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Laudario di Cortona 30
1. Venite a laudareVenite a laudare
per amore cantare
lamorosa Vergene Maria!
Mara glorosa, bata
sempre sia molto laudata:
preghiam ke ne siavocata
al tuo filiol, virgo pia!
Pietosa regina sovrana,
conforta la mente ch vana,
grande medicina ke sana,
aiutane per tua cortisia.
Cortese, ke fai grandi doni,
lamor tuo non ci abandoni:
pregnte che tu ne perdoni
tutta la nostra villania.
Villani peccatori semo stati
amando la carne e li peccati;
vidn ke n l mondo engannati:
defendane la tua gran bailia.
Bailia ne dona e potentia,
o madre, de far penitentia:
volemo a te fare obedientia
e stare a la tua signoria.
Signoria kafranchi lo core
la tua, madre damore!
Se l sapesse lo peccatore
a te, donna, retornaria!
Retorni a tua gran fidana
lomo, cum grande sperana
ke tu li farai perdonana
pi kadomandar non saperia.
Sapesse la gente cristiana,
k sconoscente e villana
gustar da te, dole fontana,
damarte pi gran sete avarea.
Avnte per nostra richea,
volnte, sovrana bellea:
ki tua non sente dolcea,
tropp la sua vita ria.
Ria vita dei peccatori
che non pensano nelli lor cori:
de tanto gaudio son fuori
ke lingua contar nol porrea.
Potrebberaver per amana
e tutta sentir delectana
chi ben ti portasse lana
nel cuor, s come dovrea.
Dovrebbe ciascun rifrutare,
per te, tutto l mondo damare,
a te, dole madre, laudare
col pi dole filiol che sia.
Sate a piacere, gloriosa,
ki canta tua lauda amorosa
de farli la mente studiosa
ke ludi ben, nocte e dia.
Dana stella lucente,
letitia de tutta la gente,
tutto l mondo perdente
sena la tua vigoria.
Vigorosa potente beata
per te questa laude cantata:
tu se la nostra avocata,
la pi fedel ke mai sia.2. Laude novellaLaude novella sa cantata
a lalta donna encoronata!
Fresca vergene donella,
primo fior, rosa novella,
tutto l mondo a te sapella;
nella bonor fosti nata.
Fonte se daqqua surgente,
madre de Do vivente:
tu seluce de la gente,
sovra li angeli exaltata.
Tu se verga, tu se fiore,
tu se luna de splendore:
volunt avemo e core
de venir a te, ornata!
Tu se rosa, tu se gillio,
tu portasti el dolce fillio,
per, donna, s menpillio
de laudar te, honorata.
Archa se dumilitade,
vaso dogne sanctitade:
en te venne deitade
dangel foste salutata.
De le vergin se verdore,
de le spose se honore
a tutta gente portamore,
tanto se ingratata.
Nulla lingua p contare
come tu se da laudare:
lo tuo nome fa tremare
Sathans a mille fiata.
Pregot, avocata mia,
ke ne metti en bona via;
questa nostra compania
sate sempre commendata.
Commendnte questa terra,
che la guarde dogne guerra:
ben senganna e tropperra
ki tafende, o bata!3. Ave donna santissimaAve, donna santissima,
regina potentissima!
La vert celestale
colla grata supernale
en te, virgo virginale,
discese benignissima.
La nostra redemptone
prese encarnatone
k sena corruptone
de te, donna sanctissima.
Standal mondo sena l mondo
tutto fo per te iocondo:
lo superno e l profondo,
e laere savissima.
Quasi come la vitrera
quando li rai del sole la fiera
-dentro passa quella spera
k tanto splendidissima-,
stando colle porte kiuse
en te Cristo se renchiuse:
quando de te se deschiuse
permansisti purissima.
Altres per tua munditia
venne l sol de la iustitia
in te, donna di letitia,
s foste preclarissima.
Tu se porta e tu se domo:
di te naqque Diu et homo,
arbore col dole pomo,
ke sempre sta florissima.
Per la tua scentia pura
conservasti la scriptura:
tutta gente sasicura
a te, donna purissima.
Dimandasti per pietana
de li apostoli consolana
a la ta transmutana,
lor compania carissima.
Per kellino eran giti
per lo mondo dispartiti,
per tuo prego fr rediti
davanta te, gaudissima.
Quando tu stavi in orare
s fr facti adunare:
non dov pi dimorare,
regina gentilissima.
Cognoscesti ben per certo
ke lasciavi lo deserto:
su nel cielo, kera aperto,
andasti, dilectissima!
In lor mani ti mutasti:
credo ke tadormentasti,
ad altra vita translasti
sempre mai securissima.
A costume kera usitato
s ebbero collocato
lo suo corpo consecrato
cum pet grandissima.
Sanc Tomasso veramente
non era collor presente:
si venia tostamente
davante a la bellissima.
Quando nel monte venia
vidde la donna ke salia,
li angeli sua compania,
tutta laire plenissima.
Ed elli plange e kiam molto,
de lacreme si lava l volto:
Thesauro ke mi se tolto,
gemma pretosissima!
Gi mai quince non me muto,
si non mi dai del tuo aiuto:
f s ke mi sia creduto,
donna laudabilissima.
La raina s destrenge:
vidde ben ke non sinfigne,
in presente si discinge,
k tanto cortesissima.
Tomasso, questo te ne porta,
colli apostoli ti conforta;
d kio so viva, non so morta:
non fui mai s baldissima!
Ben si move a questo pacto
per contar tutto lo facto,
come areca l grandacatto
di la pi nobilissima.4. Madonna Santa MariaMadonna santa Maria,
merc de noi peccatori!
Faite prego al dole Cristo
ke ne degia perdonare!
Madonna sancta Maria,
che ni mostrata la via,
or escacia ogne resia,
receve ki vol tornare.
Misericordia, patre Deo,
de tutto l peccato meo:
e so quel malvascio reo
ke sempre volsi mal fare.
Peccatori abominati,
pensiam li nostri peccati:
taupinelli, andate al padre,
mettteve n suo judicare!
O taupinella e folle gente,
tornate a Dio omnipotente,
ke ne fece de nente,
ed a lui dovm tornare.
Te ne prego, Ies Cristo,
allegra lo mio cor k tristo
e scampane da quel ministro
ke Lucifer se fa kiamare.
Penetentia, penetentia!
domandla con reverentia:
omgnom pensi la sententia
ke non se dia mai revocare.
Ies Cristo, manda pace:
scmpane da la fornace
la qual gemai altro non face
che i peccatori tormentare.5. Ave Maria gratia plenaAve Maria grata plena,
virgene madre beata!
Ave Maria grata plena,
stella dana, luce serena,
de vita via per cui de pena
la gente liberata!
Grandalegrana cun umeltade
fo, en turbana, in tua bonitade,
quando in posana de la deitade
fosti madre annuntata.
Vergene pura, per cui diviso
fuor de rangura fo l mondo miso,
porta secura del paradiso,
chera Ioseppo sposata.
Dio te mande san Gabrello,
ke taporte l saluto bello,
e annuntie ke de novello
era da Dio madre ordenata.
In Naarth de Galilea
langelo stette ke resplendea;
tua fede l credette quando dicea:
De Dio sirai obumbrata.
Maravegliosa fo n suo parvente
s alta cosa, stella lucente:
dolce resposa desti n presente,
poi ke fosti salutata.
Per tutto l mondo voce save
desti, dicendo: Come sirave
quello chintendo? ben sembra grave:
non sono ad omo contata.
Respose a tanto lalto mesaio
in suo bel canto: Rosa de maio,
Spiritu sancto fie l tuo donaio:
ver in te, dona inorata.
Tu incignerai, et pi che gillio
pura sirai, e dolce filio
parturirai: per te mi nempillio
de quale gratia t donata.
Non dubitare -ch Dio potente
lo p ben fare- lo suo placente
fillio kiamare: enfra la gente
sir Ges; non sie turbata!
Fie figlo degno de lalto Dio,
per lo nsegno ke, Naario,
entra l regno del Signor mio,
ke non finalcuna fiata.
Or guarda bene grande certea
gratia ke venne: k n sua vechiea
l fillio e tene ognalegrea,
Elisabt cognata.
Alor respondisti, bella donella,
poi lo ntendesti, vera novella,
s che dicesti: Io sone quella
dellalto Dio cui sono donata!6. Ave regina gloriosaAve, regina glorosa,
plena dogne consolana!
Ave, pulcra margarita,
splendida luce clarita,
fresca rosa et aulorita,
nostro gaudio et alegrana!
Ave, regina adorata,
virgene madre beata;
poi ke fosti salutata,
madre se de gran pietana.
Ave, scala per la quale
descese la ditade
et prese in te umanitade
per dare segurana.
Ave, relucente stella,
virgene, madre donella:
alor che ti chiamasti ancilla,
fece in te Dio riposana.
Ave, virgo imperale!
Madre se de gran pietade:
tu se quella per la quale
noi semo for di dubitana.
Ave, paradisi porta,
di la quale luce orta:
ki enn-il tuo nome si conforta,
ben saprende a buona amana.
Ave, flore cum bello odore,
fructo cum dole savore,
stella cum grande splendore,
madre de nostra salvana.
Ave, virgo pretosa,
pi de nulla amorosa,
tutta iocunda et gioiosa,
madre de gran delectana.
Ave, madre incoronata,
sovra i cieli exaltata,
da tutti li sancti venerata;
dei peccatori se sperana.
Ave, porto de salute,
ki ben tama tu laiute:
guardane di far cadute,
traici for di dubitana.
Ave, dicelli tuoi amanti
quando ti stanno davanti:
laude cum duli bei canti
cantan cum gran iubilana.7. Da ciel venneDal ciel venne messo novello,
ci fo l angel Gabriello,
nella citt di Galilea
-l vera la gente iudea;
favellavano in lengua ebrea
in cit et in castelloch
chiamata Naarth,
l u la vergene nacque et stette.
Sponsata era a Iosephe
secondo la legge, collanello.
Langel fo messo da Dio,
ben comen et ben finio:
saviamente, sena rio,
annunti lo suo libello:
Ave Maria, gratia plena
Dio ti salvi, stella serena!
Dio con teco che ti mena
enn-el paradiso bello.
Fra le femene se benedecta
pi ke nullaltra ke sia decta:
Spirtu sancto s t electa
per la melior, sena ribello.
Del tuo ventre uscir tal fructo,
ke salvir lo mondo tutto,
unde l diavolo avir corocto,
s parr grande l flagello.
La donna fo tutta turbata
la raina incoronata
et dieisi gran mirata
di quel ke disse Gabriello.
Come fie quel che tu i decto?
Nol credo a torto n a dritto,
e ben ne posso far disdetto:
non cognosco hom, vecchio n fancello.
Langel disse Non temere,
tu se a Dio s a piacere,
altra madre non vole avere
se non voi, con kio favello.
Filiol di lAltissimo fie chiamato,
Ies Cristo in oni lato:
per lui fi l mondo salvato
et tracto de le man del fello.
Tu se regina et elli reie;
virgo Maria, credi a meie:
non avr fine, il dico a teie
lo so regno altissimo e bello.
Elysabth tua cognata
in sua vekiea ngravidata:
non impossibile cosa nata
fare al re Manuello.
Respose la kiara stella:
Io son qui ke so su ancella,
sia secundo la sua favella:
cus mi chiamo et apello!
Questa donna intercedente
agia mer de la gente!
Pregi l padre omnipotente
ke possamo essare con ello.
8. Altissima luceAltissima luce col grande splendore,
in voi, dole amore, agiam consolana.
Ave, regina, pulellamorosa,
stella marina ke non stai nascosa,
luce divina virt gratosa,
bellea formosa: di Dio se semblana!
Templo sacrato, ornato vasello
annuntato da san Gabriello,
Cristo incarnato nel tuo ventre bello,
fructo novello cum gran delectana.
Verginitade a Dio prometteste,
umanitade collui coniungeste,
cum puritade tu s l parturisti,
non cognoscendo carnal delectana.
Fosti radice in cielo plantata,
madre nudrice a Dio disponsata;
imperadrice tu se, deficata,
nostra advocata per ta pietana.
Fresca rivera ornata di fiori,
tu se la spera di tutti colori:
guida la skiera di noi peccatori,
s casavori de tua beninana.
Ave Maria di grata plena,
tu se la via ca vita ci mena;
di tenebria traesti et di pena
la gente terrena kera n gran turbana.
Donna placente ke s foste humana,
fonte surgente sovrogne fontana,
istevi a mente la gente cristiana,
ke non sia vana la nostra sperana.
Humilasti la summa potena
Quando incillasti la tua sapentia;
signorigiasti cum grande excellena
s ci licena di far perdonana.
Vergene pura cum tutta bellea,
sena misura la tua grandea,
nostra natura recasti a frankea,
kera a vilea per molta offesana.
De la dolore ke n te tanta
Lingua n core non p dicer quanta.
Garo doctore di voi, donna, canta,
virgene sancta, cum tutthonorana.
9. Fami cantarFami cantar lamor di la beata,
quella ke de Cristo sta gaudente.
Dami conforto, madre de lamore,
et mette fuoco e fiamba nel mio core:
ki tamasse tanto a tutte lore
kio ne transmortisse spessamente!
Femina glorosa s benigna,
nullaltra se ne trova tanto degna
come se tu, madonna, ci la nsegna
del Creatore altissimo vivente.
Splendente luce dogne mondo
diffin lo cielo di sopra et in profundo,
undogne core sta llegro e iocundo
di quel cnno la mente a Dio intendente,
confortami di te, madonna mia:
et giorno et nocte, a lora de la dia,
come se dole a chiamar, Maria,
ke par ke rimbaldisca tutta gente!
Vergine bella, fior sovrogni rosa,
sena carnal amore se dilectosa:
amata fosti e se sovrogni cosa,
nel paradiso se la pi piacente.
Per voi ne piangon molti sospirando,
kiedendo lo tuo amore van gridando,
levan li occhii in alto amirando:
or ti ci dona, gaudio de la gente.
Cominciamento fosti, madre bella,
di stari casta: virgene donella;
per voi fioresc il mondo et rinovella,
reina sovra li angeli resplendente.
Poma col dole fructu savorita!
Lanima ke tasaggia par smarita,
non cura mai desta presente vita,
per ci ke l tuo savor save sente.
Vergene piena di tutto lamore,
kiusesi n voi la gloria cum dolore;
sospiri s ti mando col mio core
ke tu damor mi facci stare ardente!
Voi ke vivete col carnale amore,
captivi ke dormite in amarore,
non cognoscete Dio nostro signore,
quei ke dol sovra dolor, potente.
Or vi confortate in alegrana,
voi kavete in Dio la gran sperana:
madonna cum Ies, nostra baldana,
tuttor a lo patre sonno presente!
Madre de Cristo piena di scentia,
in voi solao, gioi e sapena.
Per pet ci dona cogoscena,
ke sempre teco sia la nostra mente.
10. O Maria d'omeliaO Maria, domelia
se fontana, fior e grana:
de me aia petana!
Gram reina chi inchina ciascun regno,
s maffina la curina quando segno
i non degno! N core tegno
tuo figura chiare pura,
chogne mal m n oblana.
Rosaulente, splendente, f venire
me fallente, tuo servente, obedire,
cum echire, reverire;
te laudando, honorando,
agia de te consolana!
Chiara spera, gram lumera, d conforto
kio non pra stando nera nel mal porto;
ben morto chi nonn- acorto
de servire: mai saglire
non porr in alegrana!
Rocca forte sena porte, dan socorso,
ch la sorte de la morte vien de corso.
Io sum smorso salchun sorso
di savore dal tuamore
non me viem, mie dola amana!
Gran rugiata candidata, pure necta,
anti nata per beata da Dielecta,
tu maspecta chio remetta,
chio sum ciso mal assiso,
cho non vada n perdana.
Dolaurora fresch et sora, riserena
la memoria ke macor e mal me mena;
la catena menterrena
desto mondo: si l secundo,
mer, damme spreana. Amen.
11. Regina sovranaRegina sovrana de gram petade,
en te, dole madre, agiam reposana!
Stella chiarita, col grande splendore
gente smarita traheste derrore;
reggi la via, s cha tutte lore
reservam leana!
O sole lucente, o aulita rosa,
a tutta gente se madre pietosa;
non perdente ki en te se reposa,
ma sta a gran baldana!
Fructo piacente, col grande splendore,
satia la mente, reempe lo core,
siamota mente, fontana damore,
et agge pietana!
Giardin ornato de fresca verdura,
fosti serrato de forte clausura:
tuo fructo nato non pose natura
ma grande sperana.
Bel gillio dorto, cristallo splendente,
lom chera morto facesti vivente;
se gran conforto a lom penitente,
e dili fermana.
Alta raina de sole amantata,
corona fina de stelle t data;
gratia divina t facta amata,
k t m venerana.
Tu retrovasti el thesauro smaruto,
tu retrovasti lom kera caduto,
quandascoltasti lo dole saluto
cum grande fidana!
Arbor frondosa ke fai dole fructo,
de Cristo se sposa k nostro conducto:
dacci riposo de questo gran lucto,
e donalegrana! Amen.
12. Ave Dei genitrixAve, Dei genitrix,
fontana dalegrana!
Ave, fonte consignata,
de la stirpe David nata,
pi de nullaltra se bata:
avesti n Do verace amana!
Amotti certo veramente
lalto Dio omnipotente,
che per saluto de la gente
suo filiol in te prese baldana.
Var forte natura
quando n te, vergene pura,
lo Signor prese figura
sena carnal delectana .
A Iosp desponsata,
quando fosti salutata
concepisti, fecundata,
lo re k pien de pietana.
Regina vergene del mondo,
lo re cellestial iocondo
portasti nel tuo corpo mondo,
ke ne trasse dogne pesana.
Vergene pura parturisti,
e depoi partu permansisti
vergene, perk credesti
a Gabrel sena fallana!
Tu se columba sena fele,
dole a gustar pi ke mle,
porta de cui Eechiele
disse ke sempre era n clausana.
Donna, de laude se degna,
k portasti lalta nsegna,
lo Salvator ke vivet regna,
per cui sem for de malignana.
13. O Maria Dei cellaO Mara, Dei cella,
sia a noi luce sempiterna!
O Maria savia, damore
s fortamasti Do signore,
ke de te feci sua mascione
allor ke prese albergo n terra.
O Maria, cumfortamasti,
ke lalto Dio asedasti
ke de cielo ad te l chiamasti
s forte te facesti bella!
O Maria, cumtadornasti,
a Dio piacentasutilliasti,
ke sovra i cieli a lui mandasti
per trarer inde nova stella!
O Maria, cum umilitade
venceste la summa citade:
Ierusalm si fa chiamare;
per te vintramo e possedella.
O Maria, virgine madre,
sempre a te voliam dir ave,
perk tu a la Trinidade
aparechiasti nova cella.
O Maria, fresca rosa,
de te fece Dio sua sposa
perk tu fosti gratiosa
dessare pura donella.
O Maria, cui anuntone
san Gabriello, ke lo mandone
Dio deciel e i comandone
te salutar, te, sua sposella.
O Maria, cumrecevesti
lo dole saluto cavesti,
cum gran paura respondesti:
Eccome, kio sum suancella!
O Maria, virgene pura,
porta se del cielo sicura:
ki per te entra non trova mura
n serrame ke lo retegna.
O Maria, cum gran pietade
a voi kiamm cum humilitade,
ke tu ce debia sempraitare
dal nimico, ke non ce prenda.
14. Ave vergene gaudenteAve, vergene gaudente,
madre de lOnnipotente!
Lo Signor per maravegla
de te feice madre e filia,
rosa bamche vermegla
sovrogl altro fiore aulente.
Eravamo n perdimento
per lo nostro fallimento:
tu se via de salvamento,
chiara stella dorente.
Stella se sovra la luna,
pi resplende ke neuna:
in te Cristo, virgo pura,
incarne Dio vivente.
O beata , ke credesti
al messagio ke vedesti,
lo saluto retinesti
colla grata fervente.
Fosti leska et Cristo lamo,
per cui fo difiso Adamo;
perk Eva prese el camo
del freno ke fo talliente,
si dign per noi venire
Ies Cristo, nostro sire:
volle morte sofferire
per recomparar la gente.
Senalchun offensone
s sostenne passone
per trarer di possessione
lo nvidoso serpente.
Quando tu l vedesti morto
nella croce l tuo diporto,
la sperana fo conforto
de te, donna cognoscente.
Quella pena teramara
k l videve stare in ra:
comangnello ke se spara,
stava molto patente.
Quel te fo dolor de parto
k l videvi conficto n quarto.
tutto l sangue li era sparto
de la gran piaga repente.
Quel dolor participasti,
gi mai no labandonasti;
nostra fede confirmasti
perk non fosse perdente.
Le lagrime del tuo pianto
turbar lo mondo tutto quanto:
tenebre fuor facte intanto,
k le luce fuoro spente.
Terra et ere si commosse,
tutta lacqua si riscosse
per temor de le percosse
ke sofrio il Signor potente.
O Maria, virgo pura,
molto fosti forte dura;
non fallasti punto a lora,
perk tanto eri prudente.
Sovrannoi ava facto
lo nimico grandacatto:
tu li desti scacco matto,
tal ke sempre sta dolente.
Benedicta tu, reina,
colla grata divina,
archa piena de doctrina,
dabundanta corrente.
Tu se fede, tu sperana,
da cui viene consolana,
bene, gioia et allegrana,
a chi del tuo dolor sente.
Li rai de la tua lumera
esplendente se smera:
di te sol prende la spera
per ke se relucente.
Honorata se dal padre
di cui tu se filia et madre;
in Trinit sancta quadre,
in sustantia luce ardente.
Tu thesauro, tu richea,
tu virtude, tu larghea,
tu se mperal fortea
per corona resplendente.
O Maria, virgo degna,
priega Cristo ke ne tegna
al suo regno, ne sovegna;
per noi sia entercedente!
Garo canta cum dolore
per te versi cum laudore.
Ssse plena de savore,
cielo e terra fai fluente.
15. O divina virgo floreO divina virgo, flore
aulorita dogne aulore!
Tu se flor che sempre grane,
molta gratia in te permane:
tu portasti l vino e pane,
cio l nostro redemptore.
Ave, vergene benigna,
tu ke sola fosti degna
di portare lalta nsegna
de laltissimo segnore.
Tu es sacra virgo pia,
tu, dulcissima Maria,
tu ke se la dricta via
per venir de salvatione.
Per te Deo nave victoria
de la supernale gloria:
la tua corona imperia
cum Cristo imperadore.
Tante sono li tue virtude,
ki cielo e terra e mare conclude:
tutti so di gratia ignudi,
kiunque de te sie n errore.
Tantabunda per te gratia
ke tuto l cielo se ne solatia;
unque de te non se stiano
langeli di far laudure.
De quel canto gloroso
fanno coro delectoso:
ciascun rendi gaudoso,
speran de lo tuo amore.
Tuttti portan reverentia
cum molta gentet ubidena
a te, donna de potentia,
in cui regna tuttonore
per la tua beatitudine
de lo sempiternal lumine;
o fontana, ke se flumine
de pietade, per amore!
O dolor, de te safina
per la maiest divina,
per la tua santa doctrina,
s reluce l tuo splendore.
Tu se via de viritade,
scala se dumilitade;
de te prese humanitade
Ies, nostro redemptore!
Tu se gloria del paradiso,
sempre parente di viso;
tu (glori a te!) se riso,
tu se rosa cum dolore.
Ave, virgo incoronata,
ave, Dio obumbrata,
ke m ciel seencoronata,
madre dogne peccatore.
16. Salve salve virgo piaSalve, salve, virgo pia,
gemma splendida, Maria!
Or cantiam cum gram dilecto
de lamor nostro perfecto
ke prechi pro nobis Cristo
ke sa nostra lux et via.
Voi kavete n ciel la mente
or cantate dolemente
Cristo, iusta voi presente,
e la vergene Maria!
De quelamor s gioioso
ognon canti gloroso:
ciascun di noi ste amoroso
a servillo tuttavia.
Or cantiamo con alegrana
de la bella nostra amana,
kell nostra consolana:
sempre benedicta sia!
Alta donna glorosa,
madre de Ies pietosa,
del paradiso tu se rosa,
la pi bella ke vi sia.
Pi se bella di stella,
casta filia sovrana,
in lamor fiore grana:
de te fa sua drudiria.
Engratiata fosti in tutto:
de te nacque l dole fructo
kespugnone lamarlucto
de la infernal tenebria.
Regina bella dalegrana,
de noi agia petana:
lasciar volemo ongnaltramana
e servir voi tuttavia.
Ki di te sentimento
non curauro n argento,
s grande lo nflamamento
de servir a tua bailia.
El cor nostro f pensare
di te,dole sospirare;
facte tanto te amare,
nulaltra cosal cor sia!
Ad te, amor, avn cantato;
bella! col santo portato
facci star dal dextro lato:
possiam farte compagnia!
17. Vergene donellaVergene donella da Dio amata,
Katarina martire bata!
Tu fosti bata da fantina,
perk fo n te la grata divina.
Nata fosti in terra alexandrina,
in omgni scenta collaudata.
Filia fo de re e de raina
la beata santa Katerina,
de li erranti gram medicina:
disputando, da lor venerata.
Stando nel palao gratosa,
tutta fosti de Dio amorosa,
cum gran volunt desiderosa,
a Ies dilecto disponsata.
Quel amor te fece iocundare
lo qual prendesti per amare:
per lui sapia spendar e donare,
k de s te fece renfiammata.
Un crudel tiranno pien derrore
per la terra mand el banditore
ke ciascuno venisse a falli honore,
gi non fosse in s longa contrata:
ke venissar a dallo tributo
al suo do kera sordo e muto:
a nullom per se p dare aiuto:
e quest la vert provata!
E lo mperadore sacrificando,
tutta laltra gente sequitando,
la Katerina udio metter lo bando
e mantenente fo maravelliata.
18. Peccatrice nominataPeccatrice, nominata
Madalena, da Dio amata!
Magdalena decta stesti
dal castel nel qual nascesti:
Marta per sorore avesti,
nel Vangelio assai lodata.
Laaro fo tuo fratello,
santo iusto buono e bello,
Cristo am sena ribello,
poi ka lui fosti tornata.
Fosti plena de peccato,
gisti a Cristo re beato:
nel convito l trovato
de Symon, ke t spresciata.
Andasti dentro cum timore,
plangesti cum gram dolore,
basciasti piei cum grandamore
per la gratia ki trovata.
Linte e flum deventato
per lavar lo tuo peccato,
scudo saldo li trovato
de tutto ci ke se acusata:
fonte a te per ben lavare,
padre sancto a perdonare,
amico saldo a disponsare,
ne la vita ki trovata.
19. Cristo natoCristo nato et humanato
per salvar la gente,
kera perduta e descaduta
nel primer parente!
Nato Cristo per fare aquisto
de noi peccatori,
kram partiti e dispartiti
dai suoi servidori,
perk fallenti, e non serventi
ma deservidori,
ramo facti, da cului tracti
k tutor fallente.
Lo fresco gillio, bianco e vermeglo,
nat n questo mondo
per dar conseglo de fugir pillio
de quel gran profundo;
degn venire, per noi soffrire
la morte dannosa,
la qual, gioiosa, era gravosa
noi primeramente.
In Bellm nat l signor beato
de virgine pura:
annuntato, prefigurato
fo da la scriptura;
medatore e redemptore
diricte verace,
re de gran pace, ka ciascun piace
ki vera mente!
Summalegrea, summa fortea,
Crist nato n terra,
summa fortea, per cui se sprea
ben ongnaltra guerra
de lo nimico serpente antiquo,
nostro ingannatore,
de cui valore doni a tuttore
a ki li consente!
20. Gloria 'n cieloGlora n cielo e pace n terra:
nat l nostro salvatore!
Nat Cristo gloroso,
lalto Do maravellioso:
fact hom desideroso
lo benigno creatore!
De la vergene sovrana,
lucente stella dana,
de li erranti tramontana,
puer nato de la fiore.
Pace n terra sia cantata,
gloria n ciel desiderata;
la donella consecrata
parturit l Salvatore!
Nel presepe era beato
quei ke in celo contemplato,
dai santi desiderato
reguardando el suo splendore.
Parturito l cum canto,
pieno de lo Spiritu santo:
de li bracia li fe manto
cum grandissimo fervore.
Poi la madre glorosa,
stella clara e luminosa,
lalto sol, desiderosa,
lactava cum gran dolore.
21. Stella novaStella nuova n fra la gente
kaparuisti novamente!
Stella kaparuisti al mundo
quando nacque l re iocondo,
stetten meo a tutto l mondo
per aluminar la gente.
Le tre Magi labber veduto,
tosto lebber cognosciuto;
diser: Nat lo saluto,
Dio padre omnipotente.
Ciaschedun col suo reame
s lo prese a seguitare
corriccofferte da laudare,
la qual fo moltavenente.
Da la stella se cansaro,
rittarrErode capitaro,
tai novelle li portaro
kel fecer molto dolente.
Dissar: Nat re benigno,
quei k mperio dogne regno:
en ciel n apparito n segno
kell nato veramente.
El re fo, moltadirato,
colli savi contastato:
Da voi me sia tosto insegnato
la ve pote star nasente.
Puosen mente in una via
et in una profetia:
vider ke n Belem nascea
quei kalumina la gente.
22. Plangiamo quel crudel basciarePlangiamo quel crudel basciare
ke fe per ni Do crucare.
Venne Iuda traditore,
bascio li dede gran dolore:
lo qual faciam noi per amore
a li fo signo di penare.
Quel fo signo ai Iuderi:
non cognoscevan suo misteri,
Iuda li feci veri:
per um suo bascio lo fece piliare.
Ad Anna principe el menaro,
inudo nato lo spoliaro,
battirlo forte e s l legaro
et ferlo tutto insanguinare.
Anna s lebbe mandato
a Chyfasso prelato,
quelli kel mand a Pilato
per li pi vituper fare.
Pilato ad Arode el mande,
perk molto el domande,
cerc molto e nol trove,
pi lo fe rapresentare.
23. Ben crudeleBen crudele e spetoso
ki non si move a gran dolore
de la pena del Salvatore,
che di noi fo s amoroso!
Amoroso veramente
fo di noi,cum gran pietana,
poi ke dalto, nnipotente,
discese ad nostra semblana.
Or non fo grande disiana
per noi prender humanitate
et darsi in altrui potestade
quei ke sovrogn poderoso?
Poderoso fe discesa,
chiusamente fe messaggio;
ad quellamoros, appresa
donna di grandumilitaggio;
annuntolle con messaggio
langelo Gabrl beato
e dix: Cristo ordinato
in te, donna, venir rinchiuso.
Rinchiuso questo cum ser,
puo ke dom non ai sabena?
Spirito Santo in te verr
quei k in s ongne potena:
et agia questo per sententia.
Alor disse la dolce polella:
De lalto Dio mi tengancella:
sia de me comi resposo!
Resposo tal, concepeo
Ies Cristo salvatore,
lo qual essa parturio
fuor de pena e de dolore.
In gran vilt chotal segnore
ci venne per noi dare exemplo:
non ci trov magion n templo
ovei potesse aver reposo.
Riposo! Camin et forte
ci trov ciascuna dia!
Picciol fante, i volse morte
dar erode cum fellunia:
Cristo e Ioseppo cum Maria
fuggiero in terra dEgipto,
et canpar per tal respicto
de li mani del niquitoso.
Niquitoso, false reo
trov l popolo iudaico,
predicando l vero Deo.
Ciascun, farisei et laico,
pi for duri kaciaio indnaco
dintendar, quella gente prava!
Quantesso pi miraculava,
ciascun gli era pi invidioso.
Invidiosi miscredenti,
quanto Cristo iniuraste!
Sanicando vostre gente,
suscitando, laccusaste
ad Pilato, et puoi pigliaste,
comparandolo dal traditore,
ke suo ministrere factore,
per tormentarlo, gloroso!
Gloroso, forte pene
vordinar, comirimmenbro,
k nudo ne le catene
vi batter per ongne menbro,
per pi tormenti far, essenbro
dar ad voi et far vergonna.
Et legarva la colona,
empi! e ki non doloroso?
Doloroso flagellando
incoronaro di spina,
viset corpo sanguinando;
di voi fer gran disciplina
cum gran tempesta, cum ruina:
vi fecer la croce portare,
et menarv ad iustitiare
a guisa de ladron omtioso.
Domtios et forte iudicio
fustad morte condempnato,
et messo ad grande supplicio
nella cruce nchiavellato,
daceto e di fel potato,
et cum duo ladroni crucifixo:
inferno l sent enn-abisso
e tutto l mondo tenebroso.
24. De la crudel morte de CristoDe la crudel morte de Cristo
onhom pianga amaramente!
Quandi Iuderi Cristo pilliaro,
dogne parte lo circundaro;
le sue mane strecto legaro
como ladro, villanamente.
Trenta denar fo lo mercato
ke fece Iuda, et fo pagato.
Mellio li fora non essar nato
kaver peccato s duramente!
A la colonna fo, spolato,
per tutto l corpo flagellato,
dogne parte fo nsanguinato
commo falso, amaramente.
Pi l menar a Pilato
e, nel consellio ademandato,
da li Iudr fo condempnato,
de quella falsa ra gente.
Tutti gridaro, ad alta voce:
Moia l falso, moia l veloce!
Sbrigatamente sia posto en croce,
ke non turbi tutta la gente.
Nel so vulto li sputaro,
e la sua barba s la pelaro;
facendo beffe, limputaro
ke Dio s facto, falsamente.
Poi ke n croce fo kiavellato,
da li Iuderi fo designato:
Se tu se Cristo, da Dio mandato,
descende gi securamente!
Lo santo lato sangue menao
et tutti noi recomparao
da lo nemico ke ngannao
per uno pomo s vilemente.
San Iovanni lo vangelisto
quando gurdava suo maiestro,
vedielo n croce: moltera tristo
et doloroso de la mente.
Li soi compagni labandonaro,
tutti fugiero e lui lasciaro,
stando tormento forte et amaro
de lo suo corpo, per la gente.
Moltera trista sancta Maria
quando l suo filglio en croce vedea,
cum gran dolore forte piangeva,
dicendo: Trista, lassa, dolente!
25. Dami conforto DioDami conforto, Do et alegrana,
et carit perfecta et amorana!
Dami conforto, Do, et ardore:
a caritade lega lo mio core,
ke non mi sia vetato lo tuo amore;
in me non possa nulla ria indignana.
Dami letitia, gaudio et diporto,
enn-el mio core d pianto di conforto,
ko suspiri et canti et stia s docto,
ko non perda la tua finamana.
O grande bene, dilecto di lamanti,
solao, gaudio et dolcea dei sancti,
ke fai li cenni tali et li senblanti,
di tutto l mondo fai far rifiutana.
O grande bene di quello di paradiso,
ralumina l mio cor del tuo bel viso,
ke me ne stia la mente e l core aceso:
dami saglita dogni altra delectana.
Rammentame la pena ke portasti,
amor, e quando a la croce andasti,
fusti battuto et tutto ensanguinasti,
im lasso, de tal dolorana!
Fosti battuto e spoliato e skirnito,
e daIudei fortemente colpito,
e duna lancia enn-el cor ferito,
e per invidia fuo tal arogantia.
Piangete meco, sponse inamorate,
voi ke vivete caste adoctrinate:
venite, amanti et virgine beate;
di Cristo faciam gaudio et iubilana!
E fuoco et fianba stia nel nostro core:
renfreskese la rosa collamore,
et lo Spiritu sancto parli n noi,
e l Padre ne confirmi per pietana. Amen.
26. Onne homo ad alta voceOnne homo ad alta voce
laudi la verace croce!
Quanto digna da laudare
core no lo p pensare,
lengua no lo p contare,
la verace sancta croce!
Questo legno pretoso
di legno virtoso:
lo nimico confuso
per la fora de la croce.
Poi ke Cristo fo pillato,
strectamente fo ligato,
dogne parte fo tormentato
e donato a la croce.
Ies Cristo redemptore
come falso bufadore,
come latro e traditore,
fo donato a la croce.
Le sue membra delicate
fuoro stese e tirate,
tutti quante insanguinate
e kiavato in su la croce.
San Iovanni evangelista
lo suo core multo era tristo,
quando vidde l suo maiestro
stare innudo in sulla croce.
La sua madre dolente,
multo trista la sua mente:
piange e dole amaramente,
stando a piede de la croce.
La sua madre cum dolore
kiama e dice Dole amore,
im, fillio e signore,
perk fosti posto in cruce?
La sua madre dice: O fillio
aulorito pi ke gillio,
perk fo questo consillio
ke morisse nella croce?
Dice Cristo: O madre mia,
quest lobediena mia,
ke se compia in questa dia
k o moia nella croce.
Lo suo fillio la favella:
Or si compie questa guerra;
lo nimico dato in terra
per la fora de la croce!
Questo disse Ysaia
in sua vera prophetia:
Come agnello si tondea,
et poniasinn-ella croce.
Questo pianse Yeremia
quando kiamava e dicea:
Voi candate per la via,
vedete la pena de la croce.
Kiama e piange duramente,
e a Cristo ti converte:
per te sta a bracia aperte
su nel legno de la croce!
Ies Cristo, la fraterna,
tu la cresce e la governa;
de la gloria sempiterna
per la virt de la croce.
27. Iesu Cristo gloriosoIes Cristo gloroso,
a te sia laude e echimento,
k, per ni, surreximento
facesti, victoroso!
Victoroso, el tero die
facesti surreximento.
Per unger le tre Marie
lo to corpo, al monimento
andar, cum pretosunguento.
Langel dixe: Nonn- quie:
in Galilea, k surrexio,
vi preceder gratoso.
Gratos essendo n via
apparbe a la Magdalena:
nellorto dixe: Maria!
Poi raparbe inn-altra mena.
A tutti schiar la serena
che i pei non se lass toccare:
Gitad li apostoli contare:
dandar a lor so desoso.
Desose lor contaro
ci ke Cristo dectavea:
lo lor decto desprearo,
crediano fosse fantasia.
Poi raparbe n quella dia.
A duo discipuli fe cena
al castello dEmau: apena
lavisar, lo fo ascoso.
Ascoso lui, recordarse
ci ke ro dixe al camino,
quando collui adunarse
parendo lor pelegrino.
Disser: Bem fo l summo divino!
A li apostoli fer conto:
anco non credetter punto.
De ci ognunn-era pensoso.
Pensosi fra lor essendo,
lapparbe l Signor verace;
dixe: Non andate temendo
de me, kio non so fallace!
Sempre aviate in fra voi pace
et cercate le kiavadure,
ke le mente aviate pure:
di me ognom sia coposo!
Coposo si partio,
pesc et prima mangiato.
Thom non vera, poi redio;
el convenente i fo contato.
Si no i metto li mani l lato,
dixe, non ne sar credente.
Poi raparbe solamente
per lui kera s dubitoso:
Dubitoso e incredulo, viene!
viene cerca le mie ferute;
non sia ncredulo ma fedele
mai per cose non vedute,
k magiur merito e virtude
de credar quello k absente
ke de quello k presente;
e n ciel ne fi pi gaudioso.
28. Laudiamo la resurrectioneLaudamo la resurrectone
e la mirabile ascensione
di Ies Cristo, filiol de dio,
chal suo padre se ne go,
e n cotal d en ciel salo:
san Marco l dice in so sermone.
Poi gente dice a li suoi frati,
li apostoli sanctificati:
nella fede fur confirmati!
Alora l disse e comandone:
Per tutto l mondo ve nandate,
el mio evangelio predicate
e nel mio nome baptiate
con grande benedictione.
E non debiate aver paura:
predicate ad ogne creatura.
Ki crede et avr paura
avir salvatone;
ki non creder sir perduto,
condempnato e battuto:
mai non avir l mio aiuto
e andr perditone.
Nel mio nome resuscitate
morti, e i leprosi mundate,
e linfermi s curate,
sanando le lor persone.
Ki creder non sir vano:
a cui voi porrete manu,
sempre sir salvo e sano,
et avir bon guidardone.
La vostra f non se remova:
avarete lingua nuova,
ongnomo perdar la prova,
ki far offensone.
Io vi darabo rikki doni:
sirete miei testimoni,
caciarete le demoni
ke danno temptatone.
Tollarete li serpenti
e veneno enfra le gente:
salvi fien li miei credenti
ke del peccat n pertiscione.
Li angeli comenciano a dire
ke portarno l gran savere
(Ies Cristo, nostro sire!)
l uv la sua mascione:
Voi de Galilea, or guardate
in cielo? cotal maravilliate?
Ies Cristo ne val suo padre,
ed nostra redemptione!
Al lato dritto del suo padre
sasedde lumanitade
insieme colla deitade,
Dio et homo, ogni stascione.
In terra rimasi la gloriosa,
la vergine madre pretiosa,
sancta Maria petosa,
k nostra consolatione.
Li apostoli poi nandaro,
per tutto l mondo predicaro:
la vita eterna e l regno caro
Dio ne dea per guidardone! Amen.
29. Spiritu sancto dole amoreSpiritu sancto, dole amore,
tu se nostro guidatore!
LoSpiritu sancto foco ardente:
lo cor alumina e la mente,
chelli lalto amor potente
lo qual passa omgne dolore.
Li apostoli ne fuor ripieni,
discipoli di Cristo veri:
per fuor forti e fedeli
e tutte entesaro le scripture.
Nullomo puote bene amare
se n peccato vole stare,
lo Spiritu sancto l per male:
daralli pena e dolore.
Gettarl nella fornace
l uve son lardente brasce
e lenfernal foco penace
ke semprarde l peccatore,
due son li mal carbone
kabruscian li peccatori:
et ivi son li acusatori
ke don spavento a tutte lore.
Spiritu sancto benedecto,
guardane de questo decto
et menane al dolce Cristo
lo qual nostro redemptore.
O beata Trinidade,
o divina Maiestade,
per la tua gran pietade,
rempiene del tuo amore!
Lo mondo falso e desliale,
Sathans ne fa far male,
lo corpo ne vole ngannare:
e tu naiuta, Creatore!
30. Spirito sancto gloriosoSpirito sancto gloroso,
sovra noi sia gratoso!
Ke con gran dolore venisti,
la pentecoste tu conpisti,
li discipuli rinpisti
del tuo amore gaudoso.
Colla tua virt potente
del gran sono ke fo repente
lo splendore venne ardente,
ke fo molto puroso.
A llor si fo a tutto aperto:
omni lingua parl certo,
k lo Spirtu con coverto
ciascun fece coposo.
Tutto l mondo s renfresca
lengua hebrea e francesca
et latina e gregesca:
ognomo era timoroso!
Tutta gente sasutillia
de la grande maravillia,
k ciascuno sasimillia
suo linguagio proproso.
Laudiam Cristo veramente:
lalto Padre omnipotente
d lo Spiritu fervente
ke fo tanto delectoso!
Tu, Spiritu parclito,
tu ni d pace et hbito,
ci ke ti sia plcito
al tuo regno spatoso.
Gi nullomo stia turbato:
Ies Cristi sia laudato,
sempre sia glorificato,
k m dole et amoroso.
De lumanit del servo
tu prendesti carne e nervo:
comma la fontana l cervo
venisti desideroso.
Di nui ti prenda pietade:
tu, signor dumilitade,
per la tua benignitade
sempre se di noi geloso;
ke donasti pace al mondo,
tu, signor fresch e iocondo,
tu ne guarda nel profundo
di quel luogo tenebroso.
L uve nulla luce
ogni reo vi si conduce,
ki vi cade tutto cuoce,
gi mai non star otioso.
Al tuo regno ne conduca
san Matheo, Marco et Luca,
san Iohanni, quei k duca,
ke per te virtoso,
ke possiam teco regnare,
colli sancti te laudare,
et veder glorificare
lomo k mo ruinoso.
gioia ke sempre grana
la ncarnatone humana
per la vergene sovrana,
di ke sempre sta gioioso.
La divinitade pura
prese, homo, in te natura:
nostra fede non si scura
perk se s petoso.
Cristo, non ti sia disdegno
perch tu se nostro pegno;
danne parte del tuo regno,
di quel fructo savoroso,
di quel cibo spiritale
ke sir sempiternale,
vivo pane sustantiale
cum dole aulor pretoso.
Tutti i sancti fai gaudere,
cum tanto amor permanere,
k ciascun l suo volere:
di nullo ben invidoso.
Multo fanno gran laudore,
tanto i tene in grandhonore,
come ricco cratore
donni ben delitoso.
Li angeli cantan: Gloria,
Ies, dole memoria,
Spiritu de victoria,
terribile et abundoso!
Tu, dolore cum dolea,
tu, suave cum piagea,
tu, potente per fortea,
come signor poderoso.
Garo de la gran sperana
a te, Cristo, per pietana:
tu ni facti a tua sembiana:
prego ke ne dea riposo.
31. Spirito sancto da servireSpirito sancto, d servire,
dannal core de te sentire!
Spiritu di veritade
e fontana di bonitade,
per la ta benignitade
la ta va ne f seguire.
Spiritu de petade,
flamma ardente et caritade,
ben p stare in securitade
ki a te vole obidire.
De lalto dio se donamento,
fonte viva et ungemento;
spiritu dentendimento,
tu ne degi mantenere!
Spiritu consilliadore,
dogne veritade se doctore;
ki te lauda cum bon core
ma non porrea perire.
Spiritu del sancto timore,
ke converti ei peccatori,
tu se casto e dole amore
pi ke lingua non p dire.
Spiritu de sapena,
de fortea e de scena,
la tua compagnia k m presena
tu la degi mantenere!
Ei profeti amaistrasti
et la vergene obunbrasti:
tutta la santificasti
enn-el tuo sancto venire.
Tu mostrasti a san Francesco
el seraphin crucifixo,
le piaghe di Ies Cristo
in lui facesti reflorire.
Li discipuli mundasti,
confortasti et infiambasti,
le lor lingue tu mutasti
per ogne lingua savere.
Lanima ke te sente
ben p stare alegramente:
di te amar non se pente,
per cui pensa ben finire.
De li iusti se dolore,
patre de li peccatori;
lanime fai sancte et pure,
et a gloria pervenire.
32. Alta trinit beataAlta trinit beata,
da noi sempre si adorata!
Trinitade glorosa,
unit maravilliosa,
tu se manna savorosa
a tutor desiderata.
Da voi, maiestadeterna,
deitade sempiterna,
la citade k superna
kiaramente luminata.
Noi credem sena fallana,
fermamente, cum sperana,
tre persone, una sustantia,
da li sancti venerata.
Li animali oculati
kevangelisti som chiamati
laudan lalta potestate
cum la voce concordata.
Abram en trinitade
intese la deitade:
li angeli li for mostrati
en figura humanata.
Quando vidde tre figure
ador un creatore,
e mperci da te, Segnore,
la so f fo confirmata.
En tutte le crature
s reluce l tuo splendore
(come dicon le scripture
et verit provata):
La potena in creando,
sapiena in ordinando,
bonit in gubernando,
ogne cosa in tutta fiata.
Tu, padre celestale,
per lor guardar dogne male,
el filiolo a te uguale
mandasta la gente insanata.
Nella Vergene descese,
stect ellei nove mese,
pura carne di lei prese,
per noi molto tormentata.
Spiritu sancto, amor iocundo
ke rempisti tutto l mondo,
tu ne guarda dal profundo
et perdona li peccata!
Ki te ama crede sempre
tutto l mondo per nente:
alte fort la sua mente,
pi ke rocca n fidata.
O verace Trinitade,
f per la ta pietade,
ke nostra humilitade
en vita eterna si exaltata.
33. Troppo perde 'l tempoTroppo perde l tempo ki ben non tama,
dolamor, Ies, sovrognamore!
Amor, ki tama non sta otoso,
tanto li par dole te gustare,
ma tuttasor vive desideroso
come te possa strecto pi amare,
ke tanto sta per te lo cor gioioso;
ki nol sentisse nol saprie parlare
quant dola gustar lo tuo savore.
Savor cui non si trova similliana;
o lasso! Lo mio cor poco tasaggia.
Nullaltra cosa non m consolana
Se tutto l mondo avesse, e te non agio.
O dulamor, Ies, in cui sperana,
tu regi l mio cor, ke da te non caggia
ma sempre pi ristringa l tuo dolore.
Dolor ke tolli fora ad ogni amaro
Et ogni cosa muti in tua dolcea,
questo sanno li sancti ke l provaro,
ke fciaro dole morte in amaria;
ma confortolli el dole latovare
di te, Ies, k vnsarognasprea,
tanto fosti save in li lor cori.
Cor che te non sente, ben po star tristo,
Ies, letitia et gaudio de la gente:
solao non potessar sena Cristo!
Taupino cheu non tamo ben fervente!
Ki far potesse totto ogni altro aquisto,
et te non agia, di tutt perdente,
et sena te sirebbe in amarore.
Amaro in nullo core puote stare,
cui tua dolcea dona condimento:
ma tuo savor, Ies, non po gustare
ki lassa te per altro intendemento.
Non sa n pu lo cor terreno amare
s gran celestial delectamento:
non vede lume, Cristo, in tuo splendore.
Splendor ke doni a tutto l mondo luce,
Amor-Ies, de li angeli bellea,
cielo et terra per te se conduce
et splende in tutte cose tuo fortea:
ognunque creatura a te saduce,
ma solo l peccatore l tuo amor sprea
et partise da te, suo creatore.
Creatura humana, scognoscente
sovrognaltra terrena creatura,
comme ti puoi partir s per nente
dal to factor, cui tu se creatura?
Ei ke ti chiama cus amorosamente
che torni a lui, ma tu pur li stai dura
et non i cura del tuo salvatore!
Salvatore ke de la vergene nascesti,
del tuo amor darne non ti sia desdegno,
k gran segno damor alor ci desti,
quando per noi pendesti en sullo legno.
Nelle tue sancte magne ci descrivisti,
per noi salvare et darci lo tuo regno:
lege la tua scriptura, buon scriptore.
Scripti sul sancto libro de la vita
Per tua piet, Ies, ne representa:
la tua scriptura i non sia fallita
e l nome ke portam de te non menta.
La nostra mente fa di te condita,
dulcissimo Ies, s ke te senta
et strictamente tami con ardore.
Ardore ke consumi ogni freddura
e purghi et illumini la mente,
ognaltra cosa fai parer obscura
la qual non vede te presentemente:
et gi mai altro teco amar non cura,
per non cessar lamor da te nente
et non ratemparal dal tuo calore.
Calor, s fai lanima languire
et struggere lo cor de te inflammato,
ke non lingua ke l potesse dire
n cor pensare, se noll provato!
Om lasso, fammete sentire;
riscalda lo mio cor di te, gelato,
ke non consumi in tanto freddore.
Freddi peccatori, el grande fuoco
nello inferno v aparechiato,
se questo breve tempo, k s poco,
damor lo vostro cor non scaldato:
per ciascun si studi in onni luogo
damor di Cristo essar abraciato
e confortato del suave odore.
Odor ke trapassi ognaulimento,
Ies, ki ben non tama fa gran torto!
Chi non sente el tu odoramento
od illi puulente od illi morto!
E fiume vivo del delectamento,
ke lavi ogni fetore et dai conforto,
et fai tornare lo morto in suo vigore!
Vigorosamente li amorosi
no quella via en tanta dolcea,
gustando quelli morselli savorosi
ke dona Cristo a quelli kno sua contea,
ke tanto sono suave e delectosi;
ki bene lasagia tutto lo mondo desprea
e quasi en terra perde suo sentore.
Sentimoni, o pigri, o negligenti,
bastane el tempo cagiamo perduto!
Oim lasso, quanto siamo stati sconoscente,
cal pi cortese non aviamo servito:
cului ke ce enpromette celestiale presente
a cui linpromette gi nol falluto
e ki li ama li stane buono servidore.
Servire a te, Ies miamoroso,
pi che nullaltro delecto,
gemai el core non trova altro riposo
si non se en te, Ies, amor perfecto,
ke de li tuoi servi se consolatore.
Consolare non po terrena cosa
lanima k facta a tua semblana:
pi ke tutto l mondo pretosa
e nobile sopra ogni altra sustantia;
e solo tu, Ies, li poi dare posa
e rimpiere sa bastana,
emperci ke tu se solo suo maiure.
Maiure engano non me pare ke sia
ke de volere ke non se trova,
como lanima k fuore de la via
crede ke l mondo lempia e fare ne vole lege nova,
ma non potessare k l mond minore.
Minorare se vole el core villano,
ke del mondo se kiama contento,
volere te, Ies, amore sovrano,
cambiare eello entendemento:
ma se lo suo palato fosse sano
a gustare s a gran delectamento,
sovrognaltro sireste lo meglore.
Meglore cosa de te, Amor-Ies,
en-ella mente non po desiderare;
emperci dovarebe el core lais
con teco sempre colla mente conversare
e onni creatura de qua gi
per lo tuo amore niente reputare,
e solo te pensare, dolce Segnore!
Signore, ki te vole dare la mente pura,
non te dea dare altra compagnia:
spesse fade per la troppo cura
la mente da te se desvaga e si disvia.
Dolce a amar la cratura,
ma l creatore pi dolc ke mai sia:
perci se dea temer cum gran tremore.
Tremore e gilosia porta la mente,
ki ben tama e, mperci ke non te spiacia,
partese da tutta laltra gente
e solo te, Ies, el core abracia:
onni creatura per nente
enverso la bellea de tua faccia,
tu ke dogne bellea se factore.
Fame solo tu, Ies, perpensare
ed ognaltro pensiero dal mio core scacia:
en tutto questo mondo io non posso trovare
creatura ke me satisfacia.
O dulce Iesu, famme te amare
e doname gratia ke l mio amore te piacia,
tu ke dogne gratia se datore.
Dame tanto amor, Iesu, de te ke me basti
ad amare quanto io so tenuto
per lo grande preo ke per me pagasti:
per me da voi sa reconusciuto!
O dulce creatore, quanto mobligasti
ad amare pi keo non potuto
n posso, sena voi confortatore!
Conforta lo mio core ke per te languesce,
ke sena te non vole altro conforto.
Oim lasso, pi degiuno endebelesce:
el core ke tu non pasci el vive morto,
ma se de lo tuo amore asagia, revivisce;
ed ore me aiuta, amore, en questo porto,
tu ke se sopra ogne altro aitatore.
Atame, amore, che non perisca,
amore dolce, k per amore io tadomando!
Pregote ke l tuo amore non me fallesca,
receve li miei suspiri ke io te mando:
se tu voli ke io per te languesca,
fa ke me piacia: kio vollio morire amando
per lo tuo amore, o dolce redemptore.
Redemptore, questo mio volere:
damarte e de servire quanto io potesse;
o dulce Cristo, debiate piacere
ke l mio core del tuo amore sempisse:
quella ora fallame vedere
ke tu, Ies, el mio core tegnesse
e de me fosse cibo pascitore.
Pasceme, o pane celestale,
e dognaltra cosa fame enfastidire;
o cibo de vita sempreternale,
ki ben tasaggia, maio non po morire:
famme questo dono spetale
ki de te, Ies, possa sentire,
et per pietana, o largo donatore,
doname del tuo amore desiderato!
Del tuo dolce amore famene asagiare:
de sopra ogne altro cibo delicato,
de tutto l mondo vollio degiunare!
La lengua ke lasaggia, in lo palato
lacte et melle fai distillare
e renovare la mente cum fervore.
Fervente amore li da, Ies,
ki canta l decto de s grande altea:
effine ke vive in terra de qua gi,
tu regi la sua vita en gran nectea;
solao li da de te, Ies,
e poi li doni gioia de la tua contea,
e regna teco tutte lore.
34. Stomme allegro et latiosoStomme allegro et latioso
questo mondo delectando,
ma l iudicio rimenbrando
sto dolente e pauroso.
Puroso di fallana
questo mondo pien derrore,
Signor, faite penitentia,
k saproccia l granderrore
ke l nimico ar l valore:
ci fie a la fine del mondo,
ke ciascun sir remondo
desto dilecto fetoroso.
Fetoso foco et martirio
gi de lonferno salir,
un altro del purgatorio,
lo tero da ciel verr:
lo primo li dampnati ardar,
laltro purgar ki fie salvato,
et per lo tero fie purgato
tutto l mondo luminoso.
Luminosi splendenti
angeli dal ciel verranno,
le corpora de le gente
tutte quante rifaranno:
altri cum tube sonando
diranno ai morti: Surrexite!
dinani al iudice venite,
a render rascion dognotioso!
Osamente suscitati
seranno quasi inn-um momento:
in duo parti runati,
per audir lo parlamento:
quei candranno a dannamento
staran in terra a man sinistra,
li iusti staranno a dextra,
cum timor maravellioso.
Maravellioso con fervena
quando verr a iudicare,
con angelica sequena
Cristo star in su nellaire:
non fie s iusto ke tremare
non facia, quando dar sententia:
ki no li avar factubidientia
duvrar ben essare timoroso.
Timorosa petana
la corona fie a vedere,
la croce, i chiovi et la lancia
coi pat gran martire,
laceto e l fele kebbe a bere
che i fo dato colla spongia,
quando in croce fece pugna
per noi, misericordioso!
Misericordioso sir? non gi,
ma sir ciascun meritato
secundo ke servito avar,
l u l bene e l male fie retrovato.
Chiamar quel dal diricto lato:
Del mio padre benedecti,
voi ke sete puri e necti,
venite a regno delitioso!
35. Oim lassoOim lasso e freddo lo mo core,
k non sospiri tanto per amore,
ke tu morisse?
Morire dovaresti, falso, sconoscente,
villano, cieco, pigro e negligente,
ke per amor non vivi fervente
s ke languise.
Languisci ripensando la tua noia
ke de lAmor-Ies t tolta gioia;
prego, cor mo, la mia vita croia
pi non seguisse.
Sguita lamor ke po valere
pi ke tutto l mondo a possedere:
sotlliate, cor mio, a ben videre
or non fallisse.
Fallir, cor mo, spesso te retrovo
se del mio Amor lo desiderio trovo:
stu depensar lui esser, pena provo
or no ndoscisse.
Uscir ne converrea dentra la gente
e restrgnar tutto en-ella mente;
de tuto l mondo non parlare niente
et no nde udisse.
Odi e intende, bel mo core:
acnciate a gaudere de lAmore!
Vorrea ke Deo pensare a tutte lore
maio non fenisse.
Fine pone a la ta sconoscena,
a la tua gran pigritia e negligentia:
vorrea ke de lAmor e obedena
non te partisse.
Prtete da ogne entendemento
ke non te po dar se non perdemento:
faratte stare lAmore de s contento,
se lobedisce.
Obedesce e st aparechiato
al grandAmor-Ies desiderato:
se viene, non sia pi da te caciato,
e non fugisse.
Fuge, cor mo, ke se messo en cacia;
la carne e l mondo e l diavolo te menaccia:
ma porgete lAmor-Ies li braccia,
ke non perisse.
Perire potaresti si non se defeso,
dal grande Amor-Ies da cui se ateso:
vlte abracciare, e sta en croce desteso,
sa lui venisse.
Vienne, cor mio, andiamone a la croce:
sospira e piange e lassa s grande boce
ke fenda el polmone enfine a la foce,
e transmortisse.
Transmortisci, cuore, e va gridando,
e pure Amore-Amore-Amore amando,
ke no li puramente amato v dolorando
e parturisce!
36. Chi vole lo mondo despreareChi vole lo mondo desprecare
sempre la morte dea pensare!
La morte fera e dura e forte,
runpe mura e passa porte:
ella ne s comune sorte
ke neuno ne p campare.
Tutta gente cum tremore
vive sempre cum gran tremore,
emperci ke son securi
di passar per questo mare.
Papa collo nperadori,
cardinali e gran signori,
iusti e sancti e peccatori
fa la morte ragualliare.
La morte viene come furore,
spogla lomo come ladrone;
satolli et freschi fa degiuni
e la pelle remutare.
Non receve donamente,
le rechee per nente,
amici non vole n parenti
quando viene al separare.
Contra liei non vale forteca,
sapena n belleca,
turre n palaco n grandeca:
tutte le fa abandonare.
A lomo k ricco e bene asciato,
a lusurieri ke mal fo nato,
molto amaro questo dectato,
ki non se vole emendare.
37. Laudar vollio per amoreLaudar vollio per amore
lo primer frate minore!
San Francisco, amor dilecto,
Cristo t nel suo cospecto,
perh ke fosti ben perfecto
e suo diricto servidore.
Tutto el mondo abandonasti,
novellordine plantasti,
pace in terra annuntasti,
como fece el Salvatore!
In tutte cose lo seguisti,
vita dapostoli facesti,
multa gente convertisti
a ludare el suo gran nome.
Tre ordine plantasti:
li minori in prima vocasti,
e puoi li donni reserasti,
li continenti a perfectione.
S fosti pieno de caritade
ke insignavi a lanimali
come dovessaro laudare
lo suo dole creatore.
Tanto fosti amico a Deo
ke le bestie tubidieno:
lucielli in mano a te venieno
a udire lo tuo sermone.
Per lo mondo gisti predicando
et sempre pace anuntando,
fede de Cristo confirmando
et confondendo oni errore.
En Saracinia tu passasti,
senza timore ci predicasti:
lo martirio desiderasti
ferventemente, per ardore.
Martirio esso fa per desiderio
(tanto mortificasti a Deo:
nullo male te sapea reo!)
de patire per lo suo nome.
Del suo amore stavi iocundo,
dispreavi tutto l mondo;
d e nocte andavi a torno
per trovare lo tuo segnore.
Per le selve el ga carendo;
ad alta voce iva dicendo:
O sire, s a te marendo
kio languesco del tuo amore!
Del suo amore tanto languisti,
en croce ellari lo vedesti:
culli suoi signi remanisti,
tanto el portasti in core.
S prendesti Cristo a lamo
ke piaghe en te si renovaro:
ello tuo corpo si trovaro
s como lebbe el Salvatore.
En vita tua santificasti,
molti miraculi mostrasti
quando del mondo trapasasti,
e in cielo naparve grande splendore.
Celi e troni se ne mutaro
per lalti segni ke in te trovaro,
tutta la corte aparechiaro
per te recevar ad onore.
Cristo culli angeli tutti quanti
et la sua madre colli sancti
vnaro per te con doli canti
menartene cum grande honore.
Facesti la corte ralegrare,
dolcissimi versi cantare,
davante a lalta maiestade
reddendo laude cun amore.
38. Sia laudato San FrancescoSa laudato San Francesco,
quelli caparve en croce fixo,
como redemptore.
A Cristo fo configurato:
de le piaghe fo signato
emperci kava portato
scripto in core lu suo amore.
Molti messi avea mandati
la divina maiestade
e le gente predicate,
como dicom le scripture.
Intra quali non fo trovato
nullo privilegato
darme nove coredato,
cavalieri a tantonore.
A la Verna, al monte sancto,
stava l sancto cum gran pianto;
lo qual pianto li torna in canto
el sarapyn consolatore.
Per divino spiramento
folli dato intendimento
de salvar da perdemento
molti keran peccatori.
Quando fo da Dio mandato
San Francesco lo beato,
lo mondo kera entenebrato
recevette gran splendore.
A laude de la Trinitade
lordine tre da lui plantate
per lo mondo delatate
fanno fructo cum aulore.
Li povari frati minori
de Cristo son seguitatori:
de la gente son doctori
predicando sena errore.
Laltre son le pretiose
margarite gratose,
vergeni donne renchiuse
per amor del Salvatore.
E li frati continenti,
coniugati penitenti,
standal mondo santamente
per servire al Creatore.
San Francesco, gloroso
tutto se: desideroso
de dio fosti, coposo,
amoroso cum dolore.
Per la tua virtude sancta
a Dio data tutta quanta,
questa dole lauda canta
di te, Francesco, franco core!
Angelo per puritade,
apostolo per povertade,
martiro per volutade
fosti, per lo grandardore.
Mostr la tua sanctitade
e la pura fidelitade
lucelli da te predicate
stando queti et securi.
Penitentia predicasti,
nova regula portasti,
la passione renovellasti,
clara stella de lalbore.
Molti enferme tu sanasti,
cieki et retracti tu sanasti,
morti pi resuscitasti
danda lor vite vigore.
i n terra e in mare et in onni lato
sancto savere et provato;
lo tuo nome invocato
sanitadogne baldore.
Danne, padre, en donamento
lo to ricordamento,
ke lo nostro intendemento
te seguisca guidatore.
O lucerna, sole et luce,
tu ne governa e ne conduce:
s sia nostro porto et foce
ora, sempre et tutte lore.
39. Ciascun ke fede senteCiascun ke fede sente
vegna laudar sovente
lalto santAntono beato!
Ciascun laudare et amare
lo dea de buon coragio,
k de ben fare s forare
volse n piccolo etagio;
tuttore pensare, formare
coma Dio fare humagio
potesse, dUlisbona
s partese, consuna
la legenda, l unde fo nato.
Lass richea, grandea
kera de grande valore,
e prese asprea ke spreca
vanagloria e baldore:
volse bassea kenvea
de salir a grandaltore.
Per tale via volse gire
ad alto dio servire:
monaco devenne regulato.
Facendo vita compita
di bon facti ordinati,
ebbe audita bandita
ke sette minori frati
de gente onita, fallita
for morti e dicollati
predicando la croce:
udendo quella voce
de martirio fo inamorato.
Fo tale intena partena:
divenne frate minore;
et providena larghena
dessare predicatore
(la miscredena, fallena
confondiero ogne: error
l, in terra pagana!)
de la lege cristiana
in Nazart, per essar tormentato.
Con quello disire compire
mssarse, intraro in nave:
al nostro sire piacere
non fo di lor gir du Ave;
fallo revenire, currire
in Cicilia suave,
aportollo in Romagna
per fare di lui magna
tutta la chiesa, grande chiercato.
Ben fo dirictura e altura
avesse in Dio potena!
Con omilitade pura misura
ebbe grande obediena
damare, dura, osscura,
o per forte astinena,
tenne sempre ocultata
la scena presciata;
s fine ke de predicare fone forato.
Grande lumera e spiera
fone a la gente humana,
cum pura, chiara manera,
di scentia fontana.
Molta rivera
fe s tornare derrori,
grandi et vil, predicando
la gente: archa Testamenti
fo da lapostolico chiamato.
In grande amore di core
Dio lebbe omnipotente,
kel fece doctore, victore
de falso, providente;
e dili kiarore, splendore
de vedere veramente
la somma deitade
nella grande infertade
de la quale pass el glorificato.
Buono commenare sperare
fa laude ella finita,
perseverare fa dare
gioie compiute et gradita.
Possa recreare, formare
de lui ka ben servit,
cio bon compimento
l su, en quello convento,
l uv ciascuno ben meritato!
Sempre alegrana, con dana,
faccia lo Padovano,
k tale orana alegrana
abbe da Dio sovrano,
ke dea possana, guardana
di quello, humili et piano.
Non volse ke fallisse
di ci ke predisse
ke Padua ne starebbe in alto stato.
Preghiam laudando, cantando,
lo sanctissimo Antonio,
da Dio pregando,scusando,
noi tutti perdoni,
et, sempre stando orando
cinpetri quel gran dono,
di paradiso l regno:
s ke ciascun sia degno
esser cullui accompagniato.
Sia glorata, laudata
laltissima maiesta,
ringratata, orrata,
ke del mond podesta,
de la beata, ornata
virgo nato con festa.
Lui, cum grandi humilitana,
dimandiam perdonana,
ke al iudicio siam al diricto lato. Amen.
40. Magdalena degna da laudareMagdalena degna da laudare,
sempre degge Do per noi pregare!
Ben degna dessare laudata
k fe peccatrice nominata:
per servire fo ben meritata,
Ies Cristo volse sequitare.
Con molta humilitate lo seguio
et cum perfecta fede sena rio:
quando Cristo predicare audio,
del suo amore prese ad inflammare.
Lo suo peccato pianse cum dolore
e del mondo volse uscire derrore,
et a Cristo cum verace amore
in sue mani si volse commendare.
Molto despre la sua grandea
per ci ke se vedea in tanta bassea:
lo suo corpo molto lo disprea,
ke non se credea piet trovare.
Simon phariseo fece convito,
a Ies Cristo fece uno grande convito;
ani ke l mangiare fosse compito,
Magdalena andava per cercare
di Cristo, a cui avea lo amore dato;
et tanto lo cerc in ogne lato
ke n casa de Simon labbe trovato:
cum timore prese a dubitare.
Tanta humilitade in liei abunda,
ke a lacrimare prese per vergogna:
quando Cristo a mensa se sogiorna,
derietro selli pose a ngenukiare.
A li piei de Cristo simchine
et molto dolcemente li bascione;
di lagrime tutti li bagne,
colli capelli presele a schiugare.
El phariseo grande invidia avea
di ci ka Magdalena far vedea:
verso quelli ke totto sapea
con falso pensieri credea parlare:
Se questi propheta copioso
di scentia, non siria coitoso:
se sapesse ci c en liei nascoso,
no la dignerebbe di guardare,
se sapesse com peccatrice,
cave dogne vitio in s radice:
poi receve da la meretrice
tutto suo servitio per ben fare!
Cristo lo represe et feli resposo:
Falso pensiero in te nascoso;
ben cognosco et so ke in lei kiuso
volont di bene adoparare.
Duo debitori non possono ubedire
al creditore ke tiene da loro avere:
per pietade volse provedere,
a ciascuno volse perdonare.
Lun dovea cinquanta veramente,
laltro cinquecento veramente:
dimndote, perch se presente:
qual pi degno de lui amare?
Estimo (quello ca me paruto)
non quel ke pi picciolo dono vuto,
ma quelli ke maiure l recevuto,
quelli pi degno de meritare.
Cristo li rispose et fei vedere:
Bene i iudicato cum savere,
perk sa dato men avere
non dea per la fede menemare.
Poi ke nel tuo albergo fui venuto,
non me desti bascio n saluto:
questa rende tutto lo tributo,
de servire non se p satiare.
Lo servire face con amore:
stava dubitosa con tremore;
ave l core afflicto de dolore
k suo tempo seppe mal portare.
Tanto nel fino amore nascosa
ke gi unqua non cura daltra cosa;
sopre quel tesauro si riposa
ke per noi se lass incrociare.
S fo ferma et forte nel suo amore
cave l core apreso de lardore:
Cristo cognoscendo lo suo fervore
con seco la fece ivi magniare,
s ke sua discipula la fece,
comme la scriptura el conta et dice.
Poi rimase apostola in sua vece:
per lo suo vangelio predicare
ben seguio apostolica vita;
in ci fo la sua gratia cumpita:
quella ke de Cristo fo fiurita
con seco la volse compagnare.
La vergene madre pretosa
fo de Madalena s amorosa
ke con seco a guisa de sua sposa
nel suo amore la volse conservare.
Quando Cristo fo passionato,
coli discipoli era raunata:
Maria Magdalena, in quello stato,
Ies Cristo and a visitare.
Magdalena avea seco portato
un onguento delicato:
unse Ies Cristo dogne lato;
Giuda falso prese a mormorare.
Disse: Questo grande perdemento
ke si fa de questo pretiuso unguento:
mellio vendare denari trecento,
et darlo a li povari per loro consolare.
Questo fo l principio e la cascione
perk Iuda fece tradiscione,
et a guisa dun vile schiavone
vendeo Cristo e fecelo tormentare.
Era preso de quello unguento
ke Magdalena fece cum giachimento
che Cristo soffirio per noi tormento
et morio in croce per noi ricomparare.
Puoi ke Cristo fe sepelito,
Magdalena, cavea l cor ferito
del dolore ke Cristo avea patito,
unqua non pota requare.
Colle Marie and a lo sepulcro
ove Ies Cristo era sepulto,
con unguento pretoso molto
per le sue piaghe ugnare et curare.
Quando guardaro verso l monumento,
viddaro langelo chiaro pi kargento,
undellebbaro grande pavento.
Langelo prese a loro favellare:
Di nente gi non dubitate:
Ies Cristo ke voi domandate
suscitat, per certo lo sapiate,
et io so qui per ci denuntiare.
Unde grande conforto a lor fo dato
quando viddaro lo lapide levato,
ci ke langelo dinuntiato,
perk morto lo credean trovare.
Sola se partio la Magdalena,
quella kera del suo amore s piena:
s la strenge cum forte catena
ke l suo core non potea passare.
Del suo amore andavan cercando
et tuttora ga piangendo e lagrimando:
di Ies andava dimandando
kiunque per va potea trovare.
Poi ke Cristo fo resurrexito,
al tero die, s come avete udito,
a la Magdalena fo apparito
in un orto, per liei consolare.
Quando venne el die de lascensione,
Cristo s li fece promissione
de la sua altissima mascione:
in vita eterna sempre dea regnare.
Magdalena si fo dipartita:
sena alcuno retegno de sua vita,
quasi coma guisa di remita
nel deserto and ad abitare.
Longo tempo stecte in gran tormento
al freddo et al caldo et al vento;
gi non li rimasi vestimento:
in pace volse tal pena portare.
Non para creatura humana:
tutta era pilosa commo lana,
et giaca pur en terra piana:
altro albergo gi non fece fare.
Andava pascendo per la landa,
k i non avea altra vivanda:
per misericordia Dio li manda
angelico cibo per gustare,
ch sabbato, da vespero innanti,
per li tempi c sofferto tanti,
li angeli la portavano cum gran canti
a sentire lo dolore gloriare.
Fin a lunid ke l sole nasce
de quello cibo gaudioso pasce:
benedecto Ies, ke noi s lasce
cos dolce fructo savorare!
Molto fo de grande abstinentia
ke trenta anni fece penitenia;
contra li vitii mise sua potena:
nullo in vr liei poter durare.
Ristor la sua correctone
cum ieiunio et oratone:
aquest per asprectone
privilegio, s, de verginitade,
s ke fo ben purificato
in s ogne vitio de peccato:
tutto li era prima perdonato
da cului cui la terra e l mare!
S come da Do fo mandato,
un omo cavea ordene sacrato
(a Dio era renduto et commendato)
trov la Magdalena cus stare.
Sconiuro per te Dio, et s te dico,
si tu se phantasma o nimico,
ke tu te parti et non stea pi con meco,
degime parlare.
Per lo nome de la donna mia
non te vollio dire k o sia:
Maria, femena cum tanta villania,
Magdalena mi solliono kiamare.
Pregote per Dio, ka mi venisti,
ke tu marechi el corpo e l sangue de Cristo,
e l libro de la fede ke credesti
e la stola ke lass la madre.
Sora ma, tu se presal porto
di gustare suave cum diporto,
et io s tareco conforto
ke l tuo core preso a desare.
In suo mano fo confessattanto
et con molte lagrime de pianto,
puo recev il corpo e l sangue sancto;
allor a fine non dia pi demorare.
De la Magdalena pongo fine
k fuore del deserto et de le spine,
nella eternale gloria sena fine,
et per restoro dogne suo penare.
A Verdelai fo l suo corpo portato:
ine fone composto e consacrato.
Ies consenta, k signor beato,
ben finire ki fe questo trovare.
41. L'alto prene archangelo lucenteLalto prene archangelo lucente,
sancto Michl, laudi cascun scente!
Sovente lo laudiamo, et ubidena
ciascun li facia cum gran reverena,
kell ministro de lomnipotena
per lanime recper de la gente.
La gente cristana li commissa
per guardar et condur pace nfra essa,
ma la superbia infra noi s messa
ke l suo contrario venuto a niente.
Nente quasi nel pacificare
tant discordia: vlne perdonare,
per a la fine non por campare
quei ke de pace non sir volente.
Volente sempressendo quel benigno
che in ciel ne combatt col gran maligno,
ke nol segu: de mille n o fo degno
daver honor et glora potente.
Potentemente vit ki servire
vol lalto signor e n pace sofrire,
k dal nimico non lassa laidire
et a la fine lo fa stare gaudente.
Gaudente star p cum gran scigurana
chi n questo mondo pace et consolana:
sancto Michl laita a la bilana.
Folle chi m so peccare sta fervente!
42. Faciamo laude a tutt'i sanctiFaciam laude a tutti sancti
colla vergene maggiure,
de buon core cum dole canti,
per amor del Creatore.
Per amor del Creatore,
cum timor e reverena,
exultando cum baldore
per divina providena,
tutti sancti, per amore,
intendiam, cum excellena,
de far festa a lor pagena
cum grandissimo fervore.
Ferventissimo Segnore,
ke li sancti i rimflammati
et de gloria et donore
tu li i n ciel encoronati,
constituisti, redemptore,
nei perpetui imperati,
vivendo dificati
con teco, alto mperadore.
Re, filiol de grande imperio,
ke regete tutto l mondo
per virt del gram misterio
de lo Spirito iocundo,
a voi s faciam preghero
ke mandiate pace al mondo
entra la gente cristiana,
ke non viva in tanto errore.
Tutta gente dican ave!
a la Vergene dei sancti,
kelle ingemgnosa kiav
ke li serra tutti quanti;
ell porto lor save,
ell stella de lirranti:
tutta la celestial corte
la resguarda tutte lore.
43. San Iovanni al mond' natoSan Iovanni al mond nato:
ognom laudi Dio petoso!
Do, per sua gran cortesia,
Gabrl cum prophetia
mand a san acharia
kavarea filiol gratioso.
Vechio, vechia mogle avea:
Elisabt non dovea
aver filiol dei: potea
per natura esser doloroso.
Dubit, fo facto muto,
en-el nascer fo absoluto:
de spiritu sancto empiuto,
perfecto delatoso.
Elisabth ngravidato,
qual sei meisi fe l portato,
poi fo Cristo anuntato
dal quel angel dignitoso.
Encontenente la sovrana
vergene Maria diana
per li monti tostandava:
venal parto coposo.
Per miracol ambe pregne
luna a laltra s vene;
(en corpo avieno li vivensegne!)
cum saluto delectoso.
Quel saluto alor fo tanto
pieno de Spiritu sancto,
ke Ioanni nel suo canto
exult, fo gaudoso!
Prophet la vekiarella
kavea en corpo lalta stella:
Benedicta tu, polella,
piena del sol luminoso!
44. Ogn'om canti novel cantoOgnom canti novel canto
a san Iovanni, aulente fiore.
O Iovanni, frescaurora,
moltera garone alora,
quando Cristo cum gran cura
apostolo te fece e pastore.
O Giovanni, amor dilecto,
Cristo a te se fece lecto
quando li dormisti n sul pecto
nella cena de lamore.
Quando eravate a cena,
de tradimento era mena:
ciascun ava gran pena
de te, ker consoladore;
facesti vita bata
tu, Giovanni, quella fiata,
de quella fonte sacrata,
ke nol poter contar core.
De quel ben ke sempre abunda
traiesti manna iocunda:
come l mar gecta fuor londa,
facesti del grandardore.
S fortemente parlasti
del thesauro ke cercasti,
ke nullom coti pasti
trov de tanto sapore.
Delectoso evangelisto,
ke coral amor fo questo
qual te demosstr Cristo
stando nel crudel dolore!
La verit questo dice:
la sua madre tu la fece;
a li te lass n sua vece
en sulla cena de la morte.
45. Amor dole sena pareAmor dole sena pare
se tu, Cristo, per amare!
Amor sena cominciana
se tu: padre in substana,
in Trinit per amana,
fillio et spiritu regnare.
Tu, amore ke congiungi,
cui pi ami spesso pungi;
omni piaga poi ke lungi
sena unguento fai saldare.
Dolce amore, tu se speme;
ki bene ama sempre teme,
nasce et cresce del tuo seme
ke bon fructo fa granare.
Amor, tu non abandoni
ki tofende: s perdoni,
e di gloria el coroni
ki si sa humilare.
Amor grande, dolce fino,
increato se divino:
tu fi lo saraphyno
di tua gloria inflammare.
Cherubin et li alti chori,
apostoli, gran predicatori,
martiri et confessori,
virgene fai iocundare.
Patrarche et prophete,
tu li traiesti de la rete;
di te, amor, avene gran sete:
mai non si credian satiare!
Or son consolati en tutto
di te, gaudio cum disducto:
tu se canto sena lucto,
cielo e terra fai cantare.
Dolce amore, di te nasce
la sperana como pasce,
unde al peccator tu lasce
petana adimandare.
Poi ke n cielo lo intendi,
tu, cortese ke tarendi,
tu medesmo s te spendi,
ki te vol thesauriare.
Tu, amore, se concordia;
tu se pace, non discordia;
per la tua misericordia
ne venisti a visitare.
Nella croce lo mostrasti
ke per noi tumilasti,
ai nostri mali non guardasti
s te lasciasti conficcare.
Ki de te, amor, ben pensa
gi mai non te far offensa;
tu se frutosa mensa
ov dogne glorare.
Amor dole, tanto name
kal to regno ben ne kiami,
satando dogne fame,
s se dole a gustare.
Amor, pien de caritade,
tu verace maiestade,
in cui una ditade
sempre dovem venerare.
Amor, ben fo digna cosa
ke n tale amana delectosa
dit facesti posa
sovrognaltra donorare.
Quella vergene beata
(poi ke fo inamorata
sempre stecte temorata)
tu la voleste obumbrare.
Amor grande fr misura,
di cui nulla creatura
puote avere in s natura,
di te amar si sa scusare.
Dole amore amoroso
cum dolore savoroso,
di t Garo gaudoso:
sovrognaltro se damare.
46. Benedicti e llaudatiBenedicti ellaudati
sempre sate a tutte lore,
sancti apostoli beati,
servi del nostro signore.
Sancti apostoli, voi laudamo
de bon core nocte et dia,
et a vi racomandamo
tutta nostra conpagnia;
mantenetenen tal via
ke potiam perseverare
a servire ed a laudare
Cristo, nostro redemptore.
Servi foste de Iesu Cristo
e sequiste il suo viagio
perravere quel dolaquisto
lo qual non trova paraggio.
Tutti cum fermo coragio
vo pregam cum reverena
k naitiati a la sententia
ki non nandiamo en quello ardore.
Voi chiamam per avocati
nocte e d ogni stascione,
apostoli glorificati,
pieni de consolatione;
per la sancta passone
ke dal mundo receveste
ella sancta gloria geste
a recevar grandonore.
Nui avemo firma sperana
ke per vostra pregaria
Cristo ne dia riposana
culli sancti in compagnia,
e la virgine Maria
en presente stia cum voi
a pregare Dio per noi
e per ogni peccatore.
Sancto Pietro, Deo t messo
ke possa signorigiare;
lu suo populo t commesso
ki puoi ascioglare e ligare:
or te placia perdonare
tutto l nostro ofendemento
per quello sancto tormento
ke patisti per suo amore.
Per la fede predicare
fusti ella cruce clavato.
Gi non ce volesti stare
commo Cristo, Dio beato;
a lingi fusti voltato
s coffo tuo placemento;
feciarte morire cum tormento
quella gente pien derrore.
Sancto Paulo, sia laudato
che a Deo te convertisti;
da lui fusti illuminato
lora kel sentisti;
a li sue paravole credesti,
comenasti a predicare;
or te piacia lui pregare
k ne dia del suo dolore.
Multa gente convertio
la tua lingua benedicta
e torn a lalto Dio
ed a sua lege diritta.
Quella gente maledicta
per invidia te piglaro,
la tua testa decollaro
cum grandissimo furore.
Te laudamo tutta via,
santAndrea, segnor beato;
benedicta sia la dia
ke da Dio fusti kiamato;
tosto fusti aparekiato,
obedisti il suo comando,
de Lui visti predicando
e mostrando il suo valore.
Dai pagani fusti piglato,
servo de Dio, vera luce,
e da loro fusti ligato
e moristi in sulla cruce.
Ti laudamo ad alta voce
e pregnte umilimente
k per noi devotamente
preghi Cristo salvatore.
Sancto Iacobo benigno,
figlolo de ebedeo,
di virtude ben se degno,
frate del figlolo de Deo;
collo predicare tuo
convertisti multa gente,
apostolo de Dio servente,
de la fede amaistradore.
Per lo tuo amaistramento
li pagani te piglaro;
fra lor feciaro statuto
ed insieme sacordaro;
lu tuo capo te muaro,
s commo scripto se crede,
per te kiamam mercede
k tu sia nostro aitatore.
San Iovanni evangelisto,
te laudamo nocte e dia.
Nostro Segnor Ies Cristo,
quando lla croce pendea,
la sua madre virgo pia
a te la racomandone,
in tua guardia la lassone
k laitasse al suo dolore.
Lo tuo corpo delicato,
iusto, sancto e benigno,
da Lui fo da cielo kiamato
enperci ke nera degno
de recevare quel regno
duv ioco ed alegrana;
or te piacia per pietana
dessar nostro avocatore.
Sancto Tomasso, a Deo sirvisti
nocte d ogni sta