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Provincia di Cremona – Settore Economia Lavoro Istruzione Formazione Professionale Ilaria Massari
Indice
1. Analisi del settore liuteria in Provincia di Cremona 5
1.1 Osservazioni demografiche (aprile 2006) 5
1.2 Provenienza dei liutai esercenti in provincia di Cremona 7
1.3 Le atipicità del settore liuteria 9
1.4 La filiera produttiva 11
1.5 La qualità 15
1.6 Il mercato 16
1.6.1 L’evoluzione del mercato 18
2. La rete degli attori 19
2.1 Ente Triennale 20
2.2 Scuola internazionale di liuteria 22
2.3 Consorzio liutai “Antonio Stradivari” di Cremona 24
2.3.1 Marchio “Cremona Liuteria” 25
2.5 ALI (Associazione Liutaria Italiana) 28
2.6 Museo Stradivariano 29
2.7 La liuteria e la città 29
3. Progetti di valorizzazione del settore 31
3.1 Cremona Distretto culturale della musica e della liuteria 31
Disegno di legge n.2977 34
3.2 Progetto del Parco dei Monasteri 37
3.3 Progetto del Polo Musicale 40
3.4 Progetto Polo Formativo per la Liuteria 42
3.5 Intervento al Museo Stradivariano 43
3.6 Il Centro di Restauro 44
4. Conclusioni 45
Bibliografia 47
Riferimenti multimediali 48
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1. Analisi del settore liuteria in Provincia di Cremona
1.1 Osservazioni demografiche (maggio 2006)
Al mese di maggio 2006, risultavano iscritte in Camera di Commercio di Cremona 139
botteghe¹ artigiane specializzate nella produzione e riparazione di strumenti musicali ad arco,
per un totale 144 unità locali del settore liuteria.
Di queste, 132 sono riferite a liutai in senso stretto, specializzati, cioè, nella costruzione
di strumenti ad arco (viole, violini, violoncelli) ed eventualmente restauro; 4 unità locali sono
di solo restauro di strumenti musicali, 3 sono produttori di minuterie liutarie o di custodie
artigianali per strumenti, 2 sono specializzati nella costruzione di archetti e le rimanenti 3 unità
locali sono magazzini.
Sempre appartenenti alla manifattura di strumenti musicali, si rilevano altre 13 unità
locali specializzate sulla produzione di canne per organi e strumenti a tastiera. Queste ultime
sono localizzate principalmente nella zona di Crema.
I liutai risultano quasi tutti localizzati nella città di Cremona: fanno eccezione solamente
12 produttori (11%), localizzati sul resto del territorio provinciale.
Età di iscrizione nel Registro delle Imprese - CCIAALiutai in provincia di Cremona
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Istogramma 1.1
Ai liutai iscritti nel Registro Imprese, va però aggiunto un numero indefinito di “artisti”,
valutabile, secondo alcuni operatori del settore, in un numero pari almeno a 90-100 unità. Si
tratta di produttori che non si ritengono artigiani (di conseguenza non iscrivono la professione,
¹ L’indotto (7 unità) porta le imprese a 146 unità. È poco rilevante rispetto ad altri settori per i seguenti motivi: l’artigiano è protagonista dell’intera catena del valore; la diversificazione produttiva è da attribuire alle abilità artigianali, del medesimo Codice Ateco; la materia prima utilizzata è reperita da fuori provincia.
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aprono semplicemente la partita IVA, senza alcun obbligo di iscrizione alla Camera); è questa
una realtà importante, ma di cui è difficile avere informazioni e statistiche attendibili: per cui si
limiterà l’oggetto di questo studio delle imprese artigiane regolarmente iscritte.
Istogramma 1.2
Istogramma 1.3
Non si tratta di un mestiere solamente maschile: sia pure in misura limitata, si nota la
presenza di artigiani di sesso femminile: si tratta, per il momento, di 14 ditte il cui titolare è
una donna, ma il fenomeno è considerato in crescita.
L’età media di inizio attività con regolare iscrizione nel Registro delle Imprese in
Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura è di 29; scende a 26-27 se si
Liutai per età - Provincia di Cremona
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Liutai per fascia di età - Provincia di Cremona
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Fascia dietà
21-25 26-30 31-35 36-40 41-45 46-50 51-55 56-60 61-65 66-70 71-75 76-80
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sottraggono i valori anomali, riguardanti prevalentemente modifiche o trasferimenti del profilo
di registrazione.
L’età media dell’artigiano liutaio della Provincia di Cremona è di 42-43 anni; scende a
39 al netto dei valori anomali.
1.2 Provenienza dei liutai esercenti in provincia di Cremona
Nonostante le apparenze non si tratta di una realtà veramente “cremonese”: una quota
rilevante dei 144 liutai² (35%, pari a 51 artigiani) è di origine straniera: sono ex-allievi della
scuola internazionale, provenienti da tutto il mondo, che una volta diplomati hanno deciso di
fermarsi nella città dove hanno studiato e di avviarvi una propria attività. Gli altri artigiani sono
italiani, ma raramente sono di origine cremonese; anche questo è stato un effetto della
capacità attrattiva e formativa della Scuola, realtà rinomata in tutti i continenti, ma
inspiegabilmente poco conosciuta sul territorio dal cittadino cremonese.
La scarsa visibilità fisica delle botteghe artigiane (raramente, soprattutto in passato,
disponevano per esempio di una vetrina), e la relativamente recente creazione di queste
imprese ha accentuato la scarsa attenzione del cittadino verso questa realtà produttiva ed
artistica. In mancanza di una tradizione di generazioni di liutai sul territorio, sono sempre stati
molto pochi gli studenti della Scuola originari di Cremona (si parla, in media, di una o due
unità all’anno). È possibile che con il passare del tempo, il trapasso delle attività da padre in
figlio e la progressiva apertura delle botteghe artigiane al pubblico, l’attrattiva operata dalla
Scuola sui cremonesi aumenti.
Per gli studenti che terminano la scuola, al contrario, Cremona ha sempre
rappresentato un buon punto di partenza stimolandoli a restare e ad avviare in loco la propria
attività produttiva. La presenza di altre botteghe, già affermate sul mercato, la presenza della
Scuola e quindi la rete di relazioni che questa permetteva di creare, l’immagine di Cremona in
tutto il mondo come sede di una produzione di qualità e quindi la sua capacità di attrarre
potenziali clienti (singoli musicisti ma anche numerosi commercianti internazionali), hanno
costituito tutti elementi importanti di valutazione che hanno spinto i nuovi artigiani a fermarsi
nella città dove hanno studiato.
² Il peso occupazionale complessivo e regolarmente iscritto è di 169 unità, comprensivo di professionisti e apprendisti. Solo di 144, come si vedrà successivamente, è possibile conoscere sesso, data di nascita e provenienza.
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Il mercato cremonese ha attratto così l’insediamento di nuove botteghe per trent’anni:
fino al 1990 si sono iscritte ogni anno mediamente 2 o 3 imprese; dopo il 1990 il numero di
nuove imprese sale a 6-7 all’anno, raggiungendo il massimo nel 1998 (9 imprese) e
stabilizzandosi intorno agli 8-10 negli anni successivi.
PROVENIENZA LIUTAI ESERCENTI IN PROVINCIA DI CREMONA
Grafico 1.1 : La forte presenza di artigiani non iscritti in Camera di Commercio rende precaria qualsiasi rappresentazione. È ipotizzabile che la percentuale dei liutai italiani (ufficialmente del 60%) si riduca notevolmente con l’emergere del lavoro non rilevato da scritture contabilizzate.
In altre aree dell’Italia, così come in altri paesi, si manifesta un’esigenza crescente di
produttori locali di strumenti e si aprono così nuovi sbocchi ed opportunità fuori da Cremona.
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1.3 Le atipicità del settore liuteria
La produzione del settore liuteria sul territorio provinciale riguarda tipicamente e
maggiormente il violino, ma interessa comunque tutti gli strumenti ad arco, come il
violoncello, la viola e il contrabbasso.
Alcuni liutai hanno approfondito lo studio anche con la produzione di chitarre e
mandolini. Altri ancora, ma in misura sempre minore, si sono affermati per altre
specializzazioni: ne sono un esempio gli archettai, i restauratori e i costruttori di strumenti
antichizzati.
Si ritiene che un liutaio molto abile e veloce possa arrivare a produrre al massimo 16
strumenti all’anno. Ma contemporaneamente, esperti del settore descrivono realtà che,
procedendo in modo eticamente poco corretto, arrivino a produrne un numero molto più
elevato. Una parte di questi si ipotizza prodotta con l’aiuto di giovani diplomati presenti sul
territorio, in altri casi ricorrendo a produttori di altre province o alla collaborazione-
competizione di economie emergenti.
Considerando dunque una media di 16 strumenti per artigiano, si può stimare una
produzione annua di circa 1.700 violini, da alcuni operatori ritenuta in eccesso, da altri
giudicata in difetto.
Il valore di questa produzione può essere stimato con lo stesso grado di
approssimazione. Il prezzo di un violino nuovo può variare da un minimo di 3 milioni (quando
è prodotto dal giovane diplomato) ad un massimo, per l’artigiano particolarmente ben
affermato sui mercati mondiali e con sufficiente potere contrattuale, di 50 milioni, ma sono
considerati casi abbastanza eccezionali. Il prezzo medio più diffuso, secondo gli operatori, si
aggira intorno ai 10-12 milioni, valore che può essere considerato, da un punto di vista
statistico, il valore centrale della distribuzione (moda), per un totale di quasi 21 miliardi di lire
di fatturato per il territorio cremonese.
Ma d’altra parte, si riscontra un livello molto più basso di qualità e prezzo, che
incorpora, oltre alla fascia di apprendisti alle prime armi, tutta una produzione non regolare e
indomabile (e non quantificabile) di artigiani che, siano essi autoctoni o esterni, giovani o più
maturi, non conservano il livello qualitativo e le regole consuetudinarie di produzione del
contesto distrettuale artigiano.
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Come si è visto nelle osservazioni demografiche, è un settore a scarsissimo peso
occupazionale, formato da micro-imprese. Sono per la maggioranza imprese unipersonali o in
cui il titolare ha il supporto di uno o due apprendisti, e solo 15 imprese hanno più di un
addetto regolarmente dichiarato.
La mancata crescita del settore è giustificata dal fatto che l’aiuto di collaboratori per la
lavorazione provocherebbe una perdita per la qualità del prodotto. La professionalità e
soprattutto il livello di competenze maturate con il tempo sono delle virtù non
immediatamente né forse tacitamente replicabili e sostituibili.
Il rafforzamento della sensibilità dell’artigiano è la testimonianza di capacità inafferrabili
che si sostanziano nel carattere di unicità di ogni prodotto. La singolarità di ogni strumento è
altresì il risultato di una produzione costante e senza discontinuità di stile: ecco quindi che
affidando a soggetti terzi alcune parti della lavorazione si avrebbe una dispersione della
raffinatezza del professionista, a danno del livello qualità del prodotto. Questo concetto è in
parte oggetto di dibattito e in effetti ha subito alcune sfumature che hanno provocato uno
sveltimento del processo produttivo e una leggera dissipazione delle prerogative tipiche
artigianali.
Rimane comunque forte la convinzione che il prodotto artigiano debba essere
interamente compiuto dal maestro artigiano, il solo ad essere in grado di intervenire nella fase
di lavorazione per correggere il probabile risultato, e quindi di garantire e tutelare l’elevata
qualità dello strumento musicale, sia in bellezza che prestazioni sonore. L’utilizzo e
l’acquisizione di semilavorati può dunque minacciare la qualità richiesta dal cliente
dell’artigiano, proprio perché non si la ha possibilità concreta di modificare una precedente
manifattura, dal momento che l’interruzione manuale del processo non permette di intervenire
in tempo reale per il perfezionamento.
Questo vincolo della dipendenza rappresenta una forte barriera all’entrata in un
mercato che riesce a preservare gli standard di qualità. Al calare del contesto qualitativo o di
fronte alle forzature dei concorrenti entranti, le dinamiche di mercato provocano dei
riassestamenti interni che non sempre però tornano a vantaggio dell’unicità del prodotto.
Considerando la variabilità del mercato mondiale e le richieste di carattere speculativo da fasce
di mercato medio-basse, col tempo la qualità cremonese ha risentito della libertà commerciale.
Però occorre ammettere che queste conseguenze non si sarebbero verificate se l’apertura
commerciale fosse stata compensata da un’apertura concorrenziale effettiva e pressoché
perfetta, sia all’interno delle competenze formative, sia nel contesto produttivo.
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1.4 La filiera produttiva
Le lavorazioni necessarie per la produzione artigianale di uno strumento musicale ad
arco possono essere descritte abbastanza brevemente; prendendo ad esempio la produzione
di un violino, è possibile suddividerle in otto fasi.
1. Scelta del materiale: esclusivamente legno d’abete per la tavola armonica, mentre per il
fondo, le fasce e la testa si usano, oltre all’acero, il salice, il pioppo, il faggio e alcuni altri
legni.
2. Realizzazione del disegno, è un passo fondamentale, e deve coniugare il risultato acustico
desiderato con quello estetico.
3. Costruzione della forma: è il momento che caratterizza e distingue la scuola Cremonese
Classica, trattandosi di una forma “interna” esternamente alla quale viene costruito il
violino; questa tecnica permette di ottenere una più ampia possibilità sonora dello
strumento rispetto ai violini costruiti in altre aree geografiche con la forma “esterna”, una
sorta di stampo nel quale si realizza la costruzione; quest’ultima tecnica limita gli spazi
creativi dell’autore, costringendolo ad una produzione molto standardizzata.
4. Costruzione vera e propria dello strumento: in questa fase si procede
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q a modellare le fasce intorno alla forma e a tagliare la parte inferiore (il fondo) e quella
superiore (la tavola);
q si avvia inoltre il lavoro di sgorbia, pialletta e rasiera per la scultura della bombatura del
fondo e della tavola (che vengono assottigliati fino a 3 o 4 mm);
q si incolla il fondo, contenente ancora la forma, alle fasce;
q estratta la forma si chiude la cassa armonica incollando la tavola sulle fasce;
q i bordi del fondo e della tavola vengono filettati e rifiniti con la lima;
q il manico, composto dalla testa (riccio) e dalla cassetta per i piroli (che trattengono ad
un estremo le quattro corde) completa lo strumento.
5. Stagionatura (esposizione alla luce naturale per un assestamento delle varie parti e per la
brunitura del legno) e Verniciatura (solo con resine, solventi e coloranti naturali); questa
fase garantisce la conservazione del legno e ne potenzia le sonorità.
6. Montaggio degli accessori, quali i piroli, la cordiera, il bottone, la tastiera e i capotasti,
l’anima, il ponticello e la reggicordiera, le corde.
7. Prova acustica.
8. Messa a punto personalizzata.
Si tratta dunque di un prodotto la cui produzione può essere facilmente standardizzata
e avviata su scala industriale, come effettivamente avviene in altre zone di produzione per
mercati differenti da quello cremonese. Per alcune fasi della produzione potrebbero nascere
unità produttive specializzate ed indipendenti.
Lo strumento musicale cremonese è invece prodotto in modo interamente artigianale:
è basato completamente sul lavoro dell’uomo, sull’impiego di poche materie prime e materiali
(il legno, le colle e le vernici, le corde) e di pochi strumenti e attrezzi. Pertanto la produzione
liutaia non ha dato luogo alla creazione di una filiera produttiva in senso stretto distribuita sul
territorio cremonese.
La filiera produttiva della liuteria cremonese può dunque essere brevemente descritta
prendendo in considerazione tre momenti:
q l’approvvigionamento dei materiali, delle materie prime, degli strumenti e degli attrezzi ed
infine degli accessori;
q la produzione vera e propria dello strumento;
q la commercializzazione.
L’approvvigionamento delle materie prime avviene al di fuori della provincia di
Cremona. Si tratta di essenze del legno non disponibili sul territorio e che vanno ricercate e
scelte con molta cura.
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I materiali necessari, come ad esempio le colle e le vernici, così come alcuni accessori,
sono rese disponibili sul territorio da pochi commercianti specializzati, ma vengono prodotte da
imprese localizzate al di fuori del territorio e che difficilmente interagiscono col territorio. In
molti casi è il liutaio stesso che produce artigianalmente, secondo i tradizionali sistemi della
liuteria cremonese, le colle e le vernici necessarie. Un’azienda di prodotti chimici, come le
vernici o le colle, ha comunque dimensioni troppo grandi per poter dialogare in modo
efficiente con un centinaio di artigiani, e questo compito viene normalmente lasciato al
distributore/commerciante della zona.
La fase della produzione vera e propria avviene interamente nel “segreto” della bottega
artigiana, nessuna fase di lavorazione dovrebbe essere esternalizzata. In realtà, soprattutto in
passato, alcuni artigiani, spinti da una domanda crescente, hanno esternalizzato la fase della
montatura del violino ad altri collaboratori, scegliendoli a volte tra i giovani allievi appena usciti
dalla Scuola di Liuteria, a volte cercandoli in altre aree del paese, al fine di mantenere la
riservatezza necessaria.
Per quanto riguarda la fase della commercializzazione, pur rimandando più avanti le
considerazioni sul mercato, si anticipano a questo paragrafo le indicazioni sui due principali
canali di vendita: il rapporto col consumatore diretto, rappresentato in questo caso dal
musicista professionista, e il commerciante.
La fase della commercializzazione è quella più interna all’azienda e riservata e quella
che, allo stesso tempo, più risente delle interazioni col territorio circostante e dell’azione degli
altri attori locali. È infatti sull’azione di promozione dell’immagine di Cremona, della tradizione
cremonese e degli strumenti lì prodotti, che viene sostenuta fortemente l’azione commerciale
degli artigiani.
Diventa utile, dunque, passare ad una rapida descrizione della rete degli attori locali e
della loro interazione con la liuteria artigiana.
Җ Җ Җ Җ Җ Җ Җ Җ Җ Җ Җ Җ Җ Җ Җ
Trattandosi di una produzione artigianale, che si richiama alla tradizione della liuteria
classica dei tempi di Stradivari, non si è assistito ad un’evoluzione tecnologica, che, al
contrario, viene rifiutata in quanto causa di una perdita di qualità e di valore del prodotto.
La sensibilità dell’artigiano, la sua capacità di intervenire sullo strumento in fase di
lavorazione e di correggerlo, non possono esplicarsi che con il lavoro manuale, supportato da
pochi e semplici attrezzi e strumenti. Ogni legno è diverso, e una azione costante e rigida della
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macchina non può portare ad un risultato eccellente: la macchina non è in grado di adattarsi
alle caratteristiche del legno e di dominarlo. L’artigiano esperto, invece, può farlo ed è inoltre
in grado di capire cosa desidera il cliente, di offrire un prodotto personalizzato, con
caratteristiche estetiche e sonore che si adatteranno alle esigenze di quel solo cliente;
quest’ultimo, se lo richiede, può essere anche coinvolto nella fase di progettazione dello
strumento.
Anche l’originalità, il senso estetico, l’unicità di ogni strumento andrebbero perse
utilizzando macchinari in grado di ripetere meccanicamente gli stessi movimenti. La macchina
produrrebbe risultati standardizzati, senza alcun elemento di originalità. Ben venga invece
l’imperfezione della mano artigiana piuttosto che il freddo risultato, apparentemente perfetto,
di una macchina che produce un elevato numero di strumenti tutti uguali.
La liuteria cremonese non è di conseguenza, un settore che possa essere soggetto a
rapide modificazioni tecnologiche tali da indurre nel tempo forti trasformazioni organizzative o
generare la necessità di nuove figure professionali come può capitare in altri settori produttivi.
La ricerca tecnologica è finalizzata invece a studiare il “metodo classico”, a capirne i
vantaggi che esso offre in termini qualitativi (estetici e di suono) ed eventualmente a
perfezionarlo. Se, ad esempio, la verniciatura compiuta a spruzzo accrescerebbe notevolmente
la produttività di un liutaio, si è studiato e capito che la verniciatura a mano (dalle 30 alle 50
mani di vernice per strumento) ottiene risultati migliori. Numerosi studi hanno permesso di
valorizzare l’importanza di diversi aspetti della tradizione classica (caratteristiche del legno, le
modalità di taglio e stagionatura, uso e caratteristiche delle vernici).
L’unicità del prodotto non è fine a se stessa, ma è il risultato dell’artigianalità in esso
contenuta. Alcuni liutai, ormai molto affermati e conosciuti in tutto il mondo, dichiarano che su
7 o 8 strumenti prodotti ogni anno, solo uno o due sono da considerarsi “eccezionali”: come
per un’opera d’arte, si tratta di risultati raggiunti grazie ad una concomitanza di fattori
(ispirazione artistica dell’artigiano, particolarità del legno, presenza o meno di errori o
imprecisioni) e che non potranno più essere ripetuti; quegli strumenti assumeranno col tempo
un valore sempre superiore. La produzione dello stesso Stradivari annovera strumenti dalle
caratteristiche estetiche e musicali che l’autore stesso non è più stato in grado di uguagliare.
Queste caratteristiche di artigianalità ed unicità dello strumento non rispondono
solamente ad un effimero desiderio di status da parte del musicista che lo acquista, ma può
influire notevolmente sulla carriera professionale dell’artista stesso. Più l’artigiano è affermato
e le sue doti sono riconosciute dal mercato e famose in tutto il mondo, più sarà richiesta la
presenza di quello strumento nelle orchestre. Naturalmente le doti artistiche del musicista
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resteranno una condizione assolutamente indispensabile per un suo successo, ma occorre
considerare che molti spettatori assistono ai concerti non solo per apprezzare la bravura del
musicista, ma anche per ascoltare lo strumento famoso.
1.5 La qualità
Per un prodotto artistico-artigianale come quello della liuteria cremonese, il termine qualità
assume significati particolari.
Innanzitutto, trattandosi di una produzione assolutamente non standardizzata, non è
possibile introdurre delle procedure di qualità ed un manuale da seguire rigorosamente. Se da
una parte è naturale che esistano delle regole e delle procedure da seguire con estremo rigore
e precisione, dall’altra è impossibile verificare che ciò avvenga. Il seguirle porterà ad ottenere
un prodotto di qualità, piacevole esteticamente e con le caratteristiche sonore desiderate, il
non seguirle produrrà risultati qualitativamente inferiori, dei quali però non è detto che il
mercato se ne renderà conto.
Solo l’artigiano saprà se ha seguito le regole; forse il cliente particolarmente esperto saprà
giudicare il prodotto, o la perizia condotta da un altro artigiano saprà individuare errori
commessi.
La qualità di questo prodotto non è però connessa solamente alle tecniche e alle procedure
utilizzabili, peraltro acquisibili negli anni di studio, ma è legata soprattutto all’esperienza
dell’artigiano, alla sua manualità e al suo senso estetico, e solo dopo anni di lavoro, di successi
e di fallimenti, di sperimentazioni e di confronti, il liutaio può ottenere risultati eccellenti.
Se l’esperienza dell’artigiano è fondamentale per ottenere un prodotto di qualità, è evidente
che l’uso di macchinari o il ricorso all’opera di altri artigiani con minore esperienza (ad esempio
neo-diplomati) non può che inficiare la bontà del prodotto finito. Su lavorazioni già compiute
l’artigiano non potrà più intervenire e rimediare eventuali errori e il prodotto finito sarà allora
meno soddisfacente.
L’eventuale cattiva qualità del prodotto è dunque connessa o al poco rigore dell’artigiano
nell’esecuzione delle procedure necessarie (ad esempio utilizzo di vernici a spruzzo al posto
della tradizionale verniciatura manuale) o al ricorso di eventuali collaboratori meno esperti o,
infine, all’impiego di semilavorati prodotti in serie.
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Il discorso della qualità della liuteria cremonese si basa dunque non sui manuali, ma sulla
correttezza e l’esperienza dell’artigiano, sulla sua affidabilità e sui risultati ottenuti. Garantire la
qualità di uno strumento significa garantire che esso incorpori tutta la manualità, il senso
estetico, l’originalità, l’esperienza e l’impegno dell’artigiano e la sua adesione ad un modo di
produrre che si riconosce nella tradizione cremonese.
È questa la qualità che il sistema cremonese vende sui mercati mondiali, a cui deve la
propria immagine e che gli permette di posizionarsi su un mercato di fascia elevata; ed è
questa qualità che il sistema deve continuare a preservare nel tempo e tutelare.
1.6 Il mercato
Il prodotto della liuteria cremonese si posiziona in un segmento di mercato abbastanza
ristretto e molto ricercato: trattandosi di prodotti artigianali ad elevata qualità, si rivolge a
musicisti professionisti, generalmente ben affermati. Si rivolge dunque ad un pubblico esperto,
in grado di valutare le potenzialità sonore dello strumento e quelle artistiche, che sa definire
con chiarezza le proprie esigenze, che si aspetta di padroneggiare uno strumento che col
tempo valorizzerà le proprietà sonore e acquisterà valore. Naturalmente il mercato di questa
categoria di prodotti non è solo quello nazionale, ma quello mondiale.
La liuteria cremonese si pone dunque come target un consumatore esigente, spesso
lontano dal punto di vista geografico, al quale deve sapere garantire la qualità, ma allo stesso
tempo deve affrontare un mercato potenziale abbastanza ristretto.
I consumatori potenziali del prodotto cremonese si trovano infatti a sostenere un
investimento elevato per uno strumento che, se acquistato direttamente dal produttore si
aggira ai 10–20 milioni, ma che sul mercato internazionale, intermediato dai commercianti,
può avere un costo anche tre o quattro volte superiore. Il musicista deve dunque disporre, a
sua volta, di un giro d’affari sufficiente a giustificare un investimento così elevato. Il mercato
potenziale si restringe dunque in misura considerevole.
La congiuntura economica di questo settore è strettamente legata alla congiuntura di
un altro settore: quello musicale. Quando si riduce la domanda di eventi musicali, diminuisce il
reddito medio dei musicisti, che saranno costretti a investire meno nello strumento utilizzato e
a limitare la spesa alle sole opere di manutenzione assolutamente necessarie. Operando sui
mercati internazionali molto diversificati, gli artigiani cremonesi nel loro insieme sono riusciti
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fino ad oggi a contenere gli effetti congiunturali del mercato della musica, ma il singolo
artigiano può risentire più fortemente dei suoi colleghi dall’andamento del ciclo economico di
una particolare area geografica.
Il mercato si restringe ulteriormente considerando che il prodotto acquista valore con il
tempo: il suo “consumo” non ne riduce il valore, anzi lo accresce, ed ogni prodotto immesso
sul mercato è destinato a restarvi per periodi lunghissimi (in alcuni casi anche per secoli!). Lo
strumento già presente sul mercato rende ogni anno più difficoltoso l’inserimento di nuovi
prodotti creando un effetto di “spiazzamento”.
Non sembra porre problemi la lontananza geografica del potenziale consumatore.
Un’immagine molto curata della liuteria cremonese in tutto il mondo, trainata dalla fama e
dalla tradizione di Stradivari, fanno sì che lo strumento cremonese sia molto richiesto in tutti i
continenti.
È al contrario il mercato italiano quello che pone più difficoltà: abbastanza ristretto
numericamente, poco sostenuto dalla spesa pubblica per l’organizzazione di eventi musicali,
una politica fiscale che favorisce il diffondersi
dello svolgimento “clandestino” di produzione
e compra vendita degli strumenti, sono tutti
fattori che scoraggiano forti impegni
commerciali su questo mercato.
I due principali canali di
commercializzazione del prodotto sono o il
rapporto diretto produttore-consumatore o
gli intermediari (commercianti) ce ogni anno
giungono a Cremona da tutto il mondo e
girano tra le botteghe per scegliere,
acquistare o ordinare numerosi strumenti.
È la fama della città stessa,
congiuntamente alla presenza di così tante botteghe artigiane tra cui scegliere, ad attrarre i
commercianti, senza richiedere agli artigiani grandi sforzi commerciali e di assistenza tecnica
per poter raggiungere il consumatore finale non italiano. Naturalmente un certo impegno
commerciale e promozionale è comunque richiesto all’artigiano, che deve acquisire visibilità e
notorietà in tutto il mondo, stabilire contatti, e attrarre commercianti nella propria bottega.
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1.6.1 L’evoluzione del mercato
Il mercato ha fino ad oggi premiato la produzione cremonese. Negli anni ‘60 e ‘70 la
giovane liuteria cremonese ha in realtà faticato a riaffermarsi sui mercati mondiali: nonostante
la fama di Stradivari e della città di Cremona fossero già diffuse in tutto il mondo, i primi
produttori faticavano a farsi conoscere, a differenziarsi dagli altri concorrenti già presenti sul
mercato, e a fare comprendere al pubblico l’avvenuta rinascita della liuteria classica
cremonese. Solo un’azione promozionale e culturale congiunta di vari soggetti locali (ATP,
Comune, Provincia, Camera di Commercio, Associazioni Artigiane), unitamente agli sforzi verso
la qualità e la commercializzazione dei propri prodotti da parte dei singoli artigiani, ha
permesso una maggiore visibilità sui mercati internazionali e l’attrazione, negli anni ‘80 e ‘90,
di una forte domanda di strumenti cremonesi.
Oggi, segnali divergenti indicano allo stesso tempo un’affermazione promettente sui
mercati internazionali e una tendenza alla saturazione del mercato.
Dall’analisi su campo non si sono colti evidenti segni di crisi del settore: al contrario,
molti produttori hanno già ricevuto ordinativi per i prossimi due o tre anni, ed in genere, i
tempi di evasione di un ordinativo sono abbastanza lunghi. L’elevata natalità di nuove
botteghe artigiane sul territorio cremonese, costituite da molti giovani neodiplomati della
scuola di liuteria, sembra confermare l’esistenza di spazi di mercato ancora abbastanza ampi.
Evidentemente le giovani botteghe faticano ad affermarsi e a creare i propri sbocchi di
mercato e sono costretti a praticare prezzi notevolmente più bassi rispetto agli artigiani più
affermati, ma le loro aspettative sono positive, e si ritiene che il “made in Cremona” trainerà la
loro produzione ed i prezzi praticati sono comunque abbastanza soddisfacenti.
È un mercato dunque dove non si assiste, per il momento, a pesanti shock ed è
protetto dalle turbative che potrebbero essere generate da eventuali evoluzioni tecnologiche.
Si percepiscono tuttavia alcuni timori in seguito all’emergere di nuove aree di produzione a
basso costo (Cina) ma in grado di garantire una qualità soddisfacente e dalla concorrenza
sempre più agguerrita da parte dei produttori europei (Inghilterra, Francia e Germania)
concorrenza decisa anche a usare armi poco leali, come il discredito.
Gli esperti di settore percepiscono un raffreddamento della domanda di mercato, che
diventa sempre più selettiva, chiedendo una maggiore qualità, e la cattiva pratica di alcuni
produttori di affidare parte della produzione ai giovani diplomati sarà costretta a ridursi.
Nel panorama mondiale è possibile notare la concentrazione del mercato liutaio a New
York e a Londra. Forte influenza è esercitata dal mercato giapponese. Anche la Francia e la
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Germania nel corso degli anni hanno sviluppato tradizioni di rilievo e modalità peculiari di
produzione, anche in forma associata.
Le iniziative nate per contrastare l’immissione sul mercato di strumenti venduti come
cremonesi (veri e propri falsi), che squalificano l’immagine della produzione locale,
comportano una perdita considerevole per il territorio in termini di fatturato, e comportano
una truffa nei confronti del consumatore, sono un altro segnale della percezione che gli
operatori hanno di un mercato che lentamente si sta facendo ogni giorno più stretto.
2. La rete degli attori locali
La rete degli attori locali che gravita attorno al settore Liuteria è abbastanza vasta e
raggruppa operatori sia pubblici che privati. L’intento comune è sicuramente quello di
promuovere e valorizzare un’attività artigianale come quella liutaria che ha permesso alla città
di Cremona di distinguersi e di crearsi una fama a livello internazionale; la sinergia tra i vari
attori, infatti, ha portato alla realizzazione di numerosi eventi, attività culturali e commerciali in
grado di attrarre l’attenzione non solo del pubblico di casa nostra, ma anche di quello
internazionale, creando inoltre degli spazi di incontro particolarmente fruttiferi tra musicisti e
liutai.
Uno degli attori che maggiormente ha contribuito alla valorizzazione del prodotto
“liuteria” associato al prodotto “Cremona” è l’Ente Triennale Internazionale degli Strumenti ad
Arco , attraverso la quale si esplicano anche le politiche e le azioni di enti pubblici quali il
Comune, la Provincia, la Camera di Commercio. Il coinvolgimento delle amministrazioni locali
è essenziale in quanto la collaborazione permette al settore di trovare un valido appoggio per
il proprio sviluppo, e per gli enti locali la liuteria costituisce un’attività produttiva sulla quale
investire, grazie alle rilevanti ricadute sull’immagine della città e sulla sua capacità di attrarre i
turisti.
La Camera di Commercio si è sempre distinta per il suo ruolo di sostegno al settore
liuteria. Nel 1976 proprio su sua iniziativa vennero avviati i primi “Incontri di liuteria” che si
prefiggevano di stabilire un contatto tra i vari attori legati al settore: dai liutai agli operatori
economici, dai restauratori ai potenziali acquirenti o semplici amatori. Questi eventi poi si sono
tramutati a partire dal 1995 nell’attuale manifestazione di Mondomusica, che si svolge ogni
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anno il primo week-end del mese di Ottobre. L’impegno si è poi prolungato negli anni anche
attraverso la partecipazione come socio fondatore all’Ente Triennale.
Altri attori significativi nel panorama del settore liuteria sono le Associazione di
categoria rappresentate dalla Confartigianato (Associazione Artigiani della Provincia di
Cremona), la CNA (Confederazione Nazionale Artigianato) e la Libera Associazione Artigiani
che ha sede giuridica a Crema.
2.1 Ente Triennale
L’Ente Triennale è stata costituito a Cremona il 10 Settembre 1981, grazie all’impegno
comune di Enti Locali quali il Comune, l’Amministrazione Provinciale, la Camera di Commercio,
Industria, Artigianato e Agricoltura, l’Ente Provinciale per il Turismo (A.P.T.) e la Fondazione
Walter Stauffer. Essa ha dato vita ad un Comitato che ha organizzato il Primo Concorso
Internazionale di Liuteria, il cui successo fu tale da indurre la realizzazione prima con cadenza
biennale e poi con cadenza triennale di altre successive edizioni.
Riconosciuto legalmente dalla Regione Lombardia nel 1988, l’Ente Triennale è
amministrato da un Consiglio composto da cinque membri rappresentanti dei cinque enti
costitutivi e finanziatori e presieduto dal Presidente della Provincia.
L’Ente si propone di promuovere al meglio la liuteria e in particolare quella dei liutai
cremonesi attraverso concorsi, convegni, congressi, seminari di studio e rassegne commerciali.
Nell’ultimo periodo l’Ente Triennale sta attraversando una fase delicata della sua vita, in
quanto si sta discutendo sull’opportunità di una modifica statutaria dell’Ente, ora classificato
come Ente fieristico, che verrebbe trasformato in Fondazione. La discussione attorno a questa
proposta ha suscitato numerose polemiche che hanno magistralmente tenuto banco sui
quotidiani locali. Secondo alcuni, infatti, l’Ente rappresenta una forma giuridica un po’ rigida,
mentre la Fondazione permetterebbe una maggiore elasticità nella formazione del Consiglio,
nonché una nutrita serie di agevolazioni fiscali.
Sostanzialmente la mission dell’Ente rimarrebbe la stessa con la differenza che la
forma giuridica della Fondazione permetterebbe l’ingresso anche a soggetti privati, apportatori
di ingenti risorse economiche, ma ancora si deve cercare di capire in che misura i nuovi soci
debbano contribuire per entrare nel Consiglio di Amministrazione.
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Altro motivo di grande discussione è il desiderio, espresso durante la presentazione
della nuova bozza di statuto, di coinvolgere nel processo di trasformazione anche altre forze
del territorio legate ad altre tipologie di strumenti musicali, quali ad esempio l’arte organaria,
che può vantare una grande tradizione in città e degli strumenti a pizzico. In qualsiasi caso si
auspica che le divergenze possano essere appianate attraverso il dialogo anche perchè tutti i
soggetti interessati sono chiamati ad intervenire alla definizione del nuovo Statuto, la cui bozza
è perfettibile con l’apporto di tutti.
L’Ente nel corso della sua esistenza ha dato vita ad alcune istituzioni consolidate:
Il Concorso Internazionale di Liuteria. Riservato a liutai professionisti, dal 1976 il Concorso è
articolato in quattro categorie: violino, viola, violoncello, contrabbasso. Tutti gli strumenti
ammessi al Concorso vengono esposti in una mostra aperta al pubblico e gli strumenti vincitori
entrano a far parte della collezione di proprietà dell’Ente Triennale ed esposti nel Museo della
Triennale a Palazzo Fodri. Questi strumenti, rigorosamente nuovi, non antichizzati, secondo la
più classica tradizione cremonese, costituiscono, data l’altissima qualità, un sicuro patrimonio
da conservare per le generazioni future e sono già oggetto di numerose richieste di prestito da
parte di prestigiose istituzioni musicali.
L’edizione di quest’anno del Concorso ha celebrato i 30 anni di vita della manifestazione e
l’anniversario ha coinciso anche con l’ardua decisione da parte della giuria di assegnare una
sola medaglia d’oro, nella categoria dei violoncelli, forse a sottolineare la ricerca
dell’eccellenza. Dopo una estenuante selezione, infatti, l’unico vincitore è risultato Francesco
Toto, un liutaio leccese d’origine, ma di scuola cremonese, che esercita la sua attività proprio a
Cremona.
Salone Internazionale MondoMusica. Salone Internazionale degli Strumenti d’artigianato e
degli accessori per la liuteria. A partire dal 2002 il Salone viene organizzato in collaborazione
con CremonaFiere ed ha cadenza annuale. Il rigore selettivo del materiale esposto, con la
rigorosa esclusione di qualsiasi materiale prodotto in serie, nonché degli strumenti musicali
elettrici, rappresentano il carattere distintivo dell’importante evento cremonese rispetto ad
altre kermesse internazionali quali MusikMesse di Francoforte e Music China a Shangai, che
puntano essenzialmente sulla quantità piuttosto che sulla qualità.
Durante le ultime edizioni si è deciso di allargare la partecipazione a MondoMusica anche ad
altre categorie di strumenti, come ad esempi quelli a corde (clavicembali, chitarre, arpe, ecc),
nella logica di creare a Cremona un vero e proprio distretto dell’artigianato musicale.
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L’ultima edizione di Mondomusica, che si è conclusa lo scorso 8 Ottobre, ha registrato un
boom di presenze, oltre 9000 visitatori, il 20% in più rispetto all’anno precedente. In aumento
anche il numero degli espositori, in particolare quello deglii stranieri, segno che la kermesse
cremonese sta diventando un punto di riferimento a livello internazionale, il migliore
marketplace dove pubblicizzare i propri prodotti.
I punti di forza della Fiera sono costituiti dalla presenza di una Commissione che controlla e
valuta la qualità dei prodotti esposti e la presenza di tutta la filiera riguardante l’intero settore:
dal legno agli accessori per la costruzione degli strumenti, alle custodie di tutti i generi e per
tutte le tasche per il trasporto degli strumenti, dagli spartiti e dalle scuole di musica
all’editoria.
Inoltre, da qualche anno a questa parte l’evento Mondomusica è inquadrato in una più ampia
rosa di eventi che animano il grigio Ottobre cremonese, tanto che ormai esso viene
unanimamente riconosciuto come il mese della liuteria. Concerti, mostre temporanee a tema o
dedicate a grandi maestri liutai, serate di gala riservate agli esperti del settore fanno da
contorno alla Fiera vera e propria e contribuiscono a richiamare un pubblico sempre più
numeroso.
Concorso Internazionale per Quartetto d’Archi. Istituito nel 1983, a cadenza triennale, è
organizzato in collaborazione con i club Rotary cittadini ed è riservato ai giovani quartetti.
Condizione neccessaria per poter essere ammessi al Concorso, infatti, è che l'età complessiva
di tutti i componenti non sia superiore a 135 anni.
Concorso internazionale di esecuzione violinistica “A. Stradivari”. Istituito nel 1988, il Concorso
ha cadenza triennale ed è riservato a giovani violinisti di grande talento chiamati a superare
quattro prove molto selettive.
2.2 Scuola internazionale di liuteria
Il 21 Settembre 1938 un Decreto Regio istituisce a Cremona la “Scuola Internazionale
di Liuteria” con l'intento di creare un centro di formazione professionale di alta qualificazione
nel campo della costruzione di strumenti ad arco, sulla scia dell'antica tradizione della scuola
cremonese.
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La scuola nasce all'indomani delle celebrazioni nel 1937 del bicentenario della
scomparsa del grande Maestro Antonio Stradivari, durante le quali personaggi del mondo della
cultura e della musica rivendicano l'opportunità di far rinascere una pratica artistico-artigianale
che per molti anni era scomparsa dalla città e rimasta in ombra un po' in tutta Italia.
Le attività della Scuola proseguono con
alterne vicende fino a che un Decreto Presidenziale
del 1960 trasforma la scuola in “Istituto
Professionale Internazionale per l'Artigianato
Liutario e del Legno”. La nuova struttura scolastica
si presenta così più articolata e consistente e al
corso di liuteria viene affiancato anche quello della
lavorazione del legno per la produzione di mobili. A
questo proposito vengono allestiti dei laboratori
meglio attrezzati per permettere agli studenti di
mettere alla prova la loro manualità e per compiere
delle ricerche sul campo. Oltre a ciò, per quanto
riguarda la sezione di liuteria, vengono impostate
delle docenze e delle collaborazioni in modo da
permettere agli studenti di venire in contatto e di
lavorare palmo a palmo con esperti e illustri Maestri liutai.
In questa rinomato contesto la sezione internazionale di liuteria consolida la propria
configurazione e, a partire dal 1974, stabilisce la propria sede all'interno del cinquecentesco
Palazzo Raimondi, donato per questo fine dall'imprenditore svizzero Walter Stauffer al Comune
di Cremona.
L'idea che sta alla base della nascita della scuola è quella di riprendere, nel modo più
rigoroso e ortodosso possibile, le antiche procedure di costruzione dei grandi Maestri del
passato, del '500, '600, '700, cercando di creare una soluzione di continuità. Il compito è stato
arduo anche perchè nel frattempo si è assistito ad un'evoluzione musicale sia dal punto di
vista della costruzione degli strumenti che da quello delle esigenze esecutive, ma si è cercato,
pur tenendo in considerazione questi inevitabili cambiamenti, di riportare alla luce un' antica
tradizione che tanto ha reso famosa la città di Cremona nel corso dei secoli. Per questi motivi,
nel 1989, l'Istituto viene intitolato ad Antonio Stradivari e si è affermato in tutto il mondo per
la qualità dei suoi insegnamenti
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Alle attività formative va aggiunta anche la partecipazione e l'organizzazione di eventi e
manifestazioni liutarie in Italia e all'estero. Nel 1986 viene formata anche un'orchestra ad
archi, i cui componenti sono sia studenti che docenti della Scuola. Nello stesso periodo nasce
anche il Museo Organologico-Didattico che raccoglie gli strumenti più significativi prodotti
nell'ambito delle attività formative della scuola. Il Museo oggi è aperto al pubblico ed espone
non solo strumenti, ma anche forme, modelli e attrezzi di lavoro, oltre che dei pannelli
didattici, dove il non addetto ai lavori può trovare informazioni preziose circa la creazione di
uno strumento ad arco.
Negli ultimi 20 anni la scuola è stata affiancata dalla Fondazione “Centro di Musicologia
Walter Stauffer”, fortemente voluta in onore del mecenate della liuteria Walter Stauffer, un
facoltoso imprenditore nel campo caseario, che mise a disposizione la propria ricchezza per
diffondere la cultura musicale e l’arte liutaria. La Fondazione mette a disposizione
collaborazioni, ma soprattutto ingenti contributi per borse di studio, apparecchiature, premi.
Attualmente la scuola può definirsi definitivamente affermata, come dimostra l'elevato
numero di iscrizioni provenienti da tutto il mondo. Il corso di liuteria prevede due livelli:
- una qualifica triennale di primo livello per chi vuole operare nel mondo della liuteria. Il
qualificato non può definirsi maestro liutaio, ma possiede in ogni caso le competenze di base
per operare come assistente per la costruzione, la riparazione e la manutenzione di strumenti
ad arco.
- un biennio post-qualifica permette poi di conseguire il diploma di tecnico della liuteria e
l'attestato delle competenze di liutaio: il diplomato, dopo aver superato l’Esame di Stato, è in
grado di costruire e collaudare strumenti ad arco ed ha le capacità professionali e la coscienza
critica per intervenire in lavori di riparazione e restauro di strumenti antichi e pregiati.
Per completare la formazione al termine del regolare corso di studi è previsto un
tirocinio professionalizzante presso Maestri liutai professionisti.
2.3 Consorzio liutai “Antonio Stradivari” di Cremona
Il Consorzio nasce nel 1996, promosso dalla CNA (Confederazione Nazionale
Artigianato), dall' Associazione Artigiani della Provincia di Cremona (Confartigianato) e dalla
Libera Associazione Artigiani con sede a Crema, con l' intento di promuovere la liuteria italiana
contemporanea nel pieno rispetto della più antica tradizione cremonese. Esso non ha fini di
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lucro ed oltre alla valorizzazione del prodotto liutario provvede a tutelare l'immagine dei
consociati, conferendo loro prestigio e rispettabilità, a sostenere la produzione artigianale
artistica liutaria e a favorire la predisposizione di idonei servizi alle imprese consorziate.
Con l'Ente Triennale degli Strumenti ad Arco il Consorzio ha dato vita ad un Centro
della Liuteria Cremonese, che gestisce un centro servizi per l'assistenza e la consulenza alla
miriade di piccole imprese liutarie disseminate sul territorio, favorisce l'incontro e il dialogo tra
liutai e musicisti, diffonde la cultura liutaria cremonese nel mondo della musica, organizza
stage presso conservatori e Istituti Musicali e si propone come intermediario con le istituzioni
pubbliche per la sensibilizzazione dell'immenso patrimonio liutario da esse posseduto.
Al Consorzio aderiscono circa una sessantina di liutai operanti a Cremona o nel
territorio provinciale. I requisiti per poter essere ammesso al Consorzio sono abbastanza rigidi
in quanto volti alla perpetuazione della tradizione cremonese: i liutai infatti devono essere
iscritti alla Camera di Commercio ed aver esercitato da almeno cinque anni la propria attività
produttiva come liutaio sul territorio cremonese, o aver conseguito presso l'I.P.I.A.L.L. di
Cremona il diploma di secondo livello di Liutaio rilasciato dalla Regione Lombardia o essere
stati almeno cinque anni alle dipendenze di un liutaio che esercita la propria attività sul
territorio cremonese. Gli strumenti da essi prodotti devono rispettare alcune direttive: essi
devono essere realizzati senza l'uso di attrezzature o tecnologie utilizzate nelle produzioni
industriali, devono essere verniciati senza l'utilizzo di verniciatura a spruzzo, devono essere
prodotti con alcuni determinati tipi di legno, appartenenti alla tradizione, e non con
semilavorati e soprattutto devono essere creati nel rispetto delle tecniche di costruzione e
lavorazione tipiche della tradizione liutaria cremonese e delle sue evoluzioni.
2.3.1 Marchio “Cremona Liuteria”
La Camera di Commercio di Cremona, le associazioni Artigiane di categoria della
Provincia, la Regione Lombardia hanno promosso e realizzato in collaborazione con il
Consorzio Liutai e Archettai “A. Stradivari” e la SIAE il marchi collettivo Cremona Liuteria per la
tutela e la garanzia della liuteria cremonese. Il marchio è registrato in Italia e in altri 36 Paesi
in Europa e nel mondo. L'intento è quello di poter immettere sul mercato strumenti dei quali
vengono garantite caratteristiche artigianali e provenienza, agendo con la massima
trasparenza. Il marchio rappresenta il tassello fondamentale del piano strategico di marketing
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volto all'implementazione del settore commerciale al fine di creare una domanda di strumenti
a marchio di qualità, creare sia una rete di vendita diretta, sia una rete di vendita estera che
Grafico 1.2 Ipotesi di partenza: fama = qualità. È possibile suddividere la produzione liutaria cremonese in tre fasce: Qualità
Fascia alta
Iscritti in
CCIAA Fascia intermedia (c.a. 140) Marchio (60 scritti) Fascia bassa
Produzione irregolare, Artigiani non iscritti in Camera di Commercio
permetta allo stesso tempo una valorizzazione dei prodotti dei consorziati e della tradizione
cremonese. La collaborazione con la SIAE rende effettiva la tutela sul mercato della qualità e
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dell'origine degli strumenti, anche grazie all'utilizzo di bollini anticontraffazione, appositamente
studiati per essere apposti sui certificati che accompagnano gli strumenti stessi.
Ogni strumento, prodotto dai consorziati, che vuole essere venduto con il marchio
“Cremona Liuteria” è corredato da un Certificato di Autenticità e di Origine, compilato a cura
del Consorzio, sul quale vengono riportati tutti i dati relativi al costruttore, alla bottega dal
quale proviene, allo strumento vero e proprio (misure, legno utilizzato, peculiarità,ecc) oltre
che da foto identificative. Il Consorzio promuove la diffusione unicamente di strumenti con il
marchio “Cremona Liuteria” Il marchio nominativo “Cremona liuteria”, identificativo della
produzione liutaria cremonese, rappresenta il tentativo di valorizzare la liuteria cremonese
contemporanea nel mondo.
Nel momento in cui, però, si intenda garantire più trasparenza per il mercato e
sicurezza per gli acquirenti di entrare in possesso di strumenti garantiti, i requisiti del marchio
mal si conciliano con gli obiettivi di chiarezza della produzione liutaria cremonese.
Le ragioni sono legate alla promiscuità prevista nel regolamento del marchio, che permette la
postura del marchio anche su strumenti non di qualità. Non è possibile imporre una tipologia
produttiva sulle altre, e quindi nemmeno escludere dal marchio un prodotto non di qualità.
Per trasmettere all’esterno le proprietà e le prerogative produttive quale punto di forza
della produzione cremonese, è necessario contraddistinguere quella parte di produzione che
nella fattispecie concreta identifica e stigmatizza la realtà.
La contraffazione e i falsi trovano comunque la strada per svilupparsi, è opportuno dare
però l’accento alla fascia più alta di produzione, che garantisce indiscutibilmente la qualità
cremonese.
Con la diffusione di un marchio anche per i prodotti degli apprendisti si rischia di ridurre
volutamente il livello di qualità percepito dall’esterno del territorio cremonese, dal momento
che lo stesso distretto identifica attraverso il marchio la maggiore qualità nei destinatari del
marchio stesso (licenziatari), tra cui anche gli apprendisti.
L’impostazione del marchio ha favorito l’accento su una cerchia di produttori non
sempre eccelsi. Ciò non toglie che il metodo per valorizzare nuove dinastie di produzione
prescinde dal marchio: è il capitale umano che viene ad essere colpito quando affiora
l’eccellenza di una lavorazione, e non il prodotto stesso.
Non è comunque corretto obbligare a marchiare non più 15 violini in un anno per un
liutaio (in quanto la prassi produttiva di qualità impedisce di produrne di più per tempi di
lavorazione), e di contro lasciare che ne vengano prodotti e venduti anche altri non a marchio,
dal medesimo licenziatario.
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Emergono inoltre casi in cui le condizioni di vendita sono più favorevoli, sia per tempi
che per prezzi, nella misura in cui il marchio non venga utilizzato. In questi casi, il marchio
diventa una sorta di impedimento, o comunque non è sinonimo della qualità di uno strumento
musicale.
È però da considerare anche la funzione di “compromesso” produttivo del quale il
marchio di fa portatore. In molte produzioni infatti questa garanzia di tutela della proprietà
intellettuale permette di identificare la fascia intermedia, sostanzianta, come nel grafico 1.2,
tra la produzione irregolare di liutai non iscritti in Camera di Commercio (o iscritti ma che
effettuano lavorazioni in nero), e la fascia alta dei produttori con ampie e radicate tradizioni
nel contesto produttivo sia cremonese che internazionale, tali da non avere la necessità di un
sostegno garantito dal segno distintivo in questione.
In questo modo, l’obiettivo di elevare la qualità totale della produzione liutaria
cremonese viene conseguito attraverso la valorizzazione della fascia produttiva che, pur non
essendo la migliore, cerca di differenziare dalla media negativa di produzione sommersa del
settore.
2.5 ALI (Associazione Liutaria Italiana)
L'associazione Liutaria Italiana nasce a Cremona nel Gennaio 1980 con scopi di
semplice assistenza culturale e tecnica per i propri iscritti. Essa riunisce circa 250 italiani tra
liutai e archettai professionisti, liutologi, studiosi ed esperti di liuteria o semplici amanti di
questo settore ed alcuni corrispondenti esteri. Possono farne parte anche Enti, Istituzioni ed
Associazioni che abbiano interesse alla divulgazione, alla difesa ed al potenziamento della
liuteria italiana.
L' ALI prevede come organo ufficiale la rivista "Liuteria, Musica, Cultura" sulla quale
vengono stampati articoli a sfondo culturale, scientifico e tecnico riguardanti la liuteria e
notizie, commenti circa eventi nazionali ed internazionali di particolare interesse e rilevanza.
L’Associazione ha ammesso e riconosciuto al suo interno la costituzione del Gruppo
Liutai e Archettai Professionisti che ha lo scopo di salvaguardare e continuare la nobile
tradizione del passato, mantenendo nella propria produzione i sani principi della lavorazione
manuale, della ricerca personale di propri canoni estetici. Il Gruppo, composto dai più
qualificati esponenti del mondo liutario italiano, si é già affermato nei più prestigiosi concorsi
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nazionali ed internazionali, continua a svolgere attività promozionale in Italia e all'estero con
numerose esposizioni e mantiene contatti con istituzioni e associazioni estere per un utile
scambio di esperienze. Esso ha al suo attivo la stesura di un regolamento etico-professionale,
la pubblicazione di un prezziario a carattere nazionale, oltre che la pubblicazione di una banca
dati di Liutai, ciascuno dei quali è corredato dal curriculum e dalle foto di uno strumento
dell’autore stesso.
2.6 Museo Stradivariano
Il Museo Stradivariano è oggi ospitato nelle sale del Museo Civico e raccoglie numerosi
cimeli provenienti dalla bottega del più grande maestro liutaio di tutti i tempi, Antonio
Stradivari. La collezione si è sempre arricchita grazie a donazioni private, prima tra tutte quella
del 1893 di Giovanni Battista Cerani. Tuttavia la parte più consistente del materiale che
costituisce il museo proviene da uno dei più importanti collezionisti ed esperti nel campo degli
strumenti ad arco, il Conte Ignazio Alessandro Cozio di Salabue (1755-1840). La collezione fu
acquistata negli anni venti da un liutaio bolognese, Giuseppe Fiorini, che prima di morire la
donò al Museo Civico di Cremona negli anni trenta. Di essa fanno parte corredi completi di
forme, per lo più di noce, attorno alle quali modellare le fasce degli strumenti, disegni e
modelli cartacei per la costruzione di vari strumenti (violini, viole, viole da gamba, chitarre) e
attrezzi utilizzati dal grande maestro per creare le proprie opere d’arte. Il materiale esposto
può essere considerato un vero e proprio tesoro per la conoscenza delle tecniche da lui usate
nella costruzione dei suoi strumenti ed è diventato un luogo di studio per i numerosi
appassionati di questo splendido autore. Accanto al materiale proveniente dalla bottega di
Stradivari nel Museo si possono ammirare anche strumenti ad arco e a pizzico, opera di
altrettanto noti liutai del XVII, XVIII, XIX e XX secolo.
2.7 La liuteria e la città
La liuteria cremonese oggi è un’importante realtà costituita da numerose
botteghe artigiane che vive in un mutuo rapporto di scambio con la città.
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La città ha legato il proprio nome nel mondo agli strumenti di Stradivari e di altri
famosi liutai, autori di pezzi di un elevato valore, oltre che economico per la loro rarità
e qualità, anche storico ed artistico.
Basandosi su questa tradizione e sui rapporti con la musica si è riusciti a fare
identificare nell’immaginario collettivo la città con gli strumenti musicali e con la
musica. La realizzazione della Sala dei Violini nel Palazzo del Comune di Cremona, con
importanti strumenti dello Stradivari, dei Guarneri e degli Amati, l’apertura del Museo
Stradivariano, che ospita il prezioso materiale di laboratorio di Stradivari con un corpus
di 700 pezzi, l’organizzazione di manifestazione ed eventi musicali di importanza
internazionale ha contribuito alla creazione di questa identificazione tra la città e la
musica.
Si è caratterizzata in questo modo la città sul mercato turistico, dando un plus
alle bellezze artistiche della città. Alcuni operatori ritengono che almeno il 50% dei
turisti sono attratti in città da ciò che fa parte del “mondo della musica”: le mostre, i
“pezzi unici” esposti nei musei, gli eventi musicali.
Allo stesso tempo, è proprio questa immagine della città che dà forza e apre
spazi di mercato, come una sorta di marchio d’origine, alla produzione artigiana liutaia:
per il consumatore, lo strumento fatto a Cremona è di per sé uno strumento che vale,
che ha qualità. E questo fatto è così vero che nel mondo il prodotto cremonese è tanto
richiesto e apprezzato da spingere produttori e commercianti senza scrupoli a
immettere sul mercato strumenti prodotti altrove e con altre tecniche spacciandoli per
“strumenti cremonesi”, prodotti da artigiani inesistenti, ma dal nome sufficientemente
italiano per essere credibile. È proprio per contrastare queste truffe che si è reso
necessario, come si vedrà più avanti, creare un vero marchio in grado di garantire
l’origine cremonese dello strumento.
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3. Progetti di valorizzazione del settore
Di seguito si riportano una serie di interventi che collocano il settore liuteria in una
posizione strategica per la valorizzazione delle risorse culturali e imprenditoriali e
dell’immagine della provincia di Cremona.
3.1 Cremona Distretto culturale della musica e della liuteria
All’interno della XIV Legislatura, alcuni rappresentanti del Senato della Repubblica
hanno elaborato un Disegno di Legge dal titolo “Norme in materia di promozione e sostegno
del progetto ‘Cremona città della musica e della liuteria – Distretto culturale’, nonché delega al
Governo in materia di distretti culturali”.
La storia musicale cremonese, in effetti, è fatta di mondo sacro e di mondo profano:
centro dell’elaborazione e della prassi musicale è sempre stata la cattedrale che, a partire dal
Rinascimento, sotto Culla di importanti personalità del mondo musicale in passato, Cremona
è oggi un polo internazionale di attrazione del mondo musicale per la ricchezza e varietà delle
proposte e dei luoghi che è in grado di offrire, in una rapida elencazione, peraltro non
esaustiva:
1. Istituti pubblici e privati per la formazione in campo musicale:
• Facoltà di musicologia, con i corsi di laurea in musicologia, triennale e specialistica, e il
master di primo livello in filologia musicale e prassi esecutiva;
• Scuola interuniversitaria lombarda di specializzazione per l’insegnamento secondario –
indirizzo di musica e spettacolo.
2. Istituti di alto perfezionamento:
• Fondazione di musicologia «Walter Stauffer», costituita nel 1970 dall’imprenditore svizzero
Walter Stauffer; la fondazione ha lo scopo di favorire l’insegnamento della liuteria, degli
strumenti ad arco, della storia della musica e della musicologia in genere. Il centro di
musicologia della fondazione si occupa anche della gestione dell’orchestra da camera
italiana (OCI) diretta dal maestro Salvatore Accardo;
• Accademia musicale di Cremona, fondata nel 2000, è oggi annoverata tra le principali
accademie internazionali di musica del nostro Paese; Conservatori e scuole di musica;
• Fondazione civica scuola di musica Claudio Monteverdi;
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• Scuola di musica «Pontesound».
3. Altri istituti di formazione:
• Scuola internazionale di liuteria «A. Stradivari», nasce nel 1938 con lo scopo di creare un
centro d’istruzione professionale di alta qualificazione nel campo degli strumenti ad arco
nel rispetto della tradizione classica cremonese;
• Enti ed istituzioni per la promozione musicale e il restauro degli strumenti musicali;
• Ente triennale degli strumenti ad arco, ha statutariamente il compito di promuovere la
liuteria attraverso concorsi, convegni e rassegne commerciali;
• Centro nazionale per il restauro e la conservazione degli strumenti musicali, con annessa
scuola per restauratori, nasce da un accordo attuativo, all’interno del primo accordo di
programma quadro in materia di beni e attività cultuali, stipulato nel 1999 fra il Ministero
per i beni e le attività culturali e la regione Lombardia;
• Fondazione teatro Ponchielli.
4. Manifestazioni e rassegne concertistiche:
• Festival di Cremona «Claudio Monteverdi»;
• Concorso internazionale di esecuzione violinistica «Antonio Stradivari»;
• Concorso internazionale per quartetto d’archi;
• Concorso triennale per strumenti ad arco «A. Stradivari»;
• Stagioni concertistica e lirica del teatro «A. Ponchielli»;
• Spazio Novecento;
• Musica di fine estate.
5. Associazioni musicali:
• Antiche accademie musicali;
• Associazione coro polifonico cremonese;
• Associazione Musicalia;
• Associazione promozione iniziative culturali (APIC);
• Associazione musicale Agon;
• Associazione musicale Diapason;
• Comitato organistico cremonese;
• Gruppo musica insieme;
• Società dei concerti di Cremona.
6. Istituzioni ed associazioni liutarie:
• Consorzio liutai & archettai «A. Stradivari»;
• Associazione Liutaria Italiana.
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31
7. Mostre permanenti di strumenti musicali:
• Collezione civica del comune di Cremona;
• Centro della liuteria;
• Museo stradivariano;
• Museo organologico.
8. Spazi per la musica:
• Teatro di tradizione «A. Ponchielli»;
• Ridotto del teatro «A. Ponchielli»;
• Teatro «Monteverdi» – Fabbrica delle arti;
• Auditorium della camera di commercio di Cremona;
• Teatro Filodrammatici;
• Progetto «Parco dei monasteri, città della musica», prevede il recupero di una vasta area
centrale, composta essenzialmente da diversi ex conventi e caserme inutilizzati e
degradati, da usare per attività connesse alla vocazione musicale della città.
9. Rassegne ed inizative di promozione commerciale:
• Cremona Mondomusica, è la più importante manifestazione dedicata alla liuteria
artigianale, con una forte proiezione internazionale, testimoniata dalla presenza del 45 per
cento di espositori proveniente dall’estero, ed una potenzialità di crescita straordinaria,
grazie anche all’assenza in Italia, di manifestazioni di rilievo come quelle di Parigi,
Francoforte o Bruges.
A completare la vasta, anche se non esaustiva, elencazione descritta, vi è poi la ricca
presenza di attività editoriali specializzate nei diversi campi dell’attività musicale. In definitiva,
Cremona per la sua storia e per la sua straordinaria attualità, rappresenta un polo, nel campo
musicale, tra i più importanti a livello mondiale, meritevole perciò di attenzione e sostegno, e
questo a maggior ragione se si riflette alla circostanza che l’Italia, una delle patrie della
musica, sottovaluta e mortifica questa sua specificità non sostenendola con iniziative
promozionali adeguate sul piano culturale e commerciale.
Il presente disegno di legge si propone, con uno strumento agile e rappresentativo degli
attori pubblici e privati interessati e coinvolti nel progetto, di fornire risorse e risposte,
salvaguardando la prioritaria competenza delle amministrazioni locali in merito.
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DISEGNO DI LEGGE n. 2977 – XIV Legislatura Senato della Repubblica
Art. 1.
(Finalità)
1. La presente legge promuove la realizzazione del complesso delle attività di natura
pubblica o privata rientranti nel progetto denominato «Cremona città della musica e della
liuteria – Distretto culturale», orientato all’istituzione di un distretto culturale della musica, con
sede in Cremona.
2. Il distretto di cui al comma 1 è finalizzato alla realizzazione di una rete sistemica di
promozione e di valorizzazione, anche sul piano internazionale, delle specifiche tradizionali
musicali cremonesi, con riferimento agli autori e alle scuole storicamente collegati al tessuto
culturale locale, nonché alle attività artistico-artigianali specifiche della liuteria.
3. Il Comitato di cui all’articolo 2 concorre al perseguimento delle finalità della presente
legge.
Art. 2.
(Comitato per lo sviluppo e la realizzazione del progetto «Cremona città della musica e della
liuteria – Distretto culturale»)
1. Entro un mese dalla data di entrata in vigore della presente legge, previa deliberazione
delle giunte comunale e provinciale di Cremona, con decreto del Ministro per i beni e le attività
culturali, è istituito il Comitato per lo sviluppo e la realizzazione del progetto «Cremona città
della musica e della liuteria – Distretto culturale», con sede in Cremona, di seguito
denominato: «Comitato».
2. Sono membri di diritto del Comitato il presidente della provincia di Cremona e il sindaco
di Cremona, che lo presiede. Il Comitato è inoltre composto da:
a) un rappresentante del Ministero per i beni e le attività culturali, designato dal Ministro
stesso;
b) un rappresentante della regione Lombardia, designato dal presidente della giunta
regionale;
c) due rappresentanti dell’amministrazione provinciale di Cremona, designati dal
presidente della stessa amministrazione;
d) tre rappresentanti dell’amministrazione comunale di Cremona, designati dal sindaco;
e) due rappresentanti delle fondazioni ed istituzioni pubbliche e private operanti nel
campo delle attività musicali, designati dal sindaco di Cremona, su indicazione delle stesse
fondazioni ed istituzioni.
3. Il Comitato ha il compito di:
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a) definire, entro il termine di sei mesi dalla sua costituzione, il progetto complessivo
«Cremona città della musica e della liuteria – Distretto culturale», inteso quale programma
integrato di attività e di interventi da realizzare nel territorio della provincia di Cremona, in
concorso con gli enti pubblici e privati interessati, per il perseguimento delle finalità di cui al
comma 1;
b) individuare, per ciascuna attività e intervento di cui alla lettera a), gli obiettivi
specifici, la tempistica e la quota di risorse finanziarie pubbliche e private stimata per la
realizzazione;
c) predisporre uno schema di regolamento per l’accesso degli enti e dei soggetti privati
ai contributi pubblici destinati alla realizzazione del progetto;
d) in sede di attuazione del progetto, vigilare su ciascuna parte e fase di realizzazione
dello stesso, per conto delle amministrazioni comunale e provinciale, anche predisponendo
periodici rapporti indirizzati ai presidenti dei consigli comunale e provinciale.
4. Entro un mese dalla sua costituzione il Comitato si dota di un proprio regolamento.
5. Il Comitato è dotato di autonomia gestionale e contabile e la sua attività è finanziata
tramite appositi fondi pubblici e privati.
Art. 3.
(Contributo statale straordinario per il progetto «Cremona città della musica e della liuteria –
Distretto culturale»)
1. Al fine di realizzare il programma «Cremona città della musica e della liuteria – Distretto
culturale», è autorizzata l’erogazione di un contributo triennale straordinario al comune di
Cremona di importo pari a 20 milioni di euro per l’anno 2004, 10 milioni di euro per l’anno
2005 e 5 milioni di euro per l’anno 2006.
Art. 4.
(Nuove norme in materia di incentivi ai territori sede di distretti culturali)
1. Il Governo è delegato ad adottare, entro un anno dalla data di entrata in vigore della
presente legge, uno o più decreti legislativi orientati a promuovere e sostenere l’istituzione di
distretti culturali nelle città d’arte e nelle aree del territorio caratterizzate da un peculiare
patrimonio storico-artistico, anche immateriale, nella forma di tradizioni musicali, teatrali,
letterarie e figurative, nonché di attività artistico-artigianali ad esse connesse.
2. Nell’ambito dei distretti culturali di cui al comma 1 è promossa una rete integrata di
attività e di interventi per assicurare la più ampia partecipazione di soggetti privati nonché
quella, diretta o delegata, degli enti locali.
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3. I decreti legislativi di cui al comma 1 sono adottati nel rispetto dei seguenti princìpi e
criteri direttivi:
a) i distretti culturali sono promossi da soggetti pubblici ovvero da soggetti pubblici e
privati, e hanno sede in città d’arte o aree a peculiare vocazione artistica locale, come
individuate nella denominazione del distretto, che necessitano di specifici interventi per la
conservazione e la valorizzazione del rispettivo patrimonio culturale, oltre che di attività di
promozione e marketing territoriale integrabili con la filiera del turismo;
b) i distretti culturali devono avere quali loro finalità la promozione del turismo culturale,
la salvaguardia e la tutela dei beni culturali, anche immateriali, oltre alla formazione e
all’aggiornamento professionale degli addetti;
c) nei distretti culturali possono essere istituiti appositi comitati, partecipati da enti ed
istituzioni pubbliche e private, con il compito di progettare le attività e gli interventi idonei al
perseguimento delle finalità di promozione e di tutela proprie del distretto, oltre che le
modalità per la gestione, la conservazione ed il restauro del patrimonio culturale storico;
d) ciascun distretto culturale può prevedere la partecipazione delle organizzazioni
nazionali maggiormente rappresentative sul piano culturale, determinandone le modalità;
e) al fine di sostenere il finanziamento locale dei distretti culturali, possono essere
definite operazioni di cartolarizzazione degli introiti relativi ai biglietti d’ingresso per musei,
teatri, conservatori, aree archeologiche e, in generale, per i beni culturali interessati dalle
attività del distretto.
4. Nel rispetto della disciplina comunitaria di cui all’articolo 87 del trattato istitutivo della
Comunità europea, in materia di aiuti dello Stato destinati ad agevolare talune regioni o
attività economiche e a promuovere la cultura e la conservazione del patrimonio, la legge
finanziaria determina annualmente la quota di finanziamento statale destinata alle attività
svolte nell’ambito dei distretti culturali.
Art. 5.
(Copertura finanziaria)
1. All’onere derivante dall’attuazione della presente legge, valutato in 20 milioni di euro per
l’anno 2004, 10 milioni di euro per l’anno 2005 e 5 milioni di euro per l’anno 2006, si provvede
mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale
2004-2006, nell’ambito dell’unità previsionale di base di parte corrente «Fondo speciale» dello
stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno 2004, allo scopo
parzialmente utilizzando l’accantonamento relativo al medesimo Ministero.
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2. Il Ministro dell’economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le
occorrenti variazioni di bilancio.
3.2 Progetto del Parco dei Monasteri
Il progetto ‘Il Parco dei Monasteri’ si inserisce nel Programma di Riqualificazione Urbana
e Sviluppo Sostenibile del Territorio (PRUSST), denominato “Un Po di musica – Il parco
musicale del Po e dell’Arda” promosso dal Comune di Cremona, ai sensi del D.M. 8 ottobre
1998.
Il Programma, che prefigura un Parco musicale, in analogia con i recenti parchi letterari
di istituzione comunitaria, è inteso come insieme di azioni coordinate, basate sulla
valorizzazione ambientale del tratto del Po tra Cremona e Busseto e sulla variegata e radicata
tradizione musicale dell’intera area.
La fase in atto di globale deindustrializzazione dell’are, la ricerca di nuovi modelli di
sviluppo sostenibile coerenti con le vocazioni storiche della città e la volontà di consolidare i
buoni livelli di vivibilità già raggiunti sono alla base delle motivazioni che hanno spinto
l’amministrazione a promuovere questa iniziativa.
L’obiettivo principale del Parco dei Monasteri è da ricercare nella volontà del
Comune di Cremona di valorizzare e recuperare i giacimenti culturali locali, fortemente
integrati con l’area geografica di riferimento della pianura padana, a cavallo tra la Lombardia e
l'Emilia.
Il progetto punta a creare spazi e strutture adeguate allo sviluppo del settore musicale e
liutario, integrate e messe in sistema con l'intera città. La vocazione musicale viene concepita
unitariamente e nell’ottica propria di una moderna industria culturale, capace di collegare
manifestazioni ed eventi, scuole di perfezionamento e master di specializzazione, produzione e
restauro di strumenti musicali.
Di qui l’esigenza di disegnare e governare un progetto organico per la città, in grado di:
a. sviluppare l’indotto turistico (alberghiero, ristorazione, commercio in genere);
b. promuovere la rivalutazione economica del patrimonio immobiliare pubblico e privato;
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c. sostenere la crescita culturale musicale con la creazione di sinergie con altri settori
legati al sociale;
d. rafforzare l'apparato culturale e produttivo legato alla liuteria tradizionale e classica
cremonese;
e. aumentare l’occupazionale nel settore della produzione musicale e della produzione
artigianale artistica (con richiesta di nuove qualifiche professionali, anche di alto livello).
Il progetto, in corso di realizzazione, riafferma il valore di Cremona come città d'arte e
le azioni che saranno intraprese per dar corso all’iniziativa opereranno su più fronti:
• interventi di recupero di edifici storici di elevato pregio architettonico per la tutela e la
valorizzazione del patrimonio monumentale
• realizzazione di un parco pubblico di cerniera tra interno e esterno del centro storico
• azioni mirate per il sostegno allo sviluppo di energie culturali, didattiche e
imprenditoriali legate alla musica e alla liuteria.
Il progetto prevede di ricavare un Campus Universitario dotato di tutti gli spazi e le
strutture necessarie per un’utenza di circa 1700 studenti (ai quali si aggiungono 15 + 300
posti per l’Alta Formazione e la specializzazione) con una superficie utile a disposizione di circa
8.100 mq. 18 aule per la didattica ordinaria in più, capaci di ospitare fino a 1300 posti circa.
I risultati che il progetto si propone di raggiungere in termini di sviluppo territoriale
sono quindi di carattere economico-ambientale, sociale e culturale. Più in particolare, Il Parco
dei Monasteri prevede di dar vita ad:
• Un polo dello spettacolo:
- Realizzazione di due sale da musica: un auditorium presso l'ex Cavallerizza del
Monastero del Corpus Domini per 480 posti con palco per orchestra sinfonica (80 - 90
elementi) e una sala cameristica presso la chiesa del monastero di S. Benedetto per
126 posti.
• Un polo didattico:
- Trasferimento della Scuola Internazionale di Liuteria al piano terra del monastero di S.
Benedetto per 200 studenti circa con aule, laboratori, sale prove.
• Un polo residenziale per studenti:
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- Realizzazione di un collegio presso il primo piano del monastero di S. Benedetto per
circa 60 studenti collegato con la Scuola Internazionale di Liuteria e con la limitrofa
Facoltà di Paleografia Musicale.
• Un polo espositivo della liuteria:
- Creazione di spazi espositivi e di un centro servizi per la Liuteria classica presso il
monastero di S. Monica (ex magazzino carri). Gli spazi espositivi sono pari a circa 4.500
mq che servono circa 100 botteghe liutarie di Cremona.
• Una sala polivalente e uffici provinciali nel monastero di S. Monica:
- Realizzazione di una sala pubblica per conferenze, manifestazioni pubbliche,
esposizioni culturali nell'ex chiesa per circa 200 posti;
- Realizzazione degli Uffici amministrativi - Assessorato alla Cultura della Provincia di
Cremona (3.200 mq di superficie) negli spazi del monastero.
• Infrastrutture di settore:
- Realizzazione di un sistema di spazi pubblici aperti (in parte pavimentati e in parte a
giardino) di connessione tra i monasteri di S. Chiara, S. Benedetto e Corpus Domini ed
a servizio delle funzioni insediate per un'estensione di circa 15.000 mq con
collegamento alle aree del "Parco del Po".
- Realizzazione di parcheggi interrati e in superficie pari a circa 230 posti auto.
Il Parco dei Monasteri è un progetto strategico per l’amministrazione comunale che
parte da una visione complessiva e da un posizionamento specifico della città nel contesto
delle città lombardo - emiliane. Rappresenta dunque una grande occasione per dare vita ad
una serie coordinata di interventi corredati da un programma economico-finanziario adeguato
e che ha all’origine l’impegno a valorizzare un comparto artigianale che - nonostante la lunga
tradizione - potrebbe essere soggetto a fenomeni di declino.
I principali punti di forza del progetto possono quindi essere individuati:
• nella volontà di innescare meccanismi di sviluppo partendo dalla valorizzazione della
tradizione storica e artigianale cremonese;
• nella forte partnership con gli attori istituzionali, imprenditoriali e sociali sul territorio
direttamente interessati dal successo del progetto.
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38
3.3 Progetto del Polo Musicale
(cfr. Ass.re provinciale all’Istruzione Pietro Morini)
Il settore liuteria a Cremona per poter rimanere competitivo sul mercato ha bisogno
rinnovarsi e di adeguarsi alle diverse esigenze dettate dal mercato. All’interno di questo
discorso si inserisce prepotentemente anche la necessità di una riforma scolastica che riguardi
la Scuola Internazionale di Liuteria.
Essa, infatti propone dei programmi che non sono più adeguati, che si indirizzano
sempre di più verso quelli di un liceo piuttosto che di una scuola professionale. Nel campo
della liuteria prima ancora delle conoscenze teoriche è fondamentale poter dare la possibilità
agli studenti di metterle in pratica con un numero adeguato di ore dedicate ai laboratori. Molti
studenti abbandonano la scuola proprio per questo motivo preferendo lavorare in una bottega
ed imparare direttamente dal maestro liutaio.
Oltre a ciò è necessario tenere in considerazione anche la composizione del corpo
studentesco: la maggior parte degli studenti, infatti, è straniera ed nella maggior parte dei casi
ha già conseguito un diploma di scuola superiore. Per come è strutturata ora, la scuola, in
quanto istituto statale di formazione secondaria, essa prevede comunque il superamento
dell’esame di Stato. Per gli studenti stranieri esso rappresenta un ostacolo non indifferente, in
quanto strutturato in conformità con tutti gli altri istituti superiori e da molti italiani è visto
come una ripetizione di un titolo già conseguito. Da qui si è fatta strada la proposta di
trasformare la scuola in un Istituto Superiore per le Industrie Artistiche, ossia un corso di studi
triennale di livello universitario, che permetterebbe di accedere al titolo di Maestro liutaio. A
questo verrebbe poi affiancato un biennio di specializzazione per il restauro dei violini. Questa
nuova soluzione andrebbe ad aggiungersi ai corsi universitari in musicologia giù presenti sul
territorio cremonese, andando così ad arricchire l’offerta formativa e ad aggiungere un tassello
in più nella creazione di un polo formativo di alta qualità dedicato alla musica.
Le peculiarità del settore e il suo radicamento nel territorio comporta un’analisi più
approfondita ed un coordinamento più fruttuoso degli attori locali.
Ormai dall’inizio del 2005, l’Assessore all’Istruzione della Provincia di Cremona
Pietro Morini ha avviato un percorso di concertazione per condurre gli attori locali alla
presa di coscienza della necessità di un intervento in campo formativo nel settore musicale
e liutario. Dall’analisi delle varie alternative, la linea progettuale che più sembra
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incorporare gli interessi di sviluppo territoriale, salvaguardando i ruoli istituzionali, riguarda
la creazione di un Polo Musicale. La sua realizzazione significa ‘fare sistema’ in un territorio
ove gli sforzi messi in atto per alimentare la vocazione musicale e liutaria della provincia di
Cremona rischiano di moltiplicarsi senza beneficio, provocando altresì un’eccessiva
dispersione delle competenze create.
Il progetto prevede la partenza di una specializzazione unitaria e una serie di
ramificazioni a valle ove sia prevista una formazione di I, II, III grado:
▪ scuola media che preveda lo studio di strumenti musicali (nella quale
confluirebbero i ragazzi che ora frequentano o vorrebbero frequentare il
conservatorio);
▪ allargamento della specializzazione musicale anche a Crema e Casalmaggiore,
prevedendo la base musicale alle scuole elementari,
▪ creare un’unica scuola (campus) senza la chiusura liceale con possibilità di
movimento all’interno:
§ percorso professionale (l’attuale Scuola Internazionale di Liuteria,
estendibile al settore organario);
§ liceo musicale coreutico.
Gli sbocchi di questa quarta proposta si sostanziano in:
Ø Facoltà di Musicologia (dell’Università di Pavia);
Ø Un corso che può essere:
• Post-diploma (IFTS), possibilmente triennale;
• Laurea breve, con due opportunità:
§ Liuteria,
§ Restauro.
La Scuola Internazionale di Liuteria necessita una riqualificazione, per elevare il
livello di competenze impartite e di contro aumentare il divario della specializzazione
rispetto ad altre scuole musicali italiane. E’ opportuno approfondire l’opportunità dell’alta
formazione, per collocare gli studenti diplomati della Scuola Internazionale di Liuteria.
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3.4 Progetto Polo Formativo per la Liuteria, finanziato dalla Regione Lombardia
La Regione Lombardia ha finanziato negli ultimi mesi, di interesse del territorio
provinciale di Cremona, quattro progetti per la realizzazione di poli formativi commisurati sui
fabbisogni del tessuto produttivo cremonese, con l’obiettivo di creare professioni adeguate al
cambiamento. I settori annoverati sono
Muovono investimenti per 2 milioni di €, di cui 1,7 regionali e la restante parte a carico
dei molti partners territoriali. Ogni polo aggrega infatti in associazioni temporanee di scopo
una rete di soggetti - punti di forza università e camere di commercio - oltre a centri di ricerca,
centri di formazione professionali, istituti scolastici, enti pubblici e privati e associazioni di
categoria. I poli sono legati ad una filiera di appartenenza tipica, ma con debolezze (difficoltà
a competere con settori simili di altri paesi europei caratterizzati da maggiori investimenti
nazionali nella ricerca, la difficoltà ad attivare azioni di marketing adeguate, la presenza di
piccole e medie imprese polverizzate sul territorio). Criticità che si ritengono superabili con
nuove figure professionali in grado di gestire il cambiamento e con azioni e strumenti nuovi
per creare un incontro tra tessuto produttivo e saperi.
I poli sono pronti ad essere avviati e hanno tre anni di tempo per creare azioni
formative: generalmente due percorsi di alta specializzazione post diploma, per ogni polo, su
figure professionali mirate, nonché attività di contesto, mappatura dei fabbisogni e attività di
rete, nel contesto degli obiettivi di creazione di un’economia fondata sulla conoscenza secondo
l’indirizzo del Consiglio di Lisbona del 2000 per l’Europa e di innalzamento del tasso di
disoccupazione.
Nello specifico, il polo formativo denominato “Liuteria musicale e artigianato
artistico” interverrà valorizzando le peculiarità cremonesi, in particolare riguardo alla sua
identità storica e artigianale.
La liuteria, la cultura musicale e l'artigianato artistico non sono per la provincia di
Cremona solo una filiera produttiva: sono una dimensione specifica del tessuto sociale e
culturale fatto di botteghe artigiane, scuole e centri di formazione dedicati, organismi culturali
ed enti universitari. Il Polo formativo è composto da: Provincia di Cremona - Centro di
Formazione Professionale di Cremona (CAPOFILA), Università Statale degli Studi di Pavia
(Facoltà di Musicologia - sede di Cremona), CCIAA di Cremona, Liceo Artistico Statale di
Cremona e di Crema, Istituto Professionale Internazionale per l'Artigianato Liutario e del Legno
sede di Cremona e FIDIA s.r.l. sede di Milano. Aderiscono alla rete: Comune di Cremona,
Comune di Crema, Lions Campus Club Universitas Nova Cremona, Consorzio Liutai "Antonio
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Stradivari" Cremona, Ente Lombardo per la Formazione d'Impresa, Associazione Liutaria
Italiana Cremona, Associazione Artigiani della provincia di Cremona, Curia Vescovile di
Cremona - Ufficio per i beni culturali e ecclesiastici, Unione dei Comuni del Soresinese,
Confederazione Nazionale dell'Artigianato e della Piccola e Media Impresa di Cremona,
Associazione per la promozione dell'Arte e della Cultura Organaria di Crema, Auser Insieme,
Università Popolare delle LiberEtà Onlus, Associazione Italiana Organari Cremona, Cesvip
Centro Sviluppo piccola e media impresa.
Il polo gode del finanziamento regionale di 444.274,00 euro, cofinanziamento dei
partners di 179.420,00 euro (totale 623.694,00 euro). Si realizzeranno azioni formative post-
diploma, in particolare un percorso IFTS di tecnico superiore di liuteria barocca e uno di
tecnico superiore di decorazione pittorica su supporto murario, con orientamento,
sensibilizzazione e tutoraggio, aggiornamenti professionali, seminari tematici, convegni ed altri
interventi mirati.
3.5 Intervento al Museo Stradivariano
La giunta Giunta Comunale ha previsto nel Piano Triennale 2006/2008 una
riorganizzazione del Museo Stradivariano finalizzata al trasferimento della prestigiosa
collezione di violini di Palazzo Comunale nella sede del Museo. Le motivazioni che hanno
portato a questa scelta sono essenzialmente di carattere pratico e rispondono alla necessità di
recuperare una sala nel Palazzo Comunale e di garantire condizioni di maggiore sicurezza per
strumenti di valore inestimabile. Accanto a ciò si è sentita anche la necessità di creare una
continuità tra il materiale preparatorio del grande liutaio Stradivari e gli strumenti creati
proprio sulla base di quelle forme e di quei disegni.
Il progetto prevede l’ampliamento del Museo, che andrà ad occupare diverse sale di
Palazzo Affiatati con la predisposizione di diversi precorsi a seconda della tipologia di visitatore
(Studioso, semplice visitatore del Museo Civico, studente, ecc). I capolavori della Collezione di
Palazzo Comunale verranno esposti in ambienti raccolti in grado di esaltare al meglio le proprie
caratteristiche e saranno corredati da spiegazioni circa le tecniche utilizzate per realizzarli.
Il progetto prevede anche la creazione di spazi adibiti allo studio del materiale raccolto
nel Museo, di una piccola biblioteca che raccoglie testi inerenti la liuteria, di una sala in cui
poter proiettare filmati e spazi per piccole audizioni (come giù avviene nel Palazzo Comunale).
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3.6 Il Centro di Restauro
Cremona sta facendo passi da gigante nel tentativo di di diventare leader nel
patrimonio di conoscenze in ambito di artigianato artistico e musicale. In questa direzione di
situa anche la recente ristrutturazione, grazie ai fondi della Regione Lombardia, del Palazzo
Pallavicino che dovrebbe ospitare il Centro Nazionale per il Restauro degli strumenti musicali
antichi. L’iter burocratico per la realizzazione del Centro però è ancora lontano dalla
conclusione e il progetto iniziale che era stato ipotizzato è sottoposto a continue revisioni.
Secondo il progetto originale, il Centro dovrebbe assumere la forma di Fondazione, alla quale
partecipano enti locali e Ministero dei Beni Culturali.
Il progetto prevede la creazione di diversi ambienti, uno dedicato al ricevimento degli
strumenti, uno alla decontaminazione, uno alle analisi scientifiche ed infine uno dedicato agli
interventi artigianali sugli strumenti. Il Centro è aperto esclusivamente a soggetti pubblici,
quali i musei, che possono affidare intere collezioni di strumenti per il loro restauro. Al
contrario i soggetti privati non hanno accesso al centro, ma devono appoggiarsi ai numerosi
laboratori di restauro presenti sul territorio. In questo modo viene tutelata l’attività di molti
liutai, i quali affiancano alla produzione di strumenti nuovi quella di restauro e manutenzione
di strumenti antichi. I liutai, invece, avranno la possibilità, se lo desiderano, di avvalersi di
tutte le tecnologie del centro per effettuare indagini sugli strumenti dei privati loro clienti. Essi
vengono dunque messi nelle condizioni di svolgere al meglio il proprio loro, proponendo
interventi di massima professionalità.
Il progetto prevede anche altre attività quali perizie atte a stabilire l’originalità di uno
strumento o la sua provenienza, la schedatura del patrimonio liutario nazionale,
l’organizzazione di eventi di carattere didattico volti a diffondere conoscenze sull’arte del
restauro, sulle metodologie di conservazione, ecc.
Inoltre il Centro potrà rappresentare un punto di riferimento anche per il restauro di
organi, di statue lignee e di mobili antichi in quanto le metodologie utilizzate sono le
medesime.
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4. Conclusioni
È possibile notare un carattere comune dei principali interventi nel campo dell’istruzione
e della formazione liuteria mirino ad elevare lo standard formativo e a mantenere alti i livelli,
rendendo la città sede dei più importanti centri di formazione nazionale e internazionali.
Riguardo al posizionamento strategico, alle sfide lanciate dai concorrenti orientali o
europei si è risposto da sempre offrendo un prodotto unico, originale, di elevata qualità
artistica e musicale. L’essersi differenziati dai propri concorrenti è stata sicuramente una
mossa vincente ma non sufficiente: bisogna infatti riuscire a far comprendere questa
differenza al consumatore e saperla garantirla.
In provincia di Cremona, per ciò che concerne il settore liuteria:
s Trattandosi di una produzione artistica e non standardizzata, non è possibile introdurre
delle procedure di qualità ed un manuale da seguire rigorosamente;
s Esistono naturalmente delle regole e delle procedure da seguire con precisione, ma è
molto raro se non impossibile verificare che ciò avvenga.
L’atipicità, artigianalità e la sensibilità umana donano al settore un carattere vivo e in
continuo fabbisogno di stimoli, competenza qualificata e tutela.
È opportuno segnalare che il marchio del settore liuteria non riesce, allo stato dei fatti,
a garantire al consumatore una data qualità. Il marchio prova infatti solo la provenienza dello
strumento, non il modo in cui è stato prodotto.
I requisiti richiesti a garanzia della qualità sono ancora pochi, e forse non potranno mai
esistere, dal momento che non è possibile vincolare la creatività artigianale delle diverse
modalità produttive.
La necessità di limitare almeno i danni causati dai falsi strumenti cremonesi sul mercato
e le difficoltà a trovare un accordo tra tutti gli artigiani su come dovrebbe essere fabbricato un
prodotto di qualità, ha reso necessaria l’individuazione dell’origine, con il rischio però di offrire
un ombrello protettivo anche a produzioni che non sono di qualità: un artigiano cremonese
che dovesse ricorrere alle prestazioni d’opera di giovani diplomati, potrebbe ugualmente
fregiarsi del marchio di origine, con un rischio notevole per la qualità media dei prodotti e per
l’immagine della liuteria cremonese.
Questo fatto ha spinto alcuni artigiani, che comunque godono di una certa notorietà, a
non aderire a questa iniziativa.
Affrontare in modo frontale le inefficienze (le irregolarità) del settore risulta forse
inadeguato. Ma è opportuno iniziare a ‘mettere all’ordine del giorno’ un confronto sulle
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tematiche più delicate. Una chiarezza espositiva che ponga al centro l’argomentazione, a
prescindere dalla problematica trattata, rimane il vincolo per il superamento degli ostacoli per
lo sviluppo territoriale per la provincia di Cremona.
I limiti a volte inesistenti si tramutano in realtà, impedendo agli stessi liutai di compiere
un percorso produttivo alla luce del sole. È necessario uno studio per la risoluzione delle
problematiche di asimmetria informativa nel settore liuteria, che posizioni al centro il capitale
umano, con lo scopo di aumentare la trasparenza dei percorsi alternativi di miglioramento per
le diverse posizioni lavorative. La liuteria cremonese ha bisogno di un adeguato piano di
comunicazione, soprattutto interno, e non di pubblicità: l’obiettivo non è, difatti, di aumentare
la visibilità commerciale del settore, bensì il focus su obiettivi di qualità produttiva.
Cremona necessita inoltre di interventi sostenibili per contenere la contraffazione e il
sommerso, due fenomeni che interagiscono tra loro in modo distruttivo per l’immagine della
città. Occorre ripensare all’iscrizione in Cciaa quale opportunità per i liutai: per fare questo si
potrebbe pensare allo studio di un’ipotesi di intervento di politica fiscale, ponderato sulle
atipicità del comparto produttivo del settore liuteria con l’obiettivo di sostegno alle fasi di
emersione degli artigiani non iscritti, da un lato, e l’obiettivo di rivalutazione del costo-
beneficio connesso alla stessa iscrizione.
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BIBLIOGRAFIA § AA.VV. “Cremona” Rassegna della Camera di Commercio Industria Artigianato e
Agricoltura di Cremona, 2001; § AA.VV. “Guida alla liuteria cremonese” Cremonabooks, 2005; § AA.VV., “Cremona 2006, una guida alla patria della liuteria” prodotto in
collaborazione con ‘The Strad’, Ente Triennale, Mondomusica, allegato all’edizione di “The Strad”, settembre 2006;
§ AA.VV., “Il liutaio” Cremona, Libreria del Convegno, pubblicazione promossa
dall’Associazione Cremonese Liutai Artigiani Professionisti, 1974; § AA.VV., “La liuteria artistica di Cremona” Certet quaderno n. 23 Collana Opes, in
collaborazione con Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Cremona; § AA.VV., “Strumenti d’Autore, botteghe liutarie e organarie della provincia di
Cremona” , Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Cremona, 2005; § AA.VV., “The Strad, voice of the string music world since 1890” , November 2006; § Bosio L.,“Triennale, Ente oppure Fondazione” in Opinione Business n.11 Aprile 2006 § Cosenz S., “Con questi violini tirate pure la corda” in Capital n. 316 Giugno 2006; § Drascek G., a cura di, “Convegni Internazionali sulla liuteria (1984 – 1987 – 1990)
Atti” Associazione Culturale “M° Rodolfo Lipizer”, 1994; § Frignani L.-Sbrighi P., “Marino Capicchioni e Mario Capicchioni liutai”. Villa
Verrucchio, 2005; § Torchio G., “Ente Triennale: serve saper fare squadra” in Opinione Business n. 14
Luglio 2006; § “Quale liuteria?”, atti del convegno promosso da Ali e Anlai, Palazzo Cattaneo, 4 ottobre
2006; § “La liuteria, un mercato mondiale”, atti del convegno presso Cremona Mondomusica,
6 ottobre 2006;
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RIFERIMENTI MULTIMEDIALI § www.cremonaliuteria.it § www.provincia.cremona.it § www.cciaa.cremona.it/liuteria § www.comune.cremona.it § www.entetriennale.it § www.liuteria.org § www.liuteria.it § www.scuoladiliuteria.com § www.cremonamostre.it § www.thestrad.com § www.fai.it § www.violzine.com/en/default.asp § www.civicascuoladiliuteria.it § www.stradivari.it § www.cremonafiere.it § www.cremonaweb.it § www.cremonanet.it § www.cnacremona.it § www.confartigianato-lombardia.it § www.siae.it/diversificati/Liutai.asp § www.vascellocr.it