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Pagina 1 Sacramenti Pag. 2 Sinodo Pag. 3 Testimonianze Pag. 4 Gruppi Pag. 5 Famiglia Pag. 6 Canto Liturgico Pag. 7 Attività parrocchiali Pag. 8 Dicembre 2010 - N° 3 Parrocchia S. Maria del Carmine - via Emilia, 72 - 40060 Toscanella BO - tel 0542 672306 - www.parrocchiatoscanella.it E’ tempo di Avvento! L a nostra comunità parrocchiale, si è ritrovata a Tossignano, presso Villa Maria, per pregare insieme e prepararsi al Natale. Abbiamo letto una parte del Vangelo spesso trascurata, almeno da me e dalle persone che ho incontrato, l’inizio del Vangelo di Matteo, proprio il primo capitolo, che parla della genealogia di Gesù, con tutti quei nomi a noi strani… Don Andrea ci ha introdotto nel tema in modo semplice. Quei nomi sono le persone che hanno vissuto prima di Gesù, in quei nomi è riassunta la Bibbia, il vecchio Testamento. In quei nomi si realizza la nostra attesa; ora è l’inizio di un tempo nuovo, comincia una vita nuova. Noi non aspettiamo il Messia come fanno gli Ebrei, il tempo dell’attesa si è già compiuto. Meglio ancora, la nostra attesa assomiglia molto a ciò che abbiamo letto nel secondo capitolo di Matteo, dove i Magi chiedono al re Erode: “ Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei?”. E’ importante sapere “il dove”, per poterlo incontrare, per poterlo adorare. Non ci importa tutto il contorno, questo nuovo re non viene annunciato da ambasciatori, non viene preceduto da tesori e ricchezze per mostrare la sua potenza! Lo annunciano dei pastori analfabeti, nasce in un paesino insignificante, è preceduto dalla richiesta di ospitalità perché non aveva un posto dove stare. La sua regalità non è manifestata con vesti sontuose, con servi pronti ad intervenire; la sua regalità è nel suo essere realizzazione della Sacra scrittura, tutto si compie come era scritto. E’ Dio stesso che interviene, istruisce Giuseppe attraverso i sogni, e lui non dubita, sa che in quel sogno Dio gli ha parlato. Ciò che mi resta di questa giornata è la conferma continua di ciò che già so; Dio si china su di noi perché ci ama, parla al nostro cuore per lo stesso motivo, e questa è cosa molto grande, perché realizza la nostra attesa. Qual è la gioia dell’incontrare chi hai desiderato, che hai atteso da tanto tempo, e ti è corso incontro, e ti ha abbracciato con un affetto così grande che ti ha fatto sgorgare il pianto, perché ti senti consolato, ti senti pieno… ecco, ora hai tutto! Il Natale si avvicina La nostra attesa è veramente compiuta quando incontriamo Gesù nel nostro cuore. Franco Caradossi Abramo si trova da solo nel laboratorio del padre Terach fabbricatore di idoli, impugna una mazza e comincia a spaccare tutti le statue, tranne una enorme con le braccia conserte dove ripone la mazza e si nasconde sotto una panca. Il padre arriva e vede quel disastro ed ovviamente aggredisce il figlio “Degenere, disgraziato, cosa hai combinato?” Ed Abramo con aria innocente “Padre cosa vuoi da me? I tuoi idoli si sono sfidati, quelli piccoli hanno detto che se si univano avrebbero sconfitto quello enorme! E’ stata una battaglia terribile, ma non mi potevo di certo intromettere in una guerra di divinità.” “Non dire idiozie! Come possono dei pezzi di roccia fare tutto questo?” risponde seccato Terach. Ed Abramo “Padre, perché le tue orecchie non ascoltano quello che dice la tua bocca?” Questa storiella, di fonte islamica, raccontata da Moni Ovadia, credo sia perfetta per questo tempo dove si ricorda la venuta sulla terra della unica Verità. E’ il momento giusto per riflettere sulle nostre priorità e dare lo spazio che merita a chi con la sua venuta ha veramente fatto esplodere tutti gli schemi per portare la VIA, la VERITA' e la VITA. Il tempo è prossimo SOMMARIO Vincenzo Bambina

Lo Specchio n.3 - Dicembre 2010

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Riflettendo la parrocchia di Toscanella

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Pagina 1

• Sacramenti Pag. 2

• Sinodo Pag. 3

• Testimonianze Pag. 4

• Gruppi Pag. 5

• Famiglia Pag. 6

• Canto Liturgico Pag. 7

• Attività parrocchiali Pag. 8

Dicembre 2010 - N° 3

Parrocchia S. Maria del Carmine - via Emilia, 72 - 40060 Toscanella BO - tel 0542 672306 - www.parrocchiatoscanella.it

E’ tempo di Avvento!

L a nostra comunità parrocchiale, si è r i t r o v a t a a

Tossignano, presso Villa Maria, per pregare insieme e prepararsi al Natale. Abbiamo letto una parte del Vangelo spesso trascurata, almeno da me e dalle persone che ho incontrato, l’inizio del Vangelo di Matteo, proprio il primo capitolo, che parla della genealogia di Gesù, con tutti quei nomi a noi strani… Don Andrea ci ha introdotto nel tema in modo semplice. Quei nomi sono le persone che hanno vissuto prima di Gesù, in quei nomi è riassunta la Bibbia, il vecchio Testamento. In quei nomi si realizza la nostra attesa; ora è l’inizio di un tempo nuovo, comincia una vita n u o v a . N o i n o n aspettiamo il Messia come

fanno gli Ebrei, il tempo dell’attesa si è già compiuto. Meglio ancora, l a n o s t r a a t t e s a assomiglia molto a ciò che abb iamo let to ne l secondo capitolo di Matteo, dove i Magi chiedono al re Erode: “ Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei?”. E’ importante sapere “il dove”, per poterlo incontrare, per poterlo adorare. Non ci importa tutto il contorno, questo nuovo re non viene a n n u n c i a t o d a ambasciatori, non viene preceduto da tesori e ricchezze per mostrare la s u a p o t e n z a ! L o annunciano dei pastori analfabeti, nasce in un paesino insignificante, è preceduto dalla richiesta di ospitalità perché non aveva un posto dove stare. La sua regalità non è manifestata con vesti sontuose, con servi pronti

ad intervenire; la sua regalità è nel suo essere realizzazione della Sacra scrittura, tutto si compie come era scritto. E’ Dio stesso che interviene, i s t r u i s c e G i u s e ppe attraverso i sogni, e lui non dubita, sa che in quel sogno Dio gli ha parlato. Ciò che mi resta di questa giornata è la conferma continua di ciò che già so; Dio si china su di noi perché ci ama, parla al nostro cuore per lo stesso motivo, e questa è cosa molto grande, perché realizza la nostra attesa. Qua l è l a g i o i a dell’incontrare chi hai desiderato, che hai atteso da tanto tempo, e ti è corso incontro, e ti ha abbracciato con un affetto così grande che ti ha fatto sgorgare il pianto, perché ti senti consolato, ti senti pieno… ecco, ora hai tutto!

Il Natale si avvicina

La nostra attesa è veramente compiuta quando incont riamo Gesù nel nostro cuore.

Franco Caradossi

Abramo si trova da solo nel laboratorio del padre Terach fabbricatore di idoli, impugna una mazza e comincia a spaccare tutti le statue, tranne una enorme con le braccia conserte dove ripone la mazza e si nasconde sotto una panca. Il padre arriva e vede quel disastro ed ovviamente aggredisce il figlio “Degenere, disgraziato, cosa hai combinato?” Ed Abramo con aria innocente “Padre cosa vuoi da me? I tuoi idoli si sono sfidati, quelli piccoli hanno detto che se si univano avrebbero sconfitto quello enorme! E’ stata una battaglia terribile, ma non mi potevo di certo intromettere in una guerra di divinità.” “Non dire idiozie! Come possono dei pezzi di roccia fare tutto questo?” risponde seccato Terach. Ed Abramo “Padre, perché le tue orecchie non ascoltano quello che dice la tua bocca?” Questa storiella, di fonte islamica, raccontata da Moni Ovadia, credo sia perfetta per questo tempo dove si ricorda la venuta sulla terra della unica Verità. E’ il momento giusto per riflettere sulle nostre priorità e dare lo spazio che merita a chi con la sua venuta ha veramente fatto esplodere tutti gli schemi per portare la VIA, la VERITA' e la VITA.

Il tempo è prossimo

SOMMARIO

Vincenzo Bambina

Pagina 2 Sacramenti

Il Signore è il mio pastore:

non manco di nulla. (salmo 23/22)

Chi ci separerà dall’amore di Cristo? Forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori grazie a colui che ci ha amati. Io sono infatti persuaso che né morte né vita, né angeli né principati, né presente né avvenire, né potenze, né altezza né profondità, né alcun’altra creatura potrà mai separarci dall’amore di Dio, che è in Cristo Gesù, nostro Signore.

(Rm. 8, 35-39)

Il 20 novembre 2010, Don A l e x a n d e r h a r i c e v u t o l’ordinazione sacerdotale dal nostro vescovo Tommaso Ghirelli. Così inizia per lui una nuova vita al servizio dei fratelli, presso la nostra parrocchia, con l’incarico di vice parroco.

Pagina 3

Durante la settimana “Giovani in Sinodo” promossa dall’Ufficio di Pastorale Giovanile della diocesi di Imola (di cui don Andrea è responsabile) sono state promosse varie iniziative con la partecipazione straordinaria del GEN VERDE. Si è tenuto un laboratorio di canto che ha impegnato 120 ragazzi della diocesi di Imola (Imola, Lugo, Toscanella ecc.) due laboratori nelle scuole, una serata di esperienze al teatro San Rocco di Lugo, una veglia di preghiera e testimonianze, sempre animata dal Gen Verde, il sabato sera lo spettacolo dal titolo “RAPSODIA” e la messa a San Cassiano domenica 24 ottobre, con l’ordinazione diaconale di un giovane, animata dai 120 ragazzi del laboratorio di canto.

Partecipando alle serate dedicate al canto liturgico, scopri una realtà giovanile imolese bella e ricca. La prima serata è stata un po' più tecnica. Dopo le p r e s e n t a z i o n i , s i è cominciato con degli esercizi di riscaldamento e di seguito le prove con le singole voci. Tutte cose che un po' già conoscevo, per cui mi sono concentrato di più sul cercare di fare unità con tutti i tenori e con Regina, del Gen verde, che seguiva i tenori nel ripasso dei canti. Martedì sera c'è stata la prova d'insieme; il coro al completo con gli strumentisti. Veramente si è toccato il cielo con un dito. T h e r e s e He n de r s on , musicista del Gen verde e

compositrice, ha diretto tutti noi e ci ha introdotto ai canti, al loro significato, a come calarci nella parte che ci compete, per far sì che l'esecuzione diventi un vero inno di lode a Dio. Therese è davvero carismatica, per cui tutti eravamo diventati una cosa sola. Il livello raggiunto è stato alto, e i n t e n d e n d ome n e u n pochino, penso di non esagerare. Quando le ragazze hanno cantato il "Panis angelicus" (scritto solo per voci femminili) ho potuto finalmente ascoltare con attenzione l'esecuzione, perchè non ero impegnato, e mi sono venuti i brividi. Era proprio "un cuor solo e un'anima sola" che cantava.

Sinodo

Le fotografie di questa pagina sono del loro spettacolo al Palagenius a Imola.

Cantando con loro...

“Rapsodia”, che spettacolo!

A Imola, 1100 persone assistono allo spettacolo del Gen Verde!

L’UPG è l’ufficio di pastorale giovanile della diocesi di Imola. Si occupa di progetti o eventi rivolti ai giovani.Ultimamente si è occupato dell’organizzazione della settimana Giovani in Sinodo con la presenza del Gen Verde, al momento invece sta organizzando la Giornata Mondiale dei Giovani a Madrid di Agosto 2011.

Una settimana insieme al Gen Verde

A cura della redazione

Mirco Poggi Parrocchia Casola Canina

Pagina 4 Testimonianze

Chiara Lubich nasce a Trento il 22.01.1920 e viene battezzata col nome Silvia. La madre è fervente cristiana. Il padre, tipografo, è socialista. Il fratello Gino sarà tra le file dei partigiani e giornalista del quotidiano “L'Unità”. Nel 1938 si diploma maestra elementare. Insegna a Castello e poi a Livo, paesi della Val di Sole, nel Trentino, e poi a Trento. Si iscrive all'università di Venezia. Inizia gli studi di filosofia, ma il secondo conflitto mondiale le impedisce di continuarli. Nel 1939, partecipando ad un corso per giovani dell’Azione Cattolica, visita il santuario mariano di Loreto e lì scopre la sua vocazione. Intravede che nascerà nella Chiesa una realtà nuova. Sarà il “focolare”: comunità di persone - vergini e coniugate - tutte donate, seppur in modi

diversi, a Dio. Nel 1943, entrando nel Terz’Ordine francescano, attratta dalla scelta radicale di Dio di Chiara d’Assisi, prende il nome di Chiara. 7 dicembre 1943 – Chiara si dona per sempre a Dio col voto di castità: data che sarà considerata come la nascita del Movimento dei Focolari. Il 13 maggio 1944 Trento viene bombardata. La sua casa è sinistrata e la sua famiglia deve sfollare. Chiara Lubich decide di rimanere in città per sostenere quanto stava n a s c e n d o a t t o r n o a l e i . Le viene offerto un appartamento in Piazza Cappuccini che chiamerà “la casetta ” in ricordo di Loreto. Vi abiterà con 4 delle sue prime compagne: Natalia, Giosi, Graziella, Aletta. Nasce così di fatto il “Focolare”.

Negli innumerevoli volti del dolore, del le divis ioni e dei traumi dell’umanità, Chiara riconosce il volto di Cristo, dell’Uomo-Dio che sulla croce grida l’abbandono del Padre suo, il dolore più grande. In Lui trova la chiave per ricomporre l'unità con Dio e tra gli uomini.

E' la scoperta di Dio Amore che apre un nuovo orizzonte e imprime una direzione decisiva non solo nella vita di Chiara, ma di milioni di persone.

Durante la seconda guerra mondiale, a Trento, sotto i bombardamenti che fanno crollare ogni cosa, Chiara, allora poco più che ventenne, in quel clima di odio e violenza, sperimenta l'incontro con Dio Amore, l’Unico che non crolla. Una scoperta da lei definita "folgorante", "più forte delle bombe che colpivano Trento", subito comunicata e condivisa dalle sue prime compagne. La loro vita cambia radicalmente.

Questa scoperta aprirà quell'orizzonte divenuto lo scopo della loro vita: concorrere ad attuare il testamento di Gesù "che tutti siano uno" , il suo progetto di unità sulla famiglia umana.

Chi è Chiara Lubich?

A cura della redazione

Il “carisma” dell’ UNITA’ , cioè il desiderio di realizzare quelle parole di Gesù nell’orto degli ulivi: “che tutti siano uno” porta ad un dialogo ecumenico capillare:

farsi uno con l’altro, chiunque sia, che ti capita accanto, andare incontro ai cristiani di altri movimenti, di altre chiese (ortodossi, anglicani, luterani), giungendo a chi pratica un’altra religione e anche a chi non crede, tutti figli di Dio che il Padre ama così come sono, pur nelle differenze. Da qui nascono i molti incontri di Chiara con le altre Chiese cristiane per un avvicinamento, poi con le altre fedi religiose (buddismo, islamismo....) per dire a tutti che i cristiani hanno un Dio che è amore, che è Padre di tutti e che vuole tutti appartenenti ad una sola famiglia. Le realtà a cui Chiara ha dato vita sono moltepici anche se non così conosciute, dato che Chiara ha

sempre considerato il movimento come “sale che si scioglie nella minestra per darle sapore”, come dice il vangelo stesso. Non c’è bisogno di discorsi altisonanti o di pubblicità, è più importante vivere l’amore sempre con tutti i prossimi che si passano accanto, nelle situazioni concrete di ogni giorno.

Oltre al gruppo Famiglie Nuove, rivolto ai nuclei famigliari, ci sono i GEN (= generazione nuova): sono i ragazzi suddivisi in Gen 4 (fino ai 10 anni), Gen 3 (fino ai 15), Gen 2 (dai 15 anni) ecc. Ci sono poi i volontari per il vangelo, c’è il movimento parrocchiale (per vivere la spiritualità dell’unità anche in parrocchia), ci sono i giovani per un mondo unito, c’è il movimento politico per l’unità (trasversale ai partiti e per un lavoro politico che vada verso il bene comune e non verso le contrapposizioni), ecc.

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Gruppi

Nella nostra parrocchia Nella parrocchia di Toscanella esistono due espressioni del movimento dei Focolari:

Famiglie Nuove : un gruppo di famiglie che si ritrova una domenica al mese per confrontarsi sul come vivere il

vangelo in particolare nella famiglia, con i figli e con le altre famiglie.

Parola di Vita : si svolge in parrocchia ogni 1° lunedì del mese alle ore 21.00 .

Ci si ritrova a riflettere su una frase del vangelo commentata da Chiara Lub ich, per poter la v ive re concretamente durante il mese e per raccontarsi il bene che ne nasce. L’incontro è aperto a tutti, anche a chi non aderisce al movimento, perchè è semplicemente un modo di aiutarsi a vivere concretamente ciò che ci chiede Gesù nel vangelo.

Ero da poco tornata ad abitare a Toscanella ed un’amica mi invita ad un incontro di “Famiglie Nuove”: per la prima volta sento parlare dell’ “ideale” di Chiara Lubich (la fondatrice del movimento) e ne r imango affascinata. Stavo attraversando un periodo difficile e stare vicina a persone gioiose e sorridenti, felici di amare il prossimo, mi aiutava tanto.

Ho fatto una grande scoperta: Dio mi ama immensamente così come sono. Incredibilmente la mia vita è cambiata, con la luce di Dio-Amore tutto acquista colore. Sento forte la

chiamata alla fede e a fare la volontà di Dio e così comincio a vivere il vangelo nella concretezza anche dura di ogni giorno, come dice Chiara: ama il prossimo come te stesso.

Migliorano i rapporti, aumenta la mia pace interiore, vedo l’esempio di famiglie aperte, sempre pronte ad aiutare il prossimo e questo mi allarga il cuore. La presenza di Gesù ribalta davvero alcune situazioni e da allora la mia vita è proprio cambiata.

Antonella

Il Vangelo

ci cambia... Partecipando a “Famiglie Nuove”

Quando ci si alza alle due di notte per affrontare un viaggio in pullman di circa sei ore, il motivo che ci spinge deve essere veramente forte! Così è stato per l’ACR e i giovanissimi di tutta la diocesi e dell’Italia intera, e tra questi anche quelli della nostra parrocchia, che lo scorso 30 ottobre si sono radunati a Roma per incontrare il Papa, ma soprattutto, come diceva il sottotitolo della giornata stessa, per diventare grandi insieme; il gruppo e il confronto con gli altri sono, infatti, tra i principi alla base del cammino nell’Azione Cattolica a qualunque età. Confrontandomi in seguito con alcuni bambini che hanno partecipato a questo evento, mi ha colpito il fatto che, mentre gli educatori e accompagnatori avevano notato alcune pecche dell’organizzazione, come il lungo tragitto a piedi e la scarsa copertura dei trasporti pubblici nel deflusso della gente, loro non hanno dato peso a queste cose ma alla gioia che si respirava nello stare insieme. Con questo spirito abbiamo affrontato una giornata ricca di gioia, emozioni e fatiche, perché anche queste ci aiutano a crescere, e abbiamo cercato quel di più che dà sapore ad ogni attimo e ad ogni incontro, quel di più che ci aiuta a crescere nella consapevolezza di non essere mai soli nel corso della nostra vita.

C’è di +!!!

Gabriele Mongardi

Pagina 6

Riflessioni sulle parole del Pontefice

Famiglia

“Educare, cos’è? È suscitare la passione dell’io per ciò che lo circonda: per l’altro, dunque, per il "tu"; per gli uomini, per Dio. Educare, è un coltivare il desiderio che ci spinge verso il reale. È, in fondo, un contagio di passione per l’uomo. Quella pass ione, che dobbiamo risvegliare fra noi.” Questa è una frase del Papa nell’ Aula del Sinodo davanti ai Vescovi italiani riportata dal giornale Avvenire del 28 maggio ‘10. Due anni dopo la denuncia del Pontefice rispetto alla “emergenza educativa” che impera su questo periodo storico, chi ha figli conosce molto bene. Alla base di questa emergenza Benedetto XVI vede “una falsa idea di autonomia dell’ uomo” come se ogni essere umano completasse se stesso in tutto. Da questo un modo deviato di educare i figli , dove i bambini prima ed i ragazzi poi si trovano ad essere i veri padroni della famiglia ai quali tutto è dovuto senza limitazione. Sua Santità ci richiama alla “vocazione al matrimonio” come al sacerdozio; rispondere ad una chiamata di un disegno non nostro. (Avvenire 28/05/2010) Tempo fa conobbi una persona che mi disse: “Prima avevo cinque certezze su come crescere i figli , ora cinque figli e nessuna certezza su come crescerli”. Benedetto XVI ci spinge a ritornare ad una educazione che, in maniera silenziosa e senza lasciare traccia si sta allontanando da noi. Quella che ci fa partecipi di un progetto non nostro! Ci indica, secondo me, seppur non esplicitamente, la Famiglia per eccellenza, fatta da Giuseppe e Maria, che pur sapendo a cosa sarebbero andati incontro hanno accettato un disegno non loro. Di sicuro è una strada tutta in salita ed il terreno intorno non è di certo fertile, visto che il pensiero dominante è fatto di arrivismo a tutti i costi e con qualsiasi mezzo. Allo stesso tempo i genitori sono tentati nel dirigere i propri figli

in questa direzione. Ed allora educare, cos’ è? L’ unico modo per trovare la risposta a tale domanda credo sia nella totale fiducia in quello che Gesù disse: “ Lasciate che i bambini vengano a me e non glielo impedite , perché a chi è come loro appartiene il regno di Dio”. (Mc. 10,14) Indicare la strada ai nostri figli, anzi tracciarla senza sbavature credo che sia un esempio da non sottovalutare, facendo presente che è l’ unica. Il sacrificare la propria vita nel dare esempi, non teorici, ma che hanno gambe, braccia e un volto che sia il volto di Cristo attraverso il volto dei genitori. Forse Giuseppe non avrebbe potuto avere una vita più tranquilla licenziando la sua sposa in segreto o Maria non avrebbe potuto evitare il rischio di essere ripudiata dallo sposo e di essere additata da tutti? E come ricompensa ricevere la visione drammatica e lacerante di suo Figlio che muore in croce. Non credo ci sia cosa più dolorosa per una madre che vedere la morte di un

figlio/a. Non esiste una parola per definire questa situazione : si può essere orfani, si può essere vedovi ma non esiste una parola per definire l a p e r d i t a d i u n f i g l i o / a semplicemente perché la mente non concepisce la situazione. Accettare un disegno non tuo, che ti viene donato da Dio, dovrebbe essere la tortura deliziosa che ci spinge verso Lui senza “ma” e senza “se” in maniera da trascinare con te le persone che in questo misterioso disegno ti sono state messe a fianco. Ed in questo disegno annullare il proprio io per scoprire Gesù Cristo in ogni volto che ti viene messo sul tuo cammino. E' difficile certo, ma a chi si professa cristiano non viene chiesto di starsene buono buono nella sua vita; dovremmo essere il lievito del mondo facendo si che l’ impasto intorno a noi venga contagiato e prenda corpo. L' unico modo per diventare lievito è affidarsi a Lui nella certezza.

Enzo Bambina

Educare, cos’è?

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Non ricordo esattamente a che età ho cominciato a cantare, ma ricordo bene i volti che mi hanno fatto appassionare al canto liturgico: don Cassiano Ferri, Claudio Tubertini, Lorenzo Medici e Marco Gemmani, il direttore del coro Kairos, nel quale ho cantato per un certo periodo alla fine degli anni ottanta.

E’ guardando queste persone che ho sperimentato come la bellezza e la cura del canto possa comunicare in modo immediato e travolgente la Presenza di Cristo, perché ciò è accaduto innanzitutto a me. Ed è per questo che continuo a fare il sacrificio, perché a volte è proprio una fatica, di tenere in piedi il coro, perché la Presenza di Gesù sia sperimentabile innanzitutto per noi che lo facciamo, ma anche per chi ci ascolta. Il coro è per

me, innanzitutto, un’esperienza di comunione, di condivisione con gli amici che ne fanno parte, del desiderio di bellezza e di pace che pervade il nostro cuore: tante volte ho visto i miei coristi commuoversi per un canto e in diverse occasioni ci è stata espressa gratitudine per il sostegno che diamo alla preghiera; abbiamo accompagnato molti fratelli nelle liturgie che hanno segnato momenti importanti della loro vita.

In tutte queste circostanze il coro è diventata la voce del popolo di Dio; questo è il senso del cantare per la comunità: esprimere, con la bellezza, la coscienza di essere corpo di Gesù e testimoniarlo a tutti.

Ciò può avvenire solo nella gratuità e nell’umiltà; tante volte ci siamo preoccupati della nostra imperfezione o abbiamo avuto la tentazione di trasformarci in un coro “ da concerto”; per grazia abbiamo capito che l’opera del coro sarebbe diventata solo l’espressione di noi stessi.

Invece noi cantiamo, perché siamo stati amati da Cristo, perché gli apparteniamo ed è Lui ciò che abbiamo di più caro da comunicare agli altri.

Canto Liturgico

“Il canto è l’espressione più alta del cuore “Il canto è l’espressione più alta del cuore “Il canto è l’espressione più alta del cuore “Il canto è l’espressione più alta del cuore dell’uomo. Davvero, non esiste un servizio dell’uomo. Davvero, non esiste un servizio dell’uomo. Davvero, non esiste un servizio dell’uomo. Davvero, non esiste un servizio alla comunità paragonabile al canto”alla comunità paragonabile al canto”alla comunità paragonabile al canto”alla comunità paragonabile al canto”

don Luigi Giussanidon Luigi Giussanidon Luigi Giussanidon Luigi Giussani

Quando il cuore canta...

Un’esperienza di comunione del coro “Meneim”

Sono molte le persone nella parrocchia che attraver so il canto, riconoscono l’amore di Dio.

Elisa Zotti

Pagina 8 Attività Parrocchiali

La catechesi per gli adulti

Un’altra attività parrocchiale, è la catechesi per gli adulti.

Ogni martedì sera alle ore 21, in sacrestia, ci si ritrova cercando di conoscere e capire meglio cosa voglia dire essere cristiani, cattolici.

Attraverso la Bibbia e il Catechismo della Chiesa Cattolica, mettiamo “in gioco” le nostre conoscenze e il nostro cuore, aiutati da Luciano Mongardi. L’anno scorso il tema è stato “Il Padre che ci ama”, quest’anno è “ la Fede”.

Organizzazione della giornata comunitaria di inizio Avvento del 28 novembre a Tossignano. Proposte per vivere bene l’Avvento: Toscanella: - esposizione del Santissimo Sacramento tutti i giorni

7,30 –19 - Lodi mattutine 7,30 - Novena dell’Immacolata 19,30 - Novena del Natale 19,30 - Adorazione eucaristica primo lunedì del mese 20,30 Dozza: - Novena per l’immacolata 19,30 - adorazione domenica pomeriggio 16-17 - Novena del Natale 19,30

- Lodi mattutine 7 (no domenica)

Eventi del periodo natalizio:

Confessioni: - 21/12 Toscanella ore 20,30 - 22/12 Dozza ore 20

- 23/12 GVSS Toscanella ore 21

S.Messa di Natale:

ore 24 Dozza e Toscanella

ore 23 Valsellustra

31/12 S. Messa di ringraziamento ore 20 (sia Dozza che Toscanella)

6/1/2011 Re Magi a Dozza.

- Prossimi appuntamenti inerenti il Sinodo e sua conclusione a giugno.

- Ministeri istituiti: lettore, accolito, diacono permanente.

- Problema della S. Messa domenicale in Valsellustra.

Unità Pastorale

Prima di tutto, la redazione si scusa con i lettori del giornalino “Lo Specchio”, per il ritardo con cui è uscita questa edizione. Abbiamo constatato l’utilità di questo strumento per fermare gli avvenimenti, per portare le nostre testimonianze in una cultura dove conta molto di più apparire che essere, per conoscere meglio le varie attività che questa parrocchia vive; proprio per questo abbiamo bisogno di tutti voi che ci leggete! Ci piacerebbe molto che si usasse la mail per comunicare ciò che si sta facendo in parrocchia, un pensiero avuto ad incontro formativo, iniziative o proposte di iniziative, momenti di festa o di gioia, riflessioni, ecc. La redazione è composta da poche persone, ma “Lo Specchio” vorrebbe essere di tutti noi, usiamolo! Quando si va ad un incontro, ad una presentazione, ad un momento formativo, scriveteci un vostro breve pensiero. Se volete proporre partecipazione ad avvenimenti potete inviarci una mail, così potremo fare conoscere il vostro pensiero. Se si riuscisse ad usare così il giornalino, è chiaro che dovremmo “uscire” più spesso. Anche i gruppi di catechesi potrebbero utilizzare questa opportunità. Bastano poche righe. Vi ringraziamo per la vostra pazienza e la vostra attenzione. Ricordiamo l’indirizzo:

[email protected]

Abbiamo bisogno del vostro aiuto!

8 novembre 2010

Buon Natale!