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Le Rivoluzioni del Basso Medioevo

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Ipertesto di storia contenente il riassunto di tutte le rivoluzioni avvenute nel basso Medioevo, una galleria di immagini riguardante la Prima Crociata, schede aggiuntive su Urbano e Bernardo di Chiaravalle.

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Page 1: Le Rivoluzioni del Basso Medioevo

Le rivoluzioni del Basso

Medioevo

Dall’agricolturEleonora Olla Scientifico G.Brotzu A.S. 2012/13

alle

cro

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Le rivoluzioni del Basso Medioevo: dall’agricoltura alle crociate

Indice Crescita della popolazione e

carestie Le innovazioni agricole

dall’XI al XIII secolo La prima crociata

Galleria d’immagini Urbano II & Bernardo di

Chiaravalle La rivoluzione commerciale del medioevo

L’attività delle città marinare italiane La rinascita delle città

I comuni in Italia La lotta politica all’interno dei comuni

GlossarioBibliografia

Crescita della popolazione e carestie

Dal IX secolo, la popolazione europea crebbe lentamente ma costantemente. Il cibo e le varie risorse, però, non crebbero con la popolazione, causando così varie carestie che colpirono l’Occidente cristiano e che si sanarono solo nel XI secolo. Grazie alle cronache che ci sono giunte, possiamo comprendere quanto la situazione fosse grave: la popolazione arrivava a cibarsi della carne umana per poi morire nelle strade e nelle piazze cittadine. Gli abati ed i

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Dall’agricoltur

alle

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Carestia

Fenomeno nel quale gran parte della popolazione muore di inedia.

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vescovi aprivano i loro granai ben forniti alla popolazione, in queste occasioni, ma spesso agivano troppo tardi.

Di solito, nei periodi di carestie gravi come queste, resisteva sempre -anche se in piccole quantità- la segale, un cereale. Questo cereale, però, dall’X secolo venne infestato da un fungo tossico che dava origine alla “segale cornuta”. Essa se veniva ingerita dall’uomo provocava una malattia chiamata Fuoco di Sant’Antonio.

Oltre al fuoco di Sant’Antonio, ci fu anche il grande flagello che si espanse con una violenta epidemia, creando un’atmosfera di angoscia e disagio psicologico che andava a creare del malcontento nella popolazione.

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Le innovazioni agricole dall’XI al XII

Per sostenere il crescere della popolazione, gli uomini dell’XI secolo incominciarono ad apportare alcune modifiche al loro lavoro per incrementare la crescita e la resa delle colture.Inizialmente, per cercare di aumentare la resa del terreno, pensarono di ampliare i loro campi in azioni semiclandestine che poi vennero permessi dagli stessi signori. Divenendo, quindi, il terreno coltivabile più grande, i contadini si ingegnarono ed elaborarono la Rotazione Triennale.

La rotazione triennale, consisteva nel dividere in tre parti il terreno. Le parti venivano coltivate e gestite in modo diverso: una veniva lasciata al maggese, ossia era usata per far pascolare gli animali, un’altra era dedicata alla coltivazione dei cereali invernali mentre l’ultima alla coltivazione dei cereali primaverili. Le coltivazioni Eleonora Olla IIIF A.S. 2012/13

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scalavano ogni anno, facendo si che il pascolo era sempre ben nutrito, una parte di raccolto sempre pronta e un’altra vicina alla raccolta.

Con la rotazione triennale e la resa maggiore dei terreni, si aveva bisogno di attrezzi che erano capaci di sostenere quel lavoro, quindi, di attrezzi in ferro. Grazie a questa crescente richiesta si diffuse la figura del fabbro che si occupa di fornire al contadino degli attrezzi indispensabili e si occupa anche di ferrare gli animali, cosa che in passato era poco diffusa.

Uno degli attrezzi in ferro che venne usato molto fu l’aratro pesante. Chiamato poi carruca (ossia carro) dopo il 1000 venne munito di ruote, che rendevano più facile il trasporto e il controllo di questo pesante attrezzo. In seguito, la carruca venne dotata di vomere e versoio in ferro, che facevano risparmiare al contadino ore di lavoro manuale.

Per far si che gli animali sopportassero e non soffocassero sotto il peso della carruca, prima legata tramite la cinghia che pesava sul collo e rendeva faticosa la respirazione, si introdusse il giogo frontale, che permetteva al bovino di respirare e muoversi con più libertà.

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Resa terreno

Quantità di prodotto raccolto in relazione col terreno coltivato.

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Templari

Uno dei primi e più noti ordini religiosi cristiani medioevali.

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La prima crociata

Durante l’XI secolo, l’Occidente si stava espandendo sempre di più. Il 27 Novembre 1095, al concilio di Germont, papa Urbano II proclamò la prima crociata, che mirava a far combattere i cristiani contro i musulmani, che avevano conquistato l’Asia Centrale durante un conflitto contro l’impero Bizantino. Questo proclamar battaglia da parte della Chiesa contro un nemico comune come i musulmani, voleva dire non solo guadagnarsi il consenso del popolo, ma anche far vedere quanto la chiesa era più forte e più importante dell’Impero. Infatti, non ci furono né re o imperatori a mandare aiuti a questa spedizione, perché avrebbe voluto dire che essi si sottomettevano al pontefice. La spedizione venne organizzata anche perché in quegli anni si era diffuso il pellegrinaggio penitenziale al sepolcro di Cristo che si trovava a Gerusalemme, sotto il dominio musulmano.

Con i contatto delle masse popolari, questa semplice spedizione si trasformò in una vera e propria guerra santa. Infatti i templari nel 1095 fecero strage anche di ebrei, facendo accorrere per fede, fama e soldi, dei cavalieri. Accorsero inoltre anche armate provenienti le Fiandre, la Francia e

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una composta dai Normanni, che raggiunsero poi la terra santa e la espugnarono il 15 Luglio 1099.

Galleria d’immagini sulla Prima crociata

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Il primo scontro della prima crociata.

Assalto ad un

castello.

Templare o crociato

Urbano II proclama l’inizo

della crociata

I due comandanti a cavallo

Rappresentazione

della prima crociata.

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Urbano II

Uberto Crivelli nacque a Cuggiono, in provincia di Milano, membro di una nobile casata milanese che in queste terre possedeva un feudo.

La famiglia Crivelli era da tempo sostenitrice della politica pontificia e sosteneva il Papa contro l'imperatore Federico I Barbarossa; molti membri di questa nobile casata, pertanto, furono costretti all'esilio in Francia, compreso Uberto. Egli intraprese la carriera ecclesiastica e compì i propri studi a Bologna prima di lasciare la città, riuscendo a ricevere la tonsura ecclesiastica sempre a Milano. Nominato arcidiacono, ritornò a Milano dopo la Eleonora Olla IIIF A.S. 2012/13

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ricostruzione della città, divenendo canonico e poi arcidiacono.

 Egli riprese vigorosamente le diatribe del suo predecessore con l'imperatore Federico I Barbarossa. Anche dopo la sua elevazione al Papato continuò a detenere l'ufficio di arcivescovo di Milano e si rifiutò di incoronare come re d'Italia il figlio di Federico, Enrico, che aveva sposato Costanza, erede del regno di Sicilia. Mentre Enrico a sud cooperava con il senato ribelle di Roma, Federico a nord bloccò tutti i valichi alpini, tagliando così le comunicazioni tra il papa, che risiedeva a Verona, e i suoi aderenti tedeschi. Urbano era ora risoluto a scomunicare Federico, ma i veronesi protestarono contro un tale procedimento preso all'interno delle loro mura e lo costrinsero a lasciare la città. Urbano si ritirò a Ferrara e morì la.

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Bernardo di Chiaravalle

Terzo di sette fratelli, nacque da due vassalli del re di Borgogna. Studiò grammatica e retorica nella scuola dei canonici di Nôtre Dame di Saint-Vorles.

Ritornato nel castello paterno di Fontaines, nel 1111, insieme ai cinque fratelli e ad altri parenti e amici, si ritirò nella casa di Châtillon per condurvi una vita di ritiro e di preghiera finché, l'anno seguente, con una trentina di compagni si fece monaco nel monastero di Cîteaux.

Nel1119alcuni cavalieri, sotto la guida di Ugo di Payns, feudatario della Champagne e parente di Bernardo, fondarono un nuovo ordine monastico-militare, l'Ordine dei Cavalieri del Tempio, con sede in Gerusalemme, nella spianata ove sorgeva il Tempio ebraico; lo scopo dell'Ordine, posto sotto l'autorità del patriarca di Gerusalemme, era di vigilare sulle strade percorse dai pellegrini cristiani. L'Ordine ottenne nel concilio di Troyes del 1128 l'approvazione di papa Onorio II e sembra che la sua regola sia stata ispirata da Bernardo, il quale scrisse, verso il 1135, l'Elogio della nuova cavalleria(De laude novae militiae ad Milites Templi).

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L'interesse di Bernardo per le vicende politiche del suo tempo si manifestò anche in occasione dei conflitti che opposero il conte della Champagne, Tibaldo II, da lui sostenuto, al re Luigi VII di Francia e in occasione della repressione, nel 1140, del neonato Comune di Reims, operata dal suo pupillo cistercense, il vescovo Sansone di Mauvoisin.

La rivoluzione commerciale del Medioevo.

Con la vittoriosa spedizione nella terra santa, ci fu una rivoluzione commerciale che vide come protagonista Amalfi, una città dell’Italia meridionale . Amalfi praticava un commercio triangolare coi paesi islamici e Bisanzio: inviava materiali relativamente poveri (legname, armi, metalli poveri) in cambio di oro, che spendeva poi a Costantinopoli per comprare sete pregiate che venivano a loro volta comprate dall’aristocrazia del luogo. Amalfi incominciò a decadere quando venne conquistata dai Normanni nel 1073 insieme all’Italia Meridionale e alla Sicilia.

A posto di Amalfi, venne Venezia, che praticava lo stesso tipo di commercio con la Pianura Padana e Costantinopoli. Inviava a Costantinopoli oro per ricevere prodotti di lusso che poi vendeva nella Pianura Padana. In seguito, si alleò con i Normanni che avevano preso a combattere contro i Bizantini. Venezia, in cambio del suo aiuto, chiedeva ai

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Normanni la concessione di commercio senza tasse al di fuori dell’Impero.

Alla fine della Prima Crociata, si imposero insieme a Venezia, Genova e Pisa che inviando eserciti e risorse all’Impero, ricevettero il permesso di avere proprie colonie nei principali porti.

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Le attività delle città marinare italiane

Le colonie delle grandi città marinare apportarono una modifica fondamentale al commercio marittimo: la galea.

La galea era una nave munita di una sola fila di remi e di vela latina, che la rendeva veloce, ma anche fragile. Veniva usata dalle colonie marinare per importare ed esportare le spezie, che presero sempre più piede nel commercio.

Anche se queste navi all’apparenza erano leggere, avevano un grandissimo costo, specialmente perché c’era molta più richiesta. Questo costo era raramente sostenibile per un solo uomo e per questo si crearono le associazioni. Le associazioni erano formate da tutti coloro che avevano bisogno di navi. Ognuno comprava una nave che poi veniva equamente divisa tra i membri delle associazioni. Però, era raro che si comprasse solo una nave, perché era probabile che il carico venisse rubato oppure andasse perso. Per ovviare questo problema, si comprarono più barche in cui si divideva il carino, cosicché, in caso di naufragio, il carico veniva disperso solo in parte e non tutto, causando sicuramente meno danni al venditore. Per evitare ai commercianti ulteriori naufragi e perdite di carico, il commercio marittimo veniva praticato solamente in estate, per evitare le stagioni della pioggia.

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Spezie

Sono semi, frutti, radici che sono usati in quantità minime per dare sapore alle pietanze

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La rinascita delle città

Con la rinascita delle città marinare, si diede il via al progressivo rinascere delle altre città, tenute in vita dai vescovi che durante le carestie non si erano allontanati nelle ville di campagna ma avevano preferito rimanere all’interno delle città. Con lo sviluppo, inoltre, si ha un rinnovamento istituzionale che portò i centri urbani principali a diventare comuni.

Con la crescita demografica dovuta al rinnovamento delle tecniche di agricoltura, si ebbe bisogno di più spazio per i cittadini. Questa richiesta di spazio venne soddisfatta dai sobborghi, piccole cittadine che contornavano la città e che costrinsero i Re ad ampliare e spostare le mura, per poter proteggere il resto dei sobborghi in continua crescita.

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I comuni in Italia

Per quanto riguarda il sistema di politica utilizzato all’interno di questi nuovi comuni, all’inizio c’erano due consoli, che poi divennero di numero variabile, che guidavano l’esercito, amministravano la giustizia e avviavano missioni diplomatiche. Ad accompagnare i consoli nelle decisioni c’era un consiglio composto da 100/150 aristocratici che avevano il potere legislativo. Per ultimo c’era l’arengo, che era l’assemblea di tutti i cittadini e che contava praticamente nulla nelle decisioni dei consoli e del consiglio.

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La lotta politica all’interno dei comuni

All’interno dei comuni, nonostante ci sia stata un’organizzazione relativamente valida, ci furono tante lotte per il potere. Per cercare di sedare queste rivolte che indebolivano i comuni, si elesse un podestà, che finì per sostituire i consoli.

Per evitare che il podestà diventasse troppo ponete e diventasse un possibile tiranno, si ridusse la sua carica ad un solo anno, che poi venne annientato dalle varie proteste. I principali organi che protestavano erano il governo ed il comune del popolo, specialmente l’associazione delle Arti. Dopo Varie proteste, riuscirono non solo ad eliminare il podestà, ma anche a diminuire le ricchezze dei nobili, che però insorsero in varie guerre civili.

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Bibliografia e sitografia

Wikipedia

“Chiaroscuro” – Francesco Maria Feltri; Maria Manuela Bertazzoni; Franca Neri - Sei

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