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SEMIOGRAFIA DELLA MUSICA Caratteristiche comuni delle diverse civiltà musicali: suddivisione delle altezze nell'ambito dell'ottava ottava suddivisa in 12 semitoni (nella gran parte dei casi) utilizzo di scale pentatoniche ed eptatoniche intervalli caratterizzanti comuni: unisono, quarta, quinta, ottava utilizzo di tre specie di strumenti musicali: percussioni, a corda, a fiato Considerazioni: facoltà istintive comuni ai diversi popoli Semiografia della musica - LFS 2014 – Pag. 1/11

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SEMIOGRAFIA DELLA MUSICA

Caratteristiche comuni delle diverse civiltà musicali:– suddivisione delle altezze nell'ambito dell'ottava– ottava suddivisa in 12 semitoni (nella gran parte dei casi)– utilizzo di scale pentatoniche ed eptatoniche– intervalli caratterizzanti comuni: unisono, quarta, quinta, ottava– utilizzo di tre specie di strumenti musicali: percussioni, a corda, a fiato

Considerazioni:– facoltà istintive comuni ai diversi popoli

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MODELLI DI NOTAZIONE (1/2)

– Alfabetica– [VII sec. a.C.] Civiltà greca – [VI sec. d.C.] Boezio – [IX sec.] Nokter Labeus (lettere dalla A alla G)– [X sec.] Oddone di Cluny (lettere maiuscole, minuscole, minuscole doppie, b quadro e b molle)

– Neumatica adiastematica– [IX, X sec.] Canto gregoriano (Adiastematica pura con 8 neumi di riferimento e 15 famiglie

neumatiche)– [X, XI sec.] Canto gregoriano (Semi-diastematica, introduzione del rigo rosso F e rigo giallo C)

– Neumatica diastematica– [XI sec.] Riunificazione calligrafica delle famiglie tematiche:

- Guido d'Arezzo (995-1050) Notazione quadrata (diastematica): tetragramma, esacordi, solmisazione

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MODELLI DI NOTAZIONE (2/2)

– Modale– [XI sec.] Dasiana (Prima testimonianza di musica polifonica: Musica Enchiriadis (anonimo),

Organum parallelo)– [XI-XIII sec. ca.] Ars Antiqua (1160-1320): Differenziazione quantitativa (Longa/brevis), formule

ritmiche– [XIII sec.] Francone da Colonia (1250): Notazione Franconiana– [XIV-XV sec.] Ars Nova Musicae (Philippe de Vitry, 1320): Notazione mensurale nera, proportiones– [XV-XVII sec.] Gutenberg (1455): Notazione mensurale bianca

– Numerica (intavolature)– [XVI sec.] Sviluppo della musica strumentale (liuto, tastiera): Intavolature

– Basso continuo– [XVII-XVIII sec.] Sviluppo della tonalità: Basso cifrato

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NOTAZIONE EGIZIANA

– Nessuna documentazione diretta– Importanza della musica nella civiltà egizia (desumibile da rappresentazioni iconografiche)

– Flauti doppi, arpe, strumenti a corda a manico lungo (mandolino egiziano)

– Tesi “negazionista”: non esisteva alcun sistema di notazione scritto

– Tesi “possibilista”: – desume l'esistenza di un modello di notazione atto ad indicare le diverse accordature degli

strumenti– esigenza metrica, desunta da rappresentazioni iconografiche in cui i cantori battono il tempo con le

mani– passaggio di Platone (IV sec. a.C.) dall'Egitto, il quale narra della assoluta proibizione delle

innovazioni in musica (con conseguente conseguenza che le regole fossero rigidamente fissate informa scritta)

– Conseguenze della tesi “possibilista”– coesistenza di 2 percorsi musicali paralleli

– musica aristocratica (legata al tempio ed alla corte), legata alla immutabilità delle leggi(necessariamente legata a qualche forma di supporto grafico);

– musica popolare (slegata dalla classe colta), tramandata solo per mezzo della memoria

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NOTAZIONE CINESE (1/2)

– [2637 a.C.] Lyng-lun, filosofo e sapiente teorico della musica, dimostra con esempi pratici che:– la scala ha un suono fondamentale, dal quale vengono generati gli altri suoni– questi ultimi emergono a seguito di una “progressione naturale” per saldi di 5a ascendente o 4a

discendente– la progressione dei suoni è racchiusa entro i limiti dell'8a

– l'8a è suddivisa in 12 piccoli intervalli– nell'uso pratico non furono utilizzati tutti i 12 suoni della scala “cromatica”, ma solo alcune quinte

(FA-DO-SOL-RE-LA)– la scala-tipo utilizzava la seguente sequenza: FA-SOL-LA-DO-RE– ne consegue l'utilizzo di una scala diatonica, priva di semitoni (tipico anche di altre civiltà

primitive)– solo successivamente vengono introdotte nell'uso comune altri 2 suoni a distanza di 5a, MI e SI,

dando vita alla prima forma di scala eptacordale: FA-SOL-LA-SI-DO-RE-MI, con le successivevarie trasposizioni di altezza

– la notazione si sviluppa dall'alto in basso e da DX verso SX

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NOTAZIONE CINESE (2/2)

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NOTAZIONE GIAPPONESE (1/2)

– Inizialmente di derivazione cinese dicui subisce le influenze

– Lo strumento principale è il Koto (13corde), la cui accordatura determinaripercussioni sulla notazione

– Suddivisione dell'ottava in 12 semitoni– Scale che utilizzano 10 suoni derivanti

dalla sovrapposizione di 5e giuste,tranne un salto di 5a dim (re#-la)

– Sviluppo di un sistema modale che fariferimento a 3 modi pentafonali(primari) e 5 modi esafonali(secondari)

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NOTAZIONE GIAPPONESE (2/2)

– la notazione si sviluppa dall'alto in basso e da DX verso SX– la “battuta” viene rappresentata da cerchi grandi (inizio battuta) e piccoli (metà battuta)– in ogni colonna sono disposti, da SX verso DX: testo, cerchi, note (numero indicante la corda da suonare), abbellimenti

(sfumature)– il primo cerchio in alto indica il “principio”, una sorta di battito del tempo da parte dello strumentista

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NOTAZIONE INDIANA

Nell'antichità– suddivisione dell'ottava in 22 sruti (il più piccolo intervallo percepibile dall'orecchio

umano, secondo gli indiani), corrispondenti a ¼ di tono e ad 1/3 di tono– la diversa combinazione degli sruti dava origine a diversi modi, sulla cui struttura erano

composti diversi canti detti raga e ragini (i principali canti erano 6 raga e 30 ragini)

Oggi– oggi l'ottava è suddivisa in 12 semitoni, che a differenza di quella occidentale risentono

degli sruti (¼ ed 1/3 di tono)– la diversa disposizioni degli intervalli danno vita a decine di modi (nell'India

meridionale se ne contano almeno 72)

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NOTAZIONE GRECA (1/2)

– Scarsità di fonti, risalenti ad un arco temporale che va dal IV sec. a.C: al V sec. d.D.– Discordanza delle fonti semiografiche a causa della stratificazione dei trattatisti susseguitisi– [IV sec. a.C.] Archita da Taranto (e poi Pitagora) determina gli intervalli in maniera numericamente

precisa (Ottava 2:1, Quinta 3:2, Quarta 4:3) grazie alle risultanze degli esperimenti sul monocordo– Segue l'emancipazione della musica, da ancella della poesia a forma espressiva autonoma– Due periodi:

– dal V sec. a.C sino al V sec. d.C., la musica è di tipo intuitivo-creativo– successivamente la musica assume caratteristiche più tecniche, lasciando tracce semiografiche

più significative

Ritmica– verbale, su base quantitativa delle sillabe, breve ( ᴗ ) e lunga ( ― ), dove ― = ᴗ ᴗ– il ritmo è dato dall'alternanza di sillabe brevi e lunga– PIEDE: gruppo di sillabe (o di note)

2 tempi primi 3 tempi primi 4 tempi primi

ᴗ ᴗ (Pirrichio) ᴗ ― (Giambo)― ᴗ (Trocheo)ᴗ ᴗ ᴗ (Tribraco)

― ― (Spondeo)ᴗ ᴗ ― (Anapesto)― ᴗ ᴗ (Dattilo)ᴗ ― ᴗ (Anfibraco)

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NOTAZIONE GRECA (2/2)

Scala – tetracordi– generi (diatonico, cromatico, enarmonico)– sistema Teleion

– MODO (con riferimento all'ordine ed alla posizione degli intervalli)– HARMONIA (unione di 2 tratracordi, con riferimento all'effetto, all'ambito di utilizzo, alle qualità

emozionali) (es. harmonia dorica, frigia, lidia)– TONO (con riferimento alla scala trasposta)

– centralità del modo DORICO (MI), tetracordi disgiunti

Notazione strumentale– alfabeto antico di origine fenicia– un solo carattere per ogni suono della scala, variando la forma a seconda del genere (nel diatonico,

cromatico, enarmonico lo stesso carattere cambia al variare del genere)– genere diatonico: lettera in posizione dritta– genere enarmonico: lettera ruotata (90° in senso antiorario)– genere cromatico: lettera rivoltata (in senso speculare)

Notazione vocale– tre lettere differenti per ogni suono della scala, a seconda del genere (nel diatonico, cromatico,

enarmonico lo stesso carattere cambia al variare del genere)– alfabeto greco classico

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