306
Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

  • Upload
    alamea

  • View
    34

  • Download
    0

Embed Size (px)

DESCRIPTION

Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde. Argomenti del corso. Il corso si divide in cinque parti Prima parte: i fini della politica economica Il concetto di giustizia sociale: utilitarismo, libertarismo, neocontrattualismo , approccio delle capacità - PowerPoint PPT Presentation

Citation preview

Page 1: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Lezioni di politica economica

A.A. 2012-2013

Docente: Sergio Lodde

Page 2: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Argomenti del corso

Il corso si divide in cinque parti•Prima parte: i fini della politica economica

• Il concetto di giustizia sociale: utilitarismo, libertarismo, neocontrattualismo, approccio delle capacità

• L’economia del benessere e la politica economica• Il criterio paretiano• L’analisi costi-benefici e i suoi limiti• Rawls e la giustizia equa• La giustizia procedurale secondo Nozick• L’approccio delle capacità di Sen• Misure alternative del benessere• Il ruolo dello Stato

Page 3: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

• Seconda parte: lo stato sociale e le politiche per il welfare• Modelli di Welfare State• Motivazioni di efficienza delle politiche sociali• Funzioni dello Stato sociale• I sistemi previdenziali• Le politiche sanitarie• Le politiche del lavoro• Le politiche assistenziali• Le politiche per l'istruzione• Globalizzazione e stato sociale

• Terza parte: La crescita economica nel lungo periodo• I fattori della crescita• Il modello di Solow• La crescita economica può essere illimitata?• La crescita zero o la decrescita sono alternative possibili?

Page 4: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

• Quarta parte: le politiche fiscali e monetarie nel contesto europeo• Il debito pubblico• Il modello IS-LM• Il modello Mundel-Fleming dell'economia aperta• L’unione monetaria europea e il patto di stabilità• Problemi dell’economia europea

• Quinta parte: la crisi attuale come ci siamo precipitati e come potremmo uscirne

• Perché la crisi?• L'instabilità del sistema finanziario globale• Il debito sovrano e l'euro• La crisi è figlia della disuguaglianza?• Il dopo crisi: più stato o più mercato?

Page 5: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Suddivisione del corso e pre-esame

• Il corso è suddiviso in due moduli: A e B• il modulo A comprende le prime tre parti e durerà fino

all'interruzione per gli esami di novembre• a novembre sarà possibile sostenere un pre-esame sugli argomenti

trattati nel modulo A• il modulo B comprende gli argomenti della quarta e quinta parte• sono previsti inoltre gruppi di studio e discussione in cui saranno

approfonditi alcuni aspetti della crisi attuale ( i relativi materiali saranno forniti successivamente dal docente)

Page 6: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Testi consigliati

Modulo A

1.G. Mankiw, M.P. Taylor: Macroeconomia, cap. 7, 8 (esclusa appendice)2.Dispensa: I fini della politica economica3.3.Dispensa: Le politiche per il Welfare Dispensa: Le politiche per il Welfare 4.4.P. Cipollone, I. Visco: Il merito nella società della conoscenzaP. Cipollone, I. Visco: Il merito nella società della conoscenza5.5.Dispensa: Crescita e ambienteDispensa: Crescita e ambiente

Page 7: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Testi consigliati

Modulo BModulo B

6.G. Mankiw, M.P. Taylor: Macroeconomia, cap. 10, 11, 12, 15, 167.O. Blanchard: La crisi economica globale8.8.Dispensa: I mercati finanziari e la crisiDispensa: I mercati finanziari e la crisi9.9.P. Krugman: Fuori da questa crisi, adesso!P. Krugman: Fuori da questa crisi, adesso!10.10.C. Reinhart, K. Rogoff: Growth in time of debtC. Reinhart, K. Rogoff: Growth in time of debtI capitoli del Mankiw-Taylor sono reperibili in fotocopia in copisteriaGli altri testi possono essere scaricati dal sito della facoltà (materiale didattico del corso); il testo di Krugman deve essere acquistato

Page 8: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Che cosa è la politica economica?

• Ogni disciplina scientifica si propone non solo di analizzare e di comprendere meglio i fenomeni reali, ma anche di usare le conoscenze acquisite per offrire indicazioni utili all’azione.

• La costruzione di teorie per spiegare la realtà così com’è rappresenta il contenuto positivo della scienza, laddove tutto ciò che riguarda la definizione di come la realtà dovrebbe essere e di come si dovrebbe agire per modificarla in tal senso, è il suo contenuto normativo.

• Anche nel campo economico è possibile distinguere due approcci: l’economia politica rappresenta il contenuto positivo della scienza economica e fornisce descrizioni e spiegazioni, la politica economica quello normativo e definisce prescrizioni per l’azione.

Page 9: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Definizione della politica economica

• La politica economica studia le modalità e gli effetti degli interventi nell’economia decisi dai centri detentori del potere politico in base agli obiettivi che intendono perseguire.

• In altri termini, mentre l’economia politica analizza i meccanismi di funzionamento dei mercati dandone descrizioni e spiegazioni, la politica economica studia come intervenire su di essi fornendo prescrizioni atte a orientarli verso il conseguimento di specifici obiettivi o a correggerne il cattivo funzionamento.

Page 10: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

L’approccio dell’economia politica e quello della politica economica

Nel decennio 1994-2003, il prodotto interno lordo degli USA è cresciuto in media del 3,3% all’anno. Nello stesso periodo, nell’area dell’Euro la crescita è stata pari in media al 2%, in Italia all’1,7%.

Di fronte a questi dati l’economia politica si domanda:quali fattori sono all’origine di queste differenze di comportamento?

Il problema di politica economica è invece: cosa si può fare per migliorare la performance europea e avvicinarla a quella degli USA?

Grafico 1 Tasso di crescita del PIL negli USA e UE

0.0

0.5

1.0

1.5

2.0

2.5

3.0

3.5

4.0

4.5

5.0

1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003

USA

UE

Page 11: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Gli ambiti della politica economica

La politica economica ha diversi ambiti di intervento:•politiche macroeconomiche di stabilizzazione nel breve periodo•politiche microeconomiche di regolazione dei mercati•politiche macroeconomiche per la crescita e lo sviluppo•politiche regionali•politiche per il welfare

Page 12: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Obiettivi e strumenti della politica economica

• La politica economica si propone dunque di conseguire determinati fini che definiamo come obiettivi dell’azione pubblica.

• Per far questo utilizza strumenti di intervento come quelli della politica fiscale e monetaria che possiamo definire come le leve sulle quali l’autorità di politica economica può agire per raggiungere gli obiettivi che si propone.

Come si definiscono gli obiettivi della politica economica?

Page 13: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Qualche domanda preliminare

• Quali sono i principi generali che devono ispirare l’intervento pubblico?

• La massimizzazione del benessere può essere considerata come il fine principale della politica economica?

• Supponendo che lo sia, cosa intendiamo quando parliamo di benessere?

• Possiamo definirlo indipendentemente da giudizi morali e di valore e da un preciso concetto di giustizia sociale?

• In questo caso, quale forma di giustizia sociale è la più desiderabile?

• In quale misura l’intervento pubblico nell’economia è giustificabile?

Page 14: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Giustificazioni economiche dell’intervento pubblico

• Se gli agenti economici sono liberi di scegliere, i mercati concorrenziali tendono verso un equilibrio in cui il benessere sociale è il massimo possibile

• In alcuni casi il mercato non raggiunge tale equilibrio, ciò accade quando:- i mercati sono imperfetti (monopolio, oligopolio, concorrenza

monopolistica)- esistono esternalità- si producono beni pubblici- gli agenti non sono pienamente informati- c’è incertezza, la domanda effettiva è al di sotto del livello ottimale e

l’economia non raggiunge la piena occupazione

In questi casi l’intervento pubblico è giustificato in quanto corregge malfunzionamenti del mercato e accresce l’efficienza dell’economia

Page 15: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Che cosa intendiamo per benessere?

• Questa concezione dei limiti dell'intervento dello stato riflette una specifica visione dei fini della politica economica secondo cui l'obiettivo fondamentale è rendere massime la produzione di beni e servizi utilizzando appieno le risorse disponibili in un certo momento del tempo e la crescita di tale produzione nel tempo

• L'idea sottostante, tipica della filosofia utilitarista, è che il benessere si identifichi con il consumo di beni e servizi, ma questa è solo una particolare concezione del benessere sociale

• Il concetto di benessere è assai più complesso ed è stato oggetto di un ampio dibattito filosofico

Page 16: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

• Che cosa determina il benessere individuale? (problema del contenuto del benessere)

• Chi, e con quali mezzi, può o deve mettere ciascuna persona nelle condizioni di ottenere ciò che e crea benessere?

• Quali limiti possono essere imposti alla ricerca del benessere individuale?

• Quale relazione esiste tra il benessere del singolo e quello della società?

• Il perseguimento di questo fine non può essere ridotto a un puro calcolo di efficienza ma coinvolge giudizi etici e di valore che definiscono la qualità della vita umana insieme a una determinata visione della giustizia sociale

Page 17: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Teoria economica e giudizi di valore

• Molti economisti ritengono che la scienza economica debba limitarsi ad analizzare i fatti indipendentemente da giudizi di valore che sono di competenza dei politici

• Le affermazioni che si basano soltanto sui fatti sono dette proposizioni positive ed esprimono giudizi su come la realtà è (come funziona il mercato, quali sono le condizioni della crescita ecc.)

• Le affermazioni che si basano su giudizi di valore sono dette proposizioni normative e riguardano la realtà come dovrebbe essere (giudizi sulla libertà, sulla felicità, estetici ecc.) e la corrispondenza fra questa e la realtà effettiva

• In questa divisione del lavoro il politico definisce gli obiettivi e l’economista fornisce le soluzioni più efficienti per conseguirli

Page 18: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

I giudizi di fatto e quelli di valore sono separabili?

• Questa separazione fra analisi oggettiva o scientifica e giudizi di valore è difficilmente sostenibile perché la stessa teoria economica è permeata di giudizi di valore

• Esempio: la semplificazione del consumatore rappresentativo implica che il livello aggregato del reddito è più importante nel valutare lo stato dell’economia rispetto alla distribuzione del reddito stesso

• La crescita del reddito è più importante della sua distribuzione?• Se riteniamo che la tassazione sia un buon strumento per

controllare l’inquinamento stiamo sostenendo che un certo tasso di inquinamento è socialmente e moralmente accettabile

Page 19: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

E' possibile separare efficienza e giudizio etico?

Problema•un medico in un ospedale ha in dotazione 10 dosi di un siero salvavita•arrivano simultaneamente due gruppi di pazienti che ne hanno bisogno e, in mancanza di esso, morirebbero con certezza•gruppo A: pazienti che, se trattati, sopravvivrebbero con certezza•gruppo B: pazienti che, se trattati, hanno una probabilità di sopravvivenza del 50%

Come bisognerebbe distribuire il siero fra di essi per ottenere un risultato efficiente?

Page 20: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Ulteriore informazione:•i pazienti del gruppo A sono anziani di 80 anni•i pazienti del gruppo B sono bambini di 5 anni

Come bisognerebbe distribuire il siero fra di essi per ottenere un risultato efficiente?

La soluzione efficiente non può essere determinata semplicemente in base a un criterio di massimizzazione, essa implica necessariamente un giudizio etico

Page 21: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

• Supponiamo che il siero non sia in possesso del medico ma debba essere acquistato in farmacia che lo vende a chi paga di più

• gruppo A: in quanto anziani hanno disponibilità finanziarie• gruppo B: i bambini non hanno disponibilità finanziarie• come pensate che il mercato allocherebbe il siero?• La soluzione efficiente implica che il siero dovrebbe essere venduto a chi

è disposto a pagare il prezzo più alto. I bambini morirebbero tutti

La soluzione efficiente dal punto di vista economico (che massimizza il benessere) non lo è necessariamente dal punto di vista sociale ed etico

Se non definiamo innanzitutto quali sono i nostri fini ha poco senso porsi il problema di come ottenerli nel modo più efficiente

Page 22: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Decisioni e dilemmi etici

• La stragrande maggioranza delle decisioni implicano un trade off, uno scambio tra qualcosa e qualcos'altro

• per ottenere l'obiettivo X è necessario rinunciare all'obiettivo Y• a meno che la differenza tra X e Y non sia evidente, ogni qual volta

questo accade si pone un dilemma etico: è giusto perseguire X a scapito di Y o è giusto il contrario

• quasi tutte le decisioni di politica economica sono di questo tipoergo

quasi tutte le decisioni di politica economica implicano giudizi etici o di valore

Page 23: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Conseguenzialismo e deontologia

• I giudizi di valore sono impliciti persino nei fondamenti più generali della teoria economica

• Nel momento stesso in cui diciamo che la massimizzazione del benessere sociale è il principale obiettivo da perseguire stiamo adottando una precisa logica di argomentazione etica: quella conseguenzialista e ponendo in secondo piano un’altra: quella deontologica o categorica

• L’etica conseguenzialista consiste nel ritenere che ciò che conta per valutare le azioni come giuste o ingiuste sono le conseguenze che le azioni producono

• L’etica deontologica afferma invece che un’azione è giusta o ingiusta in sé e per sé in base a principi inderogabili e indipendente-mente dalle sue conseguenze

Page 24: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Etica e giustizia sociale• L’approccio conseguenzialista e quello deontologico sono alla base di diverse

teorie della giustizia sociale:• L’utilitarismo conseguenzialista sostiene che la giustizia coincide con il

massimo benessere aggregato della società; giustifica l’adozione di politiche redistributive ma solo nella misura in cui accrescono il benessere totale inteso in senso edonistico

• Le teorie libertarie, di ispirazione deontologica e anti conseguenzialista, sostengono che alcuni diritti fondamentali di libertà dell’individuo devono essere rispettati, solo in base a questo si può parlare di società giusta o ingiusta mentre la distribuzione della ricchezza non è rilevante

• Le teorie liberal-democratiche (in parte conseguenzialiste in parte deontologiche) sostengono che deve essere garantita a tutti uguale disponibilità di alcuni beni primari e la possibilità di esprimere le proprie capacità

Page 25: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Il benessere sociale secondo gli utilitaristi

• In termini molto generali è plausibile affermare che le politiche pubbliche dovrebbero tendere ad accrescere il benessere sociale

• Secondo gli utilitaristi esse possono essere quindi giudicate come giuste o ingiuste, migliori o peggiori in base alla loro capacità di rendere massimo il benessere sociale

• Le basi etiche dell’utilitarismo hanno quindi una matrice conseguenzialista nel senso che ciò che conta è il risultato

• Secondo la teoria utilitarista il benessere sociale non è altro che la somma del benessere di tutti gli individui che compongono la società

• A sua volta il benessere (o utilità) individuale può essere definito come la differenza fra ciò che procura piacere e ciò che causa dolore o sofferenza

Page 26: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

La massimizzazione dell’utilità• La conclusione degli utilitaristi è che l’intervento pubblico dovrebbe

mirare a rendere massima la differenza fra la somma dei piaceri di tutti gli individui considerati come aggregato e la somma delle loro sofferenze, ovvero massimizzare l’utilità (piacere) aggregata

• Nelle parole di Bentham lo Stato dovrebbe promuovere il massimo bene per il più alto numero di individui

• L’ingiustizia consiste nella realizzazione di una utilità aggregata minore di quella ottenibile. Una società ingiusta è quella in cui gli individui, nel loro insieme, sono meno felici di quanto potrebbero essere

• Il concetto utilitarista di giustizia si basa solo su considerazioni relative all’utilità (welfarismo) escludendo qualunque altra considerazione morale (per esempio diritti inalienabili, il rispetto dei diritti è giusto per gli utilitaristi se essi contribuiscono ad accrescere l'utilità, non lo è in caso contrario)

Page 27: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

• Il criterio benthamiano può essere definito più precisamente nel seguente modo:

Un’azione è giusta se e solo se la somma delle utilità totali prodotta da quell’azione è maggiore della somma delle utilità totali prodotta da qualunque altra azione che avrebbe potuto essere compiuta al suo posto

Page 28: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Alcune implicazioni del principio di massimizzazione dell'utilità

• Un'implicazione della logica utilitarista è che se fosse necessario sacrificare i diritti di pochi per massimizzare l'utilità di molti sarebbe giusto farlo

• esempio 1: se la riduzione in schiavitù di un gruppo sociale (per esempio i lavoratori) facesse aumentare la produzione totale e l'utilità totale della società allora la schiavitù sarebbe socialmente desiderabile e giusta.

• esempio 2: se il benessere sociale aumentasse in seguito alla introduzione della pena di morte perché i crimini diminuiscono grazie al suo effetto deterrente e si risparmiano i costi della detenzione in carcere, allora la pena di morte sarebbe giustificata

Page 29: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Se l’obiettivo è il massimo benessere complessivo, la società A che ha una distribuzione molto iniqua è preferibile alla società B perché il benessere totale è maggiore.

Ricchi Poveri Totale

Società A 100 10 110

Società B 50 50 100

Page 30: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Massimizzazione dell'utilità e distribuzione del reddito• L’utilitarismo non è contrario in linea di principio a politiche di ridistribuzione del

reddito

• Dal momento che l’utilità marginale del reddito è decrescente, si può migliorare il benessere sociale trasferendo reddito da coloro che hanno un reddito più alto (e quindi un’utilità marginale più bassa) a coloro che si trovano nella situazione opposta.

• Fino a che le utilità marginali sono diverse l’utilità complessiva aumenta con la ridistribuzione, perché l’utilità marginale sottratta all’individuo più ricco è minore di quella aggiunta al più povero

• Ciò che è rilevante non è però la distinzione ricco/povero quanto la capacità di produrre utilità. Se un ricco è capace di sviluppare un piacere più intenso dal fatto di possedere un’automobile di lusso rispetto a quello che un povero trae da una casa di uguale valore il reddito dovrebbe essere redistribuito a favore del ricco

Page 31: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Utilità marginali e distribuzione del reddito

Se le funzioni di utilità sono uguali e la ridistribuzione non causa perdite, uguagliando le utilità marginali, e cioè ridistribuendo il reddito a favore del più povero, l'utilità totale aumenta

U

YYa

U

YYbY* Y*

Ub

Ua

U*

Ricchi Poveri

Page 32: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Ma non è sempre vero!

Se le funzioni di utilità sono diverse i principi utilitaristici possono suggerire scelte discutibili

Ua

YY1

Ub

YY1Y*

U*

Ricchi Poveri

Page 33: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Se le funzioni di utilità sono diverse i principi utilitaristici possono suggerire scelte discutibili

Ua

Y

Ub

YY*

Ricchi Poveri

Y3Y2

Ur1

Up1

Y4

Page 34: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Equità ed efficienza• Gli utilitaristi non hanno quindi una concezione egualitaria della

distribuzione del reddito• La ridistribuzione è auspicabile nella misura in cui aumenta il benessere

complessivo, non necessariamente da chi ha di più a chi ha di meno, inoltre deve essere compatibile con il mantenimento degli incentivi necessari a stimolare comportamenti efficienti da parte degli agenti

• Esiste un trade off fra efficienza ed equità nel senso che una distribuzione troppo egualitaria può causare una riduzione del reddito totale

• Gli utilitaristi dunque giustificano politiche ridistributive, non perché ritengano che tutti abbiano alcuni diritti irrinunciabili a una vita dignitosa e a un certo ammontare di risorse che consentano di esprimere la propria libertà ma solo perché è ingiusto non aumentare il benessere aggregato quando è possibile farlo

Page 35: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Utilità cardinale e ordinale

• Per massimizzare la somma del benessere o utilità di tutti gli individui è necessario misurarli in qualche modo. È possibile farlo?

• È possibile affermare che l’individuo A ricava dal consumo di una pizza un’utilità doppia rispetto all’individuo B?

• Secondo i critici il piacere (o utilità) è un’esperienza puramente soggettiva e, come tale, non comparabile da individuo a individuo. La somma delle utilità di individui diversi non è quindi definibile perché non è misurabile con la stessa unità di misura

• Che senso ha allora la prescrizione di massimizzare la somma di qualcosa che non si può misurare?

Page 36: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Il benessere come soddisfazione delle preferenze

• Secondo gli utilitaristi il problema è superato se si rinuncia a una concezione cardinale dell’utilità a favore di una ordinale e si sostituisce una concezione sostantiva con una puramente formale

• Nell'approccio ordinale ogni agente ha un preciso ordinamento preferenziale soggettivo delle diverse alternative che ha di fronte

• Se abbiamo due possibilità x e y possiamo dire che, qualora l’agente preferisca x ad y, allora questo significa che per lui l’utilità di x è maggiore di quella di y, anche se non possiamo dire di quanto

• Il criterio della massimizzazione del benessere può essere allora riformulato nel senso che il massimo benessere si ottiene quando le preferenze degli agenti sono soddisfatte nella misura massima possibile

Page 37: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Le preferenze rivelate

• Come si può stabilire se le preferenze sono soddisfatte?• Se un individuo sceglie di consumare il bene A al posto di B,

potendo scegliere uno qualunque dei due, evidentemente ritiene che A accresca il suo benessere (utilità) più di B

• Le scelte effettive di individui razionali rivelano le loro preferenze pertanto una politica che consenta ai cittadini di realizzare le loro scelte meglio di un’altra è senz’altro preferibile

Page 38: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Le preferenze sono tutte ugualmente meritevoli di essere soddisfatte?

• Un’implicazione di questa logica è che se il maggior numero di individui preferisce il grande fratello a un dramma di Shakespeare il governo dovrebbe sovvenzionare il primo piuttosto che il secondo

• Se la gente ama molto fumare il governo dovrebbe astenersi dal tassare le sigarette?

• La soddisfazione della preferenza per una vacanza ai Caraibi dovrebbe avere la stessa priorità di quella per la salute o per l'istruzione?

• Le preferenze non sono tutte uguali alcune meritano di essere soddisfatte più di altre

• Perché non sono uguali e in base a quali criteri dovrebbero essere differenziate?

Page 39: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

• E' possibile che un soggetto preferisca un’alternativa in conflitto con i suoi reali interessi, ovvero con la piena realizzazione di sé

• Ciò può accadere perché:‐ l'individuo non è adeguatamente informato sulle conseguenze che

ne derivano (es. il fumo)‐ l'individuo è condizionato dal contesto sociale e adatta le sue

preferenze alle norme che esso esprime (minore ambizione delle donne nel lavoro, accettazione della propria condizione economica da parte dei meno abbienti)

• Preferenze illegittime. L’utilitarismo potrebbe portare a scelte sociali disumane laddove fosse eccessivo il peso sociale attribuito a individui con preferenze antisociali per esempio favorevoli alla tortura, alla violazione dei diritti umani, alla violenza sulle donne ecc.

Page 40: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Preferenze informate e razionali

• Se le preferenze sono distorte e non riflettono il vero benessere degli individui oppure illegittime, la loro soddisfazione non necessariamente conduce al massimo benessere sociale

• A questa critica gli utilitaristi rispondono che il benessere consiste nella soddisfazione di preferenze ben informate e razionali

• Secondo Harsanyi preferenze informate e razionali sarebbero quelle che l‘agente avrebbe in condizioni ideali di informazione e capacità di ragionamento razionale

Page 41: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Il paradosso del voto

• Supponendo di voler soddisfare nel miglior modo possibile preferenze informate e razionali come è possibile farlo tenendo conto che ogni individuo ha preferenze diverse?

• Il modo più ovvio è quello di adottare il metodo democratico, mettere cioè ai voti preferenze contrastanti e soddisfare quelle che riscuotono la maggioranza fra i votanti

• Questa soluzione funziona bene se si deve scegliere fra due alternative ma non quando le alternative sono più di due

• Consideriamo una società composta da tre individui A, B e C le cui preferenze hanno un certo ordinamento rispetto a tre possibili alternative x, y e z

Page 42: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

I tre individui hanno il seguente ordinamento di preferenze•A: x > y > z•B: y > z > x•C: z > x > y Se la scelta è fra x e y, x avrebbe la maggioranza in quanto preferita da A e CDovendo scegliere fra x e z, z avrebbe la maggioranza in quanto preferita da B e CIn caso di scelta fra y e z, sarebbe invece y ad avere la maggioranza perché preferita da A e BNessuna delle tre alternative prevale sulle altre due, è impossibile quindi stabilire quale di esse dovrebbe essere scelta

Page 43: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Paternalismo e libertà

• Una soluzione alternativa sarebbe abbandonare il concetto soggettivo di benessere legato alle preferenze a favore di una nozione di benessere come insieme di valori definiti oggettivamente e a priori

• In questo caso assoluta priorità è riservata a quei valori ritenuti oggettivamente necessari e sufficienti ad una piena realizzazione umana, in quanto tali invarianti da individuo a individuo e definiti da un decisore sociale

• Questa soluzione paternalistica entra però in conflitto con la libertà individuale, per questo motivo gli utilitaristi sostengono che non si può abbandonare il criterio della soddisfazione delle preferenze soggettive

• Molte tirannie si sono basate sull'assunzione che i cittadini non sanno esattamente che cosa è bene e cosa è male e che questa decisione spetta al tiranno illuminato

Page 44: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Il criterio paretiano

• Il criterio della soddisfazione delle preferenze non risolve ancora il seguente problema:

• Se l’adozione della politica X modifica la situazione in modo che l’individuo A può soddisfare meglio le sue preferenze mentre l’individuo B le può soddisfare peggio di prima come possiamo essere sicuri che il benessere sociale sia aumentato?

• La risposta è: non possiamo esserne sicuri, possiamo esserlo soltanto nel caso in cui uno dei due individui stia meglio di prima e la situazione dell’altro non peggiori a seguito dell’intervento

• Quando questo accade possiamo parlare con sicurezza di un miglioramento del benessere sociale che viene denominato miglioramento paretiano

Page 45: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

L’ottimo paretiano

• Si ha un miglioramento paretiano quando un intervento di politica economica permette di soddisfare meglio le preferenze di almeno un individuo (accrescerne l'utilità) senza ridurre la soddisfazione (utilità) di tutti gli altri

• Quando non è possibile accrescere l’utilità di qualcuno senza ridurre quella di qualcun altro si può affermare che non è possibile ottenere alcun miglioramento paretiano

• Ci troviamo quindi in una situazione non migliorabile, ovvero ottimale nel senso paretiano che viene chiamata ottimo paretiano

• Questa è esattamente la situazione che si viene a creare quando un mercato concorrenziale è in equilibrio

• Il primo teorema dell’economia del benessere afferma che: ogni equilibrio di un mercato competitivo è anche un ottimo paretiano

Page 46: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Abbiamo trovato la bussola?

• L’ottimo paretiano è una situazione efficiente nel senso che non è possibile modificare l’allocazione delle risorse in modo tale da accrescere il benessere generale

• In sostanza in una situazione di ottimo paretiano non ci sono sprechi• Sappiamo inoltre che se lasciamo funzionare liberamente il mercato esso

trova un equilibrio che è anche un ottimo paretiano• L’ottimo paretiano viene raggiunto attraverso meccanismi di mercato,

sulla base di scambi volontari, in quanto tali moralmente legittimi• Inoltre si può ipotizzare che chi ha effettuato uno scambio volontario lo

abbia fatto perché ritiene di avere ricevuto una giusta compensazione• Il criterio paretiano è quindi importante per orientare l’azione in

direzione dell’efficienza ma presenta problemi tali da essere poco utilizzabile nella realtà concreta

Page 47: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

La frontiera delle utilità

ottimo paretiano

ottimo paretiano

punto Pareto inefficiente

Neri

Bianchi

A

B

C

D

E

Utilità dei bianchi

Utilità dei neri

Il criterio paretiano offre indicazioni utili se dobbiamo spostarci da A a B o a E o a D ma non se ci muoviamo da B a C e nemmeno da A a CLa maggioranza dei casi reali implicano un movimento da A a C, il criterio paretiano è utile in un numero molto limitato di casi

Utilità dei bianchi 2

Utilità dei neri 2

Ub2

Ub1

Un1 Un2

G

F

Page 48: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Limiti del criterio paretiano

• Due difetti principali:• I punti di ottimo sono molti, tutti ugualmente efficienti ma diversi

sul piano della distribuzione delle risorse: il criterio paretiano non consente di scegliere fra di essi, non offre quindi alcuna indicazione sotto il profilo distributivo

• Il criterio paretiano può fornire indicazioni utili all’azione se quest’ultima accresce il benessere di qualcuno senza ridurre quello di nessun altro ma è completamente inutilizzabile se alcuni sono beneficiati e altri danneggiati

La stragrande maggioranza delle situazioni reali sono di quest’ultimo tipo

Page 49: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Criterio paretiano e giudizi di valore

• Sostenere che l’ottimo paretiano è la bussola che deve orientare le decisioni di politica economica significa accettare come moralmente giusta qualunque distribuzione del reddito

• Come possono essere gli economisti convinti di questo?• La spiegazione sta nel secondo teorema dell’economia del

benessere il quale afferma che: un qualunque ottimo paretiano può essere ottenuto attraverso il funzionamento di un libero mercato competitivo se si parte da una certa distribuzione delle dotazioni iniziali degli agenti

• Ciò implica che, definendo una adeguata distribuzione iniziale, il mercato può raggiungere un ottimo paretiano che sia anche equo dal punto di vista distributivo

Page 50: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

• Il problema è che questa idea è in contraddizione con lo stesso principio paretiano perché per redistribuire le dotazioni iniziali bisognerebbe togliere qualcosa a qualcuno e questo comporterebbe un peggioramento paretiano

Page 51: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Il principio di compensazione

A

B

Neri

Bianchi

N1N2

B1

B2

N1-N2 > B1-B2

Passando da A a C i neri potrebbero compensare la perdita dei bianchi cedendo loro N2-N3 = B1-B2. Ora i bianchi tornerebbero al punto di partenza (B1) e i neri avrebbero N1-N3 in più rispetto a prima. Ciò equivarrebbe a un miglioramento paretiano

N3

C

Page 52: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Qualche problema nel principio di compensazione

A

C

Neri

Bianchi

Non è possibile stabilire quale è la tecnologia migliore prescindendo dalla distribuzione

F

F' S'

S

B'B

A'

Page 53: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

L'efficienza non può prescindere dalla distribuzione

• Giorgio ha due biglietti per un concerto rock che valuta 100 euro• Anna è una ricca ereditiera disposta ad acquistarli per 200 euro.• l’attuale allocazione non è efficiente, se Anna acquistasse i biglietti

per 150 euro li pagherebbe 50 euro in meno di quanto li valuta, Giorgio otterrebbe 50 euro in più di quanto valuta i biglietti.

• attraverso lo scambio il benessere totale potrebbe aumentare, si realizzerebbe un miglioramento paretiano

• supponiamo che Giorgio sia l’erede e abbia i biglietti mentre Anna non dispone di nulla. In questo caso l’allocazione esistente sarebbe efficiente perché non è possibile aumentare il benessere (Anna valuta di più i biglietti ma non può acquistarli).

• conclusione: la definizione di allocazione efficiente (ottimo paretiano) dipende dalla distribuzione del reddito.

Page 54: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

L’analisi costi-benefici

• Il principio di compensazione permette di confrontare la desiderabilità di due situazioni anche quando il passaggio dall’una all’altra favorisce alcuni e danneggia altri

• Su questo principio si fonda l’analisi costi-benefici il principale strumento di analisi delle decisioni di politica economica

• Se una decisione del governo genera più benefici (che favoriscono alcuni) che costi (che danneggiano altri) essa migliora il benessere sociale

• Ciò accade perché, se i fruitori dei benefici cedessero parte di essi ai danneggiati compensando le loro perdite e mantenessero per sé ciò che rimane, saremmo di fronte ad un miglioramento paretiano in base al principio di compensazione

Page 55: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Come si misurano benefici e costi?

• L’analisi costi-benefici valuta benefici e costi in base alle preferenze degli individui

• I benefici equivalgono a quanto i beneficiari sono disposti a pagare per ottenerli. Se l’investimento consiste nell’apertura di un parcheggio a pagamento i benefici sono dati dalla spesa dei fruitori

• I costi sono rappresentati dalle risorse necessarie per il funzionamento del parcheggio, risorse che potrebbero essere impiegate in altro modo per esempio per la costruzione di un museo

• I costi (opportunità) possono essere quindi valutati misurando i benefici ai quali devono rinunciare i potenziali fruitori dell’investimento alternativo (museo). La misura dei benefici perduti è data da quanto sarebbero disposti a pagare i fruitori del museo

Page 56: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Benefici e costi di un parcheggio a pagamento

• Beneficiari: coloro che usufruiscono del parcheggio• Danneggiati: coloro che avrebbero potuto usufruire di un museo se

non fosse stato sostituito dal parcheggio• Benefici: tariffa di parcheggio unitaria x numero di macchine

parcheggiate• Costi: misurabili chiedendo ai potenziali frequentatori del museo

quanto sarebbero disposti a pagare per fruirne• Se il valore monetario della spesa complessiva per i parcheggi

supera quella per la fruizione del museo la realizzazione del parcheggio aumenta il benessere della collettività

Page 57: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Il memorandum di Summers

• I costi dell’inquinamento dipendono dai redditi perduti a causa delle malattie e della mortalità che ne derivano

• Tali redditi sono uguali ai salari percepiti, pertanto i costi in termini di reddito perduto sono minori laddove i salari sono minori

• Trasferire produzioni inquinanti dai paesi con salari più elevati verso paesi con salari più bassi aumenta il benessere complessivo in quanto le perdite di reddito dovute all’aumento dell’inquinamento nei paesi con bassi salari sono più che compensate dai guadagni derivanti dal ridotto inquinamento nei paesi ricchi

Page 58: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

La logica dell’argomentazione di Summers

• Gli agenti razionali nei paesi poveri sarebbero disposti ad accettare un maggiore inquinamento in cambio di un indennizzo minore di quello richiesto nei paesi ricchi

• Qualunque cosa gli individui preferiscano migliora il loro benessere• Spostare l’inquinamento nei paesi poveri pagando un indennizzo

migliora il benessere di tutti• E’ giusto adottare politiche che migliorino il benessere complessivo• E’ giusto adottare politiche che favoriscano lo spostamento

dell’inquinamento nei paesi poveri

Page 59: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Il caso della Ford Pinto

• La Ford Pinto è una utilitaria che fu immessa sul mercato dalla Ford negli anni 70

• L’auto aveva un difetto conosciuto dalla Ford: il serbatoio della benzina poteva esplodere in caso di urto violento causando la morte dei passeggeri

• Il problema poteva essere risolto rinforzando il serbatoio con un costo di 11$ per auto

• La Ford effettuò un’analisi costi benefici con i seguenti risultati

Page 60: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Costi e benefici della messa in sicurezza

Costi$ 11 per autoX 12,5 milioni di auto =

___________________$ 137 milioni

Benefici-180 morti x $ 200.000 +-180 feriti x $ 67.000 +-Riparaz. veicoli x $ 700 =_______________________Totale $ 49,5 milioni

ConclusioneLa messa in sicurezza avrebbe diminuito il benessere generale!

Page 61: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Il welfarismo• I principi utilitaristici possono essere così sintetizzati:• Qualunque giudizio morale sul benessere sociale dipende solo dall'utilità

che gli individui conseguono (welfarismo)• Una società giusta è una società in cui è massimizzato il benessere del più

alto numero di cittadini• Il benessere corrisponde alla soddisfazione delle preferenze• Le preferenze si manifestano nelle decisioni relative al consumo dei beni e

possono essere misurate in termini di disponibilità a pagare• Il benessere coincide quindi con il valore monetario dei beni che i

consumatori acquistano e consumano• L’obiettivo delle politiche pubbliche deve quindi essere quello di

massimizzare il reddito o il consumo• Il benessere può aumentare anche trasferendo reddito dai più abbienti ai

meno abbienti a condizione che non vengano meno gli incentivi all’efficienza

Page 62: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

La giustizia sociale secondo Rawls

• Il filosofo John Rawls critica l'utilitarismo in quanto sacrifica sull'altare della massimizzazione dell'utilità sociale complessiva i diritti delle minoranze

• Secondo Rawls: "Ogni persona possiede un'inviolabilità fondata sulla giustizia su cui neppure il benessere della società nel suo complesso può prevalere. Per questa ragione la giustizia nega che la perdita della libertà per qualcuno possa essere giustificata da maggiori benefici goduti da altri " ("Una teoria della giustizia")

• L'obiettivo della giustizia distributiva deve essere inoltre quello di compensare la sfortuna di alcuni membri della società. Alcuni hanno la fortuna di possedere talento o di nascere in famiglie agiate), altri sono sfortunati per motivi opposti. E’ responsabilità della società modificare in modo più equo la distribuzione dei beni e dei mali determinata dalla lotteria della vita.

Page 63: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

• Rawls parte da un’idea molto semplice: chiunque debba esprimere un giudizio sulla giustizia e il benessere sociale è necessariamente influenzato dalla posizione che occupa nella gerarchia sociale. Possono quindi essere formulati molti criteri diversi, tutti ugualmente plausibili, ma condizionati e non sufficientemente obiettivi.

• Una teoria della giustizia deve fondarsi su alcuni principi di ragionevolezza e di equità condivisi da tutti i membri della società per questo tali principi devono essere definiti in modo obiettivo prescindendo dagli interessi personali e di gruppo

Le regole del contrato sociale

Page 64: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

• Per formulare tali criteri è necessario prescindere dalla propria condizione sociale ed elaborare le proprie argomentazioni senza sapere quale posizione si occuperà nella società quando quei criteri verranno applicati.

• Come argomenterebbe un individuo che, coperto da un velo di ignoranza, non sa se sarà ricco o povero una volta stabilite le regole di giustizia sociale?

• Secondo Rawls si preoccuperebbe soprattutto di minimizzare le conseguenze negative derivanti dal fatto di trovarsi in una condizione di debolezza e povertà; in altri termini, cercherebbe di fare in modo che il cittadino più povero sia tutelato dalla società e sia il meno povero possibile.

• Un criterio che soddisfa questa esigenza è quello del massiminimo, secondo il quale una redistribuzione del reddito fa aumentare il benessere sociale solo se migliora la condizione del più povero.

Page 65: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

I principi di giustizia

Partendo da queste premesse Rawls formula due principi di giustizia sociale:

1. principio di libertà: tutti hanno un uguale diritto a un sistema il più esteso possibile di libertà fondamentali (personale, di pensiero, di parola, di voto ecc.) compatibile con le stesse libertà per gli altri

2. principio di differenza: Le disuguaglianze sociali devono soddisfare due condizioni: a) devono essere collegate a incarichi o posizioni aperte a tutti in condizioni di uguaglianza di opportunità di accesso; b) sono accettabili solo se contribuiscono al miglioramento delle condizioni dei membri della società più svantaggiati

Il principio di libertà ha priorità su quello di differenza e la prima parte del principio di differenza ha priorità sulla seconda

Page 66: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

I beni primari

• Il principio di differenza implica che un cambiamento della situazione sociale costituisce un miglioramento se accresce la dotazione di beni primari detenuti da coloro che si trovano in condizioni più disagiate.

• Per beni primari si intendono le cose di cui ogni individuo razionale si presume abbia bisogno per condurre una vita libera e dignitosa.

• Secondo Rawls essi sono la base su cui fondare la valutazione della giustizia sociale

• Rawls distingue due tipi di beni primari:1. beni primari sociali che includono:a)libertà di base: di pensiero, di coscienza, di associazione, diritto all'integrità della persona, libertà politicheb)libertà di movimento e di scelta dell'occupazione in base a un ventaglio di opportunità

Page 67: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

c) il potere e le prerogative che derivano da incarichi e posizioni di responsabilità nella società e in particolare nelle istituzioni politiche

d) reddito e ricchezzae) essere rispettato da gli altri ed essere quindi nelle condizioni di avere

autostima

2. beni primari naturali: intelligenza e talento, immaginazione, salute

• Una condizione necessaria di giustizia è che tutti gli individui abbiano una uguale dotazione di base dei beni primari sociali di cui ai punti a) e b)

• Per gli altri si applica il principio di differenza: una distribuzione diseguale si giustifica solo se contribuisce ad accrescere la dotazione di beni primari dei più svantaggiati.

Page 68: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Beni primari naturali e giustizia sociale• I beni primari naturali sono distribuiti casualmente dalla natura e non

possono essere trasferiti, pertanto una diversa dotazione da individuo a individuo non è né giusta né ingiusta

• Rawls ritiene che le differenze di retribuzione non possano essere determinate interamente dal merito perché il merito è influenzato da fattori come il talento naturale o posizioni sociali che permettono di sfruttare meglio il talento naturale

• Nessuno dovrebbe essere considerato meritevole o immeritevole in base a fattori che sono al di fuori del suo controllo, sui quali non può fare nulla

• Per questo motivo le disuguaglianze sociali devono avere una giustificazione ulteriore cioè andare a vantaggio dei più disagiati che presumibilmente sono anche coloro che hanno svantaggi nel concretizzare i loro meriti

Page 69: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Il criterio del massiminimo

• il criterio del massiminimo (massimo dei minimi) prescrive che, dovendo scegliere fra diverse alternative, la regola decisionale consiste nel classificare prima le alternative secondo il loro peggior risultato possibile, quindi adottare l'alternativa il cui peggior risultato è superiore ai peggiori risultati delle altre.

Page 70: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Principio del massiminimo

Società Rossi Azzurri VerdiReddito medio

A 100 100 100 100

B 150 100 50 100

C 600 600 99 433

D 1096 102 101 433

Il principio di differenza non implica necessariamente una distribuzione ugualitaria. La società D è più giusta di A perché i più svantaggiati (Verdi) stanno meglio pur essendo la distribuzione del reddito molto più disuguale

Page 71: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Implicazioni distributive della teoria di Rawls

• Focalizzando sui più disagiati la teoria di Rawls presenta aspetti ugualitari ma assai più sotto il profilo delle opportunità che dei risultati con qualche correzione in termini dei secondi

• Rawls ritiene giusto uguagliare le opportunità di accesso all'istruzione, scoraggiare l'accumulazione di fortune ereditarie e ridurre l'influenza della ricchezza nelle decisioni politiche

• Ma sostiene che si dovrebbe ricorrere il meno possibile a politiche redistributive attraverso la tassazione

• La diseguaglianza nei risultati si giustifica perché l'impegno, la capacità di intrapresa, l'assunzione del rischio e lo stesso talento naturale devono essere remunerati e incentivati in quanto possono andare a beneficio anche dei più svantaggiati

Page 72: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

45°

La distribuzione giusta secondo Rawls e gli utilitaristi

A

B

U

Punto di massima utilità totale

Distribuzione egualitaria

Distribuzione giusta secondo il principio di differenza

RC

A1

B1

A2

L

A1

B1B2 B2

D

E

Page 73: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

A

B

UD

C

A1

B1

A2

LB2

E

B3

-45°

Punto di massima utilità totale

Page 74: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

La critica di Harsanyi

Harsanyi difende l’utilitarismo sostenendo che il criterio del massiminimo può condurre ad esiti paradossali

l’aereo precipita l’aereo arriva a destinazione

Cagliari lavoro pessimo ma vivi lavoro pessimo ma vivi

Milano lavoro ottimo ma morti lavoro ottimo e vivi

Page 75: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Il libertarismo e lo stato minimo

• Il filosofo americano R. Nozick afferma che una certa distribuzione dei beni è giusta se è il risultato di un libero scambio partendo da una situazione giusta, anche se il processo è all’origine di disuguaglianze

• non si può definire uno stato delle cose come giusto o ingiusto osservandolo al momento attuale, occorre capire come si è venuto a creare. Ciò che conta è soltanto la legittimità delle azioni che hanno condotto a quello stato.

• tre principi fondamentali:• Principio di giustizia nell’acquisizione: legittimità dell’acquisizione

originaria dei beni • Principio di giustizia nel trasferimento: legittimità dei modi in cui i beni

sono trasferiti dall’uno all’altro• Principio di rettifica delle ingiustizie passate

La definizione di ciò che è giusto o ingiusto è esclusivamente procedurale e storica

Page 76: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

• Se tali principi sono stati rispettati il diritto di proprietà è inviolabile e costituisce un fondamento essenziale della libertà individuale. Il rispetto della libertà individuale è preminente rispetto a qualunque altra cosa.

• Il libero mercato, inteso come luogo in cui gli individui interagiscono liberamente, è la migliore forma di organizzazione economica in quanto rispetta i diritti fondamentali di libertà individuale genera opportunità e crea benefici economici.

• Esso può dar luogo a forti differenze nei risultati finali ma non è per questo ingiusto.

• Qualunque intervento volto a perseguire l’uguaglianza distributiva (es. tassazione), se viola diritti di proprietà legittimamente acquisiti, distrugge la libertà ed è non solo ingiusto ma anche dannoso perché riduce gli incentivi a comportamenti efficienti

• Per questi motivi i libertari sono fortemente critici nei confronti del Welfare State

Page 77: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Individui e società

• Rifacendosi all’imperativo categorico kantiano secondo cui gli individui devono essere considerati come fini e non come mezzi, Nozick sostiene che: «Non si può sacrificarli o usarli per conseguire altri fini senza il loro consenso. Gli individui sono inviolabili»

• non si possono infrangere i diritti di alcune persone anche se così facendo si ottiene un bene sociale maggiore, perché la categoria entità sociale non esiste: vi sono solo individui, ciascuno distinto dall’altro.

• questo non impedisce che si possa perseguire un bene sociale maggiore ma ciò può avvenire soltanto nell'assoluto rispetto dei diritti inviolabili dell'individuo

Page 78: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Il ruolo dello stato

• Il ruolo dello Stato deve essere limitato: 1) alla protezione delle libertà individuali2) al mantenimento della legge e dell’ordine 3) ad assicurare il rispetto dei contratti • lo Stato deve essere minimo sul piano delle funzioni e degli

interventi nella società• Non c’è spazio per il ruolo ridistribuivo • Le tasse si giustificano solo se sono il prezzo di questi servizi o se

sono volontariamente accettate da chi le subisce, altrimenti sono un furto ed una forma di schiavitù

Page 79: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Mercato e merito

• La ricchezza ottenuta attraverso il gioco del mercato è legittima anche perché rispecchia i meriti, le capacità e i talenti individuali. Secondo i libertari i meccanismi di mercato fanno sì che gli individui ottengano esattamente ciò che meritano

• Secondo la teoria della produttività marginale, in un mercato concorrenziale, ogni fattore di produzione è pagato in misura uguale al suo prodotto marginale ossia al contributo che fornisce alla produzione. Se le imprese massimizzano i profitti allora i lavoratori ricevono un salario uguale al prodotto marginale

Page 80: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Una critica conseguenzialista al libertarismo

• Sen nella sua analisi delle carestie sostiene che la maggior parte di esse è dovuta non a scarsità effettiva di cibo ma, piuttosto a meccanismi di mercato di allocazione delle risorse, in particolare aumenti dei prezzi dei beni agricoli

• Per esempio la grande carestia che ha colpito l’Asia meridionale nella 2a guerra mondiale nacque dal fatto che lo sforzo bellico provocò un aumento della domanda di cibo per i soldati facendone aumentare i prezzi. Il cibo veniva quindi esportato dalle regioni produttrici lasciando le popolazioni locali in una situazione di carestia.

• Sen si chiede se i diritti di proprietà possano avere un’assoluta priorità sulla vita e la morte di milioni di persone

Page 81: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

L’approccio delle capacità di Sen

• L’approccio utilitarista pone una forte enfasi sulla massimizzazione dell’utilità individuale e sociale, il benessere sociale è pressoché identificato con il consumo di beni e servizi

• Trascura la dimensione dei diritti considerandoli solo come un mezzo in funzione della massimizzazione del benessere totale

• Le teorie libertarie enfatizzano l’importanza dei diritti individuali, in particolare quello di proprietà, ma rifiutano qualunque concetto di giustizia sociale che comporti una loro violazione sia pur minima

• Sen propone di andare oltre con un approccio che, pur mantenendo un impianto conseguenzialista, presta particolare attenzione ai diritti di libertà e, soprattutto, alle effettive opportunità di esercitarli come precondizioni necessarie per il perseguimento di un’idea di benessere o qualità della vita più ampia rispetto al puro consumo di beni

Page 82: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

I criteri di giudizio del benessere

• Sen ammette l’importanza dei beni materiali nella valutazione del benessere e, in particolare, dei beni primari di Rawls ma ritiene che:

• i criteri di giustizia appropriati non sono né quello delle utilità (come sostengono gli utilitaristi) né quello dei beni primari (come afferma Rawls), né quello delle libertà negative (libertà da vincoli come sostengono i libertari) ma quello delle libertà sostanziali, o capacità, di scegliersi e vivere una vita a cui si attribuisce valore (libertà positive)

• i beni (anche quelli primari) sono solo un mezzo per il raggiungimento del benessere. E' necessario spostare l’attenzione dai mezzi ai risultati effettivi perché questi ultimi possono essere diversi a parità di mezzi

Page 83: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

• In comune con Rawls, Sen rifiuta l'idea che il benessere possa essere identificato con la soddisfazione delle preferenze intese come puri stati mentali perché le preferenze possono non riflettere correttamente i desideri e le aspirazioni

• spesso gli individui adattano le loro preferenze al contesto in cui vivono (preferenze adattive) al fine di evitare frustrazioni o delusioni

• Il benessere deve avere un fondamento oggettivo, collettivamente riconoscibile come misura del bene

• Il benessere non dipende dal possesso di beni, o dall’utilità che ne deriva, ma da cosa l’individuo riesce a fare con essi date le proprie caratteristiche, quelle dei beni o risorse di cui dispone e le circostanze esterne.

Page 84: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Capacità e funzionamenti

• L'idea centrale è che l'obiettivo dello sviluppo è migliorare la vita umana e ciò significa ampliare la gamma di cose che una persona può fare o essere (ad esempio essere sano e ben nutrito, essere informato, partecipare alla vita di una comunità). Da questo punto di vista, lo sviluppo è la rimozione degli ostacoli a tutto ciò che una persona può fare nella vita, come analfabetismo, cattiva salute, mancato accesso alle risorse o mancanza di libertà civili e politiche.

• Sen definisce capacità (capabilities) le effettive opportunità che gli individui hanno di essere e di fare ciò a cui attribuiscono valore per valide ragioni

• Le opportunità disponibili consentono di ottenere realizzazioni o risultati concreti (come essere in buone condizioni di salute, avere un buon grado di istruzione, essere rispettati ecc.) che Sen chiama funzionamenti (functionings)

Page 85: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

• Il funzionamento è il raggiungimento concreto di una certa condizione di essere e di fare e, come tale, è una misura importante del benessere di una persona

• Sen sottolinea però che più importante è la libertà di fare ciò che è necessario per raggiungere quella condizione. Questa libertà positiva si identifica con la capacità di essere e di fare

• La distinzione fra funzionamenti e capacità è esattamente quella fra la condizione che si è concretamente raggiunta e quella che si ha effettivamente la possibilità di raggiungere, ossia fra risultati effettivi e libertà (nel senso di opportunità) di conseguirli

• Capacità e funzionamenti si differenziano dalle preferenze, perché le seconde riflettono i desideri soggettivi degli individui mentre le prime definiscono il benessere come costituito da componenti oggettive e sostanziali.

Page 86: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

I fattori di conversione

• Il benessere non dipende dal possesso di beni, o dall’utilità che ne deriva, ma da cosa l’individuo riesce a fare con essi date le caratteristiche individuali e intrinseche ai beni stessi e le circostanze esterne. La relazione fra beni/risorse e capacità/funzionamenti è influenzata da fattori di conversione che influenzano il modo in cui gli individui possono trasformare beni e risorse in capacità e funzionamenti. Si possono classificare in tre categorie:

• personali (condizioni fisiche, sesso, intelligenza ecc.) • sociali (politiche pubbliche, norme sociali, pratiche discriminatorie, relazioni di

potere)• ambientali (clima, localizzazione geografica)• I fattori di conversione sono diversi da individuo a individuo e a seconda delle

situazioni socialiPer questi motivi i beni e il reddito, che ne misura il valore monetario, non sono

una misura corretta del benessere

Page 87: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Beni primari e capacità

• Sen critica il concetto di beni primari di Rawls come criterio di misura di una base essenziale di giustizia perché non tiene conto adeguatamente delle differenze fra gli individui

• la stessa dotazione di beni primari non necessariamente permette di ottenere gli stessi risultati in termini di funzionamenti se i fattori di conversione operano in modo diverso da individuo a individuo

• per esempio una persona disabile non ha titolo a ricevere una dotazione compensativa di beni primari nella concezione di Rawls anche se ha meno possibilità di ottenere risultati a partire da essa rispetto a individui normali

• Sen ritiene pertanto che il criterio adeguato di misurazione della giustizia siano le capacità e non i beni primari

Page 88: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Beni e risorse disponibiliBeni e risorse disponibili

Capacità o funzionamenti potenzialiCapacità o funzionamenti potenziali

Funzionamenti conseguitiFunzionamenti conseguiti

Fattori di conversione

Scelte individuali

Page 89: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Quali capacità sono fondamentali?

Le capacità sono innumerevoli quali di esse sono veramente essenziali per garantire il benessere e la libertà degli individui?Martha Nussbaum ha stilato il seguente elenco:1. Vita: essere capaci di vivere fino alla fine una vita normale e di una durata normale; 2. Salute fisica: essere capaci di avere una buona salute, un adeguato nutrimento e riparo; 3. Integrità fisica: avere la possibilità di libera circolazione, di considerare il proprio corpo inviolabile da nessun tipo di violenza e di scegliere e godere della propria sessualità; 4. Sensi, immaginazione e pensieri: aver la possibilità di usare i propri sensi per immaginare pensare e ragionare in modo “veramente umano” sulla base di una istruzione adeguata e delle esperienze che si sarà liberi di fare;5. Emozioni: essere capaci di provare attaccamento verso le cose e le persone al di fuori di noi stessi;

Page 90: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Le capacità fondamentali della Nussbaum

6. Ragione pratica: essere capaci di formarsi un'idea di ciò che è giusto o sbagliato e riflettere criticamente sulla pianificazione della propria vita;7. Appartenenza: a) poter vivere con gli altri e per gli altri serenamente, b) avere le basi del rispetto di se stessi;8. Altre specie: essere capaci di vivere non solo con gli essere umani ma anche in sintonia con vegetali ed animali; 9. Gioco: essere capaci di ridere, giocare, divertirsi, e godere di attività ricreative; 10. Controllo del proprio ambiente:

a) politico: aver diritto e possibilità di partecipazione alla vita politica della propria comunità. b) Materiale: aver diritto al possesso e a godere dei diritti di proprietà.

Page 91: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Valutare le politiche pubbliche• Le politiche pubbliche devono essere valutate in base al loro impatto sulle capacità

dei cittadini e non alla quantità di beni che permettono di produrre o alla loro distribuzione

• Le domande da porsi nella valutazione sono: • Migliorano la salute delle persone? Mettono a disposizione le risorse necessarie

(acqua pulita, l'accesso a servizi sanitari, protezione da infezioni, conoscenze mediche)

• Garantiscono un livello di nutrizione sufficiente alla popolazione, permettono l’accesso a una formazione di alta qualità, alla partecipazione politica reale, alle attività comunitarie ecc...

• Per alcune funzionalità, l'input principale sono beni e risorse finanziarie, per altri possono essere pratiche politiche, come garantire la tutela della libertà di pensiero, religione o partecipazione politica o pratiche sociali o culturali, strutture sociali, istituzioni sociali, beni pubblici, norme sociali

• I beni e le risorse finanziarie sono mezzi o input per il raggiungimento di capacità e funzionamenti che sono i veri fini delle politiche pubbliche

Page 92: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Due concetti di povertà

• Approccio utilitaristico: il benessere è misurato sulla base del consumo totale valutato in termini monetari e la povertà è definita come il fatto di avere un reddito inferiore ad un livello minimo che è chiamato linea della povertà

• Approccio delle capacità: la povertà è un concetto multidimensionale, il reddito è solo una delle dimensioni possibili della povertà. La povertà è essenzialmente mancanza di capacità di base. Il possesso di beni, o l’utilità che da essi deriva, non forniscono ad un individuo il benessere. Piuttosto esso dipende da cosa l’individuo riesce a fare con questi beni date le caratteristiche individuali e intrinseche ai beni stessi, le opportunità che ha a disposizione e le circostanze esterne in cui si trova a operare.

Page 93: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

La valutazione del benessere

• L’approccio delle capacità richiede nuovi e diversi modi di misurare e valutare il benessere che vadano oltre le misure fondate sul reddito usate dagli utilitaristi.

• L’uso del reddito esclude informazioni non utilitarie come, per esempio, le esigenze aggiuntive di individui soggetti a limitazioni fisiche, oppure giudizi morali come il principio deontologico di pagare lo stesso salario a uomini e donne.

• Le critiche rivolte al reddito come misura del benessere hanno spinto alla ricerca di misure alternative

Page 94: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

L’indice di sviluppo umanoIspirandosi all’approccio delle capacità l’O.N.U. ha costruito una misura del benessere denominata Indice di Sviluppo Umano o ISU (Human Development Index o HDI) che include, oltre al reddito, fattori come aspettative di vita e livelli di istruzione ed è calcolato come media aritmetica di tre indici:- indice di aspettativa di vita- indice di istruzione- indice del PIL

Page 95: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Angola

Vietnam Bolivia

Gibuti

HDI PILAngola 0,377 2000 $Vietnam 0,688 2000 $Bolivia 0,672 2300 $Gibuti 0,462 2300 $

HDI e PIL descrivono quadri diversi

Page 96: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

I paradossi dell’India

Page 97: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

I ricchi sono più felici dei poveri?

Page 98: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

L‘ISU nelle regioni italiane

Page 99: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

La commissione Stiglitz-Sen-Fitoussi

• Recentemente il presidente francese Sarkozy ha nominato una commissione di lavoro presieduta da J. Stiglitz di cui fanno parte 5 premi Nobel per l’economia al fine di formulare raccomandazioni utili alla costruzione di nuove misure del benessere. Le raccomandazioni sono sintetizzabili nelle seguenti:

- invece che concentrarsi sul PIL, si deve privilegiare la misura del benessere delle persone

- non esiste una misura singola che possa dar conto di tutte le varie dimensioni del benessere

- non potendo avere un unico indicatore, ci si deve concentrare sulle dimensioni rilevanti per il benessere degli individui

Page 100: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

• Le più importanti sono otto: lo stato psicofisico delle persone, la conoscenza e la capacità di comprendere il mondo in cui viviamo, il lavoro, il benessere materiale, l’ambiente, i rapporti interpersonali e la partecipazione alla vita della società.

• Bisogna guardare alla distribuzione di tutte le dimensioni del benessere (equità)

• la sostenibilità non è solamente un fenomeno ambientale, ma comprende elementi di carattere economico e sociale e può essere misurata solamente guardando agli stock di capitale che la generazione attuale lascia in dote a quelle successive (stock di capitale prodotto, di capitale naturale, di capitale sociale e di capitale umano)

Page 101: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Genuine progress indicator (GPI)

• Misura l’aumento del PIL nel tempo con una serie di aggiustamenti• aggiunge: il contributo economico stimato di tutti i servizi familiari

gratuiti e del volontariato • sottrae: le spese dovute all'inquinamento, danni ambientali,

riduzione delle risorse non rinnovabili, disoccupazione, criminalità, attività militari

• tiene conto: dell'equità distributiva, delle infrastrutture, della disponibilità di tempo libero

Page 102: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

PIL e GPI negli USA

5000

10000

15000

20000

25000

30000

35000

1950 55 60 65 70 75 80 85 90 95 00

PIL

GPI: Genuine Progress Indicator

Page 103: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Il BES (benessere equo e sostenibile)

• Salute• Istruzione e formazione• Lavoro e conciliazione tempi di vita• Benessere economico• Relazioni sociali• Politica e istituzioni• Sicurezza• Benessere soggettivo• Paesaggio e patrimonio culturale• Ambiente• Ricerca e innovazione• Qualità dei servizi

Page 104: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Possiamo fare a meno del PIL?

• Pur con tutti i suoi limiti il PIL rimane un concetto utile e una misura, sia pure parziale, del benessere di cui non possiamo fare a meno per diversi motivi:

• In primo luogo è indubbiamente un indicatore abbastanza esauriente di una dimensione importante del benessere, quella economica

• Da una misura delle capacità di spesa in alcuni settori importanti per il benessere come l'istruzione, la sanità

Page 105: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Ricapitolando

• Utilitaristi: la giustizia consiste nella massima soddisfazione delle preferenze individuali; il giudizio sulla soddisfazione delle preferenze è assolutamente soggettivo e individuale, il consumatore è sovrano ovvero unico giudice del proprio benessere (concezione edonistica)

• Rawls: la giustizia deve essere definita in base a criteri oggettivi; è giusta una società che distribuisce in modo uguale i beni primari sociali; qualunque disuguaglianza è giustificata solo se avvantaggia i più disagiati

• Libertari: la giustizia è un concetto procedurale, è giusta una società in cui ciascuno ha acquisito la propria ricchezza in modo legittimo rispettando le regole vigenti; la distribuzione della ricchezza non ha importanza

• Approccio delle capacità: una società giusta offre a tutti le stesse opportunità in termini di capacità intese come possibilità di ottenere ciò a cui attribuiscono valore; il benessere non può essere valutato in termini di soddisfazione di preferenze soggettive (utilità) ma in base a risultati oggettivamente definiti

Page 106: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Quali implicazioni per il ruolo dello Stato?

• Utilitaristi - Lo stato è legittimato ad intervenire solo se le sue azioni

accrescono l'efficienza e il benessere sociale- Il benessere consiste nella soddisfazione delle preferenze, lo Stato

non può sostituirsi ai cittadini stabilendo paternalisticamente quali preferenze devono avere priorità.

- può intervenire per correggere le imperfezioni del mercato (monopolio, esternalità, beni pubblici ecc.)

- Non condannano a priori qualunque politica ridistributiva, anzi la ritengono corretta se aumenta il benessere totale, ma questo può accadere solo se la ridistribuzione non riduce gli incentivi a comportamenti efficienti.

- La ridistribuzione non è invocata in nome di diritti e principi di equità ma solo in quanto aumenta l’efficienza e il benessere totale.

Page 107: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

- Nella versione paretiana qualunque azione che generi benefici per alcuni e danneggi altri non sarebbe valutabile, tuttavia in base al principio di compensazione si può affermare che un'azione pubblica è giusta se genera benefici superiori ai costi

- Lo strumento di valutazione della correttezza delle decisioni pubbliche è l'analisi costi-benefici

• Libertari - I diritti di proprietà sono inviolabili. Il mercato, in quanto luogo in cui

si esprimono libere scelte, conduce ad esiti giusti oltreché efficienti. - Lo stato deve avere funzioni minime di tutela della libertà e della

proprietà- Qualunque tassazione a fini ridistributivi è ingiustificata a meno che

non abbia il consenso di coloro che la subiscono

Page 108: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

• Liberal-democratici (Rawls)- L'obiettivo dell'azione pubblica non può essere la massimizzazione del

benessere del maggior numero di cittadini perché questo potrebbe violare i diritti di libertà delle minoranze

- L'equità è un aspetto essenziale della giustizia sociale (per gli utilitaristi è solo un sottoprodotto, per i libertari non lo è affatto)

- I meccanismi di mercato danno luogo ad esiti ingiusti perché le condizioni di partenza e le opportunità non sono uguali.

- L'equità si misura in termini di beni primari sociali - Anche in caso di pari opportunità è necessario tener conto che alcuni sono

ingiustamente svantaggiati perché meno naturalmente dotati- Lo Stato ha un ruolo fondamentale nel giustificare eticamente la

disuguaglianza agendo in modo da far sì che quest'ultima vada a beneficio dei più disagiati.

Page 109: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

- Lo Stato deve garantire una effettiva parità di accesso al sistema educativo per persone con simili capacità e motivazioni

- Deve assicurare pari opportunità iniziali nelle attività economiche e nella scelta dell’occupazione

- Deve garantire un minimo sociale alle famiglie più bisognose attraverso un sistema di servizi sociali o di sussidi al reddito

- Al fine di perseguire questi obiettivi sono giustificate politiche ridistributive mediante la tassazione, tenendo conto della necessità di non compromettere le motivazioni all'iniziativa imprenditoriale e la remunerazione del merito

Page 110: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

• Liberal-democratici (Sen)- Il benessere non può essere ridotto alla soddisfazione delle

preferenze soggettive perché non corrispondono ai reali desideri delle persone (preferenze adattive)

- Il benessere è un concetto multidimensionale di cui il consumo di beni è solo un aspetto

- Vi deve essere una concezione socialmente condivisa del benessere sociale che va al di là delle preferenze individuali

- Il benessere si misura in termini di capacità e funzionamenti, ciò che conta sono le opportunità effettive di realizzare la vita che si desidera

- Non è sufficiente per garantire equità che le risorse siano distribuite equamente perché individui diversi hanno diverse possibilità di sfruttarle (fattori di conversione)

Page 111: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

- Le politiche pubbliche devono essere valutate in base al loro impatto sulle capacità dei cittadini e non solo alla quantità di beni che permettono di produrre o alla loro distribuzione

- Lo Stato deve intervenire attraverso la tassazione e i servizi sociali per correggere le iniquità nella distribuzione delle capacità e assicurare un'equa distribuzione di capacità di base

- In alcuni casi gli input necessari per conseguire questi obiettivi sono risorse materiali, in altri sono strutture e norme sociali o istituzioni capaci di garantire la partecipazione politica, di tutelare la libertà

- In questo quadro la povertà non è definibile come scarsità di beni ma come mancanza di capacità

Page 112: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Giustificazioni dell’intervento dello stato

Libertari e utilitaristi•Protezione dei diritti di proprietà, produzione di alcuni beni pubblici fondamentali (difesa, giustizia)•Correzione imperfezioni del mercato (monopolio, oligopolio)•Correzione degli effetti delle esternalità•Garantire la libertà (nel senso negativo di libertà da vincoli) dei cittadini e il corretto funzionamento del mercato concorrenziale

Liberal democratici •Assicurare condizioni di partenza il più possibile eque e i diritti fondamentali garantendo la libertà (positiva) di cogliere opportunità•Accrescere l’equità attraverso lo stato sociale•Correggere i fallimenti del mercato

Page 113: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Le politiche per il welfare

Page 114: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Ambiti di intervento dello Stato

Possiamo distinguere tre ambiti di intervento dello Stato nell’economia:•Politiche macroeconomiche: hanno come obiettivo quello di garantire la piena occupazione, massimizzare la crescita economica e contenere l’inflazione•Politiche microeconomiche: si propongono di regolare i mercati al fine di mantenere un certo grado di concorrenza e correggere alcuni fallimenti del mercato•Politiche sociali: si propongono fini ridistributivi mirando a garantire a tutti i cittadini condizioni di vita adeguate e a correggere le iniquità generate dall’economia di mercatoNei primi due casi l’obiettivo fondamentale è quello di accrescere l’efficienza, nel terzo quello di ristabilire condizioni di equità distributiva e correggere alcuni difetti di funzionamento del mercato

Page 115: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Giustificazioni economiche delle politiche sociali• Sarebbe errato tuttavia pensare che lo stato sociale si fondi unicamente

su principi di equità. In molti casi esistono ragioni economiche ben precise a giustificazione delle politiche sociali. Ciò accade ogniqualvolta si manifestano fallimenti del mercato sotto forma di esternalità o difetti di informazione che causano inefficienza nell’allocazione delle risorse.

• Da qui la necessità di specifiche politiche volte ad attenuare e correggere le conseguenze indesiderabili dell’attività economica anche quando i mercati funzionano in modo apparentemente efficiente.

• Tali politiche possono assumere varie forme: dalla tutela del lavoro alla previdenza e assistenza alle persone in condizioni disagiate, dalla sanità all’istruzione.

• Questi problemi sono molto frequenti pertanto, anche fra gli economisti, il dibattito sui limiti dello Stato sociale è molto acceso.

Page 116: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Nascita e motivazioni del Welfare State

• Il Welfare State si è affermato, sia pure con forme e intensità diverse, in quasi tutti i paesi industrializzati a partire dalla seconda metà del secolo XIX quando, soprattutto per iniziativa dei lavoratori e delle loro organizzazioni, comincia a porsi il problema della tutela di alcuni diritti e bisogni.

• Esso nasce nel momento in cui alcuni rischi, a cui può andare incontro un individuo o una famiglia, vengono riconosciuti come rischi sociali. Il rischio principale è la perdita del posto di lavoro, tanto che i sistemi di Welfare si sono sviluppati soprattutto a partire dalla grande depressione degli anni ’30 con l’introduzione del sussidio di disoccupazione.

• Successivamente, con la crescita del reddito e i mutamenti delle ideologie politiche in direzione di una maggiore equità sociale e solidarismo, le forme di tutela si sono ampliate e sono state estese al di là del gruppo dei lavoratori dipendenti, fino a diventare una delle componenti principali della spesa pubblica degli stati contemporanei.

Page 117: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Modelli di Welfare State

Due sistemi fondamentali:

1)sistema universalistico

2)sistema occupazionale

All’interno di queste due forme generali possiamo distinguere tre modelli principali e una variante:

a) socialdemocratico

b) corporativo

c) liberale

d) mediterraneo (variante del modello corporativo)

Page 118: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Modello socialdemocratico

• Il modello socialdemocratico (o scandinavo) riflette i valori delle ideologie socialdemocratiche e si caratterizza per:

• l’universalismo, per cui i programmi di spesa sociale sono concepiti come diritti del cittadino ed estesi a tutti

• il preponderante intervento pubblico, con una elevata offerta di servizi nel campo della salute e in quello della cura dei figli e degli anziani

• il prevalere di una idea di equità che prescinde da eventuali responsabilità dei cittadini nel determinare il loro stato di bisogno

• il finanziamento della spesa sociale prevalentemente mediante le imposte generali.

Page 119: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

I modelli corporativo e liberale

• Il modello corporativo, tipicamente tedesco ma presente anche in Francia, rimane più collegato al mondo del lavoro. Il titolare dei diritti è il cittadino in quanto lavoratore. I programmi di spesa sono più frammentati e differenziati per categorie sociali, con particolari privilegi per i dipendenti pubblici. Il finanziamento della spesa ha una base fondamentalmente contributiva.

• Il modello liberale, prevalente nel mondo anglo-sassone, parte da una visione più restrittiva del concetto di equità che limita la tutela a forme molto gravi di disagio sociale come la povertà estrema, e condiziona l’erogazione dei sussidi alla preventiva verifica delle condizioni di bisogno e dei mezzi di cui il beneficiario dispone. Inoltre considera favorevolmente e incentiva forme private di previdenza e assistenza. Le modalità di finanziamento sono miste, in parte mediante il prelievo fiscale in parte mediante contributi sociali.

Page 120: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Il modello mediterraneo

• Alcuni studiosi hanno individuato un quarto modello: quello mediterraneo che rappresenta una variante del modello corporativo, cui somiglia soprattutto sotto il profilo della frammentazione dei programmi, ma dal quale si discosta per una minore pervasività dell’intervento pubblico e un ruolo più rilevante della famiglia come ammortizzatore sociale.

• Manca una adeguata rete di protezione minima di base (i sussidi di disoccupazione non sono estesi a tutti e le politiche di assistenza hanno un’estensione limitata).

• Si caratterizzano per un sistema sanitario di tipo universalistico

Page 121: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

• mercati del lavoro caratterizzati da vasta “economia sommersa”• modello di famiglia solidaristico, incline a funzionare come

“ammortizzatore sociale" che spesso sostituisce lo stato in questa funzione

• trasferimenti di reddito (pensioni, sussidi, indennità disoccupazione) molto generosi per le categorie centrali del mercato del lavoro e modesto per quelle periferiche, che porta a creare un sistema di protezione dualistico e polarizzato

• il divario di protezione fra le categorie occupazionali è elevato e divide la popolazione in garantiti (dipendenti pubblici e grandi imprese), semi garantiti (lavoratori atipici, autonomi, piccole imprese, edilizia e agricoltura) e non garantiti (lavoratori della economia sommersa)

• bassa capacità di attenuare le differenze sociali.

Page 122: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Ragioni economiche delle politiche sociali

• Le politiche sociali non si fondano sulle teorie dell’economia del benessere. Nella maggioranza dei casi le prestazioni offerte dallo Stato sociale non sono beni pubblici, e potrebbero essere forniti dal mercato.

• Una giustificazione dell’intervento pubblico è che, per alcuni beni, i cittadini non sono in grado di prendere decisioni razionali. Lo Stato quindi si sovrappone alle preferenze dei cittadini e, secondo una logica paternalistica, decide quale sia il modo migliore per soddisfarle.

• I beni di questo tipo sono denominati beni di merito.

Page 123: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Conseguenze dell’informazione imperfetta

• La difficoltà di decidere razionalmente il consumo di tali beni si spiega con il fatto che i cittadini dispongono di informazioni limitate o distorte circa le loro caratteristiche. L’insufficienza o l’asimmetria dell’informazione (con quest’ultima si intende il fatto che, fra due contraenti, uno è più informato dell’altro) può dare luogo a distorsioni che non solo riducono il benessere dei cittadini ma anche l’efficienza del mercato.

• Possiamo distinguere due casi:a)quando il problema informativo si manifesta prima che una

transazione sia effettuata, tende a verificarsi una distorsione denominata selezione avversa;

b)quando esso si manifesta dopo che sono stati concordati i termini di una transazione, si parla di azzardo o rischio morale

Page 124: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Selezione avversa• Il fenomeno della selezione avversa si ha quando i beni di qualità superiore

escono dal mercato e restano solo quelli di qualità inferiore. • Esempio: mercato delle auto usate • i venditori conoscono meglio dei compratori le caratteristiche delle automobili

che sono di qualità diversa: alcune più affidabili, altre più logorate. • I compratori non sono in grado di distinguerle, non saranno quindi disposti a

pagare prezzi differenziati. Il prezzo sarà quindi unico e pari a una media del valore attribuibile a ciascuna auto

• A questo prezzo i venditori di auto di qualità superiore non hanno convenienza a vendere (perché il valore supera il prezzo) ed escono dal mercato. Il contrario accade per i venditori che sanno di avere un’auto di valore inferiore al prezzo.

• I compratori sanno che questo fenomeno si verifica e molti di loro decideranno di non acquistare “bidoni” (auto di bassa qualità). In questo modo le transazioni potrebbero annullarsi e il mercato scomparire.

Page 125: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Azzardo morale• L’azzardo morale è un comportamento distorto originato dal fatto che un

contraente (denominato principale) non è in grado di controllare il comportamento dell’altro (agente). Il contraente non controllabile ha interesse a comportarsi in modo opportunistico

• Rapporto di lavoro: Il lavoratore a salario fisso può avere convenienza a lavorare meno se il suo comportamento non è controllabile

• Contratti assicurativi: un individuo che ha stipulato un’assicurazione antincendio può non prendere tutte le precauzioni necessarie per evitare che l’incendio si verifichi, poiché sa che il danno è indennizzato dall’assicurazione

• In entrambi i casi il prezzo risulta distorto e l’equilibrio di mercato non è ottimale. Il datore di lavoro paga un salario uguale alla media del rendimento dei lavoratori, ma pagherebbe di più un lavoratore efficiente e meno uno inefficiente. L’assicurazione fa pagare un premio più alto per coprire il rischio di comportamenti opportunistici

Page 126: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Effetti sul mercato

• La conseguenza è che la presenza di azzardo morale produce effetti di selezione avversa

• Nel mercato assicurativo il premio troppo alto scoraggia dall’assicurarsi coloro che hanno meno probabilità di avere incidenti.

• I peggiori clienti si assicurano, i migliori escono dal mercato.• Il costo medio di assicurazione cresce perché la probabilità di eventi

dannosi aumenta, l’assicurazione deve aumentare il premio• Il fenomeno di selezione avversa può accentuarsi fino a far

scomparire il mercato

Page 127: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Motivazioni delle politiche sociali

• Laddove esistono problemi informativi per cui i consumatori non sono in grado di valutare correttamente il valore, la qualità e gli effetti dei beni che consumano, l’intervento dello stato migliora il funzionamento del mercato e ne corregge i limiti

• Nell’ambito delle politiche sociali questo problema è particolarmente rilevante per la previdenza, la sanità e l’istruzione

• Il mercato soddisfa le preferenze in quanto si esprimono in una domanda pagante (disponibilità a pagare un prezzo), gli altri bisogni non hanno voce e rimangono insoddisfatti

• In un’ottica utilitaristica tali preferenze non avrebbero rilevanza nel calcolo del benessere perché inespresse

• Per soddisfarle è necessario considerarle come diritti che devono essere riconosciuti indipendentemente da considerazioni di efficienza

Page 128: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Le critiche al Welfare State• Negli ultimi decenni la spesa sociale è stata oggetto di forti critiche per ragioni

di principio e motivi di efficienza• le critiche di principio, di matrice liberista e libertaria, negano la legittimità delle

politiche sociali e redistributive in quanto violano la libertà individuale. La redistribuzione del reddito è legittima solo se gode del consenso esplicito di chi subisce un danno.

• I critici in nome dell'efficienza sostengono che la crescita economica è più importante delle politiche sociali al fine di aumentare il benessere dei cittadini.

• La crescita dipende dalla protezione dei diritti di proprietà e dal funzionamento efficiente del mercato, grazie a una corretta struttura degli incentivi. Le politiche sociali provocano distorsioni, riducendo gli incentivi individuali a sforzarsi di migliorare la propria condizione. Esse favoriscono atteggiamenti di dipendenza e, in definitiva, intrappolano la popolazione povera nel suo stato di povertà.

Page 129: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

A

B

Poveri

Ricchi

C

Y1 Y2

Page 130: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

• La spesa sociale ha provocato un forte aumento del debito pubblico che si ripercuote negativamente sulla crescita economica in quanto, per finanziarlo, il governo è costretto a pagare tassi di interesse elevati scoraggiando gli investimenti produttivi (crowding out)

• La lievitazione della spesa sociale dipende da distorsioni presenti nelle scelte pubbliche in particolare della classe politica. I benefici del welfare sono tangibili (es. pensioni a favore di certi gruppi sociali) mentre i costi sono meno visibili, e facilmente occultabili, questo crea una spinta ad aumentare la spesa.

• I politici, il cui obiettivo è farsi rieleggere, hanno interesse ad elargire risorse con modalità clientelari che garantiscono un ritorno elettorale

• Dal lato dei costi invece il finanziamento avviene solo in parte mediante il prelievo fiscale (che ha un costo elettorale) e in parte sul debito pubblico che scarica il peso della restituzione su governi successivi

Page 131: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Efficienza ed equità sono sempre incompatibili?

• Secondo alcuni una distribuzione più equa può favorire la crescita. La redistribuzione trasferisce reddito da chi risparmia di più (ricchi) a chi spende di più (poveri) facendo crescere la domanda aggregata e contribuendo a sostenere la crescita.

• Inoltre una distribuzione molto favorevole ai ricchi (come quella che si è venuta a creare negli ultimi decenni nei paesi industrializzati) da luogo a un eccesso di risparmio che non necessariamente si traduce in investimenti produttivi, bensì in speculazioni finanziarie che sono all'origine di crisi come quella che stiamo vivendo.

Page 132: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

• Anche se in misura diversa, il problema del ridimensionamento dello Stato sociale e dei suoi aspetti deteriori, come l’assistenzialismo, ha interessato tutti i paesi industrializzati. Questo processo di revisione è stato stimolato anche da alcuni cambiamenti, come l’aumentata partecipazione femminile al mercato del lavoro che modifica il ruolo della famiglia, e la globalizzazione dell’economia che impone vincoli di competitività più stringenti alle economie industrializzate.

• E’ cresciuta la consapevolezza che la dinamica della spesa sociale è divenuta insostenibile in economie che presentano oggi tassi di crescita inferiori al passato. Anche nelle forze politiche favorevoli allo stato sociale si è quindi fatta strada l’idea che alcune delle critiche liberiste abbiano qualche fondamento, e che una eccessiva espansione della spesa sociale finisca per influire negativamente sulla crescita dell’economia e sul benessere dei cittadini disagiati.

Il ridimensionamento dello stato sociale

Page 133: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Le funzioni dello Stato sociale

Nell’ambito delle politiche sociali lo Stato svolge quattro funzioni:1.Funzione di regolamentazione: disciplina i comportamenti dei cittadini orientandoli in certe direzioni (es. obbligo scolastico, obblighi di sicurezza), incentiva certi comportamenti attraverso tasse e sussidi (incentivi alla previdenza integrativa, disincentivi al fumo ecc.)2.Funzione ridistributiva: ridistribuisce risorse e opportunità fra i cittadini assicurando condizioni di vita dignitose e alcuni servizi di base (istruzione, sanità) sia attraverso prestazioni monetarie (pensioni sociali, buoni acquisto) sia attraverso la fornitura diretta di beni e servizi (istruzione, sanità)

Page 134: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

3. Funzione assicurativa: corregge i difetti del mercato dovuti ad asimmetrie informative finanziando schemi assicurativi obbligatori contro rischi gravi (salute, lavoro, vecchiaia) attraverso la fiscalità generale

4. Funzione produttiva: si sostituisce alla produzione privata o la integra in presenza di esternalità o asimmetrie informative molto forti producendo ed erogando direttamente alcuni beni e servizi (es. istruzione, sanità)

Page 135: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Tipologie di spesa sociale

Possiamo distinguere cinque tipologie generali di spesa sociale:1.Pensioni previdenziali: hanno lo scopo di garantire un reddito a lavoratori dipendenti o autonomi (oppure ai loro familiari in caso di decesso del lavoratore) nel periodo successivo al termine dell’attività lavorativa. 2.Sanità: include tutte le prestazioni mirate ad assicurare a tutti i soggetti della collettività condizioni di salute adeguata. La spesa si articola in medicina di base, spesa farmaceutica ed assistenza ospedaliera.3.Ammortizzatori sociali: forme di assicurazione contro i rischi connessi al rapporto di lavoro. Le più rilevanti sono quelle che riguardano il rischio di sospensione o perdita del posto di lavoro dipendente4.Assistenza: riguarda prestazioni che coprono i rischi di povertà, non autosufficienza e handicap e hanno carattere gratuito perché sono rivolte ad individui in condizioni di particolare disagio.5.Istruzione: l’istruzione è offerta in larga misura dal settore pubblico. In molti paesi l’istruzione obbligatoria ha una finalità sociale ed è gratuita.

Page 136: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Le principali prestazioni del Welfare State in Italia

Pensioni previdenziali Sanità Ammortizzatorisociali Assistenza Istruzione

Pensioni di vecchiaia Assistenza di base Cassa integrazione Assegni per i figli Istruzione obbligatoria

Pensioni di anzianità Spesa farmaceutica Indennità di disoccupazione Pensione sociale Istruzione secondaria

Pensioni per i superstiti

Assistenza specialistica ed ospedaliera

Assicurazione infortuni sul lavoro

Pensioni e rendite per portatori di handicap Istruzione universitaria

Assicurazione malattia Pensioni per gli invalidi civili

Assicurazione maternità

Page 137: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

I costi del Welfare State

Tipo di spesa 2003 % PIL 1990 % PIL var. % 1990-2003

Pensioni previdenziali 186.882 14,0 138.42311,8 35,0

Sanità 78.481 5,9 68.301 5,8 14,9

Ammortizzatori sociali 8.154 0,6 6.717 0,6 21,4

Assistenza 30.478 2,3 28.241 2,4 7,9

Totale 303.99522,8 241.68220,6 25,8

Spesa sociale in Italia 1990, 2003. Milioni di euro 2003

Page 138: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

I sistemi previdenziali

Page 139: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Le pensioni

Possiamo distinguere cinque tipi di pensioni:•pensioni di vecchiaia: ne godono persone che hanno raggiunto un’età avanzata e si sono ritirate dal mondo del lavoro;•pensioni di anzianità: riguardano soggetti che hanno deciso di ritirarsi dal lavoro prima dell’età prevista dalla legge, ma hanno il minimo di contribuzione richiesto;•pensioni di reversibilità per i superstiti: a favore del coniuge o dei figli superstiti di lavoratori deceduti;•pensioni di invalidità: sono trasferimenti a favore di lavoratori che per motivi civili o di lavoro non sono più in grado di fornire una normale prestazione lavorativa;•pensioni sociali: a favore di soggetti che hanno raggiunto una certa età e sono privi di mezzi di sostentamento, indipendentemente dal fatto di aver svolto un lavoro.

Page 140: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Sistemi pensionistici

• Le pensioni di vecchiaia ed anzianità hanno carattere previdenziale in quanto costituiscono il corrispettivo assicurativo dei contributi versati durante l’attività lavorativa. Le altre forme di pensione hanno invece una valenza prevalentemente assistenziale.

• Esistono due tipi fondamentali di sistemi pensionistici:

a) sistema a capitalizzazione;

b) sistema a ripartizione.

Page 141: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

• Il sistema a capitalizzazione funziona come un’assicurazione privata. Durante il periodo lavorativo, dalla retribuzione del lavoratore vengono effettuate trattenute (obbligatorie o volontarie) che sono poi investite nel mercato finanziario dai fondi pensionistici. Il valore capitalizzato di tali investimenti finanzierà le pensioni degli stessi lavoratori nel momento in cui lasceranno l’attività lavorativa.

• Il sistema a ripartizione si fonda su un patto intergenerazionale. I lavoratori oggi in attività risparmiano forzatamente (pagando contributi obbligatori) parte del loro reddito. Il risparmio viene utilizzato per pagare le pensioni di coloro che, nello stesso periodo, hanno abbandonato il lavoro per ragioni di età.

• Nel primo caso ogni lavoratore finanzia la propria pensione che percepirà in un momento futuro. Nel secondo ogni lavoratore finanzia la pensione di un altro ex lavoratore in quel momento in stato di quiescenza.

Page 142: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Sistemi retributivi e contributivi

• Nell’ambito del sistema a ripartizione possiamo distinguere due tipologie che si differenziano per il metodo di calcolo della pensione:• sistemi di tipo retributivo;• sistemi di tipo contributivo.

• Nel primo caso il calcolo della pensione si basa sul salario del lavoratore (ultima retribuzione o una media delle retribuzioni lungo tutta la vita lavorativa).

• Nel secondo la pensione dipende dai contributi versati ma, a differenza dei sistemi a capitalizzazione, il rendimento applicato nel calcolo non è il tasso di interesse di mercato bensì un valore fissato dalla legge.

Page 143: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Capitalizzazione o ripartizione?

• Quale dei due sistemi funziona meglio? • Quale dei due assicura una pensione pro capite più elevata?

Dipende dal rendimento del risparmio, ossia dal tasso di interesse e dal tasso di crescita dell’economia.

Due periodit : i lavoratori (Nt) lavorano, percepiscono il salario wt e pagano

contributi pari a una quota s del salariot+1: i lavoratori non lavorano e percepiscono la pensionerisparmio totale al tempo t: St = swtNt

Sistema a capitalizzazionePensione pro capitet+1 = swtNt (1+r)/ Nt = swt(1+r)

Page 144: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Capitalizzazione

• Capitalizzare una somma significa aggiungere alla somma iniziale l’interesse maturato in un certo periodo

• Se il tasso di interesse corrente sul mercato è il 10%, questa somma, che è pari a 1.000, alla fine del primo anno diventerà:

• S + S x 10% = S (1+0,1) = 1.000 x 1,1 = 1.100• Se il prestito viene prolungato di un altro anno, la somma maturata

alla fine del primo anno, sarà ancora aumentata dell’interesse:• S (1+0,1) + S (1+0,1) x 0,1 = 1.100 + 1.100 x 0,1 = 1.210• S (1+0,1) x (1+0,1) = 1.100 x 1,1 = 1.210• S (1+0,1)2 = 1.000 x (1,1)2 = 1.210

Page 145: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Nel sistema a ripartizione le risorse disponibili al tempo t+1 sono pari al risparmio dei lavoratori attivi in quel periodo. Se la popolazione cresce a un tasso n, essi saranno Nt+1 = Nt(1+n). Il risparmio sarà quindi:

St+1 = swt+1Nt+1 = swt+1Nt(1+n)

Ipotizziamo che i salari siano stabili pertanto: wt+1 = wt

Pensione pro capitet+1 (ripartizione) = swtNt(1+n)/ Nt = swt(1+n)

Pensione pro capitet+1 (capitalizzazione): = swt(1+r)

In questo semplice caso quindi le risorse disponibili sono maggiori con il sistema a capitalizzazione se r>n. In caso contrario il sistema a ripartizione sarebbe preferibile.

Page 146: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Sostenibilità del sistema a ripartizione

• Se la produttività del lavoro cresce ad un tasso i salari crescono in linea con essa nel secondo periodo il salario sarà wt+1 = wt(1+).

• il tasso di crescita del reddito nazionale dipende dai tassi di crescita della produttività e della popolazione, più precisamente è uguale alla loro somma: g = Y/Y = (n+). Le risorse generate dai lavoratori attivi nel periodo t+1 saranno pari a:

St+1 = swt+1Nt+1= swt(1+) · Nt(1+n)

Pensione pro capitet+1 = swt(1+)Nt(1+n)/Nt = swt(1+)(1+n) = swt(1+g)

Pensione pro capitet+1 (capitalizzazione): = swt(1+r)

• la disponibilità di risorse dipende da r nel sistema a capitalizzazione e da g in quello a ripartizione. Se g>r il sistema a ripartizione genera più risorse di quello a capitalizzazione, e viceversa se r>g.

Page 147: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Esempio numerico tasso di crescita di un prodotto• il tasso di crescita di un prodotto è approssimativamente uguale alla

somma dei tassi di crescita dei fattori• P =100; • Q = 10 • spesa = P x Q = 10 x 100 = 1000• di quanto cresce la spesa se P cresce del 2% e Q del 3%?• in base alla regola del prodotto la spesa cresce del 5%, ovvero sarà

approssimativamente • 1000 x 1,05 = 1050 • infatti:• P2 = 100 x 1,02 = 102; Q2 = 1 x 1,03 = 10,3

• 102 x 10,3 = 1050,6

Page 148: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Possiamo ancora permetterci un sistema a ripartizione?

• Il sistema a ripartizione funziona bene quando popolazione e produttività crescono a tassi elevati. Questo accadeva dopo la seconda guerra mondiale e spiega perché in molti paesi sono stati adottati sistemi a ripartizione.

• Per gli stessi motivi, la caduta della produttività e della natalità negli anni ‘70 del secolo scorso spiega perché questi sistemi sono diventati insostenibili negli anni recenti.

• Ciononostante il passaggio al sistema a capitalizzazione non è ancora completo in molti paesi perché è socialmente molto costoso.

• Una generazione sarebbe costretta a pagare due volte i contributi: una volta per finanziare le pensioni dei lavoratori della generazione precedente ora in pensione, e un’altra per finanziare le proprie pensioni nel periodo successivo

Page 149: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Rapporto pensionati/lavoratori in attività in Italia.

Fra poco più di dieci anni il numero dei pensionati supererà quello dei lavoratori in attività!

Page 150: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Previsioni degli indici di dipendenza degli anziani nell’area dell’euro (popolazione > 64 / popolazione 15-64)

1991 2000 2020 2040

Belgio 23,8 25,4 32,6 45,5

Germania 22,5 23,3 31,9 48,2

Spagna 22,2 24,4 29,8 49,2

Francia 22,9 24,9 32,6 45,6

Irlanda 18,0 17,4 24,5 34,8

Italia 24,0 26,5 35,5 56,9

Lussemburgo 20,6 21,5 27,9 39,3

Paesi Bassi 19,3 20,1 29,8 44,0

Austria 22,4 22,6 28,5 45,3

Portogallo 21,4 22,5 27,3 39,2

Finlandia 21,1 21,9 35,0 42,1

Area dell’euro 22,6 24,0 32,0 47,0

Page 151: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Il costo delle pensioni in Italia

Page 152: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

I problemi del sistema pensionistico italiano

• All’inizio degli anni ‘90 il sistema pensionistico italiano presentava molto squilibri e iniquità

• debito previdenziale molto alto (oltre 2 miliardi di euro nel 1992);• forti sperequazioni tra categorie e settori, con situazioni di privilegio

nel settore agricolo e nel pubblico impiego;• abnorme estensione della pensione di anzianità, ottenibile dopo un

periodo di contribuzione molto breve (pensionati baby) che grava per un lungo periodo sul bilancio pubblico;

• alcuni tipi di pensioni, come quelle di invalidità, sono usate per perseguire finalità improprie di tipo assistenziale;

• il sistema pensionistico pubblico si fa carico di problemi del mercato del lavoro (pensionamenti anticipati in caso di crisi aziendale o settoriale).

Page 153: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Le riforme degli anni 90

• Riforma Amato (1992): aumenta l’età pensionabile a 65 anni per gli uomini e 60 per le donne, introduce elementi contributivi, la pensione è proporzionale al numero di anni di contribuzione ma continua ad essere commisurata alla retribuzione e non ai contributi versati

• Riforma Dini (1995): il metodo contributivo si afferma come il principale sistema di calcolo delle pensioni. La pensione è determinata in modo tale che il valore attuale, al momento del pensionamento, del flusso dei redditi pensionistici durante la vita restante (calcolata in base alla speranza di vita) sia uguale all’ammontare dei contributi capitalizzati

• La riforma Dini crea un sistema finanziariamente sostenibile nel lungo periodo, nel senso che il rapporto spesa pensionistica/PIL tende a rimanere costante nel tempo.

Page 154: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Riforme recenti

• Negli anni recenti altre riforme si sono succedute (Prodi, Maroni, Fornero) sempre con l'obiettivo di ridurre la dinamica della spesa pensionistica. I metodi per ottenere questo risultato sono essenzialmente due: l'aumento dell'età pensionistica in linea con l'aumento della speranza di vita, e l'estensione del sistema contributivo al maggior numero possibile di lavoratori compatibilmente con i diritti acquisiti.

Page 155: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

La spesa pensionistica in rapporto al PIL in Italia : 1995-2045

Dove stavamo andando e dove andremo

Page 156: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde
Page 157: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

L’Italia è un paese per vecchi

• Negli ultimi trent'anni la condizione degli anziani è molto migliorata. Quella dei più giovani è andata sempre più deteriorandosi. Il motivo non è solo la diversa situazione del mercato del lavoro rispetto a qualche decennio fa, ma gli squilibri della spesa per welfare, e di quella previdenziale in particolare

• L’attuale sistema favorisce considerevolmente gli anziani a scapito dei giovani creando fra essi un conflitto distributivo.

• Il rapporto tra spesa per anziani e spesa per giovani è pari a 3,5 in Italia, contro una media di 1,7 nei paesi dell’Europa continentale, di 1,2 nei paesi anglo-sassoni e di 0,8 in quelli scandinavi.

• Come se non bastasse, le generazioni future dovranno accollarsi il peso di un enorme debito pubblico.

Page 158: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Il conflitto fra generazioni

Dalla fine degli anni ‘70 ad oggi aumenta il reddito relativo delle famiglie con genitori tra i 51 e i 65 anni; migliorano le condizioni degli ultra sessantacinquenni, forte peggioramento della posizione delle famiglie con genitori sotto i 30 anni.

Page 159: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

La sanità

Page 160: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Peculiarità dei servizi sanitari

• Alcuni servizi sono caratterizzati da esternalità positive (es. programmi di vaccinazione che tutelano dai rischi di epidemie e contagi). In questo caso il mercato genera una domanda insufficiente del servizio.

• Il mercato sanitario ha carattere assicurativo, la presenza di problemi di informazione genera distorsioni.- I malati non hanno conoscenze adeguate sulle cure a cui vengono

sottoposti ed i loro possibili effetti. Inoltre, spesso, non sono in grado di valutare la qualità del servizio.

- Sono molto probabili fenomeni di azzardo morale e selezione avversa.

Page 161: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Selezione avversa

• La selezione avversa deriva dal fatto che l'assicurato ha interesse a nascondere le proprie patologie se deve stipulare un'assicurazione, si crea una asimmetria di informazione

• non riuscendo a discriminare correttamente fra individui meno rischiosi e più rischiosi, l'assicurazione fa pagare un premio medio troppo alto per i primi che escono dal mercato mentre rimangono quelli più rischiosi

• il rischio malattia nel gruppo degli assicurati aumenta, l'assicurazione reagisce aumentando il premio ma questo, a sua volta, spinge fuori dal mercato i soggetti meno a rischio e fa aumentare i costi complessivi e così via

Page 162: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Azzardo morale

• L'azzardo morale può manifestarsi nel comportamento del paziente o del medico curante a danno del sistema sanitario. Per quanto riguarda il paziente può manifestarsi in due modi:- il fatto di essere assicurato può indurre l'individuo a ridurre

l'attività di prevenzione della malattia (evento negativo);- l’assicurato può essere indotto ad aumentare le prestazioni

richieste o a scegliere cure più costose• Nel caso del medico l'azzardo morale origina da scarso senso di

responsabilità o da un interesse personale. Spesso i medici non sono abbastanza attenti ai costi delle cure che prescrivono (oppure lo fanno per un specifico interesse, esempio: omaggi delle case farmaceutiche), causando un eccessivo ed ingiustificato uso delle risorse.

Page 163: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Conseguenze

• E’ necessario offrire garanzie sul livello professionale dei medici attraverso esami pubblici, albi professionali, certificazioni.

• La domanda deve essere filtrata da intermediari esperti perché la capacità di scelta dei fruitori è molto ridotta.

• Se l’assicurazione sanitaria copre interamente il costo del trattamento, si riducono gli incentivi ad utilizzare trattamenti meno costosi o a limitarne il consumo (azzardo morale)

• Gli individui che hanno più probabilità di ammalarsi tendono ad assicurarsi perché pagano un prezzo inferiore al valore della prestazione ricevuta. Il contrario accade per quelli con probabilità minore (selezione avversa).

Page 164: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Rischi non assicurabili

• Un rischio è assicurabile se la probabilità che un evento si verifichi in un determinato momento o luogo è indipendente da quella che lo stesso evento si verifichi in un altro momento o luogo.

• Non lo è nel caso contrario, quando la probabilità che gli eventi dannosi si verifichino insieme è molto elevata

• La probabilità dell’evento dannoso può essere vicina all’unità. Se un individuo ha malattie ereditarie o congenite incontra difficoltà a stipulare una polizza assicurativa sulla salute.

Page 165: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Esempio di rischio non assicurabile

• Esborso dell'assicurazione per evento dannoso = 10 €• 100 assicurati• probabilità evento dannoso = 20%• premio = 3 € per assicurato• costo per l'assicurazione = 100 x 10 x 20% = 200 €• ricavo dell'assicurazione = 300 €• se gli eventi sono tutti collegati (esempio: malattia contagiosa, se si

ammala uno si ammalano tutti)• costo per l'assicurazione = 100 x 10 = 1000 €• ogni assicurato dovrebbe pagare 10 € = costo della terapia• nessuno ha convenienza ad assicurarsi

Page 166: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Distorsioni dal lato dell’offerta

• Comportamenti diretti a catturare solo la parte migliore del mercato (cream skimming o scrematura dei rischi)

• problemi di copertura territoriale. Un’adeguata diffusione territoriale di ospedali e presidi sanitari causa diseconomie di scala che il settore privato non può accollarsi

Queste motivazioni dell’intervento pubblico discendono non da principi di equità quanto, piuttosto, da considerazioni di efficienza.

Page 167: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Modelli organizzativi

• Modello pubblico o del servizio sanitario nazionale: • criterio universalistico, tutti i cittadini hanno il diritto di usufruire dei

servizi sanitari indipendentemente dalla loro disponibilità a pagare. • Il servizio è finanziato mediante la fiscalità generale e da contributi

sociali all’interno di schemi di assicurazione obbligatoria. I servizi sono offerti dallo Stato nell’ambito di strutture pubbliche, con una limitata libertà di scelta per il cittadino.

• Modello privato o delle assicurazioni private:• l’intervento pubblico è assente. L’offerta sanitaria è gestita interamente

da privati in base a criteri di mercato. • I cittadini si affidano a forme di assicurazione privata volontaria e

possono scegliere liberamente le strutture a cui rivolgersi. I premi assicurativi sono commisurati al rischio.

Page 168: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

• Modello misto:• presenta elementi di entrambi i modelli precedenti, l’offerta di

servizi proviene sia dal settore pubblico che da quello privato.• L’assicurazione sanitaria è obbligatoria. • Il finanziamento della spesa avviene in parte mediante la fiscalità

generale, in parte mediante contributi, in parte ancora mediante pagamenti diretti da parte degli utenti (ticket).

• In alcuni paesi (Germania, Francia) il sistema è di tipo mutualistico, e si avvale di fondi e casse di malattia organizzati per settori, e finanziati attraverso contributi dei lavoratori del settore.

Page 169: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Problemi e linee di riforma

• Negli ultimi decenni si è verificato un forte aumento della spesa a causa di:• aumento della domanda di cure legato all'invecchiamento della

popolazione• forte aumento della medicalizzazione della salute e aumento dei

consumi grazie alle maggiori disponibilità economiche• aumento dei consumi indotti dai medici• i costi aumentano anche perché, contrariamente ad altri settori, il

progresso tecnico non produce un abbattimento dei costi a causa dell'introduzione di tecnologie molto costose (TAC, risonanza magnetica)

• Se chi definisce le prestazioni (beneficiario, ospedale o medico di base) non ne sopporta i costi, possono verificarsi notevoli sprechi.

Page 170: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Paese spesa pubblica/ spesa sanitaria spesa sanitaria/PIL

FranciaDanimarcaGermaniaItaliaPaesi bassiRegno UnitoSveziaU.S.A.

75,882,575,073,463,480,985,044,2

9,3 8,3

10,68,28,67,38,4

15,1

Incidenza della spesa pubblica sul totale della spesa sanitaria e della spesa sanitaria sul PIL. Anno 2000.

Page 171: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Linee di riforma

• ridurre l’intervento diretto dello Stato;• aumentare la concorrenza fra i fornitori pubblici e privati favorendo

lo sviluppo di istituzioni sanitarie dotate di autonomia gestionale• accrescere le possibilità di scelta del paziente attraverso

l’assegnazione di voucher sanitari

In Italia:• autonomia gestionale degli ospedali;• il rimborso ROD (Raggruppamenti Omogenei di Diagnosi) per le

prestazioni ospedaliere;• la compartecipazione dei pazienti al costo (ticket sanitari).

Page 172: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Le politiche del lavoro

Page 173: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Ambiti di intervento

Le politiche del lavoro sono l’insieme degli interventi pubblici a tutela dell’interesse collettivo dell’occupazione. Tre sono i principali ambiti di intervento:1.Regolamentazione del mercato del lavoro (disciplina dei rapporti di lavoro, norme sulla sicurezza e salute, norme anti discriminazione ecc.)2.Promozione dell’occupazione (misure per l’inserimento professionale, incentivi all’occupazione ecc.)3.Garanzia del reddito contro il rischio di disoccupazione o sospensione temporanea del rapporto di lavoro

Page 174: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Politiche attive e passive

• Politiche passive del lavoro: consistono in prestazioni monetarie a favore del disoccupato, in genere non discrezionali ma automatiche (ammortizzatori sociali)

• Politiche attive del lavoro: mirano a incidere sulla struttura del mercato del lavoro creando condizioni favorevoli alla crescita dell’occupazione e mediante misure atte a prevenire la disoccupazione

Page 175: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Politiche passive

Le politiche passive, che coincidono essenzialmente con gli ammortiz-zatori sociali, hanno lo scopo di attenuare gli effetti negativi della disoccupazione compensando in parte la perdita di reddito che ne deriva. La copertura del rischio di disoccupazione può assumere varie forme che dipendono anche dalla natura della disoccupazione. •tutela del lavoratore in caso di disoccupazione temporanea; in questo caso la prestazione è limitata e, in genere, decrescente nel tempo •tutela in caso di disoccupazione definitiva (nel senso che i rapporto con il datore di lavoro si è concluso) che mira ad affrontare forme di disoccupazione di più lunga durata•forme di protezione di ultima istanza per coloro che non hanno lavoro e sono in condizioni di particolare bisogno.

Page 176: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Politiche attive

• sussidi all’occupazione: mirano a stimolare l’occupazione riducendo il costo del lavoro per le imprese

• creazione diretta di posti di lavoro• formazione professionale: favorisce l’inserimento nel lavoro e

attenua i problemi di mismatching attraverso la creazione di competenze

• sostegno finanziario all’imprenditorialità• servizi per l’orientamento e il collocamento

Page 177: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Gli ammortizzatori sociali in Italia

In Italia i principali istituti di tutela di questo tipo sono:•la Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria (CIGO): riguarda il settore industriale in caso di difficoltà aziendali derivanti da situazioni temporanee di crisi. Ha una durata limitata a 3 mesi, estendibile fino a 12. Durante il periodo di godimento il lavoratore non può svolgere altri lavori.•la Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria (CIGS): copre rischi di maggiore gravità e durata, (ristrutturazioni, riorganizzazioni, riconversioni industriali, crisi aziendali e fallimento). Ha una durata non superiore a 36 mesi.

Rientrano fra questi tipi di tutela anche l’Assicurazione per infortuni sul lavoro, l’Assicurazione per malattia e l’Assicurazione per maternità

Page 178: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde
Page 179: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

I motivi dell’intervento pubblico• Il rischio di disoccupazione potrebbe essere coperto con il ricorso al

mercato assicurativo privato ma il mercato è inefficiente per problemi di informazione e per la non indipendenza dei rischi assicurati.

• Il deficit di informazione da luogo a fenomeni di:• selezione avversa, tendono ad assicurarsi i lavoratori che hanno più

probabilità di rimanere disoccupati (lavoratori meno qualificati o che lavorano in imprese più esposte al rischio di fallimento);

• azzardo morale, la copertura del rischio riduce gli incentivi a ricercare un nuovo posto di lavoro e ad evitarne la perdita, di conseguenza le compagnie assicuratrici dovrebbero sostenere costi elevati per effettuare i controlli.

• Per entrambi i motivi i premi assicurativi tendono quindi ad essere troppo alti.

Page 180: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

• La seconda ragione è che spesso il rischio di disoccupazione non è assicurabile perché, in caso di crisi economiche generali, le probabilità che i singoli lavoratori perdano il lavoro sono collegate fra loro.

• Un ulteriore motivo sta nel fatto che gli ammortizzatori sociali sono fonte di esternalità positive. Nella misura in cui attenuano i conflitti tra imprese e lavoratori, creano un ambiente favorevole agli investimenti privati e all’aumento della produttività. In una situazione di questo genere, il grado di tutela generato da un mercato assicurativo privato tende ad essere inferiore a quello socialmente ottimale.

Page 181: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Le critiche agli ammortizzatori sociali

• I sussidi di disoccupazione sono stati oggetto di forti critiche da parte degli avversari del Welfare State perché introducono distorsioni nel mercato del lavoro e finiscono per accentuare il problema della disoccupazione, infatti:

• riducono gli incentivi alla ricerca di un posto di lavoro contribuendo ad allungare la durata della disoccupazione

• riducono le motivazioni del lavoratore a fornire una prestazione efficiente e possono influire negativamente sulla produttività.

Page 182: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Le linee di riforma

• Le proposte di riforma mirano a stimolare l’operosità del lavoratore, condizionando la concessione del sussidio alla partecipazione a programmi di riqualificazione o a lavori socialmente utili, e riducendo la durata delle prestazioni.

• Alcuni programmi (Earned income tax credit negli U.S.A.) al posto del sussidio a chi è disoccupato, offrono una integrazione del salario a chi ha un lavoro ma guadagna poco, sotto forma di credito di imposta e per un periodo di tempo limitato. Due effetti:

• la riduzione fiscale contribuisce a contenere i salari dei lavoratori e stimola la domanda di lavoro da parte delle imprese;

• il lavoratore è incentivato a cercare lavoro, perché un’occupazione poco remunerata diventa più conveniente rispetto al sussidio di disoccupazione.

Page 183: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

La flessibilità del lavoro

• Negli anni 90 la crescita della disoccupazione in Europa induce un mutamento di approccio alle politiche del lavoro. Si passa dalla tutela passiva della disoccupazione a politiche attive volte a promuovere la capacità di inserimento professionale. Si sviluppa un processo di coordinamento delle politiche del lavoro degli stati membri noto come strategia europea per l’occupazione, che si articola nei seguenti punti:

• aumentare l’occupabilità attraverso la formazione professionale e servizi di assistenza ai disoccupati

• sviluppare l’imprenditorialità mediante la semplificazione degli espletamenti amministrativi, lo sviluppo del mercato dei capitali di rischio

• accrescere la flessibilità nell’organizzazione delle imprese e del lavoro• rafforzare le pari opportunità

Page 184: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

La legge Biagi

In Italia vengono introdotti numerosi provvedimenti volti ad accrescere la flessibilità:•lavoro interinale (pacchetto Treu, 1996): fornitura di prestazioni di lavoro temporaneo da parte di agenzie private•la legge Biagi introduce nuove tipologie di contratti di lavoro:

- lavoro a progetto- lavoro ripartito (job sharing)- lavoro a chiamata- apprendistato- contratto di inserimento- part time

Page 185: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Nuove soluzioni: la flexsecurity

• La flexsecurity cerca di combinare flessibilità e sicurezza sociale attraverso uno scambio fra maggiori tutele ai lavoratori disoccupati e maggiore libertà di licenziamento per i datori di lavoro

• le imprese possono licenziare senza controllo giudiziale (salvo il caso di licenziamento discriminatorio)

• tranne pochi casi in cui è ammesso il contratto a termine, i nuovi dipendenti sono tutti assunti con contratto a tempo indeterminato e un periodo di prova di massimo sei mesi

• il lavoratore ha diritto a un preavviso convertibile in indennità di licenziamento pari a un mese se ha un anno di anzianità

• in caso di anzianità superiore ad un anno, oltre al preavviso, il lavoratore ha diritto al trattamento di riallocazione

Page 186: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Il contratto di riallocazione

• Le imprese stipulano un contratto assicurativo con un'agenzia che:- paga al lavoratore licenziato il 90% dell'ultima retribuzione per il

primo anno di disoccupazione, l'80% e il 70% nei due anni successivi- lo obbliga a partecipare a tempo pieno a tutte le iniziative di

riqualificazione e ricerca della nuova occupazione attivate per lui- può recedere dal contratto in caso di inadempimento del lavoratore

• Il costo per l’azienda è molto ridotto per il primo anno successivo al licenziamento, in cui già operano sussidi già esistenti (trattamento ordinario e speciale di disoccupazione) ma aumenta molto nei due anni successivi

• questo crea un forte incentivo a ricollocare il lavoratore entro un anno dal licenziamento

Page 187: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

La riforma Fornero

• Punta a superare il dualismo fra lavoratori protetti e non protetti estendendo la platea dei beneficiari delle indennità di disoccupazione.

• Le forme di tutela devono riguardare non il posto di lavoro ma il lavoratore nei suoi percorsi all'interno del mercato del lavoro.

• Lo strumento principale è l'ASPI (Assicurazione sociale per l'impiego) destinata ad assorbire tutti gli altri ammortizzatori sociali oggi in vigore ad eccezione della cassa integrazione ordinaria.

• L'Aspi è applicabile ai lavoratori dipendenti con contratto non a tempo indeterminato, nonché apprendisti e artisti dipendenti. Può accedervi chi ha almeno due anni di anzianità assicurativa.

• Ha una durata di 12 mesi, prorogabili a 18 nel caso in cui il lavoratore interessato abbia più di 55 anni. L'indennità viene decurtata del 15% dopo i primi 6 mesi, e di un altro 15% dopo gli altri 6 mesi.

Page 188: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

La flessibilità funziona?

A giudicare dal tasso di disoccupazione sembrerebbe di sì, ma…

Page 189: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Il tasso di occupazione giovanile è diminuito in Italia mentre è aumentato nel resto d'Europa

Page 190: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

A tutto questo bisogna aggiungere che:•i salari dei lavoratori giovani precari sono inferiori del 20/30% rispetto a quelli dei lavoratori con contratti standard•I giovani non godono di alcuna rete di protezione in caso di scadenza del contratto •i contributi previdenziali sono più bassi e questo significa pensioni più basse in futuro•La crisi ha colpito soprattutto questa fascia di lavoratori perché le imprese non rinnovano i contratti in scadenza•La formazione sul lavoro non cresce perché le imprese non hanno interesse a investire nella formazione di lavoratori che lasceranno l'impresa in breve tempo

Page 191: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

La crisi colpisce soprattutto i giovani

Page 192: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

La flessibilità aiuta a trovare un lavoro stabile?

• L'assunto principale che giustifica la flessibilità è che un lavoro precario è meglio di nessun lavoro perché è una porta di ingresso nel mercato del lavoro e un trampolino verso un lavoro stabile

• Per alcuni questo è vero ma per molti altri (in aumento) è una trappola dalla quale è difficile uscire

• Nel 2007 a tre anni dal compimento degli studi avevano un'occupazione stabile:• diplomati: 55,9%• laureati triennali: 55,2%• laureati quadriennali: 62,9%

Page 193: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

La flessibilità fa crescere l’occupazione giovanile?

In Italia sembrerebbe di no fra il 2000 e il 2008 l’occupazione giovanile è diminuita dell’1,8% e quella femminile del 2,6%

Tasso di occupazione dei giovani di 15-24 anni in Italia e nell’UE15, 2000 e 2008. Valori percentuali

Page 194: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde
Page 195: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde
Page 196: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Ma tra 25 e 64 anni i laureati guadagnano in media il 55% in piùIl tasso di occupazione è il 77% contro il 66% dei diplomati

Page 197: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

La flessibilità aiuta la crescita?

• Dipende dal tipo di flessibilità: la diffusione dei contratti a termine privi di qualunque tutela ha avuto un effetto negativo sulla produttività dei fattori dovuto al fatto che riduce l'incentivo ad accumulare capitale umano

Variazione media annua dei lavoratori con contratti a termine- 1995-2007

Page 198: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Evoluzione della produttività totale dei fattori in Europa. 1995-2007. 1995 = 100

L'Italia che ha avuto la maggiore diffusione dei contratti a termine registra anche un tasso di crescita della produttività negativo!

Page 199: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Le politiche assistenziali

Page 200: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Finalità e criteri

• La finalità fondamentale della spesa per l’assistenza sociale è quella di combattere la povertà e di attenuare forme di disagio personale (dovute ad handicap o mancanza di autosufficienza) e sociale (riconducibili ad emarginazione, tossicodipendenze ecc.).

• Le politiche per l’assistenza attuano una redistribuzione del reddito, sia sotto forma di trasferimenti monetari che di offerta di beni e servizi, a favore dei gruppi sociali più poveri e disagiati.

• Possiamo distinguere due impostazioni generali delle politiche di assistenza:• impostazione selettiva: riserva i programmi di assistenza a individui e

gruppi che si trovino in condizioni di particolare disagio che devono pertanto essere sottoposte ad accertamento;

• impostazione universalistica: è propria dei programmi che erogano prestazioni a tutti i cittadini, indipendentemente da qualunque accertamento dello stato di bisogno o del rispetto di altre condizioni.

Page 201: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

La disuguaglianza

• La disuguaglianza può essere misurata utilizzando vari indicatori statistici di dispersione che misurano di quanto i valori di una data distribuzione si discostano dalla media.

• La varianza o la deviazione standard sono indicatori di questo tipo. • Non necessariamente deve trattarsi di un indicatore sintetico

(consistente in un unico valore numerico), una misura largamente usata, che non rientra in questa categoria, è la curva di Lorenz.

Page 202: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

La curva di Lorenz

20% 40% 60% 80% 100%

20%

10%

35%

60%

% cumulata della popolazione

40%

A

B

80%

Indice di Gini = area beige/area triangolo rosso

100%

C

D

E

F

Page 203: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

La disuguaglianza in alcuni paesi avanzati

Indice di Gini in alcuni paesi industrializzati (2005)

Page 204: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Le misure della povertà

• La povertà viene misurata fissando una linea di demarcazione, detta linea della povertà, che fa da spartiacque fra chi è povero e chi non lo è. Coloro che hanno un livello di reddito inferiore a quello stabilito dalla linea sono identificati come poveri.

• Il concetto di povertà può essere definito in senso relativo o assoluto. • E’ relativamente povero chi ha meno degli altri. La povertà relativa

viene misurata con riferimento alla media o alla mediana della distribuzione del reddito.

• La povertà assoluta si ha quando il potere d’acquisto è inferiore a quello necessario per acquistare un paniere capace di soddisfare bisogni minimi. La misura adottata dall’ONU identifica il povero in colui che dispone di meno di un dollaro al giorno (Africa e Asia) o meno di due dollari al giorno (America Latina)

Page 205: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Le politiche contro la povertà

• I programmi possono avere carattere selettivo o universale. I programmi a carattere selettivo trasferiscono in genere un sussidio a coloro che hanno un reddito al di sotto della soglia della povertà. Il sussidio è uguale alla differenza fra il reddito soglia e quello effettivo. Questo tipo di programmi consentono di ridurre la povertà a costi molto minori rispetto a quelli a carattere universale ma presentano alcuni inconvenienti:

• eliminano l’incentivo a produrre reddito perché ogni euro di reddito prodotto in più è esattamente compensato da una riduzione del sussidio, questo effetto è denominato trappola della povertà;

• la concessione del sussidio è subordinata a un controllo dei mezzi che comporta costi psicologici per i beneficiari, e costi amministrativi di controllo elevati

Page 206: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Programmi a carattere universale

• I più noti programmi a carattere universale sono il dividendo sociale e l’imposta negativa sul reddito.

• Il dividendo sociale consiste in un sussidio a carattere universale non sottoposto a tassazione. Il sussidio modifica l’imposta sul reddito nel modo seguente:

• 1) T = tY – S• dove S è il sussidio e t l’aliquota di imposta. Il reddito disponibile a

seguito del sussidio sarà quindi:• 2) Yd = Y – T = Y – tY + S

• Se il reddito di un individuo è pari a zero percepirà comunque un reddito pari a S. Se S fosse pari alla soglia di povertà questo programma avrebbe l’effetto di eliminare la povertà stessa.

Page 207: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Dividendo sociale

Yd, S

YY*0

S

Yd

Yd + S

Yd = Y

45°

Y < Y* → Yd > YY > Y* → Yd < Y

Yd

Y1

A

B

Yd1

Page 208: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Imposta negativa sul reddito

• L’imposta negativa sul reddito consiste nel dedurre dal reddito imponibile un certo ammontare prima di calcolare l’imposta. Il reddito dedotto può essere, per esempio, uguale alla soglia della povertà. Coloro che hanno un reddito inferiore a tale ammontare pagheranno un’imposta negativa, ossia riceveranno un sussidio equivalente.

• In questo caso l’imposta è data da:• 2) T = t(Y – Y*)• oppure: T = tY - tY*• dove Y* è l’ammontare di reddito che viene dedotto.• Il reddito disponibile è:• 3) Yd = Y – T = Y – tY + tY*

Page 209: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Tassa negativa sul reddito

T

YY*0

-tY*

Esempiot = 30%Y* = 10.000Y = 30.000T = 0,3x30.000-0,3x10.000 = 6.000

Y = 0T = 0,3x0-0,3x10.000 = -3.000

Y = Y* = 10.000T = 0,3x10.000-0,3x10.000 = 0

T = tY - tY*

Y > Y* T = tY - tY* > 0 Y < Y* T = tY - tY* < 0

Page 210: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

La povertà in Italia

Page 211: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Il reddito di cittadinanza

• Il reddito di cittadinanza è un programma di contrasto alla povertà di tipo universalistico in cui la concessione del sussidio non è subordinata a un accertamento delle condizioni economiche del beneficiario.

• Ha il vantaggio di non avere effetti distorsivi sulla decisione di lavorare.

• Ma ha anche il grosso svantaggio che, proprio perché tutti ne hanno diritto, il costo economico è altissimo (in Italia è stato stimato in 300 miliardi di euro ipotizzando un sussidio di 1000 euro mensili)

Page 212: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Il reddito minimo garantito

• Il reddito minimo garantito (Rmg) è un programma universale e selettivo al tempo stesso, nel senso che non è limitato ad alcune categorie di beneficiari (es. lavoratori) ma subordina la concessione del sussidio ad accertamenti su reddito e patrimonio

• Questo schema esiste oggi , in forme molto diverse, in tutti i paesi dell’Unione Europea a 15 (e in diversi nuovi stati membri).

• Ha il vantaggio che sostituirebbe un insieme di programmi frammentati con un’unica misura

• Comporta costi amministrativi di accertamento notevoli e potrebbe dar luogo a forti distorsioni a causa dell’evasione fiscale

• In Italia il costo complessivo di un Rmg di 500 euro è stato stimato in 8-10 miliardi di euro

Page 213: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Le politiche per l'istruzione

Page 214: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Perché l'istruzione è importante?

Dal punto di vista sociale:•è un fattore importante di mobilità sociale, i figli dei più disagiati possono raggiungere posizioni più elevate, accresce l'equità distributiva e la giustizia sociale•trasmette valori e capacità sociali importanti: la tolleranza, il civismo, la partecipazione politica, la capacità di prendere decisioni più consapevoli, crea coesione sociale favorendo la condivisione di valori

Dal punto di vista economico:•trasmette le conoscenze scientifiche e tecnologiche necessarie per usare in modo efficiente le tecnologie esistenti e introdurne di nuove•genera esternalità: i rendimenti sociali sono superiori alla somma di quelli privati•svolge una funzione selettiva e informativa segnalando i più meritevoli ai datori di lavoro

Page 215: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Perché finanziare l’istruzione?

• Nonostante l’istruzione possa essere considerata come un investimento privato, che offre un ritorno in termini di maggior reddito, in tutti i paesi sviluppati l’offerta di istruzione è in gran parte pubblica

• Il capitale umano genera esternalità perché se più individui investono in esso cresce il rendimento dello stesso investimento per altri

• Tanto maggiore è il numero di ingegneri e dei ricercatori, tanto più rapida è la produzione di conoscenze tecnologiche e tanto più importante diventa acquisire tali conoscenze con l’istruzione e l’apprendimento per ottenere una più elevata remunerazione

• Ma chi decide quante risorse investire in istruzione non considera minimamente i benefici che non lo riguardano direttamente, pertanto investe meno di quanto sarebbe socialmente desiderabile.

Page 216: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Scuola pubblica e privata

• La scuola deve perseguire due finalità non sempre conciliabili:- essere efficiente sotto il profilo della qualità- garantire a tutti uguali opportunità di accesso

• le finalità menzionate sono complementari fra loro e possono essere ottenute mediante le stesse politiche oppure no?

• se non lo sono quali devono avere priorità e in quale misura possono essere riconciliate?

• il dibattito si concentra sul ruolo della scuola pubblica e di quella privata e sulle politiche di finanziamento dell'istruzione

• tutti sono d'accordo che la scuola debba essere sostenuta dallo Stato altrimenti, a causa delle esternalità, vi sarebbe un investimento troppo basso in istruzione

• lo stato dovrebbe finanziare solo la scuola pubblica o anche quella privata?

Page 217: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

I voucher

• Secondo alcuni economisti liberisti (Friedman) lo stato dovrebbe finanziare la scuola privata mediante un programma di voucher

• I voucher sono sussidi che le famiglie possono spendere per pagare l'istruzione in qualunque istituzione scolastica

• Argomenti a favore:• maggiori opportunità di scelta• maggiore competizione, le scuole dovrebbero migliorarsi in termini di

qualità e prezzi per attrarre studenti, quelle di qualità più bassa sparirebbero

• anche la scuola pubblica risentirebbe positivamente della competizione

• in generale maggiore efficienza e qualità in rapporto alle risorse investite

Page 218: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Argomenti contro

• maggiore disuguaglianza alcuni riceverebbero un'istruzione migliore di altri, l'espansione della scuola privata che comporta costi riduce le opportunità di accesso all'istruzione per le famiglie indigenti, questo favorirebbe la perpetuazione dello status sociale di partenza

• costi amministrativi, le scuole dovrebbero essere sottoposte a controlli di qualità

• verrebbero sottratte risorse alla scuola pubblica• non esiste alcuna evidenza empirica che la scuola privata sia

qualitativamente migliore di quella pubblica• minore possibilità di controllo e rischio che non sia pienamente

garantita l'acquisizione di competenze di base

Page 219: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Il finanziamento dell’università

• Trattandosi di un livello di istruzione non di base, molti ritengono che l'obiettivo della qualità sia più importante rispetto a quello dell'equità di accesso.

• Uno strumento di finanziamento molto diffuso è il prestito d’onore. Lo Stato anticipa allo studente le risorse di cui ha bisogno per studiare. Lo studente deve restituire il debito da quando il comincia a percepire un reddito.

• Data l’incertezza che caratterizza i redditi futuri, spesso il piano di restituzione del prestito tiene conto del reddito effettivamente guadagnato (prestiti condizionati al reddito o income contingent), nel senso che possono essere richiesti pagamenti più alti nei periodi di maggiore guadagno e viceversa.

• In Italia i costi sono finanziati dal prelievo fiscale. I fruitori contribuiscono in parte con specifiche tasse.

Page 220: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

L’istruzione è veramente un fattore di mobilità sociale?

Poniamoci due domande:•il grado di istruzione dei figli dipende da quello dei genitori?•lo status sociale e il reddito raggiunti dai figli dipendono dal grado di istruzione o dallo status e dal reddito dei genitori?•perché ci sia mobilità sociale:

- il grado di istruzione dei figli non deve dipendere da quello dei genitori

- lo status sociale e il reddito raggiunti dai figli devono dipendere dal grado di istruzione e dalle proprie capacità (non facilmente misurabili) non dallo status e dal reddito dei genitori

Page 221: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

La mobilità sociale in Italia

Probabilità di passaggio da una fascia sociale alla successiva in % Da primo a secondo quartile Da secondo a terzo quartileDanimarca 24,8 24,5Irlanda 24,7 20,6Spagna 23,9 16,8Stati Uniti 23,1 24,0Portogallo 22,9 23,7Olanda 22,9 21,0Grecia 22,6 23,6Regno Unito 22,4 21,2Austria 21,8 16,1Francia 21,7 20,8Belgio 21,7 23,3Australia 21,5 23,5Germania 20,8 26,7Italia 17,6 15,9Finlandia 16,8 13,7

Page 222: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Percentuale di iscritti all’università per istruzione dei genitori

In Italia la probabilità di un giovane con padre laureato di laurearsi a sua volta è 25 volte superiore a quella di un giovane con padre senza laurea.Negli Stati Uniti è solo 6 volte superiore.

Page 223: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde
Page 224: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Percentuale dei laureati nella UE a 15; classe d'età 25-64. Anno 2004; totale maschi e femmine.

Page 225: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Occupati tra 25-55 anni per professione e background familiare •background familiare

Occupati di 25-55 anni laureati per professione e background familiare

Page 226: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Le ragioni dell'anomalia italiana

• In Italia l'istruzione non è una fonte di uguaglianza delle opportunità perché non promuove la mobilità sociale

• paradossalmente, nonostante gli studi universitari siano meno costosi della media dei paesi industrializzati, il numero di laureati è più basso soprattutto a causa degli abbandoni (60%)

• ciò accade perché il merito e la qualità dell'istruzione non sono adeguatamente valorizzati

• i lavoratori istruiti non ricevono una remunerazione corrispondente alle loro qualifiche

• gli incentivi ad investire in capitale umano sono minori che in altri paesi

• Quali sono le ragioni di tutto questo?

Page 227: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Istruzione e livelli retributivi

• In Italia i differenziali retributivi per livelli di istruzione sono prossimi a quelli medi dei paesi dell’OCSE per quanto riguarda il rapporto tra diplomati di scuola secondaria e di scuola media

• sono inferiori a quelli degli altri principali paesi nel confronto tra laureati e diplomati di scuola secondaria:

• maggiore retribuzione media dei laureati rispetto ai diplomatiStati Uniti 81%Regno Unito 74%Francia 67% Germania 61%Italia 38%

Page 228: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Istruzione e rischio di disoccupazione

• inoltre il rischio di disoccupazione per i laureati si riduce meno di quanto accade negli altri paesi industrializzati

• per la classe d’età 15-39, il passaggio dall’istruzione inferiore alla laurea riduce il tasso di disoccupazione dal 14,3% all’11,2%, mentre la riduzione media europea è dal 14,4% al 5,9%

• dal punto di vista della logica economica tutto ciò è paradossale perché, in base alla legge della domanda e offerta, un fattore scarso (i laureati in Italia) dovrebbe avere una remunerazione più alta

Page 229: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Il circolo vizioso

• i bassi rendimenti dell’istruzione scoraggiano gli investimenti in capitale umano e impediscono il raggiungimento del livello dello stock prevalente nei paesi più avanzati

• la scarsa dotazione di capitale umano a sua volta non favorisce la capacità dell’economia di innovare e adottare quelle tecnologie che, grazie alla complementarità con il capitale umano, ne accrescono la domanda e i rendimenti

• la domanda di laureati è bassa perché la struttura del nostro sistema industriale non richiede lavoratori particolarmente qualificati: - le imprese sono in gran parte piccole con un'organizzazione che non

necessita di elevate abilità manageriali - la specializzazione settoriale non privilegia i settori a tecnologie

avanzate e ad alta intensità di lavoro qualificato

Page 230: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

La qualità dell'istruzione

• La qualità dell'istruzione ha un'importanza cruciale in tutto questo• nei test internazionali (per esempio PISA) gli studenti italiani

raggiungono risultati fra i peggiori nel gruppo dei paesi industrializzati

• se la qualità dell’istruzione è bassa, l’investimento in capitale umano da parte delle famiglie e la domanda di lavoratori istruiti da parte delle imprese ne sono scoraggiate, inibendo l’innesco del meccanismo di interazione virtuosa tra domanda e accumulazione

• il grado di istruzione non è più un indicatore affidabile per decidere l’allocazione delle posizioni migliori, questo rafforza la dipendenza dei redditi dalle condizioni della famiglia di origine piuttosto che dal grado di istruzione

Page 231: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

L'istruzione come le auto usate

• Il mercato del lavoro qualificato funziona esattamente come un mercato con asimmetria informativa: i datori di lavoro non sono in grado di identificare la qualità dei lavoratori e abbassano la retribuzione scontando il rischio di bassa qualità

• la bassa retribuzione scoraggia l'investimento in capitale umano e genera una selezione avversa: i più dotati e istruiti abbandonano il mercato (vanno all'estero) o cercano di affermarsi con altri mezzi (raccomandazioni, legami familiari)

Page 232: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Possibili soluzioni

• E' necessario attivare meccanismi che favoriscano un miglioramento della qualità dell'istruzione e della sua capacità di premiare il merito:- premiando la qualità attraverso l'assegnazione di maggiori risorse

alle istituzioni capaci di ottenere migliori risultati- estendendo la libertà di scelta dei giovani e delle famiglie riguardo

ai percorsi educativi• ciò significa introdurre elementi di competizione nel mercato

dell'istruzione: le istituzioni scolastiche competono per richiamare studenti attraverso una migliore qualità dell'istruzione, questa competizione è resa possibile e incentivata dalle famiglie che possono scegliere le scuole ritenute migliori

• questo tipo di soluzione accresce l'efficienza complessiva del sistema educativo ma pone problemi di equità

Page 233: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Proposte per l’Università

Alcuni propongono di: •aumentare le tasse universitarie, in linea con i costi del servizio e finanziare gli studenti più meritevoli con borse di studio•finanziare la spesa per tasse mediante prestiti agli studenti che devono essere restituiti condizionatamente ai guadagni futuri (o borse di studio ai più meritevoli)•differenziare le università sulla base della loro qualità nell’assegnazione dei fondi di ricerca e nella possibilità di offrire corsi specialistici •accrescere l’autonomia degli atenei nelle politiche di assunzione e retribuzione del personale, fino ad abolire il valore legale del titolo di studio e il ruolo pubblico dei docenti

Page 234: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Vantaggi

• L'aumento delle tasse redistribuisce il carico verso chi più usufruisce dell'università (i figli delle famiglie più agiate) e incentiva una domanda di qualità

• l'allocazione dei fondi in base ai risultati della ricerca promuove la qualità della ricerca e della didattica e la competizione fra università spingendole ad assumere i docenti più capaci

• la privatizzazione del ruolo dei docenti e la differenziazione delle remunerazioni crea incentivi a migliorare la ricerca

• l'abolizione del valore legale del titolo di studio fa sì che i percorsi formativi siano valutati in base alla loro qualità e spinge gli studenti a scegliere le università che garantiscono un'elevata qualità

Page 235: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Problemi• l'investimento in istruzione universitaria è rischioso, un costo più elevato

scoraggerebbe molti studenti soprattutto delle famiglie meno in grado di sostenere i costi

• viene meno la finalità dell'istruzione di creare opportunità per tutti• con gli attuali livelli di disoccupazione giovanile e precarietà del lavoro molti

studenti non sarebbero in grado di restituire i prestiti dando luogo a una "bolla universitaria"

• non è facile misurare i risultati della ricerca e della didattica, esempi di indicatori sono i brevetti e la percentuale di studenti che si laureano o che trovano lavoro entro un certo lasso di tempo

• l'uso di indicatori di questo tipo convoglierebbe le risorse verso studi più funzionali alle esigenze del sistema produttivo ma penalizzerebbe alcuni percorsi di ricerca e di studio (discipline umanistiche) attenuando il ruolo di coscienza critica della ricerca universitaria

Page 236: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

La globalizzazione

• Delle 100 più grandi economie 35 sono multinazionali e 65 sono stati nazionali

• 1/3 del commercio mondiale transita all’interno di imprese multinazionali

• Transazioni giornaliere sui mercati valutari- 2007: 3.200 miliardi di dollari- 2007 (valore annuale): circa 800.000 miliardi di dollari

• PIL mondiale 2007: 54.620 miliardi di dollari• Il valore delle transazioni finanziarie internazionali è circa 15 volte il

PIL mondiale• Esportazioni mondiali = 70.000 miliardi di dollari all’anno, circa 1,3

del PIL mondiale

Page 237: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Globalizzazione e stato sociale

La globalizzazione implica una riduzione delle barriere commerciali e una maggiore competizione internazionale. Questo fatto ha varie implicazioni, fra le quali:• i consumatori hanno più libertà di scelta fra beni prodotti all'interno e beni importati, aumenti delle tasse o forme di regolamentazione o accordi fra le parti sociali fanno crescere il prezzo relativo dei beni interni rispetto a quelli importati, riducendo la competitività;• le imprese possono scegliere liberamente fra diverse localizzazioni, aumenti delle tasse o forme di regolamentazione o accordi fra le parti sociali che aumentano i costi di produzione all’interno, possono spingerle a localizzarsi altrove, causando la perdita di posti di lavoro.

Page 238: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

• La globalizzazione fa entrare in competizione paesi che sostengono ingenti spese per sostenere lo Stato sociale, finanziandole con il prelievo fiscale, e introducono vincoli alla libertà d’azione delle imprese, con altri che non sostengono tali spese e possono mantenere un prelievo fiscale e un costo del lavoro più bassi.

• Nel passato i paesi industrializzati erano competitivi nonostante il più alto costo del lavoro grazie alle tecnologie più avanzate che aumentano la produttività.

• La globalizzazione ha eroso questi margini di competitività. I paesi industrializzati sono costretti a competere in termini di tassazione, regolamentazione e salari per difendere le proprie quote nel mercato mondiale e attrarre investimenti.

• Maggiori vincoli al prelievo fiscale, quindi alla possibilità di accrescere la spesa sociale e di introdurre regole a tutela dei lavoratori.

Page 239: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

La crescita economica nel lungo periodo

Page 240: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Domande•Quali sono i fattori che determinano la crescita delle economie di mercato?•E' possibile influire sulla crescita con opportune politiche?•Esistono limiti alla crescita? cosa si intende per crescita sostenibile?•Possiamo fare a meno della crescita economica?

Page 241: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

tempo

Y

Y= Prodotto interno Lordo (PIL)

Page 242: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde
Page 243: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

La crescita economica nel lunghissimo periodo

Page 244: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Reddito pro capite in alcuni paesi 1950-2008numero indice 1950 = 100

Page 245: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Crescita della produttività del lavoro

Page 246: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

La crescita dell’economia nel lungo periodo

• Perché un’economia cresca è necessario che aumentino i fattori produttivi e le risorse impiegati nella produzione

• oppure che l’efficienza produttiva dei fattori aumenti

• oppure entrambe le cose

• i fattori produttivi possono aumentare per motivi non economici (popolazione) o perché l’economia destina risorse alla loro accumulazione (capitale)

• l’efficienza produttiva dipende dal progresso tecnico

• dopo il 1500 la popolazione cresce a causa della fine delle pestilenze

• la produttività cresce ancora di più e le risorse in eccesso possono essere destinate all’investimento

• i progressi della scienza fanno aumentare il tasso di progresso tecnico

Page 247: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

I dati della crescita• Dopo le guerre napoleoniche Europa e USA entrano in un periodo di rapida

crescita che continua fino ad oggi• tasso di crescita medio 1820-1995 = 2.7% = otto volte quello del periodo

proto-capitalistico• la produttività del lavoro aumenta a un tasso crescente• 1780-1820: UK 0,5%• 1820-1890: UK 1,4%• 1890-1970: USA 2,3%• Tra il 1950 e il 1973 si registrano i tassi di crescita più alti (golden age) • Italia: 5.0%• Giappone: 8.0% • dopo il 73 la crescita si riduce nei paesi industrializzati ma aumenta nei

paesi asiatici (Corea, Singapore, Cina, India ecc.)

Page 248: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Fattori che influenzano la crescita

• ASPETTI ISTITUZIONALI: ‐ fiducia nella capacità dell'uomo di controllare la natura e piegarla

ai propri bisogni grazie alla scienza e tecnologia‐ cadono i vincoli feudali all'acquisto e vendita della proprietà, diritti

di proprietà protetti ‐ sistema fiscale meno arbitrario e più prevedibile‐ sviluppo di istituzioni finanziarie e assicurative che garantiscono il

credito e attenuano il rischio‐ nascita degli stati nazionali e ampliamento dei mercati,

interscambio non solo commerciale ma anche intellettuale, quindi maggiore competizione e innovazione.

Page 249: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

• RISORSE NATURALI: più importanti nell'800, meno oggi perché le risorse esauribili vengono sostituite con altre più produttive (carbone con petrolio, energia elettrica etc.) e in parte riproducibili

• POPOLAZIONE: comincia a crescere nel 600 esplode dall'inizio dell'800. Effetti:

‐ cresce la forza lavoro ‐ cresce il mercato dei consumatori‐ una crescita eccessiva riduce l'accumulazione di capitale

• CAPITALE UMANO: i livelli di istruzione crescono da 2 anni a 11 tra il 1820 e i nostri giorni. Effetti:

‐ stimola la crescita delle conoscenze e delle invenzioni ‐ rende possibile l'utilizzo delle innovazioni tecnologiche

• CAPITALE FISICO: l'aumento del reddito pro-capite consente un maggiore risparmio. Il risparmio viene utilizzato per finanziare gli investimenti. L'accumulazione del capitale consente l'introduzione di nuove tecnologie

Page 250: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

• PROGRESSO TECNICO: accresce la produttività delle risorse naturali, del capitale umano, introduce nuovi prodotti, trasforma i processi produttivi

• CAMBIAMENTO STRUTTURALE: la struttura della produzione si trasforma, cresce il peso di settori più produttivi (industria), diminuisce quello dei settori meno produttivi (agricoltura)

• COMMERCIO INTERNAZIONALE: fino all'ottocento qualcuno guadagna qualcun altro perde. Dal 1820 il commercio è cresciuto più della produzione migliorando l'allocazione delle risorse e la produttività grazie alla specializzazione ed alle economie di scala.

Page 251: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Il modello di Solow

Y = F(K,L) funzione di produzione aggregataY = F(K,L) rendimenti costanti di scalase poniamo = 1/LY/L = F(K/L,1) funzione di produzione per lavoratore

Y/L = y; K/L = k

y = f(k,1) = f(k)

Page 252: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Funzione di produzione

Y

K

Y=f(K,L)

PMK

1

1

B

C E

F

EF < BCall'aumentare del capitale un'uguale aggiunta di capitale fa crescere di meno il prodottola produttività marginale del capitale è decrescente

K1 K2

Y1

Y2

A

D

BC/AB = Tg = PMKPMK = Y/K = f(K+1,L) – f(K,L)

Page 253: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Funzione di produzione per lavoratore

y

k

y=f(k)

PMK = y/k = f(k+1) – f(k)

Y = F(K,L)

= 1/L

Y/L = F(K/L,1)

y = f(k,1) = f(k)

Y/L = yK/L = k

Y = F(K,L)

PMK

1 B

C

A

Page 254: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Domanda di beni

Y = C+ I domanda di beniy = c + i domanda per lavoratores = sy risparmio per lavoratorec = (1-s)y consumo per lavoratorey = (1-s)y + iy = y –sy + isy = i uguaglianza risparmi investimenti per lavoratorericordando che y = f(k)i = sf(k)la parte di reddito destinata agli investimenti è uguale al risparmio

Non ci sono importazioni né esportazioni l’economia è chiusa

Page 255: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Funzione di produzione

y

k

y=f(k)

i=sf(k)

k1

A

B

k1A = investimento per lavoratoreAB = consumo per lavoratore

y1

i1

consumi per lavoratore

investimenti per lavoratore

Page 256: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Ammortamento crescita e stato stazionario

yk

k

i=sf(k)

k1

kk = i – kk = sf(k) – k k

k1

i1

k* k2

k2

i2

k aumenta perché i1 > k1 k diminuisce

perché i2 < k2

k non varia perché i* = k*

Nel punto E k è stazionario quindi anche y lo è. E è definito stato stazionario Se cresce solo il capitale l'economia tende verso questo equilibrio nel lungo periodo

Ei*

y=f(k)

y*

Page 257: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

L'economia cresce temporaneamente

yk

k

i=sf(k)

k1

k

k1

i1

k*

y1

Ei*

y=f(k)y2

A

B

y = y2 –y1 = crescita temporanea

Page 258: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Perché l'economia tende verso lo stato stazionario?

• Il motivo fondamentale per cui un'economia la cui crescita si basa sull'accumulazione di capitale non può crescere indefinitamente è che il capitale ha rendimenti decrescenti

• via via che si investe e K cresce, K/L aumenta nel tempo e la produttività marginale del capitale si riduce

• la PMK è la remunerazione del capitale, equivale cioè al tasso di profitto

• se il profitto si riduce, diminuisce anche l'incentivo a investire fino a che gli investimenti non sono appena sufficienti a sostituire il capitale logorato

• il capitale rimane costante così come il lavoro e il reddito pro capite non può più crescere

Page 259: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Risparmio e crescitak, y

k

i=sf(k)

k

k*1 k*2

Un aumento della propensione al risparmio fa aumentare gli investimenti e lo stock di capitale per lavoratore spingendo l'economia verso un nuovo stato stazionario. La crescita è solo temporanea. L’effetto è di livello: ad un s più elevato corrisponde un y più elevato

E

E2

y1

y2

i=s2f(k)

Page 260: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

La regola aurea

k, y

k

i=sf(k)

k

k*

Il consumo massimo si ha quando l'aumento di prodotto dovuto all'impiego di un'unità aggiuntiva di k (PMK) è uguale al tasso di ammortamentoPMK =

E

y= f(k)

y*

k*1

y*1

i1=sf(k)i*

i*1

A

B

C

Page 261: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

A

CB

Page 262: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Stagnazione o crescita?

• Ipotizziamo più realisticamente che L cresca perché cresce la popolazione. Cosa cambia?

• Anche la crescita della forza lavoro, esattamente come l'ammortamento, tende a ridurre il capitale per lavoratore.

• Se K è costante e L aumenta allora K/L diminuisce• Se L cresce a un tasso n, K/L diminuisce allo stesso tasso ovvero

diminuisce di nK/L = nk

k = i - k - nki -(+n)k(+n)k = investimento necessario per mantenere costante K/L

k = i – (+n)k = 0 stato stazionario

Page 263: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Lo stato stazionario

• Nello stato stazionario K/L e Y/L sono costanti ma Y cresce al tasso n• L'economia quindi cresce allo stesso tasso della popolazione

yk

k

i=sf(k)

nk

k*

E

y=f(k)

y*

Page 264: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Crescita demografica e reddito pro capite

• I paesi con più alta crescita demografica hanno un reddito pro capite più basso

yk

k

i=sf(k)

nk

k*2

E

y=f(k)y*

k*

E2

y*2

n2k

Page 265: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Cosa fa crescere il reddito pro capite?

• Il modello di Solow afferma che in stato stazionario il reddito cresce nella stessa misura della popolazione pertanto il reddito pro capite rimane costante

• questo risultato è controfattuale, in realtà osserviamo che il reddito pro capite y cresce continuamente

• cosa fa crescere quindi il reddito pro capite? La risposta è: il progresso tecnico

• l'effetto del progresso tecnico è di fare aumentare nel tempo l'efficienza produttiva dei lavoratori

Page 266: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

I lavoratori effettivi

• Come misuriamo l'efficienza produttiva? Lo possiamo fare in termini di lavoratori effettivi

• un lavoratore effettivo è un lavoratore che ha una certa efficienza produttiva e che, pertanto, equivale a più di un lavoratore standard

• ipotizziamo che l'introduzione di una nuova tecnologia permetta a un lavoratore di produrre il doppio di un lavoratore che utilizza una tecnologia tradizionale, il primo lavoratore equivale quindi a due lavoratori tradizionali in termini di efficienza produttiva

• se il progresso tecnico fa aumentare la produttività del 5% ogni anno e ipotizzando che i lavoratori intesi come persone fisiche rimangano costanti a 100 e ognuno produca una unità, dopo un anno la produzione sarà aumentata a 105; è come se stessimo impiegando 105 lavoratori con produttività immutata

• si può dire allora che i lavoratori effettivi sono diventati 105

Page 267: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

• Questo tipo di progresso tecnico è definito labour augmenting perché fa crescere la forza lavoro in termini di produzione anche se questa rimane costante in termini di persone fisiche

• se la produttività di ogni lavoratore cresce a un tasso g e la forza lavoro (in termini di unità fisiche) cresce al tasso n, allora la forza lavoro effettiva cresce (approssimativamente) a un tasso n + g

• esempio: se n = 2% e g = 3%, allora la forza lavoro effettiva (L x E) cresce del 2% + 3% = 5%

Page 268: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Il modello di Solow con progresso tecnico

• Possiamo riformulare il modello di Solow includendo il progresso tecnico

• L x E = LE

• Funzione di produzione: YE = F(K,L x E) = F(K,LE)

• il lavoro è misurato in unità effettive (L x E, dove E sta per efficienza)

• Prodotto per lavoratore effettivo: yE = Y / (LE)

• Capitale per lavoratore effettivo: kE = K / (LE)

• Funzione di produzione per lavoratore effettivo: yE = f(kE)

• risparmio per lavoratore effettivo: syE = sf(kE) = iE

Page 269: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Stato stazionario con progresso tecnico

• La dinamica del capitale per unità di lavoro effettivo (kE) è data dalla solita formula alla quale bisogna aggiungere l'aumento del capitale necessario ad equipaggiare le unità aggiuntive di lavoratori effettivi

kE = iE - kE - nkE - gkEiE) -(+n+g)kE

(+n+g)kE = investimento necessario per mantenere costante K/(LE) = kE

kE = iE – (+n+g)kE = 0 stato stazionario

Page 270: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Stato stazionario con progresso tecnico

In equilibrio di stato stazionario yE e kE sono costanti ma y e k stanno crescendo ad un tasso g. Il reddito per lavoratore (fisico) sta quindi crescendo costantemente al tasso g

ykE

kE

i=sf(kE)

(ng)kE

y=f(kE)

yE*

kE*

A

Page 271: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Esempio numerico

al tempo tL = LE = 100K = 200K/L = K/LE = 2Y = 200Y/L = Y/LE = 2g = 5%n = 5% = 10%i = 40 = (n+g+) x K

al tempo t + 1

L = 105 = L x (1+0,05)

LE = 100 x (1+0,05+0,05) = 110

K = 220

K/LE = 2

Y = 220

Y/LE = 2

Y/L = 2,1

Y/L / Y/L = 5% = g

Y/Y = 10% = n+g

K/K = 10% = n+g

Page 272: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Morale della favola: da cosa dipende la crescita?

Conclusioni del modello di Solow:•in assenza di crescita dei lavoratori in senso fisico o in termini di efficienza (grazie al progresso tecnico) l'economia approda nel lungo periodo ad uno stato stazionario in cui il reddito e il capitale sono costanti•se cresce la popolazione il reddito e il capitale crescono allo stesso tasso ma il reddito e il capitale per lavoratore rimangono costanti•il progresso tecnico è la causa della crescita del reddito e del capitale per lavoratore•in definitiva la crescita del reddito pro capite che è una caratteristica normale delle economie industriali dipende da fattori extra economici

Page 273: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Crescita endogena

• Nel modello di Solow l'economia raggiunge lo stato stazionario perché il capitale ha rendimenti decrescenti. La crescita continua del reddito pro capite non dipende da meccanismi interni all'economia ma da fattori esogeni come il PT che, a sua volta, dipende dalla crescita delle conoscenze scientifiche e tecnologiche.

• Recentemente nuove teorie hanno cercato di spiegare la crescita partendo dall'idea che il PT dipenda da meccanismi endogeni all'economia da cui la denominazione di teoria della crescita endogena

Page 274: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Progresso tecnico e capitale umano

• L'aumento della produttività del capitale dipende da due meccanismi:

• l'introduzione delle nuove tecnologie nei processi produttivi avviene attraverso gli investimenti in nuove macchine e gli investimenti in ricerca e sviluppo che sono decisi dalle imprese

• i progressi nella ricerca e sviluppo e la capacità di utilizzare in modo efficiente le tecnologie adottate dipendono dal capitale umano incorporato nella forza lavoro (ricercatori, ingegneri, tecnici, operai) e dalle risorse destinate alla ricerca

• In entrambi i casi l'aumento dell'efficienza dovuto al PT (che dipende da scelte delle imprese) può compensare i rendimenti decrescenti di K facendo aumentare Y/L nella stessa misura di K/L

Page 275: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

y

k

i=sf(k)

nk

y=f(k)y1

y2

k1 k2

Page 276: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Il capitale umano è diverso da quello fisico?

• Il capitale umano può essere definito come il patrimonio di abilità, capacità tecniche e conoscenze di cui sono dotati gli individui, includendo la forza fisica, la resistenza alla fatica, l’abilità manuale, la capacità di comunicare

• secondo alcuni, a differenza del capitale fisico, l'accumulazione di capitale umano non è soggetta a rendimenti decrescenti

• il capitale umano genera esternalità positive nel senso che l’investimento in capitale umano di un individuo aumenta la produttività di altri individui

• inoltre l'investimento in capitale umano di un individuo accresce la redditività dello stesso tipo di investimento per altri

• in questo modo il capitale umano, interagendo con l’evoluzione delle conoscenze tecnologiche, diviene il motore di una crescita inesauribile nel tempo

Page 277: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

• Nel lungo periodo l’effetto complessivo di un anno in più di istruzione per la media dei lavoratori viene stimato in un prodotto pro capite più elevato di cinque punti percentuali

• questo non è vero ovunque e in qualunque situazione (per esempio non lo è nel caso italiano)

• molto dipende da come il capitale umano viene allocato fra le diverse attività produttive in particolare fra le attività innovative (es. R&S) che stimolano la crescita e quelle di ricerca della rendita che producono solo trasferimenti di ricchezza

• la struttura istituzionale e produttiva di una società può creare incentivi in una direzione o nell'altra

• se un avvocato che vince una causa (trasferendo ricchezza) o un dirigente della burocrazia pubblica è remunerato più di un manager d'azienda o di un ricercatore è conveniente impiegare il capitale umano in attività poco favorevoli alla crescita economica

Page 278: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Crescita endogena

La funzione di produzione può essere scritta come: y = Ak

yk

k

y=Ak

i=sAk

(n+)k

L'investimento (i=sAk) è sempre maggiore del capitale da sostituire (n+)k pertanto k e y possono crescere indefinitamente

Page 279: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Perché le idee non hanno rendimenti decrescenti?

• Per produrre beni materiali sono necessari fattori produttivi (capitale, lavoro, terra), materie prime ma, soprattutto idee

• le idee o conoscenze tecnologiche sono le istruzioni necessarie per combinare insieme fattori produttivi e materie prime in modo da ottenere come prodotto un certo oggetto materiale (automobili, telefonini ecc.)

• le idee si differenziano dagli oggetti materiali per due fondamentali caratteristiche tipiche dei beni pubblici:- le idee sono beni non rivali, la stessa idea può essere utilizzata un

numero indefinito di volte senza bisogno di essere reinventata- le idee sono beni non escludibili nel senso che, in assenza di limiti

legali chiunque potrebbe appropriarsene pur non essendone l'autore

Page 280: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

• Per sviluppare una nuova idea è necessario sostenere dei costi (costi di R&S) anche molto elevati ma, una volta sviluppata, può essere usata un numero indefinito di volte senza costi aggiuntivi

• nel processo produttivo le idee sono quindi costi fissi che vengono sostenuti una sola volta pertanto il loro peso nei costi complessivi si riduce all'aumentare della produzione (il costo medio diminuisce)

• inoltre una stessa idea può essere usata in molti processi produttivi diversi senza costi aggiuntivi (o a costi molto bassi)

• le idee sono quindi fonte di rendimenti crescenti sia a livello di singoli processi produttivi sia livello dell'economia nel suo insieme

• la produzione di nuove idee non si riduce all'aumentare della produzione stessa, non esiste alcun riscontro empirico che vi sia stata una diminuzione nel ritmo di produzione di nuove idee, semmai l'evidenza sembrerebbe opposta

Page 281: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Un esempio di rendimenti crescenti delle idee

• Consideriamo la produzione di un nuovo antibiotico. La ricerca necessaria ha costi molto alti nell'ordine dei 7-800 milioni di dollari

• una volta ottenuta la formula il costo marginale di produzione di ciascuna pillola è molto basso ed è costante.

• costo marginale 100 pillole = 100 dollari (un dollaro per pillola) • costo marginale 200 pillole = 200 dollari (sempre un dollaro per pillola)

• ma i costi complessivi comprendono anche quelli della ricerca • costo 100 pillole = 800+100 = 900 (9 dollari per pillola)• costo 200 pillole = 800 + 200 = 1.000 (5 dollari per pillola)• i costi si riducono all'aumentare della produzione!

Page 282: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Politiche per la crescita

• Gli economisti hanno individuato numerosi fattori da cui dipende la crescita dell'economia

• accumulazione dei fattori produttivi: capitale (fisico e umano) e lavoro

• progresso tecnologico• fattori istituzionali

• come è possibile agire su questi fattori e cosa ci dicono in proposito i modelli che abbiamo analizzato?

Page 283: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Politiche per la crescita: Solow

• Secondo il modello di Solow nel lungo periodo il tasso di crescita dell'economia non dipende dall'accumulazione di capitale, accrescere il risparmio e gli investimenti non sarebbe una politica efficace

• tuttavia, se l'obiettivo è rendere massimi i consumi, l'aumento del risparmio può essere utile qualora l'economia non si trovi nello stato stazionario di regola aurea

• politiche che stimolano il progresso tecnico sono molto efficaci perché il tasso di crescita dipende dal progresso tecnico

Page 284: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Risparmio e massimizzazione del consumo

Aumentando il risparmio si può spingere l'economia verso lo stato stazionario di regola aurea

k, y

k

i=sf(k*)

nk

k*

E*

y= f(k)

y*

E1

k1

i=sf(k)

y1

Page 285: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Politiche per la crescita: crescita endogena

• Nel modello di crescita endogena, invece, un aumento del risparmio e degli investimenti fa aumentare il tasso di crescita dell'economia perché se k cresce più velocemente lo stesso vale per y (y = Ak)

• politiche che stimolano il progresso tecnico sono efficaci in entrambi i modelli perché in entrambi il tasso di crescita dipende dal progresso tecnico

• politiche che stimolano l'accumulazione di capitale umano e la sua corretta allocazione fra le diverse attività sono efficaci nei modelli di crescita endogena

Page 286: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Perché i livelli di reddito sono così diversi nel mondo?

• Il reddito pro capite è molto diverso da paese a paese, il reddito in dollari di un cittadino norvegese è circa 400 volte quello di un abitante del Malawi

• se questo è ciò che osserviamo nella realtà evidentemente, nel passato, i tassi di crescita nelle economie oggi più ricche devono essere stati molto più alti rispetto a quelle più povere

• come si spiegano differenze così pronunciate e quali indicazioni offrono a questo proposito le teorie di Solow e della crescita endogena?

• secondo il modello di Solow i divari nei tassi di crescita dovrebbero tendere ad attenuarsi nel tempo e le diverse economie dovrebbero convergere verso tassi di crescita e redditi pro capite simili

• secondo la teoria della crescita endogena tassi di crescita molto diversi possono persistere anche nel lunghissimo periodo

Page 288: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Il meccanismo della convergenza

k, y

k

i=sf(k*)

nk

k*

E*

y= f(k)

y*

kp

yr

kr

yp

yp-yr > yr-y*

Page 289: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Rendimenti decrescenti e tasso di crescita

• il capitale ha rendimenti decrescenti e tende a muoversi verso le economie dove è più scarso

• il progresso tecnico è esogeno, le conoscenze sono accessibili a tutti

tasso di crescita

K/L

gr

gp

K/Lp K/Lr

paesi poveri

paesi ricchi

Page 290: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

• Se la produttività è più alta nei paesi ricchi la convergenza non si verifica• Motivi:- le nuove tecnologie non sono accessibili a tutti- la mancanza di capitale umano, di infrastrutture, l’instabilità politica rendono meno

profittevole l’investimento nei paesi poveri

tasso di crescita

K/L

gr

gp

K/Lp K/Lr

paesi poveri

paesi ricchi

Page 291: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Convergenza fra Stati USA

Page 292: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Convergenza fra i paesi OCSE

Page 293: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Convergenza nel mondo

L’interpolazione non è statisticamente significativa

Page 294: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Convergenza o divergenza?

• La convergenza si verifica ma solo fra alcuni paesi che hanno caratteristiche simili dal punto di vista storico, istituzionale e della dotazione di capitale umano

• gli altri paesi sembrano allontanarsi come le galassie nell'universo in espansione

• alcuni paesi inizialmente privi delle caratteristiche necessarie alla convergenza hanno in realtà fatto grandi passi avanti raggiungendo livelli di reddito simili a quelli dei paesi più ricchi

• negli anni 70 e 80 ciò è accaduto in Corea, Singapore, Taiwan, Hong Kong, Malesia (Tigri asiatiche)

• negli anni recenti si sono aggiunti Cina, India e Brasile (BRICs)

Page 295: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Risparmio insufficiente

yk

k

i=sf(k)

(n)k

y=f(k)

L'economia è talmente povera che la popolazione utilizza quasi tutto il reddito per i consumi di sussistenza, il risparmio e l'investimento sono troppo bassi. l'economia non può crescere

Page 296: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Trappola della povertà

K soglia

PMK, i

i1

K

produttività marginale del capitale

costo del capitale

Page 297: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Equilibrio o disequilibrio?

Page 298: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Circoli viziosi e virtuosi

Nell’economia operano due tipi generali di meccanismi:• meccanismi di riequilibrio• meccanismi cumulativiNel primo caso, se il mercato si allontana dall’equilibrio, tende

spontaneamente a farvi ritorno (esempio: determinazione del prezzo)

I divari tendono a ridursi. • Se un’area cresce più di un’altra cresce anche la domanda di

lavoratori e i salari, l’area meno sviluppata diviene più competitiva (vedi Cina)

• Nelle aree più ricche e dotate di capitale i rendimenti degli investimenti diminuiscono, i capitali defluiscono verso aree meno dotate

Page 299: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Circoli viziosi

Nel secondo caso se il mercato si allontana anche di poco dall’equilibrio, la distanza tende ad aumentare. Se in un’area la domanda è inizialmente maggiore, le imprese aumentano la produzione, si creano economie di scala e di apprendimento (più si produce e più si impara a produrre in modo più efficiente), cresce la produttivitàconseguenze: •crescita del reddito e della domanda;•ulteriori economie di scala e di apprendimento;

Il circolo virtuoso tende ad autoalimentarsi. Nell’area in cui la domanda è minore si crea un circolo vizioso opposto

Page 300: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Il commercio può amplificare questo meccanismo?

• nel paese dinamico la produttività cresce e ciò rende le sue merci più competitive non solo sul mercato interno ma anche su quello del paese stagnante.

• aumentano le esportazioni del paese dinamico e le importazioni di quello stagnante, le cui imprese sono spiazzate dalla concorrenza esterna.

• nel primo la domanda che si rivolge alle imprese locali cresce ancora di più grazie alle esportazioni, nel secondo si contrae a causa delle importazioni.

• il risultato è che il divario cresce progressivamente.• questo meccanismo prende il nome di causazione circolare

cumulativa.

Page 301: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Il meccanismo della causazione circolare cumulativa

crescita della domanda

crescita della produzione apprendimento

crescita della produttività

maggiore competitività

ristagno della domanda

ristagno della produzione

scarso

apprendimento

ristagno della produttività

minore competitività

Paese avanzato(circolo virtuoso)

Paese arretrato(circolo vizioso)

ristagno del reddito

esportazioni

importazioni

crescita delreddito

Page 302: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde
Page 303: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Cina

Giappone

Paesi asiatici

India

Europa occ.

Europa or., Russia

USA

Africa

America latina

Distribuzione percentuale del reddito mondiale, anni 0 - 2000

Page 304: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

Esempi di domande d'esame

1.1. Cosa si intende per stato minimo nella concezione libertaria?Cosa si intende per stato minimo nella concezione libertaria?2.2. Come è possibile secondo Rawls stabilire regole oggettive di giustizia Come è possibile secondo Rawls stabilire regole oggettive di giustizia

sociale e su quali principi dovrebbero basarsi?sociale e su quali principi dovrebbero basarsi?3.3. Secondo gli utilitaristi se gli individui hanno curve di utilità marginale Secondo gli utilitaristi se gli individui hanno curve di utilità marginale

diverse può essere giusto redistribuire il reddito a favore dei più ricchi. diverse può essere giusto redistribuire il reddito a favore dei più ricchi. Spiegate perché?Spiegate perché?

4.4. Perché il criterio paretiano può aiutare le decisioni di politica economica Perché il criterio paretiano può aiutare le decisioni di politica economica solo in un numero molto limitato di casi?solo in un numero molto limitato di casi?

5.5. Descrivete le principali caratteristiche dei modelli di Stato sociale che Descrivete le principali caratteristiche dei modelli di Stato sociale che conoscete.conoscete.

6.6. Che cosa è la selezione avversa? In che modo influenza il funzionamento Che cosa è la selezione avversa? In che modo influenza il funzionamento del mercato?del mercato?

7.7. In quali condizioni i sistemi pensionistici a ripartizione funzionano meglio In quali condizioni i sistemi pensionistici a ripartizione funzionano meglio di quelli a capitalizzazione?di quelli a capitalizzazione?

Page 305: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

8.8. Quali motivi economici giustificano gli interventi pubblici contro il Quali motivi economici giustificano gli interventi pubblici contro il rischio di disoccupazione?rischio di disoccupazione?

9.9. In che cosa consiste la flexsecurity?In che cosa consiste la flexsecurity?10.10. Uno dei più gravi problemi dell'economia italiana è la scarsa Uno dei più gravi problemi dell'economia italiana è la scarsa

competitività e questo è dovuto in gran parte alla scarsa qualificazione competitività e questo è dovuto in gran parte alla scarsa qualificazione dei lavoratori. Perché in Italia si investe così poco in capitale umano?dei lavoratori. Perché in Italia si investe così poco in capitale umano?

11.11. In che cosa consiste la differenza fra politiche selettive e universali nel In che cosa consiste la differenza fra politiche selettive e universali nel settore dell’assistenza sociale?settore dell’assistenza sociale?

12.12. Che cosa è la tassa negativa sul reddito?Che cosa è la tassa negativa sul reddito?13.13. Mostrate graficamente un economia con rendimenti del capitale Mostrate graficamente un economia con rendimenti del capitale

decrescenti, crescita della popolazione e senza progresso tecnico. decrescenti, crescita della popolazione e senza progresso tecnico. Perché in un'economia di questo tipo il reddito per lavoratore non può Perché in un'economia di questo tipo il reddito per lavoratore non può crescere indefinitamente nel tempo?crescere indefinitamente nel tempo?

14.14. Le conoscenze scientifiche e tecnologiche non sono soggette a Le conoscenze scientifiche e tecnologiche non sono soggette a rendimenti decrescenti bensì crescenti. Spiegate perchérendimenti decrescenti bensì crescenti. Spiegate perché

Page 306: Lezioni di politica economica A.A. 2012-2013 Docente: Sergio Lodde

• Mostrate graficamente che, se gli individui hanno funzioni di utilità Mostrate graficamente che, se gli individui hanno funzioni di utilità uguali, la teoria utilitarista implica una distribuzione perfettamente uguali, la teoria utilitarista implica una distribuzione perfettamente ugualitaria.ugualitaria.

• Quali motivi giustificano l’intervento pubblico a tutela dei lavoratori Quali motivi giustificano l’intervento pubblico a tutela dei lavoratori contro il rischio di disoccupazione?contro il rischio di disoccupazione?

• Spiegate perché un’economia senza progresso tecnico non cresce Spiegate perché un’economia senza progresso tecnico non cresce indefinitamente ma tende a raggiungere uno stato stazionario.indefinitamente ma tende a raggiungere uno stato stazionario.

• Che cosa afferma il principio di differenza di Rawls? Quali giustificazioni Che cosa afferma il principio di differenza di Rawls? Quali giustificazioni adduce il filosofo a sostegno di questo principio?adduce il filosofo a sostegno di questo principio?

• Per l’Italia si può parlare di un circolo vizioso dell’istruzione. In che cosa Per l’Italia si può parlare di un circolo vizioso dell’istruzione. In che cosa consiste e quali ne sono le cause?consiste e quali ne sono le cause?

• Spiegate perché nel modello di Solow un aumento della propensione a risparmiare ha un effetto solo temporaneo sulla crescita economica.