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1 GIORNALE DI ELICICOLTURA DIRETTO DA DAVIDE COLOMBANO Aprile 2018 N. 5 LA VOCE DELLA CHIOCCIOLA Organo dell’Istituto Internazionale di Elicicoltura di Cherasco. Redazione e Direzione: C.so Luigi Einaudi 40 - Cherasco (CN) Tel. 0172.489382 - Fax 0172.489218 - www.istitutodielicicoltura.com [email protected] - [email protected] Direttore Responsabile: Davide COLOMBANO. Autorizzazione Tribunale Asti nr. 01/2017 Stampa: STAMPATELLO srl, Cherasco. Grafica: Beniamino Della Torre, Fossano. A settembre del 2016 ci siamo assunti la responsabi- lità di portare sulle spalle uno zaino pesante, gravato dal peso di oltre quarant’anni di storia e dalle aspet- tative di centinaia di elicicoltori che avevano messo in questa attività speranze, sacrifici ed investimenti. La realtà non ha tardato a manifestarsi in tutta la sua difficoltà: pre- sentando un conto salato in merito alle insoddisfazioni diffuse, ad un sistema di allevamento che mostrava molti limiti e, inoltre, ad una precedente gestione non lineare.Rispetto alle difficoltà ammi- nistrative dell’ANE, per un sano principio di trasparenza, abbiamo rendicontato in maniera dettagliata agli associati tutto quello che è emerso ed anche le nostre strategie per mettere la situazione in sicurezza.Quello che ci interessa oggi è invece fare il punto rispet- to alle iniziative messe in pratica per dare un contributo positivo al settore e, in buona sostanza, ai nuovi strumenti forniti agli elici- coltori per raggiungere finalmente gli obiettivi di produttività e di so- stenibilità dell’impianto.Attraverso i numeri precedenti de “La Voce della Chiocciola” e del sito, ma anche nel corso delle giornate informative e dei convegni, piuttosto che dei ca- nali social, abbiamo sempre infor- mato in maniera puntuale di tutte le novità e delle proposte ma, nonostante questo, siamo persuasi del fatto che un elenco complessivo di tutte le iniziative portate a termine sia molto più efficace per rendere al meglio l’idea di quanto siamo diversi rispetto a poco più di un anno fa. LA MIGRAZIONE NATURALE Il concetto di Migrazione Naturale è il primo elemento di discon- tinuità che abbiamo implementato e proposto agli elicicoltori e, a posteriori, possiamo sicuramente affermare che rappresenta un elemento di vera rivoluzione nell’ambito della tecnica e della ge- stione dell’allevamento. Per decenni la regola era stata quella di edificare due diversi recinti per la fase di riproduzione e di ingras- so, costringendo gli elicicoltori ad un trasferimento manuale delle piccole chiocciole, esponendoli ad un lavoro massacrante e, quasi sempre, anche mortificante per il fatto che la manipolazione ec- cessiva diventava causa di un’elevatissima mortalità. Il nostro primo obiettivo è stato quindi quello di trovare delle rispo- ste a queste problematiche, attingendo principalmente dall’espe- rienza positiva condotta negli allevamenti esteri. Qual’è il valore di questa nuova impostazione tecnica? E’ il tentativo di emanciparsi il più possibile dalla fatica fisica, dalla perdita di un grandissimo numero di ore di lavoro, di abbattere i costi derivanti dall’utilizzo di manodopera supplementare per terminare nei tempi corretti la fase di spostamento dalla riproduzione all’ingrasso. Il valore è quindi l’efficienza. Economica, di tempo, di risultato. Abbiamo raccolto qua e là qualche voce critica, proveniente da co- loro che hanno proposte concorrenziali alle nostre, che emanava però il tipico odore del livore piuttosto che il profumo della criti- ca costruttiva. Per chiarire: nessuno qui ha mai sostenuto che la Migrazione Naturale fosse un telecomando che potesse esentare a titolo definitivo l’elicicoltore dalla gestione della fase di trasferi- mento. Abbiamo sottolineato invece più volte, dal giornale alle gior- nate informative alle riunioni con gli associati, che questa procedura è un aiuto estremamente concreto, che deve essere seguito con grande attenzione e scrupolo, applicando i princìpi dell’induzione alla migrazio- ne. I riscontri sono più che positivi ed estremamente incoraggianti, la scelta è quella giusta. Il trasferimento manuale delle chiocciole, semplicemente, appartie- ne ad un passato che non tornerà più. L’AGRICOLTURA SIMBIOTICA La seconda innovazione nella tecnica è stata l’adozione di un mo- dello di coltivazione dei vegetali seminati all’interno ed all’esterno dei recinti, frutto della ricerca più attuale e di una visione ancor più etica rispetto a quella adottata; che fosse capace di migliorare le caratteristiche e la qualità delle piante (dal punto di vista della cre- scita e della resistenza) e contribuire alla tutela del consumatore: l’agricoltura simbiotica. Con la migrazione naturale vogliamo emanciparsi il più possibile dalla fatica fisica, dalla perdita di un grandissimo numero di ore di lavoro, di abbattere i costi. Efficienza economica, di tempo, di risultato. REDAZIONALE DEL DIRETTORE COSA ABBIAMO FATTO

LaVocedeLLa aprile 2018chiocciola LaVocedeLLachiocciola...5aprile 2018. LaVocedeLLachiocciola. Organo dell’Istituto Internazionale di elicicoltura di Cherasco. Redazione e direzione:

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LaVocedeLLachiocciola Aprile 2018 N. 5

g i o r n a l e d i e l i c i c o l t u r a diretto da daVide coloMBano

aprile 2018n. 5

LaVocedeLLachiocciola

Organo dell’Istituto Internazionale di elicicoltura di Cherasco. Redazione e direzione: C.so Luigi einaudi 40 - Cherasco (CN)Tel. 0172.489382 - Fax 0172.489218 - www.istitutodielicicoltura.comdirettore@istitutodielicicoltura.com - [email protected] Responsabile: davide COLOMBaNO. autorizzazione Tribunale asti nr. 01/2017 Stampa: STaMPaTeLLO srl, Cherasco. Grafica: Beniamino della Torre, Fossano.

A settembre del 2016 ci siamo assunti la responsabi-lità di portare sulle spalle uno zaino pesante, gravato dal peso di oltre quarant’anni di storia e dalle aspet-tative di centinaia di elicicoltori che avevano messo in questa attività speranze, sacrifici ed investimenti.

La realtà non ha tardato a manifestarsi in tutta la sua difficoltà: pre-sentando un conto salato in merito alle insoddisfazioni diffuse, ad un sistema di allevamento che mostrava molti limiti e, inoltre, ad una precedente gestione non lineare.Rispetto alle difficoltà ammi-nistrative dell’ANE, per un sano principio di trasparenza, abbiamo rendicontato in maniera dettagliata agli associati tutto quello che è emerso ed anche le nostre strategie per mettere la situazione in sicurezza.Quello che ci interessa oggi è invece fare il punto rispet-to alle iniziative messe in pratica per dare un contributo positivo al settore e, in buona sostanza, ai nuovi strumenti forniti agli elici-coltori per raggiungere finalmente gli obiettivi di produttività e di so-stenibilità dell’impianto.Attraverso i numeri precedenti de “La Voce della Chiocciola” e del sito, ma anche nel corso delle giornate informative e dei convegni, piuttosto che dei ca-nali social, abbiamo sempre infor-mato in maniera puntuale di tutte le novità e delle proposte ma, nonostante questo, siamo persuasi del fatto che un elenco complessivo di tutte le iniziative portate a termine sia molto più efficace per rendere al meglio l’idea di quanto siamo diversi rispetto a poco più di un anno fa.

lA migrAzione nAturAleIl concetto di Migrazione Naturale è il primo elemento di discon-tinuità che abbiamo implementato e proposto agli elicicoltori e, a posteriori, possiamo sicuramente affermare che rappresenta un elemento di vera rivoluzione nell’ambito della tecnica e della ge-stione dell’allevamento. Per decenni la regola era stata quella di edificare due diversi recinti per la fase di riproduzione e di ingras-so, costringendo gli elicicoltori ad un trasferimento manuale delle piccole chiocciole, esponendoli ad un lavoro massacrante e, quasi sempre, anche mortificante per il fatto che la manipolazione ec-cessiva diventava causa di un’elevatissima mortalità.Il nostro primo obiettivo è stato quindi quello di trovare delle rispo-ste a queste problematiche, attingendo principalmente dall’espe-rienza positiva condotta negli allevamenti esteri.Qual’è il valore di questa nuova impostazione tecnica?E’ il tentativo di emanciparsi il più possibile dalla fatica fisica, dalla perdita di un grandissimo numero di ore di lavoro, di abbattere i costi

derivanti dall’utilizzo di manodopera supplementare per terminare nei tempi corretti la fase di spostamento dalla riproduzione all’ingrasso. Il valore è quindi l’efficienza. Economica, di tempo, di risultato.Abbiamo raccolto qua e là qualche voce critica, proveniente da co-loro che hanno proposte concorrenziali alle nostre, che emanava però il tipico odore del livore piuttosto che il profumo della criti-ca costruttiva. Per chiarire: nessuno qui ha mai sostenuto che la Migrazione Naturale fosse un telecomando che potesse esentare a titolo definitivo l’elicicoltore dalla gestione della fase di trasferi-mento. Abbiamo sottolineato invece più volte, dal giornale alle gior-

nate informative alle riunioni con gli associati, che questa procedura è un aiuto estremamente concreto, che deve essere seguito con grande attenzione e scrupolo, applicando i princìpi dell’induzione alla migrazio-ne. I riscontri sono più che positivi ed estremamente incoraggianti, la scelta è quella giusta.

Il trasferimento manuale delle chiocciole, semplicemente, appartie-ne ad un passato che non tornerà più.

l’AgriColturA SimBiotiCALa seconda innovazione nella tecnica è stata l’adozione di un mo-dello di coltivazione dei vegetali seminati all’interno ed all’esterno dei recinti, frutto della ricerca più attuale e di una visione ancor più etica rispetto a quella adottata; che fosse capace di migliorare le caratteristiche e la qualità delle piante (dal punto di vista della cre-scita e della resistenza) e contribuire alla tutela del consumatore: l’agricoltura simbiotica.

Con la migrazione naturale vogliamo emanciparsi il più possibile dalla fatica fisica, dalla perdita di un grandissimo numero di ore di lavoro, di abbattere

i costi. Efficienza economica, di tempo, di risultato.

redAzionAle del direttore

CoSA ABBiAmo fAtto

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LaVocedeLLachiocciolaAprile 2018N. 5L’agricoltura simbiotica attraverso l’utilizzo di funghi, batteri e lieviti riesce a condizionare in maniera migliorativa la crescita delle piante e dei frutti e conferisce loro una robustezza tale da aumentare la resistenza agli stress abiotici come la siccità e gli sbalzi termici.Il principio che sta alla base di questa tecnica, e quindi di questa scelta, è rappresentato dal fatto che il processo simbiotico riesce a strutturare una forma virtuosa di coesistenza, in una relazione soddisfacente per tutti i soggetti che interagiscono nel microco-smo: Vegetali, animali e, anche, l’uomo.Nel dettaglio l’inserimento controllato di funghi micorrizi, muffe e lieviti favorisce lo sviluppo di microrganismi “buoni” nel terreno, e soprattutto nello spazio che avvolge le radici delle piante, co-struendo una barriera efficace contro i microrganismi “cattivi”.In questa condizione anche gli animali che si nutrono esclusiva-mente di vegetali possano trarre un importante beneficio dall’as-similazione di una qualità migliore di nutrizionali. L’uomo, poi, praticando questo modello agricolo non soltanto si rende soggetto attento ed attivo nel preservare il territorio ma, nella catena ali-mentare, si garantisce un approvvigionamento di vegetali e protei-ne animali più salubri.Questa nuova visione è il risultato di una proficua collaborazione con attori del settore che si distinguono per la capacità di innovare attraverso una ricerca continua del miglioramento.

offertA didAttiCA

La nuova visione dell’elicicoltura affonda le proprie ragioni in una prospettiva dinamica che, come già detto, mette l’elicicoltore nella condizione di poter spostare il baricentro della propria attività in una dimensione più imprenditoriale.In quest’ottica diventa quindi importante divulgare in maniera ef-ficace il proprio messaggio, che deve essere capace di valorizzare la narrazione delle proprie scelte e del valore che riusciamo ad ottenere attraverso queste. Siamo convinti che in questo senso l’investimento più proficuo, sia dal punto di vista didattico che no-zionistico, sia quello rivolto ai bambini, che rappresentano il terre-no fertile su cui trasferire concetti etici, di sostenibilità ambientale e del valore del prodotto offerto al consumatore.f-HeliCiCulturA è il progetto che abbiamo ideato per raggiun-gere questo obiettivo, una modalità attraverso cui l’elicicoltore ha la possibilità di proporre la narrazione del proprio lavoro, de-scrivere la qualità che deriva dalla scelta di perseguire una strada più impegnativa ma maggiormente gratificante, raccontare le virtù nutrizionali della chiocciola ed ascoltare le storie che questo ani-male ha ispirato fin dalla notte dei tempi. Dobbiamo sentire su di noi la responsabilità educativa nei confronti delle future genera-zioni ma, al contempo, attraverso queste combattere una battaglia verso il pregiudizio che spesso investe la chiocciola, per restituirle una diffusa dignità gastronomica.Abbiamo elaborato un progetto didattico strutturato che parla di nutrizione e cicli della natura, offre spunti di riflessione attingen-do dalla storia e dalla letteratura, diverte attraverso laboratori di manipolazione e di cucina.Abbiamo in definitiva trovato un modo bello, sano e positivo per por-tare i bambini negli allevamenti e, in questo modo, diffondere l’im-magine dell’elicicoltura e promuovere il valore del nostro impegno.

l’ASSiStenzA ContinuA e diVerSifiCAtA All’inizio della nostra gestione abbiamo preso l’impegno preciso di supportare la crescita del settore supportando gli allevatori nella loro quotidianità e, in concreto, facendo tutto quello che era in nostro pos-sesso per permettergli di raggiungere i risultati di produzione.avevamo di fronte 2 diverse tipologie di interlocutori: quelli che avevano già iniziato l’attività impostando il proprio impianto se-condo le indicazioni del modello precedente e coloro che avevano la possibilità di seguire da subito le nuove strategie.lo sforzo è stato quindi quello di gestire una fase di transizione per i “vecchi” e di insegnare ai neofiti la nuova impostazione.Abbiamo rafforzato l’ufficio tecnico attraverso l’inserimento di nuo-ve risorse che, attraverso il telefono, le mail, i video ed i canali social, sono in grado di rispondere tempestivamente a tutti alle richieste di aiuto o informazioni.Ma abbiamo voluto fare di più, ritenendo che la modalità migliore per rendersi conto delle situazioni sia sempre quella dell’osservazio-ne diretta e, quindi, è stato approntato un piano di mie visite dirette agli allevatori e, allo stesso tempo, a questi è stata offerta la possi-bilità di poter richiedere una visita in loco da parte dei tecnici per verificare le condizioni e studiare insieme le strategie future.il riscontro di questa iniziativa è stato straordinario, sia perché ab-biamo potuto avere costantemente il polso della situazione sia per-ché siamo stati finalmente in grado di iniziare il grande progetto di mappatura riferito alle diverse condizioni microclimatiche.Come ampiamente detto, infatti, la nostra intenzione è quella di superare la vecchia concezione di progettare gli impianti esclusiva-mente secondo la loro latitudine geografica (es. Nord Centro e Sud), ma riuscire a consegnare un piano dei lavori confezionato sulle ca-

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Schema progettazione impianto

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LaVocedeLLachiocciola Aprile 2018 N. 5ratteristiche precise, che tenga conto ad esempio anche del livello di precipitazioni, vento, altimetria ed altre variabili misurabili.Ad oggi i risultati di questo approccio sono straordinari e le produ-zioni sono superiori alle aspettative, regalandomi così la soddi-sfazione più grande.le visite agli allevamenti mi hanno regalato però qualcosa di ancora più prezioso, ovvero la possibilità di conoscere persone appassionate, creare un legame vero con gli associati e com-prendere le loro realtà.

le riunioni degli ASSoCiAti L’ultimo atto di questa rendicontazione lo dedico ad un altro se-gnale di discontinuità che abbiamo voluto fortemente costruire, partendo dalla considerazione che i momenti di confronto con gli associati e tra gli associati erano di fatto limitati all’assemblea na-zionale convocata in occasione della manifestazione di settembre a Cherasco. La nostra deve essere una Casa Aperta, e per questo crediamo che un rapporto sano e trasparente possa svilupparsi soltanto attraverso una relazione continua non solo tra associato ed associazione ma anche tra gli associati stessi.Per questa ragione abbiamo cominciato a convocare le assemblee re-gionali degli associati, in modo che questi potessero riferirci le loro dif-ficoltà, i loro punti di forza e le loro aspettative ma, allo stesso tempo, fossero occasione di condivisione e opportunità di conoscersi fra loro.Anche in questo caso il bilancio è lusinghiero e possiamo dire aver iniziato un percorso nuovo, che fa della partecipazione un valore fondamentale.

Siamo stati impegnati nella diffusione del nostro progetto attraver-so le Fiere del settore, da FIERAGRICOLA a COSMOPROF, l’organiz-zazione di Convegni tecnici, la relazione con le istituzioni locali e nazionali, la relazione con il mondo dell’informazione.I giornali e le televisioni hanno accolto con molta curiosità ed en-tusiasmo la nostra storia, ospitandoci sulle loro pagine ed i loro palinsesti.Abbiamo fatto altre cose, piccole ma ugualmente importanti nell’e-conomia del nostro progetto. Ma ne parleremo in altre occasioni.L’Elicicoltura è un mondo affascinante, l’Elicicoltura 2.0 è viva, vi-vace e vincente.

Un caro saluto a tutti, Il Presidente ANE, Simone Sampò

Dal 31 gennaio al 3 febbraio si è tenuta a Verona la 113ª edizione di FIERAGRICOLA, rassegna internazionale biennale dedicata all’a-gricoltura, che si è conquistata il merito di essere riconosciuta come la vetrina di rifermento per tutto il settore primario, con un numero elevatissimo di visitatori (oltre 130.000) e di stand provenienti da tutte le Regioni di Italia e dall’estero. fierAgriColA è un prodotto molto attento alle esigenze degli opera-tori, capace di offrire risposte ed opportunità ma, anche, contenitore a cui guardare per trovare nuove ispirazioni, fare innovazione e compren-dere se esistono proposte di diversificazione della propria attività. Per queste ragioni possiamo sicuramente affermare che in questo straordi-nario appuntamento l’Istituto Internazionale di Elicicoltura ha ottenuto un grande successo, in termini di visibilità ed interesse, con uno stand capace di illustrare nel dettaglio tutte le opportunità legate al settore dell’elicicoltura. Il nostro modello ha recentemente subìto una profonda revisione che, iniziata dal miglioramento delle metodologie di alleva-mento, si è qualificata attraverso lo sviluppo di una filiera molto artico-lata; capace di offrire opportunità in ambito food con il commercio dei prodotti trasformati, in ambito cosmetico, medico e veterinario attraverso l’utilizzo della bava di lumaca ed, infine, con l’elaborazione di una solida offerta formativa per adulti e bambini.Questa nuova prospettiva ha riconosciuto al settore un solido upgra-de e la possibilità di parlare finalmente di Elicicoltura 2.0, con un impegno sempre maggiore nella difesa della naturalità del sistema di allevamento e dell’eccellenza gastronomica del prodotto finale.Il cambiamento è stato mostrato ai partecipanti di FIERAGRICOLA ed inoltre, per riuscire a trasmettere in maniera efficace i contenuti e la portata, nella giornata del sabato è stato organizzato un convegno all’interno di FIERAGRICOLA dal titolo: Elicicoltura 2.0 L’allevamen-to di lumache in una prospettiva moderna, etica e redditizia.La sala era piena, con molte persone in piedi, e gli organizzatori alla fine ci hanno comunicato che si è trattato del convegno con

maggiore partecipazione di tutta la manifestazione.RADIO RAI, presente in fiera con una sua postazione, molto attenta alle iniziative che venivano organizzate, ha chiesto ai nostri elici-coltori di Regina del Bosco che erano venuti a trovarci di parteci-pare ad una trasmissione in diretta per parlare della loro attività e del modello che promuoviamo.Alla fine i numeri di FIERAGRICOLA per noi sono stati entusiasmanti:• 5000 Visitatori allo stand

l’iStituto internAzionAle di eliCiColturA PreSente

VeronA fierAgriColA 2018

Il Presidente ANE Simone Sampò con il Vice Ministro dell’Agricoltura Sen. Andrea Olivero

Convegno Elicicoltura 2.0

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LaVocedeLLachiocciolaAprile 2018N. 5• 1800 richieste di informazioni• 180 partecipanti al convegno• Riconoscimento come stand innovativo• Visita del Vice Ministro dell’Agricoltura

Siamo tornati a casa con la certezza di aver offerto l’immagine mi-gliore dell’elicicoltura, catturando molta attenzione, suscitando cu-riosità ed interessi. Ma soprattutto portandoci nel cuore la gioia di aver ricevuto la visita di tantissimi elicicoltori, pronti spesso ad aiu-tarci a gestire il flusso enorme di persone che volevano informazioni e dettagli. Grazie mille soprattutto a loro e…. arrivederci alla prossima edizione!

recentemente Confagricoltura ha lanciato un grido di allarme per segnalare che nel primo trimestre dell’anno (rispetto all’analogo periodo del 2017) sulle piazze italiane i prezzi all’origine di ortaggi e verdure sono scesi notevolmente:

-10,6% per i finocchi, -30,6%% per l’indivia e addirittura -47,9% per la lattuga; anche i prodotti in serra vedono ridursi drasticamente le quotazioni: -35,7% per le zucchine, -43,8% per i peperoni, -44,9% per le melanzane, -55,2% per i pomodori. Di fronte a questi dati fuori statistica nella dinamica della composi-zione dei prezzi, che non devono essere accolti con troppo entusia-smo dai consumatori perché nascondono gravi problemi all’interno della filiera potenzialmente pericolosi, l’organizzazione agricola ita-liana sottolinea la necessità di adottare efficaci e tempestive inizia-tive per contrastare la grave crisi di mercato del comparto orticolo. Le cause del calo dei prezzi all’origine degli ortaggi sono moltepli-ci e partono sicuramente dal fatto che la competizione avviene su un mercato ormai globale, caratterizzato da profondi mutamenti climatici che creano instabilità ed imprevedibilità. I problemi però non sono dovuti solo alla situazione me-teo, ma anche al notevole volume di importazioni, consumi non sostenuti e, soprattutto, un disequilibrio nella filiera.Confagricoltura ritiene che anche in questo settore il nostro paese sia affetto da debolezze organizzative che mettono i produttori nella condizione di subire gli effetti di politiche commerciali penalizzanti e, per questo, propone, tra le varie soluzioni, quella di stimolare l’or-ganizzazione e la concentrazione dell’offerta tramite le OP (organiz-zazioni di produttori) che, accanto all’intervento pubblico, possono svolgere un ruolo essenziale per riequilibrare il mercato, con azioni interne alla filiera.Avendo una visione ampia sui mercati europei (e non solo) ritenia-mo che questa proposta possa effettivamente contribuire a centrare l’obiettivo, perché sono tantissimi gli esempi virtuosi che attraverso questa formula sono riusciti ad affermarsi con grandi risultati.Il problema però risiede nel fatto che una trasformazione di questa portata non è semplice da realizzare perché, da un lato, deve su-perare le consuete “resistenze” al cambiamento mentre, dall’altro, deve essere lentamente costruita per contemperare gli interessi di tanti soggetti diversi.E quindi quale strategia può essere attuata nel frattempo?La risposta più efficace non può che essere la diversificazione, attra-

verso la quale passa la nostra possibilità di ridurre l’esposizione al rischio che deriva da dinamiche che non siamo in grado di control-lare. Durante FIERAGRICOLA, esperienza che ricordiamo con grande piacere, questo tema è emerso in maniera ricorrente perché mol-tissimi agricoltori ed allevatori ci hanno chiesto informazioni perché desideravano costruirsi delle alternative.L’elicicoltura può perciò candidarsi in maniera autorevole ad essere un’alternativa ai sistemi tradizionali ma, allo stesso modo, può coe-sistere con questi offrendo agli imprenditori della terra l’opportunità di ridurre la propria dipendenza da un sistema che premia i grandi gruppi di acquisto e polarizza il guadagno verso il distributore sottra-endolo al produttore.Il mercato delle chiocciole da gastronomia, per non parlare dei pro-dotti trasformati, è in assoluta controtendenza rispetto a quanto descritto sopra; storicamente i prezzi non hanno mai infatti subito una contrazione che potesse preoccupare i produttori ma, anzi, è possibile osservare una generale tenuta se non un loro aumento.Le ragioni per considerare questo prodotto una sorta di “bene rifu-gio” (sappiamo di usare l’espressione in maniera impropria ma ser-

ve a rendere bene l’idea) è soprattut-to una, ovvero il fatto che il nostro è un settore di nicchia, che sfugge alle regole tipiche del largo consumo e degli interessi che lo regolano.Il nostro, inoltre, è un paese che met-te al centro il valore del cibo, dove le persone attribuiscono significato all’esperienza della condivisione del

pasto e con una propensione all’acquisto che generalmente premia la qualità a discapito della quantità.Il nostro progetto di sostituzione progressiva dei prodotti importati dall’estero per riuscire a soddisfare la domanda interna, puntando sulla qualità del prodotto attraverso il nostro disciplinare e tramite la diffusione della cultura elicicola per acquisti più consapevoli, non potrà che confermare questa tendenza attribuendo maggior valore al prodotto. Come diciamo spesso, sia durante le nostre Giornate Informative che nell’ambito delle attività istituzionali, siamo convinti che il no-stro progetto possa fornire un contributo positivo nell’ambito della gastronomia di qualità, della sostenibilità ambientale, per le ricadu-te positive in termini economici e dello sviluppo della blue economy.Non è LA risposta ai problemi dell’agricoltura ed ambientali. Sareb-be presuntuoso dirlo e, infatti, non lo diciamo.Crediamo però con fermezza che possa essere UNA delle risposte. Questo sì.Tra le più qualificate.

ConfAgriColturA: AllArme Prezzi Prodotti ortiColi

AllorA è orA di diVerSifiCAre!

L’elicicoltura può essere un’alternativa ai sistemi tradizionali, offrendo agli imprenditori della terra

l’opportunità di ridurre la propria dipendenza da un sistema che premia i grandi gruppi

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LaVocedeLLachiocciola Aprile 2018 N. 5

lA Blue eConomY

INCONTRA L’ELICICOLTURA 2.0 Una delle sfide più urgenti che siamo chiamati a risolvere è rappresentata dal tema dello sfruttamento virtuoso del territorio e, anche, dalla capacità di individuare modelli alternativi per rispondere al fabbisogno alimentare.

L’orizzonte a cui tutti guardiamo con grande interesse è quello della “sostenibilità”, il momento in cui saremo in grado di far fronte alle esigenze nutrizionali senza causare un vulnus al sistema.Per raggiungere questo obiettivo i modelli tradizionali devono essere probabilmente ripensati, se non integrati o addirittura sostituiti da sistemi alternativi, che riescano a rispondere efficacemente alla do-manda sia del mercato che ambientale.In quest’ottica l’Elicicoltura, nella sua versione 2.0, ovvero innovati-va e totalmente ispirata alla naturalità, possiede delle forti argomen-tazioni per candidarsi a ricoprire un ruolo di primo piano nell’agricol-tura del futuro e nella produzione proteica.L’Istituto Internazionale di Elicicoltura il giorno 22 marzo 2018 ha organizzato c/o il Consiglio Regionale del Piemonte un convegno dal titolo:“l’allevamento delle chiocciole da gastronomia: offerta ali-mentare in una prospettiva sostenibile”.L’appuntamento è stato costruito grazie alla sensibilità ed alla dispo-nibilità della Vice Presidente Dott.ssa Daniela Ruffino per illustrare come attraverso le innovazioni, i punti di forza e le prospettive, l’elici-coltura sia pienamente rappresentativa del modello Blue Economy.Gli interventi hanno approfondito gli aspetti legati al consumo idrico in un’ottica comparativa, degli effetti dell’inquinamento con impatti devastanti sul territorio, della diversificazione per produrre ricchezza e modelli economici alternativi. Il contributo del Politecnico di Tori-no e delle istituzioni, oltre a quelli del Presidente Simone Sampò e del Responsabile Comunicazione Donato Mangino, sono stati tutti convergenti rispetto al fatto che l’elicicoltura detiene molte risorse positive e può candidarsi ad essere un’opportunità, sia per chi già

lavora nell’agricoltura e allevamento, sia per coloro che provengono da altre esperienze lavorative ma possono riciclarsi in questa dimen-sione per sostenere un modello etico e positivo.La platea era composta da giornalisti, rappresentanti del mondo dell’imprenditoria, dei servizi, del mondo accademico, tutti coinvolti dal desiderio di conoscere le proposte e le ricette utili ad compren-dere una nuova prospettiva.Un aspetto che ci ha regalato particolare soddisfazione è stato il saluto da parte del Vice Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali che, non potendo partecipare a causa di improrogabili

impegni istituzionali, ci ha inviato una lettera di ringraziamento per l’invito ed un esplicito apprezzamento per il lavoro svolto. Nel corso dell’incontro a FIERAGRICOLA Verona gli avevamo illustrato il proget-to di filiera, il modello produttivo ispirato alla sostenibilità ambienta-le, l’impegno centrale rivolto alla riduzione dello spreco alimentare e delle risorse idriche e, già in quell’occasione, aveva sottolineato il suo positivo giudizio. Il tema dell’aderenza ai princìpi della blue eco-nomy, quindi, rappresenta un altro degli aspetti distintivi dell’elicicol-tura, che può così costruire una narrazione efficace per descrivere il valore del proprio prodotto ed interloquire in maniera autorevole con gli attori impegnati a nella tutela del territorio e delle sue ricchezze.

Consiglio Regionale del Piemonte

Convegno Blue Economy

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SARA STRIPPOLI

Alle 4 del mattino Simone Sampò, il presidente dell’Associazione nazionale elicicoltori, esce di casa e va all’Accademia, questo luogo affascinante nel cuore di Cherasco cittadina di novemila abitanti al confine tra Langhe e Roero, dove si può prenotare una stanza, mangiare una pizza alle lumache, scoprire i segreti dell’allevamento con migrazione naturale, curare un orto, vedere i bambini che imparano la stagionalità e tornano a casa con la loro chiocciolina adottata in un sacchettino colorato. C’è anche “Chiocciole e coccole”, ultima nata: una sala di estetica per un trattamento con i prodotti alla bava, sieri e creme, scrub e maschere. La linea ha di recente fatto ingresso sul mercato e si chiama S’Agapò, un volersi bene rubato al greco. Una seconda linea è etichettata lusso. Qui le proprietà della bava sono unite a quelle del caviale e del veleno d’api per un effetto anti-age. Per i più curiosi il massaggio prevede anche un paio di chiocciole che si allungano sul viso lasciando la pelle compatta e tonica grazie a quella scia di bava, vera e propria pepita di cui l’industria della cosmesi è da qualche anno alla ricerca. Ma attenti alle fregature, avverte Chiara Lovera che di Simone è la pazientissima moglie: «Su molti prodotti che vediamo in giro c’è scritto estratto di lumaca. Dicitura che non garantisce affatto si tratti del prezioso muco». In tarda mattina l’Accademia Chiocciola Metodo Cherasco è vivace, i bimbi girano per l’orto e hanno filari piccoli, dedicati al loro studio. In cucina sei persone, donne e uomini, stanno seguendo un laboratorio. Ma alle quattro del mattino questo è un posto

silenziosissimo, ed è a quell’ora che Simone può gustare l’effetto che su du lui hanno i filari, può controllare la consistenza della sabbia di fiume che ha voluto per le sue figlioline chiocciole, vedere quanto e come crescono. «Se avesse un’amante non sarebbe così appassionato», scherza Chiara, che sorride e prega perchè il marito prima o poi rallenti. Impossibile. Lui viaggia a cento giri. Semmai deve correre pure lei, che prima lavorava in ammnistrazione e ora cura l’area dell’estetica con successi per il momento superiori alle aspettative. La giostra della chiocciola è partita e per il momento pare inarrestabile, il sogno è diventato realtà, le rivalità con Borgo San Dalmazzo sono diventate collaborazione e qui a Cherasco, all’Accademia, ma anche in azienda, alla Lumacheria Italiana, sono arrivate le telecamere della Bbc e della Cnn, i giornalisti del

Guardian o del Telegraph. Avidi di racconti. Guai a parlare di lumache. Qui ci sono soltanto chiocciole. Chiara Lovera all’ora di pranzo scambia mail con Shanghai: «Dopo Cosmoprof vogliono sapere tutto sull’estrattore della bava e sui nostri prodotti», racconta. A settembre sono attesi i monaci dell’Ordine Libanese Maronita, che da Simone vogliono imparare tutti i segreti per produrre la magica bava, condividere i

progressi della ricerca, confrontare le tecniche. Vengono russi, canadesi, marocchini per formarsi. Ipercinetico e instacabile. Di certo visionario, come può esserlo uno che in diciotto mesi ha voluto fare la rivoluzione. Prima le chiocciole si mangiavano nei ristoranti piemontesi e venivano spedite agli chef del mondo. L’elicicoltura era una risorsa di questa terra ma non si andava molto oltre. Da fine 2016 ad ora è cambiato tutto, è stato

firmato un disciplinare con Slow Food e i progetti si sono moltiplicati alla velocità della luce. Ora Simone Sampò guarda avanti e immagina un concept store della chiocciola. «Per anni mi davano del pazzo. Ora mi chiamano tutti per dirmi che avevo ragione». Adesso che il motore va a mille giri, il numero dei dipendenti è salito a trenta, ma l’indotto fa lavorare quattromila persone. La perla si chiama Muller@one, il macchinario per l’estrazione della bava. Per entrare a vederlo bisogna bardarsi come per mettere piede in una terapia intensiva. L’oggetto misterioso è in una stanza asettica. Sotto due cupole le lumache producono bava in quantità come se fossero in un idromassaggio con la schiuma: «E’ una spa per le chiocciole - racconta Simone entusiasta - con questo metodo innovativo producono bava perchè provano piacere». Muller@one utilizza l’ozono per l’abbattimento delle cariche batteriche e di una soluzione stimolante a base naturale che non provoca alcun danno. Metodo garantito free cruelty. «Con venti chili di chiocciole si producono più di tre litri di bava e ogni litro costa da 50 a 100 euro. Con dieci chili di chiocciole si può arrivare a sei estrazioni senza fare alcun danno». Lo hanno comprato in Libano, Lo hanno vouto in Polonia, Cecoslovacchia, Lituania, Russia, Canada.

L’ortoIl grande orto dove vengono allevate le lumache di Cherasco

L’aziendaLa sede a Cherasco di S’Agapò che produce cosmetici e cibo

L’imprenditoreSimone Sampò l’imprenditore che ha creato “Chiocciole e coccole”

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Finora era una sagra. Da quest’anno sarà un nuovo grande Festival. Dal 28 settembre al 1 ottobre a Cherasco ci sarà “Noi le chiamiamo chiocciole... e non solo”. L’anno scorso, ed era già stato un evento, erano arrivati in diecimila. Per questa edizione le aspettative sono di portare quindicimila persone. Saranno ospiti i monaci dell’Ordine Libanese Maronita e gli spagnoli e sono attesi appassionati da tutto il variegato mondo di chi le lumache le vuole mangiare, ma anche da chi pensa che la principale attrazione sia ora diventata la bava con i suoi derivati. Vuole essere un evento di portata nazionale dedicata a professionisti aziende e istituzioni. Si parlerà di gastronomia, cosmesi, innovazione e sostenibilità, farmaceutica ( con la bava di lumache si fanno sciroppi per la tosse, gastroprotettori, prodotti per animali), benessere. In agenda ci sono anche incontri sulla possibilità di valorizzare terreni, finanziare ricerca e sviluppo. Per non citare le ricadute su sport e turismo. Il 25 settembre, per la presentazione dell’evento, è prevista una grande cena di gala che si svolgerà a Palazzo Madama. E il ricavato sarà devoluto alla Marco Berry Onlus di Magic for Children di Piero Abruzzese. Lo chef della serata sarà lo stellato Francesco Oberto, affiancato da Davide Scabin e Ernst Knam. – s.str.

Gastronomia, cosmesi e farmaciFestival con cena a Palazzo Madama

La storia Non solo cibo

Da tutto il mondo a Cherascoper il “miracolo” delle chiocciole

Nata come il sogno di un visionario, è un successo la crema di S’Agapò la linea cosmetica che usa il siero per produrre un rimedio anti età

Lamanifestazione

Il laboratorioIl laboratorio sterile dove viene estratta la bava delle chiocciole

Anche le rivalità con Borgo San Dalmazzo l’altro regno della elicicoltura sono diventate un’alleanza

Le immagini

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un SegnAle dell’effetto dei CAmBiAmenti ClimAtiCi

BuriAn gli effetti del cambiamento climatico e delle anomalie metereologiche ci mettono di fronte ad eventi per i quali non siamo del tutto preparati.

Siamo certamente abituati al freddo intenso oppure a fenomeni di caldo estremo, ma dobbiamo ammettere che la frequenza di questi eventi produce un certo disorientamento rispetto alle nostre abitudini.Dobbiamo proprio dirlo: non solo non ci sono più le mezze stagioni ma cominciamo ad avere dubbi che esistano le stagioni stesse per come le conoscevamo.Burian ci ha messo di fronte ad una situazione che ha definitiva-mente aperto gli occhi a tutti sul significato e sull’impatto delle modifiche climatiche in atto. Forse ci voleva la neve a Roma e Napoli, ed in quelle quantità, per risvegliare l’attenzione sul tema, ma almeno tutti hanno preso co-scienza dell’importanza della questione.Mentre scrivo le previsioni meteo stanno lanciando l’allarme su Burian2, previsto per fine marzo e descritto come una nuova onda-ta dell’anticiclone termico russo-siberiano che porterà forti pertur-bazioni, temperature gelide e neve.Per le persone “normali” sarà fonte di ulteriori disagi. Ma per chi si occupa di agricoltura ed allevamento significa con-frontarsi nuovamente con un momento di forte preoccupazione per i suoi potenziali effetti distruttivi.Il primo evento è stato caratterizzato da freddo intenso e neve, a cui sono seguite le piogge con tem-perature sotto lo zero; di fronte ad una tale successione di fenomeni avversi i danni in ambito agricolo si sono rivelati più ingenti del previsto, in maniera trasversale.Secondo i rilievi di Confagricoltura le produzioni ortofrutticole di stagione sono state colpite duramente, così come gli impianti produttivi dove le piante erano nella fase di ri-sveglio vegetativo. Il patrimonio olivicolo, uno dei simboli indiscussi della produzione made in italy, ha subìto una ferita preoccupante a causa di alcuni casi di congelamento delle foglie e dei rami più giovani.E l’elicicoltura?il nostro settore ha sempre vissuto un momento di apprensione durante l’inverno, la storia infatti racconta che nella graduatoria del rischio le temperature particolarmente basse, le precipitazioni più intense e le improvvise escursioni termiche rappresentavano problematiche capaci di incidere in maniera importante sulla mor-talità della mandria.

Abbiamo quindi dedicato particolare attenzione a questo aspet-to e ci siamo adoperati per cercare di fornire, attraverso tutti i canali disponibili, informazioni puntuali per quello che doveva essere il metodo migliore per contrastare la forza di questi fe-nomeni.La vera forza di questa strategia è stata però un’altra, ovvero la capacità di coinvolgere tutti gli elicicoltori su questo tema crean-

do un momento di attenzione par-ticolare, stimolare il confronto tra allevatori, incentivare lo scambio di idee e soluzioni per capire come la maggior parte dei “colleghi” si era comportata in condizioni simi-li.L’utilizzo dei teli è stato fondamen-tale e, mentre alcuni che non erano

mai stati costretti ad utilizzarli si sono cimentati in questa nuova dinamica di gestione, quelli che al nord erano già abituati a servir-sene in questa stagione sono arrivati in alcuni casi ad utilizzare un triplo strato.Grazie alla nostra scelta di pianificare una visita massiccia degli allevamenti abbiamo poi scoperto, e immediatamente condiviso con tutti, il posizionamento strategico delle assi di legno inclinate.Dai nostri dati questo approccio è stato vincente. Nelle peggiori condizioni possibili siamo riusciti a portare a casa il risultato.In questa settimana si metà marzo la scopertura dei teli ha riser-vato una piacevolissima sorpresa: tantissime chiocciole di grandi e piccole dimensioni che si sono risvegliate dal letargo e adesso aspettano solo che il loro enorme appetito venga soddisfatto…La riflessione finale che conclude questo passaggio sugli effetti di Burian attiene alla necessità di comprendere fino in fondo che il clima per come lo conoscevamo non esiste più e, per questo, dobbiamo dimenticare gli schemi e le abitudini che hanno sempre rappresentato un modello di riferimento statico.Siamo, anche qui, in una fase dinamica e dobbiamo diventare sempre più sensibili, acuti ed informati rispetto ai fenomeni atmo-sferici.La storia di questa stagione invernale ci conforta molto rispetto alla capacità di reazione che abbiamo tutti dimostrato e ritenia-mo che la costruzione di un gruppo sempre più coeso, un’infor-mazione sempre più efficace ed una maturità sempre più solida porteranno in dote un livello di garanzie superiori.

la scopertura dei teli ha riservato una piacevole sorpresa: tantissime chiocciole di grandi e piccole dimensioni si sono risvegliate dal letargo e adesso aspettano che il loro appetito venga soddisfatto…

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fACCiAmo PuBBliCità Al VAlore delle noStre SCelte

identifiCHiAmoCi!nel corso delle giornate informative insistiamo molto sul concetto di visibilità e stimoliamo coloro che intraprendono l’attività elicicola ad attribuire un nome ed un logo al proprio allevamento,

in modo da creare una patente di identità che li renda immediata-mente riconoscibili. La ragione di questa strategia è semplice e si ispira al fatto che gli impianti, in grande maggioranza, vengono avviati nelle zone rurali e provinciali, ovvero in quelle parti del paese dove le persone fortunatamente ancora si conoscono o riconoscono e, così, diventa più facile stimolare la curiosità ed una pubblicità basata sul passaparola.Anche nelle zone più densamente abitate, comunque, è sempre meglio dotarsi di un nome ed un’immagine rappresentativa; il nostro settore (almeno per ora) rappresenta una nicchia nel mare dell’offerta gastro-nomica e sarà quindi più facile suscitare interesse ed essere ricordati. Anche a noi però è sfuggito un altro passaggio fondamentale nell’ambi-to della valorizzazione del nostro allevamento…la nostra identità di elicicoltori che scelgono di allevare in libero campo, al naturale, senza somministrare strutturalmente mangimi e prodotti di sintesi per accelerare i normali processi di maturazione del-la mandria e che, in definitiva, hanno consapevolmente e pienamente adottato la filosofia del disciplinare Chiocciola metodo Cherasco, deve essere necessariamente ed adeguatamente valorizzata.A partire dall’allevamento. Agli occhi di un osservatore che guarda da lontano, l’allevamento di chiocciole appare da subito “diverso”, estra-neo a tutti gli atri modelli di sfruttamento agricolo del terreno. E quando questo arriva più vicino, non è sempre in grado di comprendere che cosa effettivamente sia. Ci sono quindi due aspetti da considerare, ov-vero il fatto positivo che l’insieme del perimetrale e dei recinti allineati produce sicuramente curiosità in chi guarda, ma anche il limite che non è scontato capire a cosa serva la struttura (neanche avvicinandosi).Occorre quindi agire sul secondo aspetto e, secondo noi, la soluzione giusta è quella di arrivare fino in fondo al processo di individualizzazio-ne, realizzando nell’impianto anche un’insegna che possa riassumere

gli elementi distintivi più importanti: il nome, il simbolo ed il logo Chioc-ciola metodo Cherasco. L’esposizione di questi tre elementi riesce a comunicare in maniera chiara chi è l’attore protagonista, cosa sia l’in-sieme delle strutture, quali siano la finalità ed il riferimento del progetto.Promuovere l’elicicoltura, ed in particolare quella più etica, è utile per confermare agli appassionati di questo alimento che il prodotto è dispo-nibile e di qualità ma, anche, ad avvicinare coloro che per le ragioni più diverse non hanno mai avuto modo di gustarlo. Chi scrive appartiene alla seconda categoria ed è testimone del fatto che è veramente pos-sibile modificare la percezione di un alimento, superare la diffidenza ed il pregiudizio e, infine, arrivare addirittura ad apprezzarlo. Tornando al nostro cartello, riteniamo che per conferirgli ancora più for-za e valore sia necessaria un’uniformità grafica per tutti gli allevamen-ti che utilizzano il sistema Chiocciola Metodo Cherasco e, per questo motivo, nelle prossime settimane metteremo a disposizione di tutti i nostri associati un modelllo-tipo e, eventualmente, per una semplice economia di scala, ci preoccuperemo di contattare un produttore a cui commissionare la costruzione ed ottenere un prezzo concorrenziale. La narrazione dei contenuti del nostro allevamento, dell’impegno per rag-giungere standard qualitativi elevati e gratificare il consumatore finale, passa anche dalla cura dei dettagli e dalla capacità di essere uniti.la nostra visione e prospettiva, come ben sa chi ci ha seguito in questi 17 mesi passati in apnea, è esattamente quella di creare una rete tra gli elicicoltori, che possano dialogare tra loro attraverso la mediazione delle nostre strutture, dei nostri canali e dei nostri tecnici.

Allevamento Regina del Bosco

nel corso degli ultimi mesi, durante le giornate informative ma anche delle riunioni con i soci Ane, abbiamo sostenuto l’importanza di adattare il nostro sistema di allevamento in funzione del microclima del luogo in cui viene avviato l’allevamento

Negli anni scorsi avveniva una distinzione a livello macro che, in buo-na sostanza, divideva il territorio italiano in 3 aree: Nord, Centro e Sud. Questa differenziazione era estremamente grossolana perché, come si può facilmente intuire, non è corretto prendere in conside-razione il solo dato della latitudine ma diventa necessario utilizzare parametri diversi come l’altimetria, la storicità delle precipita-zioni, l’esposizione al vento e i dati storici relativi alle escursioni termiche. L’esempio classico che riferiamo è quello di un allevamento edificato in Calabria, regione baciata dal sole nell’immaginario colletti-vo, ma nella zona dell’entroterra, magari sulla catena montuosa della Sila. è chiaro che in un caso come questo vengono completamente stravolti i vecchi principi e diventa impossibile applicare le procedure standard che si riferiscono agli impianti costruiti in prossimità delle zone vicine al litorale. Sulla scorta di questa riflessione abbiamo deci-so che nel corso dei prossimi mesi daremo il via ad un’operazione di censimento degli allevamenti italiani che adottano il nostro sistema,

creando un database dettagliato che, partendo dalla loro geolocaliz-zazione, registri una serie di parametri univoci ed oggettivi. La finalità, come stiamo dicendo anche in questo caso da quasi un anno, è quella di archiviare delle informazioni per poi procedere ad un confronto analitico dei dati; crediamo che attraverso questa me-todologia sarà possibile scoprire i tratti comuni tra un allevamento ad esempio della pianura padana e dell’entroterra toscano, così come tra un impianto del veneto ed uno umbro.Una volta incrociate le informazioni l’intento sarà quello di riuscire a definire uno standard che possa adattarsi ad aree omogenee e, così, migliorare l’efficacia del nostro intervento di supporto agli elicicoltori. Le soluzioni di un uno diventeranno la risposta ai problemi di un altro.il compito dell’istituto internazionale di elicicoltura è anche quel-lo di produrre del materiale che abbia una validità di metodo, at-traverso l’applicazione di modelli costruiti su dati empirici.I nostri tecnici, a partire dal mese di aprile, si metteranno in contatto con tutti gli elicicoltori per spiegare nel dettaglio la matrice su cui carichere-mo i dati e fornire le indicazioni per la migliore riuscita del censimento. L’Istituto diventerà il custode delle di questo progetto e, per renderlo il più efficace possibile, coinvolgerà nell’elaborazione delle informazioni anche l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo e partner qua-lificati nel mondo dell’agricoltura, dell’allevamento e delle scienze.

CenSimento

degli AlleVAmenti

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lA Più imPortAnte VetrinA itAliAnA del BeAutY

CoSmoProf: SAgAPò ProtAgoniStAne eravamo convinti, non solo per i riscontri entusiasti e generosi ricevuti in questi mesi e le conferme dei clienti ma, più in generale, per il motivo che avevamo fatto di queste applicazioni uno dei fondamentali del progetto Elicicoltura 2.0.

Eravamo inoltre veramente convinti, al di là di tutti questi aspetti, che a CoSmoProf gli addetti ai lavori più qualificati del settore potessero pienamente comprendere la portata delle nostre propo-ste legate all’utilizzo cosmetico della bava di lumaca, alla potenza della loro novità legata alla loro efficacia.Le aspettative sono state tutte confermate e il giudizio sulla nostra offerta di prodotti cosmetici, da parte di coloro che affrontano con esperienza e competenza questo mercato così competitivo, è stato molto più che lusinghiero.Abbiamo quindi conquistato l’interesse del pubblico per la sostan-za dei nostri prodotti, ma anche per la novità che in questo pano-rama rappresentano.La bava di lumaca esisteva prima di noi, così come coloro che era-no stati precursori nella proposta di creme con questo ingrediente; ma il grande merito sta appunto nell’aver lanciato un messaggio rivoluzionario riferito alla qualità e, quindi, all’efficacia i prodotti della li-nea SAgAPò riesce a garantire, co-struendo su questi presupposti una forte credibilità.Il controllo della filiera, dall’alleva-mento ispirato alla naturalità al pro-cesso estrattivo, ci mette nella con-dizione privilegiata di poter definire lo standard migliore nelle applicazioni della bava di lumaca, e non solo in ambito cosmetico. Non ci sono più possibilità che un elemento-base scadente possa essere accettato dalle aziende che si occupano di trasformazione nell’ambito del beauty, si è infatti ormai affermato un sistema di valutazione che ha alzato notevolmente l’asticella della qualità.CoSmoProf 2018 ha allora consacrato la bava di lumaca, sdo-ganandola rispetto a qualsiasi forma di pregiudizio collegato ad un’immagine che l’associava a qualcosa di sgradevole e, soprat-tutto, riconoscendone le grandi proprietà.La portata del successo la possiamo riassumere con due distinte istantanee.La prima è assolutamente significativa perché ci ha permesso di ri-volgere il nostro messaggio ad un amplissimo pubblico generalista (ovvero di veri consumatori!).

La seconda molto gratificante perché rappresenta un premio alle nostre intuizioni ed un omaggio alla qualità che proponiamo.Andiamo in ordine alimentando il racconto con quel pizzico di su-

spance che merita….Se siete già stati a CoSmoProf riuscirete sicuramente ad immagi-nare nel dettaglio la situazione: ov-vero la moltitudine di persone, i vi-sitatori con i trolley per i depliant ed i campioncini, ma anche i profumi diversi ed inebrianti e gli stand cu-ratissimi, le hostess bellissime, le

troupe delle testate giornalistiche, televisive e gli inviati delle radio.In tutto questo tripudio è difficilissimo catturare l’attenzione delle persone e la gara tra gli espositori si concretizza anche attraverso la cura di dettagli capaci di solleticare la curiosità e l’interesse.Dobbiamo confessare che l’atteggiamento con cui ci siamo pro-posti alla fiera si è ispirato alla prudenza, con l’obiettivo di testare il terreno ed essere veramente pronti per la successiva edizione. Il nostro stand era sicuramente carino, ma certamente contenuto; non appariscente, tantomeno caratterizzato da particolari glamour rispetto agli standard della maggioranza degli espositori.Nonostante questo, ed è la prima delle due fotografie che raccon-tano il successo dell’esperienza, la nostra proposta è riuscita a superare l’effetto delle luci e delle strutture e delle hostess, ha ugualmente colto nel segno perché siamo stati selezionati tra tanti dalla troupe di Canale 5 impegnata nella costruzione del servizio giornalistico per il TG5.la nostra linea e-time, novità assoluta che approfondiremo con un articolo a parte, è così approdata sugli schermi del secondo telegiornale italiano, che l’Auditel accredita con 8 milioni di tele-spettatori.Un passaggio che ci riempie di orgoglio e ci aiuta nella spinta com-merciale.Il secondo momento che ricorderemo si è concretizzato quando siamo stati ospitati nell’angolo BioDiversity, che ha incoronato SA-GAPO’ e la nuova linea E-TIME come “Star delle Star” di Cosmoprof 2018 (cit), restituendoci una grandissima emozione ma, soprattut-to, molta soddisfazione.

I video sono disponibili sul sito www.sagapocosmetici.com e sulla pagina FB S’Agapò Cosmetici.

Sagapò: sostanza, novità, qualità... abbiamo colto nel segno e siamo stati selezionati tra tanti

dalla troupe di Canale 5 per il servizio giornalistico per il TG5.

Chiara Lovera Resp.le Linea SAGAPO’, intervistata dal TG5

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SAgAPò è stata un’intuizione ancor prima che un’idea, una linea immaginata per gli elicicoltori in modo che potessero aumentare il perimetro delle proprie opportunità di guadagno e, alla fine, contribuire alla sostenibilità dell’investimento

i risultati sono stati straordinari; senza investimenti in pub-blicità e grazie alla sola forza del pas-saparola i prodotti hanno conquistato un numero impor-tante di clienti che ci restituiscono feedback entusia-sti.La forza di questo successo, certo di nicchia ma con grandi possibilità di ulteriore crescita, è il risultato del com-binato disposto di due fattori: da una

parte l’utilizzo di elementi base di grande qualità (bava purissima estratta con il processo garantito da MullerOne), dall’altra formula-zioni studiate da società specializzate nel settore.SAGAPò nel corso degli ultimi mesi si è migliorata attraverso una nuova veste ed ha arricchito la propria linea con prodotti nuovi, unici, straordinariamente efficaci.Parliamo di un segmento “alto” nell’ambito della cosmesi, col qua-le desideriamo confrontarci forti della consapevolezza che abbia-mo fatto le cose con grandissimo scrupolo e sappiamo di proporre prodotti superbi.All’inizio di tutto c’è stata la selezione degli elementi base da uti-lizzare per arrivare sul mercato con una proposta forte e convin-cente: la scelta è quindi ricaduta sulla migliore bava di lumaca, sull’estratto di caviale e sul veleno di api.Ognuno di questi ingredienti possiede delle caratteristiche uniche, potenzialità notevoli nell’ambito della cosmesi che, adeguatamen-te sfruttate, diventeranno un punto di riferimento assoluto e nuovo del mondo beauty.Stiamo parlando quindi del Veleno di Api e di Estratto di Caviale.il veleno di api è un elemento che possiede importanti proprietà anti-age legate alle sostanze vasodilatatrici e mio-rilassanti e, tipi-camente, produce un effetto definito come “botox naturale” (poi-ché si comporta similarmente all’azione distensiva della tossina botulinica). Il veleno d’api, però, e a differenza della tossina botulinica, è in grado di stimolare l’innesco a livello dermico un aumento di produ-zione endogena di collagene ed elastina.L’utilizzo conferisce quindi al viso freschezza e giovinezza grazie alla distensione della pelle.Coerentemente al nostro stile le api utilizzate per l’estrazione del veleno non subiscono nessun trauma ed il processo, veramente geniale, è assolutamente cruelty free.il Caviale è un ingrediente gastronomico notoriamente riconosciu-to come esclusivo, non a caso descritto come “l’oro nero” a cui,

tra l’altro, vengono attribuiti in ambito cosmetico poteri nutrienti, antiossidanti ed idratanti.Il suo estratto possiede numerose sostanze rare e preziosi acidi grassi, facilmente assorbibili ed utilizzabili dalla pelle.la vitellina agisce sulle cellule epiteliali, l’arginina favorisce la sintesi del collagene, la leucina contribuisce alla riparazione dei tessuti e la lisina contribuisce al alla metabolizzazione degli acidi grassi.L’estratto di caviale, infine, è apprezzatissimo per il suo potere idratante.Il risultato dopo l’utilizzo, in una precisa routine di applicazione, è la sensazione di compattezza e morbidezza della pelle.

Attraverso l’alchimia delle formulazioni siamo quindi riusciti a creare 3 prodotti:• CREmA VISO• SIERO CONTORNO OCCHI e LABBRA• mASCHERA VISO

Il packaging di e-time è adeguato ad un prodotto di alta gamma ed accattivante nell’accostamento nero/oro, così da renderlo im-mediatamente riconoscibile e distinto dalla linea SAGAPò tradizio-nale.e-time è arrivato, è arrivata l’ora dell’avanguardia della cosmesi.

In anteprima il nostro testo promozionale La bellezza salverà il mondo. La bellezza dei gesti, dei grandi ideali, dell’arte, dei sentimenti sinceri.La bellezza del sentirsi bene, per stare bene con gli altri.

Crediamo in questo, e vogliamo contribuire con un nostro verso a questo ambizioso obiettivo.e-time è l’evoluzione del concetto di cosmesi, il risultato del no-stro modo di affrontare la sfida della qualità, per offrire ai consu-matori prodotti superlativi.e-time è un progetto che vuole essere coerente con i valori che ispirano la nostra missione: prodotti Evoluti che non tradiscono la scelta di rispettare senza compromessi la visione Ecologica, pro-dotti straordinariamente Efficaci, strumenti per vivere l’Esperienza dell’Eleganza.

La nostra linea è il frutto di una scelta precisa: utilizzare soltan-to gli ingredienti migliori e creare le formulazioni perfette.Abbiamo scelto il l’estratto di caviale per la sua superiore capacità di rallentare il processo di invecchiamento della cute, la bava di lumaca purissima per le proprietà rigeneranti, lenitive ed anti-ossi-danti, il veleno di api per il suo straordinario effetto botox naturale.Ci siamo concentrati su prodotti mirati.e-time è infatti la linea che propone la Crema Viso, la Crema Con-torno Occhi e Labbra e la Maschera Viso.Saranno i tuoi alleati per ritrovare la giovinezza della pelle, per ac-quistare tono e lucentezza, per resistere ai segni del tempo.Preparati, perché le sensazioni piacevoli cominciano al tatto ma sa-ranno i risultati a regalare un momento di vero e genuino stupore.

E-TIME è lo strumento per gestire il tempo, divertendosi, renden-dolo prezioso.Enjoy Your Luxury Time!

lA riCerCA di unA nuoVA frontierA dellA BellezzA

i nuoVi Prodotti e-time

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molti di voi sanno che recentemente abbiamo lanciato una nuova applicazione della bava di lumaca appositamente studiata per la cura degli animali che, sempre sotto il brand S’AGAPò, viene identificata come linea Vet

L’idea è nata dalla convinzione che le qualità della bava di lu-maca potessero efficacemente valorizzate anche per offrire un contributo positivo nella gestione dei cavalli, dei cani e dei gatti, sia per le attività ordinarie che in caso di problematiche più par-ticolari.Abbiamo fatto ovviamente anche una valutazione di natura com-merciale ed un’accurata indagine di mercato, nella direzione di fornire al nostro movimento ed agli allevatori un’ulteriore arma per massimizzare il proprio investimento ed avere uno strumento potenzialmente capace di aumentare l’offerta ai consumatori.In un’ottica di diversificazione la sfida rimane quella di intercet-tare il maggior numero possibile di bisogni.il trait d’union rimane sempre e comunque la consapevolezza di fornire un prodotto efficace e di altissima qualità. l’industria europea dell’attenzione e cura per gli animali domestici in Europa e in Italia non conosce crisi e, secondo un’indagine condotta da Zoomark International, il cosiddetto “pet care” continua a regi-strare dati positivi, in controtendenza con i comportamenti legati alla percezione della crisi che, invece, inducono i consumatori ad adottare comportamenti prudenti in altri comparti.I proprietari di animali considerano i loro piccoli e grandi amici parte integrante della famiglia e, grazie a questa evoluzione, è stata definitivamente abbandonata la visione utilitaristica del rap-porto uomo-animale e si è affermato invece il costume di con-siderare l’animale come soggetto titolare di una dignità vera e riconosciuta.In Europa circa 200 milioni di animali da compagnia sono ospitati in 75 milioni di abitazioni e, di questi, si contano 70 milioni di gatti e 62 milioni di cani.In Italia la spesa per il loro solo sostentamento (nutrizione) è pari a 2 miliardi di euro mentre, per gli accessori (igiene, cucce, giochi, lettiere) la cifra è di 132 milioni di euro, in crescita.Un paese che invecchia a causa della triste condizione legata alla natalità -zero convoglierà sempre più risorse in questo settore.la bava che viene utilizzata nei prodotti della linea Vet, come capita per i prodotti della linea cosmetica ed i dispositivi medici S’AGAPò, è il secreto prodotto dalle chiocciole Helix Aspersa muller alimentate esclusivamente attraverso la somministra-zione di vegetali freschi, senza ricorrere a mangimi e prodotti di sintesi.Il muco possiede proprietà emollienti, idratanti, lubrificanti ed adesive, conseguenza delle caratteristiche fisiologiche della chiocciola che, per riparare i tessuti danneggiati a causa del suo scorrimento su superfici ruvide ed accidentate, ha sviluppato la capacità di riparare i danni cutanei ed una rigenerazione epite-liale.In considerazione di questa straordinaria risposta della natura, conosciuta da migliaia di anni ed utilizzata in maniera “non uffi-ciale” nell’ambito dell’automedicazione, le ricerche ne hanno de-finitivamente certificato le proprietà e la versatilità.I costituenti della bava di lumaca sono però ancora in fase di in-dagine per determinare tutti i profili di applicazione e, ad oggi, la sensazione è che sia possibile estenderne gli utilizzi a molti altri settori, superando gli ambiti della cosmesi e dei dispositivi medici.

La Linea VET è composta da:• PASTA EUdERmICA LENITIVALa formulazione comprende bava di lumaca come primo ingredien-te, ossido di zinco, olio essenziale di timo, olio di calendula, olio di mandorle e noci, olio di cocco, estratto di avena, glicerina vegetale e vitamina e.l’utilizzo è consigliato per coadiuvare il processo riparativo dei tessuti, calmierare il rossore, le irritazioni, la presenza di ragadi ma anche attenuare gli effetti dei traumi e dei problemi cutanei in generale. Il principio alla base della sua efficacia è l’effetto bar-riera che si sviluppa, efficace per la protezione della zona trattata.

• GEL ARNICA 70% dEFATICANTE 20% BAVA dI LUmACA 20%Gel attivo concentrato con grande capacità di assorbimento, for-mulato con il 70% di arnica montana. L’applicazione dona un effet-to di freschezza ed un’immediata sensazione di sollievo.Le indicazioni ne suggeriscono l’utilizzo in caso di contusioni, ematomi, distorsioni, gonfiori punture di insetto e dolori di varia origine.La formulazione comprende acqua di arnica montana, tintura ma-dre di arnica montana, estratto fluido di fiori di arnica montana, bava di lumaca purissima al 20%, glicerina vegetale, olio essenzia-le di menta piperita.

• SHAmPOO dELICATOLa pulizia dei nostri amici animali con piccoli e grandi problemi cutanei, dovuti alle insorgenze di ipersensibilità o problematiche varie, può essere affrontata con questo prodotto specifico, carat-terizzato dalla sua formulazione delicata ad azione detergente e purificante. Questo shampoo privo di agenti schiumogeni aggressivi, profumi sintetizzati e coloranti, contribuisce al conferimento al pelo di un effetto setificante, luminoso e morbido.La bava di lumaca purissima è l’ingrediente principale a cui si ag-giungono l’idrolizzato proteico da pisello, l’argilla rosa, l’estratto di avena, l’acido salicilico, l’olio essenziale di lavanda, di salvia e di menta.

APProfondimento

lA lineA Vet

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regina del Bosco, i Poderi e Chelumaca!

Sabato 27 gennaio 2018, nella splendida cornice di Villa Baiana in franciacorta, l’istituto internazionale di elici-coltura ha organizzato un convegno tecnico sull’elicicol-tura per celebrare nella maniera migliore l’inaugurazione della sede del primo riferimento sul territorio dell’istituto Internazionale di Elicicoltura.

Questo progetto è stato costruito grazie alla passione ed alla in-traprendenza dell’allevamento Regina del Bosco; la famiglia di Roberto Bosio al completo ha partecipato alla diffusione della cultura elicicola, è stata interprete della migliore tecnica appli-cata all’allevamento delle chiocciole nell’ottica Elicicoltura 2.0 e della promozione della filiera e dei prodotti derivati.Per dare maggiore forza all’evento è stato inoltre sugellato il “Patto di Amicizia” tra le città di Cherasco (Cn) e Passirano (BS) e così questi due splendidi Comuni, alfieri delle Langhe e della Franciacorta, hanno scelto con entusiasmo di cementare il loro rapporto attorno all’elicicoltura, grazie al fatto che le loro comunità hanno avuto la capacità di sviluppare attorno a questo settore una realtà solida, ricca di contenuti e di grandi prospet-tive di sviluppo con ricadute importanti in termini di innovazione ed immagine.il giorno 3 marzo, invece, è stata la volta dell’inaugurazione della seconda sede nata c/o l’allevamento i Poderi di Andrea Pepi che, ugualmente, si è distinto per la sua capacità di interpretare la nuova filosofia proposta dall’Istituto, la vivacità organizzativa e la disponibilità a diventare alfiere del progetto nel centro Italia.Anche in questo caso l’evento è stato nobilitato dall’organizzazio-ne di una giornata informativa per la promozione del settore eli-cicolo, con il contributo autorevole e prezioso della sede provinciale di Coldiretti Grosseto.Il Presidente della sezione locale di Coldiretti Dott. Marco Bruni, nel-la sua relazione iniziale, ha accol-to con molto interesse l’emergere di nuove opportunità nell’ambito agricolo e zootecnico, sottolineando come l’elicicoltura possa essere una reale e concreta opportunità di diversificazione per i modelli tradizionali.

La nostra seconda appendice nasce in un altro luogo che esal-ta la bellezza dell’Italia, in piena Maremma, in un contesto meravi-glioso che presto si strutturerà per offrire molti servizi di supporto agli elicicoltori neofiti ed a quelli con

maggiore anzianità.La terza tappa del percorso di valorizzazione del ruolo dei nostri allevatori si chiuderà il prossimo 3 giugno 2018, in concomitan-za con l’evento “noi le ChiamiAmo Chiocciole”, con l’inaugura-zione della sede di Colloredo di montalbano (ud) c/o l’alleva-mento Che lumaca! di matteo Venuti e Consuelo Bravin.In questo modo il Nord ed il Centro Italia saranno presidiati da soggetti capaci di garantire supporto tecnico agli elicicoltori, dif-fondere e comunicare correttamente le informazioni, promuove-re il nostro modello elicicolo.Con questo passaggio siamo certi di offrire un contributo qualifi-cato agli associati, ma anche a coloro che desiderano avvicinarsi al settore con la consapevolezza di poter contare su un riferimen-to accreditato.I nostri riferimenti sul territorio si muoveranno in pieno accordo e sintonia con la sede dell’Istituto Internazionale di Elicicoltura, condividendo in via prioritaria le strategie relative all’allevamento ma, anche, alle opportunità legate allo sviluppo della filiera.Con la Regina del Bosco a Passirano (BS), I Poderi a Manciano (GR) e Che Lumaca! (UD) la nostra voce sarà più vicina alle vostre esigenze ed il nostro supporto ancora più concreto.

le Sedi dei noStri riferimenti Sul territorio

inAugurAzioni e APPuntAmenti

il Nord ed il Centro Italia saranno presidiati da soggetti capaci di garantire supporto tecnico agli

elicicoltori, diffondere e comunicare correttamente le informazioni del nostro modello elicicolo

Matteo Venuti e Consuelo Bravin - Allevamento "Che Lumaca"

Inaugurazione Manciano

Inaugurazione Passirano

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noi le CHiAmiAmo CHioCCiole: il formAt Si SPoStA A

Colloredo di monte AlBAnonoi le ChiamiAmo Chiocciole è il titolo che abbiamo deciso di dare alla nostra manifestazione di settembre, un modo per creare una nuo-va identità al progetto di cambiamento del settore dell’elicicoltura.E per fare finalmente chiarezza terminologica rispetto al modo corret-to di chiamare questo animale al centro dei nostri pensieri…noi le ChiamiAmo Chiocciole è un quindi un brand, che identifica im-mediatamente un certo modo di interpretare l’allevamento di chioc-ciole, delinea un orizzonte etico, richiama il sentimento della grande passione che anima i nostri sforzi.è un contenitore dove vengono proposte le ricette della tradizione ga-stronomica e realizzati appetitosi piatti gourmet, dove si incontrano le idee per lo sviluppo del settore, spa-zio per i convegni tecnici, momento di aggregazione per grandi e piccini attraverso la musica, l’arte e l’intrat-tenimento.Il format ha riscontrato un grande successo lo scorso settembre e, per questo motivo, lo esporteremo nei territori dell’elicicoltura, nelle comu-nità che possono fregiarsi del titolo di Città delle Chiocciole.Il primo esperimento di esportazione del nostro format sarà a Collo-redo di monte Albano, delizioso borgo che si affaccia sulle colline friulane e che, grazie all’impegno ed alla passione di Consuelo Bravin e Matteo Venuti, ha abbracciato il nostro progetto di qualità ed inno-vazione.La festa sarà organizzata nel corso di una sola giornata, domenica 3 giugno 2018, nel contesto più ampio della festa del paese che durerà invece tre giorni.

Il Convegno sull’elicicoltura 2.0, con ospiti qualificati che potranno contribuire al dibattito offrendo prospettive alimentate da compe-tenze eterogenee, si terrà in un luogo altamente suggestivo, ovvero all’interno del Castello di Colloredo, una struttura edificata agli inizi del

1300. Non mancherà lo spazio dedicato ai bambini con il proget-to didattico f-Helicicultura e, in piazza, sarà possibile assistere all’estrazione della bava di lumaca con il macchinario mullerone. la Pro loco cucinerà in piazza le chiocciole con le ricette locali, per offrire la possibilità di gustare una interpretazione diversa e ricette alternative.Siete ovviamente tutti invitati, per contribuire alla riuscita dell’evento, della diffusione dei temi dell’elicicoltura e capire come, magari, poter diventare i prossimi ad organizzare noi le ChiamiAmo Chiocciole.

La festa sarà organizzata nel corso di una sola giornata, domenica 3 giugno 2018,

nel contesto più ampio della festa del paeseche durerà invece tre giorni

Simone Sampò Presidente dell’Associazione Nazionale Elicicoltori

Direttore dell’Istituto Internazionale di Elicicoltura Cherasco

Invita la S.V. a

l’Elicicoltura 2.0Chiocciola Metodo Cherasco:

produzione sostenibile ed offerta gastronomica 1ª parte: sostenibilità del modello produttivo

• Innovazione nella tecnica di allevamento al naturale delle chiocciole Helix con il disciplinare Chiocciola Metodo Cherasco •

simone sampò - Presidente A.N.E. e Direttore Istituto Internazionale di Elicicoltura

• Una chiocciola buona, pulita e giusta •Silvio Barbero - Vice Presidente Università di Scienze Gastronomiche

• Chiocciole ed agricoltura simbiotica •sergio Capaldo - Veterinario e Presidente del Consorzio La Granda

• Elicicoltura 2.0: la sostenibilità nell’ottica della Blue Economy •donato mangino - Vice Presidente A.N.E. e Resp. Comunicazione Istituto Internazionale di Elicicoltura

2ª parte: la CHIoCCIola In CUCIna• Tecnica e difficoltà nella cucina delle chiocciole helix •

Chef Ugo alciati - Ristorante Guido, 1 Stella MichelinChef Francesco oberto - Ristorante “Da Francesco”, 1 Stella Michelin

• aspetti nutrizionali della chiocciola • Dott.ssa Paola Durelli - Dietista

Lunedì 14 maggio 2018 alle ore 10.00 c/o sala rossa dell’Albergo dell’Agenzia di pollenzo (CN) – Via Fossano, 21

Segreteria organizzativa: [email protected] - tel. 0172489382

ANEAssoCIAzIoNE

NAzIoNAlE ElICIColtorI

Al termine del convegno seguirà un piccolo rinfresco

il ProgrAmmA del ProSSimo ConVegno teCniCo C/o l'uniVerSitA' di SCienze gAStronomiCHe

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il ritiro dellA tuA Produzione Con il Corriere

nuoVo SerViziola comodità è un valore che stiamo imparando ad apprezzare sempre di più e negli ultimi anni non soltanto la tecnologia, ma in generale il mondo dei servizi, hanno costruito un’offerta ca-pace di venire incontro alle nostre esigenze (e spesso ad anticiparle).Abbiamo la possibilità di sceglie-re tra i sistemi tradizionali oppure quelli più avanzati; in base alle no-stre valutazioni di vantaggio com-petitivo.è proprio sulla scorta di questa constatazione che abbiamo ri-tenuto di offrire ai nostri elicicoltori un’opportunità in più: sce-

gliere se, al momento di conferirci la loro produzione primaria, in alternativa alla condizione di doversi sobbarcare un viaggio fino a Cherasco per portarci fisicamente le chiocciole raccolte nel

proprio allevamento, potessero in-vece usufruire di un servizio di cor-rieri che venissero direttamente a casa a prelevare il pacchi.Questa seconda opzione evitereb-be il costo del trasferimento dalla propria città fino a Cherasco, libe-

rerebbe del tempo da dedicare ad altro e non sottoporsi comun-que al rischio del viaggio.

dAl liBAnoSpesso riceviamo delle comunicazioni dai nostri elicicoltori ma, come capita a tutti, alcune sono in grado di lasciare un segno più profondo. Le ragioni sono diverse: la persona che ha scritto, il tema affrontato, la modalità di espressione.

Su questo numero abbiamo ritenuto di pubblicarne una. Proviene dal Libano, ma non da uno dei frati dell’Ordine Maroni-ta. Da un allevatore che ha trovato nel nostro Istituto un soggetto capace di coinvolgerlo e che gli ha permesso di costruire una pro-fessione gratificante. Non aggiungiamo altro, lasciamo tutto alle sue parole.

“Dopo aver terminato il mio master in amministrazione azien-dale, volevo iniziare la mia attività. Ho fatto delle ricerche e ho sco-perto l’attività di allevamento di lumache, soprattutto perché stava iniziando a diventare popolare nel mio paese, il Libano. All’inizio l’idea era un po’ strana per me, poi ho iniziato ad essere sempre più convinto a causa di tre motivi principali. In primo luogo la regio-ne in cui vivo, la valle della Bekaa, che è una regione prettamente agricola; in secondo luogo perché sono un amante della natura fin dall’infanzia e, infine per il fatto che in Libano, pur essendo un pic-colo paese, abbiamo quasi tutto, quindi l’allevamento di lumache era una nuova attività. La prima cosa che ho fatto è stata visitare una fattoria di lumache vicino a me, di proprietà dell’Ordine ma-ronita libanese, che voglio ringraziare per il loro grande aiuto. Mi hanno presentato il signor Simone Sampò, che ho poi incontrato nuovamente a Cherasco e, da lì, ho sviluppato il mio piano di lavo-ro. Ho fondato Snailand.leb (5000 metri quadrati) e ho iniziato la mia prima stagione nel 24 febbraio 2017. Come qualsiasi altra at-tività, chiunque dovrà affrontare molte e molte difficoltà all›inizio, specialmente se è qualcosa di nuovo come l›allevamento di luma-che. Ma con la perseveranza, la forte volontà, la dedizione e l›aiuto dell›istituto Internazionale di Elicicoltura di Cherasco, sono stato in grado di superare i problemi e finire la mia stagione senza gran-di perdite. Senza dimenticare di citare anche l›aiuto dell›Ordine maronita libanese che mi ha insegnato molte cose dalla loro espe-rienza passata. Ma personalmente penso che al di là dei consigli fondamentali che si possono ottenere, è importante essere perso-nalmente e profondamente impegnati nella sperimentazione.

Per ottenere il massimo, sia nella produzione che nella strada per il successo commerciale. Sono passati mesi, caratterizzati da difficoltà e di duro lavoro; il primo anno non era buono come mi aspettavo, ma la cosa più importante è l›esperienza che ho gua-dagnato dalla prima stagione. Inoltre durante questo anno ho sco-perto che il mercato delle lumache libanesi manca di offerta. le persone sono solite consumare lumache stagionalmente. Così, ho deciso di non lavorare solo sull'esportazione di lumache, ma an-che di concentrarmi sul mercato libanese. Questo è il motivo per cui ho creato la prima escargots congelata libanese à la bourgui-gnonne. Perché credo che con una buona strategia di marketing il mercato delle lumache libanese possa essere molto redditizio. Ultimo, ma non meno importante, vorrei dire che l›allevamento di lumache non è così facile come la gente pensa che sia, ma una volta capito può trasformarsi in un meraviglioso business pieno di cose nuove ed estremamente lontano dalla routine.”

Elie WARD proprietario di Snailand leb.Libano 12.03.2018

mAil dAgli AlleVAtori

Abbiamo la possibilità di scegliere tra i sistemi tradizionali oppure quelli più avanzati;

in base alle nostre valutazioni di vantaggio

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LaVocedeLLachiocciola Aprile 2018 N. 5Ripetiamo per eccesso di scrupolo: non si tratta di un obbligo ma, esclusivamente, di una libera opportunità. Da scegliere inoltre di volta in volta a seconda della personale convenienza.La nostra proposta prevede un solo vincolo, ovvero quello di utiliz-zare un packaging adatto che offra la migliore garanzia rispetto al fatto che le chiocciole possano viaggiare senza rischi e che arrivino a destinazione nelle condizioni ideali.Il packaging è quello studiato apposta per garantire la sufficiente areazione e, non solo, è l’unico utilizzabile perché approvato dal corriere col quale abbiamo stipulato un accordo in virtù di 2 para-metri: l’efficienza ed il minore costo.

Chi fosse interessato a questo servizio, con l’u-nico requisito di essere in regola con il pagamento della quota associativa, deve quindi mettersi in contatto con l’istituto internazionale di elici-coltura (mail: [email protected]), forma-lizzare la propria scelta indicando data e fascia orario per il ritiro e, na-turalmente, fare l’ordine dei cartoni adeguato alla quantità di chiocciole da spedire.

SCACCo mAtto: i “noStri” geni nominAti

Alfieri dellA rePuBBliCA!la portata del successo che i nostri 3 giovanissimi geni di gallipoli hanno ottenuto con la vittoria al concorso italiano fASt e, soprattutto, alle genyus olympiad di oswego a new York,

è talmente prestigiosa da non aver esaurito la sua onda lunga di riconoscimenti.L’ultimo, prezioso ed inaspettato sugello è arrivato dal cuore del-lo stato che, attraverso gli Uffici del Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella, ha conferito a roberto leone, Alessan-dro Bruno e Gabriele mariello il titolo di Alfieri della Repubblica, una benemerenza attribuita per gli eccezionali risultati ottenuti nel campo dello studio, della cultura, della scienza, dell’arte, dello sport nonché del volontariato, e con singoli atti o comportamenti ispirati ad altruismo e solidarietà, che possano proporre modelli di comportamento positivi delle nuove generazioni.Abbiamo incontrato i ragazzi a Cannole durante il nostro appunta-mento itinera del 24 febbraio, pochissimi giorni dopo aver ricevuto la notizia del riconoscimento, ed abbiamo potuto ascoltare dalla loro viva voce quanto entusiasmo ed orgoglio gli abbia regalato.Siamo molto felici per loro e viviamo come un privilegio aver in minima parte contribuito al loro progetto.Nel corso della premiazione che gli abbiamo dedicato durante il 46° Incontro Internazionale di Elicicoltura di Settembre a Chera-sco, abbiamo utilizzato l’etichetta “La meglio Gioventù”.Ne siamo sempre più convinti. Questi ragazzi sono sicuramente dotati e fanno dell’impegno un valore centrale della loro esistenza, ma quello che ci ha colpito di più è lo stile con cui lo fanno: umile, leggero e gentile.

Siamo convinti che non sia finita qui, che saranno ancora capaci di stupirci. E noi saremo qui, da queste pagine, a raccontare e diffondere i dettagli del loro cammino.

I neo-Alfieri della Repubblica: Alessandro Bruno, Gabriele Mariello, Roberto Leone

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AntePrimA (PArziAle) del ProgrAmmA

noi le CHiAmiAmo CHioCCiole 2018mArtedì 25 SettemBre: • TORINO: Conferenza stampa di presentazione e Cena di Charity in favore di: Marco Berry Onlus “Magic for Children” e le iniziative del cardiochirurgo pediatrico Prof. Piero ABBRUZZESE

Venerdì 28 SettemBre: • Padiglione Gastronomico: Le Osterie d’Italia incontrano Chiocciola Metodo Cherasco

SABAto 29 SettemBre: • Padiglione Gastronomico: I Ristoranti di Cherasco • Convegni Tecnici

domeniCA 30 SettemBre:• Convegno Ufficiale• Padiglione Gastronomico: Menù del Festival la sera, su prenotazione, la Grande Paella di Cherasco

lunedì 1° ottoBre:• Padiglione Gastronomico: Menù del Festival

Di seguito il calendario dei prossimi appuntamenti che vedran-no protagonista l’elicicoltura e l’istituto internazionale di eli-cicoltura, per la promozione del settore e lo sviluppo della rete sul territorio.

• 14 mAggio 2018: Pollenzo (Cn) c/o università di Scien-ze gastronomiche - Convegno tecnico sull’Elicicoltura 2.0: prospettive, innovazione, sostenibilità, aspetti nutrizionali

• 21 giugno 2018: Cagliari (CA) c/o - Conferenza Stampa presentazione distaccamento Istituto Internazionale di Elicicolturai

le ProSSime giornAte informAtiVe:• 05 mAggio 2018: Cherasco• 12 mAggio 2018: Cava de’ Tirreni (Salerno)• 26 mAggio 2018: Cherasco• 09 giugno 2018: Marsala (TP)• 23 giungo 2018: San Sperate (Cagliari)• 30 giugno 2018: Cherasco

le ProSSime giornAte dellA formAzione on tHe JoB• 2/3 mAggio e 16/17 mAggio 2018: Cherasco

i ProSSimi APPuntAmenti

noi le chiamiamo chiocciole

Il Presidente ANE Simone Sampò durante le sue numerose visite agli elicicoltori

i noStri AlleVAtori

VendeSi pali in legno, impianto di irrigazione con centralina e motocoltivatore completo di fresa, trincia, aratro rotativo e ruote in ferro. Se interessati scrivere a [email protected]

ruBriCA meSSAggi dAgli AlleVAtori

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Stiamo pensando già da qualche tempo alla prossima edizione di noi le ChiamiAmo Chiocciole, che si terrà come tradizione a Cherasco da venerdì 28 settembre a lunedì 1° ottobre 2018,

con l’obiettivo di offrire dei contenuti diversi e migliorare tutte quel-le le proposte che, lo scorso anno, hanno contribuito a dare al for-mat una veste nuova e convincente.Siamo in contatto con nuovi partner che possano valorizzare le giornate, sia dal punto di vista enogastronomico che dell’intratte-nimento, e abbiamo da tempo sollecitato autorevoli interlocutori del mondo accademico per alzare il livello di approfondimento e di dibattito nell’ambito degli incontri tecnico-scientifici.Ci siamo mossi per contattare le istituzioni e i referenti della poli-tica al fine di sensibilizzare anche questi settori sul tema dell’elici-coltura, sulle opportunità della filiera e, in ultima analisi, stimolarli rispetto ad una maggiore attenzione per il settore.Dalle colonne di questo giornale, così come in tutte le occasioni di incontro, abbiamo sostenuto il desiderio di essere inclusivi e di stimolare le occasioni affinché l’ANE possa trovare momenti di condivisione, anche attraverso eventi speciali.Per questa ragione, a differenza di quanto capitava fino allo scorso anno, “noi le ChiamiaAmo Chioc-ciole” sarà una manifestazione che non vivrà soltanto all’interno della bellissima piazza del paese, ma do-vrà ambire ad estendersi nelle vie principali del centro.Desideriamo quindi estendere l’in-vito ai nostri elicicoltori associati all’ANE per partecipare alla giorna-ta di domenica da protagonisti, allestendo un proprio stand dove cucinare in modalità street food un piatto della propria tradizione gastronomica e, oltre a questo, esporre i prodotti tipici della pro-pria regione di provenienza.Non si tratterà quindi di un’occasione per vendere le pro-prie chiocciole ma, bensì, partecipare alla manifestazione of-

frendo ai visitatori la possibilità di degustare le chiocciole in modi diversi ed inediti, contribuendo alla diffusione della cucina del ter-ritorio.

Chi desiderasse maggiori informa-zioni può contattare l’Istituto Inter-nazionale di Elicicoltura all’indirizzo di posta elettronica [email protected], descrivendo nel dettaglio le informazioni di cui necessita.Ci piacerebbe organizzare un even-to unico e coinvolgente, capace di

legare le tradizioni del nostro paese attraverso la chiocciola ma anche i suoi migliori prodotti.Come sempre questo tipo di sfide possono essere vinte soltanto col contributo di tutti, quindi forza! dimostriamo di essere un grup-po speciale….Aspettiamo le vostre candidature!

Ci piacerebbe organizzare un evento unico e coinvolgente, capace di legare le tradizioni

del nostro paese attraverso la chiocciola ma anche i suoi migliori prodotti.

noi le chiamiamo chiocciole

47° incontro internazionale di elicicoltura

13° festival della chiocciola

in cucina

noi le CHiAmiAmo CHioCCiole 2018

CominCiAmo Ad orgAnizzAre

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Con questo giornale vogliamo raccontare la storia di un giovane elicicoltore che è riuscito veramente a sorprenderci per la passione, l’intelligenza ed il contributo positivo che è riuscito ad offrire nel processo di miglioramento del sistema

Guido Farina per certi aspetti è un predestinato: il diploma come perito chimico e la laurea in medicina veterinaria gli hanno forni-to un armamentario di conoscenze che si sono rivelate molto utili nella conduzione dell’impianto e, soprattutto, nella capacità di sviluppare insieme una forte sensibilità e una notevole capacità di reazione alle condizioni dinamiche dell’allevamento. Ma partiamo dall’inizio, ricostruendo la sua storia con le chioc-ciole attraverso il racconto che ci ha fatto. La scelta di avvicinarsi al mondo dell’elicicoltura è stata il frutto di un’analisi ponderata, animata dal desiderio di avviare un’atti-vità imprenditoriale che avesse a che fare con l’ambito zootecni-co e che, evidentemente, non comportasse un enorme esborso economico.

Le chiocciole sono state quindi la risposta alle sue esigenze del momento ma, in realtà, gli proponevano un’altra sfida interessan-te, quella di riuscire ad innovare attraverso la sperimentazione e contribuire a dare una nuova prospettiva all’elicicoltura.Il percorso non è stato privo di difficoltà, a partire da un terreno che gli ha riservato la spiacevole sorpresa di nascondere nel sot-tosuolo rifiuti edili ed a lunghi mesi di bonifica e, questo, lo porta quindi a consigliare di intraprendere l’attività soltanto su terreni già “lavorati” poiché quelli coltivati solo a fieno possono celare sgradevoli sorprese.Grazie a lui, poi, possiamo dire che è stato testato con esiti sicu-ramente positivi il sistema di contenimento delle chiocciole attra-verso l’applicazione delle strisce di rame sui bordi delle reti He-

litex; la loro fuoriuscita ha infatti sempre generato apprensione negli allevatori che però, con questo sistema, possono finalmen-te ottenere un grandissimo risultato e rinforzare decisamente la funzione contenitiva della doppia balza.

Nelle intenzioni dichiarate di Guido c’è quella di diventare un punto di riferimento qualificato per gli elicicoltori ma, anche, con-tinuare a sviluppare tecniche evolute con l’assistenza dell’Isti-tuto; non nasconde inoltre l’ambizione di riuscire a raggiungere uno sviluppo tale da permettere la creazione di posti di lavoro.Ascoltando le sue idee e osservando la sua passione abbiamo l’i-dea di un giovane talentuoso che possiede tutte le caratteristiche per fornire un contributo importante nell’evoluzione del settore e che, con il suo esempio, sarà capace di dare un prezioso impulso alla ricerca.

Storie di eliCiColtori: guido fArinA

lA CHioCCiolA BriAnzolA

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Colloredo di monte AlBAno

riStorAnte lA tAVernAla tappa di itinerA! a Colloredo di monte Albano, coincisa an-che con la riunione dei soci Ane del Veneto e del friuli Venezia giulia, è stata l’occasione per visitare finalmente il ristorante principale del paese, di cui ci avevano sempre parlato molto bene.

Si tratta de lA tAVernA, un ristorante collocato al centro del paese di fronte al Castello trecentesco, un luogo ricco di fasci-no per una cucina di rara raffinatezza.La fama che precede questo approdo per buongustai è assolu-tamente, straordinariamente, meritata.Il posto è accogliente e la sensazione fin dall’ingresso è quella di frequentare un luogo familiare ma elegante, dove il tempo magicamente rallenta, consentendo di entrare in sintonia con il ritmo giusto per vivere l’esperienza del pasto al meglio delle condizioni.Mangiare diventa un rito appagante, dove tutto concorre a ren-dere l’esperienza unica: la carta del menù, la cantina, il servizio e l’ambiente.le chiocciole sono ovviamente un ingrediente che occupa un posto privilegiato nelle ricette e, su tutte, meritano una segnalazione due interpretazioni superbe: l’entree, ovvero la Chiocciola alla Borgogna scomposta e, come prima pietanza, il Risotto al prezzemolo con chiocciole di Colloredo e crema all’a-glio cotto al sale.il ristorante lA tAVernA è insignita della prestigiosa Stella michelin, ulteriore conferma che stiamo parlando di un locale che mette al centro del proprio progetto la qualità e l’attenzione verso il cliente.

spazio bimbiSu questo giornale, a partire da questo numero, ospiteremo una rubrica aperta dedicata ai bambini ed ai ragazzini fino ai tredici anni di età.

Vuole essere un ulteriore gesto, dopo i laboratori didattici, che met-te al centro la loro fantasia e la loro prospettiva.Immaginatelo come un foglio bianco, da riempire con elaborati ori-ginali, dove il mondo della chiocciola e dell’allevamento possono essere proposti attraverso i disegni, i racconti e le riflessioni.Potete inviare il materiale all’indirizzo di posta elettronica [email protected] e noi lo raccoglieremo e lo pubblicheremo sul numero successivo de La Voce della Chioc-ciola (nel caso di mancanza di spazio saranno pubblicati successi-vamente rispettando l’ordine temporale di invio).Iniziamo quindi con la storia di Sofia, un racconto meraviglioso che rivisita una delle caratteristiche dell’animale che maggiormente ci ha coinvolto in questi mesi: La Lentezza.Noi lo abbiamo trovato adorabile, siamo sicuri che sorprenderà anche voi!

perchè le chiocciole sono lenteTanto, tanto, tanto tempo fa le chiocciole erano più veloci dei ghe-pardi. Ogni giorno i ghepardi e le chiocciole si sfidavano in gare di corsa, ma vincevano sempre le chiocciole!!I ghepardi erano stanchi di essere umiliati da quelle creature minu-scole e allora, un giorno, decisero di imbrogliare e chiesero aiuto alla volpe. La volpe preparò una gara al contrario. Avrebbe vinto l’animale più lento.“Iniziamo! Pronti, partenza, via!! Gridò la volpe. Il ghepardo cercò di camminare lentamente.. ma non ci riuscì perché aveva le zampe troppo lunghe… ed arrivò per primo!La chiocciola, ancora una volta, vinse la gara.Si accorse che camminare lentamente aveva molti vantaggi: poteva ammirare il paesaggio, parlare con i grilli, con le coccinelle, con le farfalle e naturalmente con le altre chiocciole….Da quel giorno le chiocciole vanno lente per ammirare il paesaggio e chiacchierare con i loro amichetti.

Sofia, IIIª elementare

Chiocciole Alla Borgogna Scomposta

Risotto Chiocciola Metodo Cherasco all’Aglio Nero

Page 20: LaVocedeLLa aprile 2018chiocciola LaVocedeLLachiocciola...5aprile 2018. LaVocedeLLachiocciola. Organo dell’Istituto Internazionale di elicicoltura di Cherasco. Redazione e direzione:

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LaVocedeLLachiocciolaAprile 2018N. 5

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