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Le macrostrutture dello spazio europeo: una messa in prospettiva Liberamente tratto da GIP Reclus, Europe à la carte villes et réseaux, DVD, Parigi, 1995,

Le macrostrutture dello spazio europeo: una messa in

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Page 1: Le macrostrutture dello spazio europeo: una messa in

Le macrostrutture dello spazio europeo:

una messa in prospettivaLiberamente tratto da

GIP Reclus, Europe à la carte villes et réseaux, DVD, Parigi, 1995,

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Per comprendere l’Europa occorre studiare come sono state costruite le geografie delle sue regioni e come, con il passare del tempo, queste geografie sono state unite in un unico, grande disegno continentale.

Quali sono gli assi che l’uomo ha tracciato nel continente ? Quando l’ha fatto ?

Come li ha usati e quando li ha dismessi ? Perché?

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Nell’Antichità le rotte commerciali marittime solcano il Mediterraneo. Il continente invece è attraversato dalle vie

dell’ambra e dello stagno che portano a nord.

L’ Antichità

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Nel Medioevo i mercanti lombardi e di altre regioni aprono nuove vie per il commercio terrestre. Nella regione della

Champagne si commerciano spezie e tessuti del Mediterraneo e pellicce e ambra del nord d’Europa.

1100-1300

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A partire dal 1100 e fino al 1400 il baricentro dei commerci si sposta progressivamente a settentrione e si fissa tra il mare del

Nord e il Baltico. Un prospero mercato di metalli, pellicce, tessuti, grano si tesse fra le città marinare di Bruges, Londra, Amsterdam,

Amburgo, Lubecca,... e si spinge fino alle porte della Russia. Questi centri si uniscono nella lega dell’Hansa per difendere

interessi comuni.

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Mentre i traffici commerciali vivificano le acque del nord, vengono tracciate nuove vie terrestri dirette verso questa ricca regione. Nei punti di dazio e di cambio dei cavalli sorgono nuove cittadine. Su

queste nuove strade d’Europa si incontrano e si incrociano le merci d’Europa settentrionale e quelle provenienti dalle fiorenti città italiane di Genova, Firenze, Pisa, Venezia, ma anche da

Istanbul e dal principato di Kiev.

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Nel XVI secolo gli intensi traffici terrestri si concentrano lungo un corridoio situato fra Amsterdam e

Milano. A causare questo spostamento è la nascita del regno di Francia con le sue tasse e i dazi commerciali. Nel

corridoio centrale si sviluppano allora le città d’affari, i centri di fiere, quelli commerciali.

1500-1600

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In questa regione cresce e matura il nuovo capitalismo mercantile e, a partire dal 1750, la rivoluzione industriale. Fra Manchester e

Milano si costituisce una dorsale geografica fatta di città manifatturiere, commerciali e affaristiche collegate da vie di

comunicazione sempre più fitte ed efficienti. In Europa emerge uno spazio centrale moderno in corrispondenza del Reno.

XVIII-XIX s.

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XIX e inizio XXs

A partire dalla dorsale la modernità si diffonde lungo le grandi vie storiche tracciate nel continente, dapprima in

Europa centrale e poi verso i Paesi del Mediterraneo

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Durante il XX secolo lo sviluppo questa geografia moderna subisce delle brusche interruzioni causate dai conflitti mondiali. Con la fine della seconda guerra mondiale (1939-1945) l’Europa centro-orientale diventa socialista e si rivolge verso Mosca e l’Unione sovietica: i tradizionali traffici dall’Egeo al Baltico si congelano. Nella dorsale, invece, si pianifica e si mette in atto la ricostruzione, si orientano gli scambi verso l’America del Nord, si pongono

le basi per una nuova Europa politica (CECA, poi CEE e UE).

1945-1955

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Per più di 40 anni l’Europa costruisce due geografie diverse basate su principi opposti

1950-75 A ovest i centri si riattivano, riprendono a produrre e a commerciare. La ripresa è particolarmente rapida e intensa nella dorsale. Si creano così differenze di occupazione, di benessere e di opportunità di vita che innescano importanti migrazioni SN.

A est la ripresa è importante ed è pilotata dai governi socialisti. Si opta per la limitazione dei contatti con il mondo occidentale e della proprietà privata. Lo Stato crea industrie pubbliche di base (energia, acciaio, chimica, macchinari ed armamenti), un’agricoltura statale, l’edilizia popolare.

Nell’uso del territorio si bada a che non si creino differenze di opportunità e di reddito fra città e campagna e fra città e città. Anche i movimenti migratori sono strettamente regolati. Risultato: una geografia di centri con specialità economiche ben definite, la crescita simultanea e controllata delle città medie e grandi, traffici e movimenti limitati e regolati.

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1975-1989 La dorsale deve fare i conti con i problemi di saturazione. I territori e le città dell’arco del Mediterraneo occidentale vengono modernizzati e rivitalizzati per dar respiro a un asse ormai troppo pieno, per far fronte al pressante bisogno di impiantare produzioni non banali contro la crescente concorrenza mondiale, per rispondere alle nuove mode e mentalità solari ed, infine, per sfruttare le opportunità offerte dagli sviluppi politici dell’Europa Unita (adesione di nuovi Paesi, messa a disposizione di denaro per lo sviluppo regionale). Si disegnano nuovi assi e nuovi centri emergenti.

La regione centro-orientale deve fare i conti con un territorio e una popolazione ingessati, con le difficoltà di gestire dagli uffici governativi la produzione, il rifornimento, il rinnovamento di interi Paesi, con le mode e con le aspirazioni generazionali di libertà che travalicano le frontiere,. Queste tensioni portano a riforme progressive; nonostante le differenze fra i Paesi ovunque si dà più spazio alla proprietà individuale, alla mobilità, all’accesso alla terra. La crisi delle riforme porta alla caduta dei regimi socialisti. L’Europa centrale si presenta allora come un territorio con assi fragili e spazi urbani e rurali poco dinamici.

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La riunificazione dell’Europa dopo il 1989 pone il problema della gestione d’assieme di territori diversi. Si tratta di

rianimare le regioni centro-orientali, di contenere gli squilibri di sviluppo nella regione e fra questa e l’ovest dell’Europa, di integrare tutte le parti del continente.

1990

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Nell’ambito dell’Unione Europea allargata si definiscono le linee direttive per questa operazione.

Si individuano tre livelli di azione: la modernizzazione e la creazione di nuove vie transeuropee di comunicazione, ferroviarie

e stradali, veloci (1); il sostegno al rinnovamento, all’apertura e all’integrazione economica e culturale dei centri urbani (2) e la cooperazione delle regioni di frontiera per facilitare contatti e

scambi (3).

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Lo schema ideale dell’Europa del XXI secolo pare, oggi, quello di un territorio che si modella con ritmi e su scale diverse lungo la dorsale e gli storici assi NS posti ai suoi

margini; l’Europa è un territorio che si riannoda e si unifica in senso E-W e SW-NE lungo direttrici terrestri che sono

state interrotte nel recente passato. In questa costruzione d’unità territoriale i centri urbani d’Europa, ricchi, diversi e

numerosi, giocano un ruolo fondamentale.

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Questo impianto generale, risultato di stratificazioni e di assestamenti storici, permette di dare un ordine e un senso

a una realtà che si muove ed evolve in rapidamente.

2012

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Fonti:

• GIP Reclus, Europe à la carte villes et réseaux, DVD, Parigi, 1995, trad. e adatt. E. Besana, 1.2012.

• R. Brunet, Lignes de force de l’espace européen, Mappemonde no.66. 2.2002• G. Cotella, Il processo di transizione nelle nazioni dell’Europa centro-orientale : una

nuova struttura spaziale, AIIG, Torino, 2005.• Commissione dei trasporti UE, TEN-T,

http://ec.europa.eu/transport/infrastructure/index_en.htm• Commissione Europea, Second State of European City Report, 2010,

http://ec.europa.eu/regional_policy/sources/docgener/studies/pdf/urban/stateofcities_ 2010.pdf

• UE, Regional Policy, http://ec.europa.eu/regional_policy/atlas2007/eu/crossborder/index_en.htm

Enrico Besana, 2.2012