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1/14 UNINT Università degli Studi Internazionali di Roma - Via Cristoforo Colombo, 200 00147 Roma T +39 06 5107771 r.a. www.unint.eu Codice Fiscale 97136680580 Registro Persone Giuridiche n. 884/2012 Corso di Specializzazione per il Sostegno 2013-2014 Linee guida per il tirocinio e per l’esame finale Il presente documento intende fornire le informazioni necessarie allo svolgimento del tirocinio e dell’esame finale previsti per il corso di specializzazione per le attività di sostegno dalla normativa di riferimento 1 . Esso, in considerazione della generalità della citata normativa, intende costituire una proposta operativa, una sorta di modello personalizzato dalla UNINT, suscettibile di interventi di labor limae e miglioramenti sostanziali che ci si augura provengano da tutti i soggetti che ne verranno coinvolti. Il documento si compone di due parti: la prima dedicata al tirocinio, la seconda all’esame finale di cui il tirocinio costituisce parte sostanziale. 1. TIROCINIO Premessa Per poter realizzare in termini consapevoli lo svolgimento delle attività di tirocinio previste nel corso di specializzazione per le attività di sostegno si rende necessario esplicitare l’impostazione teorica entro cui è stato formulato il modello proposto. Non si può prescindere, pertanto, dal focalizzare il ruolo e il significato che il tirocinio assume nella formazione della professione docente in generale e di quella dell’insegnante di sostegno in particolare. Per la vicinanza alla nostra concezione e al nostro scopo del tirocinio torna utile richiamare la definizione di apprendistato fornita già qualche tempo fa da H. Gardner, il quale lo concepisce come «un’istituzione che educa, un momento essenziale nella vita della persona» 2 . Tale identificazione suggerisce l’idea che il tirocinio debba andare oltre gli aspetti puramente tecnici dell’empiria – a 1 Decreto Ministeriale, Criteri e modalità per lo svolgimento dei corsi di formazione per il conseguimento della specializzazione per le attività di sostegno, ai sensi degli articoli 5 e 13 del decreto 10 settembre 2010, n. 249, 30 settembre 2011, art. 9 e allegato B. 2 H. Gardner, Educare al comprendere Stereotipi infantili e apprendimento scolastico, Milano, Feltrinelli, 1993, p.132.

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Corso di Specializzazione per il Sostegno 2013-2014

Linee guida per il tirocinio e per l’esame finale

Il presente documento intende fornire le informazioni necessarie allo svolgimento del tirocinio e

dell’esame finale previsti per il corso di specializzazione per le attività di sostegno dalla normativa

di riferimento1. Esso, in considerazione della generalità della citata normativa, intende costituire

una proposta operativa, una sorta di modello personalizzato dalla UNINT, suscettibile di interventi

di labor limae e miglioramenti sostanziali che ci si augura provengano da tutti i soggetti che ne

verranno coinvolti.

Il documento si compone di due parti: la prima dedicata al tirocinio, la seconda all’esame finale di

cui il tirocinio costituisce parte sostanziale.

1. TIROCINIO

Premessa

Per poter realizzare in termini consapevoli lo svolgimento delle attività di tirocinio previste

nel corso di specializzazione per le attività di sostegno si rende necessario esplicitare

l’impostazione teorica entro cui è stato formulato il modello proposto. Non si può prescindere,

pertanto, dal focalizzare il ruolo e il significato che il tirocinio assume nella formazione della

professione docente in generale e di quella dell’insegnante di sostegno in particolare. Per la

vicinanza alla nostra concezione e al nostro scopo del tirocinio torna utile richiamare la definizione

di apprendistato fornita già qualche tempo fa da H. Gardner, il quale lo concepisce come

«un’istituzione che educa, un momento essenziale nella vita della persona»2. Tale identificazione

suggerisce l’idea che il tirocinio debba andare oltre gli aspetti puramente tecnici dell’empiria – a

1 Decreto Ministeriale, Criteri e modalità per lo svolgimento dei corsi di formazione per il conseguimento della

specializzazione per le attività di sostegno, ai sensi degli articoli 5 e 13 del decreto 10 settembre 2010, n. 249, 30 settembre 2011, art. 9 e allegato B. 2 H. Gardner, Educare al comprendere Stereotipi infantili e apprendimento scolastico, Milano, Feltrinelli, 1993, p.132.

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cui talvolta viene riduttivamente associato – e, al contrario, debba veicolare l’esplorazione e la

comprensione di entità e categorie pedagogiche di alto profilo, quali, l’istituzione formativa,

l’educazione, l’essenzialità, la vita, la persona. Ciò postula che il tirocinante attui un lavoro

continuo di riconduzione dell’esperienza vissuta alle conoscenze pluridisciplinari acquisite; che le

rielabori in termini applicabili al contesto esperienziale e alle sue evoluzioni in configurazioni

situazionali nuove e impreviste3.

In questa strutturazione il tirocinio si propone come un’attività ricorsiva in cui la

conoscenza da astratta e concettuale diviene contestualizzata e personalizzata e si traduce in

azione mirata e consapevole, in quanto si confronta criticamente con i saperi convenzionali, con i

loro linguaggi e le loro pratiche e al contempo si giustifica teoricamente. Si tratta, dunque, di una

rilettura critica dell’esperienza e di una re-interpretazione dell’attività svolta, da intendersi

nell’ottica del “pensiero riflessivo”, in grado, cioè, di muovere dall’esperienza sapendo trovare il

giusto distanziamento da essa per riferirla ad un punto di vista più ampio e generale, da cui

ripartire in termini nuovi e creativi4.

Come è dato considerare la connotazione del tirocinio quale “rielaborazione

dell’esperienza diretta” non contiene novità teoriche di rilievo. Si è ben consapevoli che essa trae

origine dall’Attivismo pedagogico dei primi decenni del secolo scorso, ma nella riproposizione si è

confortati che essa trova conferma nelle ricerche psicopedagogiche e nelle teorie

dell’apprendimento degli ultimi decenni, concordi nel sostenere che la mente apprende in base a

stimolazioni esterne e a situazioni in cui il soggetto è protagonista attivo5. Pertanto, il futuro

docente per acquisire un buon livello di professionalità da spendere nel prosieguo della sua

attività deve potersi confrontare con procedure cognitive e con metodologie che facciano

dell’esperienza diretta il punto di forza. Deve, inoltre, apprendere processi di rielaborazione,

ricerca, approfondimento in completa autonomia6. Se questo itinerario di professionalizzazione è

valido per i docenti in generale, lo è ancor più per l’insegnante di sostegno. L’accresciuta

complessità del profilo professionale di questa figura è ancor più impegnativa, in quanto per essa

si richiede di prendere ogni giorno decisioni in situazioni variegate e sempre delicate e difficili. Ne

danno riprova le recentissime disposizioni normative nazionali, europee e internazionali sulla

gestione dei Disturbi Specifici dell’ Apprendimento (DSA)7, dei Bisogni Educativi Speciali (BES)8. Il

3 Ivi, p. 18.

4 Cfr. J. Dewey, Le fonti di una scienza dell’educazione, Firenze, La Nuova Italia, 1951, p. 55; D.A. Schön., Formare il

professionista riflessivo, Milano, Franco Angeli, 2006; 5 Cfr. L. Trisciuzzi, G.P. Cappellari, Fondamenti di psicopedagogia. Modelli teorici e applicazioni didattiche, Firenze, La

Nuova Italia, 1996. 6 Cfr. S. Ulivieri, G. Giudizi, S. Gavazzi, Dal banco alla cattedra, Didattica e tirocinio formativo per l’insegnamento nella

scuola secondaria, Pisa, ETS, 2002, p. 92; L. Trisciuzzi, Manuale di didattica in classe, Pisa, ETS, 1999. 7 Legge, Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico, 8 ottobre 2010 , n. 170.

8 Direttiva Ministeriale, Strumenti di intervento per alunni con Bisogni Educativi Speciali e organizzazione territoriale

per l’inclusione scolastica, 27 dicembre 2012.

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pensiero che accomuna tutta la letteratura sul disagio, lo svantaggio e la minorazione insiste sulla

necessità del tirocinio per la professionalizzazione degli operatori, il quale, proprio per la sua

specificità di attività pratico-riflessiva costituisce parte cospicua di tutti i curricoli formativi.

Finalità

Il tirocinio si propone le finalità di:

a) formare una professionalità docente con elevate e specifiche competenze operative;

b) promuovere la capacità di attingere in modo mirato e produttivo alla riflessione teorica

psicopedagogica e scientifico-culturale in generale;

c) introdurre all’attuazione di processi di ricerca-azione.

Obiettivi

Il modello di tirocinio proposto persegue i seguenti obiettivi:

consapevolizzare ruolo e funzioni dell’insegnante di sostegno e status di tirocinante;

osservare i comportamenti e le prestazioni dell'alunno disabile in relazione agli assi

neuropsicologico, cognitivo, sensoriale, affettivo, motorio, dell’autonomia, delle

conoscenze, degli esiti scolastici;

reperire e leggere criticamente informazioni di tipo medico, psicologico e sociologico, del

percorso scolastico precedente e dell’ambiente di vita dell’alunno disabile;

rapportarsi con l'allievo disabile, con la classe e organizzare il gruppo in armonia con i

docenti di classe;

individuare le modalità con cui collaborare con alunni, famiglie, colleghi, personale della

scuola, operatori del settore medico e psicopedagogico, con altri soggetti extra-scolastici di

riferimento;

progettare e sperimentare interventi educativi adeguati – tenendo conto dei deficit – ai

punti di forza dell’alunno assumendoli come punti di partenza e mirando al loro sviluppo

graduale ed in prospettiva stabile;

progettare e sperimentare gli interventi didattici tenendo conto della struttura

epistemologica e dei nodi concettuali delle discipline, armonizzando linguaggi specifici,

obiettivi, materiali e prompt in relazione ai deficit osservati e alle potenzialità emerse.

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valutare gli aspetti problematici degli interventi;

analizzare libri di testo, ridurne la complessità, facilitarne la fruizione;

avere competenze avanzate riguardo agli strumenti informatici e ai sussidi specifici per

facilitare l' apprendimento.

Articolazione

Come previsto all’allegato B del D.M. 30 settembre 2013 il tirocinio si articola in:

a) diretto in riferimento all’esperienza dello specializzando all’interno dell’istituzione

scolastica, per un totale di 150 ore in affiancamento al tutor del tirocinante;

b) indiretto inteso come attività di rielaborazione dell’esperienza diretta. Esso viene realizzato

- per 25 ore di rielaborazione presso l’ istituzione scolastica e in sede con il tutor dei

tirocinanti;

- per 50 ore di supervisione in sede con il tutor coordinatore

- per 75 ore di applicazione didattica delle T.I.C. con il tutor delle T.I.C.

Le due forme del tirocinio, diretto ed indiretto, quindi, non si svolgono consecutivamente l’una

all’altra, ma si integrano continuamente nell’espletamento dell’attività che procede per fasi.

Fasi del tirocinio diretto

a) Preparazione

riflessioni su questioni di ordine generale riferite al tirocinio in quanto tale: finalità,

obiettivi, articolazione, impostazione metodologica, strumenti, modalità di interazione

con il tutor etc.;

riflessioni su questioni di ordine generale riferite alla funzione del sostegno:

organizzazione della scuola rispetto alla presenza di alunni disabili e con bisogni

educativi speciali; finalità e obiettivi della didattica inclusiva; normative di riferimento;

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funzioni del GLH; rapporti con le famiglie, con l’Ente locale, con il privato sociale, con la

AUSL; sistema e organizzazione dell’assistenza specialistica etc.;

socializzazione con tutte le figure dell’istituzione scolastica (dirigente, insegnanti

curricolari, docente di sostegno, personale ATA etc.), con la classe e con l’alunno disabile

con cui dovrà interagire.

condivisione con il tutor del tirocinante del progetto formativo redatto in accordo con

l’istituzione accademica.

b) Osservazione attiva

osservazione guidata delle attività svolte in classe, mirata all’individuazione e all’analisi

delle strategie educative e didattiche, nonché degli stili e metodi diversi adottati dal

docente di sostegno che possano consentire allo specializzando di elaborarne in seguito

di propri;

osservazione dello svolgimento delle riunioni degli organi collegiali in generale e, in

particolare in occasione della lettura della DF (Diagnosi Funzionale), dell’elaborazione e

stesura dei relativi PDF (Profilo Dinamico Funzionale) e PEI (Progetto Educativo

Individualizzato);

osservazione dell’alunno disabile relativamente agli aspetti comportamentali,

relazionali, cognitivi e alle modalità di integrazione;

osservazione delle dinamiche relazionali nel contesto classe e valutazione delle loro

ricadute positive e negative sugli interventi educativi;

presa in esame di tutta la documentazione presente sull’alunno: certificazioni,

programmazioni, elaborati prodotti, valutazioni (nel rispetto della segretezza sui dati

riservati);

individuazione dei punti di forza e di debolezza dell'alunno (competenze, abilità, area

prossimale di sviluppo etc.) sulla base dei quali si definisce l’intervento educativo e

didattico;

osservazione della struttura scolastica rispetto alla funzionalità, accessibilità e fruibilità:

dell’aula;

degli spazi interni ed esterni dell’istituto scolastico;

della strumentazione in dotazione alla scuola [presenza di tecnologie assistive, di

strumenti multimediali e/o tradizionali];

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dell’edificio scolastico (posizione urbanistica centrata/decentrata; raggiungibilità e

accessibilità; presenza/interventi di rimozione di barriere architettoniche etc.);

osservazione dell’organizzazione dei rapporti con la famiglia dell’alunno disabile, con la

AUSL, con l’Ente locale, con gli operatori dei servizi psico-socio-assistenziali, con le realtà

del territorio nelle forme di collaborazione a vantaggio degli alunni disabili [progetti

dedicati all’integrazione scolastica previsti nel POF, convenzioni con associazioni,

cooperative; organizzazione e/o manifestazione ad iniziative ed eventi mirati etc.].

c) Attivazione

affiancamento e collaborazione nella compilazione di un PDF e di un PEI;

affiancamento e collaborazione nella progettazione, realizzazione e verifica di interventi

didattici rivolti all’alunno disabile all’interno della classe, definiti secondo obiettivi di

apprendimento minimi o differenziati;

elaborazione, programmazione, realizzazione e verifica di interventi didattici rivolti

all’alunno disabile all’interno della classe, in adempimento alle indicazioni del PEI, anche

con l’uso di tecnologie applicate alla didattica speciale;

uso di prompt e sussidi in relazione alla specificità del deficit psichico, sensoriale,

motorio;

valutazione dei tempi di apprendimento dell’alunno disabile in relazione alle condizioni

soggettive ed oggettive osservate e agli obiettivi prefissati;

selezione, scelta e utilizzo di strumenti – anche informatici – e di materiali didattici che

favoriscano e facilitino l’apprendimento;

verifica degli strumenti e dei materiali adottati ponendo in relazione i risultati raggiunti

con i risultati attesi;

analisi dei libri di testo, riduzione della complessità, facilitazione della fruizione;

annotazione delle attività svolte durante l’espletamento del tirocinio sull’apposito

registro, in cui riportare brevemente attività, osservazioni e riflessioni che costituiranno

il materiale da cui sviluppare la relazione finale.

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Fasi del tirocinio indiretto

d) Rielaborazione (con il tutor del tirocinante)

riflessione sul proprio coinvolgimento emotivo nel rapporto con l’alunno disabile;

riflessione sulla percezione di sé e del proprio ruolo come futuro insegnante di sostegno;

riflessioni sulle motivazioni della scelta professionale messe alla prova nell’esperienza di

tirocinio;

riflessione sulle competenze acquisite durante le attività condotte a scuola in rapporto

alle metodologie e tecniche di intervento approfondite nelle lezioni teoriche e

sperimentate nei laboratori del percorso formativo di specializzazione,

consapevolizzazione del raccordo tra l’esperienza di tirocinio diretto e quanto studiato;

riflessione critica sulle proprie scelte professionali e sulla loro evoluzione alla luce

dell’esperienza di tirocinio effettuata;

progettazione e stesura della relazione finale di tirocinio sulla base delle acquisizioni

raccolte nel corso dell’esperienza condotta nel contesto scolastico, da cui si evinca il

percorso di acquisizione e maturazione di una professionalità con elevate competenze

operative.

e) Supervisione (con il tutor coordinatore)

riflessione sul percorso di professionalizzazione effettuato nell’attività di tirocinio,

individuando i nuclei più pregnanti ed interrogandosi sul loro significato teorico;

autoconsapevolezza di aver maturato una professionalità critica e riflessiva, capace,

cioè, di interrogarsi continuamente sul proprio operato, sulle dinamiche personali in

gioco e sulla molteplicità di fattori che influenzano la situazione di insegnamento-

apprendimento (handicap, ambiente di vita, contesto scolastico, dinamiche

interpersonali, contenuti disciplinari etc.), attingendo opportunamente alla conoscenza

scientifica che così acquista significato nella pratica professionale;

progettazione e stesura di un elaborato di approfondimento teorico su di un nucleo

significativo scelto fra quelli individuati, discusso ed approvato dal tutor coordinatore.

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f) Applicazione didattica T.I.C - Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione] (con il

tutor delle T.I.C.)

attività pratica sull’utilizzo delle nuove tecnologie applicate alla didattica speciale in cui

saranno presentati software didattici specifici per tipologia di handicap e diversificati

per grado di scuola;

realizzazione di un prodotto multimediale con l’applicazione dei software proposti che

rappresenti un’unità di apprendimento rivolta ad un caso preso in esame,

preferibilmente quello di cui il candidato abbia fatto esperienza nell’ambito delle attività

di tirocinio diretto, la quale sia costruita in base ad obiettivi definiti in relazione alle

potenzialità dell’alunno disabile, tenuto conto dei deficit e delle caratteristiche del tipo

di disabilità, degli obiettivi riportati nel PEI.

Figure coinvolte

Tirocinante specializzando: è l'insegnante in formazione che effettua il tirocinio, diretto e

indiretto, il quale utilizza gli strumenti forniti/elaborati, collabora con il tutor del tirocinante

presso le scuole ospitanti; rielabora con il tutor coordinatore l’esperienza effettuata

consapevolizzandone i raccordi con le questioni teoriche di riferimento; partecipa all’attività

pratica con sull’uso delle tecnologie applicate alla didattica speciale con il tutor delle T.I.C.

Tutor del tirocinante: è un insegnante specializzato per il sostegno che, in accordo con il dirigente

scolastico e nel rispetto del progetto di tirocinio concordato con l’Ateneo, introduce, affianca e

supervisiona le attività dello specializzando di tirocinio diretto e quelle di tirocinio indiretto di sua

competenza. Fra gli altri, ha il compito di guidare lo specializzando nella stesura della relazione

finale di tirocinio.

Tutor coordinatore: è uno dei docenti del corso di specializzazione (che ha condotto insegnamenti

teorici o laboratori didattici) o il tutor del tirocinante, a scelta dello specializzando, il quale si

occupa di supervisionare quest’ultimo nel percorso di tirocinio indiretto di sua competenza. Esso

inoltre, ha il compito di guidare lo specializzando nella stesura dell’elaborato di approfondimento

teorico su un argomento a scelta fra quelli trattati nelle lezioni proposte nel corso di

specializzazione.

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Tutor delle T.I.C.: è un esperto in tecnologie assistive che curerà l’attività pratica, prevista

nell’ambito del tirocinio indiretto di sua competenza, sull’utilizzo di software didattici diversificati

per tipologia di handicap e per grado di scuola con i quali guiderà gli specializzandi nella

realizzazione di un prodotto multimediale con cui progettare un’unità di apprendimento per un

caso tipo preso in esame.

Attività del tirocinante specializzando

prepararsi al primo ingresso a scuola consapevolizzando finalità e obiettivi

professionalizzanti del tirocinio attraverso letture specifiche, approfondimenti normativi,

colloqui e interviste con diverse figure professionali scolastiche etc.;

inserirsi nel contesto scolastico e nella classe imparando ad osservare sistematicamente, ad

interagire appropriatamente, a recepire adeguatamente informazioni e sollecitazioni;

prendere atto della programmazione educativa individualizzata ed inserirsi gradualmente,

dapprima osservando soltanto, poi in affiancamento dell’insegnante di sostegno, in seguito

con attività gestite in autonomia sempre maggiore, previo accordo con il proprio tutor;

riflettere insieme al tutor sulle attività programmate e svolte, sul senso, le difficoltà e le

acquisizioni della propria esperienza formativa;

riflettere insieme con il tutor sul complesso dell’attività di tirocinio svolta e darne conto

nelle forme suggerite e normativamente previste;

mantenere un comportamento ineccepibile nei confronti dei soggetti ospitanti ed attenersi

al vincolo della assoluta riservatezza per quanto attiene a dati, informazioni o conoscenze

acquisite nello svolgimento del tirocinio;

riportare giornalmente sull’apposito registro, una breve descrizione delle attività svolte

nell’espletamento del tirocinio diretto, quindi le osservazioni e le riflessioni in merito agli

aspetti più significativi riscontrati;

redigere, sotto la supervisione dei tutor del tirocinante, la relazione finale di tirocinio,

compilando il format in dotazione;

redigere, sotto la supervisione dei tutor coordinatore, un elaborato di approfondimento

teorico su un argomento a scelta fra quelli trattati nelle lezioni proposte nel corso di

specializzazione, compilando il format in dotazione;

partecipare all’attività pratica sull’uso delle tecnologie applicate alla didattica speciale,

proposte dl tutor delle T.I.C. nell’espletamento del tirocinio indiretto, realizzando un

prodotto multimediale da presentare in sede di esame finale, anche eventualmente da

proporre durante la fase di attuazione de tirocinio per la sua sperimentazione sul campo.

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Attività del tutor del tirocinante:

preparare lo specializzando al suo ingresso a scuola relativamente alle finalità e agli

obiettivi professionalizzanti del tirocinio, suggerendogli letture e approfondimenti che lo

aiutino a comprendere il senso dell’esperienza che andrà a svolgere e ad acquisire il giusto

atteggiamento con cui affrontarla;

ospitare lo specializzando favorendo la familiarizzazione con tutte le figure dell’istituzione

scolastica coinvolte, con la classe e con l’alunno disabile con cui dovrà interagire;

presentare allo specializzando la situazione dell’alunno disabile facendogli conoscere la

documentazione di interesse e la programmazione individualizzata, esplicitandone la

correlazione con quella della classe e chiarendo i nessi fra attività programmate e unità

didattiche in svolgimento, evidenziando aspetti e situazioni meritevoli di attenzione;

favorire l’osservazione mirata dello specializzando;

affiancare lo specializzando nelle attività didattiche rivolte all’alunno disabile nella classe;

individuare e realizzare le attività che meglio si prestano al perseguimento degli obiettivi

dello specializzando, discutendole e concordandole con lui;

programmare insieme allo specializzando i suoi interventi attivi, aiutandolo nella

costruzione di griglie di osservazione; nella elaborazione e realizzazione di un PDF, di un

PEI, assegnando compiti specifici, concordando attività e modalità di lavoro;

esplicitare di volta in volta allo specializzando il senso dell’esperienza vissuta rendendolo

consapevole del processo di insegnamento/apprendimento in atto;

confrontarsi con lo specializzando sulle metodologie, tecniche e strategie didattiche

adottate in modo che possa rendersi conto di come si individuano quelle più adeguate al

caso specifico nella costruzione di un percorso di sostegno;

permettere allo specializzando l’uso delle T.I.C. nell’espletamento dei suoi interventi attivi,

consentendogli di sperimentare in classe le attività pratiche condotte durante il tirocinio

indiretto e sulle quali dovrà realizzare un prodotto multimediale da presentare in sede di

esame finale;

guidare lo specializzando nella redazione della relazione finale di tirocinio fornendo

spiegazioni e suggerimenti utili alla corretta compilazione del format in dotazione.

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Attività del tutor coordinatore:

aiutare lo specializzando a ricondurre sistematicamente l’esperienza vissuta, esaminandola

da tutti i punti di vista (metodi, tecniche, dinamiche relazionali etc.), sia alla letteratura

scientifica trattata nelle lezioni teoriche, sia all’attività pratica sperimentata nei laboratori,

rendendolo in grado di affrontare il tirocinio in modo professionale e non dilettantistico o

improvvisato;

aiutare lo specializzando a rielaborare l’esperienza di tirocinio da un punto di vista

personale e psico-motivazionale in modo che arrivi a maturare un’identità professionale

coerente con la propria identità personale;

guidare lo specializzando nella stesura di un elaborato di approfondimento teorico su un

argomento a scelta fra quelli trattati nelle lezioni proposte nel corso di specializzazione, da

presentare all’esame finale, fornendo spiegazioni e suggerimenti utili alla corretta

compilazione del format in dotazione.

Attività del tutor delle T.I.C.

- proporre un’attività pratica sull’applicazione delle T.I.C. alla didattica speciale, addestrando

gli specializzandi all’uso di software didattici diversificati per tipologia di handicap e grado

di scuola attraverso i quali possano progettare interventi educativi e didattici mirati,

stimolanti e innovativi;

guidare lo specializzando nella elaborazione di un prodotto multimediale con l’applicazione

dei software proposti con cui progettare un’unità di apprendimento per un caso tipo preso

in esame.

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Valutazione

La valutazione del tirocinio diretto e indiretto è espressa in trentesimi e deve riportare una

votazione non inferiore ai 18/30 per l’ammissione all’esame finale (D.M. 30 settembre 2011, art.

8). Tale valutazione risulterà dalla media dei punteggi attribuiti dal tutor del tirocinante, dal tutor

coordinatore e dal tutor delle T.I.C. rispettivamente alle attività di tirocinio diretto ed indiretto di

loro competenza, sulla base dei criteri riportati su schede di valutazione predisposte in

corrispondenza a ciascuna delle tre prove dell’esame finale:

a) l’elaborato di approfondimento teorico (presentazione di una questione, personaggio,

autore, articolo scientifico, purché riferiti alla pedagogia speciale o alla didattica speciale);

b) la relazione finale di tirocinio (report cronologico, contestualizzato e commentato);

c) il prodotto multimediale (slides di documentazione, unità di apprendimento etc., purché

riferite alla didattica speciale).

Tra gli atri aspetti, la valutazione terrà conto:

della pertinenza degli interventi realizzati nell’attività didattica rispetto agli obiettivi

educativi e di apprendimento prefissati;

della varietà e congruenza dei materiali prodotti/utilizzati alle finalità dell’attività svolta;

della accuratezza nell’analisi dei casi incontrati;

della ricchezza di riferimenti culturali e approfondimenti critici nella rielaborazione delle

attività svolte;

dell’originalità e innovatività degli interventi progettati con l’uso di tecnologie.

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Tabella riepilogativa

Articolazione Fasi Tutor di

riferimento

Sede Modalità di

Valutazione

Punteggio

ammissione

min/max

ORE CFU

Tirocinio

diretto

Preparazione Tutor del

tirocinante

Istituzione

scolastica

Relazione finale

di tirocinio

10-17/30 150 6

Osservazione

attiva

Attivazione

Tirocinio

indiretto

Rielaborazione 25 1

Supervisione Tutor

coordinatore

Sedi Elaborato di

approfondimento

teorico

3-5/30 50 2

Applicazione

didattica T.I.C.

Tutor delle

T.I.C.

Prodotto

multimediale

5-8/30 75 3

TOTALE 18/30 300 12

Note - Le ore di tirocinio sono calcolate in 60'. Non e' previsto riconoscimento di crediti.

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2. ESAME FINALE

L’esame finale consisterà in un colloquio in cui candidato presenterà e discuterà9:

a) un elaborato di approfondimento teorico su un argomento a scelta fra quelli trattati negli

insegnamenti e/o nelle attività laboratoriali del corso di specializzazione che dovrà essere

sviluppato nei suoi aspetti applicativi in ambito scolastico. La stesura dovrà avvalersi di

letture, riflessioni e approfondimenti che lo specializzando avrà fatto durante il percorso

formativo. L’elaborato dovrà essere redatto compilando un format opportunamente

predisposto dalla direzione didattica del corso.

b) una relazione sull’attività di tirocinio in cui l’esperienza vissuta sia riletta, approfondita e

reinterpretata attraverso le conoscenze e competenze acquisite negli insegnamenti teorici e

nei laboratori del corso di specializzazione, oltre ad essere integrata al bagaglio di

esperienze e conoscenze pregresse e rielaborata dal punto di vista personale e psico-

motivazionale. Per la sua stesura sarà predisposto dalla direzione didattica del corso un

format strutturato da compilare secondo le indicazioni riportate al suo interno.

c) un prodotto multimediale finalizzato alla didattica speciale con l’uso delle tecnologie della

comunicazione e dell’informazione (T.I.C.) che dovrà rappresentare un’unità di

apprendimento rivolta ad un caso preso in esame, preferibilmente quello di cui il candidato

abbia fatto esperienza nell’ambito delle attività di tirocinio diretto, la quale dovrà essere

costruita in base ad obiettivi definiti in relazione alle potenzialità dell’alunno disabile,

tenuto conto dei deficit e delle caratteristiche del tipo di disabilità.

La valutazione dell’esame finale sarà espressa in trentesimi.

Roma, 15 settembre 2014

Per il coordinamento didattico Dott.ssa Silvia Capasso

9 Decreto Ministeriale, Criteri e modalità….., 30 settembre 2011, art. 9, comma 3.