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Testi antichi digitalizzati A pagina 14 D IOCESI DI M AZARA DEL VALLO A 50 ANNI DAL SISMA Lo speciale di 4 pagine Le storie e le foto che raccontano il Belice NELLA FOTO: Frontespizio di uno dei volumi della biblioteca del Seminario vescovile ora digitalizzati dalla biblioteca del Cnr di Roma. Mensile della Diocesi di Mazara del Vallo - n. 01 del 26 gennaio 2018

Lo speciale di 4 pagine le e le D ANNIDALSISMA IOCESI DI V · consacrata, ha avuto il volto di donne belle, felici della loro scelta, coraggiose e con vissuti missionari di respiro

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Testi antichidigitalizzati

A pagina 14

DIOCESI DIM AZARA DEL VALLO

A 50 ANNI DAL SISMA

Lo speciale di 4 paginele storie e le fotoche raccontano il Belice

Nella foto: frontespizio di uno dei volumidella biblioteca del Seminario vescovile oradigitalizzati dalla biblioteca del Cnr diRoma.

Mensile della Diocesi di Mazara del Vallo - n. 01 del 26 gennaio 2018

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L’inizio del nuovoanno ha recato con-ferme antiche su unacomponente della vitasociale che rode la vitadi moltissime famiglie e

che fa marciare senza patemi pochi nu-clei familiari sull’intero pianeta e anchenel nostro Paese, purtroppo. Intendo ri-ferirmi al tema della povertà, che sem-brerebbe piuttosto alieno dallapercezione e dalla considerazione ditante persone. Qualcuno, forse, pensaancora che i poveri siano un triste e in-quietante retaggio del cosiddetto terzomondo e che nelle nostre città e neinostri paesi, tutto sommato, i veri po-veri siano piuttosto pochi. Magari fossecosì! e invece la povertà dilaga semprepiù e si fa finta di non vederla per nonlasciarsi affliggere da interrogativi sco-modi e imbarazzanti.Proprio in questi giorni è stato pub-

blicato ilRapportoO x h f a m2018 sullepovertà alivello glo-bale e inciascunopaese. e i

dati sconfortanti impongono riflessioniresponsabili anche ai più indifferenti.oggi 7 cittadini su 10 vivono in paesi,Italia compresa, in cui la disuguaglianzaè aumentata negli ultimi 30 anni. l’1%più ricco della popolazione mondialedetiene più ricchezza del restante 99%.Con riferimento all’Italia, il 40% della

ricchezza nazionale netta nel 2017 èstata appannaggio del 5% più ricco deinostri connazionali. Quanto poi alla di-stribuzione del reddito il divario nelladistribuzione non è meno sconcertantein quanto, secondo gli ultimi dati IStatdisponibili, il 20% più povero dei citta-dini italiani dispone solo del 6,3% delreddito nazionale, contro il 40% posse-duto dal 20% più ricco. di contro ametà del 2017, il 20% più ricco degliitaliani deteneva oltre il 66% della ric-chezza nazionale netta.A corollario di queste pochema graf-fianti cifre, non sembri una battuta dipessimo gusto la rilevazione che ognidue giorni nasce un nuovo miliardarioe che a fare le spese sono i più poveri evulnerabili, molto spesso donne. Il co-stante incremento dei profitti di azioni-sti e top manager infatti corrisponde aun peggioramento altrettanto costantedei salari e delle condizioni dei lavora-tori. In questo inquietante stato di cosenon poteva non indignare la questioneriguardante l’abolizione del tetto an-nuale degli stipendi dei superburocrati,fino al 31 dicembre bloccato a €240.000, pari a circa 480.000 milionidelle vecchie lire (quasi mezzo mi-liardo!). Ci si arrampica sugli specchiper giustificare quest’insulto alla mag-gioranza dei cittadini, a cui non basteràuna vita per illudersi di potersi avvici-nare a simili utopie.Considerando, perciò, talune prese diposizione di politici locali si resta senzaparole nel constatarli assolutamente in-curanti del fatto che la Sicilia vanta (sifa per dire!!!) la maglia nera di primati

tristissimi e poco invidiabili. Secondodati IStat del 2017, infatti, nella nostraRegione più della metà della popola-zione (55,4%) vive in famiglie a rischiodi povertà o di esclusione. e un rap-porto SVIMeZ denuncia, a sua volta,che circa 10 meridionali su 100 sono incondizione di povertà assoluta.Di fronte a questo quadro desolante,confermato dalle rilevazioni fatte quo-tidianamente nelle nostre parrocchie,occorre gridare alto e forte il grido didenuncia di chi con sommo disprezzodelle povertà rivendica esose e ingiu-stificabili retribuzioni. e nello stessotempo occorre mettersi dalla parte deipoveri per soccorrere e alleviare la loroi n g i u s t aindigenza,ciascunosecondole propriepossibilità,senza vol-tarsi daun’altra. le nostre Caritas, diocesana eparrocchiali, con i soldi dell’otto permille destinato dai contribuenti allaChiesa cattolica fanno quel che pos-sono; ma non basta.È necessaria una mobilitazione co-rale del Paese per ridare dignità retri-butiva al lavoro, affinché ridiventi fontedi ricchezza e dunque di benessere;oggi, infatti, sono i redditi a produrrericchezza. e se è vero che la povertà cisarà sempre, tuttavia bisogna tendere«a un vero incontro con i poveri», pergiungere «a una condivisione che di-venti stile di vita» (Papa francesco).

di DOMENICO MOGAVEROL’EDITORIALE Domenico Mogavero

n. 01/26gennaio2018, pag. 2

ènecessariauna mobilitazioneper ridare dignità

retributiva al lavoro

I poveri li avremosempre con noi,i pochi imparino aguardare i molti

la povertà dilagasempre di piùe si fa fintadi non vederla

IL MESSAGGIODEI VESCOVI SICILIANIecco un passaggio del comunicatostampa finale della sessione invernaledella Conferenza episcopale Siciliana.

I VeSCoVI, attenti ascoltatori del gridodei poveri, manifestano convinta con-divisione alla denuncia di quanti,anche presbiteri, hanno evidenziato ladistanza tra il sentire della nostragente e le prospettive di chi è interes-sato a salvaguardare i privilegi econo-mici di pochi burocrati, a discapito dichi non ha un livello di vita dignitoso.Per parte loro le Chiese di Sicilia assi-curano che continueranno a venire in-contro alle diverse povertà, nelleforme suggerite localmente dalla fan-tasia della carità, utilizzando anche lerisorse derivanti dai fondi dell’otto permille che i contribuenti destinano allaChiesa Cattolica.

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Mensiledella Diocesidi Mazara del Vallo

Registrazione Tribunaledi Marsala n. 140/7-2003

EditoreAssociazione “Orizzonti Mediterranei”Piazza della Repubblica, 691026 - Mazara del Vallo

Direttore editorialemons. Domenico MogaveroDirettore responsabileMax FirreriRedazionePiazza della Repubblica, 691026 - Mazara del Vallotel. [email protected]

Hanno collaboratoNicoletta Borgia, don Daniele Donato,Erina Ferlito, Flavio Leone, GaspareMagro, suor Alessandra Martin, An-nabella Orto, Dora Polizzi.Questo numero è stato chiuso in reda-zione il 26 gennaio 2018. È vietata la ri-produzione integrale o parziale.

Periodico associato alla:Anno XVI - n. 01 del 26 gennaio 2018

DI SUOR ALESSANDRA MARTIN, FFMLA STORIA

Suor Alessandrada quell’eccomialla missione,una vitada francescana

www.diocesimazara.it

n. 01/26gennaio2018, pag. 3

Sono trascorsi 21 anni da quando,appena ventenne, sono partita dacasa per iniziare un’esperienza di

vita consacrata in cui sono rimasta, im-pegnandomi in un “per sempre” con ilSignore, dio della mia vita. Mi è semprepiaciuto pensarmi dentro una storia dialleanza e non tanto di disegno o pro-getto di dio su di me. Quello che hosentito forte fin da giovane, è stato unlegame di amicizia con il Signore checresceva man mano che mi mettevo ingioco in diverse realtà come il volonta-riato in parrocchia e tra i malati, il ser-vizio agli ultimi, l’impegno nell’azioneCattolica e la formazione missionariadiocesana. Incontri, volti, storie che mihanno fatto conoscere e gustare la bel-lezza di una vita fatta dono.Mi sono chiesta tante volte che sensoe che direzione dare alla mia vita. Ildono di Gesù nell’eucaristia, il suospezzarsi e farsi pane per me, per noitutti, ha dato risposta alla mia inquie-tudine e alla mia ricerca. dio nel donaresuo figlio Gesù ha scelto noi, ha sceltome. Ho pensato che la risposta a tantagrandezza e a una logica di gratitudinetotale come quella di Cristo non potevache andare nella stessa direzione, neldono di me come restituzione. In que-sto pensiero ho toccato la felicità delcuore, ho sentito che in questa dire-zione potevo essere pienamente mestessa e crescere in una vita autentica.l’alleanza di vita con il Signore è iniziatada qui e attraverso tanti piccoli “ec-comi” ha segnato le tappe di un cam-mino fiducioso e appassionato, fino allapromessa di fedeltà “per sempre”, l’8dicembre 2007 nell’istituto delle fran-cescane Missionarie di Maria. fin da su-bito la famiglia religiosa che mi haaccolta, cresciuta e formata alla vitaconsacrata, ha avuto il volto di donne

belle, felici della loro scelta, coraggiosee con vissuti missionari di respiro uni-versale.La bellezza di essere missionaria e diandare nel nome di Cristo in ogni partedel mondo (siamo più di seimila sorelledi nazionalità diverse e viviamo in 78Paesi), con lui e portando lui, mi haresa testimone di un amore che superale diversità e che, anzi, costruisce per-corsi di unità e di arricchimento reci-proco, a partire dalle nostre diversità. Sisono aperte per me le porte della mis-sione nel 2000 con un anno di vita inMadagascar, inserita in un progettodella famiglia francescana di recuperodi famiglie in grave disagio sociale. Poitornata in Italia per lo studio della teo-logia, ho continuato ad assisi un servi-zio di accoglienza ai giovani,accompagnando molti di essi nei viaggimissionari in Burkina faso nel periodoestivo.Nel 2008 l’arrivo in Sicilia, prima Si-racusa per circa dieci anni e ora qui, aMazara del Vallo. Sono stati molti i vis-suti che mi hanno aiutata a crescere ea stare accanto a chi fa più fatica nellavita: donne sole con figli, famiglie neldisagio sociale ed economico, vittime

suor alessandra Martin (a destranella foto).

della tratta, minori stranieri provenientidagli sbarchi. tante persone divenuteparte di me, che mi hanno insegnato aessere donna, ad assumere i tratti dimadre e a far crescere la vita accompa-gnandola con pazienza e tenerezza.dio non è Colui che scrive per me il fu-turo, ma Colui che amo, e desidero vi-vere il presente, che è dono suo,attraverso la Sua Parola Sacra cheguida il mio quotidiano, con i fratelli acui mi invia che a loro volta mi rinvianoall’eucaristia, mangiata, adorata e con-templata ogni giorno. So che dio è perme, il dono di se stesso è per me, per-ché lui è puro dono e pura gratuità.

GIORNATAMONDIALEDELLAVITACONSACRATAAMARSALA

IN oCCaSIoNe della XXII GIoRNata mondialedella vita consacrata, in diocesi, venerdì 2febbraio, con inizio alle ore 17,30, si terrà ilraduno presso la chiesa di Santa Cecilia aMarsala e poi in corteo si arriverà in chiesamadre dove il Vescovo presiederà la santamessa.

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Un abbraccio commossonel silenziodella cucina è il segno del ringrazia-mento: «Vedendo lei rivedo mia figlia

viva». leonarda fontana e Ivo Soncini a Gi-bellina si sono rivisti dopo dieci anni. l’ultimavolta era successo nel 2008 quando il Co-mune organizzò il primo incontro tra i due. èsuccesso ancora una volta in questo 50° an-niversario del sisma del Belice. Ivo Soncini è ilvigile del fuoco che due notti dopo la terribilescossa del 14 gennaio ’68 trasse dalle mace-rie con le sue mani eleonora di Girolamo,Cudduredda. leonarda fontana, oggi quasinovantenne, è la mamma della piccola chefu ritratta da Nicola Scafidi mentre l’assistevasul letto dell’ospedale Villa Sofia a Palermo.Due volti di una tragediache, a 50 anni dalterremoto, si sono trovati faccia a faccia: eleo-nora di Girolamo (che di Cudduredda è lasorella e ne porta il nome) nata qualche mesedopo la morte della piccola, davanti al Presi-dente della Repubblica ha consegnato unatarga a Ivo Soncini. Un “grazie” che è l’affettosincero di una famiglia che ha visto il voltocommosso di chi salvò, con le mani dalle ma-cerie, la vita di Cudduredda. Quella della pic-

cola ritrovata fu una storia che commosse ilmondo. Ma Ivo Soncini, per decenni, tennesegreto quel salvamento. Il suo volto passòsui piccoli schermi immortalato nel serviziodi Sergio Zavoli.«Fu quando per lavoro venni a Caltanis-setta, quasi 40 anni dopo il sisma, che in menacque il desiderio di conoscere i parenti diCudduredda. Il “Giornale di Sicilia” proprio inquei giorni raccontò la mia storia e ritrovaiuna mia foto con la piccola in braccio», diceIvo Soncini. da lì i primi contatti con la fami-glia e poi, nel 2008, il primo incontro. tornarea Gibellina e al Cretto di Burri per Ivo Sonciniè come fare un tuffo nella memoria: «Ricordoche quel mercoledì iniziammo a scavare da

quel rudere lassù – dice Soncini mentre indicala zona nord del vecchio paese distrutto – ti-rammo fuori due vittime e poi sentimmoparlare una bambina. Io chiedevo e lei ri-spondeva; in noi si accese la speranza. Cisiamo messi a togliere macerie con le manie Cuddureddaera sotto due travi rimaste in-crociate. Me la misi in braccio e con una jeepdei Vigili del fuoco l’abbiamo trasportata inun campo allestito qui a valle del paese».Il resto della poca vitadi eleonora di Giro-lamo Ivo l’ha saputa dalle notizie che arriva-vano alle squadre di soccorso: «Quandoseppi che Cuddureddaera morta sono rima-sto molto male». Per decenni tutto è finito trai ricordi. Ma Ivo Soncini da Reggio emilia nonha mai perso la speranza di incontrare, ungiorno, i parenti di eleonora di Girolamo. a50 anni dal terremoto, è successo ancora,dopo il 2008. tra Ivo Soncini e i fratelli di Cud-duredda (franco, Nicola ed eleonora lea) ènata un’amicizia profonda. Un sentimento diriconoscenza mai detto, ma che dà linfa aquesto rapporto nato da una tragedia qualeè stata il terremoto. Ivo Soncini sulla tombadi Cuddureddaal cimitero nuovo di Gibellinaha fatto arrivare una composizione di fioribianchi. a fianco di un altro mazzo di 50 rosefatto sistemare dalla famiglia di Girolamo. aldi fuori delle cerimonie ufficiali sotto i riflettori,l’anniversario è anche il ricordo silenzioso dichi non c’è più.

50 ANNI DAL SISMA

n. 01/26gennaio2018, pag. 4

L’incontro con Ivo Soncini,il pompiereche trovò CuddureddaIL RITORNO A GIBELLINAdel volontario che recuperòla piccola ancora in vita

DI MAX FIRRERIwww.diocesimazara.it

#CONDIVIDERETVIl racconto di IvoSoncini al Cretto

IVo SoNCINI (nella foto mentre ritira il premioconsegnato da lea di Girolamo) si racconta a#CondividereTV, il canale Youtubedella nostraredazione. Sul Cretto di Burri ricorda quei mo-menti che lo videro impegnato nei soccorsi.

Ivo Soncini e leonardafontana, mamma di

eleonora di GirolamoCudduredda.

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«Tutto è là» ripete RosinaBruno. la sua mano indica laparte alta della collina dove

oltre campi di terre coltivate c’è il paesevecchio. Ruderi, testimonianze di quelloche c’era e ora non c’è più. Rosina non hadimenticato nulla, neanche un fram-mento del paese vecchio. le strade lastri-cate, le case una a fianco all’altra,quell’aria familiare che dava sicurezzaanche a chi, come lei, a vent’anni nel1968, si affacciava al mondo della giovi-nezza con speranza e paure. «Ma il ter-remoto è una paura diversa» - raccontaRosina - «come fai a raccontarlo?». Ro-sina Bruno quando il Belice venne colpitodal sisma era una giovane ventenne ap-pena diplomata.La sua vita l’aveva vissuta lì, tra Salapa-ruta e Castelvetrano. Indietro nel tempo èun esercizio della memoria. Perché la vitaquotidiana, gli anni, i decenni fanno in-giallire i ricordi, ma non li cancellano. erauna fredda notte di gennaio in quel 1968:«Il mio fidanzato era andato da pochesettimane a lavorare a Como e io ero aSalaparuta coi miei genitori, racconta. allaprima scossa eravamo seduti a tavola emia mamma disse: “questo è terremoto”.Nessuno di noi voleva crederci, noi un ter-remoto non l’avevamo mai vissuto. Siamousciti fuori, in macchina; l’intero paese erafuggito dalle case; ci ritrovammo vicino ilcimitero, tutti lì ad aspettare che la terraritornasse più buona». le ore successivefurono, invece, quelle più terribili. la notteche scendeva e la paura di dentro. l’ultimaimmagine della sua casa integra Rosinace l’ha bene impressa nella mente.Poi nella notte tutto è crollato. le casee la speranza. Il trasferimento a Mazaradel Vallo per ripartire da zero, senzaniente ma solo con le briciole dei ricordi.«fummo ospitati in una scuola pubblica

con l’accoglienza generosa dei mazaresi,ricorda Rosina. In quell’occasione speri-mentammo cosa voleva dire essere aiutatidagli altri nel momento del bisogno. aMazara del Vallo arrivarono anche alcunigiovani volontari da Pisa, città dove stu-diava il notaio tumbiolo. Per tanti di noifurono spalla dove appoggiarci e raccon-tarci».Le giornate vissute tra le notizie che ar-rivano dai luoghi del disastro. «Il mio fi-danzato da Como, saputa la notizia, ciraggiunse a Mazara del Vallo. Sarebbe ri-masto pochi giorni per tornare a lavorareal Nord Italia. Io, in quel momento difficile,vedevo il mio futuro fuori dalla Sicilia. luivoleva portarmi a Como. fu in quel mo-mento che pensammo alle nozze». eranoi giorni dopo il sisma, difficili e vissuti trale cose indispensabili e la speranza di unfuturo possibile altrove. «decidemmo cosìdi sposarci il 27 gennaio, 13 giorni dopoil terremoto – racconta Rosina – e fu pro-prio il Vescovo monsignor GiuseppeMancuso a voler celebrare il nostro ma-trimonio». Rosina e Giovanni li Causi, in-sieme a Caterina Cudia e Rosolino

Sansone, furono le prime due coppie diSalaparuta a sposarsi dopo il sisma. «tro-vare le fedi a Mazara del Vallo e a Castel-vetrano fu impossibile. Così, susuggerimento del parroco, per il rito uti-lizzammo le nostre fedi di diploma».Da Mazara del Vallo a Como il passo èstato breve. Sei mesi vissuti lontano dalBelice: «Io sognavo già il mio futuro damaestra nel Nord Italia», racconta Rosina.Sarebbe stata una vita nuova per quellagiovane ventenne che aveva vissuto il ter-remoto. dopo sei mesi, però, il ritorno aSalaparuta. Stavolta tra le baracche alPiano della Pietra, lontano pochi chilome-tri dalle macerie. Quello è stato l’inizio di16 lunghi anni vissuti tra le lamiere, la spe-ranza di una nuova casa. I ricordi di Rosinasi fanno memoria, oggi grazie anche algruppo Facebook “Salaparuta”, del qualelei è una delle promotrici. «Il social net-work ci ha permesso di richiamare all’ap-pello quanti hanno vissuto il terremoto eoggi si trovano sparsi nel mondo – spiega– la testimonianza delle foto è quella chepiù ci aiuta nella ricostruzione della me-moria».

n. 01/26gennaio2018, pag. 5DI MAX FIRRERI50 ANNI DAL SISMA

www.diocesimazara.it

La storiale scosse, la paurae lenozzea 13 giornidal sismaILMATRIMONIOcelebrato dal VescovoGiuseppe Mancusoin Cattedrale

Rosina Bruno e Giovanni li Causi il giornodel loro matrimonio, nel 1968. Nella foto i

due coniugi come sono oggi.

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«Nei giorni scorsi alcuni sindaci del Belìcehanno detto: stiamo costruendo il futuro.Questa affermazione non è soltanto un

messaggio di rassicurazione, ma manifesta orgoglioprotagonista, convinzione di poter superare, con il ne-cessario sostegno della comunità nazionale, le difficoltàche rimangono nel presente. Quelle parole manife-stano ragionevole, fondata fiducia nel futuro. è un mes-saggio che tengo a condividere con tutti voi». lo hadetto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarellaintervendo all’inaugurazione delle celebrazioni per il50° anniversario, tenutasi a Partanna. 1.Mattarella salutai bambini. 2. Nicola Catania, coordinatore dei sindacidel Belice. 3. Nello Musumeci, presidente della RegioneSiciliana. 4. Scout in attesa dell’arrivo di Mattarella. 5.l’attore alessandro Preziosi. 6. Il cantante Nello anal-fino. 7. l’auditorium “Giacomo leggio” a Partanna. 8.Mattarella e il cardinale francesco Montenegro.

di FLAVIO LEONE E MAX FIRRERI50 ANNI DAL SISMAwww.diocesimazara.it

n. 01/26gennaio2018, pag. 6

La visitaIl Presidente Mattarella:«Fiducianel futuro»

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di FLAVIO LEONE E MAX FIRRERI50 ANNI DAL SISMAwww.diocesimazara.it

n. 01/26gennaio2018, pag. 7

La giornata commemorativa del ter-remoto - svoltasi domenica 15 gen-naio - si è articolata nei diversi centri

del Belice. 9. a Gibellina, sotto la Porta delBelice, il Presidente della Regione Nello Mu-sumeci e il Ministro Claudio de Vincentihanno scoperto la lapide commemorativa.10.Raduno di cittadini al monumento chericorda la visita del Santo Padre GiovanniPaolo II nel 1982 a Salaparuta, dove si è te-nuto un momento di silenzio per comme-morare le vittime. 11.al termine della santamessa ai ruderi di Montevago, si è tenuta lafiaccolata nel vecchio centro. 12. I sindaci sfi-lano sotto la Porta del Belice di Pietro Con-sagra a Gibellina. 13. a Poggioreale si ètenuto un incontro con i poggiorealesi emi-grati in australia: che hanno finanziato alcuniinterventi nelle scuole cittadine.

Le celebrazioni commemorativeda Gibellinaa Montevago,tra ricordie prospettive

#CONDIVIDERETVUna targa a don Riboldie l’omelia tra i ruderi

le teleCaMeRe di #CondividereTV, il canale You-tubedella nostra redazione, hanno seguito le ini-ziative commemorative del 50° anniversario delterremoto 1968. a Partanna è stata consegnatauna targa alla memoria di don antonio Riboldirecentemente scomparso, parroco rosminiano aSanta Ninfa ai tempi del terremoto. a ritirarla èstato il Vescovo monsignor domenico Moga-vero. ai ruderi di Montevago, invece, gli arcive-scovi di agrigento e di Monreale e i Vescovi ditrapani, Mazara del Vallo e Piana degli albanesihanno concelebrato la santa messa in ricordodelle vittime. al termine si è svolta una fiaccolatatra i ruderi della città.

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NEL TERRITORIO

n. 01/26gennaio2018, pag. 8

POGGIOREALEIn 8 mesi ultimatii lavori: riapre la piscinaabbandonata per anni

Sono stati completati i lavori direcupero della piscina comu-nale di Poggioreale quale cen-

tro natatorio e riabilitativo. lastruttura versava in stato di abban-dono e di degrado da oltre 25 anni.allora i lavori vennero iniziati e poiinterrotti a causa del fallimento delladitta appaltatrice. In soli 8 mesi i la-vori sono stati completati. «Il nostroobiettivo - spiega il sindaco lorenzoPagliaroli - resta sempre quello di te-nere bassi i costi di gestione, ipotiz-zando la realizzazione di un impiantosolare termico. Ma in particolarmodo pensiamo ora a redigere unbando per l’affidamento della piscinaa un soggetto privato con personalespecializzato nella riabilitazione. op-pure - prosegue il sindaco - a un’as-

sociazione sportiva finalizzata a for-nire ai giovani, con l’utilizzo della pi-scina, un’attività di svago, dalmomento che il Comune nonavrebbe le risorse finanziarie per ge-stirla». Nell’ottica di diventare uncentro riabilitativo, la piscina comu-nale verrà dotata di un sollevatoremobile del tipo “elettroidraulico” checonsentirà il trasporto dei disabilidallo spogliatoio fino al bordo dellapiscina per farli così scendere inacqua in modo sicuro. Per Poggio-reale è un evento storico che ha duedate precise: 1991, anno di inizio deilavori, e 2017, anno di completa-mento. «Sicuramente – aggiunge ilsindaco – sarà una grande festa enon solo per Poggioreale, ma ancheper tutti i comuni belicini».

IN PRIMO PIANO

Campobello di MazaraConfisca di beniall’imprenditore Moceri

arriva la confisca dei beni per l’imprendi-tore di Campobello di Mazara andrea Mo-ceri, 57 anni e i suoi familiari:

immobili,terreni, conti bancari, aziende, autoper un totale di 25 milioni di euro. Il provvedi-mento è della sezione sezione misure di pre-venzione del tribunale di trapani. le indaginidella dia, coordinate dalla Procura di Palermo,

hanno ricostruito in questi anni gli affari di Mo-ceri. all'inizio si occupava di compravendita diauto nuove e usate. Il denaro accumulato innero, come in nero sarebbero pagati i dipen-denti costretti a firmare buste paga fantasma,

sarebbe servito a finanziarenuove attività e a organizzareun giro di usura. tra le im-prese finanziate con l'attivitàillecita di credito c'era anchel’oleificio “fontane d'oros.a.s.”, con sede a Campobellodi Mazara. oggi in ammini-strazione giudiziaria, l’aziendaè riconducibile a francescoluppino, attualmente dete-nuto, indicato dagli investiga-tori come un fedelissimo dellatitante Matteo Messina de-naro. Il patrimonio confiscato

a Moceri, a cui è stata applicata la sorveglianzaspeciale per due anni, comprende 35 unità im-mobiliari (nella foto: il complesso turistico co-struito a Tre Fontane da Moceri e mai aperto),tra Campobello di Mazara e Castelvetrano, 35appezzamenti di terreno, 5 aziende, quote dipartecipazioni in varie società di capitali, nume-rosi conti bancari e polizze assicurative.

Mazara del Vallolavori al portocanale, tempi brevi«aBBIaMo RICeVUto le rassicura-zioni da parte del Commissariostraordinario per la mitigazionedel rischio idrogeologico Mauri-zio Croce che i lavori inizierannonon appena i soggetti attuatoriotterranno la concessione de-maniale, già richiesta». lo hadetto il vice sindaco di Mazaradel Vallo, Silvano Bonanno, in-tervenendo sull’oramai lunghis-sima questione dell’escavazionedel porto-canale di Mazara delVallo. «Sono notizie positivedopo anni di blocco, ma natural-mente attendiamo la concre-tezza dell'avvio degli interventi»ha detto ancora Bonanno.

CastelvetranoBelicittà, chiudeil supermercatotoRNa d’attUalItà la questione delcentro commerciale “Belicittà” diCastelvetrano, e nello specifico ladifficile situazione del supermer-cato che è stato richiuso. la “esseemme” ha abbassato le saracine-sche e rischiano il posto di lavoro32 dipendenti. tra la società chegestisce il supermercato e la Gri-goli distribuzione (proprietaria deilocali) c’è un contezioso apertosull’affitto finito sul tavolo dellaPrefettura, con la partecipazionedi una delegazione dell’agenziadei beni confiscati. la società “esseemme” pare richiederebbe una ri-duzione dell’area del supermer-cato, mentre la proprietà chiede ilpagamento di quote d’affitto pre-gresso.

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n. 01/26gennaio2018, pag. 9VOCE DAI [email protected]

FACEBOOK/IL VIDEOla storia di Simone fontana,il ragazzino del sisma dimenticato

SIMoNe foNtaNa morì nel 1968 a soli 14 anni, presumibil-mente, per un infarto mentre stava raggiungendo con lasorella e la mamma alcuni parenti in toscana. Il cuore delgiovane finì di battere alla stazione di Pontedera. Simoneaveva vissuto il sisma del Belice come un grande trauma.la sorella Maria, 71 anni, racconta la sua storia.

#CONDIVIDERETV“Pronto in 5 minuti”,le ultime due puntate

UltIMe dUe PUN-tate per la ru-brica “Pronto in5 minuti” ilnuovo formatin onda dal 10dicembre su

#CondivideretV, il canaleweb tv della nostra testata.ospiti delle prossime pun-tate saranno Vito Zichittelladella torrefazione “Zicaffè” ela campionessa del mondodi scherma loreta Gulotta.

AGENDAWWW.DIOCESIMAZARA.IT

26-28 GENNAIOPellegrinaggio dellaMadonna di fatimada VeNeRdì 26 GeNNaIo a domenica 28gennaio, ultimi giorni conclusivi delpellegrinaggio del simulacro dellaMadonna di fatima a Castelvetrano.Venerdì 26, ore 17, accoglienza dellaMadonna Pellegrina nella piazza Sanfrancesco d’assisi (Cappuccini); ore17,30 Santa Messa nella Chiesa deiCappuccini. Sabato 27 (chiesa Cap-puccini): ore 9,30 Santo Rosario; ore10 Santa Messa. domenica 28 (chiesaCappuccini): ore 18 Santa Messa epartenza del Simulacro.

18 FEBBRAIOScuola di formazionesociale e politicadoMeNICa18 feBBRaIo, dalle ore 16, presso il Monu-mento ai Mille di Marsala, si terrà il secondo incontrodella Scuola di formazione sociale e politica promossaanche dall’opera di religione “Monsignor di leo”. l’in-contro di domenica 18 febbraio sarà sul tema “Il Co-mune: istruzioni per l’uso”, con anna Maria angileri,assessore all’istruzione e alle politiche giovanili del Co-mune di Marsala.

4 FEBBRAIOdedicazione parrocchiaMaria Ss. della SalutedoMeNICa 4 feBBRaIo, alle ore 11, si terrà ilrito di dedicazione della chiesa parroc-chiale Maria Ss. della Salute in Castelve-trano. a presiederlo sarà il Vescovo. Nel2003 fu dedicato l’altare, ma la chiesanon lo era ancora.

LA VICENDA GIUDIZIARIAInchiesta sul Vescovo,il Gip disponel’archiviazioneIl GIUdICe PeR le INdaGINI PRelIMINaRI del tribunale di Mar-sala ha disposto l’archiviazione per il Vescovo di Ma-zara del Vallo, monsignor domenico Mogavero(difeso dagli avvocati Stefano Pellegrino e Nino Ca-leca), accusato dalla Procura di Marsala per appropria-zione indebita e per truffa aggravata. a richiederel’archiviazione è stata la stessa Procura (l’indagine l’hacoordinata il sostituto procuratore antonella trainito)a conclusione delle indagini avviate nel dicembre del2015.

L’appropriazione indebita.Nella richiesta di archi-viazione (accolta dal gip), in merito alle accuse mosseal Vescovo per appropriazione indebita (Mogavero fuaccusato che fosse venuto in possesso di 185.600euro), il pubblico ministero fa riferimento al «sup-porto» della relazione predisposta dai consulenti tec-nici Roberto Ciaccio e Gianfranco Scimone (nominatiproprio da Mogavero che sollevò dall’incarico i re-sponsabili dell’Ufficio economato, collaborando fatti-vamente con gli organi di polizia giudiziaria al fine diaccertare responsabilità gestionali) «col quale l’inda-gato – scrive il pubblico ministero – forniva chiari-menti rispetto a ciascuna delle operazioni». Mogaverovenne accusato anche di appropriazione indebita diun bonifico di 100 mila euro che nelle scritture conta-bili risultò iscritto come “bonifico c/c Vescovo per la-magna” (ernesto lamagna è stato l’artista che ha

realizzato il portone e gli arredi liturgici della nuovaMatrice di Pantelleria, ndr). Per questa vicenda scrive ilpubblico ministero nella richiesta di archiviazione:«dalle indagini svolte successivamente all’interroga-torio (del dicembre 2015, ndr) è emerso come il boni-fico in parola è risultato intestato a ernesto lamagnae Maria Bevacqua in lamagna, sicché con riferimentoa detti fatti è emersa la prova che il reato di appro-priazione indebita di 100 mila euro contestato al Ve-scovo non sussista».

La truffa aggravata.anche per quest’accusa il pub-blico ministero ha richiesto – e ottenuto dal gip – l’ar-chiviazione per il Vescovo Mogavero. le accuse alVescovo riguardarono la richiesta e l’ottenimento deifinanziamenti alla Regione Siciliana e alla Cei per lacostruzione della parrocchia San lorenzo in Mazaradel Vallo. I fatti risalgono al 2005, allorquando la Re-gione Siciliana concesse il contributo di 1.363.415euro e, nel febbraio 2007, la diocesi ottenne il finan-ziamento di 1.474.000 euro da parte della Conferenzaepiscopale Italiana per la realizzazione del complessoparrocchiale San lorenzo a Mazara del Vallo. In parti-colare, secondo l’accusa, il Vescovo la Piana prima e,successivamente, nel corso della realizzazione del-l’opera il Vescovo Mogavero, non avrebbero comuni-cato alla Cei il contemporaneo finanziamento dellaRegione e, quindi, truffandola. «Gli odierni indagati –scrive il pubblico ministero nella richiesta di archivia-zione – in sede di interrogatorio hanno sostanzial-mente chiarito il loro ruolo, facendo sorgere ilfondato dubbio di avere fornito alla truffa perpetrataai danni della Cei solo un inconsapevole contributo».è ancora il pubblico ministero che scrive: «al mo-mento dell’insediamento nell’Ufficio di Vescovo (diMogavero, ndr), l’intera pratica attinente il finanzia-

mento del complesso parrocchiale di San lorenzofosse stata sostanzialmente completata, sulla base diun’istruttoria avviata e seguita dai predecessori di Mo-gavero, rende verosimile che questi si sia limitato asottoscrivere atti che gli venivano sottoposti dai colla-boratori e che riteneva aventi funzione meramenteesecutiva di impegni sostanzialmente già assunti, inmaniera più che legittima». Scrive ancora il pubblicoministero: «Semplicemente la documentazione ve-niva predisposta dall’ufficio competente e gli venivasottoposta per la firma in quanto legale rappresen-tante. Né le sue conoscenze tecnico-giuridiche eranotali da consentirgli di rilevare eventuali inesattezze e/ofalsità in documenti che sono sostanzialmente di na-tura tecnica e predisposti da tecnici del settore».

«Ho atteso con serenità». «Con serenità e fiduciosoche la verità sarebbe emersa, ho atteso la decisionedella Magistratura, ha detto il Vescovo domenico Mo-gavero. Sin dai primi momenti di questa vicenda chemi ha visto coinvolto ho dichiarato la mia estraneità aifatti contestati, confidando nel lavoro degli inquirentie della Procura e forte della testimonianza della miacoscienza. Se da un lato ho sperimentato la vicinanzadi diversi confratelli e di tantissima gente, dall’altrosono stato bersaglio di giudizi affrettati, di condannesevere e di offese ingiuste. Ho sopportato tutto in si-lenzio per oltre due anni, certo che la verità si sarebbeimposta quando il materiale d’indagine sarebbe statosottoposto al doveroso vaglio dei magistrati. oggiparlano le loro decisioni che, mentre rassicuranoquanti erano convinti della correttezza del mio ope-rato, fanno giustizia delle prese di posizione di coloroche hanno dato letture arbitrarie e improprie ai fram-menti di informazioni di cui erano venuti in pos-sesso».

LA NOTA UFFICIALE

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Sacchetti biodegradabili perfrutta e verdura al supermer-cato: dal 1° gennaio sono a

pagamento. ai commercianti èfatto divieto di omaggiarli ai propriclienti. le borse di plastica in mate-riale ultraleggero non possono es-sere distribuite gratuitamente e ilprezzo di vendita per singola unitàdeve risultare dallo scontrino o fat-tura d’acquisto delle merci. le vio-lazioni sono punite con la sanzioneda € 2.500 a € 25.000, incrementatadi 4 volte del massimo nel caso incui la violazione del divieto ri-guarda ingenti quantitativi di borsedi plastica, oppure il valore di que-ste ultime sia superiore al 10 percento del fatturato del trasgressore.

a cura di Gaspare Magro, dottore commercialistaL’ESPERTO INFORMAwww.diocesimazara.it

n. 01/26gennaio2018, pag.10

Sacchetti per la spesaIl prezzonello scontrino

DAL1° GENNAIO A PAGAMENTOin tutte le attivitàcommerciali in Italia: leviolazioni punite con multe

SCRIVICIPoni una domandae l’esperto ti rispondesul giornaleSI CHIaMaA tu per tu la rubrica del nostro gior-nale che in ogni numero ospita un gruppo diprofessionisti (commercialisti, medici, nutrizio-nisti, avvocati) che rispondono gratuitamenteai quesiti dei nostri lettori. Come fare? Basta in-viare una e-mail a [email protected], indicando nome, cognome e recapitotelefonico, oppure inviando un messaggio pri-vato sulla pagina FacebookdiocesiMazara/Condividere. Nel successivo numero, larisposta degli esperti che collaborano con ilnostro giornale.

BANDO ISIInail, incentivi a fondoperduto per le imprese

DI GASPARE MAGRO

Con il bando Isi 2017,l’Inail mette a disposizionedelle imprese che vogliono

investire in sicurezza € 249 milioni di incentivia fondo perduto, ripartiti su base regionale eassegnati fino a esaurimento, secondo l’or-dine cronologico di ricezione delle domande.I fondi sono suddivisi in 5 assi di finanzia-mento: progetti di investimento e per l’ado-zione di modelli organizzativi e diresponsabilità sociale (€ 100 milioni); progettiper la riduzione del rischio da movimenta-zione manuale dei carichi (€ 44.406.358);progetti di bonifica da materiali contenentiamianto (€ 60 milioni); progetti per micro epiccole imprese operanti nei settori del legnoe ceramica (€ 10 milioni); progetti per lemicro e piccole imprese operanti nel settoredella produzione agricola primaria dei pro-dotti agricoli (€ 35 milioni, suddivisi in 30 mi-lioni destinati alla generalità delle impreseagricole e in 5 milioni per i giovani agricol-tori, organizzati anche in forma societaria).

LIBERI PROFESSIONISTIdal 1° luglio abolizionedelle schede carburante

DI GASPARE MAGRO

a decorrere dal 1° luglio2018 c’è l’obbligo, ai finidella detraibilità Iva e della

deduzione del costo, di acquistare il carbu-rante esclusivamente con mezzi di paga-mento tracciabili, abrogandocontestualmente la disciplina relativa allascheda carburante che utilizzano le aziendecon mezzi di proprietà e i liberi professionistiche utilizzano autoveicoli anche a uso promi-scuo.

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n. 01/26gennaio2018, pag. 11

PUBBlICItà

Grazie ai sacerdoti Ogni persona, ogni storia

è importante

In Italia ci sono 35 mila sacerdoti diocesani che hanno deciso di donare la loro vita al Vangelo e agli altri. Per vivere hanno bisogno anche di noi. Doniamo a chi si dona.

Sostieni il loro impegno con la tua O�ertaOFFRI IL TUO CONTRIBUTO AI SACERDOTI CON:

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Maggiori informazioni su www.insiemeaisacerdoti.itSegui la missione dei sacerdoti su www.facebook.com/insiemeaisacerdoti

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Don Diego Conforzi, parroco di Sant’Ugo a Roma

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GRANIDI [email protected]

DI ERINA FERLITO

Il libro scritto dentro e fuori,l’Agnello ritto in piediUna nuova scena, misteriosa e stupenda, si

apre davanti agli occhi del veggente di Pat-mos: «e vidi, nella mano destra di Colui che sedevasul trono, un libro scritto sul lato interno e su quelloesterno, sigillato da sette sigilli» (Ap 5,1). Parolestrane, che avvolgono un contenuto profondo, percomprendere il quale è indispensabile un com-plesso lavoro di decodificazione dei simboli. Il librocontiene il progetto di dio disegnato nella storia;è scritto dentro e fuori, perché nel piano di dio nonci sono lacune; si trova nella mano destra del per-sonaggio seduto sul trono. esprime dunque la for-mulazione concreta del dominio che dio esercitasulla storia. Ma esso è chiuso, anzi sigillato da settesigilli, totalmente inaccessibile alla comprensioneumana. Non ci si può però rassegnare, perché laricerca del senso della vita e del mistero del tempoè iscritta nel cuore degli uomini (cfr Qo 3,11). Nederiva una fortissima pressione, cui si contrapponel’impossibilità: nessuna creatura, né in cielo, nésulla terra, né sotto terra, è in grado di sciogliere isigilli che serrano il libro (cfr Ap 5,3). la tensione èaltissima e si traduce in pianto sconsolato (cfr Ap5,4). Ma «uno degli anziani mi disse: non piangere;ha vinto il leone della tribù di Giuda, il Germogliodi davide, e aprirà il libro e i suoi sette sigilli» (Ap5,5). è chiaro il riferimento a Cristo, se pure con unlinguaggio allusivo ed evocativo (cfr Gen 49,9; Is11,1.10), che prepara la scena successiva. Ne è pro-tagonista il personaggio chiave di tutto il testo, ce-lato nel linguaggio tipico del simbolismoteriomorfo. Si tratta dell’agnello, termine squisita-mente giovanneo. «Poi vidi, in mezzo al trono, cir-condato dai quattro esseri viventi e dagli anziani,un agnello, in piedi, come immolato; aveva settecorna e sette occhi, i quali sono i sette spiriti di dio

mandati su tutta la terra» (Ap 5,6). Il linguaggio èfortemente simbolico e la decodificazione dei sim-boli assolutamente obbligatoria. la traduzione initaliano ha tentato una sorta di semplificazione deltesto greco, ma non gli ha reso un buon servizio.In esso infatti il linguaggio è volutamente ardito:«e vidi in mezzo al trono e ai quattro viventi e inmezzo agli anziani, un agnello in piedi come uc-ciso, che aveva (davvero) sette corna e sette occhi,che sono i sette spiriti di dio (proprio quando sonostati inviati) a tutta la terra» (traduzione di UgoVanni). Il Cristo agnello occupa dunque un postocentrale rispetto a dio che domina la storia eugualmente un posto centrale rispetto allo scam-bio tra cielo e terra, simboleggiato dai quattro es-seri viventi, come pure rispetto alla mediazioneesercitata dagli anziani. e se il trono è quello di dio,che esercita il suo influsso attivo sulla storia, ri-spetto ad esso l’agnello occupa una posizionecentrale e determinante. Strana, se non assurda, sulpiano iconografico, la postura dell’agnello: in piedicome ucciso! decodificando il simbolo, scopriamoche lo stare in piedi indica la risurrezione, con tuttoil dinamismo che le è proprio; il “come ucciso” siriferisce alla morte violenta, alludendo con ogniprobabilità all’agnello pasquale di Es 12,1-27. digrande importanza la particella “come”, che creatra i due elementi una vera simultaneità: il Cristorisorto possiede e consegna alle creature non solole virtualità della sua risurrezione, ma pure quelledella sua morte. l’agnello è dotato di sette occhi,ovvero della totalità dello Spirito. lo Spirito appar-tiene al Risorto, è parte essenziale di lui, ma egline fa dono all’umanità e lo spande nell’universo,perché permei, con le sue manifestazioni, ogni vitache pulsa nel creato.

LE RUBRICHE

n. 01/26gennaio2018, pag. 12

[email protected]

Satana nel libro santo dell’IslamIl Corano afferma più volte la realtà del

diavolo. I numerosi riferimenti, che spessorichiamano le Scritture, presentano una fi-

gura duplice. tale duplicità va di pari passocon i due nomi principalmente deputati adesignare l’essere satanico nel libro santodell’islam: Iblis e al-Shaytan. a ciascuno diquesti due nomi corrisponde una funzioneparticolare. Il nome Iblis dal verbo araboablasa (“disperarsi” o “trovarsi nello scon-forto”) indica il “disperato” per antonomasia.Il nome Al- Shaytan, il Satana, ricorre parec-chie decine di volte nel Corano e fa riferi-

mento al diavolo nella sua funzione di “tra-viatore dei progenitori e dell’umanità”. Perl’etimologia di questo nome, derivato da unaradice che si ritrova ugualmente in ebraico, ilessicografi musulmani si richiamarono alverbo shatana (“distogliere qualcuno daun'intenzione o una destinazione”). Il Coranonon contempla il plurale di Iblis, ma impiegacon frequenza il plurale di shaytan, che è sha-yatin, per definire i demoni, i jinn, compagniinseparabili degli uomini. Al- Shaytan nonparla, ma bisbiglia (waswasa) anche nell'in-teriorità delle persone.

DI DORA POLIZZI

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Tra le righe dei giorni di lavoroscorrono segni di fraternità congli amici provenienti da

oriente, cattolici e ortodossi, dove ciòche ci unisce nella missione quoti-diana è la Croce. Il 18 gennaio scorso,il primo giorno della Settimana dipreghiera per l’Unità dei cristiani, horicevuto in dono, ancora una volta,una croce copta, la seconda per manodi un monaco copto ortodosso. Cia-scuno di noi ha una propria missioneda compiere: alcuni per le Chieseorientali cattoliche, altri per la comu-nione con le Chiese ortodosse, macertamente in molti per il servizio aessere Chiesa di Cristo. Molti di questiamici hanno nomi che non sempre siriferiscono ai Santi; in alcuni paesi delMedio oriente uno è il nome anagra-fico e uno è il nome di Battesimo perragioni “di Stato”.Provengono da Chiese diverse e ar-rivano da territori piegati dalla guerrae da transizioni geopolitiche chehanno trasformato ogni comune spe-ranza. tuttavia non si è persa la tena-cia di resistere e di guardare avanti edi continuare a percorrere il cam-mino, come fosse un pellegrinaggiocostante. da damasco a Gerusa-lemme la più grande comunione ècompiuta nei momenti liturgici con-divisi tra le Chiese cattoliche e orto-dosse: proprio nei peggiori momentidi conflitto Capi di Chiesa, Vescovi esacerdoti di qualsiasi rito orientale siacattolico che ortodosso si sono unitiper il popolo tutto. ognuno con unamissione ben precisa e tutti conl’obiettivo di servire la propria Chiesa,chi come sacerdote o religioso chicome laico, impegnati comunque inun progetto più ampio di costruzionee conservazione di un’identità cri-

stiana che sempre più viene minac-ciata dalle ingerenze create dai con-flitti e dalle divisioni delle nazioni edei confini che cambiano continua-mente.Penso alla Giordania: tra unasponda e l’altra del Mar Morto l’acquadivide quelle luci di Gerico e Gerusa-lemme, che nella notte, sono così vi-cine ma allo stesso tempo ancora cosìlontane. Penso al sito del Battesimo diGesù sulle sponde del Giordano, dovesorgono Chiese cattoliche e orto-dosse alcune ultimate nell’edifica-zione e altre ancora in costruzione:una corale presenza sempre attorno a

ciò che ci unisce, la Croce. Ma la Crocecopta in questi giorni mi riporta aquelle sponde insanguinate dal sacri-ficio di quei fratelli martirizzati perchècristiani e se fossero ortodossi o cat-tolici non fa alcuna differenza, eranosotto l’unica Croce, erano cristiani, inlibia come in egitto al Cairo nella do-menica delle Palme del 2017, erano ifratelli ortodossi.Solo nella condivisione di sé e dellapropria identità si genera una recipro-cità nell’offerta delle proprie esperienzee della propria missione, come servizioculturale all’umanità: Copti ortodossi ecattolici, Melkiti e Greco-ortodossi, Siriortodossi e cattolici, Greco-bizantini,Slavi di rito bizantino, sia ortodossi checattolici... dal Cairo ad antiochia, daMosca a Costantinopoli, fino alle variediaspore di queste Chiese nel mondo,l’identità cristiana è la Comunione traloro, nella diversità come ricchezza enel rispetto della dignità del patrimonioculturale, come dono universale delloro essere Chiesa.

* L’autrice di questo servizio è respon-sabile pubbliche relazioni del Pontifi-cio Istituto Orientale di Roma

di NICOLETTA BORGIA*LA RIFLESSIONEwww.diocesimazara.it

n. 01/26gennaio2018, pag. 13

Il dialogo ecumenicoInsiemeper un’identità cristiananella diversità come ricchezzaLE MINACCEdalle ingerenze createdai conflitti e dalle divisioni

LA CELEBRAZIONEal Santuario della Cavapreghiera ecumenica doMeNICa 21 GeNNaIo, presso il Santuariodella Madonna della Cava - dove que-st’anno si celebrano i 500 anni del ritrova-mento del piccolo simulacro - si è tenuta lacelebrazione ecumenica promossa dal-l’omonimo Ufficio diocesano. Insieme al Ve-scovo anche padre Petru taraboi presbiterodella Chiesa ortodossa rumena. alla cele-brazione della Parola hanno partecipatoanche venti ortodossi rumeni.

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n. 01/26gennaio2018, pag. 14

Cinque antichi tomidel 1400, tra incuna-boli e cinquecentine,

sino a ora custoditi nellacassaforte del Seminario ve-scovile di Mazara del Vallo,saranno fruibili sul web. Il

progetto completo è stato illustrato il 20gennaio presso la sala “Carlo Borromeo”del Seminario, alla presenza, tra gli altri, dialberto de Rosa, direttore della bibliotecacentrale del Cnr “Guglielmo Marconi” e dimonsignor Jean-louis Bruguès op, archi-vista e bibliotecario di Santa RomanaChiesa. l’accordo di collaborazione tec-

nico-scientifica tra Seminario e Cnr è statofirmato nell’aprile dello scorso anno, «peroffrire a studiosi e a tutta la collettività lapossibilità di consultare risorse poco ac-cessibili e poco conosciute», ha dichiaratoil rettore del Seminario, don Pino Biondo.«Altro obiettivo, parimente importante,è quello di limitare la consultazione di-retta dei documenti originali per evitare illogoramento causato dallo sfogliamentoe consentirne una migliore conserva-

zione», ha detto il direttore de Rosa. labiblioteca del Seminario vescovile è unafonte di studi per moltissimi ricercatori estorici. al suo interno si trovano volumi

antichi ben conservati che si possonoconsultare gratuitamente usufruendodelle ampie sale di lettura. l’attività di di-gitalizzazione è avvenuta tra maggio esettembre presso la Biblioteca centrale delConsiglio Nazionale delle Ricerche diRoma, dove i volumi antichi sono stati tra-sportati in sicurezza. «l’attività – spiega ildirettore de Rosa – ha comportato l’effet-tuazione di circa 2300 scatti a 600 PPI informato tif non compresso, da mettere a

disposizione dell’utenza».Le attività operative con quattro tecnici,sono consistite, in primo luogo, nell’effet-tuazione degli scatti e nel relativo con-trollo di qualità. «Gli scatti sono staticondotti con l’intenzione di rendere pie-namente la fisicità (forma e colore) del vo-lume, inquadrando l’intero piano pagina,lo spessore e una parte del piano di scan-sione. Per ogni volume sono state, inoltre,acquisite le copertine, i dorsi, i fogli diguardia, i tagli inferiori, superiori e laterali.Per le fili-grane, lad-d o v erintracciate, siè provvedutoinfine a effet-tuare scatti arisoluzionem a g g i o r eche le ritraggono nel particolare», ha ri-badito il direttore de Rosa. I testi digita-lizzati saranno disponibili in rete a partiredalle prossime settimane, con collega-mento diretto al sito diocesano www.dio-cesimazara.it.

Gli antichi libri in filedigitalizzazioneper 5 tomi

ACCORDOSEMINARIO-CNRl’intervento della biblioteca centrale“Guglielmo Marconi”

di MAX FIRRERI

2.300 scattiper le pagine ora

disponibilisulla rete

www.diocesimazara.itCULTURA

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È una presenza più che cinquantennalequella delle Suore francescane diSanta Chiara a Strasatti di Marsala. Nel

150° anniversario della nascita della VenerabileMadre teresa Cortimiglia, fondatrice dell’Isti-tuto, tutta la comunità di Strasatti è in festa perla comunità nella quale sono cresciute interegenerazioni. la storia dell’Istituto delle Suore aStrasatti inizia il 2 ottobre 1960 quando l’alloraparroco monsignor francesco Perroneespresse il suo desiderio alla Superiora gene-rale, suor Maria teresa Cortimiglia, e alle sueconsigliere, di accogliere la richiesta di avere al-meno due suore dell’Istituto per portare avantil’asilo infantile “don Giovanni abate”. l’opera era

stata volutadalla signorinaVita abate, inmemoria delfratello sacer-dote, che erastato parrocodel quartiere, e

sostenuta economicamente dalla stessa si-gnorina e dalle offerte degli abitanti.Con l’avanzaredegli anni per la signorina eradiventato difficile offrire questo servizio alla co-munità, ed era disposta a donare l’opera d’in-fanzia da lei creata e avviata, insieme ai suoibeni, a un istituto religioso femminile che si oc-cupasse dell’educazione e dell’assistenza deibambini del quartiere e delle contrade limitrofein cambio di assistenza delle suore fino allamorte. Il Consiglio generale, vedendo nellaproposta la possibilità di estendere le operedell’Istituto a favore dell’infanzia, accettò benvolentieri. Per un periodo l’asilo è stato affidatoad altre religiose, che avevano lasciato l’operaformativa, mettendo in seria difficoltà il parroco.la richiesta ufficiale arrivò alla Superiora gene-rale l’11 ottobre 1960: la signorina abate venneaccolta in comunità per avere assistenza e conl’obiettivo di realizzare un insieme di opereeducative e assistenziali, comprendenti un or-

fanotrofio femminile e l’asilo infantile.La risposta della Madre generale arrivò il 16ottobre, confermando l’arrivo delle suore perl’apertura dell’asilo. Il 7 novembre dello stessoanno giunsero a Strasatti le prime due suoreche portarono avanti la formazione dei fanciulli.la signorina Vita abate si unì alle suore, che,oltre all’asilo, offrirono assistenza ai bambini or-fani e disagiati e così iniziarono anche un’in-tensa attività pastorale in parrocchia, attività che

mai si è interrotta fino a oggi sempre con dili-genza, accurata attenzione e immutato impe-gno. l’intensa attività pastorale svolta dallesuore richiese fin da subito un ampliamentodei locali che, non ancora ultimati, servirono adaccogliere i numerosi terremotati sfollati pro-venienti da Gibellina, paese della Valle del Be-lice completamente raso al suolo dal sisma del1968. le suore accolsero i terremotati congrande carità e solidarietà, prestando loro leprime cure e attenzioni a ogni loro necessità.Ancora oggi l’IstitutoSanta Chiara offre allacomunità di Strasatti e alle contrade limitrofeuna preziosa presenza che continua a garantirela formazione dei bambini con la scuola del-l’infanzia, offrendo una formazione umana ereligiosa di livello qualificato, nonché un soste-gno morale e spirituale a quanti bussano allaloro porta e alla loro fattiva e operosa attivitàpresso la stessa parrocchia. l’istituto rimane perla contrada un luogo di riferimento.

di DON DANIELE DONATOVITA DI CHIESA

n. 01/26gennaio2018, pag. 15

le suore francescane a Strasattie le generazioni cresciute con loro

L’ANNIVERSARIOI 150 anni di MadreCortimiglia: le iniziativeda GIoVedì 25 a doMeNICa 28 GeNNaIo, a Stra-satti di Marsala festa per il 150° anniversa-rio della nascita della Venerabile Madreteresa Cortimiglia. Giovedì 25: ore 9,30(Istituto Santa Chiara) santa messa; dalle10, esposizione del Santissimo Sacramento;ore 11, adorazione; ore 15, coroncina della

divina Misericordia; ore 18,30, celebrazionedei Vespri animata dalla fraternità Gi.fra. ebenedizione eucaristica. Venerdì 26 (par-rocchia Maria Ss. addolorata): ore 16, in-contro con i ragazzi in cammino per laCresima sul tema “Vocazione e spiritualitàdella Venerabile Madre teresa Cortimiglia”;ore 18,30, santa messa; ore 21, fiaccolata.Sabato 27 (parrocchia Maria Ss. addolo-rata): ore 17,30, Rosario meditato; ore18,30, santa messa. domenica 28 (parroc-chia Maria Ss. addolorata): ore 11,30, santamessa presieduta dal Vescovo, monsignordomenico Mogavero.

IL 7 NOVEMBRE 1960l’arrivo delle primedue suore e l’aperturadell’asilo nella Contrada

www.diocesimazara.it

l’opera fuvoluta dallasignorinaVita abate

WWW.DIOCESIMAZARA.ITla photogallerysull’Istituto di Strasatti

SUl SIto www.dIoCeSIMaZaRa.It laphotogallery con le immaginipiù significative che raccontanola storia dell’Istituto di Strasatti aMarsala.

Page 16: Lo speciale di 4 pagine le e le D ANNIDALSISMA IOCESI DI V · consacrata, ha avuto il volto di donne belle, felici della loro scelta, coraggiose e con vissuti missionari di respiro

n. 01/26gennaio2018, pag. 16

Come accogliere i giovani, ascoltare leloro storie e i loro progetti e aiutarliconcretamente nella stesura del curri-

culum vitae? o come prepararsi a sostenereun colloquio di lavoro? o come dare atten-zione a una loro idea imprenditoriale? Nel-l’ambito del Progetto Policoro, il “Prestito dellasperanza” è lo strumento messo a disposi-zione in collaborazione con la Caritas, al qualepuò accedere chiunque abbia un’idea im-prenditoriale. I giovani,soprattutto, che deside-rano creare una propriaattività ma non hannoalcun sostegno moraleed economico. Si puòaccedere a questo stru-mento attraverso un’at-tenta analisi dellapersona e dell’idea.«l’obiettivo è quello diaiutare economica-mente solo laddove c’èla reale possibilità di riu-scita – spiegano glioperatori dello spor-tello a Mazara del Vallo– perché il Prestito deverimanere strumento diaiuto e non deve mai

creare disagio. laddove, invece, sussistono lecondizioni, è invece strumento concreto diaiuto per la nascita di nuove realtà lavorative,i cosiddetti gesti concreti, che rappresentanoil segno visibile dell’impegno di solidarietà edi azioni territoriali».Questi frutti sottolineano come la Chiesatrasforma la solidarietà in atti e gesti che pro-muovono il senso vero dell’essere umano at-traverso la sua realizzazione nel lavoro». Il

Progetto Policoro è, dunque, ascolto maanche coinvolgimento attivo delle proprieforze migliori per trovare insieme le soluzioniai problemi della vita quotidiana. Nella nostradiocesi il Progetto Policoro è attivo dal 1999.Il lavoro condotto, spesso silenzioso ma pro-ficuo, si muove lungo tre direttrici principali:l’orientamento, la formazione e la consulenza.Il Progetto prende vita attraverso gli in-contri nelle scuole, con particolare atten-

zione alle V classi degliIstituti superiori, attraversoi quali si cerca di sensibiliz-zare i ragazzi a un lavorodignitoso e proponendoloro un seminario di orien-tamento al lavoro per for-nire strumenti ecompetenze per una mi-gliore scelta del loro futuro.Sono attivi anche tre spor-telli a Mazara del Vallo(piazza della Repubblica,10, giovedì, ore 9-13), Ca-stelvetrano (Sistema dellePiazze, presso lo SportelloUrp, giovedì, ore 15-18),Marsala (via XI Maggio,presso Biblioteca comu-nale, venerdì, ore 9-13).

Prestito della speranzaUn aiutoconcreto ai giovani

PROGETTOPOLICOROincontri nelle scuolee sportelli d’ascoltoin tre città della Diocesi

di ANNABELLA ORTOL’INIZIATIVA

Gibellinadon Salvatore Cipriscrive a Papa francescoIl PaRRoCo dI GIBellINa, don Salvatore Cipri ha inviatouna lettera a Papa francesco per chiedere di far parte-cipare una delegazione di cittadini di Gibellina allasanta messa che il Santo Padre celebra a Santa Marta.Il testo della lettera è stato letto durante la santamessa celebrata nella cappella del cimitero monumen-tale di Gibellina per ricordare le 120 vittime di Gibel-lina nel terremoto del 1968. «Santo Padre sarebbe divero conforto una sua benedizione – ha scritto donSalvatore Cipri – una sua paterna parola. Questi e altrisentimenti consegno al suo cuore di Padre». don Sal-vatore Cipri ha presieduto la celebrazione eucaristicanella cappella, alla presenza dei rappresentanti dellaCongregazione locale del Santissimo Crocifisso e dinumerosi cittadini.

Mazara del ValloStudenti licealiin fondazione S.Vitol’attIVItà del CeNtRo “Voci dal Mediter-raneo” della fonda-zione “San Vito onlus”è l’esperienza di alter-nanza scuola-lavoroche 33 ragazzi studentidei licei “G.P. Ballatore”e “G.G. adria” di Ma-zara del Vallo farannosino a maggio. Il proto-collo è stato firmato trala fondazione, il liceo el’Unitalsi sul tema “In-sieme per aiutare”. Presso la fonda-zione gli studenti non faranno soloun’esperienza pratica di assistenza airagazzi immigrati e mazaresi che se-guono il doposcuola del Centro, masarà per loro anche un’occasione di

formazione sulle tematiche del terzosettore e del volontariato. durante ilprimo incontro ha illustrato ai ragazzile ultime novità della riforma del terzosettore il presidente della fondazione,Vito Puccio (nella foto), che è anchecomponente della Consulta nazionale

dei Co.Ge. (Comitati digestione dei fondi spe-ciali per il volontariatoin ogni regione). «Conmano gli studenti po-tranno toccare le dina-miche di convivenza traragazzi e bambini ma-zaresi con gli immigratidi seconda e terza ge-nerazione – spieganogli operatori del Centro

– per loro sarà un’opportunità di arric-chimento del corso di studi intra-preso». a turno i 33 ragazzi che hannoaderito al progetto svolgeranno atti-vità di sostegno al Centro una volta asettimana.

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