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L'avvocato e la teoria della melanzana fritta

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Maria Luisa Tesauro, satirico

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MARIA LUISA TESAURO

L'AVVOCATO E LA TEORIA DELLA MELANZANA FRITTA

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L’AVVOCATO E LA TEORIA DELLA MELANZANA FRITTA Copyright © 2012 Zerounoundici Edizioni

ISBN: 978-88-6307-420-8 In copertina: Immagine Shutterstock.com

Finito di stampare nel mese di Marzo 2012 da Logo srl

Borgoricco - Padova

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Ai miei angeli, nonna Luisa Lidia e Nino

perché possano sorridere con me, ancora una volta…

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CAPITOLO I

Un avvocato... No! L’Avvocato Congratulazioni. Lei è un avvocato. Palermo 20 ottobre 2009. C’è il sole - come sempre, d’altronde, in questa città asfissiante persino nel clima - e davanti a me cinque individui sorridenti e detestabili allo stesso tempo. Hanno appena finito di martoriare la mia esistenza dopo due ore di interminabili domande. Diritto Penale; Procedura Penale; Internazionale privato (azzeccatissimo); Ecclesiastico (ma perché?); Unione Europea; Deontologia (che scoprirò non esistere). In fondo ho fatto anche un gran figura, calcolando i momenti di panico, il mio sguardo interrogativo, il morbo di Parkinson che si è impadronito della mia persona e l’odiosa sensazione di avere la lingua appiccicata al palato e non di riuscire a formulare nemmeno due parole, una di seguito all’altra. Dulcis in fundo gola secca e “polliura pallida nervosa” ovvero stimolo irrefrenabile di andare alla toilette per alleggerire la vescica. L’unica sensazione che ricordo nitidamente è il rimbombo del battito cardiaco. In quel momento il tempo si è fermato.

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C’ero soltanto io e quel rumore. Bum, bum, bum. Una velocità spaventosa... Finalmente, dopo anni di attesa, sono entrata nella nobile casta dei rispettabili, prestigiosi e colti Avvocati. In un attimo mi vedo proiettata nel mondo dei giuristi di potere: corona di alloro, una toga scintillante (che oltre a essere incredibilmente elegante, slancia e assottiglia la figura) e una massa di giornalisti che gridano il mio nome... «Avvocato, Avvocato!» «Eccola è arrivata l’Avvocato... Sta andando scortata verso la macchina... Inseguitela, inseguitela.» Una sorta di Giulia Bongiorno ancora più agguerrita e scintillante. Sono io, bellissima, truccata in maniera impeccabile, elegante, sinuosa e sicura di me stessa. Io, non un avvocato ma L’Avvocato che, dopo aver egregiamente difeso il suo ultimo mandato, si concede alla folla regalandosi uno dei tanti momenti di gloria. «La prego, la prego si fermi un attimo per rilasciare delle dichiarazioni.» Davanti alla Procura di Milano non si riesce quasi a camminare. Sono letteralmente accerchiata da miliardi di persone. Tutti per ME. C’è la Rai, il Tg5, Emilio Fede e La 7. In mezzo alla folla scorgo quelli di Striscia la notizia... e questa è la prova più evidente che sono effettivamente un personaggio pubblico. Vorrebbero consegnare un tapiro d’oro gigantesco, (sarà alto più di un metro) all’Avvocato della controparte che, pur avendo a proprio favore centinaia di risultanze probatorie di ogni genere e tipo, non è riuscito a scalfire la mia insuperabile arringa. Cinque lunghissime ore di interminabile discussione dove, punto per punto, ho ribaltato e insinuato quel fondamentale “ragionevole dubbio” che è il migliore amico di ogni avvocato che si rispetti.

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Le perizie, i sopralluoghi, gli accertamenti tecnici e l’esame dei testimoni... Nulla poteva contrastare il mio lucido ragionamento, la mia dialettica e l’impeccabile forma che ha reso il mio disegno “difensivo-criminoso” una roccia indistruttibile. Aspettano un cenno dal mio volto, uno sguardo, un gesto... Insomma... Qualsiasi cosa che possa sembrare un sorriso, un sopracciglio inarcato, ogni cosa che possa dipingere la soddisfazione e l’orgoglio... E il tutto per dare lo scoop... «Non rilascerò alcuna dichiarazione e non lo farà nemmeno il Premier; la rassegna stampa è fissata per domani. Adesso, per piacere, lasciateci andar via.» Eccomi a braccetto con l’uomo più potente di tutta Italia, con Lui, odiato e ammirato da tutta l’umanità, con l’inarrestabile Tutankhamon della politica italiana. E sì... Già mi vedo. Che soddisfazione! Sono proprio io, L’Avvocato del Presidente. Ho un abito blu. Un tailleur che ho fatto disegnare appositamente per me. Mi cade divinamente. Sembra quasi che abbia un gran fisico... E poi... Vuoi mettere... Scarpe con tacco vertiginoso di 10 cm... Accanto a lui sembro alta due metri e mi abbraccia sorridente. È felice e mi guarda con ammirazione. «Perché non entrare in politica, Avvocato? Potrebbe diventare Ministro della Giustizia.» «Grazie, Presidente, ma nessuno è migliore di me in quello che faccio... Lei può capirmi... È una sensazione impagabile.» «Sì certo ha ragione, nessuno è migliore di Lei.» Sono raggiante ed emano una luce calda. Abbagliante. Questa è la gloria; è il mio momento di gloria. Tutti mi conoscono, tutti vorrebbero essere difesi da me, tutti mi stimano e adorano il mio lavoro.

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Insomma tutti mi amano. Questo è quello che mi aspetta. È la fine dell’università, dei libri, della noia, dei colleghi insopportabili, stile occhiali e senza capelli, dell’Università più lontana dal centro abitato che possa esistere in tutta Italia, dei Professori indisponenti e certi della tua mediocrità. Ora è il momento della rivincita! Ho concluso con la fase della studentessa fuori sede sfigata, che alla fine è sempre siciliana o calabrese, con gli appartamenti da dividere con altri terroni come me, dove paghi almeno 500 euro per un loculo che spacciano per stanza abitabile, con il lavoro part-time per arrotondare e, soprattutto, con il periodo più buio dell’esistenza di una giovane ragazza laureata in giurisprudenza

L’incubo della Pratica Forense Va sottolineato che la pratica forense può essere magistralmente esplicata attraverso una semplice equazione: “Praticantato = devi lavorare... Il rimborso spese non posso mica dartelo... E poi qua tu imparerai la professione. È così! Bisogna fare un po’ di sacrificio e io sto investendo molto su di te, sto cercando di farti crescere e maturare.” Questa è la scena: «Sì, Avvocato, lo so... infatti la ringrazio molto per la sua disponibilità» intanto penso: “sti cazzi... Anche oggi 2 marche da 14 euro e 62 centesimi...”

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«Ma si sa che la libera professione è così. Quando ero ragazzo io, un tempo, andavo la sera a lavorare come pizzaiolo per guadagnare qualcosina che potesse permettermi di studiare e diventare un giorno un grande Avvocato. Bisogna investire su se stessi, sei giovane... Su, via, è una scommessa... Un po’ come tutta la vita... Solo una scommessa... E, per vincere, bisogna essere pronti a giocare e rischiare...» Non sono mai stata brava in matematica ma una media di 30 euro al giorno per 5 giorni a settimana, per la bellezza di 2 lunghissimi anni di pratica forense equivale a... Un patrimonio! È un patrimonio! Non ci posso credere... Se solo avessi fatto prima i conti e mi fossi fermata a riflettere non avrei mai fatto una scemenza del genere. Lo stesso Ministero dell’Interno manda in onda la pubblicità sulle scommesse e i giochi... “Mi raccomando sogna in grande ma gioca con moderazione”. Ma quale moderazione? Avrei potuto fare un mutuo, comprare una casa, girare il mondo, investire tutto a Campo dei fiori nel mitico Rapitalà, bianco d’estate-rosso di inverno, forse mi sarei anche potuta permettere un Master, un LLM e un corso di inglese... Perché si sa che oggi se non sai l’inglese non vai da nessuna parte... Oppure che ne so io... Cene fuori, fiori di zucca a mai finire e dietologo incorporato per continuare ad avere una vita relazionale più o meno normale. Insomma, ho perso un sacco di vere occasioni. La conclusione è che la pratica forense prosciuga i risparmi e le energie di intere famiglie italiane. Questo dovrebbe essere considerato un reato. Bisognerebbe inserire l’art. X al codice penale “Truffa statale ai danni delle famiglie togate”. È gioco d’azzardo. Anzi, molto, molto più rischioso.

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Decisamente. Ma come disse il mio adorato Dominus, pizzaiolo per diventare Avvocato: «Bisogna investire su se stessi. È una scommessa... Un po’ come tutta la vita... Solo una scommessa.» ...in fondo a lui non è poi andata così male. Peccato che io abbia scoperto, solo anni dopo, che fosse figlio di un noto magistrato della Corte dei Conti (una potenza) e che in pizzeria c’era finito perché era Sua: a 18 anni gli avevano regalato un locale di 180 mq nel cuore di Roma così per divertirsi un po’ e sentirsi integrato tra i ragazzi della sua età (tutti un po’ alternativi e pieni di problemi). Fatto sta che io non lo sapevo. Uno studio in Via Margutta. Attico in stabile d' epoca, ristrutturato, con affreschi, volte e soffitti altissimi. Quadri orrendi e sculture senza senso (e ciò dimostra la sua indiscutibile lontananza e noncuranza per il bello... Gli interessa solo che sia fascinoso...) che danno un tocco modernista a questo luogo intriso di cultura e storia. Le scrivanie saranno dell’ottocento, per non parlare dei mobili e della sala riunione. Così chic, così cool, come ama definirlo LUI. «E poi, Dottoressa, deve capire che c’è un po’ di crisi in questo momento, non posso davvero permettermi di darle il rimborso spese.» «Avvocato, non si preoccupi... Ci mancherebbe. Io Le sono davvero grata e riconoscente.» So persino fare le fotocopie fonte-retro adesso e magari tra qualche mese sarò in grado anche di scannerizzare un documento. «Sì e poi lo sa meglio di me... Ho appena ristrutturato la nuova casa che ho comprato alla mia seconda moglie... Desiderava così tanto una villetta al Gianicolo per andare a correre a Villa Pamphili il fine settimana con Dudi.»

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«Certo, Avvocato... È davvero un momento duro per tutti, lo so...» «E se potessi ti aiuterei perché ti stimo... Sì, sì, Tesauro, tieni duro che sei in gamba... Prima o poi le cose cambieranno.»

* * * Per inciso, Dudi è un orrendo animaletto peloso che dovrebbe appartenere alla specie dei cani. Per la precisione cani da piccolo taglio. Quelle bestie sclerotiche, nevrotiche e insopportabili che continuano a mordicchiarti le gambe e che tu, persona assolutamente normale, provando ribrezzo, vorresti schiacciare e uccidere ma c’è lei, la padrona, seconda moglie del capo, che lo guarda adorante e che farebbe di tutto per quel topo orrendo e pulcioso. Ricordo perfettamente l’ultima volta che ho avuto il piacere di vedere quella bestiolina di Dudi. Sì, lo ricordo. È entrata lei. Avrà avuto meno di 35 anni. Alta, bella e stupida quanto basta per sopportare quel vecchiaccio. Sembrava la copia di Paris Hilton. Avrà avuto addosso almeno 50.000 euro, calcolando che, solo la borsa, rientra tra i sogni proibiti di ogni donna. «Buongiorno, lei è nuova?» «No, veramente ci hanno già presentato almeno 3 volte.» «Ah, può essere.» Non posso non pensare come questa donna sia così prevedibilmente insopportabile! «Sono anche venuta a casa Sua l’altro giorno, per consegnarle il regalo da parte dell’Avvocato.» «Sì, sì, può essere... Effettivamente...»

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Intanto quella specie di cane che ha fatto entrare nella mia stanza non smette di abbaiare. Dio quanto vorrei dargli un calcio. «Dudi, Dudino, forse il maglioncino che ti ha comprato la tua mammina non è poi così caldo... Hai freddo amorino? Oddio... Guarda che hai fatto! La pipì! Allora devi avere proprio freddino. Cuccioletto, cuccioletto, amore di mamma... Su, su... Ti scaldo io, vieni in braccio.» «Ma ha fatto la pipì!» «Sì, poverino... Fa così freddo fuori... Ci pensa lei, dottoressa?» Sguardo interdetto. Vorrei urlare ma non posso. E sono pietrificata, non riesco a muovermi. Penso che sia paralisi da esaurimento nervoso. «Certo.» Non posso crederci. Ha ragione l’Avvocato: «È davvero un momento duro per tutti.» Finalmente le cose sono cambiate. Da Dottoressa ad Avvocato. Non vedo l’ora. È l’inizio della nuova vita.

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CAPITOLO II

L’invio del curriculum vitae Dopo aver festeggiato a dovere il traguardo tanto atteso con amici e parenti, posso godermi tranquillamente il mio momento di serenità e soddisfazione. E infatti, come vi dicevo, anch’io adesso sono un Avvocato, anzi, sono L’Avvocato. Ho 27 anni e sono graziosa. Graziosa è un termine siciliano per dire che non faccio ribrezzo fisico alla gente. Sono alta, mai stata magra, cruccio costante della mia vita, e quando ho visto il Diario di Bridget Jones al cinema ho pensato che qualcuno mi stesse prendendo in giro raccontando la mia vita. Ho persino pagato 7 euro per ridere delle mie stesse turbe psicologiche e veder fare lo stesso ad almeno altre 100 persone nello stesso momento... il che ovviamente ha avuto delle ripercussioni non indifferenti sul livello di autostima e soddisfazione personale alimentando delle turbe nascoste che ciclicamente tornano a galla. Sono una persona colta e mi piace essere brava. Ho uno spiccato senso del dovere, che non aiuta di certo a godersi la vita. Un’ultima pennellata caratteriale è d’obbligo: non sono buona. Amo pochissime persone ma, grazie al cielo, molte si auto

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convincono di farne parte... E questo mi facilita notevolmente le cose. Sono assolutamente eterosessuale, normale, terrona e tradizionalista. Sono cattolica, credo nella famiglia e nel matrimonio ed è per questo che non ho ancora trovato qualcuno che mi si prenda davvero. Rigida ma mai salutista. Sì, né salutista né, tanto meno, ambientalista. Non faccio la raccolta differenziata. Non sono una buona cittadina. Da grande mi piacerebbe riuscire a evadere le tasse. Penso sempre che un truffa mega miliardaria ai danni dello Stato potrebbe risolvere definitivamente la mia vita e quella della mia famiglia. Sono anni che cerco di creare un piano perfetto per poi fuggire in qualche paese baciato dal sole e con il mare cristallino dove non ci sia, chiaramente, l’estradizione. Comunque bando alle ciance e alle fantasticherie. E l'ora di darsi una mossa e iniziare la nuova vita! Che sia Avvocato o anche Ministro della Giustizia... In fondo non è poi così male. Devo iniziare. Finalmente tutti stanno aspettando di avere tra le mani il mio curriculum vitae e di assumermi. Certo, dovrò selezionare le persone che mi chiameranno e cercare di inquadrare la migliore realtà lavorativa dove inserirmi. Come dice il mio fidanzato: «Adesso sei un avvocato e non puoi assolutamente accettare meno di 1500 euro al mese.» «Certo! Ci mancherebbe. Come minimo devono anche darmi la percentuale sulle pratiche che mi affidano, non credi?» «Sono assolutamente d’accordo e poi devi calcolare che una volta entrati è molto difficile ottenere un aumento per cui devi essere dura sin dall’inizio.»

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Apriamo una parentesi: quello che parla è Donato. Il mio fidanzato di origini baresi. Bello, simpatico, intelligente, colto e realizzato nella vita. Vi ho già detto che la mia vita assomiglia a quella di Bridget Jones, no? Bè,' dopo mille peripezie, amanti squallidi e microcefali, fidanzati opprimenti o assolutamente menefreghisti e, soprattutto, privi di qualsiasi barlume di intelligenza, finalmente ho trovato il Top del Top. E sì, perché pensandoci bene, ho sempre frequentato degli uomini che non ho mai stimato o rispetto ai quali, per vari motivi, ho sempre sentito di essere notevolmente superiore, quantomeno a livello celebrale. Mediamente (o anche più che mediamente) gradevoli esteticamente ma, allo stesso tempo, completamente cretini. Ciò, per ovvie ragioni, facilita notevolmente il rapporto e richiede uno sforzo minimo poiché vi è una mancanza assoluta di condivisione e, soprattutto, una totale assenza di qualsivoglia interesse di compartecipazione (elemento ancora più rilevante). Questa volta le cose sono andate diversamente ed ho incontrato lui. Sì, lui che, come se non bastasse, incredibilmente, mi adora per quello che sono. Sorride quando verso il caffè per terra la mattina, quando, a causa di un errore di lavaggio, modifico le sue splendide camice da bianche scintillanti in grigie color topo e ha sorriso, persino, quella volta in cui ho avuto la brillante idea di sfamare con dei golosi gamberetti un gabbiano che poi, affezionatosi all’idea, si è ritrovato nella sua amata terrazza in Via dei Coronari per un lunghissimo anno intero (e vi lascio immaginare da soli cosa possa combinare un gabbiano inferocito e affamato... Altro che il gabbiano Jonathan Livingston... Quelle sono tutte favole! Quelli

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veri che vivono sul lungotevere e si sfamano con tutto quello che il torbido fiume e le fogne possano offrirgli, sono geneticamente modificati e, soprattutto, enormi e cattivissimi). Pensa davvero quello che dice perché è convinto di avere una fidanzata intelligente, per cui come deluderlo? Questo è il problema... questa volta non c’è indifferenza, questa volta mi interessa sapere cosa pensa e, soprattutto, vorrei che fosse orgoglioso di me. «Sì, sì, vedrai che riuscirò a ponderare bene le offerte e faremo una valutazione congrua di ogni cosa.» «OK, non ho dubbi.»

1° giorno Gianluca, avvocato affermato e amico di Donato, mi ha consigliato di vedere Top Legal e mandare il cv agli studi più importanti del mondo. Ieri sera siamo stati a cena da lui. È una delle persone che frequentiamo più assiduamente perché, oltre a essere molto piacevole, è arguto e allo stesso tempo “leggiadro e mai pesante”. La sua casetta rispecchia in maniera ottimale la personalità del proprietario. È piccola, curata e molto, fin troppo, ordinata... Proprio come lui, piccolo, piccolo ed estremamente attento e sensibile. I suoi consigli, proprio per questo, sono importanti e vanno presi in adeguata considerazione. Oltretutto è un uomo che ha fatto le

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mie stesse esperienze e che, alla fine, è riuscito a emergere in mezzo a mille problematiche. Come me ha studiato a Roma, si è laureato, ha incontrato diverse persone ed ha cambiato molteplici studi per sopravvivere durante la pratica. Insomma è uno di quelli che può capire e che, quando parla, sa perfettamente di cosa sta parlando. Un dono raro... Per cui è necessario ascoltarlo con molta attenzione. «Mi raccomando, domani guarda con calma i siti degli studi legali internazionalistici e invia il curriculum. A me, nel giro di un mese, mi chiamarono in 20 e alla fine ho optato per M.P. Certo si fatica un po’ inizialmente ma ne vale davvero la pena.» «Ma sei sicuro, Gianluca? Il 2009 è stato un anno terribile. Hanno licenziato tantissime persone, non credo che sarà così facile e poi bisogna considerare che siamo a novembre e tutti devono fare un po’ il punto della situazione, no?» «Ma che stai dicendo? Devi smetterla di pensare da praticante! Ora sei un Avvocato! Non puoi assolutamente venderti in questo modo, devi essere dura, agguerrita e consapevole delle tue capacità. Sei una professionista, mica una neolaureata.» «Hai ragione! Sono gasatissima e sono una professionista.» «Sì, infatti, domani mattina vai a fare immediatamente i biglietti da visita e, soprattutto, comprati qualcosa di elegante per i colloqui, di molto elegante... Fa sempre scena e devi dare l’impressione di essere la classica miliardaria che per passione ha deciso di impegnare il suo preziosissimo tempo nella giustizia e nella legalità.» «Sono d’accordo!» Ho già programmato nel minimo dettaglio il da farsi: 1) Via Condotti per lo shopping; 2) parrucchiere, manicure, pedicure;

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3) un caffè seduta al sole facendo finta di leggere un giornale impegnato, magari il sole 24 ore; 4) e sono pronta, anzi, prontissima alla vita da professionista... È un genio e l'ho pensato sin dalla prima volta che ci siamo visti. Credo che sia una delle persone più brillanti che abbia conosciuto in questa città: sagace e ironico, ottima dialettica e sicuro di sé. I suoi consigli sono paragonabili a oro colato! E inoltre è estremamente soddisfatto della sua attività e quando ne parla trasmette tantissima energia e io, solo all'idea di iniziare questa svolta epocale simile alla sua, sono emozionata! Mi ha raccontato per filo e per segno quanto sia gratificante vivere il rapporto con il cliente, vedere gli anni di studio, le innumerevoli pagine lette con attenzione e tutto quell’inchiostro, finalmente applicati al caso concreto... L'immensa felicità nel raggiungimento dei risultati per i quali si è dovuto combattere con forza... E i suoi occhi emanano così tanta luce che, in questo momento, penso riuscirebbe a convincere anche un ex ergastolano a intraprendere la professione e la retta via della legalità. Grande Gianluca! «Ora basta parlare di lavoro, brindiamo!» Si avvia verso la cucina e, soddisfatto, torna indietro sorridendo e innalzando, come fosse un trofeo, quell’amata bottiglia di vino Madrigale di Manduria che profuma così intensamente. «Ma sì, brindiamo!» E un brindisi tira l’altro... E la notte scivola via, regalandomi quel calore che solo le chiacchierate stimolanti accompagnate da una musica soave riescono a donarmi rendendomi felice, così come fosse magia... E l’impazienza aumenta nell’attesa che giunga il domani.

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2° giorno Sta piovendo a dirotto. Diluvia. Che palle! Il mio motorino non partirà mai. Adesso come faccio ad andare in Via Condotti per comprarmi quei vestiti da donna in carriera? E il mio programma così perfettamente dettagliato che fine ha fatto? Non avevo calcolato minimamente le avverse condizioni metereologiche! Devo riflettere. Posso farcela, devo solo concentrarmi... Una soluzione si trova sempre... Ho trovato. Che stupida! Sotto la pioggia battente, una donna in carriera non va mica con lo scooter in Via Condotti. Non sarebbe adeguato e poi, al ritorno, rischierei di rovinarmi i capelli dopo essere stata dal parrucchiere. Sì, sì... assolutamente sì.. chiamo un taxi, questa è l’unica cosa giusta per iniziare bene la giornata. Così facendo dal mio crono-programma dovrò solo eliminare il caffè seduta a un tavolino di un bar elegante facendo finta di leggere qualcosa di super impegnato... meglio così: non dovrò nemmeno fermarmi dal giornalaio. «Aò signò n’do va?» Sono passati anni ma io questi romani quando parlano continuo a non capirli e, sotto certi versi, probabilmente, è uno dei motivi per i quali continuo ad amare così profondamente questa terra meravigliosa... «Potrebbe portarmi in Via Condotti, all’angolo con Via del Corso?» «Certo... Ma ha visto come piove? Quanno piove non se cammina... Ce vorrà armeno mezz’ora, è tutto ‘ntasato, se metta comoda che è meglio.»

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Mmh... C’è odore di fregatura... Quando iniziano con il bollettino del traffico sono guai. «Sì, magari faccia Via delle Fornaci, così evitiamo Viale Trastevere che è meno scorrevole.» «Giusto così me prendo un caffè ar volo da Gianni ar Gianicolo che me piace tanto.» «Si figuri, ci mancherebbe.» Vabbè va... Perdo ogni speranza e mi accomodo...

20 minuti dopo (con una pausa di 9 per il caffè dal signor Gianni) Sono appena scesa dal taxi. Ed ho appena sborsato la bellezza di 27 euro per arrivare in Via Condotti? E poi sono tutti contrari alla liberalizzazione, ‘sti ladri! Infami, governo ladro. Ecco. Comunque in fondo, tra qualche anno 30 euro saranno noccioline per me... Magari le lascerò di mancia al bar sotto casa quando andrò a prendere il caffè la mattina... E non in un bar squallido come quello di Gianni ma in uno vero, elegante, dove mi saluteranno e daranno il buon giorno quotidianamente, rendendomi l’inizio giornata dolce e stimolante! Ma sì, dai, che mi frega. Mi sento incredibilmente rilassata. Per la prima volta entro con assoluta nonchalance nei negozi che ho sempre sognato... e non per ammirare, guardare e toccare ma per COMPRARE! L’emozione sta per uccidermi. Devo calmarmi e decidere. Armani, Gucci, Dior, Chanel.

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Almeno una cosa è certa. Finalmente sarà mia la borsa di Hermes che ammiro da quando sono nata. È un investimento che poi darà i suoi frutti. Ha ragione Gianluca. Devo essere impeccabile ed elegante... e allora viaaaaaaaaaaa...

3° giorno Ieri sera, al mio ritorno, dopo ore di vetrine, colori, tessuti, taglie e ineccepibili commesse splendenti, affabili e sorridenti, l’adrenalina che ha continuato a invadere e a percorrere il sangue nelle mie vene ha reso impossibile ritrovare la giusta dose di lucidità e razionalità che, solitamente, contraddistingue la mia persona. Adesso, ore 7:00 del mattino, ho appena versato a terra, come tutte le mattine, la caffettiera appena fatta, sono di nuovo tornata “in me stessa” e sto iniziando a riacquistare coscienza, e questo è probabilmente il motivo per cui sento innalzarsi un leggero sentimento di ansia mischiato a preoccupazione. Non so come ho fatto. Questo non è un investimento ragionevole. A parte il fatto che ho comprato 5 paia di scarpe! 5 paia di fottutissime e scomodissime scarpe. Ne sono perfettamente consapevole ma, allo stesso tempo, guardandomi allo specchio, intravedo un sorriso nascosto nel mio volto... Nemmeno tanto nascosto poi... Sto proprio ridendo! E sono anche perfettamente consapevole del motivo!

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E sì... Perché dallo questo specchio si intravedono nitidamente le calzature che ho acquistato: non riesco a staccare lo sguardo da questo panorama inebriante e attraente. Divine, assolutamente divine. Il resto lo coprirò con un lungo cappotto nero. Rimarranno tutti talmente folgorati dalle scarpe che non si accorgeranno del resto né del cappotto con i pallini perché rovinato. Devo iniziare a darmi da fare, per cui, per prima cosa devo assolutamente nascondere dal mio campo visivo tutto ciò che ho comprato e che può essere fonte di distrazione. Segue, come ogni mattina, doccia, caffè, secondo caffè, cioccolatino e, adesso sì, posso aprire il computer. Le ore sono scivolate via senza fare alcun rumore e senza lasciare alcun segno. Il senso di vuoto che avverto però mi comunica che, con alta probabilità, è già arrivato il momento di ingerire qualcosa. E infatti sono le 15:00... Il mio frigorifero non lascia margini di scelta per cui, con immensa felicità e senza alcun rimorso, non mi resta che aggredire quel barattolo di Nutella che ho sapientemente nascosto nel vano contenitore del letto, sotto i cappotti e le sciarpe. Incredibilmente sono già giunte le 21:00 e sta squillando il citofono. «Sì?» «Sono io... Mi apri?» «Certo, dai, sali.» Ecco! È appena arrivato a casa il mio fidanzato. Ho preparato un enorme pesce al sale per festeggiare. Mi sono anche allargata con una bottiglia di ottimo Chardonnay. Altro che Tavernello, questo è un momento davvero speciale! «Che bello, sono riuscita a inviare il cv a 100 studi legali, quelli più prestigiosi.»

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«Ma dai! Bravissima.» «E non sai che scarpe pazzesche che ho comprato.» «Fammi vedere, no?» «Dai, seguimi... Guarda!» «Ma sono tutte simili! E poi perché tutte nere e altissime?» «Ma stai scherzando, vero? Cerca di essere meno superficiale e guardare attentamente, cavolo.» «Ma sto già guardando attentamente.» «Appunto, non lo vedi che questa ha il tacco spesso 8 cm per camminare sui san pietrini, questa ha i lacci ed è una sorta di polacchino, questa invece è elegantissima ed ha il tacco sottile e l’altra è di camoscio?» «Sì, Maria Luisa, certo che lo vedo. Fatto sta che sono uguali.» «Sei sempre il solito. Uffa. Comunque ti perdono. A proposito mi presteresti 300 euro? Ho finito tutto, amore...» «Ecco! Lo sapevo che alla fine avresti finito i soldi senza comprarti un cappotto e un pantalone decente...» «A cosa può servirmi un anonimo cappotto nuovo e un pantalone, che ovviamente nessuno mai noterà, quando ho già svoltato per i prossimi anni il mio guardaroba con l’oggetto più sensuale e ammaliante che sia possibile possedere? E poi si è sempre detto che ciò che conta sono gli accessori nella vita!» Silenzio. Gli uomini certe cose non le capiscono. Anche i più arguti non ce la fanno. C’è poco da fare ed è assolutamente inutile cercare di farli ragionare e comprendere. Al di là di tutto, sottolineo che lui è superiore alla media e molto più intelligente.

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4°giorno Ma come è possibile che ancora non mi abbia risposto nessuno! Maleducati, ma stiamo scherzando? Condivido con Brunetta: sono tutti dei fannulloni. Sono già le nove del mattino e nessuno si è degnato di scrivere una ridicola mail per fissare un appuntamento... La fatidica interview. Questo è uno scandalo, un vero scandalo. Bisognerebbe comprendere cosa fanno in questi benedetti studi legali! Giocano a scacchi? Passano il tempo bevendo caffè e fumando sigarette? Ma insomma! È veramente un paese allo sfascio! Mi toccherà aspettare. Magari le aziende sono più attive, magari hanno gli addetti alle risorse umane... Sicuramente è così. Le aziende, anzi, per essere scrupolosi, gli uffici legali delle aziende, saranno il mio futuro e certamente saranno molto più interessati a ricevere una persona dalla fervida intelligenza pronta a innalzare il fatturato e scoprire teorie vincenti. Marketing: la giusta pubblicità e un programma altamente competitivo. Questo è ciò di cui hanno bisogno le aziende italiane oggi. Nel giro di qualche ora ho già inviato il curriculum vitae a Telecom Italia, Enel, Equitalia, Assoelettrica, La 7, Fendi, Chanel, Mercedes, Krisler, KPMG e innumerevoli altre! Sono contenta. Adesso devo soltanto aspettare. Cosa c’è di meglio di una pizza ripiena con speck e mozzarella? A questo punto posso anche esagerare... Ma sì! Tortino al cioccolato con cuore caldo tempestato di nocciole e mandorle. Sono in estasi. Il mezzo chilo migliore della mia vita.

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Dieci giorni dopo... Inizio ad avere i primi dubbi. Forse la mia vita non cambierà proprio tutto di un tratto. Gli unici risultati conseguiti consistono in svariati panini, pizze, cioccolato e gelati, molti aperitivi e 3 chili in più nella mia bilancia elettronica. Telefonate: nessuna. E-mail: nessuna. Disperazione. Non mi resta che telefonare al mio luminare, l'adorato Professor Avv. Tancredi, l'unico essere umano che calma la mia insoddisfazione ricordandomi di essere umile e attendere senza ansia il momento giusto per far emergere le mie competenze. «Cara Maria Luisa, ricorda che nemmeno dopo molti anni di esperienza si ha davvero il diritto di definirsi “Avvocati”. Il titolo, come semplice status, non serve quasi a nulla ma, al contrario, se ti riferisci a questo per indicare professionalità, rispetto per il mandato che bisogna assolvere con puntualità e precisione e amore per la legalità, allora è qualcosa di meraviglioso che si acquista giorno per giorno. Non devi avere fretta ma coltivare ogni aspetto anche interiore di te stessa. Perché solo tutto questo, un giorno, farà di te un buon avvocato.» Cerco di tranquillizzarmi nell'assoluta convinzione della Sua infallibile esperienza e saggezza. Devo coltivare qualcosa di me stessa... Sì, qualcosa che magari non sia accudire amorevolmente il mio adipe e darmi una sacrosanta mossa.

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Dicembre Non posso mica aspettare così! Da sempre ottimizzo il tempo a mia disposizione. Perdere tempo vuol dire perdere occasioni e momenti preziosi. Se non ho nulla da fare di costruttivo almeno devo dormire per fare il pieno di energie ed essere ancora più pronta per il momento fatidico. Potrei andare in palestra e buttare i tre chili che ho preso. D’altronde ho un sacco di tempo a disposizione. E poi c’è proprio una piccola palestra sotto casa. Pausa di riflessione. La sola idea mi fa stare male. E poi il sudore è qualcosa che ricorda terribilmente il popolo. Non è femminile e non profuma. Al massimo posso accettare la sauna con annessa immediata doccia seguente. Di più proprio non posso. È anche vero però che non posso più stare chiusa tra queste quattro mura. Ho sempre detestato passare le giornate in quello che gli psicopatici definiscono dolce far niente e, ancor di più, farlo a casa mia. Questa mattina ho già passato lo straccio ben quattro volte, pulito i vetri, stirato persino le tovaglie e lucidato tutte le mattonelle, una a una, del bagno. Non so più davvero cosa inventarmi. Vado a fare la spesa! Questa è un'ottima alternativa! Così perdo un po’ di tempo prima di aprire per la centesima volta la mia casella di posta elettronica. Il supermercato, inoltre, è un luogo ricco di fascino. Tutti quei colori e quei profumi mi lasciano sempre stupita e poi mi diverte tantissimo osservare la gente mentre sceglie con cura e/o con indifferenza ciò di cui nutrirsi.

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Mi piacerebbe lavorare qua e sistemare tutti gli ortaggi seguendo una logica ben precisa di accostamento di colori. Non ho mai compreso perché si ostinino a disporre sempre (fateci caso perché dovunque è così) i pomodori pachino vicino a quelli san Marzano che, a loro volta, sono disposti a lato delle carote. Ma perché? Rosso intenso, rosso, arancione... È una sequenza senza senso. Ci vorrebbero le zucchine in mezzo! Comunque, tornando alla mia passione per gli ipermercati alimentari, c'è un altro motivo ben più valido ed è costituito dagli esseri maschili. Negli orari giusti, tipo il tardo pomeriggio, questo luogo pullula di uomini e, solitamente, uomini single o aspiranti tali per cui rientra nella top ten dei posti, da me frequentati assiduamente, dove ho serie possibilità di incontrare qualcuno che mi attragga. Sono davanti alle melanzane. La mia vita è una melanzana fritta. Non ho mai compreso il senso della melanzana al forno o peggio alla griglia. Le cose o si fanno come si deve o è meglio non farle, no? E allora che siano fritte! C’è davanti a me la nuova ragazza del mio ex. Uffa! Mi ha vista e sta venendo verso di me per salutarmi. Oddio c’è anche lui. E sono fermi entrambi davanti allo scaffale dei prodotti biologici: senza grassi, senza glutine, senza zucchero, senza sapore, senza nulla. Un pacco di biscotti da 250 grammi per soli 8 euro. Ecco perché sono così in forma. Lui sembra pure più giovane, oh! Un affarone! Nooooooooooo. Improvvisamente realizzo che sta per consumarsi una terribile e angosciante esperienza: sono in tuta, ho i capelli sporchi e sembra che mi sia passato un autocaravan di sopra. Per non parlare del fatto che ho una maglietta aderente, corta e che il pantalone della

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tuta è stretto, talmente stretto da far uscire l’adipe lateralmente dai fianchi. Che orrore. Sono imbarazzata. Mi vergogno di me stessa. Ho un aspetto orribile. SFATTA. Questa è la parola giusta. Sono sfatta. «Ciao! Ma quanto tempo! Come va?» «Tutto alla grande, grazie... Vado molto di fretta scusate, ho davvero tantissime cose da fare oggi.» Ho le mani sui fianchi... Ma perché questa ciccia maledetta non si comprime? E, soprattutto, perché lei invece è così incredibilmente magra? Magari è anoressica. Tiè! Sarà sicuramente per questo motivo. Avrà una marea di problemi psicologici. Che tristezza! Io invece sono in salute... Ma grassa. «Ma no, dai fermati un secondo... Che ci fai con tutte quelle melanzane scusa?» «Pensavo di fare la pasta al forno, stasera inviterò un po’ di amici a cena. Vorrei fare una serata a tema: siciliana.» «Ma dai! Ti sei data alla cucina! Bè si vede... Sei un po’ stanca o sbaglio? A proposito conosci Claudia, vero?» «Sì, la conosco.» E infatti la conosco, le ho già fatto la radiografia più volte. È magrissima e irritante. «Ciao, so che sei diventata avvocato, congratulazioni, finalmente...» «Bè... Veramente ho passato l’esame al primo tentativo.» «Ma, scusa, non hai trent' anni?» Piccola mocciosa irriverente e cafona che non sei altro. Coatta romana viziata e priva di umanità. Se potessi quelle come te verrebbero lapidate e il mondo sarebbe migliore e con più ossigeno e posti di lavoro! «Veramente ne ho 27, vi ho già detto che devo scappare? Scusate...»

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«Oh, cielo! Scusami... Forse è che sei un po’ ingrassata, non ti trovo in gran forma...» «Sì, sì, ok, buone feste...» Vorrei sprofondare nelle tenebre. Ingrassata? Forse è un incubo! Perché allora non riesco a svegliarmi? Ingrassata. Obesa. Spacciata. Vado a friggere le melanzane.

Ore dopo Palestra. Non mi resta che questa soluzione. Ho speso tutto in quelle scarpe maledette. Tra qualche giorno avrò persino il piede cicciotto e non mi entreranno più. Dietologo: prima visita 120 euro e poi 50 ogni settimana. Duecentosettantaeuroalmese. Non posso permettermelo. Palestra: 50 euro al mese tutto compreso. Oddio. Non ho scelta. È una questione di buon senso. Mi sento intrappolata. «Buongiorno, vorrei iscrivermi per questo mese.» «Soltanto questo mese? Guardi che c’è la promozione... 6 mesi a soli 200 euro. Le conviene tantissimo, praticamente paga solo quattro mesi e la quota di iscrizione è gratuita. Siamo a dicembre, adesso. Così a giugno sarà in forma perfetta.» «Mmhh... Non so. A dire il vero non sono proprio un’appassionata.»

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«Vedrà che appena inizierà a frequentare e a sentirsi meglio non potrà più farne a meno. Le assicuro che è così e poi fa bene non solo al fisico ma scarica le tensioni e rilassa.» «Mi ha convinto.» Ho perso altri 200 euro. So già che saranno buttati e che non riuscirò mai ad appassionarmi. Ho tanti difetti ma amo immensamente la mia persona e non sono masochista. Il giorno dopo sono pronta. Oggi farò la lezione di Body Sculpture. Tutta bella tonica! Abbasso la cellulite e il grasso. Ora si combatte! Sono le 10: 45 e sono un po’ in anticipo. La lezione inizia alle 11.00 Intanto faccio un po’ di bicicletta in sala pesi per scaldarmi. Ma guarda questa accanto a me! Dovrebbero fare degli studi approfonditi sulle donne da palestra! Ha dei muscoli spropositati, sorride mentre suda e continua a correre, correre, correre e ancora correre... Come se nulla fosse. Il seno sarà rifatto. Sta saltando come una pallina da tennis e non si muove. Probabilmente si è accorta del mio sguardo insistente... E penserà persino che io sia lesbica, visto che guardo senza sosta i suoi pettorali! Che vergogna! Devo andare via prima che sia troppo tardi, mi buttino fuori e si sparga la voce in tutto il quartiere... “Maria Luisa, la pervertita guardona”! Non è possibile. Questi sono matti. Ah, ecco. Sta per iniziare per la lezione. Mi posiziono in fondo alla sala... E c'è questo attrezzo davanti a me che credo serva per simulare gli scalini, visto che tutti non fanno che salire e scendere per riscaldare i muscoli. «Care signore iniziamo con un po’ di step per rassodare i glutei e le gambe, che ne dite?»

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«Sìììììììììì!» L'istruttore è un personaggio inquietante, sembra un tronista di Maria De Filippi, un po' tarchiato, maglietta aderente e si intravedono dei tatuaggi mostruosi. Penso sia molto crudele e, quasi sicuramente, un delinquente. Ha la barba incolta, è rasato e oltre a portare gli orecchini, disgustoso, ha anche un specie di collana-collare. È veramente orrendo. «Musica di Madonna in sottofondo e vai: uno e due e tre e quattro.» «Sali e scendi, Sali e scendi.» «Ritmo dai ritmo.» «Muovetevi! E cinque e sei e sette e otto.» «Tutto dall’inizio.» «Repeat. E uno e due e tre e quattro.» «Sali e scendi.» «Alza la gamba, più in alto.» «E cinque e sei e sette e otto.» «Avanti, più su la gamba, in alto, in alto.» «E di nuovo, da capo, bravissime.» Questi coglioni si stanno persino divertendo? Io sto per morire. Sono sudata, ho sete e non riesco a parlare. Mi fa male la pancia e credo di avere un crampo. Non devo mollare. E poi hanno tutte 40 anni e sembrano indistruttibili. Non è possibile. Le sento parlare di figli, amanti, matrimoni falliti e la quantità di soldi che riescono a spillare all’ex marito che ormai sta con una di 20 anni più giovane. Che squallore. La palestra è diseducativa e pericolosa. Se avrò mai una figlia giuro che non metterà mai piede in un posto del genere. Scandaloso. «Adesso prendete i pesi e mettete l’elastico alle caviglie.»

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Elastico alle caviglie? Ma che è? Sembro leggermente impacciata e mi brucia l’interno coscia. Come faccio ad aprire le gambe se ho un elastico che le tiene legate? Mi sento un salsicciotto. E non va bene. Questa è una tortura. «Ok, va bene, facciamo soltanto 5 serie da 30 e poi addominali.» Ho capito. Sarà sicuramente uno scherzo. Non c’è altra spiegazione... Sarà stato Donato per divertirsi un po’. Già me lo vedo sbucare, da un momento a un altro, con la telecamera in mano mentre ride a crepapelle. Sono finite le 5 serie da 30. Lo scherzo è bello quando dura poco, però. Sono passati quasi 40 minuti: adesso è troppo. Aiutatemiiiiiii! Vi prego. Vi prego. Mi viene da piangere. Addominali. La sola parola suona minacciosa. In fondo però siamo tutte sdraiate a terra. Posso anche fingere di farli e nascondermi. C’è quella stronza nel tappetino accanto al mio che mi guarda sorridendo. Ma cosa c'è di tanto divertente? Perché ridi? E pensa ai fatti tuoi, frustrata! Io almeno non ho tutti i vostri problemi. Sono ancora troppo poco disgraziata per appassionarmi. È finita la lezione. È ultima volta che vado in palestra. Se mai tornerò sarà tra venti anni con alle spalle miliardi di interventi chirurgici e una collezione interminabile di problemi e fallimenti subiti. Almeno potrò integrarmi e fare amicizia. Lo sapevo. 200 euro buttati. FINE ANTEPRIMA.CONTINUA...