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ilmanifesto.it http://www.ilmanifesto.it/attualita/notizie/mricN/9191/ IL MANIFESTO - attualità - «Sarà la primavera dopo il duro inverno» Ha incontrato personalmente il cardinale Jorge Maria Bergoglio solo una volta negli anni '70, durante un ritiro spirituale. Ma il brasiliano Leonardo Bof f , tra i f ondatori della Teologia della liberazione, ripone nel nuovo Papa molte speranze. Vede in lui il vento della «primavera» che scioglie il «f reddo inverno della Chiesa». E la traghetta nel terzo millennio. «È sempre stato dalla parte dei poveri e degli oppressi, come noi teologi della liberazione». E questo gli basta. Del brand non si preoccupa, e non crede alla complicità con la dittatura militare. Che uomo è Jorge Maria Bergoglio, e che Papa sarà Francesco I? Per me l'importante adesso non è l'uomo ma la f igura di una Papa che ha scelto di chiamarsi Francesco, che non è solo un nome ma un progetto di Chiesa. Un Chiesa povera, popolare, che chiama tutti gli esseri della natura con le dolci parole «f ratello» e «sorella». Una Chiesa del Vangelo distante dal potere e vicina al popolo. Secondo lei il cardinale Bergoglio ha le carte giuste per portare questo rinnovamento nella Chiesa? Francesco ricevette da San Damiano questo messaggio: ricostruire la Chiesa che è in rovina. Oggi siamo dentro un rigoroso inverno e lo stesso castello che gli ultimi due papi hanno creato è in rovina. E adesso un nuovo Papa arriva da f uori le mura di Roma, quasi dai conf ini del mondo, come dice egli stesso, esterno a quei circoli di potere. E credo che prima di tutto lavorerà internamente alla curia per riscattare la credibilità della Chiesa, macchiata dagli imbrogli, dagli scandali dei pedof ili e della banca vaticana... E dopo f arà un'apertura al mondo moderno, perché sia Benedetto XVI che Giovanni Paolo II hanno interrotto il dialogo con la modernità. Un errore rinunciare a capire e a dialogare con la cultura moderna. Dif f amarla e considerarla puro relativismo e secolarismo, non riconoscerne i valori, è una blasf emia contro lo Spirito Santo. Gli uomini cercano una verità più ricca e più ampia di quella di cui la Chiesa crede di essere l'esclusiva portatrice. Piuttosto invece la sua è un'istanza di potere. Mentre il senso evangelico del papato è unire i f edeli cristiani nella f ede, nel corso della storia invece si è creata una monarchia assolutista che pensa alle cose in una prospettiva giuridica. Questo Papa ha detto subito di voler presiedere la Chiesa nella carità. Questo è il senso della più vecchia tradizione, della f unzione di Pietro. Penso che questo Papa sia il volto nuovo della Chiesa, umile e aperta, che può portare l'esperienza del "Grande Sud", dove vive il 70% dei cattolici. L'esperienza latinoamericana, in particolare? La nostra non è più lo specchio della Chiesa europea. È una Chiesa f onte, che ha sviluppato un volto e una teologia proprie, una pastorale con radici nelle culture locali. Francesco I porterà questa vitalità nella Chiesa universale, per f ar f inire l'inverno rigoroso ed entrare in una prospettiva di primavera. Bergoglio of f re questa speranza, e la promessa che il papato può essere vissuto dif f erentemente. Negli anni '70 il gesuita Bergoglio ebbe, secondo alcuni osservatori argentini, un atteggiamento controverso verso la dittatura militare. Ancora più condivisa l'opinione che lo vuole decisamente avverso alla Teologia della liberazione. Qual è il suo giudizio? Recentemente Pérez Esquivel (premio Nobel per la Pace nel 1980, ndr) ha smentito che Bergoglio f osse complice della dittatura argentina spiegando che invece ha salvato tanti perseguitati dal regime militare. Quel che è certo è che ha sempre preso la posizione dei poveri e degli oppressi anche nel suo stile di vita: è una persona semplice che si sposta in autobus, che vive in un piccolo appartamento, cucina da solo... Viene dal popolo e lo si vede anche nella sua azione pastorale. Su youtube c'è un video bellissimo

Leonardo Boff su papa Francesco

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ilmanif est o .it http://www.ilmanifesto .it/attualita/notizie/mricN/9191/

IL MANIFESTO - attualità - «Sarà la primavera dopo il duroinverno»

Ha incontrato personalmente il cardinale Jorge Maria Bergoglio solo una volta negli anni '70, durante unrit iro spirituale. Ma il brasiliano Leonardo Bof f , tra i f ondatori della Teologia della liberazione, ripone nelnuovo Papa molte speranze. Vede in lui il vento della «primavera» che scioglie il «f reddo inverno dellaChiesa». E la traghetta nel terzo millennio. «È sempre stato dalla parte dei poveri e degli oppressi, comenoi teologi della liberazione». E questo gli basta. Del brand non si preoccupa, e non crede alla complicitàcon la dittatura militare.

Che uomo è Jorge Maria Bergoglio, e che Papa sarà Francesco I?Per me l'importante adesso non è l'uomo ma la f igura di una Papa che ha scelto di chiamarsi Francesco,che non è solo un nome ma un progetto di Chiesa. Un Chiesa povera, popolare, che chiama tutt i gliesseri della natura con le dolci parole «f ratello» e «sorella». Una Chiesa del Vangelo distante dal poteree vicina al popolo.

Secondo lei il cardinale Bergoglio ha le carte giuste per portare questo rinnovamento nellaChiesa?Francesco ricevette da San Damiano questo messaggio: ricostruire la Chiesa che è in rovina. Oggi siamodentro un rigoroso inverno e lo stesso castello che gli ult imi due papi hanno creato è in rovina. E adessoun nuovo Papa arriva da f uori le mura di Roma, quasi dai conf ini del mondo, come dice egli stesso,esterno a quei circoli di potere. E credo che prima di tutto lavorerà internamente alla curia per riscattare lacredibilità della Chiesa, macchiata dagli imbrogli, dagli scandali dei pedof ili e della banca vaticana... E dopof arà un'apertura al mondo moderno, perché sia Benedetto XVI che Giovanni Paolo II hanno interrotto ildialogo con la modernità. Un errore rinunciare a capire e a dialogare con la cultura moderna. Dif f amarla econsiderarla puro relativismo e secolarismo, non riconoscerne i valori, è una blasf emia contro lo SpiritoSanto. Gli uomini cercano una verità più ricca e più ampia di quella di cui la Chiesa crede di esserel'esclusiva portatrice. Piuttosto invece la sua è un'istanza di potere. Mentre il senso evangelico delpapato è unire i f edeli cristiani nella f ede, nel corso della storia invece si è creata una monarchiaassolutista che pensa alle cose in una prospettiva giuridica. Questo Papa ha detto subito di volerpresiedere la Chiesa nella carità. Questo è il senso della più vecchia tradizione, della f unzione di Pietro.Penso che questo Papa sia il volto nuovo della Chiesa, umile e aperta, che può portare l'esperienza del"Grande Sud", dove vive il 70% dei cattolici.

L'esperienza latinoamericana, in particolare?La nostra non è più lo specchio della Chiesa europea. È una Chiesa f onte, che ha sviluppato un volto euna teologia proprie, una pastorale con radici nelle culture locali. Francesco I porterà questa vitalità nellaChiesa universale, per f ar f inire l'inverno rigoroso ed entrare in una prospettiva di primavera. Bergoglioof f re questa speranza, e la promessa che il papato può essere vissuto dif f erentemente.

Negli anni '70 il gesuita Bergoglio ebbe, secondo alcuni osservatori argentini, un atteggiamentocontroverso verso la dittatura militare. Ancora più condivisa l'opinione che lo vuole decisamenteavverso alla Teologia della liberazione. Qual è il suo giudizio?Recentemente Pérez Esquivel (premio Nobel per la Pace nel 1980, ndr) ha smentito che Bergoglio f ossecomplice della dittatura argentina spiegando che invece ha salvato tanti perseguitati dal regime militare.Quel che è certo è che ha sempre preso la posizione dei poveri e degli oppressi anche nel suo stile divita: è una persona semplice che si sposta in autobus, che vive in un piccolo appartamento, cucina dasolo... Viene dal popolo e lo si vede anche nella sua azione pastorale. Su youtube c'è un video bellissimo

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di Bergoglio che parla del debito che tutt i abbiamo verso i poveri perché la diseguaglianza è f rutto di unasocietà anti-etica e anti-umana. E il marchio registrato della Teologia della liberazione è l'opzione verso ipoveri e contro la povertà.

Però è pur sempre un f ilosofo, un teologo, rettore universitario. Secondo alcuni esperti, si puòdire di lui che sia molto lontano almeno da quella Teologia della liberazione di stampo marxista. Questa è la versione delle dittature militari che hanno sempre calunniato la Teologia della liberazione(Tdl, ndr). Che poi f u accettata da Ratzinger come una f orma di teologia (per esempio, nominando nel2012 a pref etto della Congregazione dei religiosi l'arcivescovo brasiliano João Braz de Aviz, e a capodella dottrina della Fede Gerhard Ludwig Müller, entrambi molto aperti alla Tdl, ndr). Ma noi non abbiamomai preso Marx come padrino della Teologia della liberazione; io stesso non sono marxista. E non è maiesistita una Teologia della liberazione marxista. Il movimento Tdl peraltro non è mai stato f orte inArgentina, dove invece si è sviluppata una teologia propria, incarnata nella cultura popolare locale. Non sipuò dire che Bergoglio f osse contro questo tipo di teologia.

Come teologo, però, Bergoglio non ha mai riconosciuto il valore del movimento Tdl. Non è così?Lui è un gesuita e in quanto tale di ott ima f ormazione intellettuale. Poi ha studiato in Germania, come me.Perciò è anche molto aperto intellettualmente. Ma non mi curo dell'appellativo «Teologia dellaliberazione», mi importa invece quale atteggiamento si sceglie di avere di f ronte ai poveri e agli oppressidel mondo. Bergoglio è dalla nostra stessa parte. La nostra Chiesa latinoamericana ha tanti martiri: OscarRomero, Enrique Angelelli, tanti colleghi miei che sono stati sequestrati e assassinati durante la dittatura.Non avevano un'ideologia in testa, ma un certo t ipo di atteggiamento con le f avelas, con i barrios, con ipoveri. E questo è l'importante. Che nome daremo a tutto questo, non importa.

Francesco d'Assisi affrontò l'avvento dell'economia monetaria nell'epoca in cui in Italianascevano i primi comuni prospettando una diversa visione del mondo. Crede che, allo stessomodo, la sfida di Papa Francesco I sia anche quella di ripensare, nell'attuale fase, il rapportodella Chiesa con il sistema capitalistico?Penso, come diceva lo storico inglese Arnold Toynbee, che al tempo di San Francesco, dopo il caosdell'impero romano che ha introdotto la moneta - siamo agli albori del sistema capitalistico -simultaneamente è apparsa l'opposizione. Francesco era una persona anti-sistema. Proprio Ratzinger inun articolo f amoso ha detto che San Francesco - vissuto al tempo di Papa Innocenzo III che è statol'imperatore f orse più ricco di tutta la storia cristiana - f aceva il contrappunto. Viveva una resistenzaprof etica senza f are alcuna crit ica orale, ma percorrendo un cammino evangelico alternativo. Questo èl'insegnamento di San Francesco, il plano vivere, il vivere senza titoli sulla terra e non in posti di potere.Francesco non era un prete, era un laico. E noi lo abbiamo dimenticato. Con la f igura di Francesco,questo Papa assume tutto un complesso di valori: valorizza i laici e i movimenti popolari. Qualcosa dimolto importante perché il tema centrale del mondo adesso non è la Chiesa ma il f uturo ha la vita, il pesoche ha l'uomo. Ora per me la domanda è cosa f a la Chiesa cattolica per aiutare l'umanità a uscire daquesta crisi, che può essere determinante. Francesco I può essere il Papa della f ine del mondo, perchéabbiamo costruito una macchina di morte che può distruggere tutto. Per me il messaggio di SanFrancesco è l'unico che ci può traghettare nel terzo millennio: o lo prendiamo o andiamo verso la f ine.

Ma il potere temporale della Chiesa, il sistema dello stato Vaticano, può liberarsi dallasudditanza al capitalismo?Penso che sia inutile pensare a una rif orma del sistema capitalistico che ormai ha dato tutto quello chepoteva dare ed è arrivato alla f ine. Bisogna andare verso un altro paradigma, verso un bien vivir, comedicono gli indigeni latinoamericani. E bisogna superare la dimensione temporale, polit ica, del Vaticano,una monarchia assolutista del passato. Bisogna rinunciare alle nunziature, utilizzare le banche etiche,decentralizzare la Chiesa. Perché il dicastero delle missioni non può restare in Asia? Perché quello deidiritt i umani e della giustizia non può venire in America latina? E quello del dialogo interecclesiasticoperché non va a Ginevra, insieme al Consiglio mondiale delle chiese? Questa decentralizzazione è già

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pensata nel Concilio Vaticano II. Gli ult imi due papi hanno svuotato questa istanza di f unzionalità dellaChiesa e sono andati verso la centralizzazione del governo. Alla base sociale di questo tipo di Chiesa cisono gruppi f ondamentalisti come l'Opus dei, Comunione e liberazione, i Cruzados dell'Evangelio.

Quindi aver preferito Bergoglio rispetto al cardinale brasiliano Odilo Schrer, membro dellaCommissione cardinalizia di Vigilanza dello Ior, è un segno molto importante?Grazie a Dio Scherer - che era il candidato della curia romana, un conservatore con un'autorità moltof orte - non è il nuovo Papa.

Eppure il cardinale Bergoglio si è contraddistinto in Argentina per la sua campagna contro leunioni omosessuali. Finora nessuno nella Chiesa poteva allontanarsi da questa visione del mondo. Lui però pochi mesi f a hapermesso a una coppia omosessuale di adottare un bambino. Questo vuol dire che non è una personainf lessibile. Ora può aprire una discussione ampia sul celibato, sulla sessualità, sulla reintroduzione deipreti sposati. Perché la Chiesa ha una crisi istituzionale tremenda, non può essere un'isola sola in mezzoal mare.

Qual è il bene comune della Chiesa cattolica?È la tradizione di Gesù, l'amore incondizionato. Unire i due poli: il padre nostro col pane nostro. Cioèaprirsi verso la trascendenza e preoccuparsi di chi ha f ame e bisogno. Solo così si può dire amen.