5
1 / 5 Data Pagina Foglio 16-02-2020 48/52 L'Espresso cononìia SOS eni i e lei UTUNJ' VE BBIA L'EUROPA SI CANDIDA A DIVENT IL PRIMO CONTINENTE A IMPATTO ZERO. GRAZIE AL GREEN NEW DEAL. MA LE INCOGNITE DEL PIANO VON DER LEYEN SONO MOLTE. - E PER ORA I SOLDI NON BASTANO Fÿß 9 ..... , GLORIA RIVA i i ) opo la globalizzazione e la digitalizzazione, il capitalismo mondiale si prepara a una terza grande sfida: trasfor- marsi in un'economia pulita e circolare, per ridurre l'inquinamen- to, fermare i cambiamenti climatici, senza tuttavia tagliare posti di lavoro, anzi aumen- tando il benessere delle famiglie. L'Europa in particolare si è candidata a diventare il pri- mo continente a impatto zero e la presiden- te della Commissione europea, Ursula Von Der Leyen, ha lanciato il Green New Deal, un patto verde da mille miliardi per la carbon neutrality, che tuttavia ha alcuni lati oscuri. A partire dai soldi a disposizione, che sono meno della metà rispetto a quelli che servi- rebbero per spegnere l'emergenza climatica entro il 2050, fino alle tempistiche: il patto europeo arriverebbe a compimento con vent'anni di ritardo rispetto agli obiettivi dell'agenda 2030. Inoltre per l'Italia c'è il se- rio rischio di non riuscire a intercettare i fi- nanziamenti che servirebbero a rilanciare le aree più critiche, rendendo quindi incolma- bile il divario con l'Europa più avanzata. Per quanto riguarda i finanziamenti, no- nostante mille miliardi sembrino una cifra pazzesca, va detto che quei soldi saranno sgranati in dieci anni - quindi cento miliardi Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Economia 045688 Settimanale

L'Espresso Data lei UTUNJ' · lità europea e non è scontato che i paesi del Nord Europa - Svezia, Olanda, Austria e Bel-gio in testa - saranno disposti a sganciare tutti quei quattrini,

  • Upload
    others

  • View
    0

  • Download
    0

Embed Size (px)

Citation preview

Page 1: L'Espresso Data lei UTUNJ' · lità europea e non è scontato che i paesi del Nord Europa - Svezia, Olanda, Austria e Bel-gio in testa - saranno disposti a sganciare tutti quei quattrini,

1 / 5

Data

Pagina

Foglio

16-02-202048/52L'Espresso

cononìia SOS eni i e

lei UTUNJ' VE BBIAL'EUROPA SI CANDIDA A DIVENTIL PRIMO CONTINENTE A IMPATTOZERO. GRAZIE AL GREEN NEW DEAL.MA LE INCOGNITE DEL PIANOVON DER LEYEN SONO MOLTE. -E PER ORA I SOLDI NON BASTANO

Fÿß 9 ..... ,

GLORIA RIVA

ii) opo la globalizzazionee la digitalizzazione, ilcapitalismo mondialesi prepara a una terzagrande sfida: trasfor-marsi in un'economiapulita e circolare, perridurre l'inquinamen-

to, fermare i cambiamenti climatici, senzatuttavia tagliare posti di lavoro, anzi aumen-tando il benessere delle famiglie. L'Europa inparticolare si è candidata a diventare il pri-mo continente a impatto zero e la presiden-te della Commissione europea, Ursula VonDer Leyen, ha lanciato il Green New Deal, unpatto verde da mille miliardi per la carbon

neutrality, che tuttavia ha alcuni lati oscuri.A partire dai soldi a disposizione, che sonomeno della metà rispetto a quelli che servi-rebbero per spegnere l'emergenza climaticaentro il 2050, fino alle tempistiche: il pattoeuropeo arriverebbe a compimento convent'anni di ritardo rispetto agli obiettividell'agenda 2030. Inoltre per l'Italia c'è il se-rio rischio di non riuscire a intercettare i fi-nanziamenti che servirebbero a rilanciare learee più critiche, rendendo quindi incolma-bile il divario con l'Europa più avanzata.Per quanto riguarda i finanziamenti, no-

nostante mille miliardi sembrino una cifrapazzesca, va detto che quei soldi sarannosgranati in dieci anni - quindi cento miliardi

Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.

Economia

045688

Settimanale

Page 2: L'Espresso Data lei UTUNJ' · lità europea e non è scontato che i paesi del Nord Europa - Svezia, Olanda, Austria e Bel-gio in testa - saranno disposti a sganciare tutti quei quattrini,

2 / 5

Data

Pagina

Foglio

16-02-202048/52L'Espresso

Foto: M. Kusch !

dpa !

AFP via

Getty Images

l'anno - e da suddividere fra 27 paesi. In basealle stime della Commissione stessa, perraggiungere la neutralità climatica al 2050servirebbero almeno 260 miliardi di euro diinvestimenti annui, 2.600 miliardi in un de-cennio. Altre stime suggeriscono invece unacifra minima dieci volte superiore. Per avereun metro di paragone, basti pensare che ilGreen Deal proposto dai democratici ameri-cani, in particolare da Alexandra Oca-sio-Cortez, è proprio di 2.500 miliardi di dol-lari in dieci anni.Per giunta, quei mille miliardi non ci sono

neppure tutti. Nel piani della Commissione,500 miliardi arriveranno dal bilancio dell'U-nione dei prossimi dieci anni, che impegnerà

Una centrale elettricaalimentata a carbonea Datteln, inGemania. Il Greennew deal prevede ladecarbonizzazionedell'economiaentro il 2050

il 25 per cento del proprio budget per i temiclimatici. Altri 280 miliardi verranno da In-vestEu, riedizione del piano Junker. Oltre100 miliardi proverranno dai cofinanzia-menti nazionali ai fondi strutturali europeie altrettanti dal Just Transition Fund, dedi-cato alla decarbonizzazione. I restanti ventimiliardi saranno frutto della modifica deiregolamenti sugli aiuti di Stato alle imprese,oggi considerati illegali.

Tuttavia, dei 380 miliardi del Just Transi-tion Fund e di InvestEu ne verranno stan-ziati solo trenta. Tutto il resto sarà generatoda leve finanziarie, come quelle del pianoJunker che, tramite le garanzie dell'Unioneprodurranno un effetto moltiplicatore -

affilk

Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.

Economia

045688

Settimanale

Page 3: L'Espresso Data lei UTUNJ' · lità europea e non è scontato che i paesi del Nord Europa - Svezia, Olanda, Austria e Bel-gio in testa - saranno disposti a sganciare tutti quei quattrini,

3 / 5

Data

Pagina

Foglio

16-02-202048/52L'Espresso

Economia sostenibile

-~ sul bilancio della Bei, la Banca Europeadegli Investimenti, e a cascata, delle banchepromozionali nazionali (come l'italiana Cas-sa Depositi e Prestiti che fa capo al ministerodell'Economia) e degli operatori finanziari,generando quindi risorse addizionali, sino amovimentare complessivamente 280 miliar-di l'anno, più altri cento per il fondo di transi-zione. Et voilà, ecco la cifra magica dei millemiliardi. Tuttavia, più che un piano, sembrauna speranza, come suggerisce Fabio Pam-molli, professore di Economia al Politecnicodi Milano ed esperto indipendente del comi-tato investimenti Fondo Junker, che ha avu-to il compito di esaminare i progetti selezio-nati dalla Bei per le valutazioni di meritosulla concessione della garanzia di copertu-ra economica. «Di nuovo la commissionesegue l'approccio già sperimentato con l'Eu-ropean Fund for Strategie Investments, ilpiano Junker, e porta avanti l'idea che i pro-getti di sviluppo non vengano sostenuti conil ricorso a finanziamenti a fondo perduto,bensì mediante strumenti finanziari, mobi-litati attraverso il sistema delle banche na-zionali di promozione e dalla Bei». Per esem-pio, in passato il piano Junker in Italia ha at-tivato 69,7 miliardi di investimenti, parten-do da 11,3 miliardi stanziati: significa che,per ogni euro investito dall'Europa, l'Italiane ha movimentati 6,2 grazie ad emissioniobbligazionarie, interventi pubblico-priva-to, fondi di investimento a medio e lungo ter-mine e così via. «Il problema verte propriosu questa seconda leva, cioè sulla capacitàdei singoli paesi di attivare un pool di azien-de private, fondi di investimento e societàpubbliche, che siano in grado di progettare epensare abbastanza in grande e con suffi-ciente dinamicità per promuovere investi-menti che, in assenza della garanzia, non sifarebbero».Per capirci, nel primo atto del Green New

Deal, cioè il Just Transition Fund, i soldi di-sponibili sono 7,5 miliardi e si punta a farlilievitare fino a 100 miliardi con il metododelle leve: vuol dire un moltiplicatore 13, piùdel doppio di quello che l'Italia è riuscita afare nel piano Junker. «Per via della scarsacapacità di drenaggio di finanziamenti è pos-sibile che questo obiettivo non verrà rag-giunto», spiega Pammolli, che continua:«Nel piano Junker, l'Italia è stata capace diattrarre risorse su grandi progetti, non altret-tanto per il finanziamento di piani locali e

LA SPARTIZIONE DEI FONDIPER L'EUROPA SENZA CARBONEIl primo atto del GreenNew Deal Europeo sichiama Just TrasitionFund: 7,5 miliardidi euro destinati allaconversione industrialedi centrali a carbone,gasolio e altre fontiinquinanti. Laspartizione è a favoredi Polonia e Germania,che da sole conquistanoquasi tre miliardi,poi una grande fettava ai paesi dell'Est,nonostante i maggioricontribuenti siano ìpaesi del Nord Europa.

[OCCUPAZIONE

POLONIA 1.953.000

GERMANIA 1.289.000

ITALIA 395.000

FRANCIA 353.000

SPAGNA 278.000

BULGARIA 177.000In base alle stimedella CommissioneEuropea, nel vecchiocontinente ci sono 7,1

milioni di lavoratorioccupati in aziendealtamente inquinantiche entro i prossimi

sette anni rischianodi perdere la propriaoccupazione in seguitoalla transizione green.II paese maggiormentecoinvolto è laGermania, seguita daPolonia e Italia, che

tuttavia riceverà moltimeno soldi delle primedue.

FRANCIA

401,6MILIONI M EURO

51.454 •1.000 ICO2

SPAGNA

307,4MILIONI 01 EURO

42.768 •1.0001î.02

piccoli, oltre a una ridotta varietà di stru-menti finanziari e una difficoltà delle strut-ture vicine al perimetro pubblico - trasportolocale, infrastrutture ferroviarie, reti idriche,aeroporti, progetti di rinnovamento urbano,partecipate locali - a disegnare ed eseguire ilsistema e la rete di contratti per attivare i fi-nanziamenti». L'Italia, almeno quella delleregioni meno sviluppate e delle aree interne,capisce solo il linguaggio dei finanziamenti afondo perduto e ha poca dimestichezza conleve economiche, finanza e progettualità mi-sta. In Francia, il governo centrale ha risoltole difficoltà tecniche dei piccolo comuni nel-la presentazione di progetti di finanziamen-to affidando alla Caisse de dépots (l'equiva-lente della nostra Cdp) il compito di creareuna piattaforma di investimento con capitaliprivati che finanziasse il rinnovamento delleflotte di autobus delle città di media e picco-la dimensione. «Se l'Italia vuole intercettare ifinanziamenti del Green New Deal deve farealtrettanto, ripensare a fondo il modello or-ganizzativo per la presentazione dei progettie ridisegnare le istituzioni che sovrintendo-no questo mondo. Servirebbe una cabina diregia del ministero dell'Economia, anche se,

Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.

Economia

045688

Settimanale

Page 4: L'Espresso Data lei UTUNJ' · lità europea e non è scontato che i paesi del Nord Europa - Svezia, Olanda, Austria e Bel-gio in testa - saranno disposti a sganciare tutti quei quattrini,

4 / 5

Data

Pagina

Foglio

16-02-202048/52L'Espresso

F

GERMANIA

876,8MILIONI 01 EURO

251.158I.000 1102

ITALIA

364,3MILIONI UI EURO

59.4721.0001102

al momento, non mi pare che questa sia unapriorità per la politica». Lássenza di un coor-dinamento non favorirà l'accesso di finanzia-menti per edilizia pubblica, ferrovie e reti ditrasporto e, per il momento, in solitaria, sol-tanto la Regione Lombardia si sta muovendoa Bruxelles per intercettare i fondi. Restanoin attesa le altre regioni, i ministeri, ma an-che la Confindustria che non ha ancora av-viato programmi e studi per intercettare lasvolta verde.

I 7,5 miliardi di euro del Just TransitionFund serviranno alla transizione degli im-pianti di produzione di energia inquinanti,

POLONIA

*-- 2 ó000N___.

0

153.1921.060102

BULGARIA

458,2MILIONI OI [URO

23.1601.0001102

OMilioni ditonnellate di CO2immessa nell'ariadalle industrienazionali

Milioni di eurodestinati allaconversioneper nazione

Fonte: Jtf AllocationEuropean Commission

MILLE MILIARDI IN DIECI ANNISONO MENO DELLA META DELNECESSARIO. E SONO SOLO UNASPERANZA. PERCHÉ SI BASANOSULLE LEVE FINANZIARIE

Prima Pagina

quindi a carbone, gas e petrolio, verso formedi generazione energetica meno impattanti.È lo stesso fondo che a più riprese PaoloGentiloni, commissario all'Economia dell'U-nione, e il premier Giuseppe Conte, hannoannunciato di voler sfruttare per la conver-sione industriale dell'impianto siderurgicoIlva di Taranto. La torta del Just TransitionFund è già stata spartita. A prendersi le fettepiù grosse sono Polonia e Germania: due mi-liardi alla prima, 877 milioni alla seconda,per convertire le centrali a carbone di en-trambi i paesi. Non senza parecchi mal dipancia da parte degli esponenti degli altripaesi lo scorso 12 dicembre la Polonia si erarifiutata di firmare le conclusioni dell'Euro-pean Council sull'obiettivo di sconfiggere icambiamenti climatici entro il 2050, quindiEmmanuel Macron aveva annunciato cheVarsavia non avrebbe ricevuto alcun finan-ziamento, ma a quanto pare è andata diver-samente e il presidente francese non l'hapresa benissimo; mentre i tedeschi, che han-no chiuso il 2019 con un avanzo di bilancioda 13,5 miliardi di euro, hanno deciso di noncommentare l'eccezionale allocazione deifondi a proprio favore. Del resto i fondi nonsono ancora stati conteggiati nella contabi-lità europea e non è scontato che i paesi delNord Europa - Svezia, Olanda, Austria e Bel-gio in testa - saranno disposti a sganciaretutti quei quattrini, che finiranno per lo piùnelle tasche dei paesi dell'Est. «Il piano di in-vestimenti decennale associato al Green De-al, che dovrebbe partire dal 2021, dipendedall'approvazione del bilancio dell'Unione,sul quale gli stati membri non hanno ancoraraggiunto un accordo», chiarisce l'economi-sta della Commissione Europea, AntoniaCarparelli, che continua: «E una trattativadifficile perché l'uscita del Regno Unito, cheera uno dei maggiori contribuenti netti,comporta esborsi più elevati da parte dei pa-esi relativamente più ricchi, che sono so-prattutto i paesi del Nord e ci sono forti resi-stenze da superare».

All'Italia andranno 364 milioni, poca cosase si considera che per la sola conversionedell'Ilva servono tre miliardi, di cui almenouno per costruire una newco mista per pro-durre il minerale di ferro preridotto con ilgas, necessario per alimentare i due fornielettrici che dal 2023, secondo il piano delgoverno, affiancheranno gli altoforni quat-tro e cinque, consentendo una parziale -+

Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.

Economia

045688

Settimanale

Page 5: L'Espresso Data lei UTUNJ' · lità europea e non è scontato che i paesi del Nord Europa - Svezia, Olanda, Austria e Bel-gio in testa - saranno disposti a sganciare tutti quei quattrini,

5 / 5

Data

Pagina

Foglio

16-02-202048/52L'Espresso

-+ decarbonizzazione, con produzione an-nuale a otto milioni di tonnellate di acciaio.In base al sistema della leva finanziaria, gli

investimenti per l'Italia saliranno a 4,8 mi-liardi: ma cosa sta facendo il governo per at-tivare progetti, piattaforme di collaborazio-ne pubblico-private e rilanciare i territoripiù in difficoltà? «Per ora nulla», rispondeEdoardo Zanchini, vicepresidente di Legam-biente, all'indomani della presentazione delrapporto Pendolaria, dove si evidenziano iproblemi del trasporto ferroviario in Italia.«II Green Deal prevede risorse per la mobili-tà sostenibile, ma il problema è che da noi siragiona solo di grandi opere, senza capireche il problema è l'assenza di treni e di lineeelettrificate, in particolare al Sud. Nel 2020l'Italia dovrebbe presentare una cura del fer-ro per le città con più metro, tram e treni incircolazione lungo la penisola, in modo daessere pronti a candidarsi per ricevere le ri-sorse e muovere i cantieri già a partire dal2021». II leader di Legambiente fa notare chei trasporti sono l'unico settore in Italia cheha visto crescere le emissioni dal 1990 a oggi(più 2,4 per cento): «II cambiamento deveaccelerare, l'obiettivo deve essere il raddop-pio del numero di persone che ogni giornoprende treni regionali e metropolitane - perfarli passare da 5,7 a 10 milioni - e di favoriretutte le forme di sharing mobility di auto,motorini, biciclette, monopattini elettrici».Del resto è l'Unione Europea a chiedere

agli stati di definire nel corso del 2020 i pianiterritoriali e nazionali per la transizione deiterritori alle prese con la chiusura di centralia carbone e inquinanti, «ma l'Italia non si èancora mossa. Bisognerebbe andare nei ter-ritori, creare tavoli di confronto e elaborareprogetti per dare un futuro ad aree che altri-menti rischiano di veder scomparire migliaiadi posti di lavoro, come a Brindisi, Civitavec-chia, La Spezia, Porto Torres, nel Sulcis, maanche Gela e Milazzo. Siamo pronti a dialo-gare con il ministro dello Sviluppo Economi-co, ma malgrado il cambio di Governo non cihanno ancora ricevuti», dice Zanchini. Ed èancora la commissione europea a calcolarel'entità delle fonti inquinanti in Italia e di po-sto di lavoro coinvolti: quasi 60 milioni ditonnellate di co2 prodotta da aziende, chedanno lavoro a 395.000 persone, cioè circa ilcinque per cento degli addetti all'industria.Chi sta pensando a un piano b per tutte que-ste tute blu? Per ora ancora nessuno. •

Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.

Economia

045688

Settimanale