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LE VORE LE VORE DI DI BARBARANO DEL CAPO BARBARANO DEL CAPO Conoscere il Territorio vuol dire apprezzare e tutelare tutto ciò che è ambiente, cultura e storia di un popolo. Le “VORE” costituiscono un patrimonio ambientale e, come Pubblicato sul Portale di Torre Vado www.TorreVado.info Istituto Comprensivo Statale Salve-Scuola Secondaria 1° grado MORCIANO 1 patrimonio ambientale e, come tale, vanno salvaguardate, affinchè le giovani generazioni possano godere di questa bellezza della Natura. Seguiteci nel nostro itinerario e … non date niente per scontato!

LE VORE DDIIBARBARANO DEL CAPOBARBARANO DEL CAPO · dell’ esperienza tramandata da padre in figlio senza libri scritti, ma mediamente il vivere quotidiano. Pubblicato sul Portale

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LE VORE LE VORE DIDI BARBARANO DEL CAPOBARBARANO DEL CAPO

Conoscere il Territorio vuol dire apprezzare e tutelare tutto ciò che è ambiente,

cultura e storia di un popolo.Le “VORE” costituiscono un

patrimonio ambientale e, come

Pubblicato sul Portale di Torre Vado www.TorreVado.info

Istituto Comprensivo Statale Salve-Scuola Secondaria 1°

grado MORCIANO

1

patrimonio ambientale e, come tale, vanno salvaguardate,

affinchè le giovani generazioni possano godere di questa bellezza della Natura.

Seguiteci nel nostro itinerario e … non date niente per

scontato!

POSIZIONELe “vore” di Barbarano sono certamente due tra le più importanti e note cavità carsiche della provincia di Lecce. Sono ubicate presso la periferia del centro

abitato di Barbarano, frazione del Comune di Morciano. Distano circa 300 m una dall’altra e sono conosciute con il nome di “vora grande” e “vora

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Morciano. Distano circa 300 m una dall’altra e sono conosciute con il nome di “vora grande” e “vora piccola”. Le due voragini si trovano a ponente del

centro abitato e si possono facilmente raggiungere imboccando la strada che costeggia il complesso “Leuca Piccola” e che un tempo portava a Lecce.

DIMENSIONI

La “vora grande” ha un’ampia apertura in superficie a forma di ellisse, è larga 24 m, lunga 6 m e

profonda 35 m. La “vora piccola” anch’essa di forma ellittica, è lunga

22 m, è larga 16 m e profonda 25 m. Le sue pareti discendono a picco sul fondo e sono formate da

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22 m, è larga 16 m e profonda 25 m. Le sue pareti discendono a picco sul fondo e sono formate da

sabbioni calcarei stratificati.

Attraverso un corridoio che scorre sulle pareti si può scendere fino alla profondità di 10 m circa.

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CARSISMOLe “vore” di Barbarano si sono formate per un fenomeno dettoLe “vore” di Barbarano si sono formate per un fenomeno detto

carsismo. carsismo. Il carsismo è un insieme di fenomeni formati dalla dissoluzioneIl carsismo è un insieme di fenomeni formati dalla dissoluzionechimica di rocce calcaree e gessose a opera di acque rese acide chimica di rocce calcaree e gessose a opera di acque rese acide

dall’anidride carbonica. Il carsismo prende il nome dalla regione del dall’anidride carbonica. Il carsismo prende il nome dalla regione del Carso , un altopiano che si estende tra FriuliCarso , un altopiano che si estende tra Friuli--Venezia Giulia eVenezia Giulia e

Slovenia, dove questo fenomeno è molto diffuso. Le rocce calcaree Slovenia, dove questo fenomeno è molto diffuso. Le rocce calcaree sono costituite soprattutto da carbonato di calcio (CaCO3); questo sono costituite soprattutto da carbonato di calcio (CaCO3); questo composto, di per sé insolubile, reagendo con acqua ricca di anidridecomposto, di per sé insolubile, reagendo con acqua ricca di anidridecarbonica si trasforma in bicarbonato di calcio Ca(HCO£)2, che carbonica si trasforma in bicarbonato di calcio Ca(HCO£)2, che

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carbonica si trasforma in bicarbonato di calcio Ca(HCO£)2, che carbonica si trasforma in bicarbonato di calcio Ca(HCO£)2, che invece è solubile. Infiltrandosi nel sottosuolo, quindi, nelle zone invece è solubile. Infiltrandosi nel sottosuolo, quindi, nelle zone calcaree, l’acqua piovana può sciogliere la roccia scavando ampiecalcaree, l’acqua piovana può sciogliere la roccia scavando ampie

cavità sotterranee (grotte, caverne, pozzi e gallerie). cavità sotterranee (grotte, caverne, pozzi e gallerie). La topografia superficiale delle zone carsiche è tipica e facilmente La topografia superficiale delle zone carsiche è tipica e facilmente riconoscibile. In genere queste zone non presentano corsi d’acqua riconoscibile. In genere queste zone non presentano corsi d’acqua

superficiali: le acque vengono raccolte da depressioni a imbuto, chiamate superficiali: le acque vengono raccolte da depressioni a imbuto, chiamate dolinedoline, e convogliate attraverso inghiottitoi., e convogliate attraverso inghiottitoi.

BIOLOGIANelle vore si distinguono due ambienti: ambiente esterno e ambiente interno. Questi hanno caratteristiche diverse per luce, temperatura, umidità; a queste differenze corrisponde una diversificazione della vegetazione. L’ambiente è caratterizzato dalla presenza della luce, scarsa umidità ed è soggetto ad escursioni termiche stagionali e diurne. La vegetazione intorno alle voragini è costituita essenzialmente da esemplari della macchia mediterranea con fiori appariscenti e foglie piccole e spesso indurite (sclerofille) o con foglie ricoperte da peli per proteggersi dalla disidratazione: cisto, timo, mirto, anemone, rovo, olivastro, lentisco, salvione, menta selvatica, fico selvatico, asparago, borragine, ortica.

Gli animali che si possono incontrare sono: il biacco, il cervone, la lucertola, la luscengola, il ramarro, il porcospino.porcospino.

Nell’ambiente interno diminuisce l’intensità della luce, aumenta l’umidità, che può arrivare fino all’80% e la temperatura varia lievemente.

La vegetazione è costituita essenzialmente da piante che si riproducono per spore e che sono prive di fiori: capelvenere,funghi, parietaria ed edera sulle pareti; lingua di cervo, muschi, alghe azzurre, felcie muffe sul fondo.

Gli animali di questo ambiente sono: coleotteri, rospi e ratti.

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RAMARRO

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LUCERTOLA

Coleottero

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Porcospino

Rospo Biacco

Alghe

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Felce

Funghi

PROTEGGIAMO LE NOSTRE “VORE”

E’ ormai risaputo che le attività dell’uomo provocano modificazioni, talora irreversibili, ai

delicati equilibri della natura questo vale anche per le zone carsiche e , nel nostro caso, per le due voragini di Barbarano dove diverse forme di inquinamento rischiano di rompere l’ equilibrio dell’ecosistema ivi presente. Al turista o al visitatore occasionale, lo spettacolo che si

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visitatore occasionale, lo spettacolo che si presenta è poco gradevole già dall’esterno: buste e bottiglie di plastica, pneumatici, pezzi di eternit,

residui di cotone di qualche calzificio, ecc…Ma il degrado vero e proprio si nota all’ interno

delle voragini, dove è possibile trovare rifiuti che non si vogliono smaltire: parti di auto, lattine di detersivi e di liquami, carcasse di animali morti e

talvolta anche animali vivi.

I responsabili di tali atti non sanno quali danni possa arrecare l’abbandono di questi rifiuti. Per capirlo basterebbe sapere che una sola pila esausta inquina la falda acquifera, potendo provocare l’estinzione di un’intera specie di esseri viventi,

come per esempio sta avvenendo per i troglobi, piccoli animali molto sensibili all’inquinamento, già scomparsi dalla superficie dei suoli, ma ancora presenti nelle grotte e nelle voragini.

Altra fonte inquinante può essere quella di origine domestica, dovuta alla mancanza di una rete fognaria quindi alla presenza di pozzi neri disperdenti, i cui liquami vengono convogliati, dalle acque meteoriche, in profondità insieme ai pesticidi, diserbanti, concimi chimici, indiscriminatamente usati in agricoltura. Questi ambienti possono alterare l’

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usati in agricoltura. Questi ambienti possono alterare l’ equilibrio naturale dell’ ecosistema della falda acquifera con

gravi ripercussioni sull’ uomo.Cerchiamo dunque di tutelare e valorizzare meglio le nostre

vore.

Ci affidiamo al buon senso e all’ educazione di tutti i cittadini affinchè si adoperino per divenire tutori del

patrimonio naturale collettivo.

LEGGENDELEGGENDE

A proposito della vora grande e della vora piccola di Barbarano, riportiamo la leggenda intessuta sullo sfondo storico della battaglia di Salve contro i Turchi nel 1480 e contro i corsari algerini nel 1537 e nel 1547: davanti alla resistenza accanita opposta da Salve alle incursioni

turche e algerine:

“… l’inferno alleato con quei demoni…aprì bocca infedele di una vora, dalla quale si udirono grida di rabbia e di minaccia. Ma quei di Salve non si spaventarono: gettarono dentro la voragine i cadaveri di 15 Turchi

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e di minaccia. Ma quei di Salve non si spaventarono: gettarono dentro la voragine i cadaveri di 15 Turchi morti in battaglia, e parve che il diavolo…si fosse calmato. Ma poi irruppero per due volte i pirati africani…, ancora una volta l’ inferno volle sfogarsi contro Salve, aprendo un’ altra vora più ampia. Ma anche questa

volta quelli di Salve gettarono nella vora grande i cadaveri schifosi dei corsari algerini: e l’ inferno si acchetò”.

La leggenda vuole che passando davanti alle vore bisogna sempre segnarsi con la croce, e toccare in tasca qualche cosa di sacro.

LE VORE E L’ALLUVIONE DEL ‘57

Era l’ autunno del 1957, su tutto il Salento si abbatté una terribile alluvione che portò disastri, e allagamenti sia nelle campagne quanto nei paesi. Piovve a dirotto per giorni consecutivi e quando al terzo il cielo cominciò a liberarsi da quella coltre di nuvole grigie e la pioggia a diradare, gli uomini non fecero altro che constatare gli ingenti danni che l’alluvione aveva lasciato dietro di sé. Ci vollero diversi giorni prima che il terreno riuscisse ad assorbire tutta l’acqua. A Presicce, un paese vicino, si dovette ricorrere alle barche per poter salvare le persone che erano riuscite a salire sui tetti delle case di campagna,dove ancora abitavano. Qui a Morciano , invece, si pensava che si poteva stare più

tranquilli dagli allagamenti perchè c’erano le vore di Barbarano nella parte alta,

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tranquilli dagli allagamenti perchè c’erano le vore di Barbarano nella parte alta, e il mare verso il basso. Intanto era molto difficoltoso liberare dall’ acqua le abitazioni e soprattutto gli ambienti nel piano,interrato anche perchè in quei tempi non c’ erano i mezzi che ci sono adesso per questo uso. A Morciano, c’era

uno o più “avisu”, che sarebbe un inghiottitoio naturale, una fenditura nel terreno roccioso che serve a raccogliere l’acqua piovana che poi si perde nelle profondità del terreno o trova delle vie naturali che arrivano fino al mare. La parola “avisu” deriva dall’arcaico: abisso. Quando i nostri nonni, nello scavare le fondamenta della case ne trovavano uno, erano ben lieti di conservarlo libero

ed efficiente, proprio in previsione di eventuali allagamenti.

Quella volta, però, gli “avisi” non davano segni di vita e l’acqua restava lì, nelle cantine. Intanto si sentiva dire in giro che anche le Vore di Barbarano erano piene quasi fino all’orlo e non riuscivano ad “ingoiare” un goccio d’acqua. La cosa, chissà perchè, faceva paura a tutti, e tutti di tanto in tanto chiedevano notizie delle

vore, come di un malato in carne e ossa.I giorni passavano e gli “avisi” continuavano ad essere bloccati, le cantine ad essere allagate,le vozze di vino, là dove c’erano,continuavano a galleggiare. La gente aveva tanto da fare per salvare il salvabile: il corredo delle figlie, le

provviste dell’estate, gli animali che erano sopravvissuti, i ricoveri per le bestie.Dopo alcuni giorni, verso l’ora di pranzo, si sentì un improvviso boato e un forte

sussulto, come un terremoto.I nostri nonni sapevano quello che stava succedendo: era la vora grande che era riuscita a liberarsi dai detriti, dai rami e dai vari oggetti trasportati dalla pioggia

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riuscita a liberarsi dai detriti, dai rami e dai vari oggetti trasportati dalla pioggia torrenziale: aveva fatto il “ruttino”.

Ed ecco qui che come per incanto anche le cantine cominciarono a svuotarsi rapidamente. Chi aveva le vozze che galleggiavano dovette subito andare giù in cantina, insieme ai familiari, ed ognuno di loro ne afferrava una, infilando le

braccia nei manici per poterla guidare a restare diritta mentre l’acqua defluiva velocemente.

I nostri nonni non avevano studiato e non sapevano che quel fenomeno, che aveva bloccato tutti gli inghiottitoi e, successivamente, liberati, si chiama “legge dei vasi comunicanti”. Anche se non sapevano il nome conoscevano molto bene le

evoluzioni e sapevano come gestirle perchè facevano parte della saggezza antica, dell’ esperienza tramandata da padre in figlio senza libri scritti, ma mediamente il

vivere quotidiano.

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