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Linguistica della lingua e Linguistica della lingua e linguistica del discorso linguistica del discorso Si tratta di due universi eterogenei, benchè attinenti Si tratta di due universi eterogenei, benchè attinenti alla stessa realtà e che danno luogo a due linguistiche alla stessa realtà e che danno luogo a due linguistiche diverse: “Da un lato c’è la lingua, insieme di segni diverse: “Da un lato c’è la lingua, insieme di segni formali, rilevati da procedure rigorose, dall’altro la formali, rilevati da procedure rigorose, dall’altro la manifestazione della lingua nella comunicazione vivente” manifestazione della lingua nella comunicazione vivente” (pp. 55-6). (pp. 55-6). Con l’abitudine siamo diventati insensibili alla Con l’abitudine siamo diventati insensibili alla profonda differenza tra il linguaggio come sistema di profonda differenza tra il linguaggio come sistema di segni e il linguaggio assunto come esercizio segni e il linguaggio assunto come esercizio dall’individuo. Nell’appropriarsi del linguaggio dall’individuo. Nell’appropriarsi del linguaggio l’individuo lo trasforma in l’individuo lo trasforma in istanze del discorso istanze del discorso , , caratterizzate da caratterizzate da un sistema di referenza interne un sistema di referenza interne la cui la cui chiave è l’io chiave è l’io , e che definiscono l’individuo tramite la , e che definiscono l’individuo tramite la particolare costruzione linguistica adottata quando si particolare costruzione linguistica adottata quando si enuncia come locutore ( enuncia come locutore ( La natura dei pronomi La natura dei pronomi , p. 141). , p. 141). È nel discorso che la lingua si forma e si configura: È nel discorso che la lingua si forma e si configura: nihil est in lingua quodo non prius fuerit in oratione nihil est in lingua quodo non prius fuerit in oratione ”. ”.

Linguistica della lingua e linguistica del discorso Si tratta di due universi eterogenei, benchè attinenti alla stessa realtà e che danno luogo a due linguistiche

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Linguistica della lingua e Linguistica della lingua e linguistica del discorsolinguistica del discorso

Si tratta di due universi eterogenei, benchè attinenti alla Si tratta di due universi eterogenei, benchè attinenti alla stessa realtà e che danno luogo a due linguistiche diverse: stessa realtà e che danno luogo a due linguistiche diverse: “Da un lato c’è la lingua, insieme di segni formali, rilevati “Da un lato c’è la lingua, insieme di segni formali, rilevati da procedure rigorose, dall’altro la manifestazione della da procedure rigorose, dall’altro la manifestazione della lingua nella comunicazione vivente” (pp. 55-6).lingua nella comunicazione vivente” (pp. 55-6).

Con l’abitudine siamo diventati insensibili alla profonda Con l’abitudine siamo diventati insensibili alla profonda differenza tra il linguaggio come sistema di segni e il differenza tra il linguaggio come sistema di segni e il linguaggio assunto come esercizio dall’individuo. linguaggio assunto come esercizio dall’individuo. Nell’appropriarsi del linguaggio l’individuo lo trasforma in Nell’appropriarsi del linguaggio l’individuo lo trasforma in istanze del discorsoistanze del discorso, caratterizzate da , caratterizzate da un sistema di un sistema di referenza internereferenza interne la cui chiave è l’iola cui chiave è l’io, e che definiscono , e che definiscono l’individuo tramite la particolare costruzione linguistica l’individuo tramite la particolare costruzione linguistica adottata quando si enuncia come locutore (adottata quando si enuncia come locutore (La natura dei La natura dei pronomipronomi, p. 141)., p. 141).

È nel discorso che la lingua si forma e si configura: “È nel discorso che la lingua si forma e si configura: “nihil nihil est in lingua quodo non prius fuerit in orationeest in lingua quodo non prius fuerit in oratione”.”.

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PragmaticaPragmatica

La natura dei pronomiLa natura dei pronomi, p. 139:, p. 139:

““L’enunciato contenente io appartiene a quel tipo o L’enunciato contenente io appartiene a quel tipo o livello di linguaggio che Morris chiama livello di linguaggio che Morris chiama pragmatico e che include con i sensi, coloro che pragmatico e che include con i sensi, coloro che se ne servono.”se ne servono.”

La “realtà” alla quale rinviano io e tu è unicamente La “realtà” alla quale rinviano io e tu è unicamente una “realtà di discorso”, che è una cosa tutta una “realtà di discorso”, che è una cosa tutta particolare.particolare.

Problema della sui-referenzialitàProblema della sui-referenzialità..

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Oltre la dicotomia Oltre la dicotomia langue-parolelangue-parole

Per Roland Barthes lo strumento con cui Per Roland Barthes lo strumento con cui Benveniste rinnova l’eredità saussuriana è Benveniste rinnova l’eredità saussuriana è l’iscrizione della persona nel linguaggio l’iscrizione della persona nel linguaggio attraverso l’istanza del discorso in grado di attraverso l’istanza del discorso in grado di andare oltre la vecchia dicotomia langue-parole, andare oltre la vecchia dicotomia langue-parole, oggettivo-soggettivo, individuo-società.oggettivo-soggettivo, individuo-società.

La teoria dell’enunciazione è una teoria pragmatica La teoria dell’enunciazione è una teoria pragmatica che tematizza ciò che manca nella pragmatica di che tematizza ciò che manca nella pragmatica di Austin: il Austin: il posto del soggetto nel discorsoposto del soggetto nel discorso..

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L’apparato formale L’apparato formale dell’enunciazionedell’enunciazione

Ci deve essere un soggetto che usa determinate forme linguisticheCi deve essere un soggetto che usa determinate forme linguistiche La loro referenza è variabile e viene fissata solo sulla base del La loro referenza è variabile e viene fissata solo sulla base del

soggetto locutore che li assume e li enuncia e della situazione in cui soggetto locutore che li assume e li enuncia e della situazione in cui vengono enunciativengono enunciati

Tali elementi sono:Tali elementi sono: gli indici di personagli indici di persona: forme linguistiche che rimandano sempre a : forme linguistiche che rimandano sempre a

individui che fanno parte della situazione di enunciazione e non a individui che fanno parte della situazione di enunciazione e non a concetti fissiconcetti fissi

Gli indici di ostensioneGli indici di ostensione: dimostrativi e avverbi di spazio e di tempo: dimostrativi e avverbi di spazio e di tempo Forme della temporalitàForme della temporalità, a partire dal presente come espressione del , a partire dal presente come espressione del

tempo coestensivo alla situazione di enunciazione (il presente linguistico tempo coestensivo alla situazione di enunciazione (il presente linguistico è sui-referenziale): l’unico tempo inerente al linguaggio e per natura è sui-referenziale): l’unico tempo inerente al linguaggio e per natura implicito (implicito (Il linguaggio e l’esperienza umanaIl linguaggio e l’esperienza umana, 1965), 1965)

Forme della illocutivitàForme della illocutività: verbi performativi, la cui forza specifica si : verbi performativi, la cui forza specifica si realizza solo se un determinato soggetto li pronuncia alla prima persona realizza solo se un determinato soggetto li pronuncia alla prima persona singolare (cfr. singolare (cfr. Della soggettività nel linguaggioDella soggettività nel linguaggio, 1958), 1958)

La modalitàLa modalità, la cui problematica emerge dalla considerazione che il , la cui problematica emerge dalla considerazione che il soggetto ha la possibiltà di marcare il proprio enunciato in vari modi per soggetto ha la possibiltà di marcare il proprio enunciato in vari modi per indicare il proprio atteggiamento nei confronti del contenuto.indicare il proprio atteggiamento nei confronti del contenuto.

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Origine deittica Origine deittica dell’enunciazionedell’enunciazione

L’origine deittica dell’enunciazione (Bühler, L’origine deittica dell’enunciazione (Bühler, SprachtheorieSprachtheorie, , 1934), il punto zero delle coordinate deittiche, è il parlante. 1934), il punto zero delle coordinate deittiche, è il parlante. Benveniste lo chiama “istanza enunciativa”.Benveniste lo chiama “istanza enunciativa”.

L’origine deittica è composta da “io, qui, ora”L’origine deittica è composta da “io, qui, ora”

L’indessicalità è una dimensione fondamentale per la L’indessicalità è una dimensione fondamentale per la pragmatica, in quanto “ricopre tutti gli aspetti che pragmatica, in quanto “ricopre tutti gli aspetti che vincolano le strutture linguistiche a dei contesti di vincolano le strutture linguistiche a dei contesti di proferimento” (Caffi 2009:122)proferimento” (Caffi 2009:122)

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Il pronome io non ha una referenza fissa, oggettiva Il pronome io non ha una referenza fissa, oggettiva e costante, ma ne assume una ogni volta e costante, ma ne assume una ogni volta differente in ciascuna delle situazioni di discorso differente in ciascuna delle situazioni di discorso in cui un individuo si designa come io: “Io in cui un individuo si designa come io: “Io significa ‘la persona che enuncia l’attuale istanza significa ‘la persona che enuncia l’attuale istanza di discorso contenente io’” (p. 139)di discorso contenente io’” (p. 139)

L’unica realtà alla quale i pronomi personali di L’unica realtà alla quale i pronomi personali di prima e seconda persona fanno riferimento è la prima e seconda persona fanno riferimento è la realtà del discorso: essi appartengono alla realtà del discorso: essi appartengono alla situazione del discorso o al “processo di situazione del discorso o al “processo di enunciazione linguistica”. La deissi è enunciazione linguistica”. La deissi è contemporanea alla situazione di discorso.contemporanea alla situazione di discorso.

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Interno/esternoInterno/esternomutevole/costantemutevole/costante

I pronomi innestano un processo di riferimenti interni I pronomi innestano un processo di riferimenti interni al linguaggio (al linguaggio (sui-referenzialitàsui-referenzialità), mentre nel caso dei ), mentre nel caso dei nomi il riferimento che viene innescato è esternonomi il riferimento che viene innescato è esterno

I nomi si riferiscono a nozioni costanti e in un certo I nomi si riferiscono a nozioni costanti e in un certo senso oggettive, che nel passaggio dallo stato virtuale senso oggettive, che nel passaggio dallo stato virtuale della lingua a quello attuale del discorso non mutano, della lingua a quello attuale del discorso non mutano, hanno una referenza fissa (es. la parola hanno una referenza fissa (es. la parola alberoalbero))

Cfr. La distinzione di Bühler (1934) tra campo simbolico e campo di Cfr. La distinzione di Bühler (1934) tra campo simbolico e campo di indicazione L’opposizione nomi/pronomi riecheggia la teoria dei due indicazione L’opposizione nomi/pronomi riecheggia la teoria dei due campi di Bühler: i segni prendono significato in relazione a due grandi campi di Bühler: i segni prendono significato in relazione a due grandi campi, quello simbolico (in cui si collocano i nomi) e quello campi, quello simbolico (in cui si collocano i nomi) e quello d’indicazione (che si costituisce tutte le volte che un essere umano d’indicazione (che si costituisce tutte le volte che un essere umano prende la parola per rivolgersi a un altro essere umano). Così Rigotti prende la parola per rivolgersi a un altro essere umano). Così Rigotti (1997) stabilisce una dicotomia tra semiosi categoriale e semiosi (1997) stabilisce una dicotomia tra semiosi categoriale e semiosi deittica.deittica.

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Pronomi e Pronomi e comunicazionecomunicazione

L’importanza della loro funzione è direttamente L’importanza della loro funzione è direttamente proporzionale alla natura del problema che proporzionale alla natura del problema che aiutano a risolvere, quello cioè aiutano a risolvere, quello cioè della della comunicazione intersoggettivacomunicazione intersoggettiva. Il linguaggio lo . Il linguaggio lo ha risolto creando una serie di “ha risolto creando una serie di “segni vuotisegni vuoti”, non ”, non referenziali rispetto alla realtà, sempre referenziali rispetto alla realtà, sempre disponibili e che diventano “pieni” non appena il disponibili e che diventano “pieni” non appena il parlante li assume in una istanza qualsiasi del parlante li assume in una istanza qualsiasi del discorso […] discorso […] il loro compito è quello di fornire lo il loro compito è quello di fornire lo strumento di quella che potremmo chiamare strumento di quella che potremmo chiamare conversione del linguaggio in discorsoconversione del linguaggio in discorso (p. 141). (p. 141).

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Carattere universale dei Carattere universale dei pronomipronomi

““I pronomi risultano I pronomi risultano consegnati e insegnati nelle grammaticheconsegnati e insegnati nelle grammatiche, , offerti alla stessa stregua degli altri segni e ugualmente offerti alla stessa stregua degli altri segni e ugualmente disponibili. Ma dal momento in cui una persona li pronuncia, li disponibili. Ma dal momento in cui una persona li pronuncia, li assume, ecco che assume, ecco che il pronome il pronome ioio, da elemento di un paradigma, si , da elemento di un paradigma, si trasforma in una designazione unicatrasforma in una designazione unica, e produce, ogni volta, una , e produce, ogni volta, una nuova persona. Si tratta dell’attualizzazione di un’esperienza nuova persona. Si tratta dell’attualizzazione di un’esperienza essenziale; essenziale; è inconcepibile che una lingua manchi di uno è inconcepibile che una lingua manchi di uno strumento del generestrumento del genere.” (p. 37).” (p. 37)

L’universalità di queste formeL’universalità di queste forme induce a pensare che il induce a pensare che il problema dei pronomi sia insieme un problema di problema dei pronomi sia insieme un problema di linguaggio e un problema di lingua, o meglio, che sia un linguaggio e un problema di lingua, o meglio, che sia un problema di lingua solo in quanto è problema di lingua solo in quanto è innanzitutto un innanzitutto un problema di linguaggioproblema di linguaggio (p. 138) (p. 138)

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La soggettività nel La soggettività nel linguaggiolinguaggio

““È nel linguaggio e mediante il linguaggio che l’uomo si È nel linguaggio e mediante il linguaggio che l’uomo si costituisce in quanto soggetto, perché solo il linguaggio costituisce in quanto soggetto, perché solo il linguaggio fonda nella realtà […] il concetto di “ego”” (fonda nella realtà […] il concetto di “ego”” (Della Della soggettività nel linguaggiosoggettività nel linguaggio, p. 112), p. 112)

““Per soggettività si intende qui “la capacità del parlante di Per soggettività si intende qui “la capacità del parlante di porsi come “soggetto”, porsi come “soggetto”, “unità psichica trascendente “unità psichica trascendente rispetto alla totalità delle esperienze vissuterispetto alla totalità delle esperienze vissute che riunisce e che riunisce e assicura il permanere della coscienza” (assicura il permanere della coscienza” (ibidibid.). (cfr. l’io .). (cfr. l’io penso di Kant)penso di Kant)

Questa soggettività “Questa soggettività “è ego che dice “egoè ego che dice “ego””. Ecco il ””. Ecco il fondamento della soggettività che si determina attraverso fondamento della soggettività che si determina attraverso lo status linguistico della persona.lo status linguistico della persona.

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Costitutiva dialogicità del Costitutiva dialogicità del linguaggiolinguaggio

Ma “la coscienza di sé è possibile solo per contrasto. Io Ma “la coscienza di sé è possibile solo per contrasto. Io non uso non uso ioio se non rivolgendomi a qualcuno, che nella mia se non rivolgendomi a qualcuno, che nella mia allocuzione è un allocuzione è un tutu ( (Della soggettività nel linguaggioDella soggettività nel linguaggio, p. , p. 113)113)

““Ogni uomo si pone nella sua individualità in quanto io che Ogni uomo si pone nella sua individualità in quanto io che si rapporta a un tu e a un egli”.si rapporta a un tu e a un egli”.

Ciò che può apparire come un comportamento istintivo, Ciò che può apparire come un comportamento istintivo, riflette invece una riflette invece una struttura di opposizioni linguistichestruttura di opposizioni linguistiche inerenti al discorso.inerenti al discorso.

““Io” realizza l’inserzione del locutore in un momento nuovo Io” realizza l’inserzione del locutore in un momento nuovo del tempo e in un tessuto diverso di circostanze e di del tempo e in un tessuto diverso di circostanze e di discorso (discorso (Il linguaggio e l’esperienza umanaIl linguaggio e l’esperienza umana, 1965, p. 36), 1965, p. 36)

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TempoTempo

Il linguaggio e l’esperienza umanaIl linguaggio e l’esperienza umana (1965) (1965)

““Tra le forme linguistiche rivelatrici dell’esperienza Tra le forme linguistiche rivelatrici dell’esperienza soggettiva le più ricche sono quelle che soggettiva le più ricche sono quelle che formano il tempo, difficili da esplorare per le formano il tempo, difficili da esplorare per le trappole dello psicologismo”.trappole dello psicologismo”.

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Tre accezione del tempoTre accezione del tempo

1. 1. Tempo fisicoTempo fisico: continuo uniforme e infinito, : continuo uniforme e infinito, caratterizzato da linearità e irreversibilità, che può caratterizzato da linearità e irreversibilità, che può essere segmentato a piacere; durata infinitamente essere segmentato a piacere; durata infinitamente variabile e relativa al sentire di ciascun individuovariabile e relativa al sentire di ciascun individuo

2. 2. Tempo cronicoTempo cronico: tempo degli avvenimenti e degli : tempo degli avvenimenti e degli orologi; tempo oggettivato e socializzato; irrigidito orologi; tempo oggettivato e socializzato; irrigidito nella storia, può essere percorso in avanti e indietro.nella storia, può essere percorso in avanti e indietro.

Tratti ordinatori del tempo cronico:Tratti ordinatori del tempo cronico:1.1. Condizione stativa (fissazione di un punto zero, momento assiale)Condizione stativa (fissazione di un punto zero, momento assiale)

2.2. Condizione direttiva: opposizione prima/dopoCondizione direttiva: opposizione prima/dopo

3.3. Condizione misurativa: repertorio di unità (giorni, mesi, anni) per Condizione misurativa: repertorio di unità (giorni, mesi, anni) per misurare l’intervallo tra gli eventimisurare l’intervallo tra gli eventi

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3. 3. Tempo linguisticoTempo linguistico: “forma di organizzazione : “forma di organizzazione dell’esperienza, punto di vista proiettato sul dell’esperienza, punto di vista proiettato sul tempo non linguistico” (Manetti, 2008:36), tempo non linguistico” (Manetti, 2008:36), legato legato all’uso della parola. Si definisce in funzione del all’uso della parola. Si definisce in funzione del discorsodiscorso: il presente è il tempo in cui si parla : il presente è il tempo in cui si parla (cfr. (cfr. La soggettività nel linguaggioLa soggettività nel linguaggio, 1958)., 1958).

E’ attraverso la lingua che si manifesta l’esperienza E’ attraverso la lingua che si manifesta l’esperienza umana del tempo. La temporalità non è dunque umana del tempo. La temporalità non è dunque una condizione innata del pensiero (vs Kant), ma una condizione innata del pensiero (vs Kant), ma è “prodotta all’interno e per mezzo della è “prodotta all’interno e per mezzo della enunciazione”.enunciazione”.

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Tempo linguisticoTempo linguistico

Presente: asse della istanza del discorso

Non più presente Non ancora presente

Il presente è per sua natura implicitoI tempi non-presenti (passato e futuro) sono sempre esplicitati

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Caratteri del presente Caratteri del presente linguisticolinguistico

Il presente è il tempo assialeIl presente è il tempo assiale Il suo ancoramento è il linguaggio: Il suo ancoramento è il linguaggio:

espressione del tempo coestensivo alla espressione del tempo coestensivo alla situazione di enunciazionesituazione di enunciazione

Il presente linguistico non ha alcuna Il presente linguistico non ha alcuna realtà oggettiva esterna, ma è realtà oggettiva esterna, ma è sui-sui-referenzialereferenziale

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Le relazioni di tempo nel verbo franceseLe relazioni di tempo nel verbo francese (1959) (1959)

L’enunciazione discorsiva è quella in cui i fatti sono L’enunciazione discorsiva è quella in cui i fatti sono temporalmente individuati in riferimento al temporalmente individuati in riferimento al presente dell’atto di enunciazionepresente dell’atto di enunciazione

L’enunciazione storica è quella in cui i fatti sono L’enunciazione storica è quella in cui i fatti sono individuati temporalmente senza riferimento al individuati temporalmente senza riferimento al presente dell’atto enunciativo.presente dell’atto enunciativo.

I due tipi di enunciazione costituiscono due I due tipi di enunciazione costituiscono due modalità attraverso le quali la lingua dà forma modalità attraverso le quali la lingua dà forma all’esperienza; la all’esperienza; la lingua non è un calco della lingua non è un calco della realtà, ma una forma di organizzazione della realtà, ma una forma di organizzazione della realtà.realtà.

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Enunciazione discorsivaEnunciazione discorsiva

““Ogni volta che un parlante impiega la forma Ogni volta che un parlante impiega la forma grammaticale del “presente” (o un suo grammaticale del “presente” (o un suo equivalente) situa l’avvenimento come equivalente) situa l’avvenimento come contemporaneo all’istanza del discorso che lo contemporaneo all’istanza del discorso che lo menziona. È evidente che questo presente, in menziona. È evidente che questo presente, in quanto funzione del discorso, non può essere quanto funzione del discorso, non può essere collocato in una particolare divisione del tempo collocato in una particolare divisione del tempo cronico, perché le ammette tutte e non ne cronico, perché le ammette tutte e non ne richiede nessuna. Il parlante situa come richiede nessuna. Il parlante situa come “presente” tutto ciò che considera tale in virtù “presente” tutto ciò che considera tale in virtù della forma linguistica impiegata” (della forma linguistica impiegata” (Il linguaggio e Il linguaggio e l’esperienza umanal’esperienza umana, p. 41), p. 41)

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Enunciazione storicaEnunciazione storica

““Perché i fatti sopravvenuti in un certo tempo possano essere Perché i fatti sopravvenuti in un certo tempo possano essere registrati come fatti avvenuti, devono appartenere al registrati come fatti avvenuti, devono appartenere al passato. Senza dubbio sarebbe meglio dire: dal momento passato. Senza dubbio sarebbe meglio dire: dal momento che sono registrati ed enunciati in un’espressione che sono registrati ed enunciati in un’espressione temporale storica, essi si trovano caratterizzati come temporale storica, essi si trovano caratterizzati come passati. L’intenzione storica costituisce certo una delle passati. L’intenzione storica costituisce certo una delle grandi funzioni della lingua: vi imprime la sua temporalità grandi funzioni della lingua: vi imprime la sua temporalità specifica” (PLG: 285).specifica” (PLG: 285).

Il tempo della storia è il tempo dell’avvenimento al di fuori Il tempo della storia è il tempo dell’avvenimento al di fuori della persona di un narratore (p. 287), fatto che dà della persona di un narratore (p. 287), fatto che dà l’impressione che non vi sia neanche un narratore. l’impressione che non vi sia neanche un narratore. “Nessuno parla, gli avvenimenti sembrano raccontarsi da “Nessuno parla, gli avvenimenti sembrano raccontarsi da soli”soli”

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Due forme di Due forme di enunciazioneenunciazione(Benveniste)(Benveniste)

Discorso

Io-Tu

deittici

TempoPresente

Egli(non-persona)

Forme anaforiche

Aoristo (tempo indefinito)

Futuro semplice

Passatoprossimo

Prospettivo

trapassato

Storia

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StoriaStoriaEsclusione di ogni forma Esclusione di ogni forma

linguistica linguistica autobiografica autobiografica

Tutto in III personaTutto in III persona

DiscorsoDiscorsoOgni enunciazione che Ogni enunciazione che

presuppone un parlante e un presuppone un parlante e un ascoltatore e l’intenzione ascoltatore e l’intenzione nel primo di influenzare il nel primo di influenzare il secondosecondo

I e II persona, ma anche la non I e II persona, ma anche la non persona (III)persona (III)

Storia e discorso sono due sistemi temporali linguisticiStoria e discorso sono due sistemi temporali linguisticiBenveniste, Benveniste, Le relations de temps dans le verbe francaisLe relations de temps dans le verbe francais (1959); in (1959); in Problemi di linguistica generaleProblemi di linguistica generale, Milano, 1990, pp. 269-282, Milano, 1990, pp. 269-282

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Il tempo della storiaIl tempo della storia aoristo (passato remoto) aoristo (passato remoto) imperfetto (compresa la forma condizionale) imperfetto (compresa la forma condizionale) piuccheperfetto (trapassato prossimo). piuccheperfetto (trapassato prossimo).

Il presente è escluso, ammesso solo nella forma del Il presente è escluso, ammesso solo nella forma del presente atemporale, il “presente di definizione”.presente atemporale, il “presente di definizione”.

Effetti di senso:Effetti di senso:Nella storia gli avvenimenti sembrano raccontarsi da sé. Nella storia gli avvenimenti sembrano raccontarsi da sé. Strategia della distanzaStrategia della distanza

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Il tempo del discorsoIl tempo del discorso

PresentePresente FuturoFuturo PerfettoPerfetto (legame tra l’evento passato e il presente; il (legame tra l’evento passato e il presente; il

riferimento temporale è il momento presente)riferimento temporale è il momento presente) ImperfettoImperfetto Escluso l’Escluso l’aoristoaoristo

Effetti di sensoEffetti di sensoIl discorso coincide con l’atto di enunciazione: strategia della Il discorso coincide con l’atto di enunciazione: strategia della

complicitàcomplicità

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Weinrich, Weinrich, TempusTempus, 1964, 1964

Le forme temporali sono segni linguistici a disposizione del Le forme temporali sono segni linguistici a disposizione del parlante perché questi possa manovrare in una molteplicità di parlante perché questi possa manovrare in una molteplicità di sfumature sfumature l’atteggiamento ricettivol’atteggiamento ricettivo dell’ascoltatore dell’ascoltatore

la funzione dei tempi non è soltanto quella di fornire la funzione dei tempi non è soltanto quella di fornire informazioni cronologiche, ma di indicare informazioni cronologiche, ma di indicare l’atteggiamento l’atteggiamento comunicativo che si intende adottarecomunicativo che si intende adottare in una particolare in una particolare situazionesituazione

Due diverse modalità di enunciazione di un fatto: narrazione e Due diverse modalità di enunciazione di un fatto: narrazione e commento; chi racconta istituisce per ciò stesso un proprio commento; chi racconta istituisce per ciò stesso un proprio tempo, il tempo narrato, qualitativamente distinto dal tempo tempo, il tempo narrato, qualitativamente distinto dal tempo commentato.commentato.

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Strategie di cancellazioneStrategie di cancellazionedell’origine deitticadell’origine deittica

Eliminazione della prima persona: Eliminazione della prima persona: distinzione tra enunciatore e locutore distinzione tra enunciatore e locutore (Goffman, 1979: (Goffman, 1979: footingfooting))

NarrativizzazioneNarrativizzazione

Effetti: Effetti: oggettivizzazione del discorso (rafforzamento)oggettivizzazione del discorso (rafforzamento) Indebolimento del soggetto narranteIndebolimento del soggetto narrante

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Due macro-strategie Due macro-strategie enunciativeenunciative

soggettiva oggettiva

Stile soggettivante: l’enunciatore si manifesta in modo più marcato ed Stile soggettivante: l’enunciatore si manifesta in modo più marcato ed esplicito, orientando l’informazione da uno specifico punto di vista.esplicito, orientando l’informazione da uno specifico punto di vista.

Stile oggettivante: tende a presentare l’informazione senza, almeno Stile oggettivante: tende a presentare l’informazione senza, almeno apparentemente, intermediazioni soggettiveapparentemente, intermediazioni soggettive

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Possibili applicazioniPossibili applicazioni

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L’enunciazione nel L’enunciazione nel giornalegiornale

Ogni giornale, in quanto discorso, istituisce dei soggetti della Ogni giornale, in quanto discorso, istituisce dei soggetti della comunicazione: enunciatore ed enunciatariocomunicazione: enunciatore ed enunciatario

Distinzione tra i soggetti empirici (giornalisti e lettori) e i loro Distinzione tra i soggetti empirici (giornalisti e lettori) e i loro simulacri nel testosimulacri nel testo

L’assunzione di un certo stile del discorso fa parte del patto di L’assunzione di un certo stile del discorso fa parte del patto di fiducia tra il giornale e i suoi lettori; strategia di fiducia tra il giornale e i suoi lettori; strategia di autorappresentazione della propria immagine e come voce che autorappresentazione della propria immagine e come voce che indica al lettore come interpretare la pluralità delle notizieindica al lettore come interpretare la pluralità delle notizie

Varietà interna: messa in scena di varie voci (enunciatori Varietà interna: messa in scena di varie voci (enunciatori delegati: inviati, opinionisti ecc.): andamento polifonicodelegati: inviati, opinionisti ecc.): andamento polifonico

Ogni testata costruisce, insieme alla sua immagine, una Ogni testata costruisce, insieme alla sua immagine, una immagine complementare dei suoi lettoriimmagine complementare dei suoi lettori

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Enunciazione e tipologie Enunciazione e tipologie di testatedi testate

Stile soggettivanteStile soggettivante Accentuazione della congruenza delle vociAccentuazione della congruenza delle voci

Quotidiano agenda (es. “La Repubblica”): linea politica e di più ampia Quotidiano agenda (es. “La Repubblica”): linea politica e di più ampia opinione e comportamentiopinione e comportamenti

Identificazione forte con i lettoriIdentificazione forte con i lettori Quotidiano-attivista; tra il foglio di partito e il quotidiano-agenda (es. Quotidiano-attivista; tra il foglio di partito e il quotidiano-agenda (es.

“Il Foglio”, “Libero”, “Il manifesto”)“Il Foglio”, “Libero”, “Il manifesto”)

Forte identificazione con il lettoreForte identificazione con il lettore

Stile oggettivanteStile oggettivante Strategia di neutralizzazione: accoglimento di più voci, talvolta distanti e Strategia di neutralizzazione: accoglimento di più voci, talvolta distanti e

in contrasto tra loro (es. “Il Corriere della Sera” oppure “La Stampa”)in contrasto tra loro (es. “Il Corriere della Sera” oppure “La Stampa”)

Quotidiano-istituzioneQuotidiano-istituzione

Identificazione più debole con il lettoreIdentificazione più debole con il lettore

Incroci: scrittura soggettiva in una testata caratterizzata da stile Incroci: scrittura soggettiva in una testata caratterizzata da stile oggettivante; scrittura oggettiva (assenza di firma in un editoriale)oggettivante; scrittura oggettiva (assenza di firma in un editoriale)in una testata caratterizzata da stile soggettivante.in una testata caratterizzata da stile soggettivante.

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Scrittura soggettiva e Scrittura soggettiva e oggettivaoggettiva

Un inviato può scrivere il proprio rapporto in prima persona, Un inviato può scrivere il proprio rapporto in prima persona, mettendo in evidenza le proprie reazioni emotive e le difficoltà mettendo in evidenza le proprie reazioni emotive e le difficoltà incontrate: narrazione soggettiva (forma discorso, per Benveniste)incontrate: narrazione soggettiva (forma discorso, per Benveniste)

Oppure presentare i fatti in modo più neutrale e in terza persona, Oppure presentare i fatti in modo più neutrale e in terza persona, come se il racconto degli avvenimenti si facesse da sé, orientandolo come se il racconto degli avvenimenti si facesse da sé, orientandolo in una prospettiva più oggettiva (forma storia, per Benveniste). Qui in una prospettiva più oggettiva (forma storia, per Benveniste). Qui però l’oggettività è solo apparente, conseguenza del nascondimento però l’oggettività è solo apparente, conseguenza del nascondimento del soggetto dell’enunciazione all’interno del proprio enunciato. del soggetto dell’enunciazione all’interno del proprio enunciato. Effetto di discorso realistico dato dall’assenza delle marche di Effetto di discorso realistico dato dall’assenza delle marche di prima persona.prima persona.

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Riduzione della distanza Riduzione della distanza socialesociale

Sul Sul piano della testualitàpiano della testualità: preferenza per la : preferenza per la funzione ludica e fatica (brillantezza)funzione ludica e fatica (brillantezza)

Sul Sul piano comunicativopiano comunicativo: scelta di forme : scelta di forme dialogiche e informalidialogiche e informali

Sul Sul piano linguisticopiano linguistico: ricorso all’italiano medio, : ricorso all’italiano medio, con elementi marcati verso il basso e verso l’alto, con elementi marcati verso il basso e verso l’alto, e alle sue varietà giovanili (vivacizzazione)e alle sue varietà giovanili (vivacizzazione)

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Pronomi nel giornalismoPronomi nel giornalismo

Fairclough (1989:127-8) segnala la frequenza della forma Fairclough (1989:127-8) segnala la frequenza della forma inclusiva del inclusiva del noi noi negli negli editoriali politicieditoriali politici. Implicazioni: il giornalista . Implicazioni: il giornalista ha l’autorità di dar voce ai cittadini; rafforzamento dell’ideologia ha l’autorità di dar voce ai cittadini; rafforzamento dell’ideologia collettiva che enfatizza l’unità anziché la rappresentazione di collettiva che enfatizza l’unità anziché la rappresentazione di prospettive specifiche.prospettive specifiche.

Loporcaro (2005): Il Loporcaro (2005): Il noinoi nel Tg è indicatore di complicità tra nel Tg è indicatore di complicità tra giornalista e spettatatore; il notiziario mira a presentarsi come giornalista e spettatatore; il notiziario mira a presentarsi come voce della comunità, costruzione di un soggetto collettivo (noi voce della comunità, costruzione di un soggetto collettivo (noi inclusivo), manifestazione di un patto di reciproca appartenenza inclusivo), manifestazione di un patto di reciproca appartenenza tra emittente e destinatario. Strategia che serve a ribadire vincoli tra emittente e destinatario. Strategia che serve a ribadire vincoli affettivi e ideologici.affettivi e ideologici.

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Identificazione del Identificazione del giornalista con il pubblicogiornalista con il pubblico

Il Noi inclusivo: voce della comunità; costruzione Il Noi inclusivo: voce della comunità; costruzione di un soggetto collettivo (fallacia nazionalistica: di un soggetto collettivo (fallacia nazionalistica: es. “noi italiani”).es. “noi italiani”).

Fusione fra l’istanza narrante e il pubblico in un Fusione fra l’istanza narrante e il pubblico in un tutto indistinto che è l’opposto di quanto si tutto indistinto che è l’opposto di quanto si richiederebbe per una informazione referenziale richiederebbe per una informazione referenziale (Loporcaro 2005:126).(Loporcaro 2005:126).

Discorso complice e non critico Discorso complice e non critico (Calabrese e Volli, (Calabrese e Volli, I telegiornali:istruzioni per I telegiornali:istruzioni per l’usol’uso, 1995: 234-35), 1995: 234-35)

Obiettivo: ribadire vincoli affettivi e ideologiciObiettivo: ribadire vincoli affettivi e ideologici

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Nella comunicazione Nella comunicazione aziendaleaziendale

Nella comunicazione aziendale il ricorso al Nella comunicazione aziendale il ricorso al noi noi può servire a può servire a enfatizzare gli sforzi degli amministratori e la positività dei enfatizzare gli sforzi degli amministratori e la positività dei risultati ottenuti, mentre i risultati meno positivi vengono risultati ottenuti, mentre i risultati meno positivi vengono presentati in modo impersonale (declinazione della presentati in modo impersonale (declinazione della responsabilità). L’uso della II pers. può servire invece a responsabilità). L’uso della II pers. può servire invece a stimolare un senso di appartenenza nel destinatario.stimolare un senso di appartenenza nel destinatario.

L’uso del passivo crea un’impressione di oggettività e di non L’uso del passivo crea un’impressione di oggettività e di non responsabilità degli agenti (frequente nelle cronache sportive) responsabilità degli agenti (frequente nelle cronache sportive) oppure segnala un maggior distacco del narratore (giornalista) oppure segnala un maggior distacco del narratore (giornalista) (cfr. Santulli, 2005: 110)(cfr. Santulli, 2005: 110)

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Nel discorso politicoNel discorso politico Il discorso politico non è (o almeno è solo in Il discorso politico non è (o almeno è solo in

parte) discorso rappresentativo. Non è un parte) discorso rappresentativo. Non è un insieme di enunciati in rapporto cognitivo-insieme di enunciati in rapporto cognitivo-referenziale con il reale.referenziale con il reale.

Anziché mirare ad una rappresentazione fedele Anziché mirare ad una rappresentazione fedele degli eventi, il discorso politico costruisce il suo degli eventi, il discorso politico costruisce il suo soggetto in forma attanziale (Greimas 1966), cioè soggetto in forma attanziale (Greimas 1966), cioè come un sistema di ruoli in correlazione al suo come un sistema di ruoli in correlazione al suo antisoggetto (la figura del rivale, antisoggetto (la figura del rivale, dell’antagonista).dell’antagonista).

(Desideri 1999:394)(Desideri 1999:394)

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Embrayage attanziale: identificazione Embrayage attanziale: identificazione dell’enunciatario con il soggetto enunciatore dell’enunciatario con il soggetto enunciatore (adesione del parlante al contenuto (adesione del parlante al contenuto dell’enunciazione): ricorso alle citazioni, dell’enunciazione): ricorso alle citazioni, repliche, negazioni, confutazionirepliche, negazioni, confutazioni

Discorso polemico,Discorso polemico,

e in generale e in generale propagandisticopropagandistico

Ma anche ricerca di Ma anche ricerca di coesione e di coesione e di identificazioneidentificazione

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Débrayage attanziale: cancellazione Débrayage attanziale: cancellazione dell’enunciatore attraverso i tratti formali del dell’enunciatore attraverso i tratti formali del discorso descrittivo e oggettivodiscorso descrittivo e oggettivo

(prevalenza della III persona e della forma (prevalenza della III persona e della forma impersonale o passiva)impersonale o passiva)

Discorso didatticoDiscorso didattico

Effetto di distanziamento che si raggiunge anche quando in un discorso Effetto di distanziamento che si raggiunge anche quando in un discorso politico il parlante fa riferimento a se stesso in quanto ruolo politico il parlante fa riferimento a se stesso in quanto ruolo istituzionale (descrizioni definite / non-io). istituzionale (descrizioni definite / non-io). Risultato: enfatizzazione dell’importanza e della sacralità del ruolo e Risultato: enfatizzazione dell’importanza e della sacralità del ruolo e deresponsabilizzazione del soggettoderesponsabilizzazione del soggetto

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Il noi nel modello del contattoIl noi nel modello del contatto::

Mussolini, Mussolini, Il primo anniversario della marcia su RomaIl primo anniversario della marcia su Roma, 28 , 28 ottobre 1923:ottobre 1923:

Camicie Nere! Camicie Nere! Noi ci conosciamoNoi ci conosciamo; fra me e voi ; fra me e voi non si non si perderà mai il contattoperderà mai il contatto

uso pletorico del noi inclusivo e aggreganteuso pletorico del noi inclusivo e aggregante

Mussolini, Mussolini, Al popolo di MantovaAl popolo di Mantova, 25 ottobre 1925:, 25 ottobre 1925:I miei non sono discorsi, nel senso tradizionale della I miei non sono discorsi, nel senso tradizionale della parola: sono allocuzioni, parola: sono allocuzioni, prese di contattoprese di contatto tra la mia tra la mia anima e la vostra, tra il mio cuore e i vostri cuorianima e la vostra, tra il mio cuore e i vostri cuori. I miei . I miei discorsi non hanno quindi nulla di comune con i discorsi discorsi non hanno quindi nulla di comune con i discorsi ufficiali e compassati pronunciati in altri tempi da ufficiali e compassati pronunciati in altri tempi da uomini in troppo funeree uniformi, uomini che non uomini in troppo funeree uniformi, uomini che non potevano parlare direttamente al popolo perché il potevano parlare direttamente al popolo perché il popolo non li comprendeva e non li amavapopolo non li comprendeva e non li amava

Ricorso privilegiato al campo semantico del sentimento Ricorso privilegiato al campo semantico del sentimento (anima, cuore, spirito, fede)(anima, cuore, spirito, fede)

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Esaltazione del rapporto immediato e quasi corporeo tra il Esaltazione del rapporto immediato e quasi corporeo tra il capo del governo e la comunità (processo di capo del governo e la comunità (processo di rispecchiamento). La comunità preesiste all’individuo che le rispecchiamento). La comunità preesiste all’individuo che le appartiene in modo necessario (evocazione dell’identità appartiene in modo necessario (evocazione dell’identità collettiva).collettiva).

Questo è il principio organizzatore dello stile di Mussolini: Questo è il principio organizzatore dello stile di Mussolini: espressione di una identificazione sentimentalizzata (non espressione di una identificazione sentimentalizzata (non argomentata) tra oratore e uditorioargomentata) tra oratore e uditorio

Svilimento della parola come strumento di mediazione e di Svilimento della parola come strumento di mediazione e di rappresentazione e esaltazione di una immediatezza rappresentazione e esaltazione di una immediatezza irriflessa, istintiva e emozionale che trascina all’azioneirriflessa, istintiva e emozionale che trascina all’azione

Molteplicità di atti linguistici esercitiviMolteplicità di atti linguistici esercitivi

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Fedel: elementi del discorso agitatorio di MussoliniFedel: elementi del discorso agitatorio di Mussolini Andamento paratattico della retorica mussoliniana: Andamento paratattico della retorica mussoliniana:

stimolo all’azionestimolo all’azione espressione di una espressione di una appartenenza naturaleappartenenza naturale PerentorietàPerentorietà, sottrazione al dialogo (Mussolini si presenta , sottrazione al dialogo (Mussolini si presenta

come l’unico portatore della verità e dei valori)come l’unico portatore della verità e dei valori) Assenza di problematicità, certezzaAssenza di problematicità, certezza, che intensifica l’adesione , che intensifica l’adesione

dell’uditorio e l’orientamento all’azionedell’uditorio e l’orientamento all’azione Componente ritmica (asemantica)Componente ritmica (asemantica)

Obiettivo: far sentire l’esistenza della comunitàObiettivo: far sentire l’esistenza della comunità Spinta emotivaSpinta emotiva Drammatizzazione: rappresentazione scenica dell’azione, del Drammatizzazione: rappresentazione scenica dell’azione, del

gesto, della parolagesto, della parola Presenza abbondante di tropi:Presenza abbondante di tropi:

Metafore religioseMetafore religiose Metafore belliche Metafore belliche Metafore medico-chirurgicheMetafore medico-chirurgiche

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Modello del contrattoModello del contratto

Campagne socialiste dal 1979 in poi (Craxi): manifesta enunciazione Campagne socialiste dal 1979 in poi (Craxi): manifesta enunciazione di contratti programmatici ed esplicita richiesta di mandati di contratti programmatici ed esplicita richiesta di mandati fiduciari:fiduciari:

abbiamo proposto agli elettori abbiamo proposto agli elettori un contrattoun contratto. Se ci daranno . Se ci daranno forza, forza, promettiamo in cambiopromettiamo in cambio di lavorare per garantire al di lavorare per garantire al paese cinque anni di stabilità e governabilitàpaese cinque anni di stabilità e governabilità (Craxi, intervista (Craxi, intervista al Messaggero, 13 maggio 1979)al Messaggero, 13 maggio 1979)

Noi esclusivoNoi esclusivo

Insistenza sull’atto commissivo (tipico della propaganda Insistenza sull’atto commissivo (tipico della propaganda politica)politica)

Desideri, Desideri, La comunicazione politica: dinamiche La comunicazione politica: dinamiche linguistiche e processi discorsivilinguistiche e processi discorsivi, in Gensini 1999, in Gensini 1999

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Discorsi didatticiDiscorsi didattici

Sequenze referenziali e veridittive: trasmissione del sapere e del far-Sequenze referenziali e veridittive: trasmissione del sapere e del far-crederecredere

Uso della terza persona e della forma impersonale: il soggetto Uso della terza persona e della forma impersonale: il soggetto dell’enunciazione è occultato all’interno del proprio enunciato: dell’enunciazione è occultato all’interno del proprio enunciato: debrayage attanzialedebrayage attanziale

Forme discorsive descrittive, scientifiche, storicheForme discorsive descrittive, scientifiche, storiche

Assenza di confronti con altri enunciatiAssenza di confronti con altri enunciati

Il fine è spingere il ricevente a identificarsi con i contenuti dei messaggiIl fine è spingere il ricevente a identificarsi con i contenuti dei messaggi

L’adesione dell’uditorio è presuppostaL’adesione dell’uditorio è presupposta

Gli oggetti di accordo restano implicitiGli oggetti di accordo restano impliciti

Un discorso oggettivo con stile neutro in terza persona può essere Un discorso oggettivo con stile neutro in terza persona può essere altrettanto manipolativo di un discorso soggettivoaltrettanto manipolativo di un discorso soggettivo

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Esempi di discorso Esempi di discorso didatticodidattico

Enrico Berlinguer: prosa austera di tono quasi scientifico, sequenze Enrico Berlinguer: prosa austera di tono quasi scientifico, sequenze argomentative centrate sui rapporti di causa-effetto, mezzo-scopoargomentative centrate sui rapporti di causa-effetto, mezzo-scopo

Discorso del 20 settembre 1981: struttura di tipo elencativo, forma della Discorso del 20 settembre 1981: struttura di tipo elencativo, forma della

enumerazione:enumerazione: I guasti profondi che tensione e guerra fredda producono nel mondo di I guasti profondi che tensione e guerra fredda producono nel mondo di

oggi: oggi: - limitano e soffocano l’autonomia, l’indipendenza e la sovranità di un limitano e soffocano l’autonomia, l’indipendenza e la sovranità di un

numero grande di popoli e stati;numero grande di popoli e stati;- Portano, nelle forme più varie, a restringere e a coartare in tutti i Portano, nelle forme più varie, a restringere e a coartare in tutti i

sistemi sociali la libertà e i diritti democraticisistemi sociali la libertà e i diritti democratici- Complicano la soluzione dei problemi economici e sociali all’interno Complicano la soluzione dei problemi economici e sociali all’interno

di tutti i paesi, da quelli più poveri a quelli più ricchidi tutti i paesi, da quelli più poveri a quelli più ricchi- Avvelenano gli animi, generano paura e odi tra gli uomini e fra i Avvelenano gli animi, generano paura e odi tra gli uomini e fra i

popoli, alimentano sfiducia, spengono la ragione e sfibrano le popoli, alimentano sfiducia, spengono la ragione e sfibrano le energie;energie;

- ………………..- Pace e sviluppo, dunque: due obiettivi che possono e debbono Pace e sviluppo, dunque: due obiettivi che possono e debbono

essere comuni a tutte le forze, le istituzioni, le organizzazioni che essere comuni a tutte le forze, le istituzioni, le organizzazioni che hanno a cuore le sorti dell’uomo.(cit. in Desideri, p.181)hanno a cuore le sorti dell’uomo.(cit. in Desideri, p.181)

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Discorso polemicoDiscorso polemico Molto frequente, in linea con la natura competitiva della Molto frequente, in linea con la natura competitiva della

politicapolitica Esplicitazione degli oggetti di accordoEsplicitazione degli oggetti di accordo Confronto con la parola degli avversari (spesso Confronto con la parola degli avversari (spesso

manipolata):manipolata): Strategie della citazione: allusione, replica, negazione, Strategie della citazione: allusione, replica, negazione,

confutazione, obiezioneconfutazione, obiezione Strategie di Strategie di embrayageembrayage attanziale finalizzati alla attanziale finalizzati alla

identificazione dell’enunciatario con il soggetto identificazione dell’enunciatario con il soggetto enunciatoreenunciatore

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Esempi del discorso Esempi del discorso polemicopolemico

Alcide De Gasperi (discorso al Senato, 22 luglio 1948, polemico con Alcide De Gasperi (discorso al Senato, 22 luglio 1948, polemico con il socialista Giua): polemica garbata con l’avversario politico, tono il socialista Giua): polemica garbata con l’avversario politico, tono interlocutorio:interlocutorio:

L’onorevole Giua ha accennato alla concezione originaria L’onorevole Giua ha accennato alla concezione originaria cristiana, che renderebbe facile la collaborazione con i comunisti, cristiana, che renderebbe facile la collaborazione con i comunisti, paragonati da lui ai cristiani e specialmente a quella frazione di paragonati da lui ai cristiani e specialmente a quella frazione di cristiani del tempo di Tertulliano. Egli ha detto che il Cristo cristiani del tempo di Tertulliano. Egli ha detto che il Cristo storico è un liberatore di schiavi. No! È una concezione errata….storico è un liberatore di schiavi. No! È una concezione errata….

(cit. in Desideri, (cit. in Desideri, La comunicazione politica: dinamiche linguistiche e La comunicazione politica: dinamiche linguistiche e processi discorsiviprocessi discorsivi, in Gensini (a cura di), , in Gensini (a cura di), Fare comunicazioneFare comunicazione, , Carocci 2006, p. 174)Carocci 2006, p. 174)

Più aspro il tono del discorso alla Camera del 28 luglio 1953 Più aspro il tono del discorso alla Camera del 28 luglio 1953 (presentazione del suo VIII e ultimo governo)(presentazione del suo VIII e ultimo governo)

……ma voi opposizioni, siete forse d’accordo tra voi? Voi vi unite in un ma voi opposizioni, siete forse d’accordo tra voi? Voi vi unite in un atto negativo; ma siete capaci di unirvi in un atto positivo?atto negativo; ma siete capaci di unirvi in un atto positivo?

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Aldo Moro; forti accenti polemici nei confronti degli avversari interni Aldo Moro; forti accenti polemici nei confronti degli avversari interni alla Dc (dorotei); uso frequente del paradosso, dell’antitesi e alla Dc (dorotei); uso frequente del paradosso, dell’antitesi e dell’ossimorodell’ossimoro

Discorso del 18 gennaio 1969Discorso del 18 gennaio 1969Non credo che occorra aggiungere altro, per dire che significato io Non credo che occorra aggiungere altro, per dire che significato io

intendo dare alla sollecitazione al Congresso, all’invito pressante intendo dare alla sollecitazione al Congresso, all’invito pressante ad aprire finalmente le finestre di questo castello nel quale siamo ad aprire finalmente le finestre di questo castello nel quale siamo arroccati, per farvi entrare il vento che soffia nella vita, intorno a arroccati, per farvi entrare il vento che soffia nella vita, intorno a noi. Non è un fatto di politica interna di partito, di distribuzione o noi. Non è un fatto di politica interna di partito, di distribuzione o redistribuzione del potere. Io non so che fare di queste coseredistribuzione del potere. Io non so che fare di queste cose (cit. (cit. in Desideri, p. 178)in Desideri, p. 178)

Discorso del 29 giugno 1969, XI Congresso della DcDiscorso del 29 giugno 1969, XI Congresso della DcSarebbe un grave errore, un errore fatale, restare in superficie e Sarebbe un grave errore, un errore fatale, restare in superficie e

non andare nel profondo; pensare in contingenza, invece che in non andare nel profondo; pensare in contingenza, invece che in sviluppo storico. Tocca alle forze politiche e allo Stato creare in sviluppo storico. Tocca alle forze politiche e allo Stato creare in modo intelligente e rispettoso i canali attraverso i quali la modo intelligente e rispettoso i canali attraverso i quali la domanda sociale e anche la protesta possano giungere a uno domanda sociale e anche la protesta possano giungere a uno sbocco positivo, ad una società rinnovata, ad un più alto sbocco positivo, ad una società rinnovata, ad un più alto equilibrio sociale e politico (cit. in Desideri, p. 177)equilibrio sociale e politico (cit. in Desideri, p. 177)

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Altri esempiAltri esempi

Prodi 1996Prodi 1996

SentoSento, parlando oggi in quest’aula, , parlando oggi in quest’aula, nella veste di presidente nella veste di presidente del consigliodel consiglio, tutto il peso della , tutto il peso della mia personale responsabilitàmia personale responsabilità. . È il grande peso della È il grande peso della nostranostra storia, di cui storia, di cui questo parlamentoquesto parlamento conserva la memoria più preziosa e di cui è l’espressione più conserva la memoria più preziosa e di cui è l’espressione più alta. Di fronte a questo parlamento, che è il punto di alta. Di fronte a questo parlamento, che è il punto di riferimentoriferimento di tutte le nostre istituzioni di tutte le nostre istituzioni, il , il governo sentegoverno sente forte l’esigenza di forte l’esigenza di rinnovamentorinnovamento espressa dal popolo espressa dal popolo italiano. Esso, per la prima volta nella storia unitaria, ha italiano. Esso, per la prima volta nella storia unitaria, ha indicato in una grande inedita coalizione popolare lo indicato in una grande inedita coalizione popolare lo strumento per dare avvio a una nuova fase della vita della strumento per dare avvio a una nuova fase della vita della repubblica.repubblica.

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Berlusconi 2001Berlusconi 2001 Sette anni fa Sette anni fa presentammopresentammo in quest’aula il programma del nostro in quest’aula il programma del nostro

primo governo. Da allora molte cose sono cambiate e ciascuno di primo governo. Da allora molte cose sono cambiate e ciascuno di noi ha imparato molto dai dati della vita e della politica. Ma noi ha imparato molto dai dati della vita e della politica. Ma consentitemi di cominciare con una frase schietta, diretta, consentitemi di cominciare con una frase schietta, diretta, semplicesemplice: noi siamo qui per lo stesso motivo di allora, : noi siamo qui per lo stesso motivo di allora, vogliamo vogliamo cambiare l’Italiacambiare l’Italia. . Lo faremoLo faremo pacificamente, nell’ordine, nel libero pacificamente, nell’ordine, nel libero dibattito democratico, guardando ai valori fondamentali della dibattito democratico, guardando ai valori fondamentali della persona scolpiti nella costituzione della nostra repubblica, nel persona scolpiti nella costituzione della nostra repubblica, nel rispetto intransigente dei diritti civili di tutti e di ciascuno, rispetto intransigente dei diritti civili di tutti e di ciascuno, ma lo ma lo faremofaremo. . Lo faremoLo faremo nella legalità, in piena integrazione nel sistema nella legalità, in piena integrazione nel sistema istituzionale vigente e nel rispetto di tutti i poteri costituzionali istituzionale vigente e nel rispetto di tutti i poteri costituzionali dello stato, dello stato, ma lo faremoma lo faremo. . Lo faremoLo faremo nell’ottimismo, che non c’è nell’ottimismo, che non c’è mai mancato, nello spirito di fiducia e di cooperazione con tutti mai mancato, nello spirito di fiducia e di cooperazione con tutti coloro che mostrano buona volontà, e anche in un clima sereno, coloro che mostrano buona volontà, e anche in un clima sereno, ma lo faremoma lo faremo. Perché il paese che . Perché il paese che noi tutti amiamonoi tutti amiamo ha il diritto di ha il diritto di compiere e completare al meglio la lunga e difficile transizione compiere e completare al meglio la lunga e difficile transizione che ha investito il suo sistema politico e costituzionale. C’è un che ha investito il suo sistema politico e costituzionale. C’è un capitolo da chiudere definitivamente: ed è quello della capitolo da chiudere definitivamente: ed è quello della vecchia vecchia politicapolitica. E c’è un capitolo tutto da scrivere: quello di un . E c’è un capitolo tutto da scrivere: quello di un nuovo nuovo modo di far politicamodo di far politica..

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Due paradigmi a confrontoDue paradigmi a confronto(cfr. Caffi, 2009:22)(cfr. Caffi, 2009:22)

Paradigma formaleParadigma formale

Una lingua è un insieme di Una lingua è un insieme di frasifrasi

La funzione primaria della La funzione primaria della lingua è l’espressione del lingua è l’espressione del pensieropensiero

Il correlato psicologico di una Il correlato psicologico di una lingua è la competenzalingua è la competenza

La sintassi è autonoma rispetto La sintassi è autonoma rispetto alla semantica e entrambe alla semantica e entrambe sono autonome rispetto alla sono autonome rispetto alla pragmaticapragmatica

Paradigma funzionaleParadigma funzionale

Una lingua è uno strumento Una lingua è uno strumento della interazione socialedella interazione sociale

La funzione primaria della La funzione primaria della lingua è la comunicazionelingua è la comunicazione

Il correlato psicologico di una Il correlato psicologico di una lingua è la competenza lingua è la competenza comunicativacomunicativa

La pragmatica è la cornice al La pragmatica è la cornice al cui interno si collocano cui interno si collocano sintassi e semantica: la sintassi e semantica: la semantica è subordinata alla semantica è subordinata alla pragmatica e la sintassi alla pragmatica e la sintassi alla semanticasemantica

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Forme della illocutivitàForme della illocutività

Forme di tipo verbale che realizzano un atto attraverso l’uso del Forme di tipo verbale che realizzano un atto attraverso l’uso del linguaggio.linguaggio.

Dal momento che si serve della lingua per influenzare il Dal momento che si serve della lingua per influenzare il comportamento dell’enunciatario (pragmaticità generale: capacità comportamento dell’enunciatario (pragmaticità generale: capacità del linguaggio di agire sull’interlocutore), l’enunciatore dispone, a del linguaggio di agire sull’interlocutore), l’enunciatore dispone, a tal fine, di un apparato di funzioni:tal fine, di un apparato di funzioni:

Interrogazione: enunciazione costruita per suscitare una “risposta”Interrogazione: enunciazione costruita per suscitare una “risposta” Intimazione: ordini, rchieste, realizzati da categorie come l’imperativo e Intimazione: ordini, rchieste, realizzati da categorie come l’imperativo e

il vocativoil vocativo Asserzione: comunicazione di certezzaAsserzione: comunicazione di certezza

Testi di riferimento:Testi di riferimento:

Della soggettività nel linguaggioDella soggettività nel linguaggio, 1958, 1958

L’apparato formale della enunciazioneL’apparato formale della enunciazione, 1970, 1970

La filosofia analitica del linguaggioLa filosofia analitica del linguaggio, 1963, 1963

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Della soggettività del linguaggioDella soggettività del linguaggio, p. 116:, p. 116:

““In generale, quando uso il presente di un verbo nelle tre In generale, quando uso il presente di un verbo nelle tre persone […], la differenza di persona non sembra persone […], la differenza di persona non sembra comportare alcun mutamento di significato nella forma comportare alcun mutamento di significato nella forma verbale coniugata. “Io mangio, tu mangi, egli mangia hanno verbale coniugata. “Io mangio, tu mangi, egli mangia hanno in comune il fatto che la forma verbale presenta la in comune il fatto che la forma verbale presenta la descrizione di un’azione, attribuita rispettivamente, e nello descrizione di un’azione, attribuita rispettivamente, e nello stesso identico modo, a io, tu, egli.[…]. Quando dico “io stesso identico modo, a io, tu, egli.[…]. Quando dico “io soffro” descrivo il mio stato presente. Quando dico “sento soffro” descrivo il mio stato presente. Quando dico “sento (che il tempo sta per cambiare)”, descrivo una sensazione (che il tempo sta per cambiare)”, descrivo una sensazione che mi coglie. che mi coglie.

Ma un gran numero di verbi sfugge a questo permanere del Ma un gran numero di verbi sfugge a questo permanere del significato nel mutare delle persone. Ma cosa succederebbe significato nel mutare delle persone. Ma cosa succederebbe se al posto di “sento” dicessi “se al posto di “sento” dicessi “credo che il tempo sta per credo che il tempo sta per cambiarecambiare”?…Posso considerare “credo” come una ”?…Posso considerare “credo” come una descrizione di me stesso allo stesso titolo di sento? descrizione di me stesso allo stesso titolo di sento?

((Sequenza parzialmente modificata)Sequenza parzialmente modificata)

Credo: verbo modale o epistemicoCredo: verbo modale o epistemico

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Verbi di atteggiamento Verbi di atteggiamento proposizionaleproposizionale

Consideriamo ancora i seguenti enunciati: Consideriamo ancora i seguenti enunciati: ““Siete, suppongo, il signor X”; Siete, suppongo, il signor X”; ““presumo che Giovanni abbia ricevuto la mia lettera”; presumo che Giovanni abbia ricevuto la mia lettera”; ““ha lasciato l’ospedale, ne deduco che è guarito”. ha lasciato l’ospedale, ne deduco che è guarito”.

Queste frasi contengono Queste frasi contengono verbi operazionaliverbi operazionali: “supporre, presumere, dedurre” : “supporre, presumere, dedurre” sono altrettante sono altrettante operazioni logicheoperazioni logiche. Ma “suppongo, presumo, deduco”, alla . Ma “suppongo, presumo, deduco”, alla prima persona, non si comportano allo stesso modo di “ragionare, prima persona, non si comportano allo stesso modo di “ragionare, riflettere”, che però sembrano molto simili. Le forme “io ragiono, io riflettere”, che però sembrano molto simili. Le forme “io ragiono, io rifletto” mi descrivono nell’atto di ragionare, di riflettere. rifletto” mi descrivono nell’atto di ragionare, di riflettere. “suppongo,presumo, deduco” sono tutt’altra cosa” sono “suppongo,presumo, deduco” sono tutt’altra cosa” sono indicazioni di un indicazioni di un atteggiamentoatteggiamento non la descrizione di una operazione, implicano che assumo non la descrizione di una operazione, implicano che assumo un certo atteggiamento un certo atteggiamento nei confronti dell’enunciato che seguenei confronti dell’enunciato che segue. Questi . Questi verbi sono infatti tutti seguiti da verbi sono infatti tutti seguiti da cheche e da una proposizione: è quest’ultima e da una proposizione: è quest’ultima il vero enunciato, non la forma verbale che la regge. Questa forma il vero enunciato, non la forma verbale che la regge. Questa forma personale è un personale è un indicatore di soggettivitàindicatore di soggettività. Dà alla asserzione che segue il . Dà alla asserzione che segue il contesto soggettivocontesto soggettivo – dubbio, supposizione, inferenza – che caratterizzano – dubbio, supposizione, inferenza – che caratterizzano l’atteggiamento del parlante rispetto all’enunciato che proferisce (ibid.)l’atteggiamento del parlante rispetto all’enunciato che proferisce (ibid.)

Supporre, presumere, dedurreSupporre, presumere, dedurre sono verbi modali o epistemici (come credere), sono verbi modali o epistemici (come credere), detti anche detti anche predicati di atteggiamento proposizionalepredicati di atteggiamento proposizionale (come (come essere essere orgoglioso diorgoglioso di, cfr. Caffi, pp. 16-17): espressione dell’atteggiamento del , cfr. Caffi, pp. 16-17): espressione dell’atteggiamento del parlante rispetto alla proposizione retta da parlante rispetto alla proposizione retta da cheche o da o da di di (anche: essere (anche: essere contento, deluso, ecc.)contento, deluso, ecc.)

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ModulazioneModulazione Mitigazione dell’asserzione attraverso l’uso di Mitigazione dell’asserzione attraverso l’uso di

verbi che convertono l’asserzione in una verbi che convertono l’asserzione in una enunciazione soggettivaenunciazione soggettiva..

Verbi di operazione: Verbi di operazione: credere, supporre, presumere, credere, supporre, presumere, dedurrededurre credo, suppongo, deducocredo, suppongo, deduco non descrivono una mia non descrivono una mia attività ma implicano l’assunzione di un atteggiamento attività ma implicano l’assunzione di un atteggiamento nei confronti dell’enunciato che segue.nei confronti dell’enunciato che segue.Questi verbi sono sempre seguiti da Questi verbi sono sempre seguiti da cheche e una e una proposizione: “è quest’ultima il vero enunciato, non la proposizione: “è quest’ultima il vero enunciato, non la forma personale che la regge…questa forma personale forma personale che la regge…questa forma personale è….è….l’indicatore di soggettivitàl’indicatore di soggettività. Essa dà all’asserzione . Essa dà all’asserzione che segue il contesto soggettivo – dubbio, supposizione, che segue il contesto soggettivo – dubbio, supposizione, inferenza – che caratterizza l’atteggiamento del inferenza – che caratterizza l’atteggiamento del parlante di fronte all’enunciato che proferisce.parlante di fronte all’enunciato che proferisce.

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Altre forme della modalità o Altre forme della modalità o modulazionemodulazione

Modi verbaliModi verbali: condizionale, congiuntivo, : condizionale, congiuntivo, esprimono l’atteggiamento dell’enunciatore esprimono l’atteggiamento dell’enunciatore rispetto a ciò che enuncia (ad esempio augurio, rispetto a ciò che enuncia (ad esempio augurio, desiderio)desiderio)

Forme fraseologicheForme fraseologiche: : forseforse, , senza dubbiosenza dubbio, , probabilmenteprobabilmente, che indicano incertezza, , che indicano incertezza, possibilità, indecisione ecc. (possibilità, indecisione ecc. (L’apparato formale L’apparato formale dell’enunciazionedell’enunciazione, p. 123), p. 123)

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La modalità è una forma di impegno o hedgingLa modalità è una forma di impegno o hedging

Atteggiamento assunto dal parlante nei confronti Atteggiamento assunto dal parlante nei confronti dell’enunciato;dell’enunciato;

L’impegno sul contenuto dell’enunciato può essere espresso L’impegno sul contenuto dell’enunciato può essere espresso con diversi gradi di forza e certezza, che vanno dalla 1) con diversi gradi di forza e certezza, che vanno dalla 1) fattualità (l’affermazione è data come reale), alla 2) non fattualità (l’affermazione è data come reale), alla 2) non fattualità (il parlante sospende il giudizio) alla 3) fattualità (il parlante sospende il giudizio) alla 3) controfattualità:controfattualità:

1)1) Mario è laureatoMario è laureato

2)2) Mario probabilmente (forse) è laureatoMario probabilmente (forse) è laureato

3)3) Mario sarebbe laureato (se avesse fatto l’università, Mario sarebbe laureato (se avesse fatto l’università, sarebbe laureato)sarebbe laureato)

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Indicatori di mitigazioneIndicatori di mitigazione

Risorse linguistiche che attenuano la certezza o la Risorse linguistiche che attenuano la certezza o la perentorietà di determinati concetti o asserzioniperentorietà di determinati concetti o asserzioni e e

collocano ilcollocano il parlante in una posizione di apertura parlante in una posizione di apertura rispetto all’interlocutore o al contesto, segnalano rispetto all’interlocutore o al contesto, segnalano cioè la disponibilità a negoziare le proprie cioè la disponibilità a negoziare le proprie affermazioni con l’uditorio: affermazioni con l’uditorio: forme avverbiali (forme avverbiali (forse), forse), Elementi frasali (Elementi frasali (una sorta di, in un certo senso, una sorta di, in un certo senso,

una specie, per modo di dire, per così direuna specie, per modo di dire, per così dire) ) Elementi verbali (Elementi verbali (sembra che, si dice chesembra che, si dice che) ) Forme sintattiche interrogative (e uso del Forme sintattiche interrogative (e uso del no?no? nella nella

chiusura di una frase o di un discorso).chiusura di una frase o di un discorso).

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Altre strategie di Altre strategie di mitigazionemitigazione

Orientate all’interlocutoreOrientate all’interlocutore Se non ho capito maleSe non ho capito male Se non le dispiaceSe non le dispiace

Orientate al parlanteOrientate al parlante Non sono un esperto, ma..Non sono un esperto, ma.. Verbi di atteggiamento: penso, suppongo, deduco...Verbi di atteggiamento: penso, suppongo, deduco...

Legate alla rilevanza di certe parti del testoLegate alla rilevanza di certe parti del testo Ho ancora soltanto alcune osservazioniHo ancora soltanto alcune osservazioni vorrei dire una cosavorrei dire una cosa Appare piuttosto chiaro che...Appare piuttosto chiaro che...

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Indicatori di assertivitàIndicatori di assertività

Forme avverbiali: Forme avverbiali: certamente, assolutamentecertamente, assolutamente Elementi verbali: Elementi verbali: è facile constatare che, è evidente è facile constatare che, è evidente

che, tutti sanno cheche, tutti sanno che Forme sintattiche dichiarativeForme sintattiche dichiarative

Effetto di senso: perentorietà e chiusuraEffetto di senso: perentorietà e chiusura

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Esempi: credere e pensareEsempi: credere e pensare(modalità epistemica)(modalità epistemica)

Berlusconi a Gallipoli (2001)Berlusconi a Gallipoli (2001) Credevamo che bastasseCredevamo che bastasseContesto narrativo; Contesto narrativo;

implicazione: ci siamo implicazione: ci siamo sbagliatisbagliati

Credo che sia logico Credo che sia logico attribuire la responsabilitàattribuire la responsabilità

Contesto apparentemente Contesto apparentemente negoziabile che di fatto negoziabile che di fatto presenta un’asserzione presenta un’asserzione caratterizzata da certezzacaratterizzata da certezza

(rinvio alla logica, dunque alla (rinvio alla logica, dunque alla necessità)necessità)

Credo che dovreteCredo che dovreteIl futuro orienta in senso Il futuro orienta in senso

didattico e imperativo didattico e imperativo

Rutelli a Cernobbio Rutelli a Cernobbio (2001)(2001)

Credo che possiamo Credo che possiamo trovare una sintesitrovare una sintesi

Credo che qui noi Credo che qui noi dobbiamo ammetteredobbiamo ammettere

Credo che questo non Credo che questo non fosse mai accadutofosse mai accaduto

Effetto di incertezza e di Effetto di incertezza e di autovalutazione criticaautovalutazione critica

Le affermazioni introdotte da Le affermazioni introdotte da credere sono attenuate credere sono attenuate dalla presenza di modali o dalla presenza di modali o congiuntivi nella congiuntivi nella dipendentedipendente

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PensarePensare (Berlusconi) (Berlusconi) Passato remoto: Passato remoto:

pensai/pensammopensai/pensammo Imperativo: Imperativo: pensatepensate Con riferimento Con riferimento

semantico al futuro: semantico al futuro: penso che sia giunto il penso che sia giunto il momento/ penso che momento/ penso che questa volta ci siamoquesta volta ci siamo

Risultato: formulazione Risultato: formulazione di certezzedi certezze

PensarePensare: Rutelli se ne : Rutelli se ne serve per esprimere serve per esprimere opinioni soggettive opinioni soggettive sull’operato del suo sull’operato del suo partitopartito

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Sapere (Berlusconi)Sapere (Berlusconi) Sapete come è andata / lo Sapete come è andata / lo

sapete anche voi / dovete sapete anche voi / dovete sapere chesapere che

Forme allocutive, tono Forme allocutive, tono didatticodidattico Sappiamo che i vecchi Sappiamo che i vecchi

bolscevichi non ci bolscevichi non ci apprezzeranno maiapprezzeranno mai

interpretazione dei fatti interpretazione dei fatti attraverso l’espressione di attraverso l’espressione di un giudizioun giudizio

SapereSapere (Rutelli) (Rutelli) Sappiamo che sono cose Sappiamo che sono cose

che si dicono in campagna che si dicono in campagna elettorale / sappiamo che elettorale / sappiamo che la concertazione non è la concertazione non è tabùtabù

Complicità con l’uditorio e tono Complicità con l’uditorio e tono polemico nei confronti polemico nei confronti dell’avversariodell’avversario So di potere / so di non So di potere / so di non

poterepotere

Prospettiva dialogica, Prospettiva dialogica, valutazione di alternativevalutazione di alternative

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Hedging Hedging (to hedge = mettersi a riparo da rischi)(to hedge = mettersi a riparo da rischi)

Pressoché assente nel Pressoché assente nel discorso di Berlusconi discorso di Berlusconi centrato sulla modalità centrato sulla modalità epistemica della certezzaepistemica della certezza

Stile monologicoStile monologico Prevalenza di toni didatticiPrevalenza di toni didattici

Frequente nel discorso di Frequente nel discorso di Rutelli:Rutelli:

Avverbi: Avverbi: effettivamente, effettivamente, largamente, forselargamente, forse, ecc., ecc.

Incisi metadiscorsivi: Incisi metadiscorsivi:

vi debbo dire, ci tengo a vi debbo dire, ci tengo a dirvi, non faccio polemichedirvi, non faccio polemiche

Modulazione della forza Modulazione della forza illocutiva, negoziazione dei illocutiva, negoziazione dei significatisignificati

Stile dialogicoStile dialogico Prevalenza di toni polemiciPrevalenza di toni polemici

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Verbi dichiarativiVerbi dichiarativi

Verbi il cui significato Verbi il cui significato denota un atto individuale di portata socialedenota un atto individuale di portata sociale: : giurare, promettere, garantire, certificare, dichiarare.giurare, promettere, garantire, certificare, dichiarare.

Gli atti denotati da questi verbi sono considerati costrittiviGli atti denotati da questi verbi sono considerati costrittivi La forma “io giuro” è la realizzazione dell’atto di giurare, è l’atto La forma “io giuro” è la realizzazione dell’atto di giurare, è l’atto

stesso che mi impegna, non la descrizione di quest’attostesso che mi impegna, non la descrizione di quest’atto Così Così nel dire prometto e garantisco, prometto e garantisco davveronel dire prometto e garantisco, prometto e garantisco davvero. .

Le conseguenze sociali e giuridiche del mio giuramento, della mia Le conseguenze sociali e giuridiche del mio giuramento, della mia promessa, si sviluppano a partire dall’istanza del discorso che promessa, si sviluppano a partire dall’istanza del discorso che contiene “io giuro”, “io prometto”. contiene “io giuro”, “io prometto”. L’enunciazione si identifica con L’enunciazione si identifica con l’atto stessol’atto stesso, ma questa condizione non sta nel senso del verbo, , ma questa condizione non sta nel senso del verbo, è la è la soggettività del discorso a renderla possibilesoggettività del discorso a renderla possibile..

Che le due cose siano diverse lo si capisce sostituendo “io giuro” Che le due cose siano diverse lo si capisce sostituendo “io giuro” con “egli giura”. Mentre “io giuro” è un impegno, “egli giura” è solo con “egli giura”. Mentre “io giuro” è un impegno, “egli giura” è solo una descrizione, sullo stesso piano di “egli corre”, egli fuma”.una descrizione, sullo stesso piano di “egli corre”, egli fuma”.

Ne risulta che Ne risulta che il medesimo verbo acquisisce un valore diverso a il medesimo verbo acquisisce un valore diverso a seconda che sia assunto da un soggetto o sia esterno alla personaseconda che sia assunto da un soggetto o sia esterno alla persona ((Della soggettività nel linguaggioDella soggettività nel linguaggio, pp. 117-8), pp. 117-8)

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Atti di autoritàAtti di autorità

EsempiEsempi Vi incarico di questa missioneVi incarico di questa missione Lei è promossoLei è promosso Dichiaro aperta la sedutaDichiaro aperta la seduta

Si decreta cheSi decreta che

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Performativo / Performativo / constatativoconstatativo

La filosofia analitica e il linguaggioLa filosofia analitica e il linguaggio, 1963, 1963

““Nel descrivere qualche anno fa le forme Nel descrivere qualche anno fa le forme soggettive della enunciazione linguistica soggettive della enunciazione linguistica indicavamo sommariamente la differenza tra indicavamo sommariamente la differenza tra io io giurogiuro, che è un atto, ed , che è un atto, ed egli giuraegli giura,, che è solo una ,, che è solo una informazione. Non venivano ancora usati i informazione. Non venivano ancora usati i termini “performativo” “constatativo”, la termini “performativo” “constatativo”, la sostanza della definizione era tuttavia la stessa. sostanza della definizione era tuttavia la stessa. Si presenta ora l’occasione di ampliare e Si presenta ora l’occasione di ampliare e confrontare il nostro punto di vista, confrontare il nostro punto di vista, confrontandolo con quello di Austin”.confrontandolo con quello di Austin”.

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Cosa sono gli enunciati Cosa sono gli enunciati performativi?performativi?

Sono enunciati in cui un verbo dichiarativo-ingiuntivo alla prima Sono enunciati in cui un verbo dichiarativo-ingiuntivo alla prima persona del presente è costruito come un persona del presente è costruito come un dictumdictum. Così: . Così: ordino ordino (o comando, decreto, ecc.) che la popolazione sia mobilitata(o comando, decreto, ecc.) che la popolazione sia mobilitata. . È effettivamente un dictum, poiché ne è indispensabile È effettivamente un dictum, poiché ne è indispensabile l’enunciazione espressa perché il testo abbia valore esecutivo l’enunciazione espressa perché il testo abbia valore esecutivo (PLG:325). Un’altra varietà di questi enunciati è data dalla (PLG:325). Un’altra varietà di questi enunciati è data dalla costruzione del verbo con un complemento diretto e un costruzione del verbo con un complemento diretto e un termine predicativo: termine predicativo: Lo proclamo elettoLo proclamo eletto; ; Vi dichiariamo Vi dichiariamo colpevolecolpevole; ; Nomino X direttoreNomino X direttore; ; Vi designo mio successoreVi designo mio successore; ; Vi Vi incarico di questa missioneincarico di questa missione; ; Vi delego come mio Vi delego come mio rappresentanterappresentante; ecc. Ciò esclude enunciati nella forma della ; ecc. Ciò esclude enunciati nella forma della prima persona, indicativo presente, ma di verbi non prima persona, indicativo presente, ma di verbi non performativi, come vedo, sento ecc.performativi, come vedo, sento ecc.

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Sono performativi gli Sono performativi gli atti di autoritàatti di autorità, anche se formulati in forma , anche se formulati in forma implicita, come quelli in uso nelle formule ufficiali: implicita, come quelli in uso nelle formule ufficiali: Il signor Il signor X è stato nominato ministroX è stato nominato ministro; ; la cattedra di Botanica è stata la cattedra di Botanica è stata dichiarata vacantedichiarata vacante; che non contengono un verbo dichiarativo ; che non contengono un verbo dichiarativo e si riducono al dictum, spesso accompagnato dalla formula e si riducono al dictum, spesso accompagnato dalla formula Con la presenteCon la presente..Oppure la decisione è riferita ..Oppure la decisione è riferita impersonalmente alla terza persona: impersonalmente alla terza persona: Il Presidente della Il Presidente della Repubblica decreta cheRepubblica decreta che; ; è stato deciso cheè stato deciso che; dove l’enunciato ; dove l’enunciato alla terza persona può essere sempre convertito alla prima alla terza persona può essere sempre convertito alla prima persona e riprendere la sua forma caratteristica. persona e riprendere la sua forma caratteristica.

Accanto a questi atti di autorità che pubblicano decisioni aventi Accanto a questi atti di autorità che pubblicano decisioni aventi forza di legge B. colloca “forza di legge B. colloca “enunciati di obbligazione relativi enunciati di obbligazione relativi alla persona del parlantealla persona del parlante: : giuro, prometto, faccio voto di, mi giuro, prometto, faccio voto di, mi impegno a, rinuncioimpegno a, rinuncio ecc. (PLG:326). ecc. (PLG:326).

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A questo punto B. introduce un ulteriore criterio di A questo punto B. introduce un ulteriore criterio di definizione (PLG:327), definizione (PLG:327), l’unicità dell’atto l’unicità dell’atto performativoperformativo::““dato che un enunciato performativo è un atto, ha la proprietà dato che un enunciato performativo è un atto, ha la proprietà

di essere unico. Non può essere effettuato che in di essere unico. Non può essere effettuato che in circostanze particolari, una volta e una sola, in un tempo e circostanze particolari, una volta e una sola, in un tempo e in luogo definiti. […]. È questo il motivo per cui è spesso in luogo definiti. […]. È questo il motivo per cui è spesso accompagnato da indicazioni di tempo, di luogo, di nomi di accompagnato da indicazioni di tempo, di luogo, di nomi di persone, testimoni ecc., in breve è un evento perché crea persone, testimoni ecc., in breve è un evento perché crea l’evento. In quanto atto individuale e storico un enunciato l’evento. In quanto atto individuale e storico un enunciato performativo non può essere ripetuto. La ripetizione infatti performativo non può essere ripetuto. La ripetizione infatti trasforma l’atto performativo in atto constativo”.trasforma l’atto performativo in atto constativo”.

Cfr. Cfr. Della soggettivitàDella soggettività, p. 114: “quello che altrove , p. 114: “quello che altrove abbiamo chiamato istanza del discorso e che ha una abbiamo chiamato istanza del discorso e che ha una referenza unicamente attuale”referenza unicamente attuale”

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Ne deriva un’altra proprietà peculiare: la Ne deriva un’altra proprietà peculiare: la sui-referenzialitàsui-referenzialità. Tale . Tale proprietà viene da B. spiegata come proprietà viene da B. spiegata come capacità di riferirsi a una capacità di riferirsi a una realtà costituita dall’atto stesso, per il fatto di essere realtà costituita dall’atto stesso, per il fatto di essere effettivamente enunciato in condizioni che lo fanno attoeffettivamente enunciato in condizioni che lo fanno atto. Ne . Ne deriva che tale atto è al tempo stesso deriva che tale atto è al tempo stesso manifestazione linguisticamanifestazione linguistica, , in quanto deve essere pronunciato, in quanto deve essere pronunciato, e fatto di realtàe fatto di realtà, in quanto , in quanto compimento di un attocompimento di un atto. “L’atto si identifica dunque con . “L’atto si identifica dunque con l’enunciato dell’atto. Il significato è identico al referente. E ne l’enunciato dell’atto. Il significato è identico al referente. E ne fa fede la clausola: “fa fede la clausola: “Con la presenteCon la presente”. ”. L’enunciato che prende L’enunciato che prende se stesso come referenza è appunto sui referenzialese stesso come referenza è appunto sui referenziale..

Da questa ultima caratteristica deriva per B. un restringimento del performativo, Da questa ultima caratteristica deriva per B. un restringimento del performativo, che porta ad escludere da questa classe di espressioni gli imperativi, che per che porta ad escludere da questa classe di espressioni gli imperativi, che per Austin sono la forma per eccellenza dell’ordine, dunque enunciati Austin sono la forma per eccellenza dell’ordine, dunque enunciati performativi. Non bisogna farsi ingannare dal fatto che l’imperativo produce performativi. Non bisogna farsi ingannare dal fatto che l’imperativo produce un risultato; non è questo risultato empirico che conta. un risultato; non è questo risultato empirico che conta. Un enunciato Un enunciato performativo non è tale in quanto può modificare la situazione di un performativo non è tale in quanto può modificare la situazione di un individuo, ma in quanto è di per sé un atto. Ed è di per sé un atto in quanto è individuo, ma in quanto è di per sé un atto. Ed è di per sé un atto in quanto è

riferito a sé stessoriferito a sé stesso..

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““Un enunciato è performativo in quanto Un enunciato è performativo in quanto denomina l’atto eseguito per il denomina l’atto eseguito per il fatto che l’Ego pronuncia una formula contenente il verbo alla prima fatto che l’Ego pronuncia una formula contenente il verbo alla prima persona del presentepersona del presente: : Dichiaro chiusa la sessioneDichiaro chiusa la sessione; ; Giuro di dire la Giuro di dire la veritàverità. Così un enunciato performativo deve nominare la dichiarazione . Così un enunciato performativo deve nominare la dichiarazione performativa e il suo esecutore”. performativa e il suo esecutore”. In questo enunciato la forma In questo enunciato la forma linguistica è soggetta a un modello preciso, quello del verbo al presente linguistica è soggetta a un modello preciso, quello del verbo al presente e alla prima personae alla prima persona..

Il criterio non è dunque il comportamento che ci si aspetta dall’interlocutore ma la forma Il criterio non è dunque il comportamento che ci si aspetta dall’interlocutore ma la forma dei rispettivi enunciatidei rispettivi enunciati: l’imperativo produce un comportamento ma l’atto : l’imperativo produce un comportamento ma l’atto performativo è l’atto stesso che esso nomina e che nomina il suo esecutore.performativo è l’atto stesso che esso nomina e che nomina il suo esecutore.

Il performativo è inseparabile dalle istituzioni della societàIl performativo è inseparabile dalle istituzioni della società , moderna quanto antica., moderna quanto antica.L’analisi del performativo porta ad emersione la parte della società che parla nella L’analisi del performativo porta ad emersione la parte della società che parla nella

nozione di enunciazione (Aya Ono, 2007)nozione di enunciazione (Aya Ono, 2007)

Page 71: Linguistica della lingua e linguistica del discorso Si tratta di due universi eterogenei, benchè attinenti alla stessa realtà e che danno luogo a due linguistiche

B. respinge le conclusioni cui arrivava Austin a proposito della B. respinge le conclusioni cui arrivava Austin a proposito della necessità di superare la distinzione tra Performativo ed necessità di superare la distinzione tra Performativo ed Constativo, distinzione che egli invece ritiene giustificata e Constativo, distinzione che egli invece ritiene giustificata e necessaria, a patto di mantenere le precise condizioni d’uso, necessaria, a patto di mantenere le precise condizioni d’uso, ““senza far intervenire la considerazione del “risultato senza far intervenire la considerazione del “risultato ottenutoottenuto”, che è fonte di confusione.” (PLG:330).”, che è fonte di confusione.” (PLG:330).

Il criterio del performativo non è il fare e l’equivalenza tra dire Il criterio del performativo non è il fare e l’equivalenza tra dire e fare (come per Austin), ma quello di essere in sé un atto; e fare (come per Austin), ma quello di essere in sé un atto; e e un enunciato è un atto in quanto è riferito a sé stesso (sui-un enunciato è un atto in quanto è riferito a sé stesso (sui-referenzialità)referenzialità). È necessario dunque mantenere . È necessario dunque mantenere la distinzione la distinzione tra constatativo e performativotra constatativo e performativo perché si tratta della perché si tratta della distinzione tra etero-referenzialità e sui-referenzialitàdistinzione tra etero-referenzialità e sui-referenzialità che sono che sono due modi della significazione.due modi della significazione.

Questa doppia possibilità di significazione costituisce lo Questa doppia possibilità di significazione costituisce lo specifico del linguaggio umanospecifico del linguaggio umano