7
TOMMASO GALLARATI SCOTTI L'opera letteraria del Prof. Piero Giacosa Estratto da Minerva Medica - Anno VIII - N. 23 bis (14 Giugno 1928) (Numero speciale pubblicata in occasione delle onoranze al Prof. PIERO GIACOSA) TIPOGRAFIA EDITRICE MINERVA Via Superga, n. 15 - Torino

L'opera letteraria del Prof. Piero Giacosamedia.regesta.com/dm_0/INTESA/Digital-Library/allegati/ods-ISP/201… · TOMMASO GALLARATI SCOTTI L'opera letteraria del Prof. Piero Giacosa

  • Upload
    others

  • View
    2

  • Download
    0

Embed Size (px)

Citation preview

Page 1: L'opera letteraria del Prof. Piero Giacosamedia.regesta.com/dm_0/INTESA/Digital-Library/allegati/ods-ISP/201… · TOMMASO GALLARATI SCOTTI L'opera letteraria del Prof. Piero Giacosa

TOMMASO GALLARATI SCOTTI

L'opera letteraria del Prof. Piero Giacosa

Estratto da Minerva Medica - Anno VIII - N. 23 bis (14 Giugno 1928) (Numero speciale pubblicata in occasione delle onoranze al Prof. PIERO GIACOSA)

TIPOGRAFIA EDITRICE MINERVA Via Superga, n. 15 - Torino

Page 2: L'opera letteraria del Prof. Piero Giacosamedia.regesta.com/dm_0/INTESA/Digital-Library/allegati/ods-ISP/201… · TOMMASO GALLARATI SCOTTI L'opera letteraria del Prof. Piero Giacosa

TOMMASO GALLARATI SCOTTI

L'opera letteraria del Prof. Piero Giaeosa

Estratto da Minerva Medica - Anno VIII - N. 23 bis (14 Giugno 1928) (Numero speciale pubblicata in occasione delle onoranze al Prof. PIERO GlitcosA)

TIPOGRAFIA EDITRICE MINERVA Via Superga, n. 15 - Torino

Page 3: L'opera letteraria del Prof. Piero Giacosamedia.regesta.com/dm_0/INTESA/Digital-Library/allegati/ods-ISP/201… · TOMMASO GALLARATI SCOTTI L'opera letteraria del Prof. Piero Giacosa

La figura letteraria di PIERO GIACOSA si ricollega a lontani ma sempre vivi ricordi della casa di Antonio Fogazzaro.

Quando nei primi anni di questo secolo, che oggi riguardati dal dopo rguerra, mi sembrano appartenere a un'altra epoca storica e già avvolti dalle nostalgie &i un passato senza ritorni, io (snidavo giovinetto in Val-solda, iss4 pareva di entrare più che in un piccolo mondo antico in un nascosto regno della poesia. Oria era un poco fuori del mondo. La strada carrozzabile non la toccava ancora; non vi si giungeva che per acqua, o per il sentiero tra ulivi, e viti che sfiora il cimitero di Ombretta. Bisognava andarla a cercare a posta, nella sua umiltà chiusa agli sguardi e alla ammirazione della folla. Ara i pochi che vi giungevano sentivamo presto di aver scoperto uno dei rari luoghi dove era/no custodite le cose che ren-dono buona e bella la nostra breve vita: gli affetti fainiglicuri congiunti all'interesse più vivo per tutti i problemi dello spirito, la musica e il sogno congiunti alle amicizie schiette, la contemplazione della natura e l'ilarità fresca, lo studio e il dolce ozio, la conversazione profonda e lo scherzo, l'amore dell'o-te e• l'amore del prossimo. Si viveva bene in quei pochi giorni del cadente autunno, nella modesta casa abitata dai vivi e dai Morti, dove nulla era stato m,utato nel gusto e nel colore dai tempi dello

, zio Piero; dove nessun orpello di falsa estetica era stato sovrapposto alla borghese e veramente italiana semplicità della generazione del Risorgi-mento, ma dove i cuori si aprivano contenti in quell'ospitalità larga e gentile di altri tempi; e respiravano un'aura più pura di quella che faceva increspcure mollemente l'acqua del lago al mattino: Paura della simpatia umana e cristiana di una famiglia e di un'arte sane. Nessuna nota disco--monica in quel piccolo mondo, dove'tutto era sobrio: dalla mensa frugale ai discorsi senza retorica o sussiego letterario, dal giardinetto sognante col suo unico cipresso, alla barca « Ombretta » che salpava senza meta su lo specchio dell'acque verdi del lago di Lugano, in cwi si miravano i paesetti, le chiese, i monti commentati dal poeta della Valsolda.

È su quello sfondo calmo, grave e sereno in cui è un dono aver vis-suto alcuni giorni della propria vita e aver imparato a gustare i valori più veri che le danno un senso, che si distacca nel mio pensiero il profilo di PIERO GIACOSA, come uno degli ospiti più armonici con lo spirito dei luoghi.

Page 4: L'opera letteraria del Prof. Piero Giacosamedia.regesta.com/dm_0/INTESA/Digital-Library/allegati/ods-ISP/201… · TOMMASO GALLARATI SCOTTI L'opera letteraria del Prof. Piero Giacosa

Tra i vecchi amici di Antonio Fogazzaro egli era certo uno dei più cari, legato a lui da una amicizia antica per tutta la famiglia Giacosa, iniziatasi ai tempi del Daniele Cortis col fratello Giuseppe, intrecciata a altre amicizie come quella per Arrigo Boito, ma che si era 'fatta più intima con Piero per affinità spirituali, e era cresciuta quasi insieme con la sua arte e con la sua fama. Egli gbi voleva fraternamente bene per quel cuar d'oro dei Giacosa, chiuso in una scola e maschia quadratura della persona, per quella ruvidità di allobrogo posta a guardia di un nascosto tesoro di sentimenti delicati e complessi. Ma lo ammirava anche. Ricordo la presentazione che me ne fece a quattr'occhi, dopo il primo nostro in-contro in Valsolda, e che può esser caro al GIACOSA di riudire attraverso di me, come la voce &i un grande amico morto in quest'ora in cui gli amici vivi gti si stringono intorno.

Ciò che pi4s, colpiva del GIACOSA il Fogazzaro, era la ricchezza e la varietà della sua intelligenza, così lucida e così calda, così curiosa e capace di penetrare il segreto dei nervi e della materia dell'uomo e in-sieme di esaltarsi per il grande mistero della vita di fronte a cui era con-dotto dai suoi studi di laboratorio. Antonio Fogazzaro aveva sempre avuto una attrazione vivissima e ansiosa per la scienza, dovuta alla sua forma-zione e alla sua epoca che ne era dominata, per quell'« inconoscibile » alle cui rive brumose era condotto dal suo misticismo poetico e che gli pareva che ,le indagini positive degli uomini del suo tempo dovessero penetrare, con senso sempre più religioso. P,IBRO GIACOSA era per lui uno di questi sacerdoti del tempio chiuso dov'era l'altare del Dio ignoto, un

'n mago barbuto » come lo chiamava sorridendo col suo buon viso affet-tuoso, che tra i lambicchi del laboratorio, maneggiando « intingo ti abbo-minevoli di cervella wm,ane come un Polifemo », cerca/va di leggere « fra le forme cripto grafiche e le nomenclature terrifich,e » la parola dell'anima. Per vie diverse, egbi lo sentiva, cercavano la stessa cosa; in modo diverso erano afferrati entrambi da una stessa angoscia di fronte al gran cielo buio che la gracile ~mena della scienza o dell'arte rischiara appena per breve cerchio; entrambi cercavano l'uno nella materia del corpo umano, l'altro nel cuore, nello spirito dell'uomo, una risposta allo stesso enigma, allo stesso bisogno di luce, di verità, di fede. Perciò gli piaceva soprat-tutto, in quest'uomo di scienza positiva, la sua inquietudine sui massimi problemi e quel senso quasi sacro dei limiti, oltre i quali altra vela è necessaria per veleggicvre nell'alto mare ignoto.

Ma questo carattere, che distingueva il GIACOSA agli occhi dell'amico dal chiuso e opaco positivismo materialistico dei suoi colleghi, proveniva secondo il Fogazzaro dall'intima natura del suo ingegno. « È un profes-sore di scienze che immagina da poeta, che osserva da pittore ». Dentro di lui indovinava « il baco » della poesia: della poesia che gti pareva rivelarsi nell'amico nei modi più diversi; nella vita prima ~ora che nel libro; nelle conversazioni luminose in cui.la biologia, la chimica, la medi-cina di/ventavaino vive per tutti, ionaAte, palpitanti; nella intensità con cui sapeva guardare e godere la natura, la montagna, il piccolissimo nel grande e l'immenso nel piccolo, il filo d'erba e il Monte Bianco; nella

Page 5: L'opera letteraria del Prof. Piero Giacosamedia.regesta.com/dm_0/INTESA/Digital-Library/allegati/ods-ISP/201… · TOMMASO GALLARATI SCOTTI L'opera letteraria del Prof. Piero Giacosa

— 5 —

« grazia del nido famigliare » — e questa era poesia palpitante di verità di bontà che il Fogazzaro gustava — la grazia della casa di Pcvrella,

dove due belle e ridenti figlie illwmúlavano i luoghi della loro giovinezza dove la diletta compagna amava, vegliava e condivideva tutti i pensieri tutto il lavoro; poesia che faceva di quattro anime una sola anima e di

quattro vite una sol vita. Perciò godette come di cosa propria quando nel 1905 GIACOSA gli fece

leggere le sue prime novelle « Specchi dell'enigma ». Ne scrisse a Torino la calda lettera che serve di prefazione al volume e dove mi sembrano segnati i caratteri che riscontriam,o in tutta l'opera di PIERO GIACOSA scrittore. In, essa notava che nel GIACOSA l'arte ha origini diverse che negli artisti di professione. Egli è « il buono artista che anche fuori dell'arte sa molto e sa bene e trova maggior copia di germi nella immaginazione e lavora tessuti di maggiore solidità in paragone 'dei colleghi fidenti nel-l'estro e sprezzatori degli studi severi ». E riscontrava in lui. quel « senso quasi religioso dei fitti, impenetrabiLi misteri, onde l'uomo esce, che porta in sè stesso, che attraversa, dove si perde »; quell'« amore del misterioso » che non ha però in GIACOSA radici in lux fantasticare astratto, ma nel contatto quotidiano con mondi non conosciuti se anche facenti parte del nostro cosmo e che pur danno il brivido dell'ignoto a chi vi si avvicina.

A Emilio Treves, nella prefazione, il Fogazzaro raccomandava di far scrivere ancora il GIACOSA. Erano buoni tempi in cui gli editori pote-vano fax pressioni perchè i troppo modesti o i restii si distogliessero dalle esitazioni, omai ignote, di esser degni del pubblico. « Fatelo scrivere! ». E il GIACOSA scrisse infatti e pubblicò nel 1919 una lunga novella: « Il gran cimento », dove alcune doti del volume antecedente si riaffermavano per una intensa emozione nel descrivere il singolare idillio di Elena e di Giorgio, in cui ciò che più vi tocca non è la trama fantastica, ma la pene-trazione di certi amori che fioriscono nell'autunno della vita, e le affinità segrete tra il dramma intimo e il « suo paesaggio, dalle linee armoniose

possenti delle sue montagne ». Nel 1914 seguiva un altro volume: « :Anteo », il racconto a cui forse

il GIACOSA tiene di più, perchè riflette il sito travaglio, i suoi dubbi, le sue esitazioni ed è penetrato dallo spirito di im periodo che la guerra chiu-deva, disperdendo quelle inquietudini e trasportando di fronte a nuovi problemi e a nuovi ientim,enti umani e religiosi; un libro segnato dalla impronta spirituale di un'epoca superata, e così chiavo nelle influenze subite che non occorre leggere la data sulla copertina per comprendere le correnti da cui proviene. Se ciò può essergli rimproverato come un difetto, poichè l'arte che partecipa troppo alla disputa contingente e alle passioni intellettuali del momento è destinata a invecchiare, è anche vero che l'interesse del libro sta nell'impronta dell'epoca e nella descrizione di una generazione spirituale fatta attraverso Monsignore Emanuele di Tucuman e il suo singolarissimo caso, di vescovo che accorgendosi improvvisamente per la confessione di sua madre, di non essere nemmeno battezzato, si ritrova libero da tutto il suo passato, da tutta la sua tradi-zione, da tutti i suoi supposti obblighi, che ritocca terra e può ricomin-

Page 6: L'opera letteraria del Prof. Piero Giacosamedia.regesta.com/dm_0/INTESA/Digital-Library/allegati/ods-ISP/201… · TOMMASO GALLARATI SCOTTI L'opera letteraria del Prof. Piero Giacosa

— 6 —

ciare una vita religiosa distaccata da tutto il passato. Dramma più cere-brale che reale, attraversato dalle inquietudini del modernismo di cui è un'ultima voce.

E dominato dalle sopravvissute passioni, partecipe della mentalità dell'ora successi/va: la guerra, è il libro « Stirpe italica », pubblicato nel 1918. Il GIACOSA stesso confessa che si era accinto a scrivere una breve storia del contributo dato dagLi, italiani a costituire le scienze sperimen-tali, ma in certe ore l'uomo propone e i grandi avvenimenti che ci affer-rano dispongono di noi, per cv/i, il libro che uscì dalla sua penna fu un libro « sostanzialmente passionale come tutto ciò che avviene in noi i/n,

questo agitato momento storico nel quale nulla che sia umano può sot-trarsi alle potenti vibrazioni che scuotono la terra intera... Libro di pas-sione con tutte le mende, direi quasi le stimmate di questa origine. Ma Libro che ci 'rivela anche il grande amore di PIERO GIACOSA per la sua Italia, di cui si sente ftgLio, per il sangue e per lo spirito; Libro di un uomo di scienza che nell'ora in cui tutta la gioventù era alla fronte, in cui erano in pericolo vite di persone care, e principi che gli erano più cari delle persone e degli averi, non potendo per l'età dare il suo braccio, sof-frendo di quella forzata lontananza dalla lotta, gettava nella mischia per vincere quanto aveva c/// più suo: i suoi pensieri, la sua scienza, la sua arte, la sua esperienza e specialmente il suo amore e la sua fede nelle energie rigeneratrici del popolo italiano. Ma il culto della patria di PIERO GIACOSA, non è solo ideale ed astratto. Egli è anzitutto un piemontese che sente le sue radici vigorose e fonde nelle sue montagne, che le guarda con onore di figlio, che ne ascolta le voci e la poesia eterne, che anche lontano non si dimentica di esser sceso alla pianura e alla civiltà da esse. La sua Italia comincia dalle nevi che la cingono e le Alpi non sono solo un limite e il confine del « bel paese », sono anche un profilo plasmato dalle origini del suo volto eterno, una misura materiale di bellezze e altezze ideai chiuse in essa; sono un poema di pietra che bisogna studiare e commen-tare, da poeta e da uomo di scienza, con l'amore dei commentatori e glos-satori di, un poema immortale.

Il suo libro su Cogne pubblicato nel 1925 è una di, queste glosse. Egli prende questa sua valle diletta, questo luogo prescelto con amore nelle vaste pieghe del regale manto della Val d'Aosta, fin dalla sua giovinezza e la studia e la scruta a fondo nella sua vita di natura e di umanità, dai valichi alle case, dai barbari antichi agti, abitatori d'oggi, dalla fauna e dalle caccie, alle leggende e alle fiabe, con un senso così acuto della poesia di ogni, cosa e dei legami tra gbi, uomini e i luoghi, con tanta arte nel nar-rare la piccola storia paesana, e nel descrivere come son costruiti i villaggi e le chiese, e nell'interpretare .i misteri della natura alpina, dall'assalto delle nuvole che salgono dalla pianura al canto delle acque, che il libro pone il GIACOSA tra i migliori scrittori di cose alpine e lega il suo nome a/i, suoi monti che ne saranno riconoscenti custodi; poichè essi danno in ricambio a chi li, esalta, essi che non mutano, una fama che va oltre al fuggevoli gusti di scuole e di mode.

Page 7: L'opera letteraria del Prof. Piero Giacosamedia.regesta.com/dm_0/INTESA/Digital-Library/allegati/ods-ISP/201… · TOMMASO GALLARATI SCOTTI L'opera letteraria del Prof. Piero Giacosa

— 7 —

Le doti migliori del GIACOSA scrittore e osservatore qui ci svelano il suo intimo legame con la sua terra, con la sua gente. Quest'uomo di vasta cultura internazionale, di lunghe vedute, di amicizie e di letture di conversazioni in piift lingue, di curiosità scientifiche e spirituali che non conoscono i limiti di wn confine, in questo libro scritto con piacere, sembra volerci dire quanto del Piemonte è vivo in lui dall'amore per le vette superbe poste da Dio a sua difesa, alla devozione antica e sobria per il suo Re, per i Savoia; dalla rude volontà del lavoratore sceso dal monte, alla fedeltà per le persone che ama e per le cause che serve.