10
Dipinto di Franco Condorelli Lentini Città del Leone D opo anni e anni di attese ansiose e logoranti la città d Lentini, finalmente, ha assistito a un evento che può essere considerato veramente miracoloso: lunedì 17 ottobre 2011, ore 11,30, alla presenza di Alfio Mangiameli, Sindaco di Lentini; di Raffaele Lombardo, Presidente della Regione Siciliana; di Nicola Bono, Presidente Provincia Siracusa; di Massimo Russo, Assessore Regionale alla Sanità; si è svolta la ceri- monia inaugurale del Nuovo Ospedale di Lentini. S.E. mons. Salvatore Pappalardo, Arcivescovo di Siracusa, chiamato a consacrare la storica occa- sione, ha impartito la solenne benedizione, assi- stito da don Paolo Pandolfo, Parroco della Chiesa di Santa Tecla di contrada Santuzzi, tenere di Carlentini. Ampio servizio a pag. 2 All’INTERNO La “Leonzio 1909” nelle mani della cordata “Gibilisco” pagina 5 “Encomio di Elena” di Gorgia da Leontìnoi: gli studenti del liceo intervistano Gianni Cannone pagina 6 La presenza dei cattolici a Lentini: parla Salvatore Amore, presidente MEIC pagina 8 Virginia Gervasoni Manzitto: un’illustre concittadina pagina 4 Finalmente aperto agli ammalati il nuovo ospedale di Lentini La testa del leone leontino a tutela della lettera H pagina 2 Giovanni Trombatore e il Congresso di Chirurgia a Lentini: applausi e consensi pagina 3 Rubrica di indovinelli siciliani “Denuncia” di Armando Bosco “Il medico dei pazzi” di Scarpetta: Enzo Ferraro e la sua compagnia sono già al lavoro pagina 9 Arriva l’ascensore al Liceo Gorgia La trama poetica di Santo Militti Premio “Sebastiano Pisano Baudo” pagina 10 Presentato a Siracusa il nuovo libro di Gianni Failla pagina 7 Miracolo nella città delle arance Inaugurato il nuovo ospedale di Lentini CULTURA - POLITICA - STORIA LOCALE - ATTUALITÀ - SPORT - Copia Omaggio Anno VII - n. 4 Dicembre 2011 1 5 0 IL PROLOGO nel segno della “Lentinità” A lcune settimane prima che avvenisse l’inaugurazione del Nuovo Ospedale di Lentini, targata Maniscalco, sono stati realizzati nello stesso nosocomio, grazie al lavoro encomiabile e altamente professionale del prof. Giovanni Trombatore, tre importantissime giornate congressuali (15/16/17 settembre) aventi come tema: “Lo standard in chi- rurgia: tra progresso e revisione critica”. In questo “Primo Congresso Regionale di Chirurgia” enorme è stato l’interesse suscitato tra gli intervenuti che è andato, si può dire, al di là delle più speranzose previsioni. (Servizio all’interno con foto di Luigi Lo Re) Autorità politiche, civili e reli- giose presenti, dietro invito ad usum delphini , all’ incontro evento leontino: nella foto fornita in esclusiva dal giornalista Nello La Fata, direttore de “La Notizia” (Premio Copertina alla “Lentinità” 2008), sono ampiamente rico- noscibili l’Arcivescovo di Siracusa, Pappalardo; il parroco di Santa Tecla Leontina, padre Paolo Pandolfo; il Presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo; il Presidente della Provincia, Nicola Bono; Massimo Russo, assessore regionale alla salute; Franco Maniscalco, diret- tore generale “pro-tempore” ASP Siracusa.

LEONTINOI OGGI (DICEMBRE-2011)

Embed Size (px)

DESCRIPTION

TRIMESTRALE CULTURALE DI LENTINI - FONDATO E DIRETTO DA GIANNI CANNONE

Citation preview

Page 1: LEONTINOI OGGI (DICEMBRE-2011)

Dipinto di Franco Condorelli

Lentini

Città del Leone

Dopo anni e anni di attese ansiose e logoranti la città d Lentini, finalmente, haassistito a un evento che può essere considerato veramente miracoloso: lunedì

17 ottobre 2011, ore 11,30, alla presenza di Alfio Mangiameli, Sindaco di Lentini; diRaffaele Lombardo, Presidente della Regione Siciliana; di Nicola Bono, PresidenteProvincia Siracusa; di Massimo Russo, Assessore Regionale alla Sanità; si è svolta la ceri-monia inaugurale del Nuovo Ospedale di Lentini.

S.E. mons. Salvatore Pappalardo, Arcivescovodi Siracusa, chiamato a consacrare la storica occa-sione, ha impartito la solenne benedizione, assi-stito da don Paolo Pandolfo, Parroco della Chiesadi Santa Tecla di contrada Santuzzi, tenere diCarlentini.

Ampio servizio a pag. 2

All’INTERNO

La “Leonzio 1909” nelle manidella cordata “Gibilisco”

pagina 5

“Encomio di Elena” di Gorgiada Leontìnoi: gli studenti del liceo intervistano Gianni Cannone pagina 6

La presenza dei cattolici a Lentini: parla Salvatore Amore,presidente MEIC pagina 8

Virginia Gervasoni Manzitto:un’illustre concittadina

pagina 4

Finalmente aperto agli ammalatiil nuovo ospedale di Lentini

La testa del leone leontino a tutela della lettera H

pagina 2

Giovanni Trombatoree il Congresso di Chirurgia a Lentini: applausi e consensi

pagina 3

Rubrica di indovinelli siciliani

“Denuncia” di Armando Bosco

“Il medico dei pazzi” di Scarpetta: Enzo Ferraro e la sua compagnia sono già al lavoro pagina 9

Arriva l’ascensore al Liceo Gorgia

La trama poetica di Santo Militti

Premio “Sebastiano Pisano Baudo”

pagina 10

Presentato a Siracusail nuovo libro di Gianni Failla

pagina 7

Miracolo nella città delle aranceInaugurato il nuovo ospedale di Lentini

CULTURA - POLITICA - STORIA LOCALE - ATTUALITÀ - SPORT - Copia Omaggio Anno VII - n. 4 Dicembre 2011

1 5 0

IL PROLOGO nel segno della “Lentinità”

Alcune settimane prima che avvenisse l’inaugurazione del Nuovo Ospedale diLentini, targata Maniscalco, sono stati realizzati nello stesso nosocomio, grazie

al lavoro encomiabile e altamente professionale del prof. Giovanni Trombatore, treimportantissime giornate congressuali (15/16/17settembre) aventi come tema: “Lo standard in chi-rurgia: tra progresso e revisione critica”.

In questo “Primo Congresso Regionale diChirurgia” enorme è stato l’interesse suscitatotra gli intervenuti che è andato, si può dire, al dilà delle più speranzose previsioni.

(Servizio all’interno con foto di Luigi Lo Re)

Autorità politiche, civili e reli-giose presenti, dietro invito adusum delphini, all’incontroeventoleontino: nella foto fornita inesclusiva dal giornalista Nello LaFata, direttore de “La Notizia”(Premio Copertina alla “Lentinità”2008), sono ampiamente rico-noscibili l’Arcivescovo di Siracusa,Pappalardo; il parroco di SantaTecla Leontina, padre PaoloPandolfo; il Presidente dellaRegione Siciliana, RaffaeleLombardo; il Presidente dellaProvincia, Nicola Bono; MassimoRusso, assessore regionale allasalute; Franco Maniscalco, diret-tore generale “pro-tempore” ASPSiracusa.

Page 2: LEONTINOI OGGI (DICEMBRE-2011)

Dicembre 20112

Dopo anni e anni di attese ansiosee logoranti la città d Lentini, final-

mente, ha assistito a unevento che può essere con-siderato veramente mira-coloso: lunedì 17 ottobre2011, ore 11,30, alla pre-senza di Alfio Mangiameli,Sindaco di Lentini; di Raf -faele Lombardo, Presidentedella Regione Siciliana; diNicola Bono, PresidenteProvincia Siracusa; di Massimo Russo,Assessore Regionale alla Sanità; si è svoltala cerimonia inaugurale del Nuovo Ospedaledi Lentini.

S.E. mons. Salvatore Pappalardo,Arcivescovo di Siracusa, chiamato a con-sacrare la storica occasione, ha impartitola solenne benedizione, assistito da donPaolo Pandolfo, Parroco della Chiesa diSanta Tecla di contrada Santuzzi, teneredi Carlentini.

Franco Maniscalco, direttore generaleASP Siracusa, attraverso un elegantedepliant ha fatto sapere al popolo degliinvitati, rigorosamente selezionati, chegli ospiti, dopo l’inaugurazione ufficialesarebbero stati condotti in un’area appo-sitamente attrezzata per il light lunch.

Popolo di invitati, dunque, non popolodel territorio leontino, in quella monu-mentale costruzione sanitaria che lo stessoManiscalco aveva definito “la più impor-tante opera pubblica realizzata nellaProvincia di Siracusa nell’ultimo ven-tennio”. Sinceramente soddisfatto RaffaeleLombardo: “Abbiamo aperto e messo adisposizione della comunità locale unastruttura attesa da 17 anni che rischiavadi restare una cattedrale nel deserto”.

Le parole del Presidente della RegioneSiciliana relativamente alla saggia gestionedell’ultimo gioiello leontino sono statesemplici e chiare soprattutto perché pre-suppongono la cura e la salvaguardiacostante di cotanto patrimonio territo-riale a favore delle popolazioni sovrane.

Basti pensare, appunto, quale para-dosso itinerante, che solo alcuni mesiaddietro l’imponente edificio era statousato, in mancanza di meglio, per girareaddirittura il film “Le ultime 56 ore” diClaudio Fracasso. Una provocazione

imperdonabile e ardita, uno schiaffoper chi soffre in silenzio! Un’autorizzazione,

da parte di chi di compe-tenza, senza alcun pudore!

Il Primo cittadino AlfioMangiameli, dal canto suo,nelle vesti di padrone dicasa, ha ringraziato tutticoloro che si sono adope-rati per il conseguimento diun obiettivo così impor-tante nella zona, pronun-

ciando sentimenti di stima autentica nei

Lunedì 17 ottobre 2011, benedizione solenne a cura dell’Arcivescovo di Siracusa, Salvatore Pappalardo

Miracolo nella città delle aranceInaugurato il nuovo ospedale di LentiniAlfio Mangiameli, Raffaele Lombardo, Massimo Russo, Franco Maniscalco, Nicola Bonofesteggiano con gli invitati il grande evento territoriale tra “luci e ombre”

segue a pag. 7

La testa del leone fa parte integrante della monetazionedell’antica Leontìnoi.

Nel nuovo grande ospedale di Lentini, come simbolo diun territorio mai domo, sul frontone dell’ingresso princi-pale, vicino alla lettera H (inconfondibile e universale tes-sera di riconoscimento per affermare l’esistenza di unastruttura sanitaria) troneggia, maestosa e identitaria, la testadel Leone, a testimonianza del glorioso passato leontino.

Questo il messaggio per tutti: siamo a Lentini nella cittàdel Leone.

Il nome della città di Leontìnoi, infatti, è legato al cultodi Ercole e al Leone.

La fonte è quella di Diodoro Siculo (Biblioteca storica):“In seguito, Ercole, nell’attraversare la pianura leontina(oggi piana di Catania NdA) ammirò la bellezza dellaregione, e trattò con familiarità quanti lo onoravano,lasciando presso di loro ricordi immortali della sua pre-senza”.

Tale fantastico accadimento è narrato con ogni cura dalBonfiglio Costanzo, “Dell’Historia Siciliana, 1738, Messina):“E i Leontini si gloriano che Hercole avesse fabbricato egliil Lago detto il Beverio, celebrato per l’abondanza de’ cefalie delle anguille, che quivi si pescano; che la fortezza leon-tina fosse stata parimenti fabbricata da Hercole, perciò dimo-strano il maschio della rocca, qual è una Torre di tre canti,che riguarda a linea, per ciascun angolo alle tre valli diSicilia”. Ortensio Scammacca, nato a Lentini nel 1565, padredel Teatro Gesuitico Italiano, canta le origini della sua cittànatale nella tragedia sacra dal titolo “I santi fratelli, Alfio,Filadelfo e Cirino”.

Per lo Scammacca il cominciamento di Lentini aveva ilsuo prezioso accampamento nella mitologia e, in tal senso,ricorda che Ercole, dopo avere ucciso il Leone, donò la pelledel Re degli animali agli antichi abitanti di quella città.

(Da “Cenni storici su Lentini”, 1990, di Gianni Cannone).

Quella moneta antica con la testa del leone è il simbolo altissimo della lentinità

On. Luigi Boggio

POST SCRIPTUMLa testa del “Leone Leontino”, a tutela della let-

tera “H”, è il simbolo stesso del nostro trimestrale“LEONTÌNOI oggi”, messo a salvaguardia diuturnadella “Lentinità”.

Troppa retorica, insomma, “maniscalchea” e di bassalega, proprio nella patria della retorica antica e dellaprima sofistica di “gorgiana” autorevolezza, è vergognacosmica.

Il “Maniscalco” di turno, di fronte a questi pue-rili artifizi sulla “Lentinità”, è ben avvisato.

Page 3: LEONTINOI OGGI (DICEMBRE-2011)

Lentini, 15/16/17 settembre 2011

Congresso Regionale di Chirurgia con la regia di Giovanni TrombatoreI tre giorni congressuali nel “Lentinese” hanno avuto questo tema:“Lo standard in Chirurgia: tra progresso e revisione critica”

Sperando che eventi di tale spessorepossano diventare più frequenti, rimane lagrande gioia per avere finalmente dato alnostro territorio il riconoscimento di esseredotato di indubbie capacità professionalie di avere inoltre ottimamente rappre-sentato la nostra attitudine all’accoglienza.

Dicembre 2011 3

Il congresso di chirurgia svoltosi aLentini dal 15 al 17 settembre si è rita-

gliato senza dubbio lo spazio di “evento”per la nostra città che è apparsa avida edesiderosa di sfruttare queste opportu-nità di grande rilievo per poter fornire unavolta tanto agli occhi curiosi e critici le suepeculiarità migliori, fatte di persone eprofessionisti di indubbio valore e spes-sore sociale di eccellenza.

Si è trattato nello specifico del CongressoRegionale ACOI (Associazione ChirurghiOspedalieri Italiani) Sicilia. Il direttivodell’Associazione ha voluto riconoscereal Prof. Giovanni Trombatore, Direttoredell’U.O.C. di Chirurgia Generale delnostro ospedale ormai da più di undecennio, ed alla comunità scientificache in quell’ambito lavora ed eroga sanità,le prerogative di polo chirurgico di note-vole interesse scientifico e di avanguardiatecnologica.

Il titolo che il Prof. Trombatore havoluto dare all’incontro è esplicativo deltaglio innovativo che Egli ha voluto trac-ciare; per tre giorni a Lentini si è parlatoe ci si è confrontati sul tema:

“Lo standard in Chirurgia: tra pro-gresso e revisione critica”.

Vari aspetti dell’attività chirurgica sonostati oggetto di discussione e se sicuramentesi sono affrontati in maniera estesa ma estre-mamente agile moltissimi degli argo-menti pertinenti alla attività di sala ope-rativa con le relative tecniche, le più inno-vative, per la descrizione delle quali sulpalco si sono alternati i migliori chirurghisiciliani, è altresì vero che altri aspettidell’attività sanitaria sono stati messi sultappeto ed affrontati con oggettività erigore scientifico. Ci riferiamo ad esempioall’aspetto medico legale delle attivitàchirurgiche che coinvolgendo in tal casoaltre figure professionali di spicco delnostro territorio come medici legali, avvo-cati e magistrati oltrechè anestesisti emedici di pronto soccorso, ha fornito ilsuo apporto in termini di chiarezza ecomportamenti etici rilevanti da seguire,di estremo interesse e che possano allon-tanare da chi opera in sanità la triste pra-tica della medicina difensiva che tantocarica di costi il SSN e di attese il cittadino.

Ulteriore aspetto innovativo e senza pre-cedenti è stato il coinvolgimento nei lavoricongressuali con il ruolo di relatori edesperti dei medici in formazione dellascuola di specializzazione chirurgicadell’Università di Catania.

I giovani chirurghi hanno portato laloro visione innovativa e tecnologica-mente all’avanguardia “costringendo” ilconsesso a confrontarsi anche con l’a-spetto didattico e formativo che eventidel genere devono sempre promuoverein maniera prioritaria.

Infine è doveroso sottolineare comeaspetti peculiari del nostro territorio sonostati valorizzati ottimamente dando all’e-vento un ruolo di promozione cultu-rale.Tutti i partecipanti sono stati omag-giati di materiale audio-visivo che riper-

corre la nostra gloriosa storia antica, diprodotti tipici della nostra terra come ilpane, ormai da qualche anno insignitodalla IGP ed entrato nel novero dei pre-sidi SLOW-FOOD, con grandissimoriscontro e curiosità da parte di tutti ipartecipanti.

del Dott. Alessandro Gentile

Esempi virtuosi di vita in fotografia che trascinano... a cura di Luigi Lo Re

Page 4: LEONTINOI OGGI (DICEMBRE-2011)

Dicembre 20114

“Il Presidente, nell'illustrare il gestoaltamente munifico compiuto dal

benemerito concittadino ing. GiuseppeManzitto, mercè il quale sta sorgendo inquesta Città un nuovo Istituto di Be -neficenza, segnala alla attenzione delConsiglio la di lui consorte sig.ra VirginiaGervasoni, di Bergamo, che con genti-lezza d'animo e bontà di cuore ha asse-condato ed incoraggiato i propositi gene-rosi del marito. Propone che in segno diviva e commossa riconoscenza della Cittàil Consiglio conferisca alla sig.ra Gervasonila cittadinanza onoraria”.

Così recita il verbale del ConsiglioComunale di Lentini del 20 luglio 1949.

La relativa deliberazione di approva-zione venne adottata all'unanimità e peracclamazione e fu inoltredeciso – su proposta delconsigliere del PSLISalvatore D'Anna – di“inviare, a mezzo tele-gramma, alla sig.ra Ger -vasoni l'omaggio devoto ericonoscente dell'Ammini -strazione Comunale e dellaCittadi nanza lentinese”.

Quale dunque il rap-porto fra Lentini e la“signora Gina”, come lasig.ra Gervasoni Manzittoera familiarmente chia-mata?

Il nostro concittadino Giuseppe Man -zitto, filantropo rimasto sempre legatoalla sua Lentini, benchè nato in una fami-glia economicamente piuttosto umile,grazie alle sue doti intellettive e alla suagrande forza di volontà, era riuscito alaurearsi in ingegneria. Si era quindi tra-sferito al Nord, dove migliori erano leprospettive di lavoro per i tecnici, ed eradiventato un ottimo dirigente d 'azienda.

Fu probabilmente per la fama da luiraggiunta in questo campo che la Gervasoni,rimasta vedova di un industriale dell'ac-ciaio, lo chiamò a capo della sua fabbrica.

Successivamente fra la proprietaria eil direttore dell' acciaieria sbocciò un sen-timento che li portò al matrimonio, cele-brato il 20 gennaio 1924 a Bergamo, dovei due stabilirono la loro abitazione, in viaLocatelli 21.

Quando il grande filantropo decisedi donare alla sua terra natale un orfa-

natrofio, la moglie lo asse-condò e venne, assieme a lui,una prima volta a Lentini il25 maggio 1948, per trat-tare la cessione da parte delComune del terreno su cuidoveva sorgere il costruendoistituto.

La signora Gina tornò aLentini il 29 maggio 1949,ancora assieme al marito,per la posa della primapietra. Alla cerimonia, allapresenza di un'immensafolla, parteciparono anchedue prestigiosi politici: illentinese on. FrancescoMarino, deputato regionale

del PCI, e ilparlamentare nazionaledella DC on. CorradoTerranova.

Fu dopo questa secondavisita che venne conferitaalla sig.ra Gervasoni la cit-tadinanza onoraria diLentini: il fatto che la rela-tiva deliberazione sia stataadottata all'unanimità e peracclamazione la dice lungasulla grande (e meritata)popolarità dei due coniugi.

Il Consiglio Comunaleeletto nel 1946 (poi sciolto

nel 1951) era formato, nella sua mag-gioranza dai socialisti (PSIUP), che ave-vano 18 consiglieri su 30, mentre la mino-ranza era costituita dai soli comunisti chene avevano 12. I rapporti fra i due par-titi proletari eranostati piuttosto tesi findall'esordio della legi-slatura, tanto che erastata eletta una Giuntamonocolore sociali sta,con a capo FiladelfoCastro.

La tensione era poidegenerata in apertarivalità in seguito allascelta di Castro che,trascinando con sè la

sezione quasi per intero, aveva deciso diaderire alla scissione socialdemocraticadel gennaio 1947, capitanata da Saragat,che aveva dato vita al PSLI.

Il successivo ingresso del PSLI, allafine del 1947, nell'aria governativa e la fortecontrapposizione, sia a livello locale chenazionale, tra le sinistre (PCI e PSI) e laDC e i suoi alleati, fra cui il PSLI, in par-ticolare in occasione delle elezioni poli-tiche del 18 aprile 1948, avevano avvelenatoancora di più i rapporti tra i due partitirappresentati nel Consiglio Comunaledi Lentini.

Il conferimento della cittadinanza ono-raria alla Gervasoni fu dunque uno deirarissimi momenti di convergenza fra diessi ed anche coi partiti non presenti inC.C. E fu senz'altro unificante per l'in-tero popolo lentinese.

Manzitto, morto il 29 dicembre 1949,non potè vedere il compimento della suaopera benefica, che venne inaugurata il27 ottobre 1951. All'evento fu però pre-sente, e fu la sua ultima venuta a Lentini,la sua vedova, la cittadina onoraria VirginiaGervasoni.

Il giorno precedente, alla presenzadella moglie, di tutte le autorità cittadinee di una grande folla di popolo, eranostate rese solenni onoranze funebri almunifico lentinese, la cui figura era stataricordata dall'avv. Alfio Sgalambro.

* Il prof. Ferdinando Leonzio è autoredell'unica biografia di Giuseppe Manzittofinora pubblicata (Giuseppe Manzitto in13 storie leontine, Angelo Parisi Editore,2007).

di Ferdinando Leonzio

Orfanotrofio Ing. Manzitto

Suore delle PoverelleLentini

La storia di una cittadinanza onoraria dimenticata

Virginia Gervasoni ManzittoUn’illustre concittadina

Orfanotrofio Ing. Manzitto Suore delle Poverelle - Lentini

Ing. Manzitto

Page 5: LEONTINOI OGGI (DICEMBRE-2011)

Dicembre 2011 5

naria, plurale e pluralistica, del6 ottobre 2011, tra amministra-tori comunali, forze attive e poli-tiche del mondo locale.

Va detto, a titolo di buona cro-naca, che la vecchia dirigenza halasciato ai subentranti, quasi tuttinon lentinesi, il titolo “Leonzio 1909”a livello prettamente gratuito.

Ecco, per sommi capi, il quadro delnuovo assetto dirigenziale: AlessioVirgillito, presidente; RenatoMarletta,direttore generale; Alessandro Settineri,allenatore.

Sullo sfondo di questa nuova avven-tura “salvifica” viene annoverato ancheil contributo gradevole del leontinoFrancesco Navarria, avvocato e attual-mente consigliere comunale di Catania.

Certo, rispetto alle gesta del grande pas-sato bianconero, quello odierno è soloun tentativo coraggioso che va tenuto,comunque, in orgogliosa considerazione.Domani, si sa, è un altro giorno!

Come non ricordare, però, che nellaLeonzio vi sono stati dirigenti come ilfilosofo Manlio Sgalambro o come il com-mediografo Carlo Lo Presti? Come si fa anon tramandare ai posteri che la Leonzioabbia avuto come allenatore un certosignor Oronzo Pugliese?

E poi un’altra cosa che è unica e raranel mondo del pallone: com’è nato ilnome Leonzio?

Ce lo racconta, appunto, Carlo LoPresti (il cine teatro comunale, ex odeon,per volontà unanime del ConsiglioComunale di Lentini ormai porta il suonome) nella pubblicazione nata nel 1958,nella tipografia Scolari, sponsorizzata daSalvatore Piccione, storico presidentebianconero di quel bel tempo che fu, cheriportiamo in questa numero, qui diseguito e integralmente, in copia foto-statica, così come appare nel prezioso,quanto ormai introvabile, opuscolo pre-ziosissimo dal titolo “La Leonzio dal 1909a oggi”.

Sembra spuntare la quiete dopo latempesta in casa della Leonzio. Ci

spieghiamo meglio.Dopo l’improvviso abbandono della

“Presidenza Cundari”, ogni cosa parevache andasse a parare nell’alveo della con-fusione più totale. E invece, al termine divolenterose trattative, è scoppiato attornoal calcio leontino il grande cuore, diimmensa e premurosa sportività solidale,per salvare il glorioso blasone della piùantica squadra di calcio della Sicilia, cioèla Leonzio.

La compagine bianconera che oggi sichiama “Leonzio 1909” avrebbe potuto,certamente, rischiato la radiazione senon ci fosse stata una concertazione con-divisa a Palazzo di Città culminata, allafine, positivamente, con la seduta ple-

Salvata dalla radiazione la “Leonzio 1909”

Alessio Virgillito nuovo presidenteSuccede alla dimissionaria “presidenza Cundari”

LEONZIO amore mio…Ecco “Compare Ciccio ” il super tifoso della squadra bianconera, mitico per-

sonaggio lentinese che vive e sopravvive negli ambienti sportivi della cittàal grido penetrante di “Forza Leonzio!”, il quale è, attual-

mente, un assiduo frequentatore del notissimo localedi via Garibaldi, opportunamente denominato,appunto, “Bar Garibaldi”, dove (e questo bisognaricordarlo sempre come fatto storico profon-damente vero) al tempo della indimenticabilespedizione dei Mille, si trovarono a passare lungoquella strada (che allora per volere dell’assolu-

tismo regio borbonico chiamatasi Ferdinandea) e NinoBixio e Menotti Garibaldi, figlio primogenito dell’eroe

dei Due Mondi.

Conferenza stampa a Palazzo di Città -Nella foto i membri della nuova cordatacon il sindaco Mangiameli e l’assessore allo Sport Casella

Carlo Lo Presti

Page 6: LEONTINOI OGGI (DICEMBRE-2011)

Dicembre 20116

Una rappresentanza di liceali del “Gorgia” con la sete del sapere sul grande sofista leontino

L’elogio di Elena di “Gorgia da Leontìnoi”Intervista a Gianni Cannone

Una premessa a questo lavoro è piace-volmente doverosa per spiegare il signi-

ficato intrinseco della presente pubblicazionesul numero odierno di “Leontìnoi oggi”.

Alcuni ragazzi del Liceo “Gorgia” di Lentini,qualche tempo addietro, hanno chiesto e otte-nuto, senza riserva alcuna, un’intervista daparte del giornalista e scrittore Gianni Cannone,non sull’immortale pensatore leontino FilippoGorgia, definito da Christos Stremmanos, nelcorso del convegno internazionale su “Gorgia e la Sofistica”, tenutosi a Lentini e aCatania nei giorni 12, 13, 14 e 15 del dicembre 1983, sotto l’egida della Facoltà diLettere e Filosofia dell’Università di Catania e della Società Filosofica Italiana e delComune di Lentini, “mente poliedrica, filosofo e precettore, scienziato, oratore,uomo d’azione”, ma su un’opera famosa del figlio più illustre dell’antica Leontìnoi,cioè “L’elogio di Elena”.

Per dovere di cronaca questi sono i nome dei liceali in oggetto che, peraltro, oggi,fanno parte integrante, orgogliosamente, dell’Associazione Culturale “Interact ClubLeontino”: Giuseppe Sferrazzo, Sergio Longo, Eugenio Spagnolo, Stefano Scalora, GiuliaCatania e Ilaria Iacieri.

La nuova Preside del Liceo “Gorgia”

Ada Maria Mangiafico

Liceo “Gorgia” - Lentini

Ecco il testo integrale dell’intervistarilasciata dal nostro direttore, GianniCannone, sull’Elogio di Elena di Gorgiada Leontìnoi:

“L’elogio di Elena, uno dei lavori piùimportanti del sofista Gorgia da Leontìnoi,ha avuto la fortuna di giungere fino a noiintegralmente, testimoniando, ancoraoggi, momenti di modernità vividi e, altempo stesso, sorprendenti.

Gorgia porta alla ribalta, volutamente,nel suo celebre saggio difensivo, la mogliedi Menelao, Elena di Sparta, classificatain quel tempo dalla grecità come un per-sonaggio immondo e per aver tradito ilmarito e per aver causato, assieme alla

guerra di Troia, lutti infiniti tra greci etroiani.

Oggi grazie allo scritto gorgiano Elena,detta anche di Troia, passa dal mito allastoria e dalla storia all’attualità che semprescotta, legata com’è al riscatto della fem-minilità senza pregiudizi, mentre nondeve impressionare più di tanto la partefinale del testo del grande pensatore len-tinese allorquando così autoironicamenteconclude: “Ho voluto scrivere questodiscorso che fosse a Elena di encomio,a me di gioco dialettico”.

E a dimostrazione di quanto fosse serioe profondo L’elogio di Elena ci pensaper tutti con una posizione netta il piùeminente studioso della Sofistica e deiSofisti Mario Untersteiner: “L’Elena è,pertanto, un’opera seria, anche se eglila chiama scherzo, passatempo, giacchéegli non ebbe intenzione di scherzare,anzi dedicò alla sua opera una curaaffettuosa, nell’arte dei motivi che sisvolge con finezza”.

Sopra Elena e sull’adulterio cantati daOmero nell’Iliade la comunità letterariainternazionale nel corso dei secoli sispacca in due: fioriscono in gran quan-tità per la bella traditrice in fuga con il Paridetroiano, autore del ratto, gli innocentistie i colpevolisti.

Saffo, ad esempio, l’intramontabilepoetessa di Lesbo, la difende senza se esenza ma con questo alto e significativopronunciamento che lo scrittore lenti-nese Alfio Siracusano disegna egregia-

mente nel suo libro “Saffo, la dolce eresiadi Eros”: “Qual è la cosa più bella dellaterra nera?”. La risposta è solo una einconfondibile: “Ciò che tu ami, io dico”.

In questo contesto giova riferire chela traduzione delle poesie di Saffo è dellostesso Siracusano.

E come si fa a non ricordare ora lapolitica del riscatto della bellissima sovranaspartana operata anche da Stesicoro, daEuripide proprio nelle Troiane, daAristofane che la celebra “casta” nellaLisistrata, da Teocrito che le dedica unomaggio poetico nell’Idillio XVIII?

Ma il conterraneo di Saffo, vale a direAlceo, il più antico lirico eolico, non si eragià schierato, nel frattempo, tra i colpe-volisti?

Solo più tardi ad opera di Gorgia, padredella prima sofistica, si creava a favoredella donna tante volte condannata peradulterio dalla tradizione poetica grecadell’epoca un vero “ribaltone” attraversoquel rivoluzionario Encomio di Elea acui faceva seguito, successivamente, aventelo stesso titolo, l’altra orazione di Isocrate,uno dei discepoli più in vista della “scuolagorgiana”.

La laudatio gorgiana “pro - Elena”accredita, con successo, mediante l’ideabase di quattro ipotesi di lavoro l’artedella persuasione che è di certo cosa bendiversa dalla verità.

Gorgia asserisce nella quaterna dimo-strativa, di scuola sofistica, che Elena nonpoteva essere colpevole in nessun casodal momento che non si può avere capa-cità di intendere e di volere se c’è dimezzo la volontà divina, se c’è di mezzoun rapimento con la forza, se c’è di mezzola parola suasiva di Paride, se c’è di mezzo,infine, la passione avvolgente e amma-liatrice dell’amore.

Quando si tratta di parlare del valoredel logos come potente strumento di per-suasione e di convincimento la brevitàdi Gorgia cessa di colpo e lo spazio chededica all’argomento in difesa di Elenasi fa più suggestivo e più penetranteperché in esso emerge prepotentementela vera verità, tutta gorgiana: “La parolaè un grande dominatore che, con uncorpo piccolissimo e invisibilissimo, divi-

nissime cose sa compiere; riesce infattia calmar la paura, a eliminare il doloree a suscitar la gioia e a ispirar la pietà…”.

L’interesse storico e culturale del“discorso” di Gorgia da Leontìnoi è senzadubbio alcuno assai prestigioso anchese bisogna riconoscere, onestamente par-lando, che il consenso e il successo otte-nuti a tutti i costi e in politica, e nell’arte,e nel contesto socio-economico oggi for-temente globalizzato, riportano sicura-mente i metodi gorgiani in costante cam-mino verso piste di ricerca sempre più sti-molanti e sempre più universali.

Dunque Gorgia da Leontìnoi, il padredel movimento culturale della sofistica,l’inventore della retorica antica, nonpotrebbe non candidarsi come il pre-cursore della televisione di oggi?

A proposito della “retorica” vale la penatenere in mente l’assunto del Gorgia pla-tonico per capire giustamente la diffe-renza esistente tra sofista e sofista, tra tele-visione e televisione: “La retorica è dunqueuna tecnica in sé neutrale e ciascun uomoè responsabile dell’uso che ne fa”.

Qui l’allusione ai comportamenti dei“cattivi maestri” di tutti i tempi è fin troppoevidente!”.

Questi gli studenti del Liceo Gorgia, facenti parte integrante anche dell’Associazione Giovani Interact Club Lentini:

Giuseppe SferrazzoSergio LongoEugenio SpagnoloStefano ScaloraGiulia CataniaIlaria Iacieri

Sì, io ho letto“Jacopo da Lentini”, il libro dello scrittore Gianni Cannone. E tu? € 23,00

Page 7: LEONTINOI OGGI (DICEMBRE-2011)

Questo libro diGianni Failla, inti-

tolato “Cammino dipopolo”, rappresenta lapanoramica attenta di unviaggio a tappe, lungo unaserie ragguardevole di fermatefatte, con l’abito del visitatore gior-nalista, che racconta, in semplicità, momentimai freddi e, al tempo stesso, moltoprofondi, di “cronache giornalistiche”,che vanno dal 2006 al 2011. La storia diun territorio fatto di uomini e di cose cheanelano vivere liberi, nella speranza visi-bile e sempre coinvolgente, di lavorareper un domani diverso e migliore non èper il Nostro né un mezzo, né un fine: èla rappresentazione di una fede che trovanel Vangelo l’acme incipiente.Le “cro-nache” di Gianni Failla cha sembranoaccarezzare, a prima vista, momenti solodi realtà locale, in effetti tracciano ango-lazioni coordinate verso un camminolegato al “pensare positivo” che oltre-passa, miracolosamente, la perimetra-zione della territorialità del mondo stessodove si vive, si opera, si lavora. Siracusa,la Siracusanità, la Provincia dove c’è nobiltàe miseria, la Sicilia, insomma, sono “pas-seggiate” che ispirano nell’Autore la cono-scenza degli usi e dei costumi di unasocietà che vuole certezze sociali, civili ereligiose nell’ambito di un credo non alea-torio a tutela, soprattutto, degli oppressie dei vinti. Sotto questo punto di vistabene ha fatto il settimanale “Cammino”,diretto dall’intramontabile monsignoreAlfio Inserra, figura di prete e di pubbli-cista senza pari, a passare alle stampequesti incontri di vita e di pensiero delgiornalista scrittore Failla, che all’internodel periodico cattolico diocesano ricoprebrillantemente l’incarico di vice direttoreresponsabile.

Nella magnifica sala “Costanza Bruno”del Palazzo della Provincia Regionale diSiracusa, in via Malta, “Cammino di popolo”di Gianni Failla, venerdì 28 ottobre 2011,ha trovato il felice battesimo di una pre-sentazione bella e sobria, prima con ladotta introduzione di Michele Mangiafico,presidente del consiglio provinciale, edopo con l’affettuosa relazione del diret-tore di “Cammino”, mons.Inserra, il quale,contento come una Pasqua, ha così esor-dito:

“Evviva. Oggi è festa grande: abbiamoin sala addirittura due Arcivescovi!”.

All’incontro culturale in onore di GianniFailla, infatti, hanno dato luce e grandezza“lo stare insieme”, in mezzo agli altri pre-senti, Mons. Salvatore Pappalardo e Mons.Giuseppe Costanzo.

Dicembre 2011 7

Siracusa, venerdì 28 ottobre 2011: sala “Costanza Bruno”

Presentato “Cammino di popolo” di Gianni Failla

Il testo del Failla, nativo diLentini, preparato sotto l’e-gida di “Cammino” edell’Unione Cattolica StampaItaliana, sezione di Siracusa, ha

avuto come dicitore di alcunibrani dell’opera, appositamente

selezionati, il lentinese Pippo Galatà,bravo e motivato.

La prefazione del volume “failliano”, però,non poteva essere che del prete-giorna-lista Alfio Inserra che ad un certo puntodel suo dire definisce, con maestria d’au-tore, che “La matrice culturale dello scrit-tore (Failla) è quella del laico impegnatonella vita della Chiesa e della Società”.

Veramente emozionante, altresì, avereavuto, all’inizio della pubblicazione, unpensiero delicatissimo nei confronti diun bambino bellissimo, presente, fral’altro, nell’ampio salone:

“A Matteo, nipo-tino... in cammino”.

La foto in coper-tina di “Cammino dipopolo”, ritratto fe -dele del titolo, è diErnesto Puzzo, mentrele vignette, opportu-namente affibbiate agliarticoli di riferimento,appartengono a Fran-cesco Rodante in arte“Kik”. Le cose che loscrittore Failla propone al lettore nellasua interessante raccolta, non sono arti-coli di routine, ma pennellate di gioia, diumanità, di contemplazione, di riscatto,di amore per il prossimo, di “guardare inalto” così come Mons. Pasquale Magnano(Lavo ratori nella vigna del Signore) auspi-cava. Tra i tanti “percorsi” inseriti nel libro,

Gianni Failla ha avuto il tempoculturale di occuparsi diLentini, sua patria, e dellaLentinità: ed ecco un capi-tolo per ricordare un mae-stro del giornalismo leon-tino, Pippo La Pira; un altroper la Basilica del Murgo,di federiciana memoria; unaltro ancora per essere incompagnia del lavoro delgiornalista pubblicista

Salvatore Di Salvo, membro di redazionedi “Cammino”, (DEVOTI! W SANTA LUCIA).

E’ chiaro che c’è dell’altro ancora,messo in fila in maniera ordinata, cor-posa e convincente da parte dell’Autore.Ora spetta al “lettore fruitore” fare il resto.

Tra i presenti un giornalista di rango:Santo Gallo, consigliere nazionaledell’Ordine Giornalisti.

confronti dell’ex assessore Paolo Censabella,stimolo vivente nell’ambito di tutte le ini-ziative propositive e giuste.

A questo punto è venuta fuori, prepo-tentemente, la questione morale legataal valore insopprimibile della primoge-nitura. Ci ha pensato bene a ricordarlol’onorevole Luigi Boggio che nella qualitàdi ex deputato al Parlamento, di ex segre-tario della Camera del Lavoro di Lentini,di sindacalista attento, colto e battagliero,pur non essendo stato invitato come per-sonaggio di rilievo e di popolo (ma nonè stato il solo!) ha fatto pervenire su face-book la sintesi del suo intervento nonprogrammato. Questa, sostanzialmente,la ricostruzione degli avvenimenti colle-gati intrinsecamente alla primogenituradel “Nuovo Ospedale di Lentini” fatta cor-rettamente da Luigi Boggio, che nessunManiscalco di turno potrà mai cancellare:“Il 26 febbraio del 1986 il Comitato diGestione dell’Unità Sanitaria Localen.28, alla presenza del Presidente GuidoGrande, del Vice Salvatore Amore e deicomponenti Ettore Brogna, GaetanoCunsulo, Alfio Gallitto, Salvatore Selvaggi,Carlo Mugno, Vito Salemi, Carmelo Scalonee Lina Cassarino si decideva all’unani-mità, dopo avere ascoltato la relazionedi Giuseppe Stuto (direttore sanitario);di Luigi Biagioni (capo dell’ufficio tecnicodell’USL), di avviare l’iter per la costru-zione del nuovo presidio ospedaliero el’assegnazione della redazione del pro-getto. Anche Pippo Navarria (coordina-

tore sanitario) dichiarava che si sarebbeadoperato con grande impegno per larealizzazione dell’opera per la parte disua competenza”. Il provvedimento, letto,firmato e sottoscritto, portava la firma diGrande, e di Cappello, quale segretario.

Quella di Luigi Boggio, insomma, è lavera verità storica, politica e culturale,senza se e senza ma, dell’evento lenti-nese del 17 ottobre 2011. La primoge-nitura, cioè, è primogenitura.

Va registrata, tuttavia, la nota forte-mente critica del parroco di Santa Tecla,don Paolo Pandolfo, che in segno didistinguo assoluto sull’assai discutibilemetodologia gestionale, in ordine all’i-naugurazione, così faceva sentire la suapenetrante voce, tramite facebook:

“Scusate se mi intrometto, ma la cosapiù vergognosa è stata quella di esclu-dere la gente comune dall’inaugurazione.Ho manifestato questo disappuntoall’Arcivescovo presente ed è per questoche dopo la benedizione me ne sonoandato. Che vergogna!”.

Le opinioni di Padre Paolo Pandolfosono davvero pesanti come macigni e saràdifficile ignorarle senza le debite rifles-sioni di merito e di metodo da parte di chiha la responsabilità delle decisioni.

Altre lamentele sono piovute nei con-fronti del Sindaco Mangiameli (PippoNicotra, Sidoti di Francofonte, Zagarelladi Francofonte, la Camera del Lavoro diLentini, il Tribunale dei diritti del malatoed altri ancora) per il fatto di aver dato scarsa

visibilità all’operato di quanti hanno seria-mente lavorato, nel corso degli anni diche trattasi, per portare a casa un tantoesaltante risultato. Il riferimento a PaoloCensabella, in chiave di lettura non posi-tiva, è fin troppo chiaro, anche se i meritidell’attuale vice presidente del C.C. diLentini non possono essere sottaciuti.

Uno scenario questo, e per la cronacae per la storia, tra luci e ombre, dunque.

Ma quanti sono stati i dimenticati illu-stri e non?

Dobbiamo, inoltre, constatare che l’e-gemonia in ogni campo del Maniscalco èsenza frontiere: di recente (28 ottobre2011), infatti, la cappella del nuovo ospe-dale di Lentini è stata intitolata a SanGiuda Taddeo apostolo, patrono dicesidelle cause impossibili e disperate.

Se il Maniscalco avesse consultato pre-ventivamente la Lentini religiosa avrebbescoperto la seguente verità, impregnatadi Lentinità, dettata dal Pirro, il più insignestorico cristiano del settore (Sicilia Sacra):“Sovra ogni altra città di Sicilia è resacelebre Lentini per natali di molti santi”.

Si è perduto il gusto della ricerca nonbanale, che appartiene alla giustezza dellademocrazia e della verità, anche se la pre-senza, durante la sacra cerimonia del-l’intitolazione, dell’alto presule di Siracusa,Pappalardo, si stima possa essere rite-nuta, nella fattispecie, simbolo perfetto dellaperdonanza a oltranza.

dalla seconda pagina Miracolo nella città delle aranceInaugurato il nuovo ospedale di Lentini

di Gianni Cannone

Page 8: LEONTINOI OGGI (DICEMBRE-2011)

Dicembre 20118

Prima di parlare della presenza deicattolici in politica in Italia, e più in

particolare a Lentini, occorre partire daalcune considerazioni, ovvero il concettodemocrazia oggi, come essa viene esercitata,qual è il suo fine principale. Basta unasemplice analisi per constatare come ilconcetto di democrazia viene sempre piùsvuotato nei suoi contenuti ideologici el’azione politica sempre più organizzataintorno a personalità “carismatiche”.

La politica non è più la ricerca del“bene comune”, ma si sta evolvendo viavia nei suoi aspetti più negativi, quellifinalizzati agli interessi di parte o peggioancora alla spartizione degli “affari”.

Per fare un discorso locale, anche aLentini la politica ha assunto aspetti par-ticolari, anche se non eclatanti, chiu-

dendosi in una gestione direi quasi pri-vatistica della cosa pubblica, non scevrada pratiche omissive e per nulla votata allasalvaguardia dell’interesse generale.

Per rendere meglio conto della situa-zione odierna, basta fare un passo indietro,in quell’immediato dopoguerra, quandola lotta politica si imperniava su duemondi diametralmente opposti, quellocomunista, ateo, e quello cattolico, nellaconcezione dello Stato.

Anche a Lentini, la presenza di un fortePartito Comunista dai contenuti forte-mente ideologici, non mancò di scon-trarsi con la controparte, ma non si puòdire che mancarono i sensi di responsa-bilità e il desiderio di cercare soluzionicomuni. Fu un incontro-scontro quellofra comunisti e cattolici, che tuttavia non

mancò di produrre frutti nell’immediatoe collaborazione nel prosieguo dellagestione amministrativa della città. Inquella prospettiva i cattolici lentinesi nonmancarono, non si defilarono, ma sottola guida spirituale di Mons. Francesco LaRosa, parroco della Chiesa Madre, sepperodare proficui suggerimenti in molte con-troversie politiche, come ad esempio laquestione Biviere, gli scioperi, le nume-rose lotte per paghe e salari più digni-tosi. Nello stesso tempo, così come avve-niva in tutta Italia, anche a Lentini i cat-tolici trovano aggregazione nelle strut-ture dell’Azione Cattolica, con la costi-tuzione della FUCI e del MovimentoLaureati Cattolici.

Fu un periodo fecondo in cui eminentipersonalità, uscite dalla scuola “fucina”,

Il punto di Salvatore Amore chiamato alla presidenza del mondo cattolico locale

aderendo alla Democrazia Cristiana, riu-scirono, con i loro ideali, a guidare ilPartito fino alla conquista dell’ammini-strazione locale e ad eleggere persinouna rappresentanza parlamentare.

Da quella felice stagione, i cattolicisembrarono scomparire dalla scena poli-tica, disperdendosi fra le varie forma-zioni che nacquero dalle ceneri dei par-titi tradizionali, senza quella precisa iden-tità che li aveva contraddistinti nell’a-zione politica. Ma qual è la situazione dioggi?

Qualcosa sembra muoversi, anche setimidamente. Un coraggioso tentativo èstato fatto alle ultime elezioni ammini-strative, con la presentazione di una listadai connotati marcatamente cattolici,con risultati alquanto modesti. La Chiesalocale, seguendo anche le indicazionidel cardinale Bertone, deve incoraggiarequesti tentativi, chiamare i cattolici aduna nuova stagione d’impegno politicosul piano della coscienza dell’etica. “C’èchi pensa - scriveva don Luigi Sturzo - chela politica sia un’arte che si apprendesenza preparazione, si esercita senzacompetenza, si attua con furberie... Lamia esperienza lunga e penosa mi fa,invece, concepire la politica come sat-urata di eticità, ispirata all’amore peril prossimo, resa nobile dalla finalità delbene comune”.

L’azione politica deve basarsi, quindi,oltre che sulla preparazione, anche esoprattutto su tre punti fondamentali:l’etica, l’amore per il prossimo, la ricercadel bene comune, essenziale per lo starein politica dei cattolici. Non si tratta,però, di guardare nostalgicamente adaggregazioni del passato, ma testimo-niare, a livello di persona o di gruppo,la loro specificità cristiana nello svolgi-mento dell’azione politica. Lentini habisogno di una nuova spinta etica e poli-tica, e i cattolici, qualunque sia la loro col-locazione, debbono avere il coraggiodelle proprie azioni e sappiano dire si eno a seconda delle circostanze. Non èpiù il tempo di tacere, ma è il tempo diparlare, e i cattolici, in politica, debbonodire la loro in un continuo impegno dimoderazione, pulizia interiore, dimen-sione etica della vita.

Salvatore AmorePresidente MEIC di Lentini

La storia del MEIC di Lentini e il nuovo consiglio direttivoIl MEIC (Movimento ecclesiale di impegno culturale) nasce

nel 1982 per volere del Papa Paolo VI. Il MEIC, succedendo al Movimento Laureati di A zione cat-

tolica, viene istituito con lo scopo di costruire un’associa-zione fondata su un “comune sentire”, basato sia su fattoriemozionali (senso di amicizia) sia su fattori intellettuali(comune pensiero) animati all’interno dalla fede e dal sensodella Chiesa (Riv. “Coscienza” 1/2011 pag. 32).

Il MEIC è inquadrato nell'A zione Cattolica, anche se ne èautonomo, e pubblica “COSCIENZA”, rivista bimestrale a carat-tere nazionale.

Il MEIC fu istituito a Lentini per iniziativa di alcuni profes-sionisti coadiuvati dal Parroco della Chiesa Santa Croce donFrancesco Cantella e primo presidente venne eletto il prof.Carlo Giudice. Dalla sua istituzione il MEIC di Lentini, nel corsodelle sue riunioni, si è confrontato, oltre che sul Vangelo, anchesulla problematica sociale a livello nazionale e locale, e dibat-tendo, in incontri pubblici, temi di grande attualità come lascuola, il marxismo, la donazione degli organi, la solidarietà,la questione ambientale.

Sono venuti a dibattito i professori: Adriano Bausola, Rettoredell'Università Cattolica di Milano; Pietro Zerbi e Norberto Galli,pure della Cattolica; Vincenzo Cappelletti della Sapienza diRoma; Giuseppe Rossi dell’Università di Catania. Nel recente, sonostati promossi corsi sulle religioni nel mondo, di esegesi biblica,di antropologia. Il MEIC a Lentini ha sede presso la Biblioteca“Padre Castro” di via Murganzio, adiacente la Chiesa Madre.

Attualmente il C.D. è formato da Salvatore Amore (Presidente)-Elisa Cavarra ( Vice Presidente) Raffaele lannitto (Segretario)-Enza Di Mauro (Tesoriere)- Mariella Cannone e Salvatore lan-nitto (Componenti).

Anni Settanta. Nella foto (da sinistra a destra)Gianni Cannone e Salvatore Amore ai tempidel Consorzio Anticoccidico, dell’ESA, delleACLI e della Democrazia Cristiana di Lentini

Page 9: LEONTINOI OGGI (DICEMBRE-2011)

DENUNCIA

SOCIETÀ MALATA E SENZA SOLUZIONE,NON C'E' POSTO PER L'OCCUPAZIONE.

LA GIUSTIZIA NON ESISTE È LATITANTE,UN PROCESSO SI TRASCINA TANTI ANNI.

LE SCUOLE SFORNANO RAGAZZONIA LORO VIENE OFFERTO IL LAVORO DI GARZONI.

I POLITICI A CHIACCHIERE TANTISSIMIARRIVANO A OBIETTIVI SCARSISSIMI.

LA SANITÀ È UNA VORAGINE SENZA FONDOCHE INGOIA IL CITTADINO E ANCHE IL CONTO.

L'ORDINE VÀ MALE ANCHE PER L'ONESTOPER IL MALVIVENTE E' SOLO PRETESTO.

I VALORI DELLA VITA SONO STATI SEPPELLITIE CANTANTI E GIOCATORI SONO I NUOVI MITI.

L'INTERESSE MIRA A FACILE ARRICCHIMENTOE TUTTO VIENE SACRIFICATO AL RAGGIUNGIMENTO.

INVERO È UN PROBLEMA SERIO DI CULTURANESSUNO E' IN GRADO STABILIRE DI CHE NATURA.

Enzo Ferraro e la sua compagnia al lavoro:appuntamento in aprile con la risata! In preparazione “Il Medico dei pazzi” di Scarpetta

Dicembre 2011 9

Armando Bosco, autore molto apprezzato della silloge di poesie “Raccontarsi in versi”,Albatros editore, con la sua “distinta”, che viene pubblicata integralmente in questonumero di Leontìnoi oggi, illumina di equità, di speranza, di libertà, di pace, la vita umana di ogni epoca perché, diversamente, ci sarebbe una parola sola: “Denuncia”.

C’è stata, come ogni anno del resto,ancora una volta, la rituale cena otto-brina, organizzata, a livello di vivibilesobrietà, in un noto locale siciliano dellacosta ionica, dalla compagnia teatrale“Nuovo Teatro Leontino”. Nella storicaserata dedicata principalmente ai braviartisti in campo e al groppo logistico ope-rativo che, di volta in volta, primeggiadietro le quinte, erano presenti anchenumerose autorità locali e provinciali,nonché molti affezionati amici del teatrocomico lentinese.

Il maestro Enzo Ferraro, capo comicointelligente, diligente e virtuoso, facenteparte integrante della formazione artistadella città che diede i natali al compiantocommediografo Carlo Lo Presti, ci haconfidato, inoltre, amorevolmente e in viadel tutto eccezionale, che è in prepara-zione, per il prossimo aprile, “Il medico

dei pazzi” di Scarpetta (adattamento invernacolo siciliano a cura di GraziellaTerranova e di Fuccio Conti), una commediaesilarante, impegnativa, innovativa e,

soprattutto, ricca di sano buonumore.Appuntamento, dunque, con Enzo Ferraroe la “risata”, quella che, di sicuro, fa sempretanto bene alla salute.

Le carezze delPapa alla piccolaGiulia Di Salvocon accanto lamamma LucillaDi Salvo Fisicaro

Rubrica di indovinelli siciliani a cura di Liliana Failla

Se le radici di un po -polo non muoiono

tanto facilmente è soltanto perchéogni gesto, ogni parola, ogni azione,ogni momento di vita, nella gioia e neldolore, tutte queste cose, insomma,messe insieme, si ripetono, vuoi onon vuoi, nel rispetto degli insegna-menti e dei racconti dei più vecchi.E allora, anche se il più delle voltenulla è scritto, le tradizioni, i costumi,le usanze, le credenze, i sentito dire,sopravvivono miracolosamente altempo e alle mode.

Il mareSugnu scuetu e manciunazzu,jettu vuci e m’arrumazzu,

si però nun aju nenti,mi la spassu cu la genti

La stradaDavanti m’accuzza,e darreri m’allonga.

La melanzanaSupra ‘n tantarantà,

c’è ‘na signora ca bedda cci sta,è vistuta di pannu finu,

a ccu m’annimina,ci dugnu’n carrinu.

La scopa‘U zuccu all’ariu,e i cimi ‘n terra

Il granoNun è mari e fa l’unni,nun è pecura e si tunni,non è porcu e avi i nziti,nunè fasciu di ligna

e sta ‘nfasciatu.

‘NNIMINAGGHIA ‘NNIMINAGGHIA Foto di Luigi Lo Re

Momenti di gruppo

Page 10: LEONTINOI OGGI (DICEMBRE-2011)

Dicembre 201110

Via R. Morandi, 3 - Carlentini (SR)Tel. 095 901766

Editore e direttore responsabileGianni Cannone

Autorizzazione del Tribunale di Siracusan. 19 dell’11 novembre 2005

Realizzazione: G&G Stampa - Siracusa

The mask of nightis on thy face

Santo Militti, pro-fessore di lettere clas-siche, già noto nelmondo culturaleleontino e comesto rico e come sag-gista, propone oggiall’attenzione dei nostri lettori, una tramapoetica non arida, tratta felicemente dallasua ultima fatica crea tiva: “Il vecchio checredeva di essere Shakespeare”.

The mask of night is on thy face

La maschera della Notte stende l’ombra sul tuo volto,perduta lucegemma del primo amore. Eppure splendeva un dì sulla spiaggia in pieno soleil tuo volto teso contro il vento di ponente, e il vento che portava verso il sogno i tuoi capelli. Gli occhi assorti e seri che seguivano sul mare le onde di chissà quali pensieri. Era pura luce quel volto e quell’amore ed era l’Eden la natura intorno da cui senza colpa fummo cacciati. GIVE ME THY HAND ONE WRIT WITH ME IN MISFORTUNE’S BOOK. Dammi la mano tu segnata con me sul libro della Sfortuna. Andiamo insieme fino al punto dove tramontano per sempre quel sole quel mare e quel vento. DEATH HATH SUCKED THE HONEY OF THY BREATH, la morte ha bevuto il dolce tuo respiro e sono perle adesso quelli che furono i tuoi occhi.Come una luna offuscata da nubi tu adesso mi appari, astro del primo amore,una malinconica errabonda luna che se ne va senza meta per i sentieri del Tempo dimentica di tutto. E come una perla nera incastonata nel buio della notte splende adesso il tuo Volto, amore giovane e assoluto riflesso nell’anima miache chiama e grida ancora il tuo nome.

Sotto l’egida dell’Archeoclub diLentini (Alfio Sgalambro), del

Comune di Lentini e della ProvinciaRegionale di Siracusa, mercoledì 23novembre 2011, si è svolta presso il CineTeatro Comunale “CARLO LO PRESTI”, exOdeon, la “XX” edizione del premio“Sebastiano Pisano Baudo”.

Il premio di quest’anno è stato asse-gnato alla dottoressa Maria Musumeci,direttore (così si legge nel biglietto d’in-vito) del “Parco Archeologico” di Lentini.

Nel corso della serata c’è stata l’esibi-zione della Compagnia Siciliana di CarloTedeschi che è stata presente e viva conil musical “Serenata a Maria”.

Nota editoriale sul cosiddettoParco Archeologico di Lentini

I Parchi Archeologici (L.R. 3novembre 2000, n.20) non possonofunzionare perché essi non esistonogiuridicamente. La Legge Regionaledi che trattasi, fatta esclusivamentedi “linee guida” (cioè di proposte e

basta; di ipotesi di lavoroapprontate come perLentini da un nebuloso“coordinamento regio-nale”), è da ritenersi unprovvedimento burla,dove l’Ente Locale, valea dire la Città di Lentini,ha recitato, purtroppo,soltanto il ruolo di com-parsa.

Ergo: come si fa a con-cepire un “premio non

premio”? Diabolicum est.

Mercoledì, 23 novembre 2011

Celebrata all’ex Odeon la “XX” edizionedel premio “Sebastiano Pisano Baudo”

Positività ottobrina: inaugurata una conquista!

Arriva l’ascensore al liceo “Gorgia”soddisfazione della preside Mangiafico

Arriva al liceo “Gorgia” di Lentini l’a-scensore di “salute pubblica” e di “sicu-rezza sociale”.

A questo punto, com’era logico aspet-tarsi, non poteva venire meno l’emblematica

inaugurazione ottobrina avvenuta con lapresenza di Bono, presidente della pro-vincia aretusea, che ha tagliato il nastroliturgico; di Andolina, assessore provin-ciale alla cultura; dei consiglieri provin-

ciali locali Butera e Saggio, nonché di unappropriato numero di popolazione stu-dentesca.

Ha fatto gli onori di casa, e non potevaessere diversamente, la nuova presidedell’Istituto Maria Ada Mangiafico che,per l’occasione, è stata assistita corretta-mente dal sindaco Mangiameli e dallaTronco, titolare dell’assessorato alla cul-tura della città di Gorgia.

Cerimonia inaugurale con in primopiano il presidente della provincia Bono,che taglia il nastro (al centro), con il sindaco di Lentini, Mangiameli (a sinistra), e con la nuova preside Maria Ada Mangiafico