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Pagina 1 Ottobre 2011 - N° 7 Parrocchia S. Maria del Carmine - via Emilia, 72 - 40060 Toscanella BO - tel 0542 672306 - www.parrocchiatoscanella.it Dopo una lunga pausa il giornalino ricomincia ad uscire! Sono molti i fatti accaduti negli ultimi mesi; cominceremo da quelli di cui abbiamo avuto riscontri e testimonianze, ma ci piacerebbe averne altre! Mandateci articoli, osservazioni, commenti, segnalazioni, pensieri, opinioni, pareri, foto o altro materiale all’indirizzo e-mail: [email protected] Saremo lieti di pubblicare ciò che manderete! La redazione I giovani a Madrid!! Anche i ragazzi di Toscanella hanno partecipato alla Giornata Mondiale della Gioventù! (Pag. 2) Feste Patronali 2011 Il “sì” di tutti coloro che hanno collaborato (Pag. 4 e 5) Il dono dello Spirito Santo. Il Sacramento della Cresima a 31 ragazzi (Pag. 4) Esperienze e riflessioni: La paura del diverso. (Pag. 6) Caritas: testimonianza concreta di una mamma aiutata dal Progetto Vita (Pag. 7) In questo numero...

Lo Specchio n.7 - Ottobre 2011

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Riflettendo la Parrocchia di Toscanella

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Page 1: Lo Specchio n.7 - Ottobre 2011

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Ottobre 2011 - N° 7

Parrocchia S. Maria del Carmine - via Emilia, 72 - 40060 Toscanella BO - tel 0542 672306 - www.parrocchiatoscanella.it

Dopo una lunga pausa il giornalino ricomincia ad uscire! Sono molti i fatti accaduti negli ultimi mesi; cominceremo da quelli di cui abbiamo avuto riscontri e testimonianze, ma ci piacerebbe averne altre! Mandateci articoli, osservazioni, commenti, segnalazioni, pensieri, opinioni, pareri, foto o altro materiale all’indirizzo e-mail:

[email protected] Saremo lieti di pubblicare ciò che manderete! La redazione

• I giovani a Madrid!! Anche i ragazzi di Toscanella hanno partecipato alla Giornata Mondiale della Gioventù! (Pag. 2)

• Feste Patronali 2011 Il “sì” di tutti coloro che hanno collaborato (Pag. 4 e 5)

• Il dono dello Spirito Santo. Il Sacramento della Cresima a 31 ragazzi

(Pag. 4)

• Esperienze e riflessioni: La paura del diverso. (Pag. 6)

• Caritas: testimonianza concreta di una mamma aiutata dal Progetto Vita

(Pag. 7)

In questo numero...

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Pagina 2 GMG Madrid

Non è per caso che due milioni di giovani si ritrovano nello stesso luogo, ma per rispondere ad un invito fatto loro da chi offre la Verità. Così è stata l’esperienza madrilena della XXVI Giornata Mondiale della Gioventù per tutti i giovani presenti, e anche per noi della diocesi di Imola e della parrocchia di Toscanella. Chi di voi ci ha seguiti da casa, avrà saputo sicuramente delle contestazioni da parte dei gruppi di indignados che si opponevano alla visita del Papa e dei giovani cattolici; in quei giorni questa opposizione ci ha molto fatto riflettere e ci ha dato consapevolezza del perché della scelta di Madrid per questa GMG: ciò di cui la Spagna aveva bisogno e che Benedetto XVI chiedeva ai giovani era una testimonianza vera e forte di Cristo. E i giovani non hanno deluso il loro pastore! In particolar modo durante la bellissima veglia a Cuatro Vientos, nella quale abbiamo potuto alzare forte il nostro grido nonostante le avversità del clima e dire a gran voce che noi eravamo lì, saldi nella fede e non ci saremo mossi di un solo millimetro prima di aver ascoltato che cosa il Santo Padre avesse da dirci ed aver incontrato Gesù presente in mezzo a noi nel l ’Adorazione Eucaristica! Salutandoci, quella sera, il Papa ci ha rivolto queste parole: “Cari giovani! abbiamo vissuto un’avventura insieme. Saldi nella fede in Cristo, avete resistito alla pioggia! Prima di

lasciarvi, desidero augurare a tutti la buona notte. Riposate bene. Grazie per il sacrificio che state facendo e che, non ho dubbi, offrirete generosamente al Signore. Ci vediamo domani, a Dio piacendo. Vi attendo tutti. Vi ringrazio per il meraviglioso esempio che avete dato. Come questa notte, con Cristo potrete sempre affrontare le prove della vita. Non lo dimenticate! Grazie a tutti!” Nonostante ciascuno partisse con aspettative, desideri, dubbi e difficoltà propri, ma spesso condivisi, ci siamo ritrovati a vivere la stessa forte esperienza di Chiesa, che forse per la prima volta qualcuno di noi

s p e r im e n t a v a n e l l a s u a grandezza e d i v e r s i t à , e ciascuno di noi è tornato a casa portando dentro di sé qualcosa di speciale; e sono molto felice di aver constatato confrontandomi con altri, che spesso questo qualcosa erano

proprio le parole del Papa, che ha saputo parlare al cuore dei giovani e rispondere ai nostri desideri e alle nostre domande con grande semplicità e chiarezza. Dopo questa esperienza ho sentito alcuni che si sent ivano confortat i dal l ’aver incontrato tanti giovani come loro che vivono da cristiani; ho sentito chi, in procinto di lasciare la propria vita di fede, dopo questa esperienza, affermava di non riuscire più a non credere in niente, altri che portavano a casa la gioia che ha caratterizzato questa come tutte le precedenti Giornate. Concludo invitando tutti, anche chi non è più giovane, a tenere presenti queste parole di Benedetto XVI:

“La fede non si oppone ai vostri

ideali più alti, al contrario, li

eleva e li perfeziona. Cari

giovani, non conformatevi a

qualcosa che sia meno della

Verità e dell’Amore, non

conformatevi a qualcuno che sia

meno di Cristo.”

Gabriele Mongardi

“Radicati e fondati in Cristo, saldi nella Fede”

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GMG Madrid

Alcuni pensieri...

Vedere tanti ragazzi italiani, spagnoli ma anche delle più

diverse nazionalità, mi ha fatto sentire che la Chiesa è proprio in tutto il mondo e che siamo

tanti.

Quando siamo arrivati a Madrid mi prendeva male non avere la mia privacy,

dormire in sacco a pelo per terra e dover aspettare per andare in bagno,

ma poi mi ci sono abituata.

La cosa che desidero di più è… partecipare alla prossima GMG!!

Ripensando ai momenti trascorsi durante la GMG a Madrid, ricordo

con molto piacere l’unione che si era creata tra tutti noi e la voglia di stare insieme seguendo l’esempio di Gesù!

Essere presenti con tanti altri giovani da tutto il mondo, è stata una sensazione

molto intensa e indimenticabile!

Ci vediamo a Rio de Janeiro

nel 2013!

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Pagina 4 Feste Patronali

Il nostro sì alle feste! Un amico: “Ci sei quest’anno?” Io: “Ma veramente avrei dato per così dire le “dimissioni” l’anno scorso!” La risposta: “Rita sei una straccia mar.. però ci devi essere!” Un’amica: “Allora Rita per i tortellini, per la festa...” Io: “Ma veramente io avrei dato per così dire le “dimissioni” l’anno scorso!” La risposta: “ Ma no cara, no, no tu ci devi essere!” Quando ogni anno si comincia a parlare delle "feste di settembre", c o m e c o m u n e m e n t e e d erroneamente definiamo questo momento dell'anno, mi chiedo sempre per chi e per che cosa mi "intrufolo" in questa festa. Mi scappa sempre un sorriso quando penso a questa definizione e mi scappa anche un sorriso, che è più vicino alla commozione, quando penso al fatto, perché è un fatto: OGNI ANNO. C'é sempre un tempo, che precede la festa, fatto di preoccupazione, di tensione, alle volte di irritazione, ma anche di attesa. Man mano che passa il tempo l'attesa si carica di domande

e quindi di desiderio di risposte. Nella condivisione dei momenti della festa, nello stare insieme trovo le risposte. Dove? Come? Molto spesso il famigerato quotidiano non ci permette di stare vicini, di CONsolarci a vicenda. Ebbene durante que l la se t t imana e soprattutto durante gli ultimi tre giorni accade che, nonostante il fragore eccessivo del fare, ci si guardi amorevolmente, si rida, si sorrida, si pianga. Accade insomma che il cuore si commuove, ovvero si muove verso l'altro. E allora mi chiedo che cosa è accaduto e che cosa deve accadere ogni anno? E' accaduto che abbiamo detto il nostro sì insieme, carico di imperfezioni, intriso di tutta la nostra umanità ma un sì fedele. Questo sì così imperfetto che diciamo insieme, OGNI ANNO, si sprigiona nella festa. Ogni anno dunque voglio dire sì insieme con gli altri, perché, ripetendolo, ogni anno, si libera sempre più da qualche incertezza nuova, così che la mia speranza di

dire un giorno quel sì senza riserve detto e vissuto da Maria, cresca sempre più. Questo è ciò che ho vissuto. Questo è ciò che il Santo Padre ha detto durante l'Omelia alla Messa del 24 settembre 2011 a Erfurt, durante il viaggio apostolico in Germania: “ La fede è s emp re anche essenzialmente un credere insieme con gli altri. Nessuno può credere da solo (...) Molto concretamente devo la mia fede a coloro che mi sono vicini e che hanno creduto prima di me e credono insieme con me. Questo grande "con", senza il quale non può esserci alcuna fede personale, è la Chiesa” Meno male che le dimissioni sono state rigettate altrimenti avrei perso una g r a nde e s p e r i e n z a d i condivisione. Grazie e naturalmente alle prossime feste di Set…., no alla prossima festa della Madre di tutti noi, se Dio vuole.

Prologo ed epilogo di una festa. Una piccola storia forse comune a molti di noi...

Rita Savarino

Non è semplice riuscire a comprendere e a

trasmettere il significato del Sacramento della

Cresima. Tutti però sappiamo che è un giorno ricco e

gioioso. E’ un giorno pieno di Grazia. La sua

caratteristica principale è che Dio attraverso di esso

entra in comunicazione con noi, e lo fa in un modo

tutto speciale, parla al nostro cuore, lo infiamma, lo

consola, gli da forza e coraggio, ci fa sentire pieni di

vita. Non so se riusciamo a comprendere questo, ma

se ha la capacità di sentire il cuore ci rendiamo conto

che ci vuole bene, anzi ci ama. Cosa sarà della nostra

vita quando sentiremo questo amore nel cuore? Tutto

avrà un aspetto diverso, l’essere certi che Dio c’è,

riempie ogni cosa e lo constatiamo ogni giorno. Un

salmo dice: “Del tuo Spirito Signore è piena la terra”,

e in realtà dipende tutto da ciò che abbiamo lasciato

entrare nel nostro cuore. Se vogliamo tutto per noi, ne

uscirà egoismo; se crediamo di essere i più forti, ne

usciranno arroganza e violenza; se pensiamo di essere

superiori agli altri in realtà saremo sempre più soli. Ma

se lo riempiamo di quell’amore che solo Dio può darci,

allora potremo portare ciascuno il proprio frutto,

secondo le proprie capacità, e se la strada sarà in

salita, avremo anche il coraggio e la forza per

superare qualsiasi difficoltà perché siamo certi di non

essere soli.

Sabato 24 Settembre, 31 ragazzi hanno ricevuto la Cresima.

Il dono dello

Spirito Santo

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Feste Patronali

Lunedì 19 settembre si è riunito il consiglio pastorale per la verifica della festa patronale. Devo dire che sono rimasto piacevolmente colpito da tutto ciò che è uscito. Come prima cosa non ci sono state lamentele, ma piuttosto osservazioni per migliorare la prossima festa; inoltre gli aspetti messi in risalto sono stati i momenti di preghiera, dalle processioni alle messe. Voglio riportare alcuni discorsi fatti da diverse persone e alcune risposte alla domanda “Cosa è rimasto della festa?”. Pensavo che la prima risposta fosse rivolta alla qualità del

cibo o del servizio ai tavoli, invece una famiglia mi ha risposto che la cosa più bella sono state le processioni nei vari rioni con la messa finale. La possibilità di ascoltare la Parola di Dio in quei luoghi ha fatto sentire quanto sia grande il Suo amore, venendoci a cercare di casa in casa. Le omelie di Don Andrea sono state ritenute molto belle. Un’altra persona mi ha risposto che le processioni sono un momento di incontro ed è bello vedere Don Andrea che benedice e saluta tutte le persone alle finestre, ai balconi o sul bordo della strada.

Un’altra ha vissuto intensamente la processione di domenica, l’ultimo giorno, dedicando la preghiera del rosario ad una particolare intenzione che aveva nel cuore. Al consiglio sono uscite quasi le stesse cose, con in più un momento di commozione per aver contribuito attraverso il “Progetto vita” , alla salvezza di un bimbo ancora in grembo alla madre. Riporto anche altri discorsi sentiti in giro: “Mi è piaciuta molto l’omelia di don Andrea in via Fellini. Non è stata un’omelia ma la sua testimonianza di come ha vissuto concretamente la GMG, ha espresso il suo percorso interiore che, proprio perché interiore, gli rimarrà nel cuore.” “Ho fatto fatica in questa festa perché l’ho considerata come il solito lavoro duro di ogni anno e non sono riuscito a trovare qualcosa che arricchisse me o gli altri.” “Ho vissuto questa festa nel desiderio di coinvolgere tutti, di far sentire tutti partecipi. Avevo l’incarico di portare da mangiare a chi era agli stand, alla pesca o al bar e mi è piaciuto questo ruolo perché era un servizio fatto a tutti quelli che stavano lavorando.” “Io alla festa mi diverto anche l a v o r a n d o . ” Credo che rimanga di questa festa soprattutto il desiderio di pregare per convertire veramente i nostri cuori al Signore Gesù: questo mi fa sentire come se fossimo una famiglia pronta a seguirlo.

Cosa è rimasto della festa? Pensieri, opinioni e pareri di coloro che hanno vissuto i momenti della festa patronale

Franco Caradossi

Vincitori della serata di Venerdì:

I CAPPELLI DI MIO NONNO!!

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Pagina 6 Esperienze

Sono stato usurpato di un "titolo" che era mio! Fino a ieri il Marocchino ero io, invece dal momento che sono arrivati gli originali sono diventato "uno del sud". A parte gli s che r z i ogg i l a ques t i one dell'immigrazione clandestina è divenuto un problema anche nel nostro Bel Paese, interessando una nazione che dopo la sua nascita aveva esportato i suoi figli in tutto il mondo dalle Americhe all'Oceania, non dimenticando il nord Europa. E non scordiamoci del flusso che dal sud si spostò al nord dell'Italia. In questo esodo ci si trovarono anche mio padre e mia madre che nel 1947, ancora ragazzi, si spostarono dalla Sicilia in questa regione, dove si conobbero e si sposarono. I racconti dei miei genitori su quel periodo spesso mi fanno sorridere ed a volte mi fanno riflettere; sorridere quando mi raccontano della comunicazione tra la gente del Sud e le persone del posto: il primo parlava il dialetto Alcamese ed il secondo rispondeva in dialetto Bolognese, per cui venivano fuori situazioni talmente ridicole da poter tranquillamente far parte di una trama di un film di Totò; ed invece r i f l e t t o s u a l c u n e p a u r e ingiustificate. Non sto ad elencarle le riassumo nella paura del diverso. Di sicuro non posso dare torto alle persone comuni che avevano paura, visto che noti giornalisti Statunitensi dell'epoca descrivevano gli Italiani (del sud) come "gente violenta e sporca con la quale era meglio non avere nulla da spartire"! Il diverso, se non è ridotto in schiavitù, fa sempre paura . La persona superficiale che si ferma a guardare la folla, nota soltanto le poche persone che urlano e sbraitano, non quelle che stanno buone e seguono le regole. Ma tornando al presente, oggi, nel mondo globalizzato, dove l'istruzione è maggiore e internet azzera le

distanze, si dovrebbe tener conto che il territorio dove si è nati non ci appartiene, non è di nostra proprietà, come non è nostra l'aria che si respira ed il sole che ci scalda. Ma il diverso continua a fare paura! Non serve a nulla leggere più libri ed avere più mezzi per imparare a conoscere il mondo che ci circonda, chi vuol conoscere quello che succede nel mondo? Si sta così bene chiusi nel "proprio" di mondo! Chi se ne frega se molti affrontano viaggi disumani tra deserto e carrette del mare per tentare di sfuggire ad una vita infernale. "FORA DAI BALL!" ho sentito affermare da un Ministro della nostra amata e "civile" Repubblica. Dire che sono rimasto senza parole è un eufemismo per descrivere lo stato d' animo che mi ha assalito al sentire questa frase. La storia non cambia mai! La vita di un essere umano non conta nulla, contano solo i grandi numeri. Permessi di soggiorno temporanei o no? Rendere i clandestini cittadini o no? “C i co l o n i z z e r anno e diventeranno più di noi visto che fanno figli a ripetizione!” affermano alcuni che si definiscono liberali e che vogliono difendere questo Paese. Ma in che razza di paese vivo? Negli anni '80, quando ero un bambino ho provato sulla mia pelle il disprezzo delle persone che mi consideravano un Marocchino, persone indubbiamente di poco spessore umano e di dubbia intelligenza, ma ad un bambino di 8/10 anni non credo sia giusto chiedere di capire determinati meccanismi, per cui le ferite infertemi spesso mi facevano reagire nel modo più sbagliato possibile. Un giorno vidi arrivare un uomo che, con la sua vettura, girava per vendere la sua mercanzia fatta di pantaloni, lenzuoli ecc. Avendo dei tratti somatici arabi ed un modo di parlare strano chiesi da dove venisse. "Sono Marocchino" rispose.

"Io sono Marocchino!" affermai con un sorriso sornione e vidi una espressione di incredulità. Ed allora spiegai i motiv i di questa affermazione ed una risata si stampò sul viso del venditore. "Ma io sono quello originale, sono Marocchino di Marocco". Di sicuro le mie origini non sono Normanne o Finniche, i conquistatori Arabi della Perla del Mediterraneo hanno lasciato del DNA che dopo secoli ha fatto si che io venissi al mondo. Ma il disprezzo è la cosa che ferisce. Che colpa ha una persona se nasce in un posto dove il lavoro scarseggia, dove ci sono guerre che non interessano i media visto che non ci sono pozzi petroliferi, ma da decenni muore solo della povera gente. Di sicuro ha la colpa di poter credere in un mondo migliore, dove poter avere una vita normale, senza bombe che ti cadono vicino, senza mine anti-uomo che all'improvviso ti lasciano senza una gamba. La cosa incredibile è che quelli che sono preoccupati per l'esodo di queste persone si dichiarano "Cristiani". Cristiani? Se non ricordo male sia il Vecchio che il Nuovo Testamento danno esemp i ben prec i s i sull'accoglienza dello straniero! Ed infatti la Chiesa ha messo a disposizione strutture e mezzi finanziari per dare una speranza a questi figli di Dio che scappano da uno stato dove la normalità è non vivere. “Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò” (Mt 11, 28). Non è forse questa l’unica ed infallibile regola che noi Cristiani dovremmo seguire? Ed allora bisogna dire basta con forza e massima determinazione a chi ci dice che lo straniero è un nemico, è cattivo e sporco; di sicuro non sono tutti delle persone perbene, ma quanti italiani non sono perbene.

“Marocchino di... Marocco” “Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò” (Mt 11, 28)

La paura del diverso che, al giorno d’oggi, è molto presente.

Vincenzo Bambina

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Caritas

Sono Alessandra e sono qui perché mi è stato chiesto di raccontarvi un po’ come sta procedendo il ‘Progetto Vita’ e cercherò di farlo condividendo con voi alcuni dei tanti pensieri e sentimenti che ho vissuto in questi mesi. Questa è una delle tante storie di donne che ci passano ogni giorno accanto silenziose e sole, spesso senza speranza dentro, proprio perché lasciate sole. Ma di questa storia ciò che mi rimane oggi è solo il bello che ne è scaturito e una comunità, la nostra parrocchia, unita nella preparazione di una culla. Infatti, il ‘Progetto Vita’ è nato da una necessità che ha un nome di mamma, è nato per dare ad un bambino l’opportunità di nascere. Isaac è nato il 30 giugno con parto cesareo e la sua mamma sta cercando di organizzarsi perché, per tenere questo

bambino, è rimasta sola ed ha perso il lavoro. Lei è giovane, straniera, un po’ spaventata e un po’ arrabbiata ma, mentre la guardo allattare e cullare il suo bambino, vedo solo la gioia e la tenerezza di una mamma. Devo dire che mi sono sentita molto coinvolta in questa sofferta gravidanza e sono rimasta colpita dal nome biblico che la mamma ha scelto per il suo bambino. Quando me ne ha parlato le ho detto: “Allora certamente andrà tutto bene, perché questo nome significa: ‘Dio ha sorriso’!” Tenere quel fagottino appena nato tra le braccia mi ha commosso, mi ha regalato un intenso momento ricco di vita e speranza e mi ha fatto riflettere su come il servizio nella Caritas parrocchiale sia, soprattutto, una realtà di condivisione tra persone. Speranza è per me una delle più belle parole del vocabolario, è la parola che scaturisce dalla certezza che Dio è presenza reale nella mia vita e che Lo accolgo ogni giorno per “portarLo” nella normalità delle mie giornate, nell’incontro con le persone. Qui mi interrompo per passare la penna alla nostra neo mamma, perché anche lei desidera dirvi un po’ di cose…

Ciao, sono Fatima e io voglio ringraziare tutti perché mi avete aiutata senza chiedermi niente e, molti di voi, senza neanche conoscermi. Io che non avevo neanche più gli occhi per piangere, ho trovato una famiglia che mi ha fatto sentire che la vita ha un valore, anche la mia. Una famiglia così grande, che non so tutti i nomi e non conosco tutte le facce, mi ha dato il necessario per vivere, il suo tempo e l’opportunità di dare una famiglia anche ai miei bambini, il piccolo Isaac e la sua sorella che ha otto anni. Ho voglia di guardare avanti perché mi sento protetta, perché in questi ultimi mesi

non mi sono sentita più sola, perché c’è sempre stato qualcuno pronto ad ascoltarmi e anche a stare con me. Voglio anche dirvi che credevo che Dio fosse solo una leggenda e, invece, oggi penso proprio di aver capito che c’è e, anche se qualche volta piango ancora, non ho più paura, non mi sento più sola e ho trovato la speranza. Grazie anche per questo. Sono di nuovo Alessandra e, prima di salutarvi, vorrei aggiungere che, come già mi è capitato in passato, ancora una volta vedo una bella comunità parrocchiale, vivace, varia, numerosa, accogliente, unita nella fede e negli intenti, una realtà per cui ringraziare.

Alessandra e Fatima

Progetto

VITA Un piccolo gesto per un grande aiuto

Fatima scrive.

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Pagina 8 Attività parrocchiali

• Ricominciano il catechismo e l’ACR

(ogni sabato alle 15.00)

• Tutti i martedì alle 21.00 —>

incontro Adulti e incontro Giovani

• Giovedì alle 21.00 —>

incontro Giovanissimi

Non dimentichiamo che nel mese di ottobre...

In preparazione al

VII Incontro Mondiale delle Famiglie (Milano, 30 maggio - 3

giugno 2012), che avrà come tema “La Famiglia: il lavoro e la festa”,

proponiamo diverse serate di film in parrocchia! Non mancare al primo

appuntamento:

SABATO 29 Ottobre, ore 21 “La nostra vita”

Dalla Veglia di Preghiera con il Papa:

Non dimenticate di scriverci al nostro indirizzo e-mail:

[email protected] Aspettiamo vostri pareri, consigli, suggerimenti, critiche, iniziative e tanto altro!! :) Potrete collaborare al giornalino, perché la parrocchia è formata da tutti noi! Quindi ci fa molto piacere riuscire a creare i prossimi numeri insieme a voi! Non esitate a scriverci!! :)

Al prossimo

numero!!

“Sì, cari amici, Dio ci ama. Questa è la grande verità della nostra vita e che dà senso a tutto il resto. Non siamo frutto del caso o dell’irrazionalità, ma all’origine della nostra esistenza c’è un progetto d’amore di Dio. Rimanere nel suo amore significa quindi vivere radicati nella fede, perché la fede non è la semplice accettazione di alcune verità astratte, bensì una relazione intima con Cristo che ci porta ad aprire il nostro cuore a questo mistero di amore e a vivere come persone che si riconoscono amate da Dio. Se rimarrete nell’amore di Cristo, radicati nella fede, incontrerete, anche in mezzo a contrarietà e sofferenze, la fonte della gioia e dell’allegria. La fede non si oppone ai vostri ideali più alti, al contrario, li eleva e li perfeziona. Cari giovani, non conformatevi con qualcosa che sia meno della Verità e dell’Amore, non conformatevi con qualcuno che sia meno di Cristo.”