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di Mariano Bozzaotre C’era un volta la Sippic. Ai tempi d’oro dava lavoro a più di duecento dipendenti. Sulla nostra isola,dunque, duecento famiglie, ossia, circa mille persone, vivevano in maniera decorosa grazie alla Sippic. Più che una azienda era una grande famiglia, gli operai erano attaccatissimi al loro posto di lavoro, ossequiosi e riconoscenti verso i superiori e i proprietari. Quelli che si comportavano bene, i più seri e meritevoli, quando raggiungevano l’età pensionabile,oltre che con il giusto indennizzo di fine rapporto, venivano premiati dando un posto di lavoro anche ai loro figli, che spesso erano chiamati a ricoprire ruoli di minore fatica ma di maggior prestigio rispetto al familiare stesso. Il sei gennaio i figli dei dipendenti,di età inferiore ai dieci anni, mostravano fieri ai loro coetanei un pacco bianco che spesso era più grande di loro , era la famosa ed ambita befana della Sippic. Gli orari delle corse della funicolare e degli autobus erano rispettati al minuto, i dipendenti avevano delle divise sempre in 05| Maggio | 2012 rinnovamento >> continua a pagina 3 >> continua a pagina 2 numero 14 TANTO SONO TUTTI LO STESSO di Roberto Bozzaotre di Ugo Canfora di Marco Soverini C’ERA UNA VOLTA LA SIPPIC CAPRI HA BISOGNO DEI SUOI GIOVANI TURISMO INVERNALE SI PUÒ di Chiara Cannavale IN DIFESA DEL MERCATINO COMUNALE ordine che li distinguevano dagli utenti o da chicchessia. I dirigenti, gli operai, gli autisti erano tutti rigorosamente capresi, non si ricorda a memoria d’uomo uno sciopero, un atto di scortesia da parte di qualsiasi dipendente ai danni di un utente. Gli abbonamenti per funicolare ed autobus erano di vario tipo ed erano concepiti unicamente per venire incontro alle varie esigenze della popolazione. C’era quello giallo per i familiari dei dipendenti, era valido per dieci corse, aveva un costo quasi simbolico di cento lire ed era valido su qualsiasi tratta, poteva essere usato da tutti i familiari indistintamente. C’era poi,quello rettangolare metallico, corredato di foto tessera, riservato ai residenti con il quale si potevano acquistare abbonamenti da cinque o dieci corse valevole per un unica tratta, c’erano, infine, gli abbonamenti mensili per studenti, da trentuno corse. Non vi erano assolutamente costi aggiuntivi per l’acquisto e l’utilizzo di nessun tipo di abbonamento. Lo spaccio aziendale era sicuramente il fiore all’occhiello dell’azienda. C’era un solo dipendente serio ed ordinatissimo, serviva i clienti,scaricava la merce, compilava il conto in duplice I GIOVANI E IL LAVORO: SOGNO PROIBITO? di Silvana Pollio Mai come in questo momento il paese ha bisogno del ritorno della buona politica e di rompere, una volta per tutte, questo sistema di antipolitica che i nostri amministratori da troppi anni stanno alimentando, provocando tanti, troppi danni alla nostra isola, in primis di immagine. In passato sugli organi di stampa a livello nazionale ed estero si scriveva sempre in modo positivo di Capri. Invece, negli ultimi anni le cose sono cambiate radicalmente e si è scritto quasi esclusivamente in negativo (danni ambientali, caos, episodi di violenza, per citarne alcuni). Questo ha prodotto un danno grave per Capri facendoci perdere parecchi punti sullo scenario turistico mondiale. C’è da dire, però, che le responsabilità sono soprattutto nostre perché pur consapevoli di quanto succedeva abbiamo continuato imperterriti a votarli. L’assenza totale della buona politica non ha permesso di capire, affrontare e risolvere i vecchi problemi che con il passare del tempo si sono aggravati sempre più, senza contare che ad essi se ne sono aggiunti di nuovi. Tra i nuovi problemi sicuramente il più grave è quello del lavoro per i nostri giovani, e non mi riferisco certo al posto fisso che ormai è solo un’utopia, ma al lavoro stagionale che fino a poco tempo fa era garantito dalle strutture turistiche (alberghi, ristoranti, negozi, etc.). Cosa è successo per cui i nostri imprenditori hanno adottato una politica al risparmio assumendo personale non qualificato, chiaramente a minor costo, facendo perdere in questo modo al paese quella professionalità e quella accoglienza che da sempre ci ha contraddistinto? Cosa hanno fatto invece i nostri amministratori nei confronti di questo problema? La risposta è molto semplice: NIENTE! Per questi signori i giovani vengono citati ampiamente solo nel programma elettorale con l’unico scopo di carpirne i voti, dopo di che vengono abbandonati e dimenticati. La mancanza di una seria politica giovanile la dice lunga, eppure qualcosa si poteva fare. Mi riferisco in particolare al Centro Congressi, al Mercatino Comunale, due strutture che potevano diventare un volano dell’attività lavorativa CREARE UNO SPAZIO PER I BAMBINI: NON È UN’IMPRESA IMPOSSIBILE

L'Onda - Rinnovamento e Sviluppo n.15

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L'onda n15 del 12 Maggio 2012

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di Mariano Bozzaotre

C’era un volta la Sippic. Ai tempi d’oro dava lavoro a più di duecento dipendenti. Sulla nostra isola,dunque, duecento famiglie, ossia, circa mille persone, vivevano in maniera decorosa grazie alla Sippic. Più che una azienda era una grande famiglia, gli operai erano attaccatissimi al loro posto di lavoro, ossequiosi e riconoscenti verso i superiori e i proprietari. Quelli che si comportavano bene, i più seri e meritevoli, quando raggiungevano l’età pensionabile,oltre che con il giusto indennizzo di fine rapporto, venivano premiati dando un posto di lavoro anche ai loro figli, che spesso erano chiamati a ricoprire ruoli di minore fatica ma di maggior prestigio rispetto al familiare stesso. Il sei gennaio i figli dei dipendenti,di età inferiore ai dieci anni, mostravano fieri ai loro coetanei un pacco bianco che spesso era più grande di loro , era la famosa ed ambita befana della Sippic. Gli orari delle corse della funicolare e degli autobus erano rispettati al minuto, i dipendenti avevano delle divise sempre in

05| Maggio | 2012

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numero 14

TANTO SONO TUTTI LO STESSO

di Roberto Bozzaotre di Ugo Canfora di Marco Soverini

C’ERA UNA VOLTA LA SIPPIC

CAPRI HA BISOGNO DEI SUOI GIOVANI

TURISMO INVERNALE SI PUÒ

di Chiara Cannavale

IN DIFESA DEL MERCATINO COMUNALE

ordine che li distinguevano dagli utenti o da chicchessia. I dirigenti, gli operai, gli autisti erano tutti rigorosamente capresi, non si ricorda a memoria d’uomo uno sciopero, un atto di scortesia da parte di qualsiasi dipendente ai danni di un utente. Gli abbonamenti per funicolare ed autobus erano di vario tipo ed erano concepiti unicamente per venire incontro alle varie esigenze della popolazione. C’era quello giallo per i familiari dei dipendenti, era valido per dieci corse, aveva un costo quasi simbolico di cento lire ed era valido su qualsiasi tratta, poteva essere usato da tutti i familiari indistintamente. C’era poi,quello rettangolare metallico, corredato di foto tessera, riservato ai residenti con il quale si potevano acquistare abbonamenti da cinque o dieci corse valevole per un unica tratta, c’erano, infine, gli abbonamenti mensili per studenti, da trentuno corse. Non vi erano assolutamente costi aggiuntivi per l’acquisto e l’utilizzo di nessun tipo di abbonamento. Lo spaccio aziendale era sicuramente il fiore all’occhiello dell’azienda. C’era un solo dipendente serio ed ordinatissimo, serviva i clienti,scaricava la merce, compilava il conto in duplice

I GIOVANI E IL LAVORO: SOGNO PROIBITO?di Silvana Pollio

Mai come in questo momento il paese ha bisogno del ritorno della buona politica e di rompere, una volta per tutte, questo sistema di antipolitica che i nostri amministratori da troppi anni stanno alimentando, provocando tanti, troppi danni alla nostra isola, in primis di immagine. In passato sugli organi di stampa a livello nazionale ed estero si scriveva sempre in modo positivo di Capri. Invece, negli ultimi anni le cose sono cambiate radicalmente e si è scritto quasi esclusivamente in negativo (danni ambientali, caos, episodi di violenza, per citarne alcuni). Questo ha prodotto un danno grave per Capri facendoci perdere parecchi punti sullo scenario turistico mondiale. C’è da dire, però, che le responsabilità sono soprattutto nostre perché pur consapevoli di quanto succedeva abbiamo continuato imperterriti a votarli. L’assenza totale della buona politica non ha permesso di capire, affrontare e risolvere i vecchi problemi che con il passare del tempo si sono aggravati

sempre più, senza contare che ad essi se ne sono aggiunti di nuovi. Tra i nuovi problemi sicuramente il più grave è quello del lavoro per i nostri giovani, e non mi riferisco certo al posto fisso che ormai è solo un’utopia, ma al lavoro stagionale che fino a poco tempo fa era garantito dalle strutture turistiche (alberghi, ristoranti, negozi, etc.). Cosa è successo per cui i nostri imprenditori hanno adottato una politica al risparmio assumendo personale non qualificato, chiaramente a minor costo, facendo perdere in questo modo al paese quella professionalità e quella accoglienza che da sempre ci ha contraddistinto? Cosa hanno fatto invece i nostri amministratori nei confronti di questo problema? La risposta è molto semplice: NIENTE!Per questi signori i giovani vengono citati ampiamente solo nel programma elettorale con l’unico scopo di carpirne i voti, dopo di che vengono abbandonati e dimenticati. La mancanza di una seria politica giovanile la dice lunga, eppure qualcosa si poteva fare. Mi riferisco in particolare al Centro Congressi, al Mercatino Comunale, due strutture che potevano diventare un volano dell’attività lavorativa

CREARE UNO SPAZIO PER I BAMBINI: NON È UN’IMPRESA IMPOSSIBILE

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CAPRI HA BISOGNO DEI SUOI GIOVANI

TURISMO INVERNALE: SI PUÒ

05| Maggio | 2012

>> continua da pagina 1 di Silvana Pollio

per i nostri giovani. Invece chi ci governa dopo tante promesse ha deciso diversamente, andando come al solito contro gli interessi dei Capresi.Per ritornare alla domanda iniziale, purtroppo attualmente per i nostri giovani il lavoro è diventato solo un sogno proibito e grandi sono le responsabilità della nostra classe dirigente. Ecco perché c’è bisogno del ritorno della buona politica e, per far sì che ciò avvenga, dobbiamo spazzare via questa classe politica per raggiunti limiti di indegnità.

di Roberto Bozzaotre

Una delle cause che contribuisce al rallentamento della crescita dell’Italia è sicuramente la cosiddetta “fuga di cervelli”. I bassi salari dei ricercatori, e gli insufficienti investimenti nella ricerca portano le intelligenze qualificate a lasciare il Paese perché altrove le occasioni di lavoro sono migliori,e più adeguatamente retribuite. Spesso siamo portati a considerare i problemi nazionali, come qualcosa che non attecchisce sulla nostra economia, sulla nostra crescita e sul nostro futuro. Nulla di più sbagliato, tanto è che la temuta crisi economica che avevamo erroneamente visto come lontana e innocua per le nostre imprese ha finito per colpire anche Capri, con conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti. Non deve sembrare, perciò, folle o esagerato pensare che il fenomeno della “fuga dei cervelli” possa concretizzarsi anche sulla nostra isola. Le occasioni mancano, le strutture sono inadeguate e talvolta inesistenti e riuscire a mettere in pratica, a Capri, ciò che si è imparato nelle scuole, nelle università piuttosto che nelle botteghe dei mastri e degli artigiani diventa cosa complicata. Sono troppi i giovani capresi che hanno cominciato a costruire il loro futuro con la inesorabile certezza di dover cercare un collocamento lavorativo, sociale e familiare altrove. Questo è qualcosa su cui si deve opportunamente intervenire: ognuno impara una professione o un mestiere per migliorare se stesso ma anche per mettere a disposizione di una comunità la propria arte, il proprio ingegno ed impegno. E’necessario allora invertire la tendenza riuscendo a mantenere le eccellenze e le intelligenze all’interno del territorio perché queste possano contribuire alla rinascita economica e sociale di Capri. E’vero che per evitare la fuga è indispensabile la collaborazione delle imprese, che dovrebbero avere il coraggio di investire su quei Capresi, che grazie all’esperienza, al lavoro e agli studi sono

meritevoli e che possono garantire,grazie alle capacità acquisite competenza e professionalità. Però è essenziale che sia un’Amministrazione audace e lungimirante a creare i presupposti per scongiurare il rischio del “brain drain”. Si pensi alla totale assenza di strutture che complica i progetti di chi magari vuole avvicinarsi all’artigianato ma che viene scoraggiato poiché non esistono luoghi dove possa imparare e praticare la propria arte,e soprattutto dove poi possa mettere in vendita i suoi prodotti visti i pigioni elevatissimi dei locali commerciali e l’assenza di uno spazio comunale grazie al quale l’artigiano può interagire con i turisti. Non esiste un progetto per chi oggi ha tra i 15 e i 40 anni. O ti adatti sottomettendoti alle lobby dei poteri o provi a cercare un lavoro dipendente, con il rischio di non essere però confermato per la successiva stagione turistica,ma se vuoi provare a sviluppare la tua personalità, i tuoi sogni, a mettere in pratica ciò che hai imparato l’unica cosa da fare è lasciare l’isola. Capri ha bisogno delle sue eccellenze ed intelligenze, e quello di abbandonarle al proprio destino è un rischio che quest’isola (già in crisi per migliaia di problematiche mal gestite da amministrazioni locali e non) non può correre.

di Marco Soverini

Sono un po’ emozionato essendo questa la prima volta che mi trovo a scrivere un articolo di giornale che leggeranno centinaia di persone. Mettendo da parte i sentimentalismi vorrei affrontare un problema più che mai sentito da noi capresi, soprattutto nel mondo giovanile: la monotonia invernale che ogni anno puntualmente ci troviamo ad affrontare. Vorrei subito puntualizzare che Capri, come ben sapete, grazie alle sue bellezze naturali prende l’appellativo di Perla del Mediterraneo e quindi il desiderio dei turisti di visitarla non si limita soltanto ai mesi più caldi ma durante tutto l’anno. Ed è proprio da qui che vorrei partire, e mi sorgono spontanee alcune domande. Se Capri ha le potenzialità di fare turismo tutto l’anno perché non si fa niente? Perché non renderla vivibile durante tutto l’inverno e non solo durante le festività natalizie o carnevalesche? Creare un turismo invernale secondo il mio modesto parere si può, a patto che si creino i presupposti per attirare turisti anche nei cosiddetti mesi “morti”.Capri è come il rovescio di una medaglia, d’estate stracolma di gente da ogni parte del mondo, d’inverno a malapena è presente la popolazione locale, la quale tra studenti liceali e universitari e vari esodi verso mete come Thailandia e Sud America si riduce sensibilmente. Una situazione che potremmo definire quasi surreale. Sono un grande appassionato di sport, e pratico podismo a livello amatoriale. Ora vi chiederete cosa mai più c’entrare questa mia piccola parentesi personale. Ebbene vi dico c’entra e come, ho provato ad unire questa mia grande passione con l’amore che ho per la mia terra e sono giunto ad alcune riflessioni. E da due anni che corro maratone a livello amatoriale, e non crediate che l’organizzazione di una maratona si limiti solo alla domenica della gara ma è un vero e proprio evento che dura giorni a volte anche una settimana intera, tra festa maratona, banchetti, conferenze medico-sportive, spettacoli vari ecc.. Un evento sportivo così organizzato potrebbe portare sulla nostra isola centinaia di appassionati ed atleti, attirati oltre che dall’evento sportivo in sé anche dal fatto di poter correre

in scenari mozzafiato come quelli che ci può offrire la nostra isola, e vi assicuro da buon podista che se la corsa viene svolte in posti di grande attrattiva come lo è Capri, gli sportivi accorreranno tranquillamente senza porsi il problema di venire anche in mesi invernali. Una manifestazione del genere potrebbe tranquillamente rivitalizzare una spenta settimana di febbraio, che oltre a prendersi un aperitivo in piazzetta c’è poco da fare. Ma questo è solo uno dei tanti eventi sportivi che potrebbero essere organizzati sul posto, perché le strutture per farli ci sono, basta solo rinnovarle e valorizzarle. Sempre parlando di cose fattibili, vi posso assicurare che anche una fiera del fitness attirerebbe tantissime persone, o ancora stage di calcio, basket o pallavolo organizzati in sinergia con squadre professionistiche. Tutti eventi che potrebbero essere sia divertenti sia utili ed interessanti allo stesso tempo. Ovviamente il problema non può essere risolto solo con lo sport, ma se a queste manifestazioni associamo eventi culturali, valorizziamo ancora di più i tanti monumenti storici che abbiamo, usufruiamo del centro congressi per permettere l’organizzazione di conferenze anche durante l’inverno e perché no, creare luoghi di aggregazione come ad esempio può essere un teatro, che per quanto mi possa ricordare a Capri non ci è mai stato. Sfruttiamo la nostra terra e le sue meraviglie in modo positivo sia per la nostra vivibilità sia per l’economia territoriale. Creare un movimento di persone anche da ottobre a marzo è nell’interesse di tutti noi, l’obiettivo non deve essere solo quello di sconfiggere la monotonia che ci affligge, ma anche dare la possibilità a chi ha locali come alberghi, ristoranti o negozi che siano, a stare aperti tutto l’anno,ed ancora poter creare nuove opportunità per noi giovani che oramai il nostro futuro lo immaginiamo sempre più lontano dalla nostra isola.

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L’onda Periodico d’informazione [email protected]

Autorizzazione del Tribunale di Napoli n 79/10 del 21.10.2010 Direttore Responsabile: Teodorico Boniello

Capo Redattore: Ugo Canfora

Redazione e amministrazione: via Marina Grande 28, 80073 Capri Editore: Associazione “L’onda – Rinnovamento e

sviluppo” via Marina Grande 28, 80073 Capri

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L’Onda è anche online all’indirizzo http://www.ondacapri.it

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05| Maggio | 2012

>> continua da pagina 1 di Mariano Bozzaotre

copia, teneva in ordine il locale vendita e il deposito. Il costo dei prodotti era sensibilmente ridotto rispetto a quello dei negozi isolani e poi c’era un ricco pacco dono natalizio. La società’,inoltre, aveva una cassa mutua propria con medici generici, specialisti convenzionati e una importante clinica privata napoletana al servizio dei dipendenti. “Lavorare nella Sippic”, dunque, era un vanto,un onore ed era sicuramente motivo di invidia da parte dei concittadini. Poi, a metà degli anni ottanta le cose sono cambiate. La Sippic non è stata più un’azienda caprese, l’energia elettrica è erogata sempre dagli stessi motori, vecchi,rumorosi, inquinanti ed inadatti all’aumentata richiesta. I dirigenti non sono più isolani, gli operai sono demotivati, infine gli autisti quasi tutti pendolari napoletani, senza una divisa o alcun segno di riconoscimento, quasi tutti assunti con contratti a termine, hanno ben poco per stare allegri, lo stipendio arriva spesso in ritardo ed a volte è solo un piccolo acconto sul totale.

CREARE UNO SPAZIO PER I BAMBINI: NON È UN’IMPRESA IMPOSSIBILE

Ma dove sono finiti quei dirigenti così amorevoli verso i propri dipendenti? Pronti ad intervenire anche economicamente in caso di difficoltà dello stesso? così attenti ad avere un buon rapporto con gli isolani e con l’amministrazione comunale? così orgogliosi che circa un sesto dei capresi vivesse nel benessere grazie alla loro azienda? felici che gli operai grazie allo stipendio potessero far studiare i figli e farli diventare i dirigenti futuri dell’azienda stessa? Ma perchè questa lunga ed irreversibile agonia? Chi sono i responsabili? Si può ancora sperare in un cambio di rotta? Peccato, era un azienda caprese in salute è diventata un azienda napoletana allo sbando. Un ultima cosa. Come si chiama l’architetto che ha deciso di modificare la Stazione della funicolare, così funzionale e caratteristica, facendola diventare un ammasso di tubi di ferro? Scusatemi, queste considerazioni sono dettate solo dal profondo amore e riconoscenza che ho verso questa azienda e dal senso di tristezza che provo nel vederne lo sfascio.

di Chiara Cannavale

Dieci giorni fa, dopo aver letto per la prima volta la lettera di Antonia Tafuri, e, infastidita, dall’ennesimo pomeriggio trascorso con i bambini nel c.d. parchetto, in mezzo ad immondizia, moquette rotta abbandonata per terra da mesi e pericolosissimi chiodi lasciati sul legno che chiude la ex fontana, mi sono chiesta quanto mai potesse costare trasformare il parchetto in uno spazio sicuro per i bambini. Gli Amministratori lamentano sempre la scarsità di risorse a disposizione, ma finalmente, oltre a quelle consuete (che conti alla mano sono tutt’altro che poche) ci saranno le nuove risorse della tassa di sbarco: un capitale che stando alle dichiarazioni dovrebbe essere utilizzato per fini di pubblica utilità.Credo che tutti i genitori abbiano avuto modo di riflettere sulle parole di Antonia. Rispetto a quale finalità sociale il Comune di Capri risulta più inadempiente se non la realizzazione di servizi per i bambini? Ho deciso allora di fare due conti. Ho perso circa dieci minuti navigando su internet e mi sono presentata alle prime due società che ho trovato tra i fornitori di attrezzature per parchi giochi, come una mamma che raccoglie informazioni sui costi che il Comune dovrebbe eventualmente sostenere per creare un parco giochi. In tutto avrò perso 20-25 minuti, io che non sono un addetta ai lavori. Ne è venuto fuori che, con materiale conforme alle normativa in materia (anche questa gratuitamente e facilmente scaricabile online), la creazione di un parco giochi con scivolo, reti per arrampicata, altalene e un paio di giochini a molla per i più piccoli non costerebbe più di 15.000 Euro. Mi fa piacere sottolineare che 15.000 Euro è la cifra ottenuta da un privato che in 20 minuti ha ricevuto l’offerta di due soli fornitori. E’ naturale che un Comune avrebbe la possibilità di confrontare un numero di offerte maggiori, oltre che di accedere ad appositi finanziamenti con cui molti comuni campani hanno già realizzato iniziative ben più costose. D’altra parte, qualcuno potrebbe obiettare che costituire un parco giochi esporrebbe il Comune a un costo fisso per la sorveglianza e la pulizia dello stesso. Riguardo al costo per la custodia, questo potrebbe essere eliminato prevedendo un parco libero. I costi di pulizia e manutenzione, invece, appartengono a quella categoria di costi - costi sociali - irrinunciabili per un’Amministrazione. Sembra, infatti, doveroso far notare che uno spazio, in cui per consuetudine giocano i bambini, è di fatto, secondo la normativa vigente, un’area gioco nella quale, per legge, devono essere prese delle misure di sicurezza, totalmente assenti nel parchetto. In altre parole, la responsabilità dell’Amministrazione non è ridimensionata dal fatto che il parchetto non sia un parco giochi, al contrario, il rischio, cui resta esposta l’Amministrazione, è incrementato dalle attuali condizioni in cui il parchetto si trova. Proprio in quest’ottica, quant’anche 15.000 Euro per i nostri figli fossero troppi, cosa che mi sembra veramente inaccettabile, si potrebbe quantomeno cominciare con l’eliminazione delle ciappe di ferro arrugginite con cui fu fissata la moquette sulla ex fontana, con la previsione di una copertura adeguata per la stessa, gommata e ignifuga, e con la rimozione delle pericolosissime pietre vive appuntite con cui sono delimitate le aiuole. Questo, nell’attesa che fondi adeguati vengano raccolti, costituirebbe, da parte degli attuali Amministratori, quantomeno un segnale di attenzione verso i problemi denunciati dai genitori.

“TANTO SONO TUTTI LO STESSO”di Ugo Canfora

“Tanto sono tutti lo stesso” , “Tanto non cambierà mai niente”. Sono queste due frasi che mi capita spesso di ascoltare quando si parla di “cose di Capri”: non solo di politica, ma anche di turismo, società, economia. Qualsiasi aspetto della vita caprese sembra caratterizzato da un immobilismo rassegnato: queste parole per molti celano un più semplice “Non mi interessa, tanto, per quanto mi riguarda, in questa situazione ho i miei vantaggi” mentre per altri invece è un dato di fatto, ed esprime una rassegnazione reale. In ogni caso, non sono solito commentare e generalizzare riguardo quello che dicono altri in conversazioni più o meno profonde. Se mi permetto di parlare di questo argomento è perché molto spesso, ascoltando questo tipo di commenti, finisco per pensare anche io che “tanto non cambierà mai niente”. Fortunatamente questo stato d’animo dura poco, più che altro è la rabbia a prendere il sopravvento e a far muovere le speranze che qualcosa possa cambiare, anzi che noi possiamo far cambiare qualcosa. Mi rivolgo in particolare, ma non solo, ai miei coetanei: per intenderci coloro che hanno vissuto l’adolescenza negli Anni ‘90. Per molti sono stati anni insignificanti, caratterizzati da un disimpegno“svogliato” e da un consumismo sempre più diffuso dovuto al relativo benessere nell’immobilismo della vita pubblica, sia a livello nazionale che locale. Sul piano politico-sociale per molti della mia generazione il primo ricordo da adolescenti che cominciavano a guardarsi intorno è quello di Tangentopoli, forse è da lì che nasce il “tanto sono tutti lo stesso”. I ricordi successivi poi, man mano che crescevamo, erano legati agli esponenti politici che prima o poi ritornavano, riciclati e rimessi a nuovo; probabilmente in quegli anni ci è entrato in testa il ritornello “non cambierà mai niente”. Abbiamo visto da lontano l’epoca dei grandi ideali, anzi ce l’hanno raccontata, davanti abbiamo l’incertezza del futuro, buona parte di noi ha avuto abbondantemente per le necessità della vita e per il divertimento. Non voglio cadere in qualunquismi sulla Generazione X, ma tornando sul piano, più concreto, della vita dell’isola, sono convinto che proprio noi di questa generazione possiamo dare una grossa spinta affinché cambi qualcosa. Dobbiamo crederci e ciascuno deve fare la propria parte: chi prova rabbia, chi sconforto e disillusione, chi magari non sa da dove cominciare e quindi rinuncia, chi ha idee e nessuno che le ascolta, chi ha deciso di provare a diventare qualcosa di diverso dalle generazioni precedenti, chi non riesce ad accontentarsi del materialismo ed individualismo che germinano nel benessere, peraltro non eterno a quanto pare, del “paesello” che si nasconde dietro i riti, ormai stantii, della “Capri salotto del mondo”.

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Ill.mo Signor Ciro LemboSindaco del Comune di Capri Ill.mo Dottor Bruno D’Orazi Consigliere Delegato al Commerciodel Comune di Capri Ill.mi Signori Capigruppo Consiliaridel Comune di Capri Oggetto: Sottoscrizione di cittadini capresi per il Mercatino Comunale di Piazza Martiri d’Ungheria. Signori Amministratori Comunali,trasmetto alle S.V. la richiesta-proposta per la riapertura e la riqualificazione del Mercatino Comunale di Piazza Martiri d’Ungheria, promossa dal movimento “L’onda – Rinnovamento e sviluppo” e sottoscritta da numerosi concittadini.Certamente è ben presente all’attenzione delle S.V. l’importanza per le famiglie capresi di disporre di una molteplicità di negozi alimentari che operino in regime di concorrenza e che siano localizzati in posizione centrale per essere facilmente raggiungibili anche da persone anziane e in condizioni meteorologiche avverse in periodo invernale. Tale esigenza è quanto mai avvertita a causa della drastica riduzione di negozi di generi alimentari che si è verificata nel centro di Capri, e in un periodo di lunga e difficile congiuntura economica come quello che stiamo vivendo e che sta mettendo a dura prova anche le famiglie capresi che risentono al pari di tutta la nazione degli effetti dei sacrifici cui siamo chiamati per il risanamento dell’economia nazionale. Il comune di Capri dispone, col Mercatino di Piazza Ungheria, di una struttura idonea a venire incontro a questa esigenza primaria della cittadinanza, anche se col tempo la funzionalità dell’impianto, non adeguatasi alle esigenze dei nuovi tempi, era fortemente decaduta. I concittadini che hanno sottoscritto la richiesta-proposta chiedono alla propria amministrazione comunale la riapertura della struttura e la sua riorganizzazione, funzionale e commerciale, secondo criteri di modernità e di efficienza, per la quale formulano alcune proposte. Fiducioso che le S.V. vorranno tenere in attenta considerazione la richiesta di così numerosi concittadini e dare ad essa immediato seguito, porgo distinti saluti Dottor Mariano Bozzaotre(Presidente Associazione “L’onda – Rinnovamento e sviluppo”)

Proposta per il Mercatino di Piazza UngheriaL’assemblea di cittadini riunitasi il giorno 17 dicembre 2011 nella “Sala Azzurra” del Centro Congressi di Via Sella Orta,– Considerato che nel centro storico del comune è in corso una progressiva riduzione del numero di negozi di generi alimentari, in conseguenza della conversione delle attività commerciali alla vendita di prodotti non alimentari che risultano maggiormente remunerativi; – Considerato, altresì, che tale fenomeno è causa di notevoli disagi alla cittadinanza, soprattutto alle fasce più deboli di questa, al punto che già molte famiglie sono costrette a recarsi a terraferma per le spese di generi alimentari;– Ritenuto che il Comune debba farsi carico di rendere disponibili locali idonei e funzionali per la vendita dei prodotti alimentari, dal momento che le regole del libero mercato non lasciano spazio alla presenza nel settore privato di negozi di generi alimentari, che tuttavia costituiscono esigenza primaria e insostituibile della cittadinanza;chiede all’Amministrazione comunale di Capri:1) Di mantenere la destinazione a “mercato coperto” dei locali comunali in Piazza Martiri d’Ungheria;2) Di procedere al più presto alla riapertura della struttura con la suddetta destinazione di “mercato coperto”, dopo aver provveduto alla rinnovazione, ristrutturazione e riqualificazione dei locali secondo le seguenti linee guida:a) destinazione a mercato di entrambi i piani del fabbricato, con impegno dell’intera superficie disponibile pari a circa metri quadrati 400, e con l’utilizzo del piano superiore per la vendita e di quello inferiore per servizi e magazzini;b) istallazione nell’immobile di un ascensore per i consumatori e di un montacarichi per le merci;c) suddivisione del piano superiore in un numero limitato di posti vendita, aventi caratteristiche analoghe a quelle dei locali commerciali del settore privato e destinati alla concessioni di lunga durata, riservando alcuni posti per la vendita a rotazione di prodotti “a chilometri zero”;d) possibilità del rilascio di concessioni, oltre che a imprese individuali, anche a cooperative o altri enti riconosciuti, e ad operatori commerciali riuniti in forma associata;e) previsione di riservare tre posti vendita a giovani commercianti, di età non superiore a trentacinque anni, residenti nel comune;f) previsione di concessione dei locali per periodi di durata idonea (ad esempio sei anni rinnovabili) a garantire condizioni di stabilità intese a favorire gli investimenti degli imprenditori concessionari nelle loro attività di vendita;g) inserimento nei patti di concessione, quale corrispettivo del fatto di disporre di un locale a canone inferiore a quello di mercato, dell’obbligo per i concessionari di praticare per i prodotti alimentari prezzi ridotti, di almeno il 5%, rispetto a quelli praticati nei negozi per generi di eguali caratteristiche, nonché di riservare una ulteriore riduzione, non inferiore al 3%, ai cittadini residenti di età superiore ai sessantacinque anni e con basso reddito;h) istituzione della figura del “responsabile del mercato” (che potrà essere un membro del corpo dei vigili urbani) cui sia demandato il compito di sovrintendere al buon funzionamento del mercato attraverso il controllo dell’igiene, della qualità delle merci, dei prezzi di vendita, del rispetto degli orari, dell’obbligo di esposizione dei prezzi.alla presente aderiscono i cittadini firmatari dell’allegata sottoscrizione

Prosegue l’iniziativa dei cittadini di Capri, coordinata dall’Associazione politica “L’onda – Rinnovamento e sviluppo”, per la riapertura del Mercatino Comunale di Piazza Ungheria. Nei giorni scorsi il dottore Mariano Bozzaotre, nella qualità di presidente dell’Associazione, ha trasmesso agli Amministratori del Comune la proposta per la riapertura, la ristrutturazione e la riorganizzazione funzionale del Mercatino. La proposta riassume le conclusioni dell’affollato incontro pubblico che si è tenuto al Centro Congressi alla fine dello scorso anno, ed è stata sottoscritta da circa mille trecento cittadini.Il Mercatino di Piazza Ungheria che, per essere stato abbandonato a se stesso, era diventato del tutto inadeguato alla sua funzione, deve essere riorganizzato e rimesso in attività con criteri di efficienza e modernità. Nel paese si avverte profondamente la necessità di un mercato comunale che offra ai cittadini prodotti alimentari a prezzi concorrenziali, soprattutto in un periodo di gravi difficoltà economiche e dopo la quasi totale chiusura dei negozi alimentari tradizionali del centro di Capri.

Anche l’Associazione Commercianti di Capri si è espressa più volte a favore della riapertura del mercatino per l’essenziale funzione sociale che esso può svolgere nelle difficili condizioni in cui si trova oggi il settore del commercio di prodotti alimentari nel comune. Numerose sono state le iniziative politiche per la riapertura del Mercatino intraprese dai consiglieri comunali del gruppo “L’ onda – Rinnovamento e sviluppo”.Malgrado queste considerazioni e le sollecitazioni ricevute, l’amministrazione comunale è intenzionata a sopprimere il Mercatino e sta portando avanti un progetto per trasformarlo in uffici comunali che potrebbero facilmente trovare posto altrove e, precisamente, nell’ex-albergo Internazionale.Con la trasmissione della proposta e della sottoscrizione si è portata ufficialmente a conoscenza degli Amministratori comunali la volontà di larga parte della cittadinanza che ritiene essenziale la conservazione del Mercatino di Piazza Ungheria e ne chiede la riqualificazione e la riapertura. Ora si potrà vedere quale considerazione l’Amministrazione comunale avrà della volontà di tanti cittadini.

IN DIFESA DEL MERCATINO COMUNALE