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1 Lo sviluppo delle indagini in materia di traffico di stupefacenti:la cooperazione internazionale,gli strumenti disponibili,gli organi della cooperazione dottor Giovanni Conzo DIREZIONE DISTRETTUALE ANTIMAFIA NAPOLI

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Lo sviluppo delle indagini in materia di traffico di stupefacenti:la cooperazione internazionale,gli strumenti disponibili,gli organi della cooperazione

dottor Giovanni Conzo DIREZIONE DISTRETTUALE ANTIMAFIA NAPOLI

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Dichiarazione politica sui principi guida di riduzione della domanda di droga e misure per intensificare la cooperazione internazionale per contrastare il problema della droga nel mondo - Ventesima sessione speciale dell’Assemblea generale dell’ONU 8-10 giugno 1998)Le droghe distruggono le vite e le comunità, minano lo sviluppo umano sostenibile e generano crimine. Le droghe colpiscono tutti i settori della società in tutti i Paesi; in particolare, l’abuso di droga colpisce la libertà e lo sviluppo dei giovani, la più preziosa risorsa del mondo. Le droghe sono una grave minaccia alla salute e al benessere di tutta l’umanità, all’indipendenza degli Stati,alla democrazia, alla stabilità delle nazioni, alla struttura di tutte le società, e alla dignitàe alla speranza di milioni di persone e delle loro famiglie”.

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LE INTUIZIONI DI GIOVANNI FALCONE

…Le esigenze di cooperazione internazionale, già ritenute essenziali oltre un secolo fa, hanno acquistato ormai carattere di cogente attualità nella repressione del fenomeno della criminalità organizzata…

…l'esame di una materia come quella del traffico di stupefacenti, saldamente in mano alle organizzazioni criminali, potesse consentire di cogliere con maggiore evidenza le articolazioni ed i collegamenti di tali organizzazioni ed i conseguenti problemi di natura internazionale ….

….Soltanto un tempestivo e completo scambio di notizie e di informazioni ed un collegamento internazionale diretto ed operativo, potrà consentire un'efficace azione repressiva…

….Nella materia, occorre mettere da parte, una volta per tutte, i particolarismi locali

….non ha nessuna importanza che la droga venga sequestrata in un Paese anzichéin un altro e ad opera di un determinato organismo di polizia, anziché di un altro…

…l'unica cosa importante è che l'operazione di polizia venga compiuta nel modo piùefficace e questo è l'unico risultato cui dovrebbero mirare gli sforzi congiunti delle polizie dei vari Paesi, accomunate da questa unica e superiore finalità di efficienza…

….Purtroppo, le cose non stanno così….…In Italia siamo abituati ad assistere alle piccole rivalità e gelosie di mestiere fra i vari

corpi di polizia preposti alla repressione del fenomeno della criminalità; e la situazione in molti altri Paesi, anche in quelli ritenuti più efficienti, è addirittura peggiore…

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LA NOZIONE DI CRIMINALITA’ TRANS-NAZIONALEL’APPROCCIO INVESTIGATIVO E CULTURALE

Nel corso delle attività investigative talvolta ci siamo imbattuti in:1. reati necessariamente transnazionali: il traffico di clandestini,

il contrabbando, l’illecita importazione di droga, l’illecita importazione di armi, etc.;

2. reati non necessariamente transnazionali, che però lo possono divenire per particolari circostanze, quali ad es. il fatto che i proventi dell’attività criminosa vengono portati all’estero.

- tutti abbiamo avuto a che fare con cospicui sequestri di droga, giunta dall’estero,

- spesso abbiamo provato la frustrazione di non riuscire a risalire la catena criminale al di là del corriere,

- eventuali chiamate di correo nei confronti di persone residenti all’estero sono rimaste lettera morta

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STRATEGIE OPERATIVE -non possiamo accontentarci di una richiesta di giudizio immediato per chi è arrestato in flagranza per detenzione a fini di spaccio di una elevato quantitativo di stupefacente perché determinati Paesi sono alquanto restii a collaborare!!!

- non possiamo limitarci a colpire un singolo anello !!

-non possiamo non fare almeno una richiesta di tabulati sui telefoni cellulari sequestrati all’arrestato!

- dobbiamo colpire l’intera catena:la maggior parte dei reati di maggiore gravità sono opera di organizzazioni criminali, e non di individui isolati!

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STRATEGIE OPERATIVE Solo andando a raccogliere prove all’estero,Solo fornendo agli altri Stati le nostre prove e gli esiti

delle nostre indagini:1)si capiranno fenomeni dei quali, altrimenti, quasi neppure

si sospetterebbe l’esistenza, 2)si raccoglieranno prove sull’intera catena criminale e non

solo sul singolo anello che ha agito in Italia;3)gli Stati interessati, che vengono messi al corrente delle

nostre indagini, agiranno direttamente nei confronti dei reati commessi nel loro territorio.

4) l’azione repressiva avrà una maggiore efficacia!5)si riuscirà ,arrestando i soggetti apicali della

organizzazione ,a impedire alla fonte l’invio di ingenti quantitativi di stupefacenti e l’immissione nella nostra nazione!

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LA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

Definizione :

- procedimento,reso possibile da un accordo tra Stati,

-per formare un atto all’estero,

-per compiere all’estero una certa attività

-per acquisire all’estero una prova,

-rispettando al contempo le regole procedurali di due Stati diversi;

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PRINCIPIO FONDAMENTALE DELLA COOPERAZIONE locus regit actum (il giudice straniero applica la lex loci con il rispetto dei principi fondamentali dell’ordinamento italiano).

CONSEGUENZE

All’estero non è possibile pretendere il rigido rispetto di tutte le norme del codice di procedura italiano!!!

Si chiede,si insiste,

ma non si pretende!!!• E OPPORTUNO essere sempre presenti all’esecuzione

dell’atto ;• E NECESSARIA la presenza al momento dell’effettuazione di

atti significativi,come interrogatori o in sede di accordi prodromici ad un’operazione(ad esempio esecuzione di ordinanze cautelari in diverse nazioni )

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ORIENTAMENTI DELLA LA CORTE DI CASSAZIONERELATIVI AD ATTI COMPIUTI ALL’ESTERO

• “non è ravvisabile alcuna violazione di legge quando le dichiarazioni rese all’estero da detenuto non siano state registrate ex art. 141 bis c.p.p, atteso che tale modalitàdi documentazione non attiene alla sfera dei principi di ordine pubblico”

(Cass. 5/2/2001, dep. 14/3/2001, n. 10462,),• tenendo anche presente che la mancata registrazione

non preclude l’utilizzo delle dichiarazioni nei confronti di terzi

(Cass. 24/5/2001, dep. 30/6/2001, n. 2143,).

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GLI STRUMENTI DELLA COOPERAZIONE La convenzione o accordo, bilaterale o multilaterale, costituisce un obbligo internazionale che vincola gli Stati (e che non è attuabile coercitivamente), non invece direttamente i singoli cittadini né gli organi interni dello Stato.

CONSEGUENZA • quando si esegue un’atto all’estero sarà il giudice (o

il PM, o il poliziotto) straniero a eseguire l’atto, che èun suo atto, anche se da noi richiesto ;

• se entriamo in un carcere all’estero per interrogare, non possiamo ,se il collega straniero non lo concede ,fare domande dirette all’interrogato ma solo tramite il giudice ;

• dobbiamo documentarci delle convenzioni a cui ha aderito il paese al quale chiediamo la cooperazione .

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GLI STRUMENTI DELLA COOPERAZIONE GLI ATTI RICEVIBILI A SEGUITO DI ROGATORIA

a) in forza della Convenzione europea si può chiedere praticamente tutto: atti e copie di atti, interrogatori, intercettazioni (già fatte o da fare), sequestri, consegna di campioni di droga, etc.;

b) ogni singolo Stato ha un suo particolare ordinamento: il fatto che la Convenzione consenta di chiedere praticamente tutto non vuol dire che si otterrà tutto quello che si chiede: se in uno Stato è vietato l’esecuzione delle intercettazioni telefoniche, esempio Inghilterra –ove sono consentite solo intercettazioni telefoniche preventive -la richiesta non avrà alcun seguito;

c) è indispensabile il contatto diretto con il magistrato straniero, che èquasi sempre ammesso.

d) serve una notevole elasticità mentale: è opportuno procedere a spiegazioni, “trattative”, con i colleghi stranieri stabilendo un contatto personale.

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L’UTILIZZABILITÀ NEL DIBATTIMENTO DEGLI ELEMENTI CHE VENGONO FORNITI

-è molto difficile in concreto, e spesso non vi è alcuna possibilità di ottenere qualcosa di diverso da quello che ci viene fornito da magistrati o poliziotti di altre nazioni a seguito di formale rogatoria ;

-se ci viene fornito un accertamento tecnico irripetibile svolto all’estero da Autorità straniera che, però, non ha rispettato alcuna garanzia difensiva, l’alternativa secca ètra riceverlo o non riceverlo;

-se lo riceviamo, forse non ci servirà nel processo, ma di certo servirà ad orientare le nostre indagini: non vi alcun divieto di servirsi nella fase delle indagini di dati non utilizzabili in dibattimento e talvolta gli elementi forniti possono essere utilime anche al fine di procedere a sequestro di ingenti quantitativi di stupefacente

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GLI STRUMENTI DELLA COOPERAZIONELE FORME ED I MODI DI COLLABORAZIONE CON LE

AUTORITA STRANIEREdebbono tra di loro necessariamente concorrere due tipi di collaborazione

internazionale 1) La collaborazione internazionale formale avviene con:

- formale richiesta rogatoriale scritta, - E necessario formulare con precisione negli atti rogatoriale il petitum

ed indicare : -le norme in virtù delle quali si richiede l’assistenza

. -individuare il giudice competente da adire e trasmettere e per far pervenire la rogatoria per il tramite del membro nazionale di Eurojust o della DCSIA(esperti antidroga all’estero e sede centrale –sezioni COCAINA-EROINA) -l’oggetto e le svolgimento delle nostre indagini ,-numeri di telefono intercettati di associati operativi all’estero emersi nel

corso delle indagini.-richiedere alle autorità adite di sottoporre ad intercettazione di utenze di

soggetti che si trovano all’estero tabulati nonché lidentificazione precisa dei soggetti chiamanti; facendo anche richiesta di riunioni in loco- precisare le richieste finali-curare la tempestiva traduzione dell’atto,-sollecitare per il tramite di Eurojust e DCSIA l’esame della rogatoria e la

risposta dalla autorità straniere

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2. collaborazione internazionale informale (e/o pre-rogatoriale),

-assimilabile e/o sovrapponibile alla collaborazione tra le forze di polizia;

- interlocutore appartenete spesso alla polizia e non alla magistratura, (il PM italiano, opera in fasi del procedimento che per altri Stati sono rimessi esclusivamente alla polizia esempio Inghilterra );

-collaborazione veloce, dinamica e,consente di rispettare le esigenze delle indagini!

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CARATTERISTICHE DELLA COLLABORAZIONE INTERNAZIONALE

una modalità statica: ricostruzione a posteriori dell’attività criminale (esame delle tracce del reato giàavvenuto -es. lettura dei dei tabulati telefonici, audizione di testimoni, interrogatori-);una modalità dinamica, esame dell’attività criminale in fieri (intercettazioni, pedinamenti, consegne controllate, etc.), seguendo passo passo l’iter criminoso:

POSSONO E DEBBONO COESISTERE !!!!L’indagine deve diventare processo senza perdere per

strada parte del materiale probatorio,Deve seguire i reati nel loro svolgersi: indagini in diretta, con intercettazioni accompagnate da sequestri ed arresti, contestualmente in diverse nazioni e con l’ausilio di diverse polizie su vari Stati

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I PRINCIPI FONDAMENTALI DELLA COOPERAZIONE

• -art.. 10 Cost. (obbligo per il nostro Stato di conformarsi alle norme di diritto internazionale generalmente riconosciute)

• -art. 26 Cost. (divieto di estradizione per reati politici,nonché previsione dell’estradizione del cittadino soltanto quando sia prevista dalle Convenzioni Internazionali),

• -artt. 13, 24 comma 2 e 11 Cost., • “consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle

limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni;

• promuove e favorisce la organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”.

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LE NORME DELLE CONVEZIONI INTERNAZIONALI RATIFICATE DALL’ITALIA”

• convenzione europea di salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali

• Adottata a Roma il 4 novembre 1950, resa esecutiva in Italia con L. 4 agosto 1955 n. 848 ed entrata in vigore il 26 ottobre 1955.

IL TRATTATO DI MAASTRICHTOBIETTIVI • riduzione della domanda,• riduzione dell'offerta,• lotta al traffico ed azione internazionaleSTRUMENTI• A) cooperazione doganale e di polizia attuate direttamente tra i

servizi degli Stati membri o con la mediazione di Europol;• B) cooperazione giudiziaria;• C) ravvicinamento delle norme di diritto penale degli Stati membri.• Il coordinamento a livello Unione Europea in materia di droga

avviene tramite il Gruppo orizzontale droga (GHD), che si riunisce una volta al mese a Bruxelles presso la sede del Consiglio UE.

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LA CONVENZIONE DI PALERMOLEGGE 16 marzo 2006, n.146

Ratifica ed esecuzione della Convenzione e dei Protocolli delle Nazioni Unite contro il crimine organizzato transnazionale

• L’Italia con Legge 16/3/06 n. 146 ha ratificato la Convenzione delle Nazioni Unite contro la CriminalitàOrganizzata Transnazionale adottata dall'Assemblea generale il 15 novembre 2000 ed il 31 maggio 2001ed i suoi tre protocolli aggiuntivi, riconoscendo l’utilità di questi strumenti normativi, in specie ai fini della indispensabile cooperazione giudiziaria fra gli Stati.

• La Convenzione delle Nazioni Unite contro la CriminalitàOrganizzata Transnazionale, ed in specie gli articoli 16 e 18, costituiscono un adeguato strumento per realizzare in tempi rapidi la indispensabile cooperazione giudiziaria internazionale.

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LA DEFINIZIONE NORMATIVA DEL DELITTO TRANSNAZIONALE ESPRESSA DALL’ART. 3 DELLA CONVENZIONE DELLE NAZIONI UNITE SUL CRIMINE ORGANIZZATO DEL DICEMBRE DEL 2000.

Ai sensi dell’art. 3 comma 2 del testo convenzionale, un reato è di natura transnazionale se :

• (a) è commesso in più di uno Stato;• (b) è commesso in uno Stato, ma una parte sostanziale

della sua preparazione,• pianificazione, direzione o controllo avviene in un altro

Stato;• (c) è commesso in uno Stato, ma in esso è implicato un

gruppo criminale organizzato• impegnato in attività criminali in più di uno Stato; o• (d) è commesso in uno Stato ma ha effetti sostanziali in

un altro Stato.

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LA CIRCOSTANZA AGGRAVANTE DI CUI ALL’ART.4 L.146/2006

• Per i reati puniti con la pena della reclusione non inferiore nel massimo a quattro anni nella commissione dei quali abbia dato il suo contributo un gruppo criminale organizzato impegnato in attivita' criminali in piu' di uno Stato la pena e' aumentata da un terzo alla meta'.

• Si applica altresi' il comma 2 dell'articolo 7 del decreto-legge13 maggio 1991, n. 152, convertito, con modificazioni, dalla legge 12 luglio 1991, n. 203, e successive modificazioniSi tratta di circostanza aggravante:

• ad effetto speciale• non bilanciabile così come,ad esempio, l’art. 7 l

203/1991D.L. 23.2.2009 nr.11 custodia cautelare in carcere obbligatori per i reati

di cui all’art. 74 dpr 309/90 :norma avente carattere processuale e pertanto effetto carattere retroattivo

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ALTRE FONTI NORMATIVE RELATIVE ALLA COOPERAZIONE• convenzione europea di estradizione • convenzione europea di assistenza giudiziaria. firmata a Strasburgo

il 20.4.1959• fonti primarie della c.d. “cooperazione orizzontale” (rapporti diretti fra

le singole autorità giudiziarie all’interno dei Paesi dell’Unione Europea):

• art. 53 della Convenzione di Schengen,ratificata dal nostro Paese con L. 30/9/93 n. 388,

• art.10 della Convenzione di Strasburgo contro il riciclaggio di capitali di provenienza illecita, anch’essa ratificata con L. 9/8/93 n. 328.le convenzioni consentono:

LA TRASMISSIONE DIRETTA DELLE RICHIESTE DI ASSISTENZA GIUDIZIARIA

LA TRASMISSIONE D’INIZIATIVA DI NOTIZIE E INFORMAZIONI UTILI ALLA COOPERAZIONE GIUDIZIARIA.

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LA CONVENZIONE DEL CONSIGLIO D’EUROPA- BRUXELLES 29 MAGGIO 2000-CONFORMEMENTE ALL’ART. 34 DEL TRATTATO SULL’UNIONE EUROPEA, RELATIVA ALL’ASSISTENZA GIUDIZIARIA IN MATERIA PENALE TRA GLI STATI MEMBRI

- art. 4, “formalità e procedure”:• “lo Stato richiesto osserva le formalità e le

procedure espressamente indicate dallo Stato richiedente ….

• salvo che siano in conflitto con i principi fondamentali del diritto dello Stato richiesto”.

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LA CONVENZIONE DEL CONSIGLIO D’EUROPA- BRUXELLES 29 MAGGIO 2000-

• - art. 6, “trasmissione di richieste di assistenza giudiziaria”: • “le richieste di assistenza giudiziaria e gli scambi spontanei di

cui all’art. 7 sono effettuati per iscritto, o con qualsiasi mezzo …

• dette richieste sono inoltrate direttamente tra le autoritàgiudiziarie …

• e sono riinviate tramite gli stessi canali”.

La trasmissione diretta, peraltro, già era prevista (in casi di urgenza) dalla Convenzione europea, ed è stata ampiamente utilizzata;

• è prevista anche al di fuori dell’urgenza dall’art. 53 della Convenzione di applicazione Schengen dd. 19/6/90.

• - art. 7, “scambio spontaneo di informazioni”: • “le autorità competenti possono procedere ad uno scambio di

informazioni …………..• senza che sia presentata una richiesta a tal fine”;

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LA CONVENZIONE DEL CONSIGLIO D’EUROPA • artt. 10, 11, “audizione mediante videoconferenza”• art. 12, “consegne sorvegliate”:“ciascuno Stato membro si impegna a garantire che,

su richiesta di altro Stato membro, possano essere effettuate consegne sorvegliate nel suo territorio”

• art. 13, “squadre investigative comuni”:

• art. 14, “operazioni di infiltrazione”• artt. 18-19-20, “intercettazione delle comunicazioni

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L’ASSISTENZA DIRETTA TRA STATI legge 30/9/93 n. 388, ratifica di accordi Schengen del 1985 e del 1990:

- art. 39: “i rispettivi servizi di polizia si assistano …• sempre che la legislazione internazionale non riservi la

domanda alle autorità giudiziarie …• le informazioni fornite possono essere usate per fornire

la prova dei fatti (soltanto previo accordo delle autoritàgiudiziarie) …

• se la domanda non può essere fatta in tempo utile alle autorità centrali, essa può essere rivolta direttamente alle autorità competenti e queste possono rispondere direttamente.”

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LA LEGGE 30/9/93 N. 388, RATIFICA DI ACCORDI SCHENGEN DEL 1985 E DEL 1990:

NE BIS IN IDEM artt. 54, 55 e 56 NECESSITA DI CONCILIARE IL PRINCIPO CON

L’OBBLIGATORIETA DELL’AZIONE PENALE IN ITALIA il soggetto che ha diretto dall’estero un importazione di stupefacente (sequestrato all’estero e non arrivato in Italia)verrà:

• PROCESSATO ALL’ESTERO NELLO STATO OVE E STATO ARRESTATO

• PROCESSATO IN ITALIA (ex artt. 56 c.p. , 73 dpr 309/90)

IMPORTANTE CORRETTIVO (art. 56):la pena scontata in uno Stato verrà sempre conteggiata anche negli altri

ACCORDI BILATERALI : ES :ALBANIA : La pena per reati compiuti anche in Italia da cittadini albanesi ivi arrestati viene scontata in Albania)

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GLI STRUMENTI INVESTIGATIVI PROVVEDIMENTI SUSCETTIBILI DI RITARDO NELL’EMISSIONE O

NELL’ESECUZIONE.IL RITARDATO ARRESTO O SEQUESTRO O CATTURA

ART- 98 del D.P.R. 9.10.1990 n. 309 (T.U.L.Stup.)

• “1. L'autorità giudiziaria può, con decreto motivato:• , ritardare l'emissione o disporre che sia ritardata l'esecuzione di provvedimenti di cattura,• arresto o sequestro • quando sia necessario per acquisire rilevanti elementi probatori ovvero per

l'individuazione o la cattura dei responsabili dei delitti di cui agli articoli 73 e 74.• 2. Per gli stessi motivi gli ufficiali di polizia giudiziaria addetti alle unità• specializzate antidroga, nonché le autorità doganali, possono omettere o ritardare gli atti di

rispettiva competenza dandone immediato avviso, anche telefonico, all'autorità giudiziaria, che può disporre diversamente,

• ed al Servizio centrale antidroga per il necessario coordinamento anche in ambito internazionale. L'autorità procedente trasmette motivato rapporto all'autorità giudiziaria entro quarantotto ore.

• 3. L'autorità giudiziaria impartisce alla polizia giudiziaria le disposizioni di massima per il controllo degli sviluppi dell'attività criminosa, comunicando i provvedimenti adottati all'autorità giudiziaria competente per il luogo in cui l'operazione deve concludersi, ovvero per il luogo

• attraverso il quale si prevede sia effettuato il transito in uscita dal territorio dello Stato, ovvero quello in entrata nel territorio dello Stato, delle sostanze stupefacenti o psicotrope e di quelle di cui all'art. 706.

• 4. Nei casi di urgenza le disposizioni di cui ai commi 1, 2 e 3 possono essere richieste od impartite anche oralmente, ma il relativo provvedimento deve essere emesso entro le successive ventiquattro ore.”

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GLI STRUMENTI INVESTIGATIVILA CONSEGNA CONTROLLATA :OBIETTIVI

• “lasciare proseguire un’attività in corso di esecuzione di narcotraffico a livello internazionale (ma anche, eventualmente, a livello intranazionale)

• al fine di sviluppare la relativa investigazione,

• il cui esito sarebbe invece parzialmente pregiudicato dal blocco immediato di detta attività”.

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GLI STRUMENTI INVESTIGATIVI LE OPERAZIONI UNDERCOVER –LA CONSEGNA CONTROLLATA

CAUSA DI NON PUNIBILITA Art.97 del D.P.R. 9.10.1990 n. 309 (T.U.L.Stup.)

non sono punibili :• gli ufficiali di polizia giudiziaria addetti alle unità specializzate

antidroga, • i quali, al solo fine di acquisire elementi di prova in ordine ai

delitti previsti dalla presente legge ed in esecuzione di operazioni anticrimine specificatamente disposte dal Servizio centrale antidroga o d'intesa ……

• procedono all'acquisto di sostanze stupefacenti o psicotrope • Dell'acquisto di sostanze stupefacenti o psicotrope è data

immediata e dettagliata comunicazione al Servizio centrale antidroga ed all'autorità giudiziaria.

• Questa, se richiesta dalla polizia giudiziaria, può, con decreto motivato, differire il sequestro fino alla conclusione delle indagini.”

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GLI STRUMENTI INVESTIGATIVI LA CONSEGNA CONTROLLATA NELLA CONVENZIONE

O.N.U. CONTRO IL TRAFFICO ILLECITO DI SOSTANZE STUPEFACENTI E SOSTANZE PSICOTROPE, ADOTTATA A VIENNA IL 20.12.1988 E RATIFICATA DALL'ITALIA CON LA L. 5.11.1990 N. 32811.

.Art. 1113:

• Se i principi fondamentali dei loro ordinamenti giuridici interni lo consentono, le Parti ….

• Fanno ricorso alle consegne sorvegliate a livello internazionale in base ad accordi o intese da esse eventualmente stipulate in vista di identificare gli individui implicati in reati stabiliti conformemente con il paragrafo 1 dell'articolo 3 e di intentare procedimenti contro di essi.

• Le spedizioni illecite per le quali sia stato convenuto di sorvegliare la consegna possono, con il consenso delle Parti interessate essere intercettate ed autorizzate a proseguire il loro percorso, sia tali quali, sia dopo che gli stupefacenti o le sostanze psicotrope ne siano state sottratte o sostituite in tutto o in parte da altri prodotti.”

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GLI STRUMENTI INVESTIGATIVI

OSSERVAZIONE -INSEGUIMENTO TRANFONTALIEROart. 40 dell’Accordo di SCHENGEN del 14.6.1985 LEGGE 30/9/93 N. 388, RATIFICA DI ACCORDI SCHENGEN DEL 1985 E DEL 1990

• art. 40 “gli agenti di una delle parti …sono autorizzati a continuare l’osservazione di una persona nel territorio di un altro Stato, se quest’ultimo ha autorizzato l’osservazione transfrontaliera (NB: competente a presentare la domanda è il PM)

• art. 41- ““gli agenti di una delle Parti contraenti che nel proprio paese inseguono una persona colta in flagranza di commissione di uno dei reati sono autorizzati a continuare l'inseguimento senza autorizzazione preventiva nel territorio diun'altra Parte contraente quando le autorità competenti dell'altra Parte contraente non hanno potuto essere previamente avvertite dell'ingresso in detto territorio, data laparticolare urgenza,

• art. 42 “nel corso delle operazioni di cui agli articoli 40 e 41, gli agenti che operano nel territorio di un'altra Parte contraente sono assimilati agli agenti di quest'ultima per quanto riguarda le infrazioni che dovessero subire o commettere”.

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INSEGUIMENTO TRANSFRONTALIERO-MODALITA. Nel caso in cui, per motivi particolarmente urgenti, l'autorizzazione preventiva

dell'altra Parte contraente non possa essere richiesta, gli agenti incaricati sono autorizzati a continuare l'osservazione oltre frontiera di una persona che si presume abbia commesso reati elencati nel paragrafo 7, alle seguenti condizioni:

• a) durante l'osservazione, il passaggio della frontiera sarà immediatamente comunicato all'autorità della Parte contraente …..nel territorio della quale l'osservazione continua;

• b) sarà trasmessa senza indugio una richiesta di assistenza giudiziaria….con l'indicazione dei motivi che giustificano il passaggio della frontiera senza autorizzazione preventiva.

• a) gli agenti addetti all'osservazione…. debbono ottemperare alle ingiunzioni delle autorità

• localmente competenti;• d) durante l'osservazione gli agenti ad essa addetti possono portare le armi

d'ordinanza, salvo espressa decisione contraria della Parte richiesta; il loro uso èvietato, salvo in caso di legittima difesa;

• e) l'ingresso nei domicili e nei luoghi non accessibili al pubblico è vietato;• f) gli agenti addetti all'osservazione non possono fermare né arrestare la persona

che ne è oggetto;• h) se le autorità della Parte contraente nel cui territorio ha avuto luogo l'osservazione

lo richiedono, le autorità della Parte contraente cui appartengono gli agenti ad essa addetti forniscono il loro apporto all'inchiesta conseguente all'operazione alla quale hanno partecipato,

• nonché alle procedure giudiziarie.• 7. L'osservazione di cui al paragrafo 2 può essere effettuata soltanto per• uno dei reati seguenti:…..- traffico illecito di stupefacenti e sostanze psicotrope,RISULTATO PRATICO :un ufficiale di PG può recarsi

all’estero(munito di arma di ordinanza) e pedinare una persona

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L’art. 4 della L. 30.9.1993 n. 388 • L'autorizzazione a proseguire

l'osservazione nel territorio dello Stato prevista dall'articolo 40, paragrafi 1 e 2, della Convenzione è concessa dal procuratore generale della corte d'appello nel cui distretto l'osservazione deve essere proseguita ed è trasmessa dalla direzione centrale della polizia criminale del Ministero dell'interno.”

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ASPETTI GIURIDICI ED OPERATIVI DELL'OMESSO O RITARDATO INTERVENTO DEGLI ORGANI INVESTIGANTI.

• E possibile l’adozione da parte del Pubblico Ministero di emissione in via preventiva di provvedimenti di ritardato arresto o sequestro ex art. 98 D.P.R. 309/90?

• Quid iuris in caso di arrivo in Italia di un carico di sostanza stupefacente senza che peraltro siano conosciuti nella loro completezza i termini della spedizione (es. data e mezzo di trasporto).

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IL RITARDATO ARRESTO ORIENTAMENTI GIURISPRUDENZIALI

• Non è consentita l’impugnazione del decreto di differimento dell’arresto o del sequestro emesso dal Pubblico Ministero

• . “L’arresto in flagranza che ….. gli ufficiali di polizia giudiziaria addetti alle unità specializzate antidroga e le autorità doganali possono omettere o ritardare, deve ritenersi consentito anche quando la flagranza medesima sia da ritenersi tecnicamente esaurita e in particolare pure dopo il momento in cui, nei reati a carattere permanente, la permanenza stessa (ad es. con il sequestro della droga detenuta) sia venuta a cessare.”Cass. Sez. VI, 6.5.1991)

• La consumazione del reato di acquisto di sostanze stupefacenti non èesclusa dal fatto che la ricezione della droga si sia svolta sotto il controllo della polizia giudiziaria nell'ambito di un'operazione di "consegna controllata". CASS Sez. 4 ,n. 10302 del 09/01/2009

• In materia di accertamento di reati concernenti gli stupefacenti, in caso di ritardata esecuzione dell'arresto, a norma dell'art. 98 d.P.R. 9 ottobre 1990, n. 309, la sussistenza della flagranza deve essere verificata con riferimento non al momento dell'arresto, bensì a quello in cui avrebbe potuto essere effettuato. CASS Sez. 6, n. 14216 del 12/12/2006

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IL RITARDATO ARRESTO ORIENTAMENTI GIURISPRUDENZIALI

• In tema di criminalità organizzata, con riferimento alle speciali tecniche di investigazione preventiva (che possono anche prescindere dall'esistenza di indagini preliminari relative a uno specifico fatto), e che sono previste dalla L. n. 146 del 2006 (di ratifica della Convenzione ONU contro il crimine organizzato), va affermato che non sono lecite le operazioni sotto copertura che si concretizzino in un incitamento o in una induzione al crimine del soggetto indagato: l'agente infiltrato non può pertanto commettere azioni illecite diverse da quelle dichiarate non punibili (art. 9 legge citata), o a esse strettamente e strumentalmente connesse.(Affermando il principio la Corte ha precisato che la figura, cosìlegislativamente delineata, dell'agente infiltrato non va confusa con quella dell'agente provocatore,che non ha mai trovato definizione esplicita nella legge). CASS Sez. 2, Sentenza n. 38488 del 28/05/2008

. • In tema di indagini per l'accertamento dei reati concernenti le sostanze

stupefacenti, gli investigatori operanti "sotto copertura" possono rendere testimonianza su quanto hanno appreso dall'imputato nel corso dell'investigazione, dal momento che, nell'ambito dell'operazione svolta, sono stati soggetti partecipanti all'azione e non hanno agito come ufficiali di polizia giudiziaria con i poteri autoritativi e certificatori connessi alla qualifica. CASS-Sez. 6, Sentenza n. 41730 del 05/12/2006

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GLI ORGANI DELLA COOPERAZIONE IL COORDINAMENTO INVESTIGATIVO E SQUADRE INVESTIGATIVE COMUNI NELLA CONVENZIONE ONU

• principio secondo cui qualora uno o più Stati parte stiano conducendo un’indagine, un’azione penale o un procedimento giudiziario in relazione alla stessa condotta delittuosa “ le competenti autorità di quegli Stati parte si consultano, laddove opportuno,al fine di coordinare le loro azioni”,

• l’ulteriore possibilità di stringere, se del caso, accordi o intese, bilaterali o multilaterali, finalizzati alla “costituzione di organi investigativi comuni” ai sensi dell’art. 19 della Convenzione

• nell’ipotesi di mancanza di accordi o intese, di “intraprendere indagini comuni sulla base di accordi caso per caso” nel pieno rispetto della sovranità dello Stato parte nel cui territorio tale indagine avrà luogo.

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GLI ORGANI DELLA COOPERAZIONE LE SQUADRE INVESTIGATIVE COMUNI NEGLI STRUMENTI DI COOPERAZIONE DELL’UNIONE EUROPEA.La base normativa:

• La generale disciplina e’ dunque delineata,con tratti sostanzialmente uniformi,

• art. 13 della Convenzione di Bruxelles del 29 maggio 2000 in materia di mutua assistenza giudiziaria

• art. 20 del II° Protocollo addizionale alla Convenzione di Strasburgo del 1959.

• Decisione quadro n. 2002/465/G.A.I.,adottata dal Consiglio dell’U.E. il 13 giugno 2002 – con termine di attuazione scaduto il 1° gennaio 2003

• art. 13 della Convenzione di Bruxelles sulla formazione delle squadre investigative comuni .

• art.XXI dell’Accordo bilaterale italo-svizzero del 10 settembre 1998 in materia di assistenza giudiziaria.

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GLI ORGANI DELLA COOPERAZIONE LE SQUADRE INVESTIGATIVE COMUNI NEGLI STRUMENTI DI COOPERAZIONE DELL’UNIONE EUROPEA.

Le squadre possono essere costituite: • a)quando le indagini condotte nel territorio di uno Stato membro comportano

inchieste difficili e di notevole portata che hanno un collegamento con altri Stati membri;

• b) quando più Stati membri svolgono indagini su reati che, per le circostanze del caso, esigono un’azione coordinata e concertata negli Stati membri interessati.L’operatività della squadra:

• Le Jit sono costituite dalle autorità competenti di due o più Stati membri per svolgere indagini penali in uno o più degli Stati membri che costituiscono la squadra

• Esse operano nel territorio degli Stati membri che le costituiscono e possono essere create nel territorio di un solo Stato o di più Stati, a seconda delle esigenze investigative.

• Possono essere composte da autorità giudiziarie o di polizia dei partecipanti, ma vengono dirette dalla competente autorità dello Stato nel cui territorio il gruppo interviene (il Direttore della Squadra), sempre in osservanza del diritto di quest’ultimo

• La direzione della squadra viene affidata ad un rappresentante dell’autorita’competente dello Stato sul cui territorio vengono svolte le indagini e deve essere orientata, nel suo operare, in conformita’ al diritto nazionale dello Stato membro sul cui territorio interviene

• Il direttore della squadra deve agire secondo le regole del proprio diritto nazionale e puo’ impartire “istruzioni” agli altri componenti il gruppo, i quali le eseguiranno “tenendo conto delle condizioni alle quali la squadra e’ stata costituita”.

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GLI ORGANI DELLA COOPERAZIONE LE SQUADRE INVESTIGATIVE COMUNI NEGLI STRUMENTI DI COOPERAZIONE DELL’UNIONE EUROPEA.

Le informazioni legalmente ottenute da un membro o da un membro distaccato durante la sua partecipazione alla squadra e non altrimenti disponibili per le autorità competenti dello Stato membro interessato, possono essere utilizzate :

• per i fini previsti dalla costituzione della squadra, senza che a tali fini sia necessario procedere all’acquisizione di tali risultanze investigative mediante rogatoria.

• per la individuazione, l’indagine ed il perseguimento di altri reati,Previo accordo con lo Stato membro in cui le informazioni sono rese disponibili,.

• per scongiurare una minaccia immediata e grave alla sicurezza pubblica (qualora cio’ non pregiudichi le indagini gia’ avviate dalle autorità dello Stato membro interessato);

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GLI ORGANI DELLA COOPERAZIONEGRUPPI INVESTIGATIVI COMUNI PER LA COOPERAZIONE TRA CEE-USA art. 5 dell’Accordo U.S.A.-U.E. sulla mutua assistenza giudiziaria in materia penale adottato a Bruxelles il 6 giugno 2003regola generale: diretta comunicazione tra le competenti autorita’ degli Stati membri interessati, “ai fini della costituzione e dell’operativita’ “ dei gruppi investigativi comuni

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GLI ORGANI DELLA COOPERAZIONE LE ATTIVITÀ DELLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIAArt.371 bis c.p.p. (Attività di coordinamento del procuratore nazionale antimafia)

• Il Procuratore Nazionale Antimafia “ai fini del coordinamento investigativo e della repressione dei reati,

• provvede all’acquisizione e all’elaborazione di notizie, informazioni e dati attinenti alla criminalità organizzata”.

Le iniziative assunte nel settore:• a) rapporti e incontri con le Autorità Giudiziarie centrali di

numerosi Paesi, finalizzati a scambi di dati ed informazioni rilevanti per l’Autorità straniera;

• b) memorandum di intesa stipulati con le AutoritàGiudiziarie di vari Paesi,

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GLI ORGANI DELLA COOPERAZIONE LA DIREZIONE CENTRALE PER I SERVIZI

INVESTIGATIVI ANTIDROGAOrganismo interforze inquadrato nel Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno e costituito in misura paritetica da personale della Polizia di Stato, dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza

• Istituita con legge 15 gennaio 1991 nr. 16• funzioni di coordinamento :obbligo della segnalazione da

parte delle singole forze dell’ordine che procedono ad indagini per le indagini per i reati di cui agli artt. 73 e 74 dpr 309/90

• funzioni di analisi e funzioni di collegamento con altre poliziegiudiziarie straniere e di direzione di consegne controllate transfrontaliere

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GLI ORGANI DELLA COOPERAZIONE LA DIREZIONE CENTRALE PER I SERVIZI

INVESTIGATIVI ANTIDROGASUDDIVISA NELLE SEZIONI a ROMA :Cocaina, eroina , nuove droghe Organi periferici :esperti antidroga ,ufficiali di collegamento

della DCSIA all’esteroOperano per aree territoriali presso le ambasciate

• Mercato della cocaina :America del sud : Bogotà,Caracas,Buenos Aires,Brasilia,La Paz, Lima,Citta del Messico,Miami.

• luoghi di stoccaggio Dakkar(Senegal).Rabat(Marocco),• Transiti:Lisbona,Madrid,,Istanbul,Ankara,Budapest,

Mosca,Miami • Mercato dell’Eroina:Paesi dell’est produttori

Tasken/(Uzbekistan),Kabul,Islamad,Teheran,Bangkok Thailandia).

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GLI ORGANI DELLA COOPERAZIONE L'UFFICIO EUROPEO DI POLIZIA (EUROPOL)Trattato di Maastricht (7 febbraio 1992):art, K. 1.9Trattato di Amsterdam art. 30organizzazione europea che si occupa di intelligence in ambito criminale OBIETTIVI : migliorare 1'efficacia dell'azione e la cooperazione tra le autoritàSTRUMENTI :analisi dei dati investigativi trasmessi.numeri intercettati,identificazioni di trafficanti ,arresti e sequestri di stupefacente OPERATIVITA:è legata alla concreta trasmissione da parte degli Stati membri delle informazioni

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GLI ORGANI DELLA COOPERAZIONELA RETE GIUDIZIARIA EUROPEA-RGE (EUROPEAN JUDICIAL

NETWORK- EJN, RESEAUJUDICIAIRE EUROPÉENNE-RJE).• istituita con 1'Azione comune adottata il 29 giugno 1998, • composta (art. 2 dell'azione comune) «tenuto conto delle norme

costituzionali, delle tradizioni giuridiche e della struttura interna di ciascuno Stato membro, delle autorità centrali responsabili della cooperazione giudiziaria internazionale, delle autorità giudiziarie o di altre autoritàcompetenti con responsabilità specifiche nell'ambito della cooperazione internazionale

I MAGISTRATI DI COLLEGAMENTO• forniscono informazioni su specifiche richieste di cooperazione giudiziaria,

anche nella fase propedeutica alla formale domanda, • sia di carattere· generale che in relazione a. singoli atti dei quali si chiede

1'esecuzione all'estero; • seguono la relativa pratica presso l'autorità giudiziaria competente; • svolgono anche la funzione di canale di trasmissione. • forniscono inoltre le informazioni giuridiche e pratiche di cui necessitano le

autorità giudiziarie dei rispettivi Paesi nonché i punti di contatto e le autoritàgiudiziarie degli altri Paesi, per la presentazione delle domande di cooperazione e per facilitarla.

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GLI ORGANI DELLA COOPERAZIONE EUROJUST

Consiglio della CEE il 28 febbraio 2002 pubblicato sulla Gazzetta ufficiale delle Comunità europee il 6 marzo 2002.

Convenzione di mutua assistenza del maggio 2000 -art. 13. UNITÀ COMPOSTA DA PUBBLICI MINISTERI (MAGISTRATI O FUNZIONARI DI

POLIZIA DI PARI COMPETENZA) DISTACCATI DAGLI STATI MEMBRI con lo scopo di:

• a) agevolare il coordinamento tra le autorità• responsabili dell'azione penale;• b) prestare assistenza alle indagini su casi di criminalità organizzata, in particolare

sulla base dell' analisi e dell'attività di intelligence svolta da Europol;• c) cooperare strettamente con la Rete giudiziaria europea allo scopo di semplificare

l'esecuzione delle rogatorieSVOLGE:

• azione di coordinamento e di impulso investigativo, finalizzata sia a facilitare le indagini o le azioni penali sia ad evitare dannose e inutili sovrapposizioni di interventi, secondo un modello che è assimilabile alla direzione nazionale antimafia. FORMULA RICHIESTE DI:

• a) avviare indagini o iniziare azioni penali per fatti precisi;• b) accettare che. una delle autorità .interessate operi come leader;• c) coordinamento tra le autorità competenti;• d) istituzione di una squadra investigativa comune (cui possono partecipare

rappresentanti di EuroJust), secondo la previsione contenuta

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Un auspicio per il futuro : una cooperazione e una

collaborazione sempre più intensa tra magistrati e forze di polizia per sconfiggere le organizzazioni transazionali