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ΤΑΙΖΕΝ ΧΗΑΡΑΧΤΕΡ ΣΤΟΡΨ ΒΟΟΚ ΗΑΔΕΣ ΣΠΕΧΤΡΕ Opera a cura di Orion81 Pagina 87 FLEGIAS DI LYCAON - STELLA DEL CIELO PECCAMINOSO Età: 21 Altezza: 189 cm Peso: 81 Kg Data di nascita: 18 Settembre Gruppo Sanguigno: A Luogo di nascita: Lungo il Fiume Arancione, Sud Africa Mansione: Traghettatore della Palude Oscura e della Quarta Prigione Stella: Cielo Peccaminoso “ Il latrato del cane infernale reclama la morte! L'affidabile risolutore dei problemi dell'Inferno! “ E' il guardiano della quarta Prigione e della Palude Oscura. E' un combattente astuto che elevando il proprio cosmo all'interno del corpo, neutralizza il cosmo dell'avversario sia in caso di attacco che di difesa. Non possiede un colpo mortale particolarmente roboante, ma alla fine riesce sempre a ottenere la vittoria. Sconfigge anche Shiryu e Hyoga, ma viene battuto da Kanon. TECNICHE: HOWLING INFERNO

Licao

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Licao, Hades

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Opera  a  cura  di  Orion81   Pagina  87  

FLEGIAS DI LYCAON - STELLA DEL CIELO PECCAMINOSO

Età: 21 Altezza: 189 cm Peso: 81 Kg Data di nascita: 18 Settembre Gruppo Sanguigno: A Luogo di nascita: Lungo il Fiume Arancione, Sud Africa Mansione: Traghettatore della Palude Oscura e della Quarta Prigione Stella: Cielo Peccaminoso “ Il latrato del cane infernale reclama la morte! L'affidabile risolutore dei problemi

dell'Inferno! “

E' il guardiano della quarta Prigione e della Palude Oscura. E' un combattente astuto che elevando il proprio cosmo all'interno del corpo, neutralizza il cosmo dell'avversario sia in caso di attacco che di difesa. Non possiede un colpo mortale particolarmente roboante, ma alla fine riesce sempre a ottenere la vittoria. Sconfigge anche Shiryu e Hyoga, ma viene battuto da Kanon.

TECNICHE:

HOWLING INFERNO

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Opera  a  cura  di  Orion81   Pagina  88  

Scaglia due raggi luminosi proiezione dei suoi due ganci.

CARATTERE:

Flegias ha un carattere deciso e detreminato, è molto sicuro di se e della sua forza. Non sembra aver paura di affrontare tre Saint allo stesso tempo, anzi sembra stimolato dal confronto. La sua spavalderia gli costerà però inevitabilmente la vita nonostante abbia messo fuori combattimento due Bronze.

IL SUO POTERE E LA SUA STORIA:

Flegias svolge una funzione simile a Caronte, traghetta le anime dalla terza alla quarta prigione, ma al contrario dello Spectre dello Stige non cade a compromessi e non accetta ricompense. Per questo motivo Hyoga, Shyriu e Kanon si trovano scotretti a doverlo affrontare per poter proseguire nella corsa alla Giudecca. Dopo alcune battute di sfida Lycaon colpisce stordendo i due Bronze scagliandoli sulla zattera; convinto di essere superiore ai Saint di Athena utilizza la stessa tecnica anche contro Kanon che però la neutralizza senza alcun problema blccandola con una mano. Il nuovo Gold dei Gemelli per abbattere l’ostacolo utilizza il Galctican Explosion che non lascia scampo a Flegias che cade a terra senza vita.

DELUCIDAZIONI DA TAIZEN:

Pur possedendo un fisico straordinario, non usa tecniche che dipendono dalla forza, ha perfezionato invece un combattimento basato sulle finezze tattiche. Dopo aver sconfitto Hyoga e Shiryu viene ucciso dal Galaxian Explosion di Kanon.

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LA SUPLICE DEL CANE INFERNALE

PUGNO: ?? CALCIO: ?? ARMI SPECIALI: ?? SPIRITO: ?? GITTATA: ?? La sua armatura raffigura uno dei rettile della mitologia.

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MITOLOGIA

LICAONE: Esistono vari uomini della mitologia Greca legati a tale personaggio ma non solo infatti il Lycaone è anche un mammifero della famiglia dei canidi. Infine il Lycaone è un altro modo per definire gli uomini lupi cioè i Licantropi, definisione che probabilmente meglio si addice allo Spectre.

Licaone Umano: Licaone è un personaggio della mitologia greca, figlio di Pelasgo e sovrano dell'Arcadia, ritenuto in quasi tutte le versioni del mito come un uomo empio. Desiderando Zeus accertarsi dell'empietà di Licaone andò, travestito da contadino, a chiedere ospitalità al sovrano. Il re per sapere se l'ospite fosse veramente una divinità decise di servire al banchetto in suo onore le carni del nipote Arcade, o in un altro versione, quelle di un prigioniero. Il dio inorridito fulminò l'empio e tutti i suoi 49 figli, eccettuato Nittimo, salvato dalla dea Gea, il quale poté così succedere al padre. Un'altra versione del mito, narrata da Publio Ovidio Nasone nelle Metamorfosi, racconta che per la sua empietà Licaone fu punito con la trasformazione in un feroce lupo, destinato a cibarsi di carne umana. Questa versione viene messa in rapporto con i sacrifici umani che si svolgevano in Arcadia in onore di Zeus Liceo, quando una vittima umana veniva immolata e i celebranti, che si erano cibati delle viscere, venivano trasformati in lupi per otto anni. Scaduto questo termine potevano ritornare umani, a patto che non avessero mangiato carne umana. Licaone era un figlio di Priamo e di Laotoe. È citato nell' Iliade di Omero, precisamente nel ventunesimo canto, quando Achille per vendicare la morte del suo amico fraterno Patroclo, fa strage di troiani sul fiume Scamandro, che scorre vicino Troia. Il povero Licaone da bambino era stato rapito da Achille, che lo vendette come schiavo, per poi appunto rivederlo in armi ed ucciderlo con un colpo di spada alla clavicola. Nell' episodio possiamo notare un cambiamento da parte dell' eroe greco. Infatti non è più colmo di onore e di gloria, per aver ucciso un suo avversario, ma diventa un semplice assassino, lontano dai parametri di abile guerriero. Licaone con un gesto di supplica (ossia toccando i ginocchi di Achille e sottomettendosi ) cerca di far provare pietà al suo nemico. Quest'ultimo sembra non essere scosso da alcuna pena, ma arriva addirittura a gettarlo nel fiume, negandogli anche la possibilità di ricevere le esequie funebri, con le quali le anime potevano giungere sino al cancello dell'Ade.

Licaone Canide: Il licaone (Lycaon pictus) è uno dei mammiferi che presentano interessantissimi aspetti di vita sociale. Si tratta di una specie gregaria che caccia in branco e nella quale, stando alle ricerche sin qui svolte seguendo i licaoni nei loro ambienti, la cooperazione e l'altruismo (utilizziamo termini antropomorfici per far intendere bene questi aspetti del comportamento di questa specie) raggiungono livelli notevoli rispetto alla grande maggioranza dei mammiferi sociali.

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Il licaone è un canide dalla corporatura che può sembrare un po' quella di una iena; non è un caso infatti che i tedeschi lo chiamino Hyänenhund cioè «cane-iena». Ha zampe lunghe, testa robusta con orecchie grandi, larghe ed arrotondate. Il pelame presenta notevoli variazioni di colore su di una base costituita da un miscuglio di toni neri, marroni, bianchi e gialli.

Licaone Licantropo: Il licantropo (dal greco λύκος (lýkos), "lupo" e ἄνθρωπος (ànthropos), "uomo") detto anche uomo-lupo o lupo mannaro è una delle creature mostruose della mitologia e del folklore poi divenute tipiche della letteratura horror e successivamente del cinema horror. Secondo la leggenda, il licantropo è un uomo condannato da una maledizione che, ad ogni plenilunio, inizia a ricoprisi di peli e a munirsi di zanne fino a diventare un vero e proprio lupo feroce, pericoloso e aggressivo. Nella narrativa, generalmente lo si può uccidere solo con un'arma d'argento, ma questo elemento spesso manca nella tradizione popolare. Secondo alcune interpretazioni, il licantropo non sarebbe in grado di trasmettere la propria "malattia" ad un altro essere umano dopo averlo morso.

Storia e diffusione del mito: Il lupo è stato un animale soggetto ad un radicale processo di demonizzazione e rivalutazione, fra i pochi ad essere intimamente connessi all'immaginario umano. Il lupo è un simbolo ambivalente. La sua immagine è mutata dal buono al malvagio, ritornando infine ad essere ammirata, di pari passo col cammino della civiltà: amato per gli stessi pregi che hanno fatto dei suoi discendenti l'animale domestico per eccellenza, invocato nei riti sciamanici come guida sul terreno di caccia, ammirato per la forza e l'astuzia, addomesticato per diventare un alleato, ma poi cacciato per impedirgli di predare le greggi e infine addirittura demonizzato durante il Medioevo. Il modo di considerare il lupo muta, in maniera piuttosto brusca e radicale, col passaggio dell'uomo dal nomadismo, basato sulla caccia, alla cultura stanziale ed agricola. Il cacciatore ha bisogno della forza dell'animale totemico, del predatore, che lo può portare a scovare e a uccidere la preda, e il lupo è il predatore per eccellenza. Per i cacciatori nomadi delle steppe dell'Asia centrale era rappresentativo della tribù e suo protettore. L'agricoltore ha un rapporto radicalmente diverso con esso: il lupo diviene minaccia alle greggi ma, contemporaneamente, i suoi cuccioli, debitamente addestrati, possono divenire preziosi alleati contro i loro stessi simili. Il mito dell'uomo che si trasforma in lupo o viceversa è antico e presente in molte culture. I miti che riguardano la figura del lupo hanno origine, con buona probabilità, nella prima età del bronzo, quando le migrazioni delle tribù nomadi indo–ariane le portarono in contatto con le popolazioni stanziali europee. Il substrato di religioni e miti "lunari" e femminili degli antichi europei si innestò nel complesso delle religioni "solari" e maschili dei nuovi arrivati, dando vita ai miti delle origini, in cui spesso il lupo è protagonista. La sovrapposizione tra i culti solari della caccia e quelli lunari della fertilità si riscontra nei miti che vedono il lupo come animale propiziatore della fecondazione. In

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Anatolia, fino ad epoca contemporanea, le donne sterili invocavano il lupo per avere figli. In Kamchacta, i contadini, nelle feste ottobrali, realizzavano con il fieno il simulacro di un lupo a cui recavano voti, perché le ragazze in età da marito si sposassero entro l'anno. Questo intimo legame, nel bene e nel male, tra l'uomo e i canidi ha fatto sì che tra tutti i mannari proprio quelli di stirpe lupina siano tra le specie con le origini documentabili più antiche. Le leggende riguardo gli uomini–lupo si moltiplicano in tutta Europa dall'Alto Medioevo in poi. Il corpus mitologico che ne scaturisce si manterrà sostanzialmente in costante espansione fino al XVIII secolo, con punte di massima crescita tra il XIV e il XVII secolo, in coincidenza delle più grandi cacce alle streghe dell'Inquisizione. Dal Settecento in poi si tenderà a sconfessare apertamente la possibilità che un essere umano si muti fisicamente in un lupo, e la licantropia rimarrà contemplata solamente dalla psichiatria come affezione patologica che porta il malato già "lunatico" a credersi bestia a tutti gli effetti. Nel folclore locale manterrà, invece, solide radici.

Antico Egitto: Nell'antico Egitto, le prime raffigurazioni di un incrocio tra un canide e un uomo riguardano lo sciacallo. Anubi, infatti, compare tra le principali divinità venerate dagli antichi egizi, sia nell'Alto che nel Basso Regno, fin dalle prime dinastie. Il dio viene propriamente raffigurato come uno sciacallo, il più delle volte accucciato ma, quando deve presiedere ai riti del trapasso, assume la forma di un uomo con la testa di sciacallo. Le sue raffigurazioni, sebbene compaiano già all'inizio della storia egizia, si fanno più frequenti a partire dal Medio Regno (2134 a.C.-1991 a.C.), quando si diffondono maggiormente le tombe ipogee riccamente decorate. Anubi è il protettore degli imbalsamatori; presiede al processo di conservazione del defunto e guida il suo akh (l'equivalente dell'anima cristiana) nel regno delle ombre. Lo conduce fino a Osiride, a cui era deputato il giudizio dell'anima. Anubi, inoltre, insieme ad Horus presiede alla pesatura del cuore del defunto, il risultato del quale è uno degli elementi per il giudizio stesso. In questo caso non si può parlare di mannarismo vero e proprio perché manca l'aspetto della trasformazione, volontaria o involontaria; semplicemente, le due forme del dio convivono nell'immaginario egizio. La convivenza contemporanea di due o più forme per le divinità è caratteristica della religione egiziana e probabile traccia di un tentativo di unificazione di vari pantheon separati, nati indipendentemente lungo il corso del Nilo.

Antica Grecia: Nell'Antica Grecia compaiono altre raffigurazioni, rispettivamente, Zeus, Febo e Licaone. Zeus è un appassionato mutaforma e più volte si serve della sua facoltà per sedurre donne mortali eludendo la sorveglianza di Hera. Nel suo repertorio di trasformazioni (che, in effetti, si può ritenere illimitato, essendo egli un dio), vi è anche quella in lupo. Proprio in questa forma, e col nome di Liceo era adorato in Argo. In questa città, e sotto forma di lupo, Zeus era comparso per appoggiare il malcontento popolare nei confronti del re Gelanore e appoggiare l'eroe Danao, che al re fu sostituito. Febo, insieme a sua sorella

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Artemide, viene partorito da Latona, trasformata in lupa. Inoltre, tra le facoltà attribuite al dio Febo-Apollo vi è quella di mutare forma; una delle sue trasformazioni è appunto in lupo. A Febo Lykos viene anche dedicato un boschetto nei pressi del suo tempio ad Atene, nel quale soleva tener lezione ai suoi discepoli Aristotele (il Liceo di Aristotele, da cui prende il nome l'ordine scolastico, detto, appunto, liceo). Il lupo diviene quindi animale della sapienza. Il mito di Licaone documenta, nelle sue varie versioni, il passaggio del lupo da creatura degna di venerazione a essere da temere. Nella versione originaria, Licaone, re dei Pelasgi, fonda sul monte Liceo la città di Licosura, la prima città di questo popolo. Nelle versioni successive Licaone divienee un feroce re dell'Arcadia. Un giorno dette ospitalità a un mendicante ma, per burlarsi di lui, lo sfamò con le carni d'uno schiavo ucciso (secondo altre versioni, la portata principale era uno dei suoi stessi figli). Il mendicante, che era in realtà Zeus travestito, si indignò per il gesto sacrilego, e dopo aver fulminato i suoi numerosi figli lo trasformò in lupo, costringendolo a vagare per i boschi in forma di bestia. L'economia nella zona dell'Arcadia in cui ha origine la seconda versione del mito è molto più legata all'allevamento di quanto non fossero Atene o Argo. Si riflette quindi, in questa visione del predatore, l'atteggiamento di diffidenza che poteva assumere una società pastorale; il lupo viene visto, qui, come negativo, essere trasformati in esso è una punizione, non più una qualità divina. Il "lupo cattivo" stesso, nemesi dell'eroe in duemila anni di favole, ha i suoi natali nella Grecia antica. La lupa Mormolice, demone femminile, diviene lo spauracchio dei bambini cattivi, che, secondo le madri greche, fa diventare zoppi. Non mancano i riferimenti alla licantropia nella letteratura e nella mitologia di molti popoli. Nella Bibbia il re Nabuccodonosor fu trasformato da Dio in un essere dalle parvenze di un lupo. Per quanto riguarda la mitologia greca, è presente il riferimento a "Lycaon", re dell'Arcadia e figlio di Pelasgos. Una delle versioni sulla leggenda, narra che il re ed i suoi figli erano individui irriverenti, e vollero mettere alla prova le vere sembianze degli ospiti, preparando loro una pietanza a base di carne umana. Le divinità non gradirono questo gesto e Zeus li folgorò e li trasformò in lupi. Ma ancora più anticamente, una delle pratiche del culto di Zeus prevedeva un rituale sacrificio umano; le viscere delle vittime venivano mangiate dagli officianti al banchetto, che, però, venivano trasformati in lupi per un tempo prestabilito di otto anni. Da ricordare la credenza che i Daci derivassero dall'unione sacra tra un lupo ed una principessa.

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FLEGIAS: Flegias nella Mitologia Antica: Ebbe un figlio, Issione, e una figlia, Coronide; quest'ultima fu sedotta e messa incinta da Apollo. Per vendicare la morte della figlia Flegias tentò di incendiare il tempio di Apollo a Delfi (uno dei santuari più importanti Greci). Non venne però perdonato per questo affronto, tanto che il Dio, dopo averlo crivellato di frecce, lo scaraventa nel Tartaro e per condanna dovette stare per l’eternità con un grosso

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masso sempre sul punto di cadergli addosso schiacciandolo. La sua storia è narrata nell'Eneide e nella Thebais di Stazio. Il nome comune phlegyas indica un tipico avvoltoio dal piumaggio rosso e richiama il termine greco "phlego" e il "flagro" latino, tradotti entrambi come "incendio, ardo", questo significato etimologico e la storia stessa di questo personaggio, emblema di un ira fulminea e deflagrante, lo renderanno il perfetto traghettatore dello Stige nella Divina Commedia.

Flegias in Dante: Nell'VIII canto dell'Inferno Dante e Virgilio si trovano davanti alle paludi dello Stige, dove sono puniti gli iracondi e gli accidiosi. Qui ricevono aiuto nel traghettare la palude da Flegias, le cui sembianze non vengono descritte e anche il cui vero ruolo è taciuto. Se sembra improbabile che sia un traghettatore per i peccatori di passaggio ai cerchi inferiori, essendo le anime spedite direttamente dopo il giudizio di Minosse, forse potrebbe essere colui che prende gli iracondi e li getta al centro della palude. In ogni caso Dante si preoccupa solo di citare la sua sovreccitazione, data dalle sue grida sia all'arrivo che alla discesa dei due poeti sulla sua veloce barca.

IMPRESSIONI PERSONALI:

Flegias è uno degli spectre che per lo spazio dedicatogli, davvero ridotto, ha dimostrato doti notevoli riuscendo a mettere fuori combattimento due Bronze e per esser eliminato Kanon ricorre alla sua tecnica più micidiale, quindi sembra avere grandi doti sia fisiche che basate su una tecnica molto efficace. L’ennesimo Spcetre che avrebbe a mio avviso meirtato maggior spazio.

Fonti Ufficiali e Autore: Taizen – Orion81 - Wikipedia