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LAVORO (*) E DISTURBI MUSCOLO-SCHELETRICI. conoscere per prevenire (aggiornamento) (*) movimentazione carichi, movimenti ripetitivi, traino e spinta. dott.ssa FT Senini Elisabetta – formatore - Lecco. UN PO’ DI RIPASSO. IL MAL DI SCHIENA vi ricordate come ci si deve muovere?. - PowerPoint PPT Presentation
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LAVORO (*) E DISTURBI
MUSCOLO-SCHELETRICI
conoscere per prevenire(aggiornamento)
(*) movimentazione carichi, movimenti ripetitivi, traino e spinta
dott.ssa FT Senini Elisabetta – formatore - Lecco
UN PO’ DI RIPASSO
IL MAL DI SCHIENAvi ricordate come ci si deve muovere?
IL DISCO INTERVERTEBRALE
Schiacciato da + di 80Kg SI “SPREME”
(disidratazione = butta fuori sostanze di scarto)
Schiacciato da – di 80Kg SI “RIEMPIE”
(idratazione = assorbe sostanze nutritive)
IMPORTANTE DA RICORDARE !!!IMPORTANTE DA RICORDARE !!!
• Quando si solleva un peso, tenerlo il più vicino possibile al corpo
• Per sollevare un peso da terra, NON piegare (flettere) la schiena, ma abbassarsi piegando le gambe
• Per posizionare un peso in alto, NON tendere (estendere) eccessivamente la schiena, ma utilizzare rialzi o scale per arrivare al livello desiderato
• Per spostare un peso, NON ruotare il busto senza muovere insieme anche le gambe
EQUILIBRIO DEL CORPOEQUILIBRIO DEL CORPO
La base d’appoggio del corpo umano in stazione eretta è costituita dalla pianta dei piedi e dallo spazio interposto fra essi
Un corpo è tanto più stabile quanto più ampia è la sua base d’appoggio e quanto più basso è il suo baricentro
Una base d’appoggio adeguata offre maggior equilibrio, evita continui e dispendiosi aggiustamenti posturali diminuendo il carico discale
QUINDI:QUINDI:
LAVORARE SEMPRELAVORARE SEMPRE * ALLARGANDO* ALLARGANDO LA BASE D’APPOGGIO LA BASE D’APPOGGIO * ABBASSANDO* ABBASSANDO IL BARICENTRO IL BARICENTRO
SE DEVI SOLLEVARE DEI PESI…
non tenere le gambe dritte
non tenere il peso lontano dal corpo
porta il peso vicino al corpo e piega le ginocchia; tieni un piede più avanti dell’altro per avere più equilibrio
SE DEVI PORRE IN ALTO UN OGGETTO…
evita di inarcare troppo la schiena
usa uno sgabello o una scaletta per arrivare all’altezza desiderata
evita di ruotare solo il tronco
gira tutto il corpo, spostando anche la/le gambe
SE DEVI SPOSTARE DEGLI OGGETTI…
SE DEVI MUOVERE UN CARICO…
è preferibile spostare oggetti nella zona compresa tra l’altezza delle spalle e l’altezza delle nocche (mani a pugno con braccia lungo i fianchi)
ricordatelo quando devi stoccare gli oggetti sugli scaffali!
più in alto e più in basso, metti gli oggetti più leggeri o che devi movimentare raramente
per movimentare carichi di peso superiore ai 25 KG o di dimensioni particolari, si DEVONO utilizzare gli ausili messi a disposizione dall’azienda
RICHIEDI E UTILIZZA GLI AUSILI
non sollevare bruscamente il peso
se il peso è superiore a 25 KG o senti di non farcela, fatti aiutare da un’altra persona
QUANDO TRASPORTI PESI…
evita di portare un grosso peso con una mano sola
è meglio suddividerlo in due pesi, da portare con le due mani
CONTROLLA LA POSTAZIONE DI LAVORO…
SE DEVI LAVORARE A LUNGO IN PIEDI:
non stare con la schiena curva
regola il piano di lavoro in modo che i gomiti possano stare ad angolo retto
appoggia alternativamente un piede su un rialzo
SE DEVI LAVORARE A LUNGO SEDUTO:
non lavorare a lungo con le braccia sollevate
cerca sempre di crearti un appoggio per le braccia
in tutti i casi, non stare seduto fermo per più di 30-40 minuti consecutivi: cambia spesso posizione, alzati, fai qualche passo per sgranchire collo, spalle, schiena e gambe
I DISTURBI AGLI ARTI SUPERIORI
I disturbi articolari (spalla, gomito, polso) o alla mano compaiono soprattutto perché i nervi e i tendini, nei movimenti ripetuti e rapidi, sono sovraccaricati e possono infiammarsi.
Ciò può generare dolore intenso e impaccio ai movimenti all’articolazione interessata.
I disturbi muscolari compaiono soprattutto perché nelle contrazioni muscolari statiche, ad esempio quando si lavora a lungo a braccia sollevate, arriva ai muscoli meno sangue del necessario; il muscolo mal nutrito si affatica e diventa debole.
Le alterazioni più comuni sono:
- sindrome del tunnel carpale (compressione del nervo mediano a livello del polso)- tendiniti dei muscoli flessori ed estensori della mano
- epicondiliti ed epitrocleiti al gomito
- periartrite scapolo-omerale alla spalla
L’AMPIEZZA DEL MOVIMENTO PUO’ ESSERE FATTORE DI RISCHIO
Flessione del braccio > 80°
Estensione del braccio > 20°
Abduzione > 45°
Flesso-estensione del gomito > 60°
Pronazione dell’avambraccio > 60°
Supinazione dell’avambraccio > 60°
Flessione del polso > 45°
Estensione del polso > 45°
Deviazione radiale del polso > 15°
Deviazione ulnare del polso > 20°
Prese della mano: palmare, ad uncino, grip (prese con pugno chiuso), pinch (prese fini con l’utilizzo delle dita in opposizione)
la NUOVA SICUREZZA sul lavoro
A decorrere dal 15/05/08 è entrato in vigore il Decreto Legislativo 9 Aprile 2008 n. 81, che riordina tutta la previgente normativa in materia di salute e sicurezza sul lavoro.
Alcuni elementi di criticità emersi nel corso del primo anno di vigenza del D.Lgs n. 81/2008 hanno suggerito al legislatore un intervento di riordino, concretizzatosi con l’emanazione del D.Lgs n. 106/2009.
Tali provvedimenti rappresentano oggi un complesso di norme stabili e armonizzate, espressione di un assestamento della materia che offre agli operatori ed agli utenti in genere certezza di regole e una chiara strumentazione normativa, nel rispetto delle normative comunitarie e delle convenzioni internazionali, garantendo l’uniformità della tutela delle lavoratrici e dei lavoratori sul territorio nazionale attraverso il rispetto dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali, anche con riguardo alle differenze di genere, età e alla condizione delle lavoratrici e dei lavoratori immigrati.
Titolo VI: Movimentazione manuale dei carichi
Le norme del presente titolo si applicano alle attività lavorative di movimentazione manuale dei carichi che comportano per i lavoratori rischi di patologie da sovraccarico biomeccanico , in particolare dorso-lombari.
Al fine del presente titolo, si intendono:
a) movimentazione manuale dei carichi:
operazioni di trasporto o di sostegno di un carico ad opera di uno o più lavoratori, comprese le azioni del sollevare, deporre, spingere, tirare, portare o spostare un carico che – per le loro caratteristiche o in conseguenza delle condizioni ergonomiche sfavorevoli – comportano rischi di patologie da sovraccarico biomeccanico, in particolare dorso-lombari
b) patologie da sovraccarico biomeccanico:
patologie delle strutture osteoarticolari, muscolo-tendinee e neuro-vascolari
ARTICOLO 167: campo di applicazione
ARTICOLO 168:obblighi del datore di lavoro
1. Il datore di lavoro adotta le misure organizzative necessarie e ricorre ai mezzi appropriati, in particolare attrezzature meccaniche, per evitare la necessità di una movimentazione manuale dei carichi da parte dei lavoratori.
2. Qualora non sia possibile evitare la movimentazione manuale dei carichi ad opera dei lavoratori, il datore di lavoro adotta le misure organizzative necessarie, ricorre ai mezzi appropriati e fornisce ai lavoratori stessi i mezzi adeguati, allo scopo di ridurre il rischio che comporta la movimentazione manuale di detti carichi, tenendo conto dell’allegato XXXIII, ed in particolare:
a) organizza i posti di lavoro…
b) valuta … le condizioni di sicurezza e di salute…
c) evita o riduce i rischi, particolarmente di patologie dorso-lombari,...
d) sottopone i lavoratori alla sorveglianza sanitaria…
ARTICOLO 168:obblighi del datore di lavoro
NOVITA’: viene inserito un comma relativo alle NORME TECNICHE
3. Le norme tecniche costituiscono criteri di riferimento per le finalità del presente articolo e dell’allegato XXXIII, ove applicabili. Negli altri casi si può fare riferimento alle buone prassi e alle linee guida.
ARTICOLO 169:informazione, formazione e addestramento
1. Tenendo conto dell’allegato XXXIII, il datore di lavoro:
a) fornisce ai lavoratori le informazioni adeguate relativamente al peso ed alle altre caratteristiche del carico movimentato;
b) assicura ad essi la formazione adeguata in relazione ai rischi lavorativi ed alle modalità di corretta esecuzione delle attività
2. Il datore di lavoro fornisce ai lavoratori l’addestramento adeguato in merito alle corrette manovre e procedure da adottare nella movimentazione manuale dei carichi.
ALLEGATO XXXIIIelementi di riferimento
La prevenzione del rischio di patologie da sovraccarico biomeccanico, in particolare dorso-lombari, connesse alle attività lavorative di movimentazione manuale dei carichi dovrà considerare, in modo integrato, il complesso degli elementi di riferimento e dei fattori individuali di rischio riportati nel presente allegato.
Caratteristiche del carico
La movimentazione manuale di un carico può costituire un rischio di patologie da sovraccarico biomeccanico, in particolare dorso-lombari, nei seguenti casi:
- il carico è troppo pesante
… … …
(il resto del testo non è stato modificato rispetto al D.Lgs 626/94)
ALLEGATO XXXIIIfattori individuali di rischio
Fatto salvo quanto previsto dalla normativa vigente in tema di tutela e sostegno della maternità e protezione dei giovani sul lavoro, il lavoratore può correre un rischio nei seguenti casi:
- inidoneità fisica a svolgere il compito in questione, tenuto altresì conto delle differenze di genere e di età
… … …
(il resto del testo non è stato modificato rispetto al D.Lgs 626/94)
ALLEGATO XXXIIIriferimenti a norme tecniche
NOVITA’ !
“Le norme tecniche della serie ISO 11228 (parti 1-2-3) relative alle attività di movimentazione manuale (sollevamento, trasporto, traino, spinta, movimentazione carichi leggeri ad alta frequenza) sono da considerarsi tra quelle previste dall’art. 168, comma 3.”
1) Norma UNI ISO 11228-1:
compito di sollevamento e trasporto dei carichi:
la norma specifica i limiti raccomandati per il sollevamento ed il trasporto manuale, prendendo in considerazione l’intensità, la frequenza e la durata del compito (carichi di peso uguale o superiore a 3 kg)
2) Norma UNI ISO 11228-2:
compito di spinta e traino di carichi:
la norma specifica i limiti raccomandati per le azioni di spinta e traino svolte con il corpo intero
3) Norma UNI ISO 11228-3:
compito di movimentazione di bassi carichi ad alta frequenza:
la norma stabilisce raccomandazioni per compiti lavorativi ripetitivi che implicano la movimentazione manuale di bassi carichi (peso inferiore a 3 kg) ad alta frequenza
ATTIVITA’ DI SOLLEVAMENTOvalori di riferimento ISO 11228-1
Attività NON continuativa (occasionale) di sollevamento
Essa prevede – supponendo che siano rispettate le condizioni ideali – una determinazione ed un controllo preliminare della massa movimentata in modo occasionale (cioè con frequenza INFERIORE ad 1 ATTO ogni 5 MINUTI) utilizzando il prospetto che segue.
In altri termini, per sollevamenti occasionali, si raccomanda di non superare i valori della Tabella che segue, tenendo conto delle caratteristiche dalla popolazione di riferimento.
I valori riportati in Tabella sono inoltre i valori “iniziali” da considerare in caso di attività di sollevamento continuativa.
- Condizioni ideali: includono la postura ideale per la movimentazione manuale, una presa ferma sull’oggetto in postura neutra del polso, nonché condizioni ambientali favorevoli
- Postura ideale: postura eretta e simmetrica, mantenendo una distanza orizzontale tra il baricentro dell’oggetto movimentato e il baricentro dell’operatore a meno di 25 cm, nonché l’altezza della presa a meno di 25 cm sopra l’altezza delle nocche
Andamento rapporti massa/frequenza
Costituiscono oggetto di interesse ai fini dell’attribuzione di un rischio professionale 4 FATTORI CHE DEVONO ESSERE PRESENTI NELLA MANSIONE, dei quali i primi tre rappresentano una condizione necessaria di rischio:
1. che la attività di movimentazione venga svolta per almeno il 50% del tempo di permanenza nell’azienda considerata e da almeno 5 anni;
2. che i carichi movimentati siano di peso superiore a 3 kg;
3. che le azioni di movimentazione manuale vengano svolte con frequenza superiore a 1 volta ogni 5 minuti, ammettendo frequenze inferiori nel caso di movimentazioni abituali di carichi di peso prossimo al valore limite di 30 kg per i maschi e 20 kg per le femmine;
4. che la postura determini il mantenimento del busto in flessione > 60° per più di 2 volte al minuto, anche in questo caso per almeno il 50% del turno di lavoro.
Questi parametri rappresentano i requisiti minimi necessari per poter ipotizzare l’esistenza di un possibile rischio professionale della patologia del rachide.
MOVIMENTAZIONE CARICHI
Il Modello di Valutazione da applicare per movimentazione manuale di carichi con
sollevamento è quello del NIOSH (National Institute for Occupational Safety and Health)
Tale Modello di Valutazione è stato validato e riconfermato dalle Linee Guida della Società Italiana di Medicina del Lavoro e Igiene Industriale (SIMLII) del 2004 e considerato dal Decreto del Ministero del Lavoro del 27 aprile 2004 e dalla Circolare INAIL di riferimento.
Tanto la norma ISO 11228-1 che la EN 1005-2 (anche se con calcoli simili e non uguali) adottano in sostanza il metodo del NIOSH, che prevede lo sviluppo dell’analisi a partire da una griglia di valori di costante di peso (peso massimo in condizioni ideali per sollevamenti occasionali), dati in funzione di fasce differenziate di popolazione lavorativa.
Con questo Modello viene determinato, per ogni azione di sollevamento, il cosiddetto “limite di peso raccomandato” attraverso un'equazione che, a partire dal peso massimo movimentabile in condizioni ideali (15 Kg per i ragazzi, 20 Kg per le donne e 30 Kg per gli uomini) considera l'eventuale esistenza di elementi sfavorevoli nella movimentazione in analisi, introducendo appositi fattori riducenti per ognuno di essi.
Il peso limite iniziale (CP) viene moltiplicato successivamente per i vari fattori (xAxBxCxDxExF) e ridotto fino ad ottenere il peso limite raccomandato per quella azione di sollevamento ed il relativo INDICE DI SOLLEVAMENTO.
fino a 0,85
da 0,86 a 1,00
oltre 1,00
FASCIA VERDE accettabile, nessun rischio
FASCIA GIALLA esposizione molto bassa
FASCIA ROSSA rischio presente (livello basso, significativo o elevato)
Valori di LI Livello di esposizione interpretazione Conseguenze
LI ≤ 0,85
AREA VERDE
Accettabile
Nessun rischio
Esposizione accettabile per la maggior parte della popolazione lavorativa di riferimento
Accettabile; nessuna conseguenza
0,85 < LI < 1,0
AREA GIALLAEsposizione molto
bassa
Esposizione accettabile per la maggior parte della popolazione lavorativa di riferimento. Tuttavia una parte non trascurabile della stessa potrebbe essere esposta a livelli di rischio molto bassi
Se possibile, migliorare fattori strutturali o adottare altre misure organizzative; formare gli addetti
1,00 ≤ LI < 2,00
AREA ROSSA
(BASSO)
Rischio PRESENTE:
livello BASSO
Una parte significativa della popolazione lavorativa potrebbe essere esposta ad un livello di rischio basso
Riprogettare appena possibile i compiti ed i posti di lavoro secondo priorità.
Formare gli addetti ed attivare la Sorveglianza Sanitaria
2,0 ≤ LI < 3,0
AREA ROSSA
(MEDIO)
Rischio PRESENTE:
livello SIGNIFICATIVO
Una parte più ampia della popolazione lavorativa potrebbe essere esposta ad un livello significativo di rischio
Riprogettare appena possibile i compiti ed i posti di lavoro secondo priorità.
Formare gli addetti ed attivare la Sorveglianza Sanitaria
LI ≥ 3,00
AREA ROSSO INTENSO
(ALTO)
Rischio PRESENTE:
livello ELEVATO
Assolutamente non adeguato per la maggior parte della popolazione lavorativa
Riprogettare IMMEDIATAMENTE i compiti ed i posti di lavoro.
Formare gli addetti ed attivare la Sorveglianza Sanitaria
Per ogni livello di rischio calcolato, viene determinato il conseguente comportamento in funzione preventiva.
Indicatori di Rischio (Lifting Index)
L’intervento è comunque necessario anche con indici (LI) compresi tra 1 e 3.
E’ utile programmare gli interventi identificando le priorità di rischio.
Successivamente sarà opportuno riverificare il relativo indice di rischio dopo ogni intervento.
Va comunque attivata la Sorveglianza Sanitaria periodica del personale esposto, con periodicità bilanciata in funzione del livello di rischio.
APPROCCIO ALLA VALUTAZIONE DEL RISCHIO: lo screening di primo livello
Ai fini di una valutazione semplificata può essere utilizzata, in prima battuta, una procedura che (senza l’utilizzo di calcoli matematici) verifichi il soddisfacimento di alcuni requisiti essenziali, rilevando:
Condizioni critiche
- legate alla postazione di lavoro e alla presenza di carichi di peso superiore al valore limite (codici rossi)
- legate all’ambiente di lavoro e/o alle caratteristiche del carico
Condizioni di accettabilità
- rispetto di valori critici di peso sollevato in funzione della frequenza di sollevamento e delle posture con cui è effettuato il sollevamento stesso (codici verdi)
Se TUTTI i criteri delle condizioni di accettabilità sono soddisfatti e NON sono presenti codici rossi, la relativa condizione viene definita come accettabile e non sarà necessario procedere con ulteriori valutazioni.
In caso contrario, sarà opportuno procedere ad una valutazione più dettagliata.
Condizioni di accettabilità
pesi 3 – 5 kg
mani non sono sopra il capo SI
torsione del tronco assente SI
carico mantenuto vicino al corpo SI
dislocazione del carico entro l’altezza delle spalle e l’altezza delle anche SI
sono eseguiti meno di 5 sollevamenti al minuto SI
pesi 5,1 – 10,5 kg
mani non sono sopra il capo SI
torsione del tronco assente SI
carico mantenuto vicino al corpo SI
dislocazione del carico entro l’altezza delle spalle e l’altezza delle anche SI
è eseguito meno di 1 sollevamento al minuto SI
pesi sup. a 10,5 kg non si sollevano pesi superiori a 10,5 kg SI
Se tutti gli scenari relativi alla presenza di condizioni critiche legate alla postazione ed al peso del carico sono esclusi e se si verificano tutti gli scenari qui indicati (soggetto adulto e sano che usa entrambe le mani per sollevare), la postazione di lavoro è accettabile. Vanno comunque verificate le condizioni ambientali e le caratteristiche del carico movimentato.
CODICI ROSSI sollevamento manuale: se fosse presente anche solo una delle condizioni citate, il rischio va considerato elevato ed è necessario procedere al più presto alla riprogettazione del compito
altezza di presa o di deposito
più di 175 cm SI
distanza orizzontale
più di 63 cm SI
torsione del tronco più di 135 gradi SI
frequenza
uguale o maggiore di 13 v/min in compito di durata BREVE (max 60 min)
uguale o maggiore a 11 v/min in compito di durata MEDIA (max 120 min)
uguale o maggiore a 9 v/min in compito di durata LUNGA (oltre 120 min)
SI
CODICI ROSSI sollevamento manuale: presenza di condizioni di sollevamento di carichi superiori ai limiti indicati
uomini (18-45 anni) 25 KG SI
donne (18-45 anni) 20 KG SI
uomini (< 18 o > 45 anni) 20 KG SI
donne (< 18 o > 45 anni) 15 KG SI
Condizioni critiche legate alla postazione ed al peso del carico
Le CARATTERISTICHE DELL’AMBIENTE DI LAVORO non sono adatte al sollevamento e trasporto manuale perché presenti le seguenti condizioni:
Presenza di alte temperature SI
Pavimento scivoloso o sconnesso SI
Uso di scale SI
Spazi di lavoro e di transito molto ristretti SI
La forma e la grandezza dell’oggetto riducono la visibilità dell’operatore durante la movimentazione
SI
Il centro di gravità dell’oggetto è instabile e oscilla durante la movimentazione SI
L’oggetto movimentato presenta spigoli e/o margini e/o protrusioni taglienti e/o acuminati che possono provocare lesioni
SI
La superficie di contatto dell’oggetto è troppo fredda SI
La superficie di contatto dell’oggetto è troppo calda SI
Le CARATTERISTICHE DELL’OGGETTO MANIPOLATO in sollevamento o trasporto non sono adatte al sollevamento e trasporto manuale perché presenti le seguenti condizioni:
Le CARATTERISTICHE DELL’AMBIENTE DI LAVORO non sono adatte al sollevamento e trasporto manuale perché presenti le seguenti condizioni:
Presenza di alte temperature SI
Pavimento scivoloso o sconnesso SI
Uso di scale SI
Spazi di lavoro e di transito molto ristretti SI
La forma e la grandezza dell’oggetto riducono la visibilità dell’operatore durante la movimentazione
SI
Il centro di gravità dell’oggetto è instabile e oscilla durante la movimentazione SI
L’oggetto movimentato presenta spigoli e/o margini e/o protrusioni taglienti e/o acuminati che possono provocare lesioni
SI
La superficie di contatto dell’oggetto è troppo fredda SI
La superficie di contatto dell’oggetto è troppo calda SI
Le CARATTERISTICHE DELL’OGGETTO MANIPOLATO in sollevamento o trasporto non sono adatte al sollevamento e trasporto manuale perché presenti le seguenti condizioni:
La forma e la grandezza dell’oggetto riducono la visibilità dell’operatore durante la movimentazione
SI
Il centro di gravità dell’oggetto è instabile e oscilla durante la movimentazione SI
L’oggetto movimentato presenta spigoli e/o margini e/o protrusioni taglienti e/o acuminati che possono provocare lesioni
SI
La superficie di contatto dell’oggetto è troppo fredda SI
La superficie di contatto dell’oggetto è troppo calda SI
Condizioni critiche legate all’ambiente di lavoro ed alle caratteristiche del carico
VALUTAZIONE DELL’INDICE DI RISCHIO
Identificazione del tipo di compitoCompito semplice, composito, variabile o compiti sequenziali
Descrizione degli addetti al compito Numero, gruppo omogeneo
Rilievo dei dati organizzativi: il diario di turno
Individuazione della durata del sollevamento
Identificazione del numero di oggetti sollevati nel turno
Calcolo della frequenza di sollevamento
Rilievo delle geometrie al prelievo e al deposito
Studio dei fattori di rischio derivanti dalla postazione
FATTORE ALTEZZA(VM – Vertical Multiplier)
altezza da terra delle mani all’inizio (fine) del sollevamento
L’altezza da terra delle mani (A) è misurata verticalmente dal piano di appoggio dei piedi al punto di mezzo tra la presa delle mani
Gli estremi di tale altezza sono dati dal livello del suolo e dall’altezza massima di sollevamento (pari a 175).
Il livello ottimale (VM=1) è per un’altezza verticale di 75 cm (altezza nocche in posizione anatomica).
Il valore di VM diminuisce allontanandosi (in alto o in basso) da tale livello ottimale.
- se l’altezza > 175 VM=0
- se l’altezza < 0 VM=0
Formula di calcolo: VM = 1 – [0,003 x (V-75)]dove V = altezza delle mani da terra
FATTORE DISLOCAZIONE VERTICALE
(DM – Distance Multiplier)distanza verticale del peso tra inizio e fine
del sollevamento
La dislocazione verticale di spostamento (B) è data dallo spostamento verticale delle mani durante il sollevamento. Tale misurazione può essere misurata come differenza del valore di altezza delle mani fra l’inizio e la fine del sollevamento.
Nel caso particolare in cui l’oggetto debba superare un ostacolo, la dislocazione verticale sarà data dalla differenza tra l’altezza massima raggiunta per superare l’ostacolo e l’altezza delle mani all’inizio (o alla fine) del sollevamento e/o deposito.
La distanza B ottimale (DM=1) è di 25 cm
- se l’altezza di dislocazione > 175 DM=0
Formula di calcolo: DM = 0,82 + [4,5 / D]dove D = dislocazione verticale in cm
FATTORE ORIZZONTALE(HM – Horizontal Multiplier)distanza massima del peso dal corpo
durante il sollevamento
La distanza orizzontale (H) è misurata dalla linea congiungente i malleoli interni al punto di mezzo tra la presa delle mani (proiettata sul terreno); di fatto è la distanza orizzontale fra baricentro corporeo e baricentro del peso.
La distanza ottimale (HM=1) è uguale o inferiore a 25 cm.
- se la distanza > 63 HM=0
Formula di calcolo: HM = 25 / Hdove H = distanza orizzontale in cm
FATTORE ASIMMETRIA(AM – Asymmetric Multiplier)dislocazione angolare del peso rispetto
al piano sagittale
L’angolo di asimmetria (Y) è l’angolo fra la linea di asimmetria e la linea sagittale. La linea di asimmetria congiunge idealmente il punto di mezzo tra le caviglie e la proiezione a terra del punto intermedio alle mani all’inizio (o fine) del sollevamento.
L’angolo di asimmetria NON è definito dalla posizione dei piedi o dalla torsione del tronco del soggetto, ma dalla posizione del carico relativamente al piano sagittale mediano del soggetto.
La distanza ottimale (AM=1) è uguale o inferiore a 25°.
- se la torsione > 135° AM=0
Formula di calcolo: AM = 1 – [0,0032 Y]dove Y = angolo di asimmetria in gradi
FATTORE PRESA(CM – Coupling Multiplier)
giudizio sulla presa del carico
E’ definito come la stima della modalità di prensione del carico e si basa sulla valutazione delle caratteristiche qualitative della presa.
- Presa BUONA (CM=1)Lunghezza carico < 40 cm; altezza carico < 30 cm; buoni manici o scanalatura per le mani. Parti semplici da movimentare e oggetti con presa avvolgente e senza eccessiva devizione del polso
- Presa SUFFICIENTE (CM=0,95)
- Presa SCARSA (CM=0,90)
Data l’evidente difficoltà nel differenziare il tipo di presa sufficiente dal tipo di presa scarso, si consiglia di usare il moltiplicatore per la presa buona (CM=1) per la presa che rispetti totalmente i canoni ergonomici descritti, considerando tutte le altre prese come scarse.
Descrizione della “presa” buona
Misure massime consigliate per un oggetto da
trasportare manualmente
FATTORE DURATA(FM – Frequency Multiplier)
frequenza del sollevamento in atti al minuto e durata
Per determinare il fattore frequenza FM è necessario descrivere l’organizzazione della giornata lavorativa.
Si deve analizzare l’alternanza di fasi lavorative che prevedono la movimentazione manuale dei carichi e le attività “leggere”, cioè senza movimentazione o costituite da pause.
In questo modo si possono evincere i dati relativi alla durata dei tempi di movimentazione e alla frequenza con la quale i carichi sono movimentati.
Frequenza di atti al minuto in relazione alla durata del compito
Calcolo della DURATA
BREVE durata - durata di ogni compito di sollevamento < 60 minuti consecutivi - seguito da altre attività senza sollevamento manuale o pause della durata > 100% esempio: 60 minuti di compito che prevede movimentazione manuale carichi
60 minuti di compito “leggero” e/o pausa
MEDIA durata - durata di ogni compito di sollevamento < 120 minuti consecutivi - seguito da altre attività senza sollevamento manuale o pause della durata > 30% esempio: 120 minuti di compito che prevede movimentazione manuale carichi almeno 40 minuti di compito “leggero” e/o pausa
LUNGA durata - non è breve durata - non è media durata
Calcolo della FREQUENZA
FREQUENZA = n. pezzi sollevati nel turno (1)
durata (min) della movimentazione manuale nel turno (2)
(1) informazioni fornite dalla produzione(2) durata complessiva tempi movimentazione
Durante lo studio di attività con sollevamento manuale di carichi, dal punto di vista operativo, possiamo individuare diverse tipologie di compiti e loro turn-over, con le seguenti definizioni e caratteristiche:
1) COMPITO SINGOLO (Mono task):è il compito che comporta il sollevamento di una sola tipologia di oggetti (con lo stesso peso) utilizzando la stessa postura del corpo (geometria del corpo) durante il sollevamento, tra l’origine e la destinazione.In questo caso si potrà utilizzare il metodo di calcolo classico denominato “Lifting Index” (LI) [Waters e al., 1993]
2) COMPITO COMPOSITO (Composite task):quando si sollevano oggetti generalmente di una tipologia , ma su differenti geometrie (prelevando o posizionando da/su mensole poste a differenti altezze verticali e/o distanze orizzontali). In pratica ogni singola geometria è denominata “sub task”In questo caso l’Indice di Sollevamento Composto “Composite Lifting Index” (CLI) può essere calcolato seguendo la specifica procedura [Waters e al., 1994]
E’ stato però postulato che in questa procedura non possono essere calcolati più di 10 sub-compiti, da cui la necessità di introdurre delle semplificazioni.
3) COMPITO VARIABILE (Variable task):quando si sollevano/depositano oggetti con pesi diversi ad altezze e/o distanze orizzontali diverse. In questo caso potrebbero essere identificate differenti categorie di peso. Ogni distinta categoria di peso, movimentata su ogni diversa geometria, prende il nome di sub-compito.In questo caso la metodologia di calcolo da adottare è quella del “Variable Lifting Index” (VLI) [Waters e al., 2009; Colombini e al., 2009]
4) COMPITO SEQUENZIALE (Sequential task):quando il lavoro, durante il turno giornaliero, è caratterizzato da diversi compiti (ciascuno della durata continuativa di almeno 30 minuti) con differenti caratteristiche (mono, composite, variable).I lavoratori ruotano tra una serie di compiti di sollevamento semplici e/o compositi e/o variabili distribuiti nel turnoIn questo caso la metodologia di calcolo da adottare è quella del “Sequential Lifting Index (SLI) può essere calcolato seguendo la specifica procedura [Waters e al., 2007]
1) COMPITO SINGOLO (mono task):è il compito che comporta il sollevamento di una sola tipologia di oggetti (con lo stesso peso) utilizzando la stessa postura del corpo (geometria del corpo) durante il sollevamento, tra l’origine e la destinazione.In questo caso si potrà utilizzare il metodo di calcolo classico denominato “Lifting Index” (LI) [Waters e al., 1993]
N.B.: dal sito Internet: www.epmresearch.org è possibile scaricare gratuitamente il software per il calcolo del LI (it_NIOSH_CLASSICO_COMPLETO_v2 17-12-09)
Esempio di compito singolo
2) COMPITO COMPOSITO (composite task):quando si sollevano oggetti generalmente di una tipologia, ma su differenti geometrie (prelevando o posizionando da/su mensole poste a differenti altezze verticali e/o distanze orizzontali). In pratica ogni singola geometria è denominata “sub task”In questo caso l’Indice di Sollevamento Composto “Composite Lifting Index” (CLI) può essere calcolato seguendo la specifica procedura
[Waters e al., 1994]
N.B.: dal sito Internet: www.epmresearch.org è possibile scaricare gratuitamente il software per il calcolo del CLI (it_NIOSH_CLASSICO_COMPLETO_v2 17-12-09)
E’ stato postulato che in questa procedura non possono essere calcolati più di 10 sub-compiti, da cui la necessità di introdurre delle semplificazioni.
Cosa si intende per sub-compito?
Nel caso preso in esame, il lavoratore deve prelevare oggetti dello stesso peso da uno scaffale caratterizzato da 5 altezze, per poi depositarli su un nastro trasportatore posto ad altezza costante. Per ognuna delle altezze degli scaffali è prevista una sola distanza dal corpo.
Si individuano pertanto 5 sub-compiti, che esprimono il concetto della presenza di 5 compiti semplici.
Essi andranno valutati dapprima singolarmente, per poi stimare l’indica di sollevamento del compito composito (CLI), denominato così proprio perché composto da più sub-compiti semplici.
In generale, il CLI è determinato dall’indice di sollevamento del compito maggiormente sovraccaricante, incrementato di una quota determinata dagli indici di sollevamento degli altri compiti.
Esempio di compito composito
3) COMPITO VARIABILE (variabile task):quando si sollevano/depositano oggetti con pesi diversi ad altezze e/o distanze orizzontali diverse. In questo caso potrebbero essere identificate differenti categorie di peso. Ogni distinta categoria di peso, movimentata su ogni diversa geometria, prende il nome di sub-compito.In questo caso la metodologia di calcolo da adottare è quella del “Variable Lifting Index” (VLI) [Waters e al., 2009; Colombini e al., 2009]
N.B.: dal sito Internet: www.epmresearch.org è possibile scaricare gratuitamente il software per il calcolo del VLI (it_NIOSH_CLASSICO_COMPLETO_v2 17-12-09)
Esempio di compito variabile
4) COMPITO SEQUENZIALE (sequential task):quando il lavoro, durante il turno giornaliero, è caratterizzato da diversi compiti (ciascuno della durata continuativa di almeno 30 minuti) con differenti caratteristiche (mono, composite, variable).I lavoratori ruotano tra una serie di compiti di sollevamento semplici e/o compositi e/o variabili distribuiti nel turnoIn questo caso la metodologia di calcolo da adottare è quella del “Sequential Lifting Index (SLI) può essere calcolato seguendo la specifica procedura [Waters e al., 2007]
N.B.: dal sito Internet: www.epmresearch.org è possibile scaricare gratuitamente il software per il calcolo del CLI (it_NIOSH_CLASSICO_COMPLETO_v2 17-12-09)
Esempio di compito sequenziale
SOLLEVAMENTO EFFETTUATO DA DUE O PIU’ OPERATORI
Mentre l’originale formula NIOSH non prevede moltiplicatori aggiuntivi nel caso in cui il sollevamento venga effettuato da 2 operatori, sia la norma EN 1005-2 che lo standard ISO 11228-1 prevedono interventi correttivi degli indici di sollevamento quando questo sia effettuato da 2 o più lavoratori contemporaneamente.
I differenti metodi di approccio delle due norme, anche se affrontati in maniera matematica diversa, non presentano sostanziali difformità.
In particolare, la norma EN 1005-2 prevede di applicare alla formula, per la determinazione del peso limite raccomandato (sollevamento eseguito da 2 operatori contemporaneamente) un fattore moltiplicativo pari a AdM (2 operatori) = 0,85 e di dimezzare il peso sollevato.
Da notare che, manipolando matematicamente la formula, è possibile ottenere un risultato simile moltiplicando LI (lifting index) per 0,6.
LIFTING INDEX = PESO SOLLEVATO x 1 x 1
PESO RACCOMANDATO 2 0,85
LIFTING INDEX = PESO SOLLEVATO x 0,60
PESO RACCOMANDATO
Lo standard ISO 1128-1 applica un calcolo matematico che porta a risultati un poco differenti.
Nel caso di 2 lavoratori, la norma cita che “la capacità di sollevamento di 2 persone è circa i 2/3 della somma delle loro capacità individuali”.
Tradotto in formule ciò significa: raddoppiare la costante di peso raccomandata (somma delle capacità individuali) ed applicarvi i 2/3 della capacità di sollevamento.
Dalle formule sviluppate, si deduce che al cacolo del LI (lifting index) va aggiunto il fattore moltiplicativo 0,75.
LIFTING INDEX = PESO SOLLEVATO x 1 x 1
PESO RACCOMANDATO 2 2/3
LIFTING INDEX = PESO SOLLEVATO x 0,75
PESO RACCOMANDATO
In definitiva, quando il sollevamento viene effettuato da 2 o più operatori, le due norme – anche se usano approcci diversi – presentano solo leggere differenze nei risultati finali di Lifting Index.
Ai fini della valutazione del rischio, la norma EN 1005-2 propone un approccio leggermente più cautelativo all’azione di sollevamento svolta contemporaneamente da più operatori.
Il suggerimento è pertanto quello di utilizzare il suo approccio di calcolo perché più pratico e semplice di quello suggerito in ISO (la differenza fra i moltiplicatori più cautelativi e gli altri è pari al 10%).
MOVIMENTI RIPETITIVI
Si definisce un lavoro RIPETITIVO quando:
è caratterizzato da cicli
oppure
oltre il 50% del tempo di ciclo, indipendentemente dalla durata, è speso compiendo lo stesso gesto lavorativo (o sequenza di gesti)
La definizione di “lavoro ripetitivo” NON è sinonimo di presenza di rischio
Può essere considerato lavoro RIPETITIVO anche un lavoro che prevede l’esecuzione di cicli (durata inferiore a 30 secondi) e/o l’esecuzione dello stesso tipo di azione tecnica:
consecutivamente per almeno 1 ora nel turno
oppure
complessivamente per almeno 2 ore nel turno, anche se non consecutive
MOVIMENTI RIPETITIVI
Il Modello di Valutazione da applicare per i movimenti ripetitivi è quello OCRA (Occupational Ripetitive Actions)
L’indice sintetico OCRA risulta dal rapporto tra il numero giornaliero di azioni effettivamente svolte con gli arti superiori in compiti ciclici ed il corrispondente numero di azioni raccomandate, calcolate sulla base di una procedura di analisi specifica.
Queste ultime sono calcolate sulla base di una costante (30 azioni/minuto) rappresentativa di condizioni ottimali che in presenza di elementi peggiorativi (forza, postura, periodi di recupero, fattori complementari) subisce un decremento mediante appositi coefficienti correttivi.
L'indice di esposizione consente di apprezzare in maniera sintetica i diversi fattori di rischio fornendo intervalli di valori (aree di colore) che corrispondono ad altrettanti livelli di azione.
Con il Modello di Valutazione OCRA vengono determinate, per ogni compito ripetitivo (per durata del ciclo o per stereotipia del movimento), il cosiddetto “limite di azioni raccomandate” per ogni arto superiore (destro e sinistro), attraverso un'equazione che, a partire dalla costante di frequenza di azioni (30 azioni/minuto) considera la presenza di elementi sfavorevoli nel compito, introducendo appositi fattori riducenti per ognuno di essi.
La costante di frequenza di azioni (CF) viene moltiplicata successivamente per i vari fattori di rischio [xA (forza) xB (postura) xC (ripetitività) xD (fattori accessori)] e ridotta fino ad ottenere il limite di azioni raccomandate.
Tale limite viene poi ad essere confrontato con i tempi di recupero e la durata del compito ripetitivo all’interno del turno di lavoro.
Si ottiene così un numero di azioni raccomandate che, relazionato con il numero effettivo di azioni svolte nel compito, determina l’INDICE DI ESPOSIZIONE AL RISCHIO.
Valori di LILivello di
esposizioneinterpretazione Conseguenze
LI ≤ 2,2
AREA VERDE
Accettabile
Nessun rischio
Esposizione accettabile per la maggior parte della popolazione lavorativa di riferimento
Accettabile; nessuna conseguenza
2,3 < LI < 3,5
AREA GIALLA
Esposizione molto bassa
Esposizione accettabile per la maggior parte della popolazione lavorativa di riferimento. Tuttavia una parte non trascurabile della stessa potrebbe essere esposta a livelli di rischio molto bassi
Se possibile, migliorare fattori strutturali o adottare altre misure organizzative; formare gli addetti
LI < 3,5
AREA ROSSA
(BASSO)
Rischio PRESENTE
Una parte significativa della popolazione lavorativa potrebbe essere esposta ad un livelli di rischio elevati
Riprogettare appena possibile i compiti ed i posti di lavoro secondo priorità.
Formare gli addetti ed attivare la Sorveglianza Sanitaria
Per ogni livello di rischio calcolato, viene determinato il conseguente comportamento in funzione preventiva.
Indicatori di Rischio (Lifting Index)
fino a 2,2
da 2,3 a 3,5
oltre 3,5
FASCIA VERDE accettabile, nessun rischio
FASCIA GIALLA esposizione molto bassa
FASCIA ROSSA rischio presente
Nell’OCRA si parla di AZIONI TECNICHE
Nella metodologia OCRA viene assunta come variabile caratterizzante la frequenza, che esprime il numero di azioni tecniche raccomandate in condizioni ottimali nell’unità di tempo.
L'azione tecnica viene definita come "azione comportante attività meccanica che non deve essere necessariamente identificata con il singolo movimento articolare, ma con il complesso dei movimenti di uno o più segmenti corporei che consentono il compimento di una operazione elementare".
MOVIMENTI, MA NON SOLO…
relativamente ai disturbi muscolo-scheletrici dovuti a sovraccarico biomeccanico degli arti superiori, causato da sforzi e movimenti ripetuti, il RISCHIO nell’ambito di una lavorazione si configura nel verificarsi di 4 principali fattori, variamente combinati fra loro:
ripetitività (frequenza o numero di azioni/minuto, in rapporto all’intero turno lavorativo)
impiego di forza
postura/gesti lavorativi incongrui
inadeguati periodi di recupero (pause compensative)
RIPETITIVITA’RIPETITIVITA’
Nella letteratura tradizionale, un’ALTA RIPETITIVITA’ è stata postulata quando:
il ciclo ha una durata inferiore a 30 secondi (2 cicli/minuto)
oppure
oltre il 50% del tempo di ciclo, indipendentemente dalla durata, è speso compiendo lo stesso gesto lavorativo o sequenza di gesti
Si tratta di due aspetti diversi della ripetitività, che vanno analizzati separatamente:
il primo riguarda la sequenza di un evento ciclico: la FREQUENZA
il secondo riguarda le caratteristiche delle posture e dei movimenti: la STEREOTIPIA
FREQUENZAFREQUENZA
L’analisi della frequenza d’azione comporta la descrizione della frequenza delle azioni tecniche svolte dagli arti superiori: NUMERO DI AZIONI AL MINUTO
STEREOTIPIASTEREOTIPIA
Stereotipia di grado elevato: ciclo cortissimo o ripetizione frequente dello stesso tipo di gesti
FORZAFORZAaspetti generaliaspetti generali
La forza rappresenta l’impegno meccanico necessario a compiere un’azione tecnica. Lo sviluppo di forza durante le azioni lavorative, può essere connesso alla movimentazione o al sostegno di oggetti e strumenti di lavoro, o a mantenere una data postura di un segmento corporeo.
Lo sviluppo ripetuto di forza rappresenta un fattore di rischio per le strutture tendinee e muscolari. E’ documentata un’interazione moltiplicativa tra forza e frequenza nel determinismo di patologie tendinee e sindromi da intrappolamento.
FORZAFORZAvalutazione soggettiva dello sforzo percepito valutazione soggettiva dello sforzo percepito
con l’utilizzo della Scala di Borgcon l’utilizzo della Scala di Borg
0 del tutto assente
1 molto leggero
2 leggero
3 modesto
4 moderato
5 forte
6 forte +
7 molto forte
8 molto forte ++
9 molto forte +++
10 massimo
POSTURE E MOVIMENTIPOSTURE E MOVIMENTI
aspetti descrittiviaspetti descrittivi
La descrizione delle posture e dei movimenti riguarda 4 principali segmenti:
a. Posture e movimenti del braccio rispetto alla spalla
b. Movimenti del gomito
c. Posture e movimenti del polso
d. Posture e movimenti della mano
L’impegno posturale è significativo se:
l’escursione articolare supera il 50% del suo range
Si protrae per una parte significativa del tempo (10% nella spalla elevata)
Fattori fisico-meccanici:
uso di strumenti vibranti
estrema precisione del compito
compressioni localizzate di strutture dell’arto superiore
vibrazioni
uso di guanti inadeguati
esposizione a temperature molto fredde
superficie degli oggetti manipolati scivolosa
presenza di movimenti bruschi o a strappo
presenza di gesti con contraccolpo
FATTORI COMPLEMENTARIFATTORI COMPLEMENTARI(elenco non esaustivo)(elenco non esaustivo)
Fattori psico-sociali (socio-organizzativi):
presenza di incentivi
ritmi vincolati
inadeguato addestramento
lavoro in isolamento
carichi di lavoro elevati e lavoro sotto pressione
mancanza di controllo e di autonomia sul processo
mancanza di supporto da colleghi e superiori
attenzione e carico mentale elevati
PERIODI DI RECUPEROPERIODI DI RECUPERO
aspetti generaliaspetti generali
Sono periodi di recupero quelli in cui c’è una sostanziale inattività dei gruppi muscolari altrimenti coinvolti in azioni lavorative comportanti movimenti ripetuti o mantenimento in posizioni non neutrali di un segmento anatomico.
Periodi di recupero possono essere considerati:
le pause di lavoro, compresa la pausa pasto
i tempi passivi di attesa fra lo svolgimento di un ciclo e il successivo (almeno 10 secondi consecutivi)
i periodi di svolgimento di compiti comportanti controllo visivo
VALUTAZIONE DEI TEMPI DI RECUPEROVALUTAZIONE DEI TEMPI DI RECUPERORELATIVI AI COMPITI CON MOVIMENTI RIPETITIVIRELATIVI AI COMPITI CON MOVIMENTI RIPETITIVI
NEL METODO OCRANEL METODO OCRA
a. deve esserci un periodo di recupero almeno ogni ora di lavoro ripetitivo
b. la durata dei periodi di recupero deve essere in rapporto di almeno 1:5 con i periodi di lavoro ripetitivo
In sostanza, al massimo dopo 50 minuti di lavoro ripetitivo deve intervenire un periodo di recupero di almeno 10 minuti.
Questo criterio è utilizzato per classificare il rischio.
TRASPORTO MANUALE DEI CARICHI
Non esiste – per le azioni di trasporto, traino e spinta manuale dei carichi – un modello valutativo collaudato, come è quello del NIOSH per le azioni di sollevamento.
Possono risultare comunque utili i risultati di una larga serie di studi di tipo psicofisico, sintetizzati da SNOOK e CIRIELLO (1991), che ancor oggi costituiscono i criteri e i valori a cui fanno riferimento gli Standard internazionali.
La condizione di TRASPORTO DEI PESI è da valutare quando il trasporto di un dato carico avviene manualmente per ALMENO 1 METRO DI DISTANZA.
Come primo momento valutativo, la ISO 11228-1 suggerisce il calcolo della Massa Cumulata, cioè i kg complessivi di peso trasportati rispettivamente ogni minuto, ogni ora e nell’intero turno.
I pesi massimi cumulati, da utilizzare come massimi pesi di riferimento trasportabili manualmente da un operatore (in un minuto, ogni ora e nell’intero turno), sono riportati nella tabella che segue, che fa un riferimento preferenziale a masse individuali trasportate di 15 kg.
Distanza di trasporto
Frequenza MAX di trasporto
Massa cumulativa
m azioni/minuto Kg/min Kg/h Kg/8h
20 1 15 750 6000
10 2 30 1500 10000
4 4 60 3000 10000
2 5 75 4500 10000
Una volta verificato che i pesi limite siano rispettati e che l’oggetto sia trasportato per uno o due passi (almeno 1 metro), va verificato quanto segue:
Non si devono superare valori di peso cumulato superiori a 10000 kg trasportati manualmente in 8 ore di lavoro (trasporti con distanza fino a 10 metri)
Non si devono superare valori di peso cumulato superiori a 6000 kg trasportati manualmente per 8 ore (trasporti con distanza > 10 metri o più, ciascuno)
Analogamente non si devono superare i pesi cumulati massimi per il minuto e/o per l’ora
Se il sollevamento, il trasporto e l’abbassamento si svolgono in CONDIZIONI SFAVOREVOLI (ambiente sfavorevole, prelievo o deposito molto in basso o molto in alto), la massa cumulativa di riferimento VA RIDOTTA DI ALMENO 1/3
Se il trasporto avviene in condizioni posturali disagevoli, si può ottenere una valutazione più precisa utilizzando le tavole classiche di Snook e Ciriello.
La lettura dei dati è semplice. Si tratta di:
Individuare la situazione che meglio rispecchia lo scenario lavorativo esaminato
Decidere se si tratta di proteggere una popolazione solo maschile o anche femminile
Estrapolare il valore di peso raccomandato
Confrontarlo con il peso effettivamente trasportato
Si ottiene così un INDICATORE DI RISCHIO del tutto analogo a quello ricavato con la procedura di analisi di azioni di sollevamento:
Indicatore trasporto = peso trasportato
peso raccomandato
Tavola di Snnok e Ciriello per azioni di trasporto in piano
Massimo peso raccomandato (in kg) per la popolazione lavorativa adulta sana in funzione di:sesso, distanza di percorso, frequenza di trasporto, altezza delle mani da terra
TRAINO E SPINTA MANUALI DI CARICHI
Affaticamento e disturbi a carico dell’apparato muscolo-scheletrico possono essere generati anche da attività di traino e spinta di oggetti.
Nella Norma ISO 11228 parte 2 troviamo le indicazioni per la determinazione del livello di rischio associato al traino e alla spinta di oggetti effettuata a corpo intero.
Le attività di traino e spinta prese in considerazione devono avere le seguenti caratteristiche:
forza esercitata a corpo intero (ovvero mentre ci si trova in posizione eretta/si cammina)
azioni eseguite da una persona
forze applicate con due mani
forze usate per spostare o trattenere un oggetto
forze applicate in modo fluido e controllato
forze applicate senza l’uso di ausili, su oggetti posizionati di fronte all’operatore
forze applicate in posizione eretta (non assisa)
ALCUNE DEFINIZIONI
attività di TRAINO: sforzo fisico umano nel quale la forza motrice è esercitata di fronte al corpo e in senso opposto ad esso
attività di SPINTA: sforzo fisico umano nel quale la forza motrice è esercitata di fronte al corpo e diretta verso il corpo stesso
forza INIZIALE: forza applicata per mettere in movimento un oggetto
forza DI MANTENIMENTO: forza applicata per mantenere un oggetto in movimento
CRITERI E PROCEDURA DI CALCOLO DELL’INDICE DI ESPOSIZIONE
Per la valutazione degli indici di esposizione (I.M.) nell’azione di traino e spinta di carrelli o di altre tipologie di oggetti, valgono le seguenti formule:
I.M.forza iniziale =
forza iniziale misurata
forza iniziale raccomandata
I.M.forza di mantenimento =
forza di mantenimento misurata
forza di mantenimento raccomandata
E’ necessario eseguire DUE misure:
all’inizio della prima applicazione di forza per vincere l’inerzia (Forza INIZIALE)
durante il mantenimento del movimento (Forza di MANTENIMENTO)
Le forze di traino e/o spinta vanno misurate con dinamometro da applicare al carrello o all’oggetto da movimentare.
L’uso del dinamometro richiede alcune cautele:
- nell’applicazione del dinamometro all’oggetto da muovere, creare punti di aggancio possibilmente “a barra” e non puntiformi, onde evitare distorsioni delle misure
- specie per le misure di Forza Iniziale, eseguire le misure tirando o spingendo molto lentamente
- eseguire più di una misura nello stesso punto di rilievo ed utilizzare il risultato “modale”
- applicare il dinamometro e la forza necessaria per ottenere la misura lungo una traiettoria orizzontale
- eseguire nuovi rilievi ai cambi di direzione del carrello (es.: curva)
- eseguire nuovi rilievi ai cambi del tipo di pavimentazione o di pendenza
AZIONI DI TRAINO
Massime forze (iniziali e di mantenimento, espresse in kg) raccomandate per la popolazione lavorativa adulta sana, in funzione di:
sesso, distanza di spostamento, frequenza di azione, altezza delle mani da terra
AZIONI DI SPINTA
Massime forze (iniziali e di mantenimento, espresse in kg) raccomandate per la popolazione lavorativa adulta sana, in funzione di:
sesso, distanza di spostamento, frequenza di azione, altezza delle mani da terra
Valori di LILivello di
esposizioneConseguenze
LI ≤ 0,85
AREA VERDERischio assente Nessun provvedimento
0,85 < LI < 1,0
AREA GIALLA
Rischio borderlineTenere sotto controllo
LI < 1,0
AREA ROSSA
Rischio PRESENTERiprogettare con le priorità indicate dal
livello di rischio misurato
Per ogni livello di rischio calcolato, viene determinato il conseguente comportamento in funzione preventiva.
Indicatori di Rischio (Indice di Movimentazione)
fino a 0,85
da 0,86 a 1,0
oltre 1,0
FASCIA VERDE rischio assente
FASCIA GIALLA rischio borderline
FASCIA ROSSA rischio presente
Le forze raccomandate, descritte nelle tavole di Snook e Ciriello, sono unicamente forze ORIZZONTALI.
Nella misura con dinamometro – durante il traino e la spinta dei carrelli – va verificato che la forza che si sta applicando sia effettivamente orizzontale.
In alcune situazioni (movimentazione di transpallet manuali, carriole, su suolo non pianeggiante), le forze misurate sono forze OBLIQUE, che comprendono una componente verticale ed una orizzontale.
Occorre operare una correzione di calcolo per estrapolare il valore della sola forza orizzontale.
FORZE ORIZZONTALI E FORZE OBLIQUE
Grazie per l’attenzione e arrivederci