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Life Around

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Libro di Fotografie e Poesie, con la prefazione della scrittrice napoletana, di fama nazionale, Antonella Cilento, intitolato “Life Around”, realizzato interamente dai pazienti psichiatrici del Centro Diurno di Via Sandriana a San Giorgio a Cremano.

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Direzione creativae layout grafico

Gaetano CataldoGiuseppe Ippolito

a cura di Ornella Scognamiglio

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Ringraziamenti

Quando un’idea diventa invadente, quando un sogno diventa ur-gente, non puoi non ascoltare, non puoi divagare. Così nascono i nostri progetti, le nostre iniziative. Noi della cooperativa ci guar-diamo, ammiccando, ognuno sa, che sarà difficile, ognuno di noi dice “nooo un’altra follia”. Ma tutti sappiamo già, che non impor-ta la fatica, non importa degli ostacoli, non importa che forse non importa a nessuno, e sappiamo già che la scintilla nei nostri occhi è figlia di quell’idea che ormai è diventata così invadente, e quel sogno è diventato un bisogno. Allora poi quell’idea passa ad altri e diventa l’idea degli altri, poi quell’idea che non sai come nasce, non sai nemmeno più da chi nasce, contamina. E di mente in mente, da sogno individuale diventa sogno collettivo. E così che abbiamo contaminato con le nostre parole chi di parole ha fatto il senso della sua vita e quindi incontriamo Antonella Cilento, scrittrice, che leg-gendoci ha scritto per noi parole di senso profondo, che non smette-remo di ringraziare. Le idee prendono corpo attraverso le sinergie, come quelle di, Gaetano Sannino, responsabile del Centro diurno di Via Sandriana ed i ragazzi del Centro che hanno realizzato questa piccola meraviglia, la raccolta di fotografie e poesie “Life Around”. Ogni giorno loro sono guidati da una formidabile, temeraria, trasci-natrice che si chiama Ida Verolino, coordinatrice del Centro Diur-no, che “follemente”, con noi da sempre, come socia volontaria ci accompagna in questa incredibile avventura, che è la “cooperativa sociale”. Il suo sogno è diventato il nostro sogno, la sua energia si è incontrata con la nostra e si materializza ogni giorno, attraverso il nostro lavoro. A lui dobbiamo la nascita di tutto, al nostro Manlio Grimaldi, il direttore dell’Unità Operativa di San Giorgio a Crema-no, che con la sua tenacia ci sostiene sempre.

Ornella Scognamiglio(presidente cooperativa)

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E’ un continuo incontro di dita, un continuo toccare e illuminare il libro che state per sfogliare. Scriveva Franz Kafka che un vero libro deve essere come l’ascia che taglia il ghiaccio della nostra vita, in altre parole non può lasciarci indifferenti. Una volta letto, quel libro ci avrà trasformati. Credevamo d’essere qualcuno prima di leggerlo, ora che l’abbiamo chiuso scopriamo d’essere altro. Questo è il solo potere dell’arte. Accade, quando la forza è autentica, con una pagina, con una foto, con un quadro, con la mu-sica. Accade anche, sia pure senza alcuna pretesa, dopo aver attraversato le foto e le poesie raccolte in Life Around a cura della cooperativa sociale Litografi Vesuviani. Molte catene e molte gelide lastre da spezzare esistono intorno alle storie di uomini e donne di cui si occupano la cooperativa e gli operatori del progetto DiversaMente: lastre di prevenzione, catene di pregiudizio, barriere di paura ma, soprattutto cancelli d’indifferenza, il peggiore ostacolo che alimenta i tabù. La disabilità psichica è un tabù antichis-simo che isola chi è diverso, che crea manicomi, lager e ghetti, salvo poi esaltare alcune rare personalità che, dalla più grande paura che si possa vivere, la paura della follia, risorgono in veste d’artista. Ma la quotidianità, la follia senza essere Van Gogh o Antonio Ligabue, la differenza da integrare e conoscere, l’aiuto alle famiglie che vivono questa realtà da vicino non è più argomento di autentica e pubblica di-scussione in Italia dai tempi della legge Basaglia. Chi ha un disabile psichico in famiglia scopre di non avere punti di riferimento e di non sapere a chi rivolgersi in caso di necessità, stenta a rintracciare una rete di persone che conosca e accolga il suo bisogno. I media tacciono, la solitudine disegna cerchi di silenzio. Il lavoro di DiversaMente e dei Litografi Vesuviani diventa in questo contesto un raro e pre-zioso esempio di buona pratica, perché non solo offre l’assistenza terapeutica e materiale necessaria, ma guarda avanti, guarda al futuro e produce un’opportunità di lavoro (per di più creativo) per i ragazzi coinvolti. Sfogliando queste pagine troverete molte candele accese che illuminano il bianco e nero. Troverete mani che vi offrono la luce e si offrono l’opportunità di guardarla. Una mano senza corpo emerge da un cespuglio contro il cielo azzurro: forse lo scatto più bello, che parla di antico. La divinità è nascosta nel folto e richiama l’attenzione: questa mano appare dal nulla, segno dello spirito nella natura. Un richiamo, una richiesta d’aiuto, forse un avvertimento, ma, soprattutto, un mistero. Siamo tutti di fronte alla nostra esistenza nudi e in attesa che una mano ci chiami dal cespuglio. Siamo, come scrive Francesco Tordoni in una delle poesie, “goccia mestosa riflesso di altre”Siamo i piedi nudi nell’acqua che scorre di un torrente. Siamo le mani sotto una fontana, siamo i “piedi immersi per confrontarsi/piedi immersi per cimentarsi” di cui scrive ancora Francesco. Le mani a volte fanno ombra: contro il sole che squilla il palmo è buio, riparo ma anche avvertimento. Non sono tutto in luce e la mia ombra mi fa paura: accogliete, per piacere, la mia ombra, in fondo non è che una mano tesa. Altre volte i piedi si riposano, incrociati, su un letto di foglie, piedi d’uomo e piedi di donna: pausa, interruzione del cimento, estate.Life Around è un canto al contatto, è un inno alla natura: anche se fate finta di non veder-ci, noi ci siamo, tocchiamo le cose, il vento e l’acqua ci sfiorano, il fuoco ci illumina, esistia-

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Siamo le mani sotto una fontana, siamo i “piedi immersi per confrontarsi/piedi immersi per cimentarsi” di cui scrive ancora Francesco. Le mani a volte fanno ombra: contro il sole che squilla il palmo è buio, riparo ma anche avvertimento. Non sono tutto in luce e la mia ombra mi fa paura: accogliete, per piacere, la mia ombra, in fondo non è che una mano tesa. Altre volte i piedi si riposano, incrociati, su un letto di foglie, piedi d’uomo e piedi di donna: pausa, interruzione del cimento, estate. Life Around è un canto al contatto, è un inno alla natura: anche se fate finta di non vederci, noi ci siamo, tocchiamo le cose, il vento e l’acqua ci sfiorano, il fuoco ci illumina, esistiamo, appariamo concreti a questo mondo, fuori dai ruoli e senza le maschere e le finzioni con cui si vestono, per difesa, coloro che non conoscono disabilità, ma, assai più spesso, disumanità. Questa via aperta all’espressione e al fare, questo canale non irreggimen-tato in procedure ma offerto al dire e al mostrare ciò che si sente, è, fra le urgenze cui sopperire, forse la più necessaria: un fiume che scorre libero, che non incontra ostacoli, che non è costretto da dighe e non sprofonda sottoterra spegnendo la sua voce, più difficilmente esonderà, distruggerà, s’inquinerà. Un fiume libero diventa nutrimento per la terra e si ricongiunge al mare: per tutti gli autori e le autrici di questo libro, per chi ha scattato e per chi ha scritto, si è aperta una porta e bisogna che accada lo stesso ad altri e che questa porta venga tenuta sempre spalancata. L’espressione rende liberi, restituisce gioia quando questa ci sopravanza e accoglie il dolore che cerca di seppellirci: che a questo flusso di oppor-tunità ne seguano altri sta a tutti noi, lo dobbiamo a chi soffre e lo dobbiamo a noi, che ci raccontiamo tutti i giorni di star bene.

Antonella Cilento

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A volte la fiamma di una candelapuò indicare la forza di una persona:se nessuno la infastidisce spegnendola,questa vivrà per sempre.

Una candela che illumina due mani incrociate protetteda quella luce che li mostra nel buio della loro paura edella loro incertezza .

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Tanta oscura follia aleggia nell’animo di molti,tanta oscura cattiveria fluttua nell’ animo di tanti,ma una mano esile ci porge una speranza,una fiamma che arde su una candelaanche se di piccole proporzioniemana una luce luminosa che si espande lentamente,ma che illumina,illumina tanto chi ha tanta voglia di seguire i propri sogni.

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Fuoco è il rosso peperoncino piccanteda gustare in una cena romantica.E’ un elegante vestitino di setada indossar ad evento per sfoggiaril proprio fascino.Ma è soprattutto la passioneche lega due anime innamorateche si cercano per trovare l’amorda ricordare nelle paginedella loro esistenza.

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Fuoco che ti innalzi alto nel cieloCon segnali di fumo che oscurano l’aria.Fuoco che arde nel nostro animo,che accarezza le nostre emozioni.Brucia la tristezza e la malinconiaspazza via tutte le sofferenze.

G. I.

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Fuoco, elemento paragonabile al rosso della vita e del vino,che riscalda il corpo e l’animaattrazione potente, che illumina le ombre del nostro destino.

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Goccia maestosa riflesso di altre,goccia su goccia si uniscono in una sola scia, mani protese riciclano tempo,il tempo mai espresso.Noi cercando di cogliere quell’ attimoche nell’umana natura non si confonde con la cattiveria del mondoche inquina la purezza del mare dove le nostre speranze trovano ostacolo.

T. F.

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Il flusso dell’ acqua scorre sulle dita.Scompare, scende nel buio della nottediventando acqua pura e luce che splende.

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Piedi immersi come per confrontarsipiedi immersi per cimentarsi,tutto è fluido, tutto è sovente,limpido e puro.Così come il nostro cammino di vita.

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Acqua, essenza di vita per tutte le creatureinfinita sensazione di serenità.Acqua: simbolo di pace, tranquillità come il suono delle onde del mare.La forza delle correnti dei ruscelli, la maestosità delle cascate che trascina il mio pensiero verso nuove mete.

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Bollicine di acqua, si spostano qua e làfacendo girotondo e si attaccano alla pelle provocando una sensazione di freschezza,da giovar benessere allo spirito.

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Una farfalla che vola nel cielo cosi libera,è bella, soprattutto per il colore verde speranza , mi immagino di essere come lei libero da ogni cosa.

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L’aria nebulosa e stancasi confonde un velo di tristezzache fa pace con l’amore.Aria che si respira che si confondenel cielo cupo di un pensiero.

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Aria, elemento immenso, puro e limpido,spettacolare come il volo degli uccelli,dei palloni, degli aquiloni,elemento di cose straordinarie come l’arcobaleno.Luogo di cose straordinarie come il volo degli uccelli che liberi si innalzano nella maestosità del cielo.

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Dei colori festosi e sgargianti volteggiano nell’aria,mani tentano di afferrarlicome trottole sfuggenti. Un soffio di ventoli fa volare verso l’altoe con essi anche la loro immagine e voglia di vita.

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Respiro la splendida aria immensache è il soffio della vita.Mi scaldo nel ventre del soleche mi ritempra l’energiache fa andare avanti.

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Accarezzami il volto o vento,scompigliami i capelli,sfrutta le mie braccia affinché le usi per le correnti di aria.Cosi mi sentirò come un uccello che sorvolerà le nuvolee si poserà per vedere questa magnifica voceche si diverte a far scompiglio,grazie al tuo chiarissimo vento.

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Mani che accarezzano un alberocome un padre accarezza il proprio figlio,pilastro della sua esistenza, e punto di riferimento e fonte d’amore.

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Come è semplice staccare una foglia dall’ albero della vita,quando esso è verde e prospero,come la lucentezza e la fluidità del tempo.Ogni foglia placidamente passa ,e quel passaggio inoltra la nostra vita che non sempre è cosi verde.Non sempre le nostre mani sono cosi avvinghiate perché il tempo passa,ma sui passi di questa terra,c’ è sempre guerra da subire,sempre più ragioni da confrontare.Ma l’ albero è lì perenne, e le foglie i nostri sintomi.e che la vita e la morte sia solo una ragione di semplice natura.

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Piedi sulla terra,terra come un tappeto naturale e sublime.I passi di ognuno come cammino della nostra vita,cammino che incontra tanti ostacoli,quei massi che sbarrano,ma anche essi vanno scrutati.Anche la terra va scrutata,perché essa meravigliosa ci dona il sentiero della la vita.

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Di fronte a tal bellezza non ci son parole per descriver la parte più bella del creato neanche la mente più saggia può comprendere la bellezza e il significato della vita.

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Solchi sulle foglie,come i segni del tempo sul mio voltoche riflettono segni indelebilidi momenti vissutiricordi incancellabilidalla mente e dal cuore

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Mani che si intrecciano e accarezzano il prato,piene di speranza e di amicizia,di sicurezza e vitalità e felici di stare uniteper l’uguaglianza e la solidarietà.

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Raccogli dalla terra il frutto senza fine dell’amore che ci ha donato la natura.Si nutrono le foglie della pioggia si nutre l’uomo della forza dei valori e della saggezza racchiusa fra le maniÈ il segreto della nostra vita.

R. R.

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Mani che si cercano per trovare un senso di pace e contattoCi trasmettono caloreQuel giusto incontro per sposare i pensieri con i gestiChe arricchiscono il nostro cuoreCon l’ardore della vitae della gioia

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Mani che si cercano, si trovano, come per dare un senso alla propria esistenza che unite riempiono il vuoto che spesso ci accompagna ci accomuna e al tempo stesso ci rende uniti.

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Dalla natura s’innalza una manoe va verso il cielo limpido,incontaminato libero dagli affanni della vitaalla ricerca della libertà.Libera di sperare, di sognaree di tornare a sorridere

B. S.

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Le parole possono essere macigni, tanto grandi e pesanti, che sei estenuato già solo a pensarle. Talvolta sono leggere, inafferrabili e opache come la nebbia, ti si appiccicano addosso e ti impediscono di vedere. Per non essere sopraffatto puoi solo consegnarti a sguardi obliqui, evitanti, che sottraggono senso al tuo “stare”nel mondo. La voce si affida a suoni “insignificanti”, che non hanno più corpo né anima. Come se avessi ingoiato un’Eco, che mai si riposa, ciò che dici ti è estraneo nel momento stesso in cui parli. “La voce non mi appartiene ed il mio sguardo deviato lo dimostra. È inutile che cerchi di parlarmi, io stesso non ci sono.” Consegnate ad un’esistenza assente, le vite ferite dissimulano, per paura che le ferite si allarghino e che attraverso di esse possa dissolversi la stessa identità. Meglio ripararsi e riguardarsi, aver cura di sé sottraendosi. Sorta di sublimazione della presenza al mondo, che diviene evanescente, vaporosa, soffocante. Eppure assurdamente e stolidamente immodificabile. Sei consegnato ad un desti-no, al quale sembra tu non possa essere strappato. Chi ti osserva nel riconoscere la sofferenza, ti affida ad essa e non ti riconosce più. - Non sei più tu – Non è più lui – Era un’altra persona – E’ diventato un altro – Ormai è fuori di sé - L’uomo che soffre non ha più voce né sguardi da offrire al mondo. Non è più nemmeno un uomo che soffre, ma è la rappresentazione della sofferenza, ed il mondo è lo specchio di essa. Un corto circuito infernale sembra legarlo ad un copione immutabile. La rappresentazione della sofferenza è già richiesta di aiuto, altrimenti che rappresentazione sarebbe, ma la maschera pietrificata che la esprime, fa’ spavento, e lo sguardo del mondo sembra pietrificato anch’esso, così che non è data possibilità di cambiamento. Nei luoghi di cura non è la sofferenza tout court, che va combattuta, non è la “malattia”(il cui portato storico e naturale è tutto da definire) il nemico da sconfiggere, ma è la presenza al mondo, che va “curata”. Life Around è l’affermazione della propria’identità/individualità. La riappro-priazione del proprio stare al mondo, della propria presenza grazie all’esercizio dei talenti, che ognuno possiede. La poesia (ma più in generale l’atto creativo) “non si rapporta alle cose ma alla singolarità delle esistenze” (Y. Bonnefoy). Le parole si liberano e tornano ad esprimere qualcosa di sé, che viene, senza angoscia, affidato al mondo. Tornano ad essere strumento di comunicazione e testimonianza di noi. Filo con cui tessere storie e relazioni. Lo sguardo si posa di nuovo sul mondo. Vede oltre la nebbia ed incontra la vita. Le mani si toccano e toccano il mondo. I piedi sono posati sulla terra che hanno

.… non sapevo che nascere folle,

aprire le zolle potesse scatenar tempesta….

A. Merini

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percorso. Gli elementi, che pure lasciano trasparire la loro potenza, si affidano quieti all’uomo, che li manipola, li governa e che con grande rispetto cerca un rapporto, che è anche ricerca del proprio sentire. Il suono dell’acqua che scorre e la sua trasparenza, il crepitio e la luce dei fuochi, gli umori della terra ed il soffio del vento, sono i nuovi “specchi”, che rimandano non più la fissità del dolore, ma l’essenza dell’ “essere” al mondo. Il flusso ininterrotto della vita torna ad essere percepito e si è consapevoli di esserne parte. Non è il dolore ad essere sconfitto per sempre, ma la maschera pietrificata, che l’esprime, può essere dismessa, talvolta, ed il dolore trova nella condivisione e nella presenza il suo lenitivo. La partecipazione e, per dirla con Saraceno, la capacità di negozio, in questo caso di sensi ed emozioni, apre spiragli per una soluzione esistenzialmente accettabile delle proprie difficoltà. Tempo fa proponemmo di denominare “imparazione” e non riabilitazione il complesso groviglio di attività poste in essere nei processi di cura del disagio mentale. Ci sembra che questo termine esprima in modo più compiuto l’es-senza stessa di questo agire, che ha come mezzo e fine la costruzione di un rapporto di scambio paritario fra operatori ed utenti e fra tutti questi ed i contesti di vita. Nel contempo imparazione definisce anche la processualità di una crescita, connessa al senso più comune dell’imparare, non in una relazione gerar-chica, in cui qualcuno insegna qualcosa a qualcun altro, ma in una relazione assolutamente orizzontale e traversante, in cui tutti mettono in circolo i loro saperi, le attitudini, i talenti, per perseguire obiettivi condivisi e, come sopra detto, “negoziati”. Nessuno insegna e tutti imparano. In questo senso, sembra che la Cooperazione Sociale, che si occupa di inserimento lavorativo di persone svantaggiate, rap-presenti lo strumento più efficace per la costruzione di culture e prassi capaci di attivare trasformazioni e produrre “eventi”, tali da restituire alla comunicazione fra diversi una autentica intenzionalità socia-le. Il progetto “DiversaMente” e la pubblicazione di “Life Around” sono, compiutamente, risultati di questo stile comunicazionale che sostiene scambi affettivi, emotivi, culturali, e sociali, autenticamente trasformativi, nei quali i processi collettivi si declinano nella “costruzione” di tempi e spazi di vita, che connotano lo stare al mondo di ogni singolo individuo. La cura si riappropria, così, del suo significato ultimo di cura della presenza al mondo.

Manlio Grimaldi

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La Cooperativa sociale “Litografi Vesu-viani – servizi, salute, lavoro”, nasce nel 2000 per dare un’opportunità lavorativa a giovani sofferenti psichici , con la colla-borazione dell’Unità Operativa di Salute Mentale dell’ASL NA 3 sud;. Il settore commerciale di riferimento oltre ad esse-re quello della grafica pubblicitaria mul-timediale è quello dell’oggettistica e del tessile serigrafico. Litografi Vesuviani nasce come cooperativa di tipo “B”, dal 2005 ha ampliato la propria attività dive-nendo cooperativa mista, e occupandosi anche di servizi di Assistenza Domiciliare a pazienti psichiatrici e loro famiglie e di gestione di Centri Diurni. Nel 2010 la co-operativa diventa Fashion, con la nascita del progetto “DiversaMente”, una linea di moda maschile e femminile. La base sociale è composta da soci lavoratori, ed una socia volontaria – c.p.s.e. infermiera della UOSM di S.Giorgio a Cremano-, 1 socio sovventore, sono impegnati at-tualmente 12 Tecnici della Riabilitazione Psichiatrica, 1 Psicologa, 1 Sociologa, 2 maestri d’arte, 9 giovani utenti del DSM dell’ASL NA 3 Sud. L’obiettivo è quello di dare concrete opportunità lavorative, oltre a combattere il pregiudizio sociale rispetto alla malattia mentale.

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