Lezione di Difesa Personale (MGA)

A cura del Maestro Gianni Natrellacon

Rotaract Matera – Interact Matera

PERCHE’ ORGANIZZARE UNA LEZIONE DI AUTODIFESA

Non passa un giorno senza che i giornali, la televisione e laradio non parlano di violenza; ma, attenzione, tutto ciò nondeve indurci alla paranoia. Certo la violenza inquest’epoca esiste, ma non è né di più né di menopresente che in altre epoche remote. Per alcuni lamiglior vittoria è quella ottenuta senza combattere;cioè, fin quando vi è la possibilità di ragionare, diriflettere, di discutere con l’altro soggetto attivo sullasituazione venutasi a creare, allora non vi è la necessità dibattersi ricorrendo alla violenza.

A questo proposito un buon allenamento effettuato inuna palestra, porterà sicuramente reali benefici incaso di eventuale conflitto, in quanto èindispensabile per acquisire i gesti ed una buonapreparazione fisica.

Nella difesa personale occorre considerare dueelementi: la tecnica e l’atteggiamento mentale dicolui che la pratica; vale a dire chel’atteggiamento mentale dell’aggredito èdeterminante per la riuscita della difesa.

Si può sicuramente affermare che la miglioredifesa è l’attacco, o, quanto meno,l’anticipo: significa che in caso di conflitto nonbisogna essenzialmente aspettare l’attaccodell’aggressore, ma si può benissimo anticipareattaccando con movimenti evasivi al fine diavvantaggiarsi nei confronti di chi volevaaggredirci.

Però, per parlare di Difesa Personale è essenziale chiarire alcuni concetti che sono fondamentali:

1. La salvaguardia del bene umano; 2. La salvaguardia della persona.

1 - Per salvaguardia della persona si deve intendere il porre in essere tutte quelle azioni o comportamenti ritenuti idonei ad evitare attacchi improvvisi di altri soggetti alla propria o all'altrui persona.

2 - Per salvaguardia del bene personale si deve intendere il porre in essere tutte quelle azioni o comportamenti ritenuti necessari al fine di evitare eventuali sottrazioni o addirittura la distruzione del bene stesso.

L'articolo 52 del Codice Penale -LEGITTIMA DIFESA - recita:

Non è punibile chi ha commesso il fatto, per esservi stato costretto dalla necessità di difendere un diritto proprio od altrui contro il pericolo attuale di un'offesa ingiusta, sempre che la difesa sia proporzionata all'offesa.

C’è un vecchio adagio che dice: ¨ Un secondo per anticipare e comprendere la situazione; ¨ Un secondo per accettare la situazione; ¨ Un secondo per constatare il risultato.

Questo vuol dire che, chi agisce in questo modo resteràsicuramente ancora in vita. Le tecniche, propriamentedette, sono poste in secondo piano. Quello che prima sideve avere ben presente è la situazione in cui ci si viene atrovare, in modo da poter approntare efficacemente unadifesa. Per difendersi efficacemente, occorre provare eriprovare centinaia di volte le varie tecniche dapprima inpalestra e poi, necessariamente all’aperto, in un prato, sulmarciapiede o sull’asfalto, praticamente in tutti quei luoghiche si prestano ad eventuali aggressioni.

La difesa personale è nata con l'uomo. Infatti, fin dai tempiremoti, l'uomo ha avuto la necessità di difendersi allorché sitrovasse in situazioni di pericolo per la propria e l'altrui incolumitàpersonale. Questo a prescindere dal fatto che l'aggressorepotesse essere un altro uomo o un animale. Quando non riuscivaa difendersi a mani nude egli utilizzava delle specie di armiricavate da pietre (coltello, ascia) o da bastoni di legno (lancia,freccia). In genere questi attrezzi erano usati anche per il lavoroe per la caccia. Si deve proprio alle varie situazioni, ai variconflitti che man mano andavano a crearsi sulla terra, chel'uomo ha sentito il bisogno di imparare a difendersi siadagli altri uomini (armati e non) sia dagli attacchi deglianimali. Parte preponderante ha avuto l'astuzia e l'intelligenza divari uomini per creare un metodo che aiutasse a difendersidagli attacchi di aggressori che si sono succeduti nelle varieepoche storiche.

Le origini

La storia

Ripercorrendo a grandi linee i vari excursus storici che si sonosusseguiti nei secoli, si è potuto constatare che, grazie alla suaintelligenza, l’uomo ha inventato vari metodi di difesa più o menovalidi; a partire dai Greci che hanno inventato il Pancratium(Pancrazio), una sorta di lotta che si utilizzava soprattuttonei giochi. Si ricordi ad esempio, che già dai tempi degli antichiRomani, (che a quell'epoca erano armati di sola daga, scudo elancia) vi erano degli istruttori che avevano il compito dipreparare sia fisicamente sia tecnicamente, il personale checomponeva l'esercito, inventando l'uso di armi quali il flagello, larete, il tridente, e ciò allo scopo di mandarli in guerra perespugnare gli altri eserciti o addirittura per scovare e uccidere ibanditi che depredavano tutto ciò che incontravano sulla lorostrada; o ancora, preparavano i gladiatori per combatterenell'arena contro altri gladiatori o contro tigri, leoni o tori. Inseguito hanno iniziato ad inserire nei loro giochi, una lotta similea quella greca chiamata poi, lotta greco-romana effettuata amani nude.

La storia

Con il ritorno di Marco Polo dal suo viaggio in Cina, sono stateportate dall’Oriente in Occidente, le arti marziali, cioè deisistemi di lotta con e senza armi inventati per sconfiggereuna o più persone. Dagli anni '50 al giorno d’oggi possiamocitare l’avvento di nuove discipline, marziali e non, quali l’Aikidodel M° Morihei Ueshiba, il Ju Jutsu, il Judo di Jigoro Kano, ilKarate di Gichin Funakoshi provenienti dal Giappone, il Kung Fuproveniente dalla Cina, la Boxe Thai proveniente dalla Tailandia, ilTae Kwon Do proveniente dalla Corea, il Viet Vo Dao provenienteda Vietnam, i nuovi metodi di Ju Jutsu provenienti dal Brasile, laCapoeira, il Valetudo, una sorta di lotta in cui è consentito portareall’avversario tutti i colpi possibili e immaginabili. Alcuni di questimetodi sono stati rielaborati al fine di renderli accessibili ad unpiù vasto numero di persone, quali il Judo, il Karate, ed ora ancheil Ju Jutsu (Kick Jitsu), il Kung Fu (Sanda); praticamente sonostati estrapolati i colpi e le tecniche ritenute più pericolose alivello sportivo in modo da poterli utilizzare nelle competizioni.

La nascita della difesa personale

Da questi tipi di lotta sono stateestrapolate le varie tecniche di DifesaPersonale che utilizziamo al giorno d'oggiper difenderci da eventuali aggressori siaa mani nude che armate con oggetticontundenti, o da taglio, con armi dafuoco, ecc...

TRE LIVELLI FONDAMENTALI

Il Metodo Globale Autodifesa, rispecchia quelle caratteristiche tecniche e pedagogiche che consentono a chiunque di potersi difendere efficacemente da attacchi di aggressori portati in qualsiasi modo.

Il metodo consiste in tre livelli fondamentali dei quali i primi due sono riservati agli istruttori di tutte le discipline praticate all'interno della F.I.J.L.K.A.M. ed il terzo è riservato al personale della Polizia di Stato.

PRINCIPI

Vediamo ora di mettere dei punti fermi per difendersi efficacemente da qualsiasi attacco:

1. Non accettare il confronto fisico; 2. Non cercare di imitare l’avversario

nella sua strategia di attacco o di difesa; 3. Anticipare l’avversario attaccando

per primi con dei movimenti evasivi; 4. Proiettare e immobilizzare

immediatamente l’avversario senza perdere tempo prezioso;

5. Non infierire dopo averlo immobilizzato.

Non accettare il confronto fisico

Non accettare il confronto fisico: con questo si intende che, accettare il confrontocon un altro soggetto, soprattutto se è adirato e quindi con l’adrenalina a mille, puòessere uno svantaggio per noi. Dobbiamo pensare che non siamo tutti atleti dirilevanza nazionale o internazionale fisicamente preparati ad affrontare ogni conflittocon altri individui; non siamo tutti i classici Rambo che sicuramente ne usciamo vivida ogni situazione, comunque, anche Rambo era un soggetto altamente preparatofisicamente e abituato a pensare velocemente e strategicamente a risolvere le variesituazioni. Noi dobbiamo pensare innanzitutto che siamo persone normalifisicamente, con i nostri acciacchi quotidiani, e le nostre situazioni familiari, i nostripiccoli o grandi problemi quotidiani che non ci consentono sempre di essere vigili,attenti e sempre pronti ad ogni evenienza. Ad esempio, se accettiamo il confrontocon un esperto di Thai Boxe, o di Full Contact sappiamo già che abbiamo di fronteindividui preparati a subire i colpi, e che per noi sarà difficile riuscire ad evadere iloro continui e ripetuti attacchi; inoltre i nostri attacchi potrebbero fargli solo ilsolletico, proprio perché loro imparano a ricevere colpi in tutte le parti del corpo equindi si faranno meno male quando li riceveranno da noi poveri miseri mortali. Sepoi accettiamo il confronto di un esperto di Judo o di Ju Jutsu e ci facciamo portare aterra, qui sicuramente potremo subire la loro forza e la loro esperienza nella lottacorpo a corpo a terra. Lo stesso dicasi per i vari esperti di tutte le arti marzialienunciate in precedenza. Perciò ricordiamoci di NON ACCETTARE MAI ILCONFRONTO O LO SCONTRO FISICO.

Non imitare l’avversario

Non cercare di imitare l’avversario nella sua strategia di attacco o di difesa: con questo si intende che, se ci troviamo di fronte qualcuno che assume, ad esempio, una posizione di guardia tipica della Kick Boxe o della Boxe Tailandese, e vogliamo imitarlo nel combattimento con lui (accettare il confronto?), se non siamo esperti in quel tipo di lotta sicuramente ci rimetteremo le penne. Lo stesso dicasi qualora non essendo esperti di una qualsiasi arte marziale si voglia tentare di imitare o addirittura di emulare: “Abbiamo sicuramente perso in partenza”.

Attaccare per primi con movimenti evasivi

Anticipare l’avversario attaccando per primi con dei movimenti evasivi: con questo si intende che chi prima attacca si difende due volte. In pratica, attaccare per primi utilizzando movimenti evasivi, significa portare colpi di disturbo, fra i quali quelli diretti al viso, o al fianco, che hanno esclusivamente l’intenzione di sviare l’attenzione dell’avversario, per poi darci il modo di portare a nostro vantaggio il prossimo movimento di immobilizzazione che andremo ad eseguire. Ad esempio, si finge un attacco di pugno al viso al fine di provocare come reazione una parata da parte dell’avversario, quindi si afferra il braccio e, con un movimento di entrata diretta o in rotazione, si proietta il soggetto e si immobilizza a terra.

Immobilizzare l’avversario

Proiettare e immobilizzare immediatamente l’avversario senza perdere tempo prezioso: con questo si intende che, appena abbiamo avuto la possibilità di proiettare l’avversario, è importante non distrarsi e non credere di averlo sconfitto solo perché siamo riusciti a proiettarlo, ma, conviene comunque, immobilizzarlo immediatamente, altrimenti, è probabile che lo stesso si rialzi e ci riattacchi ancora con più concitazione e violenza: a tal punto che potrebbe succedere che non riusciremmo a proiettarlo e ad immobilizzarlo con successo una seconda volta.

Non infierire

Non infierire dopo averlo immobilizzato: praticamente, si intende che una volta che l’aggressore è a nostra completa disposizione, dobbiamo essere capaci di controllare la nostra voglia di colpirlo, anche se il suo intendimento era quello di farci comunque del male fisico. Non dobbiamo metterci nelle sue stesse condizioni di cattiveria, ma dobbiamo tendere solo alla sua immobilizzazione evitando nel contempo che possa farsi male.

Slide disponibili sul nostro sito web : www.rotaractmatera.it

GRAZIE PER L’ATTENZIONE!