91
Madre Pienezza del Sacerdozio di Cristo Il Cristo Grande di tutti i tempi Pienezza del Sacerdozio di Cristo Il Cristo Grande di tutti i tempi che racchiude in sé la Divinità e il compendio compatto di tutta la creazione, nel suo essersi tanto Dio quanto uomo e tanto uomo quanto Dio, essendo per la pienezza della sua divinità e l’onnicomprensione perfetta e consumata della vita di tutti gli uomini, vissuta da Lui in ciascuno dei momenti della sua esistenza terrena, nella dimensione penetrativa e onnicomprensiva del suo Canto divino ed umano in manifestazione d’Eternità, perpetuato durante tutti i tempi nel seno della santa Madre Chiesa che racchiude in sé la Divinità e il compendio compatto di tutta la creazione, nel suo essersi tanto Dio quanto uomo e tanto uomo quanto Dio, essendo per la pienezza della sua divinità e l’onnicomprensione perfetta e consumata della vita di tutti gli uomini, vissuta da Lui in ciascuno dei momenti della sua esistenza terrena, nella dimensione penetrativa e onnicomprensiva del suo Canto divino ed umano in manifestazione d’Eternità, perpetuato durante tutti i tempi nel seno della santa Madre Chiesa

Luce nella notte Collana Pienezza Il mistero della fede ... · Pienezza del Sacerdozio di Cristo che racchiude in sé la Divinità e il compendio compatto di tutta la creazione, nel

  • Upload
    lytram

  • View
    215

  • Download
    0

Embed Size (px)

Citation preview

CollanaLuce nella notte

Il mistero della fede

€ 2,00

nº 4

Madre

Pienezzadel Sacerdozio

di Cristo

Il Cristo Grandedi tutti i tempi

Pienezzadel Sacerdozio

di Cristo

Il Cristo Grandedi tutti i tempi

che racchiude in sé la Divinitàe il compendio compatto di tutta la creazione,

nel suo essersi tanto Dio quanto uomoe tanto uomo quanto Dio, essendo

per la pienezza della sua divinitàe l’onnicomprensione perfetta e consumata

della vita di tutti gli uomini,vissuta da Lui in ciascuno dei momenti

della sua esistenza terrena,nella dimensione penetrativa e onnicomprensiva

del suo Canto divino ed umanoin manifestazione d’Eternità,

perpetuato durante tutti i tempinel seno della santa Madre Chiesa

che racchiude in sé la Divinitàe il compendio compatto di tutta la creazione,

nel suo essersi tanto Dio quanto uomoe tanto uomo quanto Dio, essendo

per la pienezza della sua divinitàe l’onnicomprensione perfetta e consumata

della vita di tutti gli uomini,vissuta da Lui in ciascuno dei momenti

della sua esistenza terrena,nella dimensione penetrativa e onnicomprensiva

del suo Canto divino ed umanoin manifestazione d’Eternità,

perpetuato durante tutti i tempinel seno della santa Madre Chiesa

Pienezzadel Sacerdozio

di Cristoche racchiude in sé la Divinità

e il compendio compatto di tutta la creazione,nel suo essersi tanto Dio quanto uomo

e tanto uomo quanto Dio, essendo

Il Cristo Grandedi tutti i tempi

per la pienezza della sua divinitàe l’onnicomprensione perfetta e consumata

della vita di tutti gli uomini, vissuta da Lui in ciascuno dei momenti

della sua esistenza terrena,nella dimensione penetrativa e onnicomprensiva

del suo Canto divino e umanoin manifestazione d’Eternità,

perpuato durante tutti i tempinel seno della santa Madre Chiesa

3ª EDIZIONE

MADRE TRINIDAD DE LA SANTA MADRE IGLESIAFondatrice de L’Opera della Chiesa

25-10-1974

PIENEZZADEL SACERDOZIO

DI CRISTO

La mia anima-Chiesa ha bisogno, per l’esi-genza della perfezione per la quale Dio l’hacreata, di godere e di fruire nella penetrazioneassaporabile del perché di tutte le cose. E per-ciò, quando, nella mia piccolezza, intravedo inassaporamento amoroso il perché dell’eternoEssente, adoro, soggiogata di amore, nel modopiù perfetto in cui posso farlo sulla terra, conil godimento beatissimo di sapere che l’adora-zione è la risposta più adeguata della creaturadavanti all’eccellenza perfettissima dell’infinitoEssere. Il mio spirito solo adorando si sente ri-posato, rispondendo all’Amore eterno, in resatotale con tutto quanto sono e posseggo.

Ma pure, quando entro nel perché dell’Incar-nazione, nel suo modo di essere e nella profon-dità della sua realtà, oltrepassata, adoro in mo-do trascendente, così come la creatura è capacedi farlo di fronte al Creatore.

3

Nibil Obstat: Julio Sagredo Viña, CensoreImprimatur: Joaquín Iniesta Calvo-Zataráin

Vicario GeneraleMadrid, 25-1-2004

1ª Edizione: Marzo 2000

Tratto da libri inediti della Madre Trinidad de la SantaMadre Iglesia e dai libri pubblicati:

«LA CHIESA E IL SUO MISTERO»«FRUTTI DI PREGHIERA» e«VIVENCIAS DEL ALMA»

© 2003 EDITORIAL ECO DE LA IGLESIA (1ª Edizione)

L’OPERA DELLA CHIESAROMA - 00149 MADRID - 28006Via Vigna due Torri, 90 C/ Velázquez, 88Tel. 06.551.46.44 Tel. 91.435.41.45

E-mail: [email protected]

www.clerus.org (Santa Sede: Congregazione per il Clero)

ISBN: 84-86724-49-XDepósito legal: M. 2.176-2004

Obra de la Iglesia
Texto escrito a máquina
NOTA.- Potrebbe esserci qualche salto nella numerazione a conseguenza dell'eliminazione delle pagine in bianco in questa edizione elettronica.
Obra de la Iglesia
Texto escrito a máquina
Obra de la Iglesia
Texto escrito a máquina
Obra de la Iglesia
Texto escrito a máquina

25-10-1974

PIENEZZADEL SACERDOZIO

DI CRISTO

La mia anima-Chiesa ha bisogno, per l’esi-genza della perfezione per la quale Dio l’hacreata, di godere e di fruire nella penetrazioneassaporabile del perché di tutte le cose. E per-ciò, quando, nella mia piccolezza, intravedo inassaporamento amoroso il perché dell’eternoEssente, adoro, soggiogata di amore, nel modopiù perfetto in cui posso farlo sulla terra, conil godimento beatissimo di sapere che l’adora-zione è la risposta più adeguata della creaturadavanti all’eccellenza perfettissima dell’infinitoEssere. Il mio spirito solo adorando si sente ri-posato, rispondendo all’Amore eterno, in resatotale con tutto quanto sono e posseggo.

Ma pure, quando entro nel perché dell’Incar-nazione, nel suo modo di essere e nella profon-dità della sua realtà, oltrepassata, adoro in mo-do trascendente, così come la creatura è capacedi farlo di fronte al Creatore.

3

Nibil Obstat: Julio Sagredo Viña, CensoreImprimatur: Joaquín Iniesta Calvo-Zataráin

Vicario GeneraleMadrid, 25-1-2004

1ª Edizione: Marzo 2000

Tratto da libri inediti della Madre Trinidad de la SantaMadre Iglesia e dai libri pubblicati:

«LA CHIESA E IL SUO MISTERO»«FRUTTI DI PREGHIERA» e«VIVENCIAS DEL ALMA»

© 2003 EDITORIAL ECO DE LA IGLESIA (1ª Edizione)

L’OPERA DELLA CHIESAROMA - 00149 MADRID - 28006Via Vigna due Torri, 90 C/ Velázquez, 88Tel. 06.551.46.44 Tel. 91.435.41.45

E-mail: [email protected]

www.clerus.org (Santa Sede: Congregazione per il Clero)

ISBN: 84-86724-49-XDepósito legal: M. 2.176-2004

La Trinità si dà all’uomo per mezzo di Cristonell’Incarnazione, e l’uomo è innestato nellaTrinità attraverso questo glorioso mistero. Percui, il riposo della mia vita è adorare Dio perciò che è in sé, da sé e per sé, e nel misterodel Sacerdozio di Cristo, realizzato e ricapitola-to nell’Incarnazione.

Attraverso il mistero del Verbo Incarnato,scopro il compendio compatto di tutto il pianodi Dio terminato in relazione all’uomo, nellaconsumazione della sua perfezione. Dio si è fat-to Uomo perché l’uomo, per Cristo, con Cristoed in Cristo, fosse Dio per partecipazione e, vi-vendo della perfezione eterna, adempisse il pia-no per il quale era stato creato: «A quanti l’han-no accolto, ha dato potere di diventare figli diDio, a quelli che credono nel suo nome»2.Cristo è Dio che con tutta la sua dimensioneinfinita si dà all’uomo, ed è l’Uomo che, con ilcontenimento di tutta la creazione, si consegnain risposta d’amore per tutta la stessa creazio-ne alla coeterna e infinita Trinità, essendo Eglila seconda persona della stessa Trinità.

Il mistero dell’Incarnazione è la manifesta-zione della vita di Dio verso fuori, nella suaUnità di essere e nella sua Trinità di Persone.Dio vive con l’uomo, per Cristo, tutta la suarealtà; e l’uomo vive con Dio, per Cristo, della

5

Mistero sovrabbondante di realtà, che, comemanifestazione della potenza e della magnifi-cenza dell’infinito Potere, racchiude in sé la rea-lizzazione perfetta del piano di Dio nei confrontidell’uomo...!: «Benedetto sia Dio, Padre delSignore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedet-ti con ogni benedizione spirituale nei cieli, inCristo; in Lui ci ha scelti prima della creazionedel mondo, per essere santi e immacolati al suocospetto nella carità, predestinandoci a esseresuoi figli adottivi per opera di Gesù Cristo, se-condo il beneplacito della sua volontà. E que-sto a lode e gloria della sua grazia»1. Poichénell’Incarnazione è detto l’idillio d’amore dellastessa Trinità e tutta la realtà divina e creata, econtiene in sé Dio che si dà all’uomo e l’Uomoche si ridona allo stesso Dio in Canzone divinaed umana.

Quale concerto di armonia, in tasteggiare diinedite sfumature, racchiude, nel silenzio dellasua trascendenza, il mistero soggiogante dell’In-carnazione...! In esso Dio si dice all’uomo cosìcom’è, ed in esso l’uomo si ridona a Dio cosìmeravigliosamente che, nell’unione e per l’unio-ne indissolubile e ipostatica della natura divinae della natura umana, lo stesso Verbo infinito In-carnato del Padre è la Canzone ridonativa, in ri-sposta all’infinito Essere.

4

1 Ef 1, 3-6. 2 Gv 1, 12.

La Trinità si dà all’uomo per mezzo di Cristonell’Incarnazione, e l’uomo è innestato nellaTrinità attraverso questo glorioso mistero. Percui, il riposo della mia vita è adorare Dio perciò che è in sé, da sé e per sé, e nel misterodel Sacerdozio di Cristo, realizzato e ricapitola-to nell’Incarnazione.

Attraverso il mistero del Verbo Incarnato,scopro il compendio compatto di tutto il pianodi Dio terminato in relazione all’uomo, nellaconsumazione della sua perfezione. Dio si è fat-to Uomo perché l’uomo, per Cristo, con Cristoed in Cristo, fosse Dio per partecipazione e, vi-vendo della perfezione eterna, adempisse il pia-no per il quale era stato creato: «A quanti l’han-no accolto, ha dato potere di diventare figli diDio, a quelli che credono nel suo nome»2.Cristo è Dio che con tutta la sua dimensioneinfinita si dà all’uomo, ed è l’Uomo che, con ilcontenimento di tutta la creazione, si consegnain risposta d’amore per tutta la stessa creazio-ne alla coeterna e infinita Trinità, essendo Eglila seconda persona della stessa Trinità.

Il mistero dell’Incarnazione è la manifesta-zione della vita di Dio verso fuori, nella suaUnità di essere e nella sua Trinità di Persone.Dio vive con l’uomo, per Cristo, tutta la suarealtà; e l’uomo vive con Dio, per Cristo, della

5

Mistero sovrabbondante di realtà, che, comemanifestazione della potenza e della magnifi-cenza dell’infinito Potere, racchiude in sé la rea-lizzazione perfetta del piano di Dio nei confrontidell’uomo...!: «Benedetto sia Dio, Padre delSignore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedet-ti con ogni benedizione spirituale nei cieli, inCristo; in Lui ci ha scelti prima della creazionedel mondo, per essere santi e immacolati al suocospetto nella carità, predestinandoci a esseresuoi figli adottivi per opera di Gesù Cristo, se-condo il beneplacito della sua volontà. E que-sto a lode e gloria della sua grazia»1. Poichénell’Incarnazione è detto l’idillio d’amore dellastessa Trinità e tutta la realtà divina e creata, econtiene in sé Dio che si dà all’uomo e l’Uomoche si ridona allo stesso Dio in Canzone divinaed umana.

Quale concerto di armonia, in tasteggiare diinedite sfumature, racchiude, nel silenzio dellasua trascendenza, il mistero soggiogante dell’In-carnazione...! In esso Dio si dice all’uomo cosìcom’è, ed in esso l’uomo si ridona a Dio cosìmeravigliosamente che, nell’unione e per l’unio-ne indissolubile e ipostatica della natura divinae della natura umana, lo stesso Verbo infinito In-carnato del Padre è la Canzone ridonativa, in ri-sposta all’infinito Essere.

4

1 Ef 1, 3-6. 2 Gv 1, 12.

le, nella Persona infinita del Verbo Incarnato,rimangono racchiusi, nella e per mezzo dellaunione delle due nature, divina e umana, ilCielo e la terra, il Creatore e la creatura, l’eter-nità e il tempo, con tutto ciò che contiene Dioe con tutto ciò che contiene la creazione...!

«Cristo è immagine del Dio invisibile, gene-rato prima di ogni creatura; poiché per mezzodi Lui sono state create tutte le cose, quelle neicieli e quelle sulla terra, quelle visibili e quel-le invisibili…; tutte le cose sono state create permezzo di Lui e in vista di Lui. Egli è prima ditutte le cose e tutte sussistono in Lui»3.

La pienezza del Sacerdozio di Cristo lo fa es-sere: l’Unzione e l’Unto, la Divinità e l’Umanità,la Santità infinita e il Ricapitolatore dei peccatidegli uomini, l’Adorazione perfetta e l’Effusioned’infinita misericordia; e la Risposta che, in vit-timazione sanguinante, soddisfa adeguatamen-te la santità del Dio tre volte Santo offesa.

O pienezza del Sacerdozio di Cristo, che hail potere di essere, per la sua Persona divina,quanto può essere nella potenza infinita, e diessere in se stesso Uomo, con la capacità di ab-bracciare tutti gli uomini di tutti i tempi, e conla risposta adeguata all’immensità dell’Essere, inadorazione e in effusione sanguinante come vit-

7

perfezione infinita, nell’intercomunicazione fa-miliare con tutti gli uomini.

O mistero trascendente dell’Incarnazione, ca-pace di contenere l’incontenibile, poiché è pos-sessore dello stesso Verbo infinito Incarnato,che, nel seno di Maria, porta con sé il Padre elo Spirito Santo per dimorare nella Signora inricreazione d’amore e comunicazione interfa-miliare di vita trinitaria e, per mezzo della Ma-ternità divina e universale di Maria, con tutti gliuomini...!

O Mistero che rende possibile che l’Uomodiventi l’Unigenito del Padre, la Parola espres-siva che, in fiotti di essere, esce dalla sua Boccacome manifestazione incandescente d’infinitasapienza...! Mistero luminoso per il quale l’Eter-no vive con gli uomini essendo uno di loro neltempo...!

Il sacerdozio è unione di Dio con l’uomo.Per cui Cristo, che è da se stesso l’unione diDio con l’uomo, è la pienezza del Sacerdozio,essendo l’unzione della Divinità sulla sua uma-nità così traboccante, tanto, tanto...! da non ave-re altra Persona che quella divina.

Che unione quella della Divinità e dell’u-manità, in Cristo...! Che perfezione di compe-netrazione...! Che pienezza di realtà, per la qua-

6

3 Col 1, 15-17.

le, nella Persona infinita del Verbo Incarnato,rimangono racchiusi, nella e per mezzo dellaunione delle due nature, divina e umana, ilCielo e la terra, il Creatore e la creatura, l’eter-nità e il tempo, con tutto ciò che contiene Dioe con tutto ciò che contiene la creazione...!

«Cristo è immagine del Dio invisibile, gene-rato prima di ogni creatura; poiché per mezzodi Lui sono state create tutte le cose, quelle neicieli e quelle sulla terra, quelle visibili e quel-le invisibili…; tutte le cose sono state create permezzo di Lui e in vista di Lui. Egli è prima ditutte le cose e tutte sussistono in Lui»3.

La pienezza del Sacerdozio di Cristo lo fa es-sere: l’Unzione e l’Unto, la Divinità e l’Umanità,la Santità infinita e il Ricapitolatore dei peccatidegli uomini, l’Adorazione perfetta e l’Effusioned’infinita misericordia; e la Risposta che, in vit-timazione sanguinante, soddisfa adeguatamen-te la santità del Dio tre volte Santo offesa.

O pienezza del Sacerdozio di Cristo, che hail potere di essere, per la sua Persona divina,quanto può essere nella potenza infinita, e diessere in se stesso Uomo, con la capacità di ab-bracciare tutti gli uomini di tutti i tempi, e conla risposta adeguata all’immensità dell’Essere, inadorazione e in effusione sanguinante come vit-

7

perfezione infinita, nell’intercomunicazione fa-miliare con tutti gli uomini.

O mistero trascendente dell’Incarnazione, ca-pace di contenere l’incontenibile, poiché è pos-sessore dello stesso Verbo infinito Incarnato,che, nel seno di Maria, porta con sé il Padre elo Spirito Santo per dimorare nella Signora inricreazione d’amore e comunicazione interfa-miliare di vita trinitaria e, per mezzo della Ma-ternità divina e universale di Maria, con tutti gliuomini...!

O Mistero che rende possibile che l’Uomodiventi l’Unigenito del Padre, la Parola espres-siva che, in fiotti di essere, esce dalla sua Boccacome manifestazione incandescente d’infinitasapienza...! Mistero luminoso per il quale l’Eter-no vive con gli uomini essendo uno di loro neltempo...!

Il sacerdozio è unione di Dio con l’uomo.Per cui Cristo, che è da se stesso l’unione diDio con l’uomo, è la pienezza del Sacerdozio,essendo l’unzione della Divinità sulla sua uma-nità così traboccante, tanto, tanto...! da non ave-re altra Persona che quella divina.

Che unione quella della Divinità e dell’u-manità, in Cristo...! Che perfezione di compe-netrazione...! Che pienezza di realtà, per la qua-

6

3 Col 1, 15-17.

Dio riposa perché è adorato dalla creatura comeEgli infinitamente ed eternamente merita.

Gesù, Adorazione del Padre, per l’eccellen-za inesauribile della sua santità, davanti a que-sta stessa Santità offesa e oltraggiata, come ma-nifestazione amorosa, ha bisogno di ripararla,e, in un supremo atto di adorazione espiatoria,muore, rispondendo nel grado più perfetto chela creatura può fare di fronte all’infinito e coe-terno Essere offeso.

«Cristo, costituito Pontefice dei beni futuri…,con il proprio sangue entrò una volta per sem-pre nel santuario, dopo averci ottenuto la re-denzione eterna»5.

La vita di Gesù, consumata passo passo nel-la sua dolorosa vittimazione, è l’espressione sil-labata in uno strazio sanguinante dell’amore diDio, che, pieno di misericordia, si effonde sul-l’uomo; ed è sillabazione di vittimazione cheglorifica lo stesso Amore infinito offeso.

O mistero segretissimo dell’Incarnazione, checontiene l’incontenibile e manifesta l’immanife-stabile attraverso le apparenze semplici, capta-bili e vive di un’umanità così meravigliosamen-te aderita alla Divinità, che rende possibile cheDio pianga a Betlemme, scoppi in sangue nelGetsemani e muoia nudo di ogni consolazione

9

tima redentrice, potendo dire in diritto di pro-prietà: Io sono il Sommo ed Eterno Sacerdote,perché sono in me e da me e nella perfezionedella mia realtà Dio e Uomo, con la possibilitàinfinita che Dio si è e si ha, e con la possibili-tà massima che l’uomo è e può essere!

Gesù è Dio con l’Uomo, potendo dire perla pienezza del suo Sacerdozio: Io sono Dio eUomo; Io sono in me l’Unzione sacra e l’Unto;Io sono il Donatore infinito e il Ricapitolatoredi tutta l’umanità; Io sono il Piano di Dio ter-minato nel modo perfettissimo che l’infinitoEssere inventò nella sua eterna sapienza, cosìcome la Risposta che Egli stesso voleva riceve-re dall’umanità. Ancora di più: Io sono, per lamia divinità, quanto sono nella sussistenza in-finita che, come Parola del Padre, da Lui ho ri-cevuto; ed Io sono, come Uomo, l’Adorazioneperfetta davanti all’infinita santità del sommoBene offeso; Io sono la Compiacenza del Padrequando guarda l’Uomo, poiché in me si vedecosì meravigliosamente riflesso, che gaudiosa-mente può dire: «Questi è il mio Figlio ama-tissimo nel quale mi sono compiaciuto»4.

Cristo è l’Adorazione perfetta del Padre che,davanti all’eccellenza dell’infinita Santità, ri-sponde adeguatamente alla sua perfezione. E

8

4 Mt 3, 17. 5 Eb 9, 11-12.

Dio riposa perché è adorato dalla creatura comeEgli infinitamente ed eternamente merita.

Gesù, Adorazione del Padre, per l’eccellen-za inesauribile della sua santità, davanti a que-sta stessa Santità offesa e oltraggiata, come ma-nifestazione amorosa, ha bisogno di ripararla,e, in un supremo atto di adorazione espiatoria,muore, rispondendo nel grado più perfetto chela creatura può fare di fronte all’infinito e coe-terno Essere offeso.

«Cristo, costituito Pontefice dei beni futuri…,con il proprio sangue entrò una volta per sem-pre nel santuario, dopo averci ottenuto la re-denzione eterna»5.

La vita di Gesù, consumata passo passo nel-la sua dolorosa vittimazione, è l’espressione sil-labata in uno strazio sanguinante dell’amore diDio, che, pieno di misericordia, si effonde sul-l’uomo; ed è sillabazione di vittimazione cheglorifica lo stesso Amore infinito offeso.

O mistero segretissimo dell’Incarnazione, checontiene l’incontenibile e manifesta l’immanife-stabile attraverso le apparenze semplici, capta-bili e vive di un’umanità così meravigliosamen-te aderita alla Divinità, che rende possibile cheDio pianga a Betlemme, scoppi in sangue nelGetsemani e muoia nudo di ogni consolazione

9

tima redentrice, potendo dire in diritto di pro-prietà: Io sono il Sommo ed Eterno Sacerdote,perché sono in me e da me e nella perfezionedella mia realtà Dio e Uomo, con la possibilitàinfinita che Dio si è e si ha, e con la possibili-tà massima che l’uomo è e può essere!

Gesù è Dio con l’Uomo, potendo dire perla pienezza del suo Sacerdozio: Io sono Dio eUomo; Io sono in me l’Unzione sacra e l’Unto;Io sono il Donatore infinito e il Ricapitolatoredi tutta l’umanità; Io sono il Piano di Dio ter-minato nel modo perfettissimo che l’infinitoEssere inventò nella sua eterna sapienza, cosìcome la Risposta che Egli stesso voleva riceve-re dall’umanità. Ancora di più: Io sono, per lamia divinità, quanto sono nella sussistenza in-finita che, come Parola del Padre, da Lui ho ri-cevuto; ed Io sono, come Uomo, l’Adorazioneperfetta davanti all’infinita santità del sommoBene offeso; Io sono la Compiacenza del Padrequando guarda l’Uomo, poiché in me si vedecosì meravigliosamente riflesso, che gaudiosa-mente può dire: «Questi è il mio Figlio ama-tissimo nel quale mi sono compiaciuto»4.

Cristo è l’Adorazione perfetta del Padre che,davanti all’eccellenza dell’infinita Santità, ri-sponde adeguatamente alla sua perfezione. E

8

4 Mt 3, 17. 5 Eb 9, 11-12.

Com’è grande Cristo...! Com’è trascendenteil mistero che racchiude...! Com’è sovrabbon-dante e schiacciante la sua realtà...! Che cosapuò essere in sé che non sia, se è per la suaPersona divina tutto quanto può essere nellastessa possibilità infinita di Dio e, per la suaumanità, tutto quanto l’uomo può essere nellasua possibilità creata...? Quale Dio, vive in unio-ne con il Padre e con lo Spirito Santo nell’in-tercomunicazione familiare della sua vita trini-taria; e quale Uomo, nell’unione familiare diogni uomo che, aderendo a Lui per il misterodella Chiesa, è talmente uno con Lui, da esse-re parte del suo Corpo Mistico, divenendomembro suo per il compendio compatto del mi-stero dell’Incarnazione. «Ora voi siete corpo diCristo e sue membra, ciascuno per la sua par-te. E a ciascuno è data una manifestazione par-ticolare dello Spirito per l’utilità comune»7.

Cristo è pure la Contenzione compatta di tut-ti i tempi con tutti gli uomini, che abbraccia,nel compendio della sua realtà, la creazione.Poiché Egli è il Cristo Grande che, nella per-petuazione del mistero della Chiesa, toglie gliimpedimenti della distanza e del tempo per co-lui che, inserito in Lui, lo vive come membrosuo nella realtà compatta che Egli in sé con-tiene.

11

nello strazio della croce, come adorazione per-fetta d’infinita riparazione!

O «pazzia» dell’Amore infinito...! Ci saràqualcosa che, una volta che Dio si fa Uomo,non sia capace di essere? E perciò, nell’effu-sione di questo stesso Amore, si fa Pane, Vinoe Prigioniero dei nostri tabernacoli nel prolun-gamento dei secoli che Egli stesso racchiude insé, per essere, attraverso il mistero dell’Euca-ristia, il Cristo glorioso, ma vittimato, che ci can-ta, in un inno di gloria, il suo amore infinito.

«Io sono il pane vivo, disceso dal cielo; seuno mangia di questo pane vivrà in eterno e ilpane che Io darò è la mia carne per la vita delmondo»6.

La mia poveretta lingua vorrebbe prorom-pere in un cantico ricolmo di deliranti melo-die..., vorrebbe tasteggiare inediti concerti...,per dire, nel mio modo di essere e di espri-mere, qualcosa della trascendenza che ai piedidel mio Tabernacolo, illuminata dallo SpiritoSanto, concepisco dell’inesauribile mistero del-l’Incarnazione, manifestato amorosamente nellavita di Cristo durante i suoi trentatré anni, checolmò la perfezione della sua vittimazione conla sua morte sulla croce, e perpetuato durantetutti i tempi nella Chiesa.

10

6 Gv 6, 51. 7 1 Cor 12, 27. 7.

Com’è grande Cristo...! Com’è trascendenteil mistero che racchiude...! Com’è sovrabbon-dante e schiacciante la sua realtà...! Che cosapuò essere in sé che non sia, se è per la suaPersona divina tutto quanto può essere nellastessa possibilità infinita di Dio e, per la suaumanità, tutto quanto l’uomo può essere nellasua possibilità creata...? Quale Dio, vive in unio-ne con il Padre e con lo Spirito Santo nell’in-tercomunicazione familiare della sua vita trini-taria; e quale Uomo, nell’unione familiare diogni uomo che, aderendo a Lui per il misterodella Chiesa, è talmente uno con Lui, da esse-re parte del suo Corpo Mistico, divenendomembro suo per il compendio compatto del mi-stero dell’Incarnazione. «Ora voi siete corpo diCristo e sue membra, ciascuno per la sua par-te. E a ciascuno è data una manifestazione par-ticolare dello Spirito per l’utilità comune»7.

Cristo è pure la Contenzione compatta di tut-ti i tempi con tutti gli uomini, che abbraccia,nel compendio della sua realtà, la creazione.Poiché Egli è il Cristo Grande che, nella per-petuazione del mistero della Chiesa, toglie gliimpedimenti della distanza e del tempo per co-lui che, inserito in Lui, lo vive come membrosuo nella realtà compatta che Egli in sé con-tiene.

11

nello strazio della croce, come adorazione per-fetta d’infinita riparazione!

O «pazzia» dell’Amore infinito...! Ci saràqualcosa che, una volta che Dio si fa Uomo,non sia capace di essere? E perciò, nell’effu-sione di questo stesso Amore, si fa Pane, Vinoe Prigioniero dei nostri tabernacoli nel prolun-gamento dei secoli che Egli stesso racchiude insé, per essere, attraverso il mistero dell’Euca-ristia, il Cristo glorioso, ma vittimato, che ci can-ta, in un inno di gloria, il suo amore infinito.

«Io sono il pane vivo, disceso dal cielo; seuno mangia di questo pane vivrà in eterno e ilpane che Io darò è la mia carne per la vita delmondo»6.

La mia poveretta lingua vorrebbe prorom-pere in un cantico ricolmo di deliranti melo-die..., vorrebbe tasteggiare inediti concerti...,per dire, nel mio modo di essere e di espri-mere, qualcosa della trascendenza che ai piedidel mio Tabernacolo, illuminata dallo SpiritoSanto, concepisco dell’inesauribile mistero del-l’Incarnazione, manifestato amorosamente nellavita di Cristo durante i suoi trentatré anni, checolmò la perfezione della sua vittimazione conla sua morte sulla croce, e perpetuato durantetutti i tempi nella Chiesa.

10

6 Gv 6, 51. 7 1 Cor 12, 27. 7.

«Io sono la vite, voi i tralci: chi rimane inme e io in Lui, fa molto frutto; perché senza dime non potete far nulla»10.

Com’è grande la Chiesa, perpetuazione vivae vivente di Cristo con noi, contenimento delsuo mistero e donazione di tutto Lui in tutti ein ciascuno dei momenti della nostra vita...!

Per mezzo della Chiesa, Cristo è con noi du-rante tutti i tempi; e noi con Lui nel suo, dive-nendo il tempo, che apparentemente mi separada Cristo, come un fantasma dell’immaginazio-ne che rimane ridotto al nulla dalla grandezzadella mia vita di fede, speranza e carità, la qua-le mi fa vivere Cristo senza frontiere, senza di-stanze e senza nulla che si interponga tra Luie me. Poiché, sprofondata nella concavità pro-fonda del suo costato aperto, bevo a fiotti dal-la sorgente della sua vita infinita che, scaturen-do dal petto della Trinità, attraverso di Lui misi dà in saturazione di divinità. Ed anche, nelsuo costato aperto, mi sazio della pienezza delsuo Sacerdozio, che, in effusione di vittimazio-ne, risponde, in un inno d’adorazione, all’A-more infinito oltraggiato, in consegna perfetta.

La mia anima-Chiesa sazia tutta la sua setetorturante ai piedi del tabernacolo presso il Diopiagato che, davanti all’infinita Santità offesa,morì come inno di glorificazione sanguinante.

13

O mistero soggiogante dell’Incarnazione cherende possibile che il Dio-Uomo, per la perfe-zione onnicomprensiva della sua umanità, rac-chiuda in sé gli uomini di tutti i secoli, facen-do sparire, per la pienezza dell’estensione dellasua grazia, perfino il tempo con la distanza delsuo prolungamento...!

Non esiste, per il Cristo Grande di tutti i tem-pi, nessun impedimento che lo separi neancheun apice da alcuno dei suoi figli, perché tuttisono contenuti in Lui, facendoli vivere dellapienezza del suo Sacerdozio direttamente nellasorgente insondabile e inesauribile della sua ef-fusione.

Come le tre divine Persone, avendo un soloessere, vivono nell’intimità della loro vita trini-taria essendosi tutta la loro inesauribile perfe-zione, così nel mistero di Cristo tutti siamo unocon Lui, in un modo così perfetto, compatto einterfamiliare, che Egli è il Capo di tutte le suemembra, formando il Cristo Grande di tutti itempi ed essendo noi stessi capaci, per il mi-stero meraviglioso dell’Incarnazione, di vivereper Cristo, in Lui e con Lui, in intercomunica-zione di vita familiare fra tutti noi e, inseriti inCristo come i tralci nella vite8, con il Padre elo Spirito Santo: «Padre, che siano uno comeTu e Io siamo uno»9.

12

8 Cfr. Gv 15, 5. 9 Gv 17, 11. 10 Gv 15, 5.

«Io sono la vite, voi i tralci: chi rimane inme e io in Lui, fa molto frutto; perché senza dime non potete far nulla»10.

Com’è grande la Chiesa, perpetuazione vivae vivente di Cristo con noi, contenimento delsuo mistero e donazione di tutto Lui in tutti ein ciascuno dei momenti della nostra vita...!

Per mezzo della Chiesa, Cristo è con noi du-rante tutti i tempi; e noi con Lui nel suo, dive-nendo il tempo, che apparentemente mi separada Cristo, come un fantasma dell’immaginazio-ne che rimane ridotto al nulla dalla grandezzadella mia vita di fede, speranza e carità, la qua-le mi fa vivere Cristo senza frontiere, senza di-stanze e senza nulla che si interponga tra Luie me. Poiché, sprofondata nella concavità pro-fonda del suo costato aperto, bevo a fiotti dal-la sorgente della sua vita infinita che, scaturen-do dal petto della Trinità, attraverso di Lui misi dà in saturazione di divinità. Ed anche, nelsuo costato aperto, mi sazio della pienezza delsuo Sacerdozio, che, in effusione di vittimazio-ne, risponde, in un inno d’adorazione, all’A-more infinito oltraggiato, in consegna perfetta.

La mia anima-Chiesa sazia tutta la sua setetorturante ai piedi del tabernacolo presso il Diopiagato che, davanti all’infinita Santità offesa,morì come inno di glorificazione sanguinante.

13

O mistero soggiogante dell’Incarnazione cherende possibile che il Dio-Uomo, per la perfe-zione onnicomprensiva della sua umanità, rac-chiuda in sé gli uomini di tutti i secoli, facen-do sparire, per la pienezza dell’estensione dellasua grazia, perfino il tempo con la distanza delsuo prolungamento...!

Non esiste, per il Cristo Grande di tutti i tem-pi, nessun impedimento che lo separi neancheun apice da alcuno dei suoi figli, perché tuttisono contenuti in Lui, facendoli vivere dellapienezza del suo Sacerdozio direttamente nellasorgente insondabile e inesauribile della sua ef-fusione.

Come le tre divine Persone, avendo un soloessere, vivono nell’intimità della loro vita trini-taria essendosi tutta la loro inesauribile perfe-zione, così nel mistero di Cristo tutti siamo unocon Lui, in un modo così perfetto, compatto einterfamiliare, che Egli è il Capo di tutte le suemembra, formando il Cristo Grande di tutti itempi ed essendo noi stessi capaci, per il mi-stero meraviglioso dell’Incarnazione, di vivereper Cristo, in Lui e con Lui, in intercomunica-zione di vita familiare fra tutti noi e, inseriti inCristo come i tralci nella vite8, con il Padre elo Spirito Santo: «Padre, che siano uno comeTu e Io siamo uno»9.

12

8 Cfr. Gv 15, 5. 9 Gv 17, 11. 10 Gv 15, 5.

piena di gaudio nella saturazione della sua sa-pienza, ascoltare il Padre che mi chiama: Figliomio, ricreazione delle sue compiacenze e im-magine della sua perfezione.

Che sei Tu, Gesù, che mi hai reso con teparola viva che esprime Dio in risposta di glo-rificazione amorosa...? Che sei Tu, Gesù, che mihai dato la possibilità, per la partecipazione deltuo Sacerdozio, di essere redenzione degli uo-mini? Che sei Tu, Gesù...? Che sei Tu, Gesù...?

Io oggi, oltrepassata dal compendio com-patto che di te comprendo per la mia vita difede, ti adoro nel modo riposato in cui la crea-tura, inserita in Te, può fare.

Grazie, Signore, perché in Te ormai possoadorare Dio come ne ho bisogno, poiché in Te,partecipando della pienezza del tuo Sacerdozio,posso sentirmi adorazione che, in rendimentodi grazie e riparazione, risponde all’Amore in-finito oltraggiato. Grazie, Gesù, poiché in Te eper mezzo di Te posso essere alimento di vitain effusione abbondante di divinità per tutti gliuomini, senza distanza di tempo e di luogo.

Dal mistero dell’Incarnazione si trascendeall’Increato, ma nel segreto profondo del senodi Maria, dove la Trinità è coperta dal mantointoccabile della verginità della Signora.

15

Oh, se io potessi rendere grazie a Dio perl’effusione del suo amore, per la pienezza diquanto Egli è in sé, e per la magnificenza diquanto nel suo mistero concepisco!

«Per questo io piego le ginocchia davanti alPadre, dal quale ogni paternità nei cieli e sul-la terra prende nome, perché vi conceda, se-condo la ricchezza della sua gloria, di esserepotentemente rafforzati dal suo Spirito nell’uo-mo interiore; che il Cristo abiti per la fede neivostri cuori e così, radicati e fondati nella ca-rità, siate in grado di comprendere con tutti isanti quale sia l’ampiezza, la lunghezza, l’altez-za e la profondità, e conoscere l’amore di Cristoche sorpassa ogni conoscenza, perché siate ri-colmi di tutta la pienezza di Dio»11.

Il mio povero essere non è capace di rea-lizzare ciò di cui ha bisogno, per la piccolezzadel mio contenimento. Ma, non importa, eccoCristo, che è il Rendimento di Grazie pieno, cherisponde a Dio così perfettamente, che, nellasua ridonazione, gli canta il Cantico infinito chesolo Lui può cantarsi. Ed è così grande e rea-le la pienezza del mistero dell’Incarnazione, cheper esso, quando il Padre mi guarda, in mevede Cristo, e mi vede talmente fatta una cosacon Lui, che sono una delle membra del suoCorpo Mistico, potendo la mia anima-Chiesa,

14

11 Ef 3, 14-19.

piena di gaudio nella saturazione della sua sa-pienza, ascoltare il Padre che mi chiama: Figliomio, ricreazione delle sue compiacenze e im-magine della sua perfezione.

Che sei Tu, Gesù, che mi hai reso con teparola viva che esprime Dio in risposta di glo-rificazione amorosa...? Che sei Tu, Gesù, che mihai dato la possibilità, per la partecipazione deltuo Sacerdozio, di essere redenzione degli uo-mini? Che sei Tu, Gesù...? Che sei Tu, Gesù...?

Io oggi, oltrepassata dal compendio com-patto che di te comprendo per la mia vita difede, ti adoro nel modo riposato in cui la crea-tura, inserita in Te, può fare.

Grazie, Signore, perché in Te ormai possoadorare Dio come ne ho bisogno, poiché in Te,partecipando della pienezza del tuo Sacerdozio,posso sentirmi adorazione che, in rendimentodi grazie e riparazione, risponde all’Amore in-finito oltraggiato. Grazie, Gesù, poiché in Te eper mezzo di Te posso essere alimento di vitain effusione abbondante di divinità per tutti gliuomini, senza distanza di tempo e di luogo.

Dal mistero dell’Incarnazione si trascendeall’Increato, ma nel segreto profondo del senodi Maria, dove la Trinità è coperta dal mantointoccabile della verginità della Signora.

15

Oh, se io potessi rendere grazie a Dio perl’effusione del suo amore, per la pienezza diquanto Egli è in sé, e per la magnificenza diquanto nel suo mistero concepisco!

«Per questo io piego le ginocchia davanti alPadre, dal quale ogni paternità nei cieli e sul-la terra prende nome, perché vi conceda, se-condo la ricchezza della sua gloria, di esserepotentemente rafforzati dal suo Spirito nell’uo-mo interiore; che il Cristo abiti per la fede neivostri cuori e così, radicati e fondati nella ca-rità, siate in grado di comprendere con tutti isanti quale sia l’ampiezza, la lunghezza, l’altez-za e la profondità, e conoscere l’amore di Cristoche sorpassa ogni conoscenza, perché siate ri-colmi di tutta la pienezza di Dio»11.

Il mio povero essere non è capace di rea-lizzare ciò di cui ha bisogno, per la piccolezzadel mio contenimento. Ma, non importa, eccoCristo, che è il Rendimento di Grazie pieno, cherisponde a Dio così perfettamente, che, nellasua ridonazione, gli canta il Cantico infinito chesolo Lui può cantarsi. Ed è così grande e rea-le la pienezza del mistero dell’Incarnazione, cheper esso, quando il Padre mi guarda, in mevede Cristo, e mi vede talmente fatta una cosacon Lui, che sono una delle membra del suoCorpo Mistico, potendo la mia anima-Chiesa,

14

11 Ef 3, 14-19.

la potenza dell’Altissimo. Colui che nascerà saràdunque santo e chiamato Figlio di Dio»12.

In Maria, il suo sacerdozio si chiama: Mater-nità divina, poiché è il mezzo attraverso il qua-le Dio si unisce all’uomo e l’uomo rimane in-serito, per Cristo, in Dio. Ed Ella, essendoMadre dello stesso Dio Incarnato, per il Sacer-dozio di Cristo, risponde con Lui, come Madrenella pienezza della sua maternità sacerdotale,in adorazione, rendimento di grazie e ripara-zione, per l’offerta del suo Figlio infinito Incar-nato, fatta al Padre. E così come Dio può direnell’incarnarsi: Io sono Dio e Uomo nella pie-nezza del mio Sacerdozio, in Maria, la sua ma-ternità è così meravigliosa, così divina, che lafa essere in diritto di proprietà Madre di Dio eMadre dell’Uomo. Tutto il resto in Lei è conse-guenza dell’operare perfetto di Dio in effusio-ne sulla sua maternità. O Maternità divina diMaria, traboccante di pienezza e satura di sa-cerdozio...!

Tutto ciò che in Cristo abbiamo visto del suoSacerdozio nel mistero dell’Incarnazione, attra-verso l’unione delle due nature nella personadel Verbo, si può applicare a Maria, nel modoe nel grado della sua Maternità divina, per laperfezione del suo sacerdozio, che rende pos-sibile che in Lei, per Lei, e attraverso la sua

17

Dio vive nell’occultamento velato della suaverginità infinita nel Sancta Sanctorum dellasua santità eterna, avvolto nel Tempio trascen-dente del suo infinito essere. Nessuno può en-trare in Lui senza essere introdotto dal braccioonnipotente del suo potere, in effusione di mi-sericordia eterna.

Ma Dio ha voluto che entrassimo grazie al-l’invito della sua Parola Incarnata, e, per que-sto, ha cercato la maniera di darsi a noi avvol-to nel Sancta Sanctorum del seno di Maria,coperto dal velo immacolato della sua splen-dente verginità. Per cui, per scoprire ed entra-re nel profondo di Dio, è necessario essere in-trodotto dalla mano amorosa della Maternità diMaria.

Tutta la grandezza di Nostra Signora, chepure come quella di Cristo fu manifestata aBetlemme, sul Calvario e nella sua gloriosa as-sunzione in cielo, le viene per il mistero del-l’Incarnazione nella pienezza del Sacerdozio diCristo.

Anche Maria ha un sacerdozio che si chia-ma: Maternità divina, poiché fu così sovrab-bondantemente unta dalla Divinità, che puòdire in diritto di proprietà al Figlio di Dio: Figliomio, con lo stesso diritto con cui lo può direal Figlio dell’Uomo. «Lo Spirito Santo scenderàsu di Te, Maria, e su Te stenderà la sua ombra

16

12 Lc 1, 35.

la potenza dell’Altissimo. Colui che nascerà saràdunque santo e chiamato Figlio di Dio»12.

In Maria, il suo sacerdozio si chiama: Mater-nità divina, poiché è il mezzo attraverso il qua-le Dio si unisce all’uomo e l’uomo rimane in-serito, per Cristo, in Dio. Ed Ella, essendoMadre dello stesso Dio Incarnato, per il Sacer-dozio di Cristo, risponde con Lui, come Madrenella pienezza della sua maternità sacerdotale,in adorazione, rendimento di grazie e ripara-zione, per l’offerta del suo Figlio infinito Incar-nato, fatta al Padre. E così come Dio può direnell’incarnarsi: Io sono Dio e Uomo nella pie-nezza del mio Sacerdozio, in Maria, la sua ma-ternità è così meravigliosa, così divina, che lafa essere in diritto di proprietà Madre di Dio eMadre dell’Uomo. Tutto il resto in Lei è conse-guenza dell’operare perfetto di Dio in effusio-ne sulla sua maternità. O Maternità divina diMaria, traboccante di pienezza e satura di sa-cerdozio...!

Tutto ciò che in Cristo abbiamo visto del suoSacerdozio nel mistero dell’Incarnazione, attra-verso l’unione delle due nature nella personadel Verbo, si può applicare a Maria, nel modoe nel grado della sua Maternità divina, per laperfezione del suo sacerdozio, che rende pos-sibile che in Lei, per Lei, e attraverso la sua

17

Dio vive nell’occultamento velato della suaverginità infinita nel Sancta Sanctorum dellasua santità eterna, avvolto nel Tempio trascen-dente del suo infinito essere. Nessuno può en-trare in Lui senza essere introdotto dal braccioonnipotente del suo potere, in effusione di mi-sericordia eterna.

Ma Dio ha voluto che entrassimo grazie al-l’invito della sua Parola Incarnata, e, per que-sto, ha cercato la maniera di darsi a noi avvol-to nel Sancta Sanctorum del seno di Maria,coperto dal velo immacolato della sua splen-dente verginità. Per cui, per scoprire ed entra-re nel profondo di Dio, è necessario essere in-trodotto dalla mano amorosa della Maternità diMaria.

Tutta la grandezza di Nostra Signora, chepure come quella di Cristo fu manifestata aBetlemme, sul Calvario e nella sua gloriosa as-sunzione in cielo, le viene per il mistero del-l’Incarnazione nella pienezza del Sacerdozio diCristo.

Anche Maria ha un sacerdozio che si chia-ma: Maternità divina, poiché fu così sovrab-bondantemente unta dalla Divinità, che puòdire in diritto di proprietà al Figlio di Dio: Figliomio, con lo stesso diritto con cui lo può direal Figlio dell’Uomo. «Lo Spirito Santo scenderàsu di Te, Maria, e su Te stenderà la sua ombra

16

12 Lc 1, 35.

di Dio nei confronti dell’uomo, lo è per Mariae per la sua Maternità divina, dove si realizzal’unione dell’uomo con Dio con tutta la con-tenzione di donazione infinita che ciò racchiu-de. Dio ci si dà per mezzo di Maria e ci innal-za a sé, sublimandoci così meravigliosamente,da introdurci nella profondità profonda del suopetto.

La mia povera anima, davanti al mistero del-l’Incarnazione realizzato nel seno di Nostra Si-gnora, si sente cadere soggiogata d’amore a Dio,a Cristo e a Maria, sapendo, nell’assaporamentosperimentale del mio essere Chiesa, che, ac-coccolandomi nella mia Vergine Madre, potrò,senza morire, contemplare sulla terra il misterotrascendente dell’Incarnazione.

Maria è la fiaccola della mia vita, il sentierodel mio camminare, il rifugio nei miei pericoli,la maternità della mia filiazione, la nuova Don-na per la quale vivo di Dio nell’assaporamen-to profondo del suo mistero. E, nella misura incui saprò addentrarmi nel seno della mia Ver-gine Bianca, mi saranno dati e manifestati sul-la terra tutti i misteri dell’infinito Essere che,nell’effusione sovrabbondante del Sacerdoziodel Figlio della Vergine, mi viene sillabato dalsuo seno, con cuore di Madre e amore di SpiritoSanto.

19

Maternità divina, si realizzi l’inconcepibile: Dioche dice: Io sono Uomo; e l’Uomo: Io sonoDio; Maria che dice a Dio: Figlio mio!; e Dio aMaria: Madre mia! Il detto di Dio non è comeil nostro, ma, secondo la perfezione del suo es-sere infinito, quando parla opera ciò che dicein realizzazione compiuta di quanto pronuncia.

Dio fece Maria così perfetta, a immagine del-la sua eterna Verginità, da dirle la sua Parolacosì infinitamente che Maria, nell’amore delloSpirito Santo, per il suo tocco di fecondità nelsuo seno, eruppe in una fecondità di verginitàcosì sovrabbondante, che fu, in diritto di pro-prietà, Madre dell’Unigenito del Padre, Incar-nato.

Per cui, se Cristo è Redentore, Maria Corre-dentrice; se Cristo è l’Adorazione, Maria Adora-trice; se Cristo è la Vittima, Maria lo offre e sioffre con Lui al Padre, in funzione del suo spe-cifico e peculiare sacerdozio, con il diritto chela sua maternità le dà.

«Simeone li benedisse e parlò a Maria, suaMadre: «Egli è qui per la rovina e la risurrezio-ne di molti in Israele, segno di contraddizioneperché siano svelati i pensieri di molti cuori; eanche a te una spada trafiggerà l’anima”»13.

Poiché se Cristo è, per il suo Sacerdozio, lacontenzione e la realizzazione di tutto il piano

18

13 Lc 2, 34-35.

di Dio nei confronti dell’uomo, lo è per Mariae per la sua Maternità divina, dove si realizzal’unione dell’uomo con Dio con tutta la con-tenzione di donazione infinita che ciò racchiu-de. Dio ci si dà per mezzo di Maria e ci innal-za a sé, sublimandoci così meravigliosamente,da introdurci nella profondità profonda del suopetto.

La mia povera anima, davanti al mistero del-l’Incarnazione realizzato nel seno di Nostra Si-gnora, si sente cadere soggiogata d’amore a Dio,a Cristo e a Maria, sapendo, nell’assaporamentosperimentale del mio essere Chiesa, che, ac-coccolandomi nella mia Vergine Madre, potrò,senza morire, contemplare sulla terra il misterotrascendente dell’Incarnazione.

Maria è la fiaccola della mia vita, il sentierodel mio camminare, il rifugio nei miei pericoli,la maternità della mia filiazione, la nuova Don-na per la quale vivo di Dio nell’assaporamen-to profondo del suo mistero. E, nella misura incui saprò addentrarmi nel seno della mia Ver-gine Bianca, mi saranno dati e manifestati sul-la terra tutti i misteri dell’infinito Essere che,nell’effusione sovrabbondante del Sacerdoziodel Figlio della Vergine, mi viene sillabato dalsuo seno, con cuore di Madre e amore di SpiritoSanto.

19

Maternità divina, si realizzi l’inconcepibile: Dioche dice: Io sono Uomo; e l’Uomo: Io sonoDio; Maria che dice a Dio: Figlio mio!; e Dio aMaria: Madre mia! Il detto di Dio non è comeil nostro, ma, secondo la perfezione del suo es-sere infinito, quando parla opera ciò che dicein realizzazione compiuta di quanto pronuncia.

Dio fece Maria così perfetta, a immagine del-la sua eterna Verginità, da dirle la sua Parolacosì infinitamente che Maria, nell’amore delloSpirito Santo, per il suo tocco di fecondità nelsuo seno, eruppe in una fecondità di verginitàcosì sovrabbondante, che fu, in diritto di pro-prietà, Madre dell’Unigenito del Padre, Incar-nato.

Per cui, se Cristo è Redentore, Maria Corre-dentrice; se Cristo è l’Adorazione, Maria Adora-trice; se Cristo è la Vittima, Maria lo offre e sioffre con Lui al Padre, in funzione del suo spe-cifico e peculiare sacerdozio, con il diritto chela sua maternità le dà.

«Simeone li benedisse e parlò a Maria, suaMadre: «Egli è qui per la rovina e la risurrezio-ne di molti in Israele, segno di contraddizioneperché siano svelati i pensieri di molti cuori; eanche a te una spada trafiggerà l’anima”»13.

Poiché se Cristo è, per il suo Sacerdozio, lacontenzione e la realizzazione di tutto il piano

18

13 Lc 2, 34-35.

O fecondità di Maria, che fa sì che il Verboinfinito del Padre sia pronunciato nel suo senoverginale così meravigliosamente che, nelle te-nerezze gaudiose dell’Amore eterno, si operi ilgrande mistero dell’Incarnazione e, per il suoparto glorioso, si manifesti a tutti gli uomini...!

Quante volte, illuminata dallo Spirito Santo,ho compreso, soggiogata d’amore, che tutto ciòche Dio mi ha dato, mi dà e mi darà, sarà permezzo e attraverso la maternità di Maria, e chenella misura in cui io vivrò la mia filiazione conLei, Dio mi si comunicherà. Maria mi porta aDio, ed io, come creatura piccolina, posseggol’impossibile nella misura e nella dimensione incui mi introduco nel Sancta Sanctorum delseno verginale di Nostra Signora.

L’Incarnazione, in Cristo, è mistero di sacer-dozio; ed in Maria, per la sua maternità, è puremistero di sacerdozio.

Per il suo Sacerdozio, Cristo dice al Padre:Io sono l’Uomo; e agli uomini: Io sono Dio;con tutto ciò che questo racchiude di donazio-ne da parte dello stesso Dio, e di risposta inadorazione, rendimento di grazie e riparazione,da parte dell’Uomo.

Per il suo sacerdozio, Maria è Madre di Dioe Dio Figlio di una Donna, dando il Verbo

21

Com’è semplice il piano di Dio...! Com’è te-nero...! Com’è dolce...! Com’è materno e com’èamoroso...! Era necessario che Dio si desse agliuomini con cuore di Madre e amore di SpiritoSanto. E questo sulla terra si chiama «Maria!»,che, innalzata fino al recondito del petto di Dio,è tutta Maternità divina, capace di strappare alPadre Eterno il Figlio infinito dal suo Seno e diportarlo a noi, affinché ci dicesse, in sillabazio-ne d’amore, il suo idillio di donazione eterna.

La verginità di Maria fu così ricca nell’ade-sione di tutto il suo essere all’Infinito, che resepossibile che il bacio intoccabile dello SpiritoSanto la facesse erompere in Maternità divinae, attraverso questa maternità, Dio fosse Uomo.

Come vorranno gli uomini manifestare il ve-ro volto della Chiesa, occultando e volendo farpassare inavvertita la lucentezza della grandez-za di Maria? Dove andrà in cerca di sapienza di-vina colui che non sa riceverla nell’anfora pre-ziosa dove l’Eterna Sapienza si è incarnata permanifestarsi in bagliori di santità sotto il fran-gente infinito della sua esplicativa Parola?

La mia anima, creata per il Sommo Bene, silancia al petto di Dio, nelle braccia di Maria,ed Ella, introducendomi nel recondito della suamaternità, mi spinge verso lo stesso Dio, affin-ché, addentrandomi nelle sorgenti dei suoi ine-sauribili affluenti, io contempli, viva e parteci-pi dell’eterno Essente fluente in tre Persone.

20

O fecondità di Maria, che fa sì che il Verboinfinito del Padre sia pronunciato nel suo senoverginale così meravigliosamente che, nelle te-nerezze gaudiose dell’Amore eterno, si operi ilgrande mistero dell’Incarnazione e, per il suoparto glorioso, si manifesti a tutti gli uomini...!

Quante volte, illuminata dallo Spirito Santo,ho compreso, soggiogata d’amore, che tutto ciòche Dio mi ha dato, mi dà e mi darà, sarà permezzo e attraverso la maternità di Maria, e chenella misura in cui io vivrò la mia filiazione conLei, Dio mi si comunicherà. Maria mi porta aDio, ed io, come creatura piccolina, posseggol’impossibile nella misura e nella dimensione incui mi introduco nel Sancta Sanctorum delseno verginale di Nostra Signora.

L’Incarnazione, in Cristo, è mistero di sacer-dozio; ed in Maria, per la sua maternità, è puremistero di sacerdozio.

Per il suo Sacerdozio, Cristo dice al Padre:Io sono l’Uomo; e agli uomini: Io sono Dio;con tutto ciò che questo racchiude di donazio-ne da parte dello stesso Dio, e di risposta inadorazione, rendimento di grazie e riparazione,da parte dell’Uomo.

Per il suo sacerdozio, Maria è Madre di Dioe Dio Figlio di una Donna, dando il Verbo

21

Com’è semplice il piano di Dio...! Com’è te-nero...! Com’è dolce...! Com’è materno e com’èamoroso...! Era necessario che Dio si desse agliuomini con cuore di Madre e amore di SpiritoSanto. E questo sulla terra si chiama «Maria!»,che, innalzata fino al recondito del petto di Dio,è tutta Maternità divina, capace di strappare alPadre Eterno il Figlio infinito dal suo Seno e diportarlo a noi, affinché ci dicesse, in sillabazio-ne d’amore, il suo idillio di donazione eterna.

La verginità di Maria fu così ricca nell’ade-sione di tutto il suo essere all’Infinito, che resepossibile che il bacio intoccabile dello SpiritoSanto la facesse erompere in Maternità divinae, attraverso questa maternità, Dio fosse Uomo.

Come vorranno gli uomini manifestare il ve-ro volto della Chiesa, occultando e volendo farpassare inavvertita la lucentezza della grandez-za di Maria? Dove andrà in cerca di sapienza di-vina colui che non sa riceverla nell’anfora pre-ziosa dove l’Eterna Sapienza si è incarnata permanifestarsi in bagliori di santità sotto il fran-gente infinito della sua esplicativa Parola?

La mia anima, creata per il Sommo Bene, silancia al petto di Dio, nelle braccia di Maria,ed Ella, introducendomi nel recondito della suamaternità, mi spinge verso lo stesso Dio, affin-ché, addentrandomi nelle sorgenti dei suoi ine-sauribili affluenti, io contempli, viva e parteci-pi dell’eterno Essente fluente in tre Persone.

20

di Cristo, riceve un sacerdozio peculiare che sichiama Maternità divina, in unione indicibilecon il Sommo ed Eterno Sacerdote.

Come il Sacerdozio di Cristo, dal momentodell’Incarnazione, è stato perpetuato durantetutti i secoli, ricapitolatore di tutti i tempi e do-natore per tutti gli uomini, così la maternità diMaria, dal momento dell’Incarnazione, nellapienezza di questo mistero, racchiude, per l’in-serimento di tutti gli uomini in Cristo, la possi-bilità onnicomprensiva di contenere, sotto l’in-flusso della sua maternità, tutti i tempi con tuttigli uomini in ciascuno dei momenti delle lorovite; nelle quali, per la Chiesa e attraverso lasua Liturgia, diviene per gli uomini vivibile, cap-tabile, e ancor di più, presente e reale, benchémisteriosamente, tutto il mistero della vita, mor-te e risurrezione di Cristo, nel compendio com-patto della maternità di Maria. Per cui l’irradia-zione di questa maternità ci si dà e si perpetuanel seno della Chiesa, negli atti liturgici e at-traverso di essi, per la contenzione del misterodell’Incarnazione, che, realizzandosi in Maria, larende Madre universale, ricolma di sacerdoziograzie alla sua Maternità divina.

Cristo si è quanto è nel seno di Maria, dallostesso e per lo stesso e attraverso la sua Mater-nità divina; e, attraverso questa maternità, Eglici si dà in ognuno degli atti della sua vita pri-vata e pubblica, e ancor di più, ci perpetua tut-

23

Incarnato tale pienezza alla maternità di Maria,che, per sovrabbondanza estensiva di questa ri-colma realtà, la Vergine è Madre di tutti gli uo-mini. Mistero ineffabile dell’infinito amore diDio...! Chi potrà conoscerlo senza diventare cosìpiccolino da essere capace di perdere la suapoveretta comprensione e, aderendo a quelladi Maria, intravedere in Lei e con Lei tutti i mi-steri divini? Dio ha dato a sua Madre una com-prensione così grande dei suoi misteri, che leha fatto contenere l’incontenibile, nel modo tra-scendentemente inimmaginabile che si addicealla sua Maternità divina.

Il sacerdozio è unione di Dio con l’uomo,per cui Cristo, che è da se stesso l’unione diDio con l’uomo, è la pienezza del sacerdozio.Ma, siccome questo sacerdozio è realizzato dal-la Maternità divina di Maria, in Lei e attraversodi Lei Dio si unisce all’uomo.

Grazie alla pienezza del Sacerdozio di Cristo,la verginità di Maria, prorompendo in Maternitàdivina sotto l’azione feconda dello Spirito Santo,è maternità di sacerdozio, diverso dal sacerdo-zio ministeriale del Nuovo Testamento, il qua-le è prolungamento e perpetuazione del som-mo ed eterno Sacerdozio di Cristo.

Cristo è Sacerdote nella pienezza dell’unio-ne delle nature umana e divina nella sua Per-sona; e Maria, dall’emanazione del Sacerdozio

22

di Cristo, riceve un sacerdozio peculiare che sichiama Maternità divina, in unione indicibilecon il Sommo ed Eterno Sacerdote.

Come il Sacerdozio di Cristo, dal momentodell’Incarnazione, è stato perpetuato durantetutti i secoli, ricapitolatore di tutti i tempi e do-natore per tutti gli uomini, così la maternità diMaria, dal momento dell’Incarnazione, nellapienezza di questo mistero, racchiude, per l’in-serimento di tutti gli uomini in Cristo, la possi-bilità onnicomprensiva di contenere, sotto l’in-flusso della sua maternità, tutti i tempi con tuttigli uomini in ciascuno dei momenti delle lorovite; nelle quali, per la Chiesa e attraverso lasua Liturgia, diviene per gli uomini vivibile, cap-tabile, e ancor di più, presente e reale, benchémisteriosamente, tutto il mistero della vita, mor-te e risurrezione di Cristo, nel compendio com-patto della maternità di Maria. Per cui l’irradia-zione di questa maternità ci si dà e si perpetuanel seno della Chiesa, negli atti liturgici e at-traverso di essi, per la contenzione del misterodell’Incarnazione, che, realizzandosi in Maria, larende Madre universale, ricolma di sacerdoziograzie alla sua Maternità divina.

Cristo si è quanto è nel seno di Maria, dallostesso e per lo stesso e attraverso la sua Mater-nità divina; e, attraverso questa maternità, Eglici si dà in ognuno degli atti della sua vita pri-vata e pubblica, e ancor di più, ci perpetua tut-

23

Incarnato tale pienezza alla maternità di Maria,che, per sovrabbondanza estensiva di questa ri-colma realtà, la Vergine è Madre di tutti gli uo-mini. Mistero ineffabile dell’infinito amore diDio...! Chi potrà conoscerlo senza diventare cosìpiccolino da essere capace di perdere la suapoveretta comprensione e, aderendo a quelladi Maria, intravedere in Lei e con Lei tutti i mi-steri divini? Dio ha dato a sua Madre una com-prensione così grande dei suoi misteri, che leha fatto contenere l’incontenibile, nel modo tra-scendentemente inimmaginabile che si addicealla sua Maternità divina.

Il sacerdozio è unione di Dio con l’uomo,per cui Cristo, che è da se stesso l’unione diDio con l’uomo, è la pienezza del sacerdozio.Ma, siccome questo sacerdozio è realizzato dal-la Maternità divina di Maria, in Lei e attraversodi Lei Dio si unisce all’uomo.

Grazie alla pienezza del Sacerdozio di Cristo,la verginità di Maria, prorompendo in Maternitàdivina sotto l’azione feconda dello Spirito Santo,è maternità di sacerdozio, diverso dal sacerdo-zio ministeriale del Nuovo Testamento, il qua-le è prolungamento e perpetuazione del som-mo ed eterno Sacerdozio di Cristo.

Cristo è Sacerdote nella pienezza dell’unio-ne delle nature umana e divina nella sua Per-sona; e Maria, dall’emanazione del Sacerdozio

22

Com’è grande l’Incarnazione che, nel com-pendio della sua realtà, ci fa vivere misteri in-concepibili di donazione e di risposta...!

Per la pienezza del Sacerdozio di Cristo, tut-ti siamo capaci di possedere Dio, essendo perCristo, con Lui ed in Lui, sacerdoti, nella diver-sità di maniere che, nel seno della Chiesa, Dioha messo per tutti e ciascuno dei suoi figli.

«Voi siete “la stirpe eletta, il sacerdozio re-gale, la nazione santa, il popolo che Dio si èacquistato perché proclami le opere meravi-gliose di lui che vi ha chiamato dalle tenebrealla sua ammirabile luce”»14.

Il sacerdozio ha il suo modo peculiare nel-l’effusione dell’unzione sacra sull’uomo, che,secondo la volontà di Dio, è data in un modoo in un altro a ciascuno per la realizzazione delsuo piano eterno.

Il sacerdozio è intrinsecamente unione diDio con l’uomo e dell’uomo con Dio. Per que-sto Cristo, che è la pienezza di questo Sacer-dozio, è in sé Dio-Uomo.

Il suo sacerdozio fece essere Maria Madre diDio e Madre dell’Uomo, in una maternità cosìsovrabbondante, che nel suo seno si è realiz-zata l’unzione della Divinità sull’umanità, inrealtà piena di sacerdozio.

25

ta la sua realtà attraverso la Liturgia durante tut-ti i tempi.

O Maternità divina di Maria, sconosciuta,contenzione compatta del mistero dell’Incar-nazione ed estensione perpetuata di questostesso mistero, che per tuo mezzo si dà agli uo-mini sotto l’azione santificatrice, estensiva, on-nicomprensiva e vivificante dello Spirito San-to...! O sacerdozio sovrabbondante dellamaternità di Nostra Signora tutta Biancadell’Incarnazione...! Lascia che, bevendo allasorgente della tua verginità, io mi saturi cosìmeravigliosamente, che, partecipando della tuafecondità, dia alla luce Cristo nelle anime e siaperpetuazione, per il mio inserimento in Lui,della tua maternità che mi fa pure erompere infeconda maternità spirituale.

Ormai ho un modello, nel seno della Chiesa,per la mia anima di vergine-madre. Ormai hotrovato, attraverso Cristo, in Maria, la pienezzadel mio sacerdozio, il riposo della mia verginitàe la pienezza della mia fecondità, avendo inMaria e per mezzo di Maria il mio modo pe-culiare di rispondere a Dio in adorazione, cheha bisogno, con Lei e come Lei, di vivificare isuoi figli e di presentarsi con loro, nella pecu-liarità del sacerdozio di ciascuno, davanti al-l’infinita Santità come risposta di rendimento digrazie, cantando un inno di perfetta lode allasua gloria.

24

14 1 Pt 2, 9.

Com’è grande l’Incarnazione che, nel com-pendio della sua realtà, ci fa vivere misteri in-concepibili di donazione e di risposta...!

Per la pienezza del Sacerdozio di Cristo, tut-ti siamo capaci di possedere Dio, essendo perCristo, con Lui ed in Lui, sacerdoti, nella diver-sità di maniere che, nel seno della Chiesa, Dioha messo per tutti e ciascuno dei suoi figli.

«Voi siete “la stirpe eletta, il sacerdozio re-gale, la nazione santa, il popolo che Dio si èacquistato perché proclami le opere meravi-gliose di lui che vi ha chiamato dalle tenebrealla sua ammirabile luce”»14.

Il sacerdozio ha il suo modo peculiare nel-l’effusione dell’unzione sacra sull’uomo, che,secondo la volontà di Dio, è data in un modoo in un altro a ciascuno per la realizzazione delsuo piano eterno.

Il sacerdozio è intrinsecamente unione diDio con l’uomo e dell’uomo con Dio. Per que-sto Cristo, che è la pienezza di questo Sacer-dozio, è in sé Dio-Uomo.

Il suo sacerdozio fece essere Maria Madre diDio e Madre dell’Uomo, in una maternità cosìsovrabbondante, che nel suo seno si è realiz-zata l’unzione della Divinità sull’umanità, inrealtà piena di sacerdozio.

25

ta la sua realtà attraverso la Liturgia durante tut-ti i tempi.

O Maternità divina di Maria, sconosciuta,contenzione compatta del mistero dell’Incar-nazione ed estensione perpetuata di questostesso mistero, che per tuo mezzo si dà agli uo-mini sotto l’azione santificatrice, estensiva, on-nicomprensiva e vivificante dello Spirito San-to...! O sacerdozio sovrabbondante dellamaternità di Nostra Signora tutta Biancadell’Incarnazione...! Lascia che, bevendo allasorgente della tua verginità, io mi saturi cosìmeravigliosamente, che, partecipando della tuafecondità, dia alla luce Cristo nelle anime e siaperpetuazione, per il mio inserimento in Lui,della tua maternità che mi fa pure erompere infeconda maternità spirituale.

Ormai ho un modello, nel seno della Chiesa,per la mia anima di vergine-madre. Ormai hotrovato, attraverso Cristo, in Maria, la pienezzadel mio sacerdozio, il riposo della mia verginitàe la pienezza della mia fecondità, avendo inMaria e per mezzo di Maria il mio modo pe-culiare di rispondere a Dio in adorazione, cheha bisogno, con Lei e come Lei, di vivificare isuoi figli e di presentarsi con loro, nella pecu-liarità del sacerdozio di ciascuno, davanti al-l’infinita Santità come risposta di rendimento digrazie, cantando un inno di perfetta lode allasua gloria.

24

14 1 Pt 2, 9.

to dalla maternità di Maria, ci viene dato con lacontenzione della vita, morte e risurrezione diCristo.

È il sacerdote colui che, attraverso la Liturgia,perpetua Cristo tra gli uomini, colui che realiz-za ciò che solo Cristo può realizzare, in un«dire» che è l’attuarsi dello stesso Cristo in ciòche è come Sommo ed Eterno Sacerdote, conil potere della sua grazia, per il bene dell’u-manità.

«Tutto questo viene da Dio, che ci ha ricon-ciliati con sé mediante Cristo e ha affidato a noiil ministero della riconciliazione. Noi fungiamoquindi da ambasciatori per Cristo, come se Dioesortasse per mezzo nostro: “Vi supplichiamoin nome di Cristo: Lasciatevi riconciliare conDio”»17.

E per questo, il sacerdote ha il potere di per-donare i peccati, di rialzare l’uomo caduto e direnderlo figlio di Dio, operando miracoli chesolo l’Unigenito del Padre, per la forza del suoSacerdozio e nella pienezza dello stesso, è ca-pace di effettuare.

Ah sacerdote, sacerdote del Nuovo Testa-mento...! Come deve conformarsi tutta la tuavita alla realizzazione del potere della graziache su di te è caduta il giorno della tua ordina-

27

Perciò, quando Dio unge il sacerdote delNuovo Testamento, lo unge per sé, perché siaCristo davanti agli altri, e perché, con la forzaed il potere di questa grazia, raccolga tutti gliuomini e li porti a Lui.

«Come Tu mi hai mandato nel mondo, an-ch’io li ho mandati nel mondo, e per loro ioconsacro me stesso perché siano anch’essi con-sacrati nella verità»15. «Chi accoglie voi, acco-glie Me, e chi accoglie me accoglie Colui chemi ha mandato»16.

Com’è grande il sacerdote del Nuovo Testa-mento, che, per l’unzione sacra, dal giorno del-la sua ordinazione, può dire: «Questo è il mioCorpo», «Questo è il mio Sangue» e realizzarenuovamente il mistero dell’incarnazione, vita,morte e risurrezione di Cristo, di fronte a Dioe tra gli uomini...! Che grandezza quella del sa-cerdote, che è capace di perpetuare Cristo tranoi; e ancor di più, di essere Cristo tra gli uo-mini, con la pienezza e il riempimento dellapartecipazione del suo Sacerdozio...!

Il detto di Dio, nell’effusione della sua vo-lontà infinita, opera ciò che dice. Per cui, il sa-cerdote del Nuovo Testamento, con la forza del-l’unzione della Divinità su di sé, è capace dirinnovare in perpetuazione, finché dureranno isecoli, il mistero dell’Incarnazione che, realizza-

26

15 Gv 17, 18-19. 16 Mt 10, 40. 17 2 Cor 5, 18. 20.

to dalla maternità di Maria, ci viene dato con lacontenzione della vita, morte e risurrezione diCristo.

È il sacerdote colui che, attraverso la Liturgia,perpetua Cristo tra gli uomini, colui che realiz-za ciò che solo Cristo può realizzare, in un«dire» che è l’attuarsi dello stesso Cristo in ciòche è come Sommo ed Eterno Sacerdote, conil potere della sua grazia, per il bene dell’u-manità.

«Tutto questo viene da Dio, che ci ha ricon-ciliati con sé mediante Cristo e ha affidato a noiil ministero della riconciliazione. Noi fungiamoquindi da ambasciatori per Cristo, come se Dioesortasse per mezzo nostro: “Vi supplichiamoin nome di Cristo: Lasciatevi riconciliare conDio”»17.

E per questo, il sacerdote ha il potere di per-donare i peccati, di rialzare l’uomo caduto e direnderlo figlio di Dio, operando miracoli chesolo l’Unigenito del Padre, per la forza del suoSacerdozio e nella pienezza dello stesso, è ca-pace di effettuare.

Ah sacerdote, sacerdote del Nuovo Testa-mento...! Come deve conformarsi tutta la tuavita alla realizzazione del potere della graziache su di te è caduta il giorno della tua ordina-

27

Perciò, quando Dio unge il sacerdote delNuovo Testamento, lo unge per sé, perché siaCristo davanti agli altri, e perché, con la forzaed il potere di questa grazia, raccolga tutti gliuomini e li porti a Lui.

«Come Tu mi hai mandato nel mondo, an-ch’io li ho mandati nel mondo, e per loro ioconsacro me stesso perché siano anch’essi con-sacrati nella verità»15. «Chi accoglie voi, acco-glie Me, e chi accoglie me accoglie Colui chemi ha mandato»16.

Com’è grande il sacerdote del Nuovo Testa-mento, che, per l’unzione sacra, dal giorno del-la sua ordinazione, può dire: «Questo è il mioCorpo», «Questo è il mio Sangue» e realizzarenuovamente il mistero dell’incarnazione, vita,morte e risurrezione di Cristo, di fronte a Dioe tra gli uomini...! Che grandezza quella del sa-cerdote, che è capace di perpetuare Cristo tranoi; e ancor di più, di essere Cristo tra gli uo-mini, con la pienezza e il riempimento dellapartecipazione del suo Sacerdozio...!

Il detto di Dio, nell’effusione della sua vo-lontà infinita, opera ciò che dice. Per cui, il sa-cerdote del Nuovo Testamento, con la forza del-l’unzione della Divinità su di sé, è capace dirinnovare in perpetuazione, finché dureranno isecoli, il mistero dell’Incarnazione che, realizza-

26

15 Gv 17, 18-19. 16 Mt 10, 40. 17 2 Cor 5, 18. 20.

ogni tribù, lingua, popolo e nazione e li hai co-stituiti per il nostro Dio un regno di sacerdotie regneranno sopra la terra»18.

Poiché, come «l’olio profumato che gronda-va dal capo di Aronne imbeveva tutte le suevesti arrivandone fino all’orlo»19, così tutti noi,inseriti in Cristo, siamo imbevuti della pienez-za della sua divinità, partecipando del suoSacerdozio.

Per il battesimo, tutti abbiamo il nostro sa-cerdozio, misteriosamente ricevuto da Cristo, e,nella misura in cui ci apriamo alla donazioneinfinita, esso diventa più fecondo, più pieno epiù glorificatore per Dio in estensione di vivi-ficazione per gli uomini.

A Cristo il Sacerdozio viene dall’unione del-le due nature nella persona del Verbo, che fasì che possa dire, in diritto pieno di realtà: «Iosono Dio e Uomo».

A Maria l’effusione del suo sacerdozio dà lacapacità di chiamare Dio: Figlio mio!; e che ilFiglio di Dio la chiami Madre, come manifesta-zione di ciò che è.

Al sacerdote del Nuovo Testamento la suapartecipazione al Sacerdozio di Cristo dà la ca-

29

zione sacerdotale...! Ah sacerdote di Cristo,realtà traboccante di perfezione inconcepibile...!

O Pastori della santa Madre Chiesa di Dio,possessori della pienezza del sacerdozio, conti-nuatori degli Apostoli, portatori della loro azio-ne pastorale...!

O meraviglia dell’infallibilità del Papa che,per essere il Supremo Pastore, possiede ed ècapace di congregare tutti gli uomini in un solopensiero e di esprimere loro con sicurezza lavolontà infinita di Dio attraverso la sua paroladi uomo...!

Signore, facci saper apprezzare il tuo amoreinfinito, che, operando ciò che dice, fa parte-cipare ciascuno di noi di Cristo, secondo ilmodo peculiare e particolare della tua volontà,nel seno della Chiesa per la tua glorificazionee nella realizzazione del tuo piano eterno sugliuomini.

Tutti noi cristiani, per l’unzione della Divinitàche si effonde su Cristo, come Capo del CorpoMistico, e attraverso la Maternità di Maria, ab-biamo ricevuto dalla pienezza del Sommo edEterno Sacerdote un sacerdozio regale per lasaturazione delle nostre vite e la vivificazionedi tutto il Popolo di Dio.

«Tu sei degno di prendere il libro e di aprir-ne i sigilli, perché sei stato immolato e hai ri-scattato per Dio con il tuo sangue uomini di

28

18 Ap 5, 9-10. 19 Sal 132, 2.

ogni tribù, lingua, popolo e nazione e li hai co-stituiti per il nostro Dio un regno di sacerdotie regneranno sopra la terra»18.

Poiché, come «l’olio profumato che gronda-va dal capo di Aronne imbeveva tutte le suevesti arrivandone fino all’orlo»19, così tutti noi,inseriti in Cristo, siamo imbevuti della pienez-za della sua divinità, partecipando del suoSacerdozio.

Per il battesimo, tutti abbiamo il nostro sa-cerdozio, misteriosamente ricevuto da Cristo, e,nella misura in cui ci apriamo alla donazioneinfinita, esso diventa più fecondo, più pieno epiù glorificatore per Dio in estensione di vivi-ficazione per gli uomini.

A Cristo il Sacerdozio viene dall’unione del-le due nature nella persona del Verbo, che fasì che possa dire, in diritto pieno di realtà: «Iosono Dio e Uomo».

A Maria l’effusione del suo sacerdozio dà lacapacità di chiamare Dio: Figlio mio!; e che ilFiglio di Dio la chiami Madre, come manifesta-zione di ciò che è.

Al sacerdote del Nuovo Testamento la suapartecipazione al Sacerdozio di Cristo dà la ca-

29

zione sacerdotale...! Ah sacerdote di Cristo,realtà traboccante di perfezione inconcepibile...!

O Pastori della santa Madre Chiesa di Dio,possessori della pienezza del sacerdozio, conti-nuatori degli Apostoli, portatori della loro azio-ne pastorale...!

O meraviglia dell’infallibilità del Papa che,per essere il Supremo Pastore, possiede ed ècapace di congregare tutti gli uomini in un solopensiero e di esprimere loro con sicurezza lavolontà infinita di Dio attraverso la sua paroladi uomo...!

Signore, facci saper apprezzare il tuo amoreinfinito, che, operando ciò che dice, fa parte-cipare ciascuno di noi di Cristo, secondo ilmodo peculiare e particolare della tua volontà,nel seno della Chiesa per la tua glorificazionee nella realizzazione del tuo piano eterno sugliuomini.

Tutti noi cristiani, per l’unzione della Divinitàche si effonde su Cristo, come Capo del CorpoMistico, e attraverso la Maternità di Maria, ab-biamo ricevuto dalla pienezza del Sommo edEterno Sacerdote un sacerdozio regale per lasaturazione delle nostre vite e la vivificazionedi tutto il Popolo di Dio.

«Tu sei degno di prendere il libro e di aprir-ne i sigilli, perché sei stato immolato e hai ri-scattato per Dio con il tuo sangue uomini di

28

18 Ap 5, 9-10. 19 Sal 132, 2.

Essere, per dare loro da bere dell’abbondanzadelle sue sorgenti, della pienezza della sua di-vinità...!

Maria è stata solo un’adesione a tutti i movi-menti dell’anima di Cristo nella sua vita, mis-sione e tragedia, con la sfumatura di Vergine-Madre; questo è anche l’atteggiamento delsacerdote del Nuovo Testamento, atteggiamen-to al quale Egli deve conformare tutta la suavita.

E siccome dal Sacerdozio di Cristo tutti noiche siamo in Lui abbiamo ricevuto un sacer-dozio regale, per Cristo, con Lui ed in Lui, lanostra vita deve essere: glorificazione di Dio, inestensione del suo Regno, come lode della suaGloria.

«Voi venite impiegati come pietre vive perla costruzione di un edificio spirituale, per unsacerdozio santo, per offrire sacrifici spiritualigraditi a Dio, per mezzo di Gesù Cristo»20.

Com’è grande il mistero dell’Incarnazione,per mezzo del quale tutti formiamo un Popolosacerdotale ricolmo e saturo di Divinità! Com’ègrande la Chiesa, che contiene tutto il com-pendio della donazione di Dio in effusione sul-l’uomo, che, adagiato nel suo seno, si perpe-tua in realtà viva e vivente d’infinita donazione!

31

pacità di dire: «Questo è il mio Corpo», «Que-sto è il mio Sangue», e di operare tra gli uomi-ni la perpetuazione di Dio con noi, in modotale da farci essere membra vive di Cristo nel-la realtà del suo Corpo Mistico.

La pienezza del Sacerdozio di Cristo è cosìimmensa, che, da lui, tutti noi cristiani abbia-mo ricevuto il nostro sacerdozio, capace di far-ci vivere la sua vita, la sua tragedia e la suamissione in unione con Lui stesso e, attraversodi Lui, con il Padre e lo Spirito Santo, ed in in-tercomunicazione di beni con tutti gli uominidi tutti i tempi, che, aderendo a Cristo, diven-gono sue membra.

Qual è stato l’atteggiamento dell’anima diCristo nel momento dell’Incarnazione? RicevereDio e, aderendo a Lui, rispondergli adorando-lo in un inno di lode come riparazione alla suainfinita santità offesa; e, in quello stesso istan-te, rivolgersi agli uomini e, come Dio, darsi loroin donazione, rendendola estensiva a tutti loronel prolungamento dei secoli, attraverso laChiesa.

O momento trascendente dell’Incarnazione,che fa sì che Cristo raccolga pure tutti gli uo-mini e, racchiudendoli nel compendio della suaperfezione, si ridoni all’infinita Santità come Ri-sposta di tutti loro e come Oblazione del suosacerdozio davanti all’eccellenza dell’infinito

30

20 1 Pt 2, 5.

Essere, per dare loro da bere dell’abbondanzadelle sue sorgenti, della pienezza della sua di-vinità...!

Maria è stata solo un’adesione a tutti i movi-menti dell’anima di Cristo nella sua vita, mis-sione e tragedia, con la sfumatura di Vergine-Madre; questo è anche l’atteggiamento delsacerdote del Nuovo Testamento, atteggiamen-to al quale Egli deve conformare tutta la suavita.

E siccome dal Sacerdozio di Cristo tutti noiche siamo in Lui abbiamo ricevuto un sacer-dozio regale, per Cristo, con Lui ed in Lui, lanostra vita deve essere: glorificazione di Dio, inestensione del suo Regno, come lode della suaGloria.

«Voi venite impiegati come pietre vive perla costruzione di un edificio spirituale, per unsacerdozio santo, per offrire sacrifici spiritualigraditi a Dio, per mezzo di Gesù Cristo»20.

Com’è grande il mistero dell’Incarnazione,per mezzo del quale tutti formiamo un Popolosacerdotale ricolmo e saturo di Divinità! Com’ègrande la Chiesa, che contiene tutto il com-pendio della donazione di Dio in effusione sul-l’uomo, che, adagiato nel suo seno, si perpe-tua in realtà viva e vivente d’infinita donazione!

31

pacità di dire: «Questo è il mio Corpo», «Que-sto è il mio Sangue», e di operare tra gli uomi-ni la perpetuazione di Dio con noi, in modotale da farci essere membra vive di Cristo nel-la realtà del suo Corpo Mistico.

La pienezza del Sacerdozio di Cristo è cosìimmensa, che, da lui, tutti noi cristiani abbia-mo ricevuto il nostro sacerdozio, capace di far-ci vivere la sua vita, la sua tragedia e la suamissione in unione con Lui stesso e, attraversodi Lui, con il Padre e lo Spirito Santo, ed in in-tercomunicazione di beni con tutti gli uominidi tutti i tempi, che, aderendo a Cristo, diven-gono sue membra.

Qual è stato l’atteggiamento dell’anima diCristo nel momento dell’Incarnazione? RicevereDio e, aderendo a Lui, rispondergli adorando-lo in un inno di lode come riparazione alla suainfinita santità offesa; e, in quello stesso istan-te, rivolgersi agli uomini e, come Dio, darsi loroin donazione, rendendola estensiva a tutti loronel prolungamento dei secoli, attraverso laChiesa.

O momento trascendente dell’Incarnazione,che fa sì che Cristo raccolga pure tutti gli uo-mini e, racchiudendoli nel compendio della suaperfezione, si ridoni all’infinita Santità come Ri-sposta di tutti loro e come Oblazione del suosacerdozio davanti all’eccellenza dell’infinito

30

20 1 Pt 2, 5.

tuatore del mistero di Cristo per la partecipa-zione del suo sacerdozio; di Cristo, Capo di tut-te le membra del suo Corpo Mistico; e di tuttigli uomini, parte di Cristo nella dimensione delmistero della Chiesa!

Io oggi, come «Eco della Chiesa», per la par-tecipazione del mistero del Sacerdozio di Cristoe della maternità sacerdotale di Maria, unita atutti i miei figli, mi presento davanti all’Amoreinfinito con il modo peculiare del sacerdozio diciascuno di loro e con la varietà delle sue sfu-mature; e, nella pienezza di quanto racchiude,rispondo a Dio, a nome di tutti loro, per loroe per me, in adorazione che ha bisogno di es-sere vittimata per la Chiesa, come un inno digloria all’infinita Santità. E nel mio inno di lode,soggiogata dall’eccellenza della maestà di Dio,corro a tutti i confini della terra con la pienez-za che mi ha dato la mia maternità sacerdota-le nel seno della Chiesa, per saturare tutti gliuomini della Divinità che, sgorgando dal pettodi Cristo, tramite Maria e attraverso il sacerdo-zio, ci si comunica in perpetuazione vivente emisteriosamente reale durante tutti i tempi.

Com’è grande il compendio compatto cheracchiude la Chiesa nel suo seno...! Com’è ri-colmo di Divinità...! Com’è saturante di feli-cità...! E come sono pochi coloro che si sazia-no alle sue sorgenti perché non scoprono iltorrente delle sue acque!

33

Grazie, Signore, perché oggi, comprenden-do più profondamente il mistero del sacerdo-zio, mi sento immensamente felice di essere lapiù piccolina nel seno della Chiesa. Come sonofelice che la Chiesa abbia una pienezza cosìgrande di sacerdozio per la diversità di manie-re e di stili di possederlo...!

Oggi ho compreso ancor più chiaramentecome io sono solo «l’Eco della Chiesa» che, inripetizione canora, per la partecipazione delmio sacerdozio, manifesta il compendio com-patto della ricchezza che, nel seno della Chiesa,Dio ha depositato.

La mia missione è ripetere, nella mia fedeltàdi «Eco», la pienezza della sua ricchezza, e perquesto sillabo come posso la grandezza delSacerdozio di Cristo, la lucentezza della Mater-nità divina di Maria e la diversità di maniere disacerdozio che nel seno della Chiesa sono rac-chiuse. Oggi ho compreso ancora meglio la dif-ferenza tra il Sacerdozio di Cristo e quello diMaria, tra il sacerdozio ministeriale del NuovoTestamento e quello di Maria.

Com’è grande Dio nella perfezione del suoessere, nell’intercomunicazione familiare dellasua vita e nella manifestazione splendente delsuo potere, che fa di Dio, Uomo; dell’uomo,Dio; della creatura, Madre dell’Increato; dell’In-creato, Figlio della creatura; dell’uomo, perpe-

32

tuatore del mistero di Cristo per la partecipa-zione del suo sacerdozio; di Cristo, Capo di tut-te le membra del suo Corpo Mistico; e di tuttigli uomini, parte di Cristo nella dimensione delmistero della Chiesa!

Io oggi, come «Eco della Chiesa», per la par-tecipazione del mistero del Sacerdozio di Cristoe della maternità sacerdotale di Maria, unita atutti i miei figli, mi presento davanti all’Amoreinfinito con il modo peculiare del sacerdozio diciascuno di loro e con la varietà delle sue sfu-mature; e, nella pienezza di quanto racchiude,rispondo a Dio, a nome di tutti loro, per loroe per me, in adorazione che ha bisogno di es-sere vittimata per la Chiesa, come un inno digloria all’infinita Santità. E nel mio inno di lode,soggiogata dall’eccellenza della maestà di Dio,corro a tutti i confini della terra con la pienez-za che mi ha dato la mia maternità sacerdota-le nel seno della Chiesa, per saturare tutti gliuomini della Divinità che, sgorgando dal pettodi Cristo, tramite Maria e attraverso il sacerdo-zio, ci si comunica in perpetuazione vivente emisteriosamente reale durante tutti i tempi.

Com’è grande il compendio compatto cheracchiude la Chiesa nel suo seno...! Com’è ri-colmo di Divinità...! Com’è saturante di feli-cità...! E come sono pochi coloro che si sazia-no alle sue sorgenti perché non scoprono iltorrente delle sue acque!

33

Grazie, Signore, perché oggi, comprenden-do più profondamente il mistero del sacerdo-zio, mi sento immensamente felice di essere lapiù piccolina nel seno della Chiesa. Come sonofelice che la Chiesa abbia una pienezza cosìgrande di sacerdozio per la diversità di manie-re e di stili di possederlo...!

Oggi ho compreso ancor più chiaramentecome io sono solo «l’Eco della Chiesa» che, inripetizione canora, per la partecipazione delmio sacerdozio, manifesta il compendio com-patto della ricchezza che, nel seno della Chiesa,Dio ha depositato.

La mia missione è ripetere, nella mia fedeltàdi «Eco», la pienezza della sua ricchezza, e perquesto sillabo come posso la grandezza delSacerdozio di Cristo, la lucentezza della Mater-nità divina di Maria e la diversità di maniere disacerdozio che nel seno della Chiesa sono rac-chiuse. Oggi ho compreso ancora meglio la dif-ferenza tra il Sacerdozio di Cristo e quello diMaria, tra il sacerdozio ministeriale del NuovoTestamento e quello di Maria.

Com’è grande Dio nella perfezione del suoessere, nell’intercomunicazione familiare dellasua vita e nella manifestazione splendente delsuo potere, che fa di Dio, Uomo; dell’uomo,Dio; della creatura, Madre dell’Increato; dell’In-creato, Figlio della creatura; dell’uomo, perpe-

32

29-9-1976

SONO DURE LE MIE NOSTALGIE…

Sono dure le nostalgie del mio cuore feri-to… Spero, senza stancarmi, nelle promesse ca-riche di entusiasmo che l’Amore infinito dissealla mia anima in tenere donazioni che esigo-no dal mio essere ridonazione.

Io ascolto nel mio interiore la melodia del-la sua voce dolce e serena, in delizie di tene-re compiacenze. Io conosco il crepitio dell’im-peto incandescente dei suoi fuochi, comeconosco il passare del suo fragore impetuoso,quale uragano, spinto dalle sue glorie.

Il tempo mi ha insegnato che è paziente edattende, in lunghi anni carichi di misteri, l’Ama-tore che a me mostra i suoi segreti tra nubi, na-scosto tra tenui veli.

Ma conosco anche l’eccelsa eccelsitudine delCoeterno nell’eccellenza del suo esseersi l’Im-menso, dove, in Famiglia, in possesso perfetto,Dio si è Bacio divino nella sapienza dell’altez-za del suo Seno.

35

È compiacenza di Colui che mi ha chiama-to per nome, mostrarmi le sue grandezze, trac-ciare i miei cammini, colmarmi di promesse, in-cidendo con profonde richieste nel mio intimociò che ha voluto per me e per quanti mi ac-compagnano.

Ma gioisce Colui che mi ama, nel dirmi cheè Egli stesso Colui che in me opera, e per que-sto gli piace lasciarmi nella povertà del mio nul-la…

Quando lo guardo, la mia anima irrompe involo salendo fino alla sua altezza… Quando ame torno, scopro le mie povertà, le mie roz-zezze, i miei rudi intendimenti!, ed avvolgo nelsilenzio delle mie pene profondi gemiti… Per-ché, toccando misteri trascendenti nell’eccel-lenza dell’Eccelso in vita e esprimendolo nelmio modo ridotto, mi sembra di profanare leeterne grandezze, e di macchiarle davanti almio essere distorto…!

Mistero che non entra nei miei limiti, che su-pera le mie povere contenzioni, perché è lostesso Dio, che è infinito, Colui che mi si av-vicina in donazione di dolci richieste, chieden-do al mio povero essere di collaborare, nel miosapere, con il suo potere, ai suoi disegni!

Se io potessi dire in qualche modo questoche racchiudo…, quello che mi opprime nellaprofondità fonda del mio petto…!

37

Io so che tra Colui che È e la mia povertà,nella viltà del mio essere intorpidito, esiste in-finità di distanza davanti alla sua altezza, poi-ché l’ho visto, benché avvolta tra le ombre del-la fede, nell’oscuro esilio dove ancora vivo.

E ho visto gli Astri dei suoi Occhi, la Sorgen-te delle sue eterne Fonti; ho bevuto alla fendi-tura del suo petto, saziandomi, in dolci assapo-ramenti, con il nettare di quell’Alimento divinoche inebria con la dolcezza dei cieli; e cammi-no, nell’esilio, tremante, perché posso perdereColui che ho posseduto, finché vivo nella not-te della morte e mi avvolgono feroci nemici.

Io cerco di essere fedele in ogni istante, ar-rivando sino alla fine del mio destino, dove miattende, con il suo petto aperto, l’eternoEssente, avvolto nella sua immensa potenza.

Devo superare sentieri pietrosi, attraversan-do profondi abissi, in notti di silenzi prolunga-ti, senza stelle né lune che illuminino i mieicammini… E se albeggia il giorno che atterri-sce nel deserto e che vorrebbe bruciare il miopetto ferito, devo cercare l’oasi di Colui che,con la sua ombra, si fece per me eterna Fontee Pane divino…

È duro l’ansimare della mia corsa, con il miocalpestare, stanco e dolorante per i lunghi tra-gitti che conducono al giorno dell’eterna fron-tiera, dove dimora Colui che io bramo…!

36

È compiacenza di Colui che mi ha chiama-to per nome, mostrarmi le sue grandezze, trac-ciare i miei cammini, colmarmi di promesse, in-cidendo con profonde richieste nel mio intimociò che ha voluto per me e per quanti mi ac-compagnano.

Ma gioisce Colui che mi ama, nel dirmi cheè Egli stesso Colui che in me opera, e per que-sto gli piace lasciarmi nella povertà del mio nul-la…

Quando lo guardo, la mia anima irrompe involo salendo fino alla sua altezza… Quando ame torno, scopro le mie povertà, le mie roz-zezze, i miei rudi intendimenti!, ed avvolgo nelsilenzio delle mie pene profondi gemiti… Per-ché, toccando misteri trascendenti nell’eccel-lenza dell’Eccelso in vita e esprimendolo nelmio modo ridotto, mi sembra di profanare leeterne grandezze, e di macchiarle davanti almio essere distorto…!

Mistero che non entra nei miei limiti, che su-pera le mie povere contenzioni, perché è lostesso Dio, che è infinito, Colui che mi si av-vicina in donazione di dolci richieste, chieden-do al mio povero essere di collaborare, nel miosapere, con il suo potere, ai suoi disegni!

Se io potessi dire in qualche modo questoche racchiudo…, quello che mi opprime nellaprofondità fonda del mio petto…!

37

Io so che tra Colui che È e la mia povertà,nella viltà del mio essere intorpidito, esiste in-finità di distanza davanti alla sua altezza, poi-ché l’ho visto, benché avvolta tra le ombre del-la fede, nell’oscuro esilio dove ancora vivo.

E ho visto gli Astri dei suoi Occhi, la Sorgen-te delle sue eterne Fonti; ho bevuto alla fendi-tura del suo petto, saziandomi, in dolci assapo-ramenti, con il nettare di quell’Alimento divinoche inebria con la dolcezza dei cieli; e cammi-no, nell’esilio, tremante, perché posso perdereColui che ho posseduto, finché vivo nella not-te della morte e mi avvolgono feroci nemici.

Io cerco di essere fedele in ogni istante, ar-rivando sino alla fine del mio destino, dove miattende, con il suo petto aperto, l’eternoEssente, avvolto nella sua immensa potenza.

Devo superare sentieri pietrosi, attraversan-do profondi abissi, in notti di silenzi prolunga-ti, senza stelle né lune che illuminino i mieicammini… E se albeggia il giorno che atterri-sce nel deserto e che vorrebbe bruciare il miopetto ferito, devo cercare l’oasi di Colui che,con la sua ombra, si fece per me eterna Fontee Pane divino…

È duro l’ansimare della mia corsa, con il miocalpestare, stanco e dolorante per i lunghi tra-gitti che conducono al giorno dell’eterna fron-tiera, dove dimora Colui che io bramo…!

36

24-6-2001

IN BEATITUDINESI È MUTATA LA MIA COLPA

PER LA MIA ANIMA ADDOLORATA DAVANTI A GESÙ CROCIFISSO

Il mistero meraviglioso dell’incarnazione,vita, morte e resurrezione di Cristo, è stato rea-lizzato dal potere infinito e coeterno dell’ado-rabile Trinità, a conseguenza e come conse-guenza di essersi ribellata la creatura contro lavolontà infinita dell’Eccellenza di Dio, offen-dendo la sua sussistente ed infinita Santità;

per redimerci e per riconciliarci nuovamen-te con Lui, e per la realizzazione dei suoi pia-ni eterni, perfetti e compiuti, su di noi, avendo-ci creati a sua immagine e somiglianza affinchélo possedessimo.

Se l’uomo non avesse peccato, Dio non sisarebbe incarnato, né, per la manifestazionedello splendore della sua gloria in trabocca-mento di compassione, si sarebbe dovuto effon-dere sulla nostra miseria; la quale portò il Cristodel Padre, l’Unto di Jahvè, a morte ignominio-sa di crocifissione, come vittima espiatoria di ri-

39

Se io potessi esprimere ciò che occulto neimiei silenzi, senza dargli forma perché non hola parola che decifri quanto in essi si racchiu-de, contenuto nella profondità del mio pettoammutolito…!

Io so che Dio è grande ed è eterno nellamagnificenza eccelsa del suo immenso potere,che tutto può per la sua eccellenza eterna, chetutto è nel suo esseersi infinito e posseduto…

Io so anche, in un modo molto concreto,che sono il nulla, ed Egli il Tutto che nel miopetto annido.

38

24-6-2001

IN BEATITUDINESI È MUTATA LA MIA COLPA

PER LA MIA ANIMA ADDOLORATA DAVANTI A GESÙ CROCIFISSO

Il mistero meraviglioso dell’incarnazione,vita, morte e resurrezione di Cristo, è stato rea-lizzato dal potere infinito e coeterno dell’ado-rabile Trinità, a conseguenza e come conse-guenza di essersi ribellata la creatura contro lavolontà infinita dell’Eccellenza di Dio, offen-dendo la sua sussistente ed infinita Santità;

per redimerci e per riconciliarci nuovamen-te con Lui, e per la realizzazione dei suoi pia-ni eterni, perfetti e compiuti, su di noi, avendo-ci creati a sua immagine e somiglianza affinchélo possedessimo.

Se l’uomo non avesse peccato, Dio non sisarebbe incarnato, né, per la manifestazionedello splendore della sua gloria in trabocca-mento di compassione, si sarebbe dovuto effon-dere sulla nostra miseria; la quale portò il Cristodel Padre, l’Unto di Jahvè, a morte ignominio-sa di crocifissione, come vittima espiatoria di ri-

39

Se io potessi esprimere ciò che occulto neimiei silenzi, senza dargli forma perché non hola parola che decifri quanto in essi si racchiu-de, contenuto nella profondità del mio pettoammutolito…!

Io so che Dio è grande ed è eterno nellamagnificenza eccelsa del suo immenso potere,che tutto può per la sua eccellenza eterna, chetutto è nel suo esseersi infinito e posseduto…

Io so anche, in un modo molto concreto,che sono il nulla, ed Egli il Tutto che nel miopetto annido.

38

«è Amore ed ama», esige la sua perfezione alvolersi riversare, dall’eccellenza della sua Santi-tà coeterna ed infinita, sullo strazio della nostramiseria, per lo splendore della sua gloria in tra-boccamento di compassione misericordiosa sul-la meschinità, povertà e follia della nostra mi-serabile ribellione.

Motivo per cui non possiamo mai giustifica-re la nostra colpa che ha forzato lo stesso Dioa dover trarre da se stesso un portento porten-toso che, in effusione di compassione sulla no-stra miseria, è la Misericordia infinita di Dio inmanifestazione di come «è Amore che ama»,volendoci redimere dalla nostra malvagità permezzo del sangue dell’Agnello che toglie i pec-cati del mondo.

Non c’è nulla che possa giustificare la ribel-lione contro Dio, benché le sue conseguenzesiano molto gloriose per noi, ed a Lui essen-zialmente né tolgono né aumentano nulla: mil-le volte morire prima di offendere Dio!

Grazie, Gesù, per essere rimasto nell’Euca-ristia! Io ti amo! Io ti adoro!

Ma il mio amore verso di Te avrebbe prefe-rito vagare, nel mio penante peregrinare, senzala tua amorosa ed ineffabile compagnia, primadi vederti maltrattato, crocifisso e morto sul pa-tibolo della croce, abbandonato da tutti, e nel-

41

parazione infinita davanti al Dio tre volte Santooffeso; e, quale Agnello immacolato, ad offrirela sua vita in immolazione come riscatto chetoglie i peccati dell’uomo caduto nel ribellarsicontro il Creatore.

Per cui la mia anima, davanti alla considera-zione di questa terribile, ma drammatica realtà,ringrazia Dio, esultante di gaudio, con inni ecantici di lode e sotto la limitazione della mianullità, con spirito adorante e contrito, umiliatadavanti alla miseria del mio nulla, riverente, tre-mante e spaventata, dal fatto che il Verbo si siafatto carne ed abbia abitato tra di noi.

Ma, per il mio amore verso di Lui e il dram-ma della mia colpa per averlo offeso –benchésia stato tanto beneficiante per me il misterodella sua incarnazione, vita, morte e resurre-zione– avrei preferito rimanere più povera, alnon essere figlia di Dio, innestata in Cristo perLui, con Lui ed in Lui, piuttosto della conse-guenza che, per salvarmi, si sia dovuta realiz-zare, in redenzione di straziante crocifissione,per la gloria del Nome di Jahvè, la donazionedi Dio, che ripara i miei peccati;

e ho compreso che la Santità infinita offesaesigeva, per perfezione della sua stessa naturadivina, riparazione infinita davanti alla ribellio-ne della creatura al suo Creatore; e, pertanto,un Restauratore infinito, nel modo e nella ma-niera che, da Colui che «è Amore e può» ed

40

«è Amore ed ama», esige la sua perfezione alvolersi riversare, dall’eccellenza della sua Santi-tà coeterna ed infinita, sullo strazio della nostramiseria, per lo splendore della sua gloria in tra-boccamento di compassione misericordiosa sul-la meschinità, povertà e follia della nostra mi-serabile ribellione.

Motivo per cui non possiamo mai giustifica-re la nostra colpa che ha forzato lo stesso Dioa dover trarre da se stesso un portento porten-toso che, in effusione di compassione sulla no-stra miseria, è la Misericordia infinita di Dio inmanifestazione di come «è Amore che ama»,volendoci redimere dalla nostra malvagità permezzo del sangue dell’Agnello che toglie i pec-cati del mondo.

Non c’è nulla che possa giustificare la ribel-lione contro Dio, benché le sue conseguenzesiano molto gloriose per noi, ed a Lui essen-zialmente né tolgono né aumentano nulla: mil-le volte morire prima di offendere Dio!

Grazie, Gesù, per essere rimasto nell’Euca-ristia! Io ti amo! Io ti adoro!

Ma il mio amore verso di Te avrebbe prefe-rito vagare, nel mio penante peregrinare, senzala tua amorosa ed ineffabile compagnia, primadi vederti maltrattato, crocifisso e morto sul pa-tibolo della croce, abbandonato da tutti, e nel-

41

parazione infinita davanti al Dio tre volte Santooffeso; e, quale Agnello immacolato, ad offrirela sua vita in immolazione come riscatto chetoglie i peccati dell’uomo caduto nel ribellarsicontro il Creatore.

Per cui la mia anima, davanti alla considera-zione di questa terribile, ma drammatica realtà,ringrazia Dio, esultante di gaudio, con inni ecantici di lode e sotto la limitazione della mianullità, con spirito adorante e contrito, umiliatadavanti alla miseria del mio nulla, riverente, tre-mante e spaventata, dal fatto che il Verbo si siafatto carne ed abbia abitato tra di noi.

Ma, per il mio amore verso di Lui e il dram-ma della mia colpa per averlo offeso –benchésia stato tanto beneficiante per me il misterodella sua incarnazione, vita, morte e resurre-zione– avrei preferito rimanere più povera, alnon essere figlia di Dio, innestata in Cristo perLui, con Lui ed in Lui, piuttosto della conse-guenza che, per salvarmi, si sia dovuta realiz-zare, in redenzione di straziante crocifissione,per la gloria del Nome di Jahvè, la donazionedi Dio, che ripara i miei peccati;

e ho compreso che la Santità infinita offesaesigeva, per perfezione della sua stessa naturadivina, riparazione infinita davanti alla ribellio-ne della creatura al suo Creatore; e, pertanto,un Restauratore infinito, nel modo e nella ma-niera che, da Colui che «è Amore e può» ed

40

ne»1 e non hanno fine; e, d’altra parte, strazia-ta e addolorata perché la manifestazione dellaMisericordia infinita sia dovuta essere tantodrammatica, in riparazione cruenta davanti allaSantità del sussistente Essere offeso, e la restau-razione della nostra ribellione contro l’infinitoe coeterno Creatore.

Grazie, Signore!, perché «amando i tuoi lihai amati sino all’estremo e sino alla fine»2 esei rimasto con noi fino alla consumazione deitempi, come sostentamento delle nostre anime,in cibo ed in bevanda; per saziare la nostrafame e per refrigerare la nostra sete con la sa-turazione, in partecipazione, dell’inebriamentodella tua stessa divinità, in gaudio gloriosissimoe felicissimo d’eternità:

«Chi ha sete venga a me e beva, e chi hafame venga a me e mangi ché Io gli darò gratui-tamente dell’acqua della vita». Poiché «Chimangia la mia carne e beve il mio sangue dimo-ra in me e Io in lui e Io lo resusciterò nell’ul-timo giorno»3.

«Grazie, Gesù, per essere rimasto nell’Euca-ristia!; io ti adoro!

Grazie, Gesù, per essere rimasto nell’Euca-ristia!; io ti amo!».

43

la dimenticanza in cui ti trovi da parte della mag-gioranza dei tuoi figli, dopo aver istituito il gran-de portento dell’Eucaristia, come manifestazionemaestosa e splendente in sperpero dell’amorecon cui ci ami, e di doverti vedere profanato ecosì sacrilegamente trattato dalla malvagità mi-serabile degli uomini, per i quali, in crocifissio-ne cruenta, hai effuso tutto il tuo sangue.

Beata me, col carico dei miei peccati, per taleRedentore! Ma all’amore che io ho per te piacedi più, mio Gesù del Calvario e dell’Eucaristia,che nessuna creatura si fosse mai ribellata con-tro la tua Santità infinita, forzandoti, per la ma-nifestazione del tuo infinito potere e per losplendore della tua gloria, a realizzare una cosatanto meravigliosa per noi quanto drammatica sudi Te, al fine di poterci redimere dai nostri pec-cati, reinserendoci nei piani eterni di Dio, che cicreò solo ed esclusivamente affinché lo posse-dessimo, innalzandoci alla dignità inimmagina-bile ed insospettata di essere figli suoi, eredi del-la sua gloria, e partecipi della vita divina.

L’uomo carnale che non conosce Dio né lamagnificenza della maestà e dello splendoredella sua gloria, non può comprendere, e glisembrerà uno sproposito, quello che oggi, gior-no dell’Immacolato Cuore di Maria, la mia ani-ma ha penetrato; da un lato, piena di gratitu-dine perché «le misericordie di Dio sono eter-

42

1 Sal 135.2 Cfr. Gv 13, 1.

3 Gv 7, 37b; Gv 6, 35; Ap21, 6; Gv 6, 56. 54.

ne»1 e non hanno fine; e, d’altra parte, strazia-ta e addolorata perché la manifestazione dellaMisericordia infinita sia dovuta essere tantodrammatica, in riparazione cruenta davanti allaSantità del sussistente Essere offeso, e la restau-razione della nostra ribellione contro l’infinitoe coeterno Creatore.

Grazie, Signore!, perché «amando i tuoi lihai amati sino all’estremo e sino alla fine»2 esei rimasto con noi fino alla consumazione deitempi, come sostentamento delle nostre anime,in cibo ed in bevanda; per saziare la nostrafame e per refrigerare la nostra sete con la sa-turazione, in partecipazione, dell’inebriamentodella tua stessa divinità, in gaudio gloriosissimoe felicissimo d’eternità:

«Chi ha sete venga a me e beva, e chi hafame venga a me e mangi ché Io gli darò gratui-tamente dell’acqua della vita». Poiché «Chimangia la mia carne e beve il mio sangue dimo-ra in me e Io in lui e Io lo resusciterò nell’ul-timo giorno»3.

«Grazie, Gesù, per essere rimasto nell’Euca-ristia!; io ti adoro!

Grazie, Gesù, per essere rimasto nell’Euca-ristia!; io ti amo!».

43

la dimenticanza in cui ti trovi da parte della mag-gioranza dei tuoi figli, dopo aver istituito il gran-de portento dell’Eucaristia, come manifestazionemaestosa e splendente in sperpero dell’amorecon cui ci ami, e di doverti vedere profanato ecosì sacrilegamente trattato dalla malvagità mi-serabile degli uomini, per i quali, in crocifissio-ne cruenta, hai effuso tutto il tuo sangue.

Beata me, col carico dei miei peccati, per taleRedentore! Ma all’amore che io ho per te piacedi più, mio Gesù del Calvario e dell’Eucaristia,che nessuna creatura si fosse mai ribellata con-tro la tua Santità infinita, forzandoti, per la ma-nifestazione del tuo infinito potere e per losplendore della tua gloria, a realizzare una cosatanto meravigliosa per noi quanto drammatica sudi Te, al fine di poterci redimere dai nostri pec-cati, reinserendoci nei piani eterni di Dio, che cicreò solo ed esclusivamente affinché lo posse-dessimo, innalzandoci alla dignità inimmagina-bile ed insospettata di essere figli suoi, eredi del-la sua gloria, e partecipi della vita divina.

L’uomo carnale che non conosce Dio né lamagnificenza della maestà e dello splendoredella sua gloria, non può comprendere, e glisembrerà uno sproposito, quello che oggi, gior-no dell’Immacolato Cuore di Maria, la mia ani-ma ha penetrato; da un lato, piena di gratitu-dine perché «le misericordie di Dio sono eter-

42

1 Sal 135.2 Cfr. Gv 13, 1.

3 Gv 7, 37b; Gv 6, 35; Ap21, 6; Gv 6, 56. 54.

colpa in modo che io potessi arrivare ad esse-re, concluso il peregrinare di questa vita, nel-l’eternità, in compagnia di tutti gli Angeli e Santidi Dio, beata davanti alla contemplazione inef-fabile della tua vita.

45

Umiliata e annientata davanti alla miseria del-la mia meschinità che in modo tanto sfacciatoe scapestrato, offendendoti, ti ha fatto effonde-re tutto il tuo sangue per tutti e per ciascunodegli uomini, esclamo esultante di gaudio nelloSpirito Santo:

in beatitudine per me si è mutata la mia col-pa per il traboccamento dell’Amore infinito, chesi effonde in compassione misericordiosa sullabassezza della mia nullità! e che fece esclama-re Cristo con le braccia stese:

«Quando Io sarò elevato da terra, attireròtutti a me»4.

Per cui nuovamente gli ripeto: Dio del miocuore, Signore del Sacramento e mio Gesù deltabernacolo:

Grazie per essere rimasto nell’Eucaristia...!;io, fatta una cosa sola con tutta la mia discen-denza, ti adoro!

Grazie, Gesù, per essere rimasto nell’Euca-ristia.!; io ti adoriamo!

Grazie, Gesù, per essere rimasto nell’Euca-ristia...!; Io ti adoro! e ti ringrazio, dalla bassezzadella mia piccolezza e dalla meschinità dellamia miseria, di quanto hai fatto con me in ef-fusione di amore misericordioso, lavando la mia

44

4 Gv 12, 32.

colpa in modo che io potessi arrivare ad esse-re, concluso il peregrinare di questa vita, nel-l’eternità, in compagnia di tutti gli Angeli e Santidi Dio, beata davanti alla contemplazione inef-fabile della tua vita.

45

Umiliata e annientata davanti alla miseria del-la mia meschinità che in modo tanto sfacciatoe scapestrato, offendendoti, ti ha fatto effonde-re tutto il tuo sangue per tutti e per ciascunodegli uomini, esclamo esultante di gaudio nelloSpirito Santo:

in beatitudine per me si è mutata la mia col-pa per il traboccamento dell’Amore infinito, chesi effonde in compassione misericordiosa sullabassezza della mia nullità! e che fece esclama-re Cristo con le braccia stese:

«Quando Io sarò elevato da terra, attireròtutti a me»4.

Per cui nuovamente gli ripeto: Dio del miocuore, Signore del Sacramento e mio Gesù deltabernacolo:

Grazie per essere rimasto nell’Eucaristia...!;io, fatta una cosa sola con tutta la mia discen-denza, ti adoro!

Grazie, Gesù, per essere rimasto nell’Euca-ristia.!; io ti adoriamo!

Grazie, Gesù, per essere rimasto nell’Euca-ristia...!; Io ti adoro! e ti ringrazio, dalla bassezzadella mia piccolezza e dalla meschinità dellamia miseria, di quanto hai fatto con me in ef-fusione di amore misericordioso, lavando la mia

44

4 Gv 12, 32.

4746

solo sei Colui che ti sei, ed io sono solo da Te,in quanto uomo. E nel caricarmi dei peccati ditutti, muoio in riconoscimento della tua eccel-lenza, e risuscito in manifestazione del fatto cheIo sono questa medesima eccellenza da mestesso riparata. (16-10-74)

586 Il Verbo Incarnato, durante la sua vitamortale, era il Cristo penante che viveva di eter-nità; e adesso è il Cristo glorioso ed eterno chepure contiene nella sua anima la tragedia di tut-ti i tempi. E, perciò, nella pienezza del suoSacerdozio, è il Cristo Grande che racchiude insé il Cielo e la terra, l’eternità e il tempo, laDivinità e l’umanità; essendosi Egli in se stessoil Glorificato e il Glorificatore, l’Adorato el’Adorazione, la Riparazione e il Riparato. (4-4-75)

587 Gesù, nel cielo, è l’Adorazione incruen-ta che, in ridonazione d’amore, risponde al-l’Amore infinito oltraggiato dalle sue creature.(16-10-74)

590 Nel Sacrificio dell’altare, ci si dà tutto ilcompendio compatto del mistero dell’Uomo-Dionella sua vita, morte e risurrezione; si fa vivereanche a noi questo Sacrificio insieme a Gesù,per Lui ed in Lui a gloria del Padre e per il benedi tutti gli uomini, perpetuandosi per noi nel-l’Eucaristia la presenza reale di Cristo con tuttociò che Egli è, vive e manifesta. (15-9-74)

Dal libro «Frutti di preghiera »

578. Quando Dio vuole unire gli uomini a sé,si fa uomo e, così, Egli stesso è l’UNIONE del-l’uomo con Dio, giacché in Cristo è il Padrecon lo Spirito Santo, ed in Lui sono anche tut-ti gli uomini; i quali passano a vivere con laFamiglia Divina per mezzo del mistero pa-squale, che ebbe il suo principio nel momen-to dell’Incarnazione; realizzandosi questo mi-stero nel seno di Maria, dove l’anima-Chiesa,per il suo inserimento in Cristo, resta penetra-ta di divinità. (19-9-66)

580 È così eccellente la Santità infinita di Dio,che, all’essere oltraggiata, non c’era possibilitànella creatura di ripararla degnamente; e Diostesso, nell’incarnarsi, si fa Risposta infinita diriparazione, che risarcisce e adora la propriasantità. (16-10-74)

581. Che gioia che, anche se tutti noi uominidicessimo a Dio di «no», Egli si è fatto il suoUomo, e Questi fu tanto ricco, che il suo «sì»ha superato infinitamente i «no» di tutta l’u-manità! (19-1-67)

585 La morte di Gesù è stato il supremo innodi adorazione della creatura che, davanti alCreatore, risponde in manifestazione cruenta diriparazione dicendo al Dio tre volte Santo: Tu

4746

solo sei Colui che ti sei, ed io sono solo da Te,in quanto uomo. E nel caricarmi dei peccati ditutti, muoio in riconoscimento della tua eccel-lenza, e risuscito in manifestazione del fatto cheIo sono questa medesima eccellenza da mestesso riparata. (16-10-74)

586 Il Verbo Incarnato, durante la sua vitamortale, era il Cristo penante che viveva di eter-nità; e adesso è il Cristo glorioso ed eterno chepure contiene nella sua anima la tragedia di tut-ti i tempi. E, perciò, nella pienezza del suoSacerdozio, è il Cristo Grande che racchiude insé il Cielo e la terra, l’eternità e il tempo, laDivinità e l’umanità; essendosi Egli in se stessoil Glorificato e il Glorificatore, l’Adorato el’Adorazione, la Riparazione e il Riparato. (4-4-75)

587 Gesù, nel cielo, è l’Adorazione incruen-ta che, in ridonazione d’amore, risponde al-l’Amore infinito oltraggiato dalle sue creature.(16-10-74)

590 Nel Sacrificio dell’altare, ci si dà tutto ilcompendio compatto del mistero dell’Uomo-Dionella sua vita, morte e risurrezione; si fa vivereanche a noi questo Sacrificio insieme a Gesù,per Lui ed in Lui a gloria del Padre e per il benedi tutti gli uomini, perpetuandosi per noi nel-l’Eucaristia la presenza reale di Cristo con tuttociò che Egli è, vive e manifesta. (15-9-74)

Dal libro «Frutti di preghiera »

578. Quando Dio vuole unire gli uomini a sé,si fa uomo e, così, Egli stesso è l’UNIONE del-l’uomo con Dio, giacché in Cristo è il Padrecon lo Spirito Santo, ed in Lui sono anche tut-ti gli uomini; i quali passano a vivere con laFamiglia Divina per mezzo del mistero pa-squale, che ebbe il suo principio nel momen-to dell’Incarnazione; realizzandosi questo mi-stero nel seno di Maria, dove l’anima-Chiesa,per il suo inserimento in Cristo, resta penetra-ta di divinità. (19-9-66)

580 È così eccellente la Santità infinita di Dio,che, all’essere oltraggiata, non c’era possibilitànella creatura di ripararla degnamente; e Diostesso, nell’incarnarsi, si fa Risposta infinita diriparazione, che risarcisce e adora la propriasantità. (16-10-74)

581. Che gioia che, anche se tutti noi uominidicessimo a Dio di «no», Egli si è fatto il suoUomo, e Questi fu tanto ricco, che il suo «sì»ha superato infinitamente i «no» di tutta l’u-manità! (19-1-67)

585 La morte di Gesù è stato il supremo innodi adorazione della creatura che, davanti alCreatore, risponde in manifestazione cruenta diriparazione dicendo al Dio tre volte Santo: Tu

4948

ridendo quando singhiozzo in un tragico abbandono.

Silenzio di Eucaristia, trascendenza da ciò che è umano, contatto con il Dio vivo e ricordo del passato…

Inedite melodie nel mio petto distrutto dal tanto gridare gemendo davanti al tocco di Colui che amo…

Segrete sono le mie esperienze in ferite di trafitture, perché, se Dio bacia, chiede ridonazione di innamorato.

A chi racconterò la profondità che opprimo quando non parlo, quando mi soffoca il martirio del mio mistero racchiuso?

Adorazione è la mia vita che risponde, in dono tacito, all’Amore dei miei amori nel mio tabernacolo incarcerato.

Segreto dei miei martiri…!, si ritiri il silenzioper decifrare le pene del mio camminare penando.

« DIO MI CONSOLA SE SOFFRO

Che cosa sarebbe della mia vitasenza i miei tempi di Tabernacolo, dove consolo le pene del mio petto lacerato sfogando le profondità dei miei silenzi taciuti; dove racconto quanto racchiudo, occulto e ben silenziato, reclinando il mio capo sul petto del mio Amato!

Egli mi consola, se soffro, ogni volta che corro al suo fianco, perché sa delle mie esperienze lungo gli anni.

Egli opera quanto contengo col suo tocco di trafittura e nell’esigenza di vita che imprime in me il suo contatto.

Come si potrà vivere senza assaporamenti sacri di Dio, vivendo in mistero, in segreti silenti?

Le mie pene sono tanto profonde quanto il silenzio che serbo,

4948

ridendo quando singhiozzo in un tragico abbandono.

Silenzio di Eucaristia, trascendenza da ciò che è umano, contatto con il Dio vivo e ricordo del passato…

Inedite melodie nel mio petto distrutto dal tanto gridare gemendo davanti al tocco di Colui che amo…

Segrete sono le mie esperienze in ferite di trafitture, perché, se Dio bacia, chiede ridonazione di innamorato.

A chi racconterò la profondità che opprimo quando non parlo, quando mi soffoca il martirio del mio mistero racchiuso?

Adorazione è la mia vita che risponde, in dono tacito, all’Amore dei miei amori nel mio tabernacolo incarcerato.

Segreto dei miei martiri…!, si ritiri il silenzioper decifrare le pene del mio camminare penando.

« DIO MI CONSOLA SE SOFFRO

Che cosa sarebbe della mia vitasenza i miei tempi di Tabernacolo, dove consolo le pene del mio petto lacerato sfogando le profondità dei miei silenzi taciuti; dove racconto quanto racchiudo, occulto e ben silenziato, reclinando il mio capo sul petto del mio Amato!

Egli mi consola, se soffro, ogni volta che corro al suo fianco, perché sa delle mie esperienze lungo gli anni.

Egli opera quanto contengo col suo tocco di trafittura e nell’esigenza di vita che imprime in me il suo contatto.

Come si potrà vivere senza assaporamenti sacri di Dio, vivendo in mistero, in segreti silenti?

Le mie pene sono tanto profonde quanto il silenzio che serbo,

51

15-9-1974

IL CRISTO DI TUTTI I TEMPI

Dio è infinitamente perfetto e, per la perfe-zione della sua stessa natura, tiene in sé, essu-to, posseduto e terminato, quanto è e quantovive nell’abbraccio della sua eternità.

L’eternità in Dio è l’Atto infinitamente per-fetto che, nel compendio del suo abbraccio,contiene racchiusa tutta la capacità potenzialedi Dio nell’esuberanza sovrabbondante dellasua inesauribile perfezione.

Il tempo è la possibilità che Dio ha dato allacreatura di realizzare una cosa e portarla al suocompimento. E quando la perfezione di coluiche la realizza o la sua capacità di realizzarlaè maggiore, necessita di meno tempo per con-sumarla.

Dio, che è la Perfezione infinita, non ha bi-sogno del tempo per essere quanto è in sé; per-ché, per la potenza della sua perfezione onni-comprensiva, è capace di essere quanto puòessere nella realizzazione sovrabbondante del-la sua vita infinita, in un atto consumato e ter-minato di eterno possesso.

Il frutto delle mie conquiste rimase di nuovo racchiuso dietro le note del silenzio, perdendosi nel passato.

Di nuovo la prova chiuse i frutti dei miei lavori. »

21-9-1974

50

51

15-9-1974

IL CRISTO DI TUTTI I TEMPI

Dio è infinitamente perfetto e, per la perfe-zione della sua stessa natura, tiene in sé, essu-to, posseduto e terminato, quanto è e quantovive nell’abbraccio della sua eternità.

L’eternità in Dio è l’Atto infinitamente per-fetto che, nel compendio del suo abbraccio,contiene racchiusa tutta la capacità potenzialedi Dio nell’esuberanza sovrabbondante dellasua inesauribile perfezione.

Il tempo è la possibilità che Dio ha dato allacreatura di realizzare una cosa e portarla al suocompimento. E quando la perfezione di coluiche la realizza o la sua capacità di realizzarlaè maggiore, necessita di meno tempo per con-sumarla.

Dio, che è la Perfezione infinita, non ha bi-sogno del tempo per essere quanto è in sé; per-ché, per la potenza della sua perfezione onni-comprensiva, è capace di essere quanto puòessere nella realizzazione sovrabbondante del-la sua vita infinita, in un atto consumato e ter-minato di eterno possesso.

Il frutto delle mie conquiste rimase di nuovo racchiuso dietro le note del silenzio, perdendosi nel passato.

Di nuovo la prova chiuse i frutti dei miei lavori. »

21-9-1974

50

5352

«Il mistero della sua volontà è ricapitolaretutte le cose in Cristo»3. «Io sono l’Alfa e l’O-mega, il primo e l’ultimo, il principio e la fine»4.

Quando volle manifestarci il suo amore eter-no, si fece Via e, insegnandoci la sua Verità, ciconduce palpabilmente alla Vita. E per questoscelse il tempo che Egli ritenne necessario af-finché la nostra capacità potesse comprendereil piano della sua infinita misericordia in effu-sione su di noi.

Avvalendosi del tempo, ci si è consegnato aBetlemme come espressione palpabile del suoamore, ci ha insegnato con il suo esempio e lasua parola, è morto sulla croce ed è risorto ma-nifestandoci pure che Egli era la Resurrezionee la Vita che ci portava al Seno del Padre.

Volendo restare con noi finché dureranno isecoli, è rimasto nell’Eucaristia come espressio-ne massima della sua consegna paterna in idil-lio d’amore: «Dopo aver amato i suoi che era-no nel mondo, li amò sino alla fine»5; e, nelgiorno del Giudizio universale, verrà a ripren-derci affinché contempliamo la gloria del Figliodell’Uomo nel suo trionfo su tutto il creato:«Ritornerò e vi prenderò con me, perché siateanche voi dove sono Io»6.

3 Ef 1, 9-10.4 Ap 22, 13.

5 Gv 13, 1.6 Gv 14, 3.

«Prima che nascessero i montie la terra e il mondo fossero generati,da sempre e per sempre Tu sei, o Dio»1.

«Saldo è il tuo trono fin dal principio,da sempre Tu sei»2.

Poiché, anche se Dio è infinitamente fecon-do nella diversità dei suoi attributi, per la pie-nezza di quanto contiene, è anche infinitamen-te abbracciato nel compendio compatto dellasua ricchezza. E così vive tutta la realtà del suoesseersi intercomunicazione trinitaria di vita ri-donativa, in un atto Sapienziale di AmorosaEsplicazione, nel mistero trascendente del suoeterno silenzio.

La perfezione dello spirito abbraccia il com-pendio di tutti i tempi, più o meno, secondol’unione o la partecipazione che abbiamo del-l’eternità.

Cristo, in tutto quello che vive e fa, è la piùperfetta immagine, come creatura, della Per-fezione infinita. Per cui è capace di contenerein sé, e nello stesso istante dell’Incarnazione,tutto il piano di Dio riguardo alle creature, com-piuto e abbracciato, benché, per manifestarequel piano e per farcelo captare, si sia valsodel tempo.

1 Sal 89, 2. 2 Sal 92, 2.

5352

«Il mistero della sua volontà è ricapitolaretutte le cose in Cristo»3. «Io sono l’Alfa e l’O-mega, il primo e l’ultimo, il principio e la fine»4.

Quando volle manifestarci il suo amore eter-no, si fece Via e, insegnandoci la sua Verità, ciconduce palpabilmente alla Vita. E per questoscelse il tempo che Egli ritenne necessario af-finché la nostra capacità potesse comprendereil piano della sua infinita misericordia in effu-sione su di noi.

Avvalendosi del tempo, ci si è consegnato aBetlemme come espressione palpabile del suoamore, ci ha insegnato con il suo esempio e lasua parola, è morto sulla croce ed è risorto ma-nifestandoci pure che Egli era la Resurrezionee la Vita che ci portava al Seno del Padre.

Volendo restare con noi finché dureranno isecoli, è rimasto nell’Eucaristia come espressio-ne massima della sua consegna paterna in idil-lio d’amore: «Dopo aver amato i suoi che era-no nel mondo, li amò sino alla fine»5; e, nelgiorno del Giudizio universale, verrà a ripren-derci affinché contempliamo la gloria del Figliodell’Uomo nel suo trionfo su tutto il creato:«Ritornerò e vi prenderò con me, perché siateanche voi dove sono Io»6.

3 Ef 1, 9-10.4 Ap 22, 13.

5 Gv 13, 1.6 Gv 14, 3.

«Prima che nascessero i montie la terra e il mondo fossero generati,da sempre e per sempre Tu sei, o Dio»1.

«Saldo è il tuo trono fin dal principio,da sempre Tu sei»2.

Poiché, anche se Dio è infinitamente fecon-do nella diversità dei suoi attributi, per la pie-nezza di quanto contiene, è anche infinitamen-te abbracciato nel compendio compatto dellasua ricchezza. E così vive tutta la realtà del suoesseersi intercomunicazione trinitaria di vita ri-donativa, in un atto Sapienziale di AmorosaEsplicazione, nel mistero trascendente del suoeterno silenzio.

La perfezione dello spirito abbraccia il com-pendio di tutti i tempi, più o meno, secondol’unione o la partecipazione che abbiamo del-l’eternità.

Cristo, in tutto quello che vive e fa, è la piùperfetta immagine, come creatura, della Per-fezione infinita. Per cui è capace di contenerein sé, e nello stesso istante dell’Incarnazione,tutto il piano di Dio riguardo alle creature, com-piuto e abbracciato, benché, per manifestarequel piano e per farcelo captare, si sia valsodel tempo.

1 Sal 89, 2. 2 Sal 92, 2.

5554

essersi e nel suo agire, cado in adorazione e,tremante d’amore, aderendo a Cristo, tento, uni-ta a Lui, di adorare, di rispondere e di glorifica-re Dio nella minuta capacità della mia picco-lezza.

Come la nostra mente, senza essere intro-dotta da Dio, non può assaporare con godi-mento la penetrazione dell’attributo dell’eter-nità, perché questo è infinitamente distantedalla possibilità della nostra captazione, cosìneanche possiamo capire che Cristo, per lagrandezza della sua perfezione, come creaturacreata ad immagine dell’eternità e come espres-sione della stessa, sia capace di vivere in unistante il compendio compatto del suo atteg-giamento sacerdotale nell’abbraccio completodi tutto ciò che racchiude, secondo la pienez-za che il suo Sacerdozio gli diede nell’Incar-nazione.

Cristo ha abbracciato nel suo spirito tutti itempi di tutti gli uomini, vivendo con tutti econ ciascuno di loro in tutte e ciascuna delleloro circostanze. E come per manifestarci larealtà compatta che Egli conteneva di amore,di consegna, di insegnamento, di donazione, divittimazione in necessità di glorificare il Padree di donarsi agli uomini, si è avvalso di tren-tatré anni, così per trasferirsi al nostro tempo,

Gesù è in sé l’abbraccio consumato e ter-minato di tutto il piano divino in relazione al-l’uomo, essendo, davanti a Dio, la glorificazio-ne perfetta dell’uomo allo stesso Dio e, davantiagli uomini, l’espressione dell’infinito Amore ineffusione su di loro. Per cui tutta questa realtàche Cristo racchiude, non soltanto è vissuta daLui, ma è manifestata affinché la viviamo.

Nell’istante dell’Incarnazione, l’anima di Cri-sto, per la grandezza della sua perfezione, fucapace di vivere, contenere ed abbracciare, nel-l’esperienza gustosa o dolorosa del suo essere,tutto il suo atteggiamento sacerdotale di rice-zione dell’Infinito e di risposta in ridonazioneallo stesso Infinito; di Ricettore della donazionedi Dio per tutti gli uomini e di Ricapitolatore inse stesso di tutti loro, essendo la Risposta di tut-to ciò che è creato davanti alla Santità eterna.

Non so se potrò dire, con le mie poveretteparole e le mie limitate espressioni, il com-pendio compatto che il mio spirito, introdottodalla mano amorosa di Maria nel mistero del-l’Incarnazione, scopre della perfezione cheCristo è in sé per la contenzione di tutto il pia-no di Dio che, in Lui e per Lui, è operato inrelazione allo stesso Dio e agli uomini.

Quando il mio essere piccolino non sa népuò decifrare le grandezze che, oltrepassandole mie capacità, io scopro dell’Eterno nel suo

5554

essersi e nel suo agire, cado in adorazione e,tremante d’amore, aderendo a Cristo, tento, uni-ta a Lui, di adorare, di rispondere e di glorifica-re Dio nella minuta capacità della mia picco-lezza.

Come la nostra mente, senza essere intro-dotta da Dio, non può assaporare con godi-mento la penetrazione dell’attributo dell’eter-nità, perché questo è infinitamente distantedalla possibilità della nostra captazione, cosìneanche possiamo capire che Cristo, per lagrandezza della sua perfezione, come creaturacreata ad immagine dell’eternità e come espres-sione della stessa, sia capace di vivere in unistante il compendio compatto del suo atteg-giamento sacerdotale nell’abbraccio completodi tutto ciò che racchiude, secondo la pienez-za che il suo Sacerdozio gli diede nell’Incar-nazione.

Cristo ha abbracciato nel suo spirito tutti itempi di tutti gli uomini, vivendo con tutti econ ciascuno di loro in tutte e ciascuna delleloro circostanze. E come per manifestarci larealtà compatta che Egli conteneva di amore,di consegna, di insegnamento, di donazione, divittimazione in necessità di glorificare il Padree di donarsi agli uomini, si è avvalso di tren-tatré anni, così per trasferirsi al nostro tempo,

Gesù è in sé l’abbraccio consumato e ter-minato di tutto il piano divino in relazione al-l’uomo, essendo, davanti a Dio, la glorificazio-ne perfetta dell’uomo allo stesso Dio e, davantiagli uomini, l’espressione dell’infinito Amore ineffusione su di loro. Per cui tutta questa realtàche Cristo racchiude, non soltanto è vissuta daLui, ma è manifestata affinché la viviamo.

Nell’istante dell’Incarnazione, l’anima di Cri-sto, per la grandezza della sua perfezione, fucapace di vivere, contenere ed abbracciare, nel-l’esperienza gustosa o dolorosa del suo essere,tutto il suo atteggiamento sacerdotale di rice-zione dell’Infinito e di risposta in ridonazioneallo stesso Infinito; di Ricettore della donazionedi Dio per tutti gli uomini e di Ricapitolatore inse stesso di tutti loro, essendo la Risposta di tut-to ciò che è creato davanti alla Santità eterna.

Non so se potrò dire, con le mie poveretteparole e le mie limitate espressioni, il com-pendio compatto che il mio spirito, introdottodalla mano amorosa di Maria nel mistero del-l’Incarnazione, scopre della perfezione cheCristo è in sé per la contenzione di tutto il pia-no di Dio che, in Lui e per Lui, è operato inrelazione allo stesso Dio e agli uomini.

Quando il mio essere piccolino non sa népuò decifrare le grandezze che, oltrepassandole mie capacità, io scopro dell’Eterno nel suo

5756

i miei tempi di Tabernacolo, nella mia vita difede, sono la realizzazione di quel tempo diCristo nel mio tempo, che mi rende capace divivere il tempo di Cristo davanti al mio taber-nacolo: «Io sono con voi tutti i giorni sino allafine del mondo»7.

È così grande la ricchezza della Chiesa, cosìforte il potere della grazia che attraverso di essain noi si realizza, che, come nell’eternità, perla magnificenza della sua pienezza, non abbia-mo bisogno del tempo, né esiste la distanza pervivere Dio –pur essendo l’infinita Perfezione diinesauribile realtà– così, per la perfezione delmistero della Chiesa, manifestazione espressivadi Dio, neanche il tempo e la distanza sono unimpedimento per vivere in qualsiasi momentodella nostra vita tutto il compendio compatto esovrabbondante della ricchezza che la Chiesain sé contiene. Poiché il mistero che la Chiesaracchiude non è un mistero di ricordo, ma direaltà viva e vivente che, prescindendo dal tem-po e dalla distanza, è adagiato nel suo seno af-finché veniamo ad abbeverarci alle sue fonticome e quando la nostra anima-Chiesa ne ab-bia bisogno per l’appagamento delle sue ansie.

Il tempo, come dicevamo all’inizio, è il mez-zo del quale ci serviamo per ottenere una cosa;quando ciò che vogliamo realizzare è compiu-

7 Mt 28, 20.

vivere con noi e farci vivere con Lui, si è av-valso della Chiesa, la quale, innestandoci inCristo, attraverso la Liturgia, ci fa vivere, permezzo della fede, della speranza e della carità,la realtà sovrabbondante del Verbo infinitoIncarnato, nel suo essere e nel suo operare.

E, nel Sacrificio dell’altare, ci viene dato tut-to il mistero di Cristo nella sua vita, morte e re-surrezione, viene fatto vivere anche a noi que-sto Sacrificio insieme a Cristo, per Lui e in Lui,per la gloria del Padre e per il bene di tutti gliuomini, perpetuandosi per noi nell’Eucaristia lapresenza reale del Verbo Incarnato con tutto ciòche è, vive e manifesta.

O mistero meraviglioso della perfezione diCristo, che è capace di realizzare l’irrealizzabi-le per l’uomo!, rendendo possibile che io nelmio tempo, nel Sacrificio dell’altare, viva la stes-sa realtà che hanno vissuto coloro che sono sta-ti con il Verbo fatto Uomo.

Ed è così splendente la donazione infinita diDio in effusione d’amore verso di me, che, du-rante tutte le Messe di tutto il mio tempo, quel-la realtà, misteriosamente, viene attuata per meattraverso la Liturgia. Ed io, quando sono conGesù nel Tabernacolo, per il potere della suagrazia, vivo nel modo in cui Egli visse con medurante i suoi trentatré anni, nella manifesta-zione del suo gaudio e della sua pena, dellasua consegna e del suo amore. Ancora di più,

5756

i miei tempi di Tabernacolo, nella mia vita difede, sono la realizzazione di quel tempo diCristo nel mio tempo, che mi rende capace divivere il tempo di Cristo davanti al mio taber-nacolo: «Io sono con voi tutti i giorni sino allafine del mondo»7.

È così grande la ricchezza della Chiesa, cosìforte il potere della grazia che attraverso di essain noi si realizza, che, come nell’eternità, perla magnificenza della sua pienezza, non abbia-mo bisogno del tempo, né esiste la distanza pervivere Dio –pur essendo l’infinita Perfezione diinesauribile realtà– così, per la perfezione delmistero della Chiesa, manifestazione espressivadi Dio, neanche il tempo e la distanza sono unimpedimento per vivere in qualsiasi momentodella nostra vita tutto il compendio compatto esovrabbondante della ricchezza che la Chiesain sé contiene. Poiché il mistero che la Chiesaracchiude non è un mistero di ricordo, ma direaltà viva e vivente che, prescindendo dal tem-po e dalla distanza, è adagiato nel suo seno af-finché veniamo ad abbeverarci alle sue fonticome e quando la nostra anima-Chiesa ne ab-bia bisogno per l’appagamento delle sue ansie.

Il tempo, come dicevamo all’inizio, è il mez-zo del quale ci serviamo per ottenere una cosa;quando ciò che vogliamo realizzare è compiu-

7 Mt 28, 20.

vivere con noi e farci vivere con Lui, si è av-valso della Chiesa, la quale, innestandoci inCristo, attraverso la Liturgia, ci fa vivere, permezzo della fede, della speranza e della carità,la realtà sovrabbondante del Verbo infinitoIncarnato, nel suo essere e nel suo operare.

E, nel Sacrificio dell’altare, ci viene dato tut-to il mistero di Cristo nella sua vita, morte e re-surrezione, viene fatto vivere anche a noi que-sto Sacrificio insieme a Cristo, per Lui e in Lui,per la gloria del Padre e per il bene di tutti gliuomini, perpetuandosi per noi nell’Eucaristia lapresenza reale del Verbo Incarnato con tutto ciòche è, vive e manifesta.

O mistero meraviglioso della perfezione diCristo, che è capace di realizzare l’irrealizzabi-le per l’uomo!, rendendo possibile che io nelmio tempo, nel Sacrificio dell’altare, viva la stes-sa realtà che hanno vissuto coloro che sono sta-ti con il Verbo fatto Uomo.

Ed è così splendente la donazione infinita diDio in effusione d’amore verso di me, che, du-rante tutte le Messe di tutto il mio tempo, quel-la realtà, misteriosamente, viene attuata per meattraverso la Liturgia. Ed io, quando sono conGesù nel Tabernacolo, per il potere della suagrazia, vivo nel modo in cui Egli visse con medurante i suoi trentatré anni, nella manifesta-zione del suo gaudio e della sua pena, dellasua consegna e del suo amore. Ancora di più,

59

to nel perfezionamento di quanto è, esso si mo-stra o si dà nella consumazione della sua per-fezione.

Così il mistero di Cristo, con tutta la suarealtà, si mantiene nella Chiesa, compiuto nel-la sua infinita perfezione, ed è mostrato e co-municato agli uomini nel tempo o nella circo-stanza in cui ciascuno di noi, introdotto nelseno della stessa Chiesa, ha bisogno di viverloe di possederlo.

La Chiesa è anfora preziosa ricolma di Divi-nità che contiene tutto il mistero di Dio in sée tutto il mistero di Dio in relazione a noi, che,vissuto e comunicato da Cristo, diviene per noirealtà, grazie al nostro inserimento in Lui, in tut-ti e in ciascuno dei momenti della nostra vita.

Io, per essere Chiesa, sono inserita in Cristoin tutti e ciascuno dei misteri della sua vita, cheio vivo nel mio spirito con maggiore o minoreprofondità, con maggiore o minore partecipa-zione, a seconda di come la mia fede, speran-za e carità me li rendano presenti. E per Luisono inserita anche con il Padre e lo SpiritoSanto e con tutti gli uomini di tutti i tempi.

E come Cristo durante i suoi trentatré annivisse realmente la mia vita, caricandosi dei pec-cati che io avrei commesso dopo venti secoli epresentandosi con essi davanti al Padre comerealtà presente –«Egli portò i nostri peccati nel

58

suo corpo sul legno della croce»8–, così anch’io,quando, inserita in Cristo mi presento davantial Padre, non mi presento con un Cristo di ri-cordo, ma con il Cristo vivente che, nel senodella Chiesa, contenendo nel suo tempo tuttala mia realtà, mi fa vivere, nel mio tempo, tut-ta la sua realtà.

Cristo visse con me ed io vivo di Lui. Toglia-mo i secoli che separano la sua vita dalla mia,e resta soltanto la sua unione con me ed il mioinserimento in Lui; e, resi una cosa sola nell’a-more dello Spirito Santo, Egli si dà a me talequal è nel suo tempo e nel mio, ed io mi doa Lui pure nel suo tempo e nel mio con tuttociò che sono.

Cristo è l’Unto di Dio per tutti i secoli; equest’Unto di Dio è unzione piena di tutta lasua realtà per me nel mio secolo e nel mio tem-po: «Dio consacrò in Spirito Santo e potenzaGesù di Nazaret»9. Ciò che mi separa dal pos-sesso dell’eternità è il tempo che mi manca perincontrarla; ma, per vivere il mistero di Dio nel-la Chiesa, non esiste altra distanza che il pec-cato. Scomparso questo, non ci sono impedi-menti, e la vita della grazia mi rende capace divivere il mistero di Dio in sé e con noi, attra-verso Cristo.

8 1 Pt 2, 24. 9 At 10, 38.

59

to nel perfezionamento di quanto è, esso si mo-stra o si dà nella consumazione della sua per-fezione.

Così il mistero di Cristo, con tutta la suarealtà, si mantiene nella Chiesa, compiuto nel-la sua infinita perfezione, ed è mostrato e co-municato agli uomini nel tempo o nella circo-stanza in cui ciascuno di noi, introdotto nelseno della stessa Chiesa, ha bisogno di viverloe di possederlo.

La Chiesa è anfora preziosa ricolma di Divi-nità che contiene tutto il mistero di Dio in sée tutto il mistero di Dio in relazione a noi, che,vissuto e comunicato da Cristo, diviene per noirealtà, grazie al nostro inserimento in Lui, in tut-ti e in ciascuno dei momenti della nostra vita.

Io, per essere Chiesa, sono inserita in Cristoin tutti e ciascuno dei misteri della sua vita, cheio vivo nel mio spirito con maggiore o minoreprofondità, con maggiore o minore partecipa-zione, a seconda di come la mia fede, speran-za e carità me li rendano presenti. E per Luisono inserita anche con il Padre e lo SpiritoSanto e con tutti gli uomini di tutti i tempi.

E come Cristo durante i suoi trentatré annivisse realmente la mia vita, caricandosi dei pec-cati che io avrei commesso dopo venti secoli epresentandosi con essi davanti al Padre comerealtà presente –«Egli portò i nostri peccati nel

58

suo corpo sul legno della croce»8–, così anch’io,quando, inserita in Cristo mi presento davantial Padre, non mi presento con un Cristo di ri-cordo, ma con il Cristo vivente che, nel senodella Chiesa, contenendo nel suo tempo tuttala mia realtà, mi fa vivere, nel mio tempo, tut-ta la sua realtà.

Cristo visse con me ed io vivo di Lui. Toglia-mo i secoli che separano la sua vita dalla mia,e resta soltanto la sua unione con me ed il mioinserimento in Lui; e, resi una cosa sola nell’a-more dello Spirito Santo, Egli si dà a me talequal è nel suo tempo e nel mio, ed io mi doa Lui pure nel suo tempo e nel mio con tuttociò che sono.

Cristo è l’Unto di Dio per tutti i secoli; equest’Unto di Dio è unzione piena di tutta lasua realtà per me nel mio secolo e nel mio tem-po: «Dio consacrò in Spirito Santo e potenzaGesù di Nazaret»9. Ciò che mi separa dal pos-sesso dell’eternità è il tempo che mi manca perincontrarla; ma, per vivere il mistero di Dio nel-la Chiesa, non esiste altra distanza che il pec-cato. Scomparso questo, non ci sono impedi-menti, e la vita della grazia mi rende capace divivere il mistero di Dio in sé e con noi, attra-verso Cristo.

8 1 Pt 2, 24. 9 At 10, 38.

6160

Cristo penante che, arrivando alla vittimazionecruenta, viveva allo stesso tempo d’eternità; edurante tutti gli altri tempi che Egli fu capacedi contenere in sé per la perfezione del suo es-sere, si manifesta a noi attraverso la Liturgiacome il Cristo glorioso che contiene in sé la vit-timazione della sua stessa vita con la realtà vi-vente di tutti gli uomini.

Gesù è abbraccio di tutti i tempi in diversitàdi circostanze; e così come gli Apostoli videropatire cruentamente Lui che è la Gloria delPadre, noi vediamo ora godere gloriosamenteLui che è la Vittima immolata. È però uno stes-so Cristo, che, abbracciando i tempi con tuttele loro circostanze, si rende a noi presente opalese in un modo o nell’altro, contenendo insé tutta la sua ricchissima realtà.

«È irradiazione della sua gloria e Improntadella sua Sostanza, e dopo aver compiuto lapurificazione dei peccati, si è assiso alla destradella Maestà nell’alto dei cieli. Gesù Cristo è lostesso ieri, oggi e sempre»11.

Poiché non possiamo dubitare che, quandoCristo si manifestò agli Apostoli sul Tabor ap-parendo con la luminosità della sua gloria, noncessò per questo di essere la Vittima che rac-chiudeva nel suo cuore la penante tragedia ditutti gli uomini; come neanche il giorno del suo

11 Eb 1, 3; 13, 8.

Durante i suoi trentatré anni, Gesù è stato ilCristo palpabilmente penante che, in vittima-zione, viveva nel suo spirito pure di eternità; e,nel mio tempo, è il Cristo glorioso che, unen-domi a sé per la fede e venendo a me attraversola Liturgia, mi fa vivere della sua vittimazionedolorosa, della sua richiesta sanguinante e del-la sua immolazione silente.

Gesù è la Gloria infinita del Padre, per lasua Persona divina, ed è l’Adoratore perfetto diquesta stessa Gloria, nella sua natura umana;per cui Egli racchiude nella sua realtà il Cieloe la terra, la creatura e il Creatore, l’uomo eDio, l’eternità e il tempo. Ed Egli essendo, nel-la sua natura umana, l’immagine o l’espressio-ne più perfetta di Dio in tutti i suoi attributi eperfezioni, fu capace di vivere nel suo spirito,ad uno stesso tempo e in un modo perfettissi-mo, la gloria dell’eternità e l’abbraccio della suastessa vita e di quella di tutti gli uomini. «Egliè Immagine del Dio invisibile, generato primadi ogni creatura…Egli è il principio… Egli è pri-ma di tutte le cose, perché piacque a Dio difare abitare in lui ogni pienezza»10.

Cristo raccolse nella sua vita tutti i tempi ri-ducendoli a trentatré anni, perché Egli è la ca-pacità che li abbraccia tutti. Avvalendosi deisuoi trentatré anni, fu e si manifestò come il

10 Col 1, 15. 18-19.

6160

Cristo penante che, arrivando alla vittimazionecruenta, viveva allo stesso tempo d’eternità; edurante tutti gli altri tempi che Egli fu capacedi contenere in sé per la perfezione del suo es-sere, si manifesta a noi attraverso la Liturgiacome il Cristo glorioso che contiene in sé la vit-timazione della sua stessa vita con la realtà vi-vente di tutti gli uomini.

Gesù è abbraccio di tutti i tempi in diversitàdi circostanze; e così come gli Apostoli videropatire cruentamente Lui che è la Gloria delPadre, noi vediamo ora godere gloriosamenteLui che è la Vittima immolata. È però uno stes-so Cristo, che, abbracciando i tempi con tuttele loro circostanze, si rende a noi presente opalese in un modo o nell’altro, contenendo insé tutta la sua ricchissima realtà.

«È irradiazione della sua gloria e Improntadella sua Sostanza, e dopo aver compiuto lapurificazione dei peccati, si è assiso alla destradella Maestà nell’alto dei cieli. Gesù Cristo è lostesso ieri, oggi e sempre»11.

Poiché non possiamo dubitare che, quandoCristo si manifestò agli Apostoli sul Tabor ap-parendo con la luminosità della sua gloria, noncessò per questo di essere la Vittima che rac-chiudeva nel suo cuore la penante tragedia ditutti gli uomini; come neanche il giorno del suo

11 Eb 1, 3; 13, 8.

Durante i suoi trentatré anni, Gesù è stato ilCristo palpabilmente penante che, in vittima-zione, viveva nel suo spirito pure di eternità; e,nel mio tempo, è il Cristo glorioso che, unen-domi a sé per la fede e venendo a me attraversola Liturgia, mi fa vivere della sua vittimazionedolorosa, della sua richiesta sanguinante e del-la sua immolazione silente.

Gesù è la Gloria infinita del Padre, per lasua Persona divina, ed è l’Adoratore perfetto diquesta stessa Gloria, nella sua natura umana;per cui Egli racchiude nella sua realtà il Cieloe la terra, la creatura e il Creatore, l’uomo eDio, l’eternità e il tempo. Ed Egli essendo, nel-la sua natura umana, l’immagine o l’espressio-ne più perfetta di Dio in tutti i suoi attributi eperfezioni, fu capace di vivere nel suo spirito,ad uno stesso tempo e in un modo perfettissi-mo, la gloria dell’eternità e l’abbraccio della suastessa vita e di quella di tutti gli uomini. «Egliè Immagine del Dio invisibile, generato primadi ogni creatura…Egli è il principio… Egli è pri-ma di tutte le cose, perché piacque a Dio difare abitare in lui ogni pienezza»10.

Cristo raccolse nella sua vita tutti i tempi ri-ducendoli a trentatré anni, perché Egli è la ca-pacità che li abbraccia tutti. Avvalendosi deisuoi trentatré anni, fu e si manifestò come il

10 Col 1, 15. 18-19.

6362

zione della sua natura, in un solo atto di esse-re, così neanche siamo capaci di comprendere,nemmeno di intravedere, il modo splendidocon il quale la magnificenza di Dio ci rende vi-vibile, captabile e reale, tramite il mistero del-la Chiesa, tutta la vita, morte e risurrezione diCristo.

Quando sono davanti al tabernacolo, sto conCristo tale qual è. So che adesso è glorioso esta nel Seno del Padre vivendo con me tutta larealtà sanguinante che, nel suo tempo, viven-do Lui quest’istante, realizzò per me. Ed alcu-ne volte godo con la sua gloria, ed altre voltesoffro con il suo penare, il penare che Cristonel vivere la mia realtà, il mio tempo e le miecircostanze patì, rispondendo così a Lui nellanecessità che, dinanzi al suo vivere con me, ioho di vivere con Lui; «Ogni volta infatti chemangiate di questo pane e bevete di questo ca-lice, voi annunziate la morte del Signore finchéEgli venga»13.

La fede è al di sopra del tempo; e la Liturgia,insignorendosi di tutte le circostanze, è così ric-ca e così estensiva, che non soltanto trasferisceCristo al mio tempo, ma trasferisce me al suo;per cui l’Eucaristia è un’espressione vivente delSenzatempo, in manifestazione d’amore eternoagli uomini.

13 1 Cor 11, 26.

trionfo universale cesserà di essere il Sacerdoteofferto al Padre per la salvezza di tutti. Per cui,quando io, nei miei tempi di tabernacolo, ascol-to il lamento di Gesù che, penando, mi chiedeamore e riparazione, non vivo di un ricordo nédi un’immaginazione passata, ma della realtàche Cristo, riguardo a me, visse nel tempo del-la sua manifestazione –«Vidi ritto un Agnello,come immolato»12–.

Quando io prego ai piedi del tabernacolo,sto con Cristo com’è: con la sua vita, morte eresurrezione, con le sue tragedie e le sue pene,le sue glorie e le sue gioie; vivendolo nella pos-sibilità che il tempo ha dato a me. E questapossibilità, per la perfezione dell’effusionedell’Amore infinito, è per me così reale, così to-tale, così integra e così compiuta, che tutto ciòche hanno vissuto nel loro tempo coloro chesono stati con Gesù, io lo vivo nel mio; pro-prio lo stesso, né un pochino in più né un po-chino in meno, giacché Gesù è il Cristo di tut-ti i tempi, che si è manifestato in un tempo, mache si è perpetuato in tutti i secoli tale qual èper la perfezione del suo splendore.

Ma accade che, come la nostra mente nonè capace di captare che tutta la realtà infinitadell’infinito Essere, nella compattezza coeternadella Famiglia Divina, sia vissuta, per la perfe-

12 Ap 5, 6.

6362

zione della sua natura, in un solo atto di esse-re, così neanche siamo capaci di comprendere,nemmeno di intravedere, il modo splendidocon il quale la magnificenza di Dio ci rende vi-vibile, captabile e reale, tramite il mistero del-la Chiesa, tutta la vita, morte e risurrezione diCristo.

Quando sono davanti al tabernacolo, sto conCristo tale qual è. So che adesso è glorioso esta nel Seno del Padre vivendo con me tutta larealtà sanguinante che, nel suo tempo, viven-do Lui quest’istante, realizzò per me. Ed alcu-ne volte godo con la sua gloria, ed altre voltesoffro con il suo penare, il penare che Cristonel vivere la mia realtà, il mio tempo e le miecircostanze patì, rispondendo così a Lui nellanecessità che, dinanzi al suo vivere con me, ioho di vivere con Lui; «Ogni volta infatti chemangiate di questo pane e bevete di questo ca-lice, voi annunziate la morte del Signore finchéEgli venga»13.

La fede è al di sopra del tempo; e la Liturgia,insignorendosi di tutte le circostanze, è così ric-ca e così estensiva, che non soltanto trasferisceCristo al mio tempo, ma trasferisce me al suo;per cui l’Eucaristia è un’espressione vivente delSenzatempo, in manifestazione d’amore eternoagli uomini.

13 1 Cor 11, 26.

trionfo universale cesserà di essere il Sacerdoteofferto al Padre per la salvezza di tutti. Per cui,quando io, nei miei tempi di tabernacolo, ascol-to il lamento di Gesù che, penando, mi chiedeamore e riparazione, non vivo di un ricordo nédi un’immaginazione passata, ma della realtàche Cristo, riguardo a me, visse nel tempo del-la sua manifestazione –«Vidi ritto un Agnello,come immolato»12–.

Quando io prego ai piedi del tabernacolo,sto con Cristo com’è: con la sua vita, morte eresurrezione, con le sue tragedie e le sue pene,le sue glorie e le sue gioie; vivendolo nella pos-sibilità che il tempo ha dato a me. E questapossibilità, per la perfezione dell’effusionedell’Amore infinito, è per me così reale, così to-tale, così integra e così compiuta, che tutto ciòche hanno vissuto nel loro tempo coloro chesono stati con Gesù, io lo vivo nel mio; pro-prio lo stesso, né un pochino in più né un po-chino in meno, giacché Gesù è il Cristo di tut-ti i tempi, che si è manifestato in un tempo, mache si è perpetuato in tutti i secoli tale qual èper la perfezione del suo splendore.

Ma accade che, come la nostra mente nonè capace di captare che tutta la realtà infinitadell’infinito Essere, nella compattezza coeternadella Famiglia Divina, sia vissuta, per la perfe-

12 Ap 5, 6.

65

Quel tempo contenne Cristo vittimato pal-pabilmente che viveva d’eternità; e questo tem-po mi dà Cristo glorioso che è la Vittima im-macolata. E quando io, per la perfezione onni-comprensiva della mia vita di fede, per riceve-re il mistero di Cristo, mi metto di fronte a Lui,prescindo dal tempo e, guardandolo fissamen-te, vivo quanto è, nel modo piccolino che lamia capacità mi dà; ma più o meno onnicom-prensivamente, più o meno realmente, secon-do la partecipazione che la vita della grazia mioffre in esperienza assaporabile dei misteri diDio.

Una volta che ho compreso, nel mio modopiccolino di captare, qualcosa dell’eccellenzadell’eternità, e qualcosa pure della perfezioneespressiva di Cristo che manifesta l’attributo del-l’eternità nel suo modo di darsi a noi, per meil tempo è diventato come l’eco che una cam-pana potrebbe lasciare dopo il suo rintoccare.Non esiste il tempo per me; esiste soltanto Dioed il suo piano, vivendo Egli la sua realtà conme ed io la mia realtà con Lui.

Anima cara, togli dalla tua captazione, nellamisura in cui puoi, tutto ciò che ti possa sepa-rare dalla vita di Cristo. Taglia il tempo, se puoi,nella tua immaginazione, come taglieresti lacorda che va dal fondo fino alla bocca di un

64

pozzo; togli la corda, prendi l’anfora con lamano, e dimmi che cosa te ne separa.

Dio si è sottomesso al tempo, ma il suo amo-re infinito è stato così grande e così perfettonella donazione della sua consegna, che, permezzo della Liturgia, ha unito misteriosamentele nostre vite a quella di Cristo. Per cui io nonho bisogno di nulla per saziare la mia sete di-rettamente alla bocca del Getto della Vita, mami abbevero alle sue acque, saziandomi nellesue sorgenti con la stessa fluidità, freschezza evitalità di coloro che sono stati con Gesù, per-ché io sperimento che sono con Cristo comeloro, e che Egli è con me come con loro. Sentola freschezza della Parola infinita Incarnata, ilbattere del suo cuore, il palpitare del suo pet-to, la carezza del suo sguardo, il lamento del-la sua agonia, il penare della sua solitudine, ildolore davanti all’incomprensione di coloro chenon lo vogliono ricevere...; ed ascolto, nell’a-marezza del mio petto addolorato, le frustatedei flagelli, lo scricchiolare dell’incoronazionedi spine, la desolazione del tradimento diGiuda. Che cosa vivrà Cristo che io non vivacon Lui, prescindendo dal tempo, nel compen-dio compatto della sua perfezione e nella cap-tazione del mio amore che, in risposta, si con-segna come può...!

Il tempo non è altro che una risata beffardache tenta di distruggere e di lasciare solo nel

65

Quel tempo contenne Cristo vittimato pal-pabilmente che viveva d’eternità; e questo tem-po mi dà Cristo glorioso che è la Vittima im-macolata. E quando io, per la perfezione onni-comprensiva della mia vita di fede, per riceve-re il mistero di Cristo, mi metto di fronte a Lui,prescindo dal tempo e, guardandolo fissamen-te, vivo quanto è, nel modo piccolino che lamia capacità mi dà; ma più o meno onnicom-prensivamente, più o meno realmente, secon-do la partecipazione che la vita della grazia mioffre in esperienza assaporabile dei misteri diDio.

Una volta che ho compreso, nel mio modopiccolino di captare, qualcosa dell’eccellenzadell’eternità, e qualcosa pure della perfezioneespressiva di Cristo che manifesta l’attributo del-l’eternità nel suo modo di darsi a noi, per meil tempo è diventato come l’eco che una cam-pana potrebbe lasciare dopo il suo rintoccare.Non esiste il tempo per me; esiste soltanto Dioed il suo piano, vivendo Egli la sua realtà conme ed io la mia realtà con Lui.

Anima cara, togli dalla tua captazione, nellamisura in cui puoi, tutto ciò che ti possa sepa-rare dalla vita di Cristo. Taglia il tempo, se puoi,nella tua immaginazione, come taglieresti lacorda che va dal fondo fino alla bocca di un

64

pozzo; togli la corda, prendi l’anfora con lamano, e dimmi che cosa te ne separa.

Dio si è sottomesso al tempo, ma il suo amo-re infinito è stato così grande e così perfettonella donazione della sua consegna, che, permezzo della Liturgia, ha unito misteriosamentele nostre vite a quella di Cristo. Per cui io nonho bisogno di nulla per saziare la mia sete di-rettamente alla bocca del Getto della Vita, mami abbevero alle sue acque, saziandomi nellesue sorgenti con la stessa fluidità, freschezza evitalità di coloro che sono stati con Gesù, per-ché io sperimento che sono con Cristo comeloro, e che Egli è con me come con loro. Sentola freschezza della Parola infinita Incarnata, ilbattere del suo cuore, il palpitare del suo pet-to, la carezza del suo sguardo, il lamento del-la sua agonia, il penare della sua solitudine, ildolore davanti all’incomprensione di coloro chenon lo vogliono ricevere...; ed ascolto, nell’a-marezza del mio petto addolorato, le frustatedei flagelli, lo scricchiolare dell’incoronazionedi spine, la desolazione del tradimento diGiuda. Che cosa vivrà Cristo che io non vivacon Lui, prescindendo dal tempo, nel compen-dio compatto della sua perfezione e nella cap-tazione del mio amore che, in risposta, si con-segna come può...!

Il tempo non è altro che una risata beffardache tenta di distruggere e di lasciare solo nel

6766

Eterno Sacerdote, come membro del CorpoMistico, vive con Lui ed in Lui tutto il misterodella sua vita, morte e risurrezione, insieme atutti gli uomini che, inseriti in Cristo, sono suemembra; i quali, a loro volta, misteriosamenteuniti alle altre anime, posseggono tutta questagrande meraviglia e splendente realtà. Com’ègrande essere Chiesa e quanti pochi lo sanno!

Quando Cristo mi unisce a sé per il misterodell’Incarnazione nel suo tempo, e si unisce ame nel mio attraverso il battesimo, restando in-serita in Lui, divento membro del suo Corpo,del quale Lui è il Capo; e così scompaiono, perla vita di grazia, gli impedimenti del tempo pervivere la realtà del Sommo ed Eterno Sacerdotenella pienezza di quanto è, vive e manifesta.

Ma ancora di più. Quando sono coscientedella mia realtà, sento in me i dolori di Cristoche mi crocifiggono, l’abbandono del suoGetsemani, divenendo la sua vita la mia vita;per cui i suoi sentimenti, le sue appetizioni, lesue urgenze e perfino le sue glorie, passanopartecipativamente al midollo del mio cuore,potendo dire con San Paolo: «Vivo io, ma nonpiù io, è Cristo che vive in me»15. Egli vive inme ed io in Lui. Per questo, la sua gloria è lamia gloria, la sua pena è il mio morire e, im-pregnata del palpitare della Chiesa, che, nel

15 Gal 2, 20.

ricordo la realtà viva e vivente della manifesta-zione palpabile dell’amore infinito di Dio neiconfronti dell’uomo che, in tutti ed in ciascunodei momenti della nostra vita, ci si dà nel senodella Chiesa per la forza del suo potere.

Gesù, nel Tabernacolo, è il Cristo del Padreche contiene in sé il Cielo e la terra, il divinoe l’umano, la vita e persino la morte, il gaudioed il dolore; e questo lo è così come lo è nelmodo ricchissimo e splendente, magnifico esplendido che Egli ha per la perfezione com-patta della sua contenzione di essere, «la pie-nezza di Colui che si realizza interamente intutte le cose»14.

Nei miei tempi di Tabernacolo, presso le«porte dell’eternità», mi si mostra la Gloria delPadre, la Figura della sostanza dell’Eterno inEspressione canora, che è il Verbo. E nei mieitempi di Tabernacolo pure, accanto alle «por-te dell’eternità», per la manifestazione dellosplendore della gloria di Dio, mi si dà Cristopenante e sofferente che reclama il mio cuoreper placare la sua sete, mi chiede la mia con-segna per calmare le sue ansie e mi dice le suepene affinché io lo consoli.

L’anima-Chiesa è così grande, tanto, tanto!,che, per il suo inserimento nel Sommo ed

14 Ef 1, 23.

6766

Eterno Sacerdote, come membro del CorpoMistico, vive con Lui ed in Lui tutto il misterodella sua vita, morte e risurrezione, insieme atutti gli uomini che, inseriti in Cristo, sono suemembra; i quali, a loro volta, misteriosamenteuniti alle altre anime, posseggono tutta questagrande meraviglia e splendente realtà. Com’ègrande essere Chiesa e quanti pochi lo sanno!

Quando Cristo mi unisce a sé per il misterodell’Incarnazione nel suo tempo, e si unisce ame nel mio attraverso il battesimo, restando in-serita in Lui, divento membro del suo Corpo,del quale Lui è il Capo; e così scompaiono, perla vita di grazia, gli impedimenti del tempo pervivere la realtà del Sommo ed Eterno Sacerdotenella pienezza di quanto è, vive e manifesta.

Ma ancora di più. Quando sono coscientedella mia realtà, sento in me i dolori di Cristoche mi crocifiggono, l’abbandono del suoGetsemani, divenendo la sua vita la mia vita;per cui i suoi sentimenti, le sue appetizioni, lesue urgenze e perfino le sue glorie, passanopartecipativamente al midollo del mio cuore,potendo dire con San Paolo: «Vivo io, ma nonpiù io, è Cristo che vive in me»15. Egli vive inme ed io in Lui. Per questo, la sua gloria è lamia gloria, la sua pena è il mio morire e, im-pregnata del palpitare della Chiesa, che, nel

15 Gal 2, 20.

ricordo la realtà viva e vivente della manifesta-zione palpabile dell’amore infinito di Dio neiconfronti dell’uomo che, in tutti ed in ciascunodei momenti della nostra vita, ci si dà nel senodella Chiesa per la forza del suo potere.

Gesù, nel Tabernacolo, è il Cristo del Padreche contiene in sé il Cielo e la terra, il divinoe l’umano, la vita e persino la morte, il gaudioed il dolore; e questo lo è così come lo è nelmodo ricchissimo e splendente, magnifico esplendido che Egli ha per la perfezione com-patta della sua contenzione di essere, «la pie-nezza di Colui che si realizza interamente intutte le cose»14.

Nei miei tempi di Tabernacolo, presso le«porte dell’eternità», mi si mostra la Gloria delPadre, la Figura della sostanza dell’Eterno inEspressione canora, che è il Verbo. E nei mieitempi di Tabernacolo pure, accanto alle «por-te dell’eternità», per la manifestazione dellosplendore della gloria di Dio, mi si dà Cristopenante e sofferente che reclama il mio cuoreper placare la sua sete, mi chiede la mia con-segna per calmare le sue ansie e mi dice le suepene affinché io lo consoli.

L’anima-Chiesa è così grande, tanto, tanto!,che, per il suo inserimento nel Sommo ed

14 Ef 1, 23.

mo quelli eterni, divenendo capaci di captarela trascendente trascendenza di tutti essi...!

Dov’è mai creatura, tempo o distanza, chemi possa separare anche di un apice dal Verboinfinito Incarnato, in quanto è, vive e realizza?Soltanto il mio «no» al piano divino aprirebbeuna distanza e forse un abisso insondabile traLui e me; ma, nella misura in cui io sono ade-sione, nel modo più perfetto che mi è possibi-le, all’effusione infinita della sua divina volontàsu di me, in questa stessa misura Lui ed io sia-mo uno nell’unione dello Spirito Santo.

Anima cara, chiunque tu sia dentro l’ampioseno della santa Madre Chiesa, vivi la tua realtàdi membro del Corpo mistico di Cristo, assimi-la tutti i movimenti dell’anima di Gesù, ed abbila sicurezza che, nel compendio compatto cheti dà il tuo essere Chiesa, andrai scoprendo lasemplicità schiacciante, vivificatrice e captabiledi tutto il piano di Dio, attraverso Cristo, neiconfronti dell’uomo.

Io mi sento l’«Eco della Chiesa mia» perchétutto il palpitare del suo cuore –che è Cristoche vive con lei– è raccolto nel mio petto e ri-petuto nella minuta capacità della mia vibra-zione per l’impulso dell’Amore infinito, che, es-sendo il mio Sposo divino, mi fa proromperepure, come frutto del suo amore, in effusionedi maternità spirituale.

6968

compendio di tutte le sue membra, è il Corpomistico di Cristo, ho bisogno di essere eucari-stia, rendimento di grazie, adorazione a Dio,donazione a tutti gli uomini per essere man-giata da tutti, avendo fame di essere tutta pertutti e che noi tutti siamo uno nella carità del-lo stesso Spirito Santo.

E così come, per partecipare delle divinePersone, io non debbo andare all’eternità, per-ché Dio è venuto da me introducendomi in Lui,che è l’Eternità, così, per vivere Cristo, io nonho bisogno di trasferirmi ai suoi trentatré anni,perché Lui, superando il tempo per mezzo delmistero della Chiesa, è venuto a me con tuttoil compendio compatto della sua realtà miste-riosa.

Dov’è un’anima che il tempo sia capace diseparare da me? Lo spirito, unito a Dio, ab-braccia tutte queste realtà; per cui, nella parte-cipazione dello stesso Infinito, io sono nel senodi Dio, vivendo con Cristo nell’unione delloSpirito Santo, con tutti gli uomini.

«E la gloria che tu hai dato a me, Io l’hodata a loro, perché siano come noi una cosasola: Io in loro e tu in me, perché siano per-fetti nell’unità»16.

Ah se noi uomini vivessimo di Dio... se tra-scendessimo i concetti creati..., se assaporassi-

16 Gv 17, 22-23.

mo quelli eterni, divenendo capaci di captarela trascendente trascendenza di tutti essi...!

Dov’è mai creatura, tempo o distanza, chemi possa separare anche di un apice dal Verboinfinito Incarnato, in quanto è, vive e realizza?Soltanto il mio «no» al piano divino aprirebbeuna distanza e forse un abisso insondabile traLui e me; ma, nella misura in cui io sono ade-sione, nel modo più perfetto che mi è possibi-le, all’effusione infinita della sua divina volontàsu di me, in questa stessa misura Lui ed io sia-mo uno nell’unione dello Spirito Santo.

Anima cara, chiunque tu sia dentro l’ampioseno della santa Madre Chiesa, vivi la tua realtàdi membro del Corpo mistico di Cristo, assimi-la tutti i movimenti dell’anima di Gesù, ed abbila sicurezza che, nel compendio compatto cheti dà il tuo essere Chiesa, andrai scoprendo lasemplicità schiacciante, vivificatrice e captabiledi tutto il piano di Dio, attraverso Cristo, neiconfronti dell’uomo.

Io mi sento l’«Eco della Chiesa mia» perchétutto il palpitare del suo cuore –che è Cristoche vive con lei– è raccolto nel mio petto e ri-petuto nella minuta capacità della mia vibra-zione per l’impulso dell’Amore infinito, che, es-sendo il mio Sposo divino, mi fa proromperepure, come frutto del suo amore, in effusionedi maternità spirituale.

6968

compendio di tutte le sue membra, è il Corpomistico di Cristo, ho bisogno di essere eucari-stia, rendimento di grazie, adorazione a Dio,donazione a tutti gli uomini per essere man-giata da tutti, avendo fame di essere tutta pertutti e che noi tutti siamo uno nella carità del-lo stesso Spirito Santo.

E così come, per partecipare delle divinePersone, io non debbo andare all’eternità, per-ché Dio è venuto da me introducendomi in Lui,che è l’Eternità, così, per vivere Cristo, io nonho bisogno di trasferirmi ai suoi trentatré anni,perché Lui, superando il tempo per mezzo delmistero della Chiesa, è venuto a me con tuttoil compendio compatto della sua realtà miste-riosa.

Dov’è un’anima che il tempo sia capace diseparare da me? Lo spirito, unito a Dio, ab-braccia tutte queste realtà; per cui, nella parte-cipazione dello stesso Infinito, io sono nel senodi Dio, vivendo con Cristo nell’unione delloSpirito Santo, con tutti gli uomini.

«E la gloria che tu hai dato a me, Io l’hodata a loro, perché siano come noi una cosasola: Io in loro e tu in me, perché siano per-fetti nell’unità»16.

Ah se noi uomini vivessimo di Dio... se tra-scendessimo i concetti creati..., se assaporassi-

16 Gv 17, 22-23.

10-9-1976

LA MIA VITA È CERCARE L’AMORE SENZA STANCARMI

Io ti cerco nelle mie ansie di amare, mioSignore, perché anelo ad averti senza veli, neltuo seno, riposando sul tuo petto benedettonelle mie notti, che sono lunghe, profonde, se-grete, silenti…

Se il silenzio mi avvolge, mio Signore, io tichiamo nella mia profondità nel tuo seno, e titrovo.

È tanto dolce la tua voce nel mio orecchio,con parole candenti …!

È il tuo volto sereno, così divino e sacro, danon saperlo esprimere col mio accento…!

Se percepisco il tuo passo, quando vieni ame accattivato, mi si accendono i miei fuochiin idilli sigillati.

Amatore della mia vita, se sulla ferita san-guinante del tuo petto, riposo con te […]1, ado-

71

Figlio della mia anima-Chiesa, ascolta il ge-mito del mio cuore: entra nella profonditàprofonda del petto di Cristo, ricevi il palpitaredel suo doloroso Getsemani prescindendo daltempo e dalle circostanze che ti circondano.Perché per il cristiano, nella dimensione dellasua capacità, non esistono né il tempo né la di-stanza, essendo, con Cristo, universale, ad im-magine e riflesso della perfezione di Dio chemanifesta l’attributo dell’eternità in Cristo, eche, per Lui e in Lui, lo fa ripercuotere su tut-te le sue membra.

70

1 Con questo segno si indica la soppressione di brani piùo meno ampi che non si ritiene opportuno pubblicaredurante la vita dell’autrice.

10-9-1976

LA MIA VITA È CERCARE L’AMORE SENZA STANCARMI

Io ti cerco nelle mie ansie di amare, mioSignore, perché anelo ad averti senza veli, neltuo seno, riposando sul tuo petto benedettonelle mie notti, che sono lunghe, profonde, se-grete, silenti…

Se il silenzio mi avvolge, mio Signore, io tichiamo nella mia profondità nel tuo seno, e titrovo.

È tanto dolce la tua voce nel mio orecchio,con parole candenti …!

È il tuo volto sereno, così divino e sacro, danon saperlo esprimere col mio accento…!

Se percepisco il tuo passo, quando vieni ame accattivato, mi si accendono i miei fuochiin idilli sigillati.

Amatore della mia vita, se sulla ferita san-guinante del tuo petto, riposo con te […]1, ado-

71

Figlio della mia anima-Chiesa, ascolta il ge-mito del mio cuore: entra nella profonditàprofonda del petto di Cristo, ricevi il palpitaredel suo doloroso Getsemani prescindendo daltempo e dalle circostanze che ti circondano.Perché per il cristiano, nella dimensione dellasua capacità, non esistono né il tempo né la di-stanza, essendo, con Cristo, universale, ad im-magine e riflesso della perfezione di Dio chemanifesta l’attributo dell’eternità in Cristo, eche, per Lui e in Lui, lo fa ripercuotere su tut-te le sue membra.

70

1 Con questo segno si indica la soppressione di brani piùo meno ampi che non si ritiene opportuno pubblicaredurante la vita dell’autrice.

E lì seppi, senza maniere di quaggiù, con iltuo modo di là, il profondo sapere del tuo mi-stero: Sapienziale Espressione pronunciavi, oPadre!, nella tua sola Parola di divini cantici...!

Che dolci idilli io ascoltai sulle tue soglie...!:Melodie eterne in fluenti amori di filiale com-piacenza, trionfali!

Oh, quale Amore risorgeva in baciare diCoeterno, in riposo amoroso di Famiglia, in unBacio…!

Non importa più se rimango in silenzio quag-giù; poiché, dopo averti saputo nella tua altez-za, sono rimasta trascesa, aspettando, senzastancarmi nelle mie pene, che mi porti, nel gior-no del tuo eterno volere, lì dentro, di nuovo.

Se mi avvicino al tabernacolo e ti guardo an-simante in nostalgie di amori, Tu mi inviti a ri-posare con te, mio Eterno; e lì ascolto la stes-sa Armonia che, in divini accenti, rifulgente digloria, io ho vissuto nei miei giorni di cielo…

E se guardo il mio Cristo piagato, sulla cro-ce per amore morente, io comprendo che Egliè la Gloria di Risposta adeguata all’Eccelso, ri-spondendo all’Altezza infinita dal suolo…

E percepisco pure che l’Amore mi reclamamorendo: che mi consegni, senza nulla volere,senza cercare altro che stare accanto a Lui,«così» una con Lui, come Chiesa che supplicain esilio.

73

rante, compiaciuto mi guardi, perché «così» Tumi chiedi di avvicinarmi al tabernacolo, a Teunita.

Io ti cerco nelle mie ore silenti e cariche didoni, e ti chiamo in tenerezze di dolci reclami;e mi accendo in nostalgie, che sono richiestedi incontri, in un molteplice baciare di gloriacon la luce dei tuoi Soli.

Molte volte ti ho sentito, Lottatore carico diconquiste, pronunciare nella mia anima le tueparole eterne, esigendo il mio dono senza guar-darlo; senza pensare qual fosse, se mi piaces-se o mi costasse riuscirci…

Tu non chiedi, mio Signore, più di quelloche dai in amore consegnato!

Se mi avvicino al tuo seno benedetto, nel-l’eccelsa dimora della tua altezza infinita, Tu tichini su di me; e lì dentro, dal Sancta Sancto-rum della tua immensa eccellenza, mi reclamidi entrare nel tuo Seno, appoggiata alla tua for-za; e mi mostri misteri che non è dato di sa-pere a uomo alcuno, senza salire all’altezza in-tangibile del tuo essere, in fulgori coeterni dieccellenti segreti…

Nell’oceano eccelso del tuo immenso pote-re mi conducesti, senza sapere come fu, dietroun volo.

72

E lì seppi, senza maniere di quaggiù, con iltuo modo di là, il profondo sapere del tuo mi-stero: Sapienziale Espressione pronunciavi, oPadre!, nella tua sola Parola di divini cantici...!

Che dolci idilli io ascoltai sulle tue soglie...!:Melodie eterne in fluenti amori di filiale com-piacenza, trionfali!

Oh, quale Amore risorgeva in baciare diCoeterno, in riposo amoroso di Famiglia, in unBacio…!

Non importa più se rimango in silenzio quag-giù; poiché, dopo averti saputo nella tua altez-za, sono rimasta trascesa, aspettando, senzastancarmi nelle mie pene, che mi porti, nel gior-no del tuo eterno volere, lì dentro, di nuovo.

Se mi avvicino al tabernacolo e ti guardo an-simante in nostalgie di amori, Tu mi inviti a ri-posare con te, mio Eterno; e lì ascolto la stes-sa Armonia che, in divini accenti, rifulgente digloria, io ho vissuto nei miei giorni di cielo…

E se guardo il mio Cristo piagato, sulla cro-ce per amore morente, io comprendo che Egliè la Gloria di Risposta adeguata all’Eccelso, ri-spondendo all’Altezza infinita dal suolo…

E percepisco pure che l’Amore mi reclamamorendo: che mi consegni, senza nulla volere,senza cercare altro che stare accanto a Lui,«così» una con Lui, come Chiesa che supplicain esilio.

73

rante, compiaciuto mi guardi, perché «così» Tumi chiedi di avvicinarmi al tabernacolo, a Teunita.

Io ti cerco nelle mie ore silenti e cariche didoni, e ti chiamo in tenerezze di dolci reclami;e mi accendo in nostalgie, che sono richiestedi incontri, in un molteplice baciare di gloriacon la luce dei tuoi Soli.

Molte volte ti ho sentito, Lottatore carico diconquiste, pronunciare nella mia anima le tueparole eterne, esigendo il mio dono senza guar-darlo; senza pensare qual fosse, se mi piaces-se o mi costasse riuscirci…

Tu non chiedi, mio Signore, più di quelloche dai in amore consegnato!

Se mi avvicino al tuo seno benedetto, nel-l’eccelsa dimora della tua altezza infinita, Tu tichini su di me; e lì dentro, dal Sancta Sancto-rum della tua immensa eccellenza, mi reclamidi entrare nel tuo Seno, appoggiata alla tua for-za; e mi mostri misteri che non è dato di sa-pere a uomo alcuno, senza salire all’altezza in-tangibile del tuo essere, in fulgori coeterni dieccellenti segreti…

Nell’oceano eccelso del tuo immenso pote-re mi conducesti, senza sapere come fu, dietroun volo.

72

Sono strana e diversa da tutti coloro che conme camminano resi una sola cosa, senza vole-re altro che Dio, senza cercare altro che esse-re per lui riposo e consolazione.

Sono felice nella mia attesa, perché vivo«così» dove voglio; poiché solo desidero staresempre nel centro del volere del mio Sole, ben-ché sia in esilio…!

Se lo chiamo, mi risponde; se lo cerco, lotrovo; se mi lancio verso l’Essere, Egli mi ad-dentra nel suo seno; e se vengo al Tabernacoloo al mio Cristo sulla croce, sempre raggiungoColui che spero...!

E se chiamo mia Madre con tenerezze ine-dite, come farebbe il piccolo, mi accoccola sulsuo seno e mi dice, con parole candenti diprofondi accenti, che Ella è Madre essendoVergine e per esserlo, nel Bacio infinito che, inmolteplice tubare di amori, le ha dato il Diobuono.

Oggi la mia attesa è chiedere ed avere, ècercare e trovare in nostalgie riposando nellalotta del mio lungo tragitto; perché Dio è il mioTutto, e, tenendolo nella sua vita, io bramo ilsuo incontro nel modo silente in cui, in sup-pliche, lo chiamo e lo tengo.

Amatore dei miei doni, il cercarti, col miomodo di essere, è incontro...!

75

È la mia Chiesa il Cristo benedetto di tutti itempi, che abbraccia nel suo seno Dio stessoe tutti gli uomini, in un modo così bello, che,in idilli di eterne conquiste, mi ripete, nellenote che il mistero avvolge, il vivere del Diovivo, che con amori scoppia d’amore, e appe-so muore.

Se ti cerco, mio Dio, io ti trovo pure, conprofondità segrete di divine melodie sacre, lìdentro nel seno materno della Vergine bene-detta; la quale, dal tanto essere Vergine, fu ba-ciata nel suo seno con un Bacio così buono,divino ed eterno, che la fece essere Madredell’Unto di Dio; che Ella chiama: Figlio mio!,con pieno diritto.

La mia vita è cercare senza stancarmi, aspet-tando, trascesa nei miei voli, gli incontri di te-neri amori che per caso mi sono dati quandomeno ci penso.

Il mio vivere è chiamare in aneliti carichi esigillati da profondi silenzi; ed è sapere che ilDio vivo mi ascolta e si inclina verso di me,per alzarmi verso di Sé, abbassando la sua al-tezza fino al suolo…

E tremando di amori, conoscendo il miste-ro, piango e rido, in contrasti carichi, nella miamarcia verso il cielo.

74

Sono strana e diversa da tutti coloro che conme camminano resi una sola cosa, senza vole-re altro che Dio, senza cercare altro che esse-re per lui riposo e consolazione.

Sono felice nella mia attesa, perché vivo«così» dove voglio; poiché solo desidero staresempre nel centro del volere del mio Sole, ben-ché sia in esilio…!

Se lo chiamo, mi risponde; se lo cerco, lotrovo; se mi lancio verso l’Essere, Egli mi ad-dentra nel suo seno; e se vengo al Tabernacoloo al mio Cristo sulla croce, sempre raggiungoColui che spero...!

E se chiamo mia Madre con tenerezze ine-dite, come farebbe il piccolo, mi accoccola sulsuo seno e mi dice, con parole candenti diprofondi accenti, che Ella è Madre essendoVergine e per esserlo, nel Bacio infinito che, inmolteplice tubare di amori, le ha dato il Diobuono.

Oggi la mia attesa è chiedere ed avere, ècercare e trovare in nostalgie riposando nellalotta del mio lungo tragitto; perché Dio è il mioTutto, e, tenendolo nella sua vita, io bramo ilsuo incontro nel modo silente in cui, in sup-pliche, lo chiamo e lo tengo.

Amatore dei miei doni, il cercarti, col miomodo di essere, è incontro...!

75

È la mia Chiesa il Cristo benedetto di tutti itempi, che abbraccia nel suo seno Dio stessoe tutti gli uomini, in un modo così bello, che,in idilli di eterne conquiste, mi ripete, nellenote che il mistero avvolge, il vivere del Diovivo, che con amori scoppia d’amore, e appe-so muore.

Se ti cerco, mio Dio, io ti trovo pure, conprofondità segrete di divine melodie sacre, lìdentro nel seno materno della Vergine bene-detta; la quale, dal tanto essere Vergine, fu ba-ciata nel suo seno con un Bacio così buono,divino ed eterno, che la fece essere Madredell’Unto di Dio; che Ella chiama: Figlio mio!,con pieno diritto.

La mia vita è cercare senza stancarmi, aspet-tando, trascesa nei miei voli, gli incontri di te-neri amori che per caso mi sono dati quandomeno ci penso.

Il mio vivere è chiamare in aneliti carichi esigillati da profondi silenzi; ed è sapere che ilDio vivo mi ascolta e si inclina verso di me,per alzarmi verso di Sé, abbassando la sua al-tezza fino al suolo…

E tremando di amori, conoscendo il miste-ro, piango e rido, in contrasti carichi, nella miamarcia verso il cielo.

74

« PIENEZZA D’ASCESA

Nel mio povero comprendere, scorgo, dietro il Mistero, grandezze insospettate, pienezza d’ascesa nell’eterno possesso dell’Essente nei suoi segreti.

Capisco, senza capire, con il mio piccolo concetto, l’immenso procedere dell’Infinito ed Eterno.

Quanto più grande concepisco la pienezza del Coeterno, tanto più gioisco davanti al Tabernacolo guardando il suo abbassamento.

Dio è grande per il suo essersidi inesausto portento, che può essere quanto vuole –e il suo volere è eterno–, che non ha bisogno di cose, né di creature, né di tempo per essersi di per sé il suo sussistente Mistero.

Dio possiede il suo perché, avendosi, nel suo esserselo,

7776

Dal libro «Frutti di preghiera »

991. Io mi sento più Chiesa che anima e piùanima che corpo, provando nel profondo delmio intimo come una nuova vita che fluisce dalpetto di Dio al mio spirito; vita che mi fa escla-mare con l’Apostolo: «Vivo io, ma non più io,è Cristo che vive in me»1. (25-4-78)

992. Perché sono membro del Corpo Misticoin assaporamento di Chiesa feconda, sperimen-to come il mio vivere sia Cristo e Questi cro-cifisso; essendo Egli la Parola che m’insegna, laVia che mi conduce e la Verità che mi penetra.(25-4-78)

994. La vita di Dio è una comunicazione amo-rosa di mutuo intendimento saporoso in baciod’amore. (13-11-78)

995. La nostra unione con Cristo esige chepensiamo ed agiamo come Lui; e soltanto nel-la misura in cui incorporiamo il suo vivere, Egliriposa nella compenetrazione del nostro inten-dimento con il suo. (29-4-73)

1 Gal 2, 20.

« PIENEZZA D’ASCESA

Nel mio povero comprendere, scorgo, dietro il Mistero, grandezze insospettate, pienezza d’ascesa nell’eterno possesso dell’Essente nei suoi segreti.

Capisco, senza capire, con il mio piccolo concetto, l’immenso procedere dell’Infinito ed Eterno.

Quanto più grande concepisco la pienezza del Coeterno, tanto più gioisco davanti al Tabernacolo guardando il suo abbassamento.

Dio è grande per il suo essersidi inesausto portento, che può essere quanto vuole –e il suo volere è eterno–, che non ha bisogno di cose, né di creature, né di tempo per essersi di per sé il suo sussistente Mistero.

Dio possiede il suo perché, avendosi, nel suo esserselo,

7776

Dal libro «Frutti di preghiera »

991. Io mi sento più Chiesa che anima e piùanima che corpo, provando nel profondo delmio intimo come una nuova vita che fluisce dalpetto di Dio al mio spirito; vita che mi fa escla-mare con l’Apostolo: «Vivo io, ma non più io,è Cristo che vive in me»1. (25-4-78)

992. Perché sono membro del Corpo Misticoin assaporamento di Chiesa feconda, sperimen-to come il mio vivere sia Cristo e Questi cro-cifisso; essendo Egli la Parola che m’insegna, laVia che mi conduce e la Verità che mi penetra.(25-4-78)

994. La vita di Dio è una comunicazione amo-rosa di mutuo intendimento saporoso in baciod’amore. (13-11-78)

995. La nostra unione con Cristo esige chepensiamo ed agiamo come Lui; e soltanto nel-la misura in cui incorporiamo il suo vivere, Egliriposa nella compenetrazione del nostro inten-dimento con il suo. (29-4-73)

1 Gal 2, 20.

Segreti di eterno Essere, che può, perché è Immenso, essere Dio e Uomo insieme, portento dei portenti! Bisogna sapere cos’è Dio, per intuire cosa sia questo.

L’Eterno che s’incarna!, silenzio d’ascesa, Maria, Madre di Dio! E io, che intuisco il perché di questi occulti misteri...!

Tempi grandi di Tabernacolo davanti alle porte del cielo!! »

28-5-1974

«Frutti di preghiera »

1.001. La croce è il grande mistero di tutta lamia vita. Però io amo il mio Cristo, e Questicrocifisso, e so bene dove e come mi aspettain tutto e sempre! (13-11-76)

1.003. La mia anima-Chiesa ha bisogno d’es-sere Cristo; per cui, nell’assimilazione della suavita, vivo del suo vivere di fronte a Dio, go-dendo nell’infinita santità del Coeterno, ed im-molandomi con Lui, per Lui e in Lui, nella di-

79

infinità di attributi e capacità di esserlo.

Quando la mia anima piccola penetra l’Essersi nel suo seno, comprende, senza comprendere, in semplice intendimento, le grandezze di Colui che È nell’eternità senza tempo, perché ha la sua sussistenza in se stesso e senza sforzo.

Signoria dell’Essente!! che abbraccia, in un sol tempo, quanto è e quanto può, quanto sa e quanto vuole, in un solo pensiero...

Quanto grande comprendo oggi il Tabernacolo nel suo mistero, Gesù inchiodato sulla croce, l’Incarnazione tra veli, Maria, Madre di Dio, creatura di questo suolo...!

Quanto grande appare l’Essere, che può, per il suo potere, dal tanto essersi l’Eccelso, essere creatura, essere Pane, e, nel seno di Maria, costituirsi il suo cielo!

78

Segreti di eterno Essere, che può, perché è Immenso, essere Dio e Uomo insieme, portento dei portenti! Bisogna sapere cos’è Dio, per intuire cosa sia questo.

L’Eterno che s’incarna!, silenzio d’ascesa, Maria, Madre di Dio! E io, che intuisco il perché di questi occulti misteri...!

Tempi grandi di Tabernacolo davanti alle porte del cielo!! »

28-5-1974

«Frutti di preghiera »

1.001. La croce è il grande mistero di tutta lamia vita. Però io amo il mio Cristo, e Questicrocifisso, e so bene dove e come mi aspettain tutto e sempre! (13-11-76)

1.003. La mia anima-Chiesa ha bisogno d’es-sere Cristo; per cui, nell’assimilazione della suavita, vivo del suo vivere di fronte a Dio, go-dendo nell’infinita santità del Coeterno, ed im-molandomi con Lui, per Lui e in Lui, nella di-

79

infinità di attributi e capacità di esserlo.

Quando la mia anima piccola penetra l’Essersi nel suo seno, comprende, senza comprendere, in semplice intendimento, le grandezze di Colui che È nell’eternità senza tempo, perché ha la sua sussistenza in se stesso e senza sforzo.

Signoria dell’Essente!! che abbraccia, in un sol tempo, quanto è e quanto può, quanto sa e quanto vuole, in un solo pensiero...

Quanto grande comprendo oggi il Tabernacolo nel suo mistero, Gesù inchiodato sulla croce, l’Incarnazione tra veli, Maria, Madre di Dio, creatura di questo suolo...!

Quanto grande appare l’Essere, che può, per il suo potere, dal tanto essersi l’Eccelso, essere creatura, essere Pane, e, nel seno di Maria, costituirsi il suo cielo!

78

Ti cercai nella tua luce e nel tuo fuoco, e non c’eri! Ti chiamai con il tuo nome eterno, e non mi rispondesti! Cadde la grandinata e, col suo gelo, rimasi ghiacciata. Gemo per il giorno dell’incontro, e non arriva!

Ed oggi voglio domandarti: perché, Amore?, e, fino a quando così…? »

26-4-1967

« SEI TU…?

Sei Tu Colui che avvolge la mia notte? Sei Tu Colui che ambienta la mia vita?

Sei Tu?

Sei Tu Colui che allunga la mia attesa? Sei Tu Colui che chiede la mia lotta?

Sei Tu?

Sei Tu chi prolunga la mia prova? Sei Tu chi allunga i miei giorni?

Sei Tu?

Se sei Tu, mio Signore, se sei Tu, io ti aspetto serena e tranquilla! »

12-9-1966

81

mensione del suo doppio aspetto: la gloria diDio e l’estensione del suo Regno. (15-10-74)

1.005. Quando sono nella croce, sono conCristo; quando sono nel Tabor, sono con Lui;e siccome il mio vivere è Cristo, e il mio pal-pitare la sua volontà, sempre e in ogni mo-mento sono felice; poiché avendo Lui, ho tut-to ciò di cui potrei aver bisogno nella grandedimensione della mia anima-Chiesa. (15-10-74)

« PERCHÉ COSÌ?

Un giorno io sentii che mi chiamavi con il mio nome; e nel mio essere si impresse la tua Parola, che era eterna. Ti cercai nella mia vita solitaria, e ti trovai. Il tuo Bacio si incrostò in me per sempre, e mi fecondò.

Mi sentii madre di innumerevoli anime per la tua gloria. La tua luce inondava tutta la mia vita nel tuo fuoco, e, nelle tue delizie, io mi ricreavo di giorno. Ma si fece notte e con tormenta, che fa rabbrividire.

80

Ti cercai nella tua luce e nel tuo fuoco, e non c’eri! Ti chiamai con il tuo nome eterno, e non mi rispondesti! Cadde la grandinata e, col suo gelo, rimasi ghiacciata. Gemo per il giorno dell’incontro, e non arriva!

Ed oggi voglio domandarti: perché, Amore?, e, fino a quando così…? »

26-4-1967

« SEI TU…?

Sei Tu Colui che avvolge la mia notte? Sei Tu Colui che ambienta la mia vita?

Sei Tu?

Sei Tu Colui che allunga la mia attesa? Sei Tu Colui che chiede la mia lotta?

Sei Tu?

Sei Tu chi prolunga la mia prova? Sei Tu chi allunga i miei giorni?

Sei Tu?

Se sei Tu, mio Signore, se sei Tu, io ti aspetto serena e tranquilla! »

12-9-1966

81

mensione del suo doppio aspetto: la gloria diDio e l’estensione del suo Regno. (15-10-74)

1.005. Quando sono nella croce, sono conCristo; quando sono nel Tabor, sono con Lui;e siccome il mio vivere è Cristo, e il mio pal-pitare la sua volontà, sempre e in ogni mo-mento sono felice; poiché avendo Lui, ho tut-to ciò di cui potrei aver bisogno nella grandedimensione della mia anima-Chiesa. (15-10-74)

« PERCHÉ COSÌ?

Un giorno io sentii che mi chiamavi con il mio nome; e nel mio essere si impresse la tua Parola, che era eterna. Ti cercai nella mia vita solitaria, e ti trovai. Il tuo Bacio si incrostò in me per sempre, e mi fecondò.

Mi sentii madre di innumerevoli anime per la tua gloria. La tua luce inondava tutta la mia vita nel tuo fuoco, e, nelle tue delizie, io mi ricreavo di giorno. Ma si fece notte e con tormenta, che fa rabbrividire.

80

17-9-1972

ECO DELLA CHIESA

Sono le tue richieste nel mio petto ferito,come arsure brucianti che, in teneri lamenti, pe-netrano la profondità del mio cuore.

Odo i tuoi lamenti, come un vulcano aper-to, che mi manifestano la loro desolazione...Ascolto rumori...., lamenti di angoscia…, ab-bandoni lenti…, profonda immolazione...

È la Chiesa mia che, avvolta nelle sue pene,svela alla mia anima, quale Madre amorosa, lapienezza immensa della sua gran missione...!

Oh, se io potessi infrangere l’oppressione ele strettezze del mio seno ferito dalle urla cheavvolgo in singhiozzi e che occulto nellaprofondità del mio cuore...!

Dio dentro il mio petto è diventato lamentiprofondi di una richiesta. Segreta è la sua fa-vella e tenero il suo accento, ma è trafiggentequale ferro pungente, ferendo il mio seno incauterizzazione lenta di un’immolazione!

Sono le sue richieste parole nascoste, sonoscoperte dei suoi pensieri e del piano immen-so della Redenzione… Sono sapienza le sue te-

83

«Frutti di preghiera »

1.008. Per essere innestata in Cristo, sono chia-mata a cantare con Lui la sua canzone eterna,e per Lui e in Lui, a vivere con il Padre e conlo Spirito Santo nella congregazione dei figli diDio. (14-4-67)

1.009. L’anima-Chiesa ha la stessa vita e mis-sione universale di Gesù: dare la vita divina atutte le anime di tutti i popoli e di tutti i tem-pi. (30-11-63)

1.018. La mia canzone è amore che va dal senodel Padre al Verbo, e dal Verbo al Padre: e neidue ardo nello Spirito Santo. La mia canzone èamore che va da Dio a Cristo e da Cristo aMaria. La mia canzone è amore che va da Gesùagli uomini, con cuore di Chiesa ed amore diSpirito Santo. (20-9-74)

1.023. Io sono «l’Eco» della Chiesa mia, chedeve star sempre ripetendo la Voce che in sériceve; Voce che la Chiesa ha nel suo seno, cheè il Verbo. Per questo io non ho bisogno né honulla di nuovo da dire o da insegnare, no; iosono solo «l’Eco», che si lascia ascoltare in ri-percussione, del canto della Chiesa. (20-4-64)

82

17-9-1972

ECO DELLA CHIESA

Sono le tue richieste nel mio petto ferito,come arsure brucianti che, in teneri lamenti, pe-netrano la profondità del mio cuore.

Odo i tuoi lamenti, come un vulcano aper-to, che mi manifestano la loro desolazione...Ascolto rumori...., lamenti di angoscia…, ab-bandoni lenti…, profonda immolazione...

È la Chiesa mia che, avvolta nelle sue pene,svela alla mia anima, quale Madre amorosa, lapienezza immensa della sua gran missione...!

Oh, se io potessi infrangere l’oppressione ele strettezze del mio seno ferito dalle urla cheavvolgo in singhiozzi e che occulto nellaprofondità del mio cuore...!

Dio dentro il mio petto è diventato lamentiprofondi di una richiesta. Segreta è la sua fa-vella e tenero il suo accento, ma è trafiggentequale ferro pungente, ferendo il mio seno incauterizzazione lenta di un’immolazione!

Sono le sue richieste parole nascoste, sonoscoperte dei suoi pensieri e del piano immen-so della Redenzione… Sono sapienza le sue te-

83

«Frutti di preghiera »

1.008. Per essere innestata in Cristo, sono chia-mata a cantare con Lui la sua canzone eterna,e per Lui e in Lui, a vivere con il Padre e conlo Spirito Santo nella congregazione dei figli diDio. (14-4-67)

1.009. L’anima-Chiesa ha la stessa vita e mis-sione universale di Gesù: dare la vita divina atutte le anime di tutti i popoli e di tutti i tem-pi. (30-11-63)

1.018. La mia canzone è amore che va dal senodel Padre al Verbo, e dal Verbo al Padre: e neidue ardo nello Spirito Santo. La mia canzone èamore che va da Dio a Cristo e da Cristo aMaria. La mia canzone è amore che va da Gesùagli uomini, con cuore di Chiesa ed amore diSpirito Santo. (20-9-74)

1.023. Io sono «l’Eco» della Chiesa mia, chedeve star sempre ripetendo la Voce che in sériceve; Voce che la Chiesa ha nel suo seno, cheè il Verbo. Per questo io non ho bisogno né honulla di nuovo da dire o da insegnare, no; iosono solo «l’Eco», che si lascia ascoltare in ri-percussione, del canto della Chiesa. (20-4-64)

82

Vorrei esprimere le mie ansie, dire i miei cla-mori, manifestare in qualche modo questa op-pressione compatta che imprigiona fortementeil midollo del mio spirito...

Vorrei spezzare le catene che opprimono lamia anima; dare libertà alla parola ardente che,in cauterizzazioni di fuoco, racchiudo nel mioessere…

Vorrei, se potessi!, prorompere in cantici chesono urla della richiesta dell’Amore immenso;urla profonde in clamori di fuoco, che espri-messero l’amarezza torturante del mio cuore la-cerato dalla richiesta travolgente dell’immensoPotere…

«Guai a colui che cade nelle mani del Diovivo»1, ed è scelto per proclamare gli ardori im-mensi della sua richiesta...!

Guai a colui che riceve l’impulso travolgen-te, infinito ed eterno, della fiamma accesa del-la Bocca di Jahvè, e percepisce parole eternein comunicazione di Amico…, ed è scelto peressere il ricettore sulla terra dei misteri dell’E-terno...!

Guai a colui che scopre i misteri dell’Im-menso, ed è inviato dall’infinito Potere a co-municarli, come manifestazione della Canzonecanora del Verbo tra gli uomini…!

85

nere cauterizzazioni, che colmano la profonditàdel mio seno aperto, in colloqui teneri che sonorichiesta.

Ah, se io potessi esprimere in qualche modoqueste arsure della mia contenzione…! Ah, seio potessi dire con le mie espressioni la com-pattezza immensa che avvolgo in dolore e, insilenzio, occulto, sotto il mio reclamare…!

È il mio seno ferito quale vulcano aperto equali sorgenti che straripano fluendo in amore.

Sono le cascate del mio petto in zeli, tantoincontenibili!, tanto irresistibili!, che vivo mo-rendo per i segreti racchiusi di un sommessoreclamare.

È Parola dolce e in teneri colloqui la vocedell’Eterno; ma è tanto pungente la sapienzadella sua Esplicazione!, che oggi, in arsura perle sue sorgenti, arde il mio intimo con il fuocoimmenso del potere di Dio.

Egli chiede in silenzio con un reclamare pun-gente, con cauteri profondi, quale vulcanoaperto per lo zelo ferito del suo cuore.

Taci, anima amata!, non cercare di nuovo disquarciare i segreti della tua immolazione!

Se il silenzio è vita che avvolge il mistero,cosa importa che l’uomo non capisca il tuodono…?!

Taci, anima amata!, vivi nel tuo silenzio soloper Dio…

84

1 Eb 10, 31.

Vorrei esprimere le mie ansie, dire i miei cla-mori, manifestare in qualche modo questa op-pressione compatta che imprigiona fortementeil midollo del mio spirito...

Vorrei spezzare le catene che opprimono lamia anima; dare libertà alla parola ardente che,in cauterizzazioni di fuoco, racchiudo nel mioessere…

Vorrei, se potessi!, prorompere in cantici chesono urla della richiesta dell’Amore immenso;urla profonde in clamori di fuoco, che espri-messero l’amarezza torturante del mio cuore la-cerato dalla richiesta travolgente dell’immensoPotere…

«Guai a colui che cade nelle mani del Diovivo»1, ed è scelto per proclamare gli ardori im-mensi della sua richiesta...!

Guai a colui che riceve l’impulso travolgen-te, infinito ed eterno, della fiamma accesa del-la Bocca di Jahvè, e percepisce parole eternein comunicazione di Amico…, ed è scelto peressere il ricettore sulla terra dei misteri dell’E-terno...!

Guai a colui che scopre i misteri dell’Im-menso, ed è inviato dall’infinito Potere a co-municarli, come manifestazione della Canzonecanora del Verbo tra gli uomini…!

85

nere cauterizzazioni, che colmano la profonditàdel mio seno aperto, in colloqui teneri che sonorichiesta.

Ah, se io potessi esprimere in qualche modoqueste arsure della mia contenzione…! Ah, seio potessi dire con le mie espressioni la com-pattezza immensa che avvolgo in dolore e, insilenzio, occulto, sotto il mio reclamare…!

È il mio seno ferito quale vulcano aperto equali sorgenti che straripano fluendo in amore.

Sono le cascate del mio petto in zeli, tantoincontenibili!, tanto irresistibili!, che vivo mo-rendo per i segreti racchiusi di un sommessoreclamare.

È Parola dolce e in teneri colloqui la vocedell’Eterno; ma è tanto pungente la sapienzadella sua Esplicazione!, che oggi, in arsura perle sue sorgenti, arde il mio intimo con il fuocoimmenso del potere di Dio.

Egli chiede in silenzio con un reclamare pun-gente, con cauteri profondi, quale vulcanoaperto per lo zelo ferito del suo cuore.

Taci, anima amata!, non cercare di nuovo disquarciare i segreti della tua immolazione!

Se il silenzio è vita che avvolge il mistero,cosa importa che l’uomo non capisca il tuodono…?!

Taci, anima amata!, vivi nel tuo silenzio soloper Dio…

84

1 Eb 10, 31.

Ma no…! Perché non ho parole per dire imiei vulcani…; perché non trovo il modo diprorompere con i miei silenzi…; perché nonscopro i cuori aperti di cui io ho bisogno perdepositare in loro il messaggio sanguinante del-la mia missione…

E per questo, la mia immolazione, il mio si-lenzio, la mia tortura, le mie grida, le mie ap-petizioni, i miei fulgori, le mie espressioni, lemie manifestazioni sono ogni giorno più serra-te, più sanguinanti, più laceranti, più avvoltenel mistero.

E per questo, forse, mi trovo più incompre-sa, cammino più sola, più esiliata; mi speri-mento più immolata e più nascosta, con più an-sie di eternità davanti alla richiesta clamorosadell’Amore eterno, che diviene dentro il mio es-sere tortura di silenzio, di disprezzo da parte dicoloro che non sono Lui, e di attesa…

Sempre, quando tento di esprimere le mieansie e di manifestare in qualche modo le luciprofonde dei miei pensieri, rimango più triste,meno in grado di esporlo...;

più profonda è la ferita della mia prigionia!,più sanguinante come piaga, e con maggioreoppressione cammino nella vita verso il Giornoeterno…

87

Guai a colui che opprime nel suo petto i se-greti dell’Amore...! Guai a colui che, davanti allapienezza di Colui che È, di Colui che si È diper sé l’eterno Essente, si sente ecceduto, su-perato, oltrepassato e incapace di contenere lapienezza insondabile dell’Immenso nel suocuore piccolino...!

Guai a questi...! Guai a questi....!

Se io potessi esprimere cos’è la pienezzacostante, profonda, prolungata, penetrante, la-cerante, trafiggente, torturante e traboccantedell’infinità dell’Essere, in richiesta di manife-stazione a coloro che, avendo occhi, non ve-dono, avendo orecchi, non odono, avendo sen-si, non palpano…!

Se io potessi manifestare l’oppressione com-patta del vulcano chiuso che vivo nella miaprofondità…! Se io potessi decifrare in qualchemodo l’immolazione sanguinante del mio senooppresso...!

Se potessi sillabare, o almeno lasciare intra-vedere, i martiri del mio silenzio davanti alla ri-chiesta costante dell’Amore che mi spinge conpotere eterno a lanciare la mia canzone di Chie-sa viva e palpitante, a prorompere in espres-sioni, a descrivere, a manifestare i segreti dell’e-terna Sapienza, comunicati giorno dopo giorno,anni dopo anni, all’«Eco» palpitante della suacanzone sanguinante…!

86

Ma no…! Perché non ho parole per dire imiei vulcani…; perché non trovo il modo diprorompere con i miei silenzi…; perché nonscopro i cuori aperti di cui io ho bisogno perdepositare in loro il messaggio sanguinante del-la mia missione…

E per questo, la mia immolazione, il mio si-lenzio, la mia tortura, le mie grida, le mie ap-petizioni, i miei fulgori, le mie espressioni, lemie manifestazioni sono ogni giorno più serra-te, più sanguinanti, più laceranti, più avvoltenel mistero.

E per questo, forse, mi trovo più incompre-sa, cammino più sola, più esiliata; mi speri-mento più immolata e più nascosta, con più an-sie di eternità davanti alla richiesta clamorosadell’Amore eterno, che diviene dentro il mio es-sere tortura di silenzio, di disprezzo da parte dicoloro che non sono Lui, e di attesa…

Sempre, quando tento di esprimere le mieansie e di manifestare in qualche modo le luciprofonde dei miei pensieri, rimango più triste,meno in grado di esporlo...;

più profonda è la ferita della mia prigionia!,più sanguinante come piaga, e con maggioreoppressione cammino nella vita verso il Giornoeterno…

87

Guai a colui che opprime nel suo petto i se-greti dell’Amore...! Guai a colui che, davanti allapienezza di Colui che È, di Colui che si È diper sé l’eterno Essente, si sente ecceduto, su-perato, oltrepassato e incapace di contenere lapienezza insondabile dell’Immenso nel suocuore piccolino...!

Guai a questi...! Guai a questi....!

Se io potessi esprimere cos’è la pienezzacostante, profonda, prolungata, penetrante, la-cerante, trafiggente, torturante e traboccantedell’infinità dell’Essere, in richiesta di manife-stazione a coloro che, avendo occhi, non ve-dono, avendo orecchi, non odono, avendo sen-si, non palpano…!

Se io potessi manifestare l’oppressione com-patta del vulcano chiuso che vivo nella miaprofondità…! Se io potessi decifrare in qualchemodo l’immolazione sanguinante del mio senooppresso...!

Se potessi sillabare, o almeno lasciare intra-vedere, i martiri del mio silenzio davanti alla ri-chiesta costante dell’Amore che mi spinge conpotere eterno a lanciare la mia canzone di Chie-sa viva e palpitante, a prorompere in espres-sioni, a descrivere, a manifestare i segreti dell’e-terna Sapienza, comunicati giorno dopo giorno,anni dopo anni, all’«Eco» palpitante della suacanzone sanguinante…!

86

Per questo, in contrasti, vago nel mio esilio,vivendo i modi che l’Amore imprime dentro ilmio petto.

Modi che sono vita, benché siano morte osiano per me cieli… Modi tanto diversi!, moditanto diversi che è Cristo glorioso ed è Cristomorente, nelle realtà del suo piano eterno…!

E così, nei miei modi, continuo a manife-stare, perché sono l’«Eco», le pene profondedella mia Chiesa, di Cristo morente, e le chia-rezze del suo trionfo immenso…

Sono «Eco di Chiesa»!, e per questo rac-chiudo, nelle bruciature del mio ardente aneli-to, voci del Dio vivo, grida di inferno, martiridi morte e glorie di cielo.

Sono l’«Eco» ferita della Chiesa in cordoglio,che esprime le sue ansie nel modo in cui può,e canta le sue glorie dentro il suo seno in pas-so di Dio e in bacio d’Immenso…

Sono «Eco» di Chiesa…! Che mistero rac-chiudo...!

89

Dio sa le ansie del mio petto aperto, e leurla che contengo immerse dietro i miei la-menti…; conosce le pene che avvolgo nel mioaccento e nelle mie espressioni, benché stia insilenzio...

Egli sa che muoio dietro le richieste dei suoipensieri, che sono quali saette che vanno tra-figgendo le profondità del mio seno ferito, delmio petto in zeli!

Ma, quando Dio passa e lo sento in bacio,in carezze dolci e in colloqui teneri, tutto il miomolteplice penare rimane impregnato con lechiarezze di un presentimento…

Sono dolci preludi il suo passo nel mio seno,che mi parlano di gloria, che mi parlano di cie-lo, lasciandomi piena in gaudi immensi!

E così vago in vita tra i clamori scricchio-lanti in zeli; che sono poteri del potere poten-te di Dio; che sono fuochi, che sono richieste,che sono arsure brucianti e che sono vulcani increpe aperti…

Ma ad uno stesso tempo, quando la stret-tezza del mio petto ferito mi fa stare morendo,Dio, quale Padre buono, mi si manifesta in ba-cio amoroso nelle sorgenti e nelle freschezzedel suo amore eterno. E allora le mie pene sitrasformano in gaudi, in giorni di gloria, in lucidi cielo, in soli di vita e in festino di Eterno…

88

Per questo, in contrasti, vago nel mio esilio,vivendo i modi che l’Amore imprime dentro ilmio petto.

Modi che sono vita, benché siano morte osiano per me cieli… Modi tanto diversi!, moditanto diversi che è Cristo glorioso ed è Cristomorente, nelle realtà del suo piano eterno…!

E così, nei miei modi, continuo a manife-stare, perché sono l’«Eco», le pene profondedella mia Chiesa, di Cristo morente, e le chia-rezze del suo trionfo immenso…

Sono «Eco di Chiesa»!, e per questo rac-chiudo, nelle bruciature del mio ardente aneli-to, voci del Dio vivo, grida di inferno, martiridi morte e glorie di cielo.

Sono l’«Eco» ferita della Chiesa in cordoglio,che esprime le sue ansie nel modo in cui può,e canta le sue glorie dentro il suo seno in pas-so di Dio e in bacio d’Immenso…

Sono «Eco» di Chiesa…! Che mistero rac-chiudo...!

89

Dio sa le ansie del mio petto aperto, e leurla che contengo immerse dietro i miei la-menti…; conosce le pene che avvolgo nel mioaccento e nelle mie espressioni, benché stia insilenzio...

Egli sa che muoio dietro le richieste dei suoipensieri, che sono quali saette che vanno tra-figgendo le profondità del mio seno ferito, delmio petto in zeli!

Ma, quando Dio passa e lo sento in bacio,in carezze dolci e in colloqui teneri, tutto il miomolteplice penare rimane impregnato con lechiarezze di un presentimento…

Sono dolci preludi il suo passo nel mio seno,che mi parlano di gloria, che mi parlano di cie-lo, lasciandomi piena in gaudi immensi!

E così vago in vita tra i clamori scricchio-lanti in zeli; che sono poteri del potere poten-te di Dio; che sono fuochi, che sono richieste,che sono arsure brucianti e che sono vulcani increpe aperti…

Ma ad uno stesso tempo, quando la stret-tezza del mio petto ferito mi fa stare morendo,Dio, quale Padre buono, mi si manifesta in ba-cio amoroso nelle sorgenti e nelle freschezzedel suo amore eterno. E allora le mie pene sitrasformano in gaudi, in giorni di gloria, in lucidi cielo, in soli di vita e in festino di Eterno…

88

NOTA:

Chiedo veementemente che tutto ciò cheesprimo attraverso i miei scritti, per crederlo vo-lontà di Dio e per fedeltà a quanto lo stessoDio mi ha affidato, quando nella traduzione adaltre lingue non si capisca bene o si desiderichiarimento, si ricorra all’autenticità di quantodettato da me nel testo spagnolo; giacché hopotuto comprovare che alcune espressioni nel-le traduzioni non sono le più adatte per espri-mere il mio pensiero.

L’autrice: Trinidad de la Santa Madre Iglesia

CollanaLuce nella notte

Il mistero della fede

€ 2,00

nº 4

Madre

Pienezzadel Sacerdozio

di Cristo

Il Cristo Grandedi tutti i tempi

Pienezzadel Sacerdozio

di Cristo

Il Cristo Grandedi tutti i tempi

che racchiude in sé la Divinitàe il compendio compatto di tutta la creazione,

nel suo essersi tanto Dio quanto uomoe tanto uomo quanto Dio, essendo

per la pienezza della sua divinitàe l’onnicomprensione perfetta e consumata

della vita di tutti gli uomini,vissuta da Lui in ciascuno dei momenti

della sua esistenza terrena,nella dimensione penetrativa e onnicomprensiva

del suo Canto divino ed umanoin manifestazione d’Eternità,

perpetuato durante tutti i tempinel seno della santa Madre Chiesa

che racchiude in sé la Divinitàe il compendio compatto di tutta la creazione,

nel suo essersi tanto Dio quanto uomoe tanto uomo quanto Dio, essendo

per la pienezza della sua divinitàe l’onnicomprensione perfetta e consumata

della vita di tutti gli uomini,vissuta da Lui in ciascuno dei momenti

della sua esistenza terrena,nella dimensione penetrativa e onnicomprensiva

del suo Canto divino ed umanoin manifestazione d’Eternità,

perpetuato durante tutti i tempinel seno della santa Madre Chiesa