Upload
vanthien
View
214
Download
0
Embed Size (px)
Citation preview
1
" L'istruzione e la formazione sono le armi più potenti che si possano utilizzare per cambiare il mondo".
(Nelson Mandela) ”La nostra Scuola pone attenzione alla personalità umana, alle sue necessità, alla sua articolata identità, alle sue aspirazioni e mira allo
sviluppo dell’ eccellenza di ogni ragazzo, attraverso interventi di educazione, formazione e istruzione".
2
INDIRIZZO:
Via EGMONT, 1 - 71042 CERIGNOLA (FG)
E-mail:[email protected]
Sito internet: http://www.scuolacarducci.gov.it Tel e Fax 0885/421513
P. Iva 81004170718
DIRIGENTE SCOLASTICO: dott.ssa NUNZIATA GIANDOLA I COLLABORATRICE VICARIA dott.ssa GERARDA BELPIEDE
II COLLABORATRICE FORTE MARIA DONATA
ALLIEVI Sc. Primaria N° 701
Sc. dell'Infanzia N° 256
Sc. Media di Primo Grado N° 435
Tot. N°
CLASSI/SEZIONI Scuola Infanzia N° 11
Sc. Primaria classi N° 33
Sc. Media di primo Grado N° 20
Sezione Primavera
DOCENTI Sc. dell'Infanzia N° 22
Scuola Primaria N° 62
Sc. Media di primo Grado N° 65
PERSONALE ATA DSGA rag. CAPUTO NUNZIA Assistenti amministrativi N° 7
Collaboratori scolastici N° 12
3
INDICE CAPITOLO I: PRESENTAZIONE pag. 4
CAPITOLO II: LO SCENARIO ISTITUZIONALE DELLA SCUOLA pag. 10
CAPITOLO III: FINALITA’, OBIETTIVI, STRATEGIE pag. 19
CAPITOLO IV: L’ARRICCHIMENTO DELL’OFFERTA FORMATIVA pag.
CAPITOLO V: L’ORGANIZZAZIONE DELLA DIDATTICA pag.
CAPITOLO VI: L’ORGANIZZAZIONE DELLE RISORSE UMANE pag.
CAPITOLO VII: L’ORGANIZZAZIONE DELLE RISORSE MATERIALI pag.
ALLEGATO N° 1 COMPETENZE CHIAVE
ALLEGATO N° 2 CURRICOLO VERTICALE
ALLEGATO N° 3 TRAGUARDI PER LO SVILUPPO DELLE COMPETENZ INFANZIA pag.
ALLEGATO N° 4 TRAGUARDI PER LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE PRIMARIA
OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO AL TERMINE DELLE CLASSI III E V
OBIETTIVI MINIMI DI APPRENDIMENTO AL TERMINE DELLE CLASSI III E V pag.
ALLEGATO N° 5 VALUTAZIONE pag.
ALLEGATO N° 6 INCLUSIONE: SOSTEGNO AD LAUNNI DIVERSAMENTE ABILI (BES)
ALLEGATO N° 9 MONTEORE DISCIPLINE pag.
ALLEGATO N° 10 PIANO DELLE ATIVITÀ pag.
ALLEGATO N° 11 ORGANIGRAMMA pag.
4
CAPITOLO I
Presentazione
L’istituto comprensivo statale “Carducci-Paolillo” nasce nell’anno scolastico 2015/2016 a
seguito del piano di dimensionamento regionale. Ha come suo primo riferimento la Costituzione
Italiana, articolo 3, comma 2: “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine
economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il
pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori
all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.”
Il Piano dell’Offerta Formativa (POF) è il documento con cui la nostra scuola comunica e rende
comprensibili le ragioni pedagogiche che la sostengono.
Il Piano dell'Offerta Formativa (POF)
Il POF è un documento che illustra le scelte didattiche, metodologiche, organizzative operate dai
docenti in coerenza con gli obiettivi specifici di apprendimento indicati dal sistema nazionale di
istruzione e rappresenta la risposta organica ed intenzionale ai bisogni formativi dell’utenza
scolastica.
Tale documento è reso pubblico sia per permettere all’utenza di conoscere la propria realtà
scolastica, sia per favorire la collaborazione e la partecipazione delle famiglie ai processi di
formazione e di istruzione. Le famiglie partecipano alla definizione dell’offerta formativa mediante
le scelte relative alle iniziative culturali-educative, l’esposizione di pareri, proposte e le varie forme
di corresponsabilizzazione attivate dalla scuola.
La progettazione del Piano dell’Offerta Formativa tiene conto dei seguenti punti che costituiscono
al tempo stesso, vincolo e risorsa di ogni Istituzione Scolastica:
L’organico d’Istituto è definito secondo le disposizioni di cui al D.Leg.vo di attuazione della legge
137/2008 e successive integrazioni.
L’ Istituzione Scolastica, nell’esercizio dell’autonomia didattica e organizzativa prevista dal D.P.R.
275/99, organizza attività educativo - didattiche unitarie finalizzate al raggiungimento dei traguardi
delle competenze presenti nelle Indicazioni Nazionali.
Dal punto di vista organizzativo il POF risponde pienamente alle necessità delle famiglie e del
territorio (tempo diversificato: nella scuola dell'infanzia 25 e 40 ore; nella scuola primaria 28, 30 e
40 ore; nella scuola media__________ ).
Per quanto attiene invece l’arricchimento dell’offerta formativa proposta nel POF, essa nasce dal
bisogno di integrare i contenuti curricolari con altre esperienze, la cui valenza formativa risulta
centrale per i bambini di oggi.
Le nostra scuola dà la possibilità di sperimentare percorsi di informatica, di utilizzare le biblioteche,
la palestra e i laboratori di pittura e infine di partecipare a numerosi progetti anche in collaborazione
con altri enti del territorio.
Il Piano dell'Offerta Formativa è il documento fondamentale che esplicita la progettazione unitaria e
complessiva dell’Istituto.
Esso è finalizzato a migliorare la qualità del servizio, sia sul piano dell'organizzazione curricolare
sia sul piano della progettazione extracurricolare riguardante iniziative rivolte all'arricchimento
dell'offerta formativa nei confronti degli alunni.
Il POF assume significato e rilevanza alla luce delle profonde trasformazioni e dei processi
innovativi che attraversano il sistema scolastico. Il POF è il documento che illustra dettagliatamente
le finalità educative e formative, le scelte organizzative del nostro Istituto. Si propone di diventare
un progetto partecipato, quale espressione d’impegno culturale e sociale condiviso fra scuola e
territorio. Il POF, quindi, illustra l’identità dell’Istituto, i riferimenti culturali e professionali ai quali
esso si ispira, la visione, i percorsi formativi comuni che verranno attuati, le sue scelte didattiche, le
modalità di utilizzazione delle risorse disponibili. Prevede l’autovalutazione.
5
In particolare, l’offerta formativa deve essere coerente con gli obiettivi generali e specifici
determinati a livello nazionale per i diversi tipi di scuola.
Il POF costituisce la cornice unitaria per la definizione dei piani di studio personalizzati a partire
dalla situazione di ciascun alunno.
Memoria e progetto
L’Istituto Comprensivo accoglie alunni in età compresa fra i 2 e i 14 anni. Comprende infatti, una
scuola dell’infanzia (11 sezioni + 1 sezione Primavera), una scuola primaria (33 classi) ed una
scuola media. Complessivamente 957 alunni: di cui 32 “stranieri” (per lo più
provenienti dall’est Europa, ma anche extra-comunitari), 23 diversamente abili, DSA 9 e circa 75
BES. Un’utenza variegata, quindi, cui corrisponde una scuola che ha saputo accogliere e valorizzare
tutti i generi di “differenze” e che cerca quotidianamente, e spesso faticosamente, di realizzare la
piena inclusione di tutti gli alunni.
La scuola nel corso degli ultimi decenni ha maturato esperienze significative sul piano educativo,
didattico e professionale e sviluppato una cultura del cambiamento che hanno consentito di
perseguire obiettivi di qualità del servizio e di raggiungere traguardi apprezzabili.
Questa tradizione, consolidata nel tempo, costituisce la trama della storia peculiare del nostro
Istituto ed è rintracciabile nei documenti programmatici elaborati e diffusi in formato cartaceo o
elettronico sui quali abbiamo promosso il consenso tra i diversi interlocutori della scuola, in primo
luogo delle famiglie degli alunni. Questi documenti contengono i principi fondamentali che
sostengono l'azione formativa della scuola, le linee della nostra identità culturale, progettuale ed
organizzativa. La Carta dei servizi scolastici, il Progetto Educativo di Istituto, il Regolamento di
Istituto sono gli strumenti programmatici da cui assumiamo le linee guida per impostare i contenuti
essenziali del Piano dell'offerta formativa. Il Regolamento dell'autonomia ha sostituito il Progetto
Educativo di Istituto con il POF. Esso rappresenta tutto ciò che l'istituzione in regime di autonomia
riesce a realizzare utilizzando le risorse umane, professionali, tecnologiche, economiche interne,
creando rapporti interattivi e produttivi con soggetti, Enti, Associazioni, Agenzie educative esterne.
Viene assunto,
quindi, come strumento in grado di aprire ulteriori spazi di flessibilità didattica ed organizzativa, di
arricchimento del curricolo e dell'offerta formativa.
Chi siamo: plessi, uffici, risorse
L’Istituto Comprensivo è costituito da due plessi di Scuola dell’Infanzia, due di Scuola Primaria ed
uno di Scuola Media di Primo Grado.
Dei due plessi di scuola dell’infanzia uno è dedicato a "R. Rinaldi" sito in “Via Brenta” (6 sezioni),
l’altro è dedicato a Iqbal Masih in “Via XXV Aprile” (5 sezioni).
La sede centrale di scuola primaria è sita in via Egmont n°1, è ubicata nel centro storico e consiste
in una struttura la cui costruzione risale al 1906. Alla stessa è collegato ed adiacente un edificio,
“Tommaso Russo”, di più recente costruzione. Complessivamente la sede centrale ospita 23 classi.
Nel plesso di scuola primaria, sito nei locali dell’I.T.I.S., ci sono undici classi che fruiscono della
palestra e del laboratorio di informatica dello stesso I.T.I.S..
La scuola secondaria di I grado “Paolillo” è ubicata in una zona periferica del paese, in via Ofanto;
il bacino di utenza è vario ed è costituita da 25 classi. la scuola si presenta oggi profondamente
rinnovata nell’estetica degli ambienti,per lo studio di tre lingue straniere (inglese- francese-
spagnolo), nei laboratori presenti. Questa scuola è caratterizzata da anni per la presenza
dell’indirizzo musicale.
La dirigenza scolastica e gli uffici della direzione amministrativa sono ubicati nel plesso Carducci.
Nella scuola esiste inoltre un Museo didattico, ubicato negli storici locali del plesso Carducci,
per la conservazione e la valorizzazione delle tradizioni culturali e scolastiche. Esso è stato istituito
nell’anno scolastico 1996/’97 nell’ambito del progetto “La scuola adotta un monumento” promosso
dall’Assessore alla
6
P.I. e Cultura Rossella Rinaldi.
IL CONTESTO: VINCOLI E RISORSE.
DISAGIO: INCLUSIONE E INTEGRAZIONE
In questi ultimi anni le famiglie richiedono sempre più una scuola qualificata che valorizzi le
eccellenze e ponga attenzione al sostegno delle varie forme di diversità, di disabilità o di
svantaggio: si tratta di stimolare al massimo livello possibile, e in tutte le dimensioni della
personalità, le capacità di ciascuno affinché diventino competenze.
Oltre all'interesse per queste proposte, va crescendo l’esigenza di un’educazione che miri alla
formazione armonica ed integrale della persona, che collochi nel mondo, che orienti, che dia
significato e motivazione all’apprendere.
E’ inoltre necessario tener conto della presenza di alunni stranieri, alunni con difficoltà e bisogni
educativi specifici,con conseguente richiesta di particolare attenzione alle problematiche relative a:
Inserimento;
Socializzazione;
Alfabetizzazione;
Organizzazione di percorsi didattici personalizzati.
L’Istituto propone una serie di attività per l’ampliamento dell’offerta formativa con cui intende
favorire l’apprendimento, stimolare interessi, creare motivazioni allo studio, permettere agli allievi
di lavorare in contesti diversi con esperienze anche operative, che possano valorizzare le loro
attitudini, dare spazio alla creatività e coinvolgerli anche emotivamente. Lo studio e le discipline
sono amplificate nella loro efficacia con un impiego accorto dei percorsi formativi facoltativi offerti
ai preadolescenti per il migliore sviluppo possibile delle loro capacità ,fino ai livelli dell’eccellenza.
L’Istituto, pertanto, attento alle esigenze del territorio e del contesto sociale, si pone come scuola
dell’educazione inclusiva:
Una scuola che ‘include’ è una scuola che ‘pensa’ e che ‘progetta’ tenendo a mente proprio tutti.
Una scuola che non si deve muovere sempre nella condizione di emergenza, in risposta cioè al
bisogno di un alunno con delle specificità che si differenziano da quelle della maggioranza degli
alunni ‘normali’ della scuola.
Una scuola inclusiva è una scuola che si deve muovere sul binario del miglioramento organizzativo
perché nessun alunno sia sentito come non appartenente, non pensato e quindi non accolto.
I bisogni educativi speciali
L’area dello svantaggio scolastico è molto più ampia di quella riferibile esplicitamente alla presenza
di deficit. In ogni classe ci sono alunni che presentano una richiesta di speciale attenzione per una
varietà di ragioni.
Differenti problematiche non vengono o non possono venir certificate ai sensi della legge 104/92,
non dando conseguentemente diritto alle provvidenze e alle misure previste dalla stessa legge
quadro e, tra queste, all’insegnante di sostegno.
Strategie di intervento
Elaborare un percorso individualizzato e personalizzato per alunni con bes, anche attraverso
la redazione di un piano didattico personalizzato, che serva come strumento di lavoro in
itinere per gli insegnanti ed abbia la funzione di documentare alle famiglie le strategie di
intervento programmate.
Le scuole – con determinazioni assunte dai consigli di classe, risultanti dall’esame della
documentazione clinica presentata dalle famiglie e sulla base di considerazioni di carattere
psicopedagogico e didattico – possono avvalersi per tutti gli alunni con BES degli strumenti
compensativi e delle misure dispensative previste dalle disposizioni attuative della legge
170/2010, meglio descritte nelle linee guida.
7
Il progetto della scuola è finalizzato alla realizzazione di strategie didattiche, metodologiche
nei confronti di studenti con DSA con i seguenti obiettivi:
o Gestire la rete scuola-famiglia-servizi specialistici
o Gestire in classe i casi con DSA
o Prevenire e ridurre i possibili disagi relazionali ed emozionali
o Valorizzare le potenzialità
o Favorire il successo scolastico
Attività previste:
o Informazione e formazione dei docenti
o Incontri con famiglie e servizi specialistici di riferimento
o Organizzazione di un punto di ascolto e consulenza per famiglie e docenti
o Compilazione di griglie di osservazione sulla casistica DSA
o Compilazione del PEP.
Ragioni storico-ambientali
Cerignola é tra le prime città a rischio di microcriminalità della Regione Puglia. Lo sviluppo della
città è condizionato dal forte degrado socioculturale e da un alto tasso di criminalità causati da
limitate opportunità culturali, formative e sociali. Emerge, in modo preoccupante, il problema del
disagio giovanile, che determina un costante aumento della devianza e della microcriminalità. La
nostra scuola, da molti anni impegnata in prima linea sulle problematiche relative alla dispersione e
alla devianza, opera in una zona che comprende i quartieri periferici, ghettizzati dal resto del paese
per situazioni di degrado ambientale e ad alto rischio di devianza e di emarginazione minorile per la
presenza di luoghi in cui si muovono le organizzazioni criminali che vedono coinvolti
preadolescenti in atti di microcriminalità e di vandalismo. In detti quartieri, peraltro, sono carenti le
strutture ricreative, sportive e culturali in grado di gestire e organizzare il tempo libero dei minori
che hanno come luoghi di aggregazione e riferimento la strada e i bar. Le famiglie spesso non sono
in grado di incidere in modo significativo e positivo sull'educazione dei ragazzi in quanto
presentano una situazione socio – economico - culturale precaria, con fenomeni di delinquenza,
disoccupazione e sottoccupazione e con basso livello d'istruzione. Ciò si traduce sul piano
scolastico in atteggiamenti di disinteresse, quando non anche, di sfiducia e di aperta ostilità nei
confronti dell’istituzione, che spesso sono alla base dell’insuccesso e della frequenza irregolare,
primo passo del futuro abbandono degli studi. La migliore prevenzione consiste nell’attuare
percorsi di flessibilità – responsabilità -inclusione che consentono alla scuola di leggere i bisogni
ed i disagi dei preadolescenti e di intervenire prima che si trasformino in malesseri conclamati,
disadattamenti e abbandoni. Il primo punto di forza di questa strategia è rappresentato dal
coinvolgimento delle famiglie, i genitori, infatti, sono chiamati in prima persona a confrontarsi non
solo con gli eventi scolastici dei figli, ma anche e soprattutto con l’evoluzione della loro peculiare
personalità. Laddove tale coinvolgimento mancasse, la scuola stessa è chiamata ad affrontare questo
punto di debolezza, utilizzando tutte le proprie risorse, cui si aggiungono quelle delle istituzioni
della società civile presenti sul territorio. In secondo luogo, e coerentemente con l’offerta formativa
di istituto, la scuola è chiamata a proporre, in accordo con le famiglie, scelte il più possibile
condivise dagli altri soggetti educativi dell’extrascuola (enti locali, formazioni sociali, comunità
religiose, volontariato).
Attenzione all’inclusione
Da sempre l'Istituto ha riservato un’attenzione particolare ai problemi dell'inclusione curando
l'insieme di un processo di crescita dell'individuo e la piena realizzazione di tutte le potenzialità che
lo caratterizzano. La nostra Scuola vuole offrire, con la presenza di alunni anche in situazione di
gravità, sia uno stimolo per riflettere su metodologie didattiche e strumenti didattici adeguati ai
bisogni del soggetto con bisogni educativi speciali, che una occasione di riflessioni e di
progettualità per intervenire a favore dei bisogni di una utenza che va sempre più differenziandosi,
8
nelle proposte che fa e nelle richieste che avanza. La Commissione per l'inclusione (GLH) degli
alunni con bisogni educativi speciali elabora le linee generali del lavoro annuale con riferimento a:
- conoscere gli alunni sotto il profilo bio psichico, socio-relazionale, cognitivo, raccogliendo tutte le
informazioni attraverso un’attenta e sistematica osservazione dei soggetti nelle varie aree;
- rielaborare e analizzare i dati e individuare le aree di maggiore potenzialità, sulle quali impostare
lo sviluppo della formazione e la promozione degli alunni con bisogni educativi speciali e in
situazione di disagio scolastico (tenendo conto delle indicazioni emerse dalla famiglia, dai
documenti degli operatori sanitari, dalla scuola di provenienza);
- formulare un modello educativo integrato nella programmazione didattica ed educativa della
classe, realizzando strategie di insegnamento in situazioni diverse;
- verificare in itinere il piano di lavoro e formulare una valutazione formativa attraverso strategie di
insegnamento-apprendimento:
- avvalersi degli aspetti emotivi del vissuto, ricercando il coinvolgimento e il consenso, stimolando
la creatività e l’originalità;
- far apprendere operando e sperimentando direttamente, per “saper fare” e “saper essere”;
- attivare processi di apprendimento secondo l’iter classico lezione – discussione -risposte, gruppi
eterogenei, laboratori. Si adottano in ogni caso tutte quelle metodologie, tecniche e tecnologie volte
ad utilizzare, in modo graduale e progressivo, più codici di comunicazione che facilitino la didattica
e la rendano flessibile alle esigenze individuali, per avvicinare la scuola alla realtà, per accrescere
l’efficacia del processo di insegnamento-apprendimento (insegnamento cooperativo, gruppi di
lavoro, ricerca-azione, insegnamento individualizzato, ecc.) e rompere l’isolamento della classe e
della scuola con il mondo esterno (computer, internet, lavoro di rete, laboratori, ecc.).
Un progetto finalizzato a realizzare l’effettiva inclusione degli alunni con bisogni educativi speciali
richiede:
- la conoscenza degli eventuali deficit e l’individuazione delle capacità potenziali,
- la promozione delle condizioni in grado di ridurre le situazioni di handicap attraverso l’analisi
delle risorse organizzative culturali e professionali della scuola,
- il riconoscimento delle risorse educative della famiglia;
- il reperimento delle opportunità esistenti nell’ambiente.
Pertanto per ciascun alunno, all’inizio dell’anno scolastico, viene predisposto congiuntamente dagli
insegnanti, dai genitori, dagli specialisti della ASL e dagli operatori esterni, un apposito “Piano
Educativo Personalizzato”, individuando obiettivi, metodologie, attività e strategie da adattare nel
rispetto delle specificità individuali, che possono comportare anche l’uso di strumentazioni speciali.
La formulazione di questi specifici progetti deve:
- considerare il soggetto protagonista del proprio personale processo di crescita (sul piano
relazionale, sociale e cognitivo);
- garantire l’attuazione di verifiche in itinere e conclusive;
- assicurare la collaborazione e il raccordo con altre agenzie educative, sociosanitarie, enti pubblici,
privati, famiglia e personale assistenziale messo a disposizione dagli Enti Locali;
- programmare incontri per attuare obiettivi formativi e di continuità didattico- educativa tra i
diversi ordini di scuola;
- favorire la rilevazione delle potenzialità del territorio al fine di ottenere un orientamento scolastico
atto a conseguire una formazione e integrazione professionale, come pari opportunità, degli alunni
con bisogni educativi speciali.
Tutti gli insegnanti della scuola, e non soltanto gli insegnanti di sostegno, concorrono
collegialmente alla riuscita del progetto generale e di inclusione. La tempestività degli interventi
educativi costituisce una delle forme più efficaci di prevenzione dei
disagi e degli insuccessi che si verificano durante la carriera scolastica.
Accoglienza ed integrazione alunni stranieri
La cultura della nostra scuola è permeata dall’apertura verso la diversità quale occasione di
arricchimento. Il clima culturale e relazionale, dunque, è accogliente per storia, tradizione e volontà
9
progettuale degli operatori che quotidianamente costruiscono l’identità della scuola. L'accoglienza
degli alunni che provengono da altri Paesi si pone come priorità per l'inserimento e il successo
formativo e scolastico di quanti devono affrontare i contenuti curriculari delle singole discipline
senza essere sostenuti da una conoscenza adeguata della lingua italiana. A tal fine, la scuola
provvede a sostenere l'allievo straniero per un sereno inserimento nel nuovo contesto culturale e
linguistico e a valorizzare la cultura e le conoscenze di cui ciascun alunno è portatore attraverso
attività di recupero della lingua italiana. I docenti sono invitati a
strutturare programmi specifici in cui siano riportati, in modo essenziale, gli obiettivi minimi che
l'allievo deve gradualmente raggiungere.
Le scelte organizzative.
Nella prospettiva di ampliamento dell’offerta formativa si intende attivare tutte le risorse umane
interne ed esterne all’amministrazione, annullando così la tradizionale cesura logica e temporale tra
la progettualità educativo - didattica e quella amministrativo-gestionale. Evidenziando la
complementarietà fra i diversi profili presenti all’interno dell’istituzione scolastica, è possibile
rivalutare anche i servizi tecnici ed amministrativi che perdono le tradizionali caratteristiche di
“esecutività” per assumere funzioni specifiche nella co - progettazione complessiva d’Istituto. Nella
valutazione delle risorse saranno considerati quindi non solo i bisogni e le potenzialità degli alunni,
ma anche la creatività professionale degli insegnanti e una nuova gestione delle informazioni e della
comunicazione a scuola.
Risorse interne:
umane: insegnanti (competenze, professionalità), alunni (stili cognitivi, livello sociale)
strutture e spazi: laboratori di informatica, linguistici, scienze musica palestra finanziarie:
finanziamenti M.I.U.R., FSE, FESR, POR.
Risorse esterne:
Enti locali, Associazioni no-profit.
Le linee guida a cui si ispira l’azione didattico - educativa, dettate dal Consiglio d’Istituto, sono:
L’equità dell’offerta educativa nei diversi ordini, con pari opportunità finanziarie.
La continuità didattica, attuata in verticale e con i piani di progettazione pluriennale.
La flessibilità sia didattica che organizzativa.
L’integrazione con il territorio.
La trasparenza nei criteri di scelta delle attività di laboratori/progetti.
La valutazione sia interna che esterna, degli apprendimenti e di sistema, in sintonia con
l’attuale legislazione.
Il miglioramento continuo del sistema.
Analisi dei bisogni
L’analisi dei bisogni ha evidenziato la necessità di promuovere interventi coerenti con gli specifici
bisogni degli alunni e delle alunne a partire dalle rispettive diversità di genere e con le risorse già
esistenti all’interno e all’esterno della scuola, favorendo un insegnamento rafforzativo e attraente al
fine di garantire la valenza educativa e orientativa degli interventi e la loro ricaduta effettiva sul
curricolo. Da tutto questo nasce l’esigenza di:
Sviluppare la cultura dell’accoglienza per mettere tutti a proprio agio e far percepire la
scuola come luogo amico e piacevole;
Aprirsi a quei saperi e a quelle attività già largamente presenti nell’extrascolastico che hanno
il pregio di calamitare l’interesse e attivare l’impegno degli alunni a cimentarvisi;
Seguire con cura i casi di “disapprendi mento” attuando strategie ed utilizzando
strumentazioni tecnologicamente adeguate per un sostegno educativo finalizzato a
sviluppare i prerequisiti.
I bisogni formativi degli alunni
Sostenere la formazione dell’identità offrendo pluralità di opportunità formative;
10
Formare individui capaci di effettuare scelte;
Investire nella centralità pedagogica ella formazione orientativa per una scelta consapevole;
Educare al lavoro come espressione, valorizzazione e sperimentazione di sé, come esercizio
di autonomia, responsabilità, operatività, progettualità, rigore metodologico per mezzo di
una didattica modulare e individualizzata;
Realizzare un insieme di processi che facciano della scuola un sistema integrato, che
garantisca la qualità delle prestazioni e gli obiettivi correlati;
Migliorare l’efficacia del sistema scolastico, incrementando il successo formativo per tutti
gli alunni;
Acquisire una valida metodologia di studio e di ricerca con opportune convergenze ed
integrazioni delle metodiche;
Fornire contributi alla progettazione e alla costruzione di modelli e di strumenti di
innovazione:
I bisogni dei docenti
Costruire un rapporto di apertura e di collaborazione tra scuola e territorio;
Attivare forme di verifica/valutazione dei risultati raggiunti e della qualità del servizio;
Creare le condizioni per una partecipazione attiva dei soggetti interessati all’attuazione del
piano;
Creare modelli organizzativi efficienti;
Avere occasioni di aggiornamento mirato;
Incrementare occasioni di coordinamento didattico.
I bisogni delle famiglie
Ambiente sicuro e rispettoso;
Organizzazione oraria funzionale;
Opportunità di sostegno e conforto;
Individuazione di percorsi di eccellenza e di recupero.
I principi fondamentali su cui si è fonda il servizio scolastico sono:
Uguaglianza delle opportunità educative. Il servizio scolastico viene erogato senza alcuna
distinzione per motivi riguardanti sesso, razza, etnia, lingua, religione, opinioni politiche,
condizioni psicofisiche e socioeconomiche.
Imparzialità e regolarità. Gli erogatori del servizio scolastico, agendo secondo criteri di obiettività
ed equità, ne garantiscono l’imparzialità e la regolarità.
Accoglienza, solidarietà ed inclusione. La scuola si impegna a favorire l’accoglienza dei genitori e
degli alunni nella struttura scolastica, l’inserimento e l’integrazione di questi ultimi con particolare
riguardo alla fase di ingresso alle classi iniziali e alle situazioni di rilevante necessità (alunni con
bisogni educativi speciali, stranieri, degenti in ospedale,…).
Diritti degli alunni. Partendo dal principio che la scuola è e deve essere costruita per gli alunni e
non viceversa, la scuola riconosce il diritto all’istruzione e alla formazione di tutti i bambini, come
presupposto fondamentale dell’esercizio del diritto di cittadinanza.
Partecipazione e responsabilità. Nella sua opera la scuola ricerca la collaborazione dei genitori,
titolari primi del diritto – dovere di istruire ed educare i propri figli, su un piano di reciproca
responsabilità. Essa sollecita, pertanto, ogni forma di partecipazione delle famiglie alla vita e alle
scelte educative della scuola, attraverso gli istituti e le forme previste nell’ambito degli organi
collegiali.
11
Apertura al territorio. La scuola si impegna a favorire le attività extrascolastiche ponendosi come
centro di promozione culturale, sociale e civile, consentendo il migliore uso degli edifici e delle
attrezzature anche fuori dell’orario del servizio scolastico.
Efficienza e trasparenza. L’attività scolastica, configurandosi come pubblico servizio, si ispira a
criteri di efficienza e di efficacia, per il buon andamento della P.A.. A tal fine promuove la
formazione in servizio del personale e favorisce un rapporto trasparente con l’utenza, secondo la
vigente normativa.
Libertà di insegnamento. In base all’art. 33 della Costituzione l’insegnamento è un’attività libera
come l’arte e la scienza. Tale libertà viene assicurata nel rispetto della garanzia di formazione
dell’alunno e degli obiettivi formativi nazionali fissati dalla normativa in vigore.
Dai principi ai comportamenti
L'impegno è di tutti. Il dirigente scolastico, i docenti, il personale amministrativo ed i collaboratori
scolastici, nell'esercizio delle loro specifiche funzioni fanno riferimento in primo luogo al diritto
inviolabile di tutti gli alunni a ricevere una formazione ed un'istruzione adeguata alle loro
potenzialità di crescita e di sviluppo sul piano cognitivo, sociale ed affettivo nel rispetto dei ritmi,
dei tempi e delle diversità di ciascuno.
Gli alunni come soggetti centrali del processo di apprendimento. Sono escluse tutte le forme di
autoritarismo, la comunicazione deve essere essenzialmente bilaterale, la partecipazione deve essere
attiva e il coinvolgimento diretto.
La relazione educativa è improntata ai valori della convivenza democratica, della tolleranza e della
solidarietà del rispetto e della valorizzazione delle diversità nella diverse espressioni. Tali valori
assunti vanno praticati dagli adulti e dai bambini attraverso i comportamenti di vita quotidiana
dentro e fuori la scuola. Il fine ultimo è la promozione umana, sociale e civile degli alunni.
Lo studio come campo di ricerca condivide l'idea secondo cui la cultura e le scienze sono campi
di continua ricerca nelle quali non è possibile accogliere una sola verità assoluta. I docenti
promuovono la pluralità dei punti di vista e forniscono ai bambini gli strumenti attraverso cui
possano costruirsi una propria interpretazione della realtà da mettere a confronto con quella degli
altri.
Crescere insieme Scelte educative della scuola: La scuola ha come principio fondamentale
l’attenzione allo studente come persona considerata nella sua unicità e originalità, ponendo al centro
dell’azione formativa l’alunno, si caratterizza come ambiente attento al benessere e ai valori in cui
l’alunno trova educatori che lo aiutano a crescere, a maturare progressivamente e a incrementare
abilità affettive, relazionali, sociali e cognitive. Per questo si impegna a raggiungere i seguenti
traguardi:
nella scuola dell’infanzia l’avvio alla conquista da parte degli alunni di autonomia, di un
primo livello di competenza e la maturazione dell’identità;
nella scuola primaria e secondaria un progressivo, unitario, coordinato processo di
alfabetizzazione culturale degli alunni promuovendone lo sviluppo personale e sociale.
Il contratto formativo si fonda sulle intese professionali dei docenti che stabiliscono tra di loro, i
comportamenti che riflettono su:
* l’attenzione dei docenti a determinare negli allievi condizioni affettive favorevoli e atteggiamenti
positivi nei confronti dei compiti di apprendimento;
* il controllo dei tempi del lavoro scolastico;
* l’aumento della qualità di quelle conoscenze di base che contribuiscono alla formazione delle
strutture mentali necessarie per i successivi apprendimenti;
* la verifica non solo del segmento più recente delle attività, ma soprattutto di quelle competenze
che devono costituire un repertorio stabile per l’alunno;
* la differenziazione della proposta di apprendimento, sulla base delle caratteristiche soggettive
dell’alunno.
12
I comportamenti professionali dei docenti rappresentano indicatori di qualità:
* il lavoro collegiale degli insegnanti, a partire dalla corresponsabilità nei confronti di un progetto
unitario e comune;
* il rapporto costante fra insegnanti e famiglie;
* la disponibilità degli insegnanti a intendere la valutazione come una operazione finalizzata al
feed-back;
* la disponibilità degli insegnanti alla sperimentazione, alla innovazione didattica e
all'aggiornamento professionale;
* l’esistenza di traguardi irrinunciabili comuni e definiti collegialmente.
Rapporti con le famiglie
La famiglia è testimone privilegiato dello sviluppo dei bambini e dei ragazzi e coopera con la scuola
nei modi seguenti:
• fornisce conoscenze e indicazioni rilevanti ai docenti;
• collabora per l’adattamento dei bambini all’ambiente scolastico;
• segue l’esperienza di formazione dei figli;
• valuta con i docenti l’idoneità dei bambini alla frequenza anticipata della scuola;
• interagisce con i docenti responsabili dei laboratori;
• si rende consapevole delle eventuali differenze di partenza dei bambini e dei ragazzi e condivide il
percorso teso a raggiungere le competenze finali;
• comprende le motivazioni che ispirano il piano personalizzato di studio ed è informata sulle
competenze acquisite;
• percepisce e collabora al profilo formativo, culturale e professionale al quale i ragazzi devono
corrispondere alla fine del ciclo di studio e viene informata di tutti gli «scostamenti» che possono
divergere da tale direttrice.
MISSION
La nostra istituzione scolastica si impegna a valorizzare ogni singolo alunno, i suoi talenti e il suo
unico ed irripetibile itinerario di apprendimento e di formazione, ponendosi l'obiettivo prioritario di
educare, in un clima sereno e collaborativo, i cittadini responsabili di oggi e di domani e operando
per l'inclusione di tutti e di ciascuno.
Il nostro Istituto si configura come ambiente di vita, di relazione e di formazione, in cui si
valorizzano le diversità, si mira all’integrazione e si pone come esperienza decisiva per lo sviluppo
sociale, il consolidamento dell’identità personale e lo sviluppo intellettuale.
La mission dell’Istituto comprensivo ”Carducci-Paolillo” fonda la propria identità culturale sui
seguenti obiettivi:
1. Garantire lo star bene a scuola di ciascun alunno;
2. Ottimizzare il rapporto scuola-famiglia e territorio;
3. Elaborare il curricolo adattandolo alle esigenze della realtà formativa della scuola,
coerentemente con le Indicazioni Nazionali (DM 31/07/07);
4. Assicurare a tutti gli alunni l’effettiva possibilità di utilizzare i laboratori e la biblioteca;
5. Qualificare l’organizzazione didattica, anche al fine di migliorare il processo di integrazione
degli alunni diversamente abili e/o particolarmente svantaggiati, arricchendo l’offerta
formativa, sia in orario scolastico, sia con progetti formativi extracurriculari;
6. Approfondire la cultura della sicurezza, della prevenzione, della solidarietà, della pace e della
convivenza civile;
7. Attrezzare in modo adeguato la scuola con sussidi funzionali alle attività didattiche;
8. Favorire la collaborazione con le altre scuole, con associazioni operanti sul territorio, con
l’Ente locale, la ASL;
13
9. Insegnare l’uso di uno strumento musicale e diffondere il valore pedagogico-culturale di tale
attività.
10. Ampliare la pratica sportiva, in orario curricolare ed extracurricolare,grazie alla presenza di
palestre attrezzate e campetto di calcio.
11. Approfondire lo studio delle lingue straniere con appositi laboratori(inglese-francese-
spagnolo).
VISION
La “vision”, rappresenta la direzione verso cui ci si intende muovere e la proiezione delle
aspettative relative a ciò che l’Istituto comprensivo “Paolillo-Carducci” dovrebbe essere in futuro.
La scuola e le persone che in essa vi operano (Dirigente Scolastico, personale docente e non
docente) intendono coinvolgere gli alunni, i genitori, gli Enti esterni nell’ attuazione di una scuola
realizzabile che rappresenta la meta verso cui si desidera che la scuola evolva nel futuro e che ci si
impegna a perseguire.
Una scuola “migliore” è…
Una scuola altamente formativa in grado di promuovere, attraverso una pluralità di saperi,
di progetti, di integrazioni curricolari e di esperienze significative, la maturazione di tutte le
dimensioni della personalità dei propri bambini/e(strumenti musicali-lingue straniere
inglese-francese-spagnolo-tedesco-attività sportive).
Una scuola dell’integrazione che valorizza le differenze, crea legami autentici tra le
persone, favorisce l’incontro tra culture diverse e le differenti realtà sociali del territorio.
Una scuola che elabora iniziative a favore degli alunni in situazione di disagio
personale e sociale, in particolare, per realizzare relazioni di aiuto in termini di accoglienza
e/o di sostegno ai loro “progetti di vita”; una scuola che realizza moduli didattici finalizzati
all’integrazione tra linguaggi diversi, per ricondurre ad unitarietà il sapere.
Una scuola accogliente, in grado di rendere piacevole e gratificante l’acquisizione dei
saperi, di favorire ricche relazioni sociali e di consentire attività laboratoriale; una scuola,
quindi, come luogo di vita per docenti e bambini.
Una scuola attuale, dinamica, in continua evoluzione capace di Leggere i cambiamenti
della società in cui è inserita, di progettare il miglioramento della qualità dell’offerta
formativa e di servizio, nella piena valorizzazione dei contributi specifici che i diversi attori
sociali interni ed esterni alla scuola sapranno offrire.
Una scuola dialogante e cooperante con altre agenzie educative per costruire un sistema
formativo allargato.
AUTOVALUTAZIONE DI ISTITUTO
Già nell'a.s. 2013/14 la scuola ha aderito al progetto PON “F@cile Caf”, avviando un’attenta
indagine che ha coinvolto le famiglie, gli alunni e tutta la comunità scolastica, attraverso la
somministrazione di questionari. La sperimentazione del modello CAF ha consentito alla scuola di
effettuare un percorso di innovazione organizzativa che, muovendo dall’autovalutazione e
dall’autodiagnosi delle attività, è arrivato alla progettazione di un Piano di Miglioramento che aveva
l'obiettivo di incidere sulle aree “critiche” emerse.
A partire dall’anno scolastico 2014/15 tutte le scuole del Sistema Nazionale di Istruzione, statali e
paritarie, sono state coinvolte nel processo di autovalutazione con l’elaborazione finale del
Rapporto di Autovalutazione.
Le scuole hanno condotto l’autovalutazione prendendo in considerazione tre dimensioni: Contesto e
risorse, Esiti e Processi (suddivisi in Pratiche educative e didattiche e Pratiche gestionali e
14
organizzative). Per ogni dimensione, è stato richiesto alle scuole di riflettere su alcuni ambiti cui
sono associati gli indicatori per la misurazione oggettiva (Mappa degli Indicatori del RAV).
Il Gruppo di Autovalutazione, dall’analisi già effettuata dei dati quantitativi e qualitativi relativi
all’Istituto, nonchè dall’utilizzo delle informazioni che sono emerse dai questionari compilati dalle
famiglie, dagli alunni, dai docenti e dal personale ATA ha rilevato aspetti di criticità nelle seguenti
aree:
Risultati nelle prove standardizzare nazionali
Competenze chiave e di cittadinanza
Entrambe le aree necessitano di interventi da realizzare a breve termine, in quanto il miglioramento
deve avere un immediato e diretto riscontro in un'ottica di rendicontabilità sociale nel confronto con
altri sistemi formativi.
Il Team di Miglioramento, dopo aver individuato le aree prioritarie su cui agire, ha individuato le
opportune iniziative da implementare.
«Curricolo, progettazione e valutazione», «Ambiente di apprendimento», «Inclusione e
differenziazione» e «Continuità e orientamento» sono le aree sulle quali sono stati strutturati gli
obiettivi di processo, cioè le azioni da compiere per migliorare le priorità individuate.
Curricolo, progettazione e valutazione
Si rende necessaria la progettazione di una mappatura dei processi di apprendimento, secondo una
pianificazione disciplinare didattica e metodologica, che sia condivisa in modo diffuso, secondo il
criterio della circolazione delle buone prassi. Contestualmente, è necessario istituire un gruppo di
lavoro che definisca criteri comuni di valutazione e strumenti di verifica idonei a realizzare una
valutazione autentica.
Ambiente di apprendimento
Il miglioramento degli esiti degli alunni può essere favorito dalla condivisione di processi, percorsi
e metodologie innovative tra docenti della comunità di pratiche professionali, attraverso opportune
azioni di formazione rispondenti agli effettivi bisogni formativi
Inclusione e differenziazione
Nella prospettiva del miglioramento degli esiti formativi di tutti gli alunni, l'area dell'integrazione e
inclusione rappresenta uno dei processi che maggiormente incide sul funzionamento del sistema
Continuità e orientamento
Centrare la propria attività verso la costruzione di un curricolo verticale, oltre a consentire coerenza
e coesione all’intera formazione di base, garantisce la progressiva armonizzazione dei metodi, cioè
delle metodologie e strategie didattiche, degli stili educativi, delle concezioni e delle pratiche di
insegnamento ed apprendimento. Il curricolo verticale potrebbe aiutare a rispondere ai bisogni
educativi e formativi, fornendo a tutti gli allievi uguaglianza di opportunità in una età decisiva per
la loro crescita. Risulta, pertanto, utile avviare percorsi che facilitino il passaggio verso l'ordine di
scuola successivo in una prospettiva di didattica orientativa
Per il raggiungimento dei suddetti obiettivi di miglioramento la scuola attuerà percorsi formativi
volti al precipuo recupero delle carenze disciplinari, con particolare attenzione agli alunni DSA e
BES, nonché azioni di potenziamento disciplinare in orario extracurricolare
Al fine, poi, di costruire atteggiamenti di rispetto non solo delle regole, ma anche dell'ambiente, la
nostra scuola intraprenderà azioni che riguarderanno le tematiche afferenti la storia locale, il
rispetto dell'ambiente, le risorse territoriali, la legalita' e la salute in genere.
Per affrontare le proprie esigenze e quelle della comunità di riferimento, l’Istituto intende, inoltre,
partecipare alle iniziative del PON per la Programmazione 2014-2020 con azioni, sia FSE che
FESR.
15
Entrano a far parte del Piano dell’offerta formativa per l’anno scolastico 2015/16 i seguenti progetti:
-
-
-
-
-
-
Allegato
Estratto RAV Invalsi
PRIORITA’ E TRAGUARDI INDIVIDUATI NEL RAV
ESITI DEGLI STUDENTI
PRIORITA
TRAGUARDI
Risultati nelle prove
standardizzare nazionali
Miglioramento dei livelli di
apprendimento degli alunni,
sia
negli esiti in uscita, sia nelle
rilevazioni del SNV
Diminuire la percentuale di
studenti collocati nelle fasce di
voto basse
Riduzione della variabilità
fra
le classi
Contenere la varianza tra le
Classi, sia con
riferimento all'italiano che alla
Matematica
Competenze chiave e di
cittadinanza
Sviluppo delle competenze
chiave di cittadinanza degli
studenti
Sviluppo di strumenti per valutare
e certificare competenze
Inclusione e recupero degli
alunni svantaggiati con gravi
problematiche
comportamentali
Curricolo e progetti elaborati per
il recupero di ogni singolo alunno
in considerazione dello
svantaggio.
Eliminare o attenuare episodi
di bullismo e/o vandalismo.
Promozione di cambiamenti
comportamentali in studenti con
graviproblematiche,accrescendone
conoscenze e competenze da
tradurre in atteggiamenti corretti
Coinvolgimento Enti extra
scolastici.
Attivazione di percorsi condivisi
con Enti extra scolastici e altre
agenzie formative per affrontare
in maniera efficace il problema
del bullismo.
16
OBIETTIVI DI PROCESSO INDIVIDUATI NEL RAV
Curricolo, progettazione e valutazione
Elaborare una progettazione didattica condivisa
che si basi sullo sviluppo di un curricolo
verticale
Sviluppare e diffondere nella scuola un sistema
di verifica e valutazione degli apprendimenti,sia
in termini di conoscenze e abilità che di
competenze
Responsabilizzare i docenti nell’elaborazione
della diagnosi attraverso la lettura e
interpretazione delle prove Invalsi di Italiano e
Matematica
Ambiente di apprendimento
Potenziare il numero di attività finalizzate al
recupero e al potenziamento
Organizzare attività di aggiornamento
finalizzate all’acquisizione di metodologie
inclusive
Migliorare i processi di
insegnamento/apprendimento attraverso lo
sviluppo di una didattica laboratoriale
Diffondere le metodologie e i materiali didattici
innovativi, a carattere disciplinare e
interdisciplinare trasversale
Inclusione e differenziazione
Uniformare gli strumenti di rilevazione dei
bisogni di recupero e di potenziamento
Realizzare percorsi formativi volti al recupero
delle carenze disciplinari (per l'inclusione di
alunni BES e stranieri)
Progettare moduli per il potenziamento delle
competenze
Continuita' e orientamento
Armonizzare i metodi, gli stili educativi, le
pratiche di insegnamento ed apprendimento
attraverso un curricolo verticale
Avviare percorsi che facilitino il passaggio
verso l'ordine di scuola successivo in una
prospettiva di didattica orientativa.
COMPETENZE DI CITTADINANZA
Da quanto emerso dagli Obiettivi di processo del RAV in riferimento all’area “Orientamento
strategico e organizzazione della scuola”, seguente la priorità “Competenze chiave e di
cittadinanza”, la scuola predispone un documento per la valutazione delle competenze di
cittadinanza elaborato dal Collegio e condiviso dai Consigli di classe.
17
E’ compito specifico della scuola promuovere quegli interventi educativi capaci di far sì che le
capacità personali si traducano nelle otto competenze chiave di cittadinanza previste dal Ministero a
conclusione dell’obbligo di istruzione secondaria.
Le competenze chiave sono quelle di cui ogni persona ha bisogno per la realizzazione e lo sviluppo
personali, la cittadinanza attiva, l’inclusione sociale e l’occupazione, e che rinforzano il percorso di
apprendimento continuo che si prolunga per l’intero arco della vita.
Tali competenze, riassunte nella seguente tabella, sono normali punti di riferimento per gli insegnati
della scuola dell’obbligo.
Ambito COSTRUZIONE DEL SE’
1) Imparare a imparare Organizzare il proprio apprendimento, individuando, scegliendo e
utilizzando varie fonti e varie modalità di informazione
e di formazione (formale, non formale ed informale),
anche in funzione dei tempi disponibili, delle
proprie strategie e del proprio metodo di lavoro.
2) Progettare Elaborare e realizzare progetti riguardanti lo sviluppo
delle proprie attività di studio e di lavoro, utilizzando le
conoscenze apprese per stabilire obiettivi significativi e
realistici e le relative priorità, valutando i vincoli e le
possibilità esistenti, definendo strategie di azione e verificando i risultati raggiunti.
Ambito RELAZIONE CON GLI ALTRI
3) Comunicare e comprendere Comunicare o comprendere messaggi di genere diverso
(quotidiano, letterario, tecnico, scientifico) e di complessità
diversa, trasmessi utilizzando linguaggi diversi (verbale,
matematico, scientifico, simbolico, ecc.) mediante
diversi supporti (cartacei, informatici e multimediali) o
rappresentare eventi, fenomeni, principi, concetti, norme,
procedure, atteggiamenti, stati d’animo, emozioni,
ecc utilizzando linguaggi diversi e diverse conoscenze disciplinari,
mediante diversi supporti.
4) Collaborare e partecipare Interagire in gruppo, comprendendo i diversi punti di vista,
valorizzando le proprie e altrui capacità, gestendo la
conflittualità, contribuendo all’apprendimento comune
ed alla realizzazione delle attività collettive, nel riconoscimento
dei diritti fondamentali degli altri.
5) Agire in modo autonomo e
responsabile
Sapersi inserire in modo attivo e consapevole nella vita
sociale e far valere al suo interno i propri diritti e bisogni
riconoscendo al contempo quelli altrui, le opportunità
comuni, i limiti, le regole, le responsabilità.
Ambito RAPPORTO CON LA REALTA’
18
6) Risolvere problemi Affrontare situazioni problematiche costruendo e verificando
ipotesi, individuando le fonti e le risorse adeguate,
raccogliendo e valutando i dati, proponendo soluzioni utilizzando,
secondo il tipo di problema, contenuti e metodi
delle diverse discipline.
7) Individuare collegamenti e
relazioni
Individuare e rappresentare, elaborando argomenti coerenti,
collegamenti e relazioni tra fenomeni, eventi e
concetti diversi, anche appartenenti a diversi ambiti disciplinari,
e lontani nello spazio e nel tempo, cogliendone
la natura sistemica, individuando analogie e differenze,
coerenze ed incoerenze, cause ed effetti e la loro natura
probabilistica.
8) Acquisire ed interpretare
l’informazione
Acquisire ed interpretare criticamente l’informazione ricevuta
nei diversi ambiti ed attraverso diversi strumenti
comunicativi, valutandone l’attendibilità e l’utilità, distinguendo
fatti e opinioni.
La valutazione scolastica delle competenze è necessariamente dinamica. Per valutare il possesso di
una competenza è necessario rilevare le conoscenze e le abilità effettivamente attivate dalla persona
competente nella realizzazione del processo che ha prodotto l’erogazione di una prestazione, di un
servizio o di un prodotto.
La valutazione delle competenze si amplia, pertanto, alla necessità di identificare quali conoscenze
e abilità siano sviluppate e messe in gioco nell’erogazione concreta di una prestazione competente
da parte dello studente.
In questa prospettiva, il Consiglio di classe dovrà rilevare le competenze chiave di cittadinanza, ma
anche promuoverle, incrementarle, consolidarle. Tali competenze non vanno viste come qualcosa di
separato e di aggiuntivo rispetto alla dimensione disciplinare/conoscitiva, ma come un risultato
perseguito consapevolmente attraverso e all'interno delle attività disciplinari: la quotidianità
didattica, il contenuto e le modalità di trasmissioni disciplinari sostengono, infatti, il
riconoscimento, l'attivazione e lo sviluppo delle competenze di cittadinanza.
DEFINIZIONI DELLA COMMISSIONE AL POF
La commissione designata in seno al collegio Docenti e formata dalle docenti
Albanese Rosanna
Cirsone Donata
Daddario Elvira
Fragasso Michela
Monopoli Rita
Petricci Lucy
19
Sentito il rapporto di autovalutazione, le priorità e traguardi e gli obiettivi di processi individuati nel
RAV, determina, in rapporto alle competenze di cittadinanza, che l’Istituto intende perseguire,
come obiettivo prioritario l’inclusività nel sistema scolastico, con particolare attenzione al recupero
delle competenze di base oltre che al potenziamento.
Sviluppando e diffondendo nella scuola un sistema di verifica e valutazione degli
apprendimenti,sia in termini di conoscenze e abilità che di competenze
Elaborando una progettazione didattica condivisa che si basi sullo sviluppo di un curricolo verticale
Diffondendo le metodologie e i materiali didattici innovativi, a carattere disciplinare e
interdisciplinare trasversale
Migliorando i processi di insegnamento/apprendimento attraverso lo sviluppo di una didattica
laboratoriale.
Sviluppando percorsi didattici che partono dal territorio e ad esso tornano ampliati
Realizzando percorsi formativi volti al recupero delle carenze disciplinari (per l'inclusione di alunni
BES e stranieri)
Attuando strategie di educazione alla legalità che rendono i processi di apprendimento metacognitivi
Avviando percorsi che facilitino il passaggio verso l'ordine di scuola successivo in una prospettiva
di didattica orientativa.
L’Istituto intende perseguire tali obiettivi, nel suo progetto educativo, e lo farà in relazione alle
necessità scaturenti dall’utenza e dalla nuova organizzazione scolastica di Istituto Comprensivo. E’
da rilevare, inoltre, una larga componente di alunni BES tra diversamente abili, DSA, stranieri (più
di 40), per i quali la nostra scuola adotta percorsi di forte inclusione attraverso progetti come
“Diritti a scuola”, “Aree a forte processo immigratorio”, “Contro la dispersione scolastica”
Tutto ciò comporta l’attuazione di una progettazione attenta alle sopra citate necessità, sia
all’interno del curricolo che nella progettazione dell’ampliamento dell’offerta formativa.
Quest’ultimo vede l’attuazione di progetti aventi come fine l’inclusività, la legalità ed il recupero
delle competenze anche attraverso l’educazione musicale e le lingue, attuati attraverso tecnologie
multimediali.
Tale piano attuativo si innesta nel bisogno di pianificare una valida richiesta in merito
all’organico funzionale che permetterebbe una articolata e completa attuazione di quanto sopra
esposto, anche in riferimento al fatto che trattasi di nuova istituzione quindi un investimento di
risorse permetterebbe un’attuazione piena del curricolo verticale.
CAPITOLO II
LO SCENARIO ISTITUZIONALE DELLA SCUOLA ITALIANA
Lo scenario sociale e culturale attuale
Le caratteristiche fondamentali del mondo contemporaneo sotto il profilo socioculturale sono
determinate dalla dinamicità e dalla complessità. La realtà sociale è attraversata da rapidi mutamenti
di modelli culturali, di costumi, di atteggiamenti e comportamenti individuali e collettivi che
stimolano a continui adattamenti e innovazioni e ad uno sguardo necessariamente sistemico. Si
prevede, ad esempio, che nel prossimo futuro un individuo sarà costretto a cambiare lavoro in
media cinque o sei volte nel corso della propria vita. Ne deriva per la scuola la necessità di formare
individui dotati di flessibilità intellettuale e di mentalità aperte al cambiamento. In questi ultimi anni
si è sviluppato in Italia un intenso dibattito sul problema aperto delle conoscenze fondamentali che
20
devono acquisire i giovani durante il loro percorso scolastico. Si parte dalla consapevolezza che il
quadro delle conoscenze possedute dagli studenti è destinato fatalmente a diventare obsoleto in una
società, come quella attuale, altamente dinamica in cui il raddoppio delle conoscenze scientifiche
avviene ormai nell'arco di due o tre anni. Per questi ragazzi sarà indispensabile acquisire
un’attitudine spiccata alla flessibilità, una disponibilità ad adattarsi ai cambiamenti e, soprattutto,
una capacità di integrare e modificare il loro bagaglio culturale. La complessità della vita sociale e
la varietà delle forme produttive e consumistiche caratterizzano oggi un senso diffuso di transizione,
di insicurezza sui valori e di contraddittorietà nelle condotte sociali e negli stili di vita. L’espansione
esponenziale delle informazioni veicolate dai mezzi di comunicazione di massa mentre, da un lato,
offre possibilità di istruzione e di stimolo culturale induce, dall’altro, pericolosi atteggiamenti di
conformismo e rischi crescenti di manipolazione. Ne deriva per la scuola la necessità di formare
individui dotati di capacità critiche e metacognitive (in grado di imparare ad apprendere in modo
autonomo). Ne deriva, inoltre, la necessità di dedicare un’attenzione privilegiata ai nuovi linguaggi
multimediali e telematici che rappresentano il nuovo sfondo antropologico e culturale in cui i
bambini vivono immersi. Il fenomeno crescente della scolarizzazione degli alunni extracomunitari e
la presenza di una realtà sociale multietnica e multiculturale sempre più differenziata, induce a
riconoscere, prima di ogni altra cosa, il valore universale della persona e a sviluppare
conseguentemente una comune cultura che può tradursi in occasioni di arricchimento e di
maturazione civile. E’ sicuramente compito del sistema educativo, in generale e di quello scolastico
in particolare, sviluppare atteggiamenti di cooperazione, di scambio e di accettazione proficua delle
diversità per contribuire a migliorare e maturare una vera crescita democratica della società.
L’impianto pedagogico culturale della scuola
Le finalità educative della scuola vanno ricercate nel quadro dei principi costituzionali e della
Dichiarazione internazionale dei diritti dell’uomo e del fanciullo. La finalità formativa è la
formazione dell’uomo e del cittadino, per cui la scuola Primaria pone le premesse all’esercizio del
diritto-dovere di partecipare alla vita sociale e svolgere, secondo le proprie possibilità e scelte,
un’attività o funzione che concorra al progresso materiale e spirituale della società. La continuità
educativa e didattica tra gli ordini di scuola è la condizione essenziale per assicurare agli alunni il
positivo conseguimento delle finalità dell’istruzione. Per far ciò la scuola, in ragione delle sue
specifiche finalità educative e didattiche, promuove momenti di raccordo con le altre scuole, in
particolare per gli alunni diversamente abili. La partecipazione al progetto formativo da parte della
scuola e della famiglia viene favorita attraverso l’interazione e la collaborazione tra le due
istituzioni, la prima riconoscendo di non esaurire tutte le funzioni educative, la seconda in qualità di
agenzia educativa primaria rispetto al processo unitario di crescita e di sviluppo del bambino.
L’educazione alla cittadinanza attiva costituisce il nucleo centrale dell’attività educativa. Il
bambino è portato a rendersi conto del principio dell’uguaglianza tra tutti i cittadini nella concreta
esperienza, nel contesto di socializzazione costituito dalla vita quotidiana della classe, che ogni
compagno possiede un proprio patrimonio di valori, di esperienze familiari, religiose, morali e
sociali. La scuola, nel corretto uso del suo spazio educativo, sostiene l’alunno nella progressiva
conquista di autonomia di scelte e di assunzione di impegni mediante il dialogo, l’accettazione e il
rispetto dell’altro. La dimensione creativa del bambino è posta in rapporto inscindibile con la
dimensione cognitiva. Infatti la creatività è intesa come potenziale che si manifesta in tutte le
funzioni dell’alunno, da quelle motorie a quelle cognitive e a quelle espressive. Pertanto, essa va
colta e sviluppata in tutte le forme di conoscenza durante i processi di insegnamento-
apprendimento. La scuola come ambiente educativo di apprendimento realizza il suo compito
partendo dalle esperienze e dagli interessi del bambino, pone le basi cognitive e socio-emotive della
progressiva costruzione della personalità e realizza concretamente il rapporto tra istruzione ed
educazione. L’ambiente scolastico come luogo di apprendimento viene progettato e diversificato.
Non si può realizzare il piano di lavoro didattico esclusivamente nell’aula scolastica o in ambienti
sempre uguali. La scuola possiede spazi alternativi all’aula come laboratori, palestre, cortili e fuori
dalla scuola teatro, parchi,… come luoghi e spazi educativi decentrati. Gli alunni in difficoltà di
21
apprendimento e gli alunni svantaggiati hanno diritto all’educazione e all’istruzione al pieno delle
loro possibilità Per essi la scuola programma e realizza percorsi personalizzati di apprendimento
scolastico considerando i livelli di partenza, ponendo traguardi progressivi e verificandoli in itinere.
L’obiettivo di apprendimento non è sostitutivo di quello di socializzazione, ma sono integrati.
La scuola dell’autonomia
In questi ultimi anni sono intervenuti nel sistema scolastico italiano cambiamenti strutturali che si
riassumono sotto la nozione di "autonomia scolastica". Questo processo di trasformazione
dell'impianto fondamentale della scuola ha avuto alla data del 1° settembre 2000 il suo atto di
nascita formale con l'attribuzione della personalità giuridica a tutti gli istituti scolastici e con il
riconoscimento dell'autonomia finanziaria, organizzativa e didattica. L'autonomia rompe il modello
tradizionale del sistema formativo centralizzato e burocratico. L'art. 21 della L.59/97 ha sancito, in
sostanza, una radicale inversione dei modelli organizzativi e nei modi di governare la scuola. Il
Regolamento n. 275/99 definisce le condizioni per esercitare l'autonomia decisionale nell’ambito
del curricolo, dell’organizzazione e della gestione del personale scolastico. L'Autonomia concessa
non è un fine ma uno strumento in quanto è funzionale alla realizzazione del Piano dell'Offerta
Formativa. Ogni Istituto scolastico diventa un "centro nevralgico" dotato di risorse, di personale e di
strategie proprie, in grado di amministrarsi da sé e, quindi, impegnato ad assumersi la responsabilità
di realizzare obiettivi e risultati decisi dalla comunità educativa. Il Piano dell’Offerta Formativa
rappresenta il punto di forza del Regolamento perché in esso si esplicita la progettazione
curricolare, extracurricolare, educativa ed organizzativa della scuola. Una migliore rispondenza del
progetto della scuola alle esigenze del territorio costituisce uno degli elementi di novità
dell'Autonomia che segnala il carattere unitario del sistema educativo. I valori che conferiscono
spessore all'Autonomia consistono nella garanzia della libertà di insegnamento, del pluralismo
culturale, del valore della persona e della sua educazione, del successo formativo di tutti gli alunni.
Il ruolo del Collegio dei Docenti e degli insegnanti è centrale nella elaborazione culturale e
didattica del Progetto della scuola, in giusto equilibrio con le altre componenti sociali del territorio.
Il Consiglio di Circolo definisce gli aspetti gestionali del POF e lo adotta come punto di partenza e
di arrivo delle sue attività. Il Dirigente Scolastico si fa garante del perseguimento delle finalità
istituzionali assegnate alla scuola e del diritto degli alunni alla prestazione qualificata e opera per
l'arricchimento e lo sviluppo delle relazioni sociali, della definizione, della realizzazione e della
pubblicizzazione del POF, nonché dell'autovalutazione della qualità delle attività e delle iniziative
intraprese.
La responsabilità del servizio scolastico non dipende da una sola persona, ma da tutti quanti
operano dentro e fuori la scuola nell'integrazione dei rispettivi ruoli e funzioni e nella logica delle
decisioni collegiali. Per qualità intendiamo la tendenza a migliorare la didattica, l'organizzazione, i
servizi di segreteria, il clima relazionale, l'ambiente scolastico per soddisfare la domanda formativa
dei nostri utenti. Ed è questo impulso alla ricerca della qualità possibile del servizio e al
miglioramento continuo, nella considerazione che non c'è limite al meglio, che deve ispirare i
comportamenti professionali all'interno della scuola.
Dalle “INDICAZIONI NAZIONALI PER IL CURRICOLO DELLA SCUOLA
DELL'INFANZIA E DEL PRIMO CICLO DI ISTRUZIONE” - 4 SETTEMBRE 2012.
La scuola nel nuovo scenario. In un tempo molto breve, abbiamo vissuto il passaggio da una
società relativamente stabile a una società caratterizzata da molteplici cambiamenti e discontinuità.
Questo nuovo scenario è ambivalente: per ogni persona, per ogni comunità, per ogni società si
moltiplicano sia i rischi che le opportunità. Gli ambienti in cui la scuola è immersa sono più ricchi
di stimoli culturali, ma anche più contraddittori. Oggi l'apprendimento scolastico è solo una delle
tante esperienze di formazione che i bambini e gli adolescenti vivono e per acquisire competenze
specifiche spesso non vi è bisogno dei contesti scolastici. Ma proprio per questo la scuola non può
abdicare al compito di promuovere la capacità degli studenti di dare senso alla varietà delle loro
esperienze, al fine di ridurre la frammentazione e il carattere episodico che rischiano di
22
caratterizzare la vita dei bambini e degli adolescenti. Il paesaggio educativo è diventato
estremamente complesso. Le funzioni educative sono meno definite di quando è sorta la scuola
pubblica. In particolare vi è un'attenuazione della capacità adulta di presidio delle regole e del senso
del limite e sono, così, diventati più faticosi i processi di identificazione e differenziazione da parte
di chi cresce e anche i compiti della scuola in quanto luogo dei diritti di ognuno e delle regole
condivise. Sono anche mutate le forme della socialità spontanea, dello stare insieme e crescere tra
bambini e ragazzi. La scuola è perciò investita da una domanda che comprende, insieme,
l'apprendimento e "il saper stare al mondo". E per potere assolvere al meglio alle sue funzioni
istituzionali, la scuola è da tempo chiamata a occuparsi anche di altre delicate dimensioni
dell'educazione. L'intesa tra adulti non è più scontata e implica la faticosa costruzione di
un'interazione tra le famiglie e la scuola, cui tocca, ciascuno con il proprio ruolo, esplicitare e
condividere i comuni intenti educativi. Inoltre l'orizzonte territoriale della scuola si allarga. Ogni
specifico territorio possiede legami con le varie aree del mondo e con ciò stesso costituisce un
microcosmo che su scala locale riproduce opportunità, interazioni, tensioni, convivenze globali.
Anche ogni singola persona, nella sua esperienza quotidiana, deve tener conto di informazioni
sempre più numerose ed eterogenee e si confronta con la pluralità delle culture. Nel suo itinerario
formativo ed esistenziale lo studente si trova a interagire con culture diverse, senza tuttavia avere
strumenti adatti per comprenderle e metterle in relazione con la propria. Alla scuola spetta il
compito di fornire supporti adeguati affinché ogni persona sviluppi un'identità consapevole e aperta.
La piena attuazione del riconoscimento e della garanzia della libertà e dell'uguaglianza (articoli 2 e
3 della Costituzione), nel rispetto delle differenze di tutti e dell'identità di ciascuno, richiede oggi, in
modo ancor più attento e mirato, l'impegno dei docenti e di tutti gli operatori della scuola, con
particolare attenzione alle disabilità e ad ogni fragilità, ma richiede altresì la collaborazione delle
formazioni sociali, in una nuova dimensione di integrazione fra scuola e territorio, per far sì che
ognuno possa "svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione
che concorra al progresso materiale e spirituale della società" (articolo 4 della Costituzione). Una
molteplicità di culture e di lingue sono entrate nella scuola. L'intercultura è già oggi il modello che
permette a tutti i bambini e ragazzi il riconoscimento reciproco e dell'identità di ciascuno. A
centocinquanta anni dall'Unità, l'Italiano è diventata la lingua comune di chi nasce e cresce in Italia
al di là della cittadinanza italiana o straniera. La scuola raccoglie con successo una sfida universale,
di apertura verso il mondo, di pratica dell'uguaglianza nel riconoscimento delle differenze. In questa
situazione di grande ricchezza formativa sono presenti, al contempo, vecchie e nuove forme di
emarginazione culturale e di analfabetismo. Queste si intrecciano con analfabetismi di ritorno, che
rischiano di impedire a molti l'esercizio di una piena cittadinanza. La diffusione delle tecnologie di
informazione e di comunicazione è una grande opportunità e rappresenta la frontiera decisiva per la
scuola. Si tratta di una rivoluzione epocale, non riconducibile a un semplice aumento dei mezzi
implicati nell'apprendimento. La scuola non ha più il monopolio delle informazioni e dei modi di
apprendere. Le discipline e le vaste aree di cerniera tra le discipline sono tutte accessibili ed
esplorate in mille forme attraverso risorse in continua evoluzione. Sono chiamati in causa
l'organizzazione della memoria, la presenza simultanea di molti e diversi codici, la compresenza di
procedure logiche e analogiche, la relazione immediata tra progettazione, operatività, controllo, tra
fruizione e produzione. Dunque il "fare scuola" oggi significa mettere in relazione la complessità di
modi radicalmente nuovi di apprendimento con un'opera quotidiana di guida, attenta al metodo, ai
nuovi media e alla ricerca multi-dimensionale. Al contempo significa curare e consolidare le
competenze e i saperi di base, che sono irrinunciabili perché sono le fondamenta per l'uso
consapevole del sapere diffuso e perché rendono precocemente effettiva ogni possibilità di
apprendimento nel corso della vita. E poiché le relazioni con gli strumenti informatici sono tuttora
assai diseguali fra gli studenti come fra gli insegnanti il lavoro di apprendimento e riflessione dei
docenti e di attenzione alla diversità di accesso ai nuovi media diventa di decisiva rilevanza. La
scuola realizza appieno la propria funzione pubblica impegnandosi, in questa prospettiva, per il
successo scolastico di tutti gli studenti, con una particolare attenzione al sostegno delle varie forme
23
di diversità, di disabilità o di svantaggio. Questo comporta saper accettare la sfida che la diversità
pone: innanzi tutto nella classe, dove le diverse situazioni individuali vanno riconosciute e
valorizzate, evitando che la differenza si trasformi in disuguaglianza; inoltre nel Paese, affinché le
situazioni di svantaggio sociale, economiche, culturali non impediscano il raggiungimento degli
essenziali obiettivi di qualità che è doveroso garantire. In entrambi i casi con la finalità sancita dalla
nostra Costituzione di garantire e di promuovere la dignità e l'uguaglianza di tutti gli studenti "senza
distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e
sociali" e impegnandosi a rimuovere gli ostacoli di qualsiasi natura che possano impedire "il pieno
sviluppo della persona umana".
Centralità della persona. Le finalità della scuola devono essere definite a partire dalla persona che
apprende, con l'originalità del suo percorso individuale e le aperture offerte dalla rete di relazioni
che la legano alla famiglia e agli ambiti sociali. La definizione e la realizzazione delle strategie
educative e didattiche devono sempre tener conto della singolarità e complessità di ogni persona,
della sua articolata identità, delle sue aspirazioni, capacità e delle sue fragilità, nelle varie fasi di
sviluppo e di formazione. Lo studente è posto al centro dell'azione educativa in tutti i suoi aspetti:
cognitivi, affettivi, relazionali, corporei, estetici, etici, spirituali, religiosi. In questa prospettiva, i
docenti dovranno pensare e realizzare i loro progetti educativi e didattici non per individui astratti,
ma per persone che vivono qui e ora, che sollevano precise domande esistenziali, che vanno alla
ricerca di orizzonti di significato. Sin dai primi anni di scolarizzazione è importante che i docenti
definiscano le loro proposte in una relazione costante con i bisogni fondamentali e i desideri dei
bambini e degli adolescenti. È altrettanto importante valorizzare simbolicamente i momenti di
passaggio che segnano le tappe principali di apprendimento e di crescita di ogni studente.
Per una nuova cittadinanza. La scuola persegue una doppia linea formativa: verticale e
orizzontale. La linea verticale esprime l'esigenza di impostare una formazione che possa poi
continuare lungo l'intero arco della vita; quella orizzontale indica la necessità di un'attenta
collaborazione fra la scuola e gli attori extrascolastici con funzioni a vario titolo educative: la
famiglia in primo luogo. Insegnare le regole del vivere e del convivere è per la scuola un compito
oggi ancora più ineludibile rispetto al passato, perché sono molti i casi nei quali le famiglie
incontrano difficoltà più o meno grandi nello svolgere il loro ruolo educativo. La scuola perseguirà
costantemente l'obiettivo di costruire un'alleanza educativa con i genitori. Non si tratta di rapporti
da stringere solo in momenti critici, ma di relazioni costanti che riconoscano i reciproci ruoli e che
si supportino vicendevolmente nelle comuni finalità educative. La scuola si apre alle famiglie e al
territorio circostante, facendo perno sugli strumenti forniti dall'autonomia scolastica, che prima di
essere un insieme di norme è un modo di concepire il rapporto delle scuole con le comunità di
appartenenza, locali e nazionali. In quanto comunità educante, la scuola genera una diffusa
convivialità relazionale, intessuta di linguaggi affettivi ed emotivi, e è anche in grado di
promuovere la condivisione di quei valori che fanno sentire i membri della società come parte di
una comunità vera e propria. La scuola affianca al compito "dell'insegnare ad apprendere" quello
"dell'insegnare a essere". L'obiettivo è quello di valorizzare l'unicità e la singolarità dell'identità
culturale di ogni studente. La presenza di bambini e adolescenti con radici culturali diverse è un
fenomeno ormai strutturale e non può più essere considerato episodico: deve trasformarsi in
un'opportunità per tutti. Non basta riconoscere e conservare le diversità preesistenti, nella loro pura
e semplice autonomia. Bisogna, invece, sostenere attivamente la loro interazione e la loro
integrazione attraverso la conoscenza della nostra e delle altre culture, in un confronto che non
eluda questioni quali le convinzioni religiose, i ruoli familiari, le differenze di genere. Il sistema
educativo deve formare cittadini in grado di partecipare consapevolmente alla costruzione di
collettività più ampie e composite, siano esse quella nazionale, quella europea, quella mondiale.
Non dobbiamo dimenticare che fino a tempi assai recenti la scuola ha avuto il compito di formare
cittadini nazionali attraverso una cultura omogenea. Oggi, invece, può porsi il compito più ampio di
educare alla convivenza proprio attraverso la valorizzazione delle diverse identità e radici culturali
di ogni studente. Per educare a questa cittadinanza unitaria e plurale a un tempo, una via privilegiata
24
è proprio la conoscenza e la trasmissione delle nostre tradizioni e memorie nazionali: non si
possono realizzare appieno le possibilità del presente senza una profonda memoria e condivisione
delle radici storiche. A tal fine sarà indispensabile una piena valorizzazione dei beni culturali
presenti sul territorio nazionale, proprio per arricchire l'esperienza quotidiana dello studente con
culture materiali, espressioni artistiche, idee, valori che sono il lascito vitale di altri tempi e di altri
luoghi. La nostra scuola, inoltre, deve formare cittadini italiani che siano nello stesso tempo
cittadini dell'Europa e del mondo. I problemi più importanti che oggi toccano il nostro continente e
l'umanità tutta intera non possono essere affrontati e risolti all'interno dei confini nazionali
tradizionali, ma solo attraverso la comprensione di far parte di grandi tradizioni comuni, di un'unica
comunità di destino europea così come di un'unica comunità di destino planetaria. Perché gli
studenti acquisiscano una tale comprensione, è necessario che la scuola li aiuti a mettere in
relazione le molteplici esperienze culturali emerse nei diversi spazi e nei diversi tempi della storia
europea e della storia dell'umanità. La scuola è luogo in cui il presente è elaborato nell'intreccio tra
passato e futuro, tra memoria e progetto.
Per un nuovo umanesimo. Le relazioni fra il microcosmo personale e il macrocosmo dell'umanità
e del pianeta oggi devono essere intese in un duplice senso. Da un lato tutto ciò che accade nel
mondo influenza la vita di ogni persona; dall'altro, ogni persona tiene nelle sue stesse mani una
responsabilità unica e singolare nei confronti del futuro dell'umanità. La scuola può e deve educare
a questa consapevolezza e a questa responsabilità i bambini e gli adolescenti, in tutte le fasi della
loro formazione. A questo scopo il bisogno di conoscenze degli studenti non si soddisfa con il
semplice accumulo di tante informazioni in vari campi, ma solo con il pieno dominio dei singoli
ambiti disciplinari e, contemporaneamente, con l'elaborazione delle loro molteplici connessioni. È
quindi decisiva una nuova alleanza fra scienza, storia, discipline umanistiche, arti e tecnologia, in
grado di delineare la prospettiva di un nuovo umanesimo.
Finalità generali. Scuola, Costituzione, Europa
Nella consapevolezza della relazione che unisce cultura, scuola e persona, la finalità generale della
scuola è lo sviluppo armonico e integrale della persona, all'interno dei principi della Costituzione
italiana e della tradizione culturale europea, nella promozione della conoscenza e nel rispetto e nella
valorizzazione delle diversità individuali, con il coinvolgimento attivo degli studenti e delle
famiglie. La scuola italiana, statale e paritaria, svolge l'insostituibile funzione pubblica assegnatale
dalla Costituzione della Repubblica, per la formazione di ogni persona e la crescita civile e sociale
del Paese. Assicura a tutti i cittadini l'istruzione obbligatoria di almeno otto anni (articolo 34),
elevati ora a dieci. Contribuisce a rimuovere "gli ostacoli di ordine economico e sociale, che,
limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona
umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e
sociale del Paese" (articolo 3). L'azione della scuola si esplica attraverso la collaborazione con la
famiglia (articolo 30), nel reciproco rispetto dei diversi ruoli e ambiti educativi nonché con le altre
formazioni sociali ove si svolge la personalità di ciascuno (art. 2). La scuola dell'infanzia, la scuola
primaria e la scuola secondaria di primo grado costituiscono il primo segmento del percorso
scolastico e contribuiscono in modo determinante all'elevazione culturale, sociale ed economica del
Paese e ne rappresentano un fattore decisivo di sviluppo e di innovazione. L'ordinamento scolastico
tutela la libertà di insegnamento (articolo 33) ed è centrato sull'autonomia funzionale delle scuole
(articolo 117). Le scuole sono chiamate a elaborare il proprio curricolo esercitando così una parte
decisiva dell'autonomia che la Repubblica attribuisce loro. Per garantire a tutti i cittadini pari
condizioni di accesso all'istruzione ed un servizio di qualità, lo Stato stabilisce le norme generali cui
devono attenersi tutte le scuole, siano esse statali o paritarie. Tali norme comprendono: la fissazione
degli obiettivi generali del processo formativo e degli obiettivi specifici di apprendimento relativi
alle competenze degli studenti; le discipline di insegnamento e gli orari obbligatori; gli standard
relativi alla qualità del servizio; i sistemi di valutazione e controllo del servizio stesso. Con le
Indicazioni nazionali s'intendono fissare gli obiettivi generali, gli obiettivi di apprendimento e i
relativi traguardi per lo sviluppo delle competenze dei bambini e ragazzi per ciascuna disciplina o
25
campo di esperienza. Per l'insegnamento della Religione Cattolica, disciplinata dagli accordi
concordatari, i traguardi di sviluppo delle competenze e gli obiettivi di apprendimento sono definiti
d'intesa con l'autorità ecclesiastica (decreto del Presidente della Repubblica dell'11 febbraio 2010).
VEDI:
Allegato 1:competenze chiave
Allegato 2: curricolo verticale
Allegati 3 e 4: traguardi per lo sviluppo delle competenze nella scuola dell’infanzia, al
termine della scuola primaria e del primo ciclo dell’istruzione
Obiettivi di apprendimento al termine della classe, quinta primaria e del primo ciclo
dell’istruzione
Obiettivi minimi di apprendimento alla fine della classe III e V e del primo ciclo
dell’istruzione.
CAPITOLO III
FINALITA’, OBIETTIVI, STRATEGIE
Le finalità formative
Le scuole del Circolo, per essere fedeli al proprio compito istituzionale di pubblico servizio
finalizzato a produrre istruzione,
educazione e formazione, assumono la formazione integrale quale principio educativo culturale di
alto profilo come punto
di riferimento fondamentale dell’azione educativa. La formazione integrale raccorda in modo
unitario le distinte
“formazioni” del soggetto, inserendole in un quadro intenzionale di senso e di significato. Ognuna
di queste formazioni
avviene concretamente, attraverso la collaborazione fattiva di persone, linguaggi, ambienti, percorsi
didattici diversi. La formazione della persona si articola in molteplici ambiti:
sociale, costituito dalle relazioni con altri soggetti;
culturale, che riguarda l’acquisizione degli strumenti di conoscenza e dei modi di vita propri
di un ambiente;
morale, inteso come apprendimento di comportamenti assunti in relazione a norme e valori;
civile, come conoscenza delle regole e dei diritti della vita democratica;
professionale, che rimanda all’acquisizione delle competenze che servono per operare
all’interno del mondo del lavoro.
A partire da questa ispirazione di base i docenti si impegnano in un’opera di coerente traduzione dei
valori etici e dei principi pedagogici che in tale testo si esprimono e programmano attività e
interventi didattici riferiti sia alla specifiche condizioni del contesto ambientale sia alle peculiari
caratteristiche degli alunni. All’interno delle ricche sollecitazioni si ritiene opportuno selezionare i
nuclei concettuali e le aree di rilevante significato che più si ritrovano in linea con la storia e con
l’identità culturale del Circolo. Un’attenzione privilegiata, pertanto, viene rivolta alle seguenti
finalità formative, fondamentali e qualificanti rispetto al progetto unitario del Circolo, intese come
impronte di base di un corretto atteggiamento pedagogico e di un valido rapporto educativo:
Prevenzione del disagio e della dispersione scolastica
Inclusione alunni con bisogni educativi speciali
Intercultura. La diversità come risorsa
Educazione alla legalità, alla cooperazione e alla solidarietà
Alfabetizzazione culturale e tecnologica
26
Educazione ambientale
Decondizionamento mass-mediologico.
Le attività
I docenti curano tutte le discipline, nessuna esclusa, garantendo ad ognuna tempi congrui di
svolgimento, che vanno rispettati da tutti i docenti. Fra le attività obbligatorie vanno inoltre inserite
alcune che, pur non facendo parte dei programmi, sono connesse agli obiettivi in essi previsti. Tali
sono:
I piani di intervento per l’orientamento la continuità,
«L’orientamento – quale attività istituzionale delle scuole di ogni ordine e grado – costituisce parte
integrante dei curricoli di studio e, più in generale del processo educativo e formativo sin dalla
scuola dell’infanzia. Esso si esplica in un insieme di attività che mirano a formare e potenziare le
capacità degli alunni di conoscere se stessi, l’ambiente in cui vivono, i mutamenti culturali e socio-
economici, le offerte formative, affinché possano essere protagonisti di un personale progetto di
vita, e partecipare allo studio e alla vita familiare e sociale in modo attivo, paritario e
responsabile»1. L’intervento orientativo, come assistenza allo sviluppo della persona, si impone a
scuola per potenziare e connotare secondo obiettivi specifici i curricoli di studio. L’Orientamento
«… non può più essere inteso esclusivamente come «educazione alla decisionalità e alla scelta», ma
occorre dilatarne l’accezione fino a farlo diventare «cultura dell’innovazione», «cultura del
cambiamento», «cultura del progetto personale», «componente diffusa della formazione», «cultura
dell’intraprendere e della imprenditorialità personale», il tutto in un «processo formativo continuo».
Fare prevenzione e orientamento significa sostenere il soggetto nelle sue costruzioni esistenziali,
favorendo l’affermarsi dell’identità e dell’autonomia e rinforzandone le competenze e le risorse
contro tutte le forme di dipendenza che vanificano il senso della coscienza e della libertà. In questa
prospettiva l’orientamento è un’attività formativa che inizia – già in modo sistematico – nella scuola
dell’infanzia. Tutti i programmi scolastici, con intonazioni diverse, fanno riferimento
all’orientamento e ne confermano il ruolo di elemento strategico per la formazione della persona.
«L’intento è mettere in rilievo e trasmettere a tutti gli operatori la consapevolezza della funzione
educativa dell’Orientamento durante tutto il percorso d’istruzione e formazione del soggetto e in
ogni momento della sua vita, quale strategia capace di metterlo in grado di progettare la propria vita
e il proprio futuro formativo e professionale, attraverso l’acquisizione di un metodo e di
competenze di scelta e di decisione».2 L’orientamento nella scuola elementare si esplica attraverso
la Didattica modulare e Didattica orientativa.
Obiettivi
Educare alla scelta e parallelamente educare alla progettualità: di saperi, comportamenti e valori.
Insegnare a costruirsi un progetto futuro
Sviluppare il pensiero ipotetico
Capacità di leggere i contesti, fronteggiare le situazioni ed esprime autonomamente le proprie
decisioni.
Conoscere se stesso: caratteristiche personali, capacità, interessi e valori.
Saper identificare le aree di miglioramento.
Accettare l'incertezza che ogni scelta comporta.
La continuità educativa è l’esito di una coerenza nell’azione di educazione e di istruzione tra la
scuola e la famiglia e tra le scuole successivamente frequentate da bambine e bambini. La legge
stabilisce che la scuola dell’infanzia realizzi la continuità con il complesso dei servizi all’infanzia
(sezione Primavera attivata nella nostra scuola) e con la scuola primaria; che la scuola primaria si
raccordi con la scuola dell’infanzia e con quella secondaria di primo grado e che quest’ultima si
colleghi con la scuola secondaria di secondo grado. La continuità implica un costante flusso di
informazioni su alunne e alunni tra scuola e famiglie, un coordinamento didattico tra gli
insegnanti, azioni di orientamento sul percorso scolastico successivo di allieve e allievi, in grado di
27
indirizzare le scelte, in ordine agli itinerari formativi da seguire. La traduzione dell’istanza di
continuità educativa in concreti progetti operativi è un compito comune che vincola tutta la scuola
Le ragioni e gli obiettivi pedagogici di tale progetto si possono sintetizzare nella necessità:
contrano nei passaggi tra le diverse scuole;
ciascuna scuola;
competenze già acquisite dall’alunno;
La Continuità orizzontale, rapporti con le famiglie e con le varie agenzie educative del territorio
(Amministrazioni Comunali, A.S.L, Associazioni sportive, biblioteche,…), promuove
l’integrazione con la famiglia e il territorio, e di pervenire ad un confronto e alla condivisione delle
strategie educative, sulla base dei bisogni formativi dell’alunno, per favorire una sua crescita
armonica.
La Continuità verticale consiste nel rapporto fra i vari ordini di scuola e ha come obiettivo quello di
prevenire le difficoltà di passaggio tra Scuola dell’Infanzia, Primaria e Secondaria di I grado e i
conseguenti fenomeni di disagio, quali l’abbandono scolastico. In questi anni sono state condotte
esperienze di incontro e formazione comune che hanno portato alla sperimentazione e al
consolidamento di alcune strategie che favoriscono la realizzazione della continuità verticale:
- colloqui tra docenti dei diversi ordini di scuola per una migliore conoscenza degli alunni (a
giugno, a settembre e a novembre) e per uno scambio di informazioni sulla situazione di
inserimento nella nuova realtà scolastica
- utilizzo del documento di valutazione (per il passaggio dalla Scuola Primaria alla Secondaria di I
grado)
- visite degli alunni della Scuola dell’Infanzia alla Scuola Primaria e degli alunni delle quinte classi
alla Scuola Secondaria di I grado per familiarizzare con l’ambiente e le persone che incontreranno
nel successivo anno scolastico.
Le attività di informazione e di formazione ex d.lgs. 626/94 sulle tematiche relative alla
protezione civile ed alla sicurezza sui luoghi di lavoro, anche queste da inserire fra gli obiettivi delle
singole discipline in forma trasversale ovvero da fare oggetto di specifici progetti (vedasi anche la
C.M. 356 del 10.8.98);
L’inclusione degli alunni
In Italia “l’integrazione” dei “disabili” è stata caratterizzata da un ritardo storico, nonostante la
Costituzione repubblicana e l’imperatività dell’affermazione dell’art. 34 «la scuola è aperta a tutti»,
si sono mantenute per molti anni inarrestabili le tendenze all’esclusione. La legge 30 marzo 1971, n.
118, rompe una tradizione storica di esclusione. La scuola comincia a prefigurarsi come un luogo di
accoglienza. Tuttavia, nel dibattito sociale crescono la sensibilità e il clima culturale che preparano
la L. n. 517/1977, che farà della flessibilità un elemento ancora più importante nell’organizzazione
didattica;
inoltre, compare la figura dell’insegnante specializzato. La legge quadro n. 104/1992, finalmente,
tratta per la prima volta i “disabili” da cittadini: «La Repubblica garantisce il pieno rispetto della
dignità umana e i diritti di libertà e di autonomia della persona handicappata e ne promuove la
piena integrazione nella famiglia, nella scuola, nel lavoro e nella società».
Diventa, così, il punto di sintesi e di rielaborazione dei progressi maturati nel primo quindicennio di
integrazione scolastica:
le parole flessibilità, collegialità, interistituzionalità trovano una ben diversa forza normativa.
Compare così il GLIP. Ad integrare questo quadro di più compiuta organizzazione polifunzionale
dell’integrazione scolastica giunge anche il D.P.R. 24 ebbraio 1994 che precisa l’apparato
documentario per raccordare la dimensione sanitaria con quella pedagogica e riabilitativa: la
28
Diagnosi Funzionale (DF), compito assegnato all’Unità multidisciplinare; il Profilo Dinamico
Funzionale (PDF), compito sia dell’Unità multidisciplinare sia dei docenti curricolari e specializzati
e in collaborazione con la famiglia;
il Piano Educativo Individualizzato (PEI), compito del gruppo di lavoro appena richiamato. Se
l’integrazione scolastica può considerarsi compiuta o, con certezza, in fase di piena realizzazione,
l’integrazione sociale appare ancora difficile e contrastata. Il diritto dei disabili a un progetto di
vita, viene introdotto dall’art. 14 della L. 08/11/2000, n. 328 (Legge quadro per la realizzazione del
sistema integrato di interventi e servizi sociali).
1 Direttiva Ministeriale 06.08.1997 n. 487
2 “Processo di Abano” Piano nazione di Orientamento – PNO C.M. n. 43 del 15.04.2009
3 C.M. 339/92,
Per rendere praticabile il progetto ed esigibili i diritti ad esso connessi, la responsabilità del progetto
individuale è affidata al Comune di residenza del soggetto. Il 20 Marzo 2008 la Conferenza Stato-
regioni ha raggiunto un’Intesa per il testo di un decreto interministeriale, Pubblica Istruzione-Salute,
sui nuovi criteri di presa in carico per l’integrazione scolastica. Con nota del 04 agosto 2009, prot.
4274 il MIUR dirama le Linee guida per l’integrazione scolastica degli alunni con disabilità che
premettono l’indispensabilità dell’adozione di un’ottica globale bio-psico-sociale della disabilità
nel quadro dei valori della Convenzione ONU per i diritti delle persone con disabilità del 2006 e,
affermano esplicitamente la necessità che il personale scolastico si formi sul modello ICF1 per
rispondere con competenza al personale sanitario che comincia ad usare lo stesso modello nella
redazione della Diagnosi funzionale. In tale ottica si afferma una più ampia attenzione alla fascia
“grigia” dei disturbi specifici di apprendimento (DSA), spesso ignorati e inavvertiti, ancora più
spesso interpretati arbitrariamente come disabilità e collocati nell’area del sostegno. In proposito la
L. n. 170/2010 (norme in materia di disturbi specifici dell’apprendimento in ambito scolastico) ha
prefigurato una nuova area di cura pedagogica ed impegno didattico di grande rilievo. Con D.M.
12. 07. 2011, n. 5669 sono state diramate le Linee guida per garantire il diritto allo studio degli
alunni e degli studenti con diagnosi di Disturbo Specifico di Apprendimento (DSA).A questo
quadro non privo di complessità, si può aggiungere la nota MIUR del 15 giugno 2010, prot. 4089
che ha per oggetto: «Disturbo di deficit di attenzione e iperattività». Una nota che va accolta con
cautela e senso di responsabilità, consapevoli di quali distorsioni e deviazioni ha avuto tale disturbo
negli Stati uniti dove è stato medicalizzato. All’impegno di realizzare l’inclusione sono chiamati
tutti gli operatori della scuola in quanto l’azione di sostegno non riguarda un unico insegnante ma
tutta la componente docente operante sul modulo e tutte le risorse disponibili. Nella classe ove è
inserito l’alunno con bisogni educativi speciali, gli insegnanti approfondiranno l’osservazione
dell’alunno, ampliando le informazioni già in possesso della scuola. In questa sede si indicano solo
alcune delle linee metodologiche da seguire,
rinviando alla programmazione didattica la definizione dell’organizzazione didattica per i singoli
alunni. Per ogni alunno va redatto il piano educativo individualizzato da parte dell’insegnante di
sostegno con il concorso dei docenti. Tale documento è anche il risultato degli appositi incontri
periodici con gli operatori A.U.S.L. alla presenza dei genitori. Esso, documento, va allegato al
fascicolo personale dell’alunno e trasmesso nelle successive scuole di frequenza dello stesso.
All’interno del PEI vanno programmati: obiettivi affettivi e comportamentali; obiettivi cognitivi nei
vari ambiti disciplinari, rispettando le potenzialità dei singoli alunni; contenuti di apprendimento;
metodi e strumenti. Vanno inoltre precisati i tempi, i modi, i luoghi dell’integrazione e
l’organizzazione del lavoro nei tempi in cui non è presente l’insegnante di sostegno. Inoltre per
l’alunno, facente parte integrante della classe, vanno previste le normali attività, in relazione alle
sue condizioni psico-fisiche, programmate per l’intera classe e ciò va tenuto presente sia nella
programmazione didattica del modulo che nei normali strumenti di valutazione (registri, schede
ecc.) redatti con la collaborazione di tutti i docenti. Tutti i docenti del modulo attueranno uno
scambio di ruoli con l’insegnante di sostegno in modo tale che i primi, a turno, prenderanno il posto
29
del docente specialista seguendo l’alunno e viceversa quest’ultimo si rivolgerà alla classe per alcune
attività, in modo da evitare rapporti esclusivi e dipendenza psicologica.
Si eviterà quanto più è possibile di condurre l’alunno fuori aula per interventi di natura tutoriale.
L’alunno è bene che frequenti i vari laboratori ma all’interno di piccoli gruppi. A norma della
Legge 104/92, artt. 13-14-15, è costituito un gruppo di lavoro a due livelli: G. L. H. di istituto,
composto da tutti i docenti di sostegno, con il compito per pianificare e coordinare l’azione di
integrazione della scuola così come delineata nel POF, predisporre materiale didattico idoneo,
tenere i rapporti con tutte le commissioni e i referenti individuati dal collegio, proporre forme di
organizzazione delle attività di sostegno.
Tale gruppo si riunisce nelle normali ore di programmazione settimanale, ritagliando, all’interno di
esse, tempi congrui con cadenza mensile; Gruppo operativo riferito ad ogni singolo alunno,
composto dai genitori, dall’equipe medico-psicosociologica A.S.L., dagli insegnanti curricolari e di
sostegno. Si riunisce periodicamente (almeno due volte nell’anno in orario pomeridiano) per
progettare nelle linee generali, gestire e verificare il PEI. In detti incontri annuali per ogni alunno si
procede ad aggiornare il profilo dinamico funzionale. L’équipe dell’A.U.S.L. è composta dal
neuropsichiatra infantile, da uno psicologo, da un assistente sociale, un eventuale terapista. Agli
incontri partecipano gli insegnanti di sostegno e uno/due docenti curricolari, oltre ai genitori. La
scuola dà mandato al capo d’istituto di sottoscrivere con la locale A.S.L. e con il Comune gli
accordi di programma previsti dal D. I. 1 L’approccio ICF (International Classification of
Functioning, Disability and Health, OMS, 2002 e 2007), come modello globale d’interpretazione,
ha fatto il suo ingresso ufficiale nella scuola ed è diventato un fattore di convergenza e di
omogeneità per tutti gli operatori del settore sia scolastici, sia extrascolastici. L’ICF propone una
visione antropologia dell’uomo che va al di là della classificazione di un’eventuale disabilità. È un
sistema di classificazione che descrive il funzionamento umano e pone in risalto il funzionamento
problematico in presenza o meno di una disabilità. Nell’ottica pedagogica, questa classificazione
consente di leggere i bisogni educativi speciali degli alunni in un quadro di riferimento
antropologico comune a tutti, ovvero secondo una logica realmente inclusiva. L’Organizzazione
Mondiale della Sanità (OMS), in accordo con la definizione di disabilità della Convenzione ONU
sui diritti delle persone con disabilità del 2006 e ispirandosi ai principi di giustizia ed equità, ha
divulgato un più compiuto concetto di salute, vista non come semplice assenza di malattia, bensì,
come benessere bio psico-sociale e piena realizzazione del proprio potenziale nei vari contesti di
vita. Lo sviluppo umano è l’intreccio complesso di fattori biologici, cognitivi, sociali e ambientali:
oltre la dotazione biologica, nello sviluppo è determinante l’apprendimento, la relazione sociale,
l’esperienza, la vita degli ambienti quotidiani. L’ICF-CY è lo strumento che consente di individuare
facilitatori e barriere dei contesti ambientali e personali del soggetto considerando il modo in cui i
diversi fattori si integrano nella globalità della persona; consente di comprendere e definire i bisogni
educativi speciali. In Italia ICF è stato accolto senza contrasti e si è diffuso in modo sorprendente
soprattutto in ambiente scolastico. (MIUR, Min. Sanità e Min. Affari Sociali) del 9.7.1992, con
assunzione degli impegni previsti dalla vigente normativa.
Le attività di recupero e di arricchimento formativo sono progettate nell’ambito della
programmazione didattica e sono svolte durante i tempi di contemporaneità dei docenti e/o in orario
aggiuntivo di insegnamento. Le prime sono destinate ad alunni ben individuati nell’ambito di
ciascuna classe e consistono in interventi fortemente individualizzati, mentre le seconde sono
rivolte alla generalità degli alunni e costituiscono l’oggetto di specifici progetti in collaborazione
con altre scuole, con associazioni, enti locali ecc. Per esse si rimanda all’ampliamento dell’offerta
formativa e alle singole programmazioni di classe. Le attività di orientamento non costituiscono
apposito progetto quanto piuttosto una graduale forma di indirizzo e di educazione, rivolta anche
alle famiglie durante i colloqui periodici: con questa modalità la scuola contribuisce all’obiettivo e
valorizzare le potenzialità di ognuno.
30
Nel 2007 ad opera del MIUR è stato anche attivato in circa 700 scuole italiane un progetto di
ricerca-azione denominato «I CARE» (la nostra scuola è stata Capofila del progetto nella nostra
città) all’interno del quale ha trovato spazi sperimentali anche il modello ICF come strumento di
conoscenza dell’alunno per il Piano educativo individualizzato e per il Progetto di vita. Oggi
l’inserimento di alunni con bisogni educativi speciali, nella scuola di tutti, rappresenta il fiore
all’occhiello del sistema scolastico del nostro Paese. L’esempio dell’Italia è stato seguito da diversi
Paesi dell’Unione Europea.
Bisogni educativi speciali
La personalizzazione dell’apprendimento
La C.M. n. 8 prot. 561 del 6 marzo 2013: personalizzazione e Piani di Studio Personalizzati
(PDP), chiarisce e sottolinea che con la Direttiva ministeriale si è aperto un nuovo fronte
relativamente alla piena inclusione di tutti gli alunni con bisogni educativi speciali, poiché
richiamando la Legge 53/2003 si estende a tutti gli studenti in difficoltà il diritto alla
personalizzazione dell’apprendimento. Nella Circolare si sottolinea come l’individuazione, a cura
dei docenti, di BES afferenti l’area dello svantaggio socioeconomico, linguistico e culturale non
debba essere fatta con avventatezza e facilità, bensì debba essere correlata ad elementi oggettivi (es.
segnalazione dei servizi sociali) o da ben fondate considerazioni psico-pedagogiche o didattiche,
come sopra indicato da deliberare e formalizzare con verbalizzazione. Pertanto, si ritiene necessario
considerare l’adozione di PDP e di percorsi personalizzati come soluzioni temporanee, da
rivalutare, in esito all’adozione di strumenti volti a valutarne l’efficacia, l’eventuale variazione degli
stessi o la possibilità di superarli. In considerazione dell’età evolutiva degli alunni, l’adozione di
strategie didattiche e di strumenti di dispensa o compensazione deve sempre essere connotata,
qualsiasi sia la gravità delle situazioni affrontate, da un pensiero dinamico e progettuale volto alla
prognosi e non staticamente incentrato sulla “diagnosi” o l’individuazione delle difficoltà.
Piano per l’Inclusività
La nostra scuola ha ampliato il già previsto gruppo di lavoro handicap d’istituto (GLHI), dedicato
alle azioni per l’inclusione degli alunni disabili, alle tematiche dei BES, integrandone
opportunamente la composizione.
Il GLHI si occupa collegialmente di:
ità relativa agli alunni diversamente abili;
con gli operatori sanitari (Unità Multidisciplinare);
ando che siano seguite le procedure corrette e
che sia sempre perseguito il massimo vantaggio per lo sviluppo formativo degli alunni nel rispetto
della normativa;
relativa ai singoli alunni;
i diversamente
abili o ai docenti che ne se occupano
Educazione Interculturale (EI) La diversità come risorsa.
La conoscenza della storia dell'umanità nei suoi tempi lunghi è recente ed è un'inedita opportunità
per comprendere e affrontare adeguatamente uno dei problemi cruciali dei nostri giorni: il governo
delle relazioni interculturali, a livello politico, culturale, economico, sociale. La storia umana è stata
la storia di una grande diaspora, che ha portato piccoli gruppi ad adattarsi ciascuno a un habitat
differente. Le culture umane, così molteplici e disparate, affondano le loro radici in questa grande
diaspora planetaria. Esse hanno un'origine ecologica, sono state modellate dalle conoscenze
necessarie per sopravvivere e per fiorire ciascuna in un particolare ambiente locale. D'altra parte,
sin dai tempi più antichi, ogni cultura si è modificata e ibridata nella relazione con altre culture.
Nuove culture e nuove civiltà sono nate da un articolato mosaico di migrazioni e di stratificazioni
31
etniche. Molteplici tipologie di incontri, confronti e scontri di culture oggi accadono
contemporaneamente negli stessi tempi e in ogni singolo luogo. Oggi è auspicabile l'ingresso in una
nuova fase della storia umana che sia consapevole della condizione interculturale della specie
umana e che faccia delle relazioni fra le culture uno strumento di convivenza, di ricchezza e di
fecondità. In questa ipotesi, il cantiere delle alterità deve nascere dal riconoscimento della diversità
come ricchezza che merita di essere salvaguardata alla stessa stregua della biodiversità in natura.
Questa opzione si chiama intercultura e si presenta come un processo dinamico teso al
superamento della multicultura, intesa come semplice co-presenza spazio temporale, che finisce per
creare spazi auto ghettizzati che prima o poi sfociano nella diffidenza e nel conflitto irrimediabile.
L’intercultura, invece, aderisce maggiormente all’essenza stessa delle culture e delle identità che si
forgiano e si nutrono dentro un incessante processo di apertura, di acquisizioni, di alienazioni e di
contaminazioni. Nella prospettiva interculturale, il contesto scolastico diventa un vero e proprio
laboratorio della nostra contemporaneità, per una nuova cittadinanza, dando voce “ad ogni suo
abitante”. La presenza nelle scuole di alunni di diversa provenienza sociale, culturale, etnica e con
differenti capacità ed esperienze di apprendimento costituisce ormai, nella società plurale e
globalizzata in cui viviamo, un dato strutturale in continuo aumento, tanto da interessare l’intero
sistema di istruzione. I minori stranieri, anche se entrati clandestinamente in Italia, sono titolari di
tutti i diritti garantiti dalla Convenzione sui diritti del fanciullo del 1989, ove è peraltro affermato
che in tutte le decisioni riguardanti i minori deve essere tenuto prioritariamente in conto il
“superiore interesse del minore”. I minori stranieri, come quelli italiani, sono innanzitutto
“persone” e, in quanto tali, titolari di diritti e doveri che prescindono dalla loro origine nazionale,
affermati nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani (1948). Da queste riflessioni possiamo
dedurre che nella scuola "è necessario proporre percorsi di Educazione interculturale non solo
quando ci sono stranieri in classe. Infatti la diversità culturale non è una novità dovuta all'arrivo
degli immigrati, ma è una caratteristica generale della società. Riconoscere i differenti tipi di
diversità presenti in classe, riflettere sul fatto che ciascuno di noi è simile per alcuni aspetti e
contemporanea diverso per altri nei confronti delle persone che ha intorno, confrontarsi con queste
diversità è fondamentale per la strutturazione dell'identità individuale e per la vitalità personale e di
gruppo. "L'EI interviene su aspetti dell'immaginario individuale e collettivo, su preconoscenze,
stereotipi, pregiudizi, blocchi identitari." Questo significa che i percorsi didattici passano non solo
sul piano cognitivo, ma anche su quello affettivo, valoriale e comportamentale, utilizzando tecniche
adeguate per far emergere questo piano. Una didattica interculturale dunque non utilizzerà tanto
percorsi “freddi”, dove prevale l'analisi logico-razionale, ma si servirà di percorsi "caldi", che
propongano problematiche fortemente sentite e mettano in moto la discussione e l'autoriflessione.
"L'EI comincia nella pratica quotidiana della classe. L'insegnante perciò deve ripensare al proprio
ruolo, ponendo al centro dell'attenzione non tanto le informazioni, quanto le modalità con le quali
egli stesso si pone di fronte ai bambini e con le quali lascia che i bambini si pongano tra loro. In
ogni caso nella programmazione didattica ci deve essere coerenza tra gli obiettivi, i contenuti e i
metodi. "L'EI non si fa tanto studiando il diverso lontano, quanto comprendendo e vivendo il
presente vicino. Una didattica interculturale non fa finta che non esistano diversità tra persone
popoli e culture e che queste diversità generino problemi di incontro. Pertanto è opportuno lavorare
sulle somiglianze ma anche sulle differenze, sugli incontri e scambi ma anche sulle difficoltà e sugli
scontri. "L'EI non é materia in più ma un'ottica con cui affrontare i contenuti disciplinari e deve
essere realizzare in collegamento con le altre educazioni. Questo significa per prima cosa rileggere
la propria disciplina per metterne in luce la relatività culturale e per individuarne i contenuti a più
forte valenza interculturale, significa anche intervenire nella trattazione interdisciplinare dei grandi
problemi del nostro tempo attraverso la sinergia degli apporti dalle varie "educazioni".
L’integrazione piena degli immigrati nella società dell’accoglienza è un obiettivo fondamentale e,
in questo processo, il ruolo della scuola è primario. Tale integrazione è oggi comunemente intesa
come un processo bidirezionale, che prevede diritti e doveri tanto per gli immigrati quanto per la
società che li accoglie. I diversi modelli di integrazione oggi presenti in Europa costituiscono la più
32
concreta testimonianza di quanto complesso sia l’obiettivo dell’integrazione. Secondo l’indagine
della Commissione europea, condotta da Eurydice,
L’Integrazione scolastica dei bambini immigrati in Europa, la maggior parte dei Paesi ha introdotto
varie misure di sostegno per aiutare gli alunni e le famiglie immigrate.
Gli insegnamenti alternativi alla Religione Cattolica
Nell’osservanza del diritto riconosciuto dallo Stato della libera scelta dell’insegnamento della
religione cattolica (art. 9.2 del Concordato 18.2.1984 ratificato con LEGGE 25.3.1995), il Collegio
dei Docenti unificato, sottolineando che l’insegnamento della materia alternativa all’I.R.C, deve
avere pari valenza, ha deliberato quanto di seguito riportato: Gli studenti che non si avvalgono
dell'Insegnamento della religione cattolica si avvalgono delle attività alternative all’I.R.C. La scelta
di avvalersi o meno dell’IRC viene espressa al momento dell’iscrizione ed è valida per tutto il ciclo
scolastico. Eventuale variazione dell’opzione deve essere richiesta nel periodo delle iscrizioni e
dunque prima dell’inizio dell’anno scolastico. Le attività alternative all’I.R.C. per gli alunni che non
si avvalgono di questo insegnamento saranno organizzate, su richiesta dei genitori, in modo tale da
non creare situazioni discriminanti nei loro confronti, utilizzando la contemporaneità del docente
libero per la presenza eventuale dello specialista di I.R.C. o in qualsiasi altro modo, sempre
rispettando il principio della non discriminazione. Per queste attività il riferimento è alla
Convenzione ONU su “I diritti del bambino”.
CAPITOLO IV
L’ARRICCHIMENTO DELL’OFFERTA FORMATIVA
Linee educative
Gli interventi della nostra Scuola, sempre attenti ai bisogni e alle richieste particolari del territorio,
sono sempre più specifici, essi colgono la complessità delle situazioni, favorendo accordi e raccordi
con famiglie, Enti, Istituzioni. Di qui nasce la necessità di un progetto unico che si snodi sui temi
della solidarietà e legalità. La progettualità messa in campo dall’Istituto è il frutto del
riconoscimento di questi bisogni d’attuazione d’interventi specifici e di creazione di rapporti con
altre figure coinvolte. Questi interventi hanno così definito le linee educative del POF che si sono
via, via sempre più connotate in azioni tese ad una visione d’insieme delle pratiche educative.
Attraverso momenti di riflessione, di scambio e d’apertura ad esperienze del territorio, si è cercato
di ridefinire e ricomporre un quadro complesso d’atti che portano il soggetto a costruire un progetto
di vita, attraverso la conoscenza di se stesso e l’agire cosciente. In particolare hanno concorso a
questo processo in divenire del POF, le pratiche di prevenzione della dispersione scolastica,
dell’accoglienza, l’inclusione dei bambini disabili e stranieri.
Il POF degli anni precedenti ha cercato di definire alcuni possibili interventi, riconoscendo e
collocando il bambino come prima e immediata figura in azione, portatrice d’esperienze, richieste e
bisogni particolari. L’organizzazione delle attività didattiche, declinate secondo principi di
continuità, interdisciplinarietà e flessibilità, hanno comportato già da molti anni una strutturazione
di spazi e una scansione di tempi adeguati al processo educativo, cui si è unito l’agire congiunto
della Scuola e del territorio, attraverso la promozione di iniziative e situazioni formative per il
bambino, in aggiunta all’orario scolastico. Il POF, inoltre, ha raccolto e valorizzato, secondo gli
orientamenti legislativi nazionali, progetti mirati che riguardano bisogni particolari dei bambini.
L’accoglienza e l’inclusione perché diversamente abile, l’accoglienza e l’integrazione perché
straniero. La tradizione progettuale educativa di Circolo su queste tematiche, ha conosciuto tempi e
percorsi diversi, perché diverse sono state le riflessioni e le esigenze/bisogni.
Il progetto della scuola
I progetti del POF rappresentano il prodotto di un'intensa attività di collaborazione e il tentativo di
fruire al meglio delle risorse messe a disposizione dall'Autonomia Scolastica e dal territorio. Tutti i
progetti, in flessibilità organizzativa e didattica, si prefiggono come finalità il potenziamento, il
consolidamento e il recupero degli apprendimenti, attraverso una differenziazione didattica
adeguata ai diversi bisogni formativi degli alunni. Essi si articolano, intorno a temi specifici, in
33
modo da offrire un approccio trasversale a tutte le discipline del curricolo e, pur non costituendo
vincolo per i Docenti, possono offrire un valido contributo sul piano pedagogico-didattico, su quello
organizzativo-collaborativo, nonché finanziario.
Gli insegnanti attueranno la flessibilità didattica e organizzativa attraverso il raggruppamento di
alcune discipline e/o attività in particolari periodi dell’anno, l’articolazione modulare degli itinerari
didattici, i raggruppamenti degli alunni anche per gruppi di livello, attraverso i seguenti obiettivi:
La realizzazione di attività finalizzate allo sviluppo delle diverse potenzialità degli alunni, al
recupero, all’integrazione, all’inclusione e al potenziamento.
La realizzazione di progetti trasversali alle singole discipline (ed. alla legalità, ed. ambientale, …).
La modifica del tempo, spazio e degli strumenti relativi alle attività di insegnamento e
apprendimento.
La proposta ha come punti forti i seguenti obiettivi:
Accogliere la realtà dell’alunno.
Acquisire e ampliare le abilità strumentali-cognitive di base.
Stimolare nuovi rapporti di relazione tra i minori ed i loro pari, tra i minori e gli adulti, improntati
su valori di solidarietà e di scelte responsabili.
Conoscenza e accettazione di sé e dell'altro.
Acquisire la cultura della legalità e del rispetto dell’ambiente.
Il Progetto, dinamico nelle modalità di sviluppo e di realizzazione e adattabile alle necessità
emergenti negli anni, è pensato, elaborato e realizzato per incrementare il successo formativo. A tal
fine i docenti della scuola organizzano per i propri alunni una serie di esperienze educative che
integrano il curricolo ordinario e che consistono in attività motivanti, con obiettivi educativi
strettamente raccordati alle finalità dichiarate della scuola. Per molte di queste attività vengono
allestiti alcuni
laboratori creativi, intesi come luoghi di lavoro, di manipolazione, di sperimentazione e di fusione
di diversi linguaggi:
corporeo, musicale, figurativo, grafico, plastico e pittorico. Con queste attività si offrono ai bambini
percorsi alternativi per lo sviluppo delle diverse intelligenze e per la riscoperta delle sue radici
culturali (usanze e tradizioni del paese). Inoltre si attiveranno interventi mirati a:
sensibilizzare la famiglia e il territorio a cooperare con la scuola al fine di migliorare la
qualità della vita degli alunni
ridurre la dispersione sommersa
realizzare una scuola di qualità
elevare i livelli di successo scolastico
promuovere l’integrazione delle competenze dei vari soggetti del territorio
passare da una scuola considerata come unica agenzia educativa ad un policentrismo
educativo.
Per realizzare queste attività, le insegnanti, per esigenze didattiche, si avvarranno dei Fondi
derivanti dal MOF, dal MIUR, dai Fondi Sociali Europei …
Tutte le attività di arricchimento assumono le caratteristiche di progetto, cioè hanno uno sviluppo
annuale, sono svolte in forma interdisciplinare, coinvolgono tutti i docenti della classe, compresi gli
specialisti e soprattutto sono aggregate attorno ad una tematica coerente con il “progetto della
scuola” e non sono mai il frutto di estemporaneità e occasionalità. Per esse, inoltre, si attiverà una
rete di collaborazioni e di coordinamento coi servizi e le risorse anche private del territorio,
mediante intese per realizzare manifestazioni e mediante la stipula di contratti di prestazione
d’opera intellettuale con esperti, su richiesta, con il contributo dei genitori.
Il “Progetto della scuola” si articolerà all’interno della scuola e all’esterno, in collaborazione con
altre scuole, enti, istituzioni, soggetti pubblici e privati. Di seguito si riporta la sintesi dei progetti di
34
arricchimento, qui descritti nelle linee essenziali ma da riprendere, articolare e realizzare nelle varie
classi. Per il loro piano dettagliato si rimanda alla specifica.
I temi scelti, che faranno da supporto a tutte le progettazioni dell’anno scolastico in corso, sono il
recupero delle competenze di base con particolare attenzione a tematiche ambientali legate al
territorio ed alla legalità. La scuola, in sintonia con il POF, si impegna a stimolare e favorire la
crescita di una coscienza sociale, anche attraverso le attività extrascolastiche, ponendosi come
centro di promozione culturale, sociale e civile, consentendo il migliore uso degli edifici e delle
attrezzature anche fuori dell’orario del servizio scolastico.
Il Progetto della Scuola si articolerà intorno ai seguenti obiettivi:
o Stimolare lo sviluppo di un coscienza ambientale, del rispetto e dell’uso consapevole del territorio
attraverso un processo di
riappropriazione degli spazi.
o Riconoscere criticamente la diversità nelle forme in cui si manifesta come un valore e una risorsa
da proteggere.
o Ricostruire la memoria storica e riscoprire la propria identità.
o Ricostruire relazioni tra diverse generazioni, favorendo la trasmissione di esperienze e saperi
o Ricostruire relazioni sociali più umane tra gli individui facendoli uscire da una condizione di
isolamento e solitudine.
o Creare un clima positivo e sviluppare una sensibilità tra i cittadini in merito al valore sociale della
lealtà e solidarietà.
o Sviluppare il senso di appartenenza al territorio e alla realtà sociale nella quale si vive.
o Sviluppare la cultura della legalità, per una migliore convivenza tra diversi, nel rispetto delle
regole e per una società più giusta.
o Proporre agli alunni un modello di progettazione partecipata che li veda co-protagonisti, dalla fase
di ideazione a quella di presentazione del prodotto finale.
o Sensibilizza sui temi della multiculturalità attraverso tematiche legate alla diversità biologica.
o Favorire lo sviluppo di qualità personali quali l’autonomia, il senso di responsabilità/spirito di
iniziativa, la collaborazione/solidarietà.
o Creare sinergie tra scuola e territorio attraverso la promozione di azioni di sensibilizzazione,
informazione ed educazione.
PROGETTO ACCOGLIENZA
L’accoglienza è connotata dalla capacità di ricevere e offrire possibilità di incontro, di ascolto e di
benessere.
Chi accoglie si muove verso le persone con intenzionalità e, nel caso della scuola, con una accurata
progettazione centrata sui bambini che iniziano o proseguono il loro percorso. Ecco alcuni passaggi:
- pensiamo strategie per far star bene i nuovi arrivati, per calmare ansie e per aiutare anche le
famiglie e i genitori che si trovano in questa esperienza, magari per la prima volta e non sanno cosa
aspettarsi;
- strutturiamo per tempo percorsi che aiutino i bambini a comprendere le nuove situazioni in cui
verranno a trovarsi, a conoscere le persone e a riconoscere le regole;
- attrezziamo spazi e tempi perché gli alunni possano vivere la scuola come un momento magico a
cui appassionarsi.
SCUOLA DELL’INFANZIA: L’accoglienza nella Scuola dell’Infanzia rappresenta una fase
particolarmente delicata.
Nei primi giorni di scuola, i docenti faranno conoscere ai nuovi iscritti e ai loro genitori l’ambiente
scolastico. Verrà curata la relazionalità con i genitori finalizzata alla conoscenza reciproca e alla
acquisizione di informazioni relative all’alunno e alla famiglia di appartenenza.
SCUOLA PRIMARIA: Nella scuola primaria, l’accoglienza è riservata alle classi prime e prevede
test di ingresso, conoscenza spazi fisici scuola e delle altre aule, festa in cortile con animatori e
clown. Le altre classi svolgeranno attività di verifica dei prerequisiti in forma ludico-ricreativa.
35
SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO: Nella scuola media si svolgeranno attività di
accoglienza mirate a verificare i prerequisiti degli alunni.
Per il periodo dell’accoglienza sarà osservato il seguente orario:
PER LASCUOLA DELL’INFANZIA:
Ingresso ore 8:00- 9:00
Uscita ore 12:00 -13:00
Per gli alunni di due anni e mezzo e tre anni, l’accoglienza durerà tre settimane ed i tempi saranno
flessibili per consentire un graduale e sereno inserimento; pertanto i bambini di nuova iscrizione e
di difficile inserimento, entreranno divisi in due gruppi con il seguente orario: ore 8,30 - 10,30 1°
gruppo; ore 10,30 – 12,30 2° gruppo.
Durante questo periodo sono privilegiati canti e filastrocche abbinate al ritmo e a semplici
movimenti che potranno
favorire un primo coinvolgimento. La protagonista di questo percorso è “Fata Musichina”che
accompagnerà le esperienze dei bambini per tutto il periodo dell’accoglienza. A conclusione, dopo
tre settimane circa, è prevista una festa con canti, girotondi, balli e giochi.
In presenza del servizio mensa, la permanenza a scuola si protrarrà fino alle ore 16.00.
PER LA SCUOLA PRIMARIA E LA SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO:
l’orario sarà, rispettivamente,il seguente per le prime due settimane: ore 8.20-12,20 e ore 8.15-11.15
I PROGETTI
PROGETTO CONTINUITA': “L’orso Boris va a scuola”
PROGETTO DI CONTINUITA’ EDUCATIVA PER RACCORDO METODOLOGICO
DIDATTICO TRA SCUOLA DELL’INFANZIA E SCUOLA PRIMARIA.
DURATA: anno scolastico 2015/2016
Gli obiettivi sono: consentire ai bambini un approccio sereno alla Scuola Primaria, cogliere alcune
caratteristiche del nuovo ambiente scolastico, progettare e realizzare lavori di gruppo in un clima di
reciproca collaborazione, interiorizzare, all’interno del gruppo scuola, sentimenti e rapporti di
simpatia e accettazione reciproca.
Saranno sviluppati attraverso Attività grafico-pittoriche, manipolative, attività ludico-motorie,
animazione alla lettura, teatrino dei burattini, canti, letture di poesie e filastrocche, realizzazione di
un libro, condivisione del momento della ricreazione
Si prevede di estendere il progetto continuità alla Scuola Secondaria di Primo grado “Paolillo”
attraverso l’attivazione di un laboratorio artistico di ceramica e di un laboratorio musicale.
PROGETTI DI SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE:
Progetto EDA “Noi facciamo la Differenza... e tu?”
PRESENTAZIONE
L’educazione ambientale costituisce per la scuola un impegno formativo di rilevante portata
attraverso il quale essa contribuisce a ricomporre un rapporto positivo tra l’uomo e le risorse
36
ambientali. L’impegno della scuola, in riferimento alla gestione dei rifiuti solidi urbani, si connota
nelle scelte costruite sul binomio cognitività - eticità. A tal fine, i docenti promuovono esperienze di
apprendimento attraverso le quali gli alunni possono indagare, conoscere, capire, agire. Si tratta di
pensare ai “rifiuti” in una nuova ottica: non più come scarti di consumo, ma come risorse
attraverso processi di riuso e riciclo.
Il problema dei rifiuti data la sua complessità comprende un po' tutte le emergenze
ambientali. Evidenzia le distorsioni dell’attuale modello di sviluppo, essenzialmente quantitativo,
chiarisce gli effetti sistematici di un fattore di inquinamento e permette di interpretare meglio
l’ambiente in quanto ecosistema, l’ambiente come territorio governato dall’uomo, l’ambiente
vissuto che ogni persona si costruisce sulla base delle proprie esperienze personali. La forza di una
tale scelta tematica sta nella capacità di poter attivare processi che favoriscono la crescita di una
mentalità, di una cultura sensibile al risparmio energetico alla lotta agli sprechi, più concretamente
diretta alla salvaguardia ambientale. La proposta di percorso all’interno della “emergenza rifiuti”
parte dall’analisi dell’immaginario degli alunni ponendo l’accento sull’origine del problema,
puntualizzando comportamenti e valori che ne sono causa. Fenomeni come: consumismo, influenza
della pubblicità sui comportamenti, creazione dei miti da parte dei massmedia, sono raramente
collegati all’idea del “rifiuto”. L’educazione ambientale costituisce per la scuola un impegno
formativo di rilevante portata attraverso il quale essa contribuisce a ricomporre un rapporto positivo
tra l’uomo e le risorse ambientali.
Lavorare secondo un'ottica di rete significa operare una scelta metodologica ben precisa dal
punto di vista cognitivo, che si basa sulla convinzione che l'apprendimento non è un processo
lineare, ma si svolge secondo interconnessioni tra conoscenze già possedute e conoscenze nuove,
utilizzando dei collegamenti continui e risistemando il bagaglio di informazioni e di saperi
esplicitabili anche attraverso la progettazione e la stesura grafica di mappe. Pertanto, si
promuoveranno, per piccoli gruppi, specifiche attività didattiche volte al recupero delle competenze
di base che avvalendosi di metodi innovativi, le rendano più attrattive e favoriscano il successo
scolastico. L’obiettivo di tali attività è quello di facilitare lo sviluppo delle competenze disciplinari,
nonché delle capacità cognitive, comunicative e relazionali, degli alunni e di migliorarne anche i
processi di motivazione, attraverso l’integrazione sociale degli alunni svantaggiati, sostenendo il
recupero del gap di conoscenze e le relazioni collaborative con gli altri alunni. Si tratta di migliorare
l’auto-consapevolezza, la crescita di stima, la responsabilizzazione, la fiducia nell’uso delle proprie
conoscenze e competenze e i processi di motivazione ad apprendere.
Educare all’acquisizione di comportamenti corretti significa avviare un processo di
coscientizzazione personale quale strategia da perseguire, al fine di promuovere una
sensibilizzazione collettiva che si esprima come crescita culturale attraverso scelte consapevoli.
Il leit motiv di tutto il percorso educativo si fonda sull'educazione alla legalità che implica il rispetto
dell'ambiente, la prevenzione della dispersione scolastica e la promozione dell'inclusione sociale.
PROGETTO TUTTI “IN CAMPO “ : PREVENZIONE DEL DISAGIO E DELLA
DISPERSIONE SCOLASTICA NEL RISPETTO DELL’AMBIENTE
PRESENTAZIONE
37
Il progetto nasce dall’idea di offrire la possibilità di sviluppare obiettivi e finalità che ruotino
intorno ai valori costitutivi dei diritti umani, insiti nel significato stesso del Giubileo, quali
l’impegno per la giustizia, per la pace, per lo sradicamento di qualsiasi forma di violenza.
Il tema consente, inoltre, di sviluppare ulteriori tematiche, le quali ruotando intorno al fulcro
centrale costitutivo dei diritti umani quali le problematiche connesse ai valori costitutivi della
famiglia, oggi gravata da fragilità e contraddizioni, al valore dell’amicizia, ai diritti dell’infanzia,
all’apertura al dialogo tra diverse culture, al rispetto per l’ambiente.
Il progetto intende, inoltre, sviluppare azioni di contrasto e contenimento del fenomeno del disagio
e della dispersione scolastica, predisponendo percorsi didattici alternativi di sostegno del successo
formativo degli alunni e di consolidamento di pratiche inclusive nei confronti degli alunni di
nazionalità diverse.
Attraverso una serie di attività didattico-formative di tipo laboratoriale, si vuol dar vita a precisi
itinerari di apprendimento, integrazione e arricchimento socio-culturale.
CONCERTO DI NATALE
PRESENTAZIONE
E’ consuetudine per una scuola ad indirizzo musicale consolidare ogni anno con il primo concerto
che cade nel periodo natalizio.
Necessario concertare un repertorio comune all’ensamble orchestrale proveniente dai corsi di
strumento musicale e una formazione corale proveniente dalle classi eterogenee della secondaria e
un piccolo cast del biennio in uscita della primaria.
Repertorio: brani natalizi di tradizione, in lingua, classici, strumentali e corali.
“I MILLE VOLTI DELLA SHOAH”
PRESENTAZIONE
Il progetto Shoah, giunto al terzo anno, secondo un percorso in rete con altre scuole del nostro
territorio, intende, durante quest’anno scolastico, allargare l’orizzonte del drammatico evento ed
analizzare le varie “sfumature” più o meno nascoste di questo terribile momento della storia.
I docenti e gli alunni della scuola sec I grado dell’Istituto comprensivo Carducci-Paolillo
perseguiranno un viaggio alla triste scoperta di minoranze che insieme agli ebrei sono state vittime
della deportazione: gruppi etnici e religiosi ritenuti "indesiderabili" dalla dottrina nazista, di cui il
Terzo Reich aveva previsto e perseguito il totale annientamento, secondo i progetti del Generalplan
Ost (popolazioni delle regioni orientali europee occupate, Rom, Sinti, Jenis).
Fra le mille storie si vuole puntare l’attenzione sul sacrificio di amore moltissimi uomini per
salvarne altri e la vicenda a lieto fine di una famiglia ebrea che riesce a riunirsi dopo anni di
persecuzioni.
LABORATORIO DI ARTE CERAMICA
38
PREMESSA
La scuola “Paolillo” da diversi anni, attraverso il laboratorio di ceramica seguito da docenti esperte,
offre a tutti i ragazzi che ne fanno richiesta l’occasione di accostarsi a questa disciplina artistica che
favorisce il miglioramento del senso estetico, lo sviluppo della manualità e l’amore per l`Arte. In
questo nuovo anno scolastico la nostra scuola è parte dell’Istituto Comprensivo “ G. Carducci -
Paolillo”, insieme alla Scuola dell’infanzia e alla Scuola primaria.
Il Progetto nasce dalla volontà di valorizzare una forma di artigianato che ha radici antiche nel
territorio cittadino e nazionale. Il cammino pedagogico- didattico -operativo sarà scisso in due
percorsi,
il primo (più semplice ed essenzialmente materico) prevede: manipolazione guidata, texture per
impronta e traccia,lucignolo,palline e sfoglia, e riguarderà gli alunni delle classi quinte della scuola
primaria nel periodo dell’anno scolastico in cui dovranno decidere la scuola secondaria di I° alla
quale iscriversi (orientamento).
Il secondo percorso prevede l’ utilizzo di macchinari e materiali tra loro diversi come: trafila
piccola, terre colorate, decalcomania, ingobbio, graffito ed ingobbio colorato, riguarderà gli alunni
delle classi seconde e terze della scuola secondaria che negli anni precedenti hanno partecipato al
medesimo progetto e che vorranno cimentarsi in percorsi didattici di avanzamento.
Il secondo percorso potrà riguardare anche gli alunni delle classi prime della scuola secondaria
opportunamente selezionati dai docenti di Arte e Immagine .
L’apprendimento delle tecniche per la lavorazione della ceramica rappresenta per i ragazzi
un’esperienza sensoriale ed emotiva di grande rilievo. La manipolazione dell’argilla cruda ed il
piacere sperimentato della trasformazione di questa in forme modellate, favorisce nel ragazzo
l’autocontrollo attraverso la focalizzazione dell’attenzione sul cambiamento della materia che ha
tra le mani.
Il prendere, manipolare, trasformare, confrontare, rappresentano, infatti, una scoperta personale
delle proprie abilità e una libera espressione delle proprie emozioni, come in tutte le attività di tipo
artistico.
POTENZIAMENTO DELLA LINGUA INGLESE “LET’S TALK ENGLISH!”
PREMESSA
In sintonia con il Quadro Comune Europeo (“The Common European Framework”) e con i risultati
del Consiglio Europeo che sottolineano l’importanza della padronanza di più lingue straniere nella
società globale, il progetto intende potenziare e riqualificare lo studio della lingua inglese.
39
L’importanza dell’apprendimento delle lingue straniere è oggi più che mai una realtà ed è sempre
più sottolineata non soltanto nel mondo della scuola. La nostra appartenenza all’Unione Europea ci
impegna a sostenere la sua pluralità linguistica e a favorire il miglioramento qualitativo
delle’apprendimento delle lingue, in primis della lingua inglese come veicolo per esprimersi ed
affermarsi in un mondo sempre più globalizzato.In un contesto di scarso utilizzo della lingua
straniera quale reale mezzo di comunicazione, si è constatato quanto i ragazzi abbiano necessità di
approfondire aspetti linguistici e culturali in L2, in questo caso in un contesto culturale e linguistico
britannico. Tali esperienze hanno un ruolo fondamentale nel motivare lo studente all’apprendimento
della lingua straniera. In particolare si insisterà sulla comprensione e la produzione orale, in quanto
delle varie abilità linguistiche l’oralità è quella che racchiude gli aspetti fondamentali della lingua
(lessico, pronuncia, intonazione, grammatica) e pertanto risulta la più difficile da acquisire oltre ad
essere la più immediata sia in un contesto di conversazione familiare che lavorativo.All'interno del
modulo di 50 ore, il percorso prevede l’articolazione di gruppi di apprendimento di 15/20 allievi.
Alternativamente, essi svolgeranno attività di potenziamento delle abilità, attraverso esercizi per
l’arricchimento lessicale, di comprensione e di acquisizione di strutture. Tale attività sarà svolta in
particolare utilizzando materiale fotocopiato e opportunamente selezionato dall’insegnante. Si
potrebbero arricchire le lezioni con la presenza di un native (madrelingua).
PROGETTO SPORT: “ IO VALGO “
PREMESSA
“L’attivita’ sportiva come strumento di prevenzione della dispersione scolastica e della
valorizzazione del sé”
Obiettivo del progetto è favorire, attraverso l’attività motoria e sportiva, lo sviluppo di
comportamenti relazionali basati sul riconoscimento e sul rispetto delle regole , rispetto dell’altro;
proporre stili di vita corretti e prevenire la dispersione scolastica degli alunni.
L’alunno sperimenta quindi, attraverso l’acquisizione di competenze proprie dell’attività proposta,
il valore di sé.
E’ ormai risaputo l’importanza e la valenza educativa dell’attività sportiva come momento
fortemente aggregante e socializzante, con benefici che vanno ben al di là dell’aspetto meramente
fisiologico, e che coinvolgono tutte le sfere della personalità degli alunni.
Il progetto si basa su attività sportive a carattere multidisciplinare ( Calcetto, Pallamano ,
Atletica leggera, Elementi di pre-acrobatica, ) .
Rispetto dell’altro, sana Competizione, star bene a scuola ( Benessere psico-fisico)
Sono queste le parole chiave di questo progetto.
MUSICAL DI FINE ANNO (SULLA CLASSE NON C’E’)
PREMESSA
Alla luce di un’esperienza consolidata dalla storia musicale dell’Istituto Paolillo negli ultimi anni
scolastici, il Musical è sicuramente la maggior forma di espressione per le manifestazioni esterne
con cui il comparto discenti/docenti si deve mettere in evidenza.
Per queste ragioni, in un’ottica propedeutica riguardo all’esperienza acquisita in campo musicale
sembra giunto il momento maturo per mettere in scena un Musical che faccia emergere non solo
attitudini puramente strumentali degli alunni che hanno intrapreso lo studio di uno specifico
strumento musicale ma soprattutto di quelli che non frequentando corsi pomeridiani possano far
emergere spiccate attitudini e talenti nel campo della vocalità della danza e della recitazione.
Superfluo sottolineare la valenza didattica per ragazzi di scuola secondaria di primo grado di poter
esprimersi attraverso il corpo, la voce, la capacità di esecuzione in formazione orchestrale.
40
PROGETTO SUL SOSTEGNO
L’attività che interessa l’inclusione di alunni diversamente abili è finanziata da fondi specifici ad
essa destinati. Prioritariamente gli interventi saranno sviluppati nei confronti degli alunni della
scuola secondaria di primo grado, cui i fondi sono destinati, ma investirà anche gli alunni delle
classi quinte della scuola primaria per garantire una sorta di continuità didattico-educativa.
ATTIVITA’ CURRICOLARI E/ O COLLEGATI AD ENTI DEL TERRITORIO:
PROGETTO LETTURA. Il progetto nasce dall’esigenza di individuare strategie e comportamenti
comuni a scuola e famiglia per trasmettere il gusto, il piacere e il desiderio di leggere nel bambino.
Il progetto considera l’educazione alla lettura uno dei fondamentali obiettivi formativi della scuola.
“Far leggere i bambini oggi, è una delle attività più impegnative e difficili, realizzabile soltanto se si
considera la lettura come attività libera ed avvincente. La dimensione della lettura è caratterizzata,
nelle finalità educative, dalla necessità di sviluppare la creatività, in quanto orientamento valido per
l’intera attività didattica e educativa. Essa concorre, con altre forme espressive, allo sviluppo della
personalità del bambino. Pertanto la lettura non può essere un’attività costretta e non può essere
proposta come dovere, poichè in questa prospettiva si perderebbe di vista la qualità. Non è
importante leggere molti libri, ma trovare motivi di interesse dentro il libro. Nel rapporto bambino-
lettura ha grande rilievo la figura dell’insegnante. Il suo ruolo è quello della testimonianza: diviene
il modello che col proprio esempio, dimensiona l’atteggiamento dell’alunno. Il piacere di leggere si
origina quindi dall’ascolto per poi concretizzarsi nella pratica. Anche quando i bambini abbiano
assunto atteggiamenti positivi nei confronti della lettura, senza assolvere a obblighi e doveri il
compito dell’insegnante non deve cambiare prospettiva. L’amore per la lettura è l’affermazione di
un valore, e i valori non s’insegnano, si trasmettono. La lettura come gioco. La lettura ha bisogno di
assumere un aspetto che la caratterizzi quello del gioco, dovrebbe essere per il bambini una di
quelle attività “proibite”, come ad esempio le figurine e i vari pupazzetti. La lettura è parte della
sfera ludica quando si pone in una condizione di libera scelta, anzi diviene un’attività che soddisfa
la propria immaginazione, che ricrea altri mondi. L’approccio alla lettura nell’ottica del piacere ha
nel gioco il suo fondamento.
PROGETTO DIDATTICA DELLA STORIA: “IL NOVECENTO”
Il Progetto di storia intende far conoscere i più importanti eventi dell’ultimo secolo introducendo la
storia del ‘900 in continuo riferimento e in stretto rapporto con la concreta realtà in cui sono inseriti
i bambini. Partendo ”dal presente e dal vicino” il progetto intende contribuire a far uscire la storia
insegnata dalla concezione tradizionale, che ha visto tale disciplina come materia di pura
trasmissione delle conoscenze relegando gli alunni ad una sostanziale passività. Il Progetto ha lo
scopo di diffondere un nuovo modo di far storia, attraverso la didattica laboratoriale e la
metodologia della ricerca, abbandonando il vincolante impianto cronologico e la concezione di
storia come pura sequenza di avvenimenti, fatti politici e istituzionali.
L’attività sarà svolta in modalità laboratoriale. Sono previste rappresentazioni teatrali e incontri con
testimoni privilegiati.
41
Uscite, visite guidate, proiezioni di documentari e film, arricchiranno l’esperienza educativa
rendendola più interessante.
SPORT DI CLASSE (In attesa di nuovi accordi con gli enti preposti)
La Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento per gli Affari Regionali, le Autonomie e lo
Sport, il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR) e il Comitato Olimpico
Nazionale Italiano (CONI), con il sostegno del Comitato Italiano Paraolimpico (CIP) e di diverse
Regioni ed Enti Locali, hanno ritenuto opportuno individuare una nuova modalità operativa che
possa consentire il coinvolgimento di tutte le Istituzioni scolastiche ed educative sedi di scuola
primaria. Il progetto presenta caratteristiche comuni e omogenee su tutto il territorio nazionale e il
suo coordinamento è affidato ad un nuovo sistema di governance per lo sport a scuola che prevede
un Organismo Nazionale e Organismi territoriali regionali e provinciali dei quali fanno parte
rappresentanti del MIUR, del CONI e del CIP.
Le classi III, IV e V del Plesso ex-Righi "P. Impastato" parteciperanno al progetto Sport di classe,
che presenta le seguenti caratteristiche generali:
della classe;
per la scuola primaria;
Educativi Speciali (BES);
Giochi invernali e dei Giochi di fine anno scolastico.
Il progetto come prevede il coinvolgimento dell'Ente Locale.
“ETICA NELLO SPORT” (In attesa di nuovi accordi con gli enti preposti)
La Scuola partecipa al progetto “Etica nello Sport”, promosso dal Comune di Cerignola e dal Club
Unesco in collaborazione con il Coni. Elementi fondanti del progetto sono la centralità del bambino
e del ragazzo in un percorso contrassegnato dalla stretta correlazione tra etica e sport, l’importanza
dello sport stesso come strumento educativo del cittadino di domani e come mezzo per prevenire
disturbi alimentari gravi come obesità, anoressia e bulimia. Il progetto, terminerà alla fine di marzo,
Al progetto partecipano numerose associazioni sportive che hanno unito le loro forze per consentire
agli studenti di conoscere ed avvicinarsi alle più disparate discipline. Diversi sono gli sport previsti:
calcio, basket, pallavolo, atletica, ginnastica artistica, danza classica e sportiva, l’hip hop,
pattinaggio, arti marziali: come judo, karate, taekwondo.
PROGETTO DI RECUPERO (In attesa della pubblicazione del nuovo bando)
AREE A RISCHIO art. 9 CCNL 2006-2009
AGORA': “Immigrazione” “La città dell’Amicizia”. Il sistema sociale della nostra città presenta
caratteristiche proprie di una società complessa, priva di certezze, multiforme e sempre meno legata
a valori, aspetti e forme culturali del suo passato, situazioni che diventano produttive di disagi
sociali. Il sistema scolastico-formativo, la famiglia, scontano sempre più stati di disagio e di rottura
o indebolimento di quei fili comunicazionali che il tessuto connettivo solidale e comunitario del
passato garantiva. Il disagio è certamente il prodotto di un sistema di “dis-valori” della cultura
sociale, di condizioni socio-familiari e della struttura di personalità, vale a dire di un “insieme
complesso di cause, nessuna delle quali da sola sembra esseresufficiente a produrlo, ma la cui
simultanea presenza eleva la probabilità che esso si manifesti nella vita del giovane”. Inoltre, il
terzo millennio si apre con uno scenario sociale segnato da profondi cambiamenti: i movimenti di
popolazione, i sistemi economici, le nuove frontiere della comunicazione, la globalizzazione. La
presenza di immigrati provenienti da diverse parti del mondo, ci permettono di prendere atto del
carattere multiculturale della nostra società. L'educazione interculturale rappresenta un'apertura
42
all'Europa e al mondo e in tale prospettiva si configura come azione rivolta a costruire una nuova
cittadinanza nella scuola dell'autonomia. L’integrazione si configurerà allora come l’interagire in un
quadro di riferimento accettato e riconosciuto, dove competenze comunicative e relazionali trovino
spazio e possibilità di crescita; come un cambiamento ed un adattamento reciproco, correlato al
riconoscimento delle identità e delle conoscenze, che si attiva con percorsi di gruppo che trovino
nell’adulto un punto di riferimento, che si avvalgano di strategie mirate alla condivisione e al
riconoscimento della diversità come risorsa, per aumentare il potenziale d’apprendimento,
comunicazione e comprensione.
Questi problemi sono la causa primaria della dispersione e del fallimento formativo precoce. per
questi motivi il nostro piano dell'offerta formativa si è andato via, via definendo secondo un'ottica
di RETE che accoglie. Lavorare secondo un'ottica di rete ha voluto dire operare una scelta
metodologica ben precisa dal punto di vista cognitivo, che si basa sulla convinzione che
l'apprendimento non è un processo lineare, ma si svolge secondo interconnessioni tra conoscenze
già possedute e conoscenze nuove, utilizzando dei collegamenti continui e risistemando il bagaglio
di informazioni e di saperi esplicitabili anche attraverso la progettazione e la stesura grafica di
mappe. Pertanto, si promuoveranno, per piccoli gruppi, specifiche attività didattiche volte al
recupero delle competenze di base che avvalendosi di metodi innovativi, le rendano più attrattive e
favoriscano il successo scolastico. L’obiettivo di tali attività è quello di facilitare lo sviluppo delle
competenze linguistiche e logico-matematiche, nonché delle capacità cognitive, comunicative e
relazionali, degli alunni e di migliorarne anche i processi di motivazione, attraverso l’integrazione
sociale degli alunni svantaggiati, sostenendo il recupero dei gap di conoscenze e le relazioni
collaborative con gli altri alunni. Si tratta di migliorare l’auto-consapevolezza, la crescita di stima,
la responsabilizzazione, la fiducia nell’uso delle proprie conoscenze e competenze e i processi di
motivazione ad apprendere.
Le attività saranno svolte per piccoli gruppi di alunni per favorire da un lato la personalizzazione
del lavoro, permettendo a ciascun alunno di operare secondo i propri ritmi e le proprie capacità.
All’interno del gruppo l’impegno di alunni e docenti sarà caratterizzato dai seguenti elementi:
superamento della rigida distinzione dei ruoli tra insegnante/alunno; il docente come facilitatore
dell’apprendimento; il sapere si costruisce insieme in una “comunità di apprendimento”
SEZIONE PRIMAVERA (In attesa della pubblicazione del nuovo bando)
I Ministeri della pubblica istruzione, delle politiche per la famiglia e della solidarietà sociale hanno
avviato, in via sperimentale, da settembre 2007 un’offerta educativa rivolta ai bambini dai due ai tre
anni, per poter soddisfare le crescenti richieste espresse dalle famiglie, sulla base di quanto indicato
nell’art. 1, comma 630 della legge 296/2006.
L’offerta formativa, denominata “sezioni sperimentali aggregate” da intendersi come servizi socio-
educativi integrativi alle attuali strutture dei nidi e delle scuole dell’infanzia, contribuisce a
diffondere una cultura dell’infanzia attenta ai bisogni e alle potenzialità dei bambini da zero a sei
anni, in coerenza con il principio della continuità educativa ed anche sulla base delle esperienze
positive già avviate in numerosi territori e realtà, volte a migliorare i raccordi tra nido e scuola
dell’infanzia.
La psicologia dell’età evolutiva ha dedicato, negli ultimi trent’anni, una crescente attenzione alle
prime fasi dello sviluppo evidenziando la precocità di molte acquisizioni. La funzione della scuola
non riguarda solo gli aspetti cognitivi, anche nel campo delle relazioni sociali con gli adulti e con i
coetanei la scuola può svolgere un ruolo prezioso. Parallelamente la scuola consente una precoce
esperienza con i coetanei nella quale il bambino impara a strutturare modalità di relazione assai
importanti come la cooperazione; i conflitti che nascono nei rapporti con i coetanei sono un utile
banco di prova nel quale imparano a misurarsi con gli altri ed a tenere conto delle esigenze proprie
ed altrui. La necessità di istituire una sezione primavera nella nostra scuola nasce dalla mancanza
di strutture comunali nel territorio.
43
Il progetto prevede, in locali idonei sotto il profilo funzionale e della sicurezza, rispettosi delle
norme vigenti in materia, diverse zone per l’accoglienza, le attività educative, il riposo, il gioco,
l’alimentazione, la cura della persona. I locali sono stati allestiti con arredi, materiali, macro-
strutture, in grado di qualificare l’ambiente educativo come contesto di vita, di relazione, di
apprendimento.
DIRITTI A SCUOLA (In attesa della pubblicazione del nuovo bando)
Il Piano Operativo Regionale della Puglia pone tra gli obiettivi strategici quello di innalzare i livelli
di apprendimento, assicurare l’equità di accesso, garantire il possesso delle competenze chiave
attraverso interventi efficaci per il recupero delle competenze di base e trasversali anche con azioni
sul contesto di riferimento, tali da contrastare la dispersione scolastica e i processi di emarginazione
sociale dei soggetti più deboli che hanno riflessi negativi inevitabili sulle prospettive di inserimento
lavorativo. Tale strategia risulta naturalmente molto rilevante rispetto alle priorità e agli obiettivi
dell’Asse III – Inclusione sociale – ed in particolare all’obiettivo specifico “g”, “Sviluppare
percorsi d’integrazione e migliorare il (re)inserimento lavorativo dei soggetti svantaggiati per
combattere ogni forma di discriminazione nel mercato del lavoro” e all’obiettivo operativo “g1” –
“promuovere azioni di sistema finalizzate alla rimozione delle cause di esclusione e
discriminazione sociale delle persone svantaggiate per favorirne l’inserimento sostenibile nel
mercato del lavoro, attraverso l'integrazione fra orientamento, accompagnamento, tutoraggio,
strumenti di politica attiva, collocamento mirato, servizi sociali e sanitari”. L’idea è quindi di
capitalizzare i risultati ottenuti con le precedenti edizioni, rafforzando le competenze di base e
migliorando il livello di istruzione dei ragazzi e delle ragazze pugliesi, privilegiando quelli più
svantaggiati.
Alla nostra scuola lo scorso anno scolastico sono stati finanziati 2 progetti di tipo A e uno di tipo C:
- tipo A mirati alle competenze di ITALIANO????
-tipo C) mirati al sostegno psicologico, all’orientamento scolastico e professionale e/o
all’integrazione interculturale potranno essere sviluppati da ciascuna scuola attraverso uno
sportello di “ascolto e orientamento sarà rivolto prevalentemente ai genitori degli allievi e fornirà
loro:
a) un supporto di consulenza psicologica per informare e collaborare con gli stessi nel sostenere
l’integrazione sociale dei ragazzi coinvolti nel percorsi di recupero di competenze di cui ai progetti
(A e B);
b) un’attività informativa – con particolare riguardo ai genitori in situazioni di difficoltà socio -
lavorative (immigrati, a basso reddito e titolo di studio, ecc.)- e di indirizzo verso i servizi di
istruzione e formazione del lavoro che possano aiutarli in un percorso specifico di integrazione;
c) per le scuole con una elevata incidenza di ragazzi provenienti da famiglie immigrate e/o con
problematiche di integrazione sociale, l’attività informativa potrà essere incentrata sui temi
dell’intercultura e della mediazione culturale.
Le attività dello sportello, dedicate alle famiglie dei discenti saranno, inoltre, caratterizzate da
azioni di:
- counseling ed orientamento circa i servizi alle politiche attive del lavoro;
- illustrazione delle opportunità che le istituzioni pubbliche offrono alla comunità.
PROGETTO DI EDUCAZIONE ALLA LEGALITA’:“LE REGOLE DEL GIOCO”
Progetto sulla legalità, di cui è promotrice la scuola primaria, da svolgere in orario curricolare.
FSE - FESR
Programmazione dei Fondi Strutturali 2007/2013 – FESR II (C)
INCREMENTARE LE INFRASTRUTTURE SCOLASTICHE L’ECOSOSTENIBILITÀ E
LA SICUREZZA DEGLI EDIFICI SCOLASTICI
44
La scuola ha partecipato al bando indetto dalla Regione Puglia per accedere ai Fondi europei.
Sono stati finanziati e portati a termine i seguenti interventi strutturali:
1 Interventi per il risparmio energetico C1-1 ISOLAMENTO TERMICO DELL'INVOLUCRO
EDILIZIO – progettazione dell’isolamento termico dei principali elementi dell'involucro edilizio:
solai, pareti opache, serramenti, strutture di copertura.
2 Interventi per garantire la sicurezza degli edifici scolastici (messa a norma degli impianti) C2-2
SCALE METALLICHE ESTERNE DI SICUREZZA - progettazione scala di emergenza ai sensi
del Decreto 26.08.1992 GU n.218 del 16.09.1992 ed alle definizioni generali di cui al D.M.
30.11.1983 – GU n.339 del 12.12.1983.
3 Interventi per aumentare l'attrattività degli istituti scolastici C3-4 SPAZI INTERNI E ARREDI -
Vivibilità, polifunzionalità, flessibilità, allestimento innovativo degli spazi,arredi sistemazioni per la
riorganizzazione degli spazi al fine di favorire metodologie didattiche innovative e di incrementare
la qualità globale dell'ambiente didattico.
4 Interventi per garantire l'accessibilità a tutti degli istituti scolastici: C4-7 INTERVENTI PER
L’AUMENTO
DELL’ACCESSIBILITÀ E PIENA FRUIBILITÀ DEGLI AMBIENTI SCOLASTICI QUADRO
GENERALE DEGLI INTERVENTI - ASCENSORE
5 Interventi finalizzati a promuovere le attività sportive, artistiche e ricreative C5-18.
Ristrutturazione palestra esistente di mq. 200
CAPITOLO V
L’ORGANIZZAZIONE DELLA DIDATTICA
L’orario delle lezioni
Il Collegio dei Docenti e il Consiglio di Istituto hanno deliberato lo svolgimento delle attività
didattiche dal lunedì al venerdì per la scuola dell’infanzia e per la scuola primaria e da lunedì a
sabato per la scuola secondaria di primo grado:
per la scuola dell’infanzia 40 ore settimanali e 25 per le sezioni a tempo ridotto, per la scuola
primaria 27+1 ore settimanali per le I, II, III e IV classi con un rientro; 30+1 ore settimanali per le
classi V con 2 rientri; 40 ore settimanali per le classi a tempo pieno, per la scuola secondaria di
primo grado 30 ore settimanali con corsi musicali;. Pertanto, alla luce di quanto sopra, sono fissate
le seguenti fasce giornaliere e modalità di svolgimento delle attività didattiche:
Scuola dell’infanzia - Sezione primavera: dalle ore 8.00 alle ore 13.30; per le sezioni a tempo
ridotto, dalle ore 8.00 alle ore 16.00 per le classi a tempo pieno.
Scuola primaria:
Classi Tempo pieno 8.20 - 16.20;
Classi V tempo normale 8.20 – 13.20 (martedì e giovedì 8:20/16:20);
Classi I, II, III e IV Tempo normale 8.20 – 13.20 (martedì 8:20/16:20).
Per l’entrata e l’uscita degli alunni valgono le norme contenute nel regolamento di circolo. Nei
periodi iniziale e finale dell’anno è data facoltà al Dirigente, sentito il parere del Consiglio di
Circolo, di disporre un orario settimanale solo antimeridiano senza rientri secondo le fasce orarie
come sopra riportate, in relazione alla situazione logistico-organizzativa della scuola, alla
disponibilità di un organico completo, nonché anche in relazione alla situazione meteorologica.
Scuola secondaria di primo grado:
dalle ore 8.15 alle ore 13.15 e dalle ore per i laboratori musicali
L’assegnazione delle discipline e i tempi di ciascuna materia
Il Collegio, lo scorso anno scolastico, ha deliberato l’assegnazione delle discipline, secondo uno
schema indicativo finalizzato alla progettazione di una successione organica dei momenti di lavoro
tra gruppi-classe, eterogenei, di livello, di compito, elettivi. Cittadinanza e Costituzione e le
educazioni (stradale, ambientale, alla salute, alimentare, all’affettività,…) si svolgono nell’arco dei
cinque anni, in modo trasversale a tutte le discipline.
45
Viaggi di istruzione e visite guidate
Il Dirigente scolastico autorizzerà gli insegnanti ad effettuare visite guidate e viaggi di istruzione
quali momenti di crescita culturale e di opportunità formativa. Per l’organizzazione dei viaggi
valgono le disposizioni emanate con C.M. 291/’96 e successive integrazioni nonché le istruzioni
interne notificate dal dirigente. A tale scopo i signori docenti sono invitati ad utilizzare la
modulistica interna per la richiesta di autorizzazione, utile a fornire un promemoria per
l’organizzazione e a facilitare l’iter procedurale anche per l’ufficio e per l’organo deliberante.
L’organizzazione sarà coordinata dall’insegnante che ricopre l’incarico di funzione strumentale. I
viaggi d’istruzione sono un’occasione preziosa di approfondimento delle tematiche culturali
affrontate nella programmazione annuale e hanno come meta località d’interesse storico, artistico,
ambientale inerenti gli argomenti di studio. La programmazione di queste attività didattiche è
concordata all'interno di ogni Consiglio di Interclasse. Nella programmazione delle attività i docenti
mantengono un dialogo costante con gli alunni e le loro famiglie e considerano come prioritario
l’aspetto economico, per garantire a tutti gli studenti la possibilità di accedere alle opportunità
formative. Ogni proposta deve ottenere sempre il consenso delle famiglie e vedere la partecipazione
di almeno 3/4 degli alunni.
Il Collegio, vista la vigente normativa, dispone una scansione quadrimestrale per la
compilazione del documento di valutazione da parte dei docenti e per la firma da parte delle
famiglie. Programma, inoltre, incontri con i genitori al fine di informarli sul percorso scolastico dei
propri figli, bimestralmente, secondo il numero di ore stabilito dal piano delle attività disposto dal
Dirigente.
Criteri di formazione delle classi e di ammissione alla scuola dell’infanzia
I criteri di formazione e composizione della classi di scuola primaria e delle sezioni di scuola
dell’infanzia, stabiliti dal Consiglio di Circolo, sono ispirati al principio della massima eterogeneità
possibile, nel senso di evitare la concentrazione nello stesso gruppo classe di alunni deprivati
affettivamente e/o culturalmente o, al contrario, di alunni con alto livello di apprendimento. A tal
fine per la composizione delle classi saranno tenuti presenti i dati conoscitivi raccolti dalla scuola
dell’infanzia o direttamente dai genitori all’atto delle iscrizioni. La formazione delle classi prime
prevede i seguenti criteri:
1. indicazione delle famiglie;
2. distribuzione equa di alunni secondo le fasce sociali;
3. distribuzione equa di alunni secondo il genere;
4. distribuzione equa di alunni diversamente abili;
5. distribuzione equa di alunni ripetenti;
6. distribuzione equa di alunni entrati con la legge 53 –anticipi;
7. per i trasferiti e gli idonei alle classi successive alla prima si terrà conto degli stessi criteri.
Per la formazione delle sezioni di scuola dell’infanzia valgono i criteri dei primi 4 punti adattati
alla diversa situazione. Le sezioni sono omogenee rispetto al livello di età (3, 4, 5 anni): tuttavia è
possibile in ciascun plesso e limitatamente ad alcune sezioni adottare il criterio della eterogeneità,
in relazione al numero degli iscritti.
Per l’ammissione alla frequenza nella scuola dell’infanzia, in caso di mancanza di posti per tutti
i richiedenti, valgono i seguenti criteri:
1. conferma dei bambini già iscritti e frequentanti: chi non frequenta da oltre un mese per motivi
non giustificati viene sostituito da bambini in lista di attesa;
2. successiva accettazione dei bambini residenti nell’area di riferimento della scuola elementare
secondo l’ordine di viciniorità ai plessi (vale la residenza della famiglia di cui fa parte il bambino) e
fino ad esaurimento dei posti. I residenti fuori zona possono chiedere l’iscrizione con riserva e
saranno ammessi man mano si liberano dei posti in corso d’anno;
3. nel caso in cui non tutte le richieste potessero essere accettate, si formeranno le seguenti liste di
attesa:
46
Lista di attesa n° 1: bambini della zona, composta da tutti i bambini per i quali è stata presentata
la domanda nei termini regolari, graduati secondo i seguenti criteri: punti 5 per i bambini di 5 anni;
punti 4 per quelli di 4 anni; 3 per i bambini di tre anni; punti 1 per le famiglie in cui entrambi i
genitori sono disoccupati; punti 1 per ogni fratello in obbligo scolastico. A parità di punteggio
prevarrà la maggiore età del bambino.
Lista di attesa n° 2: bambini fuori zona, composta dai bambini che hanno presentato domanda
entro i termini, graduati secondo gli stessi criteri della lista n° 1.
Lista di attesa n° 3: domande fuori tempo, composta dai bambini compresi quelli che chiedono il
trasferimento da altre scuole, indipendentemente dall’appartenenza o meno alla zona della scuola,
dalla quale si attingerà nell’ordine cronologico di iscrizione (a parità di data si applicano i criteri di
punteggio di cui sopra);
4. le domande di iscrizione dei bambini che compiranno tre anni entro il 31 gennaio dell’anno
successivo a quello di presentazione delle domande, stante le disposizioni emanate con l’annuale
circolare ministeriale, saranno prese in considerazione per ultime e pertanto confluiranno nella lista
di attesa n° 4: bambini che compiono i tre anni entro il 28 febbraio, nella quale saranno iscritti
con diritto all’ammissione alla frequenza nell’ordine di compimento del terzo anno. La lista sarà
utilizzata solo dopo aver esaurito le precedenti liste di attesa e solo in presenza delle condizioni utili
ad assicurareuna sicura permanenza dei bambini.
Indicazioni per le progettazioni didattiche di classe e di sezione
Le progettazioni didattiche devono ispirarsi alle finalità generali dichiarate nel presente Piano. Gli
obiettivi di apprendimento costituiscono i vari momenti per realizzare gradualmente una scuola che
sia “ambiente educativo di apprendimento”. Le progettazioni didattiche saranno elaborate dagli
insegnanti della classe e riferite alla durata di un anno scolastico. Esse sulla base degli obiettivi
d’apprendimento comuni all’intera interclasse dovranno tracciare i percorsi formativi specifici delle
classi di riferimento (obiettivi di apprendimento contestualizzati, contenuti e attività, obiettivi
trasversali, competenze).
Per verificare il raggiungimento degli obiettivi programmati, i docenti utilizzeranno schede di
verifica, test, elaborati, discussioni e quant’altro sarà comunque menzionato nella P.D.. Questo
documento dovrà prevedere inoltre, per ogni classe, il quadro orario degli insegnanti nonché quello
delle discipline. Nella compilazione di detto quadro le insegnanti cureranno che l’orario sia
equamente distribuito tra le classi per evitare discontinuità e frammentarietà dell’azione didattica:
1. l’orario individuale di lavoro dei docenti deve essere distribuito in non meno di 5 giorni;
2. ogni docente deve ruotare nelle classi ad intervalli regolari;
3. le giornate libere di tutti i docenti dell’interclasse, compresi gli specializzati, devono essere
distribuite equamente nei vari giorni della settimana, evitando la concentrazione su giorni
particolari. In mancanza d’accordo per l’opzione dei vari giorni si rispetterà il criterio dell’anzianità
di servizio;
4. l’orario di lavoro dei docenti specialisti che operano su più moduli sarà coordinato dal Dirigente.
La P.D. conterrà anche i progetti di attività di arricchimento dell’offerta formativa, di integrazione
degli alunni con bisogni educativi speciali e di recupero destinato agli alunni in difficoltà di
apprendimento.
5. Le indicazioni per le progettazioni didattiche della Scuola primaria e secondaria di primo grado
valgono anche per la scuola dell’infanzia, per le soleparti compatibili.
CAPITOLO VI
L’ORGANIZZAZIONE DELLE RISORSE UMANE
Funzioni strumentali al Piano dell’Offerta Formativa
Si tratta di incarichi di particolare responsabilità affidati ad alcuni insegnanti individuati, sia nel
numero sia nominativamente, dai collegi dei docenti e ad alcuni operatori ATA (amministrativi,
tecnici ed ausiliari) ai quali vengono attribuiti dal dirigente su criteri contrattati con la RSU
(Rappresentanza sindacale unitaria). Lo scopo è quello di valorizzare la professionalità docente e
ATA per la gestione e la realizzazione del POF (Piano dell’offerta formativa).
47
Gli incaricati svolgono azione utile e funzionale alla realizzazione delle finalità della scuola,
soprattutto in vista della piena attuazione dell’autonomia, così come esplicitate nel P.O.F.
Il collegio dei docenti ha individuato per il corrente anno ed assegnato ai docenti sotto riportati le
seguenti funzioni strumentali, le quali sono state formalmente affidate dal dirigente:
Funzione strumentale Monopoli RitaArea 1: coordinamento, promozione, organizzazione delle
attività del POFT e progettazione curricolare nella scuola Infanzia/primaria/secondaria di primo
grado – con compiti di cura nelle seguenti aree: coordinamento commissione elaborazione PTOF,
Elaborazione curricolo verticale, formazione.
Funzione strumentale Daddario ElviraArea 2: Supporto all’attività degli alunni. Accoglienza.
Coordinamento e gestione
delle attività di continuità. Invalsi. Viaggi di istruzione. Responsabile gestione dei laboratori,
biblioteca e palestra.
Funzione strumentale Lionetti Maria Area 3: Supporto all’attività degli alunni. Referente GLHI.
Referente DSA.
Coordinamento delle attività di compensazione, recupero e/o inclusione e delle attività extra-
curricolari. Anagrafica alunni
con bisogni educativi speciali. Palestra.
Il dirigente scolastico, in base ai criteri fissati nella contrattazione di istituto, alle esigenze delineate
nel POF e al piano di lavoro del D.S.G.A. attribuirà: n. 1 incarichi specifici agli assistenti
amministrativi;
Commissioni di studio e gruppi di lavoro
Il dirigente scolastico nell’ambito delle nuove competenze derivanti dal nuovo status dirigenziale
(ex comma 5 dell’art. 25 del D. Lgs. 30.3.2001 n° 165) ha individuato i seguenti collaboratori e
referenti per la continuità educativa:
Belpiede Gerarda: 1^ Collaboratrice Vicaria
2^ Collaboratrice
Commissione Intercultura: Nunziata Giandola Dirigente scolastico, Staff, FF.SS., doc. ref.
Monopoli, Perna.
Commissione Autovalutazione di Istituto: FF.SS., Referente per la Valutazione, Ins. Paolicelli F.,
Staff
Commissione DSA Doc referente e Staff.
Commissione GLHI:
LIONETTI MARIA (docente funzione strumentale, referente GLHI)
DI CHIARO MONICA (docente sostegno Primaria)
GENOVESE LAURA (docente sostegno Infanzia)
DILAURO GIOVANNA (docente referente Infanzia)
CAGGIANELLA MARIA PIA (docente referente Infanzia)
RUGGIERO GERARDA (docente referente Primaria)
TATTOLI ROSARIA (docente referente Primaria)
PALIERI MARIA ROSARIA (docente referente Primaria)
Coordinatrici Scuola Primaria:
Classi I Perna
Classi II Santangelo
Classi III Monopoli
Classi IV Quarticelli
Classi V Gallo
Responsabili di plesso e Coordinatrici Scuola dell’Infanzia:
48
Infanzia Via Brenta: Caggianella Giuseppina
Infanzia Via XXV Aprile: Dilauro Giovanna
Utilizzo della contemporaneità dei docenti e sostituzione colleghi assenti fino a 5 giorni
utilizzo dei docenti in contemporaneità e/o a disposizione per qualsiasi causa: sospensione
dalle lezioni nel modulo, assenza alunni per gita o per altra causa, contemporaneità con
l’insegnante di religione nelle classi in cui non si svolgono le attività alternative ecc…;
utilizzo della flessibilità col cambio del giorno libero, previa autorizzazione del Dirigente;
utilizzo della flessibilità col sistema dei debiti e dei cediti (banca ore), previa autorizzazione
del Dirigente;
utilizzo didocenti per le sostituzioni fino alla metà del monte ore di contemporaneità: la
metà delle ore in contemporaneità potrà essere utilizzata, previa presentazione di progetti,
per attività di recupero, alternative IRC, di integrazione e di potenziamento.
Criteri di assegnazione dei docenti alle classi
Fatte salve le specifiche competenze del Dirigente previste dalla normativa vigente si indicano i
seguenti criteri:
graduatoria insegnanti;
massima continuità possibile dei docenti nella stessa classe, sezione, plesso e progressione
degli stessi per tutto il ciclo, salvo deroghe in caso di accertata incompatibilità valutata dal
dirigente e di previsione di imminente pensionamento o trasferimento, sempre valutata dal
dirigente, sentito il parere dell’insegnante;
per i posti vacanti ad inizio d’anno assegnazione dei docenti disponibili in maniera
equilibrata alle classi e sezioni, rispetto all’esigenza di assicurare continuità nel tempo e alla
previsione di permanenza dell’insegnante nella scuola, il tutto valutando l’adeguatezza ai
compiti particolari di ogni situazione;
per l’assegnazione il dirigente sentirà gli insegnanti interessati senza vincolo per la sua
decisione oltre ad attenersi, naturalmente ai criteri fissti dal collegio docenti, come prevede
la norma;
in caso di più docenti che si avvalgono dei criteri della legge 104/92, il DS adotterà il
criterio di ripartizione equa dei docenti fruitori nei plessi scolastici.
Criteri di formulazione dell’orario dei docenti e del personale ATA
L’orario dei docenti viene formulato in base all’orario delle attività didattiche degli alunni ed alle
esigenze organizzative delle classi, nel rispetto delle prescrizioni normative e contrattuali vigenti.
L’orario non deve intendersi rigido e definitivo in quanto correlato ad una progettualità complessiva
la cui caratteristica fondamentale è la flessibilità. L’orario degli uffici amministrativi viene
strutturato in modo da accogliere, possibilmente, le esigenze interne ed esterne, nel rispetto della
privacy e dell’attività amministrativa complessiva.
Le attività di aggiornamento e di formazione in servizio
La partecipazione ad attività di formazione e di aggiornamento in quanto funzionale alla piena
realizzazione e allo sviluppo della professionalità docente costituisce un’esigenza molto sentita dal
Collegio dei docenti.
Per quanto riguarda la partecipazione volontaria ad iniziative di aggiornamento esterne, se
autorizzate dal M.P.I. e se compatibili con le esigenze di servizio e di organizzazione interna, sarà il
dirigente a valutarne la fattibilità. Lo stesso dicasi per iniziative di aggiornamento e formazione
facoltative proposte da M.P.I..
49
CAPITOLO VII
ORGANIZZAZIONE DELLE RISORSE MATERIALI
Gli spazi della scuola
N° 1 Laboratorio linguistico - multimediale (plesso Carducci)
N° 1 Laboratorio di informatica (plesso Carducci)
N° 1 Laboratorio linguistico- multimediale (Plesso ex-Righi)
N° 16 Classi attrezzate con la LIM
N° 1 Laboratorio di lettura
N° 1 Laboratorio di scienze
N° 1 Laboratorio di musica
N° 1 Cortile
N° 4 Giardini
Palestra
Museo “La Defizia
__________________________________
I LABORATORI
LINGUISTICO – MULTIMEDIALE
L’Unesco nel Rapporto Internazionale “Towards Knowledge Society” sostiene che una società della
conoscenza deve
basarsi su conoscenza condivisa e vede nelle tecnologie della comunicazione e nei contenuti digitali
una opportunità educativa per tutti di acquisire conoscenza. laboratorio linguistico multimediale nel
mondo dell'istruzione rappresenta una delle più importanti sfide nel processo riformatore di questa
realtà. Il cambiamento della didattica odierna richiede una vera e propria riforma per
l’apprendimento: sviluppare contenuti didattici digitali a supporto delle lingue, sottolineando il
ruolo chiave dei docenti, dei Dirigenti Scolastici e di tutti gli operatori che rendono la Scuola un
luogo di istruzione e crescita per il cittadino di domani. Il modello didattico previsto valorizza e
potenzia la centralità del docente,nel processo formativo, che assumerà il ruolo di facilitatore del
processo di apprendimento del’alunno. L'uso dei contenuti digitali consentirà all'insegnante di
raggiungere una serie di obiettivi quali:
- l'arricchimento dei contenuti a supporto della fase di preparazione della lezione, mediante la
disponibilità di vere e proprie librerie di contenuti digitali formativi;
- l'interazione con gli studenti e il rafforzamento della multimedialità del processo comunicativo
docente - discente, mediante l'utilizzo di strumenti e tecnologie multimediali, simulazioni ed
animazioni di esperimenti non realizzabili nella pratica;
- la realizzazione di un ambiente di esercitazione gestibile direttamente dallo studente, sotto la guida
del docente nell’aula informatica della scuola e in classe. L’IMPORTANZA DELLE LINGUE STRANIERE
Studiare una lingua straniera può aiutare a conoscere altre culture, ad apprezzare tradizioni e costumi di altre
nazioni, consente di abbattere le barriere che dividono i popoli.
Imparare a parlare una lingua contribuisce ad accrescere la propria autostima, migliora le prospettive
occupazionali e la mobilità transnazionale.
Data la continua trasformazione della società. L’Istituto comprensivo “Carducci-Paolillo” vuole fornire agli
studenti tutti gli strumenti necessari per far fronte, in modo sicuro e consapevole, alle sfide che la società
presenta, ottemperando anche alle Indicazioni Nazionali relative ai Piani di Studio.
Il nostro Istituto, in linea con le indicazioni del ministero, convinto dell’ampia valenza formativa e
dell’opportunità fornita dalla conoscenza delle lingue straniere, offre nel suo curricolo lo studio delle
seguenti lingue straniere: inglese-francese-spagnolo.
50
L’IMPORTANZA DEL POTENZIAMENTO DELLE LINGUE STRANIERE
Per ampliare l’offerta formativa
Per qualificare la preparazione degli studenti per una formazione superiore
Per promuovere attività culturali in ambito linguistico, in orario sia curricolare
Per POTENZIARE LA COMPETENZA COMUNICATIVA DELLE LINGUE STRANIERE:
INGLESE, FRANCESE, SPAGNOLO.
LABORATORIO DI SCIENZE
La società in cui i bambini sono immersi è estremamente complessa e ricca di stimoli e
informazioni: costringe quasi a conoscere, pensare, immaginare, ma su livelli che comportano uno
sforzo cognitivo, una concentrazione e riflessione ridotti al minimo. Troppo spesso purtroppo le
materie scientifiche sono insegnate in modo tradizionale e dogmatico, slegate dai problemi che esse
consentono di risolvere, e ciò porta i nostri alunni a una disaffezione verso queste discipline sin dai
primi anni di studi. ll modo più efficace per introdurre i bambini nel mondo della scienza è
trasmettere loro concetti che possano rappresentare le basi per successivi approfondimenti della
materia; la loro più ampia indagine potrà aver luogo in seguito.
Esistono campi di conoscenza nell'esperienza quotidiana, che si offrono alla nostra percezione in
modo unitario, essendo sede di una molteplicità di fenomeni. Per esempio, l'aria che respiriamo,
non ha soltanto una funzione essenziale per la vita, ma è anche sede di fenomeni meteorologici,
acustici, elettrici, ecc., coinvolgendo,di conseguenza, diverse discipline scientifiche.
Il laboratorio di Scienze rappresento il luogo necessario per realizzare un adeguato percorso di
educazione scientifica attraverso una metodologia di lavoro che si adegui alle modalità di
comprensione e ai bisogni evolutivi dei bambini; dove poter svolgere attività pratiche, ossia di quel
luogo dove si lavora e, operando, si impara. Lo scopo è quello di permettere agli alunni di “fare
Scienze”, andando oltre la separazione tra teoria e pratica, tra “scuola del sapere” e “scuola del
fare”. Il laboratorio permette di svolgere l'attività di ricerca e sperimentazione di percorsi didattici
attraverso alcune scelte metodologiche di fondo:
- valorizzare l'esperienza e le conoscenze degli alunni;
- favorire l'esplorazione e la scoperta;
- incoraggiare l'apprendimento collaborativo;
- promuovere la consapevolezza del proprio modo di apprendere;
- realizzare percorsi in forma di laboratorio.
LABORATORIO DI MUSICA
Il Laboratorio musicale è stato concepito in funzione del potenziamento della Musica in tutta la
scuola, mirando ad un miglioramento non solo in termini quantitativi ma anche qualitativi. Questo
tipo di scelta proviene dal riconoscimento delle valenze educative della dimensione e pratico-
attuativa nel generale processo conoscitivo, quali indispensabili premesse all’elaborazione
concettuale.
La pratica laboratoriale acquisisce rilievo, quale orientamento metodologico portante, per
qualificare al meglio l'ambiente di apprendimento della scuola primaria, rappresenta anche per
l'insieme delle esperienze musicali non solo una modalità di
lavoro che incoraggia l'operatività, la progettualità, l'azione diretta e cosciente dell’alunno in una
stretta correlazione di reticolarità tra le differenti aree della competenza musicale, ma definisce
anche le caratteristiche di un luogo e di uno spazio attraverso l'individuazione di attrezzature e
strumenti ben definiti. In sostanza, attuare attività di laboratorio significa:
- creare condizioni di efficacia metodologica;
- sollecitare esperienze di circolarità e forte integrazione tra le aree di esperienza;
51
- approntare situazioni logistiche e strutturali che supportino e facilitino le azioni didattiche.
Il laboratorio musicale è il luogo nel quale si costruiscono pratiche per la comprensione, per la
percezione, per la produzione e per la rappresentazione della varietà dei fatti e degli eventi sonori. I
diversi piani di attenzione alle diversificate esperienze con la musica sono necessariamente declinati
sulla base delle capacità cognitive, psicologiche e relazionali degli alunni. La costruzione di
pratiche ha tuttavia necessità di mezzi per l'attivazione delle azioni didattiche. Per mezzi si
intendono: la voce parlata e cantata; i suoni del corpo; i materiali e gli oggetti sonori; gli strumenti
autocostruiti; lo strumentario didattico; gli strumenti tradizionali; le tecnologie elettro-acustiche e
informatiche. Lo scopo è quello di consentire al bambino di fare musica attraverso i mezzi che sono
già a sua disposizione, e rendere la musica uno degli elementi di formazione globale della
personalità del bambino stesso, e quindi una possibilità espressiva, attraverso:
- la concretezza dell'esperienza musicale;
- l'uso degli elementi di qualsiasi attività musicale;
Tutti gli ambiti disciplinari risulteranno coinvolti nel progetto, in quanto la Musica costituisce un
campo di relazione tra le diverse discipline. Scuola ad indirizzo musicale Una particolare caratteristica della scuola media statale “paolillo” è quella rappresentata dall’indirizzo
musicale che prevede lo studio pomeridiano dei seguenti strumenti :
pianoforte– clarinetto- chitarra- oboe-violino- violoncello.
L'educazione musicale possiede, secondo i vigenti programmi ministeriali d'insegnamento, un
importantevalore formativo all'interno del curricolo della scuola secondaria di i grado, come momento di
conoscenza delpatrimonio artistico della nostra civiltà e degli altri popoli, come spazio operativo in cui
l'alunno puòmettere in gioco abilità pratiche e creative, come strumento di occasione di lettura critica del
mondo edella cultura giovanile, come crocevia interdisciplinare cui possono convergere e collegarsi tutte le
materie curricolari..
lo studio dello strumento musicale si propone le seguenti finalità:
potenziare all’interno del curricolo scolastico l’area artistico-espressiva, ricca di valenze
formative;
avviare alla pratica strumentale in un'ottica essenzialmente formativa e orientativa, coerente
con le finalità generali della scuola media;
far acquisire ai più capaci e motivati una preparazione di base che, al termine del
triennio,consenta loro la prosecuzione degli studi musicali e della pratica degli strumenti;
offrire a tutti l'opportunità di coltivare le proprie attitudini musicali e di accedere
all’esperienza di suonare uno strumento.
ai sensi della legge 28 marzo 2003, n. 53, si fa presente che dovranno essere regolarmente svolte le prove
attitudinali nei confronti dei ragazzi le cui famiglie abbiano chiesto di accedere allo specifico percorso
formativo.
LABORATORIO DI EDUCAZIONE ALLA CREATIVITA’
Fra i contenuti irrinunciabili della formazione, grande importanza è attribuita all’interazione fra i
linguaggi della mente e i linguaggi del corpo, abbattendo la tradizionale barriera fra processi
cognitivi ed emozioni. Emerge un’idea di persona, alla cui formazione e al cui equilibrio dinamico
concorrono la componente percettivo - motoria, quella logica - razionale e quella affettiva-sociale.
Ne consegue un’impostazione didattica volta a favorire l’integrazione fra le diverse matrici di cui si
compone l’esperienza quotidiana, riconoscendo pari dignità al segno di scrittura, all’immagine, al
suono, al colore, all’animazione. La finalità di fondo è l'integrazione fra le diverse componenti in
cui si articolano l’esperienza e la conoscenza con lo scopo di costruire una scuola che, nel porre su
un piano di pari dignità i diversi saperi (in quanto tutti prodotti dalla mente umana) superi le
tradizionali partizioni disciplinari. Il traguardo finale sarà un insegnamento-apprendimento
52
organizzato per temi, alla cui elaborazione concorrono diversi settori culturali secondo un approccio
multidisciplinare integrato, finalizzato a coltivare le diverse intelligenze.
I criteri fondamentali del percorso didattico progettuale, sono stati così individuati:
a) dentro la scuola : necessità di potenziare i laboratori, il loro utilizzo, la loro strumentazione
b) fuori la scuola: fruizione di offerte formative qualificate, fra le quali: l’Università, il Teatro, gli
Enti pubblici e privati, le Cooperative, le associazioni operanti sul territorio,...
I settori di intervento: teatro, musica, cinema, arte e immagine:
LABORATORIO DI LETTURA
Il progetto nasce dall’esigenza di individuare strategie e comportamenti comuni a scuola e famiglia
per trasmettere il gusto, ilpiacere e il desiderio di leggere nel bambino. Il progetto considera
l’educazione alla lettura uno dei fondamentali obiettivi formativi della scuola. “Far leggere i
bambini oggi, è una delle attività più impegnative e difficili, realizzabile soltanto se si considera la
lettura come attività libera ed avvincente. La dimensione della lettura è caratterizzata, nelle finalità
educative, dalla necessità di sviluppare la creatività, in quanto orientamento valido per l’intera
attività didattica e educativa. Essa concorre, con altre forme espressive, allo sviluppo della
personalità del bambino. Pertanto la lettura non può essere un’attività costretta e non può essere
proposta come dovere, poichè in questa prospettiva si perderebbe di vista la qualità.
Non è importante leggere molti libri, ma trovare motivi di interesse dentro il libro. Nel rapporto
bambino-lettura ha grande rilievo la figura dell’insegnante. Il suo ruolo è quello della
testimonianza: diviene il modello che col proprio esempio, dimensiona l’atteggiamento dell’alunno.
Il piacere di leggere si origina quindi dall’ascolto per poi concretizzarsi nella pratica. Anche quando
i bambini abbiano assunto atteggiamenti positivi nei confronti della lettura, senza assolvere a
obblighi e doveri il compito dell’insegnante non deve cambiare prospettiva. L’amore per la lettura è
l’affermazione di un valore, e i valori non s’insegnano, si trasmettono.
La lettura come gioco. La lettura ha bisogno di assumere un aspetto che la caratterizzi quello del
gioco, dovrebbe essere per il bambini una di quelle attività “proibite”, come ad esempio le figurine
e i vari pupazzetti. La lettura è parte della sfera ludica quando si pone in una condizione di libera
scelta, anzi diviene un’attività che soddisfa la propria immaginazione, che ricrea altri mondi.
L’approccio alla lettura nell’ottica del piacere ha nel gioco il suo fondamento.
LABORATORIO DI DIDATTICA DELLA STORIA
“IL NOVECENTO”
Il Progetto di storia intende far conoscere i più importanti eventi dell’ultimo secolo introducendo la
storia del ‘900 in continuo riferimento e in stretto rapporto con la concreta realtà in cui sono inseriti
i bambini. Partendo ”dal presente e dal vicino” il progetto intende contribuire a far uscire la storia
insegnata dalla concezione tradizionale, che ha visto tale disciplina come materia di pura
trasmissione delle conoscenze relegando gli alunni ad una sostanziale passività. Il Progetto ha lo
scopo di diffondere un nuovo modo di far storia, attraverso la didattica laboratoriale e la
metodologia della ricerca, abbandonando il vincolante impianto cronologico e la concezione di
storia come pura sequenza di avvenimenti, fatti politici e istituzionali.
L’attività sarà svolta in modalità laboratoriale. Sono previste rappresentazioni teatrali e incontri con
testimoni privilegiati.
Uscite, visite guidate, proiezioni di documentari e film, arricchiranno l’esperienza educativa
rendendola più interessante.
La gestione degli spazi
Tutti gli spazi, interni ed esterni ai vari edifici, vanno utilizzati innanzitutto in funzione delle
esigenze organizzativo - didattiche delle classi e degli alunni ed estesa alla comunità scolastica che
ne fa richiesta. I criteri di assegnazione delle aule sono i seguenti: contiguità spaziale delle classi
parallele, compatibilmente alla dislocazione delle aule stesse; aule più accessibili a classi ospitanti
alunni diversamente abili, in presenza di handicap motorio; aule più ampie per le classi di tempo
53
pieno. I laboratori sono allestiti in locali idonei. Le sale di deposito per sussidi, gli archivi e altri
locali simili saranno ricavate negli ambienti meno spaziosi.
Data delle votazioni annuali
Per le votazioni per i rinnovi degli OO.CC. a durata annuale, salvo diversa disposizione ministeriale
viene fissata, dal Consiglio di Circolo, una settimana del mese di ottobre il martedì per la Scuola
dell’infanzia e il giovedì per la Primaria.
La valutazione del servizio scolastico
Il regime di autonomia con lo spostamento dei luoghi delle responsabilità dagli organismi centrali
alla scuola impone un processo di autoanalisi continua che deve servire soprattutto a indirizzare
l’azione al soddisfacimento delle attese dei genitori, dei ragazzi e degli operatori scolastici. Da qui
l’esigenza di valutare i processi attuati dalla scuola a partire dal presente Piano dell’Offerta
Formativa ma comprendendo anche gli aspetti didattici, amministrativi e logistici, con strumenti
quanto più possibile scientifici.
Deliberato dal Collegio dei Docenti
In data
Adottato dal Consiglio di Circolo
In data
ALLEGATO N° 1 COMPETENZE CHIAVE
Il sistema scolastico italiano assume come orizzonte di riferimento verso cui tendere il quadro delle
competenze-chiave per l'apprendimento permanente definite dal Parlamento europeo e dal
Consiglio dell'Unione europea (Raccomandazione del 18 dicembre 2006*) che sono:
1) comunicazione nella madrelingua;
2) comunicazione nelle lingue straniere;
3) competenza matematica e competenze di base in scienza e tecnologia;
4) competenza digitale;
5) imparare a imparare;
6) competenze sociali e civiche;
7) spirito di iniziativa e imprenditorialità;
8) consapevolezza ed espressione culturale.
*Si riporta di seguito la definizione ufficiale delle otto competenze-chiave (Raccomandazione del
Parlamento Europeo
e del Consiglio del 18 dicembre 2006 (2006/962/CE)).
La comunicazione nella madrelingua è la capacità di esprimere e interpretare concetti, pensieri,
sentimenti, fatti e opinioni in forma sia orale sia scritta (comprensione orale, espressione orale,
comprensione scritta ed espressione scritta) e di interagire adeguatamente e in modo creativo sul
piano linguistico in un'intera gamma di contesti culturali e sociali, quali istruzione e formazione,
lavoro, vita domestica e tempo libero.
La comunicazione nelle lingue straniere condivide essenzialmente le principali abilità richieste
per la comunicazione nella madrelingua. La comunicazione nelle lingue straniere richiede anche
abilità quali la mediazione e la comprensione interculturale. Il livello di padronanza di un individuo
varia inevitabilmente tra le quattro dimensioni (comprensione orale, espressione orale,
comprensione scritta ed espressione scritta) e tra le diverse lingue e a seconda del suo retroterra
sociale e culturale, del suo ambiente e delle sue esigenze ed interessi.
La competenza matematica è l'abilità di sviluppare e applicare il pensiero matematico per
risolvere una serie di problemi in situazioni quotidiane. Partendo da una solida padronanza delle
competenze aritmetico-matematiche, l'accento è posto sugli aspetti del processo e dell'attività oltre
che su quelli della conoscenza. La competenza matematica comporta, in misura variabile, la
54
capacità e la disponibilità a usare modelli matematici di pensiero (pensiero logico e spaziale) e di
presentazione (formule, modelli, schemi, grafici, rappresentazioni). La competenza in campo
scientifico si riferisce alla capacità e alla disponibilità a usare l'insieme delle conoscenze e delle
metodologie possedute per spiegare il mondo che ci circonda sapendo identificare le problematiche
e traendo le conclusioni che siano basate su fatti comprovati. La competenza in campo tecnologico
è considerata l'applicazione di tale conoscenza e metodologia per dare risposta ai desideri o bisogni
avvertiti dagli esseri umani. La competenza in campo scientifico e tecnologico comporta la
comprensione dei cambiamenti determinati dall'attività umana e la consapevolezza della
responsabilità di ciascun cittadino.
La competenza digitale consiste nel saper utilizzare con dimestichezza e spirito critico le
tecnologie della società dell'informazione per il lavoro, il tempo libero e la comunicazione. Essa
implica abilità di base nelle tecnologie dell'informazione e della comunicazione (TIC): l'uso del
computer per reperire, valutare, conservare, produrre, presentare e scambiare informazioni nonché
per comunicare e partecipare a reti collaborative tramite Internet.
Imparare a imparare è l'abilità di perseverare nell'apprendimento, di organizzare il proprio
apprendimento anche mediante una gestione efficace del tempo e delle informazioni, sia a livello
individuale che in gruppo. Questa competenza comprende la consapevolezza del proprio processo
di apprendimento e dei propri bisogni, l'identificazione delle opportunità disponibili e la capacità di
sormontare gli ostacoli per apprendere in modo efficace. Questa competenza comporta
l'acquisizione, l'elaborazione e l'assimilazione di nuove conoscenze e abilità come anche la ricerca e
l'uso delle opportunità di orientamento. Il fatto di imparare a imparare fa sì che i discenti prendano
le mosse da quanto hanno appreso in precedenza e dalle loro esperienze di vita per usare e applicare
conoscenze e abilità in tutta una serie di contesti: a casa, sul lavoro, nell'istruzione e nella
formazione. La motivazione e la fiducia sono elementi essenziali perché una persona possa
acquisire tale competenza.
Le competenze sociali e civiche includono competenze personali, interpersonali e interculturali e
riguardano tutte le forme di comportamento che consentono alle persone di partecipare in modo
efficace e costruttivo alla vita sociale e lavorativa, in particolare alla vita in società sempre più
diversificate, come anche a risolvere i conflitti ove ciò sia necessario.
La competenza civica dota le persone degli strumenti per partecipare appieno alla vita civile grazie
alla conoscenza dei concetti e delle strutture sociopolitici e all'impegno a una partecipazione attiva e
democratica.
Il senso di iniziativa e l'imprenditorialità concernono la capacità di una persona di tradurre le
idee in azione. In ciò rientrano la creatività, l'innovazione e l'assunzione di rischi, come anche la
capacità di pianificare e di gestire progetti per raggiungere obiettivi. È una competenza che aiuta gli
individui, non solo nella loro vita quotidiana, nella sfera domestica e nella società, ma anche nel
posto di lavoro, ad avere consapevolezza del contesto in cui operano e a poter cogliere le
opportunità che si offrono ed è un punto di partenza per le abilità e le conoscenze più specifiche di
cui hanno bisogno coloro che avviano o contribuiscono ad un'attività sociale o commerciale. Essa
dovrebbe includere la consapevolezza dei valori etici e promuovere il buon governo.
Consapevolezza ed espressione culturale riguarda l'importanza dell'espressione creativa di idee,
esperienze ed emozioni in un'ampia varietà di mezzi di comunicazione, compresi la musica, le arti
dello spettacolo, la letteratura e le arti visive.
Queste sono il punto di arrivo odierno di un vasto confronto scientifico e culturale sulle competenze
utili per la vita al quale l'Italia ha attivamente partecipato. L'impegno a far conseguire tali
competenze a tutti i cittadini europei di qualsiasi età, indipendentemente dalle caratteristiche proprie
di ogni sistema scolastico nazionale, non implica da parte degli Stati aderenti all'Unione europea
l'adozione di ordinamenti e curricoli scolastici conformi ad uno stesso modello. Al contrario, la
diversità di obiettivi specifici, di contenuti e di metodi di insegnamento, così come le differenze
storiche e culturali di ogni paese, pur orientati verso le stesse competenze generali, favoriscono
l'espressione di una pluralità di modi di sviluppare e realizzare tali competenze.
55
ALLEGATO N° 3 (Traguardi per lo sviluppo della competenza nella Scuola dell’infanzia)
Il sé e l'altro
Il bambino gioca in modo costruttivo e creativo con gli altri, sa argomentare, confrontarsi, sostenere
le proprie ragioni con
adulti e bambini.
Sviluppa il senso dell'identità personale, percepisce le proprie esigenze e i propri sentimenti, sa
esprimerli in modo sempre
più adeguato.
Sa di avere una storia personale e familiare, conosce le tradizioni della famiglia, della comunità e le
mette a confronto con
altre.
Riflette, si confronta, discute con gli adulti e con gli altri bambini e comincia e riconoscere la
reciprocità di attenzione tra chi
parla e chi ascolta.
Pone domande sui temi esistenziali e religiosi, sulle diversità culturali, su ciò che è bene o male,
sulla giustizia, e ha
raggiunto una prima consapevolezza dei propri diritti e doveri, delle regole del vivere insieme.
Si orienta nelle prime generalizzazioni di passato, presente, futuro e si muove con crescente
sicurezza e autonomia negli
spazi che gli sono familiari, modulando progressivamente voce e movimento anche in rapporto con
gli altri e con le regole
condivise.
Riconosce i più importanti segni della sua cultura e del territorio, le istituzioni, i servizi pubblici, il
funzionamento delle
piccole comunità e della città.
Il corpo e il movimento
Il bambino vive pienamente la propria corporeità, ne percepisce il potenziale comunicativo ed
espressivo, matura condotte
che gli consentono una buona autonomia nella gestione della giornata a scuola.
Riconosce i segnali e i ritmi del proprio corpo, le differenze sessuali e di sviluppo e adotta pratiche
corrette di cura di sé, di
igiene e di sana alimentazione.
Prova piacere nel movimento e sperimenta schemi posturali e motori, li applica nei giochi
individuali e di gruppo, anche con
l'uso di piccoli attrezzi ed è in grado di adattarli alle situazioni ambientali all'interno della scuola e
all'aperto.
Controlla l'esecuzione del gesto, valuta il rischio, interagisce con gli altri nei giochi di movimento,
nella danza, nella
comunicazione espressiva. Riconosce il proprio corpo, le sue diverse parti e rappresenta il corpo
fermo e in movimento.
Immagini, suoni, colori
Il bambino comunica, esprime emozioni, racconta, utilizzando le varie possibilità che il linguaggio
del corpo consente.
Inventa storie e sa esprimerle attraverso la drammatizzazione, il disegno, la pittura e altre attività
manipolative; utilizza
materiali e strumenti, tecniche espressive e creative; esplora le potenzialità offerte dalle tecnologie.
Segue con curiosità e piacere spettacoli di vario tipo (teatrali, musicali, visivi, di animazione ...);
sviluppa interesse per
l'ascolto della musica e per la fruizione di opere d'arte.
Scopre il paesaggio sonoro attraverso attività di percezione e produzione musicale utilizzando voce,
corpo e oggetti.
56
Sperimenta e combina elementi musicali di base, producendo semplici sequenze sonoro-musicali.
Esplora i primi alfabeti musicali, utilizzando anche i simboli di una notazione informale per
codificare i suoni percepiti e
riprodurli.
I discorsi e le parole
Il bambino usa la lingua italiana, arricchisce e precisa il proprio lessico, comprende parole e
discorsi, fa ipotesi sui significati.
Sa esprimere e comunicare agli altri emozioni, sentimenti, argomentazioni attraverso il linguaggio
verbale che utilizza in
differenti situazioni comunicative.
Sperimenta rime, filastrocche, drammatizzazioni; inventa nuove parole, cerca somiglianze e
analogie tra i suoni e i
significati.
Ascolta e comprende narrazioni, racconta e inventa storie, chiede e offre spiegazioni, usa il
linguaggio per progettare attività
e per definirne regole.
Ragiona sulla lingua, scopre la presenza di lingue diverse, riconosce e sperimenta la pluralità dei
linguaggi, si misura con la
creatività e la fantasia.
Si avvicina alla lingua scritta, esplora e sperimenta prime forme di comunicazione attraverso la
scrittura, incontrando anche
le tecnologie digitali e i nuovi media.
La conoscenza del mondo. Oggetti, fenomeni, viventi. Numero e spazio
Il bambino raggruppa e ordina oggetti e materiali secondo criteri diversi, ne identifica alcune
proprietà, confronta e valuta
quantità; utilizza simboli per registrarle; esegue misurazioni usando strumenti alla sua portata.
Sa collocare le azioni quotidiane nel tempo della giornata e della settimana.
Riferisce correttamente eventi del passato recente; sa dire cosa potrà succedere in un futuro
immediato e prossimo.
Osserva con attenzione il suo corpo, gli organismi viventi e i loro ambienti, i fenomeni naturali,
accorgendosi dei loro
cambiamenti.
Si interessa a macchine e strumenti tecnologici, sa scoprirne le funzioni e i possibili usi.
Ha familiarità sia con le strategie del contare e dell'operare con i numeri sia con quelle necessarie
per eseguire le prime
misurazioni di lunghezze, pesi, e altre quantità.
Individua le posizioni di oggetti e persone nello spazio, usando termini come avanti/dietro,
sopra/sotto, destra/sinistra, ecc;
segue correttamente un percorso sulla base di indicazioni verbali.
Sa raccontare, narrare, descrivere situazioni ed esperienze vissute, comunica e si esprime con una
pluralità di linguaggi,
utilizza con sempre maggiore proprietà la lingua italiana.
Padroneggia prime abilità di tipo logico, inizia ad interiorizzare le coordinate spazio-temporali e ad
orientarsi nel mondo dei
simboli, delle rappresentazioni, dei media, delle tecnologie.
Rileva le caratteristiche principali di eventi, oggetti, situazioni, formula ipotesi, ricerca soluzioni a
situazioni problematiche
di vita quotidiana.
È attento alle consegne, si appassiona, porta a termine il lavoro, diventa consapevole dei processi
realizzati e li documenta.
57
Si esprime in modo personale, con creatività e partecipazione, è sensibile alla pluralità di culture,
lingue, esperienze.
ALLEGATO N° 4 (Traguardi per lo sviluppo delle competenze al termine della scuola
primaria.
Obiettivi di apprendimento al termine della classe terza e quinta della scuola primaria
Obiettivi minimi di apprendimento alla fine della classe III e V)
Traguardi per lo sviluppo delle competenze al termine della scuola primaria.
L'allievo partecipa a scambi comunicativi (conversazione, discussione di classe o di gruppo) con
compagni e insegnanti rispettando il turno e formulando messaggi chiari e pertinenti, in un registro
il più possibile adeguato alla situazione.
Ascolta e comprende testi orali "diretti" o "trasmessi" dai media cogliendone il senso, le
informazioni principali e lo scopo.
Legge e comprende testi di vario tipo, continui e non continui, ne individua il senso globale e le
informazioni principali, utilizzando strategie di lettura adeguate agli scopi.
Utilizza abilità funzionali allo studio: individua nei testi scritti informazioni utili per
l'apprendimento di un argomento dato e le mette in relazione; le sintetizza, in funzione anche
dell'esposizione orale; acquisisce un primo nucleo di terminologia specifica.
Legge testi di vario genere facenti parte della letteratura per l'infanzia, sia a voce alta sia in lettura
silenziosa e autonoma e formula su di essi giudizi personali.
Scrive testi corretti nell'ortografia, chiari e coerenti, legati all'esperienza e alle diverse occasioni di
scrittura che la scuola offre; rielabora testi parafrasandoli, completandoli, trasformandoli.
Capisce e utilizza nell'uso orale e scritto i vocaboli fondamentali e quelli di alto uso; capisce e
utilizza i più frequenti termini specifici legati alle discipline di studio.
Riflette sui testi propri e altrui per cogliere regolarità morfosintattiche e caratteristiche del lessico;
riconosce che le diverse scelte linguistiche sono correlate alla varietà di situazioni comunicative.
È consapevole che nella comunicazione sono usate varietà diverse di lingua e lingue differenti
(plurilinguismo).
Padroneggia e applica in situazioni diverse le conoscenze fondamentali relative all'organizzazione
logico-sintattica della frase semplice, alle parti del discorso (o categorie lessicali) e ai principali
connettivi.;
Obiettivi di apprendimento al termine della classe terza della scuola primaria
Ascolto e parlato
- Prendere la parola negli scambi comunicativi (dialogo, conversazione, discussione) rispettando i
turni di parola.
- Comprendere l'argomento e le informazioni principali di discorsi affrontati in classe.
- Ascoltare testi narrativi ed espositivi mostrando di saperne cogliere il senso globale e riesporli in
modo comprensibile a chi ascolta.
- Comprendere e dare semplici istruzioni su un gioco o un'attività conosciuta.
- Raccontare storie personali o fantastiche rispettando l'ordine cronologico ed esplicitando le
informazioni necessarie perché il racconto sia chiaro per chi ascolta.
- Ricostruire verbalmente le fasi di un'esperienza vissuta a scuola o in altri contesti.
Lettura
- Padroneggiare la lettura strumentale (di decifrazione) sia nella modalità ad alta voce, curandone
l'espressione, sia in quella silenziosa.
- Prevedere il contenuto di un testo semplice in base ad alcuni elementi come il titolo e le immagini;
comprendere il significato di parole non note in base al testo.
- Leggere testi (narrativi, descrittivi, informativi) cogliendo l'argomento di cui si parla e
individuando le informazioni principali e le loro relazioni.
- Comprendere testi di tipo diverso, continui e non continui, in vista di scopi pratici, di
intrattenimento e di svago.
58
- Leggere semplici e brevi testi letterari, sia poetici sia narrativi, mostrando di saperne cogliere il
senso globale.
- Leggere semplici testi di divulgazione per ricavarne informazioni utili ad ampliare conoscenze su
temi noti.
Scrittura
- Acquisire le capacità manuali, percettive e cognitive necessarie per l'apprendimento della scrittura.
- Scrivere sotto dettatura curando in modo particolare l'ortografia.
-Produrre semplici testi funzionali, narrativi e descrittivi legati a scopi concreti (per utilità
personale, per comunicare con altri, per ricordare, ecc.) e connessi con situazioni quotidiane
(contesto scolastico e/o familiare).
- Comunicare con frasi semplici e compiute, strutturate in brevi testi che rispettino le convenzioni
ortografiche e di interpunzione.
- Comprendere in brevi testi il significato di parole non note basandosi sia sul contesto sia sulla
conoscenza intuitiva delle famiglie di parole.
- Ampliare il patrimonio lessicale attraverso esperienze scolastiche ed extrascolastiche e attività di
interazione orale e di lettura.
- Usare in modo appropriato le parole man mano apprese.
- Effettuare semplici ricerche su parole ed espressioni presenti nei testi, per ampliare il lessico d'uso.
Acquisizione ed espansione del lessico ricettivo e produttivo. Elementi di grammatica esplicita e
riflessione sugli usi della lingua
- Confrontare testi per coglierne alcune caratteristiche specifiche (ad es. maggiore o minore
efficacia comunicativa, differenze tra testo orale e testo scritto, ecc.).
- Riconoscere se una frase è o no completa, costituita cioè dagli elementi essenziali (soggetto,
verbo, complementi necessari).
- Prestare attenzione alla grafia delle parole nei testi e applicare le conoscenze ortografiche nella
propria produzione scritta.
Obiettivi di apprendimento al termine della classe quinta della scuola primaria
Ascolto e parlato
- Interagire in modo collaborativo in una conversazione, in una discussione, in un dialogo su
argomenti di esperienza diretta, formulando domande, dando risposte e fornendo spiegazioni ed
esempi.
- Comprendere il tema e le informazioni essenziali di un'esposizione (diretta o trasmessa);
comprendere lo scopo e l'argomento di messaggi trasmessi dai media (annunci, bollettini ...).
- Formulare domande precise e pertinenti di spiegazione e di approfondimento durante o dopo
l'ascolto.
- Comprendere consegne e istruzioni per l'esecuzione di attività scolastiche ed extrascolastiche.
- Cogliere in una discussione le posizioni espresse dai compagni ed esprimere la propria opinione su
un argomento in modo chiaro e pertinente.
- Raccontare esperienze personali o storie inventate organizzando il racconto in modo chiaro,
rispettando l'ordine cronologico e logico e inserendo gli opportuni elementi descrittivi e informativi.
- Organizzare un semplice discorso orale su un tema affrontato in classe con un breve intervento
preparato in precedenza o un'esposizione su un argomento di studio utilizzando una scaletta.
Lettura
- Impiegare tecniche di lettura silenziosa e di lettura espressiva ad alta voce.
- Usare, nella lettura di vari tipi di testo, opportune strategie per analizzare il contenuto; porsi
domande all'inizio e durante la lettura del testo; cogliere indizi utili a risolvere i nodi della
comprensione.
- Sfruttare le informazioni della titolazione, delle immagini e delle didascalie per farsi un'idea del
testo che si intende leggere.
- Leggere e confrontare informazioni provenienti da testi diversi per farsi un'idea di un argomento,
per trovare spunti a partire dai quali parlare o scrivere.
59
- Ricercare informazioni in testi di diversa natura e provenienza (compresi moduli, orari, grafici,
mappe ecc.) per scopi pratici o conoscitivi, applicando tecniche di supporto alla comprensione
(quali, ad esempio, sottolineare, annotare informazioni, costruire mappe e schemi ecc.).
- Seguire istruzioni scritte per realizzare prodotti, per regolare comportamenti, per svolgere
un'attività, per realizzare un procedimento.
- Leggere testi narrativi e descrittivi, sia realistici sia fantastici, distinguendo l'invenzione letteraria
dalla realtà.
- Leggere testi letterari narrativi, in lingua italiana contemporanea, e semplici testi poetici
cogliendone il senso, le caratteristiche formali più evidenti, l'intenzione comunicativa dell'autore ed
esprimendo un motivato parere personale.
Scrittura
- Raccogliere le idee, organizzarle per punti, pianificare la traccia di un racconto o di un'esperienza.
- Produrre racconti scritti di esperienze personali o vissute da altri che contengano le informazioni
essenziali relative a persone, luoghi, tempi, situazioni, azioni.
- Scrivere lettere indirizzate a destinatari noti, lettere aperte o brevi articoli di cronaca per il
giornalino scolastico o per il sito web della scuola, adeguando il testo ai destinatari e alle situazioni.
- Esprimere per iscritto esperienze, emozioni, stati d'animo sotto forma di diario.
- Rielaborare testi (ad esempio: parafrasare o riassumere un testo, trasformarlo, completarlo) e
redigerne di nuovi, anche utilizzando programmi di videoscrittura.
- Scrivere semplici testi regolativi o progetti schematici per l'esecuzione di attività (ad esempio:
regole di gioco, ricette, ecc.).
- Realizzare testi collettivi per relazionare su esperienze scolastiche e argomenti di studio.
- Produrre testi creativi sulla base di modelli dati (filastrocche, racconti brevi, poesie).
- Sperimentare liberamente, anche con l'utilizzo del computer, diverse forme di scrittura, adattando
il lessico, la struttura del testo, l'impaginazione, le soluzioni grafiche alla forma testuale scelta e
integrando eventualmente il testo verbale con materiali multimediali.
- Produrre testi sostanzialmente corretti dal punto di vista ortografico, morfosintattico, lessicale,
rispettando le funzioni sintattiche dei principali segni interpuntivi.
Acquisizione ed espansione del lessico ricettivo e produttivo
- Comprendere ed utilizzare in modo appropriato il lessico di base (parole del vocabolario
fondamentale e di quello ad alto uso).
- Arricchire il patrimonio lessicale attraverso attività comunicative orali, di lettura e di scrittura e
attivando la conoscenza delle principali relazioni di significato tra le parole (somiglianze,
differenze, appartenenza a un campo semantico).
- Comprendere che le parole hanno diverse accezioni e individuare l'accezione specifica di una
parola in un testo.
- Comprendere, nei casi più semplici e frequenti, l'uso e il significato figurato delle parole.
- Comprendere e utilizzare parole e termini specifici legati alle discipline di studio.
- Utilizzare il dizionario come strumento di consultazione.
Elementi di grammatica esplicita e riflessione sugli usi della lingua
- Relativamente a testi o in situazioni di esperienza diretta, riconoscere la variabilità della lingua nel
tempo e nello spazio geografico, sociale e comunicativo.
- Conoscere i principali meccanismi di formazione delle parole (parole semplici, derivate,
composte).
- Comprendere le principali relazioni di significato tra le parole (somiglianze, differenze,
appartenenza a un campo semantico).
- Riconoscere la struttura del nucleo della frase semplice (la cosiddetta frase minima): predicato,
soggetto, altri elementi richiesti dal verbo.
- Riconoscere in una frase o in un testo le parti del discorso, o categorie lessicali, riconoscerne i
principali tratti grammaticali;
-Riconoscere le congiunzioni di uso più frequente (come e, ma, infatti, perché, quando)
60
- Conoscere le fondamentali convenzioni ortografiche e servirsi di questa conoscenza per rivedere
la propria produzione scritta e correggere eventuali errori.
Lingua inglese
Traguardi per lo sviluppo delle competenze al termine della scuola primaria.
L'alunno comprende brevi messaggi orali e scritti relativi ad ambiti familiari.
Descrive oralmente e per iscritto, in modo semplice, aspetti del proprio vissuto e del proprio
ambiente ed elementi che si riferiscono a bisogni immediati.
Interagisce nel gioco; comunica in modo comprensibile, anche con espressioni e frasi memorizzate,
in scambi di informazioni semplici e di routine.
Svolge i compiti secondo le indicazioni date in lingua straniera dall'insegnante, chiedendo
eventualmente spiegazioni.
Individua alcuni elementi culturali e coglie rapporti tra forme linguistiche e usi della lingua
straniera.
Obiettivi di apprendimento al termine della classe terza della scuola primaria
Ascolto (comprensione orale)
- Comprendere vocaboli, istruzioni, espressioni e frasi di uso quotidiano, pronunciati chiaramente e
lentamente relativi a se stesso, ai compagni, alla famiglia.
Parlato (produzione e interazione orale)
- Produrre frasi significative riferite ad oggetti, luoghi, persone, situazioni note.
- Interagire con un compagno per presentarsi e/o giocare, utilizzando espressioni e frasi
memorizzate adatte alla situazione.
Lettura (comprensione scritta)
- Comprendere cartoline, biglietti e brevi messaggi, accompagnati preferibilmente da supporti visivi
o sonori, cogliendo parole e frasi già acquisite a livello orale.
Scrittura (produzione scritta)
- Scrivere parole e semplici frasi di uso quotidiano attinenti alle attività svolte in classe e ad
interessi personali e del gruppo.
Obiettivi di apprendimento al termine della classe quinta della scuola primaria
Ascolto (comprensione orale)
- Comprendere brevi dialoghi, istruzioni, espressioni e frasi di uso quotidiano se pronunciate
chiaramente e identificare il tema generale di un discorso in cui si parla di argomenti conosciuti.
- Comprendere brevi testi multimediali identificandone parole chiave e il senso generale.
Parlato (produzione e interazione orale)
- Descrivere persone, luoghi e oggetti familiari utilizzando parole e frasi già incontrate ascoltando
e/o leggendo.
- Riferire semplici informazioni afferenti alla sfera personale, integrando il significato di ciò che si
dice con mimica e gesti.
- Interagire in modo comprensibile con un compagno o un adulto con cui si ha familiarità,
utilizzando espressioni e frasi adatte alla situazione.
Lettura (comprensione scritta)
- Leggere e comprendere brevi e semplici testi, accompagnati preferibilmente da supporti visivi,
cogliendo il loro significato globale e identificando parole e frasi familiari.
Scrittura (produzione scritta)
- Scrivere in forma comprensibile messaggi semplici e brevi per presentarsi, per fare gli auguri, per
ringraziare o invitare qualcuno, per chiedere o dare notizie, ecc.
Riflessione sulla lingua e sull'apprendimento
- Osservare coppie di parole simili come suono e distinguerne il significato.
- Osservare parole ed espressioni nei contesti d'uso e coglierne i rapporti di significato.
- Osservare la struttura delle frasi e mettere in relazione costrutti e intenzioni comunicative.
- Riconoscere che cosa si è imparato e che cosa si deve imparare.
Storia
61
Traguardi per lo sviluppo delle competenze al termine della scuola primaria
L'alunno riconosce elementi significativi del passato del suo ambiente di vita.
Riconosce e esplora in modo via via più approfondito le tracce storiche presenti nel territorio e
comprende l'importanza del patrimonio artistico e culturale.
Usa la linea del tempo per organizzare informazioni, conoscenze, periodi e individuare successioni,
contemporaneità, durate, periodizzazioni.
Individua le relazioni tra gruppi umani e contesti spaziali.
Organizza le informazioni e le conoscenze, tematizzando e usando le concettualizzazioni pertinenti.
Comprende i testi storici proposti e sa individuarne le caratteristiche.
Usa carte geo-storiche, anche con l'ausilio di strumenti informatici.
Racconta i fatti studiati e sa produrre semplici testi storici, anche con risorse digitali.
Comprende avvenimenti, fatti e fenomeni delle società e civiltà che hanno caratterizzato la storia
dell'umanità dal paleolitico alla fine del mondo antico con possibilità di apertura e di confronto con
la contemporaneità.
Comprende aspetti fondamentali del passato dell'Italia dal paleolitico alla fine dell'impero romano
d'Occidente, con possibilità di apertura e di confronto con la contemporaneità.
Obiettivi di apprendimento al termine della classe terza della scuola primaria
Uso delle fonti
- Individuare le tracce e usarle come fonti per produrre conoscenze sul proprio passato, della
generazione degli adulti e della comunità di appartenenza.
- Ricavare da fonti di tipo diverso informazioni e conoscenze su aspetti del passato.
Organizzazione delle informazioni
- Rappresentare graficamente e verbalmente le attività, i fatti vissuti e narrati.
- Riconoscere relazioni di successione e di contemporaneità, durate, periodi, cicli temporali,
mutamenti, in fenomeni ed esperienze vissute e narrate.
- Comprendere la funzione e l'uso degli strumenti convenzionali per la misurazione e la
rappresentazione del tempo (orologio, calendario, linea temporale ...).
Strumenti concettuali
- Seguire e comprendere vicende storiche attraverso l'ascolto o lettura di testi dell'antichità, di
storie, racconti, biografie di grandi del passato.
- Organizzare le conoscenze acquisite in semplici schemi temporali.
- Individuare analogie e differenze attraverso il confronto tra quadri storico-sociali diversi, lontani
nello spazio e nel tempo.
Produzione scritta e orale
- Rappresentare conoscenze e concetti appresi mediante grafismi, disegni, testi scritti e con risorse
digitali.
- Riferire in modo semplice e coerente le conoscenze acquisite.
Obiettivi di apprendimento al termine della classe quinta della scuola primaria
Uso delle fonti
- Produrre informazioni con fonti di diversa natura utili alla ricostruzione di un fenomeno storico.
- Rappresentare, in un quadro storico-sociale, le informazioni che scaturiscono dalle tracce del
passato presenti sul territorio vissuto.
Organizzazione delle informazioni
- Leggere una carta storico-geografica relativa alle civiltà studiate.
- Usare cronologie e carte storico-geografiche per rappresentare le conoscenze.
- Confrontare i quadri storici delle civiltà affrontate.
Strumenti concettuali
- Usare il sistema di misura occidentale del tempo storico (avanti Cristo - dopo Cristo) e
comprendere i sistemi di misura del tempo storico di altre civiltà.
- Elaborare rappresentazioni sintetiche delle società studiate, mettendo in rilievo le relazioni fra gli
elementi caratterizzanti.
62
Produzione scritta e orale
- Confrontare aspetti caratterizzanti le diverse società studiate anche in rapporto al presente.
- Ricavare e produrre informazioni da grafici, tabelle, carte storiche, reperti iconografici e
consultare testi di genere diverso, manualistici e non, cartacei e digitali.
- Esporre con coerenza conoscenze e concetti appresi, usando il linguaggio specifico della
disciplina.
- Elaborare in testi orali e scritti gli argomenti studiati, anche usando risorse digitali.
Geografia
Traguardi per lo sviluppo delle competenze al termine della scuola primaria
L'alunno si orienta nello spazio circostante e sulle carte geografiche, utilizzando riferimenti
topologici e punti cardinali.
Utilizza il linguaggio della geo-graficità per interpretare carte geografiche e globo terrestre,
realizzare semplici schizzi cartografici e carte tematiche, progettare percorsi e itinerari di viaggio.
Ricava informazioni geografiche da una pluralità di fonti (cartografiche e satellitari, tecnologie
digitali, fotografiche, artistico-letterarie).
Riconosce e denomina i principali "oggetti" geografici fisici (fiumi, monti, pianure, coste, colline,
laghi, mari, oceani, ecc.)
Individua i caratteri che connotano i paesaggi (di montagna, collina, pianura, vulcanici, ecc.) con
particolare attenzione a quelli italiani, e individua analogie e differenze con i principali paesaggi
europei e di altri continenti.
Coglie nei paesaggi mondiali della storia le progressive trasformazioni operate dall'uomo sul
paesaggio naturale.
Si rende conto che lo spazio geografico è un sistema territoriale, costituito da elementi fisici e
antropici legati da rapporti di connessione e/o di interdipendenza.
Obiettivi di apprendimento al termine della classe terza della scuola primaria
Orientamento
- Muoversi consapevolmente nello spazio circostante, orientandosi attraverso punti di riferimento,
utilizzando gli indicatori topologici (avanti, dietro, sinistra, destra, ecc.) e le mappe di spazi noti che
si formano nella mente (carte mentali).
Linguaggio della geo-graficità
- Rappresentare in prospettiva verticale oggetti e ambienti noti (pianta dell'aula, ecc.) e tracciare
percorsi effettuati nello spazio circostante.
- Leggere e interpretare la pianta dello spazio vicino.
Paesaggio
- Conoscere il territorio circostante attraverso l'approccio percettivo e l'osservazione diretta.
- Individuare e descrivere gli elementi fisici e antropici che caratterizzano i paesaggi dell'ambiente
di vita della propria regione.
Regione e sistema territoriale
- Comprendere che il territorio è uno spazio organizzato e modificato dalle attività umane.
- Riconoscere, nel proprio ambiente di vita, le funzioni dei vari spazi e le loro connessioni, gli
interventi positivi e negativi dell'uomo e progettare soluzioni, esercitando la cittadinanza attiva.
Obiettivi di apprendimento al termine della classe quinta della scuola primaria
Orientamento
- Orientarsi utilizzando la bussola e i punti cardinali anche in relazione al Sole.
- Estendere le proprie carte mentali al territorio italiano, all'Europa e ai diversi continenti, attraverso
gli strumenti dell'osservazione indiretta (filmati e fotografie, documenti cartografici, immagini da
telerilevamento, elaborazioni digitali, ecc.).
Linguaggio della geo-graficità
- Analizzare i principali caratteri fisici del territorio, fatti e fenomeni locali e globali, interpretando
carte geografiche di diversa scala, carte tematiche, grafici, elaborazioni digitali, repertori statistici
relativi a indicatori socio-demografici ed economici.
63
- Localizzare sulla carta geografica dell'Italia le regioni fisiche, storiche e amministrative;
localizzare sul planisfero e sul globo la posizione dell'Italia in Europa e nel mondo.
- Localizza le regioni fisiche principali e i grandi caratteri dei diversi continenti e degli oceani.
Paesaggio
- Conoscere gli elementi che caratterizzano i principali paesaggi italiani, europei e mondiali,
individuando le analogie e le differenze (anche in relazione ai quadri socio-storici del passato) e gli
elementi di particolare valore ambientale e culturale da tutelare e valorizzare.
Regione e sistema territoriale
- Acquisire il concetto di regione geografica (fisica, climatica, storico-culturale, amministrativa) e
utilizzarlo a partire dal contesto italiano.
- Individuare problemi relativi alla tutela e valorizzazione del patrimonio naturale e culturale,
proponendo soluzioni idonee nel proprio contesto di vita.
Matematica
Traguardi per lo sviluppo delle competenze al termine della scuola primaria
L'alunno si muove con sicurezza nel calcolo scritto e mentale con i numeri naturali e sa valutare
l'opportunità di ricorrere a una calcolatrice.
Riconosce e rappresenta forme del piano e dello spazio, relazioni e strutture che si trovano in natura
o che sono state create dall'uomo.
Descrive, denomina e classifica figure in base a caratteristiche geometriche, ne determina misure,
progetta e costruisce modelli concreti di vario tipo.
Utilizza strumenti per il disegno geometrico (riga, compasso, squadra) e i più comuni strumenti di
misura (metro, goniometro...).
Ricerca dati per ricavare informazioni e costruisce rappresentazioni (tabelle e grafici). Ricava
informazioni anche da dati rappresentati in tabelle e grafici
Riconosce e quantifica, in casi semplici, situazioni di incertezza.
Legge e comprende testi che coinvolgono aspetti logici e matematici.
Riesce a risolvere facili problemi in tutti gli ambiti di contenuto, mantenendo il controllo sia sul
processo risolutivo, sia sui risultati.
Descrive il procedimento seguito e riconosce strategie di soluzione diverse dalla propria.
Costruisce ragionamenti formulando ipotesi, sostenendo le proprie idee e confrontandosi con il
punto di vista di altri.
Riconosce e utilizza rappresentazioni diverse di oggetti matematici (numeri decimali, frazioni,
percentuali, scale di riduzione,...).
Sviluppa un atteggiamento positivo rispetto alla matematica, attraverso esperienze significative, che
gli hanno fatto intuire come gli strumenti matematici che ha imparato ad utilizzare siano utili per
operare nella realtà.
Obiettivi di apprendimento al termine della classe terza della scuola primaria
Numeri
-Contare oggetti o eventi, a voce e mentalmente, in senso progressivo e regressivo e per salti di due,
tre, ...
-Leggere e scrivere i numeri naturali in notazione decimale, avendo consapevolezza della notazione
posizionale; confrontarli e ordinarli, anche rappresentandoli sulla retta.
-Eseguire mentalmente semplici operazioni con i numeri naturali e verbalizzare le procedure di
calcolo.
-Conoscere con sicurezza le tabelline della moltiplicazione dei numeri fino a 10. Eseguire le
operazioni con i numeri naturali con gli algoritmi scritti usuali.
-Leggere, scrivere, confrontare numeri decimali, rappresentarli sulla retta ed eseguire semplici
addizioni e sottrazioni, anche con riferimento alle monete o ai risultati di semplici misure.
Spazio e figure
- Percepire la propria posizione nello spazio e stimare distanze e volumi a partire dal proprio corpo.
64
- Comunicare la posizione di oggetti nello spazio fisico, sia rispetto al soggetto, sia rispetto ad altre
persone o oggetti, usando termini adeguati (sopra/sotto, davanti/dietro, destra/sinistra, dentro/fuori).
- Eseguire un semplice percorso partendo dalla descrizione verbale o dal disegno, descrivere un
percorso che si sta facendo e dare le istruzioni a qualcuno perché compia un percorso desiderato.
- Riconoscere, denominare e descrivere figure geometriche.
- Disegnare figure geometriche e costruire modelli materiali anche nello spazio.
Relazioni, dati e previsioni
- Classificare numeri, figure, oggetti in base a una o più proprietà, utilizzando rappresentazioni
opportune, a seconda dei contesti e dei fini.
- Argomentare sui criteri che sono stati usati per realizzare classificazioni e ordinamenti assegnati.
- Leggere e rappresentare relazioni e dati con diagrammi, schemi e tabelle.
- Misurare grandezze (lunghezze, tempo, ecc.) utilizzando sia unità arbitrarie sia unità e strumenti
convenzionali (metro orologio, ecc.).
Obiettivi di apprendimento al termine della classe quinta della scuola primaria
Numeri
- Leggere, scrivere, confrontare numeri decimali.
- Eseguire le quattro operazioni con sicurezza, valutando l'opportunità di ricorrere al calcolo
mentale, scritto o con la calcolatrice a seconda delle situazioni.
- Eseguire la divisione con resto fra numeri naturali; individuare multipli e divisori di un numero.
- Stimare il risultato di una operazione.
- Operare con le frazioni e riconoscere frazioni equivalenti.
- Utilizzare numeri decimali, frazioni e percentuali per descrivere situazioni quotidiane.
- Interpretare i numeri interi negativi in contesti concreti.
- Rappresentare i numeri conosciuti sulla retta e utilizzare scale graduate in contesti significativi per
le scienze e per la tecnica.
- Conoscere sistemi di notazione dei numeri che sono o sono stati in uso in luoghi, tempi e culture
diverse dalla nostra.
- Descrivere, denominare e classificare figure geometriche, identificando elementi significativi e
simmetrie, anche al fine di farle riprodurre da altri.
- Riprodurre una figura in base a una descrizione, utilizzando gli strumenti opportuni (carta a
quadretti, riga e compasso, squadre, software di geometria).
- Utilizzare il piano cartesiano per localizzare punti.
- Costruire e utilizzare modelli materiali nello spazio e nel piano come supporto a una prima
capacità di visualizzazione.
- Riconoscere figure ruotate, traslate e riflesse.
- Confrontare e misurare angoli utilizzando proprietà e strumenti.
- Utilizzare e distinguere fra loro i concetti di perpendicolarità, parallelismo, orizzontalità,
verticalità, parallelismo.
- Riprodurre in scala una figura assegnata (utilizzando, ad esempio, la carta a quadretti).
- Determinare il perimetro di una figura utilizzando le più comuni formule o altri procedimenti.
- Determinare l'area di rettangoli e triangoli e di altre figure per scomposizione o utilizzando le più
comuni formule.
- Riconoscere rappresentazioni piane di oggetti tridimensionali, identificare punti di vista diversi di
uno stesso oggetto (dall'alto, di fronte, ecc.).
Spazio e figure Relazioni, dati e previsioni
- Rappresentare relazioni e dati e, in situazioni significative, utilizzare le rappresentazioni per
ricavare informazioni,
-Formulare giudizi e prendere decisioni.
- Usare le nozioni di frequenza, di moda e di media aritmetica, se adeguata alla tipologia dei dati a
disposizione.
- Rappresentare problemi con tabelle e grafici che ne esprimono la struttura.
65
- Utilizzare le principali unità di misura per lunghezze, angoli, aree, volumi/capacità, intervalli
temporali, masse, pesi per effettuare misure e stime.
- Passare da un'unità di misura a un'altra, limitatamente alle unità di uso più comune, anche nel
contesto del sistema monetario.
- In situazioni concrete, di una coppia di eventi intuire e cominciare ad argomentare qual è il più
probabile, dando una prima quantificazione nei casi più semplici, oppure riconoscere se si tratta di
eventi ugualmente probabili.
- Riconoscere e descrivere regolarità in una sequenza di numeri o di figure.
Scienze.
Obiettivi di apprendimento al termine della classe terza di scuola primaria.
Esplorare e descrivere oggetti e materiali
- Individuare, attraverso l'interazione diretta, la struttura di oggetti semplici, analizzarne qualità e
proprietà, descriverli nella loro unitarietà e nelle loro parti, scomporli e ricomporli, riconoscerne
funzioni e modi d'uso.
- Seriare e classificare oggetti in base alle loro proprietà.
- Individuare strumenti e unità di misura appropriati alle situazioni problematiche in esame, fare
misure e usare la matematica conosciuta per trattare i dati.
- Descrivere semplici fenomeni della vita quotidiana legati ai liquidi, al cibo, alle forze e al
movimento, al calore, ecc.
Osservare e sperimentare sul campo
- Osservare i momenti significativi nella vita di piante e animali, realizzando allevamenti in classe
di piccoli animali, semine in terrari e orti, ecc. Individuare somiglianze e differenze nei percorsi di
sviluppo di organismi animali e vegetali.
- Osservare, con uscite all'esterno, le caratteristiche dei terreni e delle acque.
- Osservare e interpretare le trasformazioni ambientali naturali (ad opera del sole, di agenti
atmosferici, dell'acqua, ecc.) e quelle ad opera dell'uomo (urbanizzazione, coltivazione,
industrializzazione, ecc.).
- Avere familiarità con la variabilità dei fenomeni atmosferici (venti, nuvole, pioggia, ecc.) e con la
periodicità dei fenomeni celesti (dì/notte, percorsi del sole, stagioni).
L'uomo i viventi e l'ambiente
- Riconoscere e descrivere le caratteristiche del proprio ambiente.
- Osservare e prestare attenzione al funzionamento del proprio corpo (fame, sete, dolore,
movimento, freddo e caldo, ecc.)
per riconoscerlo come organismo complesso, proponendo modelli elementari del suo
funzionamento.
- Riconoscere in altri organismi viventi, in relazione con i loro ambienti, bisogni analoghi ai propri.
Obiettivi di apprendimento al termine della classe quinta della scuola primaria
Oggetti, materiali e trasformazioni
- Individuare, nell'osservazione di esperienze concrete, alcuni concetti scientifici quali: dimensioni
spaziali, peso, peso specifico, forza, movimento, pressione, temperatura, calore, ecc.
- Cominciare a riconoscere regolarità nei fenomeni e a costruire in modo elementare il concetto di
energia.
- Osservare, utilizzare e, quando è possibile, costruire semplici strumenti di misura: recipienti per
misure di volumi/capacità, bilance a molla, ecc.) imparando a servirsi di unità convenzionali.
- Individuare le proprietà di alcuni materiali come, ad esempio: la durezza, il peso, l'elasticità, la
trasparenza, la densità, ecc.;
-Realizzare sperimentalmente semplici soluzioni in acqua (acqua e zucchero, acqua e inchiostro,
ecc).
- Osservare e schematizzare alcuni passaggi di stato, costruendo semplici modelli interpretativi e
provando ad esprimere in forma grafica le relazioni tra variabili individuate (temperatura in
funzione del tempo, ecc.).
66
Osservare e sperimentare sul campo
- Proseguire nelle osservazioni frequenti e regolari, a occhio nudo o con appropriati strumenti, con i
compagni e autonomamente, di una porzione di ambiente vicino; individuare gli elementi che lo
caratterizzano e i loro cambiamenti nel tempo.
- Conoscere la struttura del suolo sperimentando con rocce, sassi e terricci; osservare le
caratteristiche dell'acqua e il suo ruolo nell'ambiente. -Ricostruire e interpretare il movimento dei
diversi oggetti celesti, rielaborandoli anche attraverso giochi col corpo.
L'uomo i viventi e l'ambiente
- Descrivere e interpretare il funzionamento del corpo come sistema complesso situato in un
ambiente; costruire modelli plausibili sul funzionamento dei diversi apparati, elaborare primi
modelli intuitivi di struttura cellulare.
- Avere cura della propria salute anche dal punto di vista alimentare e motorio. Acquisire le prime
in formazioni sulla riproduzione e la sessualità.
- Riconoscere, attraverso l'esperienza di coltivazioni, allevamenti, ecc. che la vita di ogni organismo
è in relazione con altre e differenti forme di vita.
- Elaborare i primi elementi di classificazione animale e vegetale sulla base di osservazioni
personali.
- Proseguire l'osservazione e l'interpretazione delle trasformazioni ambientali, ivi comprese quelle
globali, in particolare quelle conseguenti all'azione modificatrice dell'uomo.
Musica
Traguardi per lo sviluppo delle competenze al termine della scuola primaria.
L'alunno esplora, discrimina ed elabora eventi sonori dal punto di vista qualitativo, spaziale e in
riferimento alla loro fonte.
Esplora diverse possibilità espressive della voce, di oggetti sonori e strumenti musicali, imparando
ad ascoltare se stesso e gli
altri; fa uso di forme di notazione analogiche o codificate.
Articola combinazioni timbriche, ritmiche e melodiche, applicando schemi elementari; le esegue
con la voce, il corpo e gli
strumenti, ivi compresi quelli della tecnologia informatica.
Improvvisa liberamente e in modo creativo, imparando gradualmente a dominare tecniche e
materiali.
Esegue, da solo e in gruppo, semplici brani vocali o strumentali, appartenenti a generi e culture
differenti, utilizzando anche
strumenti didattici e auto-costruiti.
Riconosce gli elementi costitutivi di un semplice brano musicale.
Ascolta, interpreta e descrive brani musicali di diverso genere.
Obiettivi di apprendimento al termine della classe quinta della scuola primaria
- Utilizzare voce, strumenti e nuove tecnologie sonore in modo creativo e consapevole, ampliando
con gradualità le proprie capacità di invenzione e improvvisazione sonoro-musicale.
- Eseguire collettivamente e individualmente brani vocali/strumentali anche polifonici, curando
l'intonazione, l'espressività e l'interpretazione.
- Valutare aspetti funzionali ed estetici in brani musicali di vario genere e stile, in relazione al
riconoscimento di culture, di tempi e luoghi diversi.
- Riconoscere e classificare gli elementi costitutivi basilari del linguaggio musicale all'interno di
brani di vario genere e provenienza.
- Rappresentare gli elementi basilari di eventi sonori e musicali attraverso sistemi simbolici
convenzionali e non convenzionali.
- Riconoscere gli usi, le funzioni e i contesti della musica e dei suoni nella realtà multimediale
(cinema, televisione, computer).
Arte e immagine
Traguardi per lo sviluppo delle competenze al termine della scuola primaria
67
L'alunno utilizza le conoscenze e le abilità relative al linguaggio visivo per produrre varie tipologie
di testi visivi (espressivi, narrativi, rappresentativi e comunicativi) e rielaborare in modo creativo le
immagini con molteplici tecniche, materiali e strumenti (grafico-espressivi, pittorici e plastici, ma
anche audiovisivi e multimediali).
È in grado di osservare, esplorare, descrivere e leggere immagini (opere d'arte, fotografie, manifesti,
fumetti, ecc) e messaggi multimediali (spot, brevi filmati, videoclip, ecc.)
Individua i principali aspetti formali dell'opera d'arte; apprezza le opere artistiche e artigianali
provenienti da culture diverse dalla propria.
Conosce i principali beni artistico-culturali presenti nel proprio territorio e manifesta sensibilità e
rispetto per la loro salvaguardia.
Obiettivi di apprendimento al termine della classe quinta della scuola primaria
Esprimersi e comunicare
- Elaborare creativamente produzioni personali e autentiche per esprimere sensazioni ed emozioni;
rappresentare e comunicare la realtà percepita;
- Trasformare immagini e materiali ricercando soluzioni figurative originali.
- Sperimentare strumenti e tecniche diverse per realizzare prodotti grafici, plastici, pittorici e
multimediali.
- Introdurre nelle proprie produzioni creative elementi linguistici e stilistici scoperti osservando
immagini e opere d'arte.
Osservare e leggere le immagini
- Guardare e osservare con consapevolezza un'immagine e gli oggetti presenti nell'ambiente
descrivendo gli elementi formali, utilizzando le regole della percezione visiva e l'orientamento nello
spazio.
- Riconoscere in un testo iconico-visivo gli elementi grammaticali e tecnici del linguaggio visivo
(linee, colori, forme, volume, spazio) individuando il loro significato espressivo.
- Individuare nel linguaggio del fumetto, filmico e audiovisivo le diverse tipologie di codici, le
sequenze narrative e decodificare in forma elementare i diversi significati.
Comprendere e apprezzare le opere d'arte
- Individuare in un'opera d'arte, sia antica che moderna, gli elementi essenziali della forma, del
linguaggio, della tecnica e dello stile dell'artista per comprenderne il messaggio e la funzione.
- Familiarizzare con alcune forme di arte e di produzione artigianale appartenenti alla propria e ad
altre culture.
- Riconoscere e apprezzare nel proprio territorio gli aspetti più caratteristici del patrimonio
ambientale e urbanistico e i principali monumenti storico-artistici.
Educazione fisica
Traguardi per lo sviluppo delle competenze al termine della scuola primaria
L'alunno acquisisce consapevolezza di sé attraverso la percezione del proprio corpo e la padronanza
degli schemi motori e posturali nel continuo adattamento alle variabili spaziali e temporali
contingenti.
Utilizza il linguaggio corporeo e motorio per comunicare ed esprimere i propri stati d'animo, anche
attraverso ladrammatizzazione e le esperienze ritmico-musicali e coreutiche.
Sperimenta una pluralità di esperienze che permettono di maturare competenze di giocosport anche
come orientamento alla futura pratica sportiva.
Sperimenta, in forma semplificata e progressivamente sempre più complessa, diverse gestualità
tecniche.
Agisce rispettando i criteri base di sicurezza per sé e per gli altri, sia nel movimento che nell'uso
degli attrezzi e trasferisce tale competenza nell'ambiente scolastico ed extrascolastico.
Riconosce alcuni essenziali principi relativi al proprio benessere psico-fisico legati alla cura del
proprio corpo, a un corretto regime alimentare e alla prevenzione dell'uso di sostanze che inducono
dipendenza.
68
Comprende, all'interno delle varie occasioni di gioco e di sport, il valore delle regole e l'importanza
di rispettarle.
Obiettivi di apprendimento al termine della classe quinta della scuola primaria
Il corpo e la sua relazione con lo spazio e il tempo
- Coordinare e utilizzare diversi schemi motori combinati tra loro inizialmente in forma successiva e
poi in forma simultanea (correre / saltare, afferrare / lanciare, ecc).
- Riconoscere e valutare traiettorie, distanze, ritmi esecutivi e successioni temporali delle azioni
motorie, sapendo organizzare il proprio movimento nello spazio in relazione a sé, agli oggetti, agli
altri.
Il linguaggio del corpo come modalità comunicativo-espressiva
- Utilizzare in forma originale e creativa modalità espressive e corporee anche attraverso forme di
drammatizzazione e danza, sapendo trasmettere nel contempo contenuti emozionali.
- Elaborare ed eseguire semplici sequenze di movimento o semplici coreografie individuali e
collettive.
Il gioco, lo sport, le regole e il fair play
- Conoscere e applicare correttamente modalità esecutive di diverse proposte di giocosport.
- Saper utilizzare numerosi giochi derivanti dalla tradizione popolare applicandone indicazioni e
regole.
- Partecipare attivamente alle varie forme di gioco , organizzate anche in forma di gara,
collaborando con gli altri.
- Rispettare le regole nella competizione sportiva; saper accettare la sconfitta con equilibrio, e
vivere la vittoria esprimendo rispetto nei confronti dei perdenti, accettando le diversità,
manifestando senso di responsabilità.
Salute e benessere, prevenzione e sicurezza
- Assumere comportamenti adeguati per la prevenzione degli infortuni e per la sicurezza nei vari
ambienti di vita.
- Riconoscere il rapporto tra alimentazione, ed esercizio fisico in relazione a sani stili di vita.
Acquisire consapevolezza dellefunzioni fisiologiche (cardio-respiratorie e muscolari) e dei loro
cambiamenti in relazione all'esercizio fisico.
Tecnologia
Obiettivi di apprendimento al termine della classe quinta della scuola primaria
Vedere e osservare
- Eseguire semplici misurazioni e rilievi fotografici sull'ambiente scolastico o sulla propria
abitazione.
- Leggere e ricavare informazioni utili da guide d'uso o istruzioni di montaggio.
- Impiegare alcune regole del disegno tecnico per rappresentare semplici oggetti.
- Effettuare prove ed esperienze sulle proprietà dei materiali più comuni.
- Riconoscere e documentare le funzioni principali di una nuova applicazione informatica.
- Rappresentare i dati dell'osservazione attraverso tabelle, mappe, diagrammi, disegni, testi.
Prevedere e immaginare
- Effettuare stime approssimative su pesi o misure di oggetti dell'ambiente scolastico.
- Prevedere le conseguenze di decisioni o comportamenti personali o relative alla propria classe.
- Riconoscere i difetti di un oggetto e immaginarne possibili miglioramenti.
- Pianificare la fabbricazione di un semplice oggetto elencando gli strumenti e i materiali necessari.
- Organizzare una gita o una visita ad un museo usando internet per reperire notizie e informazioni.
Intervenire e trasformare
- Smontare semplici oggetti e meccanismi, apparecchiature obsolete o altri dispositivi comuni.
- Utilizzare semplici procedure per la selezione, la preparazione e la presentazione degli alimenti.
- Eseguire interventi di decorazione, riparazione e manutenzione sul proprio corredo scolastico.
- Realizzare un oggetto in cartoncino descrivendo e documentando la sequenza delle operazioni.
- Cercare, selezionare, scaricare e installare sul computer un comune programma di utilità.
69
NUOVE INDICAZIONI PER L'IRC NELLA SCUOLA PRIMARIA SCUOLA PRIMARIA
Traguardi per lo sviluppo delle competenze al termine della scuola primaria
* L'alunno riflette su Dio Creatore e Padre, sui dati fondamentali della vita di Gesù e sa collegare i
contenuti principali del suo insegnamento alle tradizioni dell'ambiente in cui vive; riconosce il
significato cristiano del Natale e della Pasqua, traendone motivo per interrogarsi sul valore di tali
festività nell'esperienza personale, familiare e sociale.
* Riconosce che la Bibbia è il libro sacro per cristiani ed ebrei e documento fondamentale della
nostra cultura, sapendola distinguere da altre tipologie di testi, tra cui quelli di altre religioni;
identifìca le caratteristiche essenziali di un brano biblico, sa farsi accompagnare nell'analisi delle
pagine a lui più accessibili, per collegarle alla propria esperienza.
* Si confronta con l'esperienza religiosa e distingue la specificità della proposta di salvezza del
cristianesimo; identifica nella Chiesa la comunità di coloro che credono in Gesù Cristo e si
impegnano per mettere in pratica il suo insegnamento; coglie il significato dei Sacramenti e si
interroga sul valore che essi hanno nella vita dei cristiani.
Obiettivi di apprendimento al termine della classe terza della scuola primaria
Dio e l'uomo
* Scoprire che per la religione cristiana Dio è Creatore e Padre e che fin dalle origini ha voluto
stabilire un'alleanza con l'uomo.
* Conoscere Gesù di Nazareth, Emmanuele e Messia, crocifisso e risorto e come tale testimoniato
dai cristiani.
* Individuare i tratti essenziali della Chiesa e della sua missione.
* Riconoscere la preghiera come dialogo tra l'uomo e Dio, evidenziando nella preghiera cristiana la
specificità del «Padre Nostro».
La Bibbia e le altre fonti
* Conoscere la struttura e la composizione della Bibbia.
* Ascoltare, leggere e saper riferire circa alcune pagine bibliche fondamentali, tra cui i racconti
della creazione, le vicende e le figure principali del popolo d'Israele, gli episodi chiave dei racconti
evangelici e degli Atti degli apostoli.
Il linguaggio religioso
* Riconoscere i segni cristiani in particolare del Natale e della Pasqua, nell'ambiente, nelle
celebrazioni e nella pietà tradizione popolare.
* Conoscere il significato di gesti e segni liturgici propri della religione cattolica (modi di pregare,
di celebrare, ecc. ).
I valori etici e religiosi
* Riconoscere che la morale cristiana si fonda sul comandamento dell'amore di Dio e del prossimo
come insegnato da Gesù.
* Riconoscere l'impegno della comunità cristiana nel porre alla base della convivenza umana la
giustizia e la carità.
Obiettivi di apprendimento al termine della classe quinta della scuola primaria
Dio e l'uomo
* Descrivere i contenuti principali del credo cattolico.
* Sapere che per la religione cristiana Gesù è il Signore, che rivela all'uomo il volto del Padre e
annuncia il Regno di Dio con parole e azioni.
* Cogliere il significato dei sacramenti nella tradizione della Chiesa, come segni della salvezza di
Gesù e azione dello Spirito Santo.
* Riconoscere avvenimenti, persone e strutture fondamentali della Chiesa cattolica sin dalle origini
e metterli a confronto con quelli delle altre confessioni cristiane evidenziando le prospettive del
cammino ecumenico.
* Conoscere le origini e lo sviluppo del cristianesimo e delle altre grandi religioni individuando gli
aspetti più importanti del dialogo interreligioso.
70
La Bibbia e le altre fonti
* Leggere direttamente pagine bibliche ed evangeliche, riconoscendone il genere letterale
individuandone il messaggio principale.
* Ricostruire le tappe fondamentali della vita di Gesù, nel contesto storico, sociale, politico e
religioso del tempo, a partire dai Vangeli.
* Confrontare la Bibbia con i testi sacri delle altre religioni.
* Decodificare i principali significati dell'iconografia cristiana.
* Saper attingere informazioni sulla religione cattolica anche nella vita di santi e in Maria, la madre
di Gesù.
Il linguaggio religioso
* Intendere il senso religioso del Natale e della Pasqua, a partire dalle narrazioni evangeliche e dalla
vita della Chiesa.
* Riconoscere il valore del silenzio come «luogo» di incontro con se stessi, con l'altro, con Dio.
* Individuare significative espressioni d'arte cristiana (a partire da quelle presenti nel territorio) per
rilevare come la fede sia stata interpretata e comunicata dagli artisti nel corso dei secoli.
* Rendersi conto che la comunità ecclesiale esprime, attraverso vocazioni e ministeri differenti, la
propria fede e il proprio servizio all'uomo.
I valori etici e religiosi
* Scoprire la risposta della Bibbia alle domande di senso dell'uomo e confrontarla con quella delle
principali religioni non cristiane.
* Riconoscere nella vita e negli insegnamenti di Gesù proposte di scelte responsabili, in vista di un
personale progetto di vita.
Obiettivi minimi di apprendimento alla fine della classe III
Lingua italiana
rispondere a domande con la guida dell’insegnante
rispettando l’argomento generale
di discussione.
verbale per comunicare esperienze personali, racconti seguendo l’ordine
temporale dei fatti e la concatenazione causale.
individuandone gli elementi essenziali (personaggi,
luoghi, tempi).
lle
maiuscole, divisione in sillabe).
i verbi nei tempi del modo indicativo.
Lingua inglese
umeri dal 20 al 50.
71
Matematica
ra, scrittura dei simboli numerici.
naturali in base dieci: il valore
posizionale delle cifre.
cambio.
di linee: rette, parallele e perpendicolari, verticali,
orizzontali e oblique.
oncetti di addizione e moltiplicazione per risolvere situazioni problematiche.
Scienze
e.
Geografia
fiche.
simbologia relativa alle vie di fuga.
Storia
e e fatti e visualizzare la successione sulla linea del tempo.
all’acquisizione di un metodo di studio.
Cittadinanza e Costituzione
li altri nell’ambiente scolastico.
Musica
Arte ed Immagine
etto per rappresentare dialoghi.
Educazione Fisica
72
necessità di regole anche in un contesto di gioco.
Religione
vita.
significato di Alleanza nella Bibbia
ere i sacramenti dell’iniziazione cristiana.
Obiettivi minimi di apprendimento alla fine della classe V
Lingua Italiana
• Prestare attenzione in situazioni comunicative orali diverse.
• Riferire un’esperienza personale, un argomento di studio o un fatto ascoltato in modo chiaro e
semplice.
• Individuare e riferire le informazioni principali di un testo con l’aiuto dell’insegnante.
• Partecipare a discussioni di gruppo, individuando il problema affrontato.
• Utilizzare un lessico adeguato alle situazioni.
• Leggere ad alta voce, in maniera espressiva testi di vario tipo.
• Leggere cogliendo le informazioni esplicite ed il senso del racconto.
• Comprendere la componente sonora dei testi (timbro, intonazione, intensità) e le figure di suono
(rime, ritmo).
• Comporre brevi testi secondo la tipologia data.
• Raccontare per iscritto un’esperienza vissuta.
• Riassumere brevi testi individuandone le informazioni essenziali.
• Riconoscere la struttura della frase minima e le espansioni dirette.
• Riconoscere il nome, il verbo, l’articolo, l’aggettivo.
• Saper espandere una frase minima.
• Riconoscere in un testo i fondamentali connettivi minimi (temporali, spaziali, logici, etc.).
• Ampliare il patrimonio lessicale.
• Saper usare il dizionario.
• Saper riconoscere vocaboli entrati nell’uso comune, provenienti da lingue straniere.
Lingua inglese
• Saper comprendere per iscritto ed ascoltandoli semplici messaggi in base a modelli dati.
• Sostenere una semplice conversazione parlando di sé (età, etc.).
• Esprimere preferenze riguardanti elementi del proprio vissuto (cibo, giochi, sport, etc.).
• Leggere semplici espressioni e comprenderne il significato.
• Scrivere semplici e minime descrizioni di oggetti, persone e di se stesso con l’ausilio di immagini.
• Conoscere aspetti tipici della cultura inglese: festivals.
• Riconoscere le principali strutture linguistiche della lingua inglese.
Matematica
• Leggere e scrivere i numeri naturali e decimali sia in cifra che in parola, riconoscendo il valore
posizionale delle cifre.
• Confrontare e ordinare i numeri naturali e decimali.
• Riconoscere e comprendere il concetto di frazione.
• Eseguire addizioni, sottrazioni e moltiplicazioni con i numeri interi e decimali.
• Eseguire divisioni con il divisore a una cifra.
• Individuare simmetrie in oggetti e figure date.
• Acquisire il concetto di superficie e calcolare il perimetro delle principali figure piane.
• Distinguere i poligoni regolari da quelli irregolari.
• Distinguere le figure piane dalle figure solide.
73
• Conoscere le unità di misura convenzionali.
• Classificare oggetti, figure, secondo una, due o più proprietà.
• Rappresentare le stesse classificazioni con diagrammi e tabelle.
• Effettuare semplici indagini statistiche.
• Rappresentare i dati con istogrammi.
• Riconoscere in una situazione gli elementi certi, incerti, impossibili.
• Risolvere semplici problemi tratti dal mondo reale, utilizzando le quattro operazioni.
Scienze
Saper riferire i contenuti essenziali di esperienze ed argomenti trattati, utilizzando un linguaggio
semplice, ma specifico.
Geografia
• Conoscere le caratteristiche fisiche e politiche essenziali dell’Italia.
• Conoscere, in generale, le caratteristiche fisiche, politiche ed economiche delle regioni.
• Saper riconoscere le modificazioni apportate dall’uomo nel territorio regionale e nazionale.
Storia
• Saper riconoscere i rapporti di successione e/o contemporaneità fra gli eventi.
• Saper collocare sulla linea del tempo fatti ed eventi in modo cronologico.
• Saper utilizzare carte storiche per localizzare fatti ed eventi.
• Saper leggere semplici schemi a contenuto storico.
Cittadinanza e Costituzione
• Sviluppare un’etica della responsabilità e della legalità, agendo in modo responsabile.
• Comprendere e rispettare i valori della Costituzione Italiana.
• Acquisire consapevolezza dei propri diritti e dei diritti degli altri.
• Saper tenere conto dei punti di vista diversi.
• Saper riflettere e confrontarsi con altri bambini e gli adulti.
• Capire e saper rispettare regole di comportamento anche in situazioni ludiche.
• Saper rispettare i principali criteri di sicurezza per sé e per gli altri nell’ambiente scolastico.
Musica
• Saper ascoltare ed analizzare semplici brani musicali.
• Esprimersi col canto e semplici strumenti.
• Ascoltare e riconoscere brevi brani di generi vari.
Arte e Immagine
• Osservare e descrivere in maniera globale un’ immagine.
• Utilizzare varie tecniche artistiche.
• Individuare le funzioni che l’immagine svolge, sia a livello informativo che emotivo.
• Rielaborare, ricombinare e modificare creativamente disegni ed immagini.
Educazione Fisica
• Utilizzare schemi motori e posturale diversi-
• Rispettare le regole dei giochi sportivi praticati.
• Svolgere un ruolo attivo nelle attività di gioco-sport individuale e di squadra, cooperando nel
gruppo.
Religione
• Conoscere le differenze tra religioni monoteiste e politeiste.
• Conoscere gli aspetti principali delle religioni non cristiane.
• Sapere che c’è il dialogo interreligioso.
• Conoscere i principali contenuti del credo della Chiesa.
• Comprendere quali sono le divisioni all’interno del cristianesimo.
• Sapere che cos’è il dialogo ecumenico.
• Evidenziare gli aspetti comuni delle religioni.
ALLEGATO 1 COMPETENZE CHIAVE
74
L'organizzazione del curricolo. Dalle Indicazioni al curricolo
Nel rispetto e nella valorizzazione dell'autonomia delle istituzioni scolastiche, le Indicazioni
costituiscono il quadro di riferimento per la progettazione curricolare affidata alle scuole. Sono un
testo aperto, che la comunità professionale è chiamata ad assumere e a contestualizzare, elaborando
specifiche scelte relative a contenuti, metodi, organizzazione e valutazione coerenti con i traguardi
formativi previsti dal documento nazionale. Il curricolo di istituto è espressione della libertà
d'insegnamento e dell'autonomia scolastica e, al tempo stesso, esplicita le scelte della comunità
scolastica e l'identità dell'istituto. La costruzione del curricolo è il processo attraverso il quale si
sviluppano e organizzano la ricerca e l'innovazione educativa. La scuola predispone il curricolo
verticale all'interno del Piano dell'offerta formativa con riferimento al profilo dello studente al
termine del primo ciclo di istruzione, ai traguardi per lo sviluppo delle competenze, agli obiettivi di
apprendimento specifici per ogni disciplina. A partire dal curricolo di istituto, i docenti individuano
le esperienze di apprendimento più efficaci, le scelte didattiche più significative, le strategie più
idonee, con attenzione all'integrazione fra le discipline e alla loro possibile aggregazione in aree,
così come indicato dal Regolamento dell'autonomia scolastica, che affida questo compito alle
istituzioni scolastiche.
Aree disciplinari e discipline
Fin dalla scuola dell'infanzia, nella scuola primaria e nella scuola secondaria di primo grado
l'attività didattica è orientata alla qualità dell'apprendimento di ciascun alunno e non ad una
sequenza lineare, e necessariamente incompleta, di contenuti disciplinari. I docenti, in stretta
collaborazione, promuovono attività significative nelle quali gli strumenti e i metodi caratteristici
delle discipline si confrontano e si intrecciano tra loro, evitando trattazioni di argomenti distanti
dall'esperienza e frammentati in nozioni da memorizzare. Le discipline, così come noi le
conosciamo, sono state storicamente separate l'una dall'altra da confini convenzionali che non
hanno alcun riscontro con l'unitarietà tipica dei processi di apprendimento. Ogni persona, a scuola
come nella vita, impara infatti attingendo liberamente dalla sua esperienza, dalle conoscenze o dalle
discipline, elaborandole con un'attività continua e autonoma. Oggi, inoltre, le stesse fondamenta
delle discipline sono caratterizzate da un'intrinseca complessità e da vaste aree di connessione che
rendono improponibili rigide separazioni. Nelle Indicazioni le discipline non sono aggregate in aree
precostituite per non favorire un'affinità più intensa tra alcune rispetto ad altre, volendo rafforzare
così trasversalità e interconnessioni più ampie e assicurare l'unitarietà del loro insegnamento. Sul
piano organizzativo e didattico la definizione di aree o di assi funzionali all'ottimale utilizzazione
delle risorse è comunque rimessa all'autonoma valutazione di ogni scuola. Un ruolo strategico
essenziale svolge l'acquisizione di efficaci competenze comunicative nella lingua italiana che non è
responsabilità del solo insegnante di italiano ma è compito condiviso da tutti gli insegnanti,
ciascuno per la propria area o disciplina, al fine di curare in ogni campo una precisa espressione
scritta ed orale.
Continuità ed unitarietà del curricolo
L'itinerario scolastico dai tre ai quattordici anni, pur abbracciando tre tipologie di scuola
caratterizzate ciascuna da una specifica identità educativa e professionale, è progressivo e continuo.
La presenza, sempre più diffusa, degli istituti comprensivi consente la progettazione di un unico
curricolo verticale e facilita il raccordo con il secondo ciclo del sistema di istruzione e formazione.
Negli anni dell'infanzia la scuola accoglie, promuove e arricchisce l'esperienza vissuta dei bambini
in una prospettiva evolutiva, le attività educative offrono occasioni di crescita all'interno di un
contesto educativo orientato al benessere, alle domande di senso e al graduale sviluppo di
competenze riferibili alle diverse età, dai tre ai sei anni. Nella scuola del primo ciclo la
progettazione didattica, mentre continua a valorizzare le esperienze con approcci educativi attivi, è
finalizzata a guidare i ragazzi lungo percorsi di conoscenza progressivamente orientati alle
discipline e alla ricerca delle connessioni tra i diversi saperi. All’interno di un progetto articolato di
ricerca e sperimentazione sulla continuità educativa, la nostra Scuola ritiene fondamentale il
problema del coordinamento dei curricoli, sia sul piano teorico che su quello metodologico -
75
operativo. La continuità nasce dall’esigenza primaria di garantire il diritto dell’alunno ad un
percorso formativo organico e completo, che promuova uno sviluppo articolato e multidimensionale
del soggetto il quale, pur nei cambiamenti evolutivi e nelle diverse istituzioni scolastiche, costruisce
la sua identità. Il modello di Curricolo che la Scuola ha elaborato, parte dall’individuazione
preventiva di finalità ed obiettivi generali, per poi arrivare alla successiva specificazione di tali
obiettivi generali in obiettivi specifici (corrispondenti alla peculiare
strutturazione dei contenuti e delle attività delle scuole stesse Infanzia – Primaria – Secondaria di
primo grado). All’interno di questo percorso, la scelta di finalità educative e di obiettivi generali
“comuni” garantisce la dimensione della continuità e dell’organicità del percorso formativo mentre
la definizione di obiettivi specifici (in parte o completamente “diversi”) assicura la necessaria
discontinuità e specificità del percorso dei singoli ordini di scuola. Emerge anche la necessità di una
messa a punto di forme omogenee, il più elevate possibile, tra gli “atteggiamenti” educativi dei
diversi servizi scolastici coinvolti: metodologia e strumenti della programmazione educativa e
didattica, strategie e tecniche dell’osservazione e della valutazione. Il curricolo verticale è stato
predisposto per obiettivi formativi e competenze su cui realizzare interventi didattici personalizzati.
ALLEGATO 2 CURRICOLO VERTICALE
Traguardi per lo sviluppo delle competenze
Al termine della scuola dell'infanzia, della scuola primaria e della scuola secondaria di primo grado,
vengono fissati i traguardi per lo sviluppo delle competenze relativi ai campi di esperienza ed alle
discipline. Essi rappresentano dei riferimenti ineludibili per gli insegnanti, indicano piste culturali e
didattiche da percorrere e aiutano a finalizzare l'azione educativa allo sviluppo integrale dell'allievo.
Nella scuola del primo ciclo i traguardi costituiscono criteri per la valutazione delle competenze
attese e, nella loro scansione temporale, sono prescrittivi, impegnando così le istituzione scolastiche
affinché ogni alunno possa conseguirli, a garanzia dell'unità del sistema nazionale e della qualità del
servizio. Le scuole hanno la libertà e la responsabilità di organizzarsi e di scegliere l'itinerario più
opportuno per consentire agli studenti il miglior conseguimento dei risultati.
Obiettivi di apprendimento
Gli obiettivi di apprendimento individuano campi del sapere, conoscenze e abilità ritenuti
indispensabili al fine di raggiungere i traguardi per lo sviluppo delle competenze. Essi sono
utilizzati dalle scuole e dai docenti nella loro attività di progettazione didattica, con attenzione alle
condizioni di contesto, didattiche e organizzative mirando ad un insegnamento ricco ed efficace. Gli
obiettivi sono organizzati in nuclei tematici e definiti in relazione a periodi didattici lunghi: l'intero
triennio della scuola dell'infanzia, l'intero quinquennio della scuola primaria, l'intero triennio della
scuola secondaria di primo grado. Per garantire una più efficace progressione degli apprendimenti
nella scuola primaria gli obiettivi di italiano, lingua inglese e seconda lingua comunitaria, storia,
geografia, matematica e scienze sono indicati anche al termine della terza classe.
Valutazione
Agli insegnanti competono la responsabilità della valutazione e la cura della documentazione,
nonché la scelta dei relativi strumenti, nel quadro dei criteri deliberati dagli organi collegiali. Le
verifiche intermedie e le valutazioni periodiche e finali devono essere coerenti con gli obiettivi e i
traguardi previsti dalle Indicazioni e declinati nel curricolo. La valutazione precede, accompagna e
segue i percorsi curricolari. Attiva le azioni da intraprendere, regola quelle avviate, promuove il
bilancio critico su quelle condotte a termine. Assume una preminente funzione formativa, di
accompagnamento dei processi di apprendimento e di stimolo al miglioramento continuo. Occorre
assicurare agli studenti e alle famiglie un'informazione tempestiva e trasparente sui criteri e sui
risultati delle valutazioni effettuate nei diversi momenti del percorso scolastico, promuovendone
con costanza la partecipazione e la corresponsabilità educativa, nella distinzione di ruoli e funzioni.
La valutazione del servizio scolastico
Il regime di autonomia con lo spostamento dei luoghi delle responsabilità dagli organismi centrali
alla scuola impone un processo di autoanalisi continua che deve servire soprattutto a indirizzare
76
l’azione al soddisfacimento delle attese dei genitori, dei ragazzi e degli operatori scolastici. Da qui
l’esigenza di valutare i processi attuati dalla scuola a partire dal presente piano dell’offerta
formativa ma comprendendo anche gli aspetti didattici, amministrativi e logistici, con strumenti
quanto più possibile scientifici. Per rispondere a questa nuova logica, la scuola ha intrapreso
percorsi di valutazione e autovalutazione del proprio servizio, individuando un Referente per
l’autovalutazione, a cui si affiancano le funzioni strumentali 1, 2 e 5, col compito di analizzare i dati
INVALSI e di trarne elementi utili a orientare in modo proficuo l’azione didattica e la proposta
formativa dell’istituto. L’operato del referente e delle 3 funzioni si inserisce nel più generale ambito
di funzioni e compiti del Nucleo di Valutazione e Autovalutazione di istituto. L’attività di
valutazione e autovalutazione di istituto si presenta come elemento qualificante dell’offerta
formativa della scuola.
Certificazione delle competenze
La scuola finalizza il curricolo alla maturazione delle competenze previste nel profilo dello studente
al termine del primo ciclo, fondamentali per la crescita personale e per la partecipazione sociale, e
che saranno oggetto di certificazione. Sulla base dei traguardi fissati a livello nazionale, spetta
all'autonomia didattica delle comunità professionali progettare percorsi per la promozione, la
rilevazione e la valutazione delle competenze. Particolare attenzione sarà posta a come ciascuno
studente mobilita e orchestra le proprie risorse - conoscenze, abilità, atteggiamenti, emozioni - per
affrontare efficacemente le situazioni che la realtà quotidianamente propone, in relazione alle
proprie potenzialità e attitudini. Solo a seguito di una regolare osservazione, documentazione e
valutazione delle competenze è possibile la loro certificazione, al termine della scuola primaria e
della scuola secondaria di primo grado, attraverso i modelli che verranno adottati a livello
nazionale. Le certificazioni nel primo ciclo descrivono e attestano la padronanza delle competenze
progressivamente acquisite, sostenendo e orientando gli studenti verso la scuola del secondo ciclo.
Una scuola di tutti e di ciascuno
La scuola italiana sviluppa la propria azione educativa in coerenza con i principi dell'inclusione
delle persone e dell'integrazione delle culture, considerando l'accoglienza della diversità un valore
irrinunciabile. La scuola consolida le pratiche inclusive nei confronti di bambini e ragazzi di
cittadinanza non italiana promuovendone la piena integrazione. Favorisce inoltre, con specifiche
strategie e percorsi personalizzati, la prevenzione e il recupero della dispersione scolastica e del
fallimento formativo precoce; a tal fine attiva risorse e iniziative mirate anche in collaborazione con
gli enti locali e le altre agenzie educative del territorio. Particolare cura è riservata agli allievi
disabili o con bisogni educativi speciali, attraverso adeguate strategie organizzative e didattiche, da
considerare nella normale progettazione dell'offerta formativa.
Comunità educativa, comunità professionale, cittadinanza
Ogni scuola vive e opera come comunità nella quale cooperano studenti, docenti e genitori. Al suo
interno assume particolare rilievo la comunità professionale dei docenti che, valorizzando la libertà,
l'iniziativa e la collaborazione di tutti, si impegna a riconoscere al proprio interno le differenti
capacità, sensibilità e competenze, a farle agire in sinergia, a negoziare in modo proficuo le
diversità e gli eventuali conflitti per costruire un progetto di scuola partendo dalle Indicazioni
nazionali. Questo processo richiede attività di studio, di formazione e di ricerca da parte di tutti gli
operatori scolastici ed in primo luogo da parte dei docenti. Determinante al riguardo risulta il ruolo
del dirigente scolastico per la direzione, il coordinamento e la promozione delle professionalità
interne e, nello stesso tempo, per favorire la collaborazione delle famiglie, degli enti locali, e per la
valorizzazione delle risorse sociali, culturali ed economiche del territorio. L'elaborazione e la
realizzazione del curricolo costituiscono pertanto un processo dinamico e aperto, e rappresentano
per la comunità scolastica un'occasione di partecipazione e di apprendimento continuo. La presenza
di comunità scolastiche, impegnate nel proprio compito, rappresenta un presidio per la vita
democratica e civile perché fa di ogni scuola un luogo aperto, alle famiglie e ad ogni componente
della società, che promuove la riflessione sui contenuti e sui modi dell'apprendimento, sulla
funzione adulta e le sfide educative del nostro tempo, sul posto decisivo della conoscenza per lo
77
sviluppo economico, rafforzando la tenuta etica e la coesione sociale del Paese. La centralità della
persona trova il suo pieno significato nella scuola intesa come comunità educativa, aperta anche alla
più larga comunità umana e civile, capace di includere le prospettive locale, nazionale, europea e
mondiale.
LA SCUOLA DELL'INFANZIA
La scuola dell'infanzia, statale e paritaria, si rivolge a tutte le bambine e i bambini dai tre ai sei anni
di età ed è la risposta al loro diritto all'educazione e alla cura, in coerenza con i principi di
pluralismo culturale ed istituzionale presenti nella Costituzione della Repubblica, nella
Convenzione sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza e nei documenti dell'Unione Europea. Essa si
pone la finalità di promuovere nei bambini lo sviluppo dell'identità, dell'autonomia, della
competenza e li avvia alla cittadinanza. Consolidare l'identità significa vivere serenamente tutte le
dimensioni del proprio io, stare bene, essere rassicurati nella molteplicità del proprio fare e sentire,
sentirsi sicuri in un ambiente sociale allargato, imparare a conoscersi e ad essere riconosciuti come
persona unica e irripetibile. Vuol dire sperimentare diversi ruoli e forme di identità: quelle di figlio,
alunno, compagno, maschio o femmina, abitante di un territorio, membro di un gruppo,
appartenente a una comunità sempre più ampia e plurale, caratterizzata da valori comuni, abitudini,
linguaggi, riti, ruoli. Sviluppare l'autonomia significa avere fiducia in sé e fidarsi degli altri; provare
soddisfazione nel fare da sé e saper chiedere aiuto o poter esprimere insoddisfazione e frustrazione
elaborando progressivamente risposte e strategie; esprimere sentimenti ed emozioni; partecipare alle
decisioni esprimendo opinioni, imparando ad operare scelte e ad assumere comportamenti e
atteggiamenti sempre più consapevoli. Acquisire competenze significa giocare, muoversi,
manipolare, curiosare, domandare, imparare a riflettere sull'esperienza attraverso l'esplorazione,
l'osservazione e il confronto tra proprietà, quantità, caratteristiche, fatti; significa ascoltare, e
comprendere, narrazioni e discorsi, raccontare e rievocare azioni ed esperienze e tradurle in tracce
personali e condivise; essere in grado di descrivere, rappresentare e immaginare, "ripetere", con
simulazioni e giochi di ruolo, situazioni ed eventi con linguaggi diversi. Vivere le prime esperienze
di cittadinanza significa scoprire l'altro da sé e attribuire progressiva importanza agli altri e ai loro
bisogni; rendersi sempre meglio conto della necessità di stabilire regole condivise; implica il primo
esercizio del dialogo che è fondato sulla reciprocità dell'ascolto, l'attenzione al punto di vista
dell'altro e alle diversità di genere, il primo riconoscimento di diritti e doveri uguali per tutti;
significa porre le fondamenta di un comportamento eticamente orientato, rispettoso degli altri,
dell'ambiente e della natura. Tali finalità sono perseguite attraverso l'organizzazione di un ambiente
di vita, di relazioni e di apprendimento di qualità, garantito dalla professionalità degli operatori e
dal dialogo sociale ed educativo con le famiglie e con la comunità.
I bambini, le famiglie, i docenti, l'ambiente di apprendimento
I bambini sono il nostro futuro e la ragione più profonda per conservare e migliorare la vita comune
sul nostro pianeta. Sono espressione di un mondo complesso e inesauribile, di energie, potenzialità,
sorprese e anche di fragilità che vanno conosciute, osservate e accompagnate con cura, studio,
responsabilità e attesa. Sono portatori di speciali e inalienabili diritti, codificati internazionalmente,
che la scuola per prima è chiamata a rispettare. I bambini giungono alla scuola dell'infanzia con una
storia: in famiglia, al nido di infanzia o alla sezione primavera hanno imparato a muoversi e ad
entrare in contatto con gli altri con livelli crescenti, ma ancora incerti, di autonomia; hanno
sperimentato le prime e più importanti relazioni; hanno vissuto emozioni ed interpretato ruoli
attraverso il gioco e la parola; hanno intuito i tratti fondamentali della loro cultura, hanno iniziato a
porsi domande di senso sul mondo e la vita. Ogni bambino è, in sé, diverso ed unico e riflette anche
la diversità degli ambienti di provenienza che oggi conoscono una straordinaria differenziazione di
modelli antropologici ed educativi, che comprendono famiglie equilibrate e ricche di proposte
educative accanto ad altre più fragili e precarie; una presenza genitoriale sicura ma anche situazioni
diverse di assenza; il rispetto per chi è bambino insieme al rischio della frettolosità e del precoce
coinvolgimento nelle dinamiche della vita adulta. I bambini sono alla ricerca di legami affettivi e di
78
punti di riferimento, di conferme e di serenità e, al contempo, di nuovi stimoli emotivi, sociali,
culturali, di ritualità, ripetizioni, narrazioni, scoperte. La scuola dell'infanzia si presenta come un
ambiente protettivo, capace di accogliere le diversità e di promuovere le potenzialità di tutti i
bambini, che fra i tre e i sei anni esprimono una grande ricchezza di bisogni ed emozioni, che sono
pronti ad incontrare e sperimentare nuovi linguaggi, che pongono a se stessi, ai coetanei e agli adulti
domande impegnative e inattese, che osservano e interrogano la natura, che elaborano le prime
ipotesi sulle cose, sugli eventi, sul corpo, sulle relazioni, sulla lingua, sui diversi sistemi simbolici e
sui media, dei quali spesso già fruiscono non soltanto e non sempre in modo passivo; e
sull'esistenza di altri punti di vista. La scuola dell'infanzia riconosce questa pluralità di elementi che
creano tante possibilità di crescita, emotiva e cognitiva insieme, per far evolvere le potenzialità di
tutti e di ciascuno, creare la disponibilità nei bambini a fidarsi e ad essere accompagnati,
nell'avventura della conoscenza. La scuola promuove lo star bene e un sereno apprendimento
attraverso la cura degli ambienti, la predisposizione degli spazi educativi, la conduzione attenta
dell'intera giornata scolastica. Le famiglie sono il contesto più influente per lo sviluppo affettivo e
cognitivo dei bambini. Nella diversità di stili di vita, di culture, di scelte etiche e religiose, esse sono
portatrici di risorse che devono essere valorizzate nella scuola, per far crescere una solida rete di
scambi comunicativi e di responsabilità condivise. Per i genitori che provengono da altre nazioni e
che sono impegnati in progetti di vita di varia durata per i loro figli nel nostro paese, la scuola si
offre come uno spazio pubblico per costruire rapporti di fiducia e nuovi legami di comunità.
Modelli culturali ed educativi, esperienze religiose diverse, ruoli sociali e di genere hanno modo di
confrontarsi, di rispettarsi e di evolvere verso i valori di convivenza in una società aperta e
democratica. Le famiglie dei bambini con disabilità trovano nella scuola un adeguato supporto
capace di promuovere le risorse dei loro figli, attraverso il riconoscimento delle differenze e la
costruzione di ambienti educativi accoglienti e inclusivi, in modo che ciascun bambino possa
trovare attenzioni specifiche ai propri bisogni e condividere con gli altri il proprio percorso di
formazione.
I docenti
La presenza di insegnanti motivati, preparati, attenti alle specificità dei bambini e dei gruppi di cui
si prendono cura, è un indispensabile fattore di qualità per la costruzione di un ambiente educativo
accogliente, sicuro, ben organizzato, capace di suscitare la fiducia dei genitori e della comunità. Lo
stile educativo dei docenti si ispira a criteri di ascolto, accompagnamento, interazione partecipata,
mediazione comunicativa, con una continua capacità di osservazione del bambino, di presa in carico
del suo "mondo", di lettura delle sue scoperte, di sostegno e incoraggiamento all'evoluzione dei suoi
apprendimenti verso forme di conoscenza sempre più autonome e consapevoli. La progettualità si
esplica nella capacità di dare senso e intenzionalità all'intreccio di spazi, tempi, routine e attività,
promuovendo un coerente contesto educativo, attraverso un'appropriata regia pedagogica. La
professionalità docente si arricchisce attraverso il lavoro collaborativo, la formazione continua in
servizio, la riflessione sulla pratica didattica, il rapporto adulto con i saperi e la cultura. La
costruzione di una comunità professionale ricca di relazioni, orientata all'innovazione e alla
condivisione di conoscenze, è stimolata dalla funzione di leadership educativa della dirigenza e
dalla presenza di forme di coordinamento pedagogico. Il curricolo della scuola dell'infanzia non
coincide con la sola organizzazione delle attività didattiche che si realizzano nella sezione e nelle
intersezioni, negli spazi esterni, nei laboratori, negli ambienti di vita comune, ma si esplica in
un'equilibrata integrazione di momenti di cura, di relazione, di apprendimento, dove le stesse
routine (l'ingresso, il pasto, la cura del corpo, il riposo, ecc.) svolgono una funzione di regolazione
dei ritmi della giornata e si offrono come "base sicura" per nuove esperienze e nuove sollecitazioni.
L'apprendimento avviene attraverso l'azione, l'esplorazione, il contatto con gli oggetti, la natura,
l'arte, il territorio, in una dimensione ludica, da intendersi come forma tipica di relazione e di
conoscenza. Nel gioco, particolarmente in quello simbolico, i bambini si esprimono, raccontano,
rielaborano in modo creativo le esperienze personali e sociali. Nella relazione educativa, gli
insegnanti svolgono una funzione di mediazione e di facilitazione e, nel fare propria la ricerca dei
79
bambini, li aiutano a pensare e a riflettere meglio, sollecitandoli a osservare, descrivere, narrare,
fare ipotesi, dare e chiedere spiegazioni in contesti cooperativi e di confronto diffuso.
L'organizzazione degli spazi e dei tempi diventa elemento di qualità pedagogica dell'ambiente
educativo e pertanto deve essere oggetto di esplicita progettazione e verifica.
I campi di esperienza
Nella scuola dell'infanzia i traguardi per lo sviluppo della competenza suggeriscono all'insegnante
orientamenti, attenzioni e responsabilità nel creare piste di lavoro per organizzare attività ed
esperienze volte a promuovere la competenza, che a questa età va intesa in modo globale e unitario.
ALLEGATO 3 TRAGUARDI PER LO SVILUPPO DELLA COMPETENZA NELLA
SCUOLA DELL’INFANZIA
____________________________________?
LA SCUOLA DEL PRIMO CICLO
Il primo ciclo d'istruzione comprende la scuola primaria e la scuola secondaria di primo grado.
Ricopre un arco di tempo fondamentale per l'apprendimento e lo sviluppo dell'identità degli alunni,
nel quale si pongono le basi e si acquisiscono gradualmente le competenze indispensabili per
continuare ad apprendere a scuola e lungo l'intero arco della vita. La finalità del primo ciclo è
l'acquisizione delle conoscenze e delle abilità fondamentali per sviluppare le competenze culturali
di base nella prospettiva del pieno sviluppo della persona. Per realizzare tale finalità la scuola
concorre con altre istituzioni alla rimozione di ogni ostacolo alla frequenza; cura l'accesso facilitato
per gli alunni con disabilità; previene l'evasione dell'obbligo scolastico e contrasta la dispersione;
valorizza il talento e le inclinazioni di ciascuno; persegue con ogni mezzo il miglioramento della
qualità del sistema di istruzione. In questa prospettiva ogni scuola pone particolare attenzione ai
processi di apprendimento di tutti gli alunni e di ciascuno di essi, li accompagna nell'elaborare il
senso della propria esperienza, promuove la pratica consapevole della cittadinanza.
Il senso dell'esperienza educativa
Fin dai primi anni la scuola promuove un percorso di attività nel quale ogni alunno possa assumere
un ruolo attivo nel proprio apprendimento, sviluppare al meglio le inclinazioni, esprimere le
curiosità, riconoscere ed intervenire sulle difficoltà, assumere sempre maggiore consapevolezza di
sé, avviarsi a costruire un proprio progetto di vita. Così la scuola svolge un fondamentale ruolo
educativo e di orientamento, fornendo all'alunno le occasioni per acquisire consapevolezza delle sue
potenzialità e risorse, per progettare la realizzazione di esperienze significative e verificare gli esiti
conseguiti in relazione
alle attese. Tutta la scuola in genere ha una funzione orientativa in quanto preparazione alle scelte
decisive della vita, ma in particolare la scuola del primo ciclo, con la sua unitarietà e progressiva
articolazione disciplinare, intende favorire l'orientamento verso gli studi successivi mediante
esperienze didattiche non ripiegate su se stesse ma aperte e stimolanti, finalizzate a suscitare la
curiosità dell'alunno e a fargli mettere alla prova le proprie capacità.
L'alfabetizzazione culturale di base
Il compito specifico del primo ciclo è quello di promuovere l'alfabetizzazione di base attraverso
l'acquisizione dei linguaggi e dei codici che costituiscono la struttura della nostra cultura, in un
orizzonte allargato alle altre culture con cui conviviamo e all'uso consapevole dei nuovi media. Si
tratta di una alfabetizzazione culturale e sociale che include quella strumentale, da sempre
sintetizzata nel "leggere, scrivere e far di conto", e la potenzia attraverso i linguaggi e i saperi delle
varie discipline.
La scuola mira all'acquisizione degli apprendimenti di base, come primo esercizio dei diritti
costituzionali. Agli alunni che la frequentano offre l'opportunità di sviluppare le dimensioni
cognitive, emotive, affettive, sociali, corporee, etiche e religiose, e di acquisire i saperi
irrinunciabili. Si pone come scuola formativa che, attraverso gli alfabeti caratteristici di ciascuna
disciplina, permette di esercitare differenti stili cognitivi, ponendo così le premesse per lo sviluppo
del pensiero riflessivo e critico. Per questa via si formano cittadini consapevoli e responsabili a tutti
i livelli, da quello locale a quello europeo. La padronanza degli strumenti culturali di base è ancor
80
più importante per bambini che vivono in situazioni di svantaggio: più solide saranno le capacità
acquisite nella scuola primaria, maggiori saranno le probabilità di inclusione sociale e culturale
attraverso il sistema dell'istruzione.
Cittadinanza e Costituzione
È compito peculiare di questo ciclo scolastico porre le basi per l'esercizio della cittadinanza attiva,
potenziando e ampliando gli apprendimenti promossi nella scuola dell'infanzia.
L'educazione alla cittadinanza viene promossa attraverso esperienze significative che consentano di
apprendere il concreto prendersi cura di se stessi, degli altri e dell'ambiente e che favoriscano forme
di cooperazione e di solidarietà. Questa fase del processo formativo è il terreno favorevole per lo
sviluppo di un'adesione consapevole a valori condivisi e di atteggiamenti cooperativi e collaborativi
che costituiscono la condizione per praticare la convivenza civile. Obiettivi irrinunciabili
dell'educazione alla cittadinanza sono la costruzione del senso di legalità e lo sviluppo di un'etica
della responsabilità, che si realizzano nel dovere di scegliere e agire in modo consapevole e che
implicano l'impegno a elaborare idee e a promuovere azioni finalizzate al miglioramento continuo
del proprio contesto di vita, a partire dalla vita quotidiana a scuola e dal personale coinvolgimento
in routine consuetudinarie che possono riguardare la pulizia e il buon uso dei luoghi, la cura del
giardino o del cortile, la custodia dei sussidi, la documentazione, le prime forme di partecipazione
alle decisioni comuni, le piccole riparazioni, l'organizzazione del lavoro comune, ecc.
La lingua italiana costituisce il primo strumento di comunicazione e di accesso ai saperi. La lingua
scritta, in particolare, rappresenta un mezzo decisivo per l'esplorazione del mondo, l'organizzazione
del pensiero e per la riflessione sull'esperienza e il sapere dell'umanità. È responsabilità di tutti i
docenti garantire la padronanza della lingua italiana, valorizzando al contempo gli idiomi nativi e le
lingue comunitarie. Così intesa, la scuola diventa luogo privilegiato di apprendimento e di
confronto libero e pluralistico.
L'ambiente di apprendimento
Una buona scuola primaria e secondaria di primo grado si costituisce come un contesto idoneo a
promuovere apprendimenti significativi e a garantire il successo formativo per tutti gli alunni. A tal
fine è possibile indicare, nel rispetto dell'autonomia delle scuole e della libertà di insegnamento,
alcuni principi metodologici che contraddistinguono un'efficace azione formativa senza pretesa di
esaustività. L'acquisizione dei saperi richiede un uso flessibile degli spazi, a partire dalla stessa aula
scolastica, ma anche la disponibilità
di luoghi attrezzati che facilitino approcci operativi alla conoscenza per le scienze, la tecnologia, le
lingue comunitarie, la produzione musicale, il teatro, le attività pittoriche, la motricità. Particolare
importanza assume la biblioteca scolastica, anche in una prospettiva multimediale, da intendersi
come luogo privilegiato per la lettura e la scoperta di una pluralità di libri e di testi, che sostiene lo
studio autonomo e l'apprendimento continuo; un luogo pubblico, fra scuola e territorio, che
favorisce la partecipazione delle famiglie, agevola i percorsi di integrazione, crea ponti tra lingue,
linguaggi, religioni e culture. Valorizzare l'esperienza e le conoscenze degli alunni, per ancorarvi
nuovi contenuti. Nel processo di apprendimento l'alunno porta una grande ricchezza di esperienze e
conoscenze acquisite fuori dalla scuola e attraverso i diversi media oggi disponibili a tutti, mette in
gioco aspettative ed emozioni, sipresenta con una dotazione di informazioni, abilità, modalità di
apprendere che l'azione didattica dovrà opportunamente richiamare, esplorare, problematizzare. In
questo modo l'allievo riesce a dare senso a quello che va imparando. Favorire l'esplorazione e la
scoperta, al fine di promuovere il gusto per la ricerca di nuove conoscenze. In questa prospettiva, la
problematizzazione svolge una funzione insostituibile: sollecita gli alunni a individuare problemi, a
sollevare domande, a mettere in discussione le conoscenze già elaborate, a trovare appropriate piste
d'indagine, a cercare soluzioni originali. Incoraggiare l'apprendimento collaborativo. Imparare non è
solo un processo individuale. La dimensione sociale dell'apprendimento svolge un ruolo
significativo. In tal senso, molte sono le forme di interazione e collaborazione che possono essere
introdotte (dall'aiuto reciproco all'apprendimento cooperativo, all'apprendimento tra pari), sia
all'interno della classe, sia attraverso la formazione di gruppi di lavoro con alunni di classi e di età
81
diverse. A questo scopo risulta molto efficace l'utilizzo delle nuove tecnologie che permettono agli
alunni di operare insieme per costruire nuove conoscenze, ad esempio attraverso ricerche sul web e
per corrispondere con coetanei anche di altri paesi. Promuovere la consapevolezza del proprio modo
di apprendere, al fine di "imparare ad apprendere". Riconoscere le difficoltà incontrate e le strategie
adottate per superarle, prendere atto degli errori commessi, ma anche comprendere le ragioni di un
insuccesso, conoscere i propri punti di forza, sono tutte competenze necessarie a rendere l'alunno
consapevole del proprio stile di apprendimento e capace di sviluppare autonomia nello studio.
Occorre che l'alunno sia attivamente impegnato nella costruzione del suo sapere e di un suo metodo
di studio, sia sollecitato a riflettere su come e quanto impara, sia incoraggiato a esplicitare i suoi
modi di comprendere e a comunicare ad altri i traguardi raggiunti. Ogni alunno va posto nelle
condizioni di capire il compito assegnato e i traguardi da raggiungere, riconoscere le difficoltà e
stimare le proprie abilità, imparando così a riflettere sui propri risultati, valutare i progressi
compiuti, riconoscere i limiti e le sfide da affrontare, rendersi conto degli esiti delle proprie azioni e
trarne considerazioni per migliorare. Realizzare attività didattiche in forma di laboratorio, per
favorire l'operatività e allo stesso tempo il dialogo e la riflessione su quello che si fa. Il laboratorio,
se ben organizzato, è la modalità di lavoro che meglio incoraggia la ricerca e la progettualità,
coinvolge gli alunni nel pensare, realizzare, valutare attività vissute in modo condiviso e partecipato
con altri, e può essere attivata sia nei diversi spazi e occasioni interni alla scuola sia valorizzando il
territorio come risorsa per l'apprendimento.
ALLEGATO 4
TRAGUARDI PER LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE AL TERMINE DELLA
SCUOLA PRIMARIA.
OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO AL TERMINE DELLA CLASSE TERZA E
QUINTA DELLA SCUOLA PRIMARIA.
OBIETTIVI MINIMI DI APPRENDIMENTO ALLA FINE DELLA CLASSE III E V
ALLEGATO N° 5 VALUTAZIONE
La valutazione periodica degli alunni
La metodologia della progettazione didattica considera la valutazione come una fondamentale
funzione che accompagna il processo di insegnamento/apprendimento. La verifica è interna al
metodo di lavoro e ha lo scopo principale di fornire una valutazione in corso di apprendimento. Le
osservazioni sistematiche effettuate nel corso delle attività didattiche, unite alle verifiche si
raccorderanno e saranno visibili, nell’attività di valutazione che avverrà in fasi distinte ma
interdipendenti: la Valutazione ex-ante con funzione di diagnosi iniziale (prerequisiti), in modo da
calibrare l’intervento formativo sulle reali esigenze emergenti nel qui ed ora, allo scopo di
valorizzare il proprio vissuto; la Valutazione in itinere con funzione di verifica periodica del livello
di apprendimento e, laddove ci fossero incongruenze tra obiettivi raggiunti e risultati attesi, di
feedback e rimodulazione degli interventi; la Valutazione sommativa o finale. La valutazione
precede, accompagna e segue i percorsi curriculari. Attiva le azioni da intraprendere, regola quelle
avviate, promuove il bilancio critico su quelle condotte a termine. Assume una preminente funzione
formativa, di accompagnamento dei processi di apprendimento e di stimolo al miglioramento
continuo. Oggetto della valutazione non è la personalità dello studente, né le sue capacità intese
come potenzialità astratte ma ciò che lo studente “sa” e “sa fare”, in ambito disciplinare, in
relazione ad un determinato obiettivo, compito o attività. Dopo la verifica, attraverso test d'ingresso,
delle conoscenze e delle competenze di cui gli allievi sono in possesso, la valutazione diventa
FORMATIVA cioè strumento di verifica del recupero dei prerequisiti, dell'efficacia delle strategie
didattiche messe in atto e della progressiva acquisizione di un metodo di studio consapevole,
responsabile e autonomo. La valutazione deve essere trasparente e tempestiva, volta ad attivare un
processo di autovalutazione che conduca lo studente ad individuare i propri punti di forza e di
82
debolezza e a migliorare il proprio rendimento. Solo in un secondo momento la valutazione diventa
SOMMATIVA ed è finalizzata a verificare il raggiungimento degli obiettivi prefissati. Dall’esito
della valutazione finale dipende il passaggio ai periodi didattici successivi. Criteri di valutazione -
La valutazione del profitto
Dall’anno scolastico 2008/2009, come da D.L. 1 Settembre 2008, N. 137 art.3, nella scuola primaria
e nella scuola secondaria di primo grado, la valutazione periodica ed annuale degli apprendimenti
degli alunni e la certificazione delle competenze da essi acquisite sarà espressa in decimi e, solo per
la scuola primaria, sarà illustrata con giudizio analitico sul livello globale di maturazione raggiunto
dall’alunno. La valutazione numerica dovrà riferirsi al giudizio dato alle singole prove, prodotte di
volta in volta, che permettono di verificare il graduale apprendimento, nell'uso degli strumenti, delle
tecniche ecc. La valutazione tiene conto della conoscenza, competenza e abilità intese come:
Conoscenze: risultato dei processi di apprendimento; insiemi di fatti, di teorie e pratiche
relative ad ambiti di studio o di lavoro, di principi.
Abilità: saper applicare conoscenze e usare know-how per eseguire compiti e risolvere
problemi.
Competenze: indicano la comprovata capacità di usare conoscenze abilità e capacità
personali, sociali e/o metodologiche in situazioni di lavoro e/o di studio e nello sviluppo
professionale e/o personale; sono descritte in termini di responsabilità e di autonomia.
LA VALUTAZIONE NELLA SCUOLA PRIMARIA
La valutazione è un elemento pedagogico fondamentale delle programmazioni didattiche, senza cui
non si potrebbero seguire i progressi dell’alunno rispetto agli obiettivi ed ai fini da raggiungere
durante la sua permanenza a scuola. Tra questi vi sono: l’acquisizione dei contenuti disciplinari (il
sapere), la capacità di trasformare in azione i contenuti acquisiti (il saper fare) e la capacità di
interagire e di tradurre le conoscenze e le abilità in razionali comportamenti (saper essere). La
Scuola valuta anche le competenze cosiddette trasversali che attengono, oltre che agli obiettivi
cognitivi, anche agli obiettivi comportamentali riferiti cioè al comportamento sociale, o area socio –
affettiva e relazionale, e al comportamento. La valutazione è uno degli elementi fondamentali della
programmazione didattico – educativa e può essere definita come il confronto tra gli obiettivi
prefissi (ciò che si vuole ottenere dall’alunno) ed i risultati conseguiti (ciò che si è ottenuto dallo
stesso alunno).
Il processo di valutazione consta di tre momenti:
1) la valutazione diagnostica o iniziale. Serve a individuare, attraverso la somministrazione di prove
d’ingresso, il livello di partenza degli alunni, ad accertare il possesso dei pre-requisiti e a
predisporre eventuali attività di recupero. Accerta anche, attraverso la compilazione di questionari
motivazionali e socioculturali, le caratteristiche e le attitudini degli alunni, utili per la progettazione
delle attività scolastiche e extrascolastiche, con particolare riferimento al loro inserimento nei
cosiddetti “laboratori”.
2) la valutazione formativa o in itinere. È finalizzata a cogliere, informazioni analitiche e continue
sul processo di apprendimento. Favorisce l’autovalutazione da parte degli studenti e fornisce ai
docenti indicazioni per attivare eventuali correttivi all’azione didattica o predisporre interventi di
rinforzo/recupero e potenziamento. Non prevede nessuna forma di classificazione del profitto degli
studenti. Non è pertanto selettiva in senso negativo, ma in senso positivo e compensativo.
3) la valutazione sommativa o complessiva o finale. Consente un giudizio sulle conoscenze e abilità
acquisite dall'alunno in un determinato periodo di tempo o al termine dell’anno scolastico.
La valutazione è un processo dinamico molto complesso, il cui fine principale deve essere quello di
favorire la promozione umana e sociale dell’alunno, la stima verso di sé, la sua capacità di
autovalutarsi e di scoprire i punti di forza e i punti di debolezza, di auto-orientare i suoi
comportamenti e le sue scelte future. La valutazione numerica delle verifiche, sia orali che scritte, è
espressa in decimi, da 4 a 10. Al fine di ottenere omogeneità nelle valutazioni disciplinari, di
83
rendere trasparente l’azione valutativa della Scuola e di avviare gli alunni alla consapevolezza del
significato attribuito al voto espresso in decimi, i docenti della stessa disciplina concordano ad
inizio di anno scolastico ed esplicitano in forma scritta, attraverso griglie di misurazione predisposte
per i diversi tipi di verifiche e per le singole discipline, i criteri di valutazione delle prove scritte
sulla base di indicatori e descrittori condivisi, informando gli alunni.
Prime e seconde classi
GIUDIZIO DI PROFITTO in riferimento a: conoscenze, abilità, competenze disciplinari
10 (ECCELLENTE)
Abilità corrette, complete e senza errori di lettura e scrittura, capacità di comprensione e di analisi
precisa e approfondita, applicazione sicura e autonoma delle nozioni matematiche in situazioni
anche nuove, esposizione chiara, ricca e ben articolata, capacità di sintesi appropriata e di
rielaborazione personale creativa ed originale
9 (OTTIMO)
Abilità corrette e complete di lettura e scrittura, capacità di comprensione e di analisi precisa e
sicura, applicazione sicura e autonoma delle nozioni matematiche in situazioni anche nuove,
esposizione chiara, precisa e ben articolata, capacità di sintesi appropriata con spunti creativi e
originali
8 (DISTINTO)
Abilità corrette e complete di lettura e scrittura, capacità di comprensione e di analisi precisa e
sicura, applicazione sicura delle nozioni matematiche in situazioni via via più complesse,
esposizione chiara e precisa, capacità di sintesi appropriata con apporti critici personali anche
apprezzabili
7 (BUONO)
Abilità solide di lettura e scrittura, capacità di comprensione e di analisi puntuale di semplici testi,
applicazione sostanzialmente sicura delle nozioni matematiche senza gravi errori in situazioni
semplici e note, esposizione chiara e abbastanza precisa, sintesi parziale con alcuni spunti critici
6 (SUFFICIENTE)
Abilità essenziali di lettura e scrittura, capacità di comprensione e di analisi elementare di semplici
testi, applicazione delle nozioni matematiche senza gravi errori in situazioni semplici e note,
esposizione in forma sostanzialmente ordinata seppur guidata
5 (MEDIOCRE)
Conoscenza parziale dei minimi contenuti disciplinari ma tali da consentire un graduale recupero,
abilità di lettura e di scrittura ancora incerte ma in graduale miglioramento rispetto alla situazione di
partenza, capacità di comprensione scarsa e di analisi esigua o inconsistente, applicazione delle
nozioni matematiche scorretta e con errori, esposizione ripetitiva e imprecisa, povertà lessicale
4 (INSUFFICIENTE)*
Conoscenza frammentaria e lacunosa anche dei contenuti minimi disciplinari, abilità di lettura e di
scrittura da recuperare, capacità di comprensione scarsa e di analisi inconsistente o inesistente,
applicazione delle nozioni matematiche scorretta e con gravi errori, esposizione gravemente
scorretta, frammentata e confusa, povertà lessicale
Terze, quarte e quinte classi
GIUDIZIO DI PROFITTO in riferimento a: conoscenze, abilità, competenze disciplinari
10 (ECCELLENTE)
Conoscenze ampie e particolarmente approfondite, abilità complete e senza errori di lettura e
scrittura, capacità di comprensione e di analisi precisa e pertinente, applicazione sicura e autonoma
delle nozioni matematiche in situazioni anche nuove, esposizione rigorosa, ricca e ben articolata,
capacità di sintesi appropriata e di rielaborazione personale creativa ed originale, autonoma
organizzazione delle conoscenze acquisite
9 (OTTIMO)
84
Conoscenze complete e approfondite, abilità corrette e sicure di lettura e scrittura, capacità di
comprensione e di analisi precisa e puntuale, applicazione sicura e autonoma delle nozioni
matematiche in situazioni anche nuove, esposizione chiara e ben articolata, capacità di sintesi
appropriata con spunti creativi e originali
8 (DISTINTO)
Conoscenze complete, abilità corrette di lettura e scrittura, capacità di comprensione precisa e
sicura, applicazione sicura delle nozioni matematiche in situazioni via via più complesse,
esposizione chiara, precisa e articolata, capacità di sintesi appropriata con apporti critici personali
anche apprezzabili
7 (BUONO)
Conoscenza corretta de nuclei fondamentali delle discipline, abilità solide di lettura e scrittura,
capacità di comprensione/analisi puntuale, applicazione sostanzialmente sicura delle nozioni
matematiche senza gravi errori in situazioni semplici e note, esposizione chiara e abbastanza
precisa, sintesi parziale con alcuni spunti critici
6 (SUFFICIENTE)
Conoscenza accettabile dei contenuti disciplinari, abilità essenziali di lettura e scrittura, capacità di
analisi/comprensione elementare, applicazione delle nozioni matematiche senza gravi errori in
situazioni semplici e note, esposizione in forma sostanzialmente ordinata seppur guidata
5 (MEDIOCRE)
Conoscenza parziale dei minimi contenuti disciplinari ma tali da consentire un graduale recupero,
abilità di lettura e di scrittura ancora incerte ma in graduale miglioramento rispetto alla situazione di
partenza, capacità di comprensione scarsa e di analisi esigua o inconsistente, applicazione delle
nozioni matematiche scorretta e con errori, esposizione ripetitiva e imprecisa, povertà lessicale
4 (INSUFFICIENTE)*
Conoscenza frammentaria e lacunosa anche dei contenuti minimi disciplinari, abilità di lettura e di
scrittura da recuperare, capacità di comprensione scarsa e di analisi inconsistente o inesistente,
applicazione delle nozioni matematiche scorretta e con gravi errori, esposizione gravemente
scorretta, frammentata e confusa, povertà lessicale
*Le rilevazioni saranno eventualmente accompagnate da una precisazione che solleciti la
consapevolezza dell’alunno rispetto alle gravi lacune o a un sia pur minimo progresso.
Criteri generali per l’attribuzione del voto di comportamento
La Scuola oltre che all’istruzione è all’educazione degli alunni è impegnata in un costante processo
di formazione che aiuti l’alunno a diventare un cittadino rispettoso delle regole che disciplinano i
rapporti di convivenza civile in una comunità.
Il voto di comportamento ha la funzione di registrare e di valutare l’atteggiamento e il
comportamento dell’allievo durante la vita scolastica e di suggerirgli un ripensamento di eventuali
comportamenti negativi.
ne al dialogo educativo;
La valutazione del comportamento tiene conto del percorso personale compiuto dall’alunno, ma è
anche, al tempo stesso, orientata ad assumere decisioni, a proporre correttivi per migliorare
l’ambiente scolastico e a produrre cambiamenti positivi nello sviluppo delle competenze sociali di
ciascun allievo. Essa valuta i seguenti aspetti: il rispetto di se stessi e dell’altro, delle persone e delle
cose; l’ordine, l’autonomia, la partecipazione e la solidarietà.
- il rispetto di se stessi e delle persone: correttezza e sensibilità verso i compagni, i docenti e tutte le
figure operanti nella scuola, rispetto delle diverse peculiarità di genere, atteggiamento positivo e
rispettoso nei confronti dei più piccoli, cura e decoro della persona e del linguaggio.
85
- partecipazione attiva degli alunni al dialogo educativo nelle diverse situazioni e contesti:
comportamento in classe educato, attento e propositivo; comportamento responsabile durante le
visite e i viaggi d’istruzione, le attività extrascolastiche e la frequenza scolastica stessa.
Compete infatti anche alla scuola educare gli alunni a consolidare e potenziare la capacità di
interiorizzazione delle norme civili fondamentali per la convivenza democratica e a sviluppare le
competenze di interazione e di negoziazione di significati socialmente condivisi.
LA VALUTAZIONE NELLA SCUOLASECONDARIA
__________________________________
Modalità di Verifica
Gli strumenti della verifica saranno relativi ed omogenei al tipo di obiettivo che si intende
verificare. Le prove (orali/scritte,soggettive/oggettive aperte e non), quindi, saranno scelte tenendo
conto dell’obiettivo e delle prestazioni richieste. Le procedure di valutazione saranno collegate agli
obiettivi delle Unità di apprendimento e la verifica riguarderà non solo le abilità dell’allievo, ma
anche lo svolgimento dell’Unità e della programmazione nel suo complesso. In itinere si
effettueranno verifiche atte a controllare in modo sistematico l’apprendimento ed apportare, ove ce
ne fosse bisogno, eventuali correzioni, alla fine del percorso si avrà una valutazione sommativa. Per
la valutazione quadrimestrale si valuterà, oltre al profitto, anche i miglioramenti, l’impegno e la
partecipazione dell’alunno al percorso educativo. La scuola partecipa al sistema nazionale di
valutazione.
La valutazione del comportamento nella scuola:
Vengono seguite le indicazioni del MIUR, che invita a valutare ai fini della promozione, anche il
comportamento dell’alunno, gli insegnanti valuteranno un panorama complesso di atteggiamenti,
rintracciandone le ragioni nel vissuto e negli eventuali disagi dell’alunno.
ALLEGATO N°6:SOSTEGNO AGLI ALUNNI DIVERSAMENTE ABILI E IN
SITUAZIONE DI DIFFICOLTÀ
Nel nostro Istituto gli alunni diversamente abili o in situazione di difficoltà vengono seguiti da
personale specializzato e dagli insegnanti di classe. Per ogni alunno viene realizzato un percorso
educativo e didattico personalizzato che, muovendo dall’analisi iniziale delle abilità possedute
dall’allievo, fissa obiettivi relativi alle varie aree disciplinari.
Per l’a.s. 2015/ 2016 verrà attivato un progetto di potenziamento delle attività di integrazione
che è destinato agli alunni della scuola primaria e secondaria di I°, mira a potenziare le
attività didattiche degli alunni della secondaria oltre che a preparare l’accoglienza degli
alunni della primaria iscritti presso la secondaria.
Il progetto prevede corsi di formazione e aggiornamento per docenti specializzati relativi alla
disabilità.
La scuola con il contributo di servizi sanitari e riabilitativi, di educatori e dei genitori degli alunni:
• approfondisce la propria conoscenza e consapevolezza riguardo le cause dello svantaggio o del
disagio;
• accerta le abilità che gli alunni già possiedono e le valorizza;
• realizza un clima sociale positivo incrementando l’autostima e la motivazione;
• programma e attua interventi personalizzati attivando tutti i canali della comunicazione didattica
che risultino efficaci;
• si organizza in modo flessibile utilizzando le risorse disponibili;
• mette in atto forme di raggruppamento degli alunni e didattiche differenziate (tutoring –
cooperative learning – ecc….);
L’ Istituto Comprensivo “Carducci – Paolillo” persegue l’inclusività.
86
Ritiene che, nella programmazione e nell’effettuazione del percorso, l’indicazione didattica verso la
personalizzazione e/o individualizzazione dei percorsi educativi debba rispettare la peculiarità di
approccio, metodo/stile e livello di apprendimento afferente a tutti gli alunni e, in particolare, ai
D.S.A. e B.E.S.
La Direttiva Ministeriale 27 dicembre 2012 “Strumenti d’intervento per alunni con bisogni
educativi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica” delinea e precisa la
strategia inclusiva della scuola italiana al fine di realizzare appieno il diritto all’apprendimento per
tutti gli alunni e gli studenti in situazione di difficoltà.
L’Inclusione scolastica vuole essere il processo attraverso il quale gli impedimenti vengono rimossi
in modo che ciascun individuo possa essere valorizzato, incontrando le condizioni per esprimere al
meglio le proprie potenzialità.
Ciò non significa negare il fatto che ognuno di noi è diverso o negare la presenza di disabilità che
devono essere trattate in maniera adeguata, ma vuol dire spostare l’analisi e l’intervento dalla
persona al contesto, per individuarne gli ostacoli e operare per la loro rimozione.
Pertanto sulla base dell’analisi del tessuto sociale il nostro Istituto si propone un progetto mirato,
atto a ricevere in modo adeguato alunni con bisogni educativi speciali offrendo a ciascuno una reale
e fattiva integrazione. Da qui matura l’esigenza di sviluppare e approfondire percorsi specifici
inseriti in un progetto scolastico.
La nostra realtà scolastica accoglie alunni provenienti da un ambiente socio-culturale medio, con
nuclei familiari attenti alla crescita affettiva e psico-sociale dei figli; dall’altra si trova ad operare
anche con alunni in situazione di disagio familiare e/o sociale.
Questi provengono da un ambiente socio-culturale ed economico modesto, e deprivato. A seguito
degli ultimi Consigli di Classe, emerge una situazione in cui alcuni alunni, pur essendo privi di
certificazione, si caratterizzano come soggetti BES in quanto denotano cali motivazionali nel
percorso di apprendimento, difficoltà di integrazione, ristretto codice linguistico, scarso interesse
della famiglia alla vita scolastica dei figli e, in alcuni casi, atteggiamenti di aggressività fisica e
verbale.
I BES (alunni con Bisogni Educativi Speciali) nel nostro Istituto riguardano, dunque:
• alunni con disabilità
• alunni con DSA (Disturbo Specifico dell’Apprendimento)
• alunni con deficit del linguaggio
• alunni con disturbo oppositivo provocatorio
• alunni con disturbo della condotta in adolescenza
• alunni con disagio socio-culturale
• alunni stranieri non alfabetizzati
Le Funzioni strumentali relative all’ integrazione alunni disabili curano:
L’organizzazione e il coordinamento
delle attività educativo – didattiche: Coordinamento delle attività dei referenti dei plessi;
Organizzazione GLH d’Istituto e GLH operativi;
Raccolta e diffusione di materiale informativo e
funzionale allo svolgimento di tutte le attività di
integrazione.
La pianificazione di interventi specifici
87
e partecipazione a bandi
e proposte progettuali: Proposte al collegio relative a corsi di aggiornamento o
formazione;
Progettazione di interventi specifici in risposta a bandi
comunali, regionali, statali ed europei.
Rapporti con il territorio: Costruzione rete Scuola – famiglia e scuole del territorio;
Ampliamento rete e rapporti con le ASL, i servizi sociali
ed i centri accreditati;
Collaborazione e confronto con le diverse agenzie del
territorio.
IL PROTOCOLLO SULLE ATTIVITA’ DIDATTICHE ED EDUCATIVE PER IL
DIRITTO ALL’APPRENDIMENTO DEGLI ALUNNI CON D.S.A.
PREMESSA
La legge 8 ottobre 2010, n. 170, riconosce la dislessia, la disortografia, la disgrafia e la discalculia
come Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA), assegnando al sistema nazionale di istruzione e
agli atenei il compito di individuare le forme didattiche e le modalità di valutazione più adeguate
affinché alunni e studenti con DSA possano raggiungere il successo formativo. Per la peculiarità dei
Disturbi Specifici di Apprendimento, la Legge si focalizza sulla didattica individualizzata e
personalizzata, sugli strumenti compensativi, sulle misure dispensative e su adeguate forme di
verifica e valutazione. La legge, inoltre, è rivolta ad alunni che necessitano, oltre ai prioritari
interventi di didattica individualizzata e personalizzata, anche di specifici strumenti e misure che
derogano da alcune prestazioni richieste dalla scuola.
Le Linee guida emanate presentano alcune indicazioni, elaborate sulla base delle più recenti
conoscenze scientifiche, per realizzare interventi didattici individualizzati e personalizzati, nonché
per utilizzare gli strumenti compensativi e per applicare le misure dispensative. Esse indicano il
livello essenziale delle prestazioni richieste alle istituzioni scolastiche e agli atenei per garantire il
diritto allo studio degli alunni e degli studenti con DSA. Il documento presenta la descrizione dei
Disturbi Specifici di Apprendimento, amplia alcuni concetti pedagogico - didattici ad essi connessi
e illustra le modalità di valutazione per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con DSA
nelle istituzioni scolastiche e negli atenei. Sul sito internet del MIUR, presso l’indirizzo web
http://www.istruzione.it/web/istruzione/dsa, è possibile visionare materiale di approfondimento,
costantemente aggiornato, relativo alla dislessia, alla disortografia e disgrafia, alla discalculia, alla
documentazione degli interventi didattici attivati dalla scuola (come per esempio il Piano Didattico
Personalizzato).
I Disturbi Specifici di Apprendimento interessano alcune specifiche abilità dell’apprendimento
scolastico, in un contesto di funzionamento intellettivo adeguato all’età anagrafica. Sono coinvolte
in tali disturbi: l’abilità di lettura, di scrittura, di fare calcoli. Sulla base dell’abilità interessata dal
disturbo, i DSA assumono una denominazione specifica: dislessia (lettura), disgrafia e disortografia
(scrittura), discalculia (calcolo). Secondo le ricerche attualmente più accreditate, i DSA sono di
origine neurobiologica; allo stesso tempo hanno matrice evolutiva e si mostrano come un’atipia
dello sviluppo, modificabili attraverso interventi mirati. Posto nelle condizioni di attenuare e/o
compensare il disturbo, infatti, l’alunno può raggiungere gli obiettivi di apprendimento previsti. E’
88
da notare, inoltre (e ciò non è affatto irrilevante per la didattica), che gli alunni con DSA sviluppano
stili di apprendimento specifici, volti a compensare le difficoltà incontrate a seguito del disturbo.
DEFINIZIONE DEI DSA
I DSA fanno parte dei cosiddetti Disturbi di Sviluppo che sono definiti dalla presenza di limitazioni
del funzionamento specifiche abilità/competenze, derivanti da uno sviluppo anomalo del sistema
nervoso. Il termine specifici sta ad indicare che questi disordini non sono dovuti a fattori esterni
(come lo svantaggio socio-culturale, la scarsa scolarizzazione, ecc.) o a condizioni di disabilità
sensoriale o psichica, ma sono intrinseci all’individuo e presenti per l’intero arco della vita. Ciò che
permette di classificare una persona con DSA è la discrepanza che sussiste tra la sua intelligenza,
che è nella norma, in alcuni casi anche superiore, e la sua abilità scolastica.
Le manifestazioni del disturbo possono evidenziarsi durante la prima o seconda infanzia come
ritardi nel raggiungimento delle pietre miliari dello sviluppo e come anomalie qualitative o assenza
di funzioni in uno o più domini. Sul piano patogenetico, sono più frequenti nei maschi e fortemente
caratterizzate da una forte influenza di componenti genetiche multifattoriali, ma,
contemporaneamente, anche da un importante contributo delle variabili ambientali. Questo ha
un’importantissima implicazione psico-pedagogica: la componente alterata può essere mediata
dall’ambiente.
Nella dislessia risultano più o meno deficitarie - a seconda del profilo del disturbo in base all’età - la
lettura di lettere, di parole e non-parole, di brani. In generale, l’aspetto evolutivo della dislessia può
farlo somigliare a un semplice rallentamento del regolare processo di sviluppo. La disgrafia si
manifesta in una minore fluenza e qualità dell’aspetto grafico della scrittura, la disortografia è
all’origine di una minore correttezza del testo scritto; entrambi, naturalmente, sono in rapporto
all’età anagrafica dell’alunno. In particolare, la disortografia si può definire come un disordine di
codifica del testo scritto, che viene fatto risalire ad un deficit di funzionamento delle componenti
centrali del processo di scrittura, responsabili della transcodifica del linguaggio orale nel linguaggio
scritto. La discalculia riguarda l’abilità di calcolo, sia nella componente dell’organizzazione della
cognizione numerica (intelligenza numerica basale), sia in quella delle procedure esecutive e del
calcolo. Nel primo ambito, la discalculia interviene sugli elementi basali dell’abilità numerica: il
subitizing (o riconoscimento immediato di piccole quantità), i meccanismi di quantificazione, la
seriazione, la comparazione, le strategie di composizione e scomposizione di quantità, le strategie di
calcolo a mente. Nell’ambito procedurale, invece, la discalculia rende difficoltose le procedure
esecutive per lo più implicate nel calcolo scritto: la lettura e scrittura dei numeri, l’incolonnamento,
il recupero dei fatti numerici e gli algoritmi del calcolo scritto vero e proprio.
La nostra scuola attiverà il seguente Protocollo, indirizzato agli alunni con D.S.A. con certificazione
specialistica della A.S.L., con il fine di:
dell’alunno.
Il Protocollo costituisce uno strumento di lavoro e pertanto è soggetto a modifiche ed integrazioni.
Questo documento è parte integrante del POF e si propone di:
realizzare un proficuo percorso formativo degli studenti con D.S.A.;
Il protocollo prevede le seguenti fasi :
1. Iscrizione ed acquisizione della diagnosi
2. Accoglienza
3. Stesura e sottoscrizione del PDP
4. Didattica
5. Valutazione intermedia e finale
6. Procedura da seguire in caso di criticità/sospetto DSA
89
7. Formazione
8. Normativa di riferimento
1. ISCRIZIONE
SOGGETTI COINVOLTI PROCEDURE MESSE IN ATTO
Segreteria amministrativa Acquisisce la certificazione di DSA per i preliminari adempimenti
amministrativi. Ai sensi della L. 170/2010 art. 3 essa “è effettuata nell'ambito dei trattamenti
specialistici già assicurati dal Servizio sanitario nazionale a legislazione vigente ed è comunicata
dalla famiglia alla scuola di appartenenza dello studente”. In caso di iscrizione di uno studente
proveniente da una regione ove non sia possibile effettuare la diagnosi nell'ambito del Servizio
sanitario nazionale, la scuola può acquisire una diagnosi redatta da specialisti o strutture accreditate.
Dirigente Scolastico Accerta la conformità della documentazione prodotta rispetto alla normativa
vigente e informa il referente d’istituto per i D.S.A. acquisendo eventuali allegati sul percorso
educativo-didattico di provenienza.
2. ACCOGLIENZA
SOGGETTI COINVOLTI PROCEDURE MESSE IN ATTO
Referente per i D.S.A. Effettua un colloquio conoscitivo con la famiglia e, ove si renda necessario,
con l’alunno per acquisire le seguenti informazioni:
- dettagli relativi al percorso scolastico precedente;
- figure di riferimento per facilitare un intervento in continuità che non disperda quanto fatto nel
precedente ordine di scuola;
- eventuali dispense e/o compensazioni di cui usufruisce lo studente;
- informazioni relative allo svolgimento dello studio domestico;
- livello di consapevolezza del disturbo da parte dello studente per una prima valutazione delle
implicazioni sul senso di autostima e di autoefficacia;
- qualsiasi altra informazione utile alla progettazione del Piano Didattico Personalizzato.
Il referente informa, inoltre, la famiglia sui percorsi messi in atto dall’istituto e rivolti agli alunni
con D.S.A., sintetizzati nel presente Protocollo di accoglienza, che viene consegnato alla famiglia
nel corso del primo colloquio con il Dirigente Scolastico e/o il referente d’istituto.
La Commissione di accoglienza Valuta le competenze in ingresso di tutti gli studenti neo-iscritti,
(ambito linguistico espressivo e matematico-scientifico) tramite somministrazione di un test svolto
nel laboratorio informatico nei primi giorni del mese di settembre, o dell’ingresso a scuola. Gli esiti
del test sono comunicati singolarmente e privatamente alle famiglie nel corso dell’incontro con il
Dirigente Scolastico e alcuni membri dello staff finalizzato alla presentazione dell’Offerta
Formativa, del Regolamento d’Istituto, del Patto di Corresponsabilità Educativa e delle Linee Guida
del P.O.F. L’intento è quello di socializzare con la famiglia la proposta formativa, al fine di
discuterne le implicazioni culturali, sociali e professionali ed accogliere eventuali richieste e
integrazioni per favorire l’instaurarsi di un efficace e costruttivo rapporto di collaborazione.
Commissione per formazione classi, composta dal dirigente Scolastico, dal collaboratore vicario,
dal secondo collaboratore, dalla Funzione Strumentale responsabile del Piano dell’Offerta
Formativa e dalla Funzione Strumentale per l’inclusione scolastica ha cura di:
- assicurare allo studente con D.S.A. la presenza di un compagno, proveniente dalla stessa classe o
scuola, qualora la famiglia effettui una segnalazione in tal senso, al momento dell’iscrizione;
- inserire lo studente, ove possibile, in una sezione non numerosa;
- evitare, ove possibile, l’iscrizione nella stessa sezione di più studenti con D.S.A.
Il Dirigente Scolastico Nel corso del primo Consiglio di Classe comunica ai docenti la presenza di
uno studente con D.S.A. per attivare tempestivamente la personalizzazione dell’apprendimento
prevista dalle Linee Guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con disturbi specifici
di apprendimento, allegate al D.M. del 12 luglio 2011 n. 5669. In caso di inserimento successivo
(ad anno scolastico iniziato o in anni successivi al primo) il Dirigente, consultatosi con il referente
per i D.S.A., effettua la scelta della sezione in cui inserire lo studente.
90
Il Consiglio di classe nel corso della prima seduta acquisisce le informazioni in possesso
dell’istituzione scolastica da parte del Dirigente Scolastico e del Referente d’istituto per i D.S.A.,
che presenzia al primo consiglio di classe per fornire il supporto necessario alla comprensione delle
problematiche specifiche di ogni studente in base ai dati in suo possesso, unitamente a materiale
informativo sulle misure compensative e dispensative da adottare. Presenta, inoltre, i principali
mediatori didattici e gli organizzatori anticipati in grado di facilitare il processo di
personalizzazione dell’apprendimento. Da una annualità all’altra il passaggio di informazioni
avviene tramite i coordinatori, con il supporto del referente d’Istituto.
3. ELABORAZIONE DEL P.D.P.
SOGGETTI COINVOLTI PROCEDURE MESSE IN ATTO
Il Consiglio di classe nel corso della seconda seduta elabora il piano didattico personalizzato
riportando le informazioni preliminari acquisite ed elaborando le strategie educative e didattiche da
mettere in atto attraverso la compilazione del modello P.D.P. approvato dal Collegio dei Docenti.
Tale documento costituisce un documento RISERVATO agli atti dell’istituto.
Il P.D.P. contiene le seguenti sezioni:
ell’alunno
difficoltà
scrittura e calcolo
scritto
dalità di verifica e valutazione
Il PDP, sottoscritto dal consiglio di Classe, dalla famiglia e dallo stesso studente (nel caso di scuola
secondaria di primo e secondo grado), tiene conto delle difficoltà di decodifica dei testi per gli
studenti con D.S.A., e per questo deve calibrare il carico domestico e le verifiche in modo da
favorire una serena sedimentazione degli apprendimenti. È necessario sottolineare la delicatezza
delle problematiche psicologiche che si innestano nell’alunno o nello studente con DSA per
l’utilizzo degli strumenti compensativi e delle misure dispensative. Infatti, ai compagni di classe gli
strumenti compensativi e le misure dispensative possono risultare incomprensibili facilitazioni. A
questo riguardo, il coordinatore di classe, sentita la famiglia interessata, può avviare adeguate
iniziative per condividere con i compagni di classe le ragioni dell’applicazione degli strumenti e
delle misure citate, anche per evitare la stigmatizzazione e le ricadute psicologiche negative. Resta
ferma, infine, la necessità di creare un clima della classe accogliente, praticare una gestione
inclusiva della stessa, tenendo conto degli specifici bisogni educativi degli studenti con DSA.
La famiglia Condivide le linee elaborate nella documentazione dei percorsi didattici individualizzati
e personalizzati ed è chiamata a formalizzare con la scuola un patto educativo/formativo che
preveda l’autorizzazione a tutti i docenti del Consiglio di Classe - nel rispetto della privacy e della
91
riservatezza del caso - ad applicare ogni strumento compensativo e le strategie dispensative ritenute
idonee, previste dalla normativa vigente, tenuto conto delle risorse disponibili. Nello specifico:
dell’alunno o studente nel lavoro scolastico domestico;
tione dei tempi di
studio, dell’impegno scolastico e delle relazioni con i docenti;
L’alunno Gli alunni, con le necessarie differenziazioni in relazione all’età, sono i primi protagonisti
di tutte le azioni messe in campo. Essi, pertanto, hanno diritto:
che possono aiutarli ad ottenere il massimo dalle loro potenzialità;
compensativi e misure dispensative. Hanno altresì il dovere di impegnarsi nel lavoro scolastico.
4. DIDATTICA
4.1 DIDATTICA INDIVIDUALIZZATA E PERSONALIZZATA E STRUMENTI
COMPENSATIVI
La Legge 170/2010 dispone che le istituzioni scolastiche garantiscano «l’uso di una didattica
individualizzata e personalizzata, con forme efficaci e flessibili di lavoro scolastico che tengano
conto anche di caratteristiche peculiari del soggetto, quali il bilinguismo, adottando una
metodologia e una strategia educativa adeguate». La Legge 170/2010 insiste più volte sul tema della
didattica individualizzata e personalizzata come strumento di garanzia del diritto allo studio, con ciò
lasciando intendere la centralità delle metodologie didattiche, e non solo degli strumenti
compensativi e delle misure dispensative, per il raggiungimento del successo formativo degli alunni
con DSA. I termini individualizzata e personalizzata non sono da considerarsi sinonimi.
“Individualizzato” è l’intervento calibrato sul singolo, anziché sull’intera classe. L’azione formativa
individualizzata pone obiettivi comuni per tutti i componenti del gruppo-classe, ma è concepita
adattando le metodologie in funzione delle caratteristiche individuali degli alunni. La didattica
individualizzata consiste nelle attività di recupero individuale che può svolgere l’alunno per
potenziare determinate abilità o per acquisire specifiche competenze, anche nell’ambito delle
strategie compensative e del metodo di studio. La didattica personalizzata, invece, parte dalla
specificità ed unicità di ogni singolo alunno per cui presuppone lo sviluppo di abilità e competenze
specifiche per quell’alunno in particolare. Nel rispetto degli obiettivi generali e specifici di
apprendimento, la didattica personalizzata si sostanzia attraverso l’impiego di una varietà di
metodologie e strategie didattiche, tali da promuovere le potenzialità e il successo formativo in ogni
alunno: l’uso dei mediatori didattici (schemi, mappe concettuali, etc.), l’attenzione agli stili di
apprendimento, la calibrazione degli interventi sulla base dei livelli raggiunti, nell’ottica di
promuovere un apprendimento significativo. La sinergia fra didattica individualizzata e
personalizzata determina dunque per l’alunno con DSA, le condizioni più favorevoli per il
raggiungimento degli obiettivi di apprendimento. La Legge 170/2010 richiama inoltre le istituzioni
scolastiche all’obbligo di garantire «l’introduzione di strumenti compensativi, compresi i mezzi di
apprendimento alternativi e le tecnologie informatiche, nonché misure dispensative da alcune
prestazioni non essenziali ai fini della qualità dei concetti da apprendere». Gli strumenti
compensativi sono strumenti didattici e tecnologici che sostituiscono o facilitano la prestazione
richiesta nell’abilità deficitaria.
Fra i più noti indichiamo:
ll’alunno o allo studente di non scrivere gli appunti della lezione;
92
testi sufficientemente corretti, senza l’affaticamento della rilettura e della contestuale correzione
degli errori;
4.2 CORRELAZIONE FRA DIFFICOLTÀ RILEVATE E STRATEGIE DIDATTICHE
COMPENSATIVE E DISPENSATIVE
DIFFICOLTÀ: STRATEGIA DIDATTICA COMPENSATIVA
Lentezza nella lettura, connotata da errori e conseguenti difficoltà nella comprensione del testo
ter con sintesi vocale e dizionari digitali utilizzabili soprattutto per
lo studio delle lingue straniere;
– chiave del testo;
(caratteristiche tipografiche, immagini, evidenziazione di parole chiave, inferenze e collegamenti
guidati);
(di un 30%), riconoscendo un impegno maggiore in fase di decodifica items e di doppia lettura del
testo da lui scritto (la prima per l’autocorrezione degli errori ortografici, la seconda per la
correzione degli aspetti sintattici e di organizzazione complessiva del testo);
le consegne del compito e fornire il supporto audio e/o digitale
qualora questo strumento sia accettato dallo studente;
abilità e competenze previste;
vitare le verifiche scritte nelle discipline che non prevedono la forma scritta o, in caso di testing
necessario, privilegiare prove strutturate a scelta multipla;
Difficoltà nei processi di automatizzazione della letto-scrittura: impossibilità di eseguire
contemporaneamente attività che prevedono l’utilizzo simultaneo dell’ascolto, della
comprensione e della transcodifica
sti, formule o espressioni matematiche, ecc. ovvero
controllare che questa attività sia corretta e non produca un apprendimento errato;
concetti irrinunciabili operando eventuali semplificazioni semantiche;
Disortografia e disgrafia
a con correttore ortografico per l’italiano e le
lingue straniere;
intervista del soggetto (l’analisi dell’errore favorisce la gestione dell’apprendimento).
Difficoltà mnesiche con conseguente difficoltà e lentezza nell’esposizione orale
le verifiche, per il recupero visivo dell’informazione e il miglioramento della esposizione orale;
dal momento che lo studente con DSA ha una notevole difficoltà nella memorizzazione di nomi e
date e nell’acquisizione del lessico specifico delle discipline;
di recupero più lunghi al termine di uno sforzo cognitivo;
93
mare le verifiche;
zzate.
Comorbilità (Presenza di due o più disturbi / patologie nello stesso soggetto) con un deficit di
attenzione
concentrazione;
didattico verso attività metacognitive, per potenziare i processi “alti”
legati all’anticipazione, alle rappresentazioni mentali e al metodo di studio efficace.
4.3 MISURE DISPENSATIVE
Le misure dispensative sono interventi che consentono allo studente di non svolgere alcune
prestazioni che, a causa del disturbo, risultano particolarmente difficoltose e che non migliorano
l’apprendimento. L’adozione delle misure dispensative, al fine di non creare percorsi
immotivatamente facilitati, che non mirano al successo formativo degli alunni e degli studenti con
DSA, viene valutata dal Consiglio di Classe sulla base dell’effettiva incidenza del disturbo sulle
prestazioni richieste, in modo tale, comunque, da non differenziare, in ordine agli obiettivi, il
percorso di apprendimento dello studente in questione.
4.4 DIDATTICA PER LE LINGUE STRANIERE
Poiché la trasparenza linguistica, ossia la corrispondenza fra come una lingua si scrive e come si
legge, influisce sul livello di difficoltà di apprendimento della lingua da parte degli studenti con
DSA, è opportuno che la scuola, in sede di orientamento o al momento di individuare quale lingua
straniera privilegiare, informi la famiglia sull’opportunità di scegliere - ove possibile - una lingua
che abbia una trasparenza linguistica maggiore. Analogamente, i docenti di L2 terranno conto, nelle
prestazioni attese e nelle modalità di insegnamento, del principio sopra indicato.
In sede di programmazione didattica si dovrà generalmente assegnare maggiore importanza allo
sviluppo delle abilità orali rispetto a quelle scritte. Poiché i tempi di lettura dell’alunno con DSA
sono più lunghi, è altresì possibile consegnare il testo scritto qualche giorno prima della lezione, in
modo che l’allievo possa concentrarsi a casa sulla decodifica superficiale, lavorando invece in
classe insieme ai compagni sulla comprensione dei contenuti.
In merito agli strumenti compensativi, con riguardo alla lettura, gli alunni con DSA possono
usufruire di audio-libri e di sintesi vocale con i programmi associati.
Relativamente alla scrittura, è possibile l’impiego di strumenti compensativi come il computer con
correttore automatico e con dizionario digitale.
Per quanto concerne le misure dispensative, gli alunni con DSA possono usufruire:
vi;
In relazione alle forme di valutazione, per quanto riguarda la comprensione (orale o scritta), sarà
valorizzata la capacità di cogliere il senso generale del messaggio.
Ai fini della corretta interpretazione delle disposizioni contenute nel decreto attuativo, pare
opportuno precisare che l’ “esonero” riguarda l’insegnamento della lingua straniera nel suo
complesso, mentre la “dispensa” concerne unicamente le prestazioni in forma scritta.
4.5 LA DIMENSIONE RELAZIONALE
Ogni reale apprendimento acquisito e ogni successo scolastico rinforzano negli studenti con DSA la
percezione di poter riuscire nei propri impegni, nonostante le difficoltà che impone il disturbo, con
evidenti connessi esiti positivi sul tono psicologico complessivo.
94
Di contro, non realizzare le attività didattiche personalizzate e individualizzate, non utilizzare gli
strumenti compensativi, disapplicare le misure dispensative, collocano lo studente in questione in
uno stato di immediata inferiorità rispetto alle prestazioni richieste a scuola, e non per assenza di
“buona volontà”, ma per una problematica che lo trascende oggettivamente: il disturbo specifico di
apprendimento.
Analogamente, dispensare l’alunno con DSA da alcune prestazioni, oltre a non avere rilevanza sul
piano dell’apprendimento – come la lettura ad alta voce in classe – evita la frustrazione collegata
alla dimostrazione della propria difficoltà.
È necessario sottolineare la delicatezza delle problematiche psicologiche che s’innestano
nell’alunno con DSA per l’utilizzo degli strumenti compensativi e delle misure dispensative. Infatti,
ai compagni di classe gli strumenti compensativi e le misure dispensative possono risultare
incomprensibili facilitazioni. A questo riguardo, il docente, sentita la famiglia interessata, può
avviare adeguate iniziative per condividere con i compagni di classe le ragioni dell’applicazione
degli strumenti e delle misure citate, anche per evitare la stigmatizzazione e le ricadute psicologiche
negative.
Resta ferma, infine, la necessità di creare un clima della classe accogliente, praticare una gestione
inclusiva della stessa, tenendo conto degli specifici bisogni educativi degli alunni con DSA. In
particolare è utile:
l’apprendimento cooperativo e l’approccio laboratoriale;
competenza;
5. STRATEGIE METODOLOGICHE E DIDATTICHE
(“Imparare non è solo un processo individuale: la
dimensione comunitaria dell’apprendimento svolge un ruolo significativo”);
apprendere”
tempo il dialogo, la riflessione su quello che si fa”;
ollecitare le conoscenze precedenti per introdurre nuovi argomenti e creare aspettative;
ini, schemi, mappe …).
6. VALUTAZIONE INTERMEDIA E FINALE
La nota n. 9405/1 del 12 gennaio 2011 diffusa dall’U.S.R. Direzione Generale - Ufficio VI Politiche
per gli studenti circa le prospettive applicative della Legge n. 170/2010 “Nuove norme in materia di
disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico”, ribadisce che lo studente affetto da
D.S.A., ha diritto ad una diversificazione delle metodologie, dei tempi, degli strumenti
(compensativi e dispensativi) secondo quanto previsto nella C.M. del 5 ottobre 2004 n.° 4099; nella
C.M. del 10 maggio 2007 n. 4674; nella circ. MIUR del 28 maggio 2009, nel D.P.R. del 22 giugno
2009 n.122, art. 10. Questi, esplicitati in fase di programmazione iniziale, costituiscono la premessa
per la successiva valutazione del livello di apprendimento effettuata da ogni docente.
La valutazione esclude gli aspetti che costituiscono il disturbo stesso, per cui assume una valenza
formativa più che sommativa (ad esempio negli alunni disgrafici e disortografici non può essere
valutata la correttezza ortografica e sintattica in tutte le discipline come, per gli studenti discalculici,
non sono valutabili le abilità di calcolo).
95
Consigli di classe sono tenuti pertanto a:
sative indicando quelle che sono state
ritenute efficaci e/o necessarie con quello studente in particolare;
di precisare – laddove l’attività venga svolta da un altro docente nel corso di un recupero
extracurricolare – contenuti, metodologie e strategie di intervento.
7. PROCEDURA DA SEGUIRE IN CASO DI SOSPETTO D.S.A.
Nel caso in cui un docente pensi che un alunno possa essere affetto da D.S.A. in seguito a prove
oggettive e ripetute nel tempo, deve segnalare il caso al D.S. e al referente D.S.A., i quali
seguiranno la seguente procedura con molto tatto e discrezione:
1. convocazione genitori;
2. eventuale invito, rivolto ai genitori, a recarsi alla ASL di competenza per avviare procedure di
accertamento e/o di possibile diagnosi.
8. FORMAZIONE
Un principio generale è che la competenza sui DSA dovrà interessare tutti i docenti, in modo che la
gestione e la programmazione (per es. il PDP) non sia delegata a qualcuno dei docenti, ma
scaturisca da una partecipazione integrale del consiglio di classe.
L’istituto, nella figura del docente referente, provvede a realizzare iniziative di formazione e
aggiornamento in servizio mirati allo sviluppo professionale di competenze specifiche in materia,
avvalendosi di personale specializzato che diffonda le conoscenze relative ai singoli disturbi di
apprendimento, anche da un punto di vista medico-sanitario e psicologico, sia perché tali
caratteristiche giustificano gli specifici interventi previsti dalla Legge 170, sia perché ciò consente
di costruire un linguaggio comune fra mondo scolastico e mondo dei servizi di diagnosi e di
trattamento.
ALUNNI STRANIERI
PREMESSA
Il Protocollo di Accoglienza elaborato dalla Commissione Integrazione Alunni Stranieri, regola
l’inserimento dei bambini stranieri all’interno dell’Istituto operando contemporaneamente su diversi
livelli: amministrativo, comunicativo-relazionale, educativo-didattico, sociale. E’ opportuno
specificare che per bambino/a straniero/a si intende: -colui/colei che è esterofono/a, -non presenta
cognizioni base della lingua italiana e, pertanto, il suo insegnamento deve essere impostato come L2
almeno fino a che non siano state acquisite competenze linguistiche sufficienti a renderlo autonomo
nello studio in classe o a casa.
La questione attinente all’accoglienza e all’inserimento di soggetti (famiglie e minori) di
provenienza estera in ambito scolastico ha assunto negli anni anche in questo Istituto una valenza
sempre maggiore sia sul piano numerico dei casi sia, conseguentemente, d’intervento.
Per riprendere le parole di Graziella Favaro
“tre sembrano essere le parole chiave e le attenzioni pedagogiche da promuovere per far sì che
l’inserimento dei bambini e dei ragazzi venuti da lontano rappresenti il primo passo per
l’integrazione e lo scambio interculturale: l’accoglienza (tanto del singolo alunno quanto della
famiglia immigrata), lo sviluppo linguistico e l’approccio interculturale”.
Pertanto, il Protocollo si sviluppa lungo tre ambiti di intervento: -educativo: per il quale si tiene
presente la centralità del discente nel processo educativo, con la consapevolezza che ogni individuo
vive ed ha vissuto una propria storia personale; - didattico: che attiene all’assegnazione della classe,
al processo di accoglienza, al progetto di educazione interculturale, all’insegnamento dell’italiano
come L2, alla programmazione didattica individualizzata; -socio-culturale: per la creazione di
96
rapporti e collaborazioni con il territorio come creazione di una rete di sostegno in favore
dell’accoglienza, dell’inclusione nel tessuto sociale e per il supporto tramite la fornitura di materiali
e risorse.
Questo documento costituisce uno strumento di lavoro previsto nell’ambito di un più ampio
progetto d’accoglienza e inclusione della diversità. Come strumento, il Protocollo d’Accoglienza
degli alunni stranieri viene integrato e rivisto sulla base delle esigenze e delle risorse della scuola.
Si valuta che per l’avvio e l’attuazione del Protocollo nei suoi obiettivi minimi (predisposizione
Protocollo e documentazione plurilingue, avvio corsi italiano L2, acquisizione materiale
strumentale) siano necessarie almeno 30 ore complessive.
IL PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA: A COSA SERVE, COME SI ARTICOLA
Da oltre trent’anni il fenomeno immigratorio ha assunto dimensioni importanti in ambito europeo e,
soprattutto, nel nostro Paese. Conseguentemente ai ricongiungimenti famigliari il numero degli
alunni stranieri anche nelle realtà scolastiche italiane è divenuto un dato di forte rilevanza che ha
richiesto e ancora richiede alle istituzioni scolastiche italiane un notevole sforzo organizzativo e ai
docenti un costante impegno di aggiornamento e studio allo scopo di rendere efficace ed efficiente
la capacità e il ruolo di accoglienza ed integrazione della scuola.
All’interno della scuola, quindi, è necessario avere un insieme di orientamenti condivisi sul piano
culturale ed educativo, individuare alcuni punti fermi sul piano normativo e dare suggerimenti di
carattere organizzativo e didattico al fine di garantire l’integrazione e la riuscita scolastica.
Il Protocollo di Accoglienza per gli Alunni Stranieri ha lo scopo di rimuovere gli ostacoli che non
favoriscono l’accesso e la fruizione del servizio educativo delle famiglie e degli alunni stranieri in
modo ottimale.
Il Protocollo:
- prevede la costituzione di una Commissione d’Accoglienza;
-contiene criteri e indicazioni riguardanti l’iscrizione e l’inserimento a scuola degli alunni stranieri;
-traccia fasi e modalità dell’accoglienza a scuola, definendo compiti e ruoli degli operatori scolastici
e di coloro che partecipano a questo processo.
Il P.d.A:
- è fatto proprio dalla Commissione Integrazione;
- è deliberato dal Collegio dei Docenti;
- favorisce l’inclusione dei bambini stranieri definendone i criteri e le procedure;
- definisce ruoli e competenze degli stakeholders.
FASI DEL PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA
L’inserimento a scuola dei minori stranieri si affronta su diversi livelli.
1. Livello amministrativo
Questo livello si configura come il primo ostacolo che una famiglia di provenienza estera deve
affrontare allo scopo di inserire i propri figli nell’ambiente scolastico. Chi proviene da culture
extraeuropee può trovare difficoltà a comprendere sia i tempi che la rigida burocrazia scolastica
italiana.
Per questo l’Istituto predisporrà opuscoli di presentazione della scuola (Infanzia, Primaria,
Secondaria), semplici, chiari e accattivanti, redatti in diverse lingue (bulgaro, rumeno, russo,
francese,…).
All’atto dell’iscrizione l’opuscolo di presentazione della scuola di riferimento viene consegnato ai
genitori. I moduli di iscrizione saranno redatti in lingua straniera ed hanno allegato il modello in
italiano, che va fatto firmare ai genitori e poi eventualmente completato dalla segreteria.
Il settore amministrativo, quindi, accerta la scolarità pregressa e la situazione giuridica e familiare.
In caso di necessità e per favorire lo scambio di informazioni, si ricorre all’intervento di mediatori
linguistico culturali, della FS preposta o di membri della Commissione Integrazione.
2. Livello comunicativo - relazionale
97
Il primo colloquio con i genitori dei bambini stranieri dovrebbe avvenire al momento dell’iscrizione
e prima dell’inserimento in classe. Qualora comunque ciò non si renda possibile l’incontro avrà
luogo al più presto. All’appuntamento sarà presente il docente Funzione Strumentale Integrazione,
un insegnante della Commissione Integrazione, una insegnante della classe di inserimento ed
eventualmente, dove necessario, un mediatore culturale ed eccezionalmente un parente o un altro
genitore dello stesso gruppo linguistico.
Se necessario, insieme alla famiglia si pone uno sguardo alla brochure bilingue di presentazione
della scuola italiana e del funzionamento della scuola di inserimento.
Si farà molta attenzione a cogliere richieste e perplessità da parte dei famigliari chiarendo i
successivi passi dell’inserimento scolastico: assegnazione della classe, interventi di supporto
eventualmente previsti, la presentazione degli insegnanti, la comunicazione dei referenti FS, ecc.
3. Livello educativo - didattico
Il team docente individuato per le fasi di accoglienza di ogni plesso avrà il compito di assegnare
l’alunno ad una determinata classe dopo aver verificato, tramite specifiche prove d’ingresso, il
grado di preparazione e di conoscenza della lingua italiana.
3.1 Assegnazione delle classi
L’inserimento scolastico degli alunni stranieri avviene sulla base della Legge n. 40 del 1998
sull’immigrazione straniera in Italia 1 , sul D.P.R. 394 novembre 1999 2 , del D. Lgs. n. 76 del 2005
3 , della Carta dei valori, della cittadinanza, dell'integrazione 4, del Regolamento in materia di
evasione dell’obbligo di istruzione 5, a cui aggiungere il Documento di Indirizzo 6 e le Linee Guida
ministeriali in tema di alunni stranieri 7.
La normativa vigente sancisce che:
- tutti i minori stranieri, sia regolari che non, hanno il diritto/dovere all’inserimento scolastico e
sono soggetti ad assolvere all’obbligo scolastico,
- l’iscrizione dei minori stranieri può essere richiesta in qualunque periodo dell’anno scolastico,
- i minori devono essere iscritti alla classe corrispondente all’età anagrafica, salvo che il Collegio
dei Docenti deliberi l’iscrizione ad una classe diversa, tenendo conto di:
a. ordinamento degli studi nel Paese di provenienza (con iscrizione alla classe immediatamente
superiore o inferiore),
b. competenze, abilità e livelli di preparazione dell’alunno.
Per la Scuola dell’Infanzia i criteri predetti dovranno essere adottati considerando anche :
1) il numero dei bambini della sezione;
2) i numero di bambini stranieri già presenti nella sezione (per evitare che il gruppo sia formato in
maggioranza da alunni stranieri).
Per la Scuola Primaria e Secondaria:
1) se l’alunno proviene da una scuola italiana è inserito nella classe frequentata in precedenza;
2) se l’alunno proviene da una Scuola del Paese di origine, valutate le competenze emerse nei test
d’ingresso riguardanti soprattutto la comprensione e l’uso della lingua italiana, può essere inserito
nella classe d’appartenenza per età oppure nella classe immediatamente inferiore (v. criteri
normativi prima enunciati).
3.2 Laboratori linguistici
Allo scopo di favorire una veloce inclusione nella scuola ed una contestuale acquisizione delle
minime competenze dell’italiano come L2, qualora se ne verifichi l’opportunità, sono predisposti
laboratori linguistici dedicati esclusivamente all’insegnamento della Lingua italiana come L2.
I laboratori linguistici si svolgono preferibilmente nelle ore pomeridiane (indicativamente dalle
14.30 alle 16.30) come attività aggiuntive all’orario scolastico e come ampliamento dell’Offerta
Formativa. Nel caso in cui gli orari antimeridiani degli alunni ne diano la possibilità, sentito il
Collegio dei Docenti, i corsi si fissano nelle ore mattutine su appuntamenti cadenzati con l’ausilio
dei docenti in co-presenza o come ore a completamento dell’orario di insegnamento (art. 41 CCNL
1995).
98
I corsi sono quindi tenuti o da docenti interni all’Istituto o da docenti esterni offerti dalle
articolazioni territoriali.
Il programma didattico, redatto a cura del/i docente/i individuato/i, deve essere condiviso nelle
forme e nei tempi da tutti i docenti degli alunni coinvolti nel laboratorio. Nel caso in cui il numero
degli alunni/e superi le 8 unità si valuta la possibilità di istituire più gruppi per livello di
apprendimento.
I corsi istituiti si svolgono in non meno di 20 ore sia per il corso di alfabetizzazione (L0 iniziale)
che per i livelli successivi (L1 intermedio, L2 avanzato). I corsi iniziano preferibilmente entro metà
ottobre, comunque, preferibilmente, non oltre l’ultima settimana di ottobre. Per alunni esterofoni
inseriti nel corso dell’anno saranno decise di volta in volta le modalità di intervento, ferma
restandone la tempestività d’attuazione.
3.3 Predisposizione strumentazione didattica
Al fine di compendiare l’attività docente nell’affrontare con adeguata informazione e sicurezza tali
nuove situazioni, è proposto l’acquisto di materiali didattici e di studio sulla didattica multiculturale
e l’insegnamento dell’italiano agli stranieri.
Durante l’anno si promuove e favorisce fra i docenti la partecipazione a corsi di formazione e
aggiornamento per l’insegnamento della lingua italiana come L2 e per la didattica dell’integrazione.
Qualora possibile, tali corsi sono attivati nell’ambito dell’Istituto e aperti alle scuole viciniori.
4. Livello sociale
Tutte le risorse offerte dall’extrascuola (Aziende USL, Comune e Comuni limitrofi, Provincia,
Associazionismo, ecc.) sono valutate e gli Enti coinvolti nelle attività di integrazione e promozione
della diversità. Le proposte territoriali sono presentate ai docenti della scuola e alle famiglie degli
alunni di provenienza estera quale spunto per un autonomo ampliamento dell’Offerta Formativa
scolastica. Attraverso le indicazioni contenute nel Protocollo d’Accoglienza il Collegio Docenti si
propone di:
- definire e attivare pratiche condivise all’interno dell’Istituto in tema d’accoglienza di alunni
stranieri,
- facilitare l’ingresso a scuola dei bambini stranieri e sostenerli nella fase di adattamento al nuovo
ambiente,
- favorire un clima d’accoglienza nella scuola,
- entrare in relazione con le famiglie immigrate,
- promuovere la comunicazione e la collaborazione tra scuole e tra scuola e territorio sui temi
dell’accoglienza e dell’educazione interculturale.
ALLEGATO N° 7: LA FLESSIBILITA’ (DELIBERA COLLEGIALE)
La flessibilità organizzativa e didattica è richiesta dal Collegio dei docenti come strumento idoneo
per favorire il potenziamento, l’approfondimento, il consolidamento e il recupero degli
apprendimenti, le attività di arricchimento dell'offerta formativa e di recupero individualizzato o per
gruppi ristretti di alunni con “ritardo” nei processi di apprendimento, anche con riferimento agli
alunni stranieri. La sua organizzazione e gestione nella parte strettamente didattica e metodologica è
demandata ai consigli di classe. Le ragioni della flessibilità In una società sempre più complessa,
qual è la nostra, i livelli di povertà, di emarginazione e di devianza aumentano di giorno in giorno,
di contro non esistono politiche sociali di protezione e di prevenzione. A noi insegnanti viene
chiesto di sopperire a tutte le mancanze della società: educatori, assistenti sociali, psicologi,
intrattenitori (intere classi divise), e quant’altro. La “gestione” della classe rappresenta tutti i giorni
una sfida per noi insegnanti, una sfida portata avanti nella più completa solitudine. Gran parte dei
nostri bambini, vivono nelle loro famiglie situazioni difficili, arrivano a scuola con i loro problemi
che si ripercuotono, inevitabilmente, sull’apprendimento e sulla possibilità, sempre più remota, di
una crescita sana e armoniosa. L’insegnante deve essere sempre più attento alla relazione, deve
trovare percorsi individualizzati e personalizzati. La qual cosa diventa sempre più difficile, se
consideriamo la quasi scomparsa della contemporaneità. Il quadro di riferimento tradizionale, che
99
ha orientato per decenni comportamenti e mentalità nel sistema scolastico del nostro paese, pur
essendo ancora presente ed influente, non rappresenta più il solo elemento portante dell’offerta
formativa delle scuole. È bene precisare che alcuni aspetti di questo cambiamento non riguardano
soltanto il nostro paese, ma sono comuni ad altri paesi europei, tanto che diffusi sono stati gli
interventi normativi che sembrano favorire le seguenti tendenze:
- richiesta, da parte delle comunità locali, di differenziare l’offerta formativa, sia pure all’interno di
un unico quadro nazionale;
- una differenziazione didattica adeguata ai diversi bisogni formativi degli studenti.
-richiesta, da parte degli utenti del servizio scolastico, di poter effettuare scelte personali
diversificate;
Il concetto di flessibilità, ampiamente richiamato in tutta la normativa riguardante l’autonomia
scolastica, rappresenta l’insieme di azioni scelte e deliberate che consentono di allontanarsi da un
offerta formativa uniforme, statica, determinata una volta per tutte, rispondendo all’esigenza di
allontanarsi da un’offerta formativa uniforme, statica, determinata una volta per tutte.
La pratica della flessibilità è entrata nella nostra scuola prima dell’autonomia, attraverso le
sperimentazioni: sia quelle nate direttamente dentro la scuola che cercavano di modulare in modo
distintivo la didattica, supportate dalle leggi 517/77 e 270/82 che suggerivano e sostenevano - anche
con arricchimenti di organico - la scomposizione delle classi in gruppi, sia quelle nate direttamente
per spinta dell’Amministrazione centrale e note come sperimentazioni assistite, perché offrivano
alle scuole una sorta di corsia privilegiata ex art.3 del D.P.R. 419/74. È questo il nostro sfondo
integratore sulla flessibilità che si inserisce, oggi, in un nuovo scenario normativo ed istituzionale.
La L.15 marzo 1997, n. 59 Art. 21, il D.M. 26 giugno 2000, n. 234, l’Art. 8 del DPR n. 275/99, ma
anche i precedenti e i seguenti, presentano una concezione di autonomia tutta centrata sulla capacità
della scuola di diventare flessibile per poter coniugare gli aspetti di omogeneità dei curricoli
nazionali con gli aspetti di specificità territoriale dei curricoli locali. Mai come in questa fase storica
i bisogni, scarsamente soddisfatti, dell’insegnamento-apprendimento “motivazione, relazione,
operatività, personalizzazione” possono trovare soddisfazione in un approccio di ristrutturazione
globale del fare scuola nel segno della flessibilità. La flessibilità è la capacità di mediazione tra
rigore scientifico dei saperi e bisogni reali degli alunni, tra garanzia dei livelli essenziali e capacità
di differenziazione, tra crescita della scuola e sviluppo della comunità locale. Il rapporto
docente/discente, insegnamento/apprendimento, è, per sua natura, flessibile perché non
predeterminabile. La flessibilità è il supporto indispensabile per la definizione di un Piano
dell’Offerta Formativa inteso davvero come strumento fondamentale dell’azione educativa della
scuola, impegnata a perseguire i suoi obiettivi in ordine alla formazione personale, sociale e
culturale degli alunni, attraverso un’efficace rappresentazione dei bisogni effettivi e delle
aspettative degli utenti. In questa prospettiva la flessibilità assume il compito, importante e delicato,
di favorire una buona integrazione tra due esigenze educative prioritarie e non sempre facili da
coniugare: assicurare a tutti gli alunni percorsi formativi e risultati il più possibile equivalenti in
termini di competenze e strumenti culturali di base e insieme garantire il massimo di
individualizzazione e personalizzazione degli itinerari di apprendimento. Insomma, l’autonomia si
qualifica come possibilità per la scuola di offrire un’opportunità per tutti e per ciascuno.
Nella concreta esperienza della nostra scuola, l’utilizzo della flessibilità riguarda prioritariamente i
seguenti ambiti:
- flessibilità per rispondere alle difficoltà e ai disagi degli allievi (area a rischio)
- flessibilità dei gruppi;
- flessibilità oraria;
- flessibilità didattica;
- flessibilità organizzativa;
- flessibilità nell’utilizzo delle risorse professionali e finanziarie.
Per flessibilità s’intende: la traduzione delle indicazioni nazionali riguardanti gli obiettivi specifici
di apprendimento ed i contenuti, l’introduzione di attività liberamente scelte dalle famiglie
100
(opzionali), il raggruppamento di alcune discipline e/o attività in particolari periodi dell’anno,
l’articolazione modulare degli itinerari didattici, le metodologie ed i raggruppamenti degli alunni, le
forme di individualizzazione e personalizzazione dei percorsi di apprendimento, l’individuazione
dei ruoli e delle competenze dei diversi soggetti che operano nell’ambito dell’Istituto, la definizione
e l’affidamento di specifiche funzioni di sistema ad insegnanti competenti e la costituzione di uno
staff di direzione funzionale alle esigenze organizzativee didattiche, la disponibilità dei singoli
docenti a flessibilizzare il proprio orario di lavoro, all’interno della propria classe, inmancanza di
copertura, dei colleghi assenti. Il concetto di flessibilità è interconnesso con quelli di integrazione e
responsabilità.
L’autonomia, attraverso la flessibilità, consente di consolidare e sviluppare il ruolo di promozione
culturale e sociale che la scuola esercita nella comunità locale. Nelle migliori esperienze la nostra
scuola è stata soggetto attivo nel coordinamento e nello sviluppo delle politiche formative del
territorio, nell'integrazione delle risorse professionali, materiali e finanziarie. Infine, per
comprendere meglio l’importanza della flessibilità e cosa realmente significhi nella realtà
scolastica, entriamo nello specifico:
Quando un insegnante entra in classe e spiega agli alunni come funziona l’orologio, lo può fare in
modi diversi: spiegare agli alunni come funziona e poi sottoporre loro una scheda di verifica:
lezione frontale tradizionale; spiegare agli alunni come funziona un orologio mostrandone uno
costruito da lei stessa, dividere poi la classe in gruppi e far costruire loro un orologio e la classe
diventa laboratorio. Se l’insegnante divide la classe per gruppi di livello per attività di recupero,
consolidamento e potenziamento, se attiva percorsi didattici individualizzati, se trasforma la classe
in laboratorio, se si rende disponibile a cambiare il proprio orario di lavoro, se tutti i docenti
(Collegio) eroicamente continuano a deliberare l’ampliamento dell’offerta formativa a differenza
delle altre scuole che sono passate a 27 e a 24 ore, … questo non è altro che utilizzare quello
strumento di nome “flessibilità”. Gli insegnanti utilizzano da tempo la flessibilità didattica, ma
qualcuno sembra non accorgersene. Il vero problema è che noi insegnanti, in genere, siamo
lavoratori abituati sempre a dare, anche molto più di quanto richiesto. In questa società ha valore
solo ciò che viene riconosciuto, infatti lo strumento della flessibilità ci permette di valorizzare tutte
quelle attività che da tempo attuiamo all’interno del nostro orario di lezione. Tutto ciò ci sembra
perfettamente in linea con quanto previsto dalla piattaforma contrattuale: valorizzare il lavoro
d’aula.
Normativa
CCNL ART. 88 lett. a
1. Le attività da retribuire, compatibilmente con le risorse finanziarie disponibili, sono quelle
relative alle diverse esigenze didattiche, organizzative, di ricerca e di valutazione e alle aree di
personale interno alla scuola, eventualmente prevedendo compensi anche in misura forfetaria, da
definire in sede di contrattazione, in correlazione con il POF., su delibera del consiglio di circolo o
d’istituto, il quale, a tal fine, acquisisce la delibera del collegio dei docenti. La ripartizione delle
risorse del fondo, dovrà tenere conto anche con riferimento alle consistenze organiche delle aree,
docenti ed ATA, dei vari ordini e gradi di scuola eventualmente presenti nell'unità scolastica e delle
diverse tipologie di attività (eda, scuola ospedaliera, carceraria, corsi serali, convitti).
Per gli insegnanti la finalizzazione delle risorse del presente articolo va prioritariamente orientata
agli impegni didattici in termini di flessibilità, ore aggiuntive di insegnamento, di recupero e di
potenziamento. La progettazione va ricondotta ad unitarietà nell’ambito del POF, evitando la
burocratizzazione e le frammentazione dei progetti. Nella determinazione delle misure unitarie dei
compensi dovrà essere posta particolare attenzione a costituire un ragionevole equilibrio tra le
diverse componenti della retribuzione.
2. Con il fondo sono, altresì, retribuite:
a. Il particolare impegno professionale “in aula” connesso alle innovazioni e alla ricerca didattica, la
flessibilità organizzativa e didattica che consiste nelle prestazioni connesse alla turnazione ed a
particolari forme di flessibilità dell’orario, alla sua intensificazione mediante una diversa scansione
101
dell’ora di lezione ed all’ampliamento del funzionamento dell’attività scolastica, previste nel
regolamento sull’autonomia. Per il personale docente ed educativo in servizio nelle istituzioni
scolastiche che abbiano attivato la flessibilità organizzativa e didattica spetta un compenso definito
in misura forfetaria in contrattazione integrativa d’istituto;
Legge 15 marzo 1997, n. 59 Art. 21
c. 8 L'autonomia organizzativa è finalizzata alla realizzazione della flessibilità, della
diversificazione, dell'efficienza e dell'efficacia del servizio scolastico, alla integrazione e al miglior
utilizzo delle risorse e delle strutture, all'introduzione di tecnologie innovative e al coordinamento
con il contesto territoriale. Essa si esplica liberamente, anche mediante superamento dei vincoli in
materia di unità oraria della lezione, dell'unitarietà del gruppo classe e delle modalità di
organizzazione e impiego dei docenti, secondo finalità di ottimizzazione delle risorse umane,
finanziarie, tecnologiche, materiali e temporali, fermi restando i giorni di attività didattica annuale
previsti a livello nazionale, la distribuzione dell'attività didattica in non meno di cinque giorni
settimanali, il rispetto dei complessivi obblighi annuali di servizio dei docenti previsti dai contratti
collettivi che possono essere assolti invece che in cinque giorni settimanali anche sulla base di
un'apposita programmazione plurisettimanale.
c. 9 L'autonomia didattica è finalizzata al perseguimento degli obiettivi generali del sistema
nazionale di istruzione, nel rispetto della libertà di insegnamento, della libertà di scelta educativa da
parte delle famiglie e del diritto ad apprendere. Essa si sostanzia nella scelta libera e programmata
di metodologie, strumenti, organizzazione e tempi di insegnamento, da adottare nel rispetto della
possibile pluralità di opzioni metodologiche, e in ogni iniziativa che sia espressione di libertà
progettuale, compresa l'eventuale offerta di insegnamenti opzionali, facoltativi o aggiuntivi e nel
rispetto delle esigenze formative degli studenti. A tal fine, sulla base di quanto disposto dall'articolo
1, comma 71, della legge 23 dicembre 1996, n. 662, sono definiti criteri per la determinazione degli
organici funzionali di istituto, fermi restando il monte annuale orario complessivo previsto per
ciascun curriculum e quello previsto per ciascuna delle discipline ed attività indicate come
fondamentali di ciascun tipo o indirizzo di studi e l'obbligo di adottare procedure e strumenti di
verifica e valutazione della produttività scolastica e del raggiungimento degli obiettivi.
c. 10 Nell'esercizio dell'autonomia organizzativa e didattica le istituzioni scolastiche realizzano, sia
singolarmente che in forme consorziate, ampliamenti dell'offerta formativa che prevedano anche
percorsi formativi per gli adulti, iniziative di prevenzione dell'abbandono e della dispersione
scolastica, iniziative di utilizzazione delle strutture e delle tecnologie anche in orari extrascolastici e
a fini di raccordo con il mondo del lavoro, iniziative di partecipazione a programmi nazionali,
regionali o comunitari e, nell'ambito di accordi tra le regioni e l'amministrazione scolastica, percorsi
integrati tra diversi sistemi formativi. Le istituzioni scolastiche autonome hanno anche autonomia di
ricerca, sperimentazione e sviluppo nei limiti del proficuo esercizio dell'autonomia didattica e
organizzativa.
D.P.R. 8 marzo 1999, n. 275 Art. 5 (Autonomia organizzativa)
Le istituzioni scolastiche adottano, anche per quanto riguarda l'impiego dei docenti, ogni modalità
organizzativa che sia espressione di libertà progettuale e sia coerente con gli obiettivi generali e
specifici di ciascun tipo e indirizzo di studio, curando la promozione e il sostegno dei processi
innovativi e il miglioramento dell'offerta formativa. Gli adattamenti del calendario scolastico sono
stabiliti dalle istituzioni scolastiche in relazione alle esigenze derivanti dal Piano dell'offerta
formativa, nel rispetto delle funzioni in materia di determinazione del calendario scolastico
esercitate dalle Regioni a norma dell'articolo 138, comma 1, lettera d) del decreto legislativo 31
marzo 1998, n. 112. L'orario complessivo del curricolo e quello destinato alle singole discipline e
attività sono organizzati in modo flessibile, anche sulla base di una programmazione
plurisettimanale, fermi restando l'articolazione delle lezioni in non meno di cinque giorni
settimanali e il rispetto del monte ore annuale, pluriennale o di ciclo previsto per le singole
discipline e attività obbligatorie. In ciascuna istituzione scolastica le modalità di impiego dei
docenti possono essere diversificate nelle varie classi e sezioni in funzione delle eventuali
102
differenziazioni nelle scelte metodologiche ed organizzative adottate nel piano dell'offerta
formativa.
D.M. 26 giugno 2000, n. 234
Art. 1 (Curricoli delle istituzioni scolastiche autonome) A decorrere dal 1° settembre 2000, e sino a
quando non sarà data concreta attuazione alla legge 10 febbraio 2000, n.30, gli ordinamenti e
relative sperimentazioni funzionanti nell'anno scolastico 1999/2000, sia per quanto riguarda i
programmi di insegnamento che l'orario di funzionamento delle scuole di ogni ordine e grado, ivi
compresa la scuola materna, costituiscono, in prima applicazione dell'articolo 8 del decreto del
Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n. 275, i curricoli delle istituzioni scolastiche alle quali è
stata riconosciuta autonomia a norma dell'articolo 21 della legge 15 marzo 1997, n. 59. Ai curricoli
come definiti nel comma 1 si applicano tutti gli strumenti di flessibilità organizzativa, didattica e di
autonomia di ricerca, sperimentazione e sviluppo, secondo quanto previsto dal piano dell'offerta
formativa di ciascuna istituzione scolastica.
Art. 2 (Obiettivi specifici di apprendimento) Nell'ambito dei curricoli di cui all'articolo 1 ciascuna
istituzione scolastica, può riorganizzare, in sede di elaborazione del piano dell'offerta formativa, i
propri percorsi didattici secondo modalità fondate su obiettivi formativi specifici di apprendimento
e competenze degli alunni, valorizzando l'introduzione di nuove metodologie didattiche, anche
attraverso il ricorso alle tecnologie multimediali. Al termine dell'anno scolastico ogni istituzione
scolastica valuta gli effetti degli interventi di cui al comma 1, che devono tendere al miglioramento
dell'insegnamento e dell'apprendimento al fine di far conseguire a ciascun alunno livelli di
preparazione adeguati al raggiungimento dei gradi più elevati dell'istruzione ed all'inserimento nella
vita sociale e nel mondo del lavoro. … Il curricolo obbligatorio è realizzato utilizzando tutti gli
strumenti di flessibilità organizzativa e didattica previsti dal decreto del Presidente della Repubblica
n. 275 del 1999. In particolare le istituzioni scolastiche, nell'ambito degli strumenti di flessibilità di
cui al comma 3, rilevate le diverse esigenze formative degli alunni, promuovono, anche con
percorsi individuali, la valorizzazione degli alunni più capaci e meritevoli ed il recupero di quelli
che presentano carenze di preparazione, e garantiscono efficaci azioni di continuità e di
orientamento didattici.
Legge 107 del-13-Luglio-2015 (…)
Nota-30549-del-21-Settembre-2015 (…)
ALLEGATO N° 8: MONTEORE DISCIPLINE
ALLEGATO N°9: PIANO DELLE ATTIVITA’
ALLEGATO N°10: ORGANIGRAMMA