigna meridionale (vetta) 141Pertusio - Ratti - Mandello 147Cecilia - Cinquantenario 159 Giulia - Costanza - Mongolfiera 173Parete del Forcellino 185 Bastionata di Val Verde 192

4 VALSASSINA 199

Dito Dones - Zucco di Teral 199Scudi di Valgrande 203Rocca di Baiedo 206Cima di Fenia 208Angelone 212Corna di Bobbio 228

5 CAMPELLI 237

Barbisino 239Dente dei Camosci 255Pilastri dei Campelli 257Zucco di Pesciola 259

6 ALPI OROBIE VALSASSINESI 275

Pizzo Tre Signori 279

7 GRIGNA SETTENTRIONALE 301

Pizzo d’Eghen 301Pizzo della Pieve - Parete Fasana 320Dente della Fasana 330Torre del Canal Grande 332Scudi Tremare 334Sasso dei Carbonari 338Sasso Cavallo 344Sasso di Sengg 366Piancaformia 372

8 RESEGONE 387

Pala del Cammello 388Pizzo d’Erna 390Resegone Bastionata e strutture principali 393

Indi

ce e

car

tina

Page 21: LARIO ROCK - Pareti - Grigne, Medale, Valsassina, Orobie, Resegone, Pareti del Lago

21

LECCO

COMO

Moltrasio

Carate Urio

Canzo

ERBA

Valmadrera

Asso

AbbadiaLariana

Civate

Galbiate

Oggiono Olginate

Calolziocorte

Erve

Piani d’Erna

Piani deiResinelli

Ballabio

Introbio

Barzio

Esino Cortenova

Premana

Taceno

Varenna

Bellano

Bellagio

Menaggio

Argegno

Dervio

OlgiascaDongo

Gravedona

Gera Lario

COLICO

Dubino

Mandellodel Lario

Porlezza

Resegone

Grigna Merid.le

Grigna Sett.le

Legnone

Corni Canzo

Zuccone Campelli

P.zo Tre Signori

Morbegno

8

5

6

7

3

1

4

2

Page 22: LARIO ROCK - Pareti - Grigne, Medale, Valsassina, Orobie, Resegone, Pareti del Lago

2222

1 - CO

STIE

RA D

ELL’AV

ORI

O-IL

DIA

MAN

TE2

- ZU

CCO

DEL

LA P

ENDU

LIVA

3 - PU

NTA

FO

RCEL

LIN

O4

- BA

STIO

NAT

A D

I VA

L VE

RDE

5 - FA

LESI

E DI PR

ADEL

LO6

- FA

LESI

A D

ELL’

ORS

A M

AGGI

ORE

/ TO

RRE

DI PR

ADEL

LO7

- SE

TTO

RE G

ENGI

Z TR

IP8

- PI

LAST

RO R

OSS

O9

- FA

LESI

A D

ELLA

BAST

ION

ATA D

EL L

AGO

10 - S

ETTO

RE P

AN

ORA

MIX

11 - F

ALE

SIE

DEL

LARI

OSA

URO

12 - T

ORR

E ST

RIAT

A/ SI

PARI

O O

CRA

13 - F

ALE

SIA D

EL S

OLA

RIU

M14

- P

ARE

TE R

OSS

A D

EL S

AN

MART

INO

15 - F

ALE

SIA D

ELLA

PALA

DEL

SAN

MART

INO

12

34

56

89

1011

7

1213

15

14

Pare

ti de

l Lag

o di

Lec

co

Page 23: LARIO ROCK - Pareti - Grigne, Medale, Valsassina, Orobie, Resegone, Pareti del Lago

Con il nome tecnico di Pareti del Lago si intende, or-mai da più di vent’anni, tutta l’imponente e lunga bastionata rocciosa, di altezza variabile – ma in gene-re alta circa 300 m. – che si estende sulla sponda de-stra del lago poco dopo Lecco, fino alla zona di Pra-dello. Queste pareti presentano in genere delle fasce basali compatte e in prevalenza articolate per placche bianche o grigie, e una parte centrale superiore mol-to più complessa, equamente suddivisa in settori di roccia ottima e in altri invece infestati da vegetazione e non di rado da pilastri instabili. Complessivamente, queste strutture offrono pochi itinerari moderni, al-cuni dei quali però sono molto belli e consigliabili, e di difficoltà medio-alta. A partire dagli anni 70 del secolo scorso, sono state inoltre aperte una quindi-cina di vie di stampo classico, oggi, con rare ecce-zioni, salite molto di rado o del tutto dimenticate. L’esposizione delle pareti a W/SW le rende più inte-ressanti nelle mezze stagioni, torride in estate e poco

praticabili in inverno, per la poca luce pomeridiana, soprattutto per quanto riguarda le vie di maggior svi-luppo. L’accesso molto rapido favorisce comunque la frequentazione di questa zona dove è anche possibile abbinare monotiri e multipitch. Sulle vie sportive la chiodatura è in genere eccellente a fix. Nel complesso queste vie sono comunque molto meno frequentate di quelle della zona del Medale o della Grignetta. Fra i più attivi valorizzatori di queste pareti vanno citati, in ordine cronologico, in primo luogo Ivan Guerini, che negli anni 70 e 80 tracciò diversi itinerari con protezioni veloci rarefatte e difficoltà molto elevate per l’epoca (cfr. Eugenio Pesci, Le Grigne. Guida dei monti d’Italia, CAI-TCI, Milano 1998, pag. 235 e se-guenti), Daniele e Roberto Chiappa, Sergio Panzeri, Giacomo Stefani, Giancarlo Riva, e soprattutto, negli ultimi dieci anni, Paolo Vitali, coadiuvato da Sonja Brambati e Pietro Corti.

Pareti del Lago di Lecco

23

Grignetta

Scudi di Valgrande

Ballabio

LECCO

Laorca

nuova strada(gallerie)

DiscotecaOrsa Maggiore

Ristorante

P

Piano dei Resinelli

city tunnel

12

1211

103

4

56

7

8

9

DonesTeral

13

1 Medale2 Pizzo Boga3 Parete di S. Martino4 Bastionata del Lago5 Pilastro Rosso6 Torrione Realba

7 Zucco della Penduliva 8 Bastionata di Valverde 9 Forcellino10 Antimedale11 Manobong12 Falesia della Pala13 Pilastro Val Farina

Page 24: LARIO ROCK - Pareti - Grigne, Medale, Valsassina, Orobie, Resegone, Pareti del Lago

24

Torre Striata 300 m. ca.Sperone biancastro alto circa 90 m. posto in pratica quasi all’inizio del versante Ovest delle Pareti del Lago, poco dopo Lecco. Vi si trova un solo itinera-rio, di un certo rilievo storico.

1 I FESSURIANIIvan Guerini e Marco Marantonio, 5 marzo 1980100 m. (3L)6b+ (obb.)/R2+/IIMateriale: friend medio grandi, nut Interessante e storica via per fessura, difficile e im-pegnativa, aperta da Guerini con poche protezioni veloci, in arrampicata completamente libera. Può essere considerata una delle vie brevi più impor-tanti salite nelle Grigne nei primi anni 80. Talora ripetuta, spesso in abbinamento con la vicina Ma-nobong. Roccia in genere buona.Dal sentiero di accesso si costeggiano le rocce por-tandosi sotto la fessura strapiombante, presso un macigno.L1: 5a 30 m. Ci si alza oltre una pianta e si sale su un diedro.L2: 6b+ 35 m. Per la fessura-diedro fino a una pianta.L3: 5a 15 m. Canalino con uscita verso destra ad albero.Discesa: ci si sposta a destra su erba e si scende (2a) per 20 m. a un terrazzino alberato, con una doppia

da 25 m. alla base. Oppure dalla S2 ci si cala verso sinistra sulle calate dell’it. seguente.

Sipario Ocra 300 m. ca.Altro roccione di altezza di poco inferiore al prece-dente, ubicato leggermente più in basso e a sinistra di esso. Presenta due itinerari interessanti, sebbene molto brevi, di cui uno recente. Talora frequentato. Vi si accede dal sentiero basale spostandosi di poco rispetto alla Torre Striata.

2 MANOBONGIvan Guerini e Daniele Faeti, 29 febbraio198075 m. (2L)6b (6a obb.)/R2/IIMateriale: friend medio grandi, nut Classica e storica via in diedro e fessura, spesso ri-petuta. Come la precedente, appartiene al novero degli itinerari pionieristici di arrampicata libera con protezioni veloci, aperti negli anni 80. Roccia non sempre ottima.Si attacca una trentina di metri a sinistra dell’it. prec. sotto un visibile diedro sbarrato da un piccolo tetto.L1: 5c 40 m. Bel diedro.L2: 6b 35 m. Si scala tutta la fessura, difficile all’ini-zio e poi successivo diedro fino a un albero a destra.Discesa: si traversa a destra 10 m. e da qui con due doppie alla base.

Pare

ti de

l Lag

o di

Lec

co

Da Lecco si segue il lungolago in direzione Coli-co. Dopo circa 2 km. prima di immettersi nella SS36 si esce verso destra sotto una massicciata ferroviaria, poco oltre la quale si trova un ampio parcheggio, utilizzabile anche per la zona di Pra-dello (spesso grande affollamento soprattutto nei giorni festivi). Si ritorna verso la massicciata e si imbocca un sentierino che sale a monte a lato di un muretto. Oltrepassata una prima deviazione a sinistra (Falesia della Discoteca, cfr. LARIO ROCK Falesie), si prosegue per un pendio oltre un tratto con vecchia corda fissa, e poi verso destra incon-trando dapprima il canale sassoso al cui termine superiore si trova il Pilastro Rosso (10 min.). Il sen-tiero prosegue e oltrepassa la zona di falesie della Bastionata del Lago. Poco dopo il secondo settore di queste si incontrano gli attacchi delle vie del Paretone (Chelidonia Express; Panoramix; Breva e

Tivan): 15 min.. Per gli itinerari ubicati nella zona destra delle Pa-reti del Lago, ad esempio Torre Striata e Sipario Ocra, conviene seguire il seguente accesso: da Lecco si raggiunge Viale Turati e lo si segue sino alla Chiesa dei Cappuccini. Si svolta a destra e poi subito a sinistra in via S. Stefano che si percorre completamente, parcheggiando ove possibile pri-ma di una stretta curva a gomito. (N-45°52.146’; E 009°22.744.) Rimontare il dosso con macigni ingabbiati e, dallo spiazzo successivo, piegare a destra, imboccando, dopo 20 m., una traccia ver-so sinistra, segnata con bolli rossi. Per questa, nel bosco con tratti ripidi, si raggiunge la base delle prime rocce (poco a destra si sale alla Falesia del Solarium). In 5 min. scarsi si perviene verso sini-stra alla Torre Striata e al Sipario Ocra.

ACCESSO

Page 25: LARIO ROCK - Pareti - Grigne, Medale, Valsassina, Orobie, Resegone, Pareti del Lago

25

3 VOLO E MAGIAMichele Mandelli e Christian Meretto, 18 aprile 2009100 m. (4L)7b (?)/S1/IMateriale: friend, nut Recente itinerario su roccia discreta che sale per plac-che bombate a sinistra del prec.. Attrezzatura ottima a fix. Non ancora percorso in completa arrampicata libera. Si attacca sotto il primo visibile fix. Informazio-ni: Michele Mandelli.L1: 6a+ 20 m. Muretto e fessura sino a cengia.L2: ? 30 m. A destra poi diritti e indi a sinistra. L3: 7b 30 m. Placca poi a destra di un tettino, indi a sinistra a cengia.L4: 6b+ 25 m. A un tettino che si supera diritti uscendo in cima. Tiro non liberato.Discesa: in doppia sulla via, con due corde saltando le soste dispari.

Altre possibilità:

VIA SCURBATTGiorgio Anghileri e Paolo Bolis, 1989110 m. (4L)6a e A1/RS2/IIItinerario forse mai ripetuto, che sale a sinistra del prec. partendo poco sotto una pianta di fico visibile a pochi metri dal suolo e seguendo poi una fessura a sinistra. Necessari dadi e friend fino al 4. Sono neces-sarie due corde per la discesa. In via diversi chiodi e due spit di passaggio. Soste con uno spit.

VIA DEL TRIENNIOMichele Mandelli e Davide Guerra, 27 ottobre 2007100 m. (3L)6a/R2/IMateriale: friend, nut Itinerario recente, che supera un torrione posto a de-stra del Sipario Ocra, e denominato dai primi salitori Torrione Zufranel. In via alcuni chiodi. Informazioni: Michele Mandelli. L1: 6a 45 m. Si superano alcuni massi, poi una lama, indi in traverso a destra, lasciando poi la fessura verso destra sino a un’altra. L2: 4c 35 m. Camino a destra sino a cengia. Roccia friabile. L3: 5c 25 m. A destra verso un canale, poi per placca e indi a sinistra. Discesa: con due doppie dalla S3 fino a una pianta e da qui a terra.

Bastionata del Lariosauro 250 m. ca.Si tratta in pratica di una porzione di parete posta so-pra un canale ghiaioso ubicato nella zona della nota Falesia del Lariosauro (cfr LARIO ROCK Falesie). Vi si trovano due itinerari aperti negli anni 80 del secolo scorso. La roccia è discreta o buona, ma tutta la zona è fortemente esposta a caduta di sassi anche di ampie dimensioni. Riportiamo comunque le relazioni delle due vie presenti, che sono state ripetute qualche rara volta sul finire degli anni 80.

4 SOLI DI GHIACCIOClaudio Gorla e Virgilio Plumari, 1987150 m. (6L)6b e A0/R2+/IIMateriale: friend, nut, qualche chiodo normale.itinerario che presenta una chiodatura discreta a chio-di e rare clessidre, da integrare con dadi e friend. L’attacco è posto poco sopra il settore di arrampicata sportiva denominato Lo Cubano, a destra del Lario-sauro, in cima a un canale ghiaioso e boscoso.Si sale tutto il canale e si esce a sinistra sotto un pic-colo diedro. L1: 5a 50 m. Si superano due diedrini successivi.L2: 5c 35 m. Diritto e poi a destra in un diedro.L3: 6a 15 m. Ancora diritti e poi per placca a destra.L4: 6a 20 m. Si sale a una placca e poi a una seconda.L5: 5c 20 m. A destra a un pilastrino e oltre un pic-colo strapiombo.L6: 6b 15 m. A sinistra evitando lo strapiombo e poi lungo un diedro.Discesa: sulla via, con due corde, saltando la S5 e la S2.

5 SUL LAGO DORATOF. Colombo e C. Invernizzi, 1987200 m. (7L)6b+ (5b obb.)/R2+/II+Materiale: friend medio grandi, nut Itinerario protetto quasi esclusivamente con rare clessidre da integrare. Utile qualche chiodo normale. Alcuni passaggi piuttosto difficili e impegnativi. Un tratto atletico in fessura. Conta pochissime ripetizioni, come il precedente. L1: 5a 20 m. Dalla S1 dell’it. prec. si sale a sinistra a un ripiano e poi ancora a sinistra per uno spigolo e un diedro.L2: 6b+ 15 m. Difficile strapiombo fessurato.L3: 5c 20 m. Diedro uscendo a destra.L4: 3c 45 m. Brutto tiro sino a una nicchia, erba.L5: 5c 25 m. Pilastrini e placca a sinistra, poi a destra.L6: 5b 10 m. A sinistra per placche.Discesa: in doppia con alcuni tratti obliqui.

Page 26: LARIO ROCK - Pareti - Grigne, Medale, Valsassina, Orobie, Resegone, Pareti del Lago

26

NOTA: Nel settore di parete ubicato a sinistra della falesia dello Strippopollo (vedi LARIO ROCK Fale-sie), sono attualmente (inverno 2010) in fase di apertura due itinerari moderni. Difficoltà impreci-sate, ch. a fix.

Paretone 250 m. ca.È l’evidente e ampia zona di grandi placche lisce alte circa 250 m. poste a destra delle classiche fa-lesie della Bastionata del Lago (vedi LARIO ROCK Falesie). Oltre ad alcune interessanti e mai banali vie classiche, si trovano qui tre notevoli vie moderne di Paolo Vitali, molto consigliabili e nel complesso tecnicamente difficili.Questo settore si raggiunge come detto traversan-do da sinistra a destra la parte centrale delle Pareti del Lago sino a girare l’estremo angolo destro della falesia della Bastionata. Si presti attenzione a non confondere gli attacchi delle tre vie sportive. Questa zona rimane molto bagnata dopo piogge e risulta spesso infestata da vegetazione nella stagione calda.

6 VIA DEGLI AMICIDaniele e Roberto Chiappa, Sergio Panzeri e Giaco-mo Stefani, 7 dicembre 1974200 m. (6L)6a (5b obb.)/RS2/IIMateriale: friend fino al n.3, nut. Utile qualche chiodo, a lama, piatto e a UItinerario classico per diedri e fessure su roccia di-screta, che sale poco a destra dello spigolo della Falesia della Bastionata, e poco oltre un grande diedro, in corrispondenza di un avancorpo erboso, presso un caminetto obliquo, a destra. Talora ripe-tuto. In via diversi chiodi e 6 fix di passaggio. È stata riattrezzata alle soste, con fix da Michele Man-delli, Christian Meretto e Davide Guerra nel 2009. Si tratta nel complesso di una via di difficoltà omo-genea, che presenta un’arrampicata varia e mai banale. Informazioni e relazione: Michele Mandelli.L1: 3c 50 m. Si sale una placca a destra del cami-netto (attacco originale a sinistra, nel caminetto 5b, sprotetto), sino a uno spit, poi fessura.L2: 5c 30 m. Si supera una fessura e poi una placca uscendo a una pianta: vari chiodi.L3: 5a 40 m. Diedro e lama staccata fino a superare una pianta: 3 ch. e una clessidra.L4: 6a 40 m. Diedro poi a destra su bella placca a graspole e diritti a una cengia: 2 spit e 5 chiodi, eventualmente un passo in A1.L5: 6a 40 m. A sinistra in placca poi diedro e indi a destra dell’evidente strapiombo, su roccia sporca: 4

fix e 5 chiodi: il terzo fix è poco sicuro.Discesa: in doppia sulla via.

7 CHELIDONIA EXPRESSPaolo Vitali e Sonja Brambati 2003-2004. 150 m. (6L)7b + 3 p.a., (6b+ obb.)/S2/IIMateriale: nut Via sostenuta su muri lisci a tacchette, ch.ottima a fix. Attacca per una placca facile a destra delle ultime vecchie vie sportive del settore precedente. L1: 5c 15 m. Muretto su buoni appigli.L2: 6b+ 30 m. Placca nerastra.L3: 7b e A0 30 m. Placca con due strapiombini. L4: 7a 35 m. Muro lavorato di continuità. L5: 7b 30 m. Muro concrezionato.L6: 7a 30 m. Tiro in comune con Panoramix.Discesa: in doppia sulla via.

8 PANORAMIXPaolo Vitali, Sonja Brambati e Pietro Corti, marzo 2002.160 m. (7L)7a+ (6b+ obb.)/S2/IIMateriale: rinviiSecondo i numerosi ripetitori si tratta di una via molto bella su roccia ottima. Arrampicata varia spesso assai tecnica. Nel suo livello, elevato, è di sicuro fra le più valide e interessanti vie sportive del lecchese. Chiodatura ottima ma numerosi passi ob-bligati difficili. Molto consigliabile. Attacca subito a destra della precedente.L1: 5a 15 m. Breve muretto.L2: 6c 30 m. Placca tecnica, con fix lontani. L3: 7a 28 m. Placca a tacchette.L4: 7a+ 20 m. Placca e diedrino difficile. L5: 6c 15 m. Sottile fessura poi placca. Si può unire al precedente (7b).L6: 7a+ 35 m. Notevole muro leggermente stra-piombante, di resistenza.L7: 7a 30 m. Difficile placca con passaggi in ade-renza e spigolo finale. Discesa: in doppia sulla via.

9 BREVA E TIVANPaolo Vitali, Sonja Brambati e Pietro Corti, ottobre 2002.140 m. (5L)7a+ e 4 fix A1 (6b+ obb.)/S2/IMateriale: rinvii Di stile simile al prec., questo interessante itinerario attacca in comune con esso poi sale a destra su plac-che e bombè molto esposti. Roccia ottima.

Pare

ti de

l Lag

o di

Lec

co

Page 27: LARIO ROCK - Pareti - Grigne, Medale, Valsassina, Orobie, Resegone, Pareti del Lago

27

5c

5a

6b+ 6c 6c+

7bA0

7a

7a+

7a

7a1 p.a.

7a6c

7a+

7a+

7b

7a

7 8

9

PARETI DEL LAGOPARETONE

Page 28: LARIO ROCK - Pareti - Grigne, Medale, Valsassina, Orobie, Resegone, Pareti del Lago

28

L1: 5a 15 m. In comune con la precedente L2: 6c+ 40 m. Bella placca tecnica verticale.L3: 7a e A0 30 m. Tratto non liberato sul lieve bom-bamento centrale.L4: 7a 30 m. Placca tecnica e poi diedro.L5: 7a+ 40 m. Bel muro verticale seguito da una fessura. Discesa: in doppia sulla via.

Altre possibilità:

VIA ALPINI DELLA MEDALEDaniele Chiappa, Carlo Duchini e Giacomo Stefani, 6 aprile 1974330 m. (10L)5c/R2+/IIItinerario pressoché dimenticato ma su roccia di-screta. In via vari chiodi. Arrampicata per fessure, talora faticosa. Sale per il grande diedro posto die-tro lo spigolo che delimita a destra la falesia della Bastionata.

VIA DEGLI SPENDASCIOUNIAldo Anghileri, Annibale Borghetti, Maurizio Villa e Giuseppe Lanfranchi, 1983200 m. (8L)5a e A2/R2+/IIItinerario forse mai ripetuto che attacca circa 80 m. a destra della Via degli Amici sotto un pilastro che si supera sul lato destro. Roccia buona. In via qualche chiodo.

Pilastro RossoIl settore del Pilastro Rosso, situato a sinistra della falesia della Bastionata, in cima a un ampio canale, prende il nome dal grande pilier roccioso alto circa 300 m., di roccia rossastra striata, verticalissimo e strapiombante, su cui negli anni 70 venne aperta una via di grande rilievo storico. La fascia basale del pilier, alta circa 80 m. presenta una splendida roccia bianca a gocce, ove sono presenti una decina di vie sportive molto belle e tecniche, assai consi-gliabili. Qualche rischio di caduta sassi. Cfr LARIO ROCK Falesie.Descriviamo qui anche alcuni itinerari posti sulle strutture ubicate a sinistra del Pilastro Rosso, e ad esso in pratica contigue: la prima a sinistra è de-nominata Torre di Pradello e alla sua base sinistra si trova la nota falesia della Discoteca. La seconda denominata Settore Acapulco si trova circa 100 m. a sinistra della suddetta falesia, esattamente sopra l’ingresso del tunnel della SS36, poco a destra della verticale ove si trova lo spiazzo del Ristoro Pradello-Giazzima, ed è riconoscibile per un enorme antro strapiombante la cui parte superiore presenta delle lisce placche bianche monolitiche: nella sua base destra si trova il settore di monotiri denominato Sci-volo striato (Idolo di Acapulco; vedi LARIO ROCK Falesie).

Vedi accesso generale: si segue la traccia nel bosco sino al canale sassoso sotto il Pilastro. Lo si risale fino alla base. Ore 0.15. La base è comoda. Pericolo di caduta di sassi se ci sono cordate sul Pilastro.

PILASTRO ROSSO

10 CERCASI SUSAN DISPERATAMENTEGiuseppe Bonfanti, Norberto Riva dall’alto, anni 8070 m. 7c (7a obb.)/S1/IVia di alta difficoltà pochissimo ripetuta e su roccia ottima.L1: 7c 20 m. Diedro strapiombante e svasato che obbliga a movimenti aleatori. L2: 7a+ 25 m. Lama obliqua molto fisica L3: 6b+ 25 m. Placca a gocce

11 VIA PANZERI-RIVASergio Panzeri, Giancarlo Riva e Franco Passerini 1975230 m. (7L)6c (5c obb.)/S2/IIMateriale: friend, nut

ACCESSO

Pare

ti de

l Lag

o di

Lec

co P

ilast

ro R

osso

Page 29: LARIO ROCK - Pareti - Grigne, Medale, Valsassina, Orobie, Resegone, Pareti del Lago

Adriano Selva sul secondo tiro di Etica e Deontologia al Pilastro Rosso (foto P. Buzzoni) 29

Page 30: LARIO ROCK - Pareti - Grigne, Medale, Valsassina, Orobie, Resegone, Pareti del Lago

30

Celebre itinerario che supera nella sua parte cen-trale il pilastro, sfruttando una logica linea di fes-sure. Arrampicata molto bella e sostenuta, esposta, su roccia ottima. La via è stata richiodata a resinati nel 2003. Molto consigliabile. Famoso il primo tiro, che supera una fessura-camino svasata e impegnati-va in libera. Questa lunghezza, liberata ufficialmen-te da Marco Ballerini nel 1982, fu in quegli anni oggetto di diversi tentativi di prima libera, molti dei quali falliti.Si attacca nel centro della parete sotto l’evidente ca-mino.L1: 6c 35 m. Si sale una rampa e si entra nel cami-no che si supera tutto.L2: 6a 40 m. Per due fessure-diedro, poi a destra.L3: 5b 35 m. Diedrino e lungo obliquo a sinistra su cornici.L4. 5a 25 m. Diedro uscendo a sinistra.L5: 6b+ 55 m. Si superano due diedri e due suc-cessive fessure.L6: 4c 35 m. Camino. È possibile tenersi più a de-

stra (6c, 35 m.) su bel muro verticale con arrampi-cata sostenuta.Discesa: dalla cima si traversa verso destra per cen-gia (viso a monte) sino a una catena di calata posta 5 m. sotto il bordo. Da qui con 4 doppie su catene, esposte alla caduta di sassi, si arriva alla base. Ne-cessarie anche qui due corde.dalla sosta della variante finale di 6c si effettuano 4 doppie, di cui una obliqua dalla S4 alla S3, mo-schettonando alcuni fix, e dalla S3 alla base. Sono necessarie due corde.

12 ETICA E DEONTOLOGIAAdriano Selva, Alessandro Lafranconi, Bruno Motti-ni, Giorgio Molteni, Matteo Motta, Lorenzo estate 2011130 m. (6L) + 30 m. L1 Panzeri Riva7b+ (6c obb)/R2/IRP Adriano SelvaMateriale: Due corde da 60 m o 1 da 70 m., friend fino al n° 0,5L1: 6c 30 m. Prima lunghezza della via Panzeri RivaL2: 6c 30 m. Si raggiunge il primo resinato della Panzeri Riva e si traversa poi a sinistra. Muro a goc-ce con passo di decisione.L3: 7a 35 m. Si continua per un muro verticale di roccia marrone raggiungendo un diedrino e uno strapiombo che si passa direttamente (tratto chiave obbligato) su belle gocce. Si prosegue in placca a gocce e incrociando di nuovo la Panzeri (si rinvia un resinato di quest’ultima) si raggiunge la sosta. L4: 7a 32 m. Muro verticale di resistenza, con passo obbligato a metà.L5: 7b+ 20 m. Raggiungere una lama e salirla, tra-versare poi orizzontalmente a destra, aggirare uno spigolo raggiungendo la sosta. L6: 6a 15 m. Pilastrino tecnico su roccia mediocre

VARIANTE L’AVARIANTEAdriano Selva, Rossano Libera (dall’alto) settembre 201130 m (1L) 7c/8a (7a obb)/R3/IRP Adriano SelvaDalla L5 della via precedente salire la lama (come nell’originale) ma al posto che traversare a destra (al 6° fix) si sale dritti su muro sovrastante, rag-giungendo una marcata canna. Tratto obbligato in traverso, sostenuto e su prese piatte.Discesa: in doppia sulla via

12

11101011

12

PILASTRO ROSSO

Pare

ti de

l Lag

o di

Lec

co P

ilast

ro R

osso

Page 31: LARIO ROCK - Pareti - Grigne, Medale, Valsassina, Orobie, Resegone, Pareti del Lago

31

TORRE DI PRADELLO

13 SPIGOLO DELLE CIVETTEEnrico Mascheroni, Tarcisio Bonfanti, Claudio Man-dressi e Maurizio Riva, 28 giugno 1975160 m. (6L)4c/R2/IIMateriale: friend, nut Itinerario talora ripetuto, che supera su roccia buona lo spigolone ubicato a sinistra del Pilastro Rosso, sulla struttura denominata Torre di Pradello. In via qualche chiodo. Attacco: dal canale sassoso sotto il Pilastro Rosso ci si sposta a sinistra verso lo spigolo ove si deve reperire una freccia verde sbiadita, presso un masso appog-giato.L1: 3b 25 m. Si sale a una rampa, poi per un diedrino allo spigolo.L2: 5a 25 m. A sinistra e poi a sinistra dello spigolo sino a degli arbusti, roccia cattiva.L3: 4a 22 m. Diedro poi fessurina, indi a destra dello spigolo.L4: 4a 35 m. Si gira lo spigolo poi a sinistra di esso e infine per un diedrino. L5: 4a 10 m. Ancora per lo spigolo.L6: 4a 30 m. Placca sino a degli alberi.Discesa: dalla S6 si procede a destra fino a un albero, da qui una doppia da 40 m. sino a una sosta e con altri 40 m. a una cengia. Un’ultima doppia da 40 m. porta alla base.

14 GENGIS TRIPPaolo Vitali, Sonja Brambati, Pietro Corti, novembre 2006 190 m. (7L)7a (6b obb.)/S1/IIMateriale: nut Interessante itinerario moderno per placche e piccoli bombamenti, su roccia in genere ottima ma con tratti delicati. Attrezzatura eccellente a fix. Arrampicata va-ria con qualche passo obbligato non facile. L1: 6a+ 45 m. Placca e singolo finale su muretto.L2: 6c 25 m. Partenza difficile, poi a sinistra e uscita fisica.L3: 6c+ 25 m. Inizio delicato poi strapiombo e muro.L4: 6c+ 15 m. Si aggira un tettino seguito da una lunga placca con un rinviaggio precario.L5: 7a 20 m. Dapprima per una lama poi piccolo strapiombo e placca a gocce.L6: 6a 20 m. Fessure e lame.L7: 6b 40 m. Rampa poi placca e diedro, qualche tratto delicato.Discesa: in doppia sulla via, saltando S2 ed S4. Pre-

stare attenzione nel recupero della corda sulla prima calata, a causa di un macigno instabile.

Nota: molto vicino al precedente itinerario saliva, nei primi due tiri, la Via Ordalia, iniziata ma non conclusa nel 1998 da Giovanni Rivolta e Michele Anghileri.

Altre possibilità:

AMAZZONIA PRADELLIANAIvan Guerini e Daniele Faeti, 11 maggio 1980220 m. (8L circa)6c/R3/IIMateriale: friend, nut eventualmente qualche chiodo. Notevole itinerario in arrampicata libera per fessure e diedri, che raggiunge la cosiddetta Sella di Pradel-lo, ossia l’ampia forcella boscosa posta a destra della parte centrale del Pilastro Rosso, tenendosi a destra del limite destro della fascia ove salgono le vie sporti-ve. Da qui la via prosegue per lo spigolo del pilastro con difficoltà minori. Forse mai ripetuta.

VIA DELL’ORSA MAGGIOREClaudio Adamoli e Giorgio Missaglia, 30 settembre 1974150 m. (6L)5a/R2/IIItinerario non più ripreso, che sale uno spigolo posto a sinistra della base sinistra del Pilastro Rosso. Arram-picata varia su roccia spesso incerta. In via qualche chiodo.

ATTRAVERSO L’OCCHIO DELLA CIVETTAGiorgio Anghileri ed Eugenio Manni, marzo 1989130 m. (3L)6a/R2/IIVia forse mai ripetuta su roccia discreta, che supera la parete posta a destra del canale soprastante il Ristoro Pradello.

PASSI DI DANZAIvano Zanetti, Tiziano Capitoli e Flavio Poratelli, 198260 m. (2L)6c/R2+/IItinerario storico oggi dimenticato, ma importante per l’epoca in cui fu salito, data l’attrezzatura a soli chiodi e microdadi. Questo itinerario è in realtà ubi-cato nella zona della Falesia di Pradello e come il suc-cessivo è stato fagocitato dalle vie sportive. Lo citiamo per completezza d’informazione.

Page 32: LARIO ROCK - Pareti - Grigne, Medale, Valsassina, Orobie, Resegone, Pareti del Lago

32

PROMESSE NEL SOLETiziano Capitoli, Ivan Guerini e Paolo Orsenigo, 19 aprile 198165 m. (2L)6a/7a/R2+/IAltra via pionieristica dell’epoca della nascita del free-climbing: attaccava 30 m. sotto la via prec. a sinistra. Il passo chiave era evitabile a sinistra con difficoltà di 6a.

IL TIPICO CROTTINO TIROLESE Giorgio Anghileri e Andrea Pozzi, 30 aprile 1990200 m. (6L)6b+/R2+/IIItinerario ripetuto forse una o due volte che supera la parete posta sopra la zona centrale della Falesia di Pradello. Alcuni passaggi tecnici molto belli, ma spesso zone erbose e massi pencolanti. In via vari chiodi. Necessari dadi e friend. Attacca in pratica

dalla catena finale del monotiro denominato “Cioc-coblocco”. E da qui si procede verso destra.

VIA LONGONI-VITALI Gigi Vitali e Angelo Longoni, 12 ottobre 1941150 m. (5L)6a (in origine 5a e A1)/R2+/II. Ripetuta da Ivan Guerini nel 1981Itinerario dimenticato ma di notevole valore stori-co locale. Supera con un’arrampicata impegnativa il tratto di parete posta all’estrema sinistra della grande grotta-antro sovrastante il Ristoro Pradello, partendo a destra degli ultimi due monotiri di de-stra del settore denominato Placca del Domenico (vedi LARIO ROCK Falesie). Roccia non buona e 5 chiodi in via.

Pare

ti de

l Lag

o di

Lec

co P

ilast

ro R

osso

LARIO ROCK

Falesie + Pareti

www.versantesud.it

++

Page 33: LARIO ROCK - Pareti - Grigne, Medale, Valsassina, Orobie, Resegone, Pareti del Lago

33

6c

6c

7a

7b+

7a

6a7c/8a

4c

6b+

5a

5b

6a

7c

7a+

6b+

6c

11

12

PILASTRO ROSSO

10

Page 34: LARIO ROCK - Pareti - Grigne, Medale, Valsassina, Orobie, Resegone, Pareti del Lago

Giovanni Chiaffarelli su L3 di La sezione aurea alla Corna di Medale (foto E. Pesci)52

San

Mar

tino

- Med

ale

– Co

rna

di M

edal

e

Page 35: LARIO ROCK - Pareti - Grigne, Medale, Valsassina, Orobie, Resegone, Pareti del Lago

La Corna di Medale, grande pala calcarea a forma concava, alta circa 400 m, e posta poco a Nord di Lecco, è una delle pareti di fondovalle più note d’I-talia.Venne salita per la prima volta negli anni 30 da Ric-cardo Cassin e Mario Dell’Oro (Boga), per una via che, all’epoca, era fuori da ogni schema strettamente alpinistico, superando una struttura rocciosa quasi urbana.A quella prima celeberrima via (forse la più ripetuta e unta delle Prealpi) negli stessi anni 30 si affiancarono altri itinerari più difficili, fra cui proprio la via Boga. La parete, in genere molto calda, poiché esposta a Sud, venne frequentata regolarmente per queste due vie nel primo dopoguerra, ma solo negli anni 50 ini-ziò a diventare di moda, dato lo sviluppo notevole dei suoi itinerari. Fra il 1950 e il 1970 vengono aperte altre vie, difficili, impegnative e belle, sempre da roc-ciatori di gran fama, come Walter Bonatti, per l’ardito spigolo SW, Giorgio Brianzi, da SW, via temutissima allora, per un tratto di VI obbligato, in placca; Tiziano Nardella (per la storica Taveggia, e per la Milano ’68 lungo gli strapiombi del settore sinistro), Alessandro Gogna e Leo Cerruti per l’espostissima e celebre via

a un dipresso dalla Milano ‘68. Dopo un periodo di frequentazione massiva, legata anche alla presenza, poco sotto la parete, del rifugio Da Zaccheo, oggi chiuso, la Medale ebbe una seconda importante gio-vinezza con la comparsa sistematica dello spit. Fra il 1984 e il 1990 vennero attaccate dal basso, e all’ini-zio chiodando a mano appesi ai cliff hanger, le plac-che più compatte e belle, che regalarono agli apritori e ai ripetitori passaggi molto interessanti. I principali artefici di quella rinascita furono Ivano Zanetti e Gio-vanni Chiaffarelli (Rebus, Breakdance), Eugenio Pesci (Rebus, Poseidone, Altri tempi, Susanna sotto le goc-ce, Il cammino dello Xian), Marco Galli (Poseidone, Altri Tempi, Susanna sotto le gocce), Giuliano Uboldi (Anniversario e Saronno 87), Giorgio Anghileri e po-chi altri bellicosi apritori.Dopo un ulteriore boom nella seconda metà dei mi-tici anni 80, con il deteriorarsi delle piastrine e con la mancanza di nuove vie la Medale ebbe una improvvi-sa stasi alpinistica. Soccorsa dagli abili dottori locali, cioé dalle istituzioni e dal titanico lavoro delle Guide alpine di Lecco, attraverso fondi regionali per l’anno della montagna, la Medale, nel 2002-2003 è stata ri-portata agli antichi fasti (e oltre!) con una sistematica

Corna di Medale 1029 m.

PILASTROIRENE

CORNA DI MEDALE

53

Page 36: LARIO ROCK - Pareti - Grigne, Medale, Valsassina, Orobie, Resegone, Pareti del Lago

54

richiodatura a fittoni resinati di molte vie, in pratica tutte quelle sportive e diverse classiche, sulle quali sono comunque sempre necessari dadi e qualche friend. Oggi la parete in primavera e tardo autunno è molto frequentata, e non di rado su alcune vie classiche si trova coda di cordate. Ciò impone una frequentazione intelligente, e soprattutto attenzione alla caduta di sassi, rara sulle vie, sanissime o ormai ripulite, ma frequente ai lati di esse e nelle aree di attacco, in particolare nel settore destro della pa-rete. In estate la parete è torrida, anche se all’om-bra in parte nel pomeriggio. In inverno si possono salire tutte le vie, ma si tenga presente che per le

più impegnative le ore di luce sono relativamente poche. Nel complesso, anche se comoda e solare, la Medale rimane un terreno impegnativo e tecni-camente difficile, non scevro di pericoli oggettivi, poco adatto a chi è solito muoversi solo in falesia. Le discese avvengono sempre per sentiero sul re-tro della parete o dalla Via Ferrata. Assolutamente sconsigliabile la calata sulle vie, su alcune molto difficile o impossibile. In inverno assicurarsi sempre che i sentieri non siano innevati, poiché sono ripidi e diventano infidi. Meglio allora scendere dalla Via Ferrata (ore 0.50 dalla cima) Sempre necessarie due corde, casco, qualche dado, fettucce.

PILASTRO DI SINISTRA (vie 1-11)Da Lecco salire verso la Valsassina, lungo la vec-chia strada che si imbocca nella zona N della cit-tà all’altezza di viale Adamello, presso un grosso incrocio (indicazioni). Al rione Malavedo superare una curva a sinistra sul torrente Gerenzone (Bar Sole) e, al successivo tornante verso destra, si pren-de a sinistra per Via Quarto; al termine piccolo parcheggio con vista sul silente cimitero. Prosegui-re per la viuzza tra le abitazioni tenendo la sinistra a lato di alcuni orti che poi diventa una scalinata (n°52) e porta su una strada. Ora verso sinistra e poi a destra su sterrata; seguire quindi una ripida scalinata (n°52) e un sentiero acciottolato sbucan-do su una sterrata di servizio alle reti paramassi. Qui a sinistra; al bivio lasciare il n°52 per salire a destra su una ripida sterrata che diventa sentiero, fino a una radura dove si sale a sinistra per una traccia nel bosco fino al ghiaione sotto l’Antime-dale. Il sentiero volge infine nettamente a destra in orizzontale raggiungendo l’inizio della Ferrata “Alpini della Medale”, che si segue per 250 metri (tratti molto ripidi, esposti e un po’ faticosi; nei giorni festivi tassativo salire molto presto, mai dopo le 9, per evitare le code degli escursionisti, e le eventuali cadute di sassi) fino a una zona terraz-zata, posta in cima al grande pilastro che borda la Medale a sinistra (guardandola). Qui si abbando-nano i cavi per traversare 50 m a destra su traccia a un pulpito molto esposto con albero e cordoni, dove iniziano le vie n° 2–5. La via n° 1 inizia poco prima, (scritta e spit) nell’anfiteatro sotto la gran-de grotta. Ore 1.15. Per la via n° 6, e per la n° 7, dal pulpito ove parte la via n° 2, breve doppia di 15 m a un’albero secco posto sotto la verticale di una nicchia marrone. Per le vie n. 8 e 9 si oltrepas-sa l’inizio della ferrata per un marcato sentiero ver-

so destra per abbandonarlo in corrispondenza del grande diedro bianco visibile a 150 metri da terra. Un canale di roccette ed erba in parte attrezzato con corda fissa conduce alla partenza. Per le vie n.10 e 11, Via Boga e Via dei Ragni, si prosegue ancora per il sentiero basale risalendo poco dopo a sinistra per una traccia, poco prima di alcuni macigni, mirando a uno sbiadito bollo giallo sulla roccia. La via n.10 attacca 20 m. a sinistra di esso.

PILASTRO DI DESTRA (vie 12-26)Dal rione Malavedo di Lecco salire verso la Val-sassina sino a Laorca. Oltrepassate le abitazio-ni si prende l’uscita a sinistra prima del grande tornante, seguendo una strada in salita, via Paolo VI, che poi svolta a sinistra e scende a un ampio parcheggio, ove si lascia l’auto. Si segue il viottolo che scende alla piazzetta della Chiesa di Laorca. Da qui a destra per una stradina che costeggia il minuscolo cimitero di Laorca e porta sotto l’ex-rifugio Medale (15 minuti). Qui si sale a sinistra su gradini fino a un prato e si prosegue poi per un breve tratto nel bosco sbucando sulla strada sterrata. Seguirla in salita verso destra, ignoran-do i due bivi successivi, sino a uno spiazzo con panchine. Alcuni scalini portano a un’altra sterrata sotto due massicciate, che si segue a sinistra fino a un bivio (da destra arriva il sentiero di discesa). Ora a sinistra lungo un sentiero ghiaioso (bolli a vernice), poi prendere una delle diramazioni più marcate che portano sotto la parete. Costeggiarla verso sinistra con saliscendi (attenzione, possibili cadute di sassi) fino a un salto roccioso a gradoni con albero in partenza: lo zoccolo della Via Taveg-gia (vie dalla 21 alla 24). Procedendo a destra si incontrano le altre vie n. 25 e 26. Costeggiando la parete verso sinistra per 50 m., si trova e si sale un

ACCESSI

San

Mar

tino

- Med

ale

– Co

rna

di M

edal

e

Page 37: LARIO ROCK - Pareti - Grigne, Medale, Valsassina, Orobie, Resegone, Pareti del Lago

canalino fino a un comodo terrazzo sotto una plac-chetta: vie n. 19-20. Per le altre vie, invece di pren-dere il canalino si continua a sinistra, per poi salire decisamente verso la parete fino a una piazzuola da cui partono dei gradoni a sinistra che portano (20

m, II) allo spiazzo alla base della Via Cassin (inizio della n.16). Dalla piazzuola si traversa brevemente a destra su traccia scoscesa a una vecchia croce me-tallica in cima a uno speroncino, nei pressi delle via n.18, e poco a sinistra, della n.17. Ore 0.30-0.40.

1

23

4

5

6

7

8

9 10

11 12

CORNA DI MEDALESETTORE SINISTRO

PILASTROIRENE

55

Page 38: LARIO ROCK - Pareti - Grigne, Medale, Valsassina, Orobie, Resegone, Pareti del Lago

56

6a

6a

6a

6c

6c+

6b

4c

6b

6a+

5c

4b

3a5c

4c

6a

6a

6a

6c

6b

6c+

7b

6a

5b

5b

6c

5a

6a+

6a+

7b+

5c

6a+

Ferra

ta d

el M

edale

1

2

3

6

7

4

5

CORNA DI MEDALESETTORE SINISTRO

San

Mar

tino

- Med

ale

– Co

rna

di M

edal

e

Page 39: LARIO ROCK - Pareti - Grigne, Medale, Valsassina, Orobie, Resegone, Pareti del Lago

57

1 ALTRI TEMPIEugenio Pesci e Marco Galli, estate 1986180 m. (6L)6c+ (6b obb.)/S1/IIMateriale: nutItinerario molto bello e interessante, che sale sull’ul-timo pilastro sinistro della Medale, a destra della Via Ferrata. Arrampicata tecnica in placca su roccia eccel-lente. Chiodatura perfetta a resinati anche alle soste. Gli ultimi due tiri sono stati aggiunti dai richiodatori, mentre l’originale usciva a sinistra verso la Ferrata con un traverso. Ripetuta e molto consigliabile, in parti-colare concatenando un itinerario del Pilastro Irene.L1: 6a 25 m. Placchetta fessurata e spigolino.L2: 6a 25 m. Diedro e spigolo.L3: 6c 30 m. Placca, tettino, placca e fessura lavo-rata.L4: 6c+ 35 m. Difficile passo in aderenza poi muro su roccia splendida: se si sale sull’asse dei chiodi, pas-saggi obbligati severi. Stando a sinistra e poi rientran-do sul passo centrale, il tiro è valutabile 6c.L5: 6a 25 m. Fessura e muretto a destra.L6: 6b 25 m. Singolo su muretto e diedrino finale.Discesa: dall’uscita si raggiunge la Ferrata a sinistra e per essa o si scende o si sale in vetta in 10 minuti. Da qui si può scendere a piedi in circa 45 minuti verso Rancio, oppure sempre per sentiero, verso N, in 30 minuti si raggiunge l’ex-rifugio Medale. D’inverno con neve è consigliabile scendere dalla Ferrata.

2 SPIGOLO BONATTIWalter Bonatti e Carlo Casati 1950200 m. (5L)6a (5c obb.)/RS1/IIMateriale: nutCelebre itinerario, ardito nella concezione e molto esposto in almeno due tiri, che supera lo spigolo S della Medale, in origine raggiunto attraverso l’infido zoccolo, e oggi invece accessibile, come tutte le vie di questa zona di parete, per mezzo della più comoda e sicura Via Ferrata. Classica scalata su roccia ottima, con un bel traverso su gocce e un divertente diedro più fisico. Consigliabile e molto frequentata. Even-tualmente utile qualche dado. Nella parte alta è stata attrezzata una breve ma bella variante. Chiodatura perfetta a resinati anche alle soste.Attacca dal ballatoio posto 30 m. a destra della cen-gia mediana della Via Ferrata.L1: 4c 25 m. Diedrino e blocchi.L2: 6a 30 m. In obliquo e traverso a destra, sino a un ballatoio prima dello spigolo.L3: 6a 45 m. Diritti per il bel diedro uscendone a destra.

L4: 4c 40 m. Diritti poi a sinistra in obliquo.L5: 5c 45 m. Placchette e bel muro a destra, oppure più facilmente a sinistra per un canalino. Discesa: vedi it. n.1.

3 VIA BRIANZIGiorgio Brianzi e Lino Tagliabue 1960190 m. 7L, di cui 2 in comune con la precedente6b (5b obb.)/RS2/II RP Tiziano Capitoli, 1980.Materiale: nut, friendItinerario storico, un tempo assai temuto, ma in seguito molto ripetuto, e diventato presto classico. Brianzi superò in libera passaggi notevoli per l’epoca, come la placca a gocce del secondo tiro. In origine la via venne aperta con molti chiodi. Roccia ottima, arrampicata varia con tratti obbligati. Chiodatura a chiodi e qualche raro spit vecchio, integrabile con qualche friend. Consigliabile. L1: 6b 40 m. Dalla S1 della Via Bonatti, si sale a sinistra per un diedrino e un lungo muro compatto con tratti su gocce.L2: 6a+ 40 m. A destra sotto uno strapiombo che si contorna per una lama entrando in un vago canale.L3: 5c 40 m. Diritti, poi a sinistra su un muro lavora-to, fino a un terrazzo. Possibile spezzare il tiro.L4: 4b 40 m. A destra oltre uno spigolo a inserirsi sul canalino d’uscita dell’it. prec. Oppure uscire a sinistra dall’ultimo tiro (6b) dell’it. n.1. Discesa: vedi it. n.1.

4 IL CAMMINO DELLO XIANEugenio Pesci e Alessandro Monti 1993190 m. (6L)6c+ e A0 (6c+ obb.)/S2+/II+. RP Francesco Gher-lenda, 1993, eccetto 2 spit.Materiale: nut, friendItinerario severo ma molto valido, aereo e sostenuto, su roccia generalmente ottima, con qualche lametta friabile nel penultimo tiro, tuttavia ormai ripulito dai passaggi. Si diparte a destra della L1: dell’it. prec., su un muro a gocce. Il passo chiave della via, sul secon-do tiro, è obbligato e chiodato lungo (eventualmente utile un cliff ma la caduta risulterebbe più pericolo-sa). Nel complesso si tratta di una via che offre un’ar-rampicata varia, con un gran tiro in placca, fra i più belli della parete. Portare 15 rinvii.L1: 6b 20 m. Dalla S1 della Via Bonatti si procede a sinistra e si supera un muro a gocce. L2: 7a+ 26 m. Fotogenico traverso a destra e lunga placca tecnica con spit talora distanti. S2 in comune con S1 della Via Brianzi.L3: 7a+ 25 m. A sinistra dello strapiombo uscendo per un diedro liscio a una sosta sul filo.

Page 40: LARIO ROCK - Pareti - Grigne, Medale, Valsassina, Orobie, Resegone, Pareti del Lago

58

5c

5b

5b

4a

6c

6a+

5b

6a

6b

6b

5b

3c

5c

5c

7a+

7a

7a+

6a

6c+4c

7b

6b+

6b

7a+

7a+

6bA0

6c

6c+

6b

6cA2

6b

6aA2

6b+

6b

3c

5a

4a

6a

6a

4a

3c

4b

4a

6b

6b

5c

6b

6a

8

54

9

7

6

1

3

2

CORNA DI MEDALESETTORE SINISTRO

10

San

Mar

tino

- Med

ale

– Co

rna

di M

edal

e

Page 41: LARIO ROCK - Pareti - Grigne, Medale, Valsassina, Orobie, Resegone, Pareti del Lago

59

L4: 6b e A0 25 m. Si supera lo spigolo e si entra in un diedro delicato e preceduto da una lama staccata. Il tratto in A0, lungo 4 m., presenta roccia molto liscia, e venne superato top-rope con probabili difficoltà di 7c.L5: 6c 45 m. Lungo muro di dita e movimento. Qual-che lametta fragile: 15 fix.L6: 6b 25 m. Si esce per l’ultimo tiro dell’it. n.1 op-pure a destra per il facile ultimo tiro dell’it. prec.: oppure diritti per la via originale lungo un breve ca-mino sprotetto di 5c. Discesa: vedi it. n.1.

5 REBUSIvano Zanetti, Giovanni Chiaffarelli ed Eugenio Pesci 1986. Prima libera: Roland Mittersteiner 1992 - Pri-ma solitaria Marco Anghileri 1995280 m. (11L)7b e A1 (6c obb. e A3)/RS3+/IIIMateriale: nut, friendCelebre itinerario di elevata difficoltà, aperto a metà degli anni 80 con uso spinto dei cliff-hanger e met-tendo gli spit a mano. Per l’epoca, soprattutto il secondo tiro in placca, deve essere ritenuto un vero capolavoro di apertura in arrampicata mista (6b/A3 cliff) da parte del capocordata Ivano Zanetti, che lo superò in 7 ore di ingaggio e precari equilibri. La via supera il pilastro bianco a placche e strapiombi nella parte alta, posto a destra della Via Bonatti e a sinistra della Via Gogna. Arrampicata severa con con-tinui passaggi obbligati, tecnici e di dita in basso, più faticosi e fisici nella parte superiore. La via conta in media 3/4 ripetizioni all’anno. In un punto l’itinera-rio non è evidente ma una seria ripetizione integrale impone la sua ricerca senza uscire sulla soprastante Via Bonatti. Attrezzatura originaria a spit e qualche chiodo, da integrare con microdadi ed eventualmen-te qualche chiodo. Necessari 2 cliff e 2 staffe per il capocordata. Cordini per allungare alcuni rinviaggi. Qualche friend. Relazione aggiornata di Eugenio Pe-sci e Marco Anghileri (2010).L1: 6c+ 25 m. Dalla S0 della Via Bonatti, sotto il diedrino, si traversa a destra salendo in obliquo in una svasatura con roccia delicata (2 ch.), poi a destra sulla placca.L2: 7b (o 6b e A2+) 30 m. A sinistra poi diritti in placca oltrepassando una lama e il traverso della Via Bonatti. S2 scomoda in un diedrino. Spit distanti. Un solo passo precario su buchetto, eventualmente in top spin, con cliff da fermare con il palmo della mano. Per il resto A1 cliff abbastanza facile per gli esperti in questo tipo di progressione.L3: 6b+ 30 m. Si passa una difficile paretina, poi con

spostamenti si supera un muro a gocce.L4: 6c+ 35 m. Tiro chiave. Diritti per 3 spit (6c) poi a sinistra senza protezione sino a un chiodo difficil-mente visibile alla base di un diedrino sporco. Da qui girare lo spigolo (orizzontalmente) rinviando lunghissimo, e superare un diedrino bianco. Sosta al suo termine su uno spit e un chiodo. Questo è il per-corso originale. Tiro impegnativo, eventualmente utili 2 chiodi nel tratto di traverso. È pure possibile, dal chiodo, alzarsi diritti nel diedrino (variante Buzzoni-Spandri) sino a un microdado incastrato e con cavetto danneggiato, da cui si esce a sinistra a un chiodo e da questo con altri 5 m. diritti a una sosta su un gradino. Passaggio molto pericoloso. Se dal terzo spit si prose-gue a destra, si rientra sulla Via Bonatti. L5: 6b 30 m. Diedrino poi a destra a una fessura che si segue sino a un chiodo rosso a lama: da questo si doppia uno spigolo strapiombante a destra, uscendo a un chiodo e a una sosta presso un albero secco: 6b obb. Passaggio expo., consigliabile non cadere. L6: 6a 20 m. In traverso orizzontale a prendere un muretto entrando in sosta alla S4 dell’it. seguente.L7: 6c e A2 25 m. Diedro faticoso poi a destra (neces-sari un microdado e un chiodo universale) per un die-drino cieco, seguito da una placca verticale a gocce.L8: 6b 20 m. Placca e diedrino a sinistra.L9: 6a e A2 20 m. Fessura e tettino a mezzaluna da cui si esce a destra.L10: 6b+ 25 m. Placca a destra e vago camino con protezioni lontane. Eventualmente utile qualche mi-crodado. Sosta presso una nicchia.L11: 6b 30 m. A sinistra oltre un muretto aggettante, utile un friend, poi diedrino di uscita alla cresta. Discesa: vedi it. n.1.

6 BREAKDANCEIvano Zanetti, Giovanni Chiaffarelli e Umberto Villotta 1984. RP Marco Ballerini, 1985240 m. (7L)7b (6a+ obb.)/RS1/IIIMateriale: nut, friendUna delle prime vie moderne delle Grigne, bellissi-ma, aerea, spesso atletica e su roccia ottima. Supera lo splendido pilastro di 200 m. che si trova poco a destra della cima del Pilastro Irene, e che costituisce di fatto l’ampio spigolo SW della Medale. Arrampica-ta varia ma in genere fisica con due tiri per marcati strapiombi fessurati. La chiodatura originaria, a spit e chiodi vetusta, è stata integrata con rari resinati, e risulta nel complesso piuttosto corta permettendo di forzare la libera. Soste a resinati. Portare 15 rinvii. Alcuni passaggi risultano un po’ unti. Molto consi-gliabile.

Page 42: LARIO ROCK - Pareti - Grigne, Medale, Valsassina, Orobie, Resegone, Pareti del Lago

76

Nell’autunno del 1968 Tiziano Nardella, noto e forte rocciatore milanese, già esperto della Medale, si risolse ad attaccare una linea di diedri posta nella parte destra della parete; una linea che già da tempo era sotto gli oc-chi degli arrampicatori, e che sembrava poter essere superata senza grande uso di mezzi artificiali. Si sapeva tuttavia che in quella porzione di parete esisteva già una vecchia via d’anteguerra aperta da Serafino Colnaghi, che aveva superato un netto diedro di ottima roccia. Restava dunque il dubbio che l’itinerario fosse già stato tracciato. Nardella, spirito libero e personaggio molto vivace, celebre anche per la sua progressione sempre ricca di grida e in un certo modo rumorosa, riunì altri due compagni molto validi, come l’amico Gianluigi Marini, legato al C.A.I. Melzo, e in quegli anni compagno anche di Giorgio Brianzi, e Carlo

Pedroni, promettente giovane che avrà un grande avvenire alpinistico ma che perirà purtroppo negli anni 80 sul Ca-nale del Cengalo.Il team non affrontò la nuova via con spirito eroico, ma anzi, forse in linea con l’atmosfera di quegli anni, consi-derò l’itinerario come una bella espe-rienza di salita in palestra, vicino alla città e con pochi pericoli oggettivi. Fu approntato tutto il materiale neces-sario, che non era poco, vista anche l’intenzione di salire la via in dicembre, magari bivaccando.Una prima ricognizione portò i tre, in-sieme a Rebuzzini, sino a poco sopra il tetto triangolare, all’altezza della cengia mediana. Qui con sorpresa fu trovato un vecchio chiodo in una fes-sura. Che si trattasse forse della via di Colnaghi? Quest’ultimo fu interpellato qualche giorno dopo, e spiegò l’esatta ubicazione della sua via: il chiodo era suo, ma lo aveva piantato prima di scendere, per le troppe difficoltà del tratto superiore. Era salito molto più a destra per un diedro, raggiungendo la cengia nella sua zona destra e traver-sandola tutta a sinistra sin sotto il muro strapiombante centrale.Accertata la non coincidenza delle vie, il 28 e 29 dicembre Nardella, Marini e Pedroni tornarono in parete decisi a chiudere i conti con l’itinerario. Nel

Corn

a di

Med

ale

- Sto

ria d

i una

via

via Taveggia Medale

Testo di Eugenio Pesci

Gianluigi Marini e Carlo Pedroni nel freddo bivacco di fine dicem-bre durante l’apertura della via Taveggia (foto arch. Marini)

Page 43: LARIO ROCK - Pareti - Grigne, Medale, Valsassina, Orobie, Resegone, Pareti del Lago

77

gelo decembrino, bivaccarono sulle ama-che avvolti in grandi sacchi da bivacco, e il giorno successivo uscirono in cima. Nardel-la, capocordata, utilizzò un chiodo a pres-sione all’inizio del tiro a sinistra del tetto. In seguito i tre aprirono anche una variante, sino a oggi ignota, che aggira il tetto da destra: secondo i ricordi di Marini, vi do-vrebbero essere 4 o 5 chiodi in via.La via apparve subito molto bella e venne immediatamente ripetuta già in gennaio da nomi prestigiosi dell’alpinismo lombardo, amici e compagni dei primi salitori: Ange-lo Pizzocolo (Bufera), Josve Aiazzi e Vasco Taldo; seguiti da Leonardo Cerruti, Romano Palvarini e Andrea Cenerini. L’itinerario fu salito in solitaria da Aldino Anghileri già nel 1970, e vide in seguito un gran numero di altro solitari legati e slegati, anche con al-cuni gravi incidenti. In breve divenne la via più ripetuta della Medale e una delle più note vie di bassa quota nel Nord Italia, non facile, verticale, esposta, ma ben chiodata e nel complesso di difficoltà accessibile a molti rocciatori. Con il passare del tempo soprattutto i diedri della prima parte divennero molto patinati.Gli stessi Nardella e Marini furono poco tempo dopo protagonisti di un’al-tra variante medalesca praticamente ignota fino a oggi: tentarono di forzare la parte alta degli strapiombi della Milano ’68, da poco aperta da Nardella e Ettore Pagani, e salirono alcuni tiri, fin dove fu possibile. Indi abbandona-rono il tentativo che dovrebbe essere rimasto chiodato. Anni dopo Renato Casarotto tentò una variante solitaria sulla medesima linea, rinunciando dopo un tratto. Oggi qui sale la via Rachel e Davide di G. Re Depaolini e compagni: difficile dire se ci sia vicinanza di percorso. Di certo si sa, come ricorda Gianluigi Marini, che avrebbero voluto chiamare la variante “Super ‘69”. Tiziano Nardella è stato un arrampicatore molto noto negli anni 70, soprat-tutto per ripetizioni e aperture di vie notevoli, sull’Aguille Noire al Bianco, nelle Alpi centrali e in Dolomiti, ed ha avuto, sul finire degli anni 60, il merito di dare una scossa all’ambiente della Medale con l’apertura delle due clas-siche Milano ’68 e Taveggia. Negli stessi giorni in cui Nardella e Marini tentavano la Supe ’69, Gogna e Cerruti salivano poco a sinistra nell’apertura dell’altro celebre itine-rario del Medale di quegli anni. È curioso osservare le fotografie di quei giorni, con rocciatori abbigliati in modo serioso e con scarponi rigidissimi, soprattutto se si pensa a quanto accadeva contemporaneamente nel mondo orizzontale, che era in preda a ben altre trasformazioni, che avrebbero poi cambiato in una decina d’anni anche il ve-tusto e paludato ambiente dell’alpinismo.

Dicembre 1968. G. Marini sui tiri finali della Taveggia durante l’aper-

tura della via (foto arch. Marini)

La foto originale con il tracciato fatta dai primi salitori dopo l’apertura

della via nel 1968 (foto arch. Marini)