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RILEVAMENTO GEOMORFOLOGICO E GEOLOGICO DEL QUATERNARIO – A CURA DI: D’OREFICE M. & GRACIOTTI R.
LINEE GUIDA AL RILEVAMENTO DEL QUATERNARIO LINEE GUIDA AL RILEVAMENTO DEL QUATERNARIO CONTINENTALECONTINENTALE
A cura di: Maurizio D’Orefice & Roberto GraciottiISPRA - Dipartimento difesa del suolo – Servizio Geologico d’Italia
Via Curtatone, 3 – 00185 Romae-mail: [email protected]
RILEVAMENTO GEOMORFOLOGICO E GEOLOGICO DEL QUATERNARIO – A CURA DI: D’OREFICE M. & GRACIOTTI R.
I depositi quaternari nella tradizione geologica italianaI depositi quaternari nella tradizione geologica italiana
I sedimenti quaternari, ed in particolare quelli deposti in ambiente continentale e costierodeposti in ambiente continentale e costiero, nella tradizione geologica italiana sono stati considerati come “coperture” che impedivano o rendevano problematica l’osservazione delle rocce sottostanti.
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Progetto CARGProgetto CARG
Uno dei punti qualificanti ed innovativi del progetto di cartografia geologica alla scala 1:50.000 (Progetto CARG) è la giusta rilevanza data ai depositi quaternari nel rilevamento e nella loro rappresentazione cartografica.
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Guida al rilevamentoGuida al rilevamento
Tale concetto èespresso con evidenza nella "Guida al rilevamento della Carta geologica d’Italia 1:50.000" –Quaderno 1, ser. III, dove al rilevamento delle successioni continentali quaternarie èdedicato un apposito capitolo.
http://www.apat.gov.it/site/http://www.apat.gov.it/site/itit--ITIT/APAT/Pubblicazioni/Quaderni/APAT/Pubblicazioni/Quaderni
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Guida al rilevamentoGuida al rilevamento
Nel 1996 è stata pubblicata la “Guida alla rappresentazione cartografica della Carta geologica d’Italia 1:50.000" – Quaderno 2, ser. III.
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Guida al rilevamentoGuida al rilevamento
Il Volume 12, Fascicolo I, riporta le modifiche e le integrazioni a quanto pubblicato sul Quaderni n. 2/1996 e n. 6/1997 (banca dati)
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Guida al rilevamentoGuida al rilevamento
Il Volume 12 Fascicolo III riporta le modifiche e le integrazioni a quanto pubblicato sul Quaderno n. 1/1992
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Guida al rilevamentoGuida al rilevamento
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Importanza dei depositi continentali quaternariImportanza dei depositi continentali quaternari
Se da un lato lo studio di questi depositi presenta un interesse scientifico del tutto pari a quello dei sedimenti più antichi, tradizionalmente privilegiati dalla Geologia italiana, dall’altro lo stesso studio è di notevole interesse anche sotto ilprofilo applicativo.
RILEVAMENTO GEOMORFOLOGICO E GEOLOGICO DEL QUATERNARIO – A CURA DI: D’OREFICE M. & GRACIOTTI R.
••AttivitAttivitàà estrattiveestrattive (ghiaie, brecce, sabbie, argille, torbe, travertini, ecc.).
Importanza dei depositi continentali quaternariImportanza dei depositi continentali quaternari
La geologia del Quaternario rappresenta, infatti, un indispensabile supporto per:
••Studi di idrogeologiaStudi di idrogeologia, di geotecnicageotecnica e di geofisica applicatageofisica applicata, (consentendo l’elaborazione di modelli essenziali in questi campi).
••Progettazione di opere dProgettazione di opere d’’ingegneriaingegneria(fondazioni, vie di comunicazione, discariche, ecc.).
••Problematiche connesse a movimenti Problematiche connesse a movimenti franosifranosi (corpi di frana in evoluzione, senza indizi di evoluzione, antichi).
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•• Problematiche connesse allProblematiche connesse all’’idrogeologiaidrogeologia(ricerca d’acqua, paleoalvei, vulnerabilitàdegli acquiferi, ecc.).
Importanza dei depositi continentali quaternariImportanza dei depositi continentali quaternari
•• Problematiche relative allProblematiche relative all’’arretramento arretramento delle delle costecoste.
• Problematiche connesse alla subsidenzaProblematiche connesse alla subsidenza.
•• Studi di valutazione di pericolositStudi di valutazione di pericolositàà geologicageologica.
• Studi di neotettonicaStudi di neotettonica.
• Pianificazione territoriale in generalePianificazione territoriale in generale.
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Utilizzo di nuovi criteri e metodologie di rilevamentoUtilizzo di nuovi criteri e metodologie di rilevamento
Frequenti discontinuitFrequenti discontinuitàà stratigrafiche lateralistratigrafiche laterali
Brusche e ripetute variazioni laterali e verticali Brusche e ripetute variazioni laterali e verticali di di facies facies sedimentaria anche su brevi distanzesedimentaria anche su brevi distanze
Non sovrapposizione diretta di sedimenti di etNon sovrapposizione diretta di sedimenti di etààsuccessiva (successiva (““incastroincastro”” e accostamento laterale)e accostamento laterale)
Distribuzione areale generalmente frammentariaDistribuzione areale generalmente frammentaria
Spessore frequentemente modestoSpessore frequentemente modesto
ScarsitScarsitàà e labilite labilitàà degli affioramentidegli affioramenti
ScarsitScarsitàà di elementi utili per le attribuzioni di elementi utili per le attribuzioni cronologiche o cronologiche o paleoambientalipaleoambientali
Carenza di livelli di riferimento (Carenza di livelli di riferimento (markermarker))
Il rilevamento dei depositi recenti presenta, tuttavia, notevoli difficoltà per i seguenti motivi:
Pertanto, il rilevamento di tali depositi richiede l’applicazione di metodologie particolari e un’attitudine specifica del rilevatore.
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Preparazione del rilevatorePreparazione del rilevatore
Il rilevatore del Quaternario, infatti, oltre ad avere esperienza come rilevatore “tradizionale”, deve avere adeguate conoscenze in:
geologia del Quaternario;
geomorfologia;
sedimentologia degli ambienti continentali e costieri (fluviale, glaciale, di delta, di conoide, eolico, ecc.);
vulcanologia;
fotogeologia;
pedologia.
Deve, inoltre, essere in grado di confrontarsi con geoarcheologi, storici, paleontologi, palinologi, geochimici e geofisici.
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Rilevamento integrale di tutto il territorio ricadente nell’area in studio.
Utilizzo di basi topografiche di dettaglio (CTR o ortofotocarte alla scala 1:10.000, basi topografiche 1:5000, 1:2.000, ecc. ).
Individuazione di tutti gli affioramentitutti gli affioramenti presenti e delle sezioni stratigrafichesezioni stratigrafiche significative ove effettuare studi di dettaglio.
Ampio utilizzo di dati geognosticidati geognostici già esistenti, integrati da dati ricavati da nuove indagini appositamente eseguite.
Metodologie di rilevamentoMetodologie di rilevamento
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Per quanto concerne i dati già esistenti vengono raccolte:
stratigrafie di sondaggistratigrafie di sondaggi(od altri dati di sottosuolo) effettuati da privati od enti pubblici nell’area in studio.
Metodologie di rilevamentoMetodologie di rilevamento
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Per ottenere nuovi dati vengono scavate apposite trinceetrincee a mano e effettuati sondaggi superficialisondaggi superficiali mediante trivella manualetrivella manuale o amotoremotore.
Trincea a mano
Trivella manuale
Trivella a motore
Metodologie di rilevamentoMetodologie di rilevamento
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Per ottenere dati da una maggiore profondità vengono realizzate: trincee con escavatore meccanico; trincee con escavatore meccanico; sondaggi sondaggi meccanici a carotaggio continuomeccanici a carotaggio continuo;
Trincea con escavatore
Sondaggio a carotaggio continuo F° 128 “Venezia”
Carota sondaggio F° 256 “Rimini”
Metodologie di rilevamentoMetodologie di rilevamento
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prove prove penetrometrichepenetrometriche.
Prove penetrometriche (F° 223 “Ravenna”)
Metodologie di rilevamentoMetodologie di rilevamento
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prospezioni geofisicheprospezioni geofisiche;
Profilo geoelettrico
Sezione sismica (AGIP) utilizzata nel F° 199 Parma Sud Gamma ray log (F° “Belluno”)
Metodologie di rilevamentoMetodologie di rilevamento
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Particolare attenzione viene rivolta allo studio dei suoli, suoli, sia affioranti sia sepolti.
I suoli possono fornirci importanti indicazioni ambientali, climatiche, cronologiche. Materializzano, inoltre, superfici di discontinuitànon deposizionali.
Distribuzione dei dati pedologigi utilizzati nel F° 256 Rimini
Paleosuolo di ~ 9.800 anni B.P. (F° 063 “Belluno”)
Metodologie di rilevamentoMetodologie di rilevamento
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A studi di caratterearcheologicoarcheologico
Distribuzione dei siti archeologici utilizzati nel F° 256 Rimini
Ritrovamento archeologico della villa romana di Russi (RA). I mosaici sono stati sepolti da ~ 10 m di sedimenti alluvionali dell’unità di Modena (N.I.F° 240-241“Forlì-Cervia”).
Metodologie di rilevamentoMetodologie di rilevamento
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ll’’analisi geomorfologicaanalisi geomorfologicae del microrilievomicrorilievo
All’analisi in sito è affiancato il telerilevamentotelerilevamento
Le principali direttrici di deflusso del Livenza e del Piave (da Bondesan A. & Meneghel, 2004) (N. I. F. 128 Venezia).
Immagine da satellite della pianura romagnola comprendente i Fogli 240 e 241. Acquisizione 12.10.1986. Sensore TM; satellite Landsat 5
Metodologie di rilevamentoMetodologie di rilevamento
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Ricerche storicheRicerche storiche
Evoluzione idrografica del basso corso del Fiume Po negli ultimi 3000 anni (N. I. F. 223 Ravenna)
Metodologie di rilevamentoMetodologie di rilevamento