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Capitolo 5 La produzione e i costi

Lieberman Hall cap. 1 - unipa.itmario.lavezzi/didatticaMat/ppt2web/Cap5_LH.pdf · matematica che può diventare molto complicata. Per i nostri scopi considereremo una funzione di

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Capitolo 5

La produzione e i costi

Spostiamo l'attenzione sulle imprese La natura delle imprese L'impresa è una organizzazione, posseduta e

gestita da privati, specializzata nella produzione

La produzione è il processo che combina gli input per ottenere beni e servizi

Figura 1: relazione dell'impresa con fornitori (di input), proprietari, Stato e Clienti

L'impresa ottiene dai clienti un ricavo.

Parte importante del ricavo serve per pagare i

fornitori dei fattori produttivi: lavoro, macchinari, materie prime, ecc.

Il complesso di questi pagamenti costituisce i costi di produzione

Il profitto è dato dalla differenza tra ricavi e costi, cioé profitto = ricavo – costi

Il profitto, al netto delle imposte (versate allo stato), spetta ai proprietari

L'impresa versa le imposte allo Stato, ne deve rispettare le leggi, riceve dei servizi: strade, ponti, ecc., e un sistema giuridico

La produzione L'impresa utilizza degli input come lavoro,

capitale fisico e umano, terra. L'impresa combina gli input tramite la

tecnologia. Noi la consideriamo come un dato, come un vincolo a cui l'impresa è soggetta

Tale vincolo è rappresentato dalla funzione di produzione (Figura 2)

Per ogni diversa combinazione di input, la funzione di produzione indica la quantità massima di prodotto realizzabile in un dato periodo

La funzione di produzione è una funzione

matematica che può diventare molto complicata.

Per i nostri scopi considereremo una funzione di produzione semplice, in cui l'impresa utilizza due input: capitale e lavoro

Breve e lungo periodo Per modificare il proprio livello di produzione,

tipicamente una impresa deve modificare il livello di input utilizzati

Si definisce lungo periodo, un periodo di tempo nel quale l'impresa ha la possibilità di modificare tutti i suoi fattori di produzione

Si definisce breve periodo, un periodo di

tempo nel quale almeno uno dei fattori di produzione non può essere modificato

Gli input che non si possono variare nel breve periodo sono detti input fissi.

Un input che non sia fisso si definisce input variabile

Nel LP tutti gli input sono variabili Nel BP almeno un input è fisso

La produzione nel breve periodo Consideriamo l'impresa “Autolavaggio

Spotless” L'impresa utilizza due fattori: capitale K (fisso),

e lavoro L (variabile) Ipotizziamo che la quantità di capitale sia

fissata a 1 unità nel BP. Consideriamo le variazioni del prodotto totale

Q quando L varia e K è fisso Prodotto totale: quantità massima di prodotto che

si può ottenere con una data combinazione di input

Figura 3 Ogni unità aggiuntiva di Q che si ottiene con

una unità aggiuntiva di L si defnisce prodotto marginale del lavoro (MPL)

Più precisamente.. Il prodotto marginale del lavoro è dato dal

rapporto tra la variazione del prodotto totale (∆Q) e la variazione del numero di lavoratori (∆L).

MPL = ∆Q/∆L

I rendimenti marginali del lavoro Torniamo alla Figura 3.. Quando MPL è crescente, siamo in presenza di

rendimenti crescenti del fattore lavoro Perchè? Ad es. perché inizialmente si può sfruttare

meglio la specializzazione del lavoro. Un lavoratore aggiuntivo rende più produttivi gli altri lavoratori

Quando MPL è decrescente, siamo in presenza di rendimenti decrescenti del fattore lavoro Perchè? Ad es. perché man mano i lavoratori

diventano “troppi” in relazione al fattore fisso

Quest'ultimo aspetto può essere generalizzato La legge dei rendimenti (marginali)

decrescenti afferma che, quando la quantità di un fattore aumenta in presenza di una quantità fissa di tutti gli altri fattori, il prodotto marginale di questo fattore tenderà a diminuire.

I costi L'aspetto dei costi è fondamentale per la attività

di una impresa. Una impresa tipicamente cercherà di mantere i

propri costi al livello minimo (essendo profitto=ricavi – costi)

Il concetto di costo opportunità si applica anche

all'impresa Il costo totale di produzione di una impresa

corrisponde al costo opportunità sostenuto dai proprietari: comprende tutto ciò che devono sacrificare per realizzare una certa quantità di prodotto

Cosa includere nei costi di produzione? Alcuni costi non sono rilevanti: es. “costi

irrecuperabili” (sunk costs). Costi sostenuti a prescindere dalla produzione futura di un bene. Es. costi di ricerca sugli effetti di un nuovo

prodotto.

I costi rilevanti per la decisione di produrre una

merce sono i costi di produzione e commercializzazione di quella merce.

I costi di una impresa comprendono costi espliciti e costi impliciti Costi espliciti: salari dei dipendenti, costo delle

materie prime, ecc. Costi impliciti: costi opportunità della terra del

proprietario, c.o. del denaro e del tempo del proprietario, ecc.

Se un individuo avvia una impresa, il costo opportunità di questa decisione è quanto avrebbe potuto ottenere avviando, ad es. una impresa in un altro settore.

I costi di breve periodo L'impresa affronta la questione dei costi su

diversi orizzonti temporali. Iniziamo dallo studio dei costi nel breve

periodo (BP), in cui almeno uno dei fattori di produzione è fisso.

I costi degli input fissi si definiscono costi fissi. I costi fissi non dipendono dalla quantità prodotta

I costi degli input variabili si definiscono costi variabili. I costi variabili dipendono dalla quantità prodotta

Il calcolo dei costi nel BP Il livello dei costi dipende dal livello della

produzione. Per calcolare i costi di produzione, ad es. di una

certa quantità, è necessario: Identificare le quantità di input necessarie per

produrre quella quantità Considerare i prezzi degli input Vedi Tabella 3

I costi totali Costo fisso totale (TFC): costo di tutti i fattori

fissi Costo variabile totale (TVC): costo di tutti i

fattori variabili Costo totale (TC): somma di tutti i costi fissi e

costi variabili

TC = TFC + TVC Vedi Figura 4

I costi medi Indicano i costi per unità di prodotto Costo fisso medio (AFC): costo medio di tutti i

fattori fissi.

AFC = TFC/Q Q: quantità di prodotto AFC diminuisce sempre all'aumentare della

produzione

Costo variabile medio (AVC): costo medio di

tutti i fattori variabili.

AVC = TVC/Q Q: quantità di prodotto AVC può aumentare o diminuire all'aumentare

della produzione. Tipicamente ha una forma a “U” (prima decrescente poi crescente)

Costo totale medio (ATC): costo medio di tutti i fattori.

ATC = TC/Q Q: quantità di prodotto Per l'andamento di ATC vedi Figura 5

Costo marginale (MC): rapporto tra la

variazione del costo totale e la variazione della produzione.

MC = ∆TC/∆Q ∆Q: variazione della quantità di prodotto Vedi Tabella 3

Il motivo della forma della curva di MC Vedi Figura 5 (1) Il MC è pari alla pendenza della curva di

TC Nella Figura 4, si nota che la pendenza (che è

sempre positiva) è inizialmente decrescente e poi crescente

Perchè? Questo andamento riflette l'andamento del rendimento marginale del lavoro (MPL). Inizialmente, MPL è crescente (cioè i primi

lavoratori aggiunti danno un rendimento marginale maggiore dei lavoratori già presenti)

Quindi, inizialmente, per ottenere una unità aggiuntiva di prodotto si deve aggiungere una quantità inferiore di lavoro.

Quindi, MC inizialmente diminuisce (essendo MC la variazione di costo totale associata alla produzione di una unità aggiuntiva)

Finchè MPL aumenta, MC diminuisce Proseguendo, all'aumentare di Q la situazione si

ribalta... Finchè... MPL diminuisce, MC aumenta

(2) Relazione tra costi marginali e costi medi Figura 5: la curva di MC e ATC/AVC

inizialmente scendono e poi risalgono La curva MC è inizialmente “sotto” le curve di

ATC e AVC, poi passa “sopra” La curva MC “taglia” le curve di ATC e AVC

nel loro punto più basso (punto di minimo)

Perchè?

Esempio della media dei voti Se avete la media del 27 e prendete un 30...la vostra

media aumenta.. Se avete la media del 27 e prendete un 24...la vostra

media diminuisce.. Se avete la media del 27 e prendete un 27...la vostra

media non cambia.. Se avete un certo voto medio (27)..

Se il voto marginale (30) è superiore al voto medio, la media aumenta

Se il voto marginale (24) è inferiore al voto medio, la media diminuisce

Se il voto marginale (27) è uguale al voto medio, la media non cambia

Perchè? La relazione tra costi medi e marginali si spiega

in questo modo... Figura 5 Questo spiega anche perchè le curve di costo

medio hanno un andamento a “U”.

Produzione e costi nel lungo periodo (LP) Nel LP non ci sono costi fissi, tutti i costi sono

variabili L'impresa deve decidere quale combinazione di

input utilizzare per ogni livello possibile di produzione.

La regola che l'impresa seguirà, essendo interessata a massimizzare i profitti, sarà di cercare di produrre ogni quantità al minor costo

Esempio

L'autolavaggio spotless vuole conoscere il costo di lavaggio di 196 automobili

Nel BP esso sarà pari a €435 (Tabella 3). Nel BP l'impresa può variare solo il numero di

lavoratori Ma nel LP l'impresa può variare anche la quantità

del capitale Tabella 5: l'impresa può ad esempio scegliere tra 4

combinazioni capitale/lavoro, ciascuna delle quali sarà associata ad un certo costo totale per 196 automobili.

In questo caso il metodo C corrisponde al costo totale di LP per lavare 196 automobili

Esso è cioè il minore costo al quale l'impresa può

“produrre” 196 lavaggi di automobili, tra varie opzioni disponibili

Questo concetto si può generalizzare: si può definire per ogni livello di produzione il costo totale di lungo periodo (LRTC), cioè il minore costo di produzione di ciascuna quantità.

Vedi Tabella 6 E' possibile defire anche il costo medio totale di

lungo periodo (LRATC), dato da:

LRATC = LRTC/Q

La relazione tra costi di LP e BP In alcuni casi, LRTC è inferiore a TC (ad

esempio per lavare 196 automobili, vedi Tabelle 3 e 5)

Per alcuni livelli produzione però, è possibile che LRTC sia uguale a TC (ad esempio per 130 auto) Cioè, anche essendo libera di variare la

combinazione di tutti gli input, l'impresa otterrà il minor costo con la combinazione di BP

Intuizione: se il numero di lavaggi è sufficientemente piccolo (ad es 130 < 196), non sarà “conveniente” utilizzare un impianto “grande”

In generale... LRTC sarà sempre minore o uguale a TC

(LRTC ≤ TC) Stesso discorso per i costi medi... (LRATC ≤ ATC)

Essendo LRATC = LRTC/Q e LRATC = ATC/Q Relazione grafica tra LRATC e LRTC Ogni curva ATC è tracciata per un dato

impianto (nome che indica gli input fissi) Possiamo dire dunque che, nel LP, un'impresa è

in grado di scegliere impianti diversi.

Quindi, graficamente, noi possiamo tracciare

tante curve ATC quanti sono gli impianti disponibili

Vedi Figura 6 L'impresa, nel LP, sceglierà di posizionarsi per

ogni livello di produzione, sulla curva ATC più bassa.

La curva LRATC si ottiene unendo le parti più basse di ciascuna curva ATC per ogni livello di produzione

Potremmo anche dire: nel BP l'impresa si muove su una data curva ATC, nel LP, l'impresa si muove tra diverse curve ATC

La forma della curva LRATC Figura 7: la curva LRATC è “liscia” (caso in

cui l'impresa può scegliere tra un numero molto elevato di impianti).

L'andamento è a “U”: inizialmente il costo medio di LP diminuisce, poi rimane costante, poi aumenta.

Questo è quello che accade in molte industrie Le economie di scala Si hanno economie di scala quando,

all'aumentare della produzione, il costo unitario diminuisce (LRATC decrescente)

Affinchè questo accada è necessario che,

all'aumentare della produzione, il costo di produzione aumenti in misura meno che proporzionale Es. se la produzione raddoppia, il costo di

produzione aumenta di meno del doppio. Quando è possibile realizzare economie di

scala? Specializzazione: all'aumentare della produzione, i

lavoratori man mano si specilizzano, diventando più produttivi. Tipicamente questo accade a livelli bassi di produzione

Utilizzo di fattori fissi “in blocco” (indivisibilità):

tipicamente i macchinari sono utilizzabili in quantità intere (non si può ad esempio utilizzare mezzo forno, mezzo apparecchio radiografico, ecc.)

In questo caso, per livelli di produzione bassi, il macchinario inciderà molto sul costo unitario. Man mano che si aumenta la produzione, l'incidenza sarà minore.

Quindi, per livelli bassi di produzione, l'impatto su LRATC sarà elevato, ma tenderà a diminuire per livelli crescenti di produzione.

Le diseconomie di scala Si hanno diseconomie di scala quando,

all'aumentare della produzione, il costo unitario aumenta (LRATC crescente)

Intuizione: le grandi dimensioni creano problemi..in particolare di natura organizzativa e burocratica

I rendimenti costanti di scala Si hanno rendimenti di scala costanti,

all'aumentare della produzione, il costo unitario rimane costante (LRATC piatta) Situazione intermedia: i benefici delle economie di

scala sono terminati, e gli effetti delle diseconomie di scala non si sono ancora fatti sentire