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Faculteit Letteren & Wijsbegeerte Ibe De Zitter L’audiodescrizione del film “Il discorso del Re”: un’analisi contrastiva del manoscritto italiano e del manoscritto francese Masterproef voorgedragen tot het behalen van de graad van Master in het Vertalen 2014 Promotor Dr. Sara Vandewaetere Vakgroep Vertalen Tolken Communicatie

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Faculteit Letteren & Wijsbegeerte

Ibe De Zitter

L’audiodescrizione del film

“Il discorso del Re”:

un’analisi contrastiva del manoscritto

italiano e del manoscritto francese

Masterproef voorgedragen tot het behalen van de graad van

Master in het Vertalen

2014

Promotor Dr. Sara Vandewaetere

Vakgroep Vertalen Tolken Communicatie

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Ringraziamenti

Desidero ringraziare tutti coloro che mi hanno aiutato nella realizzazione della mia tesi.

Ringrazio anzitutto la professoressa Sara Vandewaetere per la sua grande disponibilità, per i

suoi suggerimenti e per le sue critiche ed osservazioni. Grazie alla sua conoscenza e al suo

feedback ho potuto elaborare una tesi su un argomento particolarmente interessante.

Desidero inoltre ringraziare Bernadette Pedaci, una studentessa dell’Università di Trieste, per

avermi mandato il manoscritto italiano dell’audiodescrizione del “discorso del Re”. Mi ha

permesso di risparmiare tempo prezioso.

Un ringraziamento particolare va ai miei genitori per il loro sostegno morale ed economico.

Senza di loro questa tesi non esisterebbe.

Vorrei infine ringraziare il mio amore Pieter, per essermi stato sempre vicino.

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Indice

1 Introduzione .......................................................................................................................... 4

2 Il film “Il discorso del Re” .................................................................................................... 6

2.1 Informazioni ............................................................................................................ 6

2.2 La storia ................................................................................................................... 6

3 Quadro teorico ...................................................................................................................... 7

3.1 Audiodescrizione ..................................................................................................... 7

3.1.1 Definizione ............................................................................................... 7

3.1.2 L’origine e la storia .................................................................................. 8

3.1.3 L’utilità .................................................................................................... 9

3.1.4 Il gruppo destinatario ............................................................................. 10

3.1.5 Varianti .................................................................................................. 12

3.1.6 Il manoscritto ......................................................................................... 12

3.1.6.1 Che cosa viene descritto .......................................................... 12

3.1.6.2 Quando viene inserita l’audiodescrizione ............................... 13

3.1.6.3 Quanto spesso ci vuole audiodescrizione ............................... 14

3.1.7 Eventuali difficoltà ................................................................................. 14

3.1.7.1 I rumori .................................................................................... 14

3.1.7.2 La mancanza di tempo ............................................................ 15

3.1.7.3 Le interpretazioni .................................................................... 16

3.1.7.4 I riferimenti culturali ............................................................... 16

3.1.8 Il rapporto con la traduzione di riferimenti culturali .............................. 16

3.2 L’audiodescrittore ................................................................................................. 17

3.2.1 Capacità necessarie ................................................................................ 17

3.2.2 Le azioni di un audiodescrittore competente ......................................... 18

3.3 Le linee guida ........................................................................................................ 19

3.3.1 L’Europa ................................................................................................. 19

3.3.2 L’Italia .................................................................................................... 21

3.3.3 La Francia ............................................................................................... 22

3.3.4 Elementi da evitare ................................................................................. 23

4 Parte empirica ..................................................................................................................... 25

4.1 Confronto tra l’audiodescrizione italiana e quella francese .................................. 25

4.1.1 Aspetti di contenuto ................................................................................ 25

4.1.1.1 La descrizione dei personaggi ................................................. 26

4.1.1.2 La descrizione dei vestiti ......................................................... 31

4.1.2 Aspetti legati alla gestione dell’audiodescrizione ................................... 38

4.1.2.1 La descrizione di rumori ......................................................... 38

4.1.2.2 La mancanza di tempo ............................................................ 41

4.1.2.3 Interpretazioni ......................................................................... 44

4.1.3 Le linee guida ......................................................................................... 48

4.1.3.1 Le voci che leggono l’audiodescrizione ................................. 49

4.1.3.2 Il linguaggio e il lessico .......................................................... 49

4.1.3.3 I colori ..................................................................................... 51

4.1.3.4 I movimenti della macchina da presa ...................................... 53

5 Conclusione ........................................................................................................................ 55

Bibliografia ............................................................................................................................. 59

Appendice: Il manoscritto italiano ......................................................................................... 61

Il manoscritto francese ....................................................................................... 71

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1 INTRODUZIONE

L’anno scorso tutti gli studenti del Master in Traduzione presso l’Università di Gent hanno

potuto scegliere un corso facoltativo. Ho optato per il corso di traduzione audiovisiva, che

tratta non solamente delle modalità principali, vale a dire la sottotitolazione e il doppiaggio,

ma anche dell’audiodescrizione. Prima di seguire il corso, non avevo nessuna confidenza con

il concetto di audiodescrizione e il tema mi ha subito affascinato, quindi non vedevo l’ora di

approfondire ulteriormente quell’argomento.

Questa tesi è dunque nata dal mio interesse, ma anche dalla mia convinzione che è molto

interessante proprio questo tema dato che l’audiodescrizione costituisce un nuovo campo di

ricerca che diventa sempre più importante. Sta, infatti, aumentando il numero di ricerche

sull’audiodescrizione: alla Facoltà di Lettere e Filosofia presso l’Università di Gent, per

esempio, sono già scritte diverse tesi su questo nuovo campo di ricerca, come quelle da Maes

(2013), Van Acker (2010), Lievens (2011) e Vergote (2011). In tutto sono 19 le ricerche

sull’audiodescrizione fatte presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Gent.

Comunque questa tesi è la prima su questo tema che è stata scritta in italiano.

La domanda centrale di questa ricerca è di indagare l’applicabilità e l’applicazione di alcuni

aspetti dell’audiodescrizione che ricevono attenzione in ricerche e linee guida. Partiamo,

appunto, dalla ricerca già fatta e guardiamo successivamente una pratica concreta, vale a dire

l’audiodescrizione francese e italiana del film “Il discorso del Re”. Vengono esaminate le

differenze fra queste due audiodescrizioni, ma visto che non è possibile confrontare tutti gli

aspetti, sono stati selezionati alcuni fattori che sono particolarmente rilevanti per il film, fra

cui le descrizioni del fisico e dei vestiti dei personaggi, la descrizione dei rumori, la gestione

del tempo, le interpretazioni e il linguaggio usato.

Per ognuno di questi elementi vengono valutate le soluzioni trovate nell’audiodescrizione in

italiano e in francese, anche in confronto alle linee guida e alla letteratura e le ricerche

esistenti sull’audiodescrizione. In questo modo viene valutato se la pratica

dell’audiodescrizione rispetta le idee formulate nelle ricerche sull’audiodescrizione, da un

lato, e se, dall’altro, le ricerche e le linee guida sono già abbastanza sviluppate per poter

fornire metodi e soluzioni concreti all’audiodescrittore.

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La tesi si compone di due grandi parti: la prima parte è dedicata alla teoria mentre la seconda

parte è empirica. Dopo una breve descrizione del film e della storia, viene spiegata nella parte

teorica la definizione di audiodescrizione e si descrivono la storia e l’utilità. Poi entriamo nel

merito del pubblico destinatario e delle varianti dell’audiodescrizione; dopo aver esaminato il

manoscritto ed eventuali difficoltà, vengono illustrate le capacità necessarie di un

audiodescrittore competente e le azioni che esso deve compiere. In seguito discutiamo della

situazione dell’audiodescrizione in Europa ed infine si presentano le linee guida italiane e

francesi utilizzate in questa ricerca e vengono esaminati gli elementi che vanno assolutamente

evitati in un’audiodescrizione.

Nella seconda parte di questa tesi vengono poi illustrati concretamente alcuni elementi della

teoria: si ricercano, infatti, le differenze fra l’audiodescrizione italiana e quella francese

riguardanti le descrizioni dei personaggi e dei loro vestiti. Poi viene esaminato come gli

audiodescrittori hanno risolto eventuali difficoltà causate da rumori che non sono chiari, da

una mancanza di tempo fra i dialoghi e da caratteristiche o emozioni che richiedono

un’interpretazione. Infine viene esaminato se sono seguite le linee guida per quanto riguarda

le voci che leggono l’audiodescrizione, la descrizione di colori, il linguaggio e il lessico e la

descrizione dei movimenti della macchina da presa.

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2 IL FILM “IL DISCORSO DEL RE”

2.1 INFORMAZIONI

“Il discorso del Re” è un film diretto da Tom Hooper (2010) che tratta dal Re Giorgio VI, un

balbuziente che ha, di conseguenza, difficoltà a tenere un discorso per tanta gente.

I ruoli principali vengono interpretati da Colin Firth (il Re Giorgio VI), Helena Bonham

Carter (Elizabeth) e Geoffrey Rush (Lionel Logue).

Il film è basato su una storia realmente accaduta e ha vinto tanti premi, tra i quali il

prestigioso premio del pubblico al Toronto International Film Festival ed i premi Oscar per il

miglior film drammatico, per il miglior attore protagonista (Colin Firth), per il miglior attore

non protagonista (Geoffrey Rush), per la miglior attrice non protagonista (Helena Bonham

Carter), per il miglior regista (Tom Hooper), per la miglior colonna sonora (Alexandre

Desplat) e per il miglior sceneggiatura originale (Davis Seidler). Tutte queste informazioni

sono state trovate su www.cinematografo.it, consultato il 15.05.2014.

2.2 LA STORIA (LA TRAMA PRINCIPALE)

Alberto Giorgio, il cui nomignolo affettivo è Bertie, è il figlio del Re Giorgio V. Visto che è il

principe, deve ogni tanto tenere un discorso, ma è molto difficile per lui perché balbetta. Sua

moglie Elizabeth vuole aiutarlo e lo manda a Lionel Logue, un logopedista caparbio.

All’inizio Bertie non si mostra entusiasta perché ha già consultato, senza successo, tanti

medici per curare il suo disturbo del linguaggio. Comunque Logue ha un approccio

completamente diverso e dopo qualche sessione lui e Bertie diventano amici.

Quando il Re Giorgo V muore, il fratello di Bertie, David, diventa il Re, ma molto

velocemente deve rinunciare al trono, dato che la sua futura moglie è divorziata e dunque non

può essere accettata come la Regina. Di conseguenza Bertie succede il Re, il che gli fa paura

visto il suo disturbo del linguaggio. Si esercita spesso con Logue perché in quanto il Re deve

tenere importanti discorsi.

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Quando l’Inghilterra dichiara la guerra alla Germania, Bertie deve tenere un discorso alla

nazione attraverso la radio. Logue è in grado di calmare Bertie. Lo aiuta facendo gesti ritmici

e il discorso è veramente un successo. Finalmente il Re Giorgio VI è riuscito a tenere un

discorso senza silenzi imbarazzanti.

3 QUADRO TEORICO

3.1 AUDIODESCRIZIONE

3.1.1 Definizione

Veronika Hyks (2005, p. 6), un’audiodescrittore professionale, definisce il concetto della

audiodescrizione come segue:

A precise and succinct aural translation of the visual aspects of a live or filmed

performance, exhibition or sporting event for the benefit of visually impaired and

blind people. The description is interwoven into the silent intervals between

dialogue, sound effect or commentary.1

Silverwood, da parte sua, descrive l’audiodescrizione come “a commentary on scenery,

costume, facial expression, body language and action inserted during the silent intervals of

plays, films and television programmes to give information to blind and visually impaired

people”2 (citato in Hernández-Bartolomé & Mendiluce-Cabrera, 2004).

L’audiodescrittore fa dunque l’esatto contrario di quello che fa un regista: quest’ultimo

comincia, infatti, con un testo e lo trasforma in immagini, mentre nel caso di audiodescrizione

sono le immagini a costituire il punto di partenza.

1 Una traduzione orale precisa e succinta degli aspetti visuali di una rappresentazione filmata o trasmessa dal vivo, di una mostra o di un evento sportivo a beneficio di non vedenti e persone con problemi alla vista. La descrizione è data durante gli intervalli di silenzio fra dialoghi, effetti sonori o commenti. 2 Un commento sulla scenografia, sui costumi, sull’espressione del viso, sul linguaggio del corpo e sull’azione

che viene introdotto durante gli intervalli di silenzio in dramme, film e programmi televisivi con lo scopo di dare informazioni ai non vedenti e alle persone ipovedenti.

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Secondo Gambier (2004), l’audiodescrizione (sia quella intralinguistica che quella

interlinguistica) è una specie di traduzione. Di conseguenza le immagini vengono considerate

“il testo di partenza” e l’audiodescrizione stessa è “il testo d’arrivo”.

L’audiodescrizione è una tecnica recente che rende accessibili non solo film, drammi, mostre

ed eventi sportivi, ma per esempio anche spettacoli di danza e musei. In ogni caso è in genere

ritenuto molto importante che l’audiodescrizione sia quanto più possibile obiettiva. Le

immagini devono essere descritte senza interpretazioni personali, il che potrebbe essere ogni

tanto una vera sfida per l’audiodescrittore.

3.1.2 L’origine e la storia dell’audiodescrizione

Benecke (2004) dice che il fenomeno dell’audiodescrizione esiste da che mondo è mondo:

infatti delle persone che conoscono persone cieche o ipovedenti gli descrivono ogni giorno

quello che succede nel mondo. Comunque l’audiodescrizione come una parte della traduzione

audiovisiva è una disciplina piuttosto recente.

Nella dispensa del corso “Audiovisuele vertaling” (traduzione audiovisiva) presso la Facoltà

di Lettere e Filosofia dell’Università di Gent (Vermeulen, 2014, p. 67) c’è scritto che

l’audiodescrizione in materia della traduzione audiovisiva ha visto la luce negli Stati Uniti:

nel 1981 è stato rappresentato a Washington per la prima volta un dramma con

audiodescrizione, vale a dire l’opera teatrale “Major Barbara” di Bernard Shaw. Per quanto

riguarda l’Europa è il Regno Unito a svolgere il ruolo del precursore nell’ambito

dell’audiodescrizione, probabilmente con il dramma “Robin Hood” nel teatro di Avenham.

Nel 1991 l’indepenent Television Commission (ITC) ha fondato nel Regno Unito il progetto

Audetel-3 in collaborazione con la Royal National Institute of Blind People (RNIB), la British

Broadcasting Corporation (BBC), aziende di software ed organizzazioni europee che si

impegnano per i ciechi. Questo progetto è stato molto importante per lo sviluppo

dell’audiodescrizione in Europa. Sono stati creati degli stili per descrivere diversi tipi di

programmi. Per di più sono state esaminate le tecnologie digitali che dovevano introdurre

l’audiodescrizione per la televisione: Audetel era il primo a testare la trasmissione di

audiodescrizione attraverso un canale audio supplementare per la televisione analoga.

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Oggi diversi paesi europei si impegnano per rendere accessibili sempre più film e programmi

televisivi. Nel Regno Unito, per esempio, il Broadcasting Act (2006) stabilisce che almeno il

dieci percento dei programmi televisivi deve avere una versione con audiodescrizione (in

Lammertyn, 2010, p. 14).

3.1.3 L’utilità

Nella maggior parte delle definizioni di audiodescrizione c’è scritto che il pubblico

destinatario è composto da ciechi e ipovedenti: grazie a questa tecnica, infatti, questi ultimi

sono capaci di seguire un film completo invece di capire solamente quello che viene detto dai

personaggi. Per di più entrano in contatto con alcuni aspetti della loro cultura o di un’altra

cultura visto che vengono descritti dettagli storici e sociali (in Hernàndez-Bartolomé, 2004).

Inoltre l’audiodescrizione è importante per l’integrazione sociale delle persone cieche e

ipovedenti: quando hanno seguito un programma con audiodescrizione, possono parlarne e

discuterne con altri che non hanno problemi visuali senza trovarsi in soggezione, il che è stato

dimostrato da una ricerca di Schmeidler e Kirchner (2001).

Tuttavia l’audiodescrizione non offre solamente vantaggi per le persone cieche e ipovedenti:

può essere interessato anche lo spettatore senza problemi alla vista. Può, per esempio, essere

gradevole ascoltare un film con audiodescrizione nella macchina sotto forma di un CD.

Inoltre multitasking è veramente una parola chiave nella nostra società. Oggi si ha sempre

molto da fare e molto spesso si fanno diverse cose alla volta. Si “guarda” per esempio la

televisione stirando le camicie o leggendo il giornale e di conseguenza è molto utile avere

un’audiodescrizione per poter capire l’essenza del programma televisivo (Vermeulen, 2014).

È chiaro che non sono solo le persone cieche o ipovedenti a formare il gruppo destinatario

dell’audiodescrittore, ci sono tanti altri che possono trarre beneficio di un’audiodescrizione.

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3.1.4 Il gruppo destinatario

L’audiodescrizione rende dunque più accessibili e piacevoli prodotti audiovisivi e visuali per

non vedenti e per persone ipovedenti, ma essi non sono gli unici a formare il gruppo

destinatario: l’audiodescrizione si rivolge ad un pubblico più ampio che vuole ascoltare il film

(Remael, 2013).

Infatti possono essere interessati anche persone senza problemi alla vista. Ciò nonostante le

persone cieche e ipovedenti costituiscono la maggior parte del pubblico destinatario

eterogeneo. È questa la ragione per cui Remael chiama questo gruppo il “focus group”, il

gruppo su cui viene focalizzata l’attenzione.

Il “focus group” non è solo composto da persone che sono cieche dalla nascita, ma anche da

persone che sono diventate cieche, da ipovedenti e da persone la cui cecità viene causata dalla

vecchiaia. Questi ultimi stanno diventando un gruppo sempre più grande.

Oltre al “focus group” il gruppo destinatario comprende tra l’altro bambini con ADHD,

persone con un ritardo mentale, persone che soffrono della malattia di Alzheimer, ricercatori,

emigrati che stanno imparando una nuova lingua, giovani bambini che stanno acquistando la

loro madrelingua, anziani che non sono più in grado di seguire un programma senza ulteriori

spiegazioni e persone senza problemi che fanno altre cose mentre guardano la televisione,

come spiegato qui sopra.

È importante tener conto della conoscenza culturale del pubblico non vedente: secondo

Ryckaert (2008, p. 27) è possibile che una persona cieca non abbia confidenza con certe

nozioni e che non conosca completamente la cultura del pubblico vedente.

Inoltre esistono delle grandi differenze fra le persone cieche: una persona che ha perso la vista

a causa di un incidente stradale, per esempio, è più capace di immaginarsi il mondo o una

determinata situazione che una persona che è cieca dalla nascita.

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Esistono quindi diversi tipi di cecità. Per completezza viene dato qui sotto un quadro sinottico

di quello che dice Van der Heijden sulle forme di cecità (2007):

Persone con

problemi alla vista:

Esiste una normativa che stabilisce quando una persona è

ipovedente: infatti, quando si ha un’acutezza visiva che raggiunge

al massimo il trenta percento o quando si ha un campo visivo

molto ristretto, si è ipovedenti. Vuole dire che questa persona

riesce a vedere un oggetto da una distanza di solo trenta metri,

mentre una persona senza problemi visuali lo vede già da una

distanza di cento metri.

Persone con problemi

alla vista molto gravi:

Cecità parziale: Il campo visivo si estende fra cinquanta e dieci

gradi, si può contare le dita della mano da tre metri di distanza e

senza occhiali si può leggere solo i grandi titoli di giornale, ma non

gli articoli stessi.

Cecità quasi totale: si è in grado di percepire solo la luce e quindi è

possibile osservare ogni tanto solo volumi, masse o forme. Si può

contare le dita della mano da una distanza di un metro al massimo

e si può osservare movimenti della mano da una distanza di cinque

metri. Il campo visivo è cinque gradi.

Cecità con

conseguenze sociali

La conseguenza di tale cecità è che non si è più capace di svolgere

le attività quotidiane.

Persone che sono

cieche dalla nascita:

È possibile che un bambino viene nato cieco, per esempio nel caso

in cui ci siano state delle complicazioni durante la gravidanza,

come un’infezione o una malattia. Anche quando la futura madre

ha preso certe medicine dannose, c’è il rischio che suo figlio sia

cieco dalla nascita.

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3.1.5 Varianti

Esistono diverse varianti di audiodescrizione. Può per esempio essere registrata in anticipo, il

che si verifica di solito con film, trailer e spot pubblicitari. In questo caso ci vogliono un

manoscritto e una voce professionale.

Audiodescrizione può anche essere trasmessa dal vivo, ma tuttavia preparata con un

manoscritto. Questa variante viene molto usata nel teatro, nell’opera e per spettacoli di danza.

Per musei e esposizioni si usa spesso un’audiodescrizione dal vivo, dopo aver fatta una

preparazione minuziosa e tanti appunti.

Per eventi dal vivo, per concerti e per il calcio si conta sulla capacità degli audiodescrittori di

improvvisare. In Belgio, alcune squadre di calcio tra cui il Club Brugge, l’Anderlecht e l’AA

Gent offrono un’audiodescrizione dal vivo per i ciechi e per le persone ipovedenti.

3.1.6 Il manoscritto

Remael (2013) dice che nel manoscritto non è solo il testo dell’audiodescrittore che viene

descritto: viene spiegato, infatti, anche quando e quanto spesso vengono date ulteriori

informazioni.

3.1.6.1 Che cosa viene descritto?

Ci sono tante cose che devono essere descritte nell’audiodescrizione. Qui sotto sono elencati

gli elementi più importanti menzionati negli appunti e nel materiale del workshop di Remael

(2013), ma la lista non è esaustiva. Gli elementi elencati figurano anche nella “Charte de

l’audiodescription” (2008) e nelle linee guida della Blindsight Project (2014).

- I personaggi

Si descrivono il nome e il cognome, l’età, i vestiti, lo stile, le caratteristiche tipiche e

le emozioni nel caso in cui non si possano dedurre dai dialoghi.

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- Le azioni

È necessario descrivere chi è presente, chi entra e chi parte. Inoltre anche le persone

con problemi alla vista devono essere capaci di sapere quale personaggio fa una certa

azione e perché.

- Il tempo

È molto importante riportare quando e in quale stagione si svolge la storia/la scena.

Anche i flashback ed i flashforward devono essere menzionati.

- Il luogo

Naturalmente si devono descrivere i luoghi, i paesaggi, l’arredamento di una stanza, ...

ma nella maggioranza dei casi, la storia non si svolge sempre nella stessa camera,

nello stesso edificio o nella stessa città. Di conseguenza è necessario descrivere ogni

cambiamento di ambiente se non è chiaro dai dialoghi o dai rumori.

L’audiodescrittore deve inoltre segnalare dove i personaggi si trovano l’un l’altro.

- I rumori

Se i rumori non sono chiari, devono essere identificati attraverso la loro fonte.

- Messaggi scritti

Devono essere descritti anche i sottotitoli, eventuali titoli di giornali, ...

3.1.6.2 Quando viene inserita l’audiodescrizione?

Ci sono differenti possibilità. L’audiodescrizione viene spesso data fra i dialoghi, ma ogni

tanto bisogna anticipare sulle immagini. Di solito non è un grande problema, dato che il

pubblico destinatario non riceve informazioni attraverso lo schermo ma solo attraverso

l’audiodescrizione.

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Comunque in una situazione ideale c’è sincronia fra le azioni sullo schermo e

l’audiodescrizione. Quando i rumori sono chiari, non devono essere spiegati esplicitamente,

altrimenti si rischia di infastidire la persona cieca o ipovedente.

3.1.6.3 Quanto spesso ci vuole l’audiodescrizione?

È importante che ci siano ancora momenti di silenzio nel film. (Naturalmente ci si deve

rendere conto che il silenzio è un concetto relativo; è possibile che ci siano rumori fra i

dialoghi e non è un problema per l’audiodescrizione, a condizione che non disturbino lo

svolgimento e la comprensione del film.) Quanto spesso ci vuole l’audiodescrizione dipende

dalla chiarezza dei rumori e da quanto tempo c’è tra i dialoghi. Per di più si deve tener conto

del gruppo destinatario stesso.

3.1.7 Eventuali difficoltà

3.1.7.1 I rumori

I rumori possono aiutare l’audiodescrittore ma spesso formano una sfida: l’audiodescrittore

deve, infatti, far sì che il pubblico ipovedente o cieco possa, oltre a capire la storia,

veramente godere del film. I rumori sono molto importanti per il successo

dell’audiodescrizione. Secondo Turner (2005) esistono tre specie di effetti sonori:

1. Rumori di oggetti, per esempio quando un personaggio prende la curva sgommando.

2. Rumori che imitano i rumori in un certo ambiente, per esempio l’atmosfera durante un

partito di calcio.

3. I rumori “Foley”, che portano il nome di Jack Foley. Questi rumori sono prodotti in un

“sound pit” per amplificare i suoni fatti dagli attori, per esempio quando si sbatte la

porta o per esempio rumori di passi. Inoltre si può ridurre il fastidioso rumore

d’ambiente.

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La sfida per l’audiodescrittore consiste qui nella scelta di spiegare un certo rumore oppure no.

Non è sempre facile perché spiegando i rumori facilmente riconoscibili, come lo squillo del

telefono o una porta che si apre, si rischia di irritare le persone ipovedenti o cieche. Anche se

questi ultimi non vedono (quasi) niente, possono sentire e interpretare molto.

Remael (2007, p. 32) sottoligna che le descrizioni devono essere date fra i dialoghi ed i

rumori rilevanti. A condizione che un certo rumore non sia affatto importante per lo

svolgimento della storia, non è un problema sentirlo contemporaneamente

all’audiodescrizione.

La mancanza di tempo per spiegare certi rumori è un’altra difficoltà che l’audiodescrittore

deve superare. È preferibile che si dia la spiegazione dopo il rumore per mantenere l’effetto

sorpresa, ma non è sempre possibile. Per di più è possibile che diversi rumori si

sovrappongono e di conseguenza l’audiodescrittore deve scegliere quale rumore è il più

importante.

3.1.7.2 La mancanza di tempo

A volte non è possibile spiegare una certa immagine al momento in cui è visibile sullo

schermo, perché non ci sono sempre periodi di silenzio abbastanza lunghi fra i dialoghi. Di

conseguenza succede spesso che le azioni vengono descritte prima che avvengano nel film.

Normalmente non causa dei problemi, visto che per il gruppo destinatario le immagini non

costituiscono una fonte di informazione.

Comunque in alcuni casi dà fastidio dare la descrizione troppo presto, per esempio quando

l’effetto sorpresa di una certa azione sparisce perché l’audiodescrizione ha già annunciato

quello che succederà. Tuttavia nella maggioranza dei casi in cui c’è una mancanza di tempo,

l’audiodescrittore non ha una scelta e deve dare le informazioni troppo presto. Esempi di

questa difficoltà nell’audiodescrizione del “discorso del Re” sono stati elencati nella seconda

parte di questa tesi, sia per la versione italiana che per la versione francese.

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3.1.7.3 Le interpretazioni

Non è sempre facile descrivere l’intensità delle emozioni visibili sulla faccia dei personaggi in

un modo oggettivo perché spesso ci vuole un’interpretazione. La distinzione, per esempio, fra

paura e confusione non è sempre molto chiara.

3.1.7.4 I riferimenti culturali

È possibile che ci siano in un film alcuni elementi che sono legati ad una certa cultura, come

un piatto tipico o il nome di un edificio, e di conseguenza non è sempre facile descriverli

nell’audiodescrizione.

3.1.8 Il rapporto con la traduzione di riferimenti culturali

Al momento della traduzione, un traduttore incontra spesso problemi di traduzione che sono

legati ai realia, vale a dire a fenomeni tipici che non hanno corrispondenti in un’altra cultura e

lingua. Grit (1997) definisce questo concetto come

I fenomeni concreti ed unici o i concetti categoriali che sono specifici di un

determinato paese o una determinata cultura e che altrove non hanno un equivalente o

ne hanno solo uno parziale ed i termini usati per tali fenomeni/concetti (citato in

Naaijkens et al., 2004, p. 279).3

Secondo Vandeweghe (2005, p. 40) è molto importante che il messaggio espresso nella lingua

di partenza sia uguale a quello espresso nella lingua d’arrivo: il traduttore deve, infatti, far sì

che il significato dell’espressione culturalmente specifica sia chiaro per il pubblico della

cultura d’arrivo.

Inoltre deve essere in grado di mantenere le connotazioni implicate dai realia: perciò l’effetto

del testo originale sul pubblico della cultura emittente deve essere uguale a quello sul

pubblico che legge la traduzione.

3 Questo citato è stato tradotto dal nederlandese.

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L’audiodescrittore ha una missione analoga: deve infatti far sì che la persona cieca o

ipovedente sia tanto capace di seguire il film quanto una persona senza problemi alla vista. È

dunque necessario che l’audiodescrittore adatti l’audiodescrizione al pubblico destinatario.

Quando fa un’audiodescrizione, sono in atto diversi processi cognitivi nella sua testa: pensa

continuamente “Io vedo alcune immagini che sono molto rilevanti per la storia, ma come

posso fare in modo che una persona cieca capisca che cosa succede sullo schermo?” e “Come

posso far sì che quello che descrivo abbia lo stesso effetto delle immagini?”.

Un audiodescrittore non è dunque solamente un traduttore visto che è molto più ampio il suo

ruolo. Quando noi guardiamo un film, riceviamo, oltre dai dialoghi ed dai rumori,

informazioni dalle immagini, il che non è possibile per persone cieche o ipovedenti

(InTRAlinea, 2009, consultato il 23.05.2014 su http://www.intralinea.org).

I dialoghi e i rumori non bastano quasi mai per comprendere il film, e di conseguenza è molto

importante il ruolo dell’audiodescrittore. Quest’ultimo cerca di descrivere le informazioni

nuove e pertinenti che nella versione originale vengono trasmesse attraverso lo schermo.

3.2 L’AUDIODESCRITTORE

3.2.1 Capacità necessarie

Per scrivere un buon manoscritto audiodescrittivo l’audiodescrittore deve disporre di certe

capacità, che sono state elencate da Orero (2005). Così deve essere capace di riassumere le

informazioni in modo esatto e obiettivo. Inoltre deve saper parlare la lingua d’arrivo e nel

caso in cui l’audiodescrittore sia anche la persona che registra l’audiodescrizione, è necessario

che abbia una voce gradevole che è facilmente comprensibile. Visto che non gli può sfuggire

niente del film, deve vedere e sentire bene, ma occhiali ed apparecchi acustici sono permessi.

È importante che mostri interesse per l’accessibilità delle persone con disabilità visive. Per di

più deve essere in grado di lavorare in gruppo e il suo livello deve essere abbastanza elevato,

il che deve esprimersi nella qualità del manoscritto audiodescrittivo.

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Esistono naturalmente altre elencazioni, per esempio quella della TransMedia Research Group

(2011), ma dato che si tratta di capacità richieste per l’audiodescrizione di eventi dal vivo, non

entriamo nel merito. Anche il Blindsight Project ha elencato, nelle sue linee guida, alcune

delle capacità necessarie menzionate qui sopra. Per di più vengono spiegate in modo

cronologico le azioni di un audiodescrittore competente.

3.2.2 Le azioni di un audiodescrittore competente

Secondo le linee guida della Blindsight Project (2014) l’audiodescrittore deve cominciare

vedendo il film almeno un paio di volte e poi deve scrivere una sinopsi. È utile avere una lista

delle scene principali per poter farsi un’idea dei punti salienti della storia già dall’inizio.

Inoltre è consigliabile individuare gli “aspetti-chiave” del film.

Oltra a queste direttive, ne esistono anche che non hanno a che fare con un determinato film:

così l’audiodescrittore deve spesso ricercare informazioni sull’accessibilità di persone disabili

della vista. È importante che sia sempre informato e aggiornato sulle disabilità della vista, per

esempio tramite associazioni come la Blindsight Project.

Dopo aver elaborato l’audiodescrizione, l’audiodescrittore deve invitare una persona cieca o

ipovedente per la quale legge il testo ad alta voce, sincronizzandolo con il film. È il modo

migliore per testare l’effettiva comprensione. Inoltre l’audiodescrizione viene arricchita con

elementi a cui l’audiodescrittore non ha pensato al momento dell’elaborazione. Il risultato è

un testo di alta qualità.

Oltre alle informazioni su un bravo audiodescrittore, ci sono tante altre direttive nelle linee

guida della Blindsight Project. Potete trovarle al capitolo seguente.

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3.3 LE LINEE GUIDA

3.3.1 L’Europa

Oggi non esistono delle vere direttive o norme europee per l’audiodescrizione. Comunque c’è

il progetto europeo ADLAB (Audio Description: Lifelong Access for the Blind) che è stato

lanciato nel 2011 con lo scopo di esaminare la possibilità di direttive universali per

l’audiodescrizione in Europa. Il Progetto ADLAB ha una durata di tre anni (2011-2014) e

viene finanziato dall’ European Union under the Lifelong Learning Programme.

Secondo ADLAB è molto importante mettere a disposizione audiodescrizioni di alta qualità

visto che ci sono tante persone con disabilità visive in Europa: nel 2011 erano fra il 352 000 e

il 380 000 le persone cieche in Italia e più di 1 500 000 italiani avevano problemi alla vista

causati dalla vecchiaia o da una malattia. In Francia c’erano ufficialmente 77 000 di persone

cieche e 1 200 000 di persone con problemi alla vista (Taylor, 2011, p. 2, consultato il

16.05.2014 su http://www.adlabproject.eu).

Si deve rendersi conto che il numero di persone che hanno bisogno di audiodescrizione sta

aumentando fortemente visto che la popolazione europa ha una speranza di vita sempre più

elevata e di conseguenza l’Europa ha veramente bisogno di linee guida di alta qualità e di

audiodescrittori professionali.

Il progetto ha otto partner originari da sei paesi Europei differenti, vale a dire il Dipartimento

di Scienze del Linguaggio, dell'Interpretazione e Traduzione dell’ Università degli Studi di

Trieste, la Senza Barriere associazione, l’Università Autonoma di Barcellona, l’Istituto

Politecnico di Leiria nel Portogallo, la Scuola Superiore Artesis di Anversa nel Belgio,

l’Università Adam Mickiewicz nella Polonia e le emittenti radiotelevisive Bayerischer

Rundfunk nella Germania e la VRT4 nel Belgio.

4 VRT: Vlaamse Radio en Televisie (Televisione e Radio fiamminghi)

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Secondo ADLAB è necessario avere delle direttive europee, ma Vercauteren (2007) nota che

tali direttive oltra a vantaggi hanno anche svantaggi (in Orero, Remael & Dìaz Cintas, p. 139).

Secondo lui, direttive internazionali sono una buon’idea perché così quasi tutte le persone

cieche in Europa avranno un’esperienza simile quando ascoltano un film o un programma

televisivo. Un altro elemento positivo è che i paesi senza audiodescrizione avranno la

possibilità di organizzare più facilmente corsi di audiodescrizione in base alle direttive

ufficiali. Così questi paesi non devono perdere tempo con l’elaborazione di proprie direttive e

norme.

Comunque ritiene che sia difficile elaborare una direttiva standard, tra l’altro perché il

materiale visivo che deve essere descritto è molto variato.

Nonostante che le direttive già esistenti nella Spagna, nel Regno Unito, nella Germania e nelle

Fiandre abbiano contribuito notevolmente allo sviluppo dell’audiodescrizione, contengono

imperfezioni, incomprensibilità e contraddizioni. Ci vogliono quindi ulteriori ricerche e

Vercauteren conclude che c’è bisogno di direttive internazionali che contengono tutte le

informazioni necessarie per aiutare diversi audiodescrittori ad elaborare un’audiodescrizione

di alta qualità.

Rummens (2008, p. 46) è dell’opinione che si debba elaborare linee guida europee con alcune

norme e tecniche generali ma che i paesi debbano assolutamente avere la libertà di redigere

direttive più specifiche che permettono alla propria cultura e lingua di manifestarsi

nell’audiodescrizione. Prima di aver tratto questa conclusione, Rummens ha esaminato a base

del Pear Tree Project l’effetto di una cultura sul modo in cui le persone descrivono

determinate cose. Nella sua ricerca, degli studenti originari da undici paesi differenti hanno

descritto un film di sei minuti in un lasso di tempo di quaranta minuti.

Rummens ha constatato che gli studenti hanno descritto le immagini in tanti diversi modi e

che la cultura svolge dunque un ruolo importante nel modo in cui si vede il mondo. Di

conseguenza Rummens ritiene che strette direttive internazionali non funzionino, ma che ci

vogliano direttive europee più generiche.

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3.3.2 L’Italia

In questa ricerca sono state utilizzate, per la versione italiana, le linee guida (2014) della

Blindsight Project dell’ONLUS5 per disabili sensoriali. Quest’ONLUS è nata nel 2006 a

Roma e ha come obiettivo l’abbattimento di barriere sensoriali attraverso informatica, internet

e numerose iniziative e progetti. È possibile trovare più informazioni sul quest’ONLUS sul

sito web http://blindsight.eu/chi-siamo (consultato il 23.05.2014).

Secondo la Blindsight Project è inconcepibile realizzare un’audiodescrizone senza la presenza

di una persona cieca. È veramente immancabile per fare un prodotto di qualità, visto che è

l’unico modo di poter controllare se l’audiodescrizione ha trasmesso alle persone con

disabilità visive la stessa emozione provata da un vedente quando esso vede una certa

immagine.

Per di più è ben riuscita un’audiodescrizione solo quando la persona disabile della vista sia in

grado di interpretare il messaggio voluto dal regista, il che è possibile solo quando

l’audiodescrizione è basata su informazioni oggettivi. È quindi molto importante che

l’audiodescrittore non lasci intendere interpretazioni personali.

Una cosa che, secondo le direttive italiane, l’audiodescrittore non deve mai dimenticare:

“ricordare all'ascoltatore, se possibile sempre, chi è il personaggio, identificandolo non solo

con il nome (e sempre lo stesso), ma anche ad esempio con la posizione sociale e/o familiare”

(Blindsight Project, 2014, p. 5).

La voce che legge il testo deve essere chiara e neutra e per garantire l’oggettività

dell’audiodescrizione, non può avere tonalità emotive o interpretative. È importante che il

tono sia piacevole all’udito e che non attiri troppo attenzione.

Inoltre il linguaggio deve essere molto preciso per risparmiare tempo: parole ambigue e prive

di senso vanno cancellate nel testo. Anche il lessico deve essere preciso, non evocativo e

adeguato. Metafore e aggettivi sono permessi.

5 Organizzazione Non Lucrativa di Utilità Sociale

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I colori devono essere menzionati, tra l’altro perché le persone che hanno perso la vista a

causa di un incidente stradale, per esempio, conoscono i colori e possono immaginarseli.

Viene raccomandato il tempo presente come tempo verbale.

3.3.3 La Francia

Per la versione francese sono state utilizzate in questa ricerca le direttive della “Charte de

l’audiodescription” (2008), elaborata da Laure Morisset e Frédéric Gonant. Secondo queste

linee guida è molto importante trasmettere il messaggio e suscitare emozioni attraverso la

descrizione. Viene considerata riuscita un’audiodescrizone quando non è pesante per gli

ascoltatori e quando essi sono capaci di dimenticare la voce che racconta quello che succede e

di lasciarsi trascinare dalla storia.

Proprio come le linee guida italiane, anche quelle francesi sottolineano che l’audiodescrizione

deve essere oggettiva e priva di interpretazioni personali dell’audiodescrittore, per permettere

al pubblico destinatario di riflettere sulla storia.

Le direttive italiane dicono che si deve sempre evitare di “realizzare l’audiodescrizione senza

alcuna collaborazione di una persona cieca o ipovendete” mentre la versione francese è meno

imperativa, dicendo che è auspicabile (en quindi non obbligatoria) una tale collaborazione.

Nella “Charte” c’è scritto che è primordiale descrivere le immagini nel presente e in terza

persone e che si devono citare anche i colori. Inoltre deve essere adattato e preciso il lessico, il

che viene anche detto nelle direttive italiane. Termini tecnici sono ammessi solo quando

vengono spiegati.

Per di più viene raccomandato l’utilizzo di due voci, una di una donna ed una di un uomo.

Queste voci, che leggono il testo dell’audiodescrizione, devono essere neutre perché, se

colpiscono molto, sviano l’attenzione dalle voci degli attori.

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3.3.4 Elementi da evitare

Per chiarezza seguono delle liste non esaustive con gli elementi che vanno assolutamente

evitati secondo le linee guida italiane della Blindsight Project (2014) e/o le linee guida

francesi (Morisset & Gonant, 2008).

- Elementi da evitare menzionati sia nelle linee guida italiane che nelle linee guida

francesi

1. Soggettività

L’audiodescrittore non può esprimere la propria opinione, deve, invece, dare alle

persone cieche o ipovedenti l’occasione di interpretare loro stessi gli eventi e di

formare una propria opinione sulla storia.

2. Imprecisioni

Visto che non c’è tanto tempo fra i dialoghi, deve essere molto preciso il vocabolario.

3. Rumori molto chiari

Secondo le linee guida è importante rendersi conto che le persone con disabilità visive

hanno una chiara concezione di quello che le circonda e che, anche se non vedono,

sentono senza problemi. È dunque un grave errore ritenerle “fuori dalla realtà”.

Se l’audiodescrittore dà troppo informazione, per esempio quando spiega rumori

molto chiari, le persone cieche avranno l’impressione che vengono considerate

stupide. Il pubblico destinatario è capace di concentrarsi molto bene visto che non

vedono, dunque non si distraggono facilmente. Di conseguenza non le sfuggono quasi

mai rumori significativi.

4. L’uso di pronomi personali e possessivi

Naturalmente non è vietato l’uso di pronomi, ma può creare confusione, soprattutto

quando non si vede lo schermo. È questa la ragione per la quale si preferisce spesso i

nomi stessi dei personaggi.

5. ‘Possiamo’, ‘Vediamo’

Si deve evitare frasi che cominciano con ‘Possiamo notare che...’ o ‘Vediamo...’.

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- Da evitare solo secondo le linee guida italiane

Le direttive italiane dicono che si devono sempre evitare “Forme di censura dettate

dal proprio gusto o pregiudizio”. Per di più non si può descrivere ogni singolo

dettaglio.

- Da evitare solo secondo le linee guida francesi:

I movimenti della macchina da presa non vanno descritti: si deve, infatti, descrivere il

significato di un certo movimento della macchina da preso (per esempio quando la

camera riprende un attore in primo piano) e non la tecnica stessa perché essa non è

importante per il pubblico che ascolta.

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4 PARTE EMPIRICA

Prima di cominciare con la nostra ricerca, abbiamo guardato tre volte il film senza

interruzioni: una volta la versione inglese senza audiodescrizione, una volta la versione

italiana con audiodescrizione e una volta la versione francese con audiodescrizione. Inoltre

abbiamo trascritto l’audiodescrizione francese, il che non era necessario per la versione

italiana grazie a Bernadette Pedaci, una studentessa dell’Università di Trieste che ci ha

mandato il manoscritto italiano. Anche lei ha fatto un’analisi contrastiva di due

audiodescrizioni del film ‘Il discorso del Re”: ha infatti confrontato l’audiodescrizione

italiana con quella inglese. Purtroppo non abbiamo potuto leggere la sua tesi visto che non era

disponibile.

Nella presente parte vengono illustrati più nel dettaglio alcuni elementi della teoria:

ricerchiamo, infatti, quali sono le differenze fra l’audiodescrizione italiana e quella francese

del film “Il discorso del Re” per quanto riguarda le descrizioni dei personaggi e dei loro

vestiti. Per di più viene esaminato come gli audiodescrittori hanno risolto eventuali difficoltà

causate da rumori che non sono chiari, da una mancanza di tempo fra i dialoghi e da emozioni

o caratteristiche che richiedono un’interpretazione. Per finire viene esaminato se sono state

seguite le linee guida menzionate nella parte teorica riguardanti le voci che leggono

l’audiodescrizione, il linguaggio e il lessico, la descrizione di colori e la descrizione dei

movimenti della macchina da presa.

4.1 CONFRONTO TRA L’AUDIODESCRIZIONE ITALIANA E QUELLA FRANCESE

4.1.1 Aspetti di contenuto

In questa parte viene esaminato come gli audiodescrittori delle due lingue hanno descritto il

fisico e i vestiti dei personaggi. Per la descrizione dei personaggi vengono elencati e valutati

degli esempi per il duca, per Logue, per Elizabeth, per il dottore, per David, per Churchill e

per l’arcivescovo Lang. Per quanto riguarda la descrizione dei vestiti, sono stati esaminati i

personaggi del duca, di Logue, di Elizabeth, di Willie, di Wallis Simpson e della regina.

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4.1.1.1 La descrizione dei personaggi

Attraverso le descrizioni del fisico, gli ascoltatori sono in grado di farsi un’idea dei

personaggi. Svolgono quindi un ruolo importante. Come viene già detto nel quadro teorico e

in tutte e due le linee guida studiate, è importante che l’audiodescrizione sia quanto più

possibile obiettiva. Le direttive italiane aggiungono quanto segue: “si deve ricordare

all'ascoltatore, se possibile sempre, chi è il personaggio, identificandolo non solo con il nome

(e sempre lo stesso), ma anche ad esempio con la posizione sociale e/o familiare” (Blindsight

Project, 2014, p. 5).

Qui sotto vengono elencate e valutate delle descrizioni dei personaggi, sia per

l’audiodescrizione italiana che per quella francese.

Il duca di York

- L’audiodescrizione italiana

00.00.53 il duca di York, alto, elegante di bel aspetto

00.28.33 Bertie, il duca, si sposta per permettere...

- L’audiodecrizione francese

00.01.03 Le duc de York a une quarantaine d’années, le visage d’un homme affable mais

réservé, les cheveux bruns coiffés avec une raie sur le côté.

Commento:

Può sembrare strano che l’audiodescrizione italiana ripeti qui che Bertie è il duca perché il

pubblico lo sa già dall’inizio. Inoltre viene menzionato ogni tanto nei dialoghi e non ci sono

altri personaggi con lo stesso nome, per cui l’indicazione del titolo può sembrare superfluo.

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Tuttavia va detto che nelle linee guida italiane c’è scritto che si deve ricordare al publicco

destinatario chi è il personaggio, menzionando non solo il suo nome ma anche ad esempio la

sua posizione sociale (Blindsight Project, 2014, p. 5). Questo consiglio non figura nelle linee

guida francesi e, infatti, tale riferimento manca nella versione francese.

Per di più la versione francese è molto più ampia: descrive anche l’età, la pettinatura e

l’impressione generale che dà il duca, mentre la descrizione italiana è più concisa e meno

dettagliata.

Lionel Logue

- L’audiodescrizione italiana

00.10.23 Lionel, un uomo alto di mezza età e dai lineamenti marcati

- L’audiodescrizione francese

00.08.55 L’homme qui sort des toilettes est grand. Il a la soixantaine.

Sa démarche et son visage expressif dénotent une grande vivacité d’esprit.

Commento:

Nella versione francese Lionel viene descritto prima che nella versione italiana, in cui gli

ascoltatori possono formarsi un’idea di questo personaggio solo dopo che esso ha già

dialogato con Elizabeth. Inoltre è più lunga e dettagliata la descrizione francese.

Elizabeth

- L’audiodescrizione italiana

00.00.59 Accanto a lui stretta al suo braccio sua moglie.

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- L’audiodescrizione francese

00.01.21 Elle a un visage calme et doux. Une permanente dessine de légères vagues dans

ses cheveux auburn.

Commento:

Fin dall’inizio l’ascoltatore francese può immaginarsi la moglie del duca.

La versione italiana non dice niente di esplicito sull’impressione generale che dà Elizabeth o

sul suo aspetto.

Il dottore

- L’audiodescrizione italiana

00.05.19 Il dottore con delle pinzette prende...

- L’audiodescrizione francese

00.05.39 Le docteur est un vieil homme ventripotent.

Commento:

La versione italiana non descrive l’aspetto del dottore, la versione francese sì.

David

- L’audiodescrizione italiana

00.37.19 Bertie va incontro al pilota. È David, suo fratello.

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- L’audiodescrizione francese

00.37.39 Le pilote est le frère ainé de Bertie. C’est un blond athlétique et séduisant d’une

quarantaine d’années. Les traits de son visage dénotent un caractère prompt.

Commento:

L’audiodescrizione italiana è di nuovo più breve di quella francese. Inoltre l’ascoltatore

francese riceve più informazioni: sa, infatti, che David è il fratello maggiore di Bertie e può

anche farsi un’idea precisa del suo aspetto (un quarantenne atletico molto attraente che ha i

capelli biondi). In tutte e due le versioni l’ascoltatore sa velocemente che David e Bertie sono

fratelli, laddove le persone che guardano il film senza audiodescrizione lo scoprono più tardi.

Churchill

- L’audiodescrizione italiana

00.55.13 Elizabeth e Churchill sono appartati nella sala accanto di fronte ad una grande

vetrata

- L’audiodescrizione francese

00.55.34 Un gros homme à l’air bougon s’approche de la duchesse de York près d’une

fenêtre.

Commento:

Nell’audiodescrizione italiana, Churchill viene menzionato esplicitamente, mentre nella

versiona francese non viene nominato ma viene descritto. Non è un problema che il nome di

Churchill manchi nell’audiodescrizione perché viene menzionato nel dialogo: infatti Elizabeth

dice ‘ne me fait pas de reproches, monsieur Churchill’ (nella versione italiana = ‘non ditemi

che mi sono comportata male signor Churchill’).

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L’arcivescovo Lang

- L’audiodescrizione francese

00.05.01 L’archevêque de Canterbury, petit homme aux cheveux blancs clairsemés

Commento :

È solo l’audiodescrizione francese a dare una descrizione dell’arcivescovo, come sempre

piuttosto dettagliata.

Conclusione

Possiamo concludere che l’audiodescrizione francese descrive più ampiamente i personaggi,

mentre l’audiodescrizione italiana è concisa e meno dettagliata. I personaggi vengono inoltre

spesso descritti prima nell’audiodescrizione francese che nell’audiodescrizione italiana e di

conseguenza il pubblico francese può più velocemente farsi un’idea dell’aspetto dei

personaggi.

Un’altra cosa che colpisce quando studiamo la descrizione dei personaggi è che nella scena in

cui il personaggio David appare per la prima volta sullo schermo, tutte e due le

audiodescrizioni dicono che è il fratello del duca. Comunque questo fatto non è subito chiaro

per gli spettatori senza problemi alla vista. In questo caso gli ascoltatori dell’audiodescrizione

ricevono dunque più informazioni degli spettatori, il che, secondo Gerzymisch-Arbogast

(2007), si deve assolutamente evitare (in Lammertyn, 2010, p. 16).

È chiaro che ci sono delle differenze notevoli fra l’audiodescrizione italiana e quella francese

per quanto riguarda le descrizioni del fisico. Non sono ancora state fatte tante ricerche su

questo argomento e non ne viene neanche detto molto nelle linee guida studiate. Inoltre ci si

deve rendere conto che le descrizioni dipendono dalla decisione dell’audiodescrittore. Nelle

linee guida c’è scritto che esso deve essere obiettivo, ma non è sempre facile quando si deve

descrivere personaggi. Di conseguenza sono state trovate ogni tanto delle interpretazioni

soggettive degli audiodescrittori; approfondiamo questo aspetto più avanti, nel capitolo sugli

aspetti legati alla gestione dell’audiodescrizione.

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4.1.1.2 La descrizione dei vestiti

Quando si presenta un personaggio è importante descrivere non solo il fisico, ma anche i

vestiti. Sia Maes (2013) che Lammertyn (2010) dicono nelle loro tesi che le descrizioni degli

abbigliamenti possono dare un’immagine del carattere e dello stile dei personaggi. Per il resto

non si trovano tante informazioni su questo argomento in ricerche precedenti o nelle linee

guida, ma ci pare che merita di essere approfondito maggiormente.

Qui sotto vengono elencate e valutate per ogni personaggio le descrizioni dei loro vestiti in

italiano e in francese. Si potrebbe formulare l’ipotesi che l’audiodescrizione italiana presti più

attenzione alle descrizioni dei vestiti di quella francese, visto che la moda italiana è celebre in

tutto il mondo. L’audiodescrittore italiano potrebbe in quel modo rispondere a un’aspettativa

ben precisa dell’ascoltatore italiano di cui si suppone che sia particolarmente interessato in

questo tipo di informazioni.

Il duca di York

- L’audiodescrizione italiana

00.24.42 Il duca ancora in cappotto e sciarpa, guarda il libro.

00.31.20 Bertie in veste da camera

00.37.11 Bertie in cappotto e bombetta

00.54.21 Bertie indossa il kilt

01.08.43 Bertie in alta uniforme

01.10.39 Bertie è ancora in alta uniforme

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01.32.16 Lui indossa l’uniforme della marina

- L’audiodescrizione francese

00.01.11 Il attend en bas d’un escalier en redingote et haut-de-forme noir.

00.12.58 Bertie en costume de soirée

00.13.17 Il marche à genoux en queue-de-pie noire, gilet et papillon blanc.

00.19.25 Bertie … et s’installe en gardant son pardessus et son écharpe.

00.27.00 Il récupère son chapeau sur le canapé.

00.31.40 Bertie fume allongé sur une banquette, en pyjama et robe de chambre.

00.55.26 Bertie est le seul à porter un kilt

01.09.07 Il est en tenu d’apparat avec épaulettes dorées fourragères et sabre à la ceinture.

Une rangée de médailles sur la poitrine.

01.32.25 Un domestique en gants blancs lui prend son pardessus.

Commento:

Nella versione italiana i vestiti del duca vengono descritti per la prima volta solo dopo 24

minuti, il che è molto più tardi che nella versione francese, dove vengono descritti già nella

prima scena (dopo 1 minuto).

Un’altra differenza che colpisce: quando Bertie si trova alla festa di suo fratello e Wallis

Simpson, porta il kilt scozzese. L’audiodescrizione italiana lo menziona semplicamente,

mentre quella francese dà più informazioni dicendo che Bertie è l’unico a portare il kilt

(“Bertie est le seul à porter un kilt”).

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È una piccola sfumatura che manca nella versione italiana. Qui c’è quindi una differenza

sottile fra le due audiodescrizioni. Non sappiamo, naturalmente, se si tratta di un dettaglio

sfuggito all’attenzione dell’audiodescrittore italiano, o se invece esso non ha ritenuto

necessario menzionarlo.

Un’altra osservazione è che sono più dettagliate le descrizioni francesi. Quando, per esempio,

Bertie attende il segnale per entrare nella camera del consiglio, indossa un’uniforme

riccamente decorata. Nella versione italiana viene descritta molto breve con “alta uniforme”,

mentre la versione francese la descrive ampiamente: dice che le spalline sono dorate, che c’è

una sciabola alla cintura e che il duca porta tante medaglie sul petto.

Comunque ci si deve rendere conto che l’audiodescrizione italiana ha descritto la scena

precedente in cui il duca viene fotografato prima di entrare nella macchina che lo porterà alla

Camera del consiglio, mentre l’audiodescrittore francese non l’ha menzionata. Quest’ultimo

aveva dunque più tempo e di conseguenza era in grado di descrivere l’uniforme del duca più

dettagliatamente. Nel complesso si può dire che sia le descrizioni italiane che quelle francesi

rendono chiaro che il duca è un uomo benestante che porta dei vestiti impeccabili.

Lionel Logue

- L’audiodescrizione italiana

00.10.28 in completo grigio e papillon

00.18.11 Lionel si aggiusta la cravatta

00.43.57 Lionel compiaciuto si toglie gli occhiali

01.04.23 Indossa un pesante cappotto e la sciarpa al collo.

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01.04.50 Lionel indossa il cappello, prende il suo ombrello

01.32.18 Lionel (indossa) un completo scuro.

- L’audiodescrizione francese

00.18.33 Logue rectifie sa coiffure. Il a mis un beau costume.

00.44.20 Il pose ses lunettes et éteint le Silver Tone.

01.05.12 Logue remet son chapeau

01.32.15 Logue est en smoking

Commento :

Quando Bertie viene per la prima volta all’ufficio di Lionel Logue, quest’ultimo ha indossato

un vestito per fare una buona impressione. L’audiodescrizione italiana dà queste informazioni

implicitamente dicendo: “Lionel si aggiusta la cravatta”. L’audiodescrizione francese è più

esplicita e dice “Il a mis un beau costume” ( = Ha indossato un bel vestito).

Tutte e due le versioni menzionano che Logue porta gli occhiali. È un fattore importante

perché è una caratteristica molto evidente nell’aspetto del personaggio. Proprio come il duca,

porta un cappello anche lui. Diventa chiaro sia dall’audiodescrizione italiana che da quella

francese che Logue è un uomo curato e ben vestito.

Elizabeth

- L’audiodescrizione italiana

00.07.16 Indossa un cappotto con il collo di pelliccia, un doppio filo di perle al collo, un

cappellino con veletta e i guanti.

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00.54.22 Elizabeth (indossa) un abito lingo, stola di pelliccia, cappello.

- L’audiodescrizione francese

00.01.18 Sa femme est à ses côtés en manteau de fourrure.

00.07.41 Elle porte un chapeau à voilette.

Sur son col de fourrure apparaît un double rang de perles.

01.11.39 Elizabeth en peignoir de soie rejoint Bertie dans son bureau.

Commento :

L’audiodescrittore francese dice già all’inizio quali sono i vestiti che porta Elizabeth. È

immediatamente chiaro che è una donna piuttosto benestante visto che indossa una pelliccia.

Poco dopo anche la versione italiana rende chiaro che Elizabeth è una donna di gran classe,

dicendo che “indossa un cappotto con il collo di pelliccia”. Tutte e due le versioni

menzionano il doppio filo di perle al collo, il che è logico visto che, sullo schermo, questo

gioiello salta veramente all’occhio.

Willie

- L’audiodescrizione italiana

00.17.40 Esce un ragazzino, pantaloncini corti, giacchetta e sciarpa al collo.

- L’audiodescrizione francese

00.17.57 Un petit garçon culottes courtes avec une écharpe sort de la pièce adjacente.

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Commento:

Tutte e due le versioni menzionano che Willie, un bambino balbettante che viene aiutato da

Logue, indossa pantaloncini corti ed una sciarpa, perché sono soprattutto quegli indumenti

che più colpiscono.

Wallis Simpson

- L’audiodescrizione italiana

00.54.54 Lei indossa un abito nero con una profonda scollatura alla schiena e splendidi

gioielli.

- L’audiodescrizione francese

00.55.16 Elle porte une robe noire glamour décolletée dans le dos.

Commento :

Grazie alla descrizione degli abiti di Wallis Simpson, gli ascoltatori ciechi o ipovedenti

capiscono che l’apparenza e il glamour sono molto importanti per lei. In questo caso è la

descrizione italiana che è quella più dettagliata.

La regina

- L’audiodescrizione italiana

00.42.12 La regina sontuosamente ingioiellata si avvicina a David, gli prende la mano

destra, si inchina e la bacia.

- L’audiodescrizione francese

00.42.37 La reine s’agenouille devant lui et lui baise la main.

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Commento :

L’audiodescrizione italiana descrive, oltre alle azioni che compie la regina, anche il suo

aspetto, mentre la versione francese si limita alle azioni. La parola “ingioiellata” sottolinea la

ricchezza della regina. Inoltre è più precisa l’audiodescrizione italiana: dice, infatti, che è la

mano destra che viene baciata.

Conclusione

Risulta da questa ricerca che l’audiodescrittore francese fa spesso più attenzione alla

descrizione dei vestiti che quello italiano: l’abbigliamento viene descritto, infatti, più

ampiamente e più dettagliatamente nella versiona francese (con eccezione della descrizione

della regina e di Wallis). Non sussiste quindi l’ipotesi che l’audiodescrizione italiana presti

più attenzione alle descrizioni dei vestiti di quella francese. Per di più spesso le descrizioni dei

vestiti vengono date più prima nell’audiodescrizione francese, proprio come quelle del fisico.

Si potrebbe dire che tutte e due le audiodescrizioni sono riuscite a dare un’immagine chiara

dei personaggi, descrivendo i loro vestiti. Rendono chiaro, per esempio, che il duca e sua

moglie Elizabeth sono benestanti e di gran classe. Questi personaggi portano, infatti, degli

abbigliamenti cari: il duca porta un cappotto ed un cappello e Elizabeth ha una pelliccia e tanti

gioielli.

Anche qui si ha l’impressione che le descrizioni dipendano dal gusto dell’audiodescrittore,

che ha una scelta abbastanza libera visto che non ci sono delle regole imposte nelle linee

guida sulla descrizione dei vestiti. L’unica cosa che venga sempre menzionata è che

l’audiodescrittore deve cercare di rimanere obiettivo.

Inoltre non è possibile giudicare quella versione è la migliore visto che, se sono state seguite

le linee guida menzionata nella teoria, tutte e due le audiodescrizioni sono state realizzate con

l’aiuto di una persona disabile della vista. Infatti, nelle linee guida italiana c’è scritta: “Da

evitare sempre: realizzare l’audiodescrizione senza alcuna collaborazione di una persona cieca

o ipovedente” (Blindsight Project, 2014, p. 5). Anche la “Charte” francese dice che è

auspicabile una tale collaborazione.

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4.1.2 Aspetti legati alla gestione dell’audiodescrizione

In questa parte si esamina come gli audiodescrittori hanno risolto eventuali difficoltà causate

da rumori che non sono chiari, da una mancanza di tempo fra i dialoghi e da emozioni o

caratteristiche che richiedono un’interpretazione.

4.1.2.1 La descrizione di rumori

Come già studiato nella prima parte di questa tesi, i rumori sono molto importanti per

l’audiodescrizione. Per quanto riguarda il primo elemento, i rumori, si può notare che nelle

linee guida italiane viene detto che si deve spiegare “suoni o effetti sonori che non sono

facilmente identificabili” (Blindsight Project, 2014, p. 4). Anche nelle linee guida francesi c’è

scritto che si devono spiegare solo i rumori irriconoscibili. Inoltre si preferisce la spiegazione

subito dopo il rumore, ma non è sempre possibile.

Secondo Remael (2007, p. 32) vanno date le descrizioni fra i dialoghi e i rumori rilevanti, ma

nel caso in cui un certo rumore non sia affatto importante per lo svolgimento della storia, non

è un problema sentirlo contemporaneamente all’audiodescrizione. L’audiodescrittore deve

quindi scegliere di spiegare un certo rumore oppure no. È una scelta delicata visto che la

spiegazione di rumori che sono facilmente riconoscibili può dare fastidio alle persone cieche o

ipovedenti. Anche se esse non vedono (quasi) niente, possono sentire e interpretare molto.

Sono molto interessanti le ricerche riguardanti i rumori in audiodescrizioni. Nina Reviers, per

esempio, sta ricercando l’interazione fra il linguaggio dell’audiodescrizione e gli altri canali

del materiale audiovisivo (https://www.uantwerpen.be). Secondo lei il manoscritto

audiodescrittivo viene valorizzato soltanto quando interagisce con i dialoghi, la musica e gli

effetti sonori del film originale.

Qui seguono alcuni esempi di rumori udibili nel film. Studiamo la scelta degli audiodescrittori

di spiegarli oppure no.

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Rumore: gargarismi

00.01.07 Nello studio della BBC uno speaker in smoking fa dei gargarismi.

Espetora discretamente in una brocca argentata che un assistente tiene su un

vassoio.

00.01.30 … au speaker. Il prend une gorgée de liquide.

Il recrache dans un gobelet en argent et s’essuie la bouche.

Commento:

Non è chiaro chi fa i gargarismi quando non si vede lo schermo dunque deve essere

menzionato nell’audiodescrizione: se no è possibile che le persone cieche o ipovedenti

pensino che sia il duca a farli.

Rumore: il pubblico si siede

00.03.25 /

00.03.40 La duchesse s’assoit, imitée par les officiels et par le public.

Commento:

Nell’audiodescrizione italiana non viene specificato il rumore del pubblico che si siede.

Tuttavia è appena stato detto che Elizabeth è andata a sedersi e dopo il rumore viene detto che

lo stadio è gremito, dunque gli ascoltatori possono dedurre la fonte e quindi anche il

significato del rumore. L’audiodescrizione francese spiega esplicitamente il rumore.

Rumore: i passi di Lionel che torna a sedersi

00.20.28 /

00.20.48 /

Commento:

Il rumore dei passi di Lionel possono creare confusione nella descrizione italiana visto che

vengono spiegati in anticipo: gli ascoltatori pensano, infatti, che Lionel si sia già seduto.

Nella versione francese non c’è questo problema visto che non sono le azioni di Lionel che

vengono descritte, ma il bollitore: “Une bouilloire est posée sur un réchaud à gaz au pied de

la cheminée monumentale”.

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Rumore: Il Re Giorgio V dà un segno di riconoscimento

00.39.22 Si rivolge alla regina.

00.39.44 Il reconnaît son épouse.

Commento:

Ci pare che sia una buona scelta spiegare il rumore qui perché senza vedere le immagini, il

rumore che fa il Re può essere interpretato in diversi modi, per esempio come un’espressione

di dolore. In tutte e due le versioni si dà la spiegazione subito dopo il rumore.

Rumore: un albero cade a terra

00.53.52 Cade un albero a margine della strada innevata.

00.54.13 /

Commento:

Bertie e Elizabeth sono in auto. A un certo momento Elizabeth dice ‘Oh, no’. Sullo schermo

lo spettatore vede un albero che cade e poco dopo si sente il rumore quando questo tocca

terra. Il rumore viene spiegato nell’audiodescrizione italiana e così gli ascoltatori capiscono

non solo la fonte del rumore ma anche la ragione per la quale Elizabeth ha detto ‘Oh, no’.

Agli ascoltatori francesi non viene data nessuna spiegazione.

Rumore: i flash dei fotografi

01.08.43 Bertie in alta uniforme, tra i flash dei fotografi sale su una Rolls, incrocia lo

sguardo di Lionel tra la folla.

/ /

Commento:

Gli ascoltatori italiani sentono il rumore dei flash delle camere che fotografano il duca, ma

devono aspettare sedici secondi prima che questo rumore viene spiegato

nell’audiodescrizione. Si preferisce sentire la descrizione di rumori poco dopo, ma non è

sempre possibile, come viene dimostrato in questo frammento in cui non c’è un momento di

silenzio dopo il rumore.

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L’audiodescrizione francese non menziona il frammento in cui il duca viene fotografato

dunque il rumore dei flash non viene spiegato, il che potrebbe creare confusione per le

persone cieche ed ipovendenti.

Conclusione

Possiamo concludere che gli audiodescrittori hanno descritto i rumori solo quando secondo

loro era necessario. In alcuni casi ci sono argomenti pro e contra riguardanti la descrizione di

un rumore. Nella scena in cui il duca deve tenere un discorso all'Empire Exhibition a Londra,

per esempio, l’audiodescrittore francese ha scelto di spiegare il rumore del pubblico che si

siede. Un possibile argomento per la spiegazione esplicita è che così il rumore non può creare

confusione per gli ascoltatori. L’audiodescrittore italiano, al contrario, non ha spiegato il

rumore. Questa scelta può essere giustificata attraverso il fatto che nella scena è appena stato

detto che Elizabeth si è seduta. Dopo il rumore viene detto che lo stadio è gremito, dunque gli

ascoltatori potrebbero dedurre il significato del rumore.

Inoltre risulta da questa ricerca che non è sempre possibile dare la spiegazione subito dopo i

rumori. In alcuni casi può creare confusione una spiegazione data in anticipo, per esempio

quando nell’audiodescrizione italiana si sentono ancora i passi di Logue dopo la spiegazione.

Comunque nelle linee guida studiate c’è scritto che l’audiodescrizione deve essere realizzata

in collaborazione con una persona cieca o ipovedente. Si può pensare che gli audiodescrittori

abbiano effettivamente seguito le impressioni e i suggerimenti di persone ipovedenti, a volte,

tuttavia, arrivando a scelte opposte tra di loro.

4.1.2.2 La mancanza di tempo

Ogni tanto non ci sono periodi di silenzio abbastanza lunghi fra i dialoghi per spiegare quello

che succede sullo schermo. Di conseguenza l’audiodescrittore descrive spesso in anticipo le

immagini. Normalmente è un’ottima soluzione, ma in alcuni casi causa problemi di

comprensione dare la descrizione troppo presto. Inoltre si rischia di eliminare l’effetto

sorpresa di una certa azione. Tuttavia avviene spesso che l’audiodescrittore non può fare

altrimenti.

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Qui sotto abbiamo valutato le soluzioni trovate nell’audiodescrizione in italiano e in francese

elencando e esaminando alcuni frammenti in cui gli audiodescrittori hanno dovuto affrontare

una mancanza di tempo.

- L’audiodescrizione italiana

00.07.14 Dentro l’auto c’è Elizabeth.

Commento:

Qui viene già detto che è Elizabeth ad aspettare in macchina, mentre sullo schermo si vede

solamente la macchina e non ancora i passeggeri tra cui Elizabeth. Gli ascoltatori

dell’audiodescrizione sono quindi informati prima che le persone che guardano il film.

00.14.44 Le abbraccia

Commento:

Sullo schermo il duca non si è ancora alzato in piedi mentre l’audiodescrizione sta già dicendo

che abbraccia le sue figlie. L’audiodescrittore era quasi obbligato di inserire

quest’informazione in anticipo visto che il duca e Elizabeth parlano tutto il tempo: dopo che il

duca finisce di raccontare la storia che stava leggendo ai bambini, sua moglie dice

immediatamente che esse devono andare a dormire, dunque non c’era abbastanza tempo per

dare l’audiodescrizione in modo sincronico con le immagini.

00.20.20 Lo accende e torna a sedersi.

Commento:

Sembra che Lionel si sia già seduto prima che Bertie dica qualcosa, ma non è così sullo

schermo. Normalmente non è un problema dare informazioni in anticipo, ma qui può causare

difficoltà visto che qualche secondo dopo l’audiodescrizione sentiamo ancora i rumori di

Lionel con il bollitore e poi sentiamo i suoi passi.

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L’ascoltatore cieco o ipovedente pensa che Lionel si sia già seduto dunque i passi possono

creare confusione, come è già stato menzionato qui sopra nel capitolo che tratta della

descrizione di rumori.

00.19.21 Prima di sedersi allontana un po' la sedia. Evitano di incrociare lo sguardo.

Commento:

Ogni tanto l’audiodescrittore risolve il problema della mancanza di tempo descrivendo gli

eventi leggermente dopo. In questo caso, per esempio, viene data l’informazione più tardi:

infatti Lional si è già seduto quando l’audiodescrizione dice ‘prima di sedersi’. Ciò nonostante

non crea confusione dunque non è un problema per gli ascoltatori.

- L’audiodescrizione francese

00.01.03 Le duc de York a une quarantaine d’années, le visage d’un homme affable mais

réservé, les cheveux bruns coiffés avec une raie sur le côté. Dans l’ancien stade

de Wembley il attend en bas d’un escalier au redingote et haut-de-forme noir.

Commento:

Quando sullo schermo c’è ancora lo studio della BBC, viene già data una lunga descrizione di

quello che succederà: l’audiodescrizione francese dice, infatti, che il duca è un quarantenne

gentile e riservato che ha i cappeli castani. Si trova nel vecchio stadio di Wembley, ai piedi di

una scala. Porta un cappotto e un cappello a cilindro nero.

00.07.39 La duchesse Elizabeth regarde par la vitre un fiacre qui les croise.

Commento:

Anche nella versione francese, viene detto che è Elizabeth a stare nella macchina, mentre

sullo schermo non è ancora visibile. Probabilmente viene data prima questa informazione

perché ci sono tanti elementi da descrivere in questa scena.

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00.53.52 La Rolls suit un chemin de campagne enneigé menant au château de Balmoral

en Ecosse.

Commento:

Questa informazione viene già data quando sullo schermo vediamo ancora Lionel che prende

un sorso di whisky. È necessario dare l’audiodescrizione prima perché non c’è abbastanza

tempo al momento stesso, visto che sentiamo già Bertie che fa degli scioglilingua.

Conclusione

Risulta da questa ricerca che gli audiodescrittori erano capaci di superare la difficoltà di una

mancanza di tempo fra i dialoghi, dando le informazioni in anticipo (e ogni tanto in ritardo).

È chiaro che non è sempre possibile dare le informazioni in modo sincronico con le immagini.

L’anticipazione delle descrizioni non costituisce un problema, a condizione che la distanza fra

l’audiodescrizione e l’evento nella storia non sia troppo grande. Naturalmente non è facile

sapere dov’è il limite perché si tratta spesso di un’impressione. Anche in questo caso va

sempre consultato l’impressione delle persone ipovedenti.

4.1.2.3 Interpretazioni

I sentimenti si esprimono spesso attraverso la comunicazione non verbale, ma dato che il

pubblico destinatario dell’audiodescrizione non riceve informazioni attraverso le immagini, è

necessario descriverli. Nonostante che, secondo tutte e due le linee guida studiate, sia molto

importante che l’audiodescrizione sia quanto più possibile obiettiva, ci vuole ogni tanto

un’interpretazione dell’audiodescrittore. È difficile descrivere, per esempio, l’intensità delle

emozioni visibili sulla faccia dei personaggi in modo oggettivo. Seguono alcuni esempi in cui

è richiesta un’interpretazione dell’audiodescrittore.

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- L’audiodescrizione italiana

00.03.01 Sullo sfondo compaiono minacciosi il microfono su un'imponente asta e sul

parapetto la luce rossa di avviso della diretta.

Commento:

Sullo schermo si vedono il microfono e la luce rossa dal punto di vista del duca, dunque si

potrebbe dire che è una buona idea aggiungere nell’audiodescrizione la parola ‘minacciosi’,

per rappresentare le emozioni del duca.

00.13.44 La piccola è perplessa.

Commento:

In questo caso Bertie racconta una storia alle sue figlie. A un certo momento dice “I pinguini

hanno le ali che sono a forma di aringa”, ma Margaret, la figlia più piccola, sembra poco

convinta. L’audiodescrizione italiana dice che è perplessa, ma si potrebbe spiegare

l’espressione sul viso di Margaret in modo più forte, per esempio optando per il termine

“titubante” o “incredula”. La versione francese non descrive l’espressione di Margaret.

00.18.23 Il duca diffidente si dirige verso lo studio

Commento:

È difficile descrivere i sentimenti del duca in questo caso. È certamente diffidente, ma forse è

anche un po’ timoroso. In ogni caso è chiaro che non è venuto di sua spontanea volontà.

00.39.34 Il Re stringe la mano all'infermiera e si guarda intorno confuso. Bertie lo guarda

preoccupato.

Commento:

Secondo l’audiodescrizione italiana il Re è confuso mentre quella francese ritiene che il Re

abbia paura (“Son regard angoissé flotte dans la pièce”). Anche se la paura e la confusione

spesso si assomigliano, non sono la stessa cosa.

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In questo caso si vede bene che ogni tanto è veramente difficile rappresentare i sentimenti dei

personaggi in modo obiettivo per un pubblico che non è capace di vedere le immagini.

01.01.49 È profondamente ferito e dispiaciuto

Commento:

Anche qui ci vuole un’interpretazione, ma Bertie si è arrabbiato e ha coperto Logue di insulti,

dunque secondo noi quasi tutti interpreterebbero i sentimenti di Lionel allo stesso modo.

- L’audiodescrizione francese

00.09.00 Sa démarche et son visage expressif dénotent une grande vivacité d’esprit.

Commento:

Non è sicuro che gli spettatori che guardano le immagini sappiano che Lionel Logue ha una

grande velocità di comprensione solo vedendo la sua camminata e la sua faccia. L’ascoltatore

dell’audiodescrizione francese riceve quindi informazioni supplementari.

00.11.49 Il la serre du bout des doigts avec un petit salut de la tête maladroit.

Commento:

È vero che il cenno del capo è un po’ strano e di conseguenza può essere considerato

maldestro. Tuttavia si potrebbe interpretarlo in altri modi: è possibile, per esempio, che Logue

si senta in soggezione per la duchessa e che sia a disagio.

00.18.58 Les meubles sont beaux

Commento:

Il concetto di ‘bello’ è molto relativo dato che è possibile che qualcuno trovi che qualcosa è

bellissima mentre qualcun’altro la trovi veramente brutta.

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00.37.41 C’est un blond athlétique et séduisant d’une quarantaine d’années. Les traits de

son visage dénotent un caractère prompt.

Commento:

È vero che David ha un carattere solerte, ma probabilmente gli spettatori non possano dedurlo

direttamente dai suoi lineamenti. Inoltre è abbastanza soggettiva la parola “séduisant” (=

seducente).

00.39.55 Son regard angoissé flotte dans la pièce et rencontre celui de Bertie.

Commento:

La versione francese utilizza il termine “paura” mentre quella italiana dice che il Re è

confuso. Non approfondiamo questo esempio qui perché è già spiegato qui sopra, fra gli

esempi italiani.

00.50.10 Logue fronce les sourcils.

Commento:

Questa frase è un ottimo esempio dell’obiettività a cui spesso l’audiodescrizione vorrebbe

arrivare, visto che viene descritto solamente quello che è visibile sullo schermo.

L’audiodescrizione non dice, infatti, che Lionel è confuso o sorpreso, ma solo che aggrotta le

sopracciglia.

01.02.12 Logue, meurtri, regarde longuement Bertie s’éloigner.

Commento:

Come viene già detto qui sopra, è logico che Logue sia ferito, quindi si può dire che è

un’interpretazione oggettiva dell’audiodescrittore.

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Conclusione

Possiamo dedurre da questa ricerca che, anche se nella teoria viene detto che si deve cercare

di essere sempre obiettivi, sono necessarie ogni tanto delle interpretazioni. Quando il Re

Giorgio V, per esempio, deve segnare un documento, l’audiodescrittore italiano dice che è

confuso, mentre quello francese dice che il Re ha paura. La paura e la confusione si

assomigliano, ma non significano esattamente la stessa cosa. È dunque veramente difficile

rappresentare i sentimenti dei personaggi sempre in modo obiettivo.

Inoltre Remael (2013) dice che oltre alle persone cieche e ipovedenti, il gruppo destinatario

dell’audiodescrizione comprende tra l’altro bambini con ADHD, persone con un ritardo

mentale, persone che soffrono della malattia di Alzheimer, ricercatori, emigrati che stanno

imparando una nuova lingua ecc. L’audiodescrizione viene quindi a volte usato da un altro

tipo di pubblico e ci pare che sia utile, per esempio, anche per persone autistiche che

potrebbero apprezzare che gli venga spiegato l’espressione di una faccia.

4.1.3 Le linee guida

Nel presente lavoro sono state studiate le linee guida della Blindsight Project dell’ONLUS per

disabili sensoriali (2014) per l’audiodescrizione italiana mentre per l’audiodescrizione

francese sono state esaminate le direttive della “Charte de l’audiodescription” (2008), che è

stata elaborata da Laure Morisset e Frédéric Gonant. Più informazioni sulle linee guida

studiate in questa ricerca si trovano nella prima parte di questa tesi.

In questo capitolo viene esaminato se sono seguite oppure no le linee guida menzionate qui

sopra riguardanti le voci che leggono l’audiodescrizione, il linguaggio e il lessico, la

descrizione di colori e la descrizione dei movimenti della macchina da presa. Nei due casi si

tratta, per quanto ne sappiamo, delle uniche linee guida disponibili e abbastanza ufficiali per il

paese, e quindi il fatto che gli audiodescrittori rispettivi le abbiano usate sembra perlomeno

possibile.

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4.1.3.1 Le voci che leggono l’audiodescrizione

L’audiodescrizione italiana viene letta sempre dalla stessa voce femminile, mentre

nell’audiodescrizione francese si alternano una voce femminile ed una voce maschile. Viene,

infatti, raccomandato nelle linee guida francesi l’utilizzo di due voci, una di una donna ed una

di un uomo. Le linee guida italiane non dicono niente sull’utilizzo di due voci.

Si potrebbe formulare l’ipotesi che quando due voci si alternano, l’attenzione si allenti meno

velocemente e che l’audiodescrizione francese sia quindi più pratica di quella italiana.

Comunque non è possibile dimostrare questa ipotesi visto che, se sono state seguite le linee

guida esaminate nel quadro teorico, tutte e due le versioni sono state realizzate in

collaborazione con una persona cieca o ipovedente. Sembre quindi che l’utilizzo di una voce

sola non fosse un problema per il collaboratore italiano disabile della vista. Tuttavia si

potrebbe dire che si deve controlare l’audiodescrizione con l’aiuto di un grande gruppo di

persone con disabilità visive, per ambire ad un giudizio che sia quanto più possibile obiettivo.

Per di più non colpiscono troppo le voci delle audiodescrizioni e di conseguenza non viene

sviata l’attenzione dalle voci degli attori.

4.1.3.2 Il linguaggio e il lessico

Sia le linee guida italiane (Blindsight Project, 2014) che quelle francesi (elaborate da Morisset

e Gonant, 2008) dicono che si devono sempre evitare delle imprecisioni. Il linguaggio e il

lessico devono quindi essere particolarmente precisi: infatti vanno evitate in

un’audiodescrizione le parole che sono ambigue e molto generiche, cioè prive di senso. Ci

sembra che una delle ragioni per le quali deve essere preciso il lessico sia che si deve cercare

di risparmiare tempo, il che è necessario perché nella maggior parte dei casi non c’è tanto

tempo fra i dialoghi.

Qui sotto viene dato un esempio in tutte e due le lingue in cui i termini utilizzati non sono

molto precisi.

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- Esempio dall’audiodescrizione italiana

00.10.23 Lionel, un uomo alto di mezza età

Commento:

La descrizione italiana dell’età di Lionel Logue è più vaga di quella francese (“Il a la

soixantaine”). Dicendo che Lionel Logue è sulla sessantina, l’audiodescrizione francese è più

precisa di quella italiana.

- Esempio dall’audiodescrizione francese

00.18.58 Les meubles sont beaux

Commento:

La parola ‘beaux’ (= belli) non è precisa, si potrebbe definirla perfino come un concetto

particolarmente vago. Gli ascoltatori si immaginano mobili diversi perché non è chiaro come

sembra precisamente il mobilio dell’ufficio.

Conclusione

Per quanto riguarda il linguaggio e il lessico, gli audiodescrittori hanno utilizzato quasi

sempre dei termini specifici, il che è molto importante visto che non c’è tanto tempo per dare

le descrizioni fra i dialoghi. Comunque ci sono due casi in cui secondo noi sarebbe possibile

essere più precisi: nell’audiodescrizione italiana viene detto che Lionel Logue è di mezza età.

La versione francese mostra che è possibile essere un po’ meno vago dicendo che Logue è

sulla sessantina. L’altro esempio in cui si potrebbe dire che è preferibile un altro termine è

quando vengono descritti i mobili nell’ufficio di Logue: l’audiodescrizione francese dice,

infatti, che i mobili sono “beaux”, ma bello è un concetto molto vago visto che è piùttosto

soggettivo. Si potrebbe dire che, per essere più precisi, sarebbe meglio descrivere le forme, i

colori e lo stile invece dell’aspetto estitico.

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4.1.3.3 I colori

Sia nelle linee guida italiane che nelle linee guida francesi viene detto che è molto importante

menzionare i colori nell’audiodescrizione. È possibile che una persona cieca abbia perso la

vista a causa di un incidente stradale, per esempio, e che sia capace di immaginarsi i colori

perché li ha visti prima dell’incidente.

In questa parte è stato esaminato se gli audiodescrittori hanno coerentemente descritto i colori

oppure no. Qui sotto vengono elencati alcuni esempi di descrizioni in cui sono menzionati dei

colori.

- L’audiodescrizione italiana

00.00.01 Su fondo nero a centro schermo compare una luce blu che si espande formando la

scritta UK Film Council che diventa di colore bianco.

00.01.58 Sta per partire la diretta dallo studio. La luce rossa sul tavolo e la scritta on air

sulla porta lampeggiano.

00.03.01 Sullo sfondo compaiono minacciosi il microfono su un'imponente asta e sul

parapetto la luce rossa di avviso della diretta.

00.03.26 Lo stadio è gremito e in attesa primo piano del microfono e della luce rossa che

comincia a lampeggiare. La luce rossa rimane fissa.

00.10.23 Lionel, un uomo alto di mezza età e dai lineamenti marcati, in completo grigio e

papillon torna alla porta, chiude gli occhi imbarazzato.

00.31.28 Ha gli occhi coperti da un panno bianco e fuma una sigaretta.

00.37.01 Un auto è ferma su una stretta strada che taglia un grande prato verde

perfettamente rasato.

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00.54.54 Lei indossa un abito nero con una profonda scollatura alla schiena e splendidi

gioielli.

01.08.56 La sala è priva di mobilia e lui cammina dietro l'unica, imponente, poltrona

rossa, di fronte a due dignitari.

01.37.16 Il foglio è pieno di segni grafici fatti a penna rossa.

01.38.01 La luce rossa si accende.

- L’audiodescrizione francese

00.00.54 Le studio d’enregistrement est une vaste pièce nue de style art-déco avec des

teintes de bois naturel et de noir.

00.01.06 … les cheveux bruns coiffés avec une raie sur le côté.

00.02.21 Un voyant rouge clignote sur la table du speaker.

00.03.53 Sur son pupitre un voyant rouge clignote 3 fois et reste allumé.

00.05.01 L’archevêque de Canterbury, petit homme aux cheveux blancs clairsemés

00.13.17 Il marche à genoux en queue-de-pie noire, gilet et papillon blanc.

00.19.13 Elles forment un camaïeu patiné de beige et gris au cachet singulier.

00.31.44 Un linge blanc couvre ses yeux.

00.55.16 Elle porte une robe noire glamour décolletée dans le dos.

01.05.06 Le domestique en gants blancs tient la porte d’entrée ouverte.

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01.26.01 Bertie s’assoit sur le fauteuil juché sur une estrade tapissée de rouge.

01.36.55 Des tentures rouges murées au plafond réduisent l’espace.

01.37.38 Des petits traits rouges allongent le texte…

01.38.22 Quatre éclats de lumière rouge illuminent le visage de Bertie.

01.46.20 La famille royale sort sur le balcon du palais drapé de rouge et d’or.

01.47.07 L’écran devient noir.

Conclusione:

Possiamo concludere che gli audiodescrittori non hanno evitato la descrizione di colori, anche

se il pubblico destinatario è cieco o ipovedente. Inoltre non è che abbiano menzionato solo

sporadicamente i colori, al contrario, l’audiodescrittore italiano ha descritto più di dieci volte i

colori e quello francese più di quindici volte. Ciò che colpisce è che hanno menzionato spesso

il colore rosso.

4.1.3.4 I movimenti della macchina da presa

Nelle linee guida francesi viene detto che il messaggio che vuole trasmettere il regista è più

importante dei termini tecnici cinematografici. Non abbiamo trovato, infatti, delle descrizioni

dei movimenti della macchina da presa nell’audiodescrizione francese del film.

L’audiodescrizione italiana, invece, dà ogni tanto un’indicazione che potrebbe richiamare la

tecnica cinematografica, usando l’espressione “in primo piano”. D’altra parte va notato che

effettivamente le linee guida in italiano non sconsiglino esplicitamente l’utilizzo di termini

tecnici cinematografici, quindi non è un problema.

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Qui sotto vengono elencati alcuni esempi dal manoscritto italiano.

00.00.26 In primo piano un tecnologico microfono degli anni '20 è poggiato su un tavolo

nello studio della BBC Broadcasting House.

00.03.26 Lo stadio è gremito e in attesa primo piano del microfono e della luce rossa che

comincia a lampeggiare.

00.31.19 In primo piano la tromba di un grammofono.

01.10.09 Sequenze in primo piano dei ritratti dei reali.

Conclusione

L’audiodescrittore italiano usa più volte l’espressione “in primo piano”, un’espressione che –

anche se diffusa anche al di fuori del contesto cinematografico – rischia comunque di

richiamare l’attenzione dell’ascoltatore sul fatto che sta guardando un film.

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5 CONCLUSIONE

La domanda centrale di questa ricerca è di indagare l’applicabilità e l’applicazione di alcuni

aspetti dell’audiodescrizione che ricevono attenzione in ricerche e linee guida. Siamo partiti,

appunto, dalla ricerca già fatta e abbiamo guardato successivamente una pratica concreta, vale

a dire l’audiodescrizione francese e italiana del film “Il discorso del Re”.

È stato esaminato quali sono le differenze fra l’audiodescrizione italiana e quella francese del

film “Il discorso del Re” per quanto riguarda le descrizioni dei personaggi e dei loro vestiti.

Inoltre abbiamo esaminato come gli audiodescrittori hanno risolto eventuali difficoltà causate

da rumori che non sono chiari, da una mancanza di tempo fra i dialoghi e da emozioni o

caratteristiche che richiedono un’interpretazione. Infine è stato ricercato se sono state seguite

le linee guida (Blindsight Project, 2014 e Morisset & Gonant, 2008) riguardanti le voci, i

colori, il linguaggio e il lessico e i movimenti della macchina da presa.

Prima di cercare una risposta a queste domande, abbiamo creato un quadro teorico

sull’audiodescrizione. Risulta dal quadro che l’audiodescrizione è una disciplina piuttosto

recente che diventa sempre più importante nella vita di tutti i giorni. Di conseguenza ci

vogliono sempre più ricerche su questo tema. Nel 2011, per esempio, è stato lanciato il

progetto europeo ADLAB, con lo scopo di esaminare la possibilità di direttive universali per

l’audiodescrizione in Europa.

Secondo Vercauteren (2007) tali direttive sono positive visto che fanno sì che tutte le persone

cieche in Europa abbiano un’esperienza simile quando ascoltano un film. Inoltre i paesi senza

audiodescrizione saranno in grado di organizzare più facilmente corsi di audiodescrizione in

base alle direttive ufficiali. Non devono dunque perdere tempo con l’elaborazione di proprie

direttive (in Orero, Remael & Dìaz Cintas, p. 139).

Comunque Vercauteren dice anche che oltre a vantaggi ci sono anche degli svantaggi:

secondo lui sarà per esempio difficile elaborare una direttive standard, tra l’altro perché il

materiale visivo che deve essere descritto è molto variato. Per di più, le direttive già esistenti

contengono imperfezioni, incomprensibilità e contraddizioni. Vercauteren conclude che ci

vogliono direttive internazionali che contengono tutte le informazioni necessarie per aiutare

diversi audiodescrittori ad elaborare audiodescrizioni di alta qualità.

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Si può dire che ci vogliono ulteriori ricerche per poter raggiungere tali audiodescrizioni.

Inoltre ci si deve rendere conto che non è facile fare un’audiodescrizione visto che si deve

tener conto di tanti fattori, tra cui la cultura e la conoscenza del pubblico destinatario.

Secondo Ryckaert (2008, p. 27) è per esempio possibile che una persona cieca non abbia

confidenza con certe nozioni e che non conosca completamente la cultura del pubblico

vedente.

Il quadro teorico mostra anche che un audiodescrittore deve essere capace di risolvere

difficoltà come la scelta di spiegare o meno i rumori che non sono chiari, una mancanza di

tempo fra i dialoghi, i realia e emozioni o caratteristiche che richiedono un’interpretazione.

I realia non sono stati presi in considerazione nella parte empirica di questa tesi visto che non

ci sono tanti esempi notevoli nelle audiodescrizioni esaminate. Si potrebbe dire che la cultura

francese e quella italiana si assomigliano di più, il che sarebbe meno il caso se fossero

confrontate alla cultura inglese. Di conseguenza, si potrebbe formulare l’ipotesi che gli

audiodescrittori italiani e francesi abbiano spiegato alcune immagini culturalmente specifiche

che l’audiodescrittore inglese non ha menzionate. (Infatti “The King’s Speech” è un film

britannico.) È un argomento molto interessante che si potrebbe sviluppare in ulteriori ricerche.

Ciò che colpisce, paragonando la teoria e la pratica, è che non è sempre facile rispettare le

linee guida e i consigli che emergono dalla ricerca sull’audiodescrizione. Si preferisce, per

esempio, la spiegazione subito dopo il rumore, ma nella pratica ogni tanto non è fattibile.

Lammertyn (2010, p. 68) dice che si deve dunque ambire al miglior risultato possibile e che si

deve adattare l’audiodescrizione al film, invece di adattare il film all’audiodescrizione.

L’audiodescrizione serve soprattutto di sostegno per le persone cieche o ipovedenti.

Possiamo concludere che esistono finora poche linee guida ufficiali. Inoltre quelle esistenti

sono diverse tra di loro, probabilmente perché manca la ricerca, il che risulta in

audiodescrizioni diverse tra di loro. L’audiodescrizione italiana e quella francese del film “Il

discorso del Re” sono un ottimo esempio: risulta dalla parte empirica di questa tesi che gli

audiodescrittori non hanno utilizzato la stessa strategia. Ci sono, infatti, delle differenze fra il

manoscritto italiano e quel francese, il che è logico visto che ci sono anche delle differenze fra

le linee guida italiane e quelle francesi.

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In base alla parte empirica possiamo concludere che l’audiodescrizione francese descrive più

ampiamente i personaggi mentre l’audiodescrizione italiana è concisa e meno dettagliata. I

personaggi vengono inoltre spesso descritti prima nell’audiodescrizione francese che

nell’audiodescrizione italiana e di conseguenza il pubblico francese può più velocemente farsi

un’idea dell’aspetto dei personaggi. Per di più è quasi sempre l’audiodescrittore francese che

fa più attenzione alla descrizione dei vestiti. Non sussiste quindi l’ipotesi che

l’audiodescrizione italiana presti più attenzione alle descrizioni degli abbigliamenti di quella

francese. Risulta anche che le descrizioni dei vestiti vengono spesso date prima

nell’audiodescrizione francese, proprio come quelle del fisico.

Può sembrare dunque che l’audiodescrizione francese del film è più dettagliata e più corretta,

ma non è possibile trarre una tale conclusione visto che non abbiamo potuto ricercare tutti gli

elementi delle audiodescrizioni. È, per esempio, possibile che la versione francese attiri

l’attenzione sull’abbigliamento mentre quella italiana focalizzi l’attenzione sulle azioni, sui

cambiamenti di scena o sulle descrizioni di un posto. Comunque sono solo ipotesi che non

sono state dimostrate o scartate visto che era necessario delimitare il campo di ricerca.

Tuttavia sono molto interessanti per future ricerche.

Risulta da questa ricerca anche che gli audiodescrittori erano capaci di superare la difficoltà di

una mancanza di tempo fra i dialoghi, dando le informazioni in anticipo (e ogni tanto in

ritardo). È chiaro che non è sempre possibile dare le informazioni in modo sincronico con le

immagini. Comunque l’anticipazione delle descrizioni non è problematica, a condizione che

la distanza fra l’audiodescrizione e l’evento nella storia non sia troppo grande. Naturalmente

non è facile sapere dov’è il limite perché si tratta spesso di un’impressione.

Un’altra differenza che colpisce è che l’audiodescrizione italiana viene letta sempre dalla

stessa voce femminile, mentre nell’audiodescrizione francese si alternano una voce femminile

ed una voce maschile. Viene, infatti, raccomandato nelle linee guida francesi l’utilizzo di due

voci, una di una donna e una di un uomo. Le linee guida italiane non dicono niente

sull’utilizzo di due voci. Possiamo dunque concludere che in questo caso è molto probabile

che gli audiodescrittori hanno seguito le linee guida studiate nel presente lavoro.

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Si potrebbe formulare l’ipotesi che quando due voci si alternano, l’attenzione si allenti meno

velocemente. È quindi uno dei pochi momenti in cui c’è una possibile differenza di qualità.

Nonostante nelle linee guida esaminate ci sia scritto che l’audiodescrizione deve essere

realizzata in collaborazione con una persona cieca o ipovedente, si potrebbe dire che si

dovrebbe controlare l’audiodescrizione con l’aiuto di un gruppo di persone con disabilità

visive, invece di una persona sola, per ambire ad un giudizio che sia quanto più possibile

obiettivo. Avendo esaminato tutti e due i manoscritti dell’audiodescrizione, si potrebbe

constatare che gli audiodescrittori hanno effettivamente seguito le impressioni e i

suggerimenti di persone ipovedenti, a volte, tuttavia, arrivando a scelte opposte tra di loro.

Tutto sommato si può dedurre da questa ricerca che ci sono delle differenze notevoli fra

l’audiodescrizione italiana e quella francese. Si ha l’impressione che le descrizioni dipendano

molto dal gusto dell’audiodescrittore, che ha in alcuni casi una scelta abbastanza libera visto

che, per quanto ne sappiamo, non ci sono delle linee guida ufficiali per tutti che contengono

delle regole imposte. Per quanto riguarda la descrizione di rumori, per esempio, è stato notato

che gli audiodescrittori hanno descritto i rumori solo quando secondo loro era necessario.

Anche se nelle linee guida e in ricerche precedenti viene sempre detto che l’audiodescrittore

deve cercare di rimanere obiettivo, ci vuole ogni tanto un’interpretazione. È difficile

descrivere, per esempio, l’intensità delle emozioni visibili sulla faccia dei personaggi in modo

obiettivo.

Possiamo concludere, infine, che la pratica dell’audiodescrizione rispetta spesso le idee

formulate nelle ricerche sull’audiodescrizione. Così sono quasi sempre state seguite le linee

guida studiate per quanto riguarda le voci, i colori, il linguaggio e il lessico e i movimenti

della macchina da presa. Tuttavia ci sono delle differenze, quindi secondo noi non sono già

abbastanza sviluppate le linee guida per poter fornire metodi e soluzioni concreti

all’audiodescrittore per tutti gli aspetti dell’audiodescrizione. Ci vogliono ulteriori ricerche su

questo argomento particolarmente interessante.

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Appendice

Il manoscritto italiano ci è stato mandato da Bernadette Pedaci, una studentessa

dell’Università di Trieste e noi abbiamo trascritto l’audiodescrizione francese.

È possibile che i manoscritti in questo appendice non siano al 100% corretti.

1. Il manoscritto italiano (diviso in 8 capitoli)

Capitolo 1 (00.00.01)

Su fondo nero a centro schermo compare una luce blu che si espande formando la scritta UK Film

Council che diventa di colore bianco.

1925 Re Giorgio V regna su un quarto della popolazione mondiale. Ha chiesto al suo secondo figlio, il

duca di York, di tenere il discorso di chiusura all'Empire Exhibition a Wembley, Londra. In primo

piano un tecnologico microfono degli anni '20 è poggiato su un tavolo nello studio della BBC

Broadcasting House.

La Weinstein company e UK Film Council presentano in associazione con Momentum

pictures, Aegis Film fund Molinare, London FilmNation entertainment, una produzione Seesaw Films/

Bedlam. Compare il titolo, Il discorso del Re.

In un corridoio ai piedi di una scala il duca di York, alto elegante di bell aspetto legge sussurrando da

un foglio che tiene nella mano guantata. Accanto a lui stretta al suo braccio sua moglie. Di fronte a

loro alcuni uomini li fissano uno di essi è in abiti talari. Nello studio della BBC uno speaker in

smoking fa dei gargarismi. Espetora discretamente in una brocca argentata che un assistente tiene su

un vassoio.

Lo speaker si spruzza dello spray in gola con un vaporizzatore.

L'assistente esce e lui si siede di fronte al microfono.

Lo speaker prende 2 spanne di distanza dal microfono misurando con le mani. Il duca e la

moglie si baciano teneramente.

Sta per partire la diretta dallo studio. La luce rossa sul tavolo e la scritta on air sulla porta

lampeggiano. Mentre sale le scale l'espressione del duca è affranta. Sullo sfondo compaiono

minacciosi il microfono su un'imponente asta e sul parapetto la luce rossa di avviso della diretta. Al

suo ingresso sullo spalto il pubblico seduto di spalle si alza rispettosamente in piedi e si gira a

guardarlo. Il duca sempre più spaventato cerca lo sguardo rassicurante della moglie che è andata a

sedersi poco distante. Lo stadio è gremito e in attesa primo piano del microfono e della luce rossa che

comincia a lampeggiare. La luce rossa rimane fissa. É iniziata la diretta.

La moglie Elizabeth è desolata. Un evidente imbarazzo si legge sul volto di tutti i presenti.

145 Piccadilly Londra 1934. La Rover del Dr sir Bentom parcheggia.

Il dottore con delle pinzette prende delle biglie di vetro da una caraffa colma di un liquido

Gli porge un libro aperto.

Il duca cerca di accendersi una sigaretta. Elizabeth gli si avvicina, gli toglie l'accendino di mano.

Gli accende la sigaretta. Poi lascia cadere l'accendino sul tavolo.

In una giornata grigia e nebbiosa i fari di una grande Austin compaiono all'orizzonte. Un uomo in

cappotto e bombetta cammina davanti l'auto facendole strada. Dentro l'auto c'è Elizabeth.

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Indossa un cappotto con il collo di pelliccia, un doppio filo di perle al collo, un cappellino con beletta

e i guanti. Incrociano una carrozza.

Elizabeth entra nell'androne di un palazzo fatiscente con un vecchio ascensore e una stretta scala. Si

guarda intorno perplessa e dubbiosa. Nel piccolo ascensore legge sotto un tasto la targhetta L. L.

LOGUE difetti del parlato. Preme un tasto ma l'ascensore non parte.

Si accorge di aver lasciato aperta la grata esterna. L'ascensore scende al seminterrato. Entra in

un'ampia e spoglia sala d'attesa, una panca e sedie di legno contro un muro. Sulla logora parete una

stampa dell'inaugurazione del ponte di Sidney nel marzo del '32 in Australia. Dall'alto soffitto pende

un lampadario con 6 sfere illuminate.

È sconcertata. Le porge la mano lei la stringe esitando.

Entra nello studio oltrepassando la porta parzialmente sverniciata.

Lionel, un uomo alto di mezza età e dai lineamenti marcati, in completo grigio e papillon torna alla

porta, chiude gli occhi imbarazzato.

La principessa Elizabeth gli si avvicina tendendogli la mano. Lui le porge la sua chinando il capo.

É tardo pomeriggio, una vecchia Morris Oxford percorre un quartiere popolare di Londra.

Alla guida Laurie, il figlio maggiore di L. LOGUE. Stanno tornando a casa.

Capitolo 2 (00.12.36)

Casa York

Esita fermo sulla porta della camera delle figlie.

Il duca in frac si mette in ginocchio e va verso le 2 bambine.

Guarda la moglie che asserisce. Si siede di fronte alla figlie sedute a terra con i cani.

La piccola è perplessa.

Le abbraccia.

Scendono le scale.

Lionel ha l'audizione.

Lionel sul palco del piccolo teatro assume la postura di un uomo deforme e claudicante.

In platea il regista e due assistenti.

Il regista perentorio alza un braccio, Lionel è interdetto.

Lionel è sconcertato.

Il regista è dubbioso.

Elizabeth apre la grata per entrare insieme al marito nell'angusto spazio dell'ascensore nel palazzo

dove è lo studio di Lionel. Lui chiude solo la grata interna.

Nella sala d'aspetto

La porta dello studio si apre lentamente. Esce un ragazzino, pantaloncini corti, giacchetta e sciarpa al

collo. Socchiude la porta alle sue spalle, si ferma di fronte a loro.

Lionel si aggiusta la cravatta e compare sulla porta.

Il duca diffidente si dirige verso lo studio. Si stringono la mano. Lionel china il capo rispettosamente,

si scosta e lo fa entrare. Prima di chiudere la porta lancia uno sguardo ad Elizabeth che gli fa un cenno

di assenso.

Lo studio è variamente arredato: 2 poltrone davanti ad un grande camino, una scrivania contro un

muro. Il duca si guarda intorno, nota un modellino di aereo appeso ad un lampadario.

Il duca si siede su un vecchio divano posto contro una parete scrostata opposta a quella del camino. Il

soffitto a volte parzialmente in vetro, Lionel prende una sedie e la pone di fronte al divano. Sullo

sfondo una grande finestra.

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Prima di sedersi allontana un po' la sedia. Evitano di incrociare lo sguardo.

Lionel l'osserva attentamente.

Si dirige verso il camino davanti al quale c'è un fornello con sopra un bollitore.

Lo accende e torna a sedersi.

Il duca lo fissa freddamente.

Il duca apre il portasigarette d'argento e prende una sigaretta.

Ripone seccato la sigaretta.

Il duca lo sfida con lo sguardo. Lionel resta impassibile. Al rumore del bollitore si alza e va a spegnere

il fornello.

Lionel versa l'acqua in una teiera posta su un tavolino, poi fischiettando torna con passo deciso a

sedersi.

Posa uno scellino sul divano. Va alla scrivania e prende un libro.

Il duca si alza e infastidito prende il libro. Lionel va ad aprire la finestra.

Uno di fronte all'altro si fissano. Il duca ancora in cappotto e sciarpa, guarda il libro.

Gli rende il libro

Lionel gli porge nuovamente il libro e va ad un tavolino dove ci sono un giradischi e un tornio per la

registrazione di dischi vergini.

Fa partire il tornio e la testina comincia a incidere il disco. Poi posa la testina del giradischi

sul disco, già sul piatto, e lo avvia. Prende una cuffia e gliela porge.

Il duca è indeciso.

Benché riluttante alla fine la indossa.

La toglie.

Stizzito, rimette la cuffia e riapre il libro. Lionel con la mano gli tiene il microfono davanti alla bocca.

Il duca legge ma la musica in cuffia gli impedisce di percepire la propria voce. Lionel alza il volume

della musica e lo guarda compiaciuto, calmo e sicuro di se, annuendo. Si toglie la cuffia.

Si volta e fa per andarsene.

Il duca si gira incredulo.

Si avvicina a Lionel e gli tende la mano

Si stringono la mano

Mentre il duca sta uscendo Lionel prende il disco inciso dal tornio e lo infila in una copertina di

cartone e glielo porge.

Lionel apre la porta dello studio, Elizabeth seduta sola nella sala d'aspetto guarda il marito uscire,

speranzosa. Lionel chiude discretamente la porta dietro di se.

Elizabeth esita, poi si alza ed insieme se ne vanno.

Lionel nel suo studio cammina nervosamente.

Capitolo 3 (00.27.51)

Re Giorgio V, trasmissione natalizia 1934, Sandringham House, Norfolk.

Il Re seduto nel suo studio.

Bertie, il duca, si sposta per permettere al fotografo di scattare la foto al padre seduto alla scrivania su

cui è posizionato il microfono della BBC.

Bertie molto a disagio è seduto davanti al microfono.

In primo piano la tromba di un grammofono. Bertie in veste da camera è steso su un divanetto. Testa

coricato su un cuscino e piedi poggiati sul bracciolo opposto. Ha gli occhi coperti da un panno bianco

e fuma una sigaretta.

Si alza di scatto, apre il cassetto di un mobile, ne estrae un disco e lo sostituisce a quello che sta

suonando.

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Si siede.

Nella stanza in penombra fuma nervosamente.

Alle sue spalle compare Elizabeth in vestaglia, esterrefatta.

Da Lionel

Lionel in piedi di fronte a loro seduti sul divano rimane imperturbabile. Elizabeth sobbalza e prende

teneramente la mano di Bertie.

In piedi, uno di fronte all'altro, agitano le rispettive mano, tenute unite strettamente.

Le sedute proseguono.

Bertie è a terra, supino.

Lei sul suo stomaco.

Bertie rotola a terra.

Esausto Bertie si siede per fumare e Lionel gli toglie la sigaretta.

Bertie si rialza per continuare gli esercizi.

Un vicino chiude la finestra.

Tenuta di Sandringham, 1936. è una giornata fredda e grigia. Un auto è ferma su una stretta strada che

taglia un grande prato verde perfettamente rasato. È una pista di atterraggio privata. Sullo sfondo si

stagliano alti alberi. Bertie in cappotto e bombetta è in attesa fuori dall'auto. Un piccolo biplano sta

atterrando. L'aereo tocca terra oltrepassa l'auto e torna indietro. Bertie va incontro al pilota. È David,

suo fratello.

David con un balzo scende dall'aereo.

Si dirigono all'auto.

David si blocca perplesso.

Percorrono una strada costeggiata da alti alberi spogli, il bosco è un tappeto di foglie.

Bertie fissa il fratello.

Il Re in poltrona ha una coperta e un vassoio d'argento sulle ginocchia. Bertie, David e tutti i membri

del consiglio privato sono presenti nella stanza.

Lord Dawson, il medico, aiuta il re a firmare il documento posato sul vassoio, guidandogli la mano.

Il medico prende il vassoio e consegna il foglio. Un'infermiera si avvicina al Re.

Si rivolge alla Regina.

Il Re stringe la mano all'infermiera e si guarda intorno confuso. Bertie lo guarda

preoccupato.

David che fuma nervosamente finisce il suo drink. Bertie e David indossano il frac.

Apre il vetro di un orologio e sposta indietro la lancetta. Bertie lo guarda con aria critica, poi insieme

entrano nella sala da pranzo dove già tutti sono seduti. La regina è a capo tavola, David si avvicina al

medico. Poi va a sedersi vicino all'Arcivescovo Lang.

David china il capo.

L'arcivescovo è colpito dalla risposta. Bertie sorride ironicamente. Un maggiordomo si avvicina a la

Regina e le parla all'orecchio. Tutti si alzano.

Capitolo 4 (00.41.57)

Il Re giace morto nel suo letto. Il medico gli chiude gli occhi. Lang si avvicina al capezzale.

Bertie ha gli occhi umidi. La regina sontuosamente ingioiellata si avvicina a David, gli

prende la mano destra, si inchina e la bacia.

David si guarda intorno, smarrito. Bertie gli si avvicina e anche lui gli bacia la mano.

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David abbraccia la madre che lo accoglie basita e composta. Si stringe alla madre che rimane

immobile incapace di consolarlo. Si siede sul letto del padre, poi esce rapidamente dalla stanza tra lo

stupore dei presenti. Bertie lo segue correndo. Sale una rampa di scale e lo raggiunge.

David sale al piano superiore. Bertie fa per seguirlo ma ci ripensa. Agitato si accende una

sigaretta.

Lionel nello studio con i figli

Lionel compiaciuto si toglie gli occhiali, si alza dalla macchina da scrivere, spegne la radio e va in

un'altra stanza

Valentine legge, Anthony costruisce un modellino.

Valentine non toglie lo sguardo dal libro. Dalla porta socchiusa compare solo il volto di Lionel,

orizzontalmente.

Bertie gli si avvicina.

Bertie entra nello studio. Lionel ha un rigonfiamento sotto la giacca come per simulare una grossa

gobba.

Lionel si toglie da sotto la giacca un cuscino che fungeva da gobba.

Bertie si avvicina ad un tavolino posto tra le due poltrone davanti al camino.

Lionel versa da bere per entrambi. Bertie osserva il modellino.

Ripone la bottiglia e prende i bicchieri.

Bevono restando in piedi.

Si siedono sulle poltrone.

Bertie ha il modellino in mano.

Lionel gli toglie di mano il modellino e lo rimette sul tavolino.

Bertie è attratto dal modellino, lo tocca di nuovo. Poi desiste e si rilassa sulla poltrona.

Bertie solleva la schiena, si riavvicina al tavolino e posa il bicchiere

Prende subito il pennellino, della colla e il modellino in mano.

Mentre Bertie continua a lavorare sul modellino Lionel lo guarda perplesso.

Lionel si rassicura.

Lionel ascolta attentamente.

Lionel prende i bicchieri e si alza per versare nuovamente da bere.

Si guardano con reciproca comprensione.

Tenuta di Balmoral, Scozia. In auto.

Cade un albero a margine della strada innevata.

La bacia scherzosamente sul collo.

Bertie indossa il kilt, Elizabeth un abito lungo, stola di pelliccia, cappello.

Wallis, flûte in mano gli va incontro.

Elizabeth la ignora, entra nel salone e raggiunge David. Wallis la guarda allontanarsi.

Si inchina di fronte a David, lui la bacia.

Bertie da la mano a Wallis.

Lei indossa un abito nero con una profonda scollatura alla schiena e splendidi gioielli.

Bertie imbarazzato entra nel salone e raggiunge il fratello che fuma con noncuranza.

Elizabeth e Churchill sono appartati nella sala accanto di fronte ad una grande vetrata.

Guardano fuori, il parco è innevato.

Si siedono uno di fianco all'altro, di spalle alla vetrata.

Wallis non perde di vista David.

Gli indica che il suo flûte è vuoto.

David si allontana da Bertie, che lancia un'occhiata a Wallis e segue il fratello nelle cantine. Wallis

con un cenno allontana il cameriere che si era avvicinato per servirle altro Champagne.

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Capitolo 5 (00.57.35)

Bertie rimane pietrificato.

Wallis è compiaciuta e soddisfatta.

Nello studio di Lionel

Nel parco.

Lionel ha toccato Bertie sulla spalla.

È una giornata fredda, avvolta da una leggera foschia. Bertie accelera il passo e si allontana

accendendosi una sigaretta. Lionel fa pochi passi poi resta immobile nel viale semideserto costeggiato

da spogli alberi. È profondamente ferito e dispiaciuto, conscio di averlo perso. Guarda Bertie

scomparire all'orizzonte e riprende lentamente a camminare. Un ufficiale a cavallo percorre il viale.

Bertie scende dall'auto.

Ingresso secondario, ufficio del primo ministro, 10, Downing Street.

Bertie tossisce.

Bertie è scosso.

Casa Logue, la famiglia è in salotto. Lionel alla scrivania legge.

Lionel è seduto in una sala d'aspetto accanto ad un caminetto acceso. Indossa un pesante

cappotto e la sciarpa al collo. Si apre una porta ed entra un segretario di corte.

Lionel è profondamente deluso. Un cameriere apre la porta d'ingresso. Fuori piove a dirotto.

Lionel indossa il cappello, prende il suo ombrello ed esce. Il cameriere chiude la porta.

Bertie alla scrivania del suo studio. Churchill è seduto di fronte a lui.

David entra in salotto dove l'attende Bertie. Si fissano. Entrambi indossano il frac.

David fuma e cammina nella stanza

Bertie lo guarda impotente.

In presenza di testimoni David firma l'atto di abdicazione. Dopo di lui firma Bertie.

David è seduto alla sua scrivania. Al microfono della BBC.

Consiglio di accessione, St. James Palace 12 dicembre 1936. Bertie in alta uniforme, tra i flash dei

fotografi sale su una Rolls, incrocia lo sguardo di Lionel tra la folla. Ora è in un enorme anticamera,

attende il segnale per entrare nella camera del consiglio. La sala è priva di mobilia e lui cammina

dietro l'unica, imponente, poltrona rossa, di fronte a due dignitari. Alle pareti di legno massiccio

grandi dipinti e arazzi. Preoccupato e con passo pesante, attraversa la lunga sala mentre due valletti

aprono le porte. Entra in un maestoso salone semicircolare dal soffitto a stucchi e affreschi.

Tutt'intorno un ballatoio sostenuto da alte colonne di marmo. Tra una colonna e l'altra una galleria di

ritratti dei precedenti reali. Tutti i membri del consiglio sono in piedi, dietro un lungo tavolo. Al suo

ingresso, chinano il capo. Bertie, con i muscoli del viso contratti è fermo di fronte a loro, a qualche

metro di distanza. Un valletto gli porge il foglio con il discorso da leggere.

Un obiettivo grandangolare riprende il maestoso soffitto sopra l'intero consiglio. La solennità della

situazione incombe su Bertie.

Sequenze in primo piano dei ritratti dei reali.

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Casa York.

Bertie è ancora in alta uniforme, entra nel corridoio invaso dalla collezione dei cavalli a dondolo.

Allunga le braccia per accogliere le figlie che fanno per avvicinarsi ma si bloccano.

Si inchinano entrambe.

Bertie le guarda. È sorpreso e colpito. Poi le bacia teneramente sul capo.

La guarda tristemente, si volta e se ne va. Elizabeth abbassa lo sguardo.

Capitolo 6 (01.11.18)

Elizabeth in vestaglia di seta entra nello studio di Bertie.

Lei si china su di lui seduto alla scrivania.

Dei manifesti attaccati al muro della casa di Lionel recitano:” appoggiate il Re, Dio salvi il nostro Re”

a bordo strano sostano una Rolls e un'altra auto. Alcuni passanti incuriositi si fermano a parlare con gli

autisti e dei poliziotti. Lionel agitato aggiusta la teiera di un servizio da te posto sul tavolo della sala da

pranzo e si precipita alla porta. Il caminetto è acceso. Sull'uscio la coppia reale.

Lionel trattiene un sorriso. La coppia entra.

Lionel scosta la sedia dal tavolo per pemettere a Elizabeth di sedersi.

Bertie posa lo scellino su un basso tavolino. Lionel accenna un sorriso. Siedono su due poltrone di

diversa fattura, uno di fronte all'altro.

Bertie abbassa lo sguardo.

Lionel prende lo scellino in mano.

Lionel è in piedi, spalle al muro, di lato alla porta.

La moglie entra in sala da pranzo.

Myrtle è sbalordita.

Si stringono la mano.

Bertie apre la porta.

Lionel esce per primo.

Bacia la moglie sulla guancia.

Bertie le porge la mano, Myrtle, incredula si inchina.

I volti di Bertie, Lionel e Myrtle si rilassano.

Abbazia di Westminister. Bertie, seguito da Lionel.

Bertie chiude gli occhi. Lionel si inginocchia a braccia aperte di fronte a lui

Bertie si è alzato.

Lionel siede sul trono.

Lionel si alza.

Si fissano intensamente. Alle spalle di Lionel arriva l'arcivescovo.

Lang lancia un'occhiata a Lionel e se ne va.

Bertie va a sedersi sul trono posto su una pedana rialzata quattro gradini. Lionel è di fronte a lui.

Capitolo 7 (01.27.07)

Un obiettivo luminoso di un proiettore nella casa di proiezione di Buckingam Palace.

La famiglia reale insieme all'arcivescovo, seduti in fila su delle sdraio, guarda le riprese

dell'incoronazione.

Lang si alza

Nel filmato il momento dell'incoronazione.

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Il filmato successivo si intitola: Hitler e Norimberga. Mostra una grandiosa parata militare che sfila tra

una folla immensa. Hitler parla al microfono da un podio.

Bertie osserva preoccupato lo sfilare di migliaia di soldati con il braccio teso al saluto nazista. Nel suo

studio Bertie incontra Baldwin.

Sono seduti in poltrona.

La famiglia Logue è radunata in salotto. 3 settembre 1939.

Lionel guarda affranto il figlio maggiore appena entrato.

Studio di Bertie entra il suo segretario.

Bertie rimasto solo sfoglia nervosamente i fogli del discorso. Muove le labbra nel tentativo di leggerlo.

È terrorizzato. Più tardi Lionel è in auto con il figlio, che è alla guida. Guardano il cielo attraverso il

finestrino.

In strada c'è molto movimento. Riflesse sul finestrino dell'auto le immagini della gente che corre ai

rifugi. Contro i muri dei palazzi, pile di sacchi di sabbia.

Un gruppo di persone entra in un rifugio.

Al posto di blocco di Buckingam Palace. Lionel abbassa il finestrino.

L'auto attraversa il cortile quadrangolare del palazzo e si ferma vicino ad una scalinata.

Un valletto apre la portiera della vettura.

Il segretario del Re accoglie Lionel sulle scale con dei fogli in mano. Glieli consegna.

Lionel lascia nel guardaroba il cappotto e la maschera antigas.

Nello studio di Bertie. Lui indossa l'uniforme della marina, Lionel un completo scuro.

Lionel gli posa una mano sulla spalla.

Bertie è nel panico.

Entra Elizabeth.

Si spalanca una porta, compare Bertie che seguito dalla famiglia e Lionel comincia il suo

lungo cammino verso il microfono. Nel primo ampio salone che attraversa, allestito per l'ascolto della

diretta, molte persone in attesa. Fa pochi passi, si ferma.

Lang abbassa lo sguardo.

Bertie sorride forzatamente

Cammina con Churchill.

Churchill torna indietro.

Superata la sala dove il padre teneva i suoi discorsi in diretta Bertie vede sul fondo la porta aperta della

stanza del microfono e si blocca. Elizabeth e Lionel sono alle sue spalle. La macchina da presa zumma

sul volto tirato di Bertie. Percorre l'ultimo tratto, 3 stanze comunicanti allestite con le apparecchiature

di trasmissione.

I tecnici chinano il capo al suo passaggio.

Sono arrivati.

Bertie si posiziona in piedi davanti al microfono.

Lionel apre la finestra. Elizabeth lo aiuta a togliersi la giacca.

Elizabeth prende tra le sue mani il viso di Bertie.

Lo bacia amorevolmente sulle labbra ed esce dalla stanza. Bertie guarda il foglio sul leggio. Il foglio è

pieno di segni grafici fatti a penna rossa. Sembra uno spartito musicale.

Lionel sorride ironicamente ma Bertie non riesce a rilassarsi.

Bertie chiude gli occhi.

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Capitolo 8 (01.38.08)

La luce rossa si accende, Lionel in piedi di fronte a lui conta i lampeggi con le dita.

Lionel allarga le braccia.

Nella sala d'ascolto e tra i tecnici la tensione è palpabile. Elizabeth tiene gli occhi chiusi.

Lionel lo dirige come un direttore d'orchestra, muovendo le labbra e le braccia.

Durante il discorso c'è un rapido montaggio di gente all'ascolto.

Elizabeth, commossa tira un sospiro di sollievo e sorride alla figlia. Nella sala di controllo

della BBC tutti i tecnici applaudono.

Lionel chiude la finestra. Bertie, provato, si rimette la giacca.

Lionel sorride. Wood apre la porta.

Bertie, sorridente va a sedersi alla scrivania per la foto di rito.

Gli si avvicina, Lionel.

Lionel asserisce e fa rispettosamente un passo indietro. Bertie si alza dalla scrivania e gli va vicino.

Bertie commosso gli posa una mano sulla spalla.

Si guardano con affetto.

Entra Elizabeth e Bertie le va incontro.

Elizabeth e Bertie si baciano sulle labbra.

Lionel accenna un sorriso.

La bacia sulla fronte.

La prende in braccio e la bacia.

Bertie e Lionel si scambiano uno sguardo di complicità, poi la famiglia reale al completo si dirige al

balcone per il bagno di folla. Al di la degli alti cancelli la piazza è gremita. Il Re saluta con il braccio

alzato. Lionel osserva in disparte.

Re Giorgio IV nominò nel 1944 Lionel Logue comandante dell'ordine reale vittoriano. Questo alto

onore da parte di un re riconoscente rese Lionel parte dell'unico ordine di cavalleria che premia

specificatamente atti di servigi personali al monarca. Lionel fu accanto al Re in tutti i discorsi in tempo

di guerra. Tramite le sue trasmissioni il Re divenne un simbolo della resistenza nazionale. Lionel e

Bertie rimasero amici per il resto della loro vita.

Diretto da Tom Hooper.

Prodotto da Iain Canning, Emile Sherman, Gareth Unwin.

Sceneggiatura di David Seidler.

Produttori esecutivi Geoffrey Rush, Tim Smith, Paul Brett, Mark Foligno, Harvey e Bob Weinstein.

Coproduttori Peter Heslop, Simon Egan.

Colin Firth è Bertie, Geoffrey Rush è Lionel.

Un film di Tom Hooper.

Il discorso del Re.

Helena Bonham Carter è Elizabeth.

Guy Pearce è David.

Timothy Spall è Churchill.

Derek Jacobi è l’arcivescovo Lang.

Jennifer Ehle è Myrtle.

Anthony Andrews è Baldwin.

Claire Bloom è la regina Mary, Eve best è Wallis.

Michael Gambon è il Re Giorgio V.

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Direttore della fotografia Danny Cohen.

Musica di Alexander Desplat.

Montaggio Tariq Anwar.

Direttore di produzione Eve Stewart.

Costumista Jenny Beavan.

Trucco e parrucco Frances Hannon.

Supervisore alle musiche Maggie Rodford.

Casting Nina Gold.

Edizione italiana a cura della TECHNICOLOR S.p.A ROMA.

Adattamento dialoghi e Direzione del doppiaggio Francesco Vairano.

Assistente al doppiaggio Silvia Menozzi.

Le voci: Bertie: Luca Biagini. Lionel: Francesco Vairano. Queen Elizabeth: Laura Romano. Giorgio

V: Omero Antonutti. Queen Mary: Paola Cannoni. David: Danilo de Girolamo. Churchill: Francesco

Pannofino.

Fonico di doppiaggio Vincenzo Mandara.

Fonico di mix Marco Coppolecchia.

Audiodescrizione: testi e voce narrante Carla Lugli.

Realizzazione consulenza tecnica Marco Stefani.

Consulenza artistica Marco Casanova.

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2. Il manoscritto francese (diviso in 15 capitoli)

Wild Bunch - The Weinstein Company

1925 Le roi Georges V règne sur un quart de la population mondiale.

(homme) Il demande à son deuxième fils, le duc de York, de faire le discours de clôture de

l’exposition impériale à Wembley - Londres

(femme) The Weinstein Compagnie et UK film Council présentent :

Le Discours d’un roi

Chapitre 1 (00.00.34)

(homme) Un volumineux microphone en forme d’ogive trône sur une table devant la chaise vide d’un

speaker.

Il est maintenu par des ressorts au milieu d’un châssis métallique circulaire.

Le studio d’enregistrement est une vaste pièce nue de style art-déco avec des teintes de bois naturel et

de noir.

Le duc de York a une quarantaine d’années, le visage d’un homme affable mais réservé, les cheveux

bruns coiffés avec une raie sur le côté.

Dans l’ancien stade de Wembley il attend en bas d’un escalier enredingote et haut-de-forme noir. Il

répète le texte de son discours, dévoré par l’angoisse.

Sa femme est à ses côtés en manteau de fourrure.

Elle a un visage calme et doux.

Une permanente dessine de légères vagues dans ses cheveux auburn.

Des officiels attendent.

Dans le studio on présente un plateau au speaker.

Il prend une gorgée de liquide. Il recrache dans un gobelet en argent et s’essuie la bouche.

Le speaker se vaporise un produit dans la gorge et repose le flacon à poire sur le plateau.

Il s’assoit.

Un homme s’approche du duc.

L’archevêque de Canterbury intervient à son tour.

Le speaker mesure en écartant les doigts la distance de sa bouche au micro.

La duchesse embrasse son mari sur la joue.

Un voyant rouge clignote sur la table du speaker.

Le duc monte le dernier escalier menant à la tribune.

Un microphone se dresse devant le garde-corps.

Au-delà s’ouvre l’immense espace du stade noir de monde.

Des régiments sont alignés sur la pelouse.

Le publique se lève.

La duchesse s’assoit, imitée par les officiels et par le public.

Le duc reste seul debout devant le micro ses feuilles à la main.

Tous les visages sont tournés vers lui.

Sur son pupitre un voyant rouge clignote 3 fois et reste allumé.

Le speaker attend devant son micro.

Dans l’immense salle de retransmission de la BBC des ingénieurs contrôlent des cadrans et règlent des

boutons sur des grosses armoires techniques.

Les lèvres du duc tremblent.

La duchesse souffre avec son mari

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Des spectateurs gênés se détournent, les officiels baissent les yeux.

L’archevêque de Canterbury, petit homme aux cheveux blancs clairsemés est contrarié.

Chapitre 2 (00.05.13)

(femme) 145 Piccadilly, Londres 1934

Le docteur est un vieil homme ventripotent.

Il sort des billes de verre d’une solution aqueuse et les distribue au duc avec une pince.

La duchesse Elizabeth est assise à l’écart.

Il tend un livre au duc.

Le duc glisse un regard vers sa femme avec ses joues distendues.

Il devient écarlate.

Le duc s’énerve sur un briquet. Sa femme l’aide à allumer sa cigarette

(homme) Un épais brouillard encombre les rues de Londres.

Une Rolls-Royce roule au pas.

Un homme la précède à pied, signale les obstacles au chauffeur.

La duchesse Elizabeth regarde par la vitre un fiacre qui les croise.

Elle porte un chapeau à voilette.

Sur son col de fourrure apparaît un double rang de perles.

Sur un trottoir, des passants émergent furtivement de la brume.

Elizabeth consulte un papier et se penche pour déchiffrer une plaque de rue émaillée, Harley Street.

L’homme à pied fait signe au chauffeur d’arrêter et désigne un immeuble.

Elizabeth promène son regard dans le hall d’un luxe défraîchi.

Dans l’ascenseur sous un bouton une étiquette indique « Lionel Logue, défauts d’élocution ».

Elle appuie sur le bouton, rien ne se passe.

Elle a oublié de fermer la grille accordéon extérieure.

L’ascenseur descend d’un étage.

Dans un appartement victorien quelques chaises et banquettes sont poussées contre un mur.

Les fenêtres et les plafonds ornés de moulures sont d’une hauteur impressionnante.

Les boiseries usées, les peintures fanées accentuent un espace suranné.

Une lithographie montre le pont de Sidney en Australie.

Une porte ouvre sur une autre pièce.

L’homme qui sort des toilettes est grand, costume 3 pièces grillé et nœud papillon.

Il a la soixantaine.

Sa démarche alerte et son visage expressif dénotent une grande vivacité d’esprit.

Il lui tend la main. Elle hésite et lui serre la main

Il s’en va dans la pièce adjacente. Elle s’approche et lui tend la main. Il la serre du bout des doigts

avec un petit salut de la tête maladroit.

Chapitre 3 (00.11.54)

(femme) Une automobile s’engage dans une rue d’un quartier populaire bordé d’immeubles de brique.

Des enfants jouent sur la chaussée et les trottoirs.

Lionel Logue et son fils ainé descendent de voiture.

Le fils cadet. Le troisième fils est plongé dans un livre.

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Berti en costume de soirée rejoint sa femme et ses deux filles installées devant la cheminée du salon.

Sa gorge se bloque.

Il marche à genoux en queue-de-pie noire, gilet et papillon blanc

Le couple s’apprête à sortir.

Lionel est seul sur une scène de théâtre, trois personnes discutent dans la salle.

Il recroqueville un bras et se voûte pour rentrer dans la peau du repoussant Richard III de Shakespeare.

Chapitre 4 (00.17.22)

(homme) 17.21

Elizabeth et Bertie se tassent dans l’ascenseur exigu.

Ils entrent chez Logue.

Un petit garçon culottes courtes avec une écharpe sort de la pièce adjacente.

Logue rectifie sa coiffure. Il a mis un beau costume.

Bertie tend la main à l’orthophoniste qui la serre avec un petit salut et s’efface pour le laisser passer.

La vaste pièce de travail tient à la fois du cabinet de consultation et de l’atelier d’artiste. Elle est

dominée par une impressionnante cheminée et éclairée par de grandes verrières zénithales. Les

meubles sont beaux mais fatigués.

Elizabeth reste à côté avec le petit Willie.

Des couches successives d’anciennes peintures marbrent les murs. Elles forment un camaïeu patiné de

beige et gris au cachet singulier.

Deux maquettes d’avions sont suspendues à des lustres.

Bertie choisit une banquette rococo à l’aplomb de la verrière et s’installe en gardant son pardessus et

son écharpe.

Logue apporte une chaise qu’il apporte sur un tapis en face de son patient.

Il recule un peu la chaise.

Une bouilloire est posée sur un réchaud à gaz au pied de la cheminée monumentale.

Bertie sort une cigarette d’un étui.

Le duc range sa cigarette.

Lionel se tourne vers la bouilloire et se lève avec un léger signe d’excuse.

Il va chercher un livre. Logue ouvre une fenêtre.

Il lui redonne le livre. Il s’approche d’un gros gramophone.

Il pose le bras de l’appareil sur le disque vierge, l’aiguille commence à graver les sillons.

Il met en marche un deuxième gramophone plus petit. Il présente au duc un casque à écouteur relié au

deuxième appareil.

Le duc se décide de poser le casque sur ses oreilles.

Logue lui donne un micro relié au Silver Tone. Bertie ouvre le livre et commence à lire.

Lionel augmente encore le son de la musique.

Il observe avec contentement son patient qui continue de lire à voix haute.

Le duc arrache ses écouteurs. Il récupère son chapeau sur le canapé.

Ils se serrent la main.

Il glisse le disque gravé dans une pochette et rattrape le duc près de la porte. Il lui ouvre la porte.

Elizabeth replie le journal qu’elle lisait et interroge son mari du regard.

Le docteur réintègre sa salle de travail. Ils s’en vont.

Logue marche et se gratte la tête.

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Chapitre 5 (00.28.11)

(femme) Noel 1934. Le roi George V enregistre un discours depuis Sandringham house, sa résidence

de campagne.

Le roi se tourne vers Bertie. Bertie s’écarte. Le roi assis à son bureau devant le microphone prend la

pose pour le photographe. Il cède la place à son fils.

Bertie lit le texte posé devant lui.

Bertie fume allongé sur une banquette, en pyjama et robe de chambre.

Un linge blanc couvre ses yeux.

Il se lève brusquement. Il sort d’un tiroir le disque donné par l’orthophoniste et le place sur le

gramophone. Bertie s’est assis sur la banquette et écoute avec un air maussade. Il devient attentif.

Elizabeth écoute, bouleversée.

Chapitre 6 (00.33.10)

Au cabinet de Logue.

Elizabeth serre la main de son époux dans un geste d’apaisement. Le docteur le dévisage froidement.

Ils sont debout face à face agitant la main serrée.

Bertie est allongé sur le tapis. Lionel lui appuie sur le ventre.

Dans une manufacture.

Elizabeth est assise sur le ventre de son mari.

Grands mouvements de bras.

Mise en application lors du discours.

Lionel le fait dérouler par terre.

Bertie sort une cigarette, Lionel la lui arrache.

Un voisin ferme sa fenêtre.

Chapitre 7 (00.37.18)

Domaine de Sandringham, 1936.

Bertie attend près d’une voiture sur une route traversant la campagne brumeuse.

Un biplan se pose dans les champs. Le pilote est le frère ainé de Bertie.

C’est un blond athlétique et séduisant d’une quarantaine d’années. Les traits de son visage dénotent un

caractère prompt.

La voiture file sur une allée bordée d’arbres vers le château de Sandringham.

Le roi dans un fauteuil est entouré par ses proches et conseillers.

On place une feuille sur un plateau devant lui.

Un conseiller l’aide à tenir son stylo-plume pour qu’il appose sa signature.

La reine a un sourire triste. Une infirmière se penche sur le malade.

Il reconnaît son épouse.

Il serre la main de l’infirmière. Son regard angoissé flotte dans la pièce et rencontre celui de Bertie.

Bertie retrouve dans un salon David qui téléphone.

David avale un verre de vin. Il recule la grande aiguille d’une pendule sur la cheminée.

Ils entrent dans la salle à manger où les convives de la reine attendent autour de la table.

David s’approche du médecin.

Il prend place à table. David est assis près de l’archevêque de Canterbury.

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Le médecin a quitté la salle. Un conseiller chuchote à l’oreille de la reine. L’assemblée se lève. Elle

quitte la sale à son tour.

Le roi repose dans son lit, le visage figé par la mort. Le médecin lui ferme les yeux.

L’archevêque s’approche. Bertie a les yeux rougis de larmes.

David semble chercher les siens.

La reine s’agenouille devant lui et lui baise la main. David déglutit, l’air confus.

Bertie s’approche à son tour pour lui baiser la main. David s’écroule dans les bras de sa mère. Tous

détournent un regard gêné. La reine reste figée. David se laisse tomber assis sur le lit et s’enfuit de la

pièce.

Bertie échange un regard avec sa mère, il quitte la chambre, grimpe rapidement l’escalier et retrouve

son frère sur le palier. Il disparaît à l’étage supérieur.

Bertie sort une cigarette.

Chapitre 8 (00.43.48)

(femme) Lionel travaille. Il fait froid. Ses deux plus jeunes fils sont installés dans des fauteuils près de

l’immense cheminée. Le Silver Tone est allumé.

Il pose ses lunettes et éteint le Silver Tone. Il quitte la pièce.

La porte s’entrebâille lentement, la tête de Lionel s’y faufile.

Un coussin sur sa veste lui fait une bosse dans le dos.

(femme) Il retient le coussin. Bertie remarque une maquette abandonnée sur une table par le plus jeune

fils. Lionel repose la bouteille de lait et leur sert deux verres de whisky.

Il montre la maquette inachevée. Bertie et Lionel s’assoient.

Il retient la maquette des mains de Bertie et la repose sur la table. Il touche la maquette du bout des

doigts et se laisse aller dans son fauteuil.

Il applique la colle avec un pinceau fin.

Logue fronce les sourcils. Bertie ajuste les ailes sur les traverses encollées.

Chapitre 9 (00.53.52)

(homme) La Rolls suit un chemin de campagne enneigé menant au château de Balmoral en Ecosse.

Elle mange une friandise. Il l’embrasse dans le cou.

Elle lui enfonce une guimauve dans la bouche.

Wallis Simpson les accueille, cigarette et flute à champagne à la main.

La duchesse passe devant elle sans un regard. Elle s’approche du jeune souverain et lui fait une

révérence avec un air pincé. Il l’embrasse.

Bertie tend une main cérémonieuse. Elle porte une robe noire glamour décolletée dans le dos.

Bertie rejoint son frère. Wallis reste plantée là et le suit des yeux, désenchanté.

Bertie est le seul à porter un kilt.

Un gros homme à l’air bougon s’approche de la duchesse de York près d’une fenêtre.

Wallis attire l’attention sur sa flute vide. David délaisse son frère.

Bertie croise le regard de Wallis qui est seule. Il va faire s’éloigner. Il rejoint son frère dans la cave

accroupi devant des rangées de bouteilles.

Bertie reste prostré dans le vestibule

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Chapitre 10 (00.58.34)

(femme) Chez Logue

Logue lui lance son chapeau. Ils marchent dans un jardin public.

Logue ralentit le pas avant de s’immobiliser. Bertie allume une cigarette et le distance sans se

retourner. Derrière lui la silhouette de Logue se fond dans la brume.

Logue, meurtri, regarde longuement Bertie s’éloigner. Il reprend son chemin d’un pas pesant. Un

policier à cheval passe à côté de lui.

(homme) Bertie descend d’une voiture devant l’entrée du service du 10 Downing Street.

Il rencontre le premier ministre Baldwin.

(femme) C’est le soir. La famille Logue est réunie dans le salon près du poste de TSF. Lionel travaille

à son bureau

(homme) Logue est assis près d’une cheminée dans un hall d’entrée. Il tapote son feutre posé sur ses

genoux. Il se lève. Un domestique fait entrer un majordome.

Le domestique en gants blancs tient la porte d’entrée ouverte.

Logue remet son chapeau et prend son parapluie.

Chapitre 11 (01.05.27)

(femme) Le duc reçoit Churchill dans son bureau.

(homme) Bertie et David sont en habits de soirée.

(femme) 10 décembre 1936. Le roi Edouard VIII signe son abdication devant témoins au Fort

Belvédère, résidence des Windsor

(homme) 12 décembre 1936. Le nouveau souverain fait les cent pas dans une salle austère du palais

Saint James à Londres. Il est en tenu d’apparat avec épaulettes dorées, fourragères et sabre à la

ceinture.

Une rangée de médailles sur la poitrine. C’est le signal. Il lance un regard anxieux à son conseiller

militaire et son secrétaire particulier qui se tiennent raides face à lui. Ils traversent la longue pièce.

Deux huissiers ouvrent une porte à double bâton et s’inclinent sur son passage. Il entre dans l’immense

salle du conseil d’accession. Une soixantaine d’hommes debout au centre de l’espace forment une

masse compacte qui le regarde. Les portraits peints des anciens monarques se côtoient autour de la

salle, séparés par de hautes colonnes. Il s’immobilise. Tous les dignitaires inclinent la tête. Son

secrétaire particulier lui apporte le texte du discours. Il est oppressé. Le conseil groupé en arc de cercle

donne une impression d’enserrement. Il croise le regard de ses aïeux qui semblent l’observer depuis

leurs cadres dorés.

(femme) Le roi apparait en grand tenu devant ses filles et leur collection de chevaux à bascule.

Elizabeth et Margareth sont impressionnées. Elles se figent devant leur père qui leur tend les bras. Les

deux fillettes font la révérence. Il les regarde avec une émotion contenue. Il dépose un baiser sur leurs

têtes. Il demeure interdit, sa lèvre inférieure tremble légèrement. Il tourne les talons.

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(homme) C’est le soir. Elizabeth en peignoir de soie rejoint Bertie dans son bureau. Elizabeth vient le

lire par-dessus son épaule. Elle s’appuie tendrement sur son mari. Elle reste penchée et lui caresse le

bras. Il fait gris.

Chapitre 12 (01.13.34)

(femme) Dans la rue des affiches proclament « Tous avec le roi », « Dieu sauve notre roi ». Une

effervescence se crée autour d’une Rolls Royce garée devant un immeuble. Logue réajuste la position

de la théière sur la table de la salle à manger avant d’aller ouvrir. Le couple royal est sur le seuil.

Les deux hommes s’isolent dans le salon. Bertie pose la pièce sur la table basse, Logue remercie d’un

sourire. Les deux hommes s’assoient face à face à côté du feu de cheminée.

Logue brandit le shilling. Logue est affolé. Il s’est réfugié dans un coin de la pièce.

Bertie ouvre la porte. Elle est médusée. Il lui tend la main, elle fait une révérence.

Chapitre 13 (01.18.13)

(homme) Bertie entre dans l’abbaye de Westminster. Logue est en retrait dans son sillage.

L’archevêque vient à l’encontre du roi. Le prélat remarque Logue sans le saluer.

Plus tard, Logue remonte la nef déserte. De chaque côté les trois étages d’arcades qui se superposent la

rendent infiniment petite. Il s’arrête un instant pour observer Bertie en conversation avec l’archevêque

et quelques hommes.

Il rejoint Bertie qui est assis tout seul sur un fauteuil.

Logue se met à genoux.

Logue s’assoit sur le trône de couronnement. Logue se lève enfin.

Bertie s’assoit sur le fauteuil juché sur une estrade tapissée de rouge.

Logue ouvre un dossier.

Chapitre 14 (01.27.35)

(femme) Le roi, la reine et leurs deux filles assis sur des transats visionnent les images de la cérémonie

en compagnie de l’archevêque. L’archevêque se lève. Des milliers de soldats et d’enfants en uniforme

parfaitement alignés tendent le bras sur l’esplanade de Nuremberg.

Des troupes défilent, le bras levé, le regard tourné vers le Führer qui les salue. Le roi regarde avec

gravité.

(homme) Dans un salon du palais de Buckingham.

(femme) 3 septembre 1939. La famille Logue écoute la TSF.

Lionel échange un regard grave avec son fils aîné.

(homme) Le roi est à son bureau, en tenu d’officiel marine.

Bertie se retrouve seul avec son discours. Il compulse fébrilement les trois feuillets dactylographiés.

Un sentiment de panique le traverse.

(femme) le fils Logue conduit son père en voiture. Des immenses ballons se déploient en altitude. Des

militaires circulent dans les rues. Les passants se précipitent vers une bouche de métro. Des sacs de

sable empilés protègent les bâtiments. La voiture s’arrête à un point de contrôle militaire.

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Logue sort son laissez-passer. Ils entrent dans la salle de Buckingham palace. Logue est en smoking. Il

gravit les quelques marches d’un perron où le secrétaire particulier l’attend, les documents en main.

Un domestique en gants blancs lui prend son pardessus. Des masques à gaz sont pendus aux porte-

manteaux.

Chapitre 15 (01.33.25)

(homme) Bertie est debout au milieu d’un petit salon privé.

Elizabeth arrive.

Une grande porte s’ouvre devant Bertie, immobile et concentré. Il entre dans un salon où attendent

quelques dignitaires. Sa famille et Logue lui emboîtent le pas.

Il tend la main à Churchill.

Le roi s’éloigne, Churchill l’accompagne.

Churchill s’éclipse

On leur ouvre une porte dérobée menant au bureau du service de presse.

Bertie marque un temps d’arrêt. Devant lui, une enfilade de pièces. Tout au fond au ligne de mire la

porte du studio d’enregistrement.

Il avance vers son objectif, le visage de plus en plus tendu.

Des hommes s’inclinent sur son passage dans chaque bureau traversé. Il serre la main au dernier

d’entre eux à l’entrée du studio.

Il entre dans une pièce capitonnée.

Des tentures rouges murées au plafond réduisent l’espace. Logue ouvre la fenêtre. Elle aide son marié

à retirer sa veste. Elle dépose un baiser sur ses lèvres et sort. Debout devant le micro, Bertie regarde

ses feuilles. Des petits traits rouges allongent le texte comme un ponctuation musicale pour séparer,

relier où accentuer les mots.

Wood les laisse seuls.

Quatre éclats de lumière rouge illuminent le visage de Bertie. Logue fait le compte à rebours avec ses

doigts tendus. Il pointe son index sur Bertie. Il est sur les ondes.

Logue face à lui ouvre les bras comme un chef d’orchestre.

La reine est avec ses filles et les officiels dans un salon. Elle ferme les yeux et retient son souffle.

Wood a un casque sur les oreilles et le visage fermé. Logue, serein, fixe intensément Bertie. Logue

articule en même temps que lui et l’encourage en hochant la tête.

La reine ouvre les yeux et respire.

Dans la salle de la BBC des hommes contrôlent des cadrans sur des énormes armoires techniques.

Chacune des armoires porte la mention d’un territoire de l’empire à travers le monde.

Logue donne le rythme avec la main.

Dans les pubs, les usines, les casernes, les salons, partout on écoute religieusement.

Logue le stimule encore.

Logue serre le poing. David et Wallis l’écoutent de leur villégiature italienne.

Logue n’intervient plus.

La reine, très émue, laisse s’échapper un soupir de soulagement. Elle lâche la main de ses filles qu’elle

serrait fort. En régie tout le monde est conquis.

Il est encore sous choque. Loque ferme la fenêtre. Bertie remet sa veste.

Le roi George VI s’assoit à son bureau pour la photo officielle avec le discours en main.

Logue fait un pas en arrière pour se mettre en retrait. Le roi vient lui serrer la main et pose l’autre sur

son épaule.

La reine Elizabeth apparaît. Bertie lui sourit et va à son rencontre. Elle pose les mains sur ses joues et

l’embrasse.

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Le couple royal rejoint les dignitaires dans le grand salon.

Il la soulève.

Le roi Georges VI, la reine Elizabeth et leurs deux filles se tiennent de cote à cote.

Bertie échange un signe complice avec Logue qui se tient à l’écart.

Une lueur de fierté éclaire le regard du souverain.

La famille royale sort sur le balcon du palais drapé de rouge et d’or.

Le roi et la reine saluent la foule massé derrière la grille du palais.

Logue fait quelque pas pour se placer dans l’axe de la fenêtre afin de pouvoir observer le triomphe du

roi George VI, son ami.

Les gestes du couple royal sont empreints d’une grande sobriété.

Margareth imite ses parents et agite la main à son tour.

Le visage de Bertie est apaisé. Le monarque offre une image rassurante et déterminée.

A quelques mètres derrière lui, Logue savoure l’instant.

L’écran devient noir. George VI nomma Lionel Logue commandeur de l’Ordre royal de Victoria en

1944. Par cette distinction, Lionel accéda au seul ordre de chevalerie récompensant les services

personnels rendus au monarque. Il assista le roi dans tous ses discours. Par ses allocutions

radiophoniques, George VI incarna la résistance nationale.

Lionel et Bertie restèrent amis jusqu’à la fin de leur vie.

(femme) Le Discours d’un Roi, un film de Tom Hooper.

Dans le rôle de Bertie, le roi George VI, Colin Firth, avec la voix française de Christian Gonon de la

Comédie française.

Lionel Logue : Geoffrey Rush, avec la voix de François Marthouret.

La reine Elizabeth : Helena Bonham Carter avec la voix de Jeanne Savary.

David, le roi Edouard VIII, Gue Pearce, avec la voix de Thibaut de Montalembert.

Winston Churchill, Timothy Spall, avec la voix de Hervé Pierre de la Comédie française.

Le roi George V, Michael Gambon, avec la voix de Philippe Laudenbach.

L’archevêque, Derek Jacobi.

Myrtle Logue, Jennifer Ehle.

Le premier ministre Stanley Baldwin : Anthony Andrews.

La reine Marie : Claire Bloom

Wallis Simpson : Eve Best

Version française : Alter Ego.

Version audiodécrite : Audiovision Valentin Haüy.

Texte de Jean-Marc Plumauzille et Gerard Chevalier-appert, avec les voix de ce Plumauzille et Gerard

Chevalier-Appert. Audiodescription produite par Wild Side avec le soutien de la fondation orange.

Musique original composé et dirigé par Alexandre Desplat, interprété par l’orchestre symphonique de

Londres.

Sources musicales : Wolfgang Amadeus Mozart, concerto pour clarinette, premier mouvement et

ouverture du mariage de Figaro. Ludwig van Beethoven, symphonie numéro 7, opus 92 et concertos

pour piano numéro 5, deuxième mouvement. Johannes Brahms, requiem, deuxième mouvement.

Tom Hooper remercie ses parents, Meredith et Richard, pour leur participation à la réalisation du film.

Il dédie « Le Discours d’un Roi » à la mémoire de son grand-père architecte Edwin Morris Hooper,

pilote de bombardier, tué au combat à l’âge de 30 ans le 16 février 1942.