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1 Le cardiopatie coinvolgono anche partner e familiari Con impegno contro le cardiopatie e l’ictus cerebrale Fondazione Svizzera di Cardiologia

Le cardiopatie coinvolgono anche partner e familiari · cardiopatici. Nel presente testo vengono usati talvolta en-trambi i generi, mentre altre volte viene data la preferenza

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Le cardiopatie coinvolgono anche partner e familiari

Con impegno contro le cardiopatie e l’ictus cerebrale

Fondazione Svizzera di Cardiologia

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Editrice

Fondazione Svizzera di CardiologiaDufourstrasse 30Casella postale 3683000 Berna [email protected] www.swissheart.ch www.swissheartgroups.ch

Grafica: Jenny Leibundgut, BernaFotografie: Daniela Friedli, Photographie, KappelTesto: Irène Dietschi, OltenStampa: GassmannPrint SA, Bienne

© Fondazione Svizzera di Cardiologia, 2a edizione aprile 2018

Questo opuscolo si rivolge a partner e familiari di pazienti cardiopatici. Nel presente testo vengono usati talvolta en-trambi i generi, mentre altre volte viene data la preferenza solo alla forma maschile o a quella femminile, per non appe-santire la leggibilità del testo. Vi preghiamo perciò di con-siderare che in quest’ultimo caso vengono intesi entrambi i sessi e vi ringraziamo per la comprensione mostrata.

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Indice

Introduzione 4

Il suo partner è malato di cuore 6

L’infarto cardiaco 6

Le malattie cardiache 7

Dopo il ricovero ospedaliero 15

Riacquistare fiducia nel proprio corpo 15

La partner che assiste 16

Alti e bassi dell’umore 18

Quando le fondamenta di vita vacillano 18

Collera, ansia, tristezza, senso di colpa 19

Strategie di superamento 22

Il mutamento della vita quotidiana 24

Cambiare stile di vita 24

Sessualità e cardiopatia 26

Avere cura della propria salute 27

Tornare alla normalità 30

Convivere con la malattia 30

Agire correttamente in caso di reinfarto 31

In caso di prognosi sfavorevole 32

Il nuovo equilibrio 33

Ulteriori informazioni e servizi 34

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Introduzione

Vive con una persona che ha subito un infarto cardiaco, che si è dovuta sottoporre a procedura cardiaca invasiva o intervento di cardiochirurgia oppure che soffre di un’altra malattia del cuore? Allora questo opuscolo fa per lei. Può inoltre essere d’aiuto anche ad altri membri della sua famiglia, nonché ad amici e conoscenti, perché una cardiopatia non colpisce solo il paziente, bensì anche chi gli è vicino, soprattutto il partner e i familiari.

In questo opuscolo viene data voce ai temi seguenti◆ Infarto cardiaco e altre malattie cardiache: che cosa è accaduto

esattamente alla sua partner o al suo partner?◆ La situazione della sua partner o del suo partner dopo il

ricovero ospedaliero◆ Alti e bassi dell’umore◆ Strategie di superamento◆ Esercitare uno stile di vita sano◆ Agire correttamente in un nuovo caso di emergenza◆ Convivere con la malattia: il nuovo equilibrio

Questo opuscolo non sostituisce in alcun modo le informazioni e i consigli che possono darle medici, infermieri esperti e altro personale specializzato in campo medico, né la solleva dal com-pito di confrontarsi con il partner e con le circostanze. Tuttavia, può fornirle alcuni suggerimenti sul modo di affrontare la situazione e sostenerla nella pianificazione del futuro.

La sua Fondazione Svizzera di Cardiologia

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Jürg e Jolanda Schifferle, la figlia Katja SchifferleContributo a pagina 28

Desideriamo porgere un sentito ringraziamento alle nostre pazienti e ai nostri pazienti cardiopatici, nonché ai loro familiari, per la disponibilità mostrata nel concedere interviste e fotografie.

Esther e René WüthrichContributo a pagina 8

Jürg e Ruth Stadelmann Contributo a pagina 20

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Elisabeth ed Eduard BachmannContributo a pagina 12

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Il suo partner è malato di cuore

L’infarto cardiaco

La sua partner o il suo partner ha subito un infarto, le cui mani-festazioni tipiche sono dolori forti e improvvisi al torace che irra-diano alle spalle, alle braccia, al collo o alla mandibola, eventual-mente accompagnati da sudorazione improvvisa e affanno respi-ratorio. Nella donna, i sintomi (per esempio nausea e vomito, oppure anche i forti dolori all’addome e alla schiena) sono tal-volta di più difficile attribuzione. Che cosa accade al cuore stesso in questa circostanza? In un punto ristretto (stenotico) di un’arte-ria coronaria del cuore si è formato un coagulo di sangue oppure si è rotta una placca calcificata che ha occluso il vaso sanguigno. Di conseguenza, la parte di muscolo cardiaco raggiunta dal vaso sanguigno interessato non riceve più ossigeno: un evento poten-zialmente mortale. Risulta quindi imperativo agire tempestiva-mente, perché in un’emergenza cardiaca «il tempo è muscolo», come dicono i cardiologi.

Se è stata presente al momento dell’evento, l’emergenza vis-suta dal suo partner l’ha coinvolta drammaticamente e lo shock ha scavato una ferita profonda anche nella sua memoria. Pro-babilmente quando ha chiamato il numero telefonico di emer-genza (144) si è sentita come paralizzata e, a posteriori, si sarà chiesta addirittura se ha veramente agito in modo corretto. Al sopraggiungere dei primi soccorsi è possibile che lo stress abbia allentato la sua morsa. Tuttavia, anche se non è stata presente in prima persona al momento dell’infarto cardiaco, è comunque estremamente preoccupata per il suo partner.

Nella fase acuta è importante che i familiari ricevano informa-zioni precise dal personale ospedaliero, per riuscire a farsi un quadro realistico della situazione. Nel corso del colloquio con il medico responsabile si dovrebbero porre le domande più pres-santi: quali sono gli esami previsti? Qual è la diagnosi? Sarà ese-guita un’angiografia coronarica mediante dilatazione con pal-loncino nel laboratorio di emodinamica? Oppure è necessario un intervento chirurgico? Il paziente potrà vivere e lavorare normal-mente come prima dell’infarto?

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Non abbia paura di rivelare che nutre grosse preoccupazioni. Sicuramente si sentirà meglio, se riuscirà a esprimere ansie e sen-timenti che la opprimono, piuttosto che voler dimostrare corag-gio a tutti i costi. Come familiare è stata colpita esattamente come il suo partner e ha diritto ad avere informazioni chiare.

Le malattie cardiache

Il cuore è il nostro organo più importante. Nel corso della vita di una persona batte all’incirca tre miliardi di volte, pompando circa 250 milioni di litri di sangue attraverso il corpo. Quando il cuore si ammala, l’essere umano è colpito nel profondo.

Si distinguono diverse forme di cardiopatie. Per esempio è pos-sibile che il suo partner abbia subito un infarto cardiaco o soffra di angina pectoris, oppure abbia ricevuto una diagnosi di aritmie cardiache o insufficienza cardiaca.

■ La cardiopatia coronarica. I depositi (placche) nelle pareti dei vasi sanguigni tipici dell’arteriosclerosi sono causa di restringimenti delle arterie coronarie del cuore che possono compromettere la circolazione sanguigna e, quindi, rendere insufficiente l’apporto di ossigeno al muscolo cardiaco. Il paziente manifesta di con-seguenza un senso di oppressione al petto durante sforzi quali fare le scale o camminare in salita: la cosiddetta angina pectoris. Nella coronaropatia può verificarsi anche l’occlusione completa di un’arteria coronaria a cui fa seguito l’infarto, ossia un evento potenzialmente mortale.

La coronaropatia è causata da fattori quali fumo, ipertensione arteriosa, valori sfavorevoli dei lipidi ematici (colesterolo), sovrap-peso grave, carenza di attività fisica, stress eccessivo e diabete mellito, ma anche la predisposizione familiare può svolgere un ruolo importante. Grazie agli ormoni femminili le donne sono parzialmente protette fino alla menopausa. Tuttavia, dopo il cli-materio l’infarto cardiaco si manifesta nella donna con la stessa frequenza che si osserva per l’uomo.

I restringimenti nei vasi coronarici che impediscono il flusso san-guigno possono essere risolti spesso mediante catetere a pallon-cino (angioplastica coronarica o dilatazione con palloncino).

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Esther e René Wüthrich, entrambi di 58 anni.

L’infarto cardiaco colpì René Wüthrich nel sonno, dopo un’intensa gior­nata di lavoro. Nel corso dell’intervento chirurgico di tre ore praticato in ospedale gli furono applicati cinque stent. Floricoltore e giardiniere a capo della propria azienda, René Wüthrich prese successivamente tre mesi di ferie non retribuite per seguire un programma di riabilitazione cardiaca ambulatoriale, nell’ambito del quale, grazie al sostegno pro­fessionale ricevuto, riuscì anche a smettere di fumare (prima dell’evento infartuale fumava tre pacchetti di sigarette al giorno). Due anni prima Esther Wüthrich aveva avuto un cancro al seno e, quasi contemporane­amente all’infarto di René, perse la madre. Ormai la coppia è riuscita a elaborare questi eventi traumatici e guarda di nuovo in avanti.

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René Wüthrich: «Ora viviamo con molta più consapevolezza di prima e andiamo più spesso in ferie. A casa abbiamo installato una piscina che utilizziamo spesso. Come coppia ci sosteniamo a vicenda e siamo ancora più consapevoli di tutto ciò che abbiamo in comune.»

Esther Wüthrich: «Una volta a casa dopo il ricovero in ospedale, René si comportò come se non fosse successo nulla e volle riprendere a vivere come prima. Fu allora che ebbi una crisi tale da farlo ritornare con i piedi per terra. A quel punto ci sedemmo intorno a un tavolo per parlare del nostro futuro.»

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A questo scopo, senza la necessità di anestesia generale, si inse-risce un catetere in un’arteria dell’inguine o del braccio e lo si fa avanzare fino al vaso coronarico con la stenosi, in corrispondenza della quale viene espanso per applicare uno stent (piccola strut-tura metallica cilindrica a maglie). Talvolta è necessario anche un intervento di bypass, in cui le stenosi vascolari vengono aggirate mediante arterie della parete toracica o tratti di vasi sanguigni prelevati dalla gamba o dal braccio. In questo caso si deve aprire la cassa toracica in anestesia generale e affidare temporanea-mente la funzione cardiaca a una macchina cuore-polmoni.

■ Cardiopatie valvolari. Il cuore umano ha quattro valvole con la funzione di garantire che nel cuore il sangue fluisca nella giu-sta direzione. Le valvole cardiache possono mostrare alterazioni già alla nascita, oppure acquisirle in seguito a infiammazioni reu-matiche o batteriche. In altri casi, le valvole sviluppano con l’età manifestazioni degenerative che ne compromettono la tenuta (insufficienza), oppure vanno incontro a calcificazioni e si restrin-gono (stenosi). Se le valvole non funzionano più correttamente, causano disturbi quali riduzione delle capacità fisiche, affanno respiratorio o dolori toracici. Le malattie delle valvole cardiache (vizi valvolari cardiaci) vengono scoperte all’auscultazione del cuore con lo stetoscopio, per essere poi diagnosticate con mag-gior precisione mediante esame ecocardiografico. Se la cardiopa-tia valvolare supera un determinato livello di gravità, deve essere corretta mediante intervento chirurgico o cateterismo cardiaco.

■ Insufficienza cardiaca. L’insufficienza cardiaca è spesso la conse-guenza tardiva di un infarto cardiaco precedente. Nell’infarto cardiaco si verifica la morte di una parte del muscolo cardiaco, che non viene più rifornito di sangue. In questa situazione, la parte del cuore ancora sana deve sobbarcarsi l’intero lavoro di pompa, per cui nel tempo il cuore può sovraffaticarsi e indebo-lirsi. Il cuore fiaccato non è più in condizione di pompare una suf-ficiente quantità di sangue e ossigeno nella circolazione sangui-gna, comportando tra l’altro affanno respiratorio, accumulo di liquidi nelle gambe e facile affaticamento, con conseguente ridu-zione della qualità di vita. Anche i difetti cardiaci congeniti o le cardiopatie valvolari possono causare insufficienza cardiaca, che costituisce una malattia cronica per la quale spesso non esiste una guarigione completa. Nonostante ciò, mediante i medicamenti o

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altre misure si possono alleviare i disturbi e rallentare la progres-sione della malattia, così che la maggior parte dei pazienti affetti da insufficienza cardiaca può condurre una vita attiva con una buona qualità di vita.

■ Aritmie cardiache. Ogni battito cardiaco viene indotto da un impulso elettrico. Diversi fattori possono far perdere il ritmo a questa regolazione elettrica, causando aritmie cardiache. L’arit-mia cardiaca più pericolosa e associata a pericolo di vita imme-diato è la fibrillazione ventricolare, ossia una «tempesta» scoor-dinata di contrazioni della muscolatura dei ventricoli cardiaci. In questa situazione la funzione di pompa del cuore viene a man-care, la circolazione sanguigna si arresta e il paziente perde cono-scenza. La fibrillazione ventricolare può essere risolta con uno shock elettrico (la cosiddetta defibrillazione), senza la quale questa emergenza diventa mortale. La più frequente di tutte le aritmie cardiache è invece la fibrillazione atriale, che consiste in un disturbo del ritmo degli atri cardiaci con conseguente battito cardiaco incoordinato ed eccessivamente rapido.

Esther Wüthrich: «La sera precedente al suo infarto cardiaco René era tornato a casa molto stanco dal cantiere e dal successivo allenamento tennistico. Sentiva muscoli doloranti e gambe pesanti. Di notte si svegliò diverse volte per cambiare la maglietta completamente bagnata. Io pensai addirittura che la sudata fosse un bene e contribuisse a eliminare l’affaticamento muscolare. Per questo motivo sono ora sempre un po’ preoccupata, quando René comincia a sudare intensamente, e gli prescrivo subito una pausa.»

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Elisabeth ed Eduard Bachmann, di 75 e 79 anni.

Eduard Bachmann, socio di lunga data del Club Alpino Svizzero (CAS), soffriva da diverso tempo di un calo di prestazioni fisiche durante le escursioni in montagna. Il cardiologo gli consigliò di sottoporsi a inter­vento di bypass coronarico, visto che con il semplice impianto di stent non sarebbe stato possibile eliminare le stenosi. Elisabeth Bachmann accusa una limitazione motoria a causa di una malattia nervosa, e per la vita quotidiana dipende dall’aiuto esterno. Mentre Eduard considerò l’intervento con distacco, i due mesi d’attesa fino alla data dell’opera­zione crearono a sua moglie grandi preoccupazioni. La coppia ha supe­rato bene la difficile situazione ed Eduard è di nuovo spesso in escur­sione con il gruppo senior del CAS.

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Grazie alla Sua donazione la Fondazione Svizzera di Cardiologia può

• sostenere i ricercatori in Svizzera affinché acquisiscano nuove conoscenze sulle cause delle cardiopatie.

• dare il suo supporto a progetti di ricerca per sviluppare nuovi metodi d’esame e di trattamento.

• consigliare le persone colpite e i loro familiari e mette a loro disposizione opuscoli informativi sulla patologia, sul trattamento e sulla prevenzione

• informare la popolazione sulla prevenzione efficace delle malattie cardio- vascolari e dell’ictus cerebrale e la motiva ad adottare uno stile di vita sano per il cuore.

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Con impegno contro le cardiopatie e l’ictus cerebrale

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Elisabeth Bachmann: «Eduard non aveva alcuna paura dell’intervento chirurgico, ma io ci pensavo in continuazione. Avrebbe superato l’intervento senza conseguenze? Che cosa avrei fatto, se gli fosse successo qualcosa? Nel corso delle quattro settimane in cui Eduard è stato in ospedale e poi in riabilitazione, mi hanno aiutato le nostre figlie e i vicini di casa, e per fortuna è andato tutto bene. Grazie a Eduard vivo in modo ampiamente autonomo.»

Eduard Bachmann: «Prima del ricovero ospedaliero ho cercato di mantenermi in forma, facendo ogni giorno camminate di un’ora e impegnandomi a casa con ginnastica e cyclette. Dall’intervento chirurgico mi sono ripreso rapidamente. Nella maggior parte dei casi va meglio di quanto si pensi.»

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Mentre alcuni pazienti manifestano chiaramente tachicardia o palpitazioni cardiache, accusano limitazioni fisiche o soffrono di affanno respiratorio, altri non si accorgono di nulla. Sebbene la fibrillazione atriale, a differenza della fibrillazione ventricolare, non costituisca un pericolo di vita acuto, può essere causa di com-plicazioni gravi. Le persone che soffrono di fibrillazione atriale hanno un elevato rischio di ictus cerebrale e possono sviluppare insufficienza cardiaca. In caso di aritmie cardiache si può ricorrere a medicamenti, dispositivi tecnici medici quali pacemaker car-diaco o defibrillatore impiantabile oppure anche intervenire con la cosiddetta «ablazione cardiaca».

■ Aneurisma. Con questo termine viene denominata la dilatazione di un segmento vascolare (per la maggior parte a carico dell’aor -

ta). Gli aneurismi vengono causati da ipertensione arteriosa, arte-riosclerosi o lassità tissutale congenita. I pazienti a cui viene dia-gnosticato un aneurisma dovrebbero essere operati tempestiva-mente, dal momento che con la rottura di questa dilatazione a livello di cavità toracica o addominale vi è un pericolo di morte imminente, e in alcuni casi l’unica possibilità di salvezza rimane solo l’intervento chirurgico d’urgenza. Se il medico accerta la presenza di una dilatazione dell’aorta (prestadio dell’aneurisma aortico), occorre controllarla regolarmente mediante ecocardio-gramma o altre tecniche d’esame e istituire una terapia antiper-tensiva in ogni caso di ipertensione arteriosa.

■ Disturbi circolatori alle gambe. L’arteriosclerosi può causare anche fenomeni di stenosi a carico delle arterie delle gambe, con conseguenti disturbi circolatori. Questa malattia è denomi-nata arteriopatia obliterante periferica (AOP), anche nota come «malattia delle vetrine», perché la carenza di ossigeno provoca disturbi alla deambulazione che obbligano le persone colpite a fermarsi di continuo. Nello stadio avanzato subentra addirittura morte tissutale, che interessa per lo più le dita dei piedi («gamba del fumatore»). Smettere di fumare e praticare un allenamento per la deambulazione possono arginare i sintomi. Anche la dila-tazione delle arterie stenotiche mediante angioplastica è un rimedio efficace, ma per ripristinare la normale circolazione nelle gambe e nei piedi si deve talvolta ricorrere all’intervento chirurgico.

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Dopo il ricovero ospedaliero

Riacquistare fiducia nel proprio corpo

Dopo la fase acuta della malattia il suo partner dovrebbe possi-bilmente seguire un programma di riabilitazione cardiaca, nel quale, con l’ausilio di misure mirate, gli viene facilitato il ritorno alla realtà quotidiana e gli viene indicato come adottare e man-tenere a lungo uno stile di vita più consono alla salute del cuore.

Obiettivi della riabilitazione cardiaca◆ Ripristinare l’efficienza fisica e riacquistare fiducia nel proprio

corpo.◆ Riconoscere i comportamenti dannosi per la salute e modificarli

in modo durevole.◆ Ridurre al minimo i risvolti negativi della cardiopatia sulle

condizioni psichiche.

In che cosa consiste la riabilitazione cardiaca? Si tratta di un programma volto a migliorare gradualmente l’efficienza fisica mediante ginnastica, terapia con training medico, walking, aqua-fit e ciclismo. Contemporaneamente il paziente viene seguito da vicino sia dal punto di vista medico sia da quello psicologico, e viene motivato a ridurre i rischi per la salute, per esempio aiu-tandolo a smettere di fumare. L’assistenza completa offerta dall’équipe di riabilitazione trasmette un senso di sicurezza che, soprattutto nei primi mesi dopo l’infarto cardiaco, per il paziente e per i familiari o il partner diventa decisivo ai fini della guari-gione. Durante la riabilitazione (e anche successivamente!) non è necessario tenere il paziente «nella bambagia».

In accordo con il medico curante, il suo partner potrà scegliere tra un programma ambulatoriale e una clinica riabilitativa (riabilita-zione con permanenza).

■ Riabilitazione ambulatoriale. Il paziente vive a casa propria e frequenta tre volte alla settimana un programma di riabilitazione tenuto da un ospedale, un centro salute o una rete di medici. Il programma ambulatoriale dura dodici settimane, è diretto da un cardiologo e viene condotto da fisioterapisti o insegnanti di ginnastica con apposita formazione.

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■ Riabilitazione con permanenza. Viene tenuta in una clinica di riabilitazione e ha una durata di tre o quattro settimane. Seb-bene l’assistenza specialistica e i contenuti del programma siano identici a quelli della riabilitazione ambulatoriale, la riabilita-zione con permanenza rende possibile un’assistenza medica e infermieri stica più intensiva e un’offerta di moduli di training più gradualizzati e commisurati alle capacità fisiche di ciascun gruppo di pazienti.

■ Riabilitazione con permanenza o ambulatoriale? La riabilitazione cardiaca ambulatoriale costituisce la terapia convenzionale per pazienti autonomi che sono stati sottoposti ad angioplastica coronarica o intervento di bypass senza complicazioni. I vantaggi della riabilitazione ambulatoriale consistono nel fatto che il paziente si ristabilisce nel proprio ambiente familiare, e fin dal primo momento può assumersi la responsabilità delle proprie condizioni fisiche. La riabilitazione con permanenza è raccoman-data per pazienti che dopo l’intervento di cardiochirurgia sono ancora molto deboli, hanno un decorso complicato o soffrono di malattie concomitanti. Anche i pazienti che necessitano di un momento di distacco dall’ambiente professionale e/o familiare traggono vantaggio dal ricovero ospedaliero.

Anche il partner deve essere partecipe, essendo chiamato a svol-gere un ruolo fondamentale, nel caso in cui si debbano fissare nuovi paletti alla vita quotidiana, per esempio adeguando l’ali-mentazione e adottando insieme uno stile di vita attivo e attento alla salute.

La partner che assiste

Sebbene quando torna a casa dall’ospedale o dalla clinica di riabilitazione il suo partner abbia ampiamente recuperato dal punto di vista fisico, spesso non ha ancora l’equilibrio psichico originario e deve riprendersi dallo shock emozionale determinato dall’evento, ritrovando gradualmente fiducia in se stesso, nel proprio cuore e nel proprio corpo. È possibile che il suo partner trovi difficile accettare la necessità di introdurre drastici «cambi di rotta» per riacquistare e mantenere la salute. Si prepari all’eventualità che talvolta possa mostrarsi insicuro, ansioso, abbattuto, lunatico, incontrollato o addirittura aggressivo, tanto più se alle circostanze si aggiungono i sintomi di un’eventuale

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astinenza dalla nicotina. Non avrebbe mai pensato che il suo partner sarebbe diventato da un giorno all’altro un paziente cardiopatico, eppure adesso, seppure involontariamente, anche la sua vita è cambiata. La sua famiglia, i medici e anche il suo stesso partner si aspettano che si assuma parte della responsa-bilità per la salute del paziente, per esempio preoccupandosi che assuma regolarmente i medicamenti, riduca il peso corporeo o pratichi attività fisica a sufficienza.

Il suo sostegno rappresenta un fattore fondamentale nel processo di guarigione, ma nonostante ciò eviti nel limite del possibile di diventare una «coterapeuta». È possibile che questo ruolo la attragga, perché così «può fare qualcosa», si distoglie dai pensieri negativi e riesce a compensare in parte la perdita di controllo subita con la malattia del suo partner. Deve però essere consa-pevole che in qualità di coterapeuta ha un paziente che è anche il suo partner, e questa costellazione cambia sostanzialmente le dinamiche di coppia. Il sostegno da lei offerto non deve neppure sconfinare mai nell’imposizione di prescrizioni («d’ora in poi devi praticare più sport») o divieti («non devi mangiare più il dessert»). È comprensibile che come congiunto abbia il bisogno di non lasciare nulla di intentato, affinché il suo partner ritorni in salute il più presto possibile, ma l’esperienza insegna che un’assistenza troppo attiva dei familiari può essere percepita dal paziente come soffocante e quindi rivelarsi controproduttiva, con possibili risvolti negativi anche sul rapporto di coppia. Per questo è preferibile che sostenga il suo partner da pari a pari.

Qualche suggerimento◆ Eviti che le condizioni di salute del suo partner siano continua-

mente al centro dell’attenzione.◆ Dedichi del tempo a sé stessa e continui a fare cose che ritiene

importanti.◆ Dica al suo medico di famiglia che il suo partner è cardiopatico,

perché è importante che sia salvaguardata anche la sua salute.◆ Informi il suo datore di lavoro della sua situazione e dell’eventua-

lità che occasionalmente debba prendersi un giorno libero.◆ Se sente di non essere all’altezza della situazione, cerchi di par-

lare con i familiari, con gli amici o con il suo medico.

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Alti e bassi dell’umore

Quando le fondamenta di vita vacillano

Dato che il cuore è un organo vitale, le malattie cardiache ven-gono percepite come una minaccia all’esistenza stessa. La cer-tezza di avere «in pugno» la vita lascia il posto a una sensazione di ineluttabilità. Improvvisamente vengono messe in dubbio molte cose che prima erano ovvie: il corpo e il suo funzionamento, i rapporti sociali, l’attività professionale, la sicurezza materiale e addirittura determinate scale di valori. «Avrei potuto morire» è il pensiero shockante che in molte persone colpite comporta una domanda poco rassicurante: «Cosa posso ancora pretendere dal mio cuore e dal mio corpo?» Date queste premesse non è affatto sorprendente che si sviluppino sintomi depressivi o disturbi d’an-sia in un quinto delle persone che hanno subito un infarto, si sono dovute sottoporre a un intervento di cardiochirurgia, sono sopravvissute a un arresto cardiaco o soffrono di insufficienza cardiaca grave.

Anche i pilastri su cui ha fondato la sua vita hanno cominciato a vacillare e forse è gravata dalle stesse preoccupazioni che assil-lano il suo partner: «Come sarà la nostra vita insieme?», «Come posso gestire le paure per la salute del mio partner?» È normale anche il fatto che di tanto in tanto venga colta dall’amarezza per i drastici mutamenti di vita subentrati. Talvolta si potrà sentire stressata, soprattutto se, oltre al sostegno del suo partner, conti-nua ad essere impegnata nella professione e/o in famiglia. È pos-sibile che si senta sola e che nessuno riconosca ciò che sta pas-sando e tutto il suo impegno.

Eduard Bachmann: «Ho cominciato a sentire i primi sintomi già anni fa, ma solo in occasione di sforzi considerevoli, durante escursioni in montagna di dislivello superiore a 700–800 metri. L’esame di RM a cui mi sottoposi un anno dopo non evidenziò alcun segno di rilievo.»

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Il primo passo per un approccio meno gravoso alla malattia è la conoscenza: accompagni dunque il suo partner alle visite medi-che e chieda informazioni precise su ciò che può essere in grado di fare e sulla prognosi. Le informazioni obiettive di prima mano sono tranquillizzanti e recano sollievo anche per lei.

Collera, ansia, tristezza, senso di colpa

Può succedere che il suo partner si faccia anche dei rimproveri: «Avrei potuto evitare la mia cardiopatia?» oppure «Se solo avessi smesso di fumare vent’anni fa!» Cerchi di sfruttare in modo costruttivo questi pensieri negativi, trasformandoli in motiva-zione per un cambiamento dello stile di vita: «Il passato non può essere cambiato, ma ora è giunto il momento di dire basta al fumo.»

Anche lei potrebbe manifestare sensi di colpa: si sente male, perché seguire e sostenere il partner malato sono per lei un impe-gno (troppo) gravoso e, contemporaneamente, ritiene che tali sensazioni non le siano permesse, dato che in realtà è il suo part-ner ad essere malato. Si tratta di un classico circolo vizioso fatto di sovraccarico psicofisico, ansia e sensi di colpa che affligge molti familiari dopo un infarto cardiaco.

I sensi di colpa possono essere indotti anche da osservazioni non ponderate provenienti dall’ambiente circostante, per esempio quando si lascia intendere che avrebbe potuto risparmiare al suo partner momenti di stress, arrabbiature o conflitti. I rimproveri che potrà fare a se stessa saranno ancora più violenti, qualora l’infarto abbia colpito il suo partner nel bel mezzo di una crisi coniugale, per cui a maggior ragione si chiederà se non sia stata proprio lei la «causa» dell’evento.

È assolutamente normale che come congiunto si reagisca con sentimenti intensi, contraddittori e negativi. La più semplice via d’uscita dalla spirale dei sensi di colpa è dare forma a questi pensieri, riportandoli sulla carta: «Che cosa mi rimprovero? Che cosa mi rimproverano le persone che mi circondano?» Queste critiche vanno discusse con il medico del suo partner o della sua partner, che nella maggior parte dei casi potrà mostrarle che il suo comportamento non è affatto o certamente non è l’unica

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Jürg e Ruth Stadelmann, di 68 e 66 anni di età.

Entrambi hanno alle spalle una dilatazione con palloncino. Jürg Stadel­mann si rivolse al medico a causa di un’angina pectoris, e nel corso degli ulteriori accertamenti fu diagnosticata una cardiopatia coronarica. Per Jürg Stadelmann l’operazione al cuore è stato il fattore determinante che lo ha portato a cambiare la vita da cima a fondo: ha abbandonato il posto di controllore tecnico delle FFS, nel quale doveva sopportare una pressione psicologica sempre maggiore, e ha cambiato settore. Inoltre ha smesso di fumare. Quando dieci anni dopo sua moglie Ruth manifestò gli stessi disturbi, la esortò a sottoporsi subito ad accertamenti. La sua esperienza con la malattia ebbe un peso determinante nel far in modo che sua moglie fosse trattata tempestivamente.

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Jürg Stadelmann: «Non appena ebbi la certezza che Ruth era in buone mani, svanì anche la paura per lei. Abbiamo agito entrambi nel modo migliore, ed ora stiamo bene.»

Ruth Stadelmann: «I sintomi sono comparsi in primavera, con una sensazione di oppressione al torace che svaniva dopo pochi minuti ed era accompagnata da grande stanchezza. Un giorno d’estate, durante le nostre ferie in Sardegna, l’oppressione al torace si protrasse per ben venti minuti, durante i quali mi colse il panico. Al termine dell’episodio mi riproposi di rivolgermi immediatamente al medico una volta a casa.»

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causa del problema cardiaco. In questo modo impara a ricono-scere anche quanto sia stata talvolta intransigente verso se stessa. Sia più tollerante nei suoi confronti e si conceda tempi e spazi per ricollocare la malattia del suo partner o della sua partner anche nel suo mondo interiore.

Il fatto che i pensieri negativi non la abbandonano deve far scat-tare un campanello d’allarme. Per esempio, nel caso in cui la paura che il partner possa soffrire di una recidiva domini la sua vita emotiva per settimane o mesi e la paralizzi, oppure quando, stretta nella morsa della rabbia e dei pensieri depressivi, si isola socialmente. Sono tutti segnali d’allarme da prendere sul serio. In questo caso, la cosa migliore da fare è rivolgersi a una persona di fiducia o consultare uno specialista.

Strategie di superamento

Molti pazienti cardiovascolari vivono la guarigione con alternanza di condizioni diverse: un giorno si osserva un miglioramento e quello successivo va di nuovo peggio. Se magari dal punto di vista psichico il suo partner o la sua partner si adattano presto alla nuova situazione, il corpo necessità di più tempo. Viceversa, è possibile che il paziente si ristabilisca fisicamente con relativa rapidità, ma inizi a elaborare mentalmente l’evento solo con un certo ritardo. Alcuni pazienti mostrano per esempio segni di depressione solo settimane o addirittura mesi dopo l’evento.

Anche lei, come familiare, deve superare l’evento, e probabil-mente ha un modo differente di affrontare le difficoltà. La sfida consiste ora nel trovare una strategia di superamento in comune, che non è sempre un’impresa facile, per esempio qualora il part-ner non abbia intenzione di occuparsi troppo della malattia, mentre lei dà molta importanza al coinvolgimento del suo part-ner. Oppure quando lui non vuole assumere i medicamenti anti-pertensivi e lei è convinta che l’ipertensione sia stata responsa-bile dell’infarto. Comportamenti di questo genere da parte del suo partner possono scatenare in lei senso di impotenza, frustra-zione, ansia o addirittura collera. Magari pensa che il suo part-ner stia mettendo in gioco la propria vita, senza che lei possa fare nulla. Si vede allora sempre più confinata nel ruolo della bronto-lona, mentre in realtà desidera solo essere d’aiuto.

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Prima che ciò succeda, dovreste mettere in chiaro quali sono le strategie per gestire le diverse situazioni e a chi tocca metterle in pratica. E se si accorge che a poco a poco la situazione sta uscendo dai binari, dovrebbe cambiare direzione, perché quanto più si ostina nel suo «modo di affrontare la malattia», tanto meno incontrerà l’accondiscendenza del suo partner. L’obiettivo non sono due vie diverse, ma un cammino condiviso, perché avete davanti a voi una vita in comune che vi riserva ancora molte cose.

Per non cadere in una spirale negativa◆ si concentri sui cambiamenti positivi del suo partner e cerchi

di enfatizzarli, per esempio lodandolo per il fatto che non abbia preso ulteriori chili, nel caso venga toccato l’argomento «peso corporeo»,

◆ si ricordi dell’importanza degli aspetti positivi della sua unione quando il suo partner era ancora in salute. Cerchi di trasferire nella nuova situazione i precedenti punti di forza del suo rapporto.

Ruth Stadelmann: «Io non sono la classica candidata a problemi cardiaci: non ho mai fumato, non sono in sovrappeso e ho sempre seguito un’alimentazione equilibrata. La mia arteriosclerosi è probabilmente di natura ereditaria, visto che anche mio padre ha avuto per tutta la vita valori elevati di colesterolo.»

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Il mutamento della vita quotidiana

Cambiare stile di vita

Il suo partner o la sua partner è in gran parte il primo responsa-bile della possibilità di vivere in salute dopo la cardiopatia. Fon-damentale a questo proposito è «buttare a mare» le abitudini sfavorevoli e (insieme) sperimentare e mettere in pratica uno stile di vita salutare.

Elementi di uno stile di vita sano per il cuore

■ Smettere di fumare. Il fumo è il fattore di rischio principale per la cardiopatia coronarica e l’infarto cardiaco, e pertanto è tabù sia per il paziente cardiopatico sia per il resto della famiglia. Fintanto che il partner continua a fumare, astenersi dal fumo è molto difficile. Inoltre, per il cardiopatico risulta dannoso anche il fumo passivo, ossia quello espirato dal partner. Non è importante il modo con cui smettete di fumare, quanto il fatto che lo facciate entrambi!

■ Alimentazione equilibrata. Adottate una dieta sana per il cuore e molto varia. È scientificamente dimostrato che la dieta medi-terranea, composta da molta frutta, verdura, insalata, prodotti integrali, grassi e oli salutari (di oliva e di colza), pesce, pollame, cipolle, erbe aromatiche e aglio, nonché il consumo moderato di vino rosso, siano in grado di proteggere dalle malattie cardio-vascolari. Grazie a questa forma di alimentazione riesce anche più facile raggiungere il controllo del peso corporeo, che a sua volta si ripercuote positivamente sul cuore e, inoltre, elimina il sovrac-carico di articolazioni e schiena.

■ Movimento. Nella medicina moderna, muoversi con regolarità ha praticamente l’importanza di un medicamento! La dose gior-naliera raccomandata per i pazienti cardiopatici è pari a 30–60 minuti di attività fisica che comporti lieve sudorazione, respira zi-one profonda e accelerazione del polso. Le forme di movimen to ideali sono quelle facilmente integrabili nella vita quotidiana: recarsi al lavoro a piedi o in bicicletta, salire le scale invece di prendere l’ascensore o la scala mobile. Per i pazienti cardiopatici sono particolarmente indicati il nordic walking, la bicicletta, il nuoto, l’aquafit o il cardio-training in un gruppo del cuore o in

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un centro fitness. Nella fase di riabilitazione, il medico darà istru-zioni al suo partner riguardo alla natura e all’intensità dell’atti-vità fisica che potrà praticare.

■ Meno stress. Dopo un evento cardiovascolare è imperativo cer-care di rilassarsi, perché lo stress cronico, soprattutto se negativo, favorisce l’arteriosclerosi. Quando l’organismo si imposta su un livello di tensione elevato, il polso a riposo e la pressione arte-riosa fanno segnare di continuo valori superiori alla norma, che provocano sovraccarico cardiaco, sviluppo di reazioni infiamma-torie nelle pareti vascolari e attivazione delle piastrine. La conse-guenza è un aumento del rischio che si formino trombi (coaguli di sangue) in grado di occludere un’arteria coronaria. È questo il motivo per cui il suo partner deve «scalare una marcia», se finora ha affrontato la vita con una corsa frenetica e senza tregua. A questo proposito lo si deve proteggere dallo stress negativo quale quello indotto da mobbing, cattivo ambiente di lavoro o sovraccarico professionale.

■ Medicamenti per il cuore. Il fattore decisivo per la guarigione e la neutralizzazione del rischio è l’assunzione regolare dei medi-camenti prescritti, in special modo gli ipocolesterolemizzanti, gli antipertensivi e gli anticoagulanti.

■ Gruppi del cuore. Affinché i cambiamenti dello stile di vita appresi durante la riabilitazione cardiaca assumano un carattere duraturo, è caldamente raccomandata l’iscrizione a un gruppo del cuore. In Svizzera si contano oggigiorno circa 140 gruppi del cuore, in cui i pazienti cardiovascolari si incontrano una o più volte alla settimana per il cardio-training e lo scambio di espe-rienze. I gruppi del cuore offrono l’ambiente motivante e sano per riacquistare e mantenere la forma fisica dopo la cardiopatia.

■ Rapporto di coppia. Gli studi hanno dimostrato che un rapporto di coppia stabile esercita un effetto positivo sulla salute. Anche per questo motivo il partner o la partner ha un ruolo importante nel processo di guarigione. Il suo influsso sullo stile di vita condi-viso è grande. Sfrutti questa opportunità! A questo scopo non è necessario che vesta subito i panni della terapista che controlla e determina ogni cosa. La coppia è fondata su un rapporto di scam-bio caratterizzato dal dare e dal ricevere. Anche al suo partner deve stare a cuore il suo bene, per cui l’impulso a cambiare diversi

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aspetti della vita quotidiana e ad abbracciare un modo di vivere più sano deve scaturire anche da lui. Solo così potrà riuscire a far sì che il cambiamento assuma la forma di interazione fondata sul rispetto reciproco.

Sessualità e cardiopatia

Molti pazienti cardiopatici, indipendentemente dal sesso, sono assillati dal dubbio se dopo un infarto cardiaco o un intervento di cardiochirurgia, oppure in caso di insufficienza cardiaca, pos-sano essere di nuovo sessualmente attivi senza preoccupazioni. La verità è che al termine della fase di riabilitazione quasi tutti i pazienti cardiopatici possono avere una vita sessuale appagante, sempre che nella vita di tutti i giorni riescano di nuovo a soppor-tare sforzi senza disturbi di sorta.

Parecchie persone colpite e i loro partner hanno paura di potersi sovraffaticare eccessivamente nel corso del rapporto sessuale e quindi andare incontro a un nuovo infarto cardiaco o addirittura alla morte, come talvolta viene rappresentato drammaticamente al cinema. Per fortuna questa preoccupazione è per lo più infon-data, perché se è vero che durante i rapporti sessuali aumen-tano la pressione arteriosa, il polso e la frequenza respiratoria, è altrettanto vero che lo sforzo è paragonabile a quello che si com-pie quando si pedala a velocità moderata, si cammina a passo sostenuto, si sale le scale energicamente o si nuota. Anche la maggior parte delle persone con insufficienza cardiaca può con-tinuare ad avere una vita sessuale attiva, a condizione che le con-dizioni siano stabili. Come per altre attività, le persone colpite dovrebbero rinunciare al sesso, nel caso manifestino malessere, soffrano di affanno respiratorio grave o accusino dolori al torace. Il sesso è responsabile di un nuovo infarto cardiaco solo in casi estremamente rari, e i pochi casi documentati riguardano in pra-tica esclusivamente rapporti al di fuori della coppia, che notoria-mente comportano uno stress aggiuntivo.

Il suo partner avrà probabilmente bisogno di un certo tempo per imparare a valutare i propri limiti nel campo della sessualità. Negli uomini, la disfunzione erettile dopo una malattia cardio-vascolare è un’evenienza per nulla insolita e spesso dovuta a stress. In casi rari si tratta di conseguenze indesiderate di deter-minati medicamenti. Per questo è importante che affronti con il

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suo partner questo argomento nell’ambito della visita medica. Il medico potrà eventualmente impiegare altri medicamenti o pre-scrivere anche medicamenti che favoriscono l’erezione, previa valutazione della cardiopatia del suo partner.

Come partner è probabile che si chieda anche cosa rappresenti in realtà per entrambi la vita sessuale: l’atto in sé? La vicinanza? L’intimità? Quali altre forme di sessualità mette in pratica, se il suo partner manifesta desiderio sessuale, ma soffre di disfunzione erettile? Forse trova altre vie per manifestare vicinanza fisica e intimità. Anche i contatti affettuosi o i baci possono essere molto gratificanti ed eventualmente recare conforto al partner.

Per aiutare il suo partner a ritrovare una vita sessualesoddisfacente◆ Eviti pasti pesanti poco prima dell’attività sessuale, atteggiamenti

frettolosi o situazioni emozionalmente gravose.◆ Stia attenta che il suo partner non assuma nitroglicerina o

preparati analoghi in concomitanza con medicamenti che favoriscono l’erezione.◆ Parli apertamente delle aspettative o dei problemi riguardanti

il sesso.

Avere cura della propria salute

Aiutare il partner o la partner cardiopatica a tornare alla vita di tutti i giorni è un compito importante e, nella maggior parte dei casi, assai gratificante. Il grande impegno profuso non deve però far perdere di vista le proprie esigenze e la propria salute.

Suggerimenti utili per il partner del paziente cardiopatico◆ Chiedere sostegno: affidi di tanto in tanto l’assistenza anche ad

altre persone di fiducia. Se qualcuno le offre aiuto, non lo rifiuti.◆ Guardare anche a se stessi: si proponga di mangiare in modo

sano, muoversi a sufficienza e dormire adeguatamente. Abbia cura di sé. Faccia cose che le piacciono.

◆ Affrontare i problemi per gradi: si ponga traguardi parziali realistici, invece di pretendere di risolvere tutti i problemi in

una volta.

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Jürg e Jolanda Schifferle, la figlia Katja Schifferle.

Jürg Schifferle, autista di professione e appassionato ciclista, subì un infarto grave una sera d’inverno, dopo la festa di compleanno di suo nipote. Il 63enne aveva dolori insopportabili al torace e non riusciva quasi a respirare. Sua figlia Katja, attiva nel campo dell’assistenza sanitaria, chiamò il numero di emergenza e accompagnò il padre nell’ospedale cantonale. La notte stessa Jürg Schifferle fu trasferito nell’ospedale universitario, dove la mattina seguente fu anche operato. Ora ha recuperato bene e ha ripreso la sua professione. Dopo l’infarto del padre, Katja Schifferle soffrì per mesi di problemi del sonno. Aveva paura di non sentire la chiamata della madre, nel caso in cui Jürg Schifferle avesse manifestato un nuovo evento acuto.

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Jürg Schifferle: «Nella circolazione stradale una volta mi arrabbiavo moltissimo. Ora è passato e ho un atteggiamento più distaccato. Il mio obiettivo è quello di riuscire a tornare in sella. Le probabilità sono buone, visto che il mio ECG da sforzo indica valori eccellenti.»

Katja Schifferle: «Mentre aspettavamo l’ambulanza, mi turbinavano per la testa mille pensieri, tra cui la possibilità che mio padre potesse morire. L’unica idea chiara che fui in grado di formulare in quel momento fu ‘fiori di girasole, crematorio, nessun cimitero’.»

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◆ Guardare le cose obiettivamente: i problemi appaiono spesso giganteschi, soprattutto se li rimugina di notte. Cerchi di guar-dare le cose sotto la giusta prospettiva, separando ciò che è importante da tutto il resto.

◆ Concedersi delle pause e rilassarsi: integri piccole isole di relax nella vita quotidiana. Massaggi, yoga, Pilates, meditazione, cinema, concerti o cene con gli amici possono farle ricaricare

le batterie.

Tornare alla normalità

Convivere con la malattia

Con il passare delle settimane e dei mesi la minaccia della dia-gnosi «cardiopatia» passa sempre più in secondo piano, lasciando sempre più spazio alla normalità nella vita della coppia. Tuttavia, è interessante analizzare il modo in cui i due partner affrontano nel lungo periodo i cambiamenti causati dall’evento.

Uno studio sulle cure condotto a Zurigo ha dimostrato la presenzadi tre distinti modelli principali◆ Per un ampio gruppo di coppie l’evento rappresenta un’oppor-

tunità di cambiare il rapporto in modo costruttivo. «Ripensan-doci, l’infarto ha avuto anche aspetti positivi», è la conclusione a cui giunge questo gruppo. Queste coppie sono state riscosse dall’evento, che è servito a ricordare di prestare maggiori atten-zioni al compagno o alla compagna, abbandonare le abitudini malsane e godere della vita (insieme).

◆ Nel secondo gruppo si collocano persone che la malattia ha reso insicure. Queste coppie cercano insieme di tenere in scacco l’ansia, che opprime il rapporto dal primo incontro con la malattia.

◆ Per il terzo gruppo di coppie la cardiopatia ha generato un senso di delusione o addirittura di sconfitta, soprattutto quando entrambi pensano di aver vissuto in modo sano e di essersi ali-mentati correttamente. Non raramente queste coppie hanno difficoltà a ritrovare serenità nella vita.

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A prescindere dalle differenze esposte sopra, lo studio ha indivi-duato anche un comune denominatore: tutte le coppie si sono riproposte di dedicarsi più attenzioni. Ciò dimostra che la malat-tia comporta sempre conseguenze per il rapporto di coppia: sia negative che positive. La cardiopatia è quindi in grado di moti-vare entrambi i partner a migliorare il proprio rapporto.

Se il suo partner ha ancora una vita lavorativa, dopo un certo tempo potrà riprendere la sua attività professionale. La maggior parte delle persone colpite può raggiungere di nuovo il livello di prestazioni che aveva prima dell’infarto cardiaco. Il ritorno sul posto di lavoro è tuttavia associato anche a un certo grado di rischio di ricadere negli stessi schemi comportamentali poco salutari del passato. Aiuti il suo partner ad osservare una dieta sana nella pausa pranzo sul posto di lavoro, a non ricominciare a fumare e, possibilmente, a tenere controllati stress e agitazione. Metta in chiaro che la salute ha la priorità e che una recidiva riguarderebbe anche lei.

Agire correttamente in caso di reinfarto

Lei e il suo partner sperate naturalmente che l’episodio infartuale rimanga unico e che vi venga risparmiato un ulteriore evento. Tuttavia, dovete prevedere ed essere preparati a tale eventualità.

Sintomi per riconoscere un’emergenza cardiaca◆ Sensazione di forte pressione e dolore costrittivo, opprimente o

bruciante al petto che durano più di 15 minuti, sovente associati ad affanno respiratorio e paura di morire.

◆ Talvolta irradiazione dei dolori all’intera cassa toracica, verso entrambe le spalle, le braccia, il collo, la mandibola o la bocca dello stomaco.

◆ I possibili sintomi concomitanti sono pallore, colorito smorto del viso, nausea, debolezza, sudorazione improvvisa, difficoltà

respiratorie, polso irregolare.◆ Il dolore è indipendente dai movimenti del corpo o dalla respira-

zione e non scompare anche dopo assunzione di nitroglicerina.

Che cosa si deve fare? Chiamare immediatamente il numero di emergenza 144!

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Meno tipici sono i segnali d’allarme del cosiddetto infarto silente: improvviso calo di rendimento, esaurimento inspiegabile, affanno respiratorio al minimo sforzo e nausea. Questi sintomi atipici si manifestano soprattutto nelle donne o nei diabetici, per cui tal-volta in questi gruppi di persone l’infarto cardiaco non viene subito riconosciuto come tale. Dopo la menopausa le donne sono colpite dalle cardiopatie con la stessa frequenza osservata negli uomini. Che cosa si deve fare? Se si sospetta un infarto silente, si deve contattare immediatamente il medico.

In caso di prognosi sfavorevole

Per tornare alla vita normale, i pazienti con insufficienza cardiaca incontrano un percorso lastricato di più ostacoli: la loro condi-zione è cronica e il rendimento fisico permane a un livello infe-riore, al quale si devono rassegnare. Non raramente questa situa-zione esercita un’influenza anche sulla psiche, per cui i pazienti con insufficienza cardiaca soffrono di depressione con maggiore frequenza rispetto alle persone fisicamente sane.

La malattia del suo partner o della sua partner ha conseguenze anche per lei. È possibile che sia costretta a ridurre il carico di lavoro per poter aiutare il suo partner o debba intraprendere un’attività lavorativa per contribuire al reddito, visto che il suo partner non può più lavorare o lo può fare solo in misura limi-tata. Questi cambiamenti nella sua situazione di vita e anche i problemi psichici di cui potrebbe soffrire il suo partner possono minare le sue condizioni psicofisiche.

È fondamentale che riconosca tempestivamente quando gli impe-gni eccessivi minacciano di opprimerla. Cerchi di cogliere i segnali d’allarme del corpo e della psiche e presti attenzione ad analo-ghi avvertimenti provenienti dal suo ambiente sociale. Si avvalga del sostegno offerto, per esempio, dal suo medico di famiglia, dal datore di lavoro o da istituzioni specializzate. Così facendo trova sollievo non solo per se stessa, bensì anche per il suo partner malato. Richiami alla memoria l’importanza degli aspetti positivi del rapporto di coppia quando il suo partner o la sua partner era ancora in salute. Cerchi di riallacciarsi a questo patrimonio condi-viso e a traslarlo nella nuova situazione.

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Il nuovo equilibrio

Anche se la malattia cardiovascolare costituisce un grave pro-blema di salute, non deve diventare per entrambi causa di scorag-giamento e demoralizzazione. Pensi sempre che ogni crisi porta con sé anche un’opportunità. Nel tempo potrete senz’altro riu-scire a costruire insieme un nuovo equilibrio.

L’importante è fare il punto della situazione ed elaborare strate-gie comuni per poter raggiungere questo nuovo equilibrio. Cerca uno stimolo per uscire di casa con il bello e il cattivo tempo e muoversi di più? Si procuri un cane! Questo nuovo compagno a quattro zampe non solo promuove il necessario movimento, ma le regala anche innumerevoli bei momenti insieme. Il suo partner è riluttante a farsi convincere della necessità di alimentarsi più consapevolmente? Una possibilità sarebbe affidare in futuro al suo partner l’acquisto degli alimenti o addirittura la preparazione dei pranzi, in modo che si assuma una maggiore responsabilità per un’alimentazione sana. Oppure recatevi insieme al mercato e lasciatevi ispirare dallo splendore di colori e forme di frutta e ver-dura. Anche i viaggi in comune favoriscono l’equilibrio di coppia. I climi caldi e asciutti sono tollerati particolarmente bene dalla maggior parte dei cardiopatici.

E soprattutto non dimentichi: il fatto che il suo partner abbia subito un infarto o si sia dovuto sottoporre a un’operazione al cuore vi ha resi anche consapevoli del grande valore che avete l’uno per l’altra. E in definitiva sono proprio queste le migliori fondamenta per un futuro insieme.

Ruth Stadelmann: «La vita continua a scorrere normalmente, e io ho smesso di lambiccarmi il cervello al riguardo. Tanto va comunque come deve andare. E poi si deve anche essere in grado di sopportare qualcosa.»

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Ulteriori informazioni e servizi

Presso la Fondazione Svizzera di Cardiologia sono disponibili opuscoli e informazioni riguardanti varie malattie cardiovascolari, metodi terapeutici e diagnostici e prevenzione.

■ Per gli ordini utilizzi l’apposito tagliando che si trova al centro dell’opuscolo o consulti il nostro sito Web

www.swissheart.ch/loshop

I gruppi del cuore offrono un ambiente motivante e sano per riacquistare e mantenere la forma fisica dopo la cardiopatia:

■ Un elenco di tutti i gruppi del cuore è disponibile presso la Fondazione Svizzera di Cardiologia oppure può essere scaricato al sito www.swissheartgroups.ch

Al nostro sito Web è possibile trovare anche suggerimenti riguar-danti lo stile di vita sano per il cuore e la gestione delle cardio-patie, nonché gli indirizzi di contatto per la disassuefazione dal fumo, l’alimentazione sana, la riduzione del peso corporeo, il movimento, il rilassamento e la riduzione dello stress.

■ Ordini il nostro opuscolo informativo per i pazienti «Vivere meglio e più lungo grazie a una buona prevenzione»

oppure ■ consulti il nostro sito Web alle pagine www.swissheart.ch/restaresani www.swissheart.ch/convivereconlamalattia www.cuoredebole.ch www.vivere-senza-fumare.ch

Cœur battant è l’associazione romanda e ticinese di famiglie di bambini cardiopatici

■ Per ulteriori informazioni: www.coeurbattant.ch

Cuore matto è l’associazione per giovani (da 16 anni di età) e adulti con difetti cardiaci congeniti

■ Per ulteriori informazioni: www.cuorematto.ch

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Con impegno contro le cardiopatie e l’ictus cerebrale

La Fondazione Svizzera di Cardiologia è un’orga-nizzazione indipendente senza scopo di lucro attiva sul territorio nazionale. Ci impegniamo affinché un minor numero di persone soffra di malattie cardio-vascolari o ne resti menomato, si evitino le morti premature a causa di infarto cardiaco o ictus cere-brale e per le persone colpite la vita resti degna di essere vissuta. A questo scopo promuoviamo la ricerca nell’ambito delle malattie cardiovascolari: l’acquisizione di importanti conoscenze nel campo della prevenzione e lo sviluppo di interventi meno gravosi sono solo alcuni dei progressi ai quali ha contribuito la Fondazione.

Per le nostre attività sono necessarie ogni anno ingenti somme di denaro. Con una donazione ci aiutate a proseguire l’attività al servizio delle per-sone colpite e dell’intera popolazione. La ringra-ziamo di cuore per il suo sostegno.

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La vostra donazionein buone mani.

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Risposta scritta alle sue domande nella nostra consultazione su www.swissheart.ch/consultazione o per lettera

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Con impegno contro le cardiopatie e l’ictus cerebrale

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