Upload
lamkhanh
View
214
Download
0
Embed Size (px)
Citation preview
LIVELLI DI ORGANIZZAZIONE DEL CORPO UMANO
• Livello cellulare (Biologia Animale)
• Livello tessutale (Istologia)
• Livello di organi ed apparati (Anatomia)
www.fisiokinesiterapia.biz
I tessuti del nostro organismo
Il corpo umano è una entità multicellulare. Le cellule si organizzano in
tessuti, cioè raggruppamenti cellulari che hanno origine embriologica
comune e che collaborano per svolgere una o più funzioni.
I TESSUTI DEL CORPO UMANO SI DISTINGUONO IN QUATTRO GRANDI
CATEGORIE:
1. TESSUTI EPITELIALI
2. TESSUTI CONNETTIVI O DI SOSTEGNO O DI SUPPORTO
3. TESSUTO MUSCOLARE
4. TESSUTO NERVOSO
CIRCA I 2/3 DELLE CELLULE DEL NOSTRO ORGANISMO APPARTENGONO AI
TESSUTI EPITELIALI.
I tessuti epiteliali
QUESTI TESSUTI FORMANO DELLE LAMINE CELLULARI CONTINUE
I TESSUTI EPITELIALI SI POSSONO SUDDIVIDERE IN:
1. EPITELI DI RIVESTIMENTO
2. EPITELI GHIANDOLARI (ESOCRINI, ENDOCRINI)
3. EPITELI SENSORIALI (OLFATTO, GUSTO)
4. EPITELI RIPRODUTTIVI (TUBULI SEMINIFERI DEL TESTICOLO)
QUESTA CLASSIFICAZIONE E’ PERO’ TROPPO RIGIDA (COME TUTTE LE
CLASSIFICAZIONI) E VEDREMO CHE VI SONO EPITELI DI
RIVESTIMENTO IN CUI COESISTE UNE FUNZIONE GHIANDOLARE
ESOCRINA (EPITELIO DELLO STOMACO)
Caratteristiche generali dei tessuti epiteliali
Tutti i tessuti epiteliali sono appoggiati su di una membrana basale che li separa dal tessuto sottostante (di solito un tessuto connettivo). Questa membrana basale è costituita per la maggior parte da proteine ed è prodotta dalle cellule epiteliali e dalle cellule del tessuto sottostante.
La maggior parte dei tessuti epiteliali (esclusi i tessuti epiteliali ghiandolari endocrini) non sono vascolarizzati e si nutrono per fenomeni di diffusione a partire dai vasi capillari del tessuto connettivo sottostante.
I tessuti epiteliali (esclusi i tessuti epiteliali sensoriali) si rinnovano costantemente. Questa caratteristica è particolarmente evidente nei tessuti epiteliali di rivestimento (epidermide, intestino tenue). Esistono negli epiteli delle particolari cellule, dette cellule staminali, che hanno la capacità di mantenere costante il proprio numero ma anche di maturare per sostituire le cellule che muoiono.
Classificazione degli epiteli di rivestimento
IN QUESTI EPITELI, COME DEL RESTO IN TUTTI I TIPI DI EPITELI, LE
CELLULE APPAIONO A STRETTISSIMO CONTATTO L’UNA CON L‘ALTRA. GLI
SPAZI INTERCELLULARI NON SUPERANO MAI I 20 nm.
GLI EPITELI DI RIVESTIMENTO SI CLASSIFICANO IN BASE A DUE
CRITERI:
1. NUMERO DI STRATI DI CELLULE (EPITELI SEMPLICI O
MONOSTRATIFICATI; EPITELI COMPOSTI O
PLURISTRATIFICATI)
2. FORMA DELLE CELLULE (EPITELI PAVIMENTOSI; CUBICI
O ISOPRISMATICI; CILINDRICI O BATIPRISMATICI)
IL NUMERO DEGLI STRATI E LA FORMA DELLE CELLULE
RIFLETTONO LE FUNZIONI SVOLTE DALL’EPITELIO DI
RIVESTIMENTO:
Gli epiteli monostratificati offrono scarsa protezione ai tessuti sottostanti (che
comunque aumenta all’aumentare dell’altezza delle cellule e per la presenza di
muco o di ciglia sulla superficie dell’epitelio). Pertanto questi epiteli saranno
presenti là dove avvengono fenomeni di assorbimento, scambio gassoso,
escrezione, secrezione, in modo da non ostacolarli.
Gli epiteli pluristratificati offrono invece una buona protezione ai tessuti
sottostanti.
Funzioni degli epiteli di rivestimento
GLI EPITELI DI RIVESTIMENTO SVOLGONO MOLTEPLICI FUNZIONI:
1. RIVESTONO LA SUPERFICIE ESTERNA E LE CAVITÀ INTERNE DEL
CORPO CHE COMUNICANO COLL’ESTERNO.
2. PROTEGGONO I TESSUTI SOTTOSTANTI DA DANNI DI VARIA
NATURA (MECCANICI, FISICI, CHIMICI).
3. RIDUCONO LA PERDITA D’ACQUA (EVAPORAZIONE).
4. REGOLANO I RAPPORTI TRA ORGANISMO E AMBIETE ESTERNO
MEDIANTE GLI SCAMBI METABOLICI (SECREZIONE, ESCREZIONE,
ASSORBIMENTO), GLI SCAMBI GASSOSI (RESPIRAZIONE) E LA
RICEZIONE DEGLI STIMOLI.
Polarità degli epiteli di rivestimento
L’ESTREMITÀ DELLA CELLULA PIÙ VICINA ALLA LAMINA BASALE SI CHIAMO POLO BASALE, MENTRE L’ESTREMITÀ OPPOSTA SI CHIAMA POLO APICALE.
NEGLI EPITELI BATIPRISMATICI IL NUCLEO E’ DI SOLITO SPOSTATOVERSO IL POLO BASALE.
IL POLO APICALE PUÒ PRESENTARE SPECIALIZZAZIONI DELLA MEMBRANA PLASMATICA, TIPO I MICROVILLI O LE CIGLIA.
AL POLO BASALE LA MEMBRANA PLASMATICA PUÒ PRESENTARE DELLE PIEGHE, AL CUI INTERNO MOLTO SPESSO SONO CONTENUTI DEI MITOCONDRI.
Gli epiteli ghiandolariQuesti epiteli sono formati da cellule che si sono specializzate nella secrezione.
Le cellule di questi epiteli sintetizzano e riversano all’esterno del loro corpo cellulare
(secrezione o esocitosi) prodotti di varia natura biochimica (proteica, glucidica,
lipidica).
Questi prodotti, detti secreti, vengono riversati all’esterno del nostro corpo (sudore,
prodotto dalle ghiandole sudoripare) o all’interno di cavità del nostro corpo (bile,
prodotta dal fegato). Parliamo in questi casi di ghiandole esocrine.
Alle volte però i secreti vengono riversati all’interno dei vasi sanguigni (ormoni
tiroidei prodotti dalla tiroide). Parliamo allora di ghiandole endocrine ed il secreto è
definito ormone. Gli ormoni vengono trasportati dal circolo sanguigno e di solito
esercitano la loro funzione a distanza da dove sono stati secreti.
Classificazione delle ghiandole esocrineCRITERI SEGUITI:
1. NUMERO DELLE CELLULE (GHIANDOLE UNICELLULARI; GHIANDOLE
PLURICELLULARI)
2. LOCALIZZAZIONE (GHIANDOLE INTRAEPITELIALI (RARE); GHIANDOLE
EXTRAEPITELIALI, CHE SONO PIÙ COMUNI; QUESTE ULTIME POSSONO POI
ESSERE INTRAMURALI, SE SONO NELLO SPESSORE DELLA PARETE DI UN
ORGANO; O EXTRAMURALI, SE SONO LOCALIZZATE LONTANO
DALL’ORGANO IN CUI INVIANO IL LORO SECRETO; ESEMPIO: PANCREAS)
3. FORMA DELL’ADENOMERO (GHIANDOLE TUBULARI; GHIANDOLE
ALVEOLARI; GHIANDOLE ACINOSE; GHIANDOLE TUBULO-ALVEOLARI;
GHIANDOLE TUBULO-ACINOSE)
4. RAMIFICAZIONI DEI DOTTI ESCRETORI (GHIANDOLE SEMPLICI;
GHIANDOLE RAMIFICATE; GHIANDOLE COMPOSTE)
5. MODALITA’ DI ELIMINAZIONE DEL SECRETO (GHIANDOLE MEROCRINE
OD ECCRINE; GHIANDOLE APOCRINE; GHIANDOLE OLOCRINE)
6. NATURA BIOCHIMICA DEL SECRETO (GHIANDOLE SIEROSE; GHIANDOLE
MUCOSE)
Gli epiteli ghiandolari endocrini
• Sono formati da cellule sparse o raggruppate, che possono essere ospitate entro altri tessuti (epitelio di rivestimento dell’intestino tenue) od organi (testicolo), oppure organizzate a formare vere e proprie ghiandole endocrineghiandole endocrine (tiroide)
• Le ghiandole endocrine si classificano in base alla disposizione delle cellule che le compongono: -ghiandole a cordoni (ipofisi)-ghiandole ad isole (pancreas endocrino)-ghiandole a follicoli (tiroide)Le ghiandole endocrine hanno moltissimi capillari sanguigni a decorso tortuoso (capillari sinusoidi)
I tessuti connettivi o di sostegno o di supportoI corpo umano e gli organi che lo compongono sono sostenuti
e tenuti assieme da tessuti tradizionalmente denominati
TESSUTI CONNETTIVI. Tale nome implica un ruolo
essenzialmente strutturale, di sostegno. Tuttavia la continua
acquisizione di nuove conoscenza, ha evidenziato che la loro
funzione va molto oltre quella di sostegno.
Tutti i tessuti connettivi sono costituiti da cellule disperse in
una matrice extracellulare. Sono tessuti molto
vascolarizzati, ad eccezione della cartilagine che è
avascolare.
Funzioni dei tessuti connettivi
1. SOSTEGNO O SUPPORTO (DI ALTRI TESSUTI, DI ORGANI, DEL CORPO
UMANO)
2. DIFESA
3. NUTRIMENTO DI ALTRI TESSUTI (T. EPITELIALI)
4. INTERVENGONO NEI FENOMENI DELLO SVILUPPO EMBRIONALE E
FETALE
Classificazione dei tessuti connettivi o di sostegno
1. TESSUTI CONNETTIVI PROPRIAMENTE DETTI:
TESSUTO CONNETTIVO FIBRILLARE LASSOTESSUTO CONNETTIVO FIBRILLARE DENSO TESSUTO CONNETTIVO ELASTICO TESSUTO ADIPOSOTESSUTO RETICOLARE
2. TESSUTI DI SOSTEGNO:
TESSUTO CARTILAGINEOTESSUTO OSSEO
3. TESSUTI A FUNZIONE TROFICA (NUTRITIZIA):
SANGUELINFA
I TESSUTI CONNETTIVIPROPRIAMENTE DETTI
La matrice extracellulare è formata da:-fibre (collagene, elastiche, reticolari)-componente amorfa: una specie di gel viscoso altamente idratato,
costituito da PROTEOGLICANI [grosse molecole con un asse centrale proteico a cui sono attaccate numerosissime molecole di natura glucidica, dette glicosoaminoglicani (esempio: acido ialuronico)] e da glicoproteine (molecole con grossa componente proteica e piccola componente glucidica)
Le cellule sono rappresentate da:-fibroblasti/fibrociti-macrofagi-mastociti-plasmacellule-cellule adipose-cellule del sangue migrate nei tessuti connettivi (linfociti, granulociti)
Fibre dei tessuti connettivi p.d.
LE FIBRE DEI TESSUTI CONNETTIVI SONO DELLE STRUTTURE
ALLUNGATE FORMATE DA PROTEINE
FIBRE COLLAGENE: SONO MOLTO RESISTENTI ALLA TRAZIONE E SONO
FORMATE DA COLLAGENE, LA PROTEINA PIÙ ABBONDANTE DEL CORPO
UMANO
FIBRE ELASTICHE: SONO FORMATE DA ELASTINA (CHE E’ APPUNTO
ESTREMAMENTE ELASTICA) E DA FIBRILLINA
FIBRE RETICOLARI: SONO ANCH’ESSE FORMATE DA COLLAGENE, MA
SONO MOLTO PIÙ SOTTILI
1. Caratteristiche dei t. connettivi propriamente detti
T. C. FIBRILLARE LASSO: è il più diffuso nel ns. organismo, è formato soprattutto da fibre
collagene, ma anche da fibre reticolari ed elastiche. È abbondante la componente amorfa
della matrice cellulare. Troviamo molti fibroblasti/fibrociti, ma anche, in misura variabile a
seconda degli organi, tutte le altre cellule tipiche dei t. c. propriamente detti, incluse le cellule
adipose.
T. C. FIBRILLARE DENSO: è costituito soprattutto da fibre collagene. La componente
amorfa è scarsa. Le cellule sono per lo più rappresentate da fibrociti. Può essere a fasci
paralleli, incrociati, intrecciati, a seconda dell’orientamento spaziale delle fibre collagene.
T. C. ELASTICO: è costituito soprattutto da fibre elastiche. Le cellule sono rappresentate
da fibrociti.
T. C. RETICOLARE: è costituito soprattutto da fibre reticolari. Le cellule sono rappresentate da fibrociti.
T. C. ADIPOSO: nel tessuto fibrillare lasso si possono trovare adipociti (cellule adipose).
Tuttavia, se gli adipociti sono molto numerosi si parla di tessuto adiposo. Distinguiamo un t.
adiposo univacuolare o grasso bianco e un t. adiposo multivacuolare o grasso bruno.
Nel t. adiposo univacuolare o grasso bianco gli adipociti sono vicini gli uni agli altri e la
matrice extracellulare è molto scarsa. Ci sono molte fibre reticolari che costituiscono una
specie di impalcatura.
FUNZIONI DEL GRASSO BIANCO
- riserva energetica (1Kg = 7000 Cal)
- ammortizzatore meccanico
- isolante termico
- produzione di ormoni (adipocitochine)
- leptina
- fattore di necrosi tumorale-α
- Interleuchina 6
- adipisina
Tessuto adiposo.2
In base a quanto detto in precedenza, il grasso bianco costituisce nel suo complesso un
organo che svolge importantissime funzioni endocrine. Sta sempre più emergendo che gli
ormoni prodotti da questo tipo di tessuto sono alla base di malattie molto diffuse (ipertensione
arteriosa, aterosclerosi, diabete di tipo 2). Inoltre si sta affermando il concetto che
specialmente il tessuto adiposo localizzato nella cavità addominale è molto attivo dal
punto di vista endocrino.
Per questo motivo un suo eccessivo sviluppo costituisce un fattore di rischio per lo sviluppo
delle suddette malattie.
GRASSO BRUNO: anche in questo tipo di tessuto gli adipociti sono contigui gli uni agli altri e
la matrice cellulare è scarsa.
È tipico dei roditori (ratti) e degli animali ibernanti (orsi, marmotte). È abbondante durante la
vita fetale dell’uomo, nell’adulto lo troviamo solo in certe zone del ns. corpo (cavità
addominale, collo).
Svolge un ruolo chiave nella produzione di calore (termogenesi) e quindi nella regolazione
della temperatura del ns. corpo.
La cartilagineÈ un t. c. con funzione di sostegno. È formata da cellule (condroblasti/condrociti)
e da abbondante matrice extracellulare, a sua volta costituita da fibre (collagene
od elastiche) e da componente amorfa.
La cartilagine è molto idratata ed è l’unico t. c. non vascolarizzato.
La cartilagine (ad esclusione della cartilagine ialina articolare) è pertanto
circondata da uno strato di tessuto connettivo denso (pericondrio), ricco di vasi
sanguigni, che le permettono di nutrirsi per diffusione.
CARTILAGINE IALINA: è il tipo più abbondante nel ns. organismo. Costituisce lo
scheletro fetale. Nell’adulto forma lo scheletro delle vie aeree (trachea). La
cartilagine articolare e’ di tipo ialino. Contiene FIBRE COLLAGENE, che non sono
però visibili.
CARTILAGINE ELASTICA: è ricca di FIBRE ELASTICHE, che sono visibili. La
troviamo nel padiglione aurricolare.
CARTILAGINE FIBROSA: è ricca di FIBRE COLLAGENE, che sono visibili. La
troviamo nei dischi intervertebrali ed nelle sinfisi.
Classificazione della cartilagine
L’osso
È un t. c. con funzione di sostegno e di protezione, la cui matrice extracellulare
e’ mineralizzata, dunque solida. Inoltre funge da deposito di ioni Ca2+
(l’organismo umano contiene circa 1200 grammi di Ca2+ quasi tutti nell’osso) e di
ioni fosfato.
L’osso, una volta disidratato, può essere separato in una componente
inorganica (minerale, 70%, composta per lo più da un tipo speciale di fosfato di
Ca2+, detto idrossiapatite) ed una organica (30%).
L’osso e’ rivestito in periferia da tessuto connettivo denso molto vascolarizzato
(periostio). Anche le cavità interne dell’osso sono rivestite allo stesso modo
dall’endostio, che è però più sottile. L’osso e’ molto vascolarizzato, i vasi
sanguigni percorrono canali (Havers, Volkmann) che sono scavati nell’osso.
CELLULE DELL’OSSO:
1 - CELLULE OSTEOPROGENITRICI (PERIOSTIO/ENDOSTIO)
2 - OSTEOBLASTI
3 - OSTEOCITI
4 - OSTEOCLASTI
Esistono due tipi di osso: non lamellare (vita fetale/stadi iniziali della riparazione
di fratture) e lamellare. L’osso lamellare può poi essere di tipo compatto o
spugnoso (trabecolare).
Rimodellamento dell’ossoNell’adulto gli osteociti rimuovono e sostituiscono continuamente i sali di calcio circostanti. Anche osteoblasti ed osteoclasti rimangono attivi per tutta la vita. Quindi l’osso viene continuamente rimodellato. Ogni anno circa 1/5 dello scheletro adulto viene demolito e poi ricostruito. L’osso spugnoso della testa del femore può essere sostituito 2 o 3 volte l’anno, mentre l’osso compatto della diafisi ha un rimodellamento molto più lento. Ciò è importante per rispondere a nuove sollecitazioni di carico. Negli anziani prevalgono i fenomeni di demolizione dell’osso rispetto a quelli di ricostruzione, quindi le ossa progressivamente si indeboliscono
LE CAVITA’ DELL’OSSO
• Le cavità interne dell’osso (sia trabecolareche compatto) contengono midollo osseo.
• Il midollo osseo può essere di due tipi:-midollo giallo: è molto ricco di adipociti
univacuolari ed ha un colorito giallastro-midollo rosso: ha un colorito rossastro e
da esso prendono origine gli elementi corpuscolati (cellule) del sangue
Il sangue
Il sangue è un t. c. con funzione nutritizia, in cui la matrice extracellulare è liquida
e si chiama plasma. Il volume del sangue è di 5-6 l. nell’uomo e di 4-5 l. nella donna.
Il pH del sange è 7.35-7.45
Le cellule del sangue sono meglio definite elementi corpuscolati (figurati) del
sangue, perché alcune di esse, le piastrine, non sono cellule ma frammenti del
citoplasma di grosse cellule dette megacariociti.
L’ematocrito rappresenta in media il 45% del volume del sangue, e varia fra il 37
ed il 54%, essendo più alto nei maschi (40-54 contro 37-47).
Lo straterello grigio al di sopra dell’ematocrito (buffy coat) rappresenta l’1% del
volume totale del sangue ed e’ formato da piastrine e globuli bianchi (leucociti).
- H20 91-92
- PROTEINE [albumina (60%), globuline(35%), fibrinogeno (4%), etc.] 7-8
- ALTRI SOLUTI 1-2
ELETTROLITI (Na+, K+, Ca2+, Mg2+, etc.)
PRODOTTI DI SCARTO (urea, acido urico, creatinina)
NUTRIENTI (glucosio, lipidi, amino acidi, vitamine)
GAS (ossigeno, anidride carbonica, azoto)
ORMONI
Il fegato produce più del 90% delle proteine del plasma
Composizione percentuale del plasma
Elementi figurati (corpuscolati) del sangue
ERITROCITI (GLOBULI ROSSI): 4-6 X 106/mm3
LEUCOCITI (GLOBULI BIANCHI): 5000-9000/mm3
PIASTRINE: 150.000-400.000/mm3
FORMULA LEUCOCITARIA
GRANULOCITI NEUTROFILI: 50-70%
GRANULOCITI EOSINOFILI: 2-5%
GRANULOCITI BASOFILI: 0.5-1%
LINFOCITI: 20-40%
MONOCITI: 2-10%
Caratteristiche degli eritrociti (globuli rossi)
Nei mammiferi sono cellule prive di nucleo (anucleate) e di altri organuli.
Hanno una forma a lente (disco) biconcava, che garantisce il maggior rapporto
superficie/volume, per favorire al massimo gli scambi gassosi con i tessuti.
Diametro medio: 7-8 micrometri
Sono cellule molto deformabili e riescono a passare attraverso capillari sanguigni
con un diametro di 4-5 micrometri. Hanno una vita media di 120 giorni. Ogni girono
viene sostituito l’1% degli eritrociti.
Sono delle “cisterne” cariche di emoglobina, una proteina contenente ferro che
lega l’ossigeno a livello polmonare e lo rilascia nei tessuti.
Il ferro e’ responsabile del colore rosso del sangue.
midollo emopoietico
midollo emopoietico
midollo emopoietico
midollo emopoietico
midollo emopoietico
midollo emopoietico
midolloemopoieticoOrigine
intravasaleextravasaleextravasaleextravasaleextravasaleextravasaleintravasaleFunzione
8-12 giornimesi/anni??8-12 giornida 6 ore ad alcuni giorni120 giorniTempo di
sopravvivenza
-2-10%20-40%0.5-1%2-5%50-70%-Formula leucocitaria
150.000-400.000-----4-6 x 106Numero/mm3
1.5-3.5 μm16-20 μm6-15 μm14-16 μm12-17 μm12-14 μm7-8 μmDimensioni
PiastrineMonocitiLinfocitiBasofiliEosinofiliNeutrofiliEritrocitiTipo cellulare
Tipi cellulari maturi nel sangue circolante
Il midollo osseoIl midollo osseo è costituito da due componenti principali:
-fibre reticolari e cellule reticolari (fibroblasti specializzati), che
rappresentano la struttura di supporto per le cellule ematiche in via di sviluppo
-un sistema di sinusoidi (capillari sanguigni) collegati tra loro che
defluiscono verso le vene
MIDOLLO ROSSO: midollo osseo in attività, ripieno di cellule staminali in
replicazione e di precursori delle cellule ematiche; la prevalenza degli eritrociti in via
di sviluppo sugli altri tipi cellulari ne determina una colorazione rosso scura
MIDOLLO GIALLO: con il passare del tempo, il midollo delle ossa lunga diventa
meno attivo ed è progressivamente sostituito da adipociti che gli conferiscono una
colorazione giallastra
Nell’adulto i linfociti sono meno numerosi dei granulociti neutrofili (20-
40% vs 50-70%), mentre nei bambini è vero il contrario
FORMULA LINFOCITARIA (adulto)
LINFOCITI T: 70-80% (IMMUNITA’ CELLULO-MEDIATA)
LINFOCITI B: 5-15% (IMMUNITA’ UMORALE O ANTICORPALE)
LINFOCITI Natural Killer (NK): 5-15% (altro tipo di immunità cellulo-mediata)
I LINFOCITI
Il sistema immunitario
Questo sistema ha come scopo quello di proteggere il ns. organismo da molecole
estranee e quindi potenzialmente dannose.
Tali molecole vengono definite antigeni e sono per lo più di natura proteica. Gli
antigeni possono essere rappresentati da proteine solubili (ad esempio tossine
batteriche quali la tossina del tetano, o proteine virali) oppure da molecole
proteiche presenti sulla membrana di microorganismi o di cellule estranee
all’organismo.
L’antigene deve prima essere riconosciuto: a questa fase prendono parte diversi
tipi di cellule, quali linfociti, macrofagi, antigen-presenting cells, cellule dendritiche).
Successivamente i linfociti del sistema immunitario cercano di neutralizzare
l’antigene.
Il tessuto linfoideIl tessuto linfoide è uno speciale tipo di t.c. caratterizzato dalla particolare ricchezza
in linfociti che, insieme ad cellule di altre linee (cellule reticolari, macrofagi e cellule
che presentano l’antigene) formano la maggior parte degli organi linfoidi. Una rete di
fibre reticolari fornisce un supporto alla popolazione di linfociti in continuo ricambio.
Si trova anche nella parete delle vie digestive e respiratorie, localizzato soprattutto
nella lamina propria della mucosa e della sottomucosa. In queste ultime sedi il
tessuto linfoide si organizza in formazioni anatomicamente definite:
TONSILLE (nell’istmo delle fauci e nella faringe);
NODULI LINFATICI SOLITARI, AGGREGATI E PLACCHE DI PEYER
(nell’intestino tenue);
APPENDICE VERMIFORME;
Tali strutture costituiscono nel loro insieme il complesso MALT (Mucosa-Associated
Lymphoid Tissue).
Gli organi linfoidi si distinguono in:
ORGANI LINFOIDI PRIMARI O CENTRALI (TIMO E MIDOLLO
OSSEO). Vi hanno luogo tutte le tappe differenziative che, a partire da cellule
staminali già orientate verso la linea linfoide, portano alla generazione di linfociti
maturi.
ORGANI LINFOIDI SECONDARI O PERIFERICI (MILZA,
LINFONODI, MALT). Rappresentano le sedi in cui i linfociti svolgono le loro
funzioni.
La linfa
È un liquido di colore lievemente giallastro che circola nei vasi linfatici.
I capillari linfatici iniziano a fondo cieco e sono provvisti di una parete molto
sottile formata da un endotelio discontinuo.
I capillari linfatici confluiscono fra di loro per formare vasi linfatici di maggior calibro
e con parete più spessa detti collettori linfatici.
I collettori linfatici portano la linfa ai linfonodi, che agiscono come delle stazioni di
filtraggio.
Dai linfonodi escono vasi linfatici efferenti che andranno poi a confluire in un
grosso vaso linfatico, detto dotto toracico, che riporta la linfa nel circolo venoso.
La linfa e’ formata da una parte liquida ed una corpuscolata.
La parte liquida assomiglia al plasma, essendo costituita soprattutto da acqua, con
quantità variabili di sali minerali, colesterolo, proteine, lipidi.
La parte corpuscolata è costituita quasi esclusivamente da linfociti che, tramite il
circolo linfatico, passano dai tessuti al sangue.
La linfa
I tessuti muscolariQuesti tessuti sono caratterizzati dalla capacità che hanno le cellule che li
costituiscono di CONTRARSI (ridursi in lunghezza) e di RILASSARSI (ritornare alla
lunghezza iniziale) in risposta a stimoli di varia natura (nervosa, ormonale).
Esistono 3 tipi di tessuti muscolari:
TESSUTO MUSCOLARE SCHELETRICO (STRIATO): costituisce i
muscoli scheletrici ed altri muscoli del ns. organismo. È controllato dalla volontà.
TESSUTO MUSCOLARE MIOCARDICO (STRIATO): costituisce il
miocardio, ovvero uno dei tre strati (il più spesso) della parete del cuore. Non è
controllato dalla volontà.
TESSUTO MUSCOLARE LISCIO: lo troviamo nella parete dei vasi
sanguigni (arterie, vene), nella parete degli organi cavi (stomaco, intestino),
all’interno del globo oculare, nei muscoli erettori dei peli. Non è controllato dalla
volontà.
Il tessuto muscolare scheletrico
È costituito da cellule che sono lunghe da 1 mm a 20 cm. Per questo motivo
vengono dette fibrocellule muscolari o più brevemente fibre muscolari.
Ogni fibra muscolare deriva dalla unione, durante il periodo di sviluppo
embrionale, di molteplici cellule, dette mioblasti, che si fondono insieme.
Pertanto, ogni fibra muscolare e’ un sincizio.
Tutte le parti del muscolo sono rivestite da guaine connettivali:
EPIMISIO, rivestimento esterno che si continua con il tendine e si
inserisce sull’osso;
PERIMISIO, avvolge i singoli fasci di fibre;
ENDOMISIO, inguaina ogni singola fibra muscolare.
La fibra muscolare striata è caratterizzata dall’alternanza di bande chiare e scure
lungo l’asse maggiore. Tali bande sono formate dalla sovrapposizione di elementi
fibrillari, le miofibrille, lunghe strutture cilindriche altamente specializzate per la
contrazione. Le miofibrille sono a loro volta formate da miofilamenti proteici. La
disposizione ordinata dei miofilamenti nell’ambito della miofibrilla conferisce alla
fibra muscolare striata una caratteristica striatura trasversale.
BANDE SCURE: anisotrope o bande A. È occupata al centro da una
regione più chiara, banda H, attraversata, a sua volta, da una linea trasversale,
stria o linea M.
BANDE CHIARE: isotrope o bande I. Ciascuna banda I è divisa in due
da una stria Z.
Proteine contrattili del muscolo scheletrico e miocardico
ACTINA
MIOSINA
TROPONINA
TROPOMIOSINA
Queste proteine, insieme ad altre (titina, nebulina,connettina), formano i miofilamenti i quali, unendosi gli uni agli altri, formano le miofibrille
La contrazione muscolareLa contrazione muscolare è determinata dallo scorrimento dei filamenti di actina sui
filamenti di miosina grazie all’attività ATPasica delle teste di miosina. La formazione
dei legami trasversali transitori tra un filamento di actina ed uno di miosina è un
fenomeno ciclico ATP-dipendente, che richiede la presenza di Ca2+.
Il legame tra il Ca2+ e la troponina provoca un riarrangiamento conformazionale
delle proteine regolatrici che si trovano lungo il filamento sottile, rendendo disponibili
i siti di legame (normalmente occupati dalla subunità I della tropomiosina) tra
l’actina e le teste di miosina. Le teste di miosina, in cui è concentrata l’attività
ATPasica, idrolizzano ATP e sfruttano l’energia liberata da tale reazione per legare
l’actina e flettersi determinando lo scorrimento dei miofilamenti. Dopo la flessione, le
teste di miosina si distaccano dall’actina e riprendono la loro conformazione
originale.
Sistema di conduzione dello stimolo contrattilePer permettere la contrazione sincrona di tutti i sarcomeri di una fibra muscolare,
un sistema di estensioni della membrana plasmatica (sarcolemma) si estende
trasversalmente nella cellula muscolare per circondare ogni miofibrilla, a livello
della giunzione tra le bande A e I (nei Mammiferi).
All’interno della fibra muscolare è presente un sistema tubulare, il sistema T, il
cui lume è in continuità con lo spazio extracellulare.
Un secondo sistema di membrane derivate dal reticolo endoplasmico liscio
(reticolo sarcoplasmatico) è strettamente associato ai tubuli T.
Ogni tubulo T, con i suoi due elementi associati di reticolo sarcoplasmatico
(cisterne terminali) forma una triade a livello della giunzione delle bande A e I.
Il tessuto miocardicoEsistono due tipi di tessuto miocardico:
T. MIOCARDICO COMUNE
T. MIOCARDICO SPECIFICO
Il tessuto miocardico comune e’ formato da cellule dette cardiomiociti.
Costituisce il 99.9% del miocardio ed ha una funzione contrattile.
Il tessuto miocardico specifico e’ formato da diversi tipi cellulari (cellule P,
cellule di transizione, cellule di Purkinje) che hanno perso la funzione
contrattile. La sua funzione e’ quella di generare e di condurre ad alta
velocità lungo direttrici specifiche l’impulso per la contrazione del
miocardio comune.
Il tessuto muscolare liscioÈ costituito da unità morfologicamente distinte, le fibrocellule muscolari lisce, di
forma allungata e prive di striature trasversali, rivestite da una lamina basale.
Le fibrocellule muscolari lisce si possono trovare:
isolate oppure riunite in piccoli gruppi in seno ai tessuti connettivi (es.:
muscoli erettori del pelo);
affiancandosi tra di loro in fascetti o lamine, costituiscono le tonache
muscolari degli organi cavi (tubo digerente, dalla porzione media dell’esofago
fino allo sfintere interno dell’ano; vie respiratorie, dalla trachea ai condotti
alveolari; apparati urinario e genitale);
nella parete dei vasi arteriosi, venosi, e linfatici maggiori;
nella parete di grossi dotti ghiandolari;
formano i muscoli dell’iride e del corpo ciliare.
Il tessuto nervoso
È formato da NEURONI e da CELLULE GLIALI
CELLULE GLIALI:
ASTROCITI FIBROSI
ASTROCITI PROTOPLASMATICI (S.N.C)
CELLULE EPENDIMALI (S.N.C.)
CELLULE DELLA MICROGLIA (S.N.C.)OLIGODENDROCITI (S.N.C.)CELLULE DI SCHWANN (S.N.P.)
CELLULE SATELLITI (S.N.P.)
Proprietà dei neuroni
I neuroni sono cellule particolarmente differenziate ai fini di generare, condurre e
trasmettere l’impulso nervoso, cioè una variazione del potenziale di membrana
(DEPOLARIZZAZIONE) che si genera a seguito di stimolazione (stimoli di natura
chimica o fisica) del neurone.
I neuroni hanno le seguenti proprietà caratterizzanti:
ECCITABILITÀ
CONDUCIBILITÀ
TRASMISSIBILITÀ
MEMORIZZAZIONE
+ + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + +- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -
- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -+ + ++ + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + +
- - - - - - - - - - - - - - - - - + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + - - - - - - - - - - - - - - - - - -
+ + + + + + + + + + + + - - - - - - - - - - - - - - - - - - -- - - - - - - - - - - - - - - - - + + + + + + + + + + + + + +
- 72 mV
DEPOLARIZZAZIONE (ENTRA Na+)
- 72 mV+ 30 mV
+ + + + + + + + + + + + - - - - - - - - - - - - - - - - - - -- - - - - - - - - - - - - - - - - + + + + + + + + + + + + + +
- - - - - - - - - - - - - - - - - + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + - - - - - - - - - - - - - - - - - -
+ 30 mV- 72 mV
RIPOLARIZZAZIONE (ESCE K+)
Rappresentazione schematica dell’insorgenza del potenziale d’azione
Sinapsi e giunzioni cito-neurali
Le sinapsi sono i dispositivi di collegamento fra i neuroni. Tramite esse si
formano dei circuiti (catene), più o meno complesse, di neuroni.
Le giunzioni cito-neurali sono i dispositivi di collegamento tra un neurone ed
una cellula non neuronale (muscolare, epiteliale).
Tuttavia il meccanismo di trasmissione dell’impulso nervoso (potenziale d’azione)
è molto simile a livello delle sinapsi e delle giunzioni cito-neurali.
I neuromediatori (neurotrasmettitori)
Dal punto di vista chimico possono essere:
AMINE:
SEROTONINA
ISTAMINA
DOPAMINA
NORADRENALINA
AMINO ACIDI:
GLICINA
ACIDO ASPARTICO
ACIDO GLUTAMMICO
ACETILCOLINA
ACIDO γ-AMINO BUTIRRICO (GABA)
PICCOLE PROTEINE (PEPTIDI)
A livello di una sinapsi possono essere presenti e liberati uno o più
neuromediatori.
Cellule della glia
Queste cellule svolgono molteplici funzioni che dipendono dal tipo cellulare.
ASTROCITI: recuperano il K+ fuoriuscito dai neuroni; recuperano parte dei
neutrasmettitori a livello delle sinapsi; costituiscono la barriera emato-
encefalica a livello del S.N.C..
OLIGODENDROCITI: costituiscono la guaina mielinica delle fibre nervose
(assoni) del S.N.C.
CELLULE EPENDIMALI: rivestono le cavità interne del S.N.C. ed intervengono
nella produzione del liquido cefalo-rachidiano.
CELLULE DELLA MICROGLIA: sono cellule con capacità fagocitarie ed in
grado di muoversi. Sono simili ai macrofagi e si attivano in seguito a traumi,
infiammazioni o malattie degenerative del S.N.C.
CELLULE DI SCHWANN: costituiscono la guaina mielinica delle fibre nervose
(assoni) del S.N.P.
CELLULE SATELLITI: sono presenti nei gangli del Sistema Nervoso Autonomo
(S.N.P.)
Il sistema nervoso centrale (S.N.C.) e’ formato dall’encefalo e dal midollo
spinale.
Il sistema nervoso periferico (S.N.P.) e’ formato dai nervi periferici e dai gangli
(spinali e del sistema nervoso viscerale) che sono raggruppamenti di neuroni
posti al di fuori del S.N.C.
Nel S.N.C. gli assoni formano i fasci della sostanza bianca. Nel S.N.P. gli assoni
formano i nervi periferici.
SOSTANZA GRIGIA DEL S.N.C.
È costituita dai corpi dei neuroni, dai dendriti, dalle parti iniziali e finali di
assoni, da cellule gliali (astrociti, oligodendrociti, cellule della microglia), vasi
sanguigni.
SOSTANZA BIANCA DEL S.N.C.
È costituita da assoni, da oligodendrociti, da vasi sanguigni.
Organi, sistemi, apparati del corpo umano
Per organo si intende una parte del ns. corpo di forma definita, separabile e
costituita da vari tessuti. Gli organi sono raggruppati in sistemi o apparati.
Il sistema è un insieme di organi che sono omogenei per struttura, funzione
ed origine embriologica (esempio: sistema nervoso centrale o S.N.C.).
L’apparato è un insieme di organi che sono diversi per funzione, struttura e
per origine embriologica, ma che lavorano insieme per svolgere una o più
funzioni in comune (apparato digerente).
Gli organi del corpo umano
Gli organi del nostro corpo si dividono in organi cavi (esempio: stomaco,
vescica urinaria) ed organi pieni o parenchimatosi (esempio: fegato, rene).
Inoltre gli organi possono essere pari (ne abbiamo due, tipo i polmoni) od
impari (ne abbiamo uno solo, tipo il cuore).
La parete degli organi cavi ha una struttura tipica detta a tonache (strati)
sovrapposte. Partendo dall’interno e procedendo verso l’esterno si trovano:
1. TONACA MUCOSA, costituita sempre da un epitelio di
rivestimento, una membrana basale ed una lamina propria (t.c. lasso).
2. TONACA SOTTOMUCOSA, costituita da t.c. lasso.
3. TONACA MUSCOLARE, costituita da tessuto muscolare liscio.
4. TONACA AVVENTIZIA (T.C. LASSO) O TONACA SIEROSA
(formata da uno strato di cellule appiattite, dette mesoteliali, e da un sottile
strato di t.c. lasso). Esempi di tonache sierose sono: il pericardio (cuore), il
peritoneo (app. digerente), le pleure (polmoni).
Cuore e vasi sanguigni
Sono esempi di organi cavi particolari.
La parete del cuore e’ formata da 3 strati (dall’interno all’esterno):
1. ENDOCARDIO (formato da uno strato di cellule molto appiattite, una
membrana basale ed un sottilissimo strato di t.c. lasso).
2. MIOCARDIO (formato da t. muscolare miocardico)
3. EPICARDIO (è una parte del pericardio, che e’ una tonaca sierosa).
I vasi sanguigni di maggiori dimensioni (arterie, vene) hanno la parete formata da tre
tonache (dall’interno all’esterno):
1. TONACA INTIMA, costituita da uno strato di cellule appiattite (cellule
endoteliali), una membrana basale ed un sottilissimo strato di t.c. lasso.
2. TONACA MEDIA, la cui struttura cambia a seconda del tipo di vaso
sanguigno. Pertanto la tonaca media è quella che più caratterizza e permette di
distinguere i vari tipi di vasi sanguigni.
3. TONACA AVVENTIZIA, costituita da t.c. lasso.
TIPI DI ARTERIE
• Grosse arterie o arterie di tipo elastico, con diametro > 7 mm (aorta, arteria carotide comune, arterie renali)
• Arterie di medio e piccolo calibro o arterie muscolari, con diametro compreso fra 0,5 e 7 mm (arterie coronarie)
• Arteriole, con calibro inferiore a 0,5 mm
I capillari
Sono i vasi sanguigni di calibro minore (4-40 μm). I capillari di calibro maggiore
sono detti sinusoidi e di solito hanno un decorso ondulato (fegato, gh. endocrine).
La loro parete e’ molto sottile per facilitare gli scambi metabolici con i tessuti.
Essa è formata da uno strato di cellule endoteliali molto appiattite che
appoggiano sopra ad una membrana basale. Alle volte la membrana basale può
presentare delle interruzioni. All’esterno della membrana basale possono essere
presenti altre cellule dette periciti.
Distinguiamo tre tipi di capillari:
1. Continui, con un rivestimento ininterrotto di cellule endoteliali.
2. Fenestrati, con cellule endoteliali il cui citoplasma presenta grandi
pori (fenestrazioni). Sono tipici dei glomeruli renali.
3. Discontinui, in cui esistono discontinuità fra una cellula endoteliale
e l’altra. In questi capillari la membrana basale è assente o presenta delle
interruzioni.
I sinusoidi sono i capillari col diametro maggiore e di solito sono fenestrati e/o
discontinui (ad esempio nel fegato).
VENE
• Ai capillari fanno seguito le venule post-capillari (eccezione: nei corpuscoli renali ai capillari fanno seguito altre arteriole)
• Seguono poi vene di piccolo-medio calibro ed infine le grandi vene
Organi pieniGli organi pieni o parenchimatosi (esempio: pancreas) sono circondati da una
capsula di tessuto connettivo fibrillare denso.
Da questa capsula nascono dei setti che si dirigono in profondità suddividendo
l’organo in parti più piccole (lobi e lobuli). Tali setti costituiscono una specie di
impalcatura dell’organo.
Gli organi pieni di solito presentano sulla loro superficie una zona detta ilo che
rappresenta il punto in cui i vasi sanguigni entrano (arteria) o escono (vena)
dall’organo stesso. Inoltre a livello dell’ilo esce il condotto (dotto) escretore
dell’organo, se questo e’ una ghiandola esocrina. Nell’ilo entrano anche i nervi
ed escono i vasi linfatici. I vasi sanguigni si ramificano decorrendo nei setti
connettivali, che contengono anche le radici del condotto escretore.
Fra i setti sono presenti le cellule che formano il parenchima dell’organo. Si tratta
per lo piu’ di cellule di natura epiteliale o linfoide. Fra le cellule sono presenti
fibre reticolari che formano un’ulteriore impalcatura.
Schema di un organo pieno con organizzazione in lobi e lobuli.1, dotto escretore;
2, vasi sanguiferi;
3, capsula;
4, lobulo;
5, ilo;
6, lobo;
7, setto interlobulare (parte dello stroma)
8, parenchima.
Le articolazioni sono quei dispositivi che, unendo le ossa, formano lo scheletro.
Le articolazioni si dividono in:
ARTICOLAZIONI FISSE O SINARTROSI
ARTICOLAZIONI SEMI-MOBILI O ANFIARTROSI (SINFISI)
ARTICOLAZIONI MOBILI O DIARTROSI
-Le sinartrosi (articolazioni per continuità) vengono classificate in base al tipo di
tessuto che unisce la ossa:
SUTURE O SINDESMOSI: T. CONNETTIVO DENSO
SINOSTOSI: TESSUTO OSSEO
SINCONDROSI: CARTILAGINE IALINA
Le articolazioni
-Nelle sinfisi il tessuto presente tra le due ossa e’ cartilagine fibrosa.
-Le diartrosi sono articolazioni per contiguità che si classificano in base alla forma
delle superfici articolari.
Tutte le diartrosi presentano delle caratteristiche comuni:
CAPSULA ARTICOLARE
LEGAMENTI
CAVITA’ ARTICOLARE
CARTILAGINE ARTICOLARE
MEMBRANA SINOVIALE
LIQUIDO SINOVIALE
IN ALCUNE DIARTROSI SONO PRESENTI MENISCHI O CERCINI ARTICOLARI.
1. ARTRODIA
2. ENARTROSI
3. CONDILOARTROSI
4. ARTICOLAZIONE A SELLA
5. GINGLIMO ANGOLARE
6. GINGLIMO LATERALE
Tipi di diartrosi
LA COLONNA VERTEBRALE
• E’ formata dalla sovrapposizione di 32-34 ossa brevi o corte, le vertebre:
• 7 vertebre cervicali• 12 vertebre toraciche• 5 vertebre lombari• 5 vertebre sacrali• 3-5 vertebre coccigee
IL DIAFRAMMAE’ il principale muscolo inspiratorio. Ha la forma di una doppia cupola con concavità inferiore. La parte centrale piatta è il centro frenico (tendineo). Presenta due facce: una superiore (toracica),una inferiore (addominale). Quando si contrae, il diaframma si appiattisce, causando un aumento di volume della cavità toracica. Contemporaneamente il volume della cavità addominale diminuisce e la pressione intraddominale aumenta. Pertanto il diaframma si contrae anche in tutte quelle condizioni in cui è necessario un aumento della pressione intraddominale (parto, vomito, minzione, defecazione)
IL DIAFRAMMA PELVICO
Il diaframma pelvico è un insieme di muscoli e strutture connettivali che chiudono inferiormente la piccola pelvi, creando un pavimento che ha la forma di un imbuto. Il principale di questi muscoli è il muscolo elevatore dell’ano. Nella parte anteriore ed inferiore, il diaframma pelvico è rinforzato dal trigono uro-genitale. Il diaframma pelvico ed il trigono uro-genitale sono attraversati nell’uomo dall’uretra e dall’intestino retto; nella donna, a queste strutture bisogna aggiungere la vagina.
Apparato cardiovascolare
È formato da un organo centrale, il cuore, e da numerosi canali ramificati, i vasi
sanguiferi o sanguigni, nei quali circola il sangue.
I vasi sanguiferi si dividono in arterie, vene e capillari.
Il cuore è un organo cavo diviso in due metà (destra e sinistra) non
comunicanti tra loro. Ogni metà è formata da due cavità sovrapposte e
comunicanti fra loro: atrio, superiormente, e ventricolo, inferiormente.
Il cuore è situato nella cavità toracica, precisamente nel mediastino anteriore,
fra i due polmoni, sopra il diaframma. È per i 2/3 spostato a sinistra. È
contenuto in un sacco connettivale, il pericardio fibroso, rivestito internamente
da una membrana sierosa, il pericardio sieroso.
L’apparato circolatorio è suddiviso in due grandi settori:
Grande circolazione, o circolazione sistemica. Ha inizio dal ventricolo sinistro
del cuore con l’arteria aorta, che mediante le sue numerose ramificazioni e la formazione di
capillari sanguiferi, distribuisce il sangue arterioso all’intero organismo. La grande circolazione
termina nell’atrio destro dove sboccano la vena cava inferiore, la vena cava superiore e il
seno coronario. Nella grande circolazione le arterie contengono sangue ricco di O2, le vene
sangue ricco di CO2.
Piccola circolazione, o circolazione polmonare. Ha inizio dal ventricolo destro
del cuore con l’arteria polmonare che, biforcandosi in un ramo destro ed uno sinistro, porta
sangue venoso ai polmoni. All’interno di questi il sangue venoso perde CO2 ed acquista O2.
La piccola circolazione termina nell’atrio sinistro dove confluiscono le vene polmonari. La
piccola circolazione è pertanto caratterizzata da sangue povero di O2 nelle arterie e da
sangue ricco di O2 nelle vene.
IL PERICARDIOIl pericardio è un sacco che avvolge il cuore.
Esternamente troviamo il pericardio fibroso, costituito da t.c. fbrillare denso. Il pericardio fibroso è ancorato al centro frenico del diaframma, alla faccia posteriore dello sterno e si continua con la tonaca avventizia dei grossi vasi (arterie e vene) che nascono dal o terminano nel cuore.Più all’interno vi è il pericardio sieroso, formato da 2 foglietti che si continuano uno coll’altro: il più interno dei due (foglietto viscerale) è detto anche epicardio; il piùesterno è detto foglietto parietale del pericardio sieroso. Fra questi due foglietti è presente una cavità, detta cavità pericardica, che contiene una piccolissima quantità di liquido, il liquido pericardico.
IL CUORE
• L’asse maggiore del cuore (12 cm.) è diretto dall’alto verso il basso, dall’indietro in avanti e da destra a sinistra
• L’asse trasversale misura circa 9 cm.• L’asse antero-posteriore circa 6 cm.
• Il peso del cuore è compreso fra 250 e 300 g. circa (maggiore nell’uomo rispetto alla donna)
Scheletro fibroso del cuoreÈ composto da tessuto connettivo denso e si trova sul piano valvolare del
cuore, interposto fra atri e ventricoli.
Ha 3 principali funzioni:
SERVE PER SOSTENERE LE VALVOLE DEL CUORE.
SERVE COME PUNTO DI AGGANCIO PER IL MIOCARDIO COMUNE
DEGLI ATRI E DEI VENTRICOLI.
SERVE PER ISOLARE ELETTRICAMENTE ATRI E VENTRICOLI, IN
MANIERA TALE CHE L’IMPULSO PER LA CONTRAZIONE DEL CUORE
PUÒ PASSARE DAGLI ATRI AI VENTRICOLI SOLO TRAMITE IL
FASCIO ATRIO-VENTRICOLARE COMUNE DI HIS.
Sistema di conduzione (degli stimoli per la contrazione) del cuore
È costituito da miocardio specifico, cioè da cellule che hanno perso la funzione
contrattile ma che si sono specializzate nella genesi e nella conduzione ad alta
velocità lungo direttrici specifiche dello stimolo elettrico che serve a far
contrarre il miocardio comune.
Distinguiamo un sistema SENO-ATRIALE ed un sistema ATRIO-VENTRICOLARE.
1. SISTEMA SENO ATRIALE
Comprende il nodo SENO-ATRIALE, localizzato nella parete dell’atrio destro,
vicino allo sbocco della vena cava superiore. In questo nodo sono presenti le
cellule P (= PALLIDE) che sono le cellule SEGNAPASSI (PACEMAKER) del
cuore, poiché si eccitano (depolarizzano) 60/70 volte al minuto (a riposo) e danno
così origine allo stimolo per la contrazione del miocardio comune.
2. SISTEMA ATRIO VENTRICOLARE
Comprende:
Il NODO ATRIO-VENTRICOLARE, localizzato nel versante destro del setto
interatriale sopra alla zona di impianto del margine aderente della cuspide mediale
della valvola tricuspide. In questo nodo presenti cellule dette di transizione, il cui
compito è quello di rallentare la conduzione dello stimolo elettrico in modo tale
che gli atri completino di contrarsi prima che inizi la contrazione dei ventricoli.
Il FASCIO ATRIO-VENTRICOLARE COMUNE DI HIS (lungo circa 1 cm),
formato dalle cellule del Purkinje, che scavalca lo scheletro fibroso del cuore.
Le BRANCHE DESTRA E SINISTRA che portano lo stimolo al rispettivo
ventricolo.
La RETE SUB-ENDOCARDICA DI PURKINJE che trasmette lo stimolo al
miocardio comune dei ventricoli.
PARTICOLARITA’ DELLA
CIRCOLAZIONE FETALE (I)
• Il sangue ossigenato giunge al feto dalla placenta materna tramite la vena ombelicale
• La vena ombelicale confluisce nella vena cava inferiore
• I due atri comunicano tramite il foro ovale• I polmoni non funzionano e la pressione
sanguigna nel circolo polmonare è molto alta• Pertanto il sangue dall’atrio destro passa quasi
tutto nell’atrio sinistro
PARTICOLARITA’ DELLA
CIRCOLAZIONE FETALE (II)
• Inoltre, parte del sangue che transita nell’arteria polmonare viene deviato nell’aorta tramite il dotto arterioso
• Il sangue ritorna alla placenta per riossigenarsitramite le arterie ombelicali, rami delle arterie iliache interne
Apparato respiratorio
È composto dai polmoni e dalle vie aeree.
Le vie aeree si distinguono in superiori (cavità nasali e faringe) ed inferiori
(laringe, trachea, bronchi).
Funzioni dell’apparato respiratorio
Scambi gassosi (O2/CO2) fra aria e sangue.
Regolazione del pH ematico
Fonazione (emissione suoni)
Olfatto
LA FARINGELa faringe è un organo impari e cavo che si estende dalla base del cranio fino all’altezza della 6° vertebra cervicale. Si trova nel collo, anteriormente alle vertebre cervicali. Procedendo dall’alto in basso si divide in:-Rinofaringe: fa parte solo dell’app. respiratorio-Orofaringe: fa parte dell’app. respiratorio e di quello digerente-Laringofaringe: fa parte dell’app. respiratorio e di quello digerente
LA LARINGE
E’ un organo impari e cavo che serve per la fonazione, ovvero la produzione di suoni. E’ situata nella parte anteriore del collo e ha la forma di una piramide tronca rovesciata. Fa parte dell’app. respiratorio. In alto comunica con la laringofaringe, in basso si continua con la trachea. La laringe ha uno scheletro cartilagineo (cart. ialina). Le cartilagini sono unite da legamenti e possono muoversi in quanto unite da piccole articolazioni mobili. I movimenti sono permesse da muscoli scheletrici che sono sotto il controllo della volontà. La laringe èrivestita internamente da una tonaca mucosa con epitelio respiratorio.
LA TRACHEAE’ un organo impari e cavo, situato in parte nel collo e in parte nel mediastino. Ha la forma di un tubo che si estende dalla 6° vertebra cervicale alla 4° vertebra toracica, dove si biforca dando origine ai 2 bronchi principali. Ha uno scheletro cartilagineo, formato da 15-20 anelli incompleti di cartilagine ialina. La parte posteriore (floscia) è detta parte membranaceadella trachea.Le tonache della parete della trachea sono: t. mucosa, t. sottomucosa, t. muscolare (presente solo posteriormente), t. avventizia.
I POLMONI
I polmoni sono organi pieni e pari situati nella cavitàtoracica. Hanno la forma di un cono molto appiattito in senso latero-mediale. Pertanto mostrano: un apice, una base (concava, che si appoggia sul diaframma), una faccia costale o laterale, una faccia mediastinica o mediale, un margine anteriore ed un margine posteriore. Il polmone destro ha un volumesuperiore al sinistro ed è diviso in 3 lobi, separati da 2 scissure. Il sinistro ha 2 lobi separati da 1 scissura. Ogni lobo è poi suddiviso in centinaia di parti piùpiccole, dette lobuli, che hanno la forma di piramidi tronche.
STRUTTURA DI BRONCHI E BRONCHIOLI
I bronchi principali e lobari hanno una struttura analoga a quella della trachea. Nei bronchi zonali (segmentari) gli anelli cartilaginei si trasformano in placche. Nei bronchioli le placche scompaiono. Nel contempo aumenta il tessuto muscolare liscio ed elastico presente nella parete e questo fatto impedisce il collasso della parete dei bronchioli. Nei bronchioli scompare la sottomucosa e l’epitelio di rivestimento si trasforma da pseudostratificato a batiprismatico (ciliato) e poi a isoprismatico.
Alveoli polmonari
Sono delle cavità a forma di sacchetto che cominciano ad apparire a livello dei
bronchioli respiratori.
Sono rivestiti internamente da un epitelio pavimentoso semplice (molto sottile)
formato da due tipi di cellule:
pneumociti di tipo I (più numerosi e più piccoli)
pneumociti di tipo II meno numerosi e più grandi. Sintetizzano e
secernono all’interno dell’alveolo un materiale detto surfactante polmonare.
Tale materiale è ricco di fosfolipidi (in particolare fosfatidicolina), si stratifica
sulla superficie interna dell’alveolo e agisce da tensioattivo, ovvero abbassa la
tensione superficiale. In questa maniera l’alveolo non collassa troppo durante
l’espirazione né si dilata eccessivamente durante l’inspirazione.
All’interno degli alveoli troviamo anche dei macrofagi, la cui funzione è quella di
fagocitare le particelle solide, inalate con l’aria, giunte fino agli alveoli.
Nel connettivo presente fra gli alveoli polmonari troviamo moltissimi capillari
sanguigni, con diametro di 5-6 µm.
Tali capillari derivano dai due rami dell’arteria polmonare (destro e sinistro). Da
tali capillari prenderanno origine le vene polmonari (due per ogni polmone).
L’apparato digerenteL’apparato digerente è costituito da una serie di organi cavi posti in continuità fra
di loro che formano il tubo digerente o canale alimentare.
Ha inizio con l’apertura della cavità orale e termina con l’orifizio anale.
Il tragitto misura complessivamente circa 9 metri.
All’apparato digerente sono annesse delle ghiandole extramurali (organi pieni)
quali le ghiandole salivari maggiori, il fegato ed il pancreas.
Inoltre l’apparato digerente contiene moltissime ghiandole intramurali,
localizzate cioè nello spessore delle pareti dei vari organi. Queste ghiandole sono
presenti nella lamina propria della mucosa o nella sottomucosa. Infine vi sono
ghiandole intraepiteliali (gh. caliciformi mucipare).
ASSUNZIONE DALL’ESTERNO DI ACQUA E CIBO
TRITURAZIONE DEL CIBO (MASTICAZIONE)
SCOMPOSIZIONE DEGLI ALIMENTI IN MOLECOLE
ASSORBIBILI (DIGESTIONE)
ASSORBIMENTO DELLE MOLECOLE TRAMITE LA
CIRCOLAZIONE SANGUIGNA E LINFATICA
ELIMINAZIONE DEI RESIDUI ALL’ESTERNO
Funzioni dell’apparato digerente
LA LINGUALa lingua è un organo muscolo-mucoso che occupa quasi interamente la cavità orale propriamente detta. E’ costituita da una radicee da un corpo. Presenta una faccia superiore, una inferiore e un apice. La superficie superiore della lingua non è liscia, ma presenta dei piccoli rilievi detti papillelinguali (p. filiformi, p. fungiformi, p. vallate). La lingua è rivestita da una tonaca mucosa con un epitelio pavimentoso composto. In profondità è forma da muscoli scheletrici(intrinseci ed estrinseci) e da una specie di scheletro fibroso (t. connettivo denso).
LA SALIVA
-E’ prodotta dalle ghiandole salivari minori e maggiori. -Ogni giorno produciamo fino a 1 litro e ½ di saliva. -La saliva è composta soprattutto di acqua, e contiene ioni,
proteine (alfa-amilasi, un enzima che inizia la digestione dei carboidrati; immunoglobuline; lisozima), glicoproteine.
-Esistono due tipi di saliva: sierosa (fluida) e mucosa (vischiosa).
-Funzioni della saliva: mantiene umida la mucosa della cavitàorale, contribuisce alla formazione del bolo alimentare, solubilizza le molecole dei cibi affinchè stimolino l’organo del gusto, ci protegge da microrganismi dannosi (funzione antibatterica).
Epitelio
Cavità orale – Faringe – Esofago – parte inf. del Retto epit. PAVIMENTOSO COMPOSTO Stomaco e intestino epit. CILINDRICO SEMPLICE.
Lamina propria
Connettivo denso ricco di fibre elastiche contenente ammassi di tessuto linfatico (MALT) deputato all’immunità locale. Può contenere ghiandole.
Muscolaris mucosae
Presente dall’esofago in poi. Favorisce l’emissione del secreto delle ghiandole presenti nella lamina propria e l’assorbimento da parte delle cellule epiteliali.
Organizzazione dell’apparato gastrointestinale
TONACA MUCOSA
TONACA SOTTOMUCOSAConnettivo lasso. Ricca di vasi sanguigni, linfatici e nervi. Permette lo scorrimento delle tonache mucosa e muscolare una sull’altra. Può contenere ghiandole.
TONACA MUSCOLARE
Cavità orale – Faringe – parte sup. dell’Esofago – Orifizio anale MUSCOLATURA STRIATA Dal tratto inf. dell’esofago all’ano MUSCOLATURA LISCIA, disposta solitamente in due strati:
- circolare interno
- longitudinale esterno
L’attività antagonista di questi due strati differentemente orientati determina ONDE PERISTALTICHE (progressione del contenuto nel lume) e MOVIMENTI PERISTOLICI (adattamento del volume del viscere al contenuto).
TONACA AVVENTIZIA O SIEROSA
Connettivo denso. Riveste la faringe e la porzione sopradiaframmatica dell’esofago.
Al di sotto del diaframma (in cavità addominale) è rivestita da una tonaca sierosa (o peritoneo viscerale) costituita da epitelio pavimentoso semplice + membrana basale (mesotelio).
•Nelle tonache SOTTOMUSOSA e MUSCOLARE si trovano terminazioni nervose del sistemanervoso autonomo che formano plessi deputati al controllo di secrezione ghiandolare
contrazione muscolatura liscia
ESOFAGOL’esofago è un organo impari e cavo. Collega la
laringofaringe con lo stomaco. Si estende dalla 6°
vertebra cervicale alla 1° vertebra lombare. E’ situato
nel collo, nel mediastino e per un piccolo tratto nella
cavità addominale, nella quale penetra tramite l’orifizio
esofageo del diaframma. E’ lungo circa 25 cm.
Anteriormente è in rapporto con la trachea e poi con il
cuore, posteriormente con la colonna vertebrale.
La parete dell’esofago ha una struttura a tonache
sovrapposte (mucosa, sottomucosa, muscolare,
avventizia).
Lo stomaco svolge fondamentalmente le funzioni di:
accumulo e trasformazione meccanica del cibo ingerito
rottura dei legami chimici per azione di acidi ed enzimi
scarsi fenomeni di assorbimento
Il rimescolamento delle sostanze ingerite con il succo gastrico secreto dalla
ghiandole gastriche produce una zuppa viscosa definita chimo.
PARTI DELLO STOMACO:
CARDIAS
FONDO
CORPO
REGIONE PILORICA
-ANTRO PILORICO
-CANALE PILORICO
Stomaco
Lo stomaco e’ rivestito internamente da un epitelio di tipo batiprismatico
(cilindrico) semplice.
Le cellule che compongono questo epitelio hanno una importante particolarità:
producono e secernono grandi quantità di muco che si stratifica sulla superficie
interna dello stomaco. Questo muco ha il compito di proteggere la parete dello
stomaco dall’azione corrosiva del succo gastrico (pH: 1-2). Si tratta
pertanto di un epitelio di rivestimento che è secernente.
La parete dello stomaco è formata da 4 tonache: mucosa, sottomucosa, muscolare,sierosa
Cellule mucose del colletto: producono muco
Cellule principali: producono pepsinogeno, un enzima proteolitico inattivo che
si attiva (pepsina) grazie al pH acido (1-2) dell’ambiente gastrico. producono
anche rennina , un enzima che, nel lattante, e’ importante per la digestione del latte.
Cellule parietali: producono HCl e il fattore intrinseco, una proteina che serve per
l’assorbimento della vitamina B12 (importante per la produzione di eritrociti). Tale
assorbimento ha luogo nell’intestino.
Cellule del sistema endocrino gastro-enterico: producono vari ormoni.
Cellule staminali: con funzione di rimpiazzo.
Cellule delle ghiandole gastriche
SEROTONINA: stimola la contrazione della muscolature liscia dello stomaco
GASTRINA: stimola la secrezione del succo gastrico
GRELINA: agisce a livello dell’ipotalamo (parte del S.N.C.) e ci fa venire fame
Ormoni secreti dalle cellule del sistema endocrino gastroenterico localizzate nelle ghiandole gastriche
1. DUODENO (circa 25-30 cm). Si estende dal piloro alla flessura duodeno-
digiunale
PARTI DEL DUODENO
SUPERIORE (BULBO DUODENALE)
DISCENDENTE
ORIZZONTALE
ASCENDENTE
2. INTESTINO TENUE MESENTERIALE (6-7 m). Si estende dalla flessura
duodeno-digiunale alla valvola ileo-cecale
PARTI DELL’INTESTINO TENUE MESENTERIALE
DIGIUNO (2/3)
ILEO (1/3)
Intestino Tenue
FUNZIONI DELL’INTESTINO TENUE
Nell’intestino tenue vengono COMPLETATI I PROCESSIDIGESTIVI iniziati nella CAVITÀORALE e proseguiti nello STOMACO
Al termine della digestione avviene l’ASSORBIMENTO dei materiali digeriti (enorme superficie assorbente, data non tanto dalla lunghezza quanto dai diversi ordini di rilievi: pieghe circolari, villi, microvilli).
Papille duodenali
Sono dei rilievi presenti sulla superficie mediale interna della parte discendente del
duodeno.
1. PAPILLA DUODENALE MAGGIORE (inferiore): vi sboccano il dotto coledoco
(porta la bile dalla colecisti) ed il dotto pancreatico principale (porta la maggior parte
del secreto esocrino del pancreas).
2. PAPILLA DUODENALE MINORE (superiore): vi sbocca il dotto pancreatico
accessorio (che porta una piccola parte del secreto esocrino del pancreas).
Strutture che aumentano la superficie interna dell’intestino tenue
PIEGHE CIRCOLARI (formate da mucosa e sottomucosa), visibili a occhio
nudo.
VILLI INTESTINALI (formati da mucosa), visibili bene con lente di
ingrandimento.
MICROVILLI (espansioni del polo apicale degli enterociti), visibili con
microscopio elettronico.
IN TOTALE LA SUPERFICIE ASSORBENTE DELL’INTESTINO TENUE È
PARI A 100 m2.
STRUTTURA PARETE INTESTINO TENUESono presenti 4 strati: mucosa, sottomucosa, muscolare,avventizia (duodeno) o sierosa (digiuno, ileo).L’epitelio di rivestimento è batiprismatico semplice con enterociti, cellule caliciformi mucipare, cellule del sistema endocrino gastro-enterico. I fenomeni di assorbimento avvengono attraverso gli enterociti. L’epitelio dell’intestino tenue si rinnova totalmente ogni 3-5 giorni.Nella lamina propria sono presenti ghiandole tubularisemplici. Nel duodeno vi sono anche ghiandole tubulo-acinose composte localizzate nella sottomucosa (gh. di Brunner) che secernono un muco alcalino che contribuisce a neutralizzare il pH acido del chimo.Nella lamina propria, specialmente nell’ileo, vi sono ammassi di tessuto linfoide.
Tratti dell’intestino crassoINTESTINO CIECO
COLON ASCENDENTE
FLESSURA DESTRA (EPATICA) DEL COLON
COLON TRASVERSO
FLESSURA SINISTRA (SPLENICA) DEL COLON
COLON DISCENDENTE
COLON ILEO-PELVICO (SIGMOIDEO)
RETTO
CANALE ANALE
LUNGHEZZA TOTALE: 1.6 METRI, DALLA
VALVOLA ILEO-CIECALE ALL’ORIFIZO ANALE
FUNZIONI DELL’INTESTINO CRASSO
1. Assorbimento H2O2. Assorbimento sali minerali3. Produzione ed assorbimento vitamine4. Produzione feci
STRUTTURA DELL’INTESTINO CRASSO
La parete presente 4 strati: t. mucosa, t. sottomucosa,t. muscolare, t. avventizia o sierosa. La t. mucosa è liscia (senza villi o pieghe circolari) e presenta un epitelio batiprismatico semplice costituito da enterociti e cellule caliciformimucipare.Nella lamina propria della t. mucosa troviamo molte ghiandole esocrine di tipo tubulare semplice.La tonaca muscolare ha la particolarità di presentare 3 ispessimenti dello strato longitudinale (quello piùesterno) detti tenie. Le tenie scompaiono nell’intestino retto.
IL FEGATOE’ una grossa ghiandola extramurale annessaall’apparato digerente. E’ l’organo più pesante del ns. corpo (1,5 kg), inoltre contiene 0,5 l. di sangue. Occupa quasi tutto l’ipocondrio dex., parte dell’epigastrio e dell’ipocondrio sin. Presenta una faccia antero-sup. (diaframmatica) ed una postero-inf.(meglio detta viscerale). Presenta anche un margineanteriore.La faccia diaframmatica, tramite il diaframma, è in rapporto con: base del polmone dex. e cuore. La faccia viscerale è in rapporto con: rene e ghiandola surrenale dex., colon ascendente e flessura epatica del colon, stomaco, duodeno.
FACCIA VISCERALE DEL FEGATO
Sulla faccia viscerale del fegato sono presenti tre solchi: due sagittali (dex. e sin.) ed uno trasversale (ilo del fegato), che formano una specie di H maiuscola.
H Dex.Sin.
ILO
Post.
Ant.
FOSSA CISTICA
FOSSA VENA CAVA INF.
FOSSA LEGAMENTO ROTONDO
FOSSA LEGAMENTO VENOSO
LA FOSSA CISTICA CONTIENE LA COLECISTI O CISTIFELLEA(SERBATOIO DELLA BILE).
LA FOSSA DELLA VENA CAVA INF. CONTIENE UN BREVE TRATTO DELLA VENA OMONIMA. SUL FONDO DI QUESTA FOSSA SI APRONO LE VENE EPATICHE (2-3) CHE SBOCCANO NELLA VENA CAVA INF.
LA FOSSA DEL LEGAMENTO ROTONDO CONTIENE IL LEGAMENTO OMONIMO, UN RESIDUO DELLA VENA OMBELICALE.
LA FOSSA DEL LEGAMENTO VENOSO CONTIENE IL LEGAMENTO OMONIMO, RESIDUO DEL DOTTO VENOSO.
ILO DEL FEGATO: ENTRANO L’ARTERIA EPATICA E LA VENA PORTA. ESCONO I DOTTI EPATICI DEX. E SIN. (TRASPORTANO BILE IN USCITA DAL FEGATO).
FUNZIONI DEL FEGATO
Produzione della bile.
Deposito di glucosio, Fe, vitamine A, B12, D, E, K.
Interconversione di sostanze nutritizie, ad es. quando la dieta non è bilanciata, come nel caso di eccesso di proteine, nel fegato avviene la scissione degli a.a e tramite complesse vie enzimatiche si producono ATP, lipidi e glucosio.
Detossificazione di sostanze che possono risultare tossiche, se acculate come alcool, farmaci e altre sostanze (gli epatociti trasformano l’ammonio, sottoprodotto tossico del metabolismo degli a.a, in urea che viene poi eliminata dai reni.
Fagocitosi ad opera delle cellule di Kuppfer che fagocitano gli eritrociti e i linfociti deteriorati, i batteri e le sostanze di scarto che entrano nella circolazione epatica.
Sintesi di proteine ad es. le proteine plasmatiche: albumina, fibrinogeno, globuline, eparina e fattori della coagulazione.
Assorbimento e inattivazione di farmaci Assorbimento e degradazione di ormoni circolanti (inclusi insulina e adrenalina) e di immunoglobuline
Accumulo di sangue (principale contributo alle riserve venose)
Fagocitosi (tramite le cellule del Kupffer) degli eritrociti invecchiatiSintesi dell’ angiotensinogeno→controllo pressione sanguignaSintesi di fattori della coagulazioneSintesi di proteine plasmatiche
Altre funzioni fondamentali
Accumulo di vitamine liposolubili
Accumulo di riserve di FeInattivazione di tossineSintesi e rilascio di colesterolo legato a proteine vettrici
Sintensi e interconversione di sostanze nutritizie (es. transaminazione di aminoacidi, o conversione di carboidrati in lipidi)
Controllo delle concentrazioni ematiche di glucosio, aminoacidi e acidi grassiAccumulo di glicogeno e di lipidi di riservaSintesi e secrezione della bile
Funzioni digestive e metaboliche
Principali funzioni del fegato
Il fegato, a differenza degli altri organi del nostro organismo, riceve una quota di
sangue arterioso ricco di ossigeno (20% del totale) tramite l’arteria epatica ed una
quota di sangue venoso povero di ossigeno (80% del totale) tramite la vena porta.
La vena porta si forma dalla confluenza di tre vene maggiori (la vena splenica, la
vena mesenterica superiore e la vena mesenterica inferiore) più altre vene
minori (v. gastriche). Nel loro complesso queste vene raccolgono il sangue che
ha circolato attraverso gli organi dell’apparato digerente situati nella cavità
addominale (stomaco, intestino tenue, intestino crasso). Dopo un pasto, quindi, il
sangue convogliato al fegato dalla vena porta è ricco di sostanze nutritizie che
sono state assorbite a livello intestinale (zuccheri, aminoacidi, vitamine).
L’arteria epatica e la vena porta entrano nel fegato attraverso l’ilo epatico. Quindi
cominciano a ramificarsi in vasi arteriosi e venosi di calibro sempre più piccolo.
La circolazione epatica
Dalle arterie e dalle vene interlobulari derivano vasi più piccoli che entrano nei lobuli epatici e si fondono insieme, formando così i sinusoidi epatici. Pertanto, il sangue che circola in senso centripeto nei sinusoidi epatici è un sanguemisto, provenendo in parte dall’arteria epatica ed in misura maggiore dalla vena porta. I sinusoidi sono capillari con endotelio fenestrato ed hanno anche discontinuità nel loro rivestimento endoteliale e nella membrana basale. Tutto ciò favorisce gli scambi metabolici fra il sangue che circola nei sinusoidi e gli epatociti. All’interno dei sinusoidi si trovano anche speciali cellule fagicitarie (cellule di Kupffer, derivate dai monociti) che fagocitano e distruggono gli eritrocitiinvecchiati e anche eventuali batteri presenti nel sangue.
I sinusoidi di un singolo lobulo epatico confluiscono nella
vena centrolobulare. Le vene centrolobulari dei vari lobuli
confluiscono nelle vene sottolobulari, le quali a loro volta
confluiscono nelle vene epatiche. Le vene epatiche escono dal
fegato tramite la parte posteriore del solco sagittale destro
(fossa della vena cava inferiore) e sboccano dentro la vena
cava inferiore. Pertanto le vene epatiche non escono
dall’ilo del fegato.
STRUTTURA DEL FEGATOIl fegato è un organo pieno, la cui unità funzionale di base è il lobulo epatico. I lobuli epatici hanno la forma di piramidi tronche o di poliedri. Se visti in sezione orizzontale hanno forma di un poligono (pentagono/esagono). Al centro del lobulo è presente la vena centrolobulare che si forma per confluenza dei sinusoidi epatici. Fra i sinusoidi sono presenti dei cordoni formati da epatociti, le cellule tipiche del fegato. In alcuni animali i lobuli epatici sono nettamente delimitati da t. connettivo denso,ma nell’uomo i confini dei lobuli si apprezzano con difficoltà. Alla periferia dei lobuli, a livello della confluenza degli spigoli, sono presenti gli spazi porti-biliari, dove troviamo ramificazioni della vena porta e dell’arteria epatica e un dotto biliare.
BILESecreta dal polo biliare degli epatocitie immessa nei capillari biliari
600-1000 ml al giorno
ACQUAACIDI BILIARI, dal catabolismo del colesteroloFOSFOLIPIDIBILIRUBINA, dal catabolismo dell’emoglobinaELETTROLITIPROTEINE (IgA con funzione protettiva)
Costituita da:
La bile è prodotta nel fegato: tramite le vie biliari raggiunge il duodeno.
Le vie biliari si dividono in intra-epatiche ed extra-epatiche.
FUNZIONI DELLA BILE
contribuisce ad eliminare cataboliti
endogeni: bilirubina
esogeni: farmaci
metabolismo del colesterolo
A livello sistemico
facilita la digestione dei lipidi
funzioni difensive di superficie – IgA
effetto trofico sulla mucosa
A livello intestinale
Iniziano a fondo cieco all’interno dei lobuli epatici sotto forma di capillari biliari.
Nel loro primo tratto, i capillari biliari non hanno una parete autonoma, ma sono
delimitati da docce (solchi) scavate sulle superfici adiacenti di due epatociti.
Verso la periferia dei lobuli, i capillari biliari si trasformano in duttuli biliari
intralobulari (colangiòli) e acquisiscono una parete autonoma, formata da un
singolo strato di cellule appiattite.
I duttuli biliari intralobulari escono poi dai lobuli e prendono il nome di duttuli
biliari periportali che confluiscono a formare condotti biliari di dimensioni
sempre maggiori. Questi sono dotati di un epitelio di rivestimento di tipo
isoprismatico.
In seguito a molteplici confluenze, si formano i due dotti epatici destro e sinistro
che escono dall’ilo del fegato.
Vie biliari intraepatiche
Le vie biliari extra-epatiche iniziano con i due dotti epatici, destro e sinistro, che
escono dall’ilo del fegato.
I due dotti epatici confluiscono per formare il dotto epatico comune.
Il dotto epatico comune confluisce con il dotto cistico (proveniente dalla colecisti
o cistifellea) per formare il dotto coledoco.
Il dotto coledoco sbocca nel duodeno (porzione discendente) a livello della
papilla duodenale maggiore.
Vie biliari extra-epatiche
STRUTTURA DELLA COLECISTI
La colecisti è un organo cavo, impari, che ha la forma di una pera. Ha una capacità di 60/70 ml.La sua parete è formata dai seguenti strati: t. mucosa, t. fibro-muscolare, t. sierosa.Nella tonaca mucosa è presente un epitelio di rivestimento di tipo batiprismatico semplice con cellule dotate di microvilli.
IL PANCREAS
E’ una ghiandola extramurale annessa all’apparato digerente. E’ un organo pieno, impari localizzato nella regione epigastricaed ombelicale. Viene in rapporto con lo stomaco (anteriormente), con il duodeno ( a dex.), con la milza ed il rene di sin. (a sin.).Pesa circa 80 g. ed è per la maggior parte una ghiandola esocrina. Tuttavia contiene anche una importantissima componente endocrina.
Il pancreas esocrino e’ una ghiandola tubulo-acinosa composta a secrezione
sierosa.
Il secreto del pancreas esocrino, detto anche succo pancreatico, e’ un liquido
acquoso che viene prodotto in misura di circa 1 litro/giorno.
Esso contiene:
IONI BICARBONATO (HCO3-), che hanno la funzione di
neutralizzare l’acidità del chimo gastrico riversato nel duodeno
ENZIMI DIGESTIVI, che servono appunto per digerire i nutrienti
introdotti con la dieta (zuccheri, proteine, lipidi, acidi nucleici)
Il pancreas esocrino
Il succo pancreatico e’ riversato nel duodeno tramite il condotto pancreatico
principale (che sbocca nella papilla duodenale maggiore) ed il condotto
pancreatico accessorio, che sbocca in quella minore.
Il pancreas endocrino e’ costituito da piccoli raggruppamenti di cellule detti isolotti
pancreatici o isole di Langerhans.
Il pancreas contiene circa un milione di isolotti ed ogni isolotto e’ costituito da
qualche migliaio (al massimo 10.000-20.000) di cellule.
Le cellule degli isolotti pancreatici sono di tre tipi:
CELLULE ALFA (α): sono circa il 10-15%. producono l’ormone
glucagone, che ha funzione iperglicemizzante, ovvero innalza i livelli di
glucosio presente nel plasma.
Il pancreas endocrino
CELLULE BETA (β): sono circa il 70-80%. producono l’ormone insulina,
che ha funzione ipoglicemizzante, ovvero abbassa i livelli di glucosio presente
nel plasma.
Sia il glucagone che l’insulina vengono riversati all’interno dei vasi capillari
che sono presenti in misura molto abbondante all’interno degli isolotti pancreatici.
Questi ormoni esercitano il loro effetto agendo su organi o tessuti bersaglio
(esempio: fegato, tessuto adiposo bianco, tessuto muscolare scheletrico).
CELLULE DELTA (δ): Sono circa il 5% e producono l’ormone
somatostatina. Questo ormone, oltre ad essere riversato nei vasi sanguigni,
agisce in loco sulle cellule alfa e beta, regolandone l’attività.
E’ formato da due organi parenchimatosi (i reni) e da una serie
di strutture cave (calici renali minori e maggiori, pelvi o
bacinetto renale, ureteri, vescica ed uretra) che formano le
vie urinarie.
I reni hanno come compito principale la filtrazione del sangue
per depurarlo da sostanze di rifiuto tossiche per l’organismo e
la produzione di urina. L’urina viene poi eliminata all’esterno
tramite le vie urinarie.
Apparato urinario
Funzioni dell’apparato urinarioEliminazione di scorie metaboliche organiche (soprattutto azotate, come urea, acido
urico, creatinina), sostanze tossiche, farmaci.
Regolazione del volume e della pressione del sangue tramite:
modulazione H2O persa con le urine;
rilascio di eritropoietina ematocrito;
rilascio di renina pressione sanguigna.
Regolazione della concentrazione plasmatica di sodio, potassio, cloro, calcio ed
altri ioni, tramite il controllo della loro eliminazione con le urine.
Stabilizzazione del pH ematico (circa 7.3-7.4).
Sintesi della forma attiva della vitamina D3, importante per il metabolismo del calcio.
I RENISono organi pari e pieni, localizzati nelle regioni lombari, ai lati delle vertebre lombari. Il rene sin. è un poco più alto del dex.
Hanno la forma di grossi fagioli. Il loro peso si aggira sui 120-150 g. Sono alti 12 cm, larghi 6 cm, spessi 3 cm.
Il rene di destra viene in rapporto con: gh. surrenale dex., fegato, colon ascendente, flessura dex. del colon, duodeno (parte discendente).
Il rene di sin. viene in rapporto con: gh. surrenale sin., stomaco, milza, pancreas, flessura di sin. del colon, colondiscendente.
Ogni rene presenta una faccia ant. ed una post., un polo superiore ed uno inferiore, un margine laterale ed uno mediale. Nel margine mediale troviamo l’ilo del rene che porta ad una cavità interna detta seno renale.
IL SENO RENALE
Questa cavità contiene tessuto adiposo, vasi sanguigni (arterie, vene) ed una serie di strutture cave:
-PELVI O BACINETTO RENALE-CALICI RENALI MAGGIORI (DI SOLITO 3)-CALICI RENALI MINORI (12-20)
DI SOLITO 4-7 CALICI RENALI MINORI CONFLUISCONO IN UN CALICE RENALE MAGGIORE. A LORO VOLTA I CALICI RENALI MAGGIORI CONFLUISCONO PER FORMARE LA PELVI RENALE
Diagramma della circolazione renaleArteria renale Arterie segmentali
Arterie interlobari
Arterie arcuate
Arterie interlobulari
Arteriole afferenti
Glomerulo
Arteriole efferentiCapillari peritubulari,
vasa recta
Vena renale
Venule
Vene interlobari
Vene arcuate
Vene interlobulari
NEFRONE
(unità anatomo-funzionale del rene)
Corpuscolo renale
Tubulo contorto prossimale
Ansa di HenleTubulo contorto
distale
Tubulorenale
Glomerulo arterioso
Capsula di Bowman
OGNI RENE CONTIENE 1 X 106 NEFRONI
ESISTONO 2 TIPI DI NEFRONI
-NEFRONI CORTICALI (80% DEL TOTALE), I CUI CORPUSCOLI SI TROVANO NEI 2/3 ESTERNI DELLA CORTICALE (HANNO ANSA DI HENLE CORTA)
-NEFRONI IUXTAMIDOLLARI (20% DEL TOTALE), I CUI CORPUSCOLI SI TROVANO NELLA CORTICALE AL CONFINE CON LA MIDOLLARE (HANNO ANSA DI HENLE LUNGA)
È costituito da:
1. GLOMERULO ARTERIOSO
2. CAPSULA DI BOWMANN
Corpuscolo renale
TUTTI I CORPUSCOLI RENALI SONO SITUATI NELLA CORTICALE DEL RENE
È formato da un gomitolo di una trentina di capillari fenestrati che
prendono origine dall’arteriola afferente al glomerulo. I capillari del
glomerulo arterioso confluiscono poi per formare l’arteriola efferente
che ha un calibro inferiore rispetto all’arteriola afferente.
ECCEZIONE: I CAPILLARI DEL GLOMERULO ARTERIOSO
SONO INTERPOSTI FRA DUE ARTERIOLE (RETE MIRABILE
ARTERIOSA) E NON FRA UN’ARTERIOLA ED UNA VENULA,
COME NELLA MAGGIORANZA DEGLI ORGANI.
Il glomerulo arterioso
È costituita da due foglietti, uno parietale ed uno viscerale.
Quello viscerale è formato da cellule dette podociti, che presentano dei
caratteristici prolungamenti (pedicelli). I podociti rivestono esternamente i capil-
lari glomerulari.
Il foglietto parietale si continua, a livello del polo urinifero della capsula, con
l’epitelio di rivestimento del tubulo contorto prossimale.
La capsula presenta anche un polo vascolare, a livello del quale entra l’arteriola
afferente ed esce quella efferente.
Fra i due foglietti della capsula è racchiuso uno spazio, detto spazio capsulare,
dove si raccoglie il filtrato glomerulare o preurina.
La capsula di Bowmann
L’ultrafiltrazione è quel fenomeno in base al quale un liquido, in parte simile al
plasma, passa attraverso il filtro renale e si raccoglie nello spazio capsulare (o
glomerulare) compreso fra i due foglietti della capsula di Bowmann (parietale e
viscerale).
Questo liquido si chiama ultrafiltrato glomerulare o preurina. Ogni giorno si formano
160-180 litri di preurina. Il 99% della preurina verrà riassorbito lungo il tubulo renale.
La preurina è formata da acqua, ioni, glucosio, vitamine, amino acidi, e piccolissime
quantità di proteine a basso peso molecolare. Sole molecole con un diametro < 7 nm
passano nella preurina.
IL FILTRO RENALE E’ COSTITUITO DA TRE STRATI:
1. ENDOTELIO FENESTRATO DEI CAPILLARI GLOMERULARI
2. MEMBRANA BASALE (IN COMUNE FRA ENDOTELIO E PODOCITI)
O LAMINA DENSA
3. FESSURE DI FILTRAZIONE DEI PODOCITI
Ultrafiltrazione
È costituito da:
1. TUBULO CONTORTO PROSSIMALE (CORTICALE)
2. ANSA DI HENLE (MIDOLLARE)
3. TUBULO CONTORTO DISTALE (CORTICALE)
Tramite il tratto reuniente, il tubulo renale si continua con i
canali (dotti) collettori. A loro volta i canali collettori si versano
nei condotti papilliferi che si aprono nei fori posti all’estremità
delle papille renali.
Nel tubulo renale avvengono non solo fenomeni di
riassorbimento ma anche di secrezione.
Tubulo renale
RIASSORBIMENTO NEL TUBULO RENALE
TUBULO CONTORTO PROSSIMALE: H20, glucosio, aminoacidi, vitamine, ioni bicarbonato, piccole proteine, (65% del totale)
ANSA DI HENLE: H20, Na+, Cl- (15% del totale)
TUBULO DISTALE: H2O, Na+ (riassorbimento dipendente da ormone: aldosterone )
DOTTO COLLETTORE: H2O (riassorbimento dipendente da ormone: ADH o ormone anrtidiuretico )
È formato da 3 tipi di cellule:
1. CELLULE IUXTAGLOMERULARI, poste nella parete (tonaca
media) dell’arteriola afferente al glomerulo. Sono dei pressocettori,
ovvero sono cellule che costantemente misurano la pressione
sanguigna vigente all’interno dell’arteriola afferente.
L’apparato iuxtaglomerulare
2. CELLULE DELLA MACULA DENSA, poste nell’epitelio del tubulo
contorto distale, nel punto in cui tale tubulo passa vicino al
corpuscolo renale di origine. Sono degli osmocettori, ovvero sono
cellule che costantemente misurano la concentrazione di sodio
(Na+) vigente all’interno del tubulo contorto distale.
3. CELLULE DEL MESANGIO EXTRAGLOMERULARE, poste a
livello del polo vascolare del glomerulo.
Le cellule iuxtaglomerulari, quando la pressione sanguigna
scende sotto certi livelli, secernono la renina, un enzima che ha
come substrato l’angiotensinogeno, una proteina del plasma
prodotta dal fegato (epatociti) e dal tessuto adiposo
univacuolare (grasso bianco).
La renina trasforma l’angiotensinogeno in angiotensina I.
L’angiotensina I e’ trasformata in angiotensina II da parte di un
enzima detto ACE (Angiotensin Converting Enzyme) che e’
prodotto dalle cellule endoteliali dei vasi sanguigni polmonari.
L’angiotensina II ha i seguenti effetti:
stimola la contrazione della muscolatura liscia delle
arteriole→ aumento pressione sanguigna;
stimola le ghiandole surrenali a produrre l’ormone aldosterone
che fa riassorbire più Na+ ed H2O a livello del tubulo contorto
distale del nefrone→ aumento pressione sanguigna;
ci fa venire sete agendo sull’ipotalamo (S.N.C.) → aumento
pressione sanguigna.
Le cellule della macula densa, se rilevano che l’urina contenuta nel
tubulo contorto distale ha un contenuto troppo basso in Na+
(perdita col sudore), mandano un segnale alle cellule
iuxtaglomerulari tramite le cellule del mesangio extraglomerulare
che fanno da intermediari. Le cellule iuxtaglomerulari secernono
renina.
Le cellule del miocardio dell’atrio destro producono, in seguito ad un aumento
della pressione sanguigna, un ormone detto fattore natriuretico atriale che:
diminuisce la secrezione di aldosterone;
stimola l’eliminazione di H20 e di sodio a livello renale.
Questi fenomeni portano ad un abbassamento della pressione sanguigna.
Regolazione della pressione sanguigna
LA VESCICA URINARIA
E’ un organo impari e cavo, con una capacità di 500 ml nell’uomo e di 300-350 ml nella donna. Quando è vuota è localizzata nella piccola pelvi ed ha la forma di un cono ad apice superiore o della prua di una barca. Quando è piena ha forma globosa e si espande verso l’alto nella cavitàaddominale.
TRIGONO VESCICALE
ORIFIZIO INTERNO DELL’URETRACON SFINTERE INTERNO (LISCIO)DELL’URETRA
ORIFIZI DI SBOCCO DEGLI URETERICON SFINTERE
E’ formato dagli organi genitali interni e da quelli esterni.
Gli organi genitali interni comprendono i testicoli (= gonadi
maschili che producono spermatozoi e ormoni androgeni),
le vie spermatiche (che hanno il compito di veicolare gli
spermatozoi fino all’uretra prostatica) ed una serie di
ghiandole esocrine il cui secreto contribuisce, insieme agli
spermatozoi, a formare il liquido spermatico.
Apparato genitale maschile
I TESTICOLI
Sono organi pieni e pari, localizzati nello scroto, una specie di borsa presente fra la radice delle cosce. I testicoli si formano all’interno della cavità addominale e poi iniziano una discesa verso lo scroto, che si completa poco prima o poco dopo la nascita.
Il testicolo è diviso in varie logge, ognuna delle quali contiene 2-4 tubuli
seminiferi contorti. Ciascuno di tali tubuli ha una lunghezza di 100-120 cm
ed è ripetutamente avvolto su se stesso.
Gli spazi fra i tubuli seminiferi contengono le cellule interstiziali del
testicolo (cellule di Leydig). Queste cellule hanno una funzione endocrina,
poiché producono ormoni sessuali maschili (androgeni→testosterone).
I tubuli seminiferi contorti sono rivestiti internamente da un epitelio
composto, detto epitelio germinale o germinativo.
Tale epitelio è composto dalle cellule germinali nei loro vari stadi maturativi
e dalle cellule di Sertoli.
Contenuto del testicolo
SPERMATOGONI A (CELLULE STAMINALI)
SPERMATOGONI B
SPERMATOCITI I ORDINE
SPERMATOCITI II ORDINE
SPERMATIDI
SPERMATOZOI
Cellule germinali nell’uomo
1. Mantenimento della barriera emato-testicolare (concetto
simile alla barriera emato-encefalica), che permette di avere
all’interno dei tubuli seminiferi contorti un’elevata
concentrazione di androgeni, di potassio e di aminoacidi.
2. Supporto alla maturazione delle cellule germinali
3. Produzione e secrezione di una proteina legante gli
androgeni, che aumenta la concentrazione di androgeni
all’interno dei tubuli seminiferi, stimolando la spermatogenesi.
Funzioni delle cellule di Sertoli
TUBULI SEMINIFERI RETTI↓
RETE TESTIS↓
CONDOTTINI EFFERENTI↓
CANALE DELL’EPIDIDIMO↓
DOTTO DEFERENTE↓
DOTTO EIACULATORE↓
URETRA PROSTATICA
Vie spermatiche
VESCICHETTA SEMINALE
PROSTATA
Ghiandole annesse alle vie spermatiche
Vescichette seminali: costituite da un dotto che si ripiega su se stesso più volte dotato di diverticoli ampollari.
Secernono una sostanza vischiosa, gialllastra, leggermente alcalina, ricca di proteine, fruttosio, sorbitolo, acido citrico e prostaglandine.
Il secreto costituisce il 60% del liquido seminale.
Prostata: organo ghiandolare costituito da 30-50 ghiandole otricolari, tubulo che mostra dilatazioni irregolari.
Secerne un liquido lattescente leggermente acido, ricco di enzimi (fibrinolisina, fosfatasi acida, proteasi, amilasi, ecc.), prostaglandine, spermina, spermidina, ecc.
Il secreto costituisce il 30% del liquido seminale.
Gh. Bulbo-uretrali: sono tubulo-alveolari composte.
Secernono glicoproteine neutre con funzione lubrificante.
Il secreto costituisce il 5% del liquido seminale.
È formato dai genitali esterni e dai genitali interni.
I genitali interni comprendono:
OVAIE [gonadi femminili, ovvero gli organi che
producono i gameti (cellule uovo o oociti) e gli ormoni
sessuali femminili (estrogeni e progesterone)]
TUBE UTERINE
UTERO
VAGINA
Apparato genitale femminile
Le ovaie sono organi pari e parenchimatosi localizzati sulla
parete laterale della piccola pelvi. Hanno la forma e le
dimensioni di una piccola mandorla. La superficie delle ovaie e’
liscia prima della pubertà, mentre dopo la pubertà si presenta
irregolare, con presenza di cicatrici.
Nell’ovaie troviamo una zona midollare (interna) ed una
corticale (esterna).
I follicoli ovarici (oofori) sono localizzati nella corticale.
Ovaie
Alla nascita sono presenti circa 1 milione di follicoli
primordiali (primitivi) costituiti da una cellula uovo (oocita)
circondata da un singolo strato di cellule epiteliali appiattite.
Fino alla pubertà i follicoli primordiali non maturano, anzi una
notevole quantità di essi degenera e scompare.
Alla pubertà, per ogni ciclo della donna, un certo numero di
follicoli (25-30) inizia un processo maturativo organizzato in
vari stadi. Tuttavia, di solito, un solo follicolo arriva alla
maturazione finale, mentre gli altri degenerano prima. Così in
ogni ciclo la donna produce di solito una sola cellula uovo.
GLI STADI MATURATIVI DEL FOLLICOLO
OOFORO SONO:
-FOLLICOLO PRIMORDIALE o PRIMITIVO
-FOLLICOLO PRIMARIO
-FOLLICOLO SECONDARIO
-FOLLICOLO VESCICOLOSO/MATURO
FOLLICOLI PRIMORDIALI: sono formati da un singolo strato di
cellule follicolari appiattite che circondano una cellula uovo
(ovocito) bloccato nella profase della I divisione meiotica.
FOLLICOLI PRIMARI: le cellule follicolari diventano isoprismatiche
e l’ovocito aumenta di volume.
FOLLICOLI SECONDARI: le cellule follicolari proliferano e si
dispongono in più strati. Producono e secernono un liquido che si
accumula all’interno del follicolo. All’esterno della membrana basale
che circonda il follicolo compaiono degli strati concentrici di cellule
che formano la teca esterna e la teca interna.
Follicoli oofori (ovarici)
FOLLICOLI VESCICOLOSI/MATURO: è aumentata la quantità di liquido
che forma una specie di cavità all’interno del follicolo. Le cellule
follicolari che rivestono la cavità del follicolo e circondano l’ovocito
prendono il nome di cellule della granulosa. L’ovocita completa la I
divisione meiotica. Le cellule della teca interna cominciano a produrre
estrogeni.
Il diametro raggiunge i 15 mm e sporge dalla superficie dell’ovaio. Il
follicolo scoppia ed espelle l’ovocito circondato dalle cellule della
corona radiata.
Il corpo luteo deriva dalla trasformazione che subisce un follicolo
maturo dopo l’ovulazione. Dopo l’ovulazione la cavità del follicolo si
riempie di un coagulo di sangue. Il coagulo e’ invaso da fibroblasti e
da piccoli vasi sanguigni che provengono dalle teche. Le cellule
follicolari rimaste proliferano e si trasformano in cellule luteiniche che
producono progesterone (ormone sessuale femminile). Le cellule della
teca interna continuano a produrre estrogeni. Il corpo luteo ha un
colore giallastro, da cui il suo nome.
Il corpo luteo
Se l’ovocita ovulato non viene fecondato, il corpo luteo rimane attivo
per 12 giorni (corpo luteo mestruale). Se invece l’ovocito viene
fecondato, il corpo luteo rimane attivo per 3-4 mesi (corpo luteo
gravidico).
Alla fine del periodo di attività, il corpo luteo (mestruale o gravidico) si
trasforma in una specie di cicatrice fibrosa.
L’insieme delle trasformazioni a cui è soggetto il follicolo ooforo
prende il nome di ciclo ovarico e dura in media 28 giorni.
L’utero è l’organo della gestazione, ovvero l’organo in cui si
sviluppa l’embrione e si accresce il feto. Al momento del
parto la muscolatura liscia dell’utero si contrae per espellere il
feto.
E’ un organo impari e cavo. Quando non è gravidoi è situato
nella piccola pelvi, quando è gravido si espande nella cavità
addominale. È formato da un corpo (superiore) e da un collo
(inferiore) separati in superficie da un istmo. La parte superiore
del corpo e’ detta fondo.
Utero
All’interno del corpo troviamo la cavità del corpo dell’utero, in
cui sboccano le tube uterine.
All’interno del collo troviamo il canale cervicale.
Superiormente questo canale si continua con la cavità del
corpo dell’utero mentre inferiormente, tramite l’orifizio uterino
esterno, comunica con la vagina.
Parte del collo dell’utero sporge dentro la cavità della vagina
(porzione intravaginale del collo dell’utero).
TONACA MUCOSA = ENDOMETRIO
TONACA MUSCOLARE = MIOMETRIO
TONACA AVVENTIZIA O SIEROSA = PERIMETRIO
Strati della parete uterina
L’endometrio è la tonaca mucosa dell’utero. È costituito da un
epitelio di rivestimento e da una lamina propria.
L’epitelio di rivestimento è di tipo batiprismatico semplice.
Nella lamina propria, costituita da tessuto connettivo lasso,
sono presenti molte ghiandole esocrine di tipo tubulare
semplice.
Endometrio
L’epitelio di rivestimento e gli strati più superficiali della lamina
propria formano la zona funzionale dell’endometrio, mentre gli
strati più profondi della lamina propria formano la zona basale
dell’endometrio.
ZONA FUNZIONALE: EPITELIO DI RIVESTIMENTO +
STRATI PIÙ SUPERFICIALI DELLA LAMINA PROPRIA.
ZONA BASALE: STRATI PIÙ PROFONDI DELLA LAMINA
PROPRIA.
Fase mestruale: ha una durata di 1-5 giorni. La zona funzionale
dell’endometrio viene completamente distrutta perché le arterie spirali si
chiudono e poi si rompono (↓↓↓ progesterone).
Fase rigenerativa: ha una durata di 2-3 giorni. Le cellule rimaste nella zona
basale dell’endometrio cominciano a moltiplicarsi (↑ estrogeni).
Fase proliferativa: ha una durata di 7-8 giorni. Si ha una completa
riformazione delle ghiandole, delle arteriole e dell’epitelio. Le ghiandole
dell’endometrio cominciano a secernere (↑↑↑↑ estrogeni).
Fase secretiva: ha una durata di 12-14 giorni. Le ghiandole si dilatano ed
aumentano la loro secrezione. Le arteriole si allungano e divengono più
tortuose (↑↑↑ estrogeni↑↑↑↑ progesterone)
Ciclo uterino (mestruale)
Esso e’ costituito da ghiandole vere e proprie (es. Tiroide) o da cellule
isolate (cellule endocrine della mucosa del duodeno → CCK) o da
gruppi di cellule (isole pancreatiche di Langerhans) sparse in vari
organi, che producono ormoni. Possiamo considerare gli ormoni dei
messaggeri chimici che regolano numerose funzioni del nostro corpo.
Nella maggior parte dei casi gli ormoni agiscono a distanza e sono
trasportati agli organi bersaglio dalla corrente sanguigna.
Alle volte però gli ormoni possono agire sulle stesse cellule che li hanno
prodotti (autocrinia) o su cellule circostanti (paracrinia, esempio delle
cellule delta delle isole pancreatiche, che producono l’ormone
somatostatina che agisce sulle cellule alfa e beta).
Apparato endocrino
Tireociti: sono le cellule che rivestono internamente i
follicoli e producono la colloide, materiale che riempie i
follicoli.
Cellule parafollicolari (cellule C): sono localizzate o fra i
tireociti e la membrana basale, oppure fra un follicolo e
l’altro. Producono la tireocalcitonina.
Cellule della tiroide
Ormoni della tiroide
TETRA-IODO-TIRONINA
(TIROXINA)Ormoni tiroidei prodotti dalle cellule follicolari (tireociti)
TRI-IODO-TIRONINA
CALCITONINA Prodotta dalle cellule parafollicolari
Produzione di tiroxina e tri-iodo-tironina
1. I tireociti sintetizzano una proteina, la TIREOGLOBULINA,
che va a depositarsi nel lume del follicolo, formando la
colloide.
2. Nel sangue circola I- che viene captato dai tireociti. Tramite
un enzima lo I- viene ossidato a I2 che andrà a depositarsi
nel lume del follicolo. La tireoglobulina è molto ricca di
tirosina, un amminoacido. Ogni molecola di tirosina può
legare 1 o 2 atomi di iodio.
Ormoni delle ghiandole surrenaliCORTICALE:
ZONA GLOMERURALE → MINERALCORTICOIDI
(ALDOSTERONE)
ZONA FASCICOLATA → GLICOCORTICOIDI
(CORTISOLO)
ZONA RETICOLARE → ORMONI STEROIDI
ANABOLIZZANTI (DEIDROEPIANDROSTERONE, DHEA)
MIDOLLARE:CATECOLAMINE (ADRENALINA; NORADRENALINA).
EFFETTI DELL’ALDOSTERONE:
↑ RIASSORBIMENTO H2O E Na+ A LIVELLO DEL
TUBULO CONTORTO DISTALE DEL NEFRONE.
EFFETTI DEI GLICOCORTICOIDI:
↑ GLICEMIA
↑ UTILIZZO DEI GRASSI
↓ SISTEMA IMMUNITARIO
↓ SENSAZIONE DI FATICA
E’ costituito dalla cute (o pelle) e dagli annessi cutanei (follicoli
piliferi, peli, capelli, unghie, ghiandole sebacee e sudoripare).
FUNZIONI DELLA CUTE:
Protegge da danni meccanici, chimici, fisici (calore, freddo,
radiazioni)
Partecipa alla regolazione della temperatura corporea
Previene la disidratazione del ns. organismo
Protegge dalla penetrazione di microorganismi
Elimina prodotti di rifiuto del ns. metabolismo
Produce vitamina D3
È un importante organo di senso
Apparato tegumentario
Essa ha uno spessore variabile da 0,5 mm (palpebre) fino a 4
mm (pianta dei piedi). La sua estensione e’ in media pari a 1,5-2
m2.
La pelle è costituita da un epitelio di rivestimento
pavimentoso composto cheratinizzato (epidermide) al di
sotto del quale e’ presente uno strato di T. connettivo denso a
fasci intrecciati detto derma.
In profondità rispetto al derma troviamo poi il sottocutaneo, cioè
del T. connettivo lasso più o meno ricco (a seconda delle zone
e degli individui) di cellule adipose.
La pelle
L’EPIDERMIDE E’ COMPOSTA DA VARI TIPI DI
CELLULE:
1. CHERATINOCITI, più numerosi, (→CHERATINE)
2. MELANOCITI (→MELANINA, PIGMENTO SCURO)
3. CELLULE DI LANGERHANS (→FAGOCITOSI)
4. CELLULE DI MERKEL (→PERCEZIONE SENSITIVA)
L’EPIDERMIDE PRESENTA 5 STRATI, DALLA
PROFONDITA’ IN SUPERFICIE:
1. BASALE O GERMINATIVO
2. SPINOSO
3. GRANULOSO (→GRANULI DI CHERATOIALINA)
4. LUCIDO
5. CORNEO
Le ghiandole sebacee sono ghiandole alveolari
ramificate o composte a secrezione olocrina.
Esse sono per lo più annesse ai follicoli piliferi in quanto
che il loro dotto escretore sbocca in un follicolo pilifero.
In alcune zone della cute però, ve ne sono con uno
sbocco indipendente.
Ghiandole sebacee
Il sebo e’ un impasto di cellule morte e lipidi.
Ha un’azione lubrificante per l’epidermide e la
protegge dall’umidità e dall’essiccamento.
Contribuisce alla formazione del film idrolipidico
cutaneo, una sottile pellicola protettiva che, per il suo
pH lievemente acido (4.2-5.6, più alto nelle donne), ha
azione antibatterica.
7,5Paraffine2,5Squalene (idrocarburo insaturo)2,5altri steroidi2,5colesterolo legato 2,5colesterolo libero
Steroidi
Esteri del colesterolo15
Cere32,5Trigliceridi15saturi15insaturi
Acidi grassi liberi
Quantità (%)Componenti lipidicheCaratteristiche e composizione del sebo *
* Miscela di lipidi, detriti cellulari e residui di cheratina a pH 3-4.
Il sistema nervoso è un insieme di formazioni in stretta continuità
anatomica e funzionale l’una con l’altra, che servono alla percezione e
al riconoscimento di stimoli provenienti sia dall’ambiente esterno che
dall’interno del nostro organismo, ed all’elaborazione di una risposta
appropriata a tali stimoli. Le risposte possono essere volontarie od
involontarie. Le risposte volontarie sono rappresentate da movimenti
dei muscoli scheletrici oppure consistono in processi molto più
complessi, come la memoria, l’immaginazione, il giudizio, il pensiero
creativo, le emozioni.
Le risposte involontarie (indicate come risposte riflesse) consistono
soprattutto nella contrazione o nel rilassamento della muscolatura
Il sistema nervoso
liscia dei visceri, nella secrezione ghiandolare, nel rallentamento o
nell’accelerazione del ritmo cardiaco. Va tuttavia rilevato che vi sono
risposte riflesse che portano contrazione (ovviamente involontaria) di
muscoli scheletrici.
Il fine ultimo di tutte le risposte è far sì che il nostro
sistema si trovi sempre nelle migliori condizioni funzionali.
Gli stimoli vengono rilevati mediante il Sistema Nervoso Periferico,
che li invia poi al Sistema Nervoso Centrale. Questo li riconosce, li
elabora e provvede a selezionare le risposte adeguate.
Tali risposte vengono poi inviate in periferia (a muscoli, ghiandole, etc.)
nuovamente tramite il Sistema Nervoso Periferico.
Il SISTEMA NERVOSO viene diviso in un SISTEMA
NERVOSO SOMATICO (o della vita di relazione) e in un
SISTEMA NERVOSO VISCERALE (o autonomo).
Il sistema nervoso somatico controlla i muscoli scheletrici striati
e tramite esso noi camminiamo, parliamo, scriviamo, disegniamo.
Inoltre esso ci permette di riflettere, programmare, memorizzare,
provare emozioni e sentimenti, etc….
Il sistema nervoso viscerale controlla invece funzioni non
dipendenti dalla volontà, quali la contrazione della muscolatura
liscia del tubo gastro-enterico, delle vie urinarie e delle vie
respiratorie, la secrezione ghiandolare, la frequenza cardiaca, il
calibro dei vasi, etc….
Tuttavia i due sistemi non si possono considerare totalmente
separati ed esistono aree dell’encefalo dove essi si integrano
per esempio le manifestazioni viscerali associate alle emozioni
(sistema limbico; aspetti sensitivi del sistema viscerale).
Il SISTEMA NERVOSO VISCERALE viene diviso in una
branca PARASIMPATICA ed in una SIMPATICA, ognuna delle
quali comprende centri nervosi (localizzati nel S.N.C.) e gangli
e nervi (che appartengono al S.N.P.).
SISTEMA NERVOSO DELLA VITA DI RELAZIONE (O SOMATICO)
SIST. NERV. CENTRALE
SIST. NERV. PERIFERICO
SISTEMA NERVOSO VISCERALE (O AUTONOMO O VEGETATIVO)
SIST. NERV. CENTRALE
SIST. NERV. PERIFERICO
Il SISTEMA NERVOSO CENTRALE è composto dal
MIDOLLO SPINALE (contenuto all’interno del canale
vertebrale) e dall’ENCEFALO (contenuto all’interno della
scatola cranica). L‘encefalo ed il midollo spinale si
continuano l’uno con l’altro a livello del GRANDE FORAME
OCCIPITALE.
Il SISTEMA NERVOSO PERIFERICO è costituito da:
FIBRE NERVOSE (ovvero assoni) nati o da
motoneuroni somatici o viscerali delle corna anteriori
del midollo spinale (fibre efferenti) o da protoneuroni
sensitivi somatici o viscerali dei gangli encefalici e
spinali (fibre afferenti).
PROTONEURONI SENSITIVI DEI GANGLI
ENCEFALICI E SPINALI.
STRUTTURE (dette recettori) che servono per la
captazione degli stimoli, presenti sia a livello somatico
che viscerale.
CENTRI ASSIALI:MIDOLLO SPINALE
TRONCO ENCEFALICO
BULBO PONTEMESENCEFALO
CENTRI SOPRAASSIALI:CERVELLETTO
DIENCEFALO
TELECENFALO (EMISFERI CEREBRALI)
SISTEMA NERVOSO CENTRALE
Il neurone e le catene neuronaliL’unità anatomo-funzionale di base del sistema nervoso è il neurone, ovvero
una cellula che possiede le seguenti caratteristiche peculiari:
eccitabilità
conducibilità
trasmissibilità
memorizzazione
Nel sistema nervoso dell’uomo sono presenti circa 100 x 109 neuroni che si
organizzano a formare catene neuronali.
La più semplice catena neuronale è formata da 2 neuroni:
a) un neurone sensitivo primario (o protoneurone sensitivo), localizzato nel
sistema nervoso periferico (per lo più in un ganglio spinale o di un nervo
cranico) che raccoglie informazioni sensitive o sensoriali provenienti dalla
periferia (cute, ossa, muscoli, tendini, articolazioni, mucose) tramite il
sistema nervoso periferico;
b) un neurone effettore (o motoneurone di tipo somatico o viscerale)
localizzato nel sistema nervoso centrale (midollo spinale o tronco
encefalico) che invia il suo assone, tramite il sistema nervoso periferico,
ad innervare muscoli scheletrici, muscoli lisci, ghiandole esocrine, il
sistema di conduzione del cuore, etc.
Queste catene bineuronali sono alla base di sole risposte riflesse. Tuttavia,
vi sono anche catene con più di 2 neuroni (in cui fra il neurone sensitivo e
quello effettore si interpongono uno o più interneuroni) che danno origine
sempre a risposte riflesse.
Esistono poi catene polineuronali (con decine, centinaia e migliaia di neuroni
collegati) che portano le informazioni a livelli superiori del S.N.C. (centri
sopraassiali, come diencefalo e telencefalo). Qui le informazioni subiscono
complessi processi di elaborazione e di integrazione, alla fine dei quali i
centri soprassiali elaborano una risposta ottimale che potrà essere di tipo
motorio, ma che potrà anche consistere in quelle funzioni superiori che sono
proprie della specie umana (apprendimento, memorizzazione, pensiero
creativo, pianificazione del futuro, emozioni).
Un aspetto che va rilevato è il seguente: il messaggio che viaggia lungo una
catena polineuronale viene continuamente modificato ad ogni stazione
nervosa che esso attraversa. Pertanto il segnale che esce da tale catena è
diverso, per vari aspetti, da quello che era entrato. Infatti, ogni stazione può
aggiungere o togliere qualcosa al segnale.
Sensibilità speciale
Per sensibilità speciale (detta anche sensoriale) si
devono intendere i seguenti sensi:
vista
udito
gusto
olfatto
equilibrio
ENTEROCETTORIENTEROCETTIVASENSIBILITÀVISCERALE
PROPRIOCETTORICOSCIENTE O INCOSCIENTEPROPRIOCETTIVA
NOCICETTORIDOLORIFICATERMOCETTORITERMICA
PRESSORIA
MECCANOCETTORI
VIBRATORIA
ESTEROCETTIVASENSIBILITÀSOMATICA
Sensibilità generale
EPICRITICA
PROTOPATICATATTILE
I NEURONI DELLA SOSTANZA GRIGIA SI POSSONO
SUDDIVIDERE IN:
a neuroni radicolari (motoneuroni somatici o viscerali), i cui
assoni escono dal midollo spinale con le radicole anteriori;
b neuroni funicolari, i cui assoni entrano nella sostanza bianca
del midolo spinale, raggiungendo così mielomeri più alti o più
bassi rispetto a quello di origine, oppure centri nervosi
soprastanti (midollo allungato, cervelletto, talamo, etc.);
Neuroni della sostanza grigia del midollo spinale
c interneuroni, ovvero le cellule con assone breve che non
abbandona la sostanza grigia.
Le cellule di cui ai punti a e b sono anche dette del I tipo di
Golgi; quelle di cui al punto c sono dette del II tipo di Golgi.
Neuroni della sostanza grigia delle corna anteriore
Sono presenti motoneuroni somatici (che innervano con i loro
assoni le fibrocellule muscolari scheletriche) ed
interneuroni.
Neuroni della sostanza grigia delle corna laterali
Sono presenti motoneuroni viscerali (che innervano con i loro
assoni le fibrocellule muscolari lisce e le cellule secernenti
delle ghiandole esocrine) ed interneuroni.
Qui troviamo fondamentalmente cellule funicolari (che
proiettano a centri soprastanti, ad altri mielomeri del midollo
spinale, od alla metà controlaterale del midollo spinale) ed
interneuroni, che modulano l’attività delle cellule funicolari. Le
cellule funicolari ricevono impulsi dai proteneuroni sensitivi,
oppure da neuroni di centri soprassiali (con funzione
modulatoria) o da altre cellule funicolari.
Cellule della sostanza grigia del corno posteriore
CONCETTO DI NUCLEO NEL SISTEMA
NERVOSO CENTRALE
Si definisce nucleo un raggruppamento di neuroni, posto
all’interno del Sistema Nervoso Centrale, che svolgono
funzioni in comune.
Per ganglio deve invece intendersi un raggruppamento di
neuroni posti al di fuori del Sistema Nervoso Centrale
(gangli spinali, gangli dei nervi cranici, gangli del Sistema
Nervoso Viscerale).
Il corno anteriore è motore somatico perché contiene i
motoneuroni motori somatici (neuroni effettori somatici).
Il corno laterale è motore viscerale perché contiene i
motoneuroni viscerali (neuroni effettori viscerali).
Il corno posteriore è sensitivo somatico perché contiene i
neuroni sensitivi somatici di secondo ordine.
Corna del midollo spinale
CORDONE POSTERIORE:FASCIO GRACILE (A.)
FASCIO CUNEATO (A.)
CORDONE LATERALE:SPINO-CEREBELLARE DORSALE (A.)
SPINO-CEREBELLARE VENTRALE (A.)
SPINO-TALAMICO LATERALE (A.)
CORTICO-SPINALE LATERALE (D.)
RETICOLO-SPINALE LATERALE (D.)
Fasci della sostanza bianca del midollo spinale
CORDONE ANTERIORE: SPINO-TALAMICO ANTERIORE (A.)
CORTICO-SPINALE ANTERIORE (D.)
RETICOLO-SPINALE ANTERIORE (D.)
VESTIBOLO-SPINALE (D.)
NOTA BENE: (A.)= ASCENDENTE; (D.): DISCENDENTE
Il tronco encefalico è una parte dell’encefalo ed è
costituito (dal basso verso l’alto) da:
MIDOLLO ALLUNGATO (BULBO)
PONTE
MESENCEFALO
Il limite fra il midollo spinale e midollo allungato è a
livello del contorno del grande foro occipitale.
Il tronco encefalico (tronco cerebrale)
IL PONTE
È costituito da una parte anteriore (parte basilare) e da
una posteriore (tegmento).
IL MESENCEFALO
È costituito da una parte antero-laterale (peduncolo
cerebrale, pari) e da una parte posteriore (lamina
quadrigemina, impari).
A sua volta il peduncolo cerebrale è formato da un :
piede, anteriormente (sostanza bianca)
tegmento, posteriormente (sostanza bianca/grigia)
Nel tronco encefalico troviamo sostanza bianca (fasci
di fibre ascendenti e discendenti) e nuclei di
sostanza grigia.
I nuclei di sostanza grigia si possono suddividere in:
NUCLEI PROPRI DEL TRONCO ENCEFALICO
NUCLEI DEI NERVI CRANICI
Organizzazione strutturale del tronco encefalico
Possiamo schematicamente dividere il midollo allungato in tre livelli:
livello basso (DECUSSAZIONE DELLE PIRAMIDI): qui
l’organizzazione è fondamentalmente ancora quella del midollo
spinale, quindi con la sostanza grigia posta al centro e la sostanza
bianca posta in periferia;
livello intermedio (INCROCIAMENTO DEI LEMNISCHI): la
sostanza grigia comincia a spostarsi verso l’indietro, ma costituisce
ancora una massa unica;
livello alto (NUCLEO OLIVARE INFERIORE) la sostanza grigia
non costituisce più una massa unica, ma è frammentata in tanti
nuclei di sostanza grigia separati da fasci di sostanza bianca.
Organizzazione interna del midollo allungato
All’esterno il mesencefalo è formato antero-lateralmente dai 2
peduncoli cerebrali che divergono verso l’alto formando una
specie di lettera V e si dirigono nel diencefalo. Posteriormente
troviamo invece la lamina quadrigemina, formata da due coppie
di tubercoli quadrigemini (superiori ed inferiori) separati del
solco crociato.
All’interno ogni peduncolo cerebrale è separabile in:
Il mesencefalo
PIEDE DEL PEDUNCOLO, costituito solo da sostanza bianca
(fasci cortico-pontini e cortico-spinali, ovvero fibre
discendenti)
Il ponte può essere suddiviso in una parte anteriore detta parte basilare
ed una parte posteriore detta tegmento del ponte. Il confine fra queste
due parti è rappresentato dai lemnischi mediali (fibre dirette al talamo ed
originate dai nuclei gracile e cuneato del bulbo).
La parte anteriore contiene i nuclei basilari del ponte che ricevono
fibre da neuroni della corteccia cerebrale (fibre cortico-pontine) ed
inviano i loro assoni al cervelletto (fibre ponto-cerebellari). Nella
parte anteriore troviamo anche le fibre cortico-spinali (discendenti).
La parte posteriore contiene nuclei dei nervi cranici e fasci di fibre
ascendenti (ad esempio i lemnischi mediali ed i fasci spino-
talamici).
Il ponte (organizzazione interna)
TEGMENTO O TETTO DEL PEDUNCOLO, costituito da nuclei di
sostanza grigia (ad esempio: nuclei propri del mesencefalo →
nucleo rosso; nuclei dei nervi cranici → nucleo del nervo
oculomotore) e da fasci di sostanza bianca (ad i lemnischi mediali
ed i fasci spino-talamici). Nel tetto troviamo anche l’acquedotto
mesencefalico che collega il IV con il III ventricolo. Attorno
all’acquedotto mesencefalico c’è della sostanza grigia (sostanza
grigia periacqueduttale).
Il confine tra piede e tetto del peduncolo è formato dalla sostanza
nera, un nucleo di sostanza grigia i cui neuroni producono un
pigmento simile alla melanina, donde il colorito nerastro.
La lamina quadrigemina ha una struttura molto complessa con
sostanza grigia e sostanza bianca.
È formata da neuroni con dendriti molto arborizzati e lunghi.
Questi neuroni formano dei nuclei di sostanza grigia che però
sono meno delineati degli altri nuclei di sostanza grigia che
troviamo nel tronco encefalico (ad esempio dei nuclei dei nervi
cranici).
I neuroni della sostanza reticolare ricevono assoni da molte
altre parti del sistema nervoso centrale (cervelletto, corteccia
cerebrale, diencefalo, etc.). Inoltre questi neuroni inviano i loro
assoni al midollo spinale (fasci reticolo-spinali), al cervelletto
(fasci reticolo-cerebellari), etc.
Sostanza reticolare del tronco encefalico
I neuroni della sostanza reticolare svolgono importanti
funzioni dal punto di vista motorio (sia somatico che
viscerale) e sensitivo (trasmissione dei segnali
dolorifici, ad esempio).
Inoltre alcuni nuclei della sostanza reticolare
regolano la pressione sanguigna, la frequenza
cardiaca e respiratoria.
ARCHICEREBELLO: è la parte filogeneticamente più
antica, presente anche nei rettili e negli anfibi
PALEOCEREBELLO: è comparsa successivamente
NEOCEREBELLO: è la parte più recente, sviluppata
soprattutto nei primati e nell’uomo.
Parti del cervelletto
Sono le connessioni fra il cervelletto e le 3 parti del tronco
encefalico.
Ogni peduncolo è formato da fasci di fibre che possono essere
afferenti (che vanno al cervelletto) oppure efferenti (che
provengono dal cervelletto).
I peduncoli cerebellari inferiori collegano il cervelletto
con il bulbo.
I peduncoli cerebellari medi collegano il cervelletto al
ponte.
I peduncoli cerebellari
I peduncoli cerebellari superiori collegano il
cervelletto al mesencefalo.
I fasci di fibre che compongono i peduncoli cerebellari
entrano (fibre afferenti) o escono (fibre efferenti) a
livello dell’ilo del cervelletto che si trova sulla sua faccia
anteriore, ovvero quella rivolta verso il tronco encefalico.
Nel cervelletto la sostanza grigia è localizzata in superficie
(corteccia cerebellare) mentre all’interno troviamo la sostanza
bianca. Tuttavia, nell’ambito della sostanza bianca, si trovano
dei nuclei di sostanza grigia (nuclei profondi del cervelletto).
La corteccia cerebellare è organizzata in tre strati che
procedendo dalla superficie verso la profondità sono:
STRATO MOLECOLARE
STRATO DELLE CELLULE DEL PURKINJE
STRATO GRANULARE
Struttura del cervelletto
STRATO MOLECOLARE: è formato da interneuroni (cellule
stellate esterne e cellule dei canestri) e dai loro prolungamenti
(assoni e dendriti), dai dendriti delle cellule di Purkinje, dalle fibre
parallele (assoni dei granuli) e dalle fibre rampicanti (fibre afferenti al
cervelletto, provenienti solo dal nucleo olivare inferiore del bulbo).
STRATO DELLE CELLULE DI PURKINJE: è formato dai
corpi delle cellule di Purkinje che sono grossi neuroni con un
diametro di 60-90 µm. Ogni cellule di Purkinje possiede 1 o 2
dendriti che si ramificano nello strato molecolare.
Strati della corteccia cerebellare
Le ramificazioni di una cellula di Purkinje sono tutte nello stesso
piano. Gli assoni delle cellule di Purkinje sono le uniche fibre
efferenti (che lasciano) della corteccia cerebellare. Esse vanno a fare
sinapsi con i neuroni dei nuclei profondi del cervelletto.
STRATO GRANULARE: è formato dai granuli (piccoli neuroni
con diametro di 5-6 µm) il cui assone risale nello strato molecolare e
si divide a T, formando le fibre parallele che fanno sinapsi con i
dendriti delle cellule di Purkinje. Nello strato granulare troviamo
anche le cellule di Golgi (o cellule stellate interne) e le fibre
muscoidi (fibre afferenti al cervelletto) che fanno sinapsi con i
dendriti dei granuli.
È formata da assoni che possono essere:
originati dalle cellule di Purkinje e diretti ai neuroni dei nuclei
profondi del cervelletto;
originati dai neuroni dei nuclei profondi del cervelletto e dirette
ad altre parti dell’encefalo (fibre efferenti del cervelletto, ad
esempio cerebello-talamiche → talamo, cerebello-vestibolari →
nuclei vestibolari del tronco encefalico;
originati da altre parti del sistema nervoso centrale (fibre
afferenti al cervelletto).
Sostanza bianca del cervelletto
Le fibre afferenti al cervelletto possono essere di due tipi:
FIBRE RAMPICANTI che provengono solo dal nucleo olivare
inferiore del bulbo (omogenee per origine) e vanno a fare sinapsi con
i dendriti delle cellule di Purkinje (dunque sono fibre olivo-
cerebellari);
FIBRE MUSCOIDI che sono eterogenee per origine (nuclei
vestibolari → fibre vestibolo-cerebellari; nuclei basilari del ponte →
fibre ponto-cerebellari; corna posteriori del midollo spinale → fibre
spino-cerebellari).
CONNESSIONI AFFERENTI:
1. FASCIO SPINO-CEREBELLARE DORSALE (peduncolo cerebellare inf.)
2. FASCIO SPINO-CEREBELLARE VENTRALE (peduncolo cerebellare sup.)
3. FASCIO CUNEO-CEREBELLARE (peduncolo cerebellare inf.)
4. FASCIO SPINO-CEREBELLARE ROSTRALE (peduncolo cerebellare
inf.) ???
5. FASCIO RETICOLO-CEREBELLARE (peduncolo cerebellare inf.)
6. FASCIO OLIVO-CEREBELLARE (peduncolo cerebellare inf.)
7. FASCIO VESTIBOLO-CEREBELLARE (peduncolo cerebellare inf.)
8. FASCIO PONTO-CEREBELLARE (peduncolo cerebellare medio)
Principali connessioni del cervelletto
CONNESSIONI EFFERENTI:
1. FASCIO CEREBELLO-VESTIBOLARE (peduncolo cerebellare inf.)
2. FASCIO CEREBELLO-RETICOLARE (peduncolo cerebellare inf.)
3. FASCIO CEREBELLO-RUBRO (peduncolo cerebellare sup.)
4. FASCIO CEREBELLO-TALAMICO (peduncolo cerebellare sup.)
5.FASCIO CEREBELLO-RUBRO-TALAMICO (peduncolo cerebellare
sup.)
Inoltre il cervelletto riceve fibre anche da: ipotalamo, tubercolo
quadrigemino superiore, locus coeruleus nuclei del rafe della
sostanza reticolare del tronco encefalico, nuclei del trigemino.
È una cavità delimitata anteriormente dal tronco
encefalico (pavimento del IV ventricolo, formato da
midollo allungato e ponte) e posteriormente dal
cervelletto (tetto del IV ventricolo, formato dalla
faccia anteriore del cervelletto).
Il IV ventricolo
Il pavimento del IV ventricolo ha la forma di un rombo
ed è costituito da due triangoli uniti per la base. Il
triangolo inferiore appartiene al bulbo (faccia posteriore)
e si chiama triangolo bulbare, quello superiore
appartiene al ponte e si chiama triangolo pontino.
Il IV ventricolo contiene liquido cefalo-rachidiano e,
tramite l’acquedotto mesencefalico, comunica con il III
ventricolo, una cavità contenuta all’interno del
diencefalo.
A livello del tetto del IV ventricolo sono presenti 3
piccoli fori che permettono al liquido cefalo rachidiano
di uscire nello spazio subaracnoideo che circonda
l’encefalo ed il midollo spinale.
ORMONI EPIFISARI
TRIPTOFANO SEROTONINA MELATONINA
NOR-ADRENALINA liberata dalle fibre ortosimpatichepostgangliari che innervano i pinealociti
Azioni della melatoninaNell’animale da esperimento:
azione gonadica (blocco ovulazione)
inibizione del metabolismo dello iodio nella tiroide
inibizione della secrezione dei corticosteroidi surrenalici
Nell’uomo:non dimostrata azione gonadica
la somministrazione di melatoninainduce manifestazioni di tipo sedativo: sonno
Controllo della secrezione
L’epifisi è un trasduttore neuroendocrino:
trasforma impulsi nervosi afferenti (nor-adrenalina) → secrezione ormonale
Influiscono sulla produzione di melatonina:LUCE - (↓ liberazione di nor-adrenalina)
STRESS + (↑ liberazione di nor-adrenalina e stimolazione di tutto il S.N.C.)
RITMO CIRCADIANO (max secrezione di giorno, min di notte)
BUIO dal ganglio cervicale superiore → fibre postgangliari che a livello dell’epifisi producono nor-adrenalina →stimolazione dell’epifisi a produrre melatonina
L’ipotalamo e’ costituito da nuclei di sostanza grigia da cui partono
(fasci efferenti) ed arrivano (fasci afferenti) fibre nervose che lo
collegano con molte altre parti del sistema nervoso centrale.
Struttura dell’ipotalamo
Fasci efferenti (esempio): l’ipotalamo invia fibre ai nuclei della sostanza
reticolare del tronco encefalico ed ai motoneuroni viscerali delle corna
laterali del midollo spinale. Questi collegamenti ci spiegano come
l’ipotalamo possa controllare funzioni viscerali (frequenza cardiaca,
pressione sanguigna, etc.)
Fasci afferenti (esempio): l’ipotalamo riceve fibre che provengono dalla
retina dell’occhio. In questa maniera alcuni neuroni dell’ipotalamo sono
sempre informati se è giorno o notte. Così l’ipotalamo è in grado di
regolare i ritmi circadiani e quelli sonno-veglia.
Funzioni dell’ipotalamo
PRODUZIONE ORMONALE (nucleo sopraottico e nucleo
paraventricolare):
VASOPRESSINA (ormone ANTIDIURETICO o ADH) →
TUBULO CONTORTO DISTALE
OSSITOCINA → MIOMETRIO (PARTO)
CONTROLLO DELLA SECREZIONE ORMONALE DELLA
ADENOIPOFISI
REGOLAZIONE DEI RITMI CIRCADIANI (nucleo
soprachiasmatico)
REGOLAZIONE DELLA TEMPERATURA CORPOREA
REGOLAZIONE DELLA INGESTIONE DI LIQUIDI(centro della sete)
REGOLAZIONE DELL’ASSUNZIONE DI CIBO: centro della
fame e della sazietà → GRELINA (fame); LEPTINA e INSULINA
(sazietà)
REGOLAZIONE FREQUENZA CARDIACA E PRESSIONE
SANGUIGNA
REGOLAZIONE RITMI SONNO-VEGLIA
Questi due ormoni sono sintetizzati da neuroni dei nuclei
sopraottico e paraventricolare.
Le molecole di questi ormoni sono trasportate all’interno
degli assoni che nascono da questi neuroni. Gli assoni
costituiscono il fascio ipotalamo-ipofisario che collega
appunto l’ipotalamo con la parte posteriore della ghiandola
ipofisi (= neuroipofisi).
La parte terminale di questi assoni si pone in rapporto con
capillari sanguigni della neuroipofisi. Gli ormoni vengono
secreti a questo livello ed entrano nel circolo sanguigno.
Secrezione dell’ADH e dell’ossitocina
Pertanto, ADH ed ossitocina non sono
prodotti dalla neuroipofisi (che non produce
nessun ormone) ma dall’ipotalamo.
I due ormoni entrano in circolo a livello della
neuroipofisi.
Il talamo è un grosso ammasso pari di sostanza grigia che fa
parte del diencefalo. Ha una forma ovoidale con asse maggiore
(circa 4-5 cm) anteroposteriore. Fra i due talami e’ compreso il III
ventricolo, che è la cavità del diencefalo.
Il talamo è costituito da numerosi nuclei di sostanza grigia che
sono collegati a doppio binario con varie zone della corteccia
cerebrale (emisferi cerebrali).
I nuclei del talamo sono interposti su circuiti nervosi sia di tipo
sensitivo che motorio.
Il talamo
ESEMPI:CIRCUITO (via) SPINO → TALAMO → CORTICALE
(SENSITIVO: sensibilità tattile protopatica, termica, dolorifica)
CIRCUITO (via) DEI CORDONI POSTERIORI: FASCI
GRACILE E CUNEATO → NUCLEI GRACILE E CUNEATO
(LEMNISCO MEDIALE) → TALAMO → CORTECCIA
CEREBRALE (SENSITIVO: sensibilità tattile epicritica,
propriocettiva cosciente, pressoria, vibratoria)
CIRCUITO (via) CEREBELLO → TALAMO → CORTICALE
(MOTORIO)
È una ghiandola endocrina intracranica collegata all’ipotalamo
tramite il peduncolo ipofisario.
L’ipofisi e’ accolta nella sella turcica, una cavità dell’osso
sfenoide, ed e’ posta al di sotto dell’ipotalamo.
L’IPOFISI E’ DIVISIBILE IN DUE PARTI:
IPOFISI ANTERIORE O ADENOIPOFISI
IPOFISI POSTERIORE O NEUROIPOFISI
Ipofisi
IPOFISI ANTERIORE:Internamente è costituita da nidi e cordoni di cellule, fra le quali
sono presenti molti capillari sinusoidi.
VECCHIA CLASSIFICAZIONELE CELLULE DELL’IPOFISI SONO DI DUE TIPI :
CELLULE CROMOFOBE (NON COLORABILI) = CELLULE CHE
NON PRODUCONO ORMONI (FASE DI RIPOSO
FUNZIONALE?)
CELLULE CROMOFILE (COLORABILI) = CELLULE CHE
PRODUCONO ORMONI
IPOFISI POSTERIORE:
È costituita da cellule simili alle cellule della nevroglia (pituiciti),
da capillari sinusoidi e dalla parte terminale delle fibre nervose
ipotalamo-ipofisarie, nate da neuroni dei nuclei sopraottico e
paraventricolare dell’ipotalamo.
CELLULE ACIDOFILE: ORMONE DELL’ACCRESCIMENTO O SOMATOTROPO (GH O
STH): 50% DELLE CELLULE IPOFISARIE (SOMATOTROPE)
PROLATTINA (LTH): 10-25% (LATTOTROPE)
CELLULE BASOFILE:ADRENOCORTICOTROPO (ACTH): 10-20% (CORTICOTROPE)
CELLULE CROMOFOBE:TIREOTROPO (TSH): 10%
GONADOTROPINE (FSH/LH-ICSH): 10% (GONADOTROPE)CELLULE FOLLICOLO-STELLATE: NON PRODUCONO ORMONI
Ormoni prodotti dalla parte anteriore dell’ipofisi
Alcuni nuclei dell’ipotalamo (nucleo arcuato, nucleo paraventricolare) producono degli ormoni che controllano l’attività endocrina delle cellule dell’adenoipofisi
-Releasing hormones (RH): sono fattori di rilascio, che stimolano la produzione di uno o più ormoni dell’adenoipofisi
-Inhibiting hormones (IH): sono fattori di inibizione, che inibiscono la sintesi e la secrezione di ormoni dell’adenoipofisi
I RH e gli IH vengono secreti nel sangue e raggiungono quindi l’ipofisi anteriore dove esercitano il loro effetto.
CONTROLLO IPOTALAMICO DELLA SECREZIONE ADENOIPOFISARIA
ESEMPI DI RH E DI IH
•TRH (thyrotropin-releasing hormone)→ TSH
•CRH (corticotropin releasing hormone)→ACTH
•GHRH (growth hormone releasing hormone) →GH
•SOMATOSTATINA (growth hormone inhibitinghormone) → GH
Nel telencefalo la sostanza grigia è localizzata all’esterno
(corteccia cerebrale o pallio), mentre la sostanza bianca e’
localizzata internamente (centro semiovale).
Nell’ambito della sostanza bianca troviamo poi dei nuclei di
sostanza grigia detti nuclei della base del telencefalo.
LA SOSTANZA BIANCA DEL TELENCEFALO E’
COSTITUITA DA:
Struttura del telencefalo
Fibre che dalla corteccia cerebrale si portano a centri
nervosi sottostanti (esempi: cortico-spinali; cortico-pontine;
cortico-reticolari);
fibre che dalla corteccia cerebrale si portano al talamo
(cortico-talamiche) o viceversa (talamo-corticali);
fibre che collegano aree diverse di uno stesso emisfero
cerebrale;
fibre che collegano aree dei due emisferi cerebrali.
(N.B. La principale via di collegamento fra i due
emisferi e’ il corpo calloso che è una specie di ponte
fra i due emisferi).
Classificazione dei tipi di corteccia cerebrale
ALLOCORTECCIA (10%). Ha meno di 6 strati e comprende:
ARCHEOPALLIO, 3 strati (ippocampo ventrale);
PALEOPALLIO, 4-5 strati (aree olfattive).
ISOCORTECCIA (90%). Ha sei strati e si divide in:
OMOTIPICA, gli strati sono facilmente distinguibili; è
tipica delle aree associative;
ETEROTIPICA, gli strati non sono facilmente
distinguibili ed è ulteriormente suddivisibile in:
DI TIPO GRANULARE (tipica delle aree sensitive);
DI TIPO AGRANULARE (tipica delle aree motorie).
Aree della corteccia cerebraleLe aree della corteccia cerebrale sono zone che si sono specializzate
nell’esecuzione di una o più funzioni.
Si dividono in:
AREE MOTORIEAREE SENSITIVEAREE ASSOCIATIVE (sono quelle più sviluppate nell’uomo).
Le aree associative sono sede di:CAPACITÀ INTELLETTIVA E RAGIONAMENTOCAPACITÀ DI PIANIFICARE IL FUTUROCAPACITÀ DI MEMORIZZAREABILITÀ COMUNICATIVAABILITÀ LINGUISTICACARATTERE E PERSONALITÀ DELL’INDIVIDUO
AREE MOTORIEDistinguiamo un’area motoria primaria ed una secondaria. L’area motoria primaria (area 4) occupa la circonvoluzione precentrale. La stimolazione elettrica di questa area causa movimenti fini prevalentemente a carico delle estremità. Da quest’area nascono molte delle fibre cortico-spinali. In quest’area è possibile riconoscere un’organizzazione somatotopica dei muscoli del nostro corpo (homunculus motorius).Tale raffigurazione èsproporzionata, in quanto i muscoli capaci di compiere movimenti molto fini (muscoli dell’avambraccio e della mano) “occupano” molto spazio a livello corticale, in quanto sono controllati da molti neuroni corticali.
AREA MOTORIA SECONDARIA
L’area motoria secondaria (area 6) si trova nel lobo frontale al davanti dell’area primaria. La sua stimolazione elettrica produce movimentigrossolani a carico del tronco e degli arti. Da questa area originano parte delle fibrecortico-reticoli-spinali.
AREE SENSITIVE
Anche queste si dividono in primarie e secondarie. Nelle primarie avviene la percezione cosciente degli stimoli elementari. Queste aree sono collegate con il talamo, attraverso cui passano tutte le informazioni sensitive prima di raggiungere la corteccia cerebrale.Le aree secondarie sono implicate nelle varie forme di “gnosie”, ovvero permettono il riconoscimento dello stimolo attribuendogli un significato sulla base delle esperienze pregresse.
AREA SOMATOSENSITIVA PRIMARIA
Occupa la circonvoluzione postcentrale (aree 1,2,3). A questa area giungono le informazioni dalla periferia, dopo essere passate attraverso il talamo (sens. tattile, pressoria, vibratoria, dolorifica, termica, propriocettiva cosciente). Anche a questo livello è presente una rappresentazione distorta del nostro corpo (homunculus sensitivus), in quanto le aree piùsensibili (dita della mano, lingua, labbra) possiedono più recettori e quindi necessitano di più neuroni (e di più spazio) a livello corticale.
Dal punto di vista topografico comprendono:
NUCLEO CAUDATO
NUCLEO LENTICOLARE:
PUTAMEN
GLOBO PALLIDO ESTERNO
GLOBO PALLIDO INTERNOLa testa del nucleo caudato ed il putamen sono uniti da “ponti” di
sostanza grigia: questa associazione prende il nome di corpo striato.
Dal punto di vista funzionale anche la sostanza nera (mesencefalo) ed
il nucleo subtalamico (subtalamo) fanno parte dei nuclei della base del
telencefalo.
I nuclei della base del telencefalo
Aggiustamenti volontari e modificazioni dei comandi motori volontari
Nucleo caudato
Nucleo lenticolare (putamen e globuspallidus)
Corpo striato
Gioca un ruolo incerto nell’elaborazione dell’informazione visiva
Claustro
Componente del sistema limbico
Corpo amigdaloideoFunzioniNucleiRegione
I nuclei cerebrali
Questi nuclei sono inseriti su circuiti nervosi assai complessi
che originano dalla corteccia cerebrale, passano per i
nuclei della base (inclusa la sostanza nera del
mesencefalo), per il talamo e ritornano poi alla corteccia
cerebrale.
Questi circuiti nervosi svolgono un ruolo molto importante
per il controllo dell’esecuzione dei movimenti, ma hanno
però anche altre funzioni (ad esempio cognitive).
Circuiti nervosi passanti attraverso i nuclei della base del telencefalo
Il liquido cefalo-rachidiano è prodotto dai plessi coriodei che si
trovano nei ventricoli laterali, nel III e nel IV ventricolo. Ha un
aspetto simile ad acqua limpida e contiene soprattutto ioni, la
cui concentrazione è però differente da quella presente nel
plasma. Pertanto esso non è il prodotto di una semplice
filtrazione del plasma ma viene secreto in maniera attiva
dalle cellule ependimali che rivestono i plessi corioidei.
Il liquido cefalo-rachidiano passa nello spazio subaracnoideo
a livello dei fori presenti sul tetto del IV ventricolo.
Il liquido cefalo-rachidiano
In un giorno i plessi corioidei producono circa 500 ml
di liquido cefalo-rachidiano. All’interno dei ventricoli,
dell’acquedotto mesencefalico e dello spazio
subaracnoideo vi sono in ogni momento 150 ml di
liquido. Ciò vuol dire che deve esistere un sistema
che permette il continuo riassorbimento del liquido
cefalo-rachidiano.
Il riassorbimento avviene a livello delle granulazioni
aracnoidee o villi aracnoidei.
Si dividono in:
VIE MOTORIE PRINCIPALI:
CORTICO-SPINALI (PIRAMIDALI)
CORTICO-RETICOLO-SPINALI
VESTIBOLO-SPINALI
CIRCUITI DI CONTROLLO:
CORTICO-PONTO-CEREBELLO-TALAMO (NUCLEI
VENTRALE LATERALE)-CORTICALE
CORTICO-RUBRO-OLIVO-CEREBELLARE
CIRCUITI PASSANTI PER LA BASE DEL
TELENCEFALO
Circuiti (vie) motorie
Vie cortico-spinali (piramidali)Neuroni delle aree motorie della corteccia cerebrale (+++ circonvoluzione precentrale)→ fasci cortico spinali→ interneuroni delle corna anteriori del midollo spinale→ motoneuroni somatici delle corna anteriori→ radici anteriori dei nervi spinali→ nervi spinali→ muscoli scheletrici volontari (per movimenti precisi e fini).
Vie cortico-reticolo-spinaliNeuroni delle aree motorie della corteccia cerebrale→ fasci cortico reticolari→ neuroni della sostanza reticolare del ponte e del bulbo→ fasci reticolo spinali→ interneuroni delle corna anteriori del midollo spinale→ motoneuroni somatici delle corna anteriori→ radici anteriori dei nervi spinali→ nervi spinali→muscoli scheletrici volontari (per movimenti grossolani).
Vie vestibolo-spinali Nuclei vestibolari del tronco encefalico→ fasci vestibolo spinali→ interneuroni delle corna anteriori del midollo spinale→ motoneuroni somatici delle corna anteriori→radici anteriori dei nervi spinali→ nervi spinali→ muscoli scheletrici volontari (muscoli antigravitari).
L’UNITA’ MOTORIAPER UNITA’ MOTORIA SI INTENDE IL COMPLESSO FORMATO DA UN MOTONEURONE SOMATICO DELLE CORNA ANTERIORI DEL MIDOLLO SPINALE E DALLE FIBRE MUSCOLARI SCHELETRICHE DA QUESTO INNERVATE.IL NUMERO DI FIBRE MUSCOLARI INNERVATE DA UN SINGOLO MOTONEURONE VARIA DA 5-6 FINO AD ALCUNE CENTINAIA (400-500). MUSCOLI CAPACI DI MOVIMENTI FINI HANNO UNITA’MOTORIE PICCOLE, MUSCOLI CAPACI DI MOVIMENTI GROSSOLANI HANNO UNITA’ MOTORIE GRANDI.
VIA CORTICO-PONTO-CEREBELLO-TALAMO- CORTICALE
CORTECCIA CEREBRALE→FIBRE CORTICO-PONTINE →NUCLEI BASILARI DEL PONTE →FIBRE PONTO-CEREBELLARI →CORTECCIA CEREBELLARE →NUCLEI PROFONDI DEL CERVELLETTO →FIBRE CEREBELLO-TALAMICHE → TALAMO →FIBRE TALAMO-CORTICALI →CORTECCIA CEREBRALE
VIA CORTICO-RUBRO-OLIVO-CEREBELLARE
CORTECCIA CEREBRALE →FIBRE CORTICO-RUBRE →NUCLEO ROSSO (MESENCEFALO) →FIBRE RUBRO-OLIVARI →NUCLEO OLIVARE INFERIORE (BULBO) →FIBRE OLIVO-CEREBELARI (FIBRE RAMPICANTI) →CORTECCIA CEREBELLARE
VIE DEI CORDONI POSTERIORI (sensibilità tattile
epicritica, propriocettiva cosciente, pressoria, vibratoria).
Recettori periferici (meccanocettori, propriocettori)→ neuroni
dei gangli spinali→ neuroni dei nuclei gracile e cuneato→
lemnisco mediale (crociato)→ nucleo ventrale posteriore del
talamo→ corteccia somatosensitiva (circonvoluzione post-
centrale).
VIA SPINO-TALAMICA (sensibilità tattile protopatica,
dolorifica, termica, prurito, solletico).
Recettori periferici (meccanocettori, nocicettori, termocettori)→
Circuiti (vie) sensitive
neuroni dei gangli spinali→ neuroni funicolari delle corna
posteriori del midollo spinale→ fasci spinotalamico laterale e
anteriore (crociati)→ nucleo ventrale posteriore del talamo→
corteccia somatosensitiva (circonvoluzione post-centrale).
VIA SPINO-CEREBELLARE (sensibilità propriocettiva
incosciente).
Recettori periferici (propriocettori muscolari, articolari,
tendinei)→ neuroni dei gangli spinali→ neuroni funicolari delle
corna posteriori del midollo spinale→ fasci spinocerebellari
ventrale e dorsale→ corteccia cerebellare.
CORTECCIA CEREBRALE→ NUCLEI DELLA
BASE DEL TELENCEFALO→ SOSTANZA
NERA→ TALAMO (N. VENTRALE
ANTERIORE→ AREE MOTORIE DELLA
CORTECCIA CEREBRALE
Circuito passante per i nuclei della base del telencefalo
È formato dai nervi spinali; dai gangli spinali contenenti i
protoneuroni sensitivi; dai nervi cranici; dai gangli
sensitivi (contenenti protoneuroni sensitivi) che si trovano
annessi a certi nervi cranici (trigemino, faciale); dai
recettori sensitivi (terminazioni nervose libere, corpuscoli
di Messner, Pacini ecc.).
Inoltre fanno parte del sistema nervoso periferico tutte quelle
formazioni del sistema nervoso autonomo che si trovano
al di fuori del S.N.C. (gangli parasimpatici ed ortosimpatici,
nervi del sistema nervoso autonomo, ecc.).
Il sistema nervoso periferico
Il compito del sistema nervoso
periferico è di captare gli stimoli e di
condurli al sistema nervoso centrale.
Inoltre il sistema nervoso periferico porta agli
effettori (muscolatura striata volontaria, muscolatura
liscia, ghiandole esocrine) gli impulsi, generati nel
sistema nervoso centrale, che servono a far contrarre
i muscoli, a far secernere le ghiandole esocrine, ecc.
Per origine apparente di un nervo o di una
radice nervosa si intende il punto in cui le fibre
nervose escono dal (o entrano nel) sistema
nervoso centrale.
Invece per origine reale si intendono i neuroni
da cui da cui originano le fibre nervose.
Origine apparente e reale dei nervi periferici (spinali e cranici)
I nervi spinali sono 31 coppie, ognuna delle quali nasce da un
mielomero. La nomenclatura dei nervi spinali è uguale a quella dei
mielomeri:
8 coppie di nervi cervicali (C1-C8)
12 coppie di nervi toracici (T1-T12)
5 coppie di nervi lombari (L1-L5)
5 coppie di nervi sacrali (S1-S5)
1 nervo coggigeo (Co1)
Ogni nervo spinale si costituisce per confluenza di: radicole
anteriori in una radice anteriore e di: radicole
posteriori in una radice posteriore.
I nervi spinali
L’origine apparente delle radicole anteriori (motorie o
efferenti) è a livello del solco antero-laterale del midollo
spinale.
L’origine apparente delle radicole posteriori (sensitive
o afferenti) è a livello del solco postero-laterale del midollo
spinale.
L’origine reale delle radicole anteriori è a livello dei
motoneuroni somatici e viscerali del corno anteriore del
midollo spinale.
L’origine reale delle radicole posteriori è a livello dei
protoneuroni sensitivi dei gangli spinali.
RADICOLE ANTERIORI: MOTORIE (efferenti
somatiche e viscerali), ESCONO dal midollo spinale.
RADICOLE POSTERIORI: SENSITIVE (afferenti
somatiche) ENTRANO nel midollo spinale.
RADICE ANTERIORE: MOTORIA (efferente somatica e
viscerale), si forma per confluenza delle radicole anteriori.
RADICE POSTERIORE: SENSITIVA (afferente
somatica), si forma per confluenza delle radicole posteriori e
sul suo decorso presenta il ganglio spinale, contenente i
protoneuroni sensitivi.
I nervi spinali si formano nel seguente modo:
NERVO SPINALE: MISTO (motorio e sensitivo),
si forma per unione della radice anteriore con quella
posteriore.
RAMO ANTERIORE DEL NERVO
SPINALE: MISTO, si forma per divisione del nervo
spinale .
RAMO POSTERIORE DEL NERVO
SPINALE: MISTO, si forma per divisione del nervo
spinale.
La maggior parte dei rami anteriori dei nervi spinali dà origine a dei
plessi nervosi, ovvero complesse strutture a livello delle quali avviene
uno scambio di fibre fra i rami anteriori. Dai plessi nascono poi la
maggior parte dei nervi periferici del nostro corpo.
I rami posteriori non danno MAI origine a plessi e vanno ad
innervare la cute e la muscolatura scheletrica del dorso.
C1-C4: PLESSO CERVICALE
C5-T1: (parte) PLESSO BRACHIALE
L1-L4: (parte) PLESSO LOMBARE
L4 (parte) -S5: PLESSO SACRALE/PUDENDO
T1 (parte)-T12: NERVI INTERCOSTALI (disposizione
segmentaria)
Rami anteriori nervi spinali
1. MOTRICE SOMATICA (per muscolatura
scheletrica)
2. SENSITIVA SOMATICA (tattile, pressoria,
propriocettiva, termica, dolorifica)
3. SENSITIVA SPECIALE (o SENSORIALE)
4. MOTRICE VISCERALE (parasimpatica per
muscoli lisci e ghiandole)
5. SENSITIVA VISCERALE (parasimpatica)
Componenti dei nervi cranici
I nervi craniciI nervo cranico: nervo OLFATTIVOOrigine apparente: BULBO OLFATTIVO
Tipo di fibre: SENSITIVE SPECIALI
Origine reale: CELLULE OLFATTIVE
Strutture innervate: MUCOSA OLFATTIVA
II nervo cranico: nervo OTTICOOrigine apparente: CHIASMA OTTICO
Tipo di fibre: SENSITIVE SPECIALI
Origine reale: CELLULE MULTIPOLARI DELLA RETINA
Strutture innervate: RETINA (OCCHIO)
III nervo cranico: nervo OCULOMOTOREOrigine apparente: MESENCEFALO
Tipo di fibre: MOTRICI SOMATICHE, MOTRICI VISCERALI
Origine reale: MOTONEURONI SOMATICI E VISCERALI
Strutture innervate: MUSCOLI ESTRINSECI OCCHIO, MUSCOLI
INTRINSECI OCCHIO
IV nervo cranico: nervo TROCLEAREOrigine apparente: MESENCEFALO
Tipo di fibre: MOTRICI SOMATICHE
Origine reale: MOTONEURONI SOMATICI
Strutture innervate: MUSCOLI ESTRINSECI OCCHIO
VI nervo cranico: nervo ABDUCENTEOrigine apparente: PONTE
Tipo di fibre: MOTRICI SOMATICHE
Origine reale: MOTONEURONI SOMATICI
Strutture innervate:MUSCOLI ESTRINSECI OCCHIO
V nervo cranico: nervo TRIGEMINOOrigine apparente: PONTE
Tipo di fibre: MOTRICI SOMATICHE (+), SENSITIVE
SOMATICHE (+++)
Origine reale: MOTONEURONI SOMATICI, PROTONEURONI
SENSITIVI DEL GANGLIO SEMILUNARE
Strutture innervate: MUSCOLI MASTICATORI, FACCIA E
CAVITÀ FACCIALI
VII nervo cranico: nervo FACIALEOrigine apparente: SOLCO-BULBO PONTINO
Tipo di fibre: MOTRICI SOMATICHE (++++), MOTRICI
VISCERALI (++), SENSITIVE SPECIALI GUSTO (++)
Origine reale: MOTONEURONI SOMATICI, MOTONEURONI
VISCERALI, PROTONEURONI SENSITIVI DEL
GANGLIO GENICOLATO
Strutture innervate: MUSCOLI MIMICI, GHIANDOLE VARIE
(SALIVARI, LACRIMALI, NASALI),
RECETTORI GUSTATIVI (LINGUA)
VIII nervo cranico: nervo ACUSTICO o
VESTIBOLO/COCLEAREOrigine apparente: SOLCO BULBO-PONTINO
Tipo di fibre: SENSITIVE SPECIALI (EQUILIBRIO/UDITO)
Origine reale: PROTONEURONI SENSITIVI (GANGLIO
VESTIBOLARE/GANGLIO SPIRALE)
Strutture innervate: ORGANO EQUILIBRIO/ORGANO UDITO
IX nervo cranico: nervo GLOSSO-FARINGEOOrigine apparente: BULBO
Tipo di fibre: SENSITIVE SOMATICHE, SENSITIVE SPECIALI
(GUSTO), MOTRICI VISCERALI
Origine reale: PROTONEURONI SENSITIVI (2 GANGLI),
MOTONEURONI VISCERALI
Strutture innervate: FARINGE/LINGUA, RECETTORI GUSTATIVI
(LINGUA), GHIANDOLA PAROTIDE
X nervo cranico: nervo VAGOOrigine apparente: BULBO
Tipo di fibre: MOTRICI SOMATICHE, SENSITIVE SPECIALI
(GUSTO), MOTRICI VISCERALI (+++)
Origine reale: MOTONEURONI SOMATICI, PROTONEURONI
SENSITIVI, MOTONEURONI VISCERALI
Strutture innervate: FARINGE/LARINGE, RECETTORI
GUSTATIVI (LINGUA), VISCERI
XI nervo cranico: nervo ACCESSORIOOrigine apparente: BULBO
Tipo di fibre: MOTRICI SOMATICHE
Origine reale: MOTONEURONI SOMATICI
Strutture innervate: LARINGE
XII nervo cranico: nervo IPOGLOSSOOrigine apparente: BULBO
Tipo di fibre: MOTRICI SOMATICHE
Origine reale: MOTONEURONI SOMATICI
Strutture innervate: LINGUA
Regola tutte quelle funzioni che non sono sotto il
controllo della volontà (secrezione delle ghiandole
esocrine, contrazione della muscolatura liscia, frequenza
cardiaca, ecc.).
È organizzato in:
SISTEMA ORTOSIMPATICO (SIMPATICO)
SISTEMA PARASIMPATICO
Sistema nervoso autonomo (viscerale, vegetativo)
ORTOSIMPATICO (SIMPATICO)
PARASIMPATICO
Dove sono localizzati i neuroni pregangliari?
Dove decorrono le fibre pregangliari?
Dove è il ganglio?
Quali sono i bersagli (muscoli lisci, ghiandole, ecc.)?
Sistema nervoso autonomo (viscerale, vegetativo)
La maggior parte degli organi ha una duplice innervazione
(app. digerente, respiratorio, cuore) ed in questo caso
ortosimpatico e parasimpatico hanno effetti opposti.
L’ortosimpatico stimola il metabolismo, l’attenzione e le
funzioni vitali per preparare l’organismo a situazioni di stress ed
emergenza (risposta “LOTTA E FUGGI”).
Il parasimpatico favorisce il risparmio energetico ed esercita
un’azione di stimolo nei confronti di attività che si svolgono
meglio quando siamo a riposo (digestione) (risposta “RESTA
E RIPOSA).
Ortosimpatico e parasimpatico
Per questi motivi quando siamo svegli (e comunque nelle
prime ore della giornata) predomina l’ortosimpatico, mentre
quando siamo addormentati (e comunque nella seconda metà
della giornata) tende ad essere più attivo il parasimpatico.
Vi sono però casi in cui ortosimpatico e parasimpatico
collaborano per controllare ciascuno una fase di un processo
complesso (app. genitale maschile).
Infine, vi sono casi in cui una struttura anatomica riceve un solo
tipo di innervazione (ortosimpatica: vasi sanguigni, ghiandole
sudoripare; parasimpatica: ghiandole lacrimali).
Funzioni del sistema nervoso viscerale
RallentamentoAccelerazione Ritmo cardiaco-DilatazioneVasi coronarici
-Aumento di secrezioneGh. sudoripare
Secrezione acquosa, profusa-Gh. nasali
Secrezione acquosa, profusa
Secrezione viscosa, spessaGh. salivari
Secrezione acquosa, profusa-Gh. lacrimali
CostrizioneDilatazionePupilla
Effetti parasimpatici
Effetti ortosimpatici
Organo o funzione
Effetti parasimpatici
Effetti ortosimpaticiOrgano o funzione
-ContrazioneMuscoli erettori dei peli
ErezioneEiaculazioneOrgani genitali maschili
-DiminuzioneProduzione di urina
AumentoDiminuzionePeristalsi intestinale
CostrizioneDilatazione Bronchi
-AumentoLivello di glucoso nel sangue
-Aumento Coagulazione del sangue
-CostrizioneVasi cutanei
I neuroni pregangliari sono localizzati:nel corno laterale della sostanza griglia del midollo spinale (mielomeri
T1-L2).
Le fibre pregangliari (brevi) decorrono:nelle radicole anteriori e poi nelle radici anteriori che escono dal
midollo spinale.
I gangli sono tutti lontani dagli organi bersaglio:GANGLI PARAVERTEBRALI (acetilcolina)
GANGLI PREVERTEBRALI (acetilcolina)
MIDOLLARE DEL SURRENE (acetilcolina)
Le fibre postgangliari sono sempre lunghe (noradrenalina,
per lo più).
Sistema nervoso ortosimpatico (toraco-lombare)
I neuroni pregangliari sono localizzati:in nuclei presenti a livello del tronco encefalico
(mesencefalo, ponte, midollo allungato);
• nel corno laterale della sostanza grigia del midollo spinale
(mielomeri S2-S4).
Le fibre pregangliari (brevi) decorrono:associate ai nervi cranici (III, VII, IX, X paio);
nei nervi splancnici pelvici.
Sistema nervoso parasimpatico (encefalico-sacrale)
I gangli sono:vicini agli organi bersaglio (acetilcolina);
vicini agli organi bersaglio (acetilcolina).
Le fibre postgangliari sono:brevi (acetilcolina);
brevi (acetilcolina).
Nervi cranici con fibre parasimpatiche
III PAIO (n. oculomotore) mesencefalo→ ganglio ciliare→ muscolo
ciliare e muscolo costrittore dell’iride (sfintere della pupilla).
VII PAIO (n. faciale) ponte→ ganglio sfeno-palatino e ganglio
sottomandibolare→ gh. lacrimali, gh. della mucosa nasale, gh. sottolinguali e
sottomandibolari, gh. salivari minori della cavità orale (secrezione sierosa
solamente).
IX PAIO (n. glosso-faringeo) bulbo→ ganglio otico→ gh. parotide.
X PAIO (n. vago) bulbo→ vari gangli vicini agli organi bersaglio→
ghiandole e muscolatura liscia (app. respiratorio, digerente), sistema di
condizione del cuore.
Strati o tonache del bulbo oculareSTRATO ESTERNO
CORNEA (ANTERIORE)
SCLERA (POSTERIORE)
STRATO INTERMEDIO (UVEA)
IRIDE (ANTERIORE)
CORPO CILIARE (INTERMEDIO)
COROIDE O CORIOIDEA (POSTERIORE)
STRATO INTERNO (RETINA)
PARTE CIECA (ANTERIORE)
PARTE VISIVA (POSTERIORE)
Queste cellule sono i nostri fotorecettori, sono cioè
sensibili ed eccitabili da stimoli luminosi. Si tratta di
neuroni modificati.
I coni sono circa 5-6 milioni e sono soprattutto concentrati
nella macula lutea della retina, specialmente nella fovea
centrale. I coni possiedono dei pigmenti visivi (sostanze
fotosensibili) detti iodopsine. Esistono tre tipi di iodopsine e, per
questo motivo, esistono tre tipi di coni: quelli più sensibili alla
luce rossa, quelli più sensibili alla luce verde, quelli più sensibili
alla luce blu (colori fondamentali del sistema RGB,
Coni e bastoncelli
RED-GREEN-BLU, sul quale si fonda il principio di funzionamento
degli schermi televisivi, dei monitor dei computer, dei sensori
delle macchine fotografiche digitali). I coni servono per la
visione a colori e ben definita quando c’è una buona
illuminazione (VISIONE FOTOPICA).
I bastoncelli sono circa 100-120 milioni e si trovano
principalmente al di fuori della macula lutea. Tutti i bastoncelli
sono uguali e possiedono lo stesso pigmento visivo
(rodopsina). I bastoncelli servono per la visione in bianco e nero
non ben definita ed in condizioni di scarsa illuminazione
(VISIONE SCOTOPICA).
Circuiti nervosi alla base della visione (via ottica)
FOTORECETTORI (CONI E BASTONCELLI)
CELLULE BIPOARI
CELLULE MULTIPOLARI (GANGLIARI DELLA RETINA)
NERVO OTTICO
(PARZIALE INCROCIAMENTO NEL CHIASMA OTTICO)
CORPO GENICOLATO LATERALE (TALAMO)
CORTECCIA VISIVA (LOBO OCCIPITALE)
Si tratta di tutte quelle formazioni trasparenti
dell’occhio (solide e liquide) il cui potere
diottrico (indice di rifrazione) è diverso da quello
dell’aria (= 1) e che si comportano come lenti,
deviando i raggi luminosi che li attraversano. Si
tratta di lenti di tipo convergente il cui compito è
quello di mettere perfettamente a fuoco le
immagini sulla retina.
I mezzi diottrici dell’occhio
Procedendo dall’avanti all’indietro, i mezzi diottrici
dell’occhio sono:
CORNEA
UMORE ACQUEO
CRISTALLINO (l’unica formazione che ha
la capacità di variare il proprio potere diottrico
= proprietà di accomodazione del cristallino)
CORPO VITREO
Sono muscoli lisci localizzati all’interno del bulbo
oculare. Sono innervati dal sistema nervoso viscerale e,
pertanto, la loro contrazione non è controllabile dalla nostra
volontà.
MUSCOLO SFINTERE (COSTRITTORE) DELLA
PUPILLA: si trova nell’iride, è innervato dal S.N.
parasimpatico, contraendosi fa diminuire il calibro della
pupilla (MIOSI). Entra in funzione in condizioni di buona
illuminazione.
I muscoli intrinseci dell’occhio
MUSCOLO DILATATORE DELLA PUPILLA: si trova
nell’iride, è innervato dal S.N. ortosimpatico, contraendosi
fa aumentare il calibro della pupilla (MIDRIASI). Entra in
funzione in condizioni di scarsa illuminazione.
MUSCOLO CILIARE: si trova nel corpo ciliare, è
innervato dal S.N. parasimpatico, contraendosi fa
diminuire la tensione del legamento sospensore del
cristallino, che aumenta così il suo diametro antero-
posteriore ed il suo potere diottrico. Entra in funzione
nella visione da vicino.
ORECCHIO INTERNOE’ formato dal labirinto osseo (insieme di cavità e canali scavate nell’osso temporale) e dal labirinto membranoso (un sistema di vescicole e di canali con parete formata da una sottile lamina di tessuto connettivo denso). Il labirinto membranoso contiene un liquido detto endolinfa, mentre al suo esterno vi è la perilinfa. Questi due liquidi derivano dal plasma, ma hanno differente composizione chimica (ad esempio l’endolinfa è più ricca in K+ e molto più povera in Na+ e proteine).
LABIRINTO OSSEO
E’ formato da:
-vestibolo
-3 canali semicircolari [laterale, superiore (anteriore), posteriore] che corrispondono ai piani orizzontale, frontale e saggittale, rispettivamente
-chiocciola ossea