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Organizzazione aziendale Lezione 6 –L’economia del benessere Cap. 2 Ing. Marco Greco [email protected] Tel.0776.299.3641

Lezione 6 –L’economia del benessere Cap. 2 · monopolio naturale (Es. rete gas). ... invece, il monopolio non è efficiente. • In un settore monopolizzato da una sola grande

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Organizzazione aziendaleLezione 6 –L’economia del benessere – Cap. 2

Ing. Marco Greco

[email protected]

Tel.0776.299.3641

Il Teorema Fondamentale dell’economia del

benessere

• Il Teorema Fondamentale dell’economia del benessere afferma

che, sotto certe condizioni abbastanza generali, l’equilibrio

competitivo è Pareto-efficiente

• Ossia in un’economia concorrenziale, se per tutti i beni esiste

un mercato, allora l’allocazione di equilibrio delle risorse sarà

Pareto-efficiente.

• Si fa riferimento ai piani di consumo e ai piani di produzione

Marco Greco 07/10/2015 2

Il Teorema Fondamentale dell’economia del

benessere

• Si dimostra che in equilibrio competitivo i prezzi rappresentano tutta

l’informazione di cui gli individui hanno bisogno per usare in maniera

efficiente le risorse disponibili

• Se ogni mercato è perfettamente competitivo, l’equilibrio risultante

sarà Pareto efficiente

• Ipotesi:

– l’utilità che ogni consumatore ottiene dal consumo dipende solo dal suo livello di consumo e non dal livello di consumo degli altri consumatori, né dal metodo di produzione utilizzato (assenza di esternalità di consumo);

– il costo totale di produzione di ogni impresa dipende solo da ciò che l’impresa produce (assenza di esternalità di produzione).

3Marco Greco 07/10/2015

Il Teorema Fondamentale dell’economia del

benessere

• I = input di produzione

• O = output di produzione

• V= quello che il consumatore intende vendere

• R = dotazione iniziale del consumatore

• A = acquisti che il consumatore intende fare

• T = tecnologia

Marco Greco 07/10/2015 4

Il Teorema Fondamentale dell’economia del

benessere

Un’allocazione è un insieme di piani di consumo e di produzione tra

loro compatibili. Questo significa che sono contemporaneamente

realizzabili che soddisfano le seguenti condizioni:

n (ogni consumatore dispone dei beni che

vuole offrire);

j (il piano di produzione di ogni impresa è

tecnicamente possibile);

(tutto ciò che è acquistato deve essere

offerto).

5

nn RV

jjj TO,I

N

1n

J

1j

jN

1n

nJ

1j

jn OVIA

Marco Greco 07/10/2015

Il Teorema Fondamentale dell’economia del

benessere

• Un’allocazione è efficiente (o Pareto-efficiente) se non

esiste un’altra allocazione che la domina, ossia tale che

l’utilità di tutti i consumatori è almeno pari a quella

dell’allocazione iniziale e per almeno un consumatore è

strettamente superiore.

Marco Greco 07/10/2015 6

Il Teorema Fondamentale dell’economia del

benessere• In equilibrio competitivo i vettori (Prezzi, Acquisti, Vendite, Input,

Output) devono soddisfare le tre condizioni:

1. il piano di consumo (An,Vn) di ogni individuo (n=1,…,N), deve massimizzare la sua utilità fra tutti i piani che egli può permettersi dati i prezzi P dei beni nessun altro piano realizzabile è da lui preferito;

2. il piano di produzione (Ij,Oj) di ogni impresa (j=1,…,J) deve massimizzare il profitto nessun altro piano tecnicamente possibile può consentire profitti superiori;

3. la quantità domandata di ogni bene è pari all’offerta:

Marco Greco 07/10/2015 7

N

1n

J

1j

jN

1n

nJ

1j

jn OVIA

Il Teorema Fondamentale dell’economia del

benessere

• Hp.: (Prezzi, Acquisti, Vendite, Input, Output) sono vettori in

equilibrio competitivo;

• Th.: l’allocazione delle risorse è efficiente.

Ovvero non esiste un’altra allocazione delle risorse (P, A’,

V’, I’, O’) che permetta ad almeno un consumatore di

conseguire un’utilità superiore, senza ridurre quelle degli

altri

Marco Greco 07/10/2015 8

Significato del teorema (1/2)

• Non esiste un’altra allocazione che sia al tempo stesso compatibile con le

risorse disponibili e con le opportunità tecnologiche e che sia preferibile

dal complesso dei consumatori.

• I prezzi guidano le risorse verso un’allocazione efficiente nei mercati, verso

un utilizzo efficiente; non c’è spreco di risorse, poiché i comportamenti dei

vari agenti sono coerenti tra loro.

• Le allocazioni di equilibrio generate da un sistema di prezzi sono sempre

efficienti.

• N.B. supponiamo che l’equilibrio competitivo esista. Per provarne l’esistenza

occorrono ipotesi molto più forti.

Marco Greco 07/10/2015 9

Significato del teorema (2/2)

• Un sistema di mercato tende ”naturalmente” a raggiungere la frontiera delle

utilità possibili?

• Secondo il TFEB:

– Se in un sistema economico tutti gli operatori (tanto i produttori che i consumatori) non

fanno il prezzo, (economia concorrenziale)

– e se per tutti i beni esiste un mercato, l’allocazione di equilibrio delle risorse sarà Pareto-

efficiente.

• Il sistema economico raggiungerà l’equilibrio in corrispondenza di un punto

appartenente alla frontiera delle utilità possibili.

Marco Greco 07/10/2015 10

Dimostrazione

• Si dimostra per assurdo: neghiamo la tesi e perveniamo ad

un assurdo.

• Supponiamo che l’allocazione non sia efficiente, cioè sia

Pareto dominata da un’altra allocazione (un altro insieme di

piani in equilibrio competitivo).

• Ne conseguirà l’assurdo che i vettori non sono in equilibrio

competitivo.

Marco Greco 07/10/2015 11

Secondo teorema dell’economia del

benessere

• In concorrenza perfetta

• e sotto l’ipotesi di non convessità (che esclude rendimenti

crescenti di scala),

per ogni data allocazione Pareto-efficiente esiste un

vettore di prezzi (una soluzione competitiva) tale che

l’allocazione risultante massimizza l’utilità dei consumatori e

i profitti delle imprese

Marco Greco 07/10/2015 12

In sintesi:

• Sistema dei prezzi di equilibrio competitivo (tutti price-

taker)

– Indirizza le risorse in modo efficiente

– Trasforma motivazioni individuali in ottimo sociale

– Fornisce automaticamente incentivi ottimali

– Richiede un flusso limitato di informazioni

Marco Greco 07/10/2015 13

Il libero mercato funziona

perfettamente?

• Un libero mercato si muove in autonomia verso l’efficienza

paretiana o deve essere guidato con interventi governativi?

• Il teorema fondamentale dell’economia del benessere dimostra

che, se ogni mercato è perfettamente competitivo, l’equilibrio

risultante sarà Pareto efficiente.

• Questa affermazione evoca la “mano invisibile”.

• Ma allora il libero mercato funziona perfettamente?

Marco Greco 07/10/2015 14

Nella realtà…

• E’ difficile osservare mercati perfettamente competitivi, le

imprese mirano ad accaparrarsi nicchie di mercato in cui

essere monopolisti

• Il Governo interviene con l’antitrust per aumentare la

concorrenzialità

• D’altronde, le garanzie derivanti dalla protezione della

proprietà intellettuale riducono, seppur temporaneamente,

la concorrenzialità, al fine di incentivare l’innovazione

Marco Greco 07/10/2015 15

I fallimenti del mercato

• Si usa il termine fallimento del mercato per indicare tutte le circostanze

in cui l’equilibrio di mercato non corrisponde a un’efficiente allocazione

delle risorse: i mercati non raggiungono l’efficienza economica.

• Il fallimento del mercato sta ad indicare che le distorsioni impediscono alla

mano invisibile di allocare efficientemente le risorse.

• Distorsione allocativa: il costo marginale della produzione di un bene

non equivale al beneficio marginale derivante dal suo consumo, a

differenza di quanto accade in equilibrio competitivo

16Marco Greco 07/10/2015

Le cause delle distorsioni

• Concorrenza insufficiente

• Rendimenti crescenti di scala

• Esternalità

• Beni pubblici

• Beni meritori

• Carenza di informazioni

• Mercati incompleti

Marco Greco 07/10/2015 17

Concorrenza insufficiente

La possibilità di realizzare gli effetti della “mano invisibile” è

spesso compromessa dalla natura oligopolistica dei mercati,

o dalla presenza di forti barriere all’entrata, o dalla sostanziale

disomogeneità dei prodotti dei potenziali concorrenti.

• Es. Parchi di divertimenti in Italia

Marco Greco 07/10/2015 18

Rendimenti crescenti di scala

• Un caso interessante è quello dei settori caratterizzati da

rendimenti di scala crescenti per ogni livello produttivo.

• Una singola impresa è in grado di produrre il bene e/o servizio in

maniera più efficiente di qualsiasi combinazione di due o più

imprese, qualunque sia il livello di output.

• Se la concorrenza non è né possibile, né desiderabile si ha il

monopolio naturale (Es. rete gas).

• Nel monopolio naturale c’è convenienza al monopolio sia per

consumatori che per produttori.

Marco Greco 07/10/2015 19

Il monopolio (non naturale)

• In generale, invece, il monopolio non è efficiente.

• In un settore monopolizzato da una sola grande impresa, si ha

una perdita secca di benessere (costo sociale del monopolio),

poiché la quantità di equilibrio del monopolista è inferiore al livello

socialmente efficiente (il monopolista riduce la produzione).

• Da qui l’esigenza della regolamentazione o della gestione diretta

dei monopoli da parte dello stato.

Marco Greco 07/10/2015 20

Esternalità (1/2)

• Le esternalità sono effetti positivi o negativi che le azioni di un agente

economico hanno sul benessere di un altro soggetto e che non sono

regolati dal meccanismo dei prezzi.

• Es. un’impresa può emettere sostanze nocive che inquinano

l’ambiente, e non pagare un costo, oppure effettuare investimenti che

creano nuovi posti di lavoro e fanno aumentare il valore degli immobili

circostanti (e i proprietari ne beneficiano gratuitamente).

• Si tratta quindi di attività di consumo e produzione che non hanno

effetti solo sul benessere di chi le compie, ma influenzano anche altri

individui o imprese.

21Marco Greco 07/10/2015

Esternalità (2/2)

• Il consumo o la produzione di beni con esternalità produce dei costi (o dei

benefici) che non sono sopportati (pagati) dall’agente che produce o

consuma

• Es., chi fuma genera fastidio/danno che non è pagato da colui che fuma, ma

dalla collettività.

• Si ha inefficienza perché chi compie le azioni non tiene conto di tutti i costi e i

benefici associati alle proprie scelte.

• Gli effetti esterni sono dei fallimenti su cui si interviene con multe, pedaggi,

etc.

• E’ un fallimento perché il prezzo non tiene conto delle esternalità.

Marco Greco 07/10/2015 22

Beni pubblici (1/5)

Esempi: difesa, strade, illuminazione stradale, abbattimento

dell’inquinamento, vigili del fuoco

• Questi beni non possono ovviamente essere prodotti e allocati in

mercati competitivi.

• Non sono scambiati in transazioni di mercato.

• Si ipotizza che il sistema privato non ne garantisca una

produzione sufficiente sul piano sociale (non sul piano

economico).

• C’è quindi un intervento politico: interviene il settore pubblico.

Marco Greco 07/10/2015 23

Beni pubblici (2/5)

I beni pubblici puri hanno due caratteristiche:

• non è possibile razionarne il consumo (cioè non è

possibile escludere nessuno dalla fruizione di questo

bene)

• non è desiderabile razionarne il consumo (cioè razionarne

il consumo non è efficiente).

Marco Greco 07/10/2015 24

Beni pubblici (3/5)

• La prima proprietà si riferisce a impossibilità sociali o

tecnologiche.

– es. la difesa nazionale, l’illuminazione stradale, da cui è impossibile

escludere un particolare individuo.

• Per questo tipo di beni nessuno è disponibile a pagare

volontariamente, perché tutti sono convinti che beneficeranno

della spesa altrui (free riding). E’ per questo che la produzione di

beni pubblici non può che essere finanziata dallo stato.

Marco Greco 07/10/2015 25

Beni pubblici (4/5)

• La seconda proprietà (non desiderabilità del razionamento) è tipica di

quei beni e servizi per cui il costo marginale dell’unità aggiuntiva

consumata è nullo, ovvero il consumo di ogni individuo non interferisce

con quello degli altri.

• E’ importante distinguere tra il costo marginale di produzione e il

costo marginale della fruizione: avere più vigili del fuoco costa di più,

ma quando nasce un nuovo bambino/a, anche lui/lei usufruisce della

difesa fornita da quelli esistenti senza alcun costo aggiuntivo.

Marco Greco 07/10/2015 26

Beni pubblici (5/5)

• Il costo marginale di fruizione di un bene pubblico è nullo, quindi non si può

definirne il prezzo. Il prezzo ottimo sarebbe infatti pari al costo marginale

necessario per fornire il servizio ad un ulteriore consumatore.

• Ne segue che i beni o servizi la cui offerta abbia un costo marginale pari a

zero dovrebbero essere forniti gratuitamente, e le entrate necessarie

dovrebbero essere ottenute in qualche altro modo.

• Il caso dei beni pubblici è quindi un fallimento del mercato.

• rari casi di beni che godono contemporaneamente delle due proprietà.

• Il caso più frequente è quello di beni che possiedono, in misura variabile,

l’una o l’altra: si parla in questo caso di beni pubblici misti.

Marco Greco 07/10/2015 27

Beni meritori (1/2)

• Beni con grande significato sociale (salute, istruzione…), di cui il mercato potrebbe produrre una quantità insufficiente, causandone un consumo inferiore rispetto a quello desiderabile

• Lo stato interviene costringendo gli individui a usar tali beni (detti meritori), (Es. scuola dell’obbligo)

Marco Greco 07/10/2015 28

Beni meritori (2/2)

• E’ un tipo di intervento che accetta che un gruppo di individui

imponga la propria volontà e le proprie preferenze a un altro

gruppo

• Risente anche del mutamento dei costumi e delle condizioni

sociali (es. fumo)

• Un caso in cui l’introduzione dei beni meritori è giustificata

riguarda le decisioni che gli individui non sono in grado di

prendere da soli, (es. per quanto riguarda l’istruzione obbligatoria)

Marco Greco 07/10/2015 29

Carenza di informazioni

• L’informazione è un bene e si ritiene che il mercato lasciato a se stesso non

ne produca abbastanza.

• La quantità di informazioni su alcuni prodotti può, in qualche caso, essere

giudicata insufficiente.

• Rientrano in questa categoria le informazioni fornite dalle banche ai propri

clienti, le informazioni sulle medicine, sulla composizione degli alimenti, etc.

• Si interviene con normative, ossia vengono emanate regolamentazioni sul

“diritto all’informazione” dei consumatori (es. istruzioni sulle medicine,

obbligatorietà della composizione sull’etichetta di vari prodotti, norme sulla

trasparenza delle condizioni applicate dalle banche, etc.).

Marco Greco 07/10/2015 30

Mercati incompleti (1/2)

• Mercati completi = un insieme di mercati, uno per ogni mercedisponibile in una qualunque data futura e per ogni possibile statodel mondo.

• Un sistema di mercati così esteso non esiste il teoremafondamentale dell’economia del benessere non può valere(ipotizza che qualunque bene possa essere scambiato).

• Si parla di mercati incompleti quando, pur essendo il costo di produzione di un bene o servizio inferiore alla disponibilità a pagare dei consumatori, il mercato non riesce a fornire il bene stesso in misura adeguata.

Marco Greco 07/10/2015 31

Mercati incompleti (2/2)

• L’esistenza di mercati incompleti dipende da svariati fattori.

• Uno di questi consiste nell’esistenza dei costi di transazione,

che si aggiungono ai normali costi di produzione e distribuzione e

possono divenire un ostacolo alla produzione o al consumo.

• Può capitare che transazioni mutuamente vantaggiose non

abbiano luogo, causando una produzione/consumo inferiore a

quella socialmente efficiente.

Marco Greco 07/10/2015 32

Conclusioni

• Non esistono argomenti risolutivi che permettano di scegliere in assoluto tra il

mercato (“mano invisibile”) e lo stato (“mano pubblica”) come strumento

preferenziale per l’allocazione delle risorse.

• Diverse opinioni e teorie su quali siano i settori in cui si giustifichi l’intervento

pubblico o in cui esso sia più efficiente di quello privato. Ci sono due punti di

vista:

– il primo punto sostiene che talvolta il libero mercato può mostrare qualche fragilità, ma

questo non compromette il suo efficiente funzionamento;

– il secondo considera così rilevanti i fallimenti del mercato da rendere necessario un

rilevante intervento del governo.

Marco Greco 07/10/2015 33

Organizzazione aziendaleInformazione, organizzazione e mercato– Cap. 3

Ing. Marco Greco

[email protected]

Tel.0776.299.3641

• Mercato dei beni;

• Mercato del lavoro;

• Mercato del credito;

• Mercato assicurativo;

• ...;

L’informazione nella teoria

tradizionale

Marco Greco 07/10/2015 35

• Il consumatore conosce perfettamente la qualità dei beni e il prezzo praticato

da ciascun venditore.

• Il prodotto è omogeneo.

• In assenza di costi di trasporto, il produttore non può né alzare né abbassare

il prezzo (ossia fissare un prezzo diverso da quello di equilibrio): il prezzo lo

fa il mercato, il singolo (venditore o compratore) non ha potere di mercato (i

soggetti sono price-taker).

• La flessibilità del prezzo porta in equilibrio il mercato.

L’informazione nella teoria

tradizionale: mercato dei beni

Marco Greco 07/10/2015 36

L’informazione nella teoria tradizionale:

mercato del lavoro

• L’imprenditore non può pagare un salario diverso da quello di equilibrio: il

salario lo fa il mercato, il singolo (venditore o compratore) non ha potere di

mercato (i soggetti sono price-taker)

• Il datore di lavoro conosce perfettamente la qualità dei lavoratori che sta

assumendo e il salario a cui si offre ciascun lavoratore.

• Inoltre, il lavoro è omogeneo. In presenza di disoccupazione, lavoratori di

eguale abilità si offriranno ad un salario più basso, e l’impresa li assumerà,

riducendo così la disoccupazione.

• La flessibilità del salario porta in equilibrio il mercato

Marco Greco 07/10/2015 37

• Tutti i beneficiari dei prestiti sono uguali, e i prestatori hanno perfetta

conoscenza delle loro qualità.

• Anche qui, il tasso di interesse viene determinato sul mercato e la sua

flessibilità porta in equilibrio il mercato (i soggetti sono price-taker)

L’informazione nella teoria

tradizionale: mercato del credito

Marco Greco 07/10/2015 38

• I soggetti sono ancora uguali, e le imprese hanno perfetta informazione sulla

rischiosità di ciascuno.

• Un solo prezzo (i soggetti sono price-taker)

L’informazione nella teoria

tradizionale: mercato assicurativo

Marco Greco 07/10/2015 39

Queste ipotesi sono realistiche?

Cosa accade alla teoria economica

se non assumiamo più informazione

completa e simmetrica?

Marco Greco 07/10/2015 40

Asimmetria informativa

Asimmetria informativa quando “l’informazione completa è presente su un lato del mercato (ad esempio l’offerta), mentre l’informazione incompleta caratterizza l’altro lato (ad esempio la domanda)”, ovvero quando “alcuni soggetti dispongono di informazione che altri soggetti non hanno”

Es. durante l’orale il docente non sa se lo studente ha studiato a menadito tutto il programma o ha trascurato qualche paragrafo…

Marco Greco 07/10/2015 41

Contratti e asimmetria informativa

• Un contratto è un accordo volontario tra almeno due

persone

• Stabilisce le modalità secondo cui deve realizzarsi una

certa transazione economica:

– le azioni che ciascuna parte deve intraprendere, il

comportamento che ciascuno può aspettarsi dagli altri ed i

pagamenti che devono essere effettuati

Marco Greco 07/10/2015 42

Contratti e asimmetria informativa

• Un contratto è completo se stabilisce i comportamenti delle

parti in ogni possibile circostanza, bisogna quindi:

– prevedere e descrivere tutte le contingenze che potrebbero

emergere nello svolgimento della relazione contrattuale;

– definire le azioni efficienti ed i compensi per ciascuna contingenza;

– assicurare che i termini del contratto vengano eseguiti

… i contratti sono quindi per lo più incompleti, soprattutto a

causa della razionalità limitata e delle asimmetrie informative

Marco Greco 07/10/2015 43

Il mercato delle automobili usate e il mercato

assicurativo

• Un mercato è trasparente se tutti gli operatori sono

perfettamente informati sulla qualità dei beni scambiati ed

il loro prezzo

• Il mercato delle automobili usate può essere definito

trasparente?

– Il valore di una vettura dipende da tante variabili misurabili e

verificabili, ma anche da tante altre sconosciute (Es. incidenti

subiti) o troppo costose da verificare

Marco Greco 07/10/2015 44

Il mercato delle automobili usate e il mercato

assicurativo

• Il mercato delle assicurazioni?

– Il premio dipende dalla probabilità di accadimento di un evento

(Es. incidente), ma l’assicurazione potrebbe aumentare tale

probabilità (Es. sono assicurato, guido con minor prudenza) e

l’assicuratore non può conoscere il comportamento

dell’assicurato

Marco Greco 07/10/2015 45

Fallimento del mercato come conseguenza

dell’asimmetria informativa

• L’asimmetria informativa produce:

– inefficienza, spreco di risorse rispetto alla situazione di perfetta informazione;

– meccanismi che permettono al mercato di fornire le informazioni rilevanti (Es. se vengo truffato su ebay, agisco sulla reputazione del venditore)

• Il vantaggio informativo condiziona la definizione delle caratteristiche del contratto tra il principale (colui che propone il contratto) e l’agente (colui che lo può accettare o rifiutare)

Marco Greco 07/10/2015 46

Fallimento del mercato come conseguenza

dell’asimmetria informativa

• Se le parti avessero interessi in comune, le asimmetrie

informative potrebbero cessare, perché tutti le

condividerebbero

• Viceversa, chi sa di più, conserva le informazioni e cerca

di sfruttarle per avvantaggiarsi

Marco Greco 20/10/2014

Fallimento del mercato come conseguenza

dell’asimmetria informativa

• Effetti delle asimmetrie informative:

– l’equilibrio di mercato può non esistere e la sua esistenza

dipende in modo cruciale dalla tipologia degli operatori presenti

nel mercato stesso (Es % onesti vs % disonesti)

– se l’equilibrio esiste esso risulta comunque inefficiente rispetto

a quello teoricamente possibile sotto l’ipotesi di piena

informazione a causa dell’esternalità negativa causata dai

«disonesti»

Marco Greco 20/10/2014

Fallimento del mercato come conseguenza

dell’asimmetria informativa

• Effetti delle asimmetrie informative:

– l’inefficienza degli equilibri implica l’esistenza di costi, anche nel caso in cui il mercato riesca a trasmettere l’informazione rilevante (costi aggiuntivi sostenuti dagli onesti per farsi riconoscere)

– a parte il caso estremo di equilibri privi di scambi, un frequente effetto dell’asimmetria informativa è l’esistenza di equilibri con razionamento, che sono caratterizzati dalla sottoutilizzazione delle risorse disponibili (gli scambi reali risultano inferiori a quelli potenziali)

Marco Greco 20/10/2014