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Livio Spinelli SANTA MARINELLA - gruppiarcheologici.org · porto di Traiano, gli scavi di Ostia Antica e la ... Lorium ed era rinomata per la presenza di al- ... mente il casale rivela

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SANTA MARINELLACOLONIA IULIA CASTRUM NOVUMIl porto etrusco-romano di Castrum Novum

Livio Spinelli

Castrum Novum era situata sull’odierna Baiadi Ponente a Santa Marinella di fronte a unporto che nel massimo del suo splendore ar-rivò ad occupare uno specchio d’acqua dioltre 5.000 mq, servita dalla via Aurelia e damagnifici ponti, tra i quali il Ponte diAPOLLO - una mirabile struttura architetto-nica a più campate che attraversava l’attualefosso Castelsecco, mentre lungo la costa sor-gevano le grandi e lussuose ville “d’otium”dei ricchi villeggianti romani dell’epoca. Inquesta città dovevano possedere beni le duenobili famiglie romane dei CAPITONI edegli STATILI, poiché membri di tali fami-glie vi restaurarono e costruirono, a propriespese, dei monumenti ed edifici di caratterepubblico: come la curia, il teatro, i portici.Già al tempo dei romani, sulle colline diSanta Marinella, c’erano le rovine di una“misteriosa” città, della quale non cono-sciamo il nome. Il Dennis (1) un viaggiatoreinglese dell’800 che soggiornò a S.Mari-nella, dedica a questa città un intero capitolodella sua monumentale opera, citandoW.Abeken (2) - a proposito di scavi effet-tuati nel 1840 da Donna Teresa Caetani (Du-chessa di Sermoneta) – credette diriconoscerne le tracce sulla collina di “Pun-ton del Castrato”, 1 Km e mezzo a sud diCastrum Novum. Le mura soprastanti dettacollina, in alcuni punti poligonali, dovevanoappartenere alle fondamenta di una rocca odi un tempio, mentre quelle sottostanti do-vevano essere le mura di cinta della città an-

tica (Castrum Vetus), dove era ancora rico-noscibile la porta d’ingresso. Alcuni storiciritengono che Castrum Vetus fu abbandonatamolto tempo prima dell’arrivo dei Romani,secondo altri furono i romani stessi a di-struggerla e a costruire una nuova città, daqui il nome “Castrum Novum”. Nel II secolod.C. con la costruzione del porto di Traiano(a Centumcellae - Civitavecchia) CastrumNovum andò incontro a una lenta decadenzafin quando ai primi del V secolo d.C. fu in-cendiata e distrutta dall’invasione gotica del408 tanto che nel 416 d.C. Rutilio Nama-ziano recandosi in Gallia per mare così la de-scrive nel suo poemetto DE REDITU: “leterre lungo l’Aurelia hanno subito il ferro eil fuoco delle orde gotiche tanto che non v’èpiù una casa per rifugiarsi, né più ponti perattraversare i fiumi”. Queste devastazionihanno avuto una conferma da recenti son-daggi archeologici in cui è stato identificatouno strato di distruzione e incendio in coin-cidenza col passaggio dei Visigoti di Alarico(datato al 408 d.C. grazie al rinvenimento diun tesoretto di monete d’oro). Ma per la no-stra città la storia sembra ripetersi: infatti – inquesti stessi luoghi, dopo 1600 anni - altri“barbari” anch’essi provenienti dalla Ger-mania, nel 1944 - fecero saltare in aria l’an-tica Torre Chiaruccia, nel punto dove oggic’è la stazione metereologica dell’aeronau-tica. Dell’antico porto fece una dettagliataricostruzione nel 1956 l’archeologo Benve-nuto Frau: si tratta di un porto etrusco ante-

cedente alla città di Castrum Novum, ed è ilporto etrusco che si è meglio conservato finoai giorni nostri. Esso era in grado di ospitarenavi di grandi dimensioni quali le «Holka-des» e le «Pentekonter» del V e IV sec.,mentre la darsena, di circa 350mq potevaospitare navi di piccolo tonnellaggio, forsepescherecci. Fin dal 453 a.C. il porto subì ri-petuti attacchi e devastazioni dalla flotta si-racusana, fu memorabile quello del 384 adopera del siracusano Dionigi I il vecchio. Se-guirono nel 354 a.C. ulteriori distruzioni,non meno feroci, ad opera del console ro-mano C. Sulpicio Petico. Oggi le devasta-zioni continuano – non più a causa delleguerre, ma ad opera delle mareggiate – perquesto attendiamo che qualcuno si prenda acuore la riscoperta, la salvaguardia e la va-lorizzazione di questo porto che è un patri-monio storico e monumentale dell’umanità.Accanto al porto sorgeva il famoso Santua-rio etrusco di Punta della Vipera, la cui vitadurò fino al I sec. a.C. poi la costruzione diuna grande villa romana ne decretò la fine,un dejavu per gli attuali santamarinellesi.

NOTE(1) Istituto di studi etruschi ed italici,STUDI ETRUSCHI, Comitato permanenteper l’Etruria, 1927(2) Die Deutsches Archäologisches Institut(Boll. 1840 p.113 e seg.) 1848, G.ReimerVerlag

(continua alla pag. seguente

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Note dalla Campagna romana

Il destino del casaledella Bottaccia

La nascita del Parco del Litorale con i suoi16 mila ettari protetti fu salutata con grandefavore, soprattutto dagli ambientalisti; venivacostituita l’area protetta più grande che si af-faccia sul Mediterraneo, estesa lungo la costalaziale da Castel Fusano a Passoscuro.

L’area non ha solo un’alta valenza am-bientale e naturalistica, ma racchiude ancheautentiche meraviglie archeologiche quali ilporto di Traiano, gli scavi di Ostia Antica e lanecropoli dell’ Isola Sacra.

La parte più interna del parco, che è anchequella più lontana dal mare, è costituita da for-mazioni plioceniche di carattere sedimentarioche hanno dato luogo a corrugamenti sabbiosi.Testimonianza dei passati rivolgimenti geolo-gici è il sito paleontologico della Polledrara delCecanibbio, dove sono stati ritrovati resti di

mammiferi vissuti nel Quaternario. E’ questoil regno della farnia e dell’orniello e dellamacchia mediterranea negli anfratti vallivi. Laparte più interna del parco è raggiungibile la-sciando la statale Aurelia, all’altezza del chi-lometro venti. La pace e l’amenità dellacampagna, incredibilmente intatta proprio aridosso delle espansioni metropolitane diRoma, è piacevolmente allietata dalla vista edalla visita del borgo di Castel di Guido e delsuo castello. Qui Guido da Spoleto – da cuiprobabilmente il nome del borgo - nel IX se-colo ricacciò vittoriosamente i Saraceni.Durante il periodo romano e giù fin al-

l’epoca bizantina questa località era chiamataLorium ed era rinomata per la presenza di al-cune ville di aristocratici fra le quali è bene ri-cordare quella attribuita ad Antonino Pio;probabilmente Lorium ebbe una certa impor-tanza durante la guerra greco – gotica. Di re-cente l’area si è arricchita dell’oasi L I P U, cherichiama gli appassionati del turismo ornitolo-gico; pure degna di menzione è l’azienda agri-cola del Comune di Roma, che rifornisce laCapitale di squisitezze lattiero – casearie. Ma non tutto quello che si trova a Castel di

Guido è ugualmente risplendente…Basta ve-dere le condizioni pietose in cui è ridotto il ca-sale della Bottaccia, che sorge proprio aridosso della strada interna che porta al borgo. Cumuli di immondizia assediano l’antico

edificio, ormai abbandonato, ed il suo internoè diventato precario alloggio per barboni e pro-stitute. Il suo degrado ha fatto gridare alloscandalo e non sono mancate, soprattutto sullastampa locale, sdegnate proteste degli abitantidel XVIII Municipio. Sembra che il nome “bottaccia” derivi da

un’antica cisterna per la raccolta e la conser-vazione delle acque meteoriche. La cisterna haun diametro di m. 7,40 e vi sono tracce di cu-nicoli che convogliavano l’acqua verso il ca-sale. Il casale fu costruito nel XIV secolo e perdifenderlo meglio fu fortificato e munito didue torri. Sono presenti dei rifacimenti risa-lenti al ‘700; a tale data si può far risalire lacappella, di linee sobrie ed eleganti. Attual-mente il casale rivela le sue origini di castello,mantiene un alto contrafforte con ampio arco atutto sesto d’ingresso e forti contrafforti an-golari.Da un punto di vista strutturale si possono

notare fasce marcapiano e cornici alle buca-ture. Al di là della costruzione, che si erge mas-

siccia, vi sono corpi di servizio.Nel XVII secolo ne divennero proprietari i

principi Pamphili che adibirono il casale ad in-

fermeria e poi a casino di caccia. In propositoil G. Rossi nel suo libro riguardante le vicendedell’agro ceretano nei secoli XIV e XVIII lodefinisce l’unico ospedale “di campagna”.Sempre secondo il Rossi era un povero ospe-dale, senza medici, né medicine, formato dauna stanza che al massimo poteva ospitare seipersone.Nel 1803 scrive il cardinale Antonelli “Gli

infermi che capitano all’ospedale della Bot-taccia muoiono quasi tutti e muoiono come be-stie”.Il principe Giovanni Battista Pamphili, pro-

prietario di Castel di Guido, alla sua morte la-sciò un fondo per il trasporto dei malati aRoma.Forse - e lo auspichiamo – per il destino di

questo casale si apre un futuro più roseo.Un interessante ed esaustivo progetto di re-

cupero del casale della Bottaccia e di valoriz-zazione dell’ area circostante è stato redattodall’ arch. Andrea Cordisco. Il progetto è statopresentato ed illustrato al pubblico a Castel diGuido. Il comune di Roma, su pressione degli abi-

tanti della zona ed in seguito a segnalazionidella stampa locale, ha iniziato un’opera di ri-sanamento della zona e sta provvedendo a re-cintare il casale.L’area su cui sorge il fabbricato è di grande

interesse storico, come dimostrano i numerosiritrovamenti archeologici che si sono succe-duti nel corso dei secoli.In proposito nel 1824 il Nibby scriveva:” La

principessa Pamphili, signora della tenuta diBottaccia aprì uno scavo lungo la via Aurelia( che allora passava per il borgo di Castel diGuido n.d.r. ) e lungo la valle che l’attraver-sava: lungo la strada trovò sepolcri e tra que-sti fu notato che molti sepolcri cristiani eranostati fatti sopra le rovine di sepolcri pagani”.Non vorremmo che questo fosse il solito

fuoco di paglia ed un provvedimento – tam-pone.Il casale e tutta la zona circostante, anche

perché inseriti in un parco, meritano ben altrofuturo.

Il casale come si presenta dalla strada

Silvio Vitone

Il casale dopo la recinzione

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Segue da pag. precedente)BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE

G. Sacchetti, SANTA MARINELLA Estratto da“Archivio della società romana di storia patria” an-nata 103, 1980B.Frau GAR Il ritrovamento di un porto etrusco

del V sec. a.C. nell’area marittima di CastrumNovum (S.Marinella), 1979A.Fabrizi, CIVITAVECCHIA VEDETTA RO-

MANA, Santa MarinellaC.Calisse, STORIA DI CIVITAVECCHIA A.Comella, Il santuario di Punta della Vipera,.

Roma G.Bretschneider, 2001AA.VV. Caere e il suo territorio, Libreria dello

stato Ist. Poligrafico e ZeccaDe Grummond, Nancy & Erika Simon (editors)

THE RELIGION OF ETRUSCANS. University ofTexas Press, 2006.L.Bonfante, Etruscan Life and Afterlife: A Han-

dbook of Etruscan Studies, Wayne State UniversityPress 1986G. Dennis CITIES AND CEMETERIES OF

ETRURIA, Castrum Novum, 1848 British Mu-seumW.Abeken CASTRUM NOVUM C.VETUS

[Die Deutsches Archäologisches Institut, 1848G.Reimer Harvard University - USA ] G.Kahl-Fur-thmann Die Frage Nach Dem Ursprung Der Etru-sker, 1976 Hain Verlag

Nuova ARCHEOLOGIAmag.-giu. 2009

Pietro Ramella

LA DORA BALTEA, DAL MONTE BIANCO AL PO

PARTE SECONDAIl fiume, l’archeologia e la storiaLe grandi civiltà sono nate e si sono svilup-

pate lungo le rive dei fiumi. L’acqua è fonte divita per animali, vegetali ed esseri umani; inol-tre le vie d’acqua han consentito trasferimentipiù agevoli dei sentieri tracciati su territori ac-cidentati, con l’insidia di animali ostili.Queste considerazioni valgono anche per il

fiume Dora Baltea, corso d’acqua perenne ori-ginato dai grandi ghiacciai della Valle d’Ao-sta.Ritrovamenti archeologici relativi agli ultimi

65 secoli ci aiutano a tracciare una mappadegli insediamenti antichi e medievali sortilungo il fiume, dalle montagne sino al fiumePo.Iniziamo il viaggio partendo dall’alta Val

d’Aosta:Pré-Saint-Didier, resti di strada e di ponte ro-

mano; tombe romaneAvise (Runaz), Pierre tailleé, resti della via

romana su sostruzioni. Tratto di roccia inta-gliata per il passaggio della via romanaVilleneuve, resti di un ponte romano sulla

Dora; sepolcreto eneolitico; tombe romaneSaint Pierre, resti di un villaggio eneolitico;

resti romaniSarre, tombe pre-romane, armille galliche;

miliario e tomba romana

Aymavilles, ponte-acquedotto romano del-l’anno 3 a.C., sopra la Grand Eyvia, torrentedella Valle di CogneAosta, area megalitica di Saint Martin de

Corleans: ricuperate stele antropomorfe etombe megalitiche del III millennio a.C. (etàdel Rame, Eneolitico: 2800-2100 a.C.). Nel 25a.C. i Romani fondano Augusta Praetoria.Aosta è denominata “Roma delle Alpi”; con-serva numerose vestigia di età romana: l’Arcodi Augusto, la monumentale Porta Pretoria, ilteatro, il criptoportico, il foro, le mura, torri,resti dell’anfiteatro, ponte sul torrente Buthier.

Sono stati messi in luce resti di insulae (rela-tive a molte abitazioni), le terme, l’acquedotto,le porte (destra, sinistra, decumana), necropoli,ville suburbane, tempio. Basilica paleocri-stiana di San LorenzoVollein (Quart), necropoli dell’EneoliticoNus, resti di età romanaChâtillon, ponte romano sul torrente Mar-

more; tomba e resti romaniBarmasse (Valtournanche), sulla destra del

torrente Marmore, in ripari sotto roccia rile-vate incisioni rupestri (mascherone, accette;Neolitico finale o Eneolitico)Saint Vincent, tombe di età gallica con ar-

mille; resti di impianto termale romano; ponteromano a un arco (arco crollato nel 1839)Montjovet, insediamento e sepolcreto prero-

mani (Fusey), incisioni rupestri preistorichepresso il castello di Chenal; sostruzioni dellavia romana, resti di ponte romano; edicola fu-neraria romana (Champérioux)Donnas, via publica romana costruita con ta-

gliata della montagna, a lato della Dora Bal-tea; nel tratto di strada ci sono un arco, unmiliario e solchi sul piano per il transito dicarriBard-Donnas, sostruzioni ciclopiche con

massi come fondo della strada romana; a Bard,incisioni rupestri e resti della strada romanaPont Saint Martin, imponente ponte romano

sul torrente Lys, ben conservato e conosciutonegli studi sulla romanitàMontalto Dora, insediamento neolitico (cul-

tura Vaso a Bocca Quadrata, V millennio a.C.)sulle rive del lago Pistono. Nell’area della tor-biera Mongenet ricuperati reperti del Bronzomedio e finale. Sulle pendici della collina,sotto il castello, ricuperate armille di bronzodella cultura La Tène (II Età del Ferro, V-IIsec. a.C.)sulla Paraj Auta (Pavone Canavese) resti di

villaggi dei Salassi. Ricuperati reperti fittili, li-tici e metallici databili dall’Età del Bronzo fi-nale all’Età del Ferro (1100-200 a.C.)Ivrea: nel 100 a.C., fondazione di Eporedia,

oppidum, colonia e poi municipium romano,con mura, acquedotto, terme, teatro, anfitea-tro, horrea (magazzini), due ponti sulla Duriamaior e una banchina per l’attracco di barconi,strade selciate, cloaca. Nel I secolo d.C. Tacitoconsidera Eporedia tra le maggiori città ro-mane dell’Italia del Nord-Ovest, con Medio-lanum, Novaria e Vercellas. Corso della Duriamaior dirottato su EporediaAlbiano, sulla strada verso Tina scoperte 14

tombe romaneTina (Vestignè), in un’ansa della Dora Bal-

tea, in una cava, ricuperate due grandi statue-stele istoriate dell’Eneolitico (3500-3000

a.C.). Il ritrovamento lascia ritenere l’esistenzanell’area di un porto, un insediamento e un sitomonumentale, ornato con grandi stele antro-pomorfe in onore di personalità defunte diquella antica comunitàMazzè, lungo la Dora Baltea sotto il Castello

ricuperato un monolite lungo m 4,2. Si ritienefosse posto sul tumulo di un principe dellaprima Età del Ferro (VII-VI sec. a.C.)tra Mazzè e Villareggia, si trovano depositi

di pietre che lasciano intuire la presenza di an-tiche aurifodinae simili a quelle della Bessala mansio Quadrata (Verolengo) ha lasciato

fondamenta di edifici romani (tratti di mura dim 33 e 10), tomba di marmo, bronzi, monete,miliari, necropoli con tombe fittili, vasi di ter-racotta, urna funeraria in pietra. Questa mansioera collegata tramite strade con Eporedia, Au-gusta Taurinorum (Torino) e Ticinum (Pavia).A questo quadro sugli insediamenti umani

dalla preistoria all’età romana può essere utileinserire qualche dato relativo ai castelli e allechiese più importanti presenti lungo la DoraBaltea, dalle montagne sino al fiume Po:Avise, castello di Blonay (sec. XII) con

grande torre quadrata.Introd, il castello è composto da una strut-

tura caratteristica, con torre quadrata al centrocircondata da una corona di fabbricati. Docu-mentato dal 1244 questo maniero ha conser-vato l’impianto degli antichi insediamentidifensivi, composti da un recinto con una torrecentrale.Castello di Sarriod de la Tour, costruito a

metà del XV secolo, ha conservato l’aspettoaustero di un castello medievale.Castello di Aymaville con potenti torri, già

attestato nel 1287. Nel XVIII secolo viene tra-sformato in residenza signorile.Castello di Saint Pierre, citato nella Carta

delle Franchigie del 1191. All’esterno è statotrasformato in castello delle fiabe. Ospita ilMuseo Regionale di Scienze Naturali (bota-

Castel di Saint Pierre

Castello d’Ivrea

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nica, mineralogia, zoologia, ambiente naturale,ghiacciai).Castello di Sarre, costruito nel XIII secolo e

restaurato nel 1700. Fu ritrovo di caccia di reVittorio Emanuele II; ospita trofei di stambec-chi e camosci.Città di Aosta. Oltre alla visita delle vestigia

romane, la città cristiana presenta due monu-menti di prestigio: la Cattedrale, costruita nelX-XI secolo, con due campanili romanici euna cripta più antica. Presenta affreschi del-l’XI secolo ed una collezione di oggetti romanie medievali. La Collegiata di San’Orso vienefondata su un oratorio paleocristiano del VIIsec. d.C.; il complesso comprende la chiesa atre navate, con campanile e cripta, il chiostro(con 40 stupendi capitelli in marmo) e gli af-freschi ottoniani dell’XI secolo.Castello di Fénis, esisteva già prima del

1242 ed era composto da una torre recinta damura. Nel XIV secolo viene sviluppato in unastruttura castellana con doppia cortina e torri,con locali affrescati. Dopo secoli di decadenzaa fine 1800 viene acquistato e restaurato da Al-fredo d’Andrade.Castello di Montjovet, sorge come fortifica-

zione strategica sulla Valle della Dora; il pri-mitivo castello risale all’XI secolo. Nel 1438 iSavoia lo trasformano in una fortezza; poi nel1661 le varie opere sono smantellate, poichéla difesa sulla via della Val d’Aosta viene con-centrata a Bard. Il castello ora è in rovina, maconserva un fascino particolare, anche per lavista sulla sottostante Valle della Dora.Castello di Cly (Saint Denis, Chambave),

origina da una torre con cappella, case e mura,citata nel 1191. Il donjon, alto 18 metri, costi-tuisce la parte più antica del complesso, ora inrovina.Castello di Ussel, risale al XIV secolo; è di

fronte alla città di Saint Vincent. Di recente èstato restaurato ed accoglie mostre.Castello di Issogne, è articolato come un pa-

lazzo del Rinascimento con locali di rappre-sentanza, cappelle, camere, arricchito conaffreschi di grande realismo (botteghe, personein costume).

Nel 1151 esisteva a Issogne una casa-fortecon torre di segnalazione. L’edificio viene poiampliato nel XIV e XV secolo da Ibleto e daGiorgio di Challant. A fine 1800 viene acqui-stato da Vittorio Avondo e restaurato conl’aiuto di Alfredo d’Andrade e Federico Pa-storis.Castello di Verres, costruito nella seconda

metà del XIV secolo con la funzione di strut-tura fortificata a controllo delle Valli della

Dora e dell’Evançon. Data la distanza dal fon-dovalle le sue artiglierie furono scarsamenteefficaci.Forte di Bard. Il castello di Bard, per il con-

trollo della via francexia e per l’imposizionedi pedaggi ai mercanti e ai viaggiatori, è citatoin un documento dell’anno 1034. Nel 1242Amedeo IV di Savoia ottiene da Ugo di Bardla rocca fortificata e realizza importanti strut-ture difensive nell’area.Tra gli episodi militari più celebri relativi al

forte ricordiamo la discesa dell’armata napo-leonica del maggio 1800. Napoleone farà di-

struggere il forte; le costruzioni ora visibilisono state poi costruite tra il 1830 e il 1838.Ora il Forte di Bard ospita mostre di alto li-vello.Castello di Cesnola, tra Settimo Vittone e

Carema si trovano i resti del Castelletto; cosìera chiamato il castello di Cesnola, con fun-zione di riscossione dei pedaggi sulla via fran-cexia. All’inizio del XVI secolo il duca CarloII di Savoia ne ordina la parziale demolizione.Castello di Montalto Dora, citato in una per-

gamena del 1141 era di proprietà dei Vescovidi Ivrea e veniva assegnato in feudo a signorilocali. Data la posizione strategica sulla viafrancexia nel XII e XIII secolo avvengonolotte tra i Comuni di Ivrea e di Vercelli ed ilmarchese di Monferrato per il relativo con-trollo. Nel XIV secolo i Savoia acquisisconoil castello e lo infeudano ai De Jordanis diBard e poi ai Vallesa.Castello di Ivrea, costruito tra il 1358 ed il

1395 per volontà del conte di Savoia AmedeoVI, detto il Conte Verde. Svolgerà funzione difortezza e saltuariamente di residenza dei si-gnori di Savoia; da metà del XVIII secolo di-venterà carcere mandamentale. Episodisignificativi della storia della città avvengononel castello, sede del Governatore e di uncorpo armato. Varie vicende della famiglia, delducato e poi del regno sabaudo sono collegateal Castello delle rosse torri.Città di Ivrea. Ivrea offre al visitatore, oltre

alle vestigia romane e medievali (palazzo dellaCredenza, torri), anche due chiese di partico-lare interesse architettonico e artistico.La Cattedrale di Santa Maria è stata costruita

nel V secolo d.C. (forse con riuso della Basi-lica di Eporedia); è stata poi ampliata nel X-XI secolo e di seguito a metà del XVIII secolo.L’evoluzione è da chiesa paleocristiana achiesa romanica e poi barocca (all’interno) eneoclassica (la facciata). Importante la cripta, con affreschi e l’arca

funeraria del romano Caio Atecio Valerio.

Conserva inoltre quadri di Defendente Ferrari. La Chiesa del Convento di San Bernardino

contiene un ciclo di affreschi di Gian MartinoSpanzotti (1485-95). Quest’opera, di alto li-vello del Quattrocento piemontese, illustra lavita di Gesù. Castelli di Strambino. Il castello antico è do-

cumentato nel 1194; era dotato di torri, mura dicinta e fossato. Durante le guerre del Cana-vese, a metà del XIV secolo a Strambino “so-levano abitare 600 uomini e combattere...”;con probabilità in questo periodo il castelloviene gravemente danneggiato. Nel XV secoloi San Martino costruiscono il castello in stilegotico e nel XVII secolo sono costruite due re-sidenze signorili con parco.Tra il 1764 e il 1791 l’architetto Carlo An-

drea Rana costruisce a Strambino la nuovaChiesa Parrocchiale, dedicata ai Santi Michelee Solutore, in stile barocco-rococò. L’edificiosacro, imponente e mirabile nel suo interno, èMonumento Nazionale.Castello di Masino. Un castrum di Masino è

citato in un documento del 1070; nel 1193viene ceduto a Guglielmo Valperga. I rapportitra i Valperga Masino ed i Savoia sovente sonoconflittuali; i primi si alleano con Vercelli econ il marchese di Monferrato. Quando le duefamiglie superano i dissensi, i Valperga di Ma-sino ottengono incarichi di prestigio.Castello di Mazzè, viene citato in un docu-

mento del 1313; data la posizione strategica diMazzè con il Pons Copacij sulla Dora Baltea,si ritiene che il castello esistesse già prima. NelXIV secolo, durante le guerre del Canavese, isignori di Mazzè ed il loro castello sono coin-volti in varie vicende. Nel XIX secolo vicinoal castello medievale viene costruito un nuovocastello.Questa sintetica documentazione attraverso

65 secoli ci consente di seguire la nascita e losviluppo degli insediamenti umani nelle areearcheologiche più significative rilevate e poiintorno ai castelli, tuttora in vita o ridotti a ru-deri, lungo il corso del solenne e perennefiume che chiamiamo Dora Baltea.Giova ricordare inoltre che molte presenze

umane lungo il fiume, a causa di alluvioni e diesondazioni, sono state cancellate o copertedalle sabbie nei secoli, come abbiamo potutoregistrare a Tina ove attraverso l’attività di unacava abbiamo ricuperato le due stele eneoliti-che a 4,5 metri sotto il piano di campagna.

BibliografiaZanotto A., Valle d’Aosta antica e archeo-

logica, Aosta, 1986.AA.VV., Archeologia in Valle d’Aosta,

Aosta, 1981.Bollettini della Società Valdostana di Prei-

storia e di Archeologia, Aosta, 1958-2008.Ramella P., Ivrea e Canavese dalle origini al

medioevo, Ivrea, 2003; Canavese 100 secoli,Ivrea, 2006; Canavese 100 secoli. II. La vita(continua alla pagina seguente

Castello di Ussel

Castello di Fénis

Nuova ARCHEOLOGIAmag.-giu. 2009 5

nel medioevo, Ivrea, 2007.Mosso B., Castelli e torri in Val d’Aosta, To-

rino, 1997.Ramella P. (a cura), Castelli della Dora, fo-

tografie di Giuseppe Mangianti e Riccardo Si-meoni, testo di Pietro Ramella, Ivrea, 1994.Valle d’Aosta, Guide De Agostini, Novara,

1988.Ramella P., Strambino dalle origini al me-

dioevo, Ivrea, 1999; Castelli e Uomini nelladoussa terra de Canaves, Ivrea, 1992; Il Ca-

stello di Ivrea, Medioevo in Canavese, Ivrea,1993

Castello di Masino

G i am p i e r oGalasso

Canosa (FG): Restituito al pubblico l’Ipogeo del CerberoRiaperto finalmente al pubblico l’Ipogeo del

Cerbero, a Canosa di Puglia, situato in alcuniambienti sotto l’attuale Liceo Scientifico “E.Fermi”, in Viale I Maggio nella località Co-stantinopoli. L’importante ipogeo affrescato,scoperto nel 1972 nel comune dauno, a diffe-renza degli altri ipogei scavati nel tufo notinella zona è cavato direttamente nello strato diterreno argilloso ma fu gravemente danneg-giato nella parte superiore durante i lavori displateamento connessi alla costruzione del-l’edificio scolastico. Sottoposto a primi interventi di recupero sul

finire degli anni Ottanta e la metà del decennioscorso, è stato ora sottoposto a decisivi inter-venti di restauro che hanno salvato la stabilitàfisico-strutturale del giacimento archeologicoe soprattutto reso fruibile ai turisti il ciclo dipitture parietali che ne fanno uno dei più im-portanti ipogei dell’intera Daunia. I restaurisono stati realizzati grazie ai fondi del 5 permille della Fondazione Archeologica Canosina

in collaborazione con la Fidapa locale e lostesso Liceo e naturalmente eseguiti sotto ilcontrollo diretto della Soprintendenza Ar-cheologica della PugliaL’ipogeo, orientato in direzione nord-

est/sud-ovest, ha il suo ingresso ubicato a suded è costituito, nel complesso, da un corridoiodi accesso, da un atrio centrale e da quattro ca-mere sepolcrali. Il corridoio di accesso (dro-mos), disposto su di un piano inclinato, èpreceduto e chiuso da un gradino che porta adun vestibolo su cui si aprono le camere sepol-crali. E proprio sopra una delle porte delle ca-mere sepolcrali è il fregio dipinto raffiguranteuna deductio ad Inferos con al centro la figuradel Cerbero verso la quale convergono gli altripersonaggi. Al cane infernale a tre teste si è an-nessa una figura che guida un personaggio am-mantato, forse il defunto, seguito a sua voltada un guerriero armato di lancia e di scudo cheregge le redini di un cavallo. Quest’ultimo, se-condo gli esperti, indicherebbe sia il mezzocon cui il defunto ha compiuto il viaggio versol’Oltretomba sia il rango elevato del perso-naggio rappresentato.

GRUPPO ARCHEOLOGICO SORANO PITIGLIANOATTIVITA’ DI CAMPO- L’attività archeologica è

suddivisa in diversi settori i quali comprendono: set-tore archeologico: scavo di una area rurale medie-vale; settore di ricerca: ricognizione topografica edi superficie; settore scientifico: studio e cataloga-zione dei materiali rinvenuti.Durante la nostra attività sarà prevista una gita

su siti archeologici e/o strutture museali.

PARTECIPAZIONE – Possono partecipare allaattività archeologica tutti coloro che sono studenti oappassionati del settore e che abbiano compiuto il15 anno di età, e non occorre essere in possessodi esperienze specifiche ma che siano disposti apartecipare in gruppo a nuove e appassionantiesperienze di vita comune. TURNI – due sono le sessioni estive proposte

come attività di campo Archeologico:1 turno) dal Lunedi 06 Luglio al sabato 11 Luglio2 turno) dal Lunedi 07 Settembre al sabato 19

Settembre

I turni sono composti da sei giorni lavorativi (Lu-nedi - Sabato) e l’orario è articolato dalle ore 09,00alle ore 17,00, il sabato è programmato per unaescursione.

QUOTA – La quota di partecipazione è di €330,00 per tutta la durata del campo (14 giorni),mentre per chi desidera partecipare per un periodolimitato di una settimana la quota sarà fissata a €200,00.

MODALITA’ DI PARTECIPAZIONE - La partecipazione al campo è riservata ai soli

soci dei Gruppi Archeologici d’Italia (Quota di€ 30,00 e di € 20,00 per gli studenti). L’iscrizione alG.A.S.P. prevede l’Assicurazione Infortuni e stagenelle cittadine d’arte (Sovana, Saturnia e Sorano). All’atto della prenotazione andrà versata una

quota di € 100,00:- presso la Segreteria del G.A.S.P., Via Don F.

Rossi,98 – 58017 Pitigliano (Tel. 0564 616396 –cell. 3397314678) - sul c/c postale n. 9 5 2 4 1 0 2 2 intestato alla

Associazione Gruppo Archeologico di Pitigliano So-rano, oppure codice IBAN per Bonifico BancarioIT – 57 – D – 07601 – 14300 - 000095241022Il saldo sarà versato il giorno dell’arrivo al campo.

In caso di rinuncia da parte del partecipante, que-sti non ha diritto alla restituzione della quota di iscri-zione al G.A.S.P. inoltre nessuna somma vienerimborsata in caso di rinuncia comunicata a partiredall’inizio del campo.

Associazione Culturale P o g g i o d e l L ag oVIA SANTA MARIA 45 - 01030 VASA-

NELLO (VT)tel/ fx 0761.408096 - 331.5281628 C.F.

90085700566PREMIO NAZIONALE DI FO-TOGRAFIA ARCHEOLOGICAP A L A Z Z O L OL’associazione culturale Poggio del Lago

organizza la prima edizione di questo PremioFotografico, aperto a tutti i fotografi profes-sionisti e non residenti in Italia.Il tema è implicitamente legato all’archeo-

logia: vale a dire a tutti quei siti e/o vestigia-convenzionalmente così definiti.Gli scatti devono essere realizzati sul terri-

torio della repubblica italiana. Ogni parteci-pante può presentare un numero massimo di2 scatti effettuati entro gli anni 2000-‘09, in-viandoli all’indirizzo [email protected] entro e non oltre il 28settembre 2009.Per scaricare il regolamento e i moduli di

iscrizione www.poggiodellago.comR E G O L A M E N T O : http://www.pog-

giodellago.com/pdf/REGOLAMENTO.pdf1° classificato: 800 Euro + targa2° classificato: 500 Euro + targa3° classificato: 300 Euro + targa4°- 6° classificato: 200 Euro + targa

6 Nuova ARCHEOLOGIAmag.-giu. 2009

Nuova ARCHEOLOGIAmag.-giu. 2009

Gruppo Archeologico Roccaltia

TESTIMONIANZE ARCHEOLOGICHE RECENTEMENTE SCOPERTE

Il territorio del nostro comune è ricco di evi-denze archeologiche in gran parte ancora dascoprire.Nel 2007 il Gruppo Archeologico Roccal-tia apriva in località S. Maria di Luco (S. Eu-tizio, fraz. di Soriano nel Cimino) unitinerario ricco di testimonianze archeologi-che. Lungo il percorso si incontrano, tra l’al-tro, due sbarramenti in opera poligonalecostituiti da blocchi di peperino lavorati adincastro e posti in opera a secco.Ciò che resta della prima diga, situata nelFosso del Mandrione, misura metri 15 dilunghezza, metri 2 di altezza e metri 3,70 dilarghezza [foto 1]. Il secondo sbarramento èposto circa 500 metri più a valle, nel Fosso diVallelunga, proseguimento del Fosso delMandrione; più imponente del primo, misuram. 25 di lunghezza, m. 5 circa di altezza em. 4 di larghezza [foto 2]. Le due strutturenon si presentano integre; se ne possono tut-tavia ammirare i resti in tutta la loro pos-sanza.

Per quanto riguarda la datazione, l’ipotesiche attualmente rimane più attendibile le farisalire al IV – III sec. a. C.Perché torniamo a parlare di queste opere

già più volte citate a partire dalla finedel’800? Recentemente, nel corso diun’escursione nel territorio di Chia (fraz. diSoriano), circa un km in linea d’aria a norddella torre di S. Maria di Luco, ci siamo im-battuti in altri due sbarramenti del tutto si-mili a quelli precedentemente descritti,anche se di dimensioni minori, siti in unfosso talmente esiguo da non riuscire a col-marsi d’acqua neppure con le copiose pioggeinvernali. La prima diga, nascosta da unafolta vegetazione, si trova a circa 200 metridalla sorgente che alimenta il fosso.Misura metri 16 di lunghezza, metri 3 di al-tezza (al centro del fosso) e metri 1,70 circadi larghezza; la parte centrale è quasi intera-mente crollata, mentre sono ancora visibili illato sud e in parte la sezione settentrionaleche, tuttavia, appare sconnessa per l’azione

delle piante. Una decina di metri a nord dellosbarramento si può notare una cava di pepe-rino da dove probabilmente venivano estrattii blocchi che,parzialmente sbozzati, eranotrasportati in loco, lavorati ad incastro e postiin opera a secco; in un masso vivo situatonella cava si possono ancora osservare alcunicanaletti picchiati per poter procedere al-l’estrazione del blocco. Una cinquantina dimetri ad ovest della precedente, lungo lostesso fossetto, s’incontra la seconda diga(lunghezza m 12; altezza al centro del fossom. 3; larghezza m. 1,70): il lato destro e laparte centrale risultano mancanti (si vedonoancora i blocchi crollati nel fosso sotto-stante), mentre la parte sinistra è ben con-servata per una lunghezza di m. 8 edun’altezza di m. 2 circa. L’interramento el’alta vegetazione non consentono allo statoattuale di determinarne la larghezza. Anchenei pressi di questo secondo sbarramento sitrova una cava di blocchi di peperino alcunidei quali, appena sbozzati, sono ancora pre-senti in loco. Entrambe le dighe mostranouno spessore modesto, forse perché non ave-vano la funzione di sostenere la spinta vio-lenta dell’acqua come gli sbarramenti siti nelfosso del Mandrione, più ampio ed incre-mentato da diversi corsi d’acqua. In questocaso doveva invece trattarsi di due modestibacini per l’acqua, alimentati unicamente dauna piccola sorgente situata circa 200 metriad est; da essa sgorga un minuscolo rivolo,sempre costante, sufficiente a rifornire pertutto l’arco dell’anno due ville rustiche diepoca romana ubicate una cinquantina dimetri a nord. A monte della prima diga, nel tratto più pro-fondo e più in pendenza del fosso, sono vi-sibili diversi massi collocati in quel puntodalla mano dell’uomo: è lecito ipotizzare chesiano stati accatastati in previsione di unapossibile piena, con conseguente sovrab-bondanza d’acqua. Del primo rustico è ancora chiaramente visi-bile il muro di fondazione, lungo m. 45 circae costituito da grandi blocchi di pietre postiin opera a secco; alcuni squadrati misuranocm 100x60x45, mentre altri appaiono soloparzialmente lavorati. I restanti tre lati dellastruttura sono nascosti dall’interrato e dallavegetazione in crescita. Non mancano nellevicinanze frammenti di dolia, tegole e cera-mica da cucina, sia grezza che depurata, dacui si può dedurre che la villa, sorta nei primidecenni dell’epoca repubblicana, sia stataabbandonata nella fase finale dell’Impero

(IV – V sec. d.C.). Ad un centinaio di metria nord-est, nel bosco, si trova un masso dinotevoli dimensioni, la cui sommità risultaspianata; su di essa sono state ricavate quat-tro canalette formanti un quadrato: si trattavacon ogni probabilità di una piccola ara sa-crificale.La seconda villa è situata 150 metri a nord-ovest della precedente su una collinetta e, daquel poco che lascia intravedere la folta ve-getazione, si può stimare che misuri appros-simativamente m. 15 x m. 10.Nella scarpata sottostante si aprono duetombe a camera, una delle quali, non ulti-mata, penetra per circa un metro nella paretedi peperino. Nei pressi delle sepolture si puòosservare una tagliata di forma ovale com-pletamente interrata: forse una vasca o unapestarola. Trecento metri più a sud-est della sorgente, sinotano due grandi blocchi di peperino so-vrapposti, squadrati ed incassati nella parete;altri del tutto simili sono caduti nel fosso sot-tostante.Non può trattarsi della spalla di un ponte, dalmomento che il corso d’acqua è talmente esi-guo da poter essere superato senza difficoltàalcuna; si può pensare con più probabilità adun modesto sbarramento, dato che in quelpunto il fosso si presenta come una piccolavoragine lunga m 2, larga m 1,30 e profondam 1,40 circa. La notevole quantità di fram-menti di vasellame presenti sul luogo con-sente di ipotizzare che nelle vicinanze siaesistito un piccolo rustico rifornito da quelminuscolo bacino. Dietro i blocchi l’acquacompie un salto di sette – otto metri, for-mando una cascatella che rende ancora piùsuggestivo l’aspetto incantevole del luogo.Tutta la zona circostante risulta ricca di te-stimonianze archeologiche.La zona parzialmente indagata è ubicata

circa 1 km a nord-ovest di Poggio Civitella(Chia fraz. di Soriano nel Cimino) e 200metri a sud-ovest della località denominata“Sasso Quadro“ (territorio del comune diBassano in Teverina).

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Nuova ARCHEOLOGIAmag.-giu. 20098

NuovaARCHEOLOGIAperiodico dei Gruppi Ar-

cheologici d’ItaliaDirezioneVia Baldo degli Ubaldi,16800167 RomaTel./Fax. 06 39376711e-mail: [email protected] (segreteria)- [email protected](redazione)Abbonamento annuo Italia euro 12,91 Europa euro 20,66 c/c post. n. 15024003 inte-stato a: “Gruppi Archeo logicid’italia - Via Baldo degliUbaldi, 168 - 00167 Roma”

Direttore responsabileNunziante de MaioDirettore editorialeGiorgio PoloniGrafica ed impaginazioneEnnio LosurdoRedattori corrispondentiCristiana Battiston(Lombar.)Joshua Cesa (Friuli)Antonio Filippi(Sicilia)Giampiero Galasso (Camp.)Marco Mengoli (Lazio)Pietro Ramella (Piemonte)Leonardo Lo Zito (Basilic.)Redazione RomaGianfranco GazzettiFiorella AcquaLucia SpagnuoloManuel VanniSilvio VitoneHanno collaboratoLivio SpinelliAutorizzazionen. 18/2005 Trib. di RomaRealizzazione e Stampac/o Tipografia Marina -Anzio Via 22 gennaio, 12/1400042 RomaChiuso in tip.: 24/6/2009

I Gruppi Archeologicid’Italia aderiscono a:

FORUMEuropeo delleAssociazioni per i beni culturaliCENTRO

Nazionale del VolontariatoPROTEZIONE

CIVILEKOINÈ

Forum dei Paesidel Mediterraneo

ANANKE SrlVia Lodi, 27/c 10152 Torino. Tel. 011 2474362fax 011 2407249 e-mail [email protected] Sconto 30%su prodotti editoriali In catalogo consultabile sulsito internet www.ananke-edizioni.comARCHEOLOGIA VIVAGiunti Gruppo Editoriale - via Bolognese, 165 -50139 Firenzee-mail: [email protected] - www.archeologia-viva.it, Tel: 0555062298 - Abbonamento alla ri-vista bimestrale a 22,40 Euro (anziché 26,40Euro) estero 27 Euro; per nuovi abbonamenti,per rinnovi alla scadenza ed abbonamenti regaloa terzi (da parte di nostri iscritti).Eventuali abbonamenti per l’estero: 33 Euro(anziché 37 Euro)Procedura operativa: raccolta degli abbonamentipresso i singoli Gruppi, secondo la proceduraprevista ed inviata agli stessi (scheda riassun-tiva).EDITORIALE JACA BOOKEditoriale Jaca Book Spa - via V. Gioberti, 7 -20123 MilanoTel. 0248561520, fax 0248193361; e-mail: [email protected] sui sito internet: www.jacabook.itAcquisto di prodotti editoriali In catalogo o pre-notazione di opere future: sconto del 20 %Condizioni amminisfrative: rivolgersi alle se-greterie dei Gruppi.LIBRERIA ARCHEOLOGICA Srl -

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www.edipuglia.it. Condizioni amministrative:rivolgersi alle segreterie dei Gruppi. •EDIZIONI ALL’INSEGNA DEL GIGLIOCasa editrice “Edizioni all’Insegna del Giglio inFirenze di L. Frosini & C. s.a.s.”, via R. Giu-liani, 152/r 50141 Firenze tel. 055 451593; fax055 450030; e-mail: [email protected] del 20 % per acquisto di titoli in cata-logoCatalogo sul sito internet www.edigiglio.itCondizioni amministrative:rivolgersi alle segre-terie dei Gruppi.FELICI EDITOREArtigrafiche Sri - Via Ravizza, 10- 56014 Ospe-daletto (PI) Tel. 050982209; e-mail: [email protected]; www.felicieditore.it Sconto del30% per titoli in catalogo; ordini via fax al050982710Condizioni amministrative: rivolgersi alle se-greterie dei Gruppi.CIVICI MUSEI E GALLERIE DI STORIA EARTE33100 Udine - Castello - Tel. 0432502872,0432501824; fax 0432501681 - www.co-mune.udine.itPossibilità di acquistare, a semplice presenta-zione della tessera, la “Udine Museale Card” alcosto di 2,50 euro (anziché 5 euro) che consenteun ingresso, senza limiti temporali di utilizzo,ai Civici Musei di Storia e Arte del Castello(Museo Archeologico e Gabinetto Numisma-tico, Galleria d’Arte Antica, Gabinetto dei Di-segni e delle Stampe, Museo Friulano dellaFotografia), alla Galleria d’Arte Moderna, alMuseo Diocesano e Gallerie del Tiepolo, alMuseo del Duomo e Chiesa della Purità ed allaCappella Manin (su prenotazione), oltre a quat-tro Ingressi ridotti al 30% sulle mostre curatedai Civici Musei.IL FONTINOdi Pescia Fiorentina di Capalbio - Gr (km 24 55Aurelia)Caratteristiche della struttura: il fabbricato esi-stente dal 1700, recentemente restaurato, mettea disposizione n. 20 posti in appartamentini, chepossono ospitare da 2 a 4 persone, dotati di cu-cina o angolo cottura. La convenzione è con-cordata per il solo pernottamento.Comunicazioni e informazioni: tel.e fax: 0564895149 - 064 91506 cell. 3358 437455 - e-mail: [email protected] - www.ilfontino.itLA LUNAGinestra di VaI di Pesa - FI (km 15 ca. da Fi-renze, uscita Autostrada del Sole a Firenze-Signa) Caratteristiche della struttura: ilfabbricato, esitente dall’inizio del 900, mette adisposizione n. 10 posti in appartamentini dotatidi cucina o angolo cottura.La convenzione è concordata per il solo pernot-tamento. Comunicazioni: tel.e fax: 055 8729235- 064 91506celI. 3358 437455 - e-mail: [email protected] OCTAVIAVia G.G. Bottari, 38-00135 Roma Tel/fax

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AGEVOLAZIONI PER I SOCI DEI GRUPPI ARCHEOLOGICI D’ITALIA

Associazione nazionale per la tutela e la valorizzazione dei beni culturali ORGANIZZANO

Sabato 10 e domenica 11 ottobre 2009GIORNATE NAZIONALI DI ARCHEOLOGIA RITROVATA

6° EDIZIONE

I G r u p p i A r c h e o l o g i c i

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Anna Maria Turrino - Sara Parodi

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