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Le distinzioni Linguistiche
A cura del dott. Massimo Perciavalle
Roma, 26/09/2014 LA MAGIA DELLE PAROLE:
implementare le abilità conversazionali nel coaching psicologico
Fondatore della School Business Make it So. Psicologo del Lavoro, attualmente è un Coach accreditato
presso International Coach Federation (ACC). Opera come Trainer esperienziale in progetti riguardanti
lo sviluppo di capacità trasversali.
E’ un Career e Business Coach, supportando i giovani e i professionisti nella carriera e nello sviluppo del
proprio percorso di crescita in azienda. Specializzato sulle tematiche riguardanti la ricollocazione
professionale attraverso le tematiche del Personal Branding, con l’utilizzo funzionale anche dei social
media.
Ad Ottobre 2013, ha Pubblicato come coautore, con Franco Angeli: Farsi assumere in tempo di crisi,
come sviluppare personal branding e relazioni online con i social media.
Si occupa anche di selezione e processi di valutazione del potenziale con percorsi di assessment e
valutazioni feedback 360°.
Massimo
Perciavalle
https://www.facebook.com/massimo.perciavalle
it.linkedin.com/in/massimoperciavalle/
http://massimoperciavalle.wordpress.com
http://www.scoop.it/t/coaching-e-risorse-umane/curate
http://makeitso.it
4 Roma, 26/09/2014 LA MAGIA DELLE PAROLE:
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Il Coaching Ontologico-
Trasformazionale
Roma, 26/09/2014 LA MAGIA DELLE PAROLE:
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Il linguaggio ci dà la possibilità di dare un nome alle cose o agli eventi
ovvero di creare della distinzioni linguistiche.
Le distinzioni linguistiche
Per questo il Coaching Ontologico-Trasformazionale utilizza le distinzioni linguistiche come strumento di lavoro. Interviene sulle parole di uso quotidiano dando loro una nuova interpretazione o significato che favorisce un cambio di prospettiva e di azione e promuove il cambio del modello mentale di riferimento.
Ogni qual volta distinguiamo qualcosa separiamo un determinato
fenomeno dal resto della nostra esperienza.
Ognuno di noi osserva la realtà attraverso le proprie distinzioni.
Nell’apprendere una nuova distinzione arricchiamo il nostro punto di
osservazione e ampliamo la nostra modalità di azione.
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Le distinzioni linguistiche
FATTI O OPINIONI
Roma, 26/09/2014 LA MAGIA DELLE PAROLE:
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Le distinzioni linguistiche
FATTI O OPINIONI
I fatti sono descrizioni, osservazioni della realtà.
Possono essere veri o falsi, misurabili ed eventualmente
verificabili attraverso testimoni.
Le opinioni sono giudizi, vivono in chi le formula e sono
correlate ai suoi modelli mentali.
Possono essere più o meno fondate su fatti passati.
Poiché i fatti non sono modificabili mentre le opinioni si, se li
confondiamo ci precludiamo la possibilità del cambiamento.
Le opinioni, infatti, aprono o chiudono la possibilità per il futuro.
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Fatti o Opinioni
Domande stimolo
▄Cosa è accaduto?
▄Come lo vedrebbe un’altra persona?
▄Ci sono altri dati?
▄Mi dici i fatti?
▄Quale è il tuo pensiero?
▄E’ un fatto o un’opinione?
▄Quale è la tua percezione?
▄Questa opinione cosa ti permette di
fare o non fare?
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Le distinzioni linguistiche
VITTIMA O RESPONSABILE
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Le distinzioni linguistiche
VITTIMA O RESPONSABILE
La vittima è colui che ha una conversazione con sé e con gli
altri che limita la sua capacità di azione: non si riconosce
come parte del problema che lo affligge. La vittima si sente
innocente e contemporaneamente impotente e ha, per la
maggior parte dei casi, una attribuzione causale esterna.
Il responsabile è colui che è abile a rispondere e sceglie di
agire per trovare una soluzione. Si considera parte del
problema.
Considerarsi parte o meno del problema apre e chiude
possibilità di azione.
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Vittima o Responsabile
Domande stimolo
▄Come vuoi usare il potere che sta nelle
tue mani?
▄Come vuoi vivere la tua vita?
▄Cosa vuoi che accada?
▄Cosa potresti fare?
▄Che cosa hai già tentato?
▄Cosa ha funzionato e cosa no?
▄Cosa puoi modificare per far parte della
soluzione?
▄C‘è qualcosa che puoi cambiare?
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Le distinzioni linguistiche
SOGNO O VISIONE
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Le distinzioni linguistiche
SOGNO O VISIONE
Il sogno è un semplice desiderio di azione, ossia le persone
non sono disposte a pagare un costo di qualsiasi tipo per
rendere realizzabili i propri sogni.
La visione è il nostro sogno messo in azione: presuppone una
proiezione nel futuro e richiede un impegno verso ciò che si
desidera raggiungere con l’assunzione dei costi conseguiti.
Siamo disposti ad uscire dalla zona di comfort; è un
orientamento all’obiettivo e permette di mettersi in cammino,
prende vita e si modifica mano a mano che procediamo.
La visione è il punto dove vogliamo arrivare ma al tempo stesso
il punto di partenza.
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Sogno o Visione
Domande stimolo
▄ Cosa vuoi? Quale è il tuo obiettivo?
▄ Descrivi la tua situazione ideale.
▄ Credi di meritartela?
Come sarebbe il problema/situazione se
fosse già risolto/a?
▄ Immagina di aver già raggiunto la situazione,
come ti vedi?
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Sogno o Visione
Domande stimolo
▄Cosa hai dovuto fare per essere li?
▄Quale aiuto hai dovuto accettare?
▄Quali risorse hai usato?
▄Quali scelte hai dovuto fare?
▄A quali cose hai dovuto rinunciare durante
il percorso?
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Sogno o Visione
Domande stimolo
▄Quali abilità/punti di forza/qualità
vedono in te gli altri per raggiungere il
tuo obiettivo o risolvere il problema?
▄Al contrario, quali carenze/punti di
miglioramento vedono in te?
▄Cosa guadagni e cosa perdi
raggiungendo la tua visione?
▄Quale è il bilancio finale?
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Le distinzioni linguistiche
ESIGENZA O ECCELLENZA
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Le distinzioni linguistiche
ESIGENZA O ECCELLENZA L’esigenza è la ricerca della perfezione, è una tensione che
produce sempre insoddisfazione e frustrazione. La persona
esigente fa coincidere il suo comportamento con il suo essere
interiore. Tende a fare sempre di più ma a rimanere
insoddisfatto e a non riconoscere i successi. Poiché non
siamo quello che facciamo, separare il «fare» dall’ « essere»
permette di spostarci dal piano dell’esigenza a quello
dell’eccellenza.
L’eccellenza è dare il meglio con le risorse che in quel
momento disponiamo, è riconoscere il fatto che abbiamo dato
il massimo che si può fare in quelle date circostanze,
favorendo la creatività e l’assunzione dei rischi.
E’ riconosce gli errori come una opportunità di apprendimento,
non come un fallimento di noi stessi.
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Esigenza e Eccellenza
Domande stimolo
▄Cosa succede se le cose sono fatte
diversamente da come desideri?
▄Cosa ti gratifica?
▄Stai parlando di te o di quello che fai?
▄Cosa ti serve pensare per dividere i
tuoi compiti da te stesso?
▄La critica/rifiuto è rivolta a te o alla
proposta?
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Le distinzioni linguistiche
VULNERABILITA’
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Le distinzioni linguistiche
VULNERABILITA’
La vulnerabilità è la capacità di mostrare un proprio punto debole.
E’ riconoscere il fatto che non è necessario avere tutte le risposte e
di aver bisogno dell’aiuto degli altri. La vulnerabilità migliora le
relazioni interpersonali e crea rapporti di interdipendenza.
Anche il leader può trarre beneficio dall’ aprirsi, esporsi e mostrarsi
vulnerabili.
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Vulnerabilità
Domande stimolo
▄Devi avere tutte le risposte?
▄A cosa ti serve?
▄Cosa accade quando non hai le risposte?
▄Cosa ti accade quando qualcuno ti dice
che non sa qualcosa?
▄Hai mai avuto beneficio dicendo non so?
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Le distinzioni linguistiche
PREOCCUPARSI O OCCUPARSI
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Le distinzioni linguistiche
PREOCCUPARSI - OCCUPARSI
Il preoccuparsi significa occuparsi prematuramente di
qualcosa, pensare a cose che non stanno avvenendo e
immaginare problemi che sono nel futuro. Anticipare
problematiche ci distoglie dalla soluzione e ci rende incapaci
di prendere le giuste decisioni. Il giudizio che abbiamo circa
gli eventi che ci accadono influenza le nostre azioni.
L’occuparsi è focalizzarsi sul presente, su ciò che possiamo
realmente fare in una determinata situazione. Permette di
aprire opportunità di azione e punti di vista diversi e di
realizzare i nostri propositi.
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Preoccuparsi o Occuparsi
Domande stimolo
▄Quali pensieri metti in atto rispetto a
quell’evento?
▄Hai in mente azioni per uscire fuori da
questa situazione?
▄Cosa vedi ora, nel presente?
▄Cosa stai facendo ora?
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Ascolto Empatico
«L’uomo che urla solitario sul ponte.. diventa preda del suo stesso sentimento.. si perde insieme alla sua voce inascoltata.» (Edvard Munch, L’urlo, 1885)
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Non è possibile un ascolto oggettivo
Ascolto Empatico
Ascoltare = Udire + Interpretare
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Ascolto Empatico
█ Verificare che l’altro abbia capito
Domande:
▄Mi sono spiegato?
▄Che cosa ne pensi?
▄Quale aspetto ti sembra più
importante?
▄Per favore, riassumimi i punti principali
per essere sicuri che stiamo parlando
della stessa cosa
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Ascoltare è
▄Non parlare
▄«guardare negli occhi»
▄Essere attento a ciò che si dice
e a quello che ascolta l’interlocutore
▄Concedere tempo ed essere paziente
▄Ripetere ciò che dice l’interlocutore,
per essere certi di avere capito bene
Roma, 26/09/2014 LA MAGIA DELLE PAROLE:
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«Chi vede male vede sempre qualcosa in meno, chi ascolta male ascolta sempre qualcosa in più»
Ascolto Empatico
F. Nietzsche
Roma, 26/09/2014 LA MAGIA DELLE PAROLE:
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Ascolto Empatico
Stabilire la Relazione ed il Contesto
▄Utilizzare gli occhiali
dell’interlocutore per vedere della
sua ottica
▄Dimostrare che l’interlocutore è la
cosa per noi più importante in
questo momento
▄Riconoscere l’altro e fornirgli
sinceri riscontri positivi
Roma, 26/09/2014 LA MAGIA DELLE PAROLE:
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Ascolto Empatico
Stabilire la Relazione ed il Contesto █ Come si stabilisce la relazione?
▄ Rispecchiare e parafrasare
▄ Essere una persona vicina (empatica)
█ Facendo domande per
▄ Comprendere, indagare il problema o situazione
▄ Capire le opinioni dell’interlocutore
▄ Mettere le sue scarpe
█ Non giudicare ▄ Ascolto innocente, senza giudizio di valore.
Roma, 26/09/2014 LA MAGIA DELLE PAROLE:
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Le persone non vi ascolteranno prima che voi abbiate ascoltato ciò che loro hanno da dire.
Ascolto Empatico
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Bibliografia █ Echeverrìa Rafael, «Ontologia del Linguaggio»;
█ Maturana Humbertio R., Dàvila Ximena «Emozioni e
Linguaggio in Educazione e Politica;
█ Searle J. R.; «Atti linguistici. Saggi di filosofia del linguaggio»
█ Austin J. L., «Come fare cose con le parole»;
█ Wittgenstein L. J. J., «Tractatus Logico- Philosophicus»
█ Bateson G., «Verso un’Ecologia della Mente»
█ Frankl V. E., «Alla Ricerca di un Significato della Vita»
█ Marshall B. Rosenberg – «Le parole sono finestre oppure
muri»